[Trama] La Via del Dolore

Quest per Pandora e Modrock

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    "Non c'è in natura una passione più diabolicamente impaziente di quella di colui che, tremando sull'orlo di un precipizio, medita di gettarvisi."
    (Edgar Alla Poe, Il Genio della Perversione)





    Modrock
    Fai fatica a svegliarti, il viaggio da Creta è stato lungo.
    Tuo padre non ha voluto fornirti mezzi di trasporto troppo complessi, la tua missione deve destare il minor sospetto possibile.
    Per tale ragione hai percorso le normali vie dei mortali.
    Quando finalmente ti riprendi noti Pandora accanto a te.
    E' lei che devi scortare da Minosse, lei e quel misterioso vaso.
    E' lei che così gentilmente ti ha invitato a riposarti.
    Dopo di lei poggi il tuo sguardo sulla tua possente ascia, posta poco distante da te.
    Sei il Campione di Creta, orgoglio di tuo padre Minosse e dei suoi due fratelli, Eaco e Radamante.
    Non fallirai e la tua ascia conoscerà il sapore del sangue di chiunque oserà ostacolarti.
    Ade in persona ha ordinato a Minosse di condurre Pandora al sicuro, non sarai certo tu a deludere il vostro signore.
    Creta è sempre stata indipendente e più interessata allo studio dell'alchimia del corpo e dell'anima piuttosto che allo studio intenso delle tecnologie dei Titani che ossessionava gli Atlantidei o la ricerca di una scienza alternativa con l'ausilio dell'alchimia, sogno dei Lemuriani.
    No, voi siete ben più interessati alla trasmutazione del corpo e dell'anima.
    Così la famiglia regnante era riuscita a vivere centinaia d'anni e ad esser ritenuta a buon ragione divina.
    Tu sei l'erede di tale famiglia.
    Appena Pandora sarà pronta partirete e la proteggerai a costo della tua vita.

    Pandora
    Sei felice dell'arrivo di Modrock, nessuno ti trattava con tale rispetto da tempo.
    Erano secoli che si era conclusa la Titanomachia.
    I riottosi erano stati confinati in una terra a nord, mentre Oceano regnava sui restanti titani ed Atlante governava la più grande città di umani del Mondo.
    Tuttavia Zeus ogni giorno sprofondava di più nel sospetto.
    Tradì il trattato di pace e fece catturare gli ultimi Titani liberi, compreso tuo marito Epimeteo, custode del Vaso, in cui i Titani avevano vincolato i più pericolosi spiriti maligni che avevano influenza sulla terra.
    "Qualsiasi cosa succeda non aprirlo, contiene orrori senza nome. Può essere un'arma terrificante nelle mani sbagliate. Non aprirlo mai."

    Queste le sue parole mentre attendeva che venissero a prenderlo.
    Non fece resistenza per evitare ritorsioni su di te.
    Tuttavia sapevi che Zeus avrebbe mandato qualcuno a prenderti, non poteva permettere che nessun membro della stirpe dei Titani potesse muoversi liberamente.

    Uno dei fratelli di Zeus, Ade, ti aveva offerto ospitalità.
    L'invito fu inaspettato ma conoscevi Ade e sapevi che era diverso sia da Zeus che da Poseidone.
    Era sì un guerriero, ma era uno studioso dei segreti degli Dei Antichi e più volte ti aveva chiesto informazioni sull'urna e sulla sua storia, condividendo con te le sue scoperte.
    Anche tu hai sempre prediletto la ricerca e lo studio, indagando varie applicazioni della tecnologia dei Titani, unendola ad arti ben più antiche.

    Forse sotto la sua protezione saresti stata più al sicuro





    BOOM :zizi:
    Eccoci nel passato (?).
    Quello che è successo nella Mael vi sembra di ricordarlo come una sorta di sogno incomprensibile, quello che per voi - attualmente - la realtà è quella che vivete in questo momento.
    E' come se le sensazioni che vivete prima del "cambio" d'area permangano ma cambiano gli elementi scatenanti.
    Ad esempio la spossatezza di Modrock da "causata dalla battaglia e dalla morte" diventa "causata dal lungo viaggio in incognito", la tristezza di Pandora per gli avvenimenti da "causata dagli eventi della Mael" diventa "causata dal tradimento di Zeus" etc... etc...

    Questo primo post è descrittivo, agite liberamente nell'ordine che preferite.
    Se avete domande scrivetemi pure, buon divertimento :deathmetal:


     
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    La via del dolore
    Atto I



    «Dove sono … »

    Aveva fatto un sogno, un incubo, dove strani mostri avevano invaso un mondo sconosciuto e lui aveva combattuto al fianco di una donna dai capelli scuri. Gli sembrava di aver impugnato la sua arma per giorni tanto era stanco; sentiva le sue membra doloranti, i muscoli tesi e una reale difficoltà a rimettersi in piedi. Non si ricordava un solo giorno in cui si fosse sentito così spossato e non riusciva a portare alla mente il motivo o il luogo dove si trovasse. Era tutto così confuso. Girò il volto alla sua sinistra e vide lei, Pandora. Ora ricordava ogni cosa. Il viaggio era stato lungo, difficile senza l’aiuto di suo padre, nascosti dalla gente comune, lontano dalle strade più semplici e sempre all’erta. Le vie mortali erano stancanti, molto più di quanto non ricordasse. Suo padre si era raccomandato più volte di non attirare l’attenzione, che la loro missione era segreta e nessuno avrebbe dovuto scoprire il loro percorso. Per quello avevano scalato e camminato, nuotato e affrontato la tempesta. E Pandora gli aveva consigliato di riposarsi prima di riprendere il cammino perché era conscia di quanto sarebbe stato arduo continuare. Era stata gentile e lui aveva trovato molto facile fidarsi di lei e accogliere il suo consiglio.
    Allungò la mano e sentì il manico della sua ascia. Nel suo sogno non la impugnava, muoveva la mano come se fosse essa stessa una lama. Strinse le dita intorno ad esso, con la copertura in cuoio e il pesante blocco di ferro che aveva difficoltà a tagliare ma era abbastanza robusto da spaccare in due qualsiasi cosa si trovasse davanti. Gli uomini non avevano nessun modo per resistere ad un colpo ben assestato con la sua arma preferita. Ricordava quanti avevano provato a bloccare i suoi fendenti con uno scudo mandandolo in frantumi al primo colpo, o chi credeva di poter evitare ogni colpo muovendosi agilmente intorno a lui senza capire che ogni suo movimento era forte e veloce, molto più di quanto sospettassero i suoi nemici. Finivano tutti nello stesso modo: squarciati, ossa spaccate e il loro sangue sparso ovunque. Era diventato un idolo, il figlio prediletto di tutta la sua famiglia, da Minosse, ai suoi fratelli.

