#L'ultima lezione

- Up Liv.8 - Utente: Drake - Tester: Gaz/Phos

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    # L'ultima Lezione
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    Era un invito.
    Un invito che venne recapitato alla II casa proprio per Bartholomeo.

    "Caro Bart,

    mi trovo in Jamir ed ho bisogno del tuo supporto per una missione che mi venne affidata da Gaz prima della sua dipartita. In seguito allo scontro con Ares la tua armatura ha perso il suo spirito vitale e l'immenso cosmo di cui disponi non permette semplicemente al custode della Prima Casa di ripararla. Bisogna riforgiare nuovamente l'Anima di quell'Armatura.

    Per queste ragioni ti chiedo di recarti in Jamir dove io e Ys ti attendiamo.

    Anita, Gold Saint di Cancer."


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    Status Psicologico:
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    Benissimo Drake, di che ci avevi quasi rinunciato. Direi che è il momento di portare la tua armatura al Grado 8 no? La quest non la farò da solo ma con l'aiuto di Phosporos al quale Anita dovrà trasmettere l'ultimo insegnamento del suo Maestro. Primo giro di post dove comincia Drake, poi risponde Phos che ti 'accoglie' alla torre dello Jamir e poi arrivo io con Anita. Io farò comunque da supervisore e vi darò alcuni incipt ma la quest nel suo complesso la farò fare al Montone. Ovviamente essendo una quest di alto livello la mia presenza è ovvia anche se resta comunque lui il riparatore di armature ed è giusto che sia Ys a modellare la nuova armatura del Toro <3
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    Cancer, forse uno dei maggiori esponenti di questo tipo di poteri, Anita dispone di capacità psichiche al di fuori della norma, seconde forse solo ad Aries: attraverso il suo immenso potere mentale, è in grado di comunicare mentalmente con ogni essere vivente che sta nel suo campo percettivo, oppure senza limitazioni di sorta con una persona da lei conosciuta, trascendendo di fatto lo spazio. Di pari passo con questa facoltà vi è da aggiungere le sue doti psicocinetiche. Grazie al potere della mente è in grado di sollecitare la materia come meglio desidera, arrivando a muovere sia un atomo che una montagna con lo stesso sforzo e non accusando la minima stanchezza. Le sue facoltà psichiche sono immense e non vi è limitazione di sorta se non la sua fantasia.

    Sekishiki
    Probabilmente questo è il vanto stesso di Cancer, ovvero la capacità di interagire con lo spirito e con le anime dannate. Il ruolo di cancer è quello di guardiano dello Yomotsu Hirasaka e grazie a questo ruolo può spostarsi istantaneamente dal mondo dei vivi a quello dei morti senza alcuno sforzo - tale capacità non è da considerarsi utilizzabile in duello. Il suo interagire con lo spirito è diverso da quello di Virgo in quanto non agisce in maniera sottile ma lo usa come una vera e propria arma di distruzione. Cosa può fare Anita dunque? Strappare l'anima da un corpo, distruggerla, incendiarla e tutto ciò che le passa per la mente. Legato a ciò vi è anche la capacità di vedere e percepire le anime presenti nell'ambiente circostante e interagire con loro. Il profondo legame di questo Saint con il mondo dei morti è tale da permetterle tutto ciò e molto altro, infatti gli è anche possibile richiamarli dal mondo dei morti, o spedire entità indesiderate nello Yomotsu.

    Fuoco Fatuo
    Anita è anche in grado di dar vita ad un fenomeno molto particolare che viene definito generalmente 'fuoco fatuo'. Tale capacità consiste essenzialmente nel riuscire a generare delle fiamme che hanno capacità molto particolari. Esse non emettono calore, esse non sciolgono il ghiaccio ma attaccano direttamente l'anima del bersaglio. Si tratta di una manifestazione molto particolare del suo potere spirituale che sono in grado di incendiare e dare fuoco a qualsiasi cosa abbia un'anima; che si tratti di aberrazioni, esseri viventi, evocazioni o attacchi di natura spirituale non ha importanza - ovviamente i costrutti non avendo un'anima non subiscono gli effetti di una simile offensiva.
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    L'ultima lezione


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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Bambini

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    Mmm…

    Seduto su una sedia, lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi fissi in nessun punto in particolare, le labbra corrucciate e l’espressione pensierosa. Qualche mugugno qua e là, come se una profonda discussione si stesse consumando all’interno della sua mente, estraniandolo da quel mondo che tanto amava.
    Due manine paffutelle erano intente a picchiettargli il viso, tutte goffe, impacciate ma decise nel loro intento. Le piccole dita si aggrappavano felicemente ai bianchissimi baffoni di Bart, tirandoli in ogni direzione e distruggendone la proverbiale perfezione. Il piccolo Andrea, uno dei pargoli più giovani di quella fantastica famiglia allargata, non accennava minimamente a desistere dal suo intento. Avrebbe a tutti i costi coinvolto il padre adottivo nel suo gioco, senza nessun diritto di replica.

    Dai papààà!
    Giocaaa!!!


    Un’altra bella tirata di baffi e Bart spostò la sua espressione pensierosa da destra a sinistra, facendo oscillare il bambino aggrappato ai baffi nella stessa direzione.

    Mmm…

    Un altro mugugno in apparenza senza senso, ma sempre più strano su quel faccione mai triste del gigante. Poi, improvvisamente, un vigoroso movimento di assenso con la testa. Su e giù, su e giù, con Andrea appeso che oscillava ridendo come un matto.

    Bart, stai attento mamma mia!
    Se continui così rischi di farlo cadere.


    Elena, la dolce Elena (no, purtroppo ancora niente love story a lieto fine per loro due), prese il bambino in braccio e se lo appoggiò al petto cullandolo con delicatezza. Merito forse dell’istinto materno o del senso di tranquillità e sicurezza che la ragazza infondeva, ma il pargolo si chetò immediatamente dimenticando l’eccitazione giocosa del fare Tarzan appeso ai baffi di Bart. Andrea si strinse alla maglia di Elena e chiuse gli occhietti tutto beato e spensierato. Abbassando il tono di voce, la ragazza si rivolse direttamente all’omone.

    Senti, ma cos’hai oggi?
    Sei strano…


    Bart si ridestò di colpo da quel suo torpore pensieroso, scuotendo la testa per tornare finalmente alla realtà. Aveva le guance tutte arrossate dagli schiaffetti che Andrea gli aveva dato e i baffi erano sparpagliati in ogni direzione sul suo volto. A prima vista sembrava appena uscito dalla centrifuga di una lavatrice, così scompigliato e insolitamente stranito.

    Oh oh, hai ragione Ele!
    Perdonami.


    Si alzò dalla sedia, sovrastando tutto e tutti, e avvolse la ragazza e il piccolo Andrea in un abbraccio caldo e sicuro. Finalmente un sorriso sincero apparve sul suo volto, rallegrando la giornata e scaldando il cuore di Elena. Le guance della giovane si arrossarono per quel sentimento tanto palese quanto gelosamente tenuto in disparte, limitando a stringersi a lui senza troppi pensieri. Sì, la loro vita era ancora bellissima nonostante l’Armageddon, ma la terribile realtà in cui vivevano aveva ridimensionato ogni sentimento. A quei tempi, ancor più di prima, ogni missione fuori dal Santuario poteva avere conseguenze fatali; persino per un cavaliere d’oro come Bart. Allo stesso modo, lasciare la famiglia da sola, seppur protetta, provocava nell’uomo un senso di paura e di vuoto mai provati prima. Dopo gli scontri al Grande Tempio per difendere migliaia d’innocenti, Bart aveva capito quanto fosse fragile la vita umana.
    E la lettera ricevuta poco prima l’aveva ulteriormente preoccupato.
    Elena alzò lo sguardo e lo fissò dritto negli occhi con determinazione, ormai così in sintonia con lui da leggergli i pensieri in un istante.

    Devi andare, vero?

    Una breve pausa, impercettibile a chiunque tranne che a Bart. Una pausa che voleva dire tutto.
    Non andare. Stai con noi. Vai perché è giusto così. Vai ma torna sano e salvo. Ti amo. Non potrei mai vivere senza di te.
    Tanti pensieri che rimasero tali nella mente di Elena, perfettamente conscia della scelta di vita che aveva fatto seguendo quel matto di Bartolomeo.

    Forza Bart, cosa stai aspettando?
    Noi staremo bene e lo sai.
    Piuttosto fai attenzione e torna il prima possibile.


    Il cavaliere strinse l’abbraccio ancora di più, tanto che Andrea mugugnò nel sonno stretto tra i due corpi. Non sapeva cosa dire; quante volte aveva dovuto lasciare i suoi cari per andare ad affrontare a testa bassa un pericolo sconosciuto? Ormai doveva esserci abituato, ma si rendeva conto che ogni distacco era sempre più doloroso.

    Bartlomeo del Toro.
    Custode della Seconda Casa.
    Basileis del Grande Tempio.
    Fila a fare il tuo dovere.


    Ed ecco come far rinascere un uomo. Ecco come strappare dalle tenebre anche il cuore più rabbuiato. Lei era così, limpida e sincera, una colonna portante della vita di quel gigante tanto buono, tanto forte, quanto fragile. Era davvero la madre di tutti, persino dell’ormai grandicello Bart.

    E questa volta evita di fare a pugni con gli Dei, mi raccomando.
    Ih ih, e usa quella dannata armatura una buona volta.
    Smettila di lucidarla e basta!


