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Ruolata Gabriel-Siegfried

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    Il vento gelido sferzava le enormi ali del drago nero, formando piccoli cristalli di ghiaccio sul cuoio della membrana. Ogni battito ne staccava a manciate dai bordi più esterni e delicati, dove si potevano notare i rigonfiamenti dei vasi sanguigni. Erano come tanti piccole punture di zanzara, ma era difficile distinguerli dal morso dell'aria fredda. I polmoni lavoravano come mantici, inspirando grandi quantità di aria e espirando grossi sbuffi di vapore che si perdevano immediatamente nel vento.
    Era la prima volta in assoluto che andava ad Asgard di persona, aveva solo una idea relativa di dove si trovasse la città in questione e il tempo atmosferico non sembrava supportare la sua decisione di andarci. Anzi, Gabriel sospettava che gli Aesir si stessero opponendo attivamente al suo arrivo, al punto che evitato l'ennesimo fulmine quasi si aspettava di intravedere Thor tra le nubi che lo sovrastavano.
    Poco male.
    Ingobbì la schiena e puntò il muso verso il basso, diminuendo la sua altitudine e tenendosi ad appena due centinaia di metri. Sotto di lui le onde gelide delle terre del nord offrivano un paesaggio piuttosto monotono, abituato com'era agli scenari urbani del resto del mondo successivo alla corruzione. Di tanto in tanto scorgeva qualche creatura deforme emergere per una boccata d'ossigeno o per afferrare al volo qualche uccello marino, ma poco altro.
    Della geografia delle terre di Odino possedeva solo i rilevamenti satellitari fatti prima dell'apocalisse, quando ancora poteva raggiungere le sue macchine disperse nell'orbita terrestre, quindi aveva sì la posizione relativa dei landmark più evidenti, ma non sapeva se e quanto fossero estesi i cambiamenti.
    La cittadella marina passò sotto di lui in un istante, gli edifici incastonati nella roccia erano nascosti da ombre sinistre e scorse qualcosa muoversi dietro le finestre socchiuse, ma decise di non fermarsi ad indagare, preferendo procedere verso quello che le sue fonti dei bei tempi andati chiamavano "Sentiero di erro".
    Avrebbe potuto benissimo raggiungere la città di Asgard dal fianco, valicando le montagne in volo, ma concluse che atterrare direttamente dentro la città avrebbe creato uno situazione spiacevole, controproducente anzi. C'era bisogno che lo vedessero arrivare, per allertare chi di dovere.
    Non nascose il suo cosmo, ma non lo espanse nemmeno. Si limitò ad esistere nella sua forma drago nei cieli asgardiani, lasciando alle sue spalle la tempesta che gli aveva lambito la coda anche nei chilometri successivi al fiordo. Continuò a sorvolare il sentiero di ferro, godendosi i brevi attimi di panico delle creature sotto di lui, troppo infime perché gli fosse concessa più di una occhiata di sfuggita. Qualcosa di simile ad un uomo-capra balzò giù dal ciglio della scarpata, per evitare di ritrovarsi a portata dei suoi artigli e lo spostamento d'aria causato dalle ali lo mandò a precipitare nel precipizio che interrompeva il sentiero. Il drago nero ridacchiò avvicinandosi al termine della gola, dove un alto cancello lo attendeva. Le numerose guardie sui camminatoi lo scorsero subito, ma Gabriel non diede loro troppa attenzione. Rallentò e si avvicinò al suolo, la sua forma nera cominciò a scomporsi in una nube di tenebra. Dove dovevano toccare terra le zampe anteriori del drago arrivarono invece i piedi corazzati del cancro nero, che arrivò ad una decina di metri di distanza dalle statue dei grifoni gemelli. Il suo mantello rosso si agitò appena nell'aria fredda di Asgard quando avanzò di qualche passo, tenendo la mano destra sul pomolo di Nidhoggr, che riposava nel suo fodero laccato di nero agganciato al fianco. La sinistra era sollevata a dita aperte, per attirare l'attenzione degli uomini che lo guardavano dall'alto. L'elmo era completamente chiuso, la sua pelle umana non era abituata a quelle temperature.

    Gabriel F.O.N Faust terzo, portavoce dei cavalieri neri di Death Queen Island, chiede udienza con il celebrante di Odino, o con chi rappresenta la massima autorità in queste terre.

    Non aveva urlato, ma la sua voce rimbombò comunque nella gola, forte e vibrante.

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    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ Suprema
    CASTA ♦ Black Saint
    CLOTH ♦ Black Cancer {VIII}
    STATUS FISICO ♦ ///
    STATUS MENTALE ♦ ///
    STATUS CLOTH ♦ ///

    RIASSUNTO AZIONI ♦

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    Il giorno era iniziato inaspettamente in modo burrascoso. Le condizioni climatiche ad Asgard non erano mai state particolarmente favorevoli, ma quella notte si era scatenata una bufera di neve come poche, e i fulmini avevano illuminato il cielo notturno tutto il tempo per poi lasciar spazio alla luce del sole che aveva semplicemente portato il giorno, ma di certo non aveva scardinato la cortina di nembi che si stagliavano sulle montagne.

    Siegfried avvertiva un senso di inquietudine, sentiva che qualcosa di straordinario sarebbe accaduto da un momento all'altro: per il momento la Corruzione sembrava starsene buona, e non c'era nessuna traccia di Dragmor. Nessun rapporto dai Cavalieri del Nord in perlustrazione. Ma quella tempesta doveva portare con sè qualcos'altro. Poi lo avvertì.

    Un cosmo, talmente vasto da non aver bisogno di essere nascosto o espanso per farne notare la presenza: in pochi erano in grado si una forza del genere, e Siegfried lo sapeva bene. Più volte aveva rischiato la vita contro poteri superiori al suo, eppure ogni volta era riuscito a sopravvivere o addirittura a uscirne vittorioso, magari con l'aiuto di una spada potente e piantagrane come poche. L'ultima volta che aveva avvertito una tale forza, aveva incontrato Lelouch. Prima che diventasse il dio Crono, ovviamente. Ci volle poco perchè un messaggero si presentasse al suo cospetto per riferire quanto accaduto: un enorme drago nero, che si era in realtà rivelato essere un uomo, si era annunciato al Sentiero di Ferro per chiedere udienza a lui.

    Gabriel von Faust III, portavoce dei Cavalieri Neri...

    Finalmente era giunto. Siegfried se l'aspettava, sapeva che prima o poi sarebbe arrivato anche al Nord.

    Che sia accompagnato qui, immediatamente. E fate bene attenzione a non procurargli fastidio, è un ospite di riguardo.

    Il messaggero si inchinò e corse via a riferire l'ordine. Probabilmente a chiunque sarebbe sembrato un ordine inconsueto, vista la fama dei Cavalieri Neri; ma il Celebrante sapeva realmente che gente fossero in realtà, e aveva le sue buone ragioni. Ai suoi occhi, fino a quel momento, si era sempre trattato di guerrieri che pur non avendo alcun riferimento tra le divinità (per scelta o meno), avevano un loro codice; o più semplicemente, era gente di parola. Ricordava ancora l'incontro con il dottor Napier della Coppa Nera. E l'incursione di Ben Martius, a caccia del proprio mostro da annientare. Per non parlare della visita di Aleister, che chiese gentilmente di poter consultare alcuni testi della biblioteca di Asgard, o avrebbe annientato la popolazione nel raggio di miglia. Avrebbe potuto farlo comunque, e Siegfried non sarebbe riuscito a fermarlo: aveva poteri tremendi ed un cosmo ampiamente superiore al suo.

    Ma nulla di tutto ciò doveva essere paragonabile a chi si presentava ora alle porte del regno di Odino: Gabriel, l'uomo che poteva trasformarsi nel drago nero che sul Vigrid lottò contro le furie del Ragnarok. Il Cavaliere del Cancro Nero. Su di lui Siegfried non sapeva praticamente nulla, se non quello che aveva visto durante la battaglia del Vigrid o quei pochi accenni che gli avevano fatto gli altri Cavalieri Neri. E lo sapeva, sapeva che il suo cosmo era di un livello superiore a quello di chiunque altro dei suoi sottoposti, e perfino a quello del Celebrante dopo le numerose prove che aveva dovuto affrontare. Incredibile, diventava sempre più forte solo per trovare qualcuno ancora in grado di superarlo. Si voltò verso l'altare di Odino, dove Valmhur riposava nel proprio fodero.

    Sperava davvero di non aver bisogno di lei, e che la lama si svegliasse da sola proprio durante quella visita... altrimenti Gabriel avrebbe fatto ad Asgard quello sterminio che Crono alla fine aveva scelto di non compiere. Ma il Cavaliere del Nord sapeva che prima o poi quell'uomo si sarebbe presentato ad Asgard: nessuna logica, nessun motivo, solo puro presentimento.

    Andò a sedersi sul trono, in attesa e stringendo l'impugnatura della sua Mimung, tenendo la punta rivolta al terreno. Uno degli uomini più pericolosi della Terra era ad Asgard.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - E niente, aspetto che arrivi.

