Doni di sangue

Up cloth per Shannon

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    Benvenuta nel tuo up^^ Abbiamo già preso un pò di accordi sulla trama, quindi al solito, a te la prima mossa. Introduci la faccenda, spiega dove sei e perchè ti trovi dove ti trovi ecc. Siamo in pre-armageddon e se c'è da spostare il topic di sezione, ce lo diranno dopo. u attacca e buon gdr^^
     
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  2. Andromeda no Nesyos
     
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    » Andromeda no Nesyos

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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elektra
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    Certo che sei noioso.

    Non sono noioso, sono realista!

    No, sei noioso.

    Le lanciai un'occhiataccia ma invece che intimorita parve divertita. Sospirai sprofondando nel cuscino.

    Dico solo che non era necessario. Non c'era bisogno di portarli qui tanto se mi hanno trattenuto è perchè hanno da darmi un altro incarico. Quindi perchè li hai invitati? Per guardarmi il gatto?

    Elektra si strinse nelle spalle incrociando le gambe. Eravamo in camera mia, seduti sul mio letto matrimoniale - pur vivendo da solo mi piaceva poter stare comodo in un letto fin troppo grosso. Io avevo la schiena appoggiata alla spalliera con frapposto un cuscino, lei invece si trovava ai piedi del letto. Ci trovavamo lì per discutere di una questione: la settimana prima approfittando di un pausa ero tornato a Creta per far visita ai miei che si lamentavano del fatto che non li andassi mai a trovare. Già dopo pochi giorni però il Grande Tempio mi aveva richiamato ad Athene per svolgere alcuni compiti poco importanti, affermando di avere urgente bisogno della mia presenza - il motivo ancora non mi era chiaro. A quel punto la mia sorellina si era presa la libertà di invitare i nostri genitori a casa mia in modo da "compensare la vacanza mancata". Io ovviamente non ne sapevo nulla, mi ero solo ritrovato le braccia di mia madre al collo al rientro da un giro di perlustrazione. Poco ci era mancato che per la sorpresa non li avessi attaccati.

    Ma te l'ho detto, la mamma ci era rimasta così male...

    ...E così le hai proposto di venire qui.

    Il suo sguardo non mi piacque per niente.

    Veramente le ho detto che eri stato tu ad invitarli entrambi.

    Sembrava euforica, io invece affondai il viso nelle mani guardandola attraverso le dita.

    Forse non ti ricordi il giorno in cui la mamma mi ha dato per spacciato perchè mi sono chiuso la mano nel cofano di un'auto. Se adesso mi chiamano in missione e torno come l'ultima volta le viene un infarto!

    Mi riferivo allo scontro con Fedor nei sotterranei di Athene. Fortunatamente Elektra al momento era a Rio e non aveva avuto la possibilità di spifferare ai quattro venti il fatto che fossi finito in una camera iperbarica col collo quasi reciso e tutti e quattro gli arti spezzati. Ma stavolta se fosse successo qualcosa di simile ero completamente fregato grazie alla sua meravigliosa idea. L'ultima cosa che volevo era che fosse mia madre a finire in ospedale per lo shock, la conoscevo troppo bene per escludere la possibilità che accadesse davvero.

    Senti, adesso vai giù e gli dici che ci eravamo capiti male e che devo partire domani quindi falli tornare a casa.

    Mi chiedi di mentire? Dovresti sapere che io non mento mai!

    Questa volta la mia occhiata la fece ammutolire. Vidi mia sorella abbassare gli occhi ed i sensi di colpa mi invasero.

    Scusa, non volevo insinuare...

    Cercai di posarle una mano sulla spalla ma lei mi scansò alzandosi.

    Non ti preoccupare per la "Specter bugiarda".

    Mi alzai e la raggiunsi.

    Dai Ele, non volevo! Ti ho chiesto scusa, ne abbiamo già parlato, facciamo finta che non sia successo niente.

    Non avevamo chiarito da molto tempo. Era successo dopo l'incontro con Alisia. Lì ci eravamo incrociati ma sapevamo entrambi che non era né il momento né il luogo per trattare l'argomento. Pochi giorni dopo l'avevo raggiunta nella dodicesima casa e finalmente eravamo rimasti soli. La situazione era stata strana: da un lato avevo provato l'impulso di abbracciarla all'istante, ma qualcosa me l'aveva impedito. In quella ragazza non avevo visto più solo mia sorella, ma la Specter che mi aveva quasi attaccato non molto lontano dal Santuario, la stessa che mi aveva inferto sofferenze terribili voltando le spalle al Grande Tempio per allearsi con il nostro peggior nemico. All'inizio ero stato così scosso dalla notizia che non avevo voluto crederci nemmeno quando me l'ero trovata davanti. Non era più l'Elektra che conoscevo, no, l'Averno l'aveva cambiata nell'anima rendendola irriconoscibile sia ai miei occhi che al mio cuore. Ma stavolta il destino era stato magnanimo e ci aveva ricongiunti. Certo non era stato facile accettarla di nuovo dal momento che non potevo completamente scordare il suo tradimento. Ma dopo un po' di tempo, una serie di chiarimenti e qualche litigio la situazione sembrava essersi risistemata. Salvo qualche eccezione, come in quel momento.
    Quando la raggiunsi sulla soglia di camera mia la afferrai delicatamente per le spalle facendola voltare. Sussurrandole di nuovo le mie scuse l'abbracciai e la sentii rilassarsi: non l'avrebbe mai esplicitamente ammesso ma sapevo che mi aveva perdonato per ciò che avevo pensato.

    Però lo dici tu a mamma e papà che non li vuoi qui!

    Rise mentre si liberava dal mio abbraccio e scappava in cucina esprimendo ad alta voce il suo disappunto nei confronti del film che stavano guardando i nostri genitori.
    Rimasto solo chiusi la porta a chiave ed andai a sedermi alla scrivania che tenevo solo per arredo senza mai effettivamente usarla. Di fianco ad essa vi era il mio Box. Lo osservai con attenzione studiando il disegno raffigurante Andromeda che ne increspava la superficie. In quel momento mi tornò alla mente la disavventura che avevo avuto sull'isola natale della mia Cloth e mi chiesi come stessero Rose ed i suoi fratellini. Avevo promesso loro che sarei tornato ma ancora non vi ero riuscito, speravo solo che la ragazza si fosse ripresa dall'esperienza che l'aveva vista perdere la giovinezza e la forza vitale. Distolsi lo sguardo rabbrividendo al ricordo. Ormai era acqua passata, dovevo concentrarmi sui miei problemi attuali cioè far combaciare la visita dei miei genitori con la mia prossima missione.
    Passai diversi minuti a cercare una scusa credibile per rimandare a casa i miei, ma alla fine non trovai nulla di convincente e lasciai perdere. Ormai era tardi per dir loro che non potevano restare, inoltre avrebbero dovuto cambiare i biglietti e non sapevo nemmeno se ci fosse un volo disponibile a breve. Elektra stavolta mi aveva messo in un guaio da cui non potevo uscire. Ero abituato ad affrontare mostri e spietati assassini, ma quello in confronto mi sembrava peggio. Arresomi mi alzai sospirando e sistemando un'action figure che avevo sulla scrivania, con l'intenzione di andare in cucina dalla mia famiglia per annunciare loro che li avrei invitati a cena quella sera in un locale sul mare.
    O per lo meno speravo che nessun contrattempo mi avrebbe impedito di farlo...

