On the dark desert highway

Up per Lady Violate

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    Better to reign in Hell than serve in Heav'n

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    Death Queen Island, per molti l'inferno su questa terra.

    Lars di Black Leo stava in quel momento battendo le strade ormai deserte vicino all'irriconoscibile costa dell'isola, devastata dall'Armageddon; alcuni dicevano che potessero esserci ancora civili superstiti da qualche parte, fuggiti durante il caos e rifugiatisi chissà dove. Pochi però ci credevano davvero.
    Lars poteva dirsi quel giorno testimone di tanto scetticismo: non era ancora riuscito a trovare anima viva per tutto il percorso fatto.
    Dopo un'ultima curva, però, vide una cosa... inaspettata: lungo la strada sconnessa, attorniato dal deserto e cadente, c'era un albergo. Un albergo che non aveva mai visto prima.
    Il tetto era caduto in più punti, le tegole a terra come macerie, numerose crepe lungo le pareti e l'intonaco verdastro che s'era staccato in molti punti rivelando l'intonachino biancastro sottostante; i balconi erano in ferro, arrugginiti, e uno di essi era pure caduto a terra, un ammasso rovinoso di metallo arrugginito. Anche molti battenti di finestre avevano il legno marcito, e alcuni di essi erano parimenti caduti a terra, mentre le finestre erano rotte e impolverate.
    Solo i rampicanti mancavano a completare il quadro di abbandono, ma forse solo perché Death Queen Island non era mai stata generosa con la propria flora.
    Per quanto inaspettata come visione, Lars avrebbe potuto semplicemente archiviarla nella sua memoria e proseguire nella sua passeggiata... se non che udì ad un certo punto uno scampanellio acuto diffondersi nell'aria.
    Di certo sorpreso, Black Leo non fallì nell'identificare la fonte di provenienza al secondo scampanellio: proveniva dall'interno dell'albergo.
    Supersiti? O uno scherzo del vento o del pavimento malfermo sui pavimenti in crollo dell'edificio?
    Forse era il caso d'indagare.


    CITAZIONE
    Sentiti padrona di aggiungere qualunque particolare sulla situazione attuale di DQI: limitati a rispettare quanto ho detto dell'albergo, per il resto paesaggio e situazioni sono in mano tua.
    Buon up :shifty:
     
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  2. Lars Stark
     
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    T1YZoIb


    "L'albergo."


    E
    ra arrivato il momento, Lars era da un paio di giorni ormai che non si faceva vedere al campo militare, ma Wilson aveva detto chiaramente che l’ex-ufficiale aveva bisogno di restare da solo, poiché aveva intenzione di intraprendere un allenamento personale segreto, quindi nessuno lo avrebbe dovuto disturbare, ameno che, non fosse necessario.
    Lars era alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo a sviluppare meglio i suoi poteri e rinforzarli e per poterlo fare, aveva in mente di recarsi in uno dei vulcani sempre attivi più grandi dell’isola che, anche se c’era stato l’Armageddon, era rimasto il più attivo come il resto dell’attività vulcanica presente. Una volta lì, si sarebbe dedicato all’allenamento sulla concentrazione e avrebbe imparato “a parlare con le forze vulcaniche” provenienti dal cuore pulsante della Terra, in modo che potessero aiutarlo in ogni situazione e anche se sembra un concetto incredibile, non era difficile per Lars poter capire cosa il suo cosmo gli concedesse di fare. Ne aveva proprio bisogno, poiché ultimamente si sentiva poco soddisfatto della sua qualità in ambito cosmico, i suoi poteri gli parevano un po’ troppo deboli, per questo aveva bisogno completamente di fare quel viaggio. Per affrontare il suo viaggio, si era messo addosso un saio nero che ricopriva sia la testa e i suoi occhi, sia la sua tenuta d’allenamento composta da un paio di pantaloni mimetici neri e grigi e una maglietta attillata dello stesso colore senza maniche più un paio di anfibi grigi. Non aveva portato la sua tuta protettiva a placche che portava sempre fuori dall’isola, non ce ne era bisogno visto che la corruzione pareva lontana.
    Camminava lungo le strade deserte delle poche abitazioni che c’erano, per poter anche rendersi conto dei danni che aveva procurato la distruzione sull’isola, non vi era rimasto nessuno, se non le poche persone come ad esempio Wilson che si erano arruolate nell’esercito oscuro, ma il resto?
    Niente, neanche un sopravvissuto, e lui ancora non aveva neanche potuto sapere meglio com’erano andate le cose durante l’attacco di Guerra, così avevano detto che si chiamava l’uomo che aveva raso al suolo l’isola seminando la morte.

    °Evidentemente sembra proprio che io debba fare un bel discorso con Lord Von Faust un giorno o l’altro. Quell’attacco deve essere stato terrificante.°

    Mentre camminava, si ritrovò alla fine in una via che finiva con una curva. Lars la seguì e in mezzo a tutta quella desolazione e quel deserto creato c’era quello che sembrava essere un albergo abbandonato dal tempo da chissà quanto. La struttura era fatiscente e piena di decadimento, dal tetto semi distrutto alle finestre in legno e vetro, erano semi rotte e balconi di ferro tristemente posti a dare il via a quello spettacolo, mentre parte della poca natura presente avevano fatto il resto.