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    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Edited by Tygaer - 28/9/2015, 17:30
     
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    Dopo essersi annunciato, Gabriel incrociò le braccia e attese. Non degnò di un'altro sguardo i guerrieri che lo guardavano di sottecchi dalle mura né disse loro qualcosa. La loro utilità si era esaurita nel momento in cui avevano messo in movimento la sua richiesta di udienza. Rifletté per un secondo sul fatto che in tempi più giovani e ingenui ne avrebbe uccisi un paio (tutti) e sarebbe andato avanti comunque, guadagnandosi l'incontro con il celebrante con la sua soverchiante forza. Come detto, tempi giovani e ingenui. Ora era più maturo, più sazio di violenza -anche se affamato di tutto il resto- perciò avrebbe fatto le cose in modo consono. Giocherellò con le dita sul pomolo di Nidhoggr, che per certe vie traverse equivaleva a tamburellarsi il braccio in attesa. In un luogo del genere capiva la necessità del messaggero di andare fisicamente a recapitare il messaggio a chi di dovere, ma gli sembrò che ci stesse mettendo un po' troppo.
    Poi sentì un chiaro schiocco metallico e il rumore di catene che si tendono. Con metodica e lamentosa lentezza il cancello si aprì e da esso uscì un piccolo gruppo di guardie accompagnate da quello che sembrava un dignitario. A giudicare dall'equipaggiamento e la posa dei guerrieri dedusse che si trattasse di una guardia d'onore o almeno d'elite, adatta al rango dell'ospite da accompagnare. Ciò era bene, stava a significare che il celebrante era una persona che si comportava in modo consono al proprio ruolo. Non aveva mai compiuto nessuna azione ostile verso Asgard in tutta la sua carriera, quindi non c'era bisogno di cominciare con il piede sbagliato.
    Avanzò tranquillamente, una piccola fibbia di tenebre a forma del simbolo del cancro comparve sul petto del mantello, per tenerlo chiuso. Nonostante la cloth e il carapace nero il gelo di Asgard riusciva a raggiungerlo.
    Attraversò il cancello e questo cominciò a chiudersi. Tuttavia l'apertura non era passata inosservata. Qualcuna delle creature corrotte aveva seguito il volo del drago nero in qualcosa che si poteva definire una versione primitiva di interesse, e dal loro nascondiglio cominciarono a muoversi in direzione dell'apertura, approfittando della distrazione data dalla presenza di Gabriel.

    Scusate un secondo.

    Disse Gabriel ai suoi accompagnatori, fermandosi di scatto e sollevando un dito per sottolineare la necessità di farlo. Prima che il cancello si chiudesse del tutto serpenti neri eruttarono dalle ombre del sentiero di ferro lontane dal cancello, scagliando in aria le creature corrotte che si nascondevano in esse. Lo schianto delle zanne sulle loro carni arrivò in contemporanea a quello metallico del cancello quando si chiuse. Larghi spruzzi rossi piovvero sul ghiaccio come fuochi artificiali liquidi, poi i serpenti sparirono come se non fossero mai esistiti.

    Se la corruzione dovesse approfittare della distrazione data dal mio arrivo le cose si farebbero spiacevoli, capite immagino.

    Detto questo incrociò le braccia sotto il mantello e ricominciò a camminare assieme alle guardie, che non parvero ne impressionate ne indifferenti alla cosa appena successa. Gabriel concluse che avevano visto di tutto a quel punto, una città di quel genere probabilmente ha dovuto affrontare un assedio prolungato durante l'Armageddon, dubitava riguardo una battaglia campale.
    Procedendo per le strade scoscese della città Gabriel non si guardò in giro, non nel senso proprio. Dalle pieghe del mantello di tanto cadevano darkling minuscoli, dalla forma di piccoli insetti che rimanevano indietro a darsi una buona occhiata in giro prima di scomparire venendo tagliati fuori dal raggio d'azione del cancro nero. Non esplorò in modo serio, si limitò a farsi un'idea generale della conformazione del posto, delle sue necessità difensive e delle probabili strategie affinate nei millenni. Asgard era sì arretrata, ma se era sopravvissuta per tutto quel tempo in quei luoghi così inospitali doveva sapere il fatto suo. Alla fine il castello principale fu visibile e Gabriel fu accompagnato al suo interno, dove chiunque si trovasse lì al momento voltava lo sguardo per osservarlo bene e capire se era una persona o una macchia nella loro visione periferica, tanto era nera la sua armatura. Dopo l'incidente al cancello non proferì parola fino a quando arrivò davanti a quello che doveva essere il celebrante, seduto sul trono. Lo osservò attentamente.
    Aveva una qualche conoscenza delle armature di Asgard perché esistevano testimonianze scritte nei secoli e aveva foto satellitari delle loro azioni in giro per il mondo, ma era la prima volta che vedeva quella god robe di persona. Scura, con due evidenti teste draconiche su elmo e spallaccio e un design asimmetrico. Non male. La grossa spada lo lasciò incuriosito. Era un simbolo di potere, uno strumento cerimoniale, o il celebrante si aspettava veramente la necessità di alzarsi dal suo trono e vibrare un fendente contro il proprio ospite. Lo aveva fatto entrare, ma era un uomo prudente. Non aveva dato ordine di aperta ostilità perché sapeva che probabilmente sarebbe stato l'unico a sopravvivere a una immediata risposta del drago nero. Attento ai dettagli, pensò Gabriel, un buon inizio.
    La fibbia del mantello si dissolse in un rivolo di fumo nero, scoprendo le braccia di Gabriel. Posò nuovamente la mano sul pomolo di Nidhoggr, per evitare di lasciar penzolare il braccio lungo il fianco e portò l'altra all'altezza del cuore, appoggiando solo la punta delle dita sul pettorale della black cloth.

    Buona giornata, celebrante. Noto con piacere che Asgard è sopravvissuta al cataclisma e che continua ad andare avanti come ha sempre fatto, con la dura determinazione dei suoi uomini.


    Si guardò intorno, notando l'arredamento della sala del trono. Indugiò solo per un istante sulla spada sull'altare, chiedendosi se fosse veramente ciò che pensava, e contrasse la mascella. Ecco, quella spada POTEVA essere un problema, non aveva mai avuto mezzi per confrontarla con Nidhoggr, proveniente sempre da Asgard e dagli Aesir in particolare. L'elmo della sua black cloth si scompose e le varie piastre scivolarono all'indietro, rivelando il suo volto. piegato in un tranquillo sorriso.

    Immagino ti stia chiedendo cosa porta me, tra tutti, al tuo cospetto. La risposta è molto semplice. Non sono qui per una alleanza in battaglia contro le forze di una qualche altra casta, contro la corruzione, not at all.

    La mano sinistra scomparve per un istante tra le pieghe del mantello e da essa estrasse un piccolo tablet, poco più grande della mano di Gabriel.

    Sonon qui per parlare di affari.

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    Già dal momento in cui Gabriel mise piede nella sala del trono, sembrava che il mondo avesse deciso di fermarsi per osservare cosa sarebbe accaduto, per comprendere se il corso della storia avrebbe subìto una brusca virata oppure se quello sarebbe stato un incontro come tanti altri; gli stessi soldati, ad uno sguardo del Cavaliere del Nord, pensarono bene di svanire e chiudere i portali alle loro spalle per lasciare soli i due. Il Cavaliere Nero studiava la figura del Celebrante e tutto l'ambiente che lo circondava; i suoi occhi passarono anche su Mimung, che a chiunque avrebbe dato l'impressione di essere lì pronta ad essere usata. Siegfried invece guardava il proprio visitatore come se cercasse di leggergli il pensiero, e continuava a sperare che il colloquio non prendesse pieghe indesiderate. Davanti a sè continuava a vedere quella figura, nera come la notte, che gli ricordava maledettamente quelli che prima di lui erano passati ad Asgard: e la cosa più sconvolgente era che l'armatura era praticamente identica, eccezione fatta per il colore, a quella di Anita. La mano di quell'uomo poggiava sul pomolo di una spada, che nei suoi intarsi rivelava origini nordiche. Una spada forgiata in quei luoghi, forse. Rispose al saluto del guerriero, che per primo aveva rotto il silenzio tra i due.

    Salute a te, Gabriel von Faust III. Anch'io noto con piacere che la mia patria continua ad essere una meta visitata dai Cavalieri dell'Isola Nera, anche se chi è passato da qui si è sempre trattenuto per poche ore.

    Notò che gli occhi di Gabriel si erano appena posati su Valmhur, e dalla sua espressione Siegfried intuì che quantomeno ne aveva sentito parlare. Se avesse mai incontrato lo spirito della spada, probabilmente il Cavaliere Nero avrebbe chiesto espressamente di cambiare stanza per evitare di ripetere l'esperienza; invece il sorriso che era stato rivelato dalla scomparsa dell'elmo faceva supporre il contrario. Siegfried si alzò in piedi, scostando Mimung e portandola al fodero nella schiena.

    Noto che sei in possesso di una spada probabilmente forgiata da queste parti, e se è in tuo possesso deve trattarsi senza dubbio di un'arma non comune. Ti chiederei anche notizie dei tuoi compagni che sono stati qui ad Asgard prima di te, ma immagino che tu non sia qui per portare notizie della tua gente.

    Gabriel non aveva fatto una piega alle parole del Celebrante, e la sua risposta calma faceva intendere che non era lì per perdere tempo.

    Immagino ti stia chiedendo cosa porta me, tra tutti, al tuo cospetto. La risposta è molto semplice. Non sono qui per una alleanza in battaglia contro le forze di una qualche altra casta, contro la corruzione, not at all. Sono qui per parlare di affari.

    Aveva estratto un curioso rettangolo di vetro, metallo e qualche altro materiale particolare che proiettava delle immagini. Qualche diavoleria del "mondo di fuori", probabilmente, e i Cavalieri Neri erano evidentemente riusciti a preservare parte di quelle modernità anche se il mondo intero, dopo l'Armageddo, si era decisamente riavvicinato alla condizione in cui Asgard aveva sempre vissuto. Sorrise alle ultime parole del visitatore.