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    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
    Abilità Attive — //
    Tecniche di Attacco — //
    Tecniche di Difesa — //
    Azioni — //
    Note — Ok, ho inserito tutto quello che dovevo quindi ora possiamo procedere tranquillamente come meglio credi X3 ho utilizzato anche Elektra nella scena in modo da presentartene un po' il carattere nel caso volessi muoverla tu in seguito.
    Vamos :riot:
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    Bien. Mò che ti trovi, racconta qualcosina della cena in famiglia. La mattina dopo, puntuale come le tasse, ti arriva il messaggero del Gran Sacerdote a casa che ti convoca ai piani alti insieme a tua sorella... ovviamente adesso sta a te vedere come rifilare ai tuoi che sei un cavaliere o un agente della CIA di Grecia XD Sospendi quando ti sei risolta tutta la quesione familiare e sei di fronte alla tredicesima casa.
     
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  4. Andromeda no Nesyos
     
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    » Andromeda no Nesyos

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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Daphne - Alexandros - Elektra
    La Convocazione


    Mi guardavo intorno sospettoso, quasi temessi di veder spuntare da un momento all'altro un mostro od un mio superiore da sotto un tavolo. Non mi sembrava vero che fossi effettivamente riuscito ad invitare la mia famiglia al ristorante. Sapevo fin troppo bene che la sfortuna colpisce sempre nel momento peggiore, quindi stavo pronto, teso come una corda di violino. Ma stranamente non accadde nulla.

    Tesoro c'è qualcosa che non va? E' tutta la sera che sei distratto.

    Chi? Io?

    Guardai per un istante mia madre sconcertato, quasi la vedessi per la prima volta, senza capire, poi riuscii a connettere.

    Ah, no no, non ti preoccupare, sto bene, è solo che...

    Ti senti male forse? Il tuo "lavoro" ti da problemi?

    Dai cara, lascialo in pace, quando se la sente ce lo dice.

    Ringraziai mentalmente mio padre che ancora una volta mi aveva salvato, poi tornai ad estraniarmi evitando di ascoltare i loro discorsi ed osservano il piatto ormai vuoto. Avevamo finito di mangiare e stavamo aspettando che il cameriere ci portasse un caffè, quando improvvisamente udii uno schianto. A velocità sovrumana raggiunsi il luogo da cui era provenuto il rumore e scoprii con un certo imbarazzo che si trattava semplicemente di un piatto in frantumi sul pavimento. Lentamente tornai al mio tavolo notando che la maggior parte dei clienti mi stava fissando: il mio movimento fin troppo rapido aveva attirato l'attenzione della sala. La maggior parte delle persone tornarono a mangiare come se nulla fosse accaduto, probabilmente ateniesi abituati a questo genere di cose, ma alcuni continuarono a tenermi d'occhio, e tra questi i miei genitori. Si scambiarono un'occhiata e stavano per dire qualcosa quando la risata di Elektra li anticipò.

    Dai Nes, rilassati, cosa vuoi che succeda? Se continui così finisce che rovini la serata a tutti, per una volta non pensare al Tempio!

    Lo disse con non curanza, tanto i nostri genitori sapevano, sebbene non approvassero. Gliel'avevo detto io, quando mia sorella era scomparsa fagocitata dall'Averno. Non avevo potuto farne a meno, loro ovviamente si erano accorti della sua assenza ed avevano intuito che io sapessi qualcosa. Così alla fine ero stato costretto a parlare. Ci era voluto un po' per far accettare loro la situazione ma alla fine se non favorevoli li avevo resi almeno consapevoli.

    5RYDC



    Driiiiiiiiiiiiin!

    Ma che diavolo...?

    Con un balzo scesi dal letto dirigendomi verso la porta come un sonnambulo. Passando davanti alla cucina notai sull'orologio a muro che erano le otto e mezza di mattina, strano che dormissero ancora tutti. La sera prima non avevamo fatto tardi e solitamente tutti in famiglia eravamo mattinieri, forse quel giorno i miei genitori erano stanchi per il viaggio, ma Elektra? A stento trattenni un sorriso nel ricordare la mia piccola vendetta per lo scherzo che mi aveva giocato. Una volta usciti dal ristorante mia sorella aveva insistito per passare la notte da me. In totale avevo due stanze da letto, con un matrimoniale ciascuna, quindi ci saremmo stati tutti e quattro ed invece l'avevo chiusa fuori da camera mia confinandola sul divano in salotto. Un divano estramamente scomodo che avevo in mente di cambiare alla prima occasione. Probabilmente se le avessi fatto uno scherzo del genere qualche settimana prima mi sarei ritrovato un tappeto di rose velenose nel letto o qualche altra diavoleria passata sotto lo spiraglio della porta, ma ultimamente Elektra aveva serie difficoltà ad utilizzare sia i poteri che la Cloth. Così era stata costretta ad arrendersi al mio scherzetto stupido ed infantile che però mi aveva dato una certa soddisfazione.
    Quasi inciampando nella gatta aprii la porta ancora in pigiama e coi capelli arruffati.

    Sì?

    Stavo per sbadigliare incurante del mio visitatore quando imprvvisamente sbiancai nel riconoscerlo: un messaggero del Grande Tempio. L'uomo mi consegnò una lettera con aria di rimprovero, poi se ne andò senza dire una parola.

    Ma porca merda, lo sapevo. Ero già stato fortunato ad avere la serata libera ieri, non potevo sperare di più. Basta abbassare la guardia un istante e ti fregano subito!

    Non so come ma riuscii a mantenere il volume della voce basso mentre andavo in cucina ad accendere una piccola lampada per leggere la missiva: io ed Elektra eravamo convocati al Tempio il prima possibile. Non era specificato nulla di più. In punta di piedi raggiunsi la sala e scossi delicatamente mia sorella che dormiva rannicchiata sul divano.

    Mmmmph...

    Dai Ele alzati dobbiamo andare.

    Non ti sei già divertito abbastanza con questa storia del divano? Devi pure svegliarmi all'alba?

    Non è uno scherzo ci hanno convocati al Grande Tempio, dobbiamo andare!

    Ma proprio ora?

    Sì, muoviti e non far casino che non voglio svegliarli.

    Secondo me sei tu che porti sfiga, te l'avevo detto ieri di rilassarti e non pensarci, ma tu mi hai ascoltata? No, ed ecco come siamo finiti.

    Ignorai le sue lamentele chiudendomi in bagno prima che potesse monopolizzarlo lei. In meno di dieci minuti ero lavato e vestito e la stavo aspettando. Fortunatamente Elektra sembrava aver preso sul serio la situazione dopo avermi costretto a farle leggere la lettera, così non impiegò molto più tempo di me a sistemarsi. Prima di uscire col Box sulle spalle lasciai un biglietto sul tavolo ai nostri genitori. "Scusate l'assenza, cose da Saints." bastava questo, mio padre avrebbe capito.
    Dopo aver chiuso la porta d'ingresso a chiave porsi una brioche a mia sorella che mi ringraziò: non avevamo avuto tempo per fare colazione come si doveva, avremmo dovuto accontentarci.

    Non mi hai ancora detto perchè ci hanno convocati!

    Con un certo sconcerto notai che Elektra aveva il fiato corto nonostante fossimo appena alla Quarta Casa, segno chiaro del fatto che qualcosa non andasse con i suoi poteri.

    A dire il vero non lo so nemmeno io, sulla lettera non c'era scritto niente.

    Nemmeno un accenno?

    Scossi la testa.

    Nulla.

    In effetti era strano che la missiva non riportasse il motivo per cui la nostra presenza era richiesta ed iniziai a temere che si trattasse di qualcosa di importante. Qualcosa che potevano sapere solo in pochi, per questo non avevano scritto nulla: per evitare che qualcun altro lo sapesse se la lettera fosse finita in mani sbagliate.
    Scossi la testa scacciando il pensiero, forse mi stavo facendo troppi problemi. Ma allora perchè tanta fretta nel vederci? Lambiccarsi non serviva a niente: pochi minuti e l'avrei scoperto comunque, indipendentemente dalle mie congetture.
    Così preso dai miei pensieri quasi non mi accorsi nemmeno del fatto che fossimo arrivati alla Dodicesima Casa. Fu mia sorella a farmelo notare nel momento in cui mi chiamò riscuotendomi dalle mie turbe mentali.

    Nes, fermo, devo prendere la Cloth.

    Sì, scusa, hai ragione.

    Rallentai poco prima del termine delle scale in modo da aspettare che Elektra mi raggiungesse, poi attraversammo la Casa a piedi, insieme. Ad accoglierci non venne nessuno; fino a non molto tempo prima c'erano stati tre domestici che solevo guardare malissimo temendo che potessero approfittare dell'ingenuità di mia sorella, ma dopo che lei aveva iniziato ad avere problemi con le sue capacità aveva preferito restare sola con Zanna. Quest'ultimo mi tese un agguato proprio all'ingresso: nero com'era si era mimetizzato perfettamente nell'ombra.

    Ehi Ele, dovresti legarlo questo gatto, mi ha quasi staccato un piede!

    Ridemmo all'unisono. Inizialmente io e l'animale non andavamo molto d'accordo, ma dopo che avevo scoperto la sua passione per i grattini dietro le orecchie lo avevo conquistato. Rimasi lì a giocare con lui mentre mia sorella recuperava l'Armatura, forse fin troppo lentamente. Probabilmente stava cercando di riprendere fiato e la cosa non mi piacque per nulla. Una volta terminata l'operazione rimprendemmo la marcia verso l'ultima casa. A metà strada mi girai verso Elektra con aria preoccupata.

    Ti senti bene?

    Lei annuì senza dire nulla, ma lessi nei suoi occhi abbassati e fissi sulle scale che mi stava mentendo. Avrei voluto approfondire l'argomento ma ormai non c'era più tempo: eravamo giunti di fronte alla Tredicesima Casa.

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    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
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    Note — Spero di non aver scritto troppo, ho pure accorciato XD Cmq ho già inserito i problemi di Elektra coi suoi poteri, se c'è qualcosa che non va dimmi pure :zizi:
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    Ok, ti lascio ancora il margine creativo. Ecco cosa succede: arrivati alla tredicesima vi fanno entrare, ma non si tratta del GS. Un Png che ha seguito la storia di Elektra da vicino e conosce i problemi che sta avendo con i suoi poteri e la sua armatura, vi informa che c'è da fare un bel viaggetto... in un posto a caso, lo Jamir. Solo che non dovete cercare il solito fabbro di armature, ma un luogo preciso: il Lago dello Specchio Nero. Pare sia l'unico luogo in cui la sorellina possa tentare di recuperare l'armonia con i propri poteri e la cloth. Quindi buon viaggio, se hai dubbi vai di mp^^
     
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  6. Andromeda no Nesyos
     
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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Saito - Elektra
    Alle Falde dello Jamir


    Non che mi aspettassi di essere ricevuto dal Gran Sacerdote in persona, ma la vista dell'individuo che ci accolse mi lasciò decisamente contrariato. Si trattava di un anonimo, normalissimo funzionario, senza cosmo né Armatura. Forse in fondo la nostra missione non era poi così fondamentale...

    Siamo stati convicati...

    Sì, lo so.

    La maniera in cui mi interruppe non mi piacque per niente. Si portò sul naso un paio di occhiali a mezzaluna e tirò fuori un taccuino da una tasca. Lo scorse in fretta, poi spuntò qualcosa a matita.

    La vostra missione di oggi sarà recarvi in Jamir...

    Così lontano?!

    Non mi pare di avere chiesto il tuo parere, Cavaliere di Andromeda!

    La violenza con la quale chiuse il libretto mi fece sobbalzare. Mi scoccò un'occhiata truce da sopra le lenti. Durò un attimo, poi tornò ad assumere l'aria pacatamente altezzosa e sprezzante di poco prima.

    Ringrazia di essere un funzionario o non te la saresti cavata così a buon mercato.

    Gli avrei volentieri piazzato la punta di una catena lì dove non batte il sole, ma per il momento non potevo farlo. Non dissi nulla, ricacciando l'irritazione ed osservandolo con aria di sfida. Lui si schiarì la voce a riprese come se nulla fosse accaduto mentre Elektra soffocava un risolino.

    Come stavo dicendo, la vostra missione prevede l'immediata partenza per il Jamir. Una volta giunti lì dovrete cercare il Lago dello Specchio Nero. Esso potrebbe essere l'unica cosa in grado di riconciliare Lady Nastassos con la sua Cloth. Tutto chiaro?

    Fu mia sorella ad annuire, io ero troppo sconvolto dalle parole di quell'uomo. Lady Nastassos?! Ma da dove gli era uscito?
    Appena se ne fu andato mi voltai verso Elektra.

    Lady Nastassos?

    Lei scoppiò a ridere ma vedendomi contrariato iniziò a spiegare mentre scendevamo lentamente le scale delle Case.

    E' solo un amico.

    Amico in che senso? Nel senso che effettivamente è solo un amico, oppure amico nell'altro senso? Nel senso che lo devo uccidere?

    Scherzavo, ma fino ad un certo punto. Ero sempre stato abbastanza geloso nei confronti di lei, soprattutto dopo la disavventura con quel porco a Creta. Ci avevo messo molto tempo ad accettare perfino Theris nonostante fossimo amici, ma dopo che si erano lasciati, non avevo più approvato nessuno dei ragazzi che sceglieva mia sorella. Se si fosse messa con quel funzionario di poco fa non gliel'avrei mai perdonato.

    No tranquillo, Saito si è solo offerto di aiutarmi con il problema alla Cloth, niente di più. E' un uomo molto rispettoso e posato, non oserebbe mai.

    Eh, l'ho notato quanto è stato rispettoso nei miei confronti.

    Dai non prendertela!

    Borbottando ero arrivato alla fine della scalinata.

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    Il viaggio in aereo era stato stranamente tranquillo. Dopo la vicenda di quella mattina mi sarei aspettato qualsiasi genere di sfortuna, ed invece non accadde assolutamente nulla. La traversata si svolse senza incidenti, salvo qualche bambino che di tanto in tanto piangeva ed un passeggero che scoprì troppo tardi di soffrire il mal d'aria.
    Ovviamente quel volo servì solo a portarci in Asia, nella zona più vicina al Jamir accessibile ai comuni mortali. In seguito per raggiungere quel luogo sacro dovemmo salire su di un rumorosissimo elicottero che ci stava aspettando in cima ad un grattacielo non molto lontano dall'aereoporto. Il pilota era un uomo di poche parole, per lo meno non odioso quanto il funzionario del Grande Tempio, tuttavia era completamente disinformato e quando gli domandammo aiuto per trovare il Lago, egli ci disse di non averlo nemmeno mai sentito nominare. Un po' me lo sarei dovuto aspettare: era rarissimo che una missione i rivelasse più semplice del previsto.
    Finalmente a terra, non molto lontano dal nostro obiettivo, ci incamminammo sotto il sole tiepido, i Box in spalla.

    Non ho ancora capito perchè sono dovuto venire anch'io, la missione riguarda te.

    Se devo essere sincera me lo sono chiesto pure io e la cosa non mi piace affatto.

    Dici che non sono un buon compagno di viaggio?

    No, figirati. E' che temo che abbiano mandato entrambi perchè non credevano che da sola ce l'avrei fatta.

    Questo pensiero aveva toccato anche me, ma preferii evitare di darle corda per paura di demotivarla ulteriormente. Le ipotesi erano due: o Elektra era più indebolita di quanto credessi, oppure il pericolo era troppo grande anche per lei.

    Ma cosa dici? Tu sei il Gold dei Pesci! Sicuramente avranno voluto evitare che ti annoiassi.

    Vedendola poco convinta cercai di cambiare tattica a di metterla sul ridere.

    Oppure quel damerino tuo amico non mi ha preso in simpatia e ha voluto farmi un torto mandandomi qui!

    Fortunatamente riuscii a strapparle un sorriso. La vedevo di nuovo affaticata ed avevo rallentato il passo di conseguenza, non volevo che arrivasse al Lago esausta. Inoltre il Jamir era una terra infida e pericolosa, quindi era meglio che mia sorella rimanesse in forze. Tra le varie difficoltà vi era una salita di circa ottomila metri tra le montagne del luogo che ormai incombevano su di noi. Se già era affaticata a correre in piano, in seguito avremmo avuto seri problemi. In ogni caso avevo intenzione di aiutarla: qualsiasi fosse il motivo per cui avevano coinvolto pure me la priorità era dare una mano alla diretta interessata. Non vedevo l'ora che tutti questi problemi finissero: sapevo come ci si sentiva ad essere abbandonati dalla propria Cloth ed era orribile, non riuscivo nemmeno ad immaginare come dovesse essere perdere anche i poteri.
    Avevo sempre maledetto il giorno in cui mia sorella era stata scelta dalla costellazione di Altare, da allora per lei non vi erano stati altro che guai. Forse per lei sarebbe stato un bene lasciare il Santuario e tornare a vivere come una comune mortale, ma anche se ora ve n'era la possibilità mi faceva male vederla così. L'avrei aiutata, come non avevo fatto quando era diventata una Specter. Se c'era un'occasione per riparare ai miei errori probabilmente era questa. E per farmi perdonare con lei sarei salita fino in cima al Tetto del Mondo che ormai si stagliava dinanzi a noi lasciandomi senza fiato di fronte alla sua bellezza ed alla sua imponenza.

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    Note — Dato che tutti mi dicono "guarda che non puoi salire in elicottero sul monte" specifico: lo so. In elicottero ci arrivo solo VICINO, atterro a meno di 600m dal livello del mare, quindi in pianura è.è
    Detto questo, spero che vada bene u.u show must go on! XD
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    Brava. E adesso che sei alla base del tetto del mondo, ti tocca la salita. Quindi nel prossimo post cominci a raccontare come procede la passeggiatina a piedi; evidenzia il fatto che questo lago che dovete trovare non sapete bene che razza di luogo sia, oltre al fatto che nessuno sappia bene dove si trovi. In un mezzo villaggetto che trovate per strada (tra i 1000 e i 2000 di quota, per capirci), chiedete anche un pò in giro: l'unica cosa che scoprite è che nelle leggende locali ogni tanto viene fatta menzione di un lago, ma collegato a diverse storie che a quanto pare non sono collegate l'una all'altra: un drago che viveva sul fondo di un lago in mezzo lle montagne; un castello in riva ad un lago, il cui signore pare fosse un mago molto potente; un lago capace di inghiottire qulunque cosa o essere vi si inoltrasse; un lago capace di comunicare con il rgno dei morti. Fate provviste e continuate la salita, ferma il post quando arrivi a quota 8000.
     
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    Dannato Saito, ci ha mandati qui senza neanche mezza indicazione, a morire di freddo o venire mangiati da qualche Yeti! Magari poi questo lago nemmeno esiste!

    Per la rabbia Elektra colpì un sasso con un piede facendolo rotolare giù da una rupe. Erano ore ormai che ci arrapicavamo, lei il Box in spalla, io invece avevo indossato la Cloth perchè le catene mi facilitavano il lavoro: trovavano appigli sicuri, mi servivano per tirare su entrambi in caso di pareti troppo scoscese e localizzavano eventuali nemici. Mi voltai e le sorrisi amaramente proprio mentre una delle mie armi si arrotolava attorno ad una sporgenza. Vedevo che era stanca e condividevo i suoi timori ma non potevo permettere che entrambi gettassimo la spugna.

    Ah, adesso il tuo caro amico Saito non ti sta più così simpatico, vero... Lady Nastassos?

    Risi per sdrammatizzare ma non risultai molto convinto.

    Dai sono sicuro che presto lo troveremo.

    Non sapevo esattamente se stessi cercando di persuadere lei o me stesso, ormai erano parecchie ore che scalavamo ma ancora nessuna traccia del nostro obiettivo. Durante il tragitto avevamo trovato alcuni pastori che guidavano mandrie di Yak, avevamo chiesto loro informazioni, ma come il pilota del nostro elicottero non sapevano nulla. Iniziavo quasi a credere che stessimo cercando qualcosa di inesistente.
    Dopo essere montato sull'ennesima sporgenza trovai quello che poteva essere un vecchio sentiero. La mia catena di difesa si avvolse attorno alla vita di mia sorella aiutandola a raggiungermi.

    Per di qua, magari troviamo un villaggio o qualcosa di simile.

    Lei annuì senza parlare per evitare che io mi accorgessi che aveva il fiatone, ma glielo si leggeva in faccia che era stravolta: il suo continuo indebolimento implicava anche l'avvertimento del peso del Box. Mi ero offerto più volte di portarglielo io, ma si era rifiutata ed insistere non sarebbe servito a niente.
    Come avevo previsto - o sperato - il sentiero ci portò appunto ad un villaggio. In realtà si trattava di una decina di catapecchie in legno ammassate, ma per noi era più che sufficiente. Tra i vari edifici notai quello che avrebbe potuto essere un bar od una locanda.

    Ele, fermiamoci lì un paio d'ore. Potremo riprenderci un attimo e cercare informazioni, mi sembra il posto perfetto.

    Se lo dici tu...

    Il luogo non era affollato come speravo, ma era effettivamente una locanda. Non come quelle classiche che si trovano nei libri, piene di ubriaconi che urlano e maniaci che ci provano con le cameriere. No, questo era un luogo tranquillo, esattamente come il villaggio in cui era ubicato. Al suo interno di trovavano solo pastori e monaci. Ci sedemmo al bancone ed ordinammo un po' d'acqua e del cibo. Il proprietario ci offrì gentilmente quel poco che aveva e ci osservò mangiare incuriosito.

