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Union Pacific 844.
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Union Pacific 844narrato - "parlato" - "parlato creatura" - flashback
"E corre, corre, corre, la locomotiva.
E corre, corre, e sembra quasi cosa viva."SPOILER (clicca per visualizzare)
Ma di botto il moto selvaggio e polveroso del macchinario s'interrompe: il destino ha messo il bastone tra le ruote dentate della secolare carriera del mezzo, vero pezzo da museo che ora, anziché terminare i propri giorni nelle assonnate sale di un'esposizione sul vecchio west, finisce in modo molto meno glorioso.
S'inarca come un cavallo imbizzarrito, lascia le rotaie per nuotare a mezz'aria in un istante congelato nel tempo e poi, con un fracasso da fine del mondo, si schianta sul suolo vetusto e roso dal sole per finire strisciando centinaia di metri più oltre, ridotta alla sola fusoliera metallica.
Quando il tuo mezzo la raggiunge vi trova fumo, calore, e gli ultimi rantoli delle parti metalliche più restie a riposare in pace.
In mezzo a tutto questo si sente una voce.
Parla inglese, ma con un accento gutturale: l'uomo non è di quelle parti. Ed è spaventato.
"Il carbone, il carbone! Mi sentite? C'è nessuno? Боже мой, chiunque tu sia, stai attento al carbone!"
Chi urla è un contadino slavo in abiti stazzonati e strappati, un vecchio berrettaccio da ferroviere fuori epoca, la faccia sporca e semi-coperta da una gran zazzera di capelli bianchi pieni di fuliggine. Gli occhi spiritati bucano tutto quello sporco e ti si piantano in faccia, in un muto avvertimento...
Dallo spazio dietro la caldaia, un sacco di carbone cade a terra a dieci metri da te. Ma non è proprio caduto: è come se fosse saltato giù da solo.
E' sdrucito su un lato e pezzi del nero combustibile ne escono, animati da vita propria.
Come anatroccoli dietro alla mamma, marciano in fila per qualche metro, poi si fermano. Si raddrizzano. E in un baleno, così veloci che quasi ti sfugge ciò che fanno, si riuniscono in una creatura unica, una gran massa che si raddrizza, si piega e prende forma -e dimensione- umana.
I lineamenti di tale creatura sono dapprima molto abbozzati, come un burattino di pongo costruito da un bimbo in età da asilo, ma ben presto divengono fini abbastanza da far riconoscere un volto. Le braccia sono delle giuste proporzioni, ma si allungano e si accorciano come attraversate da un curioso galvanismo.
Dove... sono? Dove mi trovo? E' questo ancora il Sole che bacia la Terra? Perché mi trovo di nuovo qui? Cosa c'è ancora che Ferruko di Poison Ivy può ancora dare alla causa?
Poi la creatura si ferma: il viso rudimentale è voltato verso di te.
"Tu sei colui che mi ha richiamato? Oh, no... non tu... sento un potere che mi lega a queste fattezze non posso pensare... non possoooooooooohhhhhhhhhh...
Delira, non gli escono più parole di senso compiuto.
Poi, senza un apparente motivo, diventa rabbioso.
Allunga di scatto le braccia, divenute fruste, e ti sferra un colpo da ciascun lato: il braccio destro spazza il suolo all'altezza delle tue caviglie, il sinistro trancia l'aria per colpirti alla spalla destra.
Pg: evocazione non-morta
Energia: gialla
Stato fisico: --
Stato psicologico: --
Armatura: non ne indossa, ma la materia nera di cui è fatta l'evocazione è dura in superficie come se fosse una corazza di livello 4
Abilità:
Oscurità; illusioni mentali
Note:
scusa intanto per l'autoconclusività di alcune parti, ma così arriviamo subito al dunque.
Non combatterai contro Chernobog, ma contro lo spirito di un Eletto di Gea morto, da lui evocato e imprigionato in un corpo transitorio di tenebra. A prescindere da quali fossero le sue abilità in vita, ora ha le due che ti ho scritto sopra. Buon divertimento. -
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Union Pacific 844.
