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La Radura della discordia~ Post I
Erano giorni tumultosi quelli, L'Ade era in subbuglio per via dell'incalzante guerra sacra e si respirava un'aria colma d'eccitazione e frenesia. Ogni skeleton o specter che fosse non parlava d'altro, tutti smaniavano per scendere sul campo di battaglia e dimostrare il loro valore.
John Barleycorn però aveva altri pensieri per la testa, anche lui era certamente coinvolto nella guerra, ma da diversi giorni non aveva più notizie di Dastan, specter del Minotauro e suo fedele compagno. Inizialmente aveva creduto che fosse partito per una missione particolarmente lunga ed impegnativa, com'era lecito immaginarsi, ma i girni passarono e del colosso nessuna traccia. Nessuno nell'Ade, persino Aizen il loro generale, sembrava sapere nulla. L'apprensione aumentò sino a che d'un tratto JB percepì nitidamente quello che doveva essere il suo cosmo. Una luce gli animò il viso, la traccia proveniva dalla Grecia, a poca distanza dal Santuario,. Senza pensarci due volte traversò l'Acheronte ed usci in superficie.
ᴥ
Come un segugio lo specter seguì quell'emanazione cosmica sino ad un boschetto verdeggiante. Giunto nei pressi dello stesso s'accorse della presenza di qualcuno. Impossibile non percepire quell'energia così calma e gioiosa che pervadeva l'area, ma a chi apparteneva? Sicuramente non a Dastan, ben conosceva il Minotauro dell'Ade, ci avrebbe scommesso una fortuna che quel cosmo non fosse il suo. Eppure la sua traccia c'era per quanto esigua ed al limite dell'impercettibile, ne era certo. Decise dunque d'inoltrarsi tra le fronde riducendo al minimo la sua emanazione siderale, si sarebbe ritagliato un loculo nascosto nell'ombra per osservare al meglio la situazione.
E così fece, silenzioso come un'ombra arrivò a posare gli occhi sulla fanciulla proprietaria di quel cosmo. Indossava una maschera che, come gli era stato spiegato proprio da Dastan, era il caratteristico segno di riconoscimento delle sacerdotesse guerriero d'atena. Gli era già capitato d'incrociar le spade con combattenti femmine e nessuna di loro soleva coprirsi il volto a quella maniera, doveva essere una peculiarità dei fedeli d'atene. A riprova di ciò accanto a lei v'era uno scringo bronzeo sul quale campeggiava l'effige di un coniglio. Al suo interno doveva essere custodita la sua armatura.
Sogghignò lo specter nascosto tra le ombre della foresta, era difatto la prima volta che posava lo sguardo su un cavaliere d'atena, era in preda all'ecitazione, in un modo o nell'altro anche lui avrebbe dato il suo contributo alla Guerra Sacra, Sire Hades ne sarebbe stato felice. Si fregò le mani desideroso di combatte, pensò seriamente di mettere subito mano al suo oscuro cosmo e freddarla mentre ancora era intenta a pregare, colpendola alle spalle, senza donarle nemmeno la possibilità di scorgere il volto del suo assassino. Si morse le labbra rotto dall'indecisione, stava seriamente per colpirlà quando s'arrestò. Dopo una breve riflessione cambiò idea, decise di giocare in altro modo le sue carte. Era pur sempre il primo scontro che si apprestava a sostenere contro i nemici giurati del suo Re, doveva essere un evento significativo, doveva essere trionfale ed epico, doveva essere un giorno da ricordare.
Per un'istante bruciò il suo cosmo, un'azione solerte e breve, probabilmente la ragazza avrebbe avvertito per una frazione di secondo il cosmo dello specter pervadere l'ambiente per poi repentinamente collassare su se stesso e svanire.
Con esso JB avrebbe plasmato una pedina, costrutto d'ombra generato a sua immagine e somiglianza, che avrebbe mandato in avanscoperta per interagire con la ragazza, mentre lui sarebbe rimasto al sicuro nascosto nell'ombra. L'unica differenza tra lui e la sua creazione sarebbe stata la corazza, essa avrebbe tradito la sua appartenenza ed evitò di plasmarne una sul suo costrutto.
Nonappena l'apprensione generata dalla fugace percezione del suo cosmo si fosse quietata lo specter inviò la sua pedina al cospetto della ragazza. Sbucò dai cespugli, vestiva un paio di pantaloni neri sgualciti ed una semplice maglia grigia, occhi verdi e capelli sul biondo cenere. Aveva un'aria trasandata e trascurata, le si avvicinò lentamente da dietro, giungendole alle spalle, una volta trovatosi a pochi metri da lei dischiuse le labbra pronto a venire alle parole.
« Ciao.. » Disse con tono pacato per cogliere la sua attenzione. Quella preghiera sembrava assorbirla non poco. « Scusami per il disturbo, ma avrei bisogno d'aiuto.. Il mio nome è Renzo e stavo cercando Elias, è un ragazzo che abita in uno di questi piccoli villaggi circostanti. » L'espressione che campeggiava sul volto era dolce e serena, sembrava un ragazzo tranquillo ed amichevole. « Tu lo conosci? Sapresti indicarmi dove abita? » Le chiese con un sorriso raggiante.
Al contrario della sua pedina JB aveva il volto deformato in un ghigno malevolo. Quella ragazza non sapeva a cosa stesse per andare in contro. A stento riuscì a trattenere una risata sadica e colma di malvagità. Non si sarebbe fatto scrupoli circa il genere della sua avversaria, sarebbe stato crudele ed atroce come in ogni suo combattimento precedente, anzi, forse anche qualcosina in più.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Perfetto
Status Mentale Fremente.
Status Cloth Intatta
Note Ecco qua.. scusa la pochezza del post ma ero poco ispirato =P
Dunque il costrutto d'ombra è uguale a me apparte la surplice che io indosso e lui no
non aspettarti un duello onorevole da parte mia =P
Narrato
« Parlato »
« Parlato altrui »
Il pensato io nn lo uso U_U. -
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La Radura della discordia~ Post II
La ragazzina si dimostrò scaltra. Mentì spudoratamente tradendo quel cosmo così risoluto che si portava dietro, dichiarando non sua quell'armatura contenuta nello scrigno. Si presentò fugacemente e senza perdersi in inutili fronzoli raccolse il pandora's box che diceva essere del padre e s'inoltrò nella vegetazione.
Ma dove credeva di andare? pensava veramente che in quel modo sarebbe riuscita a salvarsi dal cosmo tetro dello specter?
Folle, avrebbe certamente pagato cara questa sua leggerezza, ma ogni cosa a suo tempo. JB avrebbe giocato ancora un pò con quella recita del ragazzo alla ricerca del suo amico, ci sarebbe stato da divertirsi.
« E' così che voi opliti del Grande Tempio trattate chi chiede il vostro aiuto? E pensare che credevo di aver trovato un'anima pura che avrebbe preso a cuore la mia causa.. »
Parole dure che probabilmente avrebbero scosso la saint, insuandole il tarlo del dubbio nella mente, spingendola magari a ricredersