Woa X

Susu

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,792

    Status
    DEAD

    4elZ2ae

    W.O.A. I
    WORK OF ART
    ♛ winner: Aleksander Seraf ♛

    *SUSU*


    CLAUDE MONET - PONTE GIAPPONESE

    « È il tempo che hai perso per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. » »
    - A. De Saint-Exupery, "Il piccolo principe"

    WNKxCWY

    TERMINE ULTIMO: 24 AGOSTO
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    5,792

    Status
    DEAD

    WOA X



    Nota:
    I protagonisti di questa woa sono Naima e Aizen, che Gaz mi ha concesso di utilizzare. La vicenda si svolge dopo l'investitura di lei a Mefistofele, ossia dopo l'ascesa di Ade.


    Jqxt1hX



    Metropolitan Museum of Art, Washington dc.
    Interno, alba. Il museo è deserto ma la luce trapela dalle finestre rendendo l'atmosfera ovattata e surreale. Silenzio più completo. Non vi è anima viva tranne che per due figure sedute sulla panchina di fronte ad un piccolo quadro di Monet; la didascalia recita "Bridge over a pond of water lillies".
    L'uomo è composto e ben vestito, anche se solo con una semplice camicia bianca e dei pantaloni neri. Si sta concentrando intensamente sul dipinto; la donna sembra una giovane tossicodipendente, piegata su sé stessa in preda a dei crampi: sui suoi vestiti logori tracce evidenti di vomito e altre secrezioni. Le sue mani scheletriche si incrociano sulla sua vita e si aggrappano con tenacia sui fianchi mentre dondola avanti ed indietro in maniera convulsa.

    Dovresti prenderti cura di te stessa. Nutrirti, bere, ad esempio.

    Dice l'uomo con aria severa senza distogliere lo sguardo dal quadro, ignorando palesemente il malessere della sua compagna quasi non volesse deliberatamente guardarla.

    Perché cazzo mi porti qui.


    Risponde lei con tono amaro e disperato al tempo stesso, e in un attimo si trova rannicchiata sul pavimento. I capelli unti e spettinati le coprono il viso.

    Lui evita di rispondere e continua la contemplazione del quadro, spostando timidamente lo sguardo verso di lei.
    Non puoi vedere tutto, fai una pausa...

    NON LO CONTROLLO CABRON! Gli urla. Non lo controllo... Se voglio fermarmi continuo...a vedere...cose. Più le guardo...più rischio di viaggiare...

    Lei si tiene la testa con le mani. Un occhio attento potrebbe notare che il suo corpo intero sta tremando in maniera troppo frenetica, vicina al collasso. Lui sospira un po' annoiato, un po' a nascondere della...seccatura? Non si riesce a comprendere bene, non fa trapelare nulla.
    Col tempo riuscira-

    NON MI PARLARE DEL TEMPO!


    Lei si alza in uno scatto come se quella parola avesse acceso in lei una miccia e gli salta alla gola; lui rimane calmo e serafico anche se è attaccato da una furia. Lei tenta di scuoterlo ma da lui riceve solo uno sguardo di rimprovero.

    NUNCA QUIERO ESCUCHAR QUELLA PALABRA! NUNCA! Sebbene gli sputi in faccia lui non si scompone, ma il suo sguardo severo si intenerisce o forse viene mosso da pietà: quando lei inizia a piangere a dirotto allentando la presa, lui è pronto ad abbracciarla.

    Scusami. Sono stato indelicato. Perdonami, Naima. Non succederà più.

    ***

    Metropolitan Museum of Art, Washington Dc.
    Interno, prima mattinata. Il museo ha appena aperto e i visitatori più furbi cominciano a fare le code all'ingresso. è una giornata uggiosa, fuori sta per scatenarsi un temporale e la città si prepara al solito caos mattutino. Le nostre figure sono sempre davanti al quadro di Monet. Lui sempre elegante ed impassibile; lei sta meglio. Ha un aspetto migliore nel complesso; capelli lisci e curati, fisico più in carne e in salute, abbigliamento semplice - un paio di jeans e una maglietta bianca - ma un volto scavato dalla stanchezza. Enrambi fissano composti il quadro.

    Vedo che hai imparato ad usare il Rewind bio...Brava. Quanto ti ci è voluto?

