[Trama] The Riddle of Flesh

Ordalia per Finn

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    ""Steel isn't strong, boy. Flesh is stronger. Look around you.""
    (Thulsa Doom)





    Cominci a riaprire gli occhi e vedi solo immagini sfocate.
    Ombre tra ombre.
    Il dolore alle braccia sta tornando, così come quello in ogni parte del corpo.
    Ricordi che qualcuno ti ha drogato, chiedendoti informazioni.
    Non ricordi perché, non ricordi come sei finito lì appeso con catene apparentemente infrangibili, con la schiena contro il muro gelido di quello scantinato.
    Le torture non ti hanno piegato, come potrebbero?

    La vista comincia a tornare e vedi che vi sono vari uomini coperti da un camice bianco che stanno armeggiando con dei macchinari davanti a quella che sembra una cella.
    Non si sono sbarre a occluderne il passaggio, ma una parete di vetro, oltre la quale vedi la tua armatura.

    Se ti guardi attorno ricordi di essere in una sorta di laboratorio, disseminato di appunti, corpi dissezionati attaccati a strani tubi.
    Vi sono anche dei soldati che vigilano sulle uscite.
    Vestiti di nero, con dei mitra mai visti, sul braccio sinistro hanno il simbolo della svastica e su quello destro un altro.

    Lo riconosci subito, il Celebrante ve l'aveva mostrato da un antico testo.
    Il Simbolo del Sole Nero, il simbolo di cui si fregiava Dragmor, l'Entità per cui tradì Odino ed il suo ruolo di Celebrante.

    Eppure non riesci a ricordare perché tu sia lì, sei estremamente confuso e debole.
    Quando notano che hai riaperto gli occhi uno degli uomini in bianco urla a un soldato qualcosa in tedesco ed il soldato fa per avvicinarsi a te con una grossa siringa in mano...





    Eccoci :deathmetal:
    Non ti ricordi una mazza, sei debole, confuso e intontito.
    Decidi cosa fare :zizi:




    Edited by Gorthaur - 26/7/2015, 00:39
     
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    The riddle of flesh



    Il capo pesava come un macigno, il dolore costante delle fitte al collo fu il primo segno del risveglio, seguirono in ordine il braccio destro e gli addominali.

    Flash di luce come lame penetrarono negli occhi non appena Thorfinn tentò un accenno di apertura delle palpebre. Un grugnito che non riuscì nemmeno a sentire, poi uno scatto, un fastidio che partiva dal basso ventre ed arrivava al petto gli scosse tutte le membra.

    Domande, frasi che per lui avevano ben poco senso rimbombavano nella testa.

    Flash di luce. Stavolta la sensazione era quella di tizzoni che ardevano a pochi centimetri dagli occhi, sbattè le palpebre dapprima lentamente, provocando la fuoriuscita di lacrime che si ostinavano a restare tra le ciglia e a non scendere, aumentando il senso di fastidio.

    Un altro ricordo confuso, immagini di un assalto alle spalle, colluttazione, dolore pungente al braccio destro, la faccia che cadeva nella neve.

    Flash di luce meno intensa. Riuscì a socchiudere gli occhi e le lacrime rigarono le guance, il freddo secco di un muro alle spalle, le gambe tremavano nel tentativo di muoversi per toccare terra, le ginocchia e le cosce erano come gelatina molliccia.

    Ennesimo ricordo recuperato a pezzi. Le scosse che correvano lungo tutto il corpo, la perdita del controllo sulla vescica e i pantaloni che si bagnavano, un pugno sul naso ed altri ancora ovunque, la faccia gli pulsava. Il barbaro iniziò a sbavare nel tentativo di biascicare qualcosa.

    La luce divenne finalmente qualcosa di vagamente sopportabile, il corpo rispose a qualche stimolo, prima un labbro che si mosse poi le dita che perdevano torpore, infine le gambe che iniziarono a reggere il proprio stesso peso permettendo ai piedi di toccare il pavimento. Un bianco inusuale era attorno a Finn, il quale confusamente si teneva a malapena in piedi; pochi strattoni gli servirono a capire che era inutile tentare di liberarsi da quei legacci che lo tenevano alla parete contro cui la sua povera schiena, piena di lividi dovuti a calci e manganellate, si poggiava molle come uno straccio bagnato.

    hvor er jeg? riuscì a mugugnare constatando di riuscire a vederci bene solo dall'occhio destro dato che il sinistro era ancora bello pesto.