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Union Pacific 844narrato - "parlato" - "parlato creatura" - flashback
La tua rapidità riesce a cogliere di sorpresa l'avversario. Riesce appena a ruotare sul piede sinistro per offrire solo quel fianco come bersaglio, ma non riesce interamente nella manovra e lo colpisci, non in pieno ma neppure di striscio. Accusa il colpo e cade sul sedere, sbuffando una nuvoletta di carbone in polvere dalla bocca. Alza le braccia, come in segno di resa (nota che impugni pur sempre una mazza chiodata, e anche se sei diventato una specie di rettile capisce che sei in grado di servirtene.
In realtà, le braccia non chiedono grazia: dalle mani protese infatti partono due nugoli di pallini piccolissimi, che si allargano proprio come le rose di spari a pallettoni. Sono dirette verso la parte alta del tuo corpo. I pallini sono almeno cinquanta per mano e se ti colpiranno, oltre al danno dato dal cosmo oscuro, cercheranno di influenzare la tua mente con orride illusioni.
In esse cominceresti a sentirti intorpidito, e a tremare di freddo. Poi calerebbe una notte innaturale sui tuoi nervi ottici, facendoti credere di essere al buio. Una paura devastante ti coglierebbe, rischiando di compromettere il tuo equilibrio mentale.
Pg: evocazione non-morta
Energia: gialla
Stato fisico: --
Stato psicologico: --
Armatura: non ne indossa, ma la materia nera di cui è fatta l'evocazione è dura in superficie come se fosse una corazza di livello 4
Abilità:
Oscurità; illusioni mentali
Note:
I pallini, per ottenere pieno effetto, dovrebbero colpirti tutti. L'attacco è quindi cumulativo: descrivi in quale misura ti colpisce, tenendo presente che il pieno effetto è: freddo, panico acuto, mancanza di equilibrio dovuto alla cecità, (quindi incapacità di vedere), disturbi psichici come nevrosi, ansia, e tutto il peggio che ti viene in mente - fino all'abbandono del duello per la troppa paura e forse uno stadio di demenza.
Da 0, fino a lì, vediamo come reagisci all'attacco, in relazione a quanto ti ha colpito.
Tieni presente che discorsi tipo "reagisco alla paura perché sono ipercazzuto/un rettile selvaggio/pazzo da legare e perciò menefreghista non reggono: la tua psiche funziona proprio come quella di tutti gli altri ed è suscettibile ad attacchi di questo genere, a meno che tu non disponga di difese adeguate (e le tue abilità non te le consentono )
Edited by 'Azz! - 14/6/2015, 05:53. -
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Union Pacific 844.
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Edited by B.F.G. - 22/6/2015, 03:03. -
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Union Pacific 844narrato - "parlato" - "parlato creatura" - flashback
Un attacco a base di illusioni mentali ha sempre sgradevoli strascichi: chi resiste ad esso grazie a immani sforzi per rimanere ancorato alla realtà subisce inevitabilmente uno stress nervoso che ne altera le percezioni, il rapporto con il mondo sensibile, e non di rado lo conduce alla morte dopo poco tempo per via di infezioni al sistema nervoso stesso.
In attesa di sapere se sarebbe scampato a quest'ultima sorte, lo Utahraptor si butta anima e corpo contro il nero avversario, forse incapace di azioni più complesse di una carica grezza ma devastante.
Essa non può essere precisa come lo sarebbe se sferrata da qualcuno nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali: eppure l'impeto non risente di ciò, e la testa di raptor deflagra di poco alla destra dell'obiettivo; non abbastanza lontano perché l'esplosione lasci illeso il demone di carbone, che tentava allora di rialzarsi dalla posizione seduta dalla quale aveva attaccato.
Viene sbalzato via: e il suo corpo si piega, quasi prossimo alla rottura, secondo angolazioni impossibili. Le membra disarticolate ci mettono un po' a rimettersi in sesto abbastanza da poter nuocere di nuovo.
Ssshhhhhhhrrrr.... morirai per questo. Non sei in gamba come pensi, lucertola!