    Diciassette anni - risponde lei, secca, come se tollerasse poco le sue domande o la sua presenza. In effetti è visibilmente irritata. Vi è un'enorme tensione fra i due, o almeno, la rabbia che lei prova nei confronti di lui è quasi tangibile. Lui tenta di fare quello che può per rimediare ma evidentemente non ci riesce; la guarda, rivolge il suo sguardo al quadro, la riguarda, tenta un approccio ma rinuncia.
    Lei fissa il quadro ma non lo sta realmente guardando: le mani di lei si aggrappano alla panchina con rabbia, quasi voglia affondare le sue dita nel marmo.
    Sono sicuro che ne varrà la pena per quanto doloroso. Sai...Tutto questo mi ricorda una frase di uno scrittore francese. "è il tempo che hai speso per la tua rosa che l'ha resa così importante". - Lei lo taglia secca senza dargli tempo di continuare.

    Non usare quella parola. E poi non c'entra niente. Parlava di amore non corrisposto e di tempo perduto. Ma tu che ne sai? Che...Che cosa vuoi esattamente da me? Mi hai presa, ingannata, usata. Non hai la più pallida idea di cosa voglia dire. Nulla. Quindi a che serve questa sceneggiata, André? Perché mi porti qui, perché insisti che ci vediamo ancora? Credi che scappi, che mi perda attraverso i secoli? Sono tentata. Quindi dammi qualcosa di più che qualche citazione da quattro soldi.

    Lui sospira ma è chiaramente soddisfatto dal fatto che lei si sia aperta almeno un po'.
    Quando capirai perché siamo qui avrai terminato il tuo addestramento. Te lo prometto.

    Metropolitan Museum of Art, Washington Dc.
    Siamo sempre davanti allo stesso quadro ma siamo nel primo pomeriggio e il museo pullula di turisti incuriositi. Gruppi di persone si accalcano davanti ai quadri mentre alcune guide illustrano, in varie lingue, le opere presenti. Fuori piove.
    André è seduto da solo e si guarda intorno preoccupato. Ad un certo punto la vede: bellissima e con un ghigno ironico si avvia verso di lui, rimanendo in piedi. Stavolta è vestita con un giubbotto di pelle nera aderente ed un paio di pantaloni di pelle dello stesso colore. Si è truccata, porta i tacchi alti, ed è quasi irriconoscibile rispetto alla larva che avevamo visto all'inizio. L'espressione sul volto di lui si rabbuia improvvisamente come se avesse già capito che c'è qualcosa di estremamente sadico in quel sorriso.

    Scusa il ritardo, amor, ma ero occupata in un genocidio. Mi annoiavo terribilmente, così ho creato le condizioni per lo scoppio di una bella guerra mondiale.
    Dice lei come se avesse descritto la scena di un film e non ciò che ha appena fatto. In realtà è responsabile dell'uccisione di due milioni di persone.
    È questo che farai d'ora in poi? Ammazzare gente a caso? La rimprovera lui, severo. Lei si mette a ridere in maniera talmente rumorosa da disturbare i turisti che le rivolgono sguardi di biasimo.
    A caso! dice lei, asciugandosi il mascara dai lati delle palpebre con le dita. - Caro, non hai proprio idea di cosa sia il caso. Potrei ammazzare una qualsiasi di queste persone e alterare la vita di centinaia, forse anche il corso dell'Universo stesso. Ma perché sporcarmi le mani? I'm sorry, do you have a kleenex?
    Naima ferma apparentemente a caso un grasso ed impacciato turista inglese. Lui arrossisce, fruga un po' nel suo marsupio e tira fuori un pacchetto di fazzoletti. Lei lo ringrazia con un grande sorriso, una pacca sulla spalla e lo lascia andare per poi appallottolare il fazzoletto e sedersi soddisfatta accanto ad André.

    Novanta persone moriranno per questo, e trecentoventitré non nasceranno mai. Generazioni cancellate perché quel ragazzo si è fermato a darmi un fazzoletto. è un miracolo, ci pensi?

    Tu sprechi il tuo enorme potere in questi giochetti quando potresti fare molto di più.