    Sì, ok. Forse c’è da chiarire qualche punto.
    Era vero. Bart, qualche tempo prima, aveva letteralmente fatto a pugni con il Dio della guerra Ares. Tragico incidente più che altro dettato dalle tenebre che avevano plasmato la divinità, ma anche frutto di quella sana follia propria del cavaliere della seconda casa. Effettivamente il gigante rimuginava troppo sulle conseguenze ancor prima di trovarsi di fronte al pericolo, dimenticandosi però della razionalità una volta di fronte al reale problema.
    A chi mai potrebbe venire in mente di fare a botte con il Dio della guerra se non a quel folle cavaliere del Toro?
    Ma soprattutto, avete mai visto un cavaliere lucidare la propria armatura con i prodotti per l’argenteria di casa?
    Ecco, sì, altro punto da chiarire. Nello scontro con Ares l’armatura del Toro aveva subito ingenti danni. Bart non aveva ancor ben capito tutte le storie sull’anima delle cloth, del legame che s’instaura con i possessori presenti e passati, e tutto il resto. Non aveva mai badato a queste cose “filosofiche” più tipiche del biondo amico Daya. Dopo aver subito quella sonora batosta dalla divinità, però, il cavaliere aveva percepito che qualcosa era cambiato nella sua armatura. Era strano essere così consapevoli di un legame cui non si era mai pensato razionalmente, ma era una sensazione che aveva profondamente toccato l’animo puro di Bart. Una sofferenza tutt’altro che fisica ma altrettanto dolorosa. Era come sentire e condividere il pianto di una persona in difficoltà che non si sa come aiutare.
    Proprio per questo Bart aveva deciso di lucidare la cloth.
    Avete capito bene: lucidare. Rispolverando quei pochi residui di civiltà pre-Armageddon, il cavaliere aveva trovato tra le cianfrusaglie uno di quei prodotti usati per ridar luce all’argenteria di casa. Con ottimi propositi aveva passato con uno straccio tutti i pezzi della sacra armatura, forgiata nel nome di Atena come arma contro il male supremo, alla stregua di preziosissimi portafrutta da sfoggiare in vetrina.
    Perdonatelo, povero Bart, ogni tanto è così ingenuo e spontaneo da rasentare la realtà. L’impegno, però, ce l’aveva messo di sicuro. D’altro canto, non sapeva cos’altro fare. Avrebbe dovuto parlare con la cloth e chiederle come stava? Probabilmente si, ma non diteglielo perché potrebbe dare di matto scoprendo quanto può essere senziente l’anima di un’armatura.

    I-io non lucido nessuna armatura e di certo non faccio a pugni con il Dio della guerra in persona.
    Cioè, beh, insomma: ha cominciato prima lui!
    Oh oh oh!


    Ecco finalmente. Bart era uscito da quel suo momento di totale alienazione, soverchiando le preoccupazioni con la sua proverbiale risata profonda e contagiosa. Sciolse il suo poderoso abbraccio che avvolgeva Elena e Andrea – ancora addormentato come se nulla fosse successo – e rivolse alla ragazza il suo sguardo sicuro.

    Hai ragione Ele, devo andare.
    Anita e Ys mi stanno aspettando in Jamir.
    Questa volta non farò stupidate, te lo prometto.


    Le posò una mano dietro il collo e la baciò sulla fronte. Lei arrossì ma immediatamente si voltò dall’altra parte per nascondere prontamente l’emozione.

    Lo spero bene.

    Forza bambini, salutate vostro padre!


    Ed ecco scatenarsi una delle più grandi potenze a disposizione del Grande Tempio: la masnada dei pargoli di Bart. In massa gli saltarono addosso come un fiume in piena, costringendolo a inginocchiarsi per baciare e salutare tutti.

    Waaa, ciao papaààà!
    Ma dove vai?
    Non ci porti con te?


    Beata innocenza. E Bartolomeo avrebbe dato la vita senza pensarci un solo istante per difendere quell’innocenza.

    Tranquilli figlioli, papà torna presto.
    Voi fate i bravi con Elena, mi raccomando!


    Si alzò lentamente per permettere a tutti i bambini di tornare al loro posto e andò a recuperare la sua stanca e ammaccata armatura custodita nello scrigno d’oro. Sistemò i candidi baffi con la solita cura ed era pronto a partire. Jeans e maglietta bianca colorata a mano dai disegni dei suoi figlioli; non avrebbe avuto bisogno di nient’altro. Un ultimo sguardo complice a Elena e il custode della seconda casa lasciò ancora una volta il Grande Tempio con quella preoccupazione per la sua famiglia che mai l’avrebbe abbandonato del tutto.

    A parte la posizione geografica, Bart non conosceva bene il luogo in cui si riparavano le armature. Aveva però piena fiducia nei due giovani cavalieri che l’avevano convocato: Anita e Ys. Giunto alla torre dello Jamir, abbandonò tutti i convenevoli per palesare la sua presenza ed esprimere la sua solarità travolgente.

    Eccomi ragazzi, sono arrivato!
    Oh oh oh!


    Agitò il braccio in aria in segno di saluto, sperando che qualcuno lo vedesse e si occupasse di quell’omone troppo sopra le righe per ricordarsi dell’etichetta in un luogo sacro come lo Jamir.

    Che dire? Bart era tornato.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Un po’ di background per riprendere in mano come si deve il mio caro Bart. Do volutamente più spazio al personaggio piuttosto che al viaggio verso lo Jamir. Quindi nulla, arrivo e mi faccio subito notare XD

    Condizioni:
    Preoccupato per la famiglia lasciata al GT, ma assolutamente pronto a tutto.

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    L'Ultima Lezione I


    Le giornate nello Jamir si susseguivano sempre uguali, da quando s'era scatenato l'Armageddon sulla Terra. Ogni giorno Ys doveva curarsi dei profughi ormai rifugiatisi nella vallata, del cibo, degli allevamenti e delle coltivazioni; i problemi contingenti avevano ormai la precedenza su tutto.
    Ogni tanto, nei momenti di pausa, il Gold Saint di Aries si rendeva conto di non ricordare quand'era stata l'ultima volta che era stato al Grande Tempio; o meglio, se lo ricordava: difficile dimenticare il giorno in cui aveva visto il volto di Atena. Solo, non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato da allora.
    E, in fondo, non aveva importanza.
    Era un giorno come tutti gli altri, quello: Ys si trovava nella Torre, intento a fare i preventivi sulle scorte alimentari. Quanto distribuire, quanto conservare, cose così. La sua normalità quotidiana, di quei tempi.

    °Un armadio con due baffi bianchi si sta avvicinando al ponte. Ha pure una Cloth sulle spalle... che faccio?°

    Il Gold Saint quasi sobbalzò all'udire il messaggio telepatico: Babel! Che diamine voleva? L'aveva mandata a far la guardia ai confini, quel giorno, e...
    ... Ci mise qualche secondo a connettere.

    ... Un armadio con due baffi bianchi, con una Cloth?

    Esisteva solo una persona corrispondente a una descrizione simile. Ys lo conosceva superficialmente - ad essere generosi -, ma... dubitava di sbagliare.
    Confuso, si alzò dalla sedia.

    °... Lascialo passare.°

    Incamminandosi verso la porta-finestra del piano che dava sull'ingresso alla valle, Ys si chiese pensoso per quale motivo il Gold Saint del Toro fosse giunto nello Jamir.
    Bartolomeo fu facile da individuare, anche da lontano e col suo tremendo Cosmo assopito: sì, era davvero lui. Il lemuriano non poté non pensare alla prima volta che lo conobbe, quando era ancora il Silver Saint di Ara e fu salvato dal Toro da una probabile morte per mano di un gruppo di Black Saint ostili. Per l'altro Saint lì presente, Perseus, non ci fu invece nulla da fare.
    Un triste ricordo.
    Accantonando simili memorie, Ys prese a scendere i piani della torre.
    Raggiunto il primo piano, il più basso ad avere un'uscita, udì il forte saluto del Custode della Seconda Casa; non poté non sorridere: era difficile fare i seriosi pure in giorni tanto grigi.
    Si palesò dunque sulla porta.

    «Benvenuto, Taurus.»

    Non aggiunse altro, ma saltò subito per ricadere sul terreno: non gli andava di parlare ad un ospite tanto distinto dall'alto verso il basso.
    Anche se così gli raggiungeva forse la cintola. Vabbé, la pancia.

    «Dimmi pure: come posso esserti d'aiuto?»

    Ys, l'Ariete Dorato
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    Nome Ys
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    Stato della Cloth Ottimale (non indossata)
    Condizioni Fisiche Illeso
    Condizioni Psichiche Tranquillo e contento

    Riassunto/Note Introduzione con nota di colore. Ho preferito lasciare che Ys non sia stato informato ancora da Anita per lasciare fare LO SPIEGONE a Gaz.

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    # L'ultima Lezione
    Post II



    «Non dirmi che per l'ennesima volta non sei stato informato Ys» esordì una voce femminile nota ad entrambi: Anita. La Gold Saint era arrivata poco dopo Bart e in tempo per godersi quelle prime battute tra i due Gold Saint. La Gold Saint di Cancer rimase un attimo ferma ad osservare i due uomini cosi diversi tra di loro.

    «L'ho chiamato io in Jamir in modo tale che TU possa forgiare nuovamente l'anima dell'Armatura del Toro. Fino ad ora hai riparato solo delle Cloth, rimettendole in sesto ma far rinascere l'Armatura di un Cavaliere d'Oro è una cosa ben diversa».

    Si fermò un istante prima di riprendere a parlare. «Dovete sapere che per poter riportare in vita le Sacre Armature D'oro è necessario ricercare nella storia da dove nacquero e nella fattispecie la Costellazione del Toro nasce da Nandi, il toro Bianco che cavalcava Shiva».

    Poi sorridendo e allontanandosi dai due «Chiaro no? O mi portate qualcosa appartenuto a Nandi o fate in modo che quell'Armatura entri in contatto col Toro Bianco»

    Facile no? A detta sua almeno.

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    Riassunto Azioni

    Status Fisico:
    Status Psicologico:
    Status Cloth:

    Da questo momento Phos, dovrai fare una quest dove l'unica indicazione è appunto: Nandi. Il toro bianco che era cavalcatura di Shiva. Decidi te se fare in modo che Ys accompagni Bart o meno ma trova un modo plausibile affinché avvenga questo incontro, nel caso ci sentiamo su FB per i dettagli. Ora riprendete pure il giro.
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    Cancer, forse uno dei maggiori esponenti di questo tipo di poteri, Anita dispone di capacità psichiche al di fuori della norma, seconde forse solo ad Aries: attraverso il suo immenso potere mentale, è in grado di comunicare mentalmente con ogni essere vivente che sta nel suo campo percettivo, oppure senza limitazioni di sorta con una persona da lei conosciuta, trascendendo di fatto lo spazio. Di pari passo con questa facoltà vi è da aggiungere le sue doti psicocinetiche. Grazie al potere della mente è in grado di sollecitare la materia come meglio desidera, arrivando a muovere sia un atomo che una montagna con lo stesso sforzo e non accusando la minima stanchezza. Le sue facoltà psichiche sono immense e non vi è limitazione di sorta se non la sua fantasia.

    Sekishiki
    Probabilmente questo è il vanto stesso di Cancer, ovvero la capacità di interagire con lo spirito e con le anime dannate. Il ruolo di cancer è quello di guardiano dello Yomotsu Hirasaka e grazie a questo ruolo può spostarsi istantaneamente dal mondo dei vivi a quello dei morti senza alcuno sforzo - tale capacità non è da considerarsi utilizzabile in duello. Il suo interagire con lo spirito è diverso da quello di Virgo in quanto non agisce in maniera sottile ma lo usa come una vera e propria arma di distruzione. Cosa può fare Anita dunque? Strappare l'anima da un corpo, distruggerla, incendiarla e tutto ciò che le passa per la mente. Legato a ciò vi è anche la capacità di vedere e percepire le anime presenti nell'ambiente circostante e interagire con loro. Il profondo legame di questo Saint con il mondo dei morti è tale da permetterle tutto ciò e molto altro, infatti gli è anche possibile richiamarli dal mondo dei morti, o spedire entità indesiderate nello Yomotsu.