    °Strano non ricordo di aver mai visto nulla del genere, anche perché non credo che anche prima della distruzione questo posto fosse frequentato con tutti i vulcani attivi presenti.°

    Fece una piccola riflessione, ma non dandosi una risposta e continuando a pensare che doveva proseguire il suo viaggio, decise di non badare alla struttura e di passargli solo accanto quando sentì chiaramente qualcosa. Un suono di un campanello proveniente dall’interno.

    °Mmmm non vorrei sbagliarmi, ma …°

    La curiosità s’insinuò in Lars, così decise di andar a vedere all’interno di cosa si trattava, magari erano dei superstiti che avevano bisogno di aiuto, era meglio indagare su questo fatto.




    pfeo4



    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>>,telepatia<<>> Parlato Esterno Parlato Bestia.




    Dati & Riassunti

    Nome:Lars Stark
    Stato fisico:buono
    Stato Psicologico:buono.
    Armatura:Black Gold del Leone [livello 6]
    Stato armatura:intatto
    Energia:Energia Nera
    scheda: ENQpRXS








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    On the dark desert highway
    cool wind in my hairs
    warm smell of colitas
    rising up to the air.

    Up ahead in the distance
    I saw a shimmering light.
    My head grew heavy and my sight grew dim
    I had to stop for the night.

    There she stood in the doorway
    I had the mission bell
    And I was thinking to myself
    "This could be heaven or this could be hell!"




    Lars udì le note di Hotel California, il grande successo degli Eagles, ancora mentre spingeva la porta cigolante di quel fatiscente hotel; entrando, un vago odore di marijuana gli arrivò al naso, mentre i suoi occhi si apprestarono a osservare l'interno della struttura.
    Lars scoprì dunque di trovarsi nella hall marcescente di un vecchio albergo: si trattava di un lungo e ampio ingresso tappezzato da carta da parati verde parzialmente marcita - sotto s'intravedeva del legno egualmente roso dai tarli -, alla sua sinistra la reception con una sedia e un deposito per le chiavi - senza alcuna chiave dentro - preda delle ragnatele. Oltre la hall s'apriva poi un salone che dava a una grande scala di legno intagliato, i cui gradini erano coperti da un tappeto rosso anch'esso marcito, che portava al piano superiore, ai suoi lati dei corridoi che portavano chissà dove sul retro.
    La visione, già inquietante di per sé - senza parlare della musica e dell'odore di marijuana -, fu presto arricchita da un rumore di passi cigolanti, che presto si rivelarono essere quelli di una bella ma evidentemente stravolta ragazza che stava scendendo le scale del salone, una candela posta su un portacandela che teneva in mano.

    Hi hi hi... Sei venuto anche tu per divertirti con noi?

    La giovane indossava solo una camicia da notte bianca, i piedi nudi, era molto pallida e magra e aveva delle pesanti occhiaie sotto gli occhi; i bei capelli biondo ramato ondulati le cadevano con grazia sulla spalla sinistra, e nei suoi occhi verdi e nel suo sorriso sbilenco pareva albergare solo la follia.

    Seguimi, seguimi: ti mostrerò la tua stanza. Poi raggiungeremo gli altri in piscina, sì, sì....

    La ragazza fece cenno col capo di seguirla per le scale, ma per il momento non si mosse: evidentemente aspettava che Lars iniziasse a seguirla.
    Il Black Saint, dal canto suo, poteva dire solo una cosa: da quella ragazza non pareva provenire alcun Cosmo, sembrava una persona normale in tutto e per tutto.
    Stava a lui decidere che fare: seguirla senza fiatare, fermarla e farle delle domande, o...
    Non fece in tempo a formulare il terzo pensiero, che la porta dell'albergo si chiuse da sola con uno sbattere sonoro.
     
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  4. Lars Stark
     
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    T1YZoIb


    "La donna misteriosa."


    D
    opo essere entrato nell’albergo Lars udì una canzone che conosceva degli Eagles “Hotel California”, un noto successo che anche prima dell’Armageddon era abbastanza in voga, non aveva idea del perché fosse acceso un disco in un albergo disabitato , dopotutto chi lo ascoltava se non il vento? A meno che non ci fosse qualcuno, come in effetti sembrava anche dal fortissimo odore di marijuana che dava un po’ alla testa al solo respirarlo. Tuttavia poco male, la musica e quell’ odore gli ricordavano un po’ i vecchi tempi, quando era giovane e cadetto all’ accademia di aereonautica, quando c’era un momento di libertà una volta gli era capitato di fumarsi una canna e di andare a letto con qualche puttana, ma ormai non era più un suo vizio, poiché aveva imparato ad essere più responsabile e a capire che le droghe fanno male e le puttane ce ne erano abbastanza nell' esercito.
    Si guardò attorno, tutto era decisamente rovinato e pieno di arredamento e pavimento che scricchiolava, ma da quello che aveva visto si trattava proprio di hall di un albergo con tanto reception che però era vuota.
    Lars si avvicinò verso il bancone delle chiavi per vedere se quel suono di prima di campanello provenisse da lì, ma non sembrò sentirlo, davvero strano .
    Girò gli occhi verso le scale in legno tappezzate da un tappeto rosso, poi sentì dei passi provenienti da esse e alla fine scese giù ad accoglierlo una ragazza dai capelli biondi abbastanza carina, peccato che con quelle occhiaie e quell’ andazzo da strafatta sembrasse che non stesse affatto bene, inoltre gli pareva anche particolarmente fuori di testa visto l’espressione del suo viso. Lars alzò un sopraciglio tirandosi indietro il cappuccio rivelando il suo volto e i suoi occhi verdi, mentre la donna parlava, anzi no delirava qualcosa sul fatto di essere arrivato anche lui a “divertirsi”, poi gli chiese di seguirla , gli avrebbe mostrato la sua stanza e avrebbero raggiunto gli “altri” in piscina.
    Lars prima di seguirla, anche se ammetteva di essere curioso, ma era meglio prima accertarsi di qualche cosa, innanzi tutto la storia del campanello e del perché non avesse mai visto quell’ Hotel su un isola inospitale come l’isola nera. Era tutto decisamente un po’ sospetto.
    Lars fece qualche passo per poi fermarsi.