    Si tratta sempre di affari, quando si tratta di visite a sorpresa qui ad Asgard. Lo disse anche Aleister. Piuttosto mi chiedo cosa mai in Asgard possa suscitare l'interesse del Drago Nero del Vigrid... sì, ho riconosciuto il tuo cosmo e ti ho visto combattere insieme a Lelouch. Ero lì anch'io.

    Siegfried credeva fermamente, per qualcosa che aveva visto in Gabriel forse già al tempo del Ragnarok, che l'uomo di fronte a lui fosse un guerriero d'onore e senza dubbio molto intelligente, per questo aveva deciso di rendere rispetto a chi, anche se con motivazioni diverse, era stato suo compagno d'armi. E aveva voluto nominare Aleister, più che altro perchè non aveva mai saputo le sue reali intenzioni quando venne ad Asgard: d'altra parte se Gabriel avesse voluto, avrebbe proseguito lui stesso nel discorso.

    Dunque, di che genere di affari vuoi parlarmi?

    E sì, era curioso di saperlo. Sperando che non ci fossero guai in vista.

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    RIASSUNTO AZIONI - Bòn, ti ho messo spunti per due chiacchiere extra oltre allo scopo della visita. :zizi:

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    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Gabriel sorrise.
    Il celebrante di Odino era inaspettatamente poco parsimonioso con le parole, al punto da cercare letteralmente di attaccare bottone con lui e intavolare una vera e propria conversazione. Evidentemente non ricevevano molte visite negli ultimi tempi ad Asgard, o forse non ne ricevevano in generale. Così tante domande, prima di arrivare al punto che aveva posto lui stesso. Rispondere o non rispondere, quello era il dilemma. Da un lato l'atmosfera puramente affaristica che aveva deciso di creare si era già sfilacciata fin troppo per l'atteggiamento del celebrante di Odino, dall'altra era una piacevole ventata di fresco nei suoi rapporti interpersonali. L'uomo era sì attento e cauto, tuttavia non mostrava aperta ostilità nei suoi confronti né pregiudizio. Buono, molto buono.
    Inoltre a detta sua lo aveva visto combattere nel Vigrid contro Surti il nero, il gigante di fuoco che voleva portare il Ragnarok assieme agli altri giganti. Anche questo era un fatto estremamente positivo. Dal canto suo Gabriel non poteva dire lo stesso, ai tempi era estremamente preso da Candice, nascosta sotto l'armatura di Jormungand, che gli diceva di aver ucciso se stessa per farlo arrabbiare e innescare la trasformazione. Subito dopo si era scatenato il terribile scontro con Surti stesso, quindi aveva i suoi motivi per non aver notato chi o cos'altro stesse combattendo nel Vigrid. Ripensandoci, non aveva ancora una chiara idea sull'intero gruppo di cavalieri che si trovò in quel campo di battaglia durante il Ragnarok. Mh. avrebbe dovuto chiedere a Candice o Benoit.

    Andiamo con ordine. Buona parte dei cavalieri neri che hai già incontrato non esiste più. O sono spariti senza lasciare traccia, o sono caduti in battaglia durante il Ragnarok e L'armageddon, Aleister sopratutto. Eventi innegabilmente tragici fin troppo vicini tra loro, bisogna dire, hanno smorzato di molto la nostra influenza nel mondo.

    E poi, come si aspettava, aveva fatto domande sulla sua spada. Mise via il palmare. Sganciò il fodero dal cinturone della sua cloth e lo portò all'altezza della gola, con il lato più largo verso il celebrante. La mano sinistra era sull'impugnatura mentre l'altra stringeva con decisione il fodero a metà della sua lunghezza, e così tenendola cominciò ad estrarla.
    Fu un movimento lento e l'intera stanza cominciò a fremere in risposta, come se la realtà intorno alla figura di Gabriel volesse evitare a tutti i costi che quella spada uscisse dal suo fodero. I primi centimetri di lama nera come l'abisso furono visibili, e la luce intorno ad essi venne risucchiata e divorata, distorcendo la visuale come una lente. In verità tutto ciò non aveva nulla a che vedere con il fodero, era un semplice pezzo di legno laccato, era Gabriel a controllare pienamente il fenomeno. Stava facendo tutto ciò per effetto drammatico. Il metallo di Nidhoggr, più antico dell'intera città, cominciò ad emettere una sottile e cupa vibrazione, come il mormorio di una grossa gola.
    Il cosmo di Gabriel si manifestò appieno in risposta, contorcendosi in una nube di fumo nero che rotolò sul pavimento dietro di lui. Non era minaccioso, ma era lì. Immenso. La figura del drago nero si manifestò parzialmente alle sue spalle, intrecciata nel suo cosmo, il suo simbolo e la sua vera forma. Era solo una frazione del suo potere, perciò tra le pieghe delle tenebre solo lo scheletro abbozzato del drago fissò il celebrante con le sue orbite vuote.

    Forgiata nel vostro tempo del mito dai vostri dei, la spada Nidhoggr è sorella malvagia di Yigdrasil, un tempo appartenuta a Odino e poi Lelouch, e di Stormbringer, forgiata da Hel stessa. Questa è la lama che nei vostri canti ad un certo punto fu di Surti il nero, e con la quale avrebbe dovuto bruciare il mondo nel Ragnarok. È con esse che io e Lelouch abbiamo ucciso prima i lupi Skoll e Hati, ed in seguito Surti e Ymir. Le tre lame costituiscono le chiavi del sigillo che imprigionano nuovamente le stirpi dei giganti dove di dovere. Per ottenerne il massimo potere, mi sono unito alla spada, ottenendo la forma che già conosci. Io stesso sono Nidhoggr ora, il drago che rode le radici di Yiggrasil. Ma è solo un modo di dire, mind you. Non ho intenzione di toccare il vostro albero, al momento.

    Con una breve risata e uno scatto del polso rimise la spada nel fodero, dando fine allo spettacolo che aveva creato, come se non fosse mai esistito, e riagganciò la lama alla cintura.

    Quello che ci interessa è altro, il che ci riporta al motivo per cui mi trovo qui.
    Asgard è, come dire, indietro rispetto al resto del mondo. O meglio, al resto del mondo PRIMA dell'Armageddon. Per questo non è mai stata vittima della speculazione edilizia, del capitalismo e dell'abusività in generale. Questo fa sì che sia ancora plausibilmente ricca di risorse naturali, come metalli. Inoltre è probabile che abbiate un settore alimentare discretamente avviato, anche se probabilmente in razionamento data la situazione attuale. D'altro canto Death Queen Island ha sapere scientifico, prima dell'apocalisse era l'angolo di mondo più tecnologicamente avanzato dei tempi moderni. Asgard ha le risorse ma non i mezzi per affrontare al meglio la riconquista, l'isola ha i mezzi ma non le risorse.


    Fece un gesto con la mano.

    Il punto che voglio sottolineare è che entrambi gli schieramenti hanno di che beneficiare da un patto commerciale. In cambio di metalli, cibo, pelli, bestiame, possiamo offrirvi la elaborazione di tali materiali con mezzi moderni e più efficienti o la loro trasformazione in beni utili, animali che producono più latte e lana, che ingrassano più rapidamente, piante che resistono alle intemperie e fertilizzanti più potenti. Ovviamente non bisogna dimenticare i medicinali, il qui presente è -senza falsa modestia- il miglior medico moderno mai esistito. Inoltre vorremmo chiedere il permesso di esplorare le vostre terre alla ricerca di antichi artefatti dei cavalieri neri risalenti ai tempi del mito, e per l'estrazione di certe quantità di carburanti fossili necessari ad alimentare i nostri mezzi e rendere i viaggi dall'isola ad Asgard fattibili.

    Si appoggiò una mano sul petto, causando un piccolo clink quando gli artigli toccarono la piastra del pettorale.

    Spero tu possa perdonarmi se il mio tono sembra supponente o imperioso, ma generalmente preferisco parlare in modo onesto e diretto. Ovviamente quanto detto ora è solo un'idea, i termini dell'accordo sono ancora da definire e discutere con voi diretti interessati.

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    Edited by ~Gabriel~ - 16/12/2015, 09:28
     
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    Siegfried ascoltò quanto Gabriel aveva da raccontargli; dunque i Cavalieri Neri che lui aveva conosciuto in passato erano quasi tutti morti o scomparsi. E con quel "quasi", significava che l'unico ancora in circolazione tra coloro che aveva incontrato doveva essere con ogni probabilità Ben Martius. Poi assistette alla breve dimostrazione della spada Nidhogr, che sembrava sprigionare e contemporaneamente assorbire una potenza a dir poco spaventosa; una forza che aveva portato il cosmo di Gabriel ad entrare in risonanza, con i conseguenti effetti speciali e l'ombra di un drago scheletrico che si era materializzato alle spalle del guerriero.

    E infine venne la proposta di affari.

    Siegfried ascoltò con molta attenzione il discorso del suo ospite, ed il ragionamento filava tranquillamente; c'erano solo un paio di dettagli che non collimavano con la versione di Gabriel, ed era il caso di chiarirli all'istante. Non tanto per questioni politiche od altro, ma semplicemente perchè le risorse di Asgard non erano poi così abbondanti come l'altro credeva... e in generale era un male, perchè se questa informazione sbagliata fosse circolata anche tra chi non aveva buone intenzioni si sarebbero potuti sviluppare conflitti inutili.

    Spero tu possa perdonarmi se il mio tono sembra supponente o imperioso, ma generalmente preferisco parlare in modo onesto e diretto. Ovviamente quanto detto ora è solo un'idea, i termini dell'accordo sono ancora da definire e discutere con voi diretti interessati.