    Non siete del posto, vero?

    Ad essere sinceri no. Veniamo dal Grande Tempio.

    Il sorriso del vecchio si allargò nel sentire quel nome che ovviamente tutti in quel luogo conoscevano.

    Che cosa vi porta qui?

    Stiamo cercando un lago...

    ...il Lago dello Specchio Nero! Lei sa dove possiamo trovarlo?

    Il vecchio ci pensò qualche istante. Da quando avevamo detto di essere Saints avevamo attirato l'attenzione dei commensali che ora sembrava stessero ascoltando il nostro discorso.

    Io non l'ho mai visto, però c'è una leggenda secondo la quale su queste montagne si trova un lago oscuro ed infido, in grado di inghiottire qualsiasi cosa vi si avvicini. Fossi in voi lascerei perdere.

    Myr! Ma ti sembra il caso di spaventare così questi ragazzi?

    Proprio in quel momento era uscita dalla cucina una donna anziana, apparentemente la moglie del locandiere.

    Non date retta a mio marito, racconta un sacco di stupidaggini. Il lago può mettere in comunicazione con il mondo dei morti, ma non inghiotte proprio nessuno!

    A quelle parole un brusio si alzò dagli altri tavoli.

    Ma non era la dimora di un drago?

    Ma no, ti confondi! Era un mago che aveva costruito un castello sulle sue rive!

    E molte altre versioni tutte contrastanti e tutte scollegate. Io ed Elektra ci scambiammo un'occhiata sconcertata.

    E' chiaro che non ne sanno niente. L'ennesimo buco nell'acqua...

    Una volta terminato di mangiare pagammo e ringraziamo il padrone della locanda nonostante egli avesse insistito per offrirci il pranzo. Una volta usciti raggiungemmo un piccolo mercato per fare provviste dopodichè riprendemmo la scalata. A mano a mano che salivamo la montagna si faceva più ripida, il clima più rigido e l'aria più rarefatta. Elektra sembrava distrutta ed un velo di neve e ghiaccio iniziava a rendere gli appigli sempre più precari. Fummo costretti a rallentare: ormai eravamo quasi arrivati ma per compiere l'ultimo tratto di strada ci impiegammo il doppio del tempo. Era quasi il tramonto quando arrivammo ad un ponte tibetano sopeso tra due picchi, ma le nubi coprivano il cielo colorandolo di grigio rendendoci impossibile stabilire che ore fossero. L'aria gelida ci sferzava mozzandoci il respiro e rendendoci quasi incapaci di parlare, per questo feci capire a gesti a mia sorella di seguirmi mentre attraversavo il ponte. Mi aggrappai alla prima corda con due mani appoggiando i piedi sulla seconda, sembrava essere stato costruito da poco ma il ghiaccio lo rendeva tremendamente scivoloso e l'aria lo faceva oscillare in maniera inquietante. Con la coda dell'occhio vidi Elektra che mi seguiva. Andai piano, un passo alla volta, cercando di non guardare il vuoto sotto di noi.
    Mancavano ormai pochi passi quando sentii un grido dietro di me. Mi voltai giusto in tempo per vedere mia sorella cadere. Senza quasi accorgermene mi protesi in avanti afferrandola al volo con la catena di difesa. La corda oscillò con violenza a causa dell'aumento improvviso di peso. Poi si spezzò. Chiusi gli occhi pronto a schiantarmi, ma l'unica cosa che percepii fu uno strappo. Lentamente aprii le palpebre per vedere che fortunatamente eravamo caduti vicino all'altro lato della gola e la mia arma di destra era riuscita ad agganciarvisi fermando la nostra caduta. Con uno sforzo disumano feci retrarre la catena in modo da tirarci su come un ascensore, poi issai Elektra che tremava violentemente. Istintivamente me la strinsi al petto.

    E' tutto finito.

    Mi faceva male il braccio destro, quello che aveva preso il colpo più forte, ma fortunatamente eravamo vivi. Dopo essere rimasti immobili parecchi minuti notai che mia sorella era congelata nonostante i vestiti pesanti, così la persuasi a mettersi la Cloth prima di riprendere la marcia.
    La tormenta di neve mi impediva di vedere chiaramente, per questo decisi di prendere mia sorella per mano al fine di evitare di perderla. L'ululato del vento copriva qualsiasi suono e mi impedì di sentire i passi dell'orso fino a che esso non mi fu addosso. Se non ci fossero state le catene a difendermi probabilmente sarebbe finita male ma grazie ad esse l'animale fu messo fuori combattimento in pochi secondi e lo seguii con lo sguardo mentre fuggiva.

    Cosa ci faceva un orso così in alto?

    Avrei voluto indagare ma sia io che Elektra rischiavamo di finire congelati se fossimo rimasti fermi ancora un po'. Così ripresi la marcia, quasi trascinandomela dietro. Non potevamo arrenderci ora, non adesso che eravamo finalmente giunti sulla cima della montagna.

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    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
    Abilità Attive — //
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    Note — Spero di non essere arrivata troppo "integra" in cima XD
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    Scusami per l'attesa, ma siamo a fine anno scolastico e il tempo libero (ammesso che esista) è poco. Qualche attimo ancora e vi riprendete, ma nella tua testa non fa che rimbalzare che un pensiero: è vero che le versioni della locanda erano tutte molto differenti, ma a quel punto sembrava certa l'esistenza di ALMENO un lago in mezzo a quelle montagne. La tormenta si è orai placata e, mentre esponi i tuoi dubbi alla sorellina che condivide la stessa idea, davanti ai tuoi occhi si presenta una scena singolare: l'orso che era fuggito poco prima è a pochi metri da te, messo sulle quattro zampe, che ti fissa. Accanto a lui, un uomo anziano (barba non troppo lunga, capelli brizzolati, corporatura apparentemente robusta) avvolto in un bianco mantello che vi guarda, poi rivolge la sua attenzione all'animale.

    Così sono loro? Non prendertela, non penso che se la siano presa con te, avranno frainteso le tue intenzioni.

    A quel punto torna a guardare voi due, abbastanza sorpresi dalla scena.

    Dovete scusarlo, vi ha visto in difficoltà con il crepaccio e voleva aiutarvi... capisco che per voi sia abbastanza inusuale, ma vi assicuro che Ghor è inoffensivo. Almeno finchè non deve combattere. Il mio nome è Kerral, Kerral Roim. Non capita spesso di vedere escursionisti da queste parti... anzi, non capita mai. Che cosa ci fate quassù?

    Un pò di semplice conversazione. A seconda di cosa dirai e cosa chiederai all'amico Kerral mi regolerò di conseguenza sul quanto e come ti potrà aiutare ad andare avanti. Buon post e scusami ancora per il ritardo ;)
     
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  10. Andromeda no Nesyos
     
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    L'Ultima Speranza


    E adesso?