    Fuoco Fatuo
    Anita è anche in grado di dar vita ad un fenomeno molto particolare che viene definito generalmente 'fuoco fatuo'. Tale capacità consiste essenzialmente nel riuscire a generare delle fiamme che hanno capacità molto particolari. Esse non emettono calore, esse non sciolgono il ghiaccio ma attaccano direttamente l'anima del bersaglio. Si tratta di una manifestazione molto particolare del suo potere spirituale che sono in grado di incendiare e dare fuoco a qualsiasi cosa abbia un'anima; che si tratti di aberrazioni, esseri viventi, evocazioni o attacchi di natura spirituale non ha importanza - ovviamente i costrutti non avendo un'anima non subiscono gli effetti di una simile offensiva.
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    L'Ultima Lezione II



    L'apparizione di Anita colse Ys di sorpresa, tanto da portarlo a voltarsi verso l'amica e collega ignorando Bart a cui pure un istante prima aveva gentilmente posto una domanda.
    Il motivo fu intuibile subito agli altri due Saint: appena non udì la ragazza parlare, il lemuriano si fece terreo in volto, e sibilò evidentemente d'istinto:

    «... Quelle dannate capre!»

    Che c'entrassero le capre con la sua corrispondenza riservata, evitarono di chiederglielo. Nel frattempo il Saint dell'Ariete, tornato in se', serrò la bocca con evidente imbarazzo, e rimase in silenzio ad ascoltare Anita.
    E fu una bella sorpresa.

    ... Riparare una Gold Cloth?!

    Ys posò allora gli occhi sul Pandora Box del Toro, saldo sulle spalle di Bartolomeo. Si era dunque distrutto?

    Assurdo... Una GOLD CLOTH distrutta?!? Avevo sentito che Taurus aveva avuto un difficile scontro quel giorno, ma...

    Anita non gli diede il tempo per elaborare: dopo una breve pausa, la ragazza proseguì infatti con le sue spiegazioni.

    «... Nandi?»

    La cosa lo lasciò basito: esisteva davvero? D'accordo, da sempre aveva dato per scontato che esistessero gli dei Olimpi, quelli Germani e così via, ognuno coi propri Sacri Guerrieri, ma... Beh, non aveva mai pensato che potessero esistere anche animali.
    Tutto d'un tratto, si scoprì curioso di sapere se Atena magari teneva una civetta sacra da qualche parte.
    Avrebbe soddisfatto la sua curiosità un'altra volta: Anita li aveva salutati, lasciandoli soli in quel compito.
    Trattenendo un sospiro sconsolato, Ys si volse verso Bartolomeo, e gli sorrise debolmente.

    «Permettimi di offrirti del te' in biblioteca, Taurus: a quanto pare ci sarà da ricercare, e... Oh, se solo non si fossero intromesse quelle dannate capre

    Con un moto di stizza che faceva ben trapelare il suo nervosismo, Ys guidò allora Bartolomeo nella Torre, e giunti al piano richiesto - l'area di Religioni Orientali della biblioteca - gli fece portare dai suoi assistenti lemuriani un tavolo, una sedia e un servizio di te' con teiera piena di darjeeling.
    Dopodiché, gli posò accanto una lettera in carta intestata del Grande Tempio.... in brandelli. Con evidenti segni di morsi.

    «... Ecco. Non so se sia questa o un'altra la lettera di Anita, ma ultimamente fin troppe lettere stanno facendo questa fine. Qui in Jamir abbiamo ospitato praticamente tutte le capre messe in salvo dai pastori, col risultato che ce ne sono troppe. Il punto è che abbiamo pure chiesto NOI di usare lettere e non messaggeri: l'ultimo aveva perso la memoria dopo l'attacco d'un montone che l'aveva fatto precipitare giù per una scarpata... Di contro, il gregge non si avventa sui pastori -- i quali OGNI TANTO riescono a portarmi le lettere integre.»

    Pareva proprio che lo Jamir - come forse tutte le enclave - stesse soffrendo di problemi di sovraffollamento umano e animale.
    Sospirando, Ys lasciò il Toro libero di godersi il suo te', e s'addentrò tra gli scaffali di religione hindu. Dopo un pò, tornò al tavolo con una pila di libroni, e li aprì uno dopo l'altro in modo che anche Bartolomeo vedesse.

    «Nandi è il toro sacro di Shiva, e questo già lo sapevo.» osservò Ys dopo le prime letture «Le sue quattro zampe simboleggiano la Verità, la Rettitudine, la Pace e l'Amore... A causa di uno sgarbo fatto a Parvati, deve offrire a Ganesha dell'erba verde durante il Vinayaka Chaturthi, il quarto giorno dopo la luna nuova del mese di Bhadrapada. Vuol dire» aggiunse, rivolto a Bartolomeo «in un giorno tra il 23 Agosto e il 23 Settembre, a seconda dell'anno. Io non è che sia un osservante, quindi non ho idea di quando cada quest'anno... ma, dato che sarebbe tra minimo tre mesi e più, non credo importi neppure.»

    Insoddisfatto delle informazioni raccolte, Ys cercò altro.

    «Originariamente, si trovava all'ingresso dei templi di Shiva nell'India settentrionale fino al X secolo... una sua statua, ovvio. Si ritiene che l'etimologia venga da pandi, "toro" in Tamil... Secondo il mito, si trattava di un bambino reso immortale da Shiva. Nandi era pure il comandante in capo delle armate di Shiva...»

    Nulla, nulla, nulla. Frustrato, Ys aprì gli ultimi libri.

    «Uhm... Qui invece parla di Shiva: presso i Mongoli Kirant, originari del Nepal, Shiva è un Signore degli Animali. Egli si sarebbe incarnato in un bambino Kirant e in un cervo.»

    A quel punto, Ys notò che il paragrafo era stato segnato con inchiostro rosso estraneo al libro. Chi aveva segnato ciò?

    Il Maestro? Oppure...

    Decise di non concludere, per ora. Cercò su altri testi, ma... nulla.
    Avevano un solo indizio.

    «Pare che qualcuno che aveva già consultato questo testo fosse interessato ai Kirant. In teoria non c'entrerebbero nulla con Narni, ma...»

    Ma, non avevano trovato altro.

    «C'è un problema, però: la Mongolia è... immersa nella Corruzione, come tutto il mondo. Secondo te vale la pena cercare lì qualcosa?»

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    Riassunto/Note Wikipedia salvaci tu. Dato che Ys non è esattamente Sapientino, ho pensato a una bella avventura in mezzo ai pericoli. E senza Cloth, dato che è ben poco utile XD

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    L'ultima lezione


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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Bambini

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    Cosa? Come?

    Fermi tutti un attimo. Cosa stava succedendo? Bart non fece nemmeno in tempo a rispondere a Ys che venne travolto dagli eventi. E per travolgere Bart ce ne voleva. Anita comparve come se nulla fosse, andando a formare uno strano trio di Gold Saint nello sperduto Jamir.

    Figliola, mi hai fatto prendere un colpo.

    Si portò una mano al petto come a rimarcare la sorpresa.

    Alla mia età non fa bene…

    Stop. Cosa aveva appena detto Bart? Alla sua età cosa? Si bloccò come se avesse pronunciato una maledizione contro di se, indignandosi per le sue stesse parole.

    Ehm, cioè, alla mia giovane età si può lo stesso spaventarsi per un’apparizione di qualcuno così dal nulla…

    E bla bla bla. La sua voce si affievolì andando a perdersi nei ben più importanti discorsi di Anita e il gigante sembrò farsi sempre più piccolo e schivo come per far dimenticare quella sua gaffe sull’età. Argh, dannati spaventi che ti fanno dimenticare cose così ovvie.
    Comunque, cercando di tornare seri, la questione in sospeso era davvero cruciale. La sacra Cloth del Toro era irrimediabilmente danneggiata e la sua completa riparazione richiedeva un procedimento complesso. Questa volta non sarebbe bastato un intervento solo “materiale”, ma era l’anima stessa dell’armatura ad aver subito danni.

    Allora non ero pazzo a percepire uno strano vuoto nella Cloth.
    Ennesima prova che la mia mente funziona alla perfezione.
    Sono giovane.


    Annuì con la testa guardando nel nulla, sembrando probabilmente un po’ picchiatello ad occhio esterno.
    Non fece nemmeno in tempo a ridestarsi da quei suoi pensieri che la giovane Saint del Cancro era già sulla via del ritorno. Strana ragazza, ma un pilastro insostituibile del Grande Tempio. Di poche parole, a differenza di Bart, ma ogni suo gesto e ogni suo consiglio erano precisi e di grande aiuto. D’altro canto buon sangue non mente.

    Ciao Anita e grazie di tutto!

    Le rivolse un enorme sorriso agitando la mano in aria in segno di saluto. Si sarebbero rivisti, questo era certo, e ormai il gigante si era abituato a quei suoi interventi tanto fugaci quanto risolutori. La riparazione della Cloth del Toro era solo il primo passo per tornare al cento per cento ad occuparsi dell’Armageddon, e tutti i Gold Saint sarebbero stati in prima linea per sconfiggere l’oscurità che attanagliava il mondo.
    Poi, con quel suo sorriso sempre solare, Bart si rivolse finalmente a Ys che nel frattempo gli stava offrendo una tazza di te. Il ragazzo apparve un po’ turbato dalla breve apparizione di Anita; ma forse era solo la normale preoccupazione di un allievo che stava pian piano prendendo il posto del maestro, accettando compiti sempre più difficili.

    Oh oh oh, figliolo, chiamami Bart.

    Gli appoggiò una mano sulla spalla e aggiunse.

    E mi piace il te, grazie, accetto molto volentieri.

    Infine si piegò per avvicinarsi al volto del ragazzo e bisbigliare parole di comprensione.