    E questa era la cosa più importante: sapere che Gabriel non aveva intenzioni ostili era decisamente una buona notizia, che avvalorava il suo pensiero. Guardò per un attimo la statua di Odino, con aria meditabonda, poi tornò a concentrarsi verso l'altro Cavaliere, facendogli strada verso una zona un pò più "comoda" della sala del trono... alcuni divani su cui ci si poteva accomodare, ed un braciere acceso. Indicando con un gesto del braccio l'area, riprese a parlare.

    La realtà di Asgard non è esattamente come l'hai descritta, Cavaliere. L'allevamento non è mai stato una delle risorse fondamentali, la nostra economia si è sempre basata sulla ricerca delle risorse del territorio: sono sempre state le grandi foreste ad offrirci gran parte del cibo da cacciare, ma come hai giustamente detto l'Armageddon ha ridotto di molto le nostre forze; l'agricoltura, dato il clima, è sempre stata impossibile. Quanto agli animali, sono realmente pochi a livello numerico. Ma...

    Alzò un dito per sottolineare l'importanza di quella parola. Siegfried continuava a stare in piedi, portando ora il suo sguardo sul braciere con aria assorta: si sarebbe seduto solo se il suo ospite avesse accettato l'invito di fare altrettanto. Si rivolse di nuovo a Gabriel.

    ...questo non significa che un accordo non sia possibile, se non altro per la parte mineraria della proposta. Ciò che voglio dire è che le nostre risorse sono limitate, ma una nostra collaborazione è possibile finchè entrambe le parti riusciranno a gestire oculatamente il poco che c'è; condividere, senza che nessuno patisca la fame. E se possiamo aiutarci in questo, non avremo alcun problema.

    Si schiarì leggermente la voce, poi aggiunse una piccola clausola all'ultima richiesta.

    Quanto al permesso di esplorare le nostre terre, ti sarà certamente accordato... tuttavia sarà bene che ci sia la massima comunicazione tra noi. Intendo che insieme a voi ci sia, per ognuna di queste missioni esplorative, un mio guerriero. Ho più di un motivo per porre questa condizione: il primo, perchè in tal modo potrò essere informato sui vostri spostamenti e sulle vostre eventuali scoperte - e sottolineo, solamente "informato". Non ho interesse ad ostacolare le ricerche di altri uomini, in questi tempi, ma se vi imbatteste in qualche avamposto della Corruzione, anche noi uomini del Nord abbiamo conti da regolare con quei mostri, ed in particolare con uno di loro. Il secondo motivo, è perchè a voi farà comodo qualcuno che possa guidarvi nei nostri territori; saprai già che ad Asgard non vivono solamente esseri umani, ma anche altre razze un pò meno comuni. Un intermediario eviterebbe guai a tutti quanti.

    Il Celebrante si riferiva particolarmente agli elfi, ai nani e ai vrykul. Oltre a tutte le altre creature magiche che abitano ancora le zone già purificate dalla Corruzione; pur non avendo cattive intenzioni, alcuni Cavalieri Neri avrebbero potuto minare i rapporti tra le razze che più che mai dovevano essere unite pur vivendo divise. Avessero trovato una miniera d'oro già utilizzata dai nani, sarebbero stati guai seri per tutti data l'avidità verso il biondo metallo di questi ultimi.

    Forse è stato proprio l'essere rimasti così arretrati, che ha permesso al mio popolo di non essere accecato da avidità e capitalismo. Ma io sono a capo solo degli umani, le altre razze hanno regole diverse dalle nostre.

    Sperava che Gabriel avrebbe compreso la situazione, e che nelle sue richieste andava inclusa una dose non indifferente di prudenza.



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    NOME - Siegfried
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    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - Non voglio fare il pignolo, ma Ymir lo abbiamo buttato giù io e Aldo, non tu e Felice... a meno che non lo abbiamo ucciso due volte :ehsi:

    La clausola dell'accompagnatore in realtà è una scusa per favorire qualche giocata tra Camille/Ingrid/Hjorr/altri asgardiani ed eventuali black in visita :asd:

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    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Gabriel seguì il celebrante di Odino verso i divanetti, ringraziando silenziosamente con un cenno del capo sia lui che l'eventualità di sedersi che gli era stata offerta. Dopotutto aveva volato dall'Australia fino a quelle terre lontane in un unico viaggio, e il dolore fantasma ai muscoli delle ali che non aveva in quel momento lo stava uccidendo. Volare è comparabile a fare skip con le ginocchia al petto nell'anatomia umana, sopratutto dentro una tempesta.
    Si adagiò sul divano, il materiale mandò una sottile protesta sotto il peso della black cloth. Agagiò la schiena all'indietro e allargò le braccia, appoggiando il gomito del braccio destro sull'apice del basso schienale. Con un rapido movimento spostò la spada dal fianco e se la appoggiò in grembo, per evitare che desse fastidio. Il fodero nero mandò qualche bagliore riflesso dal braciere che ardeva lì vicino. Lo scoppiettio del fuoco attirò l'attenzione di Gabriel nell'istante di silenzio che ci fu prima che il celebrante riprese a parlare. Quando gli disse che la situazione asgardiana non era rosea come lui l'aveva dipinta esponendo la sua idea, l'angolo della bocca di Gabriel si tirò appena per il disappunto. O meglio, per l'intenzione di dimostrare disappunto, una speranza vanificata dalla realtà, un dettaglio che lo rendeva umano.
    Sapeva perfettamente che Asgard si trovava in difficoltà, era stupido credere il contrario, ma non aveva una chiara misura di quanto. Esporre la sua idea in modo idealistico e speranzoso, aggiungendoci la logica per cui si poteva aspettare che Asgard fosse florida, era il suo modo per indurre il celebrante a correggerlo e spiegare di sua volontà. Ok, i can work with that. Al "ma" del celebrante tornò a guardarlo, interessato. C'era spazio per giostrarsi. Si sfregò il pizzetto pensieroso, ascoltando quanto avesse da dire l'uomo. Ad ogni nuova informazione Gabriel scorreva l'inventario mentale dell'isola, le tecnologie funzionanti, i cosa e i come. Aveva dato l'impressione di un uomo con un piano e i causare tempi morti nel dialogo avrebbero rovinato quella immagine. Doveva fare multitasking. Cosa che per un individuo costituito da milioni di entità senzienti non è un problema troppo grande.

    Riconosco di essere giunto qui con aspettative troppo ingenue sulla condizione Asgardiana, sopratutto in ambito alimentare. Tuttavia l'ipotesi della scarsità faceva già parte dei miei conti. Come già detto, posso darti animali che producono più carne, latte e lana, e piante che resistono alle temperature rigide di Asgard. Posso anche aiutarvi a sviluppare serre calde a bassa tecnologia perché siano usabili dai vostri cittadini senza troppa difficoltà e trauma culturale. Tuttavia--

    Fu interrotto dallo schiocco sonoro della brace, che spezzò il ritmo della conversazione come un colpo di pistola. Gabriel spostò per un secondo lo sguardo sul fuoco e schioccò la lingua, recuperando il filo del discorso.

    Tuttavia quello di cui ho bisogno, come scienziato, è un punto di partenza. Ho già fatto qualcosa di simile per l'isola...PRIMA che l'Armageddon mandasse tutto in fumo. Al momento mi manca la materia prima per ripetere il "miracolo" e aiutarti a far prosperare sia Asgard che l'isola. Con i primi carichi di animali da allevamento potrò analizzare le vostre specie e modificarle opportunamente, in modo da aumentare esponenzialmente la vostra produzione e avviare la nostra. Perché dividere in due il poco quando si può ottenere il molto? E sarebbe solo l'inizio, una volta assettata la produzione di entrambi i luoghi, tra qualche mese i guerrieri di Asgard e Death Queen Island potrebbero cenare con bistecche spesse due dita.

    Alle sue stesse parole Gabriel sentì la propria salivazione aumentare. Chiuse la bocca e passò il pollice affilato sull'angolo della bocca, reagendo d'istinto all'ombra della parvenza di umido sulla sua pelle. Chiuse la bocca, coprendola con pollice e indice e deglutì. Fortunatamente il celebrante non sembrava aver dato peso ai suoi denti triangolari, ma il mettersi a sbavare davanti a lui non avrebbe aiutato di certo. Ma era passato così tanto tempo dal suo ultimo vero pasto cotto e preparato a dovere. La maggiorparte dei suoi pasti in carne avvenivano in forma drago, e si trattava per lo più degli strani animali nati dopo il cataclisma.

    Per la parte mineraria comprendo appieno, c'è quel che c'è e su ciò non possiamo fare nulla. Fortunatamente riusciamo a cavarcela discretamente con gli scarti rinvenuti in giro per il mondo al momento. Tutte quelle automobili distrutte si dimostrano utili. Anzi...ripensandoci, potremmo ricavarne qualche lingotto da darvi. L'acciaio industriale può essere ritemprato ed essere adattato ad armi bianche senza problemi.

    Si tamburellò il mento per qualche istante, pensando ad altre eventualità da discutere.