    Eravamo ormai sulla cima della montagna, eppure del lago non c'era traccia. Eravamo forse saliti dal lato sbagliato? Avremmo dovuto addentrarci in qualche foresta di conifere o calarci dagli strapiombi? Forse il lago si era congelato ed in seguito il ghiaccio era stato coperto da uno strato di neve?
    ...O forse semplicemente non esisteva?
    Non potevo credere di aver fatto tutta quella strada per niente. Di quel funzionario non mi ero mai fidato ma mi sembrava assurdo che il Grande Tempio ci mandasse a compiere una missione a vuoto. No, il lago doveva esistere da qualche parte. Lo testimoniava anche il fatto che gli abitanti del villaggio in cui ci eravamo riposati avevano accennato a leggende diverse, ma tutte sembravano incentrarsi sul nostro obiettivo. Erano solo storie è vero, ma spesso dietro ai miti si nasconde un accenno di verità. Non potevamo arrenderci adesso, dovevamo continuare a cercare insieme.
    La tormenta sembrava quasi aver avvertito la mia determinazione e, rinunciando a stroncarci, si era placata. Mi voltai verso mia sorella che pareva stremata.

    Ele, per quanto sembri assurdo sento che dobbiamo andare avanti. Deve pur esserci un lago, uno stagno, una dannata pozzanghera! Non posso credere che ci abbiano mandati qui solo per inseguire una chimera!

    Lei annuì stringendosi nelle pesanti pellicce e rabbrividendo. Mi voltai e feci un passo per continuare, ma mi bloccai all'istante: davanti a me si stagliavano due figure, una umana e l'altra animale. Non impiegai che una manciata di secondi a riconoscere l'orso che ci aveva attaccati poco prima. Esitai per qualche istante senza sapere se mettere in fuga di nuovo l'animale o no. Insieme a lui vi era un umano e ciò rendeva la scena così strana che non capivo se l'uomo si trovasse preda della fiera od in compagnia di essa. Poi però il suddetto prese la parola rassicurandomi.
    Sentendomi in colpa mi avvicinai all'orso un po' riluttante, tentando di sfiorarne il muso quasi a fargli comprendere le scuse che stavo per porgere al suo compagno.

    Non volevamo fargli del male, credevamo che ci stesse attaccando ed abbiamo reagito. In effetti c'è sembrato strano trovare un orso così in alto, ma eravamo troppo agitati per farci caso. Ci dispiace.

    Mi volsi verso mia sorella per comprenderla nel mio discorso ma lei sembrava quasi non essersi accorta di nulla. Se ne stava immobile stretta nei vestiti pesanti, scossa di tanto in tanto da qualche brivido di freddo. Il peso della Cloth doveva farsi sentire, ormai non avevamo più molto tempo, se fossimo rimasti troppo tra quelle montagne maledette temevo che Elektra sarebbe morta di freddo. In quel momento Kerral ed il suo orso mi parvero la nostra unica speranza. Fino a quel momento nessuno era stato in grado di fornirci una piegazione esaustiva su dove trovare il lago quindi probabilmente non l'avrebbe saputo nemmeno lui, ma valeva la pena tentare. In caso di fallimento però stavolta avrei persuaso mia sorella a tornare entrambi indietro considerando fallita la missione. Meglio una disfatta che la morte di entrambi per aver inseguito una chimera ad ottomila metri d'altezza.

    Senti, te lo dico senza mezzi termini... avremmo bisogno del vostro aiuto. Non ho idea di dove siamo finiti; il ponte che abbiamo preso per arrivare si è rotto e non conosco altre strade per tornare indietro; mia sorella non lo ammette ma penso stia morendo di freddo... Stiamo cercando il Lago dello Specchio Nero, abbiamo chiesto a decine di persone ma pare che nessuno ne sappia niente.

    Feci una pausa rabbrividendo e stringendomi di più nel mantello di pelo e iuta mentre sentivo la presenza della Cloth sotto di esso.

    Finora siamo solo riusciti a capire che qui in giro dev'esserci un lago ma non so né come trovarlo né se sia quello giusto. Ti chiedo di aiutarci in qualche modo: o dicendoci quello che sai su di esso - se ne sai qualcosa - oppure...

    La seconda richiesta non mi piaceva per nulla ma non potevo fare altrimenti. Sospirai abbassando sia la testa che il tono della voce in modo che Elektra non sentisse: lei non avrebbe approvato.

    ...oppure che ci spieghi come tornare indietro.

    Rimasi a fissarlo, in attesa, sperando che potesse esserci un poco più utile degli altri. Sapevo di essermi esposto troppo: quell'uomo avrebbe benissimo potuto essere uno Specter o qualcosa di simile e sfruttare a suo vantaggio la nostra posizione. Ma non vedevo altre alternative. Ormai il sole stava per calare e la temperatura si sarebbe abbassata ancora. Io potevo resistere, ma mia sorella? Per quanto ancora avrebbe sopportato il gelo ed il peso dell'Armatura che la schiacciava? Non mi piaceva ammetterlo ma temevo che il suo destino ormai fosse legato alla scelta di Kerral.

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    Kerral vi guarda entrambi, serrando un pò gli occhi quando nomini la meta del tuo viaggio. Ci pensa un pò su, poi risponde.

    Beh, effettivamente da queste parti C'E' un lago... ma non so se è quello che voi cercate. Se volete vi ci posso condurre, anche se non ci ho mai visto niente di speciale...

    Tu ed Elektra ve la parlate un pò, alla fine decidete di tentare e seguire Kerral e l'orsacchiottone (che vi lancia uno sguardo ancora mezzo offeso mentre vi segue, se vi deciderete a guardarlo). Puoi ancora rivolgere qualche domanda mentre andate, è spuntato il sole tra le nubi e adesso la temperatura è molto più accettabile per la gioia della mezza assiderata. Camminate per una mezz'oretta chiacchierando, poi ferma il post quando state per arrivare in vista del lago. Cammino per normali sentieri, nessun precipizio, non vedete animali all'infuori dell'orso. La risposta alle eventuali domande la avrai al mio prossimo post.
     
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  12. Andromeda no Nesyos
     
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    » Andromeda no Nesyos

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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elektra
    Il Lago


    Nel momento in cui Kerral affermò di aver visto un lago, quasi mi cedettero le gambe per il sollievo. Sentii un barlume di speranza accendersi dove ormai temevo regnasse solo la rassegnazione. Non era certo che quello conosciuto dall'uomo fosse il Lago dello Specchio Nero, ma ormai valeva la pena fare un ultimo tentativo. Eravamo così vicini che sarebbe stato un sacrilegio lasciar perdere, non ora che avevamo una pista da seguire.
    Lanciai un'occhiata d'intesa a mia sorella che annuì il suo assenso, tenendo l'orso sott'occhio con una certa inquietudine dipinta in viso. Dopo che la tormenta era cessata, le nuvole si erano diradate lasciando trapelare un poco del calore del sole. Elektra pareva aver giovato molto di quel cambiamento: sembrava meno infreddolita ed un poco più in forze.

    Ci faresti un favore a mostrarci questo lago.

    L'ombra di un sorriso mi schiarì il viso. Lo riservai un po' a me stesso ed un po' a Kerral ed al suo orso ancora visibilmente offeso. Avrei voluto farmi perdonare dall'animale ma non sapevo come fare. Poi improvvisamente mi tornò in mente la visita al villaggio nel quale avevamo fatto provviste, mi tolsi lo zaino e lo aprii estraendone qualche pezzo di carne secca da lanciare alla belva. Dopodichè io ed Elektra ci mettemmo in marcia per seguire le nostre guide. Improvvisamente sentii la presenza di mia sorella accanto a me.