    Anche a me non sono mai piaciute… le capre intendo…

    Bisogna essere sempre comprensivi con gli altri, anche se non si sa nemmeno di cosa si sta parlando. Però se a Ys le capre non piacevano, Bart sarebbe stato assolutamente solidale con lui.
    Terminato il simpatico siparietto, i due si addentrarono nella torre dello Jamir per andare a consultare qualche antico testo in biblioteca. Ah, quanti ricordi. Qualche tempo prima il cavaliere del Toro aveva affrontato pericoli indicibili in quello stesso luogo insieme a Daya e Anita, rischiando la vita per una missione importantissima per il Grande Tempio. Adesso tutto pareva diverso, visto sotto una diversa luce e soprattutto senza la morte a rincorrerti inesorabile. Rimaneva, però, un luogo di grandissimo fascino, così immenso e sconfinato da far sembrare persino Bart una semplice goccia nell’universo.
    Dopo qualche ulteriore e malcelata maledizione contro le capre e dopo aver servito il te, Ys cominciò a muoversi agilmente tra le tonnellate di libri per cercare qualche informazione utile alla causa. Seduto come un perfetto Lord inglese, a gambe incrociate e tenendo il manico della tazzina solo con pollice e indice, Bart sembrava un bambino troppo cresciuto che si accomoda sulle sedie dei più piccoli. Uno spettacolo esilarante, ma d’altro canto non era colpa del gigante se era così… gigante. Ogni tanto il giovane tornava con qualche nuova informazione, inondando Bart di termini di cui fino a quel momento ne ignorava completamente l’esistenza. Il cavaliere del Toro cercava di seguire il discorso, annuendo il più possibile, ma proprio non riusciva a capire dove Ys volesse arrivare. Fortunatamente, però, il Cavaliere di Aries riassunse molto bene il loro obiettivo con una frase e una richiesta ben precisa. Forse Ys aveva intuito che Bart non fosse propriamente un topo da biblioteca e probabilmente stavano ancora cercando di allineare quei loro caratteri così incredibili e così diversi.

    Io dico di andarci.
    Anche se non troveremo nulla potremo sempre aiutare quella regione del mondo a liberarsi da qualche corrotto di troppo.
    Una missione di ricerca può sempre trasformarsi in una missione di recupero.


    Ovvio che Bart avrebbe accettato. Voleva davvero riparare la sua Cloth, dal profondo del cuore, ma quel viaggio non sarebbe andato a vuoto in nessun caso. Ormai il mondo era un covo di abomini e avere la possibilità di andare a liberare una zona ancora inesplorata valeva più di ogni altra cosa.

    Figliolo, sei con me?

    Allungò il pugno verso Ys, ricercando lo stesso gesto da parte del ragazzo. Si lo sappiamo, era una cosa che Bart faceva per sentirsi sempre giovane, ma ogni tanto ci sta un segno deciso e spensierato di complicità.
    Quei due erano davvero molto diversi tra loro, ma il Cavaliere del Toro sapeva che Ys era una persona su cui fare affidamento. Il tempo li avrebbe fatti diventare grandi amici, ne era convinto.
    Capre permettendo ovviamente…

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Dai Phos, suvvia, unisciti con Ys nella missione con Bart!
    Come puoi rifiutare il mitico pugno d'intesa? XD

    Condizioni:
    Pronto a tutto.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    L'Ultima Lezione III


    Ys annuì, onestamente sollevato dalla franchezza di Bart: più lo conosceva, più quell'enorme uomo gli trasmetteva un senso di... sicurezza.

    «Lo sono.» confermò sorridendo genuinamente «Anzi, meglio che porti con me la mia Gold Cloth... un attimo.»

    Una forte onda telecinetica si diramò nell'aria mentre il lemuriano si allontanava di qualche passo, e pochi istanti dopo il Pandora Box dell'Ariete apparve ai suoi piedi in tutta la sua magnificenza.
    Teletrasporto.
    Ritenendo di non dover certo spiegare le meccaniche di quella Tecnica al veterano Saint del Toro, Ys prese le cinghie del Box e se lo assicurò alla schiena, quindi tornò al tavolo e prese una carta geografica della Mongolia.

    «Vediamo... I Kirant dovrebbero abitare questa zona.... Uhm.... Uhm.... Uhm.... Sì, credo di poterci arrivare col Teletrasporto. Ti senti pronto... Bart?»

    Ys si trovava un pò a disagio ad usare il nomignolo del Saint, per quanto l'enorme uomo gli avesse concesso di usarlo. Ottenuto l'assenso, comunque, il lemuriano coprì col suo potere telecinetico entrambi, più i rispettivi Pandora Box.
    Fu come sentirsi tirati per l'ombelico.
    Un istante dopo, dalle pareti della biblioteca i due passarono col vedere un altopiano stepposo.
    Un altopiano stepposo brulicante di mostri corrotti.
    I quali si accorsero pressoché subito dei nuovi arrivati.

    «Ma cosa...?!? Oh, maledizione!!»

    Stizzito, Ys iniziò a bruciare il suo Cosmo mentre i primi esseri cominciavano ad avanzare verso di loro. Non pensò nemmeno di aggiungere altro: dubitava che Bart avrebbe avuto il bisogno di qualsiasi suggerimento.

    Ys, l'Ariete Dorato
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    Nome Ys
    Energia Blu
    Stato della Cloth Ottimale (non indossata)
    Condizioni Fisiche Illeso
    Condizioni Psichiche Dapprima rinfrancato, poi sorpreso

    Riassunto/Note Fodders fodders fodders. Divertiti a spiaccicare le bestiacce come preferisci, tanto sono lì solo per venire massacrate da noi due.

    Abilità

    Teletrasporto: E' la capacità di sfruttare i propri poteri psiconici per scomporre atomicamente il proprio corpo e farlo riapparire in qualsiasi altro punto della realtà esistenziale presente praticamente nell'istante successivo. E' possibile, qualora non vi sia resistenza psiconica adeguata, teletrasportare terzi alla stessa maniera e secondo le medesime condizioni; data la delicatezza dello sforzo psiconico, però, è di fatto possibile farlo o dietro consenso, o tramite efficace distrazione capace d'inibire notevolmente le resistente psicofisiche del teletrasportando. Tale delicatezza non esula nemmeno l'atto su se stessi: pertanto è di fatto impossibile trovare la forza mentale di Teletrasportarsi entro distanze pure limitate durante la foga d'un combattimento per più d'una volta nel corso della battaglia.

    Tecniche
     
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    Atto III
    L'ultima lezione


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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Bambini

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    Si dai, prevedibile; Ys non era tipo da ricambiare quel gesto di Bart così diretto e confidenziale. A differenza del gigante, il ragazzo era una persona molto più seria e assolutamente legata all'etichetta. Era un cavaliere incredibile, ma decisamente poco propenso a lasciarsi andare. Il pugno d’intesa passò inosservato, ma il sorriso genuino del giovane valse più di mille gesti e mille parole. Nonostante le loro differenze e il loro modo di vivere la vita, avevano involontariamente e spontaneamente trovato un’intesa. Come due amici che non si vedono spesso, ma a cui basta un secondo per agire sulla stessa lunghezza d’onda.
    D’altro canto era proprio quella la forza dei Cavalieri di Atena: l’unione. Presi singolarmente erano dei guerrieri impareggiabili, ma nulla di più. Da soli non sarebbero mai riusciti a salvare il mondo, nonostante il potere di ciascuno di loro fosse paragonabile a quello delle stelle. Ma senza un obiettivo comune, senza una speranza da inseguire, mai avrebbero potuto risollevare le sorti di un’umanità che sembrava ormai spacciata. L’unione fa la forza è una frase fatta, ma in fin dei conti è proprio vero. Appianare le divergenze per lottare insieme contro qualcosa che sembra imbattibile rende possibile l’impossibile.
    Eh, dai, provate a pensare a Bart e Ys. Non vi sembrano una coppia d’assalto tanto improbabile quanto impareggiabile? L’hater delle capre e il fan della giovinezza; dove mai avete visto una cosa del genere? Eppure eccoli lì, accomunati da un unico scopo ben più grande della riparazione dell’armatura. Legati dalla volontà di proteggere quel mondo sempre più divorato dalle tenebre.

    Oooh, hai capito il ragazzo?
    Fa gli stessi trucchetti del biondo.


    Il biondo? Daya ovviamente. Ormai Bart aveva chiamato talmente tante volte il Gran Sacerdote in quel modo, anche in pubblico, che probabilmente tutti erano a conoscenza di quel nomignolo apparentemente irrispettoso. Ma che ci volete fare? I due erano così amici che il gigante non riusciva proprio a mantenere l’etichetta, e anche nei momenti più solenni Daya era semplicemente “il biondo”. I trucchetti, poi, erano quei poteri così tanto distanti dalle abilità del Toro da sembrare magia. Teletrasporto, telecinesi, cose così insomma. Si, certo, come se sollevare tonnellate e spaccare rocce con un dito fosse pratica comune e usuale. Vabbè, sorvoliamo sul concetto di normalità di Bart.
    In ogni caso, la situazione era ormai semplice e chiara. Ys si sarebbe unito nella missione e sarebbero andati in Mongolia grazie ai poteri del lemuriano. Il sorriso di Bart divenne luminoso più che mai, capendo quanto anche il ragazzo fosse deciso ad andare a fondo della questione.

    Oh oh oh, andiamo!

    Il Cavaliere del Toro posò la mano sulla spalla dell’amico e in batter di ciglia il mondo intorno a loro cambiò. Bart aveva già sperimentato il teletrasporto, ma di certo non lo usava tutti i giorni per andare a fare la spesa. Quindi ogni volta era come la prima e la sensazione provata era sempre una sorpresa. Il corpo leggero, tirato e attirato altrove, ogni atomo letteralmente fatto scomparire e ricomparire in un altro luogo. La paura di Bart era sempre quella di vedersi ricomposto a destinazione in qualche strano modo: un braccio in fronte, i baffi sul petto, una mano con otto dita e l’altra con solo due. Cose così insomma. Si ok, non era certo un pensiero tanto normale, ma ormai lo sappiamo che il pensiero del gigante non era sempre così lineare.

    A me sarebbe bastato un semplice “benvenuti in Mongolia”, eh.

    L’arrivo dei Cavalieri non fu certo dei migliori. Al posto di un gentile comitato d’accoglienza, il luogo in cui si teletrasportarono brulicava di corrotti di ogni genere. Sembrava di trovarsi di fronte ai mostri che avevano assaltato il Grande Tempio qualche tempo prima; esseri informi, una volta forse animali, ora trasformati in abomini assetati di sangue.
    E Bart non avrebbe potuto chiedere di meglio.
    In effetti, da quanto tempo non si lasciava un po’ andare? Seguendo l’esempio di Ys, espanse il suo terrificante cosmo senza alcuna remora. Sapeva che il lemuriano era abbastanza forte da non risentire troppo della potenza di Bart e quindi non limitò in alcun modo il suo potere. I primi corrotti svennero all'istante schiumando dalla bocca, non sopportando quell'emanazione così travolgente. La cloth rimase in spalla, racchiusa nello scrigno poiché ancora inutilizzabile, ma il dorato cosmo del cavaliere si distribuì su tutto il corpo per farne in qualche modo le veci.