Dalla rabbia che sputa assieme alle parole, si direbbe più animale che creatura antropomorfa. E infatti, per non perdere tempo a raddrizzarsi, cambia assetto: ora si muove su quattro zampe simili, e dalla spina dorsale adattata alla nuova forma quadrupede parte una coda bifida che frusta il terreno, alzando polvere. La testa stessa è allungata come quella di un enorme topo nero. Baffi duri come lame saettano nell'aria, protesi a captare ogni più piccolo segnale. Le orecchie fremono. Per qualche ragione è cieco sotto la luce del sole, ma i suoi sensi sono come radar.
Rrahhhhaaahhh!
E' tutto ciò che può dire, ormai: la conformazione del muso non gli permette l'accesso ad un vocabolario più ampio di così. Ma se il linguaggio è perduto, si può notare come la capacità di emulare gli esseri umani sia rimasta, se non nella forma almeno nei comportamenti: si slancia in avanti come ha fatto il suo opponente poco prima, trascinandosi dietro una specie di alone di pulviscolo nero e incubi. Cerca di mordere, alle caviglie o al basso ventre.
Pg: evocazione non-morta
Energia: gialla
Stato fisico: danneggiato, ma ancora in grado di muoversi. Ha cambiato conformazione e non è più antropomorfo, ma ha la forma di un ratto con due code.
Stato psicologico: --
Armatura: non ne indossa, ma la materia nera di cui è fatta l'evocazione è dura in superficie come se fosse una corazza di livello 4
Abilità:
Oscurità; illusioni mentali
Note:
L'attacco è una carica che, se andasse a buon fine, culminerebbe con lui che ti sbrana. I morsi (le ferite in generale che può infliggerti) portano il dolore delle ferite da oscurità, più illusioni del tipo: febbre, freddo come quello che si ha come con una forte influenza... tranne che in questo caso l'effetto è quello della peste bubbonica (di qui la forma a topone).. -
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Union Pacific 844.
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Union Pacific 844narrato - "parlato" - "parlato creatura" - flashback
Già debilitato, il topo accusa. Eccome.
La testa gli si apre, il Nero in essa contenuta sibila fuori come una scorreggia troppo a lungo tenuta, e pian piano lo stesso cranio comincia ad evaporare... no, a disgregarsi. E in conseguenza di ciò, la mandibola si apre e il suo attacco si interrompe.
Tutta la sua grottesca forma si ritira, si accovaccia, e poi trema e perde consistenza. Chiunque l'abbia messa sul tuo cammino, non deve ancora padroneggiare le arti evocative perché questo essere è durato piuttosto poco.
Poco alla volta, il "carbone" si sbriciola. Ma non rimane inerte a lungo.
In un mulinello nero, vortica poco più in là e all'interno del mulinello puoi distinguere un volto. Appena accennato, ma c'è.
"Non sei stato tu a chiamarmi indietro, lo so. E' stato il... il.... ooh, la mia testa...
Vuole che tu vada ad incontrarlo. Non sarà solo, dice... scusami... vai a Nord... più di così non riesco. Io, finalmente... torno dall'altra parte... sono debole e non volevo venire... ma... così era previsto. Era necessario. Così ha voluto la Grande Madre Gea."
Si capisce che non ne ha per molto. Ma prima di scomparire chissà dove, lo spirito, costretto a palesarsi in un mondo cui non più appartiene e infilato di forza in una mostruosa apparizione, ti dice il suo nome e ti lascia un messaggio.
"Ricorda solo che Ferruko di Poison Ivy non voleva farti del male. Mi ci ha costretta lui"
e sparisce. La polvere nera che ha animato finora, invece, si deposita al suolo componendo una scritta:
POLO NORD FINE MONDO TEMPIO DELLE TENEBRE CHERNOBOG
Che sia un velato accenno a ciò che ti venne detto Messico? Com'era che faceva quella filastrocca?....
Così, en passant, noti che del macchinista non v'è più traccia.
Dannati russi: mai, MAI fidarsi.
Pg: evocazione non-morta
Energia: gialla
Stato fisico: disgregato: rimane solo un po' di polvere nera, che NON è carbone
Stato psicologico: libero
Armatura:
Abilità:
Oscurità; illusioni mentali
Note:
post conclusivo.