    Nes senti... E se fosse una trappola?

    Abbassai la voce per non farmi sentire.

    Lo so, ma è la nostra unica speranza. E poi dai, siamo due Saints contro un uomo. Ok che ha un orso, ma questo non è stato un problema nemmeno prima, no?

    Sì, forse hai ragione.

    Per attenuare i nostri timori cercai di attaccare bottone con la nostra guida nel tentativo di scoprire qualcosa di più su quello strano personaggio.

    Che cosa ti ha portato qui? Non mi sembra il posto più comodo del mondo per vivere. Sei un eremita o qualcosa del genere?

    I miei piedi facevano scricchiolare la neve sulla quale camminavo, ma a parte quel suono ed il medesimo prodotto dai miei compagni sembrava non esserci altro rumore. Il sentiero che stavamo percorrendo pareva deserto: gli animali non lo attraversavano e gli uomini men che meno. A dire il vero notare questo particolare non mi rassicurò affatto: avevo visto fin troppi film d'avventura per sapere che i mostri e gli assassini saltano fuori proprio nel silenzio più assoluto. Tuttavia preferii non far parola con nessuno di questo fatto, soprattutto per non alimentare i timori di mia sorella. Cercai invece di riempire io quel vuoto per evitare che lei se ne accorgesse, anche se forse tutto quel silenzio era solo dovuto allo strato di neve che ammantava l'intera montagna.

    Mi spiace davvero per l'orso, sembra avercela ancora con me. Prima d'ora non ne avevo mai visto uno "domestico". Spero non venga da un circo. Li odio, sai? I circhi dico. Usano gli animali come fossero fenomeni da baraccone. E i clown... a me non fanno ridere, li trovo inquietanti. Ma forse è meglio evitare questi discorsi con l'orso, potrei sconvolgerlo. Come fai a dar da mangiare ad una bestia così grossa?

    Mi rendevo pienamente conto del fatto che il mio tentativo di conversazione fosse a dir poco imbarazzante, tuttavia era un modo per distrarre mia sorella e cercare intanto di comprendere che tipo di persona fosse Kerral.
    In quel momento anche mia sorella si agganciò alla conversazione sulla belva.

    A me fa un po' paura...

    Ma no dai, a vederlo da vicino non sembra poi così cattivo. E' un cucciolo?

    Ero così preso dalla mio vuoto sproloquio che nemmeno mi accorsi del lago fino a che non me lo fece notare Elektra.

    Guarda Nes, forse ci siamo!

    Seguii con lo sguardo il dito puntato della ragazza raggiante. Effettivamente da quella distanza sembrava un comunissimo specchio d'acqua, per quel poco che potevo vedere.

    Ci siamo? E' questo?

    Mi rivolsi a Kerral quasi con ansia, impaziente di scoprire il segreto del lago che avevamo tanto cercato. Sempre che ce ne fosse stato uno. Forse finalmente la nostra ricerca era giunta al termine. Ci speravo, iniziavo ad odiare quel freddo penetrante che mi stava congelando le ossa.

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    ...vi ho sentito...

    Era la voce di Kerral, che ridacchiava mentre aveva interrotto il vostro discorso sulle possibilità di finire in una trappola ed il vantaggio di essere in due cavalieri contro un uomo e un orso. Al tuo successivo tentativo di conversazione, l'uomo rispose:

    Lui è perfettamente autosufficiente, se la cava da solo a trovar da mangiare. Non ho la minima idea di come sia arrivato su queste montagne, ma abbiamo fatto amicizia proprio in riva al lago... se amicizia si può chiamare. Ma di certo non è un cucciolo, dato che dieci anni fa era già messo bene. E se può tranquillizzarvi, non sono il tipo che tende trappole a nessuno... mi piace vivere qui in solitudine, e di tanto in tanto si verificano cose che nel resto del mondo non accadono mai.

    Probabile riferimento ad altri cavalieri venuti per riparare le loro armature, chissà... lo Jamir è sempre stato un luogo misterioso. Ma lo spettacolo che vi si para davanti è una meraviglia...



    L'orso sembra sempre un pò imbronciato, ma sembra aver gradito la carne secca. Esaminando il lago, abbastanza esteso in verità, vi rendete conto che deve essere abbastanza profondo, soprattutto nella parte centrale in cui le acque paiono molto più scure che a riva. Kerral guarda voi e il lago, per capire se ci fosse un nuovo "spettacolo" offerto dallo Jamir oppure no. L'orso si allontana per mettersi accucciato all'ombra di un enorme pinnacolo di roccia, alto almeno 30 metri, che domina la riva nord.

    Dopo un pò di perlustrazione, apparentemente senza successo, l'orso si rizza di colpo in piedi annusando l'aria, poi emette una specie di mugolìo cupo: ed ecco che, al centro del lago, dove le acque sono più scure e profonde, inizia a formarsi un vortice.

    Rimanete lì, cercando il riparo di qualche roccia, pensando che di lì a poco sarebbe venuto fuori qualche demone o il cugino asiatico del mostro di Loch Ness, ma nulla accade ed il vortice permane, avvolto da una sorta di strana aura. Che si fa?
     
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    Acque Turbolente


    Quasi sobbalzai nel momento in cui l'uomo ci fece notare di aver inteso la nostra conversazione. Per un attimo rimasi spiazzato, chiedendomi come avesse fatto e se possedesse sensi super sviluppati o abilità simili. Poi mi convinsi che probabilmente ero stato io a parlare a voce troppo alta.

    Scusa se abbiamo sospettato, è solo che col... lavoro che facciamo abbiamo imparato a fidarci il meno possibile.

    Tornai ad osservare l'orso seguendo lo sguardo intimorito di mia sorella.

    Che strana coppia che siete però: un uomo ed un orso. Vabè che io dovrei stare zitto. Non molto tempo fa durante una missione ho trovato un paio di esseri assurdi. Non avevo mai visto niente del genere! Sembrano a metà tra capre e leoni. Il mio allievo ne stava per incendiare uno, però io ho capito che... Ahia! Ma sei impazzita?

    Elektra mi aveva appena tirato un calcio sullo stinco. E molto forte dato che mi aveva fatto male nonostante i vestiti pesanti e la Cloth. Mi fissava con uno sguardo penetrante quanto ostile mentre mimava un'unica parola con la bocca: piantala.
    Mi voltai a guardare dall'altra parte, offeso, mentre bofonchiavo lamentele tra i denti. Forse però non aveva tutti i torti: Kerral e il suo orso parevano innocui, ma anche Emily pareva innocua. Una ragazzina minuta dai capelli scuri, bella da mozzare il fiato, tanto che era diventata una modella... prima di morire. Nel momento in cui l'avevo affrontata tutto il suo fascino era svanito lasciandosi dietro solo inquietudine. Definirla folle era forse troppo poco.
    Decisi di proseguire in silenzio seguendo l'esempio di mia sorella, ma non ci volle molto tempo prima che arrivassimo in vista di quella che sembrava essere la nostra meta.

    Ma quello è un lago!