    «Come vi sentite? State bene?»

    Chiese alla donna. Non aveva idea del perché Minosse gli avesse chiesto di essere così discreto, né del motivo per cui la donna fosse così importante per il loro Signore, Ade. Si erano appena conosciuti eppure sentiva una sorta di legame con lei, qualcosa che lo fece diventare molto più piacevole di quanto non fosse normalmente. Era colpa anche di quel sogno in cui l’aveva vista al suo fianco in una battaglia mortale, ne era certo perché non l’aveva mai vista in tutta la sua vita. Ogni volta che guardava il suo viso sentiva una sensazione di calore, l’affetto di una persona di famiglia, ma non riusciva a spiegare il motivo di questi sentimenti. E spesso si trovava a fissarla perso nei suoi pensieri, alla ricerca della verità che ormai sembrava così lontana ma lui non era come suo padre, era molto più stupido. Era un guerriero incredibile ma quando si doveva parlare di alchimia, di esperimenti, di scienza … lì mostrava ogni suo limite. Non aveva lo stesso ingegno della sua famiglia, era lontanissimo dal comprendere tutto ciò che ruotava intorno alla loro esistenza e spesso ciò che per molti era semplice, lui lo trovava così contorto che perdeva la pazienza nel giro di pochi minuti. L’unica cosa che sapeva era che provava un profondo, quanto inspiegabile, rispetto nei confronti di Pandora.
    Durante il viaggio ricordava che lei gli avesse teso una mano in un momento in cui aveva bisogno di aiuto. Si era fermato a pensare, immobile mentre rivedeva quel gesto nella sua memoria, come se in un sogno l’avesse vista tendergli la stessa mano ma per un altro motivo. Uno di quei ricordi sfuocati, quando vedi i capelli della persona, ma non il viso, quando noti il gesto ma non comprendi la ragione di tale atto. Un sogno così confuso e difficile da interpretare, e non era neanche sicuro che fosse lei. Forse era la sua mente che aveva sostituito la persona del sogno con l’immagine di quella donna e gli stava tirando un brutto scherzo lasciandolo nel dubbio per tutto il tempo del viaggio. In ogni caso, nulla le sarebbe accaduto, esattamente come aveva detto suo padre e, come ospite così importante, aveva deciso di trattarla con il massimo rispetto. Non appena si sarebbe sentita pronta si sarebbero mossi verso la meta ma le avrebbe lasciato tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno.
    Intanto cercò con lo sguardo quello strano vaso che avrebbero dovuto portare a Minosse. Ancora più domande. Cos’era? Cosa conteneva? Perché era così importante per Ade e per suo padre? Ognuno di questi quesiti necessitava di un ampio studio che il suo cervello non era in grado di reggere al momento. Doveva concentrarsi solo sulla sua missione e garantire un viaggio sicuro a Pandora e al misterioso contenitore. Avrebbe chiesto a suo padre cosa ci fosse contenuto di così importante da mandare lui a proteggerlo. Magari avrebbe imparato qualcosa di nuovo.

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    Riassunto Azioni: ♦ Mi sveglio, non capisco dove sono sino a che non vedo Pandora e pian piano tutto torna. Ho diverse domande nella mente ma non riesco a dargli una risposta. Sono troppo stupido.

    Abilità: ♦ I pugni nelle mani, Resistenza straordinaria, Grand Axe

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    Le sembrò di essersi distratta per un attimo lungo un secolo e di essersi svegliata solo in quel momento. Stava provando una strana sensazione, che ben presto però si scrollò di dosso guardando Modrock accanto a lei. In un momento ritornò in lei quella sensazione di inquietudine e nostalgia che l'accompagnava ormai da molto tempo, almeno da quando suo marito, Epimeteo, era stato catturato. Non sapeva dare un nome a quel sentimento tuttavia, poiché negli ultimi tempi il rapporto col suo consorte si era indebolito, soprattutto a causa della paura e dei conflitti che lo vedevano coinvolto. Lei aveva annegato i suoi sentimenti nello studio di materie arcane e in poco tempo si era ritrovata immersa in un mondo che l'attirava sempre più a sé.

    ...Sacrificare qualcosa del medesimo valore...


    Si ritrovò a mormorare sottovoce. Si rese presto conto che doveva sembrare bizzarra, così assorta nei suoi pensieri, ed invero era molto che non entrava in contatto con altre persone.

    Oh. Perdonatemi. Sto bene, piuttosto voi? Vi siete riposato a sufficienza?

    Pandora rimase un po' assorta nei suoi pensieri. Pensò che doveva lasciare la sua casa, quella in cui aveva vissuto anni felici con Epimeteo, e chissà se sarebbe mai tornata. Allo stesso tempo però pensò a quanto Lord Hades sarebbe stato in grado di aprirle la mente sui suoi studi che per lei erano diventati come una droga: voleva sempre saperne di più.
    E il vaso...Il vaso. Di certo non lo avrebbe aperto, ma forse Hades sarebbe stato in grado di rivelargli qualcosa in più sul suo contenuto.

    Porto giusto alcuni volumi con me. E il vaso. Viaggeremo leggeri.


    Pandora sorrise, sfiorando il braccio di Modrock. Era molto che non si sentiva così. Al sicuro, protetta come se fosse qualcosa di prezioso. Aveva lasciato da parte la sua individualità dopo il suo matrimonio eppure in un certo senso era come se in quel momento la stesse ritrovando.
     
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    Modrock
    Pandora è pronta, devi organizzare il viaggio verso una zona portuale.
    La zona in cui vi trovate è circondata da numerose colline e boschi, hai a disposizione un carro trainato da due cavalli da traino in cui portare il vaso e la tua protetta.
    Potresti prendere la via più veloce, ma potrebbe essere anche la più accidentata e difficile da percorrere per il carro.
    Devi decidere in fretta, dovete partire prima che il giorno volga al termine.