    “Vedo che non hai paura ad invitare uno sconosciuto a seguirti, ma non sono qui per farlo o per prendere una stanza, io qui ci vivo e onestamente non ho mai visto prima d’ora questo Hotel, forse prima della distruzione dell’isola era usato, ma mi rende comunque difficile crederlo, visto che il massimo degli abitanti di questo posto è ridottissimo e sono tutti con l’esercito. Non ci sarebbe stato alcun affare a costruire una struttura come questa, ma il campanello funziona ancora a quanto ho sentito… “

    Fece una pausa poi riprese.

    “Dunque, hai detto che non sei sola forse è meglio che tu e il resto di questi “altri” veniate con me, certo neanche io sembro affidabile e ti darò tutto il tempo di non fidarti , ma se restate qui potreste essere in pericolo. Io vi ho avvisato.”

    Dopo aver parlato sentì la porta principale dell’ albergo chiudersi.




    pfeo4



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    Then she lit up a candle
    And she showed me the way.
    There were voices down the corridor
    I thought I heard them say...





    La ragazza ridacchiò.

    Non la senti la canzone? Anch'io ero entrata, come te, sentendo la campanella, e come tutti ho cercato d'uscire da qui... Finché non mi sono rassegnata a fare la parte della ragazza della candela. Questo è l'Hotel California, vive della canzone e fa vivere della canzone... Non so perché: lo fa e basta.

    Sembrava che la giovane fosse stata molto alienata dalla sua disavventura, e comunque pareva saperne davvero poco: Lars verosimilmente avrebbe dovuto comprendere da solo i misteri di quell'albergo fatiscente -- o, comunque, non li avrebbe appresi dalla ragazza.
    Lo stesso Black Saint però aveva già notato, dalle parole della giovane, che c'era altra gente: se non altro, avrebbe potuto chiedere pure a loro.
    Sempre che non intendesse provare a fare una prova di forza, beninteso.
    La ragazza però riportò presto Lars alla realtà.

    Allora che fai? Mi segui o no?



    CITAZIONE
    Scusa per l'attesa, soprattutto per un post così striminzito: non trovavo tempo e ispirazione. Tranquilla che sarò molto più veloce i prossimi turni.
     
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  6. Lars Stark
     
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    T1YZoIb


    "Il mistero si infittisce."


    L
    ars stava aspettando una risposta concreta, purtroppo tutto quel mistero e il sospetto che quel posto fosse uscito dal nulla non era per nulla rassicurante, aveva già vissuto un esperienza simile durante l’arrivo su quell’isola dove aveva trovato quell’ arma appartenuta agli antichi Black e in cui si era addestrato per la Black Cloth di Leo. Insomma, tutto gli provocò una sensazione di dejà vu impressionante, a momenti si aspettava che da quell’ albergo uscissero fuori migliaia di corrotti pronto ad ucciderlo come era successo all’ora, forse era meglio stare attenti.
    La donna invece però sembrava decisamente a suo agio, e dalle sue parole riuscì solo ad intendere che anche lei era stata attirata dallo squillare del campanello, e probabilmente era rimasta lì da un bel po’ tanto da “rassegnarsi” e insieme a lei c’erano anche quest’altri, in ogni caso era strano quello che diceva dell' Hotel, così strano da far pensare a Lars ad una specie di tentativo d'inganno, che secondo lui non era comunque dipeso da lei, ma da qualche cosa che l'aveva attirata e fatta quindi "prigioniera" di quel posto.
    Lars iniziò dunque a macinare alcune ipotesi : il posto era un hotel mai visto o segnato nelle carte dell’isola , costruito per di più senza uno scopo preciso, poiché di certo nessuno sarebbe potuto andare a prenotare una “vacanza” su Black Queen Island , per di più il campanello sembrava attirare le persone come mosche, e il posto era circondato e quasi "soggiogato" dalla canzone degli Eagles il che lasciava spazio alla più fantasiosa delle conseguenze e delle motivazioni, e Lars era lì per verificare.
    Forse non era il momento di restarsene fermi ad aspettare che qualcosa potesse accadere, anzi era proprio per quello, che prima di ritrovarsi in qualche casino era sicuramente consigliabile agire.
    Trasportato dalla bella musica degli Eagles, decise di vedere cosa succedeva se avesse seguito la ragazza, tanto massimo che poteva accadere, con la fortuna che aveva, era di ritrovarsi davanti qualche “sorpresa”, tipo un corrotto che cercava di scorticarlo vivo e di conseguenza avrebbe poi reagito lui, ma se non si trattava di questo magari poteva trovare dei sopravvissuti da soccorrere.

    “Ho capito, a quanto pare siamo di fronte ad un Hotel alquanto “strambo”, pazienza , non mi dispiacciono le cose “strambe”. Fammi pure strada donna ti seguo dove vuoi, ma fa attenzione a non fare scherzi o te ne pentirai. Mi hai incuriosito.”


