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Shen

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    W.O.A. IX
    HORROR MOVIE
    ♛ winner: Tor'kat'Dorès ♛

    Shen771

    il mostro che hai scelto è

    Frankenstein

    Il film che dovrai utilizzare è

    There's Something About Mary

    WNKxCWY

    TERMINE ULTIMO: 24 AGOSTO

    REGOLE AGGIUNTIVE W.O.A. IX
    Come tutte le WoA ti chiediamo di fare un mash up di due elementi. Uno lo conosci già, l'hai scelto tu, l'altro lo aggiungiamo noi: è un film molto popolare che dovrai abbinare bene al mostro che hai scelto per creare una storia che, siamo certi, sarà unica nel suo genere. Se non l'hai visto, se non lo conosci o te lo ricordi poco ti consigliamo di andarlo a rivedere; per questa edizione non saranno accettati cambi di traccia.
     
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  2. † Shen771 †
     
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    TCOllmt


    There's something about FrankenMary!

    *frush frush*

    Una saldatina lì, un fusibile sistemato là ed il congegno Sexotronic 23-H20 era finalmente sistemato. E si che doveva essere perfetta, 107 chili di metallo e circuiti sistemati in perfetta armonia, una melodia di suoni elettronici che facevano da colonna sonora alla più grande creazione robotica della storia dell'elettrocibernetica.

    -VUNDABAR! Mein carizzimo estimatore, ziamo finalmente cciunti alla concluzione di cvesto procetto!-

    Pinza nella mano destra, lecca lecca nella mano sinistra, un sorriso sulla faccia ed un fisico mozzafiato. Cosa c'entrano gli ultimi dettagli vi starete chiedendo, nulla! E' semplicemente necessario specificare che Ju Long era un manzo da paura, di quelli che li guardi e folgori, di quelli che le donne dicono “Hmmmm, cosa gli farei a quel manzo lì...”, di quelli che...ce ne sarebbero troppe da dire, e quindi meglio sarebbe tornare alla nostra storia. Anche perché, parliamoci chiaro, queste potrebbero essere solo congetture dello smisurato ego del nostro protagonista. Comunque sia, Ju Long era quindi dinanzi all'enorme postazione metallica piana,parallela al terreno e supportata da spesse colonne piene di liquido verdastro, sulla quale era distesa, muta e perfetta, l'ultima creazione della sua mente bizzarra.
    Prima però di presentare quello che poi sarà il fulcro della nostra storia, è bene specificare di cosa parliamo quando entriamo nel campo dell'elettrocibernetica delle “Females Improved for Giving High Excitement”, tecnologia ai più addentrati nel settore nota come F.I.G.H.E. Le F.I.G.H.E sono un prototipo robottiano di ragazze costruite in maniera tale da soddisfare ogni singolo desiderio umano, senza compiere il più piccolo sforzo o dispendio energetico per farlo, tutto grazie ad un piccolo termoreattore a doppia improbabilità negativa inserito nel loro petto, protetto fedelmente da una coppia di “Termoregolatori Esterni Tipizzati e Testati Estensivamente”, noti, sempre ai più affezionati alla questione, come T.E.T.T.E.
    Per fare delle buone F.I.G.H.E. bisognava essere in grado di progettare delle validissime T.E.T.T.E.
    Dalla quarta in su, per cominciare (Quarta è la scala di isolamento nucleare, eh. A cosa pensavate).
    Al mondo esisteva un solo prototipo funzionante delle F.I.G.H.E, e quel prototipo, guarda caso, lo aveva costruito Ju. E lo stesso Ju era, guarda ancora caso, il creatore del progetto. Ed ancora lui, sorpresa delle sorprese, era l'unico ad aver mai pensato ad una cosa simile.
    Ora possiamo quindi introdurre il Progetto 000124, chiamato provvisoriamente “Mary”. Mary era stata costruita condensando tutte le conoscenze tecniche del principe cinese in un unico progetto in grado di dar vita alla perfetta assistente, capace di svolgere tutte quelle faticose mansioni di cui un nobile di alto rango necessitava continuamente. Molto semplicemente doveva essere in grado di saper cucinare, fare del buon sesso ed, eventualmente, fare altro buon sesso. Ma non prendete Mary per una volgare bambola gonfiabile, lei era molto di più: il sistema “Conversione Digitale di Pensiero” le permetteva di provare emozioni, anche intense, e di poter apprendere qualsiasi tipo di nozione, dalle più elementari ai teoremi di Algebra avanzata.
    Fisicamente la creatura era stata montata modellando le varie parti del suo corpo sul profilo delle più importanti ed affascinanti attrici dell'epoca, scansionando quindi centinaia di foto e curricula si era giunti al progetto definitivo che la voleva mora come un'australiana, con lunghi capelli neri, occhi azzurri e dai contorni sottili, altezza di 180 centimetri e misure di 115-64-90. Insomma, se voi poteste anche solo immaginarla, capireste subito che si tratta di una dea. Eccitati eh? That's what F.I.G.H.E are for!