    Pandora
    Stare vicina al vaso di da una strana sensazione.
    Da un lato percepisci qualcosa che ti respinge, dall'altro qualcosa dentro di te alimenta la tua curiosità, in modo quasi febbrile.
    La tua conoscenza ti fa comprendere che non si tratta di qualcosa di normale, che entrambe le sensazioni non provengono da te.
    Era da molto che non provavi più quella sensazione, quell'irrefrenabile desiderio di aprire il vaso per indagarne i misteri.
    Avevi raccolto ossessivamente molte forme di conoscenza e molti segreti, come guidata da uno zelo mistico.
    Avevi indagato le stelle ed i loro segreti in quanto orme del creato, custodi del destino di ogni cosa.
    Eppure quel vaso, che ben sapevi essere fonte di estrema rovina, sapeva suscitare un desiderio ben più intenso.
    Ciò non era normale e quasi ti spaventava.
    Che fosse il tuo Destino che ti chiamava?





    Eccoci :zizi:
    Modrock deve pianificare il percorso.
    Descrivi liberamente la tua scelta ed il suo motivo. Hai piena libertà nel descrivere il percorso e le terre circostanti. Termina quando è qualche ora che siete partiti.

    Pandora può descrivere azioni prima e durante il viaggio.
    Si trova ad avere queste strane sensazioni e deve gestirle.
    Nel caso tu voglia toccare, aprire, o semplicemente cercare di interagire con il Vaso o con quella misteriosa volontà che ti spinge ad aprirlo fai pure, lascia incerto l'esito.

    Come sempre se avete domande fatemi sapere :deathmetal:


     
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    La via del dolore
    Atto II



    Era strano sentire la mano della donna sul proprio braccio. Una sensazione di nostalgia attraversò la sua mente, un’idea che allontanò subito dopo in favore di pensieri più idonei alla sua situazione. Aveva un piano da ideare e molte scelte da compiere.
    Conosceva quelle terre come nessun altro e aveva studiato ogni singolo sentiero che avrebbero potuto seguire sino ad uno dei diversi porti. Aveva anche una mappa ben dettagliata che aveva preparato per l’occasione, con tutta una serie di appunti che aveva preso prima di cominciare la missione. C’erano tre vie che avrebbe voluto seguire e che gli ispiravano fiducia.
    La prima, che attraversava la foresta, era la più veloce e impervia. Allo stesso tempo, il sentiero era molto nascosto e avrebbe potuto passare inosservato. Allo stesso tempo, aveva paura che qualcuno potesse trovarlo e intrappolarlo lontano da qualsiasi forma di civiltà, annullando tutti i suoi vantaggi e trasformando la foresta nella loro tomba. Inoltre la strada era inesistente a parte un sentiero in terra battuta poco adatto al carro e questo avrebbe potuto creare qualche problema se la ruota si fosse rotta in uno dei tanti fossi.
    La seconda era seguire la strada maestra, perfetta per il carro, sino al porto più grande. L’idea era di nascondere il vaso in piena vista, comportandosi come un mercante comune e mimetizzandosi tra le tante carovane che avrebbero attraversato la regione per raggiungere le navi. Era più lunga delle altre, però garantiva una grande sicurezza, oltre ad una moltitudine di occhi che lo avrebbero protetto da imboscate improvvise. Però non era sicuro che chiunque avesse voluto rapire la persona che stava proteggendo, o rubare il vaso misterioso, avesse necessità di colpirli lontano da occhi indiscreti. Se il loro nemico non avesse badato a questi particolari, tutta la sua strategia sarebbe andata in malora.
    Rimaneva la terza via. Si trattava di seguire la strada maestra, tagliare attraverso un piccolo passo tra le colline in cui c’era un sentiero percorribile con il carro, e raggiungere il porto superando un boschetto. Ci sarebbe stato solo l’ultimo tratto difficile con il carro e avrebbe unito le prime due idee. Questo percorso gli piaceva molto, era abbastanza veloce, ma non troppo, e abbastanza discreto senza rischiare troppo le ruote del carro. Controllò più volte la mappa e continuò a pensare che quello fosse il percorso ideale. Secondo le sue stime, c’erano anche un paio di piccoli villaggi che gli avrebbero permesso di concedersi una pausa e un riparo in caso di un cambiamento climatico significativo.

    «Sì, passeremo di qua …»

    Aveva deciso il percorso e la partenza avvenne subito. Non c’era bisogno di attendere altro. Sistemò per bene il vaso, il più nascosto possibile dall’occhio indiscreto dei passanti, utilizzando un telo e un paio di casse per tenerlo bloccato. Aveva una strana sensazione ogni volta che passava vicino ad esso, come se potesse portare guai da un momento all’altro. Era davvero così importante da scomodare un guerriero come lui per trasportarlo sino a suo padre?
    Prese tutto il necessario, si mise un mantello pesante e fece accomodare la donna sul carro, così da poter prendere la strada verso il porto. Ancora una volta la sua mente tornò a quel sogno che aveva fatto, così come a quella sensazione di nostalgia quando la donna aveva sfiorato il suo braccio. Era la prima volta che sentiva qualcosa del genere, un brivido che aveva percorso la sua schiena. A volte non riusciva neanche a comprendere quel tipo di emozioni, lui che era abituato ad affondare la sua enorme ascia nel cranio dei suoi avversari, che aveva ricevuto più fendenti che carezze. La violenza era così … normale nella sua vita che aveva dimenticato il calore dell’amore di sua madre e di suo padre. E durante il viaggio non pensò che a questo, a quello che sembrava aver dimenticato del tutto, finendo per diventare ancora più taciturno e chiuso in se stesso … anche se era sempre vigile, pronto a reagire al minimo bisogno. Per quanto si chiudesse nel suo mondo, la missione era la sua priorità e nulla gli avrebbe permesso di sbagliare e la sua ascia era pronta a fare il suo dovere.


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    Riassunto Azioni: ♦ Decido un percorso rapido ma non troppo, sicuro e nascosto. Allo stesso tempo rimango molto pensieroso, ho molte cose a cui riflettere

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    Modrock era una persona forte ed astuta. Pandora si sentì, viaggiando con lui, stranamente al sicuro; così tanto che la sua mente cominciò a vagare sulla natura del vaso. Ne era rimasta ipnotizzata, come se da quel momento in poi non fosse più riuscita a pensare a nulla di diverso da esso. E fu così che lentamente sprofondò in una condizione simile alla dormiveglia, tuttavia molto diversa; era ben sveglia e cosciente, ma i suoi pensieri avevano come preso vita propria e avevano cominciato ad accarezzare concretamente l'ipotesi di aprire il vaso sebbene il suo giudizio era fermo sulla parola data al marito ormai distante.