    Davanti a lui uomini abbigliati di bianco scribacchiavano su fogli che stavano disseminati un po' ovunque, quando riuscì a muovere il collo senza dover per forza maledire ogni dio che mai avesse calcato i nove mondi vide corpi smembrati da cui fuoriuscivano tubi snodati simili a serpenti grassi e rigidi, oltre agli uomini in bianco vi erano anche uomini in nero e oltre loro un vetro ed oltre il vetro la sua armatura. La cosa lo allarmò non poco e, preso un grosso e doloroso respiro, si issò sulle punte dei piedi cercando di liberarsi con tutta la poca forza rimastagli ed ottenendo solo l'attenzione di altri uomini, questi vestivano di nero e portavano fasce rosse sul braccio, imbracciavano armi di quelle che un asgardiano vero disprezza e non abbisogna e camminavano con atteggiamento marziale in confronto a quelli con i lunghi soprabiti bianchi, uno di questi ultimi parlò una lingua a lui vagamente conosciuta e sembrava spaventato. Quando quello col camicione parlò uno di quelli armati si avvicinò a Finn con in mano una grossa siringa piena di un liquido trasparente

    Il dolore al braccio ed il livido nero nella piegatura di esso ricollegarono il ricordo dell'aggressione ricevuta, quanti ne aveva buttati giù prima che potessero toccarlo con uno di quegli aggeggi e addormentarlo? Perché aveva combattuto con loro? Dove in tutta midgard era finito? Nessuna risposta ma seppe riconoscere uno dei simboli che i soldati, così li aveva nominati nella sua testa, portavano sul braccio insieme alla fascia rossa con la croce uncinata, il sole nero. Il simbolo di Dragmor secondo Siegfried, tantò bastò al barbaro per incanalare tutta la sua rabbia ma, come aveva imparato nel tempo, vi era un tempo per essere fuoco ed uno per essere ghiaccio.

    La grossa siringa minacciò il suo braccio, attese che la punta dell'ago gli pizzicasse leggermente il braccio fingendosi inerme infine scattò in avanti puntando alla faccia del soldato, una testata sarebbe stata troppo poco così aprì la bocca e tentò di mordergli il volto. Se fosse stato fortunato gli avrebbe come minimo strappato un pezzo di guancia, un orecchio o addirittura l'arteria della gola che porta il sangue alla testa impedendo che gli iniettassero qualsiasi altra cosa avessero in quegli affari infernali e mettendo fuori gioco quell'uomo.





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    Nome:Thorfinn Thorsson
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (non idossata)
    Status: Confuso - Stanco
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Sedato
    Riassunto azioni:
    Mi risveglio e cerco di mozzicare a morte il soldato.
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")




    Note: Mi sono ispirato alla scena di Conan col condor gigante :D

     
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    Il soldato cade al suolo, spirando in un grottesco gorgoglio.
    Subito tutti si girano verso di te.
    Senti il rumore delle armi che si caricano, le urla di quella lingua che hai imparato a odiare.

    In una frazione di secondo, quell'odio, ti spinge a ricordare.

    Completa la mia missione, scopri cosa stavano tramando quei bastardi.
    Massacrali senza pietà per quelli che hanno fatto.
    Brucia le loro carni, congela le loro ossa.
    Il loro capo porta il mio marchio, il tuo marchio.
    Porta Giustizia


    Una voce, rauca e soprannaturale.
    Forse uno spettro ti ha condotto lì?

    L'istante di consapevolezza cessa quando una fortissima scossa percorre la stanza, facendo cadere attrezzature e persone.
    Senti che la struttura muraria dietro di te cedere, lasciandoti cadere al suolo, mentre pezzi di cemento ti cadono addosso.
    Da sotto le macerie senti le grida spaventate ed irate.
    Purtroppo l'evento non si è portato nessuno nella tomba.
    Senti una prima sventagliata di proiettili che inutilmente colpisce il tuo tumulo.
    Senti la loro vibrazione attraversare i mattoni e arrivare al tuo corpo ancor più provato.
    Poi, il piacevole suono dei mitra senza più proiettili ti raggiunge...





    Il franare le pezzo di stanza di fa parecchio male, ma sei più sveglio di prima.
    Riesci a muoverti quasi alla tua normale velocità e disponi della normale forza di un cavaliere della tua energia, tenendo in considerazione le ferite e il deperimento.
    Gestisci autonomamente i png.
    Ci sono 12 soldati e 6 scienziati.
    Gli scienziati non hanno nessuna capacità bellica, mentre i soldati sono superiori in forza a normali umani, si muovono più velocemente e sono più resistenti.
    Hanno un leggero fattore di rigenerazione e percepisci che la forza che li anima è una sorta di cosmo distorto.
    Termina quando ti sei occupato di loro come più ritieni opportuno.
    Decidi poi cosa fare riguardo all'ambiente che ti circonda.