    Lars volle mettere bene in chiaro le cose prima di seguire qualsiasi pista.





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    La ragazza non sembrò dare peso alle minacce di Lars, ma come se avesse udito solo il suo assenso lo invitò a seguirla su per le scale.
    Il legno, notò il Black Saint salendo i gradini, era parzialmente marcito e scricchiolante, ma per fortuna reggeva ancora il peso di una persona. Quando raggiunsero il piano superiore, poi, la ragazza imboccò un corridoio ai cui lati c'erano le porte numerate di evidenti stanze d'albergo.
    A quel punto, con un forte rullare di tamburi la musica riprese, più forte che mai.

    Welcome to the Hotel California
    Such a lovely place
    Such a lovely face
    Plenty of room at the Hotel California
    Any time of year you can find it here



    La ragazza ridacchiò sottovoce, forse divertita o forse isterica, ma non aggiunse altro. Poi, ad un certo punto si fermò, ed indicò a Lars una porta: la stanza 126.

    Ecco: questa andrà bene come un'altra. Entraci pure: non ci sono chiavi nell'Hotel California. Però, stai attento che la canzone proseguirà solo se ci raggiungerai nella piscina: si trova in fondo al corridoio, sul retro di questo albergo.

    Senza aggiungere altro, la giovane salutò con la mano Lars, incamminandosi proprio in quella direzione. Il Black Saint era ora libero di seguirla o di entrare nella stanza: tanto, probabilmente l'avrebbe ritrovata in piscina.
     
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  8. Lars Stark
     
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    T1YZoIb


    "Indagini."


    L
    Lars non riusciva a capire proprio, la situazione sembra uscita da un racconto surreale dove niente aveva un senso un po’ come i romanzi di Stephen King dove poi succedeva di tutto alla fine, e onestamente la dinamica degli eventi e il fatto che una donna sola non avesse paura o non volesse uscire da un Hotel “Fantasma” , lo lasciavano pensare sempre più a qualche trappola, continuò a seguirla per le scale.
    La struttura dell’ Hotel, se già sembrava fatiscente nella portineria, non si poteva di certo dire che non lo fosse per il resto visto che anche le scale sembravano dover crollare da un momento all’ altro, tanto che Lars aveva qualche dubbio a salirle, ma fortunatamente riuscì a farlo e la donna lo accompagno in un corridoio dove c’erano tutte numerate le stanze, e seppure aveva detto di non averne bisogno era meglio per ora fare come diceva lei, mentre quella canzone iniziò a suonare nell’ aria . Se doveva essere sincero , quella canzone stava iniziando un po’ ad innervosirlo perché era da quando era arrivato che non si sentiva altro che ciò, ma del resto la donna aveva detto che quella canzone era “l’anima” dell’ Hotel, quindi se continuava ad essere riproposta allora c’era un motivo, ma ancora Lars non aveva intuito quale e le situazioni difficili in cui non poteva trarre niente neanche un indizio lo facevano innervosire. La “Bestia” stava graffiando , ma ancora si poteva domare, quindi iniziò a farsi coraggio da solo.

    ° Ok Lars adesso fai un bel respiro e ti calmi. La situazione è questa che tu lo voglia o meno bisogna indagare a mente lucida.°


    Come se non bastasse quella donna se la “rideva” bellamente e drogata , folle o meno era ancora più irritante perché sembrava quasi burlarsi di lui facendogli poi vedere la stanza centoventisei e dicendogli che la canzone sarebbe continuata una volta che avesse raggiunto “tutti “ nelle piscine. Chissà perché insisteva tanto con sta storia della piscina? Lars non lo sapeva, però magari avrebbe potuto trovare qualche altro indizio nella sua stanza o magari avrebbe potuto controllare le altre visto che le altre erano senza chiavi, un'altra cosa strana .

    “Ok spero che almeno il cesso funzioni devo pisciare.”

    Disse con una scusa, che poi non lo era più di tanto dato che ,in effetti, era da quando era partito dalla base che la stava trattenendo, lasciò dunque andare la ragazza ed entrò nella stanza e come primo obbiettivo cercò di vedere dov’era il bagno come previsto.





    pfeo4



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    Non ho idea di cosa hai in mente ho lasciato vago ancora il tutto decidendo di entrare nella stanza alla ricerca del bagno xD sperò di non aver sbagliato.