    In fondo, cosa sarebbe mai successo se avesse dato solo una minuscola occhiata?

    No!

    Si scrollò quei pensieri di dosso. Come aveva potuto? Razionalmente sapeva che se quell'oggetto fosse stato un simulacro di qualche natura arcana, e con molta probabilità lo era, non sarebbe stata in grado di controllare nulla che fosse al suo interno. O sì?
    In breve i suoi pensieri ebbero nuovamente la meglio. Cominciò ad aprire alcune delle sue pergamene, cercando febbrilmente formule che potessero esserle d'aiuto mentre il vaso, in un certo senso...

    ...Sussurrava.

    Ma no, le disse di nuovo il raziocinio. Non poteva mettere in pericolo Modrock, e come minimo avrebbe dovuto aspettare di trovarsi al cospetto di Lord Hades, che gli aveva così gentilmente offerto ospitalità, per domandare della natura del vaso: lui sicuramente avrebbe saputo cosa fare.

    Solo un'occhiata...

    Neanche un sonoro sobbalzo del carro stavolta riuscì a distoglierla da quell'unico pensiero fisso.
    Ormai fissava il vaso come se fosse l'unico oggetto dei suoi desideri.
    Avrebbe aspettato la notte. Avrebbe aspettato che Modrock fosse addormentato o distratto per soddisfare quell'ardente curiosità che si era impadronita di lei in maniera così feroce.


    mea culpissima.
     
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    Modrock
    Il viaggio è relativamente tranquillo, sebbene la presenza del vaso ti inquieti.
    Conoscevi le arti di cui tuo padre era maestro, così come le creature che il suo dio governava, ma quell'oggetto emanava qualcosa di profondamente innaturale.
    Non era semplicemente qualcosa di malvagio, o di oscuro, era qualcosa che non doveva esistere, che la realtà stessa respingeva come un corpo fa con un veleno.
    Eppure quell'inquietudine aveva un ché di attraente.
    La delicatezza della missione ti aiuta a concentrarti... ed anche quell'ombra.
    Ti è sembrato di scorgere un ombra seguirvi lungo l'ultimo tratto.
    Un occhio non allenato poteva scambiarla per la sagoma degli alberi accarezzati dall'ultimo sole, ma tu no.
    Ora che la notte è calata sembra essere svanita, una goccia in un mare nero...

    Pandora
    Sebbene la compagnia della tua guardia del corpo sia piacevole il viaggio è lungo ed una sonnolenza estrema ti coglie.
    Quando chiudi gli occhi sogni di toccare il vaso, da cui iniziano ad uscire fiori ed acqua, trasformando presto ogni cosa che lo circonda in un paradiso... che viene subito turbato...

    Un inganno... posso darti una morte rapida e priva di sofferenze, sarebbe preferibile alle pene che ti attendono...

    E' una voce terribile, che come il ruggito di un leone in una caverna scuote quel sogno...

    Solo il dolore c'è al suo interno... fuggi...o se lo desideri posso donarti un eterno sonno ove potrai essere chi vuoi, lontano da ciò che ti aspetta.

    Quest'altra voce è armoniosa, né femminile, né maschile, un suono che ti accompagna l'anima per mano.
    Due figure indistinte adombrano quel panorama idilliaco.
    Non riesci a riconoscerne la natura, ne la forma, sembrano come due ferite nel cielo, due tagli in quel velo d'oro e d'argento che copre il tuo sonno...*







    Eccoci :zizi:
    Descrivete pure cosa fate e come interagite con ciò che vi si presenta.
    Per qualsiasi domanda non esitate a contattarmi.

    A voi :deathmetal:


     
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    Atto III



    Sembrava che tutto andasse secondo i piani. Il viaggio era tranquillo e ogni passo che facevano li portava più vicini alla loro meta e non vedeva l’ora di poter depositare da qualche parte quel vaso e starne lontano. Aveva visto così tante cose nel suo palazzo. Suo padre, Minosse, non era un sant’uomo e spesso e volentieri si lasciava trasportare da esperimenti molto più complessi, sull’uomo, sull’essenza dell’anima, tutte cose che lui non aveva mai compreso abbastanza bene da potergli dare una mano. Lui era diventato l’arma da usare, la via opposta a quella che aveva intrapreso il padre. E lo stesso era per il Dio che adorava, colui che domina la morte, colui che viene dall’oltretomba. C’erano tante cose che gli mettevano una sensazione di inquietudine quando sentiva la sua presenza, o anche la sua sola parola trasmessa da uno dei suoi seguaci. Anche loro avevano tutto tranne che uno spirito buono e gentile, e aveva imparato a vivere tra loro, motivo per cui ora non ne nutriva alcun timore.
    Ma quel vaso? Quello era tutta un’altra storia. Gli trasmetteva una sensazione strana, come se non facesse parte del naturale svolgersi degli eventi, come se avesse qualcosa di sbagliato. La sua innaturalezza gli faceva venire la pelle d’oca, poteva sentire quanto quell’essenza non era parte di questo mondo. Non doveva esistere. Eppure non era questo a spaventarlo più di ogni cosa ma quella sensazione magnetica che gli stava trasmettendo. Come ogni cosa “sbagliata” aveva una forte attrazione su di sé. Quel piacevole desiderio di avvicinarsi e toccarlo era quanto di più spaventoso avesse provato in vita sua e non aveva nessuna intenzione di dargli seguito. Era pericoloso e non doveva farsi tentare.