    Diamoci dentro, figliolo!

    Uno sguardo d’intesa con Ys e il Toro partì alla carica. Incrociò le braccia al petto e, con un movimento impercettibile ai più, lanciò frontalmente un Great Horn che travolse una quantità incredibile di abomini. Gli assalitori di piccole dimensioni si dissolsero come se non fossero mai esistiti, ma qualche mostro più grande rimane in piedi.
    Tanto meglio.
    Ed eccolo, si poteva vedere chiaramente. Bart stava sorridendo, coinvolto ed estasiato da quella battaglia tanto attesa contro l’oscurità che attanagliava il mondo. Occasioni come quelle erano rare, poiché nelle fasi iniziali del post-Armageddon tutti gli sforzi dei Cavalieri di Atena si erano concentrati sulla ricostruzione. Trovarsi finalmente di fronte al nemico e poterlo affrontare a testa bassa era qualcosa di impareggiabile. Era da quando aveva combattuto contro Ares che non si sentiva così. Poter liberare il cosmo senza limitazioni, senza aver paura di far male a qualcuno, per poi lottare per tutto ciò in cui credeva, era una sensazione impareggiabile.
    Sgranchì il collo, da una parte e dall'altra, e quindi decise di concentrarsi sugli abomini più grossi. Poggiò le mani al suolo, assicurando i piedi a terreno. Concentrò l’inusitata potenza nelle gambe per poi scattare in avanti come un carrarmato inarrestabile. Ad ogni passo il terreno cedeva, come intimorito dal suo passaggio. Due spallate ad altrettanti corrotti per metterli fuori combattimento e dirigere la corsa su quello più grosso: una qualche specie di felino troppo cresciuto. Il pugno destro si caricò di cosmo per poi scagliarsi dritto sul muso del mostro. Quella cosa informe si mosse con estrema velocità, scansando la testa di quel poco per schivare l’affondo ed azzannare il braccio di Bart.
    E il sorriso dell’uomo si allargò sempre più.
    Il cosmo che avvolgeva il braccio lo difese quell'attimo che bastava per non far arrivare le zanne alla carne; stringendo il pugno, i muscoli si tenero allo spasmo e il cosmo divampò disintegrando completamente il felino.
    Già finito?

    Groooaaarrr!

    Sembrava proprio di no. Un terribile ruggito alle spalle de Toro annunciò l’arrivo della bestia più grande tra quelle presenti sull'altopiano: un orso informe e gigantesco. Bart si voltò come se avesse trovato un nuovo gioco con cui divertirsi e spiccò un salto senza nemmeno pensarci. Arrivato all'altezza delle fauci del mostro lo prese per le orecchie, concentrò il cosmo sulla fronte e tirò una testata così violenta da frantumare completamente il muso dell’abominio. Sganciò infine lo scrigno della cloth dalle spalle e lo abbatté sul nemico come un martello implacabile. La testa ormai disintegrata si schiantò al terreno, generando un polverone che oscurò per un momento la vista. Quando i detriti si posarono al terreno, la figura di Bart tornò visibile in tutta la sua tranquillità: il gigante era seduto sullo scrigno della sua armatura, con qualche residuo di orso ancora sotto di esso.

    Ys, tutto bene laggiù?

    Scrutò l’altopiano in cerca del suo giovane amico, poiché quel breve combattimento lo aveva allontanato dal punto di partenza e il terreno smosso non aiutava certo la vista.
    Beh, strana accoglienza in Mongolia, ma la presenza di tutti quei corrotti non lasciava molto tempo per le riflessioni. Se qualcuno era sopravvissuto non avrebbe resistito ancora a lungo.
    Inoltre, caspita era vero, quasi si stava dimenticando. Dovevano anche trovare il modo di riparare la cloth del Toro.
    Quindi forza ragazzi, lasciate stare i cattivoni e continuate con la missione. Altrimenti Bart ci avrebbe preso troppo gusto a malmenare quei dannati abomini.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Mi sono preso un po' di libertà sui corrotti dato che tu non avevi specificato nulla.
    I cattivoni sono di matrice animale e ho anche fatto una ricerca per vedere quale fosse la fauna della Mongolia: leopardo delle nevi e orso del Gobi erano tra questi.
    Per il resto nulla, dai, mi diverto un po' ^^

    Condizioni:
    Coinvolto dal combattimento contro i corrotti.

    Abilità:

    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro.
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il cavaliere d'oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.

    Tecniche:

    Great Horn:
    Alcuni lo definiscono il colpo più veloce del Grande Tempio, altri come la tecnica che unisce perfettamente attacco e difesa; altri ancora non hanno potuto raccontarne gli effetti devastanti, essendo stati sconfitti senza nemmeno essersene accorti. Il "Grande Corno" è la tecnica principale del cavaliere del Toro, che prende nome dall'arma più pericolosa a disposizione dell'animale della costellazione. Esistono due varianti di tale incredibile esecuzione.
    Prima Variante: Bartolomeo si pone di fronte al nemico in una statuaria posizione eretta a braccia conserte. Tale impostazione permette di opporre una solida difesa fisica agli eventuali attacchi avversari, ma al contempo nasconde un'arma letale. Infatti con un rapidissimo movimento, il cavaliere potrà distendere le braccia verso l'avversario generando un'inaspettata e violentissima bordata cosmica che unisce velocità, potenza cosmica e fisica. Gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata. Il potenziale distruttivo generato sarà immenso, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa o annichilire con decisione un avversario impreparato o colto di sorpresa.
    Seconda Variante: In ogni duello è sempre un vantaggio nascondere qualche asso nella manica per i momenti più difficili. Proprio questa seconda variante può essere considerata uno di questi metaforici assi. Infatti Bartolomeo potrà optare per liberare maggior energia dal suo corpo, sfruttando al massimo il già incredibile potenziale del Great Horn. Scagliando il colpo direttamente con le braccia distese, il cavaliere potrà perdere l'effetto sorpresa della prima variante, ma aumenterà di molto la quantità di energia sprigionata non dovendo partire dalla posizione di difesa a braccia conserte. Una potenza inimmaginabile che travolge e distrugge ogni cosa si trova sul suo cammino, caricando i malcapitati obiettivi come un toro inferocito.
    Infine, non bisogna dimenticare l'utilizzo che Bartolomeo può fare della sua immensa forza fisica. Infatti il Great Horn può essere ulteriormente potenziato sfruttando anche il plus fornito dalla prestanza muscolare del cavaliere, capace di generare onde d'urto di pura forza bruta in grado di colpire a distanza. Unite il tutto e capirete facilmente perché molti avversari non sono sopravvissuti per raccontare le potenzialità del "Grande Corno".

    Braccio Possente:
    Spesso l'efficacia risiede nella semplicità.
    Questa tecnica all'apparenza sembra quasi banale, ma non bisogna mai sottovalutare ciò che un toro inferocito può fare. Concentrando la potenza fisica e cosmica in un solo braccio, Bartolomeo scaglierà un pugno alla massima velocità consentitagli, dritto all'obiettivo. Semplice, no? La rapidità di esecuzione, unita alle doti del cavaliere faranno di tale affondo un martello quasi inarrestabile, allo scopo di ridurre all'inutilità con un solo colpo anche l'avversario più resistente.
    Una possibile variante consiste nel concentrare lo stesso potere in una gamba, oppure distribuire la forza distruttiva su tutti e quattro gli arti, diventando così una macchina da guerra senza rivali.

    Bull's Headbutt:
    Qual è l'arma migliore di un Toro? Semplice: la testa e le corna.
    Rispecchiando la costellazione a cui appartiene, Bartolomeo predilige una particolare tecnica da sfoderare negli attacchi diretti. Sfruttando tutta la sua incredibile potenza fisica e cosmica sarà in grado di caricare l'intera testa di un'energia che pare incontrastabile, capace di abbattere ogni nemico incapace di opporvi adeguata difesa. I possenti muscoli della schiena e del collo si tenderanno allo spasmo, per poi lasciar partire una fulminea testata dagli effetti devastanti. Provate a pensare alla combinazione tra forza fisica e cosmica concentrate al massimo, nonché l'elmo cornuto di una resistentissima Gold Cloth. Capirete immediatamente quali effetti potrebbe portare un'offensiva di questo genere, specialmente se supportata dalle enormi mani del cavaliere che - all'occorrenza - cercheranno di tener fermo l'avversario quell'istante necessario per affondare in pieno il colpo.

     
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    L'Ultima Lezione IV


    La risposta indiretta alla domanda di Bart si materializzò in uno sfolgorare di luci cadenti che si abbatterono contro gli ultimi, sparuti corrotti in lontananza. Vero, agli occhi del Toro verosimilmente quello Stardust Revolution doveva sembrare quasi fermo, ma era il meglio che l'ancora acerbo Gold Saint dell'Ariete.
    Con quel colpo, l'area divenne definitivamente libera da quegli esseri: i due avevano ucciso o messo in fuga tutti i loro nemici.
    Terminata questa emergenza, Ys e Bart ebbero allora modo di guardarsi intorno: si trovavano nel bel mezzo di una steppa arida e deserta, apparentemente del tutto disabitata. Questo stato di cose fece esclamare al giovane lemuriano, non appena ebbero finito di orientarsi, una giusta osservazione:

    «... Ma come mai era così pieno di corrotti, nel bel mezzo di un deserto stepposo?»

    Un rumore come di vetri infranti alle loro spalle sembrò voler rispondere subito a quella domanda.

    Ys, l'Ariete Dorato
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    Stato della Cloth Ottimale (non indossata)
    Condizioni Fisiche Illeso
    Condizioni Psichiche Attento

    Riassunto/Note Un attimo che cambio veste come Arturo Brachetti, e posto puramente come Master XD

    Abilità

    Tecniche

    Stardust Revolution: Il Saint concentra il proprio Cosmo bruciante sulle dita della mano alzata, scagliandolo quindi contro l'avversario una volta abbassato il braccio sotto forma di miriadi di stelle cadenti formate da polvere di stelle; l'attacco non consiste quindi in un unico colpo offensivo, ma in più offensive istantanee a distanza concentrate: di fatto, comunque, riguarda un unico tempo offensivo. Data la natura separata dello Stardust Revolution, esso può raggiungere più avversari piuttosto che uno soltanto; al contrario di altri attacchi non è però necessariamente ad area, ma può appunto concentrarsi su un unico avversario.

     
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    «A ciò posso rispondere io.»