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    Deciso di entrare nella stanza, Lars aprì la porta scricchiolante e si ritrovò in una vera e propria suite... marcescente. Sulla destra trovò un portascarpe in legno rosso rosicchiato dai tarli, e accanto un portaombrelli pieno di ragnatele; davanti a lui, dopo aver superato un tappeto impolverato che separava simbolicamente l'ingresso, fu subito in un salotto composto da un divano in pelle marrone marcita contro la parete destra con la carta da parati verde staccata, davanti a lui una grande finestra impolverata e sulla sinistra un mobile tarlato su cui stava un vecchio televisore a cubo catodico, accanto addirittura un frigobar e sugli scaffali soprastanti dei libri impolverati. All'angolo di sinistra, un corridoio portava a una camera da letto matrimoniale - le lenzuola parevano non venire lavate da un bel pò di tempo -, e più in là il bagno.
    Entratoci, Lars si ritrovò in un ambiente un pò stretto ma abitabile, sulla destra un lavandino sbeccato con uno specchio impolverato, davanti una finestra parimenti impolverata, e a sinistra una vasca da bagno e il gabinetto. Un minuto dopo, il Black Saint poté constatare che lo sciacquone per fortuna funzionava perfettamente.
    Espletati i suoi bisogni, Lars poté esaminare meglio la suite: il televisore non funzionava - pareva non ci fosse alcuna antenna, si accendeva ma non dava segnale -, e i libri si rivelarono piuttosto inutili: Come curare il tuo giardino, Fido amico mio, 100 ricette per gatti, Il segreto della buona cucina e via dicendo. Le finestre davano invece sul panorama desolato di Death Queen Island.
    Ad un certo punto, Lars si accorse pure di un'altra anomalia: la canzone non stava andando avanti. Il ritornello di Hotel California proseguiva infatti come un disco rotto a basso volume nell'aria.
    A quel punto, il Black Saint aveva poco da fare: poteva solo dirigersi verso la piscina.
    Uscito dalla stanza, il ragazzo americano proseguì allora per il corridoio, incontrando dopo un pò una scala in discesa: portava al retro dell'albergo, e un pò più avanti c'era una porta a vetri che dava su un giardino. Superatala, trovò la piscina: era l'attrazione principale di quel giardino curato all'inglese - anche se il giardiniere pareva si fosse preso due settimane di vacanza, dato che l'erba era sui 10 centimetri -, dietro di esso un padiglione con un chioschetto; in fondo al giardino c'era poi un'altra costruzione, su due piedi una dependance dell'albergo.
    Nella piscina, che su due piedi pareva misurare qualcosa come 50 metri per 20, c'erano una dozzina di ragazzi in costume che stavano a mollo sui gradini lungo i bordi, ridendo e scherzando, alcuni con un cocktail in mano. La ragazza di prima - Lars la notò quasi subito - si trovava invece sotto il padiglione, seduta su una sedia di plastica; a completare il quadro, c'era un'altra ragazza - capelli neri a coda di cavallo, maglietta nera e rimmel pure nero -dietro al bancone del chioschetto, e un signore magro sulla sessantina curiosamente in livrea compostamente in piedi accanto al bancone stesso. Mentre tutti gli altri, comprese le due ragazze, sembravano essere assai rilassati, l'uomo pareva invece assai vigile, come se fosse in attesa di ordini.
    A quel punto, un nuovo accordo segnalò a Lars la ripresa della canzone, che si diffuse subito nell'aria da non si sapeva dove:

    Her mind is Tiffany twisted,
    She's got the Mercedes bends.
    She's got a lot of pretty, pretty boys
    That she calls friends.
    How they dance in the courtyard,
    Sweet summer sweat,
    Some dance to remember,
    Some dance to forget.



    A parte che non stavano danzando nel cortile ma divertendosi in piscina, notò Lars, tutto continuava a collimare.
    Ma che avrebbe dovuto fare, ora?


    CITAZIONE
    Ho accellerato un pò le cose, dati i tempi di postaggio di entrambi XD
     
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  10. Lars Stark
     
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    T1YZoIb


    "In piscina."


    L
    ars entrò nella stanza stiracchiandosi le braccia buttando il suo mantello a terra.
    Il suo sguardo si posò sull’ambiente circostante, che gli lasciava presagire che quella stanza era una delle più lussuose che uno si poteva permettere , una Suite che però si vedeva che era logorata dal tempo , sulla destra della stanza c’era un porta scarpe rosso tarlato e pieno di buchi e un portaombrelli ormai coperto di ragnatele. Avanti a lui, dopo aver superato il polveroso tappeto che separava l’ingresso si ritrovò in un salotto composto da un divano dalla pelle logora marrone sulla destra appoggiato vicino ad un muro dove la carta parete verde si stava staccando,avanti c’era una finestra, poi sulla sinistra c’era uno scaffale su cui c’era un vecchio televisore con il tubo catodico e accanto c’era un frigo-bar e sopra degli scaffali con dei libri.
    Lars osservò tutto con circospezione cercando di individuare qualcosa, ma sembrava tutto tranquillo, poi verso l’angolo di sinistra c’era un piccolo corridoio che poetava alla camera da letto composta da un letto matrimoniale su cui si vedevano delle lenzuola parecchio sporche. Era meglio non avvicinarsi anche se onestamente stanco com’era si sarebbe volentieri fatto una dormita, ma quell’ ambiente sinistro non gli piaceva e inoltre continuava a domandarsi da dove fosse uscito questo hotel in un posto come l’isola e per di più sembrava essere anche frequentato, la ragazza di prima non doveva essere sola. In ogni caso Lars adesso aveva bisogno urgentemente del bagno, e vide che nella stanza c’era e entrò subito notando che era una stanza un po’ piccola però almeno c’era il lavandino la vasca e vicino finalmente c’era il gabinetto , dove il Black Saint svuotò completamente la sua vescica canticchiando un motivetto degli ACDS .
    Dopo essersi liberato esaminò meglio la stanza e provò a vedere se la televisione funzionava, la accese ma come era prevedibile l’antenna non c’era tutti i canali erano oscurati , allora provò a vedere cosa c’era da leggere era da parecchi che non vedeva un giornale anche se probabilmente ogni quotidiano si era fermato al dicembre duemila e dodici. Gli avvenimenti non erano cambiati di certo, ma le letture che c’erano erano tutte robe da femmine anche se il libro di culinaria poteva essere interessante, saper cucinare era importante anche in tempi come quelli e non lo riteneva affatto da gay, delle volte in passato gli era capitato di cucinare per sua madre e modestamente era anche abbastanza bravo, ma adesso non era il momento di pensare a certe . Guardò fuori dalla finestra vedendo il panorama oscuro dell’’isola, poi continuò a sentire quella dannata canzone “Hotel California” che onestamente iniziava veramente a seccarlo, anche perché adesso sembrava non andare avanti e a fermarsi sul ritornello, come una specie di nenia “moderna” .