    «Uhm … la foresta ha occhi …»

    Sussurrò a se stesso. Guardò la ragazza e vide che era calato il buio per lei. Decise di non disturbarla e lasciarla riposare. Lui si concentrò su quell’ombra che aveva notato all’ultima curva e che forse pensava che fosse solo uno stupido bestione per non capire che era troppo vicino e si muoveva troppo velocemente per non accorgersi di lui. Aveva iniziato a controllarlo da qualche giro di ruota e stava cercando di capire chi fosse o cosa fosse, e c’era tanta differenza tra queste due cose. A breve sarebbe calata la notte e non avrebbe più visto dove sarebbe andato a finire. E non poteva fermarsi ora e cercare di dare un seguito a quella situazione, doveva trovare il punto adatto per potersi difendere meglio di quanto avrebbe potuto fare in mezzo alla foresta.
    La notte era calata e dell’ombra non c’era più traccia. Era ovvio, l’oscurità l’aveva inghiottita e non c’era niente che potesse fare per poterla individuare in un momento così propizio per lei. Decise di attendere, non aveva alcuna fretta, la cattiva consigliera di molti guerrieri come lui, poco lungimiranti. La pazienza era un’ottima consigliera e così la ascoltò. Tenne ogni senso in allarme, così che se qualcuno fosse uscito dalla foresta e avesse provato ad avvicinarsi al carro, o al vaso, l’avrebbe subito sentito e non avrebbe avuto alcuno scampo. La sua ascia era pronta per essere brandita contro chiunque si fosse intromesso nella sua missione. Lui le portava sempre a termine.
    Attese di trovare una radura più ampia, uno spazio aperto in cui l’ombra non si sarebbe potuta nascondere con tanta facilità, il tanto giusto da farla uscire dagli alberi e individuarla prima di essere in corpo a corpo. Gli bastava poco spazio, giusto quei cinque metri di diametro intorno per avere più possibilità di reagire contro qualunque minaccia che sarebbe piombata su di loro. E a quel punto avrebbe fermato il carro. Non aveva senso continuare. Tanto prima o poi sarebbe successo qualcosa, quindi tanto valeva risolvere la situazione il prima possibile.

    «Fatti vedere, è inutile che ti nascondi. Esci allo scoperto e risolviamo la situazione. A te scegliere se con le buone o con le cattive»


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    Riassunto Azioni: ♦ A parte cacarmi sotto dalla paura, mi fermo al primo spazio aperto per non essere circondato solo da alberi e avverto l’ombra che ci vedo meglio di quanto pensi.

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    Noti che Pandora è preda di un sonno profondo, innaturale. Percepisci che è in qualche modo legato al Vaso.

    "Eccomi, Asterione."

    Una voce maschile, rauca e profonda.
    Conosce il tuo nome, il nome che tuo padre ti diede, lo stesso del Re che accolse Minosse come figlio quando ormai il suo potere decadde a causa dei Titani.

    I suoi passi smuovono il suolo, ma ancora non lo vedi.
    Poi un lampo di fuoco ti abbaglia e a circa dieci metri da te compare il tuo avversario.
    ares_the_greek_god_of_war_by_saburbrony6-d5n38om

    "Zeus ha cambiato idea riguardo al vaso e alla donna, non andranno ad Ade... quindi cedi il passo, o incontra il destino di tua madre."

    Avevi già incontrato Ares, conoscevi la sua forza ma la tua non era da meno. Eracle era riuscito a sconfiggerlo ed anche tu eri un semidio.
    Inoltre il ricordo di tua madre fa avvampare un fuoco furioso nelle tue vene.

    Quando Zeus prese il sopravvento eliminando i Titani giunse a Creta. Minosse, Eaco e Radamante opposero resistenza, ma la guerra, guidata da Apollo e dai suoi Angeli, piegò il Regno di Creta.
    Nella battaglia perse la vita tua madre, trafitta da una freccia maledetta di Apollo.
    Quella freccia impediva a chiunque di rianimarla, persino ad Ade, a cui Minosse si era rivolto per protezione.
    Questo evento sconvolse tuo padre, che più di ogni cosa amava sua moglie, spingendolo alla resa.
    Zeus come ultima beffa decise di adottare Minosse, Eaco e Radamante e di concedergli di poter giudicare le anime dei defunti, sapendo che l'anima di Pasifae mai sarebbe giunta, eterna prigioniera del proprio corpo.
    Il suo simbolo, l'aquila, iniziò a campeggiare ovunque come un'ossessione, accanto a quello di tuo padre, un leone.

    Da quel giorno Minosse si dedicò anima e corpo alle arti occulte, mentre i suoi fratelli partirono per sviluppare la propria forza e la propria conoscenza, consci del fatto che prima o poi quella pace forzata sarebbe venuta meno.

    "Allora, Asterione?"

    Chiede ancora beffardo il Dio della Guerra.







    Eccoci :zizi:
    Tu sei energia divina, come Ares.
    Immagina l'energia divina come una classe a parte di potere, Ares ti supera di un po', ma hai possibilità. E' come se tu fossi viola e lui suprema. Siete veloci e forti uguali, il suo cosmo è più potente e la sua capacità di manipolare la realtà è maggiore.
    A te la scelta su come agire. Se lo attacchi consideralo come un combattimento, quindi condizionale etc...

    A voi :deathmetal:


     
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    Atto IV



    Aveva ragione, qualcuno lo stava seguendo. Ares si presentò chiamandolo con il suo vero nome, lo stesso che non utilizzava più granché. Strinse le dita sull’elsa dell’ascia e scese dal carro con un balzo lasciando la sua missione alle sue spalle.

    «E così Zeus ha deciso di mandare il più ignobile dei suoi guerrieri? Lo stesso che è stato sconfitto dal fratellino mezzosangue? Non deve interessare molto il contenuto del vaso a Zeus … »

    Decise di schernirlo ma già sapeva che sarebbe stata una dura battaglia. Ares era come lui, con un cosmo immenso ma era un dio a tutti gli effetti e il suo controllo era migliore. Era pericoloso ma allo stesso tempo sapeva di poter incrociare la lama con la sua con molta più sicurezza di tanti altri guerrieri che avrebbe potuto mandare suo padre. Non ci sarebbero stati trucchi, solo le loro armi e le loro abilità in combattimento e in quel campo aveva parecchie possibilità di farcela. Il fatto che Ares volesse il vaso, avrebbe rassicurato Modrock che non avrebbe osato distruggerlo e quindi, fintanto che la ragazza sarebbe rimasta sul carro, non avrebbe corso alcun pericolo.
    Ricordava ancora molto bene cosa era successo a sua madre. Lei era l’unica che l’aveva riempito d’amore, che gli aveva sempre dato tutto ciò di cui aveva bisogno: abbracci, baci, tenere carezze … nessun altro si era spinto a tanto con l’orribile minotauro. Suo padre, che gli assegnava sempre gli incarichi più delicati, forse lo rispettava ma non aveva mai provato amore per il suo figlio mostruoso. Era solo il suo miglior guerriero, indegno del suo amore di padre. Per quello il solo pensiero della morte della madre faceva ardere un fuoco rabbioso nel suo corpo.
    Zeus aveva deciso di insultare la sua famiglia un’altra volta, mandando ancora uno dei suoi figli a terminare il lavoro, come se non fossero degni della sua attenzione. La freccia di Apollo ferì sua madre tanto tempo prima e ora si aspettava forse che la lama di Ares avrebbe trafitto il suo corpo? Non sarebbe mai accaduto. Avrebbe preferito trasportare con sé il corpo senza vita del dio e offrirlo a suo padre come piccolo regalo assieme al vaso e alla strana ragazza che gli avevano chiesto di accompagnare. Ares non aveva idea, forse, di chi avesse di fronte e di quanto quell’occasione fosse ghiotta per soddisfare la fame di vendetta, l’odio e la sete di sangue del minotauro.