    Non fu una voce, a giungere alle loro orecchie. Più un'eco. Un'eco che giungeva da dietro di loro.
    Alle spalle dei due Gold Saint s'era infatti materializzato all'improvviso un intero accampamento di allevatori nomadi mongoli: in lontananza si vedevano le tende rotonde, i cavalli e pure i panni stesi ad asciugare, nonché varie persone più o meno guardinghe verso di loro.
    Ma, davanti a tutti, a pochi metri da loro mentre avanzava con passo incerto, c'era... un bambino. Un bimbo mongolo dell'età di un anno circa, vestito in abiti tradizionali e visibilmente malmesso nel camminare, come se lo sapesse fare solo da poco tempo. Il bambino non parlava - non aveva certo aperto bocca nemmeno prima! - eppure quegli occhioni stranamente calmi guardavano certamente i due Gold Saint.

    «Io sono l'avatara del Signore degli Animali Kirant. In India credo mi identifichino con Shiva. Io proteggo i Kirant dai corrotti.»

    Fu l'eco, non il bambino, a parlare. Ma i due Saint si accorsero subito che... il bambino emanava Cosmo: era tramite quello che parlava.

    «Mi sono reincarnato accondiscendo alle preghiere del mio popolo, perseguitato dai corrotti. Io li celo dalla loro vista, ma essi si radunano sempre vicino. Essi sanno che siamo qui. Così come voi.»

    Cosa significava? Difficile dirlo. Il bambino, ormai raggiuntili, si avvicinò a Bart, e alzò il capo guardandolo negli occhi.

    «Lo sento: è stato il Karma della tua armatura a guidarvi. Esso ha spinto il vostro Cosmo verso di me. Non so come io possa essere utile ai Santi di una dea potente come Atena, ma... me lo spiegherete. Entrate nel villaggio, saziatevi, e parlate dunque.»

    Detto ciò, il bambino fece un barcollante dietrofront e iniziò a raggiungere il villaggio con passo malfermo.


    CITAZIONE
    Ok, mi sono giocato la carta della divinità perchè sennò il tutto non è abbastanza figo. Sentiti libero di descrivere tutto (accoglienza, eccetera) fino allo Spiegone.
     
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    Atto IV
    L'ultima lezione


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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Bambini

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    Uuuh, bello!

    Lo sguardo era rivolto al cielo, dove una moltitudine di fasci cosmici stava scendendo inesorabile per porre fine a quello scontro a senso unico. Bart era molto affascinato da quei poteri così belli quanto letali; lui non andava molto per il sottile, ma si meravigliava come un bambino di fronte a quelle che per lui potevano anche essere magie. Mai come con il biondo, il Gran Sacerdote era davvero fuori scala per chiunque, ma gli innumerevoli poteri “meno diretti” dei cavalieri lo affascinavano sempre.
    Si alzò dallo scrigno per poi rimetterselo in spalla. Nonostante l’inutilità dell’armatura danneggiata, Bartolomeo era riuscito comunque a farla sentire parte del combattimento. Aveva infatti usato lo scrigno per abbattere il corrotto più grosso, come per coinvolgere ugualmente la sua cloth ancora impossibile da indossare.
    Sorrise a Ys e alzò l’immenso pollice destro per condividere con l’Ariete lo schiacciante esito dello scontro. Il gigante doveva ammettere che formavano proprio una strana coppia ma dannatamente efficace. Bart stava poi per aprir bocca in risposta alla domanda del ragazzo, quando un rumore impossibile da ignorare attirò la loro attenzione. Sembrava che un enorme vetro si fosse infranto poco distante da loro, provocando un rimbombo nelle orecchie non indifferente. Le labbra del Cavaliere del Toro passarono dal naturale movimento della parola ad una smorfia indescrivibile, accompagnata dallo strizzare involontario degli occhi. Si, a quanto pareva quel rumore era come lo sfregare delle unghie sulla lavagna per Bart, e sentirlo così da vicino in modo così prepotente di certo non aiutò ad alleviare quel senso di “ommioddio-ommioddio” che si prova in quelle circostanze.
    Per un momento si guardò attorno spaesato, usando Ys come punto di riferimento in quell’ambiente sconosciuto. Poi, però, qualcosa parve palesarsi nella mente di entrambi a giudicare dalle loro reazioni. Era una voce che non usava il suono per farsi udire, bensì quella strana telepatia che ancora Bart non riusciva a spiegarsi del tutto (anche se persino lui a volte la utilizzava). Il gigante cercò immediatamente di individuare la provenienza di quella sorta di richiamo, cercando ancora di lottare contro il fastidio di quel suono di vetri rotti. I suoi occhi scrutarono ovunque, fino a intravedere quello che sembrava un villaggio mongolo in lontananza.
    Forse fu colpa dell’anomala altezza di Bart, forse la sua vista non era più quella di una volta, ma il Cavaliere del Toro proprio non riuscì a identificare l’origine di quella voce finché non gli fu quasi di fronte. Eh si, strana situazione, perché colui che aveva attirato la loro attenzione era un piccolo bambino di non più di un anno. Involontariamente, nel giro di una frazione di secondo, l’inesauribile spirito paterno dell’omone prese il sopravvento. Vedendo quel pargolo così piccino e malfermo sulle gambe, non collegò immediatamente la voce mentale a quella tenera visione. Allungò infatti le braccia come a volerlo prendere in braccio, con un sorriso enorme sotto quei suoi enormi baffi bianchi.

    Ma cia…o.

    Si fermò quasi a fine saluto quando il bambino si presentò con decisione come il Signore degli Animali, o qualcosa di simile. Era come Alisia per Atena, insomma, lui era l’avatar terreno di Shiva. A quel punto le braccia di Bart si ritirarono il più in fretta possibile, per evitare di fare brutta figura di fronte ad una divinità. La mano destra andò a sistemarsi i baffi, mentre la sinistra andò a ritirarsi dietro la schiena. Si, dai, ormai la frittata era fatta, ma aveva almeno evitato di prendere il bambino tra le braccia e fare “vola vola l’aeroplano”. Meglio così.
    Il piccolo spiegò loro quale fosse la situazione in quei luoghi e di come riuscisse a proteggere il villaggio in cui viveva. Era una vita tremenda la loro, impegnata a nascondersi perennemente da quei dannati corrotti. Poi, dimostrando una sicurezza che mal si adattava a quel corpo, il pargolo si piazzò proprio di fronte all’enorme Cavaliere per affermare una cosa molto strana: era stato il Karma dell’armatura del Toro a guidare i due Saint in quel luogo.

    Beh, non lo so, però in effetti…

    Karma? Dei reincarnati in bambini?
    Troppe cose strane in una volta sola. Bartolomeo quindi interruppe il suo farfugliare e scambiò uno sguardo con Ys. Forse in quel momento sarebbe stato meglio rimandare le spiegazioni quando le acque si fossero un po’ calmate e avessero palesato la loro tranquillità anche al resto del villaggio.
    Quindi, seguì in silenzio il bambino fino all’accampamento, sfoggiando il suo più grande e splendente sorriso. Dopo quello che avevano visto, non era così semplice passare per i buoni. Anche se Bart e Ys avevano massacrato i loro aguzzini, non era così automatico essere accettati dopo la brutalità di quello scontro. Qualche sguardo, infatti, rimaneva fermamente diffidente, ma quando bisogna rompere il ghiaccio Bartolomeo era imbattibile.

    Oh oh oh, ciao a tutti!
    Io sono Bart e lui è Ys.
    Veniamo da Atene, in pace ovviamente.
    Oh oh oh!


    La sua risata travolse l’intero villaggio con la sua spontaneità. I più vicini a lui rimasero un istante scioccati da quell’omone così espansivo, ma già qualche sorriso in più si palesò spontaneo sulla bocca dei più piccoli. Qualche uomo rimase ancora un po’ restio, ma vedendoli arrivare con il loro Dio protettore, le donne cominciarono ad offrir loro qualcosa da mangiare e da bere.

    Grazie, grazie a tutti.

    In un attimo furono sommersi di assaggi dalla dubbia provenienza. Ma in quei momenti la regola è una sola: non fare domande. Si chinò verso il compagno d’avventura e gli sussurrò proprio quella regola d’oro.

    Non fare domande Ys, mangia tutto che è buono.

    Per fare da buon esempio il gigante accettò tutto con grandi sorrisi, ingoiando letteralmente ogni cosa per poi dimostrarsi incredibilmente soddisfatto. In realtà non sentiva nemmeno un sapore tra quelli ingurgitati, ma forse era meglio così. L’accoglienza terminò con un bicchiere di una sorta di liquore talmente forte da far lacrimare gli occhi. Bart fece di tutto per non fare alcuna smorfia e mostrarsi ancora una volta pienamente appagato.

    Figliolo.

    Si rivolse infine all’avatar piuttosto che al Dio, ma era un’abitudine che aveva anche con Alisia. In fin dei conti, il bambino era lì di fronte a lui e non poteva ignorare la fragilità di quel corpo umano che avrebbe dovuto essere ancora in fasce.

    Grazie davvero per l’ospitalità, ma non vogliamo togliervi risorse preziose in un momento così difficile per tutti.

    Una premessa doverosa, proprio perché tutto il mondo stava sprofondando in una tremenda disperazione.

    Siamo arrivati qui seguendo qualche indizio che Ys ha trovato su alcuni testi antichi.
    In realtà non sappiamo ancora bene dove sbattere la testa, ma avervi liberato almeno per un po’ da quei corrotti per noi è già una gran cosa.


    L’aveva detto ancor prima di partire, no? Anche se non avessero trovato nulla, almeno avrebbero potuto massacrare qualche corrotto e liberare un poco la zona.

    La mia armatura del Toro si è irrimediabilmente danneggiata e stiamo cercando un modo per riparare anche il suo…spirito.

    Pronunciò quell’ultima parola con cautela, per non sembrare totalmente matto a parlare di spirito delle cloth.

    Tu sai dirci qualcosa a riguardo?
    Non so, parlavi di Karma…


    Si sentiva un po’ un pesce fuor d’acqua e cominciò a spostare lo sguardo dal bambino a Ys e viceversa, come a cercare un aiuto in più dal Montone dorato in quella conversazione così strana e surreale.
    Ah, quanto gli mancava prendere a pugni spensieratamente i dannati corrotti.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Introduco l'argomento con il Dio, ma si capisce che non è pane per i denti di Bart. Quindi indirettamente chiedo sostegno a Ys.
    In ogni caso cerco in tutti i modi di presentarci a dovere in quel villaggio giustamente un po' diffidente.
    Sorry Phos per l'introduzione che Bart ha fatto per rompere il ghiaccio. Scommetto che Ys non sarà molto a suo agio in tutta quella prorompente presentazione XD

    Condizioni:
    Pronto a tutto.