    - Un altro piccolizzinen dettaglio, e ziamo pronti!-

    Armeggiava senza sosta sui circuiti esposti del cyborg, attorno a Ju Long un laboratorio completamente in disordine e, nell'angolo destro della struttura, perfettamente immobile e con il consueto vassoio in mano, il mansueto Alfred osservava impassibile la scena.

    -Signore, se posso chiederle, perché ha questo strano modo di parlare?-

    Con calma, Ju si sposto i grossi occhialoni protettivi che gli proteggevano gli occhi, voltando il capo come se avesse appena sentito la più grande eresia della sua vita.

    -ENFAZI! ZI CHIAMA ENFAZI! TUTTI I PIU' KRANDI INVENTORI ERANO TETESCHI!-

    Quella frase colpì il maggiordomo come una pallina da ping pong colpisce un muro di cemento armato. Sul suo viso erano normalmente dipinte due espressioni: mesta rassegnazione e stoica dedizione, il tutto mescolato con abbondante dose di “meglio non chiedere altro”, e questa volta il cliché non faceva eccezione.
    Sbraitando contro un grosso computer e premendo tasti apparentemente alla rinfusa, Ju avviò una sorta di reazione a catena tra diodi, iniziando un processo di amplificazione elettrica che sparse saette tutto intorno e drizzò i capelli del principe come aghi di un porcospino. Risate isteriche, mani rivolte al cielo, parole con una strana inflessione teutonico-cinese e tutto ciò di quanto più teatrale ci si potesse aspettarsi dal principe, fino a che finalmente il corpo inerme di Mary prese vita, muovendo arti e testa prima con brevi scatti, poi con più armonia.
    Ed allora, Ju capì che si era davvero avvicinato ad essere un dio

    -ZI PUO' FAREEEEEE!-

    Tuonò, applicando la perfetta intonazione a ciascuna sillaba di quella battuta, come se l'avesse provata per ore intere nell'attesa di quel singolo, fatidico, momento. Nella stanza piombò poi il silenzio, e quando infine anche gli occhi dell'androide iniziarono a muoversi, inquadrando ed analizzando ogni oggetto nella stanza fino a fermarsi sul corpo del suo creatore, ecco che vennero pronunciate le prime parole del Progetto 000124:

    -Tu...tu sei la mia mamma?-

    Ju rimase a bocca aperta, affascinato dall'immediata connessione della figura umana a quella genitoriale. Era stato davvero grandioso, la sua creazione, con la voce sensuale di Jessica Alba e le labbra carnose di Scarlett Johanson, aveva già provocato la “high excitement” che ci si aspettava dalle F.I.G.H.E.
    Si chinò su di lei, accostando le labbra al suo orecchio, e disse:

    -No, non sono la tua mamma...però, potrei essere il tuo paparino!-

    Ju si voltò nuovamente verso Alfred, lanciandogli l'occhiata entusiasta di chi sta per dire la cosa più importante e sensata dell'universo, di chi sta per svelare le intricate maglie delle domande fondamentali, di chi stava per recitare la battuta del climax di una tragedia shakespeariana. L'aveva provata, anche quella volta:

    -So, Mary...who's your daddy?-

    Ed ammiccò.