    «Se stai pensando che ti lascerò passare, Ares, ti sbagli. Non ho mai fallito e non succederà oggi. Preparati perché la mia ascia non vede l’ora di assaporare la tua carne divina …»

    E lui non vedeva l’ora di tagliare il suo corpo in due. Nel momento della battaglia usciva fuori tutto il suo spirito animale, quell’istinto che lo aveva guidato durante ogni suo scontro. Non aveva bisogno di fare grandi tattiche come altri guerrieri erano soliti fare. Lui sapeva che l’unica cosa di cui aveva bisogno era andare in linea retta contro il suo avversario e fargli assaggiare la potenza della sua ascia. Ares non avrebbe fatto eccezione anche se … una parte del suo spirito gli suggeriva di essere più prudente del solito e di non sottovalutare l’incredibile valore in battaglia del suo sfidante. Eracle lo aveva sconfitto, era vero, ma anche lui era un combattente eccezionale e non aveva nulla da invidiare al dio della guerra.
    Modrock pure era famoso per le sue abilità in combattimento. I suoi nemici cadevano straziati dalla sua arma ma non sarebbe successo così facilmente con un dio come Ares. Avrebbe dovuto giocare le sue carte migliori e dimostrargli perché era diventato così famoso, perché tutti temevano lo scontro quando lo incontravano.
    Strinse più forte le dita intorno all’elsa della sua ascia, si piegò sulle ginocchia e si preparò all’offensiva. Non era più il tempo delle parole. Fece un unico scatto dritto verso Ares, pronto a subire qualunque suo attacco pur di completare il suo, come un toro che si lancia contro il suo bersaglio travolgendo ogni cosa. Il terreno sotto i suoi piedi si crepò, impossibilitato a sopportare la pressione di tutta quella potenza. Un movimento unico, l’ascia che si abbassò sul suo avversario con tutta la potenza di cui disponeva. Il cosmo immesso nell’attacco avrebbe schiacciato qualsiasi cosa si fosse trovata di fronte. Un urlo bestiale squarciò il silenzio della foresta nella notte. Il combattimento era iniziato.

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    Riassunto Azioni: ♦ Poche parole e poi la battaglia. Mi lancio diretto contro Ares per spaccargli in due la testa con la mia ascia. Dritto per dritto con il Grand Axe Crasher!

    Abilità: ♦ I pugni nelle mani, Resistenza straordinaria, Grand Axe

    Tecniche:

    Grand Axe Crasher: Colpo di taglio con la mano, come se calasse la sua enorme ascia contro il nemico. Nel momento in cui cala il colpo, un taglio cosmico si propaga dalla sua mano, andando a schiacciare e spaccare qualunque cosa si trova nel suo cammino. Esso infatti non sembra avere un grande potere tagliente, bensì la pressione e la forza con cui viene scagliato porta a spaccare ciò che trova dinnanzi a sé.


     
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    Modrock

    L'impatto scuote gli alberi e fa imbizzarrire i cavalli che trainano il carro, senza tuttavia svegliare Pandora.
    Ares riesce a intercettare il tuo colpo con lo scudo e, dal cratere in cui siete finiti, emette una potente onda di energia cosmica che ha lo scopo di sbalzarti indietro, lasciandoti inerme al suo reale colpo: un raggio di energia rossastra che parte dalla punta della sua lancia, che ha il chiaro obiettivo di trafiggerti da parte a parte...







    Bon, fine pausa, ricominciamo :zizi:
    A te :deathmetal:


     
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    Atto V



    Maledetto scudo di Ares. Aveva qualche dubbio sull’effettiva possibilità di distruggerlo e combattere ad armi pari contro il Dio. Aveva una forza incredibile, pari alla sua, ma il suo cosmo … beh, non aveva paragoni. Il suo sangue umano era la causa di una simile “debolezza” di fronte ad un essere come Ares. Non aveva paura di affrontarlo ma doveva capire come oltrepassare quella possente difesa che rappresentava lo scudo. L’unico modo che aveva di vincere era organizzarsi, non lanciarsi in battaglia come aveva sempre fatto perché lui, negli altri scontri, era il predatore. Qui era la preda ed era la prima volta che si sentiva tale. Era bastato quell’impatto che aveva creato un cratere e aveva smosso ogni cosa intorno a loro, per capire in che situazione si trovasse.
    L’unica consolazione che aveva era che non era fisicamente più forte di lui. Doveva trovare un modo per portare lo scontro su quel piano, l’unico in cui aveva qualche chance di vincere. Il suo cosmo era troppo potente per poterlo contrastare. Se ne accorse quando il dio decise di scalzarlo via con una forte ondata. Era impossibile non rimanere investiti da quel potere e anche puntando i piedi, aggrappandosi in qualche modo al terreno, l’energia mostrò con chiara evidenza la differenza tra loro.

    «Maledizione!»

    Urlò il minotauro. Si sentì sbalzato indietro e non potè fare altro che difendersi dal successive attacco. Era chiaro come il sole che avrebbe tentato un affondo con la lancia. Controllò con esattezza il punto in cui avrebbe colpito e lo rafforzò con tutto il suo cosmo e la sua muscolatura. Era l’unico modo per salvarsi da un attacco diretto. Gli avrebbe fatto male, anzi, malissimo, ma almeno non sarebbe morto sul colpo. Partì il raggio rossastro dalla lancia, lo colpì in pieno e gli sembrò di essere colpito da potente pugno nello sterno, difeso dal suo cosmo e dalla sua pellaccia dura. L’area resistette e non venne perforato da parte a parte, ma almeno qualche lacerazione intera e un paio di costole rotte le aveva messe in conto.
    Il colpo fu talmente forte da sbalzarlo indietro, in mezzo alla foresta. Buttò giù qualche albero nella sua discesa e finì per lasciare un cratere dietro di sé. Non aveva idea di come avesse fatto a non svegliare Pandora ma quello era l’ultimo dei suoi pensieri. Si alzò in piedi e fece schioccare le ossa del collo e delle spalle. Camminò di nuovo fino alla radura. Ares gli avrebbe dato parecchio filo da torcere. E lui era considerato uno dei guerrieri migliori in tutta la terra.