    Sull'avere un vostro guerriero ad accompagnare i miei non ho problemi, sperando che gli individui di entrambi gli schieramenti ragionino come persone civili. Ammetto inoltre di non aver tenuto in considerazione la presenza di nani ed elfi in queste terre. Se è necessario intraprendere soluzioni diplomatiche anche con loro, così sia. Spero che sopratutto i popoli sotterranei si dimostrino ragionevoli. Tuttavia è necessario specificare una cosa. I tuoi guerrieri non potranno seguirci nelle eventuali rovine che troveremo. Non per sfiducia, ma per premura. Tutte quelle che abbiamo visitato fin'ora erano dotate di dispositivi di sicurezza capaci di terminare all'istante chiunque non venisse riconosciuto come black saint degno degli antichi tempi di gloria della casta. Probabilmente non riuscirebbero nemmeno ad oltrepassare la soglia, o peggio potrebbero rivoltare l'intera struttura contro di noi. Restaurare la nostra cultura fa parte dei nostri interessi primari, penso tu possa capire. Dopo secoli passati ad essere chiamati semplicemente "senza dio" e considerati criminali, stiamo finalmente riscoprendo le nostre origini radicate nei tempi del mito.

    Fece scorrere un dito sulla filigrana del fodero di Nidhoggr, assorto.

    Un'altro punto da discuttere è la via per raggiungere Asgard. Di nostro ci impegnamo ad attraversare miglia e miglia di oceano infestato di creature, ma vorrei sapere se siete disposti a fare la vostra parte nel mantenere una via agibile per mezzi e risorse dalla costa fino a qui.

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    Edited by ~Gabriel~ - 16/12/2015, 09:28
     
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    Una volta che Gabriel si fu accomodato, anche Siegfried si adagiò su una delle poltrone. Tutta la sua attenzione era rivolta al capo dei Cavalieri Neri, e si chiedeva se l'uomo non avesse qualche secondo fine; tutta via era, o almeno era stato, un essere umano e badava semplicemente alla sopravvivenza del proprio popolo. Probabilmente la diplomazia non era la strada preferita di colui che si era presentato come l'incarnazione di Nidhoggr, ma di certo era apprezzabile lo sforzo che cercava di fare per non portare una ulteriore distruzione che non sarebbe servita a nessuno; e la Corruzione, che aveva mandato tutto il lavoro di Gabriel in fumo oltre ad aver mandato in malora tutto il mondo, era senza dubbio un nemico comune. I commenti di quell'uomo erano senza dubbio molto ragionevoli, una volta preso atto delle reali condizioni di Asgard.

    Il Celebrante, dal canto suo, non aveva motivo di tener nascoste le difficoltà del proprio popolo almeno in termini di risorse; non riteneva di doversi aspettare un attacco da altre popolazioni umane nel mondo, soprattutto se includevano gente che aveva subìto danni dalla piaga dei corrotti. E le intenzioni dell'altro sembravano sincere: perchè arrischiarsi a spendere risorse per derubare un altro popolo scatenando un'altra guerra, quando c'era la possibilità di avere vantaggi per tutti? In tutto quel discorso, l'unica cosa realmente preoccupante era stato lo sguardo da lupo famelico comparso sul volto di Gabriel al parlare di carne: oggettivamente la fame era un problema per tutti gli uomini, figuriamoci per un drago.

    ...e sia, Cavaliere. Avrai il tuo punto di partenza, per ciò che sarà concesso dal mio popolo e dalla sua sopravvivenza. Cercheremo di bilanciare il normale allevamento con la cacciagione, per quello che riusciremo a trovare, e riserverò per le tue ricerche anche una parte di quest'ultima. E dato che per le risorse minerarie non ci sono problemi...

    In particolare questo aspetto fece rilassare lo spirito del Cavaliere del Nord. I Nani in modo particolare erano maniacalmente gelosi di ciò che si poteva trovare sottoterra, e finire in contrasto con loro era una cosa da evitare. Avevano un carattere irritabile e testardo. Come Dougar, praticamente.

    ...definiamo meglio la parte archeologica di tuo interesse. Chi tra i miei uomini vi accompagnerà seguirà e quindi non contravverrà ad un mio ordine diretto, così come immagino che i tuoi siano poco inclini a disobbedirti; di conseguenza il problema degli scontri è risolto in partenza. Per quanto riguarda gli ingressi alle rovine, comprendo perfettamente il tuo punto di vista e questo complicherà la vita di entrambe le parti.

    Colse lo sguardo interrogativo dell'altro, poi riprese.

    Lascia che mi spieghi meglio. Hai giustamente evidenziato la possibilità di imbattersi in trabocchetti pericolosi ideati dai vostri predecessori; il punto è che potreste anche imbattervi in rovine che NON appartengono al tuo popolo, ma che potrebbero essere altrettanto pericolose o anche peggio. Asgard è un posto... complicato.

    L'accenno di un sorriso comparve sul suo volto al ricordo di tutte le peripezie passate nel regno, a partire dalle caverne degli orchi per arrivare alla Valle dei Nomi. Spesso la magia e il soprannaturale si manifestavano nel Nord, e a quel punto la tecnologia sarebbe ancora servita a qualcosa in modo efficace?

    Quindi ecco semplicemente un consiglio, che per il bene di tutti e due i popoli sarà bene tener presente: non stuzzichiamo il can che dorme. Se non siete assolutamente certi che quelle rovine che troverete siano state costruite dai vostri predecessori, evitate di entrarci da soli. Una volta chiarita la loro origine, se si tratta di un vostro possibile obiettivo i miei faranno come hai richiesto e si limiteranno ad apsettare fuori. In caso contrario, te lo ripeto... non stuzzichiamo il can che dorme. Soprattutto perchè i "cani", qui ad Asgard, potrebbero essere imparentati anche con i draghi o altre creature che è bene rimangano dove sono. Abbiamo già abbastanza problemi con la Corruzione senza andare a scatenarci altre apocalissi.

    Rimaneva solo la questione geografica, ma era l'ultimo dei problemi.

    I miei uomini possono mostrarti vie utili per le nostre questioni di carattere commerciale. Tra le altre cose, Asgard non è un continente come tutti gli altri... senza dubbio abbiamo strade alternative da poter utilizzare, e a questo punto ho in mente un'idea per facilitare il compito ma sta a te dirmi se la cosa è realizzabile. Sarebbe utile un canale di comunicazione a distanza tra noi due, in modo tale che possiamo coordinare le vostre visite con un certo preavviso e le nostre "pulizie" per farvi trovare campo libero dai corrotti. Potrebbe tornarci utile anche per altre faccende, in futuro.

    Magari anche per coordinare un'azione militare in caso di guai che disturberebbero entrambi.

    Quell'ultimo pensiero era dettato semplicemente dal suo odio per Dragmor, ma probabilmente anche Gab sarebbe stato d'accordo sul fatto che una fonte di risorse, finchè fosse stata utile ai suoi scopi, andava anche protetta. Ma Siegfried non voleva ancora proporlo apertamente, dopotutto i due si erano incontrati per altri motivi; una proposta del genere sarebbe potuta avvenire anche in un secondo momento. Ma l'idea di una possibilità di comunicare in modo rapido con l'Isola della Regina Nera, così come già poteva farlo con Daya e il Grande Tempio, poteva portare solo dei vantaggi.

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    RIASSUNTO AZIONI - Bien. A proposito, controlla la numerazione dei tuoi post che dovresti averne almeno uno in più :zizi:

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    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Edited by Tygaer - 17/12/2015, 10:55
     
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    Gabriel fece un gesto con la mano all'altezza del volto, come ad indicare che quanto detto da Siegfried fosse qualcosa di semplice è scontato.

    Ovviamente, quel che è giusto è giusto. Come i tuoi uomini non dovranno entrare nelle rovine di nostra competenza, lo stesso varrà per i miei. Dopotutto, già stiamo avendo problemi a riscoprire l'antico sapere della nostra cultura, non abbiamo interesse a complicarci la vita con una completamente diversa.

    Questa era una verità assoluta. Per quel che ne sapeva, sull'isola non aveva esperti in materia e persino la sua conoscenza ottenuta dalle infinità di anime nordiche eliminate nei primi millenni di Nidhoggr era frammentaria e difficilmente utilizzabile per lo scopo. Avrebbe dovuto indagare a riguardo e magari farsi aiutare da qualche storico e studioso della zona. Ma per cose del genere avrebbe potuto discutere in seguito con Siegfried stesso. Non c'era fretta.
    La sua mente era impegnata a pianificare gli esperimenti e avviare la clonazione degli animali per stabilire le basi dell'allevamento sull'isola. Quello era il punto più importante di tutta la questione diplomatica, il resto era un accessorio più che benvenuto.

    Permettimi di ringraziarti per aver accettato di aiutarmi a nutrire il mio popolo. Sull'isola vige una mentalità e una disciplina diversa da quello che ci si potrebbe aspettare da un esercito organizzato normale, e ci sono alcuni individui che sotto razionamento tendono a diventare...difficili.