    Nei mesi a venire Mary aveva imparato ogni genere di cosa, dal ricamo fino alle arti marziali vietnamite. La sola natura del suo corpo meccanico, composto dai pezzi delle donne più attraenti del mondo, era stata sufficiente ad attrarre attorno a lei l'interesse di molti dei cittadini sopravvissuti al disastro della Death Queen Island, convinti o illusi che in quella figura celestiale risiedesse la salvezza per le loro miserabili vite.
    Attrarre poi le simpatie dei bambini dei villaggi limitrofi al laboratorio di Ju non fu affatto difficile, e con la sua compagnia di mezz'uomini la donna di ferro si divertiva a giocare ed apprendere le nozioni basilari delle interazioni tra maschi e femmine. Questo dopo aver già imparato come ad un uomo si dava piacere. Quanto può essere bizzarra a volte la vita di un essere superintelligente!
    Di quelle mattine passate a bighellonare tra ragazzini cenciosi e sguardi allupati, ve ne fu una di particolare interesse, quando dal nulla, nel mezzo di una sessione di palla avvelenata, si presentarono con fare baldanzoso e sguardo di chi la sapeva fin troppo lunga, due uomini. Uno alto, snello e con la camminata leggermente zoppicante, che si professava fattorino, ed un secondo individuo più basso e tarchiato, con baffi oleosi e grosse mani ruvide, che a suo dire svolgeva la professione di investigatore privato.
    Ora, provate ad immaginare, sulle terre devastate di un'isola ai confini del mondo, quanto potessero essere utili professioni come quelle appena citate. Verrebbe ovviamente spontaneo pensare che quei due fossero ciarlatani, professionisti della fesseria; tuttavia questa cosa così banale e grossolana viaggiava a tal punto sotto la soglia minima dell'intelligenza di Mary da lasciarla passare indiscussa, così che il robot potesse credere, senza l'ombra di un dubbio, alla storia arrabattata.
    L'intenzione dei due era stata fin subito chiara: portare il cyborg in un posto isolato ed abusare di lei; ma trasportare dare un colpo di mazza su un cranio di titanio e sperare di poter trasportare 107 chili di metallo in spalla era un'impresa abbastanza ardua da architettare, per cui provarono ad utilizzare ogni sfumatura della loro scarsa dialettica, abindolando la giovane non-umana su una storiella su quanto fosse importante che lei conoscesse ed osservasse il sentimento dell'amore. Gli unici due ad essere però davvero innamorati, in maniera quanto mai malata, erano però in quel caso proprio i due truffatori.

    Mary seguì la strana coppia tra la fitta vegetazione senza batter ciglio, palesemente non curante delle parole senza logica che i due continuavano a dire, spinta solo dalla sua insaziabile curiosità. Non espresse un dubbio nemmeno quando, a seguito di una sosta durante il quale uno dei due maniaci, che per semplicità chiameremo Fattorino, aveva trovato sfogo alla sua libido esibendosi in un atto di autoerotismo conclusosi con uno schizzo sull'orecchio, aveva perso la testa nel disperato tentativo di rintracciare nei paraggi il frutto del suo gesto. Tutto ciò a cui Mary si limitò fu avvicinarsi al suo rapitore, afferrare con decisione la roba che aveva attaccata al lobo destro e spalmarsela tra i capelli, come aveva imparato dalle ragazzine che si cospargevano le lunghe chiome fluenti con abbondante crema di cocco. In effetti la consistenza ed il colore delle due cose erano simili.
    Lei sorrise, l'Investigatore quasi vomitò per il disgusto, il Fattorino era indeciso se esserne compiaciuto o shockato.

    -Grazie per tutto il pesce!-

    Questo disse, prima di voltare le spalle ed andare via. Perché andasse via? Non si può sapere, Mary ragionava così, o meglio, i suoi circuiti gli dicevano cosa fare e quando doveva farlo senza assolutamente alcuna prevedibilità. I due avventori rimasero completamente interdetti dinanzi ad un simile atteggiamento, e provare a fermare lo strano androide simil-donna era assolutamente impossibile, se non pericoloso, come dimostrava il volo di svariate centinaia di metri che il Fattorino aveva compiuto nel disperato tentativo di sperimentare, almeno per una volta, il suo dispositivo T.E.T.T.E.

    Il succo di questa storia è che questa storia non ha davvero un succo, come tutte le creazioni di Ju Long, Black Gold di Libra. E proprio perché non aveva apparentemente alcun fine se non quello di essere perfetta ed imprevedibile Mary piaceva a chiunque: tutti erano pazzi per Mary!
    Il nostro racconto finisce così, con un moderno Frankenstein di metallo dal ciuffo laccato che fischietta ed un inventore che ne crea ogni giorno una più bizzarra dell'altra.
    Fine.



    onP2Oey



    sUjw3Zn
     
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1 replies since 1/8/2015, 08:23   62 views
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