     
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    Completa la mia missione, scopri cosa stavano tramando quei bastardi.
    Massacrali senza pietà per quelli che hanno fatto.
    Brucia le loro carni, congela le loro ossa.
    Il loro capo porta il mio marchio, il tuo marchio.
    Porta Giustizia


    Quella voce fece correre un lungo brivido, la pelle di Finn si alzò appuntendosi come irta di spilli, un ricordo vago che schiariva solo parte dell'ammasso nebbioso che era la sua mente obnubilata; nello stesso momento il sapore metallico del sangue in bocca lo risvegliò da quell'attimo di scarsa lucidità, chiuse gli occhi poco prima che il fiotto di sangue scuro sputato dalla ferita inferta all'uomo di fronte a lui lo accecasse. Col viso tinto di rosso e gocciolante Thofinn sputò lo straccetto di carne che aveva strappato e le voci degli uomini attorno a lui si innalzarono in una cacofonia di grida.

    La terra tremò, scaffali e scrivanie si smossero a destra e a manca cadendo tra lo stridere di metallo contro legno e il suono cristallino di vetro che andò in frantumi, in quel concerto stonato di rumori sovrapposti il barbaro vide i soldati, uomini in nero armati con armi vigliacche correre come brave api operaie verso il loro obbiettivo, verso di lui!

    Gli Asi dovevano averlo davvero in buona considerazione quel giorno! Il muro alle spalle del god warrior cadde pesantemente su di lui, calcinacci e buona parte integra della parete gli caddero in testa, un tonfo e una nuvola di polvere accompagnarono il suono ripetuto delle mitragliatrici d'assalto che tentarono di crivellarlo. La vista si riempì di puntini rossi e fu di nuovo confusione generale; sotto le macerie la vibrazione della terra che ancora si assestava, i proiettili e le voci, tutto divenne ovattato tranne il dolore. La polvere si mischiò al sangue sporcandolo del tutto di rosso, grigio e nero. Un dolore cocente al braccio sinistro e alla spalla destra non gli impedirono di alzarsi a fatica, il dono degli asi lo aiutò creare piccoli cristalli di ghiaccio sul corpo per dar sollievo alle ferite e quando la polvere si diradò a torreggiare davanti agli uomini con le armi scariche vi era solo lui, un uomo di Asgardo in armatura fatta di sangue, lordura e brina coi pugni stretti in gelidi guanti elementali e gli occhi fiammeggianti.

    Uno dei soldati pressò ancora il dito sul grilletto, un sordo "click" ed un passo indietro furono la scintilla che accese il fuoco che costantemente bruciava tra le braci del cuore di Finn.

    ORA DI MORIRE!

    Più che un grido quello del barbaro fu un grugnito soffocato dall'aria piena di pulviscolo che gli si era attaccato in gola. In modo del tutto inaspettato uno dei soldati balzò in avanti brandendo un coltello dalla lama nera in parte seghettata; Finn guardò l'arma con sdegno e la sua mano destra, coperta dal ghiaccio, afferrò la lama rendendola innocua prima di colpire con un manrovescio il volto di colui che l'aveva attaccato mandandolo di colpo contro il muro alla sua sinistra e dando alle fiamme parte di ciò che indossava. Passò qualche breve attimo che servì ai soldati per passare dallo stupore al contrattacco.

    Il god warrior ne contò circa una dozzina, lame e bastoni neri con punte in grado di imbrigliare la forza del fulmine era ciò che brandivano con una certa precisione, dovette ammettere. Due volti coperti da passamontagna vennero afferrati del barbaro, un pugnale gli si conficcò nel fianco e un altro nella spalla sinistra passando a malapena la barriera congelata che ricopriva le sue carni. Volarono pugni e calci, l'aria iniziò a riempirsi di fumo scuro e nero per ogni fiammata che bruciava gli indumenti e la pelle dei nemici eppure Finn sentiva che qualcosa non andava in quegli uomini, combattevano con un'oncia di maestria ciò gli era dovuto ma quel che più lo tenne sulla difensiva fu il fatto che emettevano qualcosa di simile all'energia che gli altri guerrieri incontrati chiamavano "cosmo" solo meno potente e...fondamentalmente diverso, spiacevole alla percezione.

    Si rialzavano, dopo pugni dalla forza di un maglio infuocato e calci che avrebbero steso un cavallo quei bastardi scrocchiavano il collo, sputavano sangue e si rialzavano, con il fumo che si addensava sempre di più ora i soldati sembravano più ombre che umani e dietro di loro si riparavano e si nascondevano quelli con addosso i lunghi camici bianchi. Forse distratto proprio da quegli ultimi Finn venne colpito più e più volte da una gragnola di colpi al volto, al torace, alle mani; nella confusione generale uno dei soldati finì tra le grinfie del guerriero, che ora si agitava come una bestia accerchiata e pungolata da più domatori, lo alzò di peso ignorando più colpi ai fianchi e, dandogli fuoco, lo lanciò addosso ad altri due. In quel momento le grida di coloro che stavano andando a fuoco coprirono i suoni della baruffa. Un'altro venne colpito in pieno petto, vomitò sangue scuro sul braccio di Finn il quale, per essere sicuro che non si rialzasse gli riservò la cortesia di colpirlo sull'elmetto una,due, tre volte fin quando il "Crack" della testa che si incassava sulle spalle distorcendo il collo come un ramo bagnato non annunciò la morte.