    Primo tra tutti lui stesso. Più di una volta era stato sorpreso da Candice a guardare il gruppo femminile degli addestrandi per motivi in cui la gelosia non trova posto. Col senno di poi fornire calzoncini corti come tenuta di allenamento non è stata una idea così geniale, anche se gli aveva fatto guadagnare punti con il gruppo maschile.
    Per un attimo ripensò al fatto che Siegfried aveva menzionato i draghi. Cominciò a solleticare l'idea di mettersi in contatto con loro, magari per riallacciare i rapporti con quella che era la sua razza, per certi sensi. Serrò per un brevissimo istante la mandibola al ricordo di quanto accaduto a Wyrmrest Temple con Alextrasza, la quale era finita a far parte delle anime che vorticavano all'interno di lui. Frammenti di ricordi dei secoli prima che vi arrivasse cominciarono a galleggiare nel retro della sua mente e si dovette concentrare per ricacciarli giù e dedicare la sua piena attenzione al celebrante davanti a lui. Guardò il braciere, godendosi un po' del calore che arrivava in ventate irregolari al suo volto, unica parte veramente sensibile al calore dato l'isolamento della sua black cloth. Probabilmente anche per quello avrebbe dovuto chiedere a Siegfried di fare da mediatore. I tempi in cui poteva usare solo l'intimidazione per andare avanti erano finiti, c'era troppo in gioco per potersi permettere di agire in modo prepotente e avventato come avevano fatto fino a quel momento. Nessuno è invincibile, tutti sono mortali dopotutto. Portò la mano sotto il mantello, nella tasca cucita in esso vicino allo spallaccio e ne tirò fuori un oggetto nero, il tablet di poco prima. In verità non era un tablet nel senso proprio del termine come poteva sembrare a una prima occhiata. Era un blocco di vetro nero, simile ad ossidiana perfettamente levigata e incorniciato da una struttura di metallo di un nero ancora più scuro. La luce del braciere non si rifletteva in esso e Gabriel ne sentiva il gelo anche attraverso il guanto della sua cloth.
    Uno specchio senza riflesso.

    Se da un lato non siamo in grado di utilizzare efficacemente la tecnologia importante del nostro antico popolo, dall'altro siamo riusciti a replicare qualche oggetto di uso mondano, mettendo insieme pezzi di conoscenza e unendoli a quanto è in mia conoscenza sulle vie della tecnologia cosmica.

    Gli porse lo specchio di cristallo bosonico e riprese a parlare.

    È alimentato da un'energia al momento infinita, quindi non ci sono problemi che possa smettere di funzionare, almeno nel tuo arco di vita naturale. Finché sarò sull'isola potrai contattarmi direttamente semplicemente tenendolo in mano e desiderando di farlo. Quel cristallo reagisce al cosmo di chi lo utilizza, quindi eventualmente potrebbe cambiare colore. Questo non posso garantirlo, ma non è un dettaglio importante.

    Si accarezzò il pizzetto e rimase in silenzio per qualche secondo, tornando ad osservare il braciere.

    Stiamo dimenticando niente?

    In verità sapeva perfettamente di cosa volesse parlare e di ciò che rimaneva da dire, ma aveva deciso di affidare il flow della conversazione a Siegfried stesso, magari aveva avuto qualche nuova idea riguardo questa improbabile alleanza commerciale. Non conosceva abbastanza quell'uomo per sapere che cosa ci fosse nella sua testa, quindi gli lasciò l'opportunità di chiarire i suoi dubbi o quant'altro prima di andarsene e riferire agli altri black saints.

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    Siegfried accettò la stele di ossidiana, prendendola con una leggera riluttanza: non si trattava di diffidenza verso la persona che gli aveva offerto il dono, ma più una sorta di cautela dovuta alla natura dell'oggetto in sè stesso.

    "Tecnologia cosmica", dice... è la stessa sensazione che si prova a parlare di magia, con la differenza che un incantesimo è totalmente imprevedibile nei suoi effetti.

    Sorrise tra sè, e infilò il mezzo di comunicazione in una delle tasche del mantello.

    E io ringrazio te per essere venuto in pace. Queste guerre continue non aiutano nessun individuo appartenente al genere umano, fanno comodo solo al Caos e alla Corruzione. Il mio popolo è abituato alle ristrettezze e in qualche modo abbiamo sofferto meno degli altri, ma... come dire, in questi tempi anche i miei guerrieri tendono facilmente a diventare molto... difficili, in caso di necessità.

    Già, Asgard era un popolo parecchio vario: i nani, caparbi ed avidi; gli elfi, più sofisticati ma diffidenti; anche tra i cavalieri stessi c'erano differenti personalità, bastava pensare a Camille, a Thorfinn, allo stesso Siegfried quando ancora poteva permettersi di non essere diplomatico perchè Celebrante o a Lelouch che aveva servito Odino prima di lui; quattro individui talmente diversi anche nei modi di agire e di pensare, e gli Asgardiani in generale non erano certo considerati gente delicata.

    All'ultima domanda del guerriero, si fermò un attimo a riflettere. Siegfried sarebbe stato interessato a sapere qualcosa di più su di lui e sulla sua abilità di trasformarsi in drago, ma credeva che l'altro non avesse molta voglia di parlarne... soprattutto se era effettivamente una sorta di incarnazione di Nidhoggr. Poi la diede vinta ad un altro pensiero che gli frullava in testa, ma che non formulò in forma di domanda.

    Sei molto... diverso. Dagli altri Cavalieri Neri, intendo.

    Forse un commento del genere avrebbe potuto risparmiarselo, ma non era certo intenzione di Siegfried muovere una critica, e quello era semplicemente un innegabile dato di fatto.

    In ogni caso, nonostante quello che altri possano pensare, io ho ancora l'abitudine di credere che la parola di ogni Cavaliere, qualunque sia la sua appartenenza, abbia un valore. Come hai già detto, oggi sei qui solo per affari e non per un'alleanza: è comunque un bene per entrambi i popoli, e hai la mia parola che non mancheremo ai termini dell'accordo fatto. Ma la cosa più importante, è che non abbiamo interesse ad entrare in conflitto anche senza un sodalizio; esistono anche le sfumature di grigio, il bianco e il nero le considero uniche scelte solo verso gli alleati della Corruzione o verso le anime dannate.

    Quelle ultime parole erano riferite agli spettri di Hades: tuttavia c'era chi riusciva a oltrepassare anche quel limite, come aveva fatto Michèl... ma il Celebrante non conosceva altri individui capaci di fare altrettanto.

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    NOME - Siegfried
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    CASTA - God Warriors di Odino
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    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - Niente di che, solo salotto :zizi:

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    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Gabriel annuì. Concordava con Siegfried, fino a quel momento non aveva mai avuto nessun motivo per mostrare ostilità ai cavalieri di Asgard, dopotutto vivevano in una zona e in un modo completamente diverso rispetto al resto del mondo. Le possibilità di contatto tra loro e i Black Saint erano relativamente scarse e avvenivano solitamente in terreno neutro, escluse le visite accennate da Siegfried di cui non sapeva nulla. Si trattava di tempi più liberi, in cui per ottimizzare la gestione dell'isola Gabriel non aveva bisogno veramente di dare "ordini" agli altri cavalieri neri, come ora. Un po' di fermezza era necessaria per evitare anarchia e diffondersi di corruzione. Persino i paesi più tranquilli instauravano la legge marziale quando la sopravvivenza dei suoi abitanti era in pericolo.

    Concordo con il tuo punto di vista. Spectre e corrotti sono indiscutibilmente nemici di tutti, e verrà un giorno in cui tutti i guerrieri saranno in grado di tirare fuori la testa dalla sabbia e agire contro di essi in modo definitivo.

    Una frase di circostanza per rispondere a quella ovvietò. Non era quello il giorno. Per il momento tutte le caste erano troppo impegnate a sopravvivere e rimettersi in piedi dopo gli assalti alle loro roccaforti. Con la difficoltà nel reperire risorse ancora integre, ogni grammo di cibo e ogni chilo di metallo in più valevano - e costavano - vite umane. Quell'accordo con Asgard avrebbe veramente aiutato l'isola a nutrirsi e produrre materiale utile per gli stabilimenti e quant'altro. Per il momento la maggiorparte della popolazione viveva in prefabbricati raccolti in giro e si nutriva alla mensa comunale con razioni contate e buoni pasto. All'inizio la situazione aveva creato un bel po' di malcontento, abituati com'erano i normali umani ad una vita agiata, ma al momento attuale finalmente i civili avevano cominciato a collaborare e non vedere più con sospetto i cavalieri neri. Finalmente si stava creando un senso di appartenenza che Gabriel apprezzava. Lo avevano salutato quando era partito per questa spedizione, i bambini cercavano sempre di giocare con il drago o sua figlia Jeeza. Le donne avevano finalmente cominciato a rivolgere la parola a Estelle e Candice. E finalmente Gabriel avrebbe portato loro carne vera.

    Gabriel era diverso dagli altri black saint. O meglio, erano gli altri Black saint ad essere diversi da lui. Con l'eccezione di Benoit che apparteneva alla vecchia guardia come lui, tutti gli altri sono in modo diretto o indiretto opera sua. Dalle bestie nere attuali ai black saint minori. Era inevitabile vedere una traccia di Gabriel in ognuno di loro, ma ora Siegfried aveva davanti il prodotto genuino e non diluito. Aveva vissuto più a lungo di qualunque comune umano ancora in vita in quella città, aveva esplorato le vie e la filosofia di tre schieramenti diversi e la sua orribile capacità bellica veniva più dall'esperienza che dalla forza bruta. E la sua esperienza lo aveva lungimirante, oltre ad avergli insegnato una lezione fondamentale che aveva capito però solo molto tardi: combattere è solo uno dei tanti mezzi possibili per ottenere qualcosa. Ricorrere sempre alla violenza è la soluzione di chi si preoccupa di quello che pensano gli altri. È il preoccuparti di essere visto debole per aver cercato il dialogo a renderti debole, non il dialogo in sé. E come già detto, aveva vissuto troppo a lungo per interessarsi ancora di quello che pensavano gli altri di lui. Sarebbero diventati polvere molto prima che a lui si ingrigissero i capelli in ogni caso.


    Avrei un'altra richiesta, stavolta più un favore personale che parte dell'accordo. Diventare Nidhoggr mi ha reso parte effettiva della vostra mitologia e mi ha donato una grande quantità di conoscenza pregressa, su cui non sono in grado di fare completa chiarezza da solo. Conoscenza che proviene dai tempi in cui questa spada
    - sollevò leggermente Nidhoggr dal suo grembo - cadde in mano a Surti il nero. Per questo volevo chiederti di indirizzarmi da qualche sapiente capace di introdurmi alle antiche vie relle rune. Così potrò fare chiarezza alla mole di informazioni che mi ronza in testa. Se incapperò in qualcosa di importante o utile lo condividerò, ovviamente.