    «Va bene. Mi hai fatto arrabbiare …»

    Sussurrò. Tossì e trovò alcune tracce di sangue sulla mano sinistra. Gli aveva fatto proprio male quel colpo diretto. Alzò lo sguardo sul suo avversario e prese un bel respiro. Sapeva già cosa fare. Strinse le dita della mano destra intorno all’elsa della sua ascia, gli occhi fissi sul suo obbiettivo.

    «Bene. È il momento …»

    Alzò l’ascia e lanciò un potente fendente in direzione di Ares. Tutta scena, era chiaro che non avrebbe mai attaccato in maniera diretta un nemico simile che poteva contare su di un cosmo superiore e una fortissima difesa, specie in confronto alla sua. Infatti il fendente andò ad abbattersi proprio di fronte al dio, creando un’enorme nube di polvere e detriti con lo scopo di bloccare la visuale ad Ares.
    Il suo obbiettivo però non era il dio e sperò in cuor suo che fosse abbastanza egocentrico da immaginarsi un attacco diretto alla sua persona. Invece il minotauro scattò con tutta la sua forza, alla velocità della luce, di fianco al dio, con l’intenzione di prendere con la mano sinistra il lato del suo scudo e tirarlo verso l’esterno. Una volta fatto questo, caricò il colpo con l’ascia, un potentissimo fendente che aveva come obbiettivo colpire l’interno dello scudo. Il dio, nella visione di Modrock, avrebbe avuto due possibilità. O mollare la presa sulla sua difesa, o perdere il braccio con cui la teneva alta. Sarebbe stato un inizio per mettere lo scontro su di un livello più consono al suo. Senza la possibilità di ripararsi dietro al suo scudo, sarebbe stato più difficile fermare i fendenti della sua ascia.

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    Riassunto Azioni: ♦ Mi faccio tanto male ma uso una tecnica difensiva per evitare di essere passato da parte a parte. Dopo lanciò un fendente per creare un bel polverone ma l’obbiettivo è quello di avvicinarmi, prendere il lato dello scudo e spostarlo tanto basta per attaccare l’interno dello scudo con l’ascia mirando al braccio che lo sta tenendo, con l’intenzione di fargli perdere lo scudo.

    Abilità: ♦ I pugni nelle mani, Resistenza straordinaria, Grand Axe

    Tecniche:

    Minotaur's Defense: Grazie alla sua pelle resistente, egli rinforzerà di cosmo il suo corpo dandogli una resistenza ancora maggiore per difendersi dai colpi avversari. Avrà una sorta di corazza fatta di puro cosmo per quegli attimi in cui gli occorrerà difesa. Questa può essere anche utilizzata in una determinata zona del corpo rafforzandola a piacimento, proprio come se fosse la pelle "invulnerabile" del suo corpo originario.

    Grand Axe Crasher: Colpo di taglio con la mano, come se calasse la sua enorme ascia contro il nemico. Nel momento in cui cala il colpo, un taglio cosmico si propaga dalla sua mano, andando a schiacciare e spaccare qualunque cosa si trova nel suo cammino. Esso infatti non sembra avere un grande potere tagliente, bensì la pressione e la forza con cui viene scagliato porta a spaccare ciò che trova dinnanzi a sé.


     
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    Modrock

    Con un balzo Ares lascia lo scudo e atterra a circa una decina di metri da te.
    Sorridendo beffardo pianta la lancia al suolo e subito dopo centinaia di crepe appaiono attorno a te.
    La terra trema e si spezza, liberando da sotto i tuoi piedi una colonna di energia cosmica, composta da miriadi di fasci lucenti taglianti.

    Mentre ciò accade percepisci una presenza accanto a Pandora, invisibile ma chiara.
    E' Eris.
    Non sembra le stia facendo del male, ma è come se stesse comunicando con il suo spirito.

    106676_292800







    Minchia scusa mi sono totalmente dimenticato di postare, ora che mi sono ricordato risponderò ogni venerdì/sabato come con le altre attività.
    A te :deathmetal:


     
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    Atto VI



    Ares mollò la presa sul suo scudo. Il suo coraggio era stato premiato e aveva tolto un enorme vantaggio al suo nemico. Strinse i denti e girò in tutta fretta lo scudo, impugnandolo con la sinistra. Non avrebbe mai avuto la stessa maestria del suo contendente nell’usarlo ma almeno si sarebbe difeso dalla successiva offensiva del Dio con più successo. Vide sul suo volto un sorriso beffardo e capì che stava per lanciare la sua offensiva. La sua lancia colpì il terreno che si crepò sotto i piedi del guerriero di Minosse. Si preparò a difendersi con lo scudo e rafforzando il suo corpo con il cosmo. Era una difesa molto utile quando poteva lanciarsi all’attacco contro i suoi nemici e scatenare il suo istinto animalesco ma contro un avversario di tale livello non era adatta. Il cosmo ricopriva il suo corpo e ne rinforzava la resistenza rendendolo molto più difficile da ferire ma allo stesso tempo non aveva l’efficacia di uno scudo, cosmico o di una cloth.
    Nello stesso istante sentì qualcosa, una presenza vicina a Pandora. Non gli fu difficile riconoscere quello spirito. La sua signora non era sotto minaccia ma … la sua signora? Quel momento di distrazione gli creò parecchi problemi. L’energia luminosa e i fasci taglienti di Ares sfondarono il terreno e investirono in pieno Modrock lanciandolo in aria. Lo scudo del Dio e il suo cosmo avevano limitato i danni ma il colpo preso fu così violento da farlo precipitare di schianto, sulla schiena.
    Il braccio sinistro, quello che teneva lo scudo, aveva subito il contraccolpo e sentì che la spalla era lussata e non riusciva a muoverla. Il dolore era fortissimo, tanto che un uomo normale sarebbe svenuto ma lui era un guerriero che non sarebbe mai crollato per così poco. Si rialzò e lasciò cadere lo scudo per terra. Con un pugno fortissimo al braccio riuscì a rimetterla nel posto giusto e, anche se con qualche dolore di troppo, poteva anche muovere di nuovo la spalla sinistra.