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    Tecniche:
    -

     
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    L'Ultima Lezione V



    Incontrare un bambino di un anno emanante Cosmo non era un'esperienza da tutti i giorni, nemmeno per un Saint.
    Incontrarne uno che dichiarava di essere una divinità, neanche a parlarne.
    Sommamente turbato dalla situazione - lui, avere a che fare con una qualsiasi sorta di divinità! -, il Gold Saint dell'Ariete si scoprì felice di lasciar mandare avanti il più esperto collega del Toro. Fu una scelta molto utile, soprattutto quando il... bambino li portò fino al villaggio e la gente offrì loro il cibo dell'ospitalità.
    Bart ci sapeva davvero fare, in quanto a rendere soddisfatto il prossimo.
    Il gigante buono però barcollò quando si passò a spiegare il motivo della loro visita; a quel punto, il Riparatore di Cloth dovette farsi avanti.

    «Nandi.» disse rivolgendosi al bambino «Il toro di Shiva. Da quel poco che ne sappiamo, dobbiamo fare in modo che una parte di Nandi, o il toro stesso, entri in contatto con la Gold Cloth di Taurus. Siamo venuti in cerca di indizi utili a trovare Nandi, o una sua reliquia.»

    Ys non chiese esplicitamente se il piccolo Signore degli Animali avesse modo di aiutarli, ma lasciò l'idea nell'aria. Dopotutto, non se la sentiva di essere troppo pretenzioso con ... un ... dio.

    Ys, l'Ariete Dorato
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    Nome Ys
    Energia Blu
    Stato della Cloth Ottimale (non indossata)
    Condizioni Fisiche Illeso
    Condizioni Psichiche Sorpreso

    Riassunto/Note Ok, metto le toppe al discorso dell'Incredibile Bart. E ora vado di mastering, ancora u.u

    Abilità

    Tecniche

     
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    «Nandi.» ripeté il bambino quasi meccanicamente «Io... ne so qualcosa, in effetti.»

    Lasciò attendere qualche istante, quindi spiegò:

    «Avete presente, quando poco fa vi ho detto che sono identificato con Shiva? Ecco: è perché io non sono Shiva, ma il Signore degli Animali. A essere sincero, non sono un dio potente quanto Atena, e mi occupo solo di questo popolo, i Kirant. Grazie a ciò, però, sono libero di giungere tra loro in ogni momento: non ho forze galattiche o dei Olimpi che dettino le mie mosse, per il semplice fatto che ben pochi si curano di me.»

    Che significava? Intendeva forse dire che avevano sbagliato persona? Eppure...

    «Il fatto che gli indiani mi credano Shiva è perché ho avuto, in passato, a che fare con lui. E anche con Nandi.» sottolineò eloquente il bambino «E so di un metodo utile a richiamarlo.»

    Quell'affermazione lasciò per un istante spazio al silenzio più teso.

    «Nandi... vola. E i suoi zoccoli non si posano ovunque, oh no.» ruppe il mutismo il dio «Uno zoccolo per la Verità, uno per la Rettitudine, uno per la Pace e uno per l'Amore. Questi quattro sono i valori che i suoi zoccoli incarnano, e sui quali unicamente egli poggia.»

    Detta così, era bella che criptica. E pure il Signore degli Animali forse se ne accorse, dato che dopo un attimo di esitazione puntualizzò:

    «Quello che intendo dire è che dovete trovare quattro oggetti simboleggianti Verità, Rettitudine, Pace e Amore, e porli ai quattro lati in un qualsiasi punto: lì dovrebbe arrivare Nandi. Badate, la natura di questi oggetti dev'essere alta: Nandi non poserà mai lo zoccolo, per dire, su un cuore tracciato sul terreno a simboleggiare l'Amore, per intenderci. Su cosa cercare... non saprei. Mi spiace, ma è tutto quello che so: spero vi sia d'aiuto.»


    CITAZIONE
    Bene, ora dobbiamo (devi) pensare a quattro simboli tangibili di queste quattro virtù. Buona tempesta mentale u.u
     
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    Grazie figliolo, anche la più piccola informazione è fondamentale per noi.

    Elargì un enorme sorriso al bambino e, nuovamente, il suo istinto paterno prese il sopravvento senza preavviso.

    Ma come sei cariii…ehm…scusatemi, vado a cercare qualcosa di utile per richiamare Nandi.

    Come già fatto in precedenza, le sue mani stavano già per pizzicare amorevolmente le guanciotte di quello strano Dio in fasce. A metà strada, però, le braccia si obbligarono a fermarsi per poi tramutare il tutto in un doppio ok con i giganteschi pollici in bella vista.

    Datemi qualche minuto.

    Un bel compito difficile quello che si era appena preso, decisamente in controtendenza rispetto al suo carattere diretto e poco riflessivo. L’esperienza, però, gli aveva insegnato che ogni tanto bisogna prima ascoltare la testa e poi il cuore, per non rischiare di gettarsi sempre e comunque a capofitto anche nelle situazioni più pericolose. Certo non sarebbe stato facile per Bart cercare qualcosa di così particolare e non banale per richiamare l’animale sacro, tanto che la prima cosa che gli era venuta in mente per l’Amore…era proprio disegnare un cuore. Si, ok, le rotelle del pensiero non avevano iniziato a girare nel verso giusto, ma se c’era una cosa che a Bartolomeo non mancava era la fantasia. Avrebbe cercato qualcosa da associare a quelle virtù, scartando la prima idea che gli sarebbe venuta in mente.
    Dannato cuore disegnato, così banale per rappresentare l’Amore.
    L’uomo si allontanò dunque dal luogo in cui stavano discutendo, addentrandosi in quel villaggio mongolo tanto inusuale quanto affascinante. Ys e il Signore degli Animali avrebbero visto Bart destreggiarsi tra le persone come se fosse uno di loro, cercando di esprimersi a gesti per farsi capire il più possibile. La lingua non era un problema per lui, infatti da buon italiano la sua gestualità era chiara e coinvolgente. Certamente il piccolo popolo mongolo rimase un po’ restio sulle prime, ma le risate del gigante avevano già cominciato a far sorridere tutti stemperando la tensione.
    Se avessero prestato attenzione all’omone “in missione”, i ragazzi avrebbero inizialmente visto il Cavaliere del Toro avvicinarsi quatto quatto ad un falco addomesticato e appollaiato tranquillo su un trespolo. L’andatura non curante, lo sguardo al cielo spensierato fischiettando un motivetto stonato. Repentinamente la mano si mosse veloce, togliendo in modo indolore una bella piuma dal pennuto che sembrò solo un po’ insospettito dalla vicinanza di quel gigante.
    Bart si spostò poi verso una famiglia numerosa il cui padre stava faticando per aggiustare la ruota del carro con cui viaggiavano. I figli più grandi cercavano di aiutare come potevano per smuovere il grande peso del mezzo, ma questo non voleva proprio saperne di spostarsi. In quell’occasione Bart capì immediatamente cosa poter fare, dimenticandosi per un momento della sua missione. Con una mano prese un lato del carro e lo sollevò, facendo segno ai proprietari di sistemare tranquillamente la ruota rotta. Per lui era uno sforzo da niente ma per la famiglia costretta ai continui spostamenti, significava la sopravvivenza in quelle terre invase dai corrotti. Terminato il lavoro, il padre visibilmente commosso lo ringraziò dal profondo del cuore. Mentre si stringevano la mano, una delle loro bambine abbracciò l’enorme gamba di Bart e con un sorriso innocente gli porse un piccolo fiorellino. Il Cavaliere se lo mise scherzosamente sopra l’orecchio…anche perché di capelli non ne aveva per potercelo infilare – dannata vecchiaia che avanza. Prese poi in braccio la pargoletta e indicò qualcosa alla madre. Con un enorme gesto di gratitudine, Bartolomeo ricevette un lenzuolo bianco, un tipico cappello mongolo da bambino, un pezzo di scarto di un qualche metallo e una corda. Riconsegnò la bambina alla madre e con fare deciso si diresse nuovamente da Ys e il Dio in fasce.
    Cosa aveva in mente quella testa matta di Bart?
    Sembrava tutto senza senso, oggetti presi a caso da qualcuno che non aveva la ben che minima idea di cosa doveva fare. Il gigante buono, alla fin fine, era un po’ un eterno ragazzone. Ragionava sempre senza grossi pensieri, con un’onestà e una semplicità disarmanti. A volte, però, si tende a sottovalutare le potenzialità di queste persone all’apparenza così semplici. Il Cavaliere del Toro aveva una forza di volontà incrollabile, nonché un’intelligenza spesso messa in secondo piano. Eh, certo, la prima cosa che si nota di Bart non è certo la sua personalità. Le dimensioni del suo corpo, a prima vista, oscurano quasi tutto il resto e la sua forza eclissa proprio del tutto le altre qualità. Difficile soffermarsi su quello che sta dietro a quella montagna di muscoli, anche se è vero che i tesori sono sempre ben nascosti.
    Tornò da Ys e dal Dio con un sorriso ancora più enorme di quello con cui se n’era andato, posando tutto quello che aveva raccolto di fronte ai due ragazzi. Si schiarì la voce, tutto orgoglioso del suo operato, per poi cominciare con le spiegazioni.

    Ci ho fatto una pensata.
    Non è stato facile cercare qualcosa che non fosse banale, ma devo dire che questo villaggio è stato di fonte ispirazione.


    Si voltò un istante verso Ys per rimarcare qualcosa di importante.

    Dovremmo prendere esempio da questi uomini.
    Nonostante quello che stanno vivendo, sempre in pericolo e con pochi mezzi per difendersi, esprimono una voglia di vivere travolgente.
    Combattiamo anche per loro, alla faccia di questo maledetto Armageddon.
    Oh oh oh!


    Una risata sincera, in barba a quella fine del mondo che l’umanità aveva faticosamente scampato. Quel popolo nomade e difeso solo da un Dio minore era davvero un esempio di forza e caparbietà. Nonostante tutto andavano avanti, aiutandosi l’un l’altro come una vera famiglia. Anche il Grande Tempio avrebbe dovuto raggiungere quella stoica armonia, sfruttando al massimo il potere delle stelle per proteggere sé stessa e l’umanità intera. L’unione era la chiave di tutto e Bart era certo che fossero sulla buona strada.
    Si ricompose brevemente da quella risata per poi farsi serio, quasi fosse pronto ad esporre un progetto di scienze davanti alla maestra pretenziosa.

    Quattro oggetti per quattro valori.
    Verità, Rettitudine, Pace e Amore.


    Si, sembrava proprio che stesse ripetendo una lezione. Prese quindi la piuma e la mostrò in modo alquanto plateale.