    “Sta iniziando a essere veramente fastidiosa.”

    Lars decise di andare dunque in piscina dove prima voleva che andasse la ragazza , era evidente che il punto di tutto sarebbe dovuto coincidere lì , non vi era altra soluzione . Percorse il corridoio dopo essere uscito dalla stanza andò verso la scala in discesa che portava dietro al retro dell’ albergo e poco davanti c’era una porta a vetri che dava sul giardino, Lars seguì il tutto e si affacciò su un giardino all’ inglese ormai pieno di erbacce e malcurato, ma lì c’era la piscina poi dietro un chiosco , poi più avanti c’era la dependance dell’ albergo.
    La poiscina misurava dai cinquanta metri per venti metri e al suo interno a mollo c’erano una dozzina di ragazzi in costume che scherzavano , mentre la ragazza di prima era seduta sotto al padiglione su una sedia di plastica in compagnia di un'altra ragazza dai capelli neri .Dietro al banco pareva esserci un signore anziano in attesa di portare delle ordinazioni . A quel punto un nuovo pezzo della canzone iniziò ad andare

    Her mind is Tiffany twisted,
    She's got the Mercedes bends.
    She's got a lot of pretty, pretty boys
    That she calls friends.
    How they dance in the courtyard,
    Sweet summer sweat,
    Some dance to remember,
    Some dance to forget.



    Lars trovò il tutto strano, nessuno stava ballando , sembravano più che altro persone che erano rimaste lì senza nemmeno accorgersi che fuori c’era stata la distruzione, eppure era sicuro che sull’ isola non ci fossero stati altri superstiti dopo la distruzione portata da Guerra. Non poteva essere veramente tutto vero, c’erano molte cose che non quadravano in quel posto ecco perché non insistette sul portare via tutta quella gente in un posto sicuro.

    “Bene vedo che qui ci si diverte, La distruzione del mondo sembra non avervi toccato minimamente .Davvero strano eppure credevo che quest’isola anche prima non fosse un ottimo luogo di villeggiatura per turisti. In ogni caso questa canzone sembra non finire mai. Deve essere vero che è “l’anima dell’ Hotel”, ma non ne capisco il motivo. In ogni caso siete sicuri che non volete venire in un posto più sicuro? ”

    Disse avvicinandosi al chiosco dove c’era la ragazza bionda e la sua amichetta, appoggiandosi al bancone.






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    Nome:Lars Stark
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    Armatura:Black Gold del Leone [livello 6]
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    La sua vecchia conoscenza in camicia da notte ridacchiò al sentire Lars parlare.

    Continui a insistere, eh? Non si può andare via da qui: ognuno ha un ruolo, deciso dalla canzone. Quello devi fare, e basta.

    Si sporse sul balcone pure la ragazza dai capelli neri, quella che sembrava la barista, che aggiunse:

    Se serve, pare inventino un ruolo per te. Prendi me: in Hotel California non si parla di baristi, eppure... Da quando sono qui, ogni giorno sento di dover presentarmi qui al bancone. Credo sia così per tutti...

    Tacquero entrambe per qualche istante, come se non sapessero cosa dire. Poi, la barista buttò lì:

    Però è strano.

    Sì. Convenne la "portinaia", la ragazza dai capelli ramati che aveva accolto Lars all'ingresso. Quando vedo entrare un ragazzo, do per scontato che diventerà uno di quelli della piscina.

    La barista annuì.

    Esatto. Invece tu sei ancora bello che libero di andartene libero per l'hotel... quasi fossi il protagonista della canzone. Che però c'è già.

    Infatti. Assicurò la portinaia Ha già concluso il suo giro oggi, vero, Capitano?

    La ragazza si era rivolta al cameriere anziano, che era rimasto zitto per tutto il tempo. Questi fece un infinitesimale cenno di assenso, e col volto imperturbabile aprì discretamente la bocca per parlare.

    Naturalmente. Il signore appare sempre alle sette antemeridiane all'ingresso, e per le sette e trenta è già qui. A metà mattinata è sempre già tutto concluso.

    Un vero maggiordomo all'inglese, quell'uomo.
    La barista annuì alla conferma, e quindi si girò verso Lars.

    Però tu sei ancora libero di girare.... Che ne dici, vuoi seguire le orme del protagonista? Forse c'è un ruolo più avanti per te.

    La portinaia convenne.

    Tutto quello che devi fare è sederti a quel tavolo laggiù. Indicò un tavolino da bar mezzo nascosto dal retro del locale A quel punto, la musica dovrebbe ripartire.

    Ora toccava a Lars scegliere: avrebbe seguito il suggerimento... o avrebbe fatto di testa sua?
     
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    "Il ruolo."