    Di più cosa, esattamente? Ora il tono di lei è doventato acido e sarcastico. Salvare il mondo? No, scusa, il mondo non merita di essere salvato. Poi questi esseri sono patetici. Sono schiavi delle loro emozioni, piangono, soffrono e si lamentano tutto il tempo ma non fanno mai nulla per cambiare le cose. Se ti stanno a cuore perché non fai tu l'eroe della situazione, mio caro Aizen?
    Lui prova a stare calmo. Si può evincere dal suo sguardo che sta pesando attentamente le parole da dire.
    Devi trovare qualcuno a cui legarti, Naima.
    Lei lo guarda esterrefatta. Cosa?
    Devi trovare una persona a cui legarti. Per anni, decenni, secoli, millenni, fai quello che ti pare. Devi trovare una persona che per te sia importante. Una persona da cui tornare. Altrimenti Mefistofele prenderà il sopravvento su di te, e sarà la fine di tutto.
    Ah! Naima non nasconde uno sguardo scettico. "Una persona da cui tornare"...A forza di star seduto qui hai perso la testa? Ti ho appena detto che questi esseri sono inutili. E poi, che finisca tutto; non m'importa.
    A quel punto la pazienza di Aizen vacilla; le afferra il polso con forza e lo stringe, trascinandola a sé, sotto lo sguardo stupito di lei.
    Allora fà pure; continua a buttare via tutto quello che sei, ma prima fammi il favore di andartene più lontano possibile col tempo, fino a quando non puoi più. Guardalo in faccia, guarda quello di cui non t'importa e poi torna, se hai il coraggio.
    Una guardia si avvicina per vedere se è tutto a posto. Aizen allenta la presa sul polso di Naima, lei lo guarda rigida e severa; il suo ghigno è sparito.
    L'ho visto. Lo so. So che te ne andrai.
    Lo sguardo di lui si rilassa. Le sue palpebre quasi si chiudono mentre lascia la mano di Naima e piano si allontana ma lei lo sfida nuovamente.
    So che te ne andrai proprio nel momento del bisogno. Vuoi che trovi qualcuno per alleviare il tuo senso di colpa? Carino da parte tua, ma no, grazie.
    Col tempo capirai.
    A quelle parole lei si alza in piedi, fissandolo con rabbia o meglio, con odio misto a disprezzo, e se ne va.

    Metropolitan Museum of Art, Washington Dc.
    Il sole sta tramontando. Le nuvole hanno lasciato spazio ad un bellissimo cielo dai toni pastello. Il museo sta chiudendo ma André ha allungato un biglietto da cento dollari alla guardia per farli stare altri cinque minuti. Lei è in piedi dietro di lui, con le braccia incrociate. Ha gli occhi gonfi e lo sguardo abbattuto.
    Hai visto?
    Lei annuisce.
    Dimmi cosa hai visto.
    Ci vogliono un po' di secondi perché lei risponda. Prima deglutisce poi si schiarisce la voce.
    Il nulla.

    Quindi adesso sai.

    L'atmosfera è molto tesa ma malgrado ciò lui tenta di sdrammatizzare la situazione, almeno in apparenza.
    Di questo quadro esistono innumerevoli versioni- dice, indicando il piccolo dipinto davanti a lui - Eppure Monet disse che non era stato capace di ricreare la bellezza del paesaggio originale. L'ha tormentato fino alla morte.
    Lui si gira verso di lei e si alza in piedi, lentamente. Le sue mani le sfiorano le spalle mentre lei resta rigida ed immobile.
    Di tutte le tue versioni, preferirò sempre l'originale. Quella ragazza che ho corteggiato sulla barca. Quella che non parla una parola di una lingua che non sia lo spagnolo. Quella che non regge l'alcool. Quella che fa sempre battute idiote al momento meno opportuno. Ecco, fà in modo che loro conoscano questo di te; la versione originale. La più bella.
    Naima non sa cosa dire. La sua mente è in preda ad una moltitudine di pensieri e visioni.E' ancora lui che interviene, sorridendole.
    Ci è voluto tempo, ma alla fine quando splenderai sopra ogni essere mortale e divino brillerai di una luce talmente intensa che farai impallidire l'Universo stesso. E l'unica cosa di cui mi pento è che non sarò lì per vederti.
    Naima cede per un momento e arrende la sua natura mortale alla solennità del momento. Per un attimo solo si lascia abbracciare.

    È notte.
    L'Armageddon si è appena scatenato.
    Non c'è nessuno al Metropolitan Museum di Washington: l'allarme suona incessantemente ma né la polizia o le guardie arriveranno a spegnerlo o a cercare l'intruso.
    Naima, con la surplice di Mefistofele, si avvicina al quadro e lo stacca dalla parete nel silenzio della notte.

    Chi volesse ancora ammirare il quadro di Monet dovrebbe recarsi ora nel cielo di Urano. Sotto al dipinto vi è un piccolo vaso con un'unica rosa rossa.



    Naima
    el diablo
    Energia - Nera
    Cloth - Mefistofele, liv VIII (non indossata)
    Stato Cloth - -
    Condizioni Fisiche - -
    Condizioni Psichiche --
    Note -

    Abilità

    Tecniche
     
    Top
    .
1 replies since 1/8/2015, 07:52   87 views
  Share  
.