    “Perché Eris è qui? E perché mi sono distratto?”

    Sentì un dubbio atroce nella sua mente, un fulmine che attraversò tutto il suo animo. Nel momento in cui aveva percepito la divina Eris accanto a Pandora, aveva provato rabbia e un forte istinto protettivo nei confronti di quella donna. Chi era? Che gli avesse fatto un incantesimo durante il viaggio? Persino in quel momento, con Ares di fronte, il suo istinto lo chiamava lontano dal dio della guerra per andare a soccorrere Pandora. Strinse le dita intorno all’ascia e dovette prendere una decisione in pochi attimi, troppo pochi per un essere umano normale ma lui non lo era. Modrock era una bestia, un abominio di tutto il creato. L’istinto vinse sulla ragione.

    «Lasciala stare!»

    Il suo urlo squarciò il silenzio della notte. Un ruggito che si sarebbe sentito per miglia di distanza. Il suo cosmo esplose e lui abbandonò il divino Ares e si lanciò contro Eris. Non aveva nessun senso, non aveva idea del perché lo stesse facendo ma qualcosa dentro di lui gli suggeriva che era la cosa giusta da fare. C’era una voce nella sua testa che gli diceva che doveva proteggerla a qualunque costo, che lei era importante, molto più della sua stessa vita. Il suo istinto guidò la sua mano. Alzò il braccio destro e caricò un potente fendente mentre il suo cosmo ricoprì la lama della sua ascia. La rabbia gli aveva dato una marcia in più e il guerriero tanto amato da suo padre scomparve lasciando spazio alla bestia, al possente Modrock, il minotauro.

    «Grand Axe Crasher!»

    Lanciò il suo colpo. Un fendente cosmico avrebbe attraversato la distanza tra lui ed Eris e avrebbe tentato di proteggere Pandora. Sentiva quella presenza malefica e cercò di allontanarla in qualche modo. La potenza del colpo era percepibile in tutta la valle e, se Eris si fosse spostata, avrebbe distrutto gli alberi alle sue spalle e chissà cos’altro. Il colpo era preciso, per quanto grezzo e forte, ben lontano da qualsiasi possibilità di ferire Pandora. La rabbia dominò il guerriero e lo spinse a fare qualcosa di molto stupido. Aveva dato le spalle al dio della guerra …


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    Riassunto Azioni: ♦ Modrock, che è una persona intelligente, si difende con lo scudo di Ares e con la sua difesa rendendo la pelle resistente. Si lussa una spalla e se la rimette a posto con un pugno che manco Mel Gibson in Arma Letale. Poi manda tutto a puttane e si lascia guidare dall’istinto lanciandosi contro Eris e cercando di proteggere Pandora anche se non ne capisce il motivo. Sente l’istinto che lo guida a protezione della sua signora.

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    Modrock

    La lama corre divorando aria e terra e dividendo Eris e Pandora.
    La dea della Discordia fa un balzo all'indietro e rimane sospesa a mezz'aria e ti guarda ridendo.

    "Povero Asterione, ogni tuo tentativo è inutile.
    Lei è la chiave per il Vaso... il suo destino è quello di perire nell'apertura del sigillo, un destino che la attende da quanto Efesto l'ha forgiata e noi le abbiamo donato poteri simili ai nostri per ingannare Epimeteo.
    Con l'apertura del Vaso gli umani ritorneranno al loro posto e smetteranno di essere una potenziale minaccia."

    Pandora inizia a levitare in preda agli spasmi, mentre energie oscure avvolgono lei e il Vaso.

    "Solo chi detiene un potere divino può aprire il Vaso, a prezzo della sua vita... tipico dei Sigilli dei Titani.
    Ebbene, abbiamo creato un individuo che detiene un potere divino che può essere sacrificato."

    Mentre ride senti Ares muoversi verso di te. I suoi passi pesanti smuovono la terra.

    "Non dovresti dare le spalle al nemico."

    Il cosmo del dio della guerra esplode ed una spada di cosmo appare in mano sua, pronta a tranciarti in due... ma il tempo inizia a fermarsi.

    Solo tu ti puoi muovere liberamente, mentre gli altri rimangono tutti immobili.

    Una figura ammantata di nero appare alle spalle di Eris e di Pandora e le sue vesti sembrano estendersi verso il cielo, oscurando ogni cosa.

    Morpheus



    Così desiderosi di potere sono questi nuovi dei di carne, ne sono accecati a tal punto che si precipitano verso esso come falene verso la luce fatale...

    La voce tenue e melliflua lascia spazio ad una voce simile a un ruggito.
    Accanto a te un uomo vestito di una tunica nera, col cappuccio calato sulla testa, ti osserva.
    Il viso è bianco e la sua bocca è circondata da una folta barba nera.
    Sulla sua fronte vi è una vistosa cicatrice a forma di croce.

    ZKzKmG0



    "... o come mosche che ronzano insistentemente attorno allo sterco. Essi nulla conoscono di cosa sia il vero potere."

    Egli avanza e tende la mano verso il tuo cuore.

    "L'ira che brucia il tuo cuore nasconde una forza incredibile. Pandora ha fatto la sua scelta, se vuoi salvarla e vendicarti diventa la tua ira, sii sua incarnazione e forma... o muori sotto il giogo di queste marionette..."

    Eris e Ares si sbloccano, guardandosi attorno sorpresi e adirati, mentre il raggio della dea si infrange contro le fiamme di energia rossa che ti stanno avvolgendo.
    Senti un forte dolore alle ossa e ai muscoli, ma anche un crescente potere...

    AtygugN



    "Accetta il nostro dono e diventa il primo di un invincibile ed immortale esercito..."






    Eccoci, questi due simpatici figuri intervengono e fermano tutto.
    Il potere cresce in tè, se lo accetti diventi Zodd minotauro.
    Descrivi la trasformazione come preferisci e cosa la trasformazione ti fa.
    Dopo di ché attacca col condizionale chi preferisci come preferisci.
    A te :deathmetal:


     
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