    A
    ll’ennesimo rifiuto di seguirlo, Lars iniziò ad intendere che tutta quella gente non stesse tanto bene di testa, evidentemente se nessuno di loro era stato trasformato in un corrotto allora quel posto era solo un rifugio “ fuori dal tempo” dove nessuno poteva uscire, ma Lars non aveva tanta voglia di rimanerci , dopotutto aveva altri progetti in mente e Gabriel e gli altri avevano bisogno di lui.
    Fece uno sbuffo, e dopo gli disse che gli serviva un “ruolo” come nella canzone in sottofondo, ma onestamente di averlo non era poi così importante perché Lars non era venuto per rimanere “rinchiuso” tra le parole di una canzone vecchia di anni , poi si fece avanti la ragazza dai capelli neri e spiegò che ad esempio il suo “ruolo” era quello di fare la barista esattamente come diceva la canzone , poi si rivolse alla portinaia ed ella convenne che era strano che Lars non fosse immerso in piscina con gli altri ragazzi. Beh forse non aveva contato che Lars non era lì per andare in piscina.
    Lars a questo proposito, seppure ormai era confermato che quelle persone fossero completamente impazzite, sentì il bisogno di rispondere.

    “ Può darsi che voi due e il resto delle persone presenti abbiate scelto di accettare questo vostro “ruolo”, ma per me non serve una canzone che mi dica cosa devo fare poiché sono pienamente cosciente delle scelte che ho fatto e il mio posto non è qui.”

    Vedendo che non c’era niente da fare per quelle anime, Lars aveva intenzione di andarsene e lasciare quella gente nel loro delirio in un mondo creato in perfetta assomiglianza a una canzone, dopotutto non si poteva immaginare come funzionavano certe cose, quindi ciò che a lui era da “pazzi” per altri non lo era, quindi era meglio non immischiarsi , però si fermò quando gli dissero se “voleva seguire le orme del protagonista della canzone” , sembravano sorpresi che lui se ne andasse in giro per l’Hotel, anche se a quanto pare avevano già “un protagonista”.
    Onestamente poteva dire semplicemente che la cosa non gli interessava, perché se c’era già qualcun altro a fare da protagonista era inutile che ci fosse anche lui, ma era anche vero che anche se se ne andava non poteva sapere cos’altro nascondeva quell’ Hotel e poi avevano detto che nessuno poteva lasciare quel posto. Forse era meglio approfondire di più quell’indagine.

    “Le orme del “protagonista”? …”

    Ci pensò un attimo guardando il tavolino dove si sarebbe dovuto sedere.

    “Potrei provare, ma non sono tanto bravo con queste cose.”

    Si avvinò al tavolo , ma non si sedette voleva proprio vedere fino a che punto sarebbe arrivata quella storia.







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    So I called up the Captain:
    "Please bring me my wine."
    He said: "We haven't had that spirit here
    since nineteen sixty nine."




    La musica era ripresa non appena Lars si era seduto sul tavolino, come predetto dalla ragazza. Il Capitano, appunto, si avvicinò al Black Saint con un taccuino in mano, come se dovesse scrivere un ordine. Eppure, mentre la canzone procedeva, lui rimise il taccuino nella tasca senza dire nulla; si limitò invece a sospirare:

    Eh sì, un bell'anno il 1969... Un peccato, davvero.

    Ma un improvviso sbattere di porte coprì le parole dell'uomo: la porta a vetri che dava sul giardino - anzi no, non solo quella, ma anche tutte le finestre dell'albergo che davano su quel lato! - si era aperta con violenza senza alcuna causa apparente.
    Il ritornello sembrò quasi accompagnare il fenomeno:

    And still those voices are calling from far away...
    Wake you up in the middle of the night
    Just to hear them say:

    Welcome to the Hotel California
    Such a lovely Place
    Such a lovely face.
    They're livin' it up at the Hotel California
    What a nice surprise
    Bring your alibies.




    La cosa, stranamente, lasciò tutti di stucco.

    Ma... cos'è successo? chiese la barista più che altro a se stessa

    In genere non accade nulla di simile. Le fece eco il Capitano, con invidiabile calma Saputo che non c'è il suo vino, il signore se ne va e basta, accompagnato dalle voci ma nulla più.

    Forse è perché c'è lui. Disse la portinaia indicando Lars, e alzandosi per andargli vicino Dopo c'è il banchetto, vero?

    Sì, con la bestia che non si può uccidere. Confermò la barista.

    La portinaia parve - per la prima volta - impaurita Non mi è mai interessato scoprire che accade là dentro.

    Neanche a me. convenne l'altra, rivolgendosi poi a Lars Ehi, uomo ribelle, che intendi fare?

    Già! Esclamò la portinaia, interessandosi ora pure lei al ragazzo Il protagonista, a questo punto, dovrebbe rientrare nell'albergo, ma... Le cose sembrano andare storte. Intendi forse...?

    "Entrare andando incontro a chissà che pericoli", verosimilmente. Non che fosse venuto lì per una passeggiatina, comunque - o sì?
    Toccava a Lars decidere, comunque: intendeva continuare a seguire le orme del misterioso protagonista, sempre più evidentemente a suo rischio e pericolo... o altro?
     
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    T1YZoIb


    "Cosa si Cela?."


    L
    a storia del “protagonista” era veramente curiosa, forse aveva fatto la scelta giusta, ma era evidente che ne sarebbe conseguito qualcosa di strano.
    Lars sentì di nuovo suonare la canzone, era da qualche minuto che aveva stranamente smesso e risentirla continuava a dargli un senso di inquietudine, poi vide il vecchio Capitano avvicinarsi al tavolo del “protagonista” con un taccuino e fece un commento su quanto fossero bello l’anno “69”. Beh, di certo in quel periodo e forse anche prima era stato tutto un periodo fantastico , del resto erano nati diversi artisti musicali, ma anche diverse correnti di pensiero era stato l’anno di Nixon e di complotti per gli Stati Uniti, ma lui forse era troppo piccolo per capirlo , ma suo padre gli aveva visti tutti forse era per questo che aveva sempre voluto educare Lars in una certa maniera.
    Il ragazzo si lasciò andare ad una risposta.