    Il filo di quella spada era pregno del sangue di una infinità di vite asgardiane, nei tempi del mito nordico il gigante di fuoco e chi dopo di lui si erano dati alla pazza gioia con quell'arma. Aveva un discreto bagaglio di anime nordiche dentro di lui a comporre il costrutto spirituale che era la sua anima attuale, ma molti dei loro ricordi erano così antichi e sbiaditi che non riusciva a trovarvi un senso completo, sopratutto per le differenze culturali. Le memorie sbiadite contenevano per lo più le informazioni marchiate nella mente di allora, perdendo ricordi più basilari come il senso in sé delle parole. Era come avere una infinità di libri che non sapeva tradurre in modo efficiente.

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    E finalmente eccola, una delle cose più importanti della conversazione: Gabriel era d'accordo con Siegfried, almeno per quanto concerneva la faccenda dei Corrotti e degli Specter, con questi ultimi che al momento non avevano certo priorità.

    Di per sè il Drago Nero era un leader vero e proprio, e forse i nuovi tempi avevano maturato in lui l'idea di gestire in modo differente i Cavalieri Neri rispetto al passato. Ripensando a quando Aleister si era presentato ad Asgard, c'era decisamente da restarne meravigliati: se all'epoca il Celebrante no avesse collaborato, molti innocenti avrebbero perso la vita per un motivo pressochè inutile. Stavolta era diverso: il motivo era importante e si era scelto di proseguire con la normale, e soprattutto SENSATA, diplomazia tra due capi entrambi guerrieri. In questo modo tutti sarebbero rimasti contenti, nessuno si sarebbe fatto male e due popoli ci avrebbero guadagnato. Ma l'uomo dai capelli rossi aveva ancora una cosa da chiedere, una cosa che per un attimo lasciò spiazzato il Cavaliere del Nord.

    Avrei un'altra richiesta, stavolta più un favore personale che parte dell'accordo. Diventare Nidhoggr mi ha reso parte effettiva della vostra mitologia e mi ha donato una grande quantità di conoscenza pregressa, su cui non sono in grado di fare completa chiarezza da solo. Conoscenza che proviene dai tempi in cui questa spada cadde in mano a Surti il nero. Per questo volevo chiederti di indirizzarmi da qualche sapiente capace di introdurmi alle antiche vie delle rune. Così potrò fare chiarezza alla mole di informazioni che mi ronza in testa. Se incapperò in qualcosa di importante o utile lo condividerò, ovviamente.

    Anche quella era una notizia interessante ed inaspettata. Gabriel aveva una potenziale conoscenza davvero enorme, ma non sapeva ancora come gestirla e aveva bisogno di una mano in questo, offrendo chiaramente la possibilità di condividere le informazioni. Forse Siegfried non aveva la certezza di poter tirarne fuori qualcosa di utile per Asgard, tuttavia... sì, l'istinto gli diceva di fidarsi anche stavolta. Solo che... a chi poteva rivolgersi?

    ...un sapiente, dici. Fammi riflettere un momento, non è una cosa semplice... immaginerai facilmente che il nostro popolo si è forgiato principalmente nel corpo e nelle arti della guerra piuttosto che nell'intelletto. Però...

    Alzò gli occhi verso la statua di Odino, cercando ispirazione. Valmhur era fuori discussione, in pochi minuti sarebbe stata capace di far scoppiare una guerra ed era un vero peccato, nessuno come quella spada possedeva conoscenze utili al caso. Dougar il bibliotecario? Era senza dubbio un asso nelle ricerche tra i tomi polverosi di Asgard, ma qui serviva qualcosa di più... utile. O meglio, qualcuno di più adatto allo scopo. E a quel punto rimaneva Urzla, ma non poteva essere certo di poter chiedere alla dragonessa un favore del genere; più che altro perchè, se non fosse stata d'accordo, nulla le avrebbe fatto cambiare idea.

    Un momento... sì, forse lei può fare al caso nostro. Colei che mi ha preceduto nel ruolo di reggente, lady Flarensia, potrebbe essere in grado di aiutarti in ciò che chiedi. Ti permetterò di incontrarla il prima possibile, ma ti chiedo solamente di usarle il massimo riguardo e cautela, dato il potere di cui disponi: è una donna molto anziana. Trovarsi di fronte Nidhoggr in persona potrebbe agitarla, e la sua salute per me è molto preziosa.

    Era di certo la persona più indicata, anche nel cogliere informazioni che potevano essere utili per Asgard ma che per Gabriel potevano essere trascurabili. E di certo non avrebbe avuto problemi ad indicargli la via giusta per raggiungere lo scopo. Si avvicinò alla piccola scrivania vicino al camino di pietra, prese un foglio di carta e vi scrisse rapidamente qualcosa al suo interno. Poi tirò una cordicella che sbucava dalla parete a ridosso della stessa scrivania, e pochi istanti dopo un soldato entrò da una porta secondaria, che si affrettò al cospetto dei due uomini per poi inginocchiarsi davanti a Siegried.

    Portalo a Lady Flarensia. Subito.

    L'uomo annuì e scomparve rapidamente come era comparso, poi il guerriero si rivolse al proprio ospite dopo aver atteso qualche attimo.

    Temo che dovrai comunque attendere un'oretta prima di poterla incontrare; lei vive qui nel castello, ma come immagini facilmente non riceve visite molto spesso. Nel biglietto ho solo accennato alla motivazione per cui è richiesto il suo intervento, ma lo scopo che vuoi raggiungere è meglio che sia tu stesso a spiegarlo; nel frattempo posso farti preparare una stanza per riposare, o semplicemente mostrarti il castello.

    Stava per aggiungere altro, ma la porta secondaria si aprì nuovamente. Il soldato ricomparve, leggermente affannato, con un nuovo biglietto che porse subito al Celebrante. Siegfried lo lesse, poi annuì.

    ...o forse no. A quanto pare Flarensia è disposta a riceverti subito. Permettimi di accompagnarti da lei.

    Quella donna era senza dubbio una sorpresa continua. Il soldato scomparve nuovamente, e fu Siegfried a fare strada fuori dalla sala del trono e per i corridoi del castello. Avrebbe rivisto volentieri una delle persone che aveva fatto di lui il Celebrante di Odino, ma quanto era scritto sul biglietto non lasciava dubbi: la donna avrebbe incontrato Gabriel da sola. Forse sarebbe riuscito comunque a salutarla, nonostante tutto.

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    RIASSUNTO AZIONI - Ecco qua, l'idea mi pare buona e usiamo anche un Png ufficiale :asd:

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    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    Nientemeno che la precedente celebrante di Odino, quale onore. Un pensiero che Gabriel tenne per sé. Stava già tirando troppo la corda, preferiva evitare di perdere completamente credibilità cominciando a parlare di onore e altro. Una cosa era essere civili ed educati, un'altra era andare troppo oltre e diventare melensi. Era da tanto tempo che non conversava con qualcuno sotto i suoi diretti ordini, era fuori esercizio.
    Il fatto che Lady Flarensia avesse accettato così rapidamente di incontrarlo fu una sorpresa. Si era aspettato qualcosa di più burocratico o almeno che si sarebbe fatta attendere, al punto da dover rimandare al giorno successivo. Preferì così, non contava di passare la notte in territorio straniero. Non avrebbe dormito in ogni caso, abituato com'era a fare cicli da trentasei ore, piuttosto che ventiquattro. Gli permetteva di fare più cose alla volta prima di dormire, che nonostante fosse importante era anche un tempo passato a NON fare cose produttive.

    Molto bene, incontrerò Lady Flarensia all'istante.
    - Disse Gabriel, alzandosi dal suo posto sul divanetto, che nonostante la sua presenza prolungata non si era minimamente scaldato. Il metallo delle black cloth, sopratutto una al livello della sua, era estremamente freddo al tatto di chi non porta nel suo cosmo il marchio dei signori oscuri. O del cosmo artificiale, in ogni caso. Afferrò il fodero di Nidhoggr con un sottile clack degli artigli del suo guanto e lo assicurò alla cintura. I fermagli schioccarono assieme al suo primo passo mentre seguiva quasi distrattamente il celebrante di Odino, perdendosi nei dettagli architettonici dei corridoi del castello. Tutto molto semplice e funzionale, mantenuto bene rispetto a molte delle zone del Wailing castle, lasciato all'incuria per millenni e danneggiato ulteriormente dal cataclisma. C'erano sì molte stanze abitabili, ma interi locali erano collassati sotto il proprio peso. Tutto sommato non gli sarebbe dispiaciuto vivere in un posto del genere, posto che sarebbero riusciti a riscaldarlo a dovere. Al pensiero di se stesso guerriero asgardiano Gabriel dovette trattenere una silenziosa risatina. Scala dopo scala seguì Siegfried sempre più a fondo nel castello, vedendo quadri di uomini in armatura dal portamento regale, o scene di battaglia. Un quadro in particolare lo riconobbe, era una versione romanzata della battaglia del Vigrid, con i gitanti e numerosi guerrieri vichingi che brandivano le loro armi. La realtà dei fatti fu purtroppo meno romantica e più un massacro orribile. Per gli altri.
    Col senno di poi la sua battaglia contro di Surti il nero fu esilarante.
    Fu condotto ad una porta di legno massiccio. Dati i suoi saluti a Siegfried bussò un paio di volte prima di ricevere il permesso di entrare.