    Il fiato corto, il costante suono di un allarme, le grida...tutto confondeva sempre più il barbaro che girava su se stesso in cerca di altri nemici da afferrare e mandare tra le fredde lande di Hel. Altri due soldati incontrarono i pugni del barbaro fin quando uno solo, malconcio e spaventato non iniziò ad indietreggiare mentre il god warrior, ridotto ad un ammasso di carne sanguinolenta, non gli si avvicinava zoppicante e terribile col volto simile ad una polpetta. Il soldato inciampò sfuggendo per un attimo alle mani del barbaro che dovette chinarsi per afferrarlo e alzarlo tenendolo per il collo nell'atto di strozzarlo; le dita guantate non raggiungevano il volto di Finn e si agitavano con deboli pugni sui gomiti del guerriero, questi rantolò qualcosa nella sua lingua, il soldato non comprese e continuò ad agitare le gambe infine Thorfin si sforzò per parlare:

    Quando aggredisci un lupo... Esordì ...anche se indifeso, assicurati di ucciderlo prima di portarlo a casa.

    La presa divenne molle per un attimo, anche il soldato si sentì stranamente più tranquillo ma poi con rinnovata forza e violenza il cavaliere di Asgard tirò indietro la testa e ululò

    CREPA!

    La prima testata schiacciò le ossa del volto del soldato frantumando il naso in schegge che schizzarono al cervello, un suono sordo fece da preludio alla seconda testata che fece volare via l'elmetto della vittima in un tripudio di goccioline rosse ed infine la terza non colpì altro che la faccia spappolata di un morto prima che eso venisse lasciato cadere a terra con un sordo tonfo.

    Gli ci volle un minuto buono per riprendersi, e quando Thorfinn capì di non potersi fermare a riposare mosse i passi zoppi e lenti verso gli uomini col camice.



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    Nome:Thorfinn Thorsson
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    Status: Fiato corto
    Energia: Blu
    Rapporto danni: Messo male male male
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    Oh le mazzate, le mazzate, festa delle mazzate!
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    Frostfire armor ~ ♦ Il guerriero crea intorno a sè stesso una emanazione di cosmo gelido coadiuvato da un'aura di fuoco che lo ricopre da capo a piedi, come una seconda armatura molto resistente la quale resterà concentrata sul corpo così da parare i colpi nemici concentrando gran parte del cosmo impiegato per la difesa nel punto in cui il colpo è indirizzato, l'armatura di ghiaccio ed il cosmo dalle peculiarità brucianti tenderanno non solo a difendere il caster da attacchi fisico-cosmici ed elementali ma anche a rallentare eventuali offensive dirette creando, in un'area di due metri (2m.) attorno ad egli una coltre gelida che tenderà a congelare qualsiasi cosa vi entri dentro, il tutto lasciando al cavaliere la totale mobilità. In caso di attacchi fisici invece l'aura di fiamme andrà a bruciare il corpo che andrà incontro alla difesa innalzata.
    (Il rallentamento è vincolato al divario energetico che vi sarà tra difesa e offesa)


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    Un altro potente boato squassa ogni cosa, percepisci finalmente una quantità immensa di energia cosmica, simile a quella percepita nella battaglia di Asgard contro le forze della Corruzione.
    Dura pochissimi istanti, ma basta per farti riprendere a causa dell'enorme pressione.
    Gli scienziati sono lì, tremanti con le mani alzate, che blaterano qualcosa in tedesco.
    All'inizio fai fatica a comprenderlo, poi sembri ricordarti di quella lingua.

    D'un tratto ti trovi catapultato altrove.
    Sei con la robe indossata e ti stai facendo strada tra soldati simili a quelli appena abbattuti, ma con un equipaggiamento antiquato.
    Sei alle pendici di un paesino collinare, dietro di te dei soldati parlano francese ed inglese e si occupano degli ostaggi che riesci a strappare dalle mani del nemico.
    Riesci a vedere il villaggio a poche centinaia di metri ed al suo centro un'oscura energia abbraccia ogni cosa...



    Ti ritrovi nuovamente nel laboratorio, risvegliato dalla tua visione dal blaterare degli scienziati che chiedono pietà...




    A te :zizi:
    Puoi recuperare facilmente la tua robe :zizi:


     
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