    “Peccato che non lo ricordi abbastanza bene quell’ anno . Sono troppo giovane, ma non credo che ci sia poi molto da rimpiangere, a parte il fatto che non si viveva in una apocalisse creata dagli Dei, però c’erano senz’altro altre cose su cui pensare.”

    Ad un tratto mentre la canzone andava le porte vetrate che portavano all’interno dell’albergo iniziarono a fare un casino come se seguissero misteriosamente il ritmo della canzone , aveva ragione a dire che tutto questo era sempre più strano e quel fenomeno non lasciò indifferenti la gente al giardino e dalle loro reazioni Lars aveva capito che stava per accadere finalmente qualcosa che avrebbe risolto tutto quel mistero. Si voltò verso l’Hotel, c’era qualcosa al suo interno che lo stava chiamando, forse era il ritmo della canzone o semplicemente il fatto di continuare a sentire frasi che gli sembravano famigliari come “bestia che non si può uccidere”. Affascinante , esisteva davvero qualcosa del genere? Lars si incuriosì, poi qualcuno di loro aveva accennato che “il protagonista” avrebbe dovuto rientrare nell’ albergo forse proprio per verificare se c’era veramente qualcosa? Possibile che loro non avessero mai scoperto di più? Probabile visto che sembravano essere stati messi lì solo per fare da “contorno” o magari ne erano semplicemente impressionati.
    Lars, arrivato a quel punto sapeva che non poteva tirarsi indietro, era lì per fare il “ruolo” del protagonista?Allora uno che si rispetti manteneva fede ai suoi doveri e andava a fondo in ogni cosa e lui lo avrebbe fatto.

    “…”

    Non disse nulla all’inizio poi iniziò ad avviarsi verso l’entrata da cui era passato prima e si fermò voltandosi con uno sguardo serioso.

    “Vuoi rimanete pure qui a ricoprire i vostri ruoli. Io non ho paura di entrare qui dentro. Scoprirò cosa cela tutto questo.”

    Lars rientrò nell’ albergo era proprio curioso di vedere la “sorpresa” che c’era celata , forse era arrivato il momento di divertirsi con “Una bestia che non si può uccidere” e il rischio era sempre di suo gradimento, gli faceva alzare di molto il grado di adrenalina da scaricare.








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    Nessuno fermò Lars mentre questi decise di rientrare nell'albergo, ma lo lasciarono anzi andare senza dire nulla.
    Il Black Saint, passata la piscina e saliti i gradini, si trovò allora davanti ad una hall lussureggiante, in netto contrasto con l'aspetto dell'hotel in precedenza: che era successo?
    Non poté nemmeno tornare indietro: non appena entrò, la porta si chiuse così come si era misteriosamente aperta poco prima. Lars era ora chiuso dentro quello strano albergo.
    Quasi attesa, la musica a quel punto ripartì, e suonarono le ultime strofe:

    Mirrors on the ceiling,
    pink champagne on ice.
    And she said:
    "We are all just prisoners here
    of our own device."

    And in the master's chambers
    they gathered for the feast.
    They stab it with their steely knives
    but they just can't kill the beast.

    Last thing I remember
    I was running for the door.
    I had to find the passage
    back to the place I was before.

    "Relax." Said the nightman.
    "We are programed to recieve.
    You can check out any time you like
    but you can never leave!"



    La musica risuonò alta dopo l'ultima nota, ma Lars poté notare che questa volta non vide alcuna donna né tantomeno il portinaio, come invece le parole gli avrebbero fatto supporre. Nessuno gli venne avanti, e rimase solo in quell'atmosfera surreale finché l'ultimo assolo scomparve nell'aria.
    E in quel momento apparve.

    TU NON SEGUI LA CANZONE.

    Letteralmente materializzatosi alla fine del corridoio, a parlare era stato un... enorme maiale selvatico peloso e rossastro, alto un buon metro e mezzo al garrese. Un mostro di animale, per non parlare che... beh, parlava.

    NON SEI UNO DI QUELLI IN PISCINA, NON SEI UN ADDETTO ALLA FESTA, NON SEI IL GUARDIANO NOTTURNO... PERCHE' SEI COSI' LIBERO?

    La domanda era chiaramente retorica: l'animale scrollò il capo in chiaro segno di confusione, ma quasi subito gli apparve sul muso un... ghigno, o almeno la piega della bocca era quella.

    IO SONO LA BESTIA CHE NON PUO' ESSERE AMMAZZATA. IN GENERE STO NELLA SALA DELLE FESTE, LA GENTE CHE MI TRAFIGGE COI COLTELLI SENZA FARMI NULLA. FORSE SIGNIFICA CHE TU PUOI FAR TERMINARE QUESTO BANCHETTO? HAH: SAREBBE DIVERTENTE.

    Mentre parlava, accanto a Lars letteralmente si materializzò dal nulla una rastrelliera di coltelli, coltellacci e pugnali. Quel posto sembrava rispondere a una logica contorta.

    VUOI PROVARCI? MAGARI POI TI FARANNO USCIRE, HEH...



    CITAZIONE
    Ancora una volta a momenti non postavo più. Almeno adesso siamo passati a una fase più dinamica.
     
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26 replies since 4/10/2014, 11:23   408 views
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