    La stanza era riccamente illuminata da torce. Le pupille di Gabriel si strinsero immediatamente in risposta all'offesa luminosa, abituandosi fin troppo lentamente per i suoi gusti. Questi umani e la loro ossessione con la luce, come se avessero paura di ciò che si annida negli angoli, sotto il letto...no, ripensandoci avevano PIENAMENTE ragione a temere il buio, e a tenere libera la via per chi davvero sapeva osare e andare oltre.
    Il colloquio con Flarensia fu lungo e intenso. Inizialmente l'anziana signora era giustamente reticente a condividere informazioni con il cavaliere nero, ma quando Gabriel cominciò a disegnare su un foglio le forme che vedeva nelle proprie memorie si sciolse, più per puro amore della conoscenza piuttosto che per qualche gentilezza nei suoi riguardi. Parlarono molto, bevvero vino. Gabriel imparò i nomi delle rune e il loro significato, mentre numerose anime dentro di lui lavoravano in parallelo cominciando a decifrare parecchie cose.
    Cose basiche, piccoli rituali di buon auspicio, leggere le viscere degli animali per prevedere il raccolto...ma anche cose nere, cose oscure, che per un motivo o nell'altro si sono trovate nel cammino di Surti il nero e della sua lama. Incaricò uno dei suoi darkling di sorridere dentro la sua anima, mentre all'esterno annuiva e seguiva l'indice ossuto di lady Flarensia sulla pergamena che aveva appena srotolato sul grande tappeto della stanza.
    Tre parole di un poema epico coincidevano con quelle di un passaggio di un rituale necromantico. Molte, tante cose cominciavano ad avere senso, e Gabriel contribuì alla sua parte dell'accordo condividendo con Lady Flarensia le conoscenze più innocue. Fatti di cronaca, battaglie, rituali per comunicare con gli spiriti antichi: tutte cose che erano di Asgard ed era solo giusto che tornassero ad essa, per aiutarla a prosperare. Dopotutto il benessere di Asgard ora rientrava nei suoi interessi, quindi mentre ciò che si poteva considerare "malvagio" venne taciuto, tutto ciò che poteva essere di interesse o beneficio per i cavalieri del nord venne detto. Ad un certo punto evocò dalle ombre direttamente uno degli sciamani che possedeva, dato che ne riconobbe il nome in uno degli scritti in mano a Flarensia. Parlarono a lungo con la sua evanescente figura d'ombra.
    L'incontro si concluse a notte molto fonda, e quanto Gabriel si chiuse la porta alle spalle il castello era dormiente e silenzioso, così come lo erano le fredde ombre del nord. Davanti alla porta trovò un garzone addormentato con le spalle contro il muro davanti ad essa. Probabilmente era lì ad attenderlo. Con un leggero colpo di piede lo svegliò e si fece accompagnare all'alloggio che gli era stato preparato per l'occasione. Tuttavia non dormì, preferendo rimanere seduto sullo scranno davanti al caminetto acceso, gettandovi un ciocco di legno di tanto in tanto. Fumò la sua pipa e rifletté a lungo su quanto aveva imparato quella notte, attendendo che l'alba facesse capolino dalla sua finestra.

    La mattina successiva Gabriel e Siegfried si incontrarono nuovamente al cancello di ingresso della città. La sua assenza era ormai prolungata e tutto ciò che c'era da dire era stato detto. Rimanere oltre sarebbe stato approfittare dell'ospitalità degli Asgardiani.
    Tese la mano guantata al celebrante.

    È stato un piacere fare affari con te, Siegfried. Non vedo l'ora di mostrarti i frutti della nostra collaborazione e il bene che tutto ciò porterà ai nostri rispettivi popoli.

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    I due si erano spostati in uno dei piani superiori rispetto alla sala del trono. Siegfried non potè fare a meno di chiedersi se Flarensia avesse previsto la venuta di Gabriel ad Asgard, o lo scopo secondario della sua visita. Secondario, già, perchè di ufficiale c'era la richiesta dell'intesa commerciale e "archeologica". Ma era davvero l'intesa tra i due popoli che stava maggiormente a cuore al Cavaliere Nero? O era piuttosto la ricerca del significato di ciò che si celava all'interno di quei sogni, o di quelle sue conoscenze dettate dall'essere la reincarnazione di Nidhoggr?

    Scosse la testa impercettibilmente, mentre il suo ospite osservava un arazzo antico che raccontava a suo modo come si sarebbe svolta la battaglia nel Vigrid: qualcosa di abbastanza lontano dalla realtà. La verità era che Gabriel aveva bisonog di risposte e dissipare i veli di nebbia dentro il suo essere come qualsiasi altro uomo, anche se per lui le cose potevano essere più complesse data la sua natura. Poteva essere una persona opportunista e che badava al proprio interesse, ma non era deliberatamente malvagio... anche se non era il caso di farlo arrabbiare senza motivo.

    Quando i due giunserò di fronte alla saletta dove la donna avrebbe ricevuto il proprio ospite, il Celebrante bussò delicatamente alla porta che si aprì spontaneamente. Il suo sguardo incontrò quello di Flarensia, per indugiarvi solo un istante. Poi si inchinò e si fece da parte, per far entrare Gabriel. Gli occhi di lei erano limpidi, e lasciavano trasparire il messaggio che non era quello il momento dei convenevoli. La porta si chiuse, e Siegfried rimase a riflettere sull'uomo dai capelli rossi. Si voltò e tornò alla sala del trono, inviando a far da sentinella il primo soldato che gli capitò a tiro e dandogli direttive precise per quando il capo dei Cavalieri Neri avesse terminato il proprio incontro con la consigliera. Stancamente, si sedette sul torno, lo sguardo fisso su Valmhur. Lì, attese il tramonto.

    Guardò il sole che tramontava, l'Orsa Maggiore splendere in cielo, le stelle e la luna percorrere la propria via nell'infinito. Un paio d'ore prima dell'alba, una guardia si inoltrò cautamente nella sala per porgergli un biglietto che recava il marchio di Flarensia... la donna aveva evidentemente voluto condividere quasi subito le cose più importanti, ma adesso era necessario che lei riposasse. Le avrebbe parlato il giorno seguente, ma quanto aveva potuto leggere dal resoconto rispecchiava perfettamente l'idea che si era fatto.

    Infine arrivò l'alba, un nuovo giorno che si apprestava a far dimenticare quello precedente. Il Celebrante si avviò a piedi fino ai grandi cancelli dell'ingresso di Asgard: gli piaceva inspirare la fredda aria del mattino, gli concedeva la possibilità di ravvivare la fiducia nelle sue possibilità di eliminare la corruzione da Asgard. Sapeva che non era il solo a combattere, dentro e fuori il regno del Nord: e per questo era certo che alla fine l'umanità sarebbe sopravvissuta anche stavolta; se poi fosse riuscito anche a mettere le mani addosso a Dragmor, tanto meglio.

    L'ufficiale di guardia al cancello si mise sugli attenti al suo arrivo, mentre le sentinelle non si mossero. Ad un cenno di Siegfried tutto tornò come prima, evidentemente non vi era nulla da segnalare. Il portale si aprì per farlo passare, per poi richiudersi alle sue spalle dopo il passaggio di una seconda figura, ammantata di nero. Entrambi guardarono il territorio che gli si stendeva di fronte, poi l'uomo gli porse una mano guantata.

    È stato un piacere fare affari con te, Siegfried. Non vedo l'ora di mostrarti i frutti della nostra collaborazione e il bene che tutto ciò porterà ai nostri rispettivi popoli.

    L'Asgardiano gli strinse l'avambraccio porgendo il suo alla mano del Cavaliere Nero, come si usava tra Cavalieri del Nord, guardandolo negli occhi.

    Attenderò tue notizie, e presto ne avrai di mie per quanto riguarda le reliquie del tuo popolo. Ho già disposto una mappatura del territorio sicuro per individuare possibili obiettivi da esplorare, sperando di trovare qualcosa di rilevante per noi e per voi. So già che il colloquio con Flarensia ha portato buoni frutti, ma permettimi di dirti solo una cosa. Prendilo come un consiglio, o come un suggerimento di qualcuno che ha avuto a che fare con i segreti di Asgard per molte più volte di quanto non avesse desiderato.

    Soppesò le parole. Il suo voleva realmente essere un consiglio da amico, anche se non era considerato tale dall'altro.

    Tutto ciò che hai appreso e che hai ritenuto di non condividere... non far sì che vada perduto. Magari un domani, magari tra mille anni, ciò che tu hai scoperto stanotte potrebbe essere di aiuto a coloro che saranno al nostro posto.

    Riteneva che Gabriel fosse troppo intelligente per comportarsi diversamente, ma chi acquisisce una conoscenza ne diventa automaticamente suo custode. E magari in quelle sue memorie acquisite poteva esserci qualcosa utile contro la Corruzione.

    La stretta tra i due si allentò, poi l'altro si mosse e andò via esattamente come era venuto: in forma di drago. Forse quel giorno Asgard non aveva trovato un nuovo alleato, ma Siegfried, mentre osservava il grande rettile alato allontanarsi tra le nubi, sentiva che il suo cammino e quello di Gabriel si sarebbero incrociati ancora. Magari sullo stesso lato di un campo di battaglia, e contro la Corruzione.

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    RIASSUNTO AZIONI - Good, per me è finita. Scusa se mi sono permesso di descrivere il tuo decollo :asd:

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    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

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    TECNICHE




     
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