    Ero incredulo, lo ammetto. Ormai temevo che la nostra ricerca ci avrebbe condotto ad un buco nell'acqua ed invece di fronte a noi, come promesso dalla nostra guida, si stagliava un lago. A dire il vero mi sarei aspettato qualcosa di più insolito: era un bacino comune anche se estremamente suggestivo dal momento che la sua limpidezza permetteva di notare le pietre sul fondale a riva ed offriva uno spettacolare riflesso delle montagna innevate circostanti. Ma per il resto non vi era nulla di spaventoso o magico in esso.
    Osservai lo specchio d'acqua perplesso, quasi mi aspettassi che accadesse un miracolo da un momento all'altro, ma esso rimase placido ed immoto. A prima vista sembrava un normalissimo lago, basso agli argini e molto più profondo sul centro. Era abbastanza esteso ma l'acqua era limpida e pulita, di un azzurro che andava via via scurendosi fino a raggiungere il blu nel mezzo.

    Bene, e adesso?

    Non lo so, proviamo a dare un'occhiata in giro.

    Io ed Elektra ci separammo: lei andò a destra, io a sinistra, perlustrando ciascuno un lato del lago. Non sembrava esserci niente di anomalo. Per sicurezza osservai pure le rive nella speranza che ci fosse qualche grotta nascosta od un indizio che potesse aiutarci in qualche modo. Niente.
    Alla fine mi incontrai con mia sorella presso un'enorme colonna di pietra ai piedi della quale era accucciato l'orso.

    Trovato niente?

    Nulla, tu?

    Nemmeno. Certo però che quel tuo amico... Seiko, Saiko...

    Saito.

    Sì, quel che è. Poteva dirci qualcosa in più, no?

    Forse questo non è il lago giusto...

    In quel momento mi ricordai di aver sentito la nostra guida affermare che da quelle parti succedevano cose strane. Era probabile che lui avesse visto qualcuno utilizzare quel lago e poteva sapere se bisognasse immergersi, recitare qualche formula magica della serie "Apriti Sesamo" o qualcosa di simile.

    Ehi, Kerral! Non è che...

    In quel momento dietro di noi Ghor balzò in piedi annusando l'aria. Lo osservai perplesso per qualche istante prima di sentirmi tirare per la manica.

    Nesyos... il lago...

    Quando mi voltai seguendo la direzione indicatami da Elektra mi trovai davanti uno spettacolo inaspettato. Al centro del bacino, le acque scure avevano iniziato a muoversi vorticando fino a creare una specie di mulinello. Rimasi impietrito, aspettandomi che da lì a poco sarebbe uscito qualcosa, ed invece non accadde nulla. Le acque continuavano a ruotare avvolte da una strana aura, quasi ad invitarci a raggiungerle. Riflettei un attimo, poi mi decisi.

    Dobbiamo entrare nel lago.

    Cosa?

    Mia sorella mi fissava con occhi sgranati.

    Lo so che sembra una pazzia, ma è l'unico modo per scoprire se quello che c'è laggiù può aiutarti.

    Mi bastò un'occhiata per capire che non era convinta. Sospirai e tentai di spiegarle meglio la mia idea.

    Ascoltami. Siamo venuti fin qui rischiando di morire congelati, abbiamo percorso migliaia di chilometri e scalato una delle montagne più alte del mondo. Vuoi davvero arrenderti adesso?

    Elektra distolse lo sguardo.

    No, è solo che...

    Lo so. So come ti senti. Ci sono passato anch'io sull'Isola di Andromeda. Ma dobbiamo andare avanti. Sono sopravvissuto a un Leviatano, sopravviveremo anche a questo.

    O almeno lo speravo. Non volevo ripetere un'esperienza simile a quella vissuta al largo della costa africana. Nel momento in cui avevo visto lo squalo tranciato in due ero quasi stato preso dal panico. Quando avevo visto il mostro avventarsi su di me con ancora tra le fauci la carcassa maciullata del remature, avevo capito che era finita. Nonostante tutto mi ero salvato, ma preferivo risparmiare a mia sorella un orrore come quello che avevo provato io.

    Facciamo così. Terrò una catena attaccata a questa colonna, così se c'è qualcosa che non va ci tiriamo fuori.

    Quasi rabbrividii nel tentativo di scacciare il ricordo dell'ultima volta che avevo fatto una cosa del genere: nei sotterranei di Athene, con tutti gli arti spezzati e la testa quasi staccata dal collo. Dopo quello scontro, le ferite da elettrocuzione che ero stato costretto ad autoinfliggermi si erano trasformate in cicatrici che costellavano il mio corpo là dove non c'era stata la Cloth a proteggermi.
    Ripudiando quei pensieri assicurai alla roccia la catena di difesa, mi tolsi gli abiti restando solo in Armatura e mi avvicinai al lago. Elektra arrivò poco dopo, un po' affaticata dal peso delle sue bardature dorate che non le rispondevano più. Ci afferrammo reciprocamente un braccio poco più sotto del gomito in modo da avere una presa più salda.
    Mi voltai verso di lei un'ultima volta, sorridendole in maniera nervosa. Lei si fidava di me, le avevo promesso che sarebbe andato tutto bene e non volevo tradire la sua fiducia.

    Pronta?

    Così dicendo mossi il primo passo verso le acque gelide.

    5RYDC

    Energia — Viola
    Status Fisico — Infreddolito
    Status Psicologico — Inquieto
    Status Armatura — Intatta
    Abilità Passive — ~ Catene Intelligenti
    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
    Abilità Attive — //
    Tecniche di Attacco — //
    Tecniche di Difesa — //
    Azioni — //
    Note — Ho deciso di fermarlo qui per darti maggiore libertà u.u
    nNKfq

    » Tears are not a weakness, but the real strength of a human being «

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    La corrente è forte, ma riuscite ad arrivare gradualmente ai bordi del gorgo sotto gli occhi preoccupati di Kerral e dell'orso, intento a fissare la tua catena nel punto di aggancio alle rocce. Fai appena in tempo a notare il particolare, che la roccia CEDE nel punto di contatto con la catena, inutile dire che la corrente vi trascina e finite in fondo al gorgo. Libero di perdere i sensi o non perderli, fatto sta che quando ricominciate a capire cosa sia successo, vi trovate sul fondo del lago con il gorgo ancora attivo. Guardandovi intorno non vedete nulla di particolare... tranne l'ingresso di una grotta dal quale si propaga una tenue luce violacea.

    Lugubre, ma non avete altra scelta che entrare. Si direbbe una sorta di passaggio dimensionale, si balla un pò ma alla fine vi ritrovate in un posto totalmente diverso dal fondo del lago. Non so se i due fratelli hanno esperienze in merito, ma siete nell'Oltretomba. Tua sorella è visibilmente stanca. Problema: un cosmo ostile manifesta la sua presenza.

    Lithuylhyg mah noh akhbar... korae mah noh arhuag darenamìd? Ichvè!!!

    Non capite una cippalippa di quello che ha detto, ma tu riconosci subito l'effige della sua armatura: il Dragone. Ma si tratta di un dragone grigio, e non di un bel verde devoto ad Athena. Elektra non riesce a muoversi, tu speri solo che la sua armatura possa proteggerla nonostante tutto... il tuo avversario si prepara ad attaccare.

    One post battle, lui è un dragone che ha la tua stessa energia. Fai una BELLA BATTAGLIA, più articolata che puoi, e concludi con quello che dovrebbe essere il tuo attacco vincente stoppando all'ultimo il post.
     
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