    La piuma rappresenta per me la leggerezza dell’anima.
    Essere onesti, attenersi alla Verità e rimanere fedeli a se stessi è ciò che rende la coscienza leggera come una piuma.
    La verità è ciò che davvero ti permette di fare la cosa giusta.


    L’espressione si fece poi un po’ meno seria, solo per un momento però.

    In realtà all’inizio mi era venuto in mente che i bambini sono la bocca della verità.
    Però, sapete, ricordando che gli zoccoli di Nandi avrebbero poggiato sui simboli delle virtù…beh, ho cambiato idea.


    Si, bravo Bart, esponi a tutti i tuoi pensieri; anche quelli scartati. Oh, poveri noi.
    Posò la piuma e prese quindi il pezzo di metallo e il tipico cappello mongolo da bambino.

    Per la Rettitudine avevo pensato ad un pezzo di metallo, solido, duro e resistente.
    Poi mi è sembrato troppo banale e ho scelto questo cappello da bambino.


    Mise da parte il metallo per dare spazio alla scelta vera e propria.

    Quando ho visto i piccoli giocare, aiutare i genitori e fare di tutto per rendersi utili, ho capito che il mondo per cui combattiamo sarà la loro casa.
    Ricordarsi che il mondo esiste per i bambini, che sono il nostro futuro, per me rappresenta la via della Rettitudine.


    Posò il cappello insieme alla piuma e passò al simbolo successivo. Prese il lenzuolo bianco e se lo fece rigirare tra le mani.

    Si, ok, il lenzuolo bianco è un po’ come una bandiera di Pace.
    Ma anche in questo caso era troppo banale.


    Mise il telo in spalla e si sfilò dall’orecchio il fiore che gli aveva regalato la bambina.

    Vedete, questo fiore non sarebbe nemmeno cresciuto se tutto il mondo fosse violentato dalla guerra.
    Soltanto un uomo che calpesti il suolo straniero in Pace può godere appieno delle bellezze che quel suolo offre.
    Io e Ys, a nostro modo, abbiamo cercato di portare un briciolo di Pace in questo luogo, permettendo alla vita di rinascere.
    Si ok, abbiamo fatto un po’ di casino…ma era inevitabile.
    Oh oh oh.


    Lasciò il fiore insieme agli altri oggetti per poi passare all’ultimo. Quello più significativo e sofferto per Bart.

    Devo ammetterlo: volevo davvero rappresentare l’Amore con un cuore disegnato sul terreno.
    Ma ho capito che non era ben gradito, oh oh.


    Scoccò un occhiolino al Signore degli Animali per ricordare le sue parole a riguardo.

    Alla fine, invece, ho scelto questo.

    Armeggiò con la corda e ne fece un cappio.

    L’Amore, per me, può essere rappresentato da un cappio, il cui nodo simboleggia i legami profondi che si stringono tra due persone.
    Inoltre, il cappio in sé rappresenta uno strumento di morte da cui non si può sfuggire.
    Simboleggia quindi l’impotenza e la frustrazione di stare in un rapporto d’Amore in stallo, senza via d’uscita o evoluzione alcuna.


    Uhm, era forse qualcosa di personale quello che aveva appena detto? No, ma va, solo quel tantino che basta. La sua espressione, infatti, si fece triste per un istante impercettibile, con la mente che vagava ad una persona precisa: Elena. La donna rappresentava sicuramente l’amore della sua vita e quel sentimento era assolutamente ricambiato. Eppure erano ancora lì, bloccati in quell’amicizia profonda senza via d’uscita. Vuoi la differenza d’età, vuoi i continui pericoli cui Bart andava incontro a testa bassa, sta di fatto che i due sembravano rispettarsi fin troppo per dirsi quelle due paroline magiche che risolvono tutto. Ormai era da tantissimo tempo che Elena accudiva i figlioli adottivi di Bart, tanto che loro stessi la chiamavano mamma. Tutti insieme erano l’immagine della famiglia felice in quel mondo di devastazione, e gli mancava davvero poco per esserlo per davvero. Perché allora non osare? Perché non gridare al mondo quello che provavano? Bart aveva affrontato a suon di pugni il Dio della guerra Ares, ma non era in grado di fare il primo passo?
    Argh, dannazione, quanto è difficile e complesso l’Amore.
    Il sorriso tornò repentino sulle sue labbra, mostrando finalmente tutti e quattro i simboli in modo orgoglioso.

    E quindi eccoci qua.
    Questi sono gli oggetti a cui ho pensato.
    Spero non li troviate troppo banali perché io ce l’ho messa tutta.
    Anzi, speriamo che Nandi e i suoi zoccoli non li trovino banali.
    Oh oh oh!


    Beh, era indubbio che Bartolomeo questa volta ce ne aveva messa di fantasia. Tutte le scelte erano state fatte in modo estremamente personale, come se rappresentassero quattro aspetti diversi della vita del Cavaliere del Toro.
    Bart aveva esposto le sue ragioni da bravo alunno di fronte ad una maestra esigente, sperando in un buon voto per la ricerca ben fatta.

    Forza torello volante, non essere troppo schizzinoso.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Scelte inusuali, provando a non essere banale e cercando al contempo di ricollegarmi molto alla vita di Bart. Mi sono anche divertito a descrivere il primo pensiero “più banale” che a molti sarebbe potuto venire in mente XD

    Condizioni:
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    Edited by Lord Drake - 15/6/2015, 23:49
     
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    Ys e il fanciulletto divino osservarono per tutto il tempo Bart gironzolare per il campo, e quando poi tornò con gli oggetti da lui scelti ascoltarono educatamente il percorso logico seguito dal gigante. Era palese che nessuno dei due fosse granché convinto, ma non per questo il dio respinse le proposte.

    «Scelte... molto personali.» riecheggiò la cosmica eco della divinità bambina «Ma forse buone comunque. Posale alle estremità di un rettangolo immaginario, e vediamo se Nandi accetterà questi piedistalli.»

    Il dio fece allora posare a Bartolomeo la piuma, il cappello, il fiore e la corda ai quattro angoli di uno spiazzo brullo nel villaggio. Dopodiché, i tre si allontanarono.
    E improvvisamente quattro colonne luminose apparvero accecanti dal cielo, e con un gran bagliore investirono i quattro oggetti tra lo stupore generale.
    Ma, a quel punto, un tremendo sentore di corruzione attraversò l'aria -- e il Signore degli Animali fu il primo a percepirlo.

    «Cosa?!?... NO!!!!»

    Neanche il tempo di gridarlo, che tre esplosioni nerastre appestarono l'aria, e altrettante comete nere partirono da dove Bart aveva posto la piuma, il cappello e la corda per descrivere una parabola e scomparire all'orizzonte.
    Tutto questo durò pochissimi istanti, e un Saint come Bart fu addirittura capace di seguire ogni istante dell'evento: aveva distintamente visto piuma, cappello e corda venire sollevati da una forza invisibile, e scomparire dentro le tre comete. Un attimo dopo, l'oscurità si diradò, e tornò il sereno.
    Ma il Signore degli Animali era più terrorizzato che mai.

    «Oh no, oh no, oh no... Non la Corruzione, NON ORA!!!»

    Lo spiazzo presentava ora tre aree nero bruciato laddove i tre oggetti scomparsi erano stati posti pochi secondi prima. Solo il fiore, scelto da Bart come simbolo della Pace, era rimasto lì.
    Tramutato in un fiore di cristallo nero.
    Il dio bambino lo colse, e lo mostrò a Bart.

    «Nandi... doveva essere in zona.» spiegò ai Saint «In genere, se offri degli oggetti inadatti, semplicemente non accade nulla. Se però il Sacro Toro ti osserva, potrebbe voler verificare in prima persona le offerte... Ma, di nuovo, in genere se non lo soddisfano non accade nulla oltre al bagliore del Cosmo di Nandi che investe gli oggetti...»

    Ma allora, che era successo?
    Il dio non li tenne sulle spine.

    «Temo che Nandi sia stato colpito dalla Corruzione.»

    Come Ares? Fantastica, la fortuna di Bart!
    Il Signore degli Animali indicò allora il fiore di cristallo che stava tenendo in mano.

    «Vedete? Per strano che possa sembrare, significa che Nandi ha accettato il simbolo di Pace: se solo qualche oggetto - ma non tutti - è accettato, viene trasformato in un cristallo... Solo che dovrebbe essere bianco trasparente, mentre questo è nero traslucido.»

    Il motivo era implicito: il Cosmo di Nandi era stato imbevuto dalla Corruzione.

    «Questo... complica le cose. Riuscite a sentire l'eco della Corruzione in lontananza? Sono i tre oggetti rifiutati, solo che... fin da qui, riesco a percepirne il lamento più intimo: sono certo che siano stati contagiati dal forte disappunto di Nandi, e la Corruzione ha usato questo sentimento come veicolo per renderli... qualcos'altro.»

    Un forte stridio nell'aria interruppe la spiegazione, e voltandosi tutti poterono vedere radunarsi frotte di Corrotti in lontananza: cosa li stava spingendo a comportarsi così?

    «Come volevasi dimostrare.» commentò il dio con forte amarezza «Quei tre oggetti sono diventati dei ricettacoli di Corruzione. Quegli esseri non sono certo un pericolo per la mia Barriera, ma... quei tre oggetti vanno distrutti prima che producano qualcosa di peggiore

    A quel punto il dio echeggiò qualcosa nella lingua locale, e i pastori si riscossero dallo shock all'udirlo, e alcuni si precipitarono nervosi dentro una tenda. Dopo pochi istanti, un gruppetto uscì fuori, e porsero al Signore degli Animali un rotolo di pergamena. Questi la srotolò per terra con le sue manine infantili: era una mappa della zona.

    «Mi è facile capire dove si trovino i tre oggetti.» spiegò loro «Ecco: la piuma è atterrata qui.» e indicò un basso rilievo «Il cappello è qui.» e il dito cadde sul letto prosciugato di un fiume «Infine, il cappio si trova sicuramente qui.» e indicò sulla mappa il centro di un altopiano

    Il dio alzò allora lo sguardo.

    «Io non posso muovermi perché devo tenere alzata la Barriera, e non so se abbattere questi oggetti Corrotti vi aiuterà a trovare Nandi, ma... posso chiedere il vostro aiuto? La vita della mia gente sarebbe altrimenti in pericolo.»

    Un tremendo imprevisto, e un gravissimo pericolo. Forse era scontata la risposta di Bart, ma...

    «Mi dispiace.» mormorò il dio bambino scuotendo la testa «Se solo il mondo non fosse pervaso dalla Corruzione...»


    CITAZIONE
    Ok, questa volta salto il post con Ys, sarebbe superfluo. Bene, tutto è diventato un gran bel casino: assorbi pure la mole di novità e decidi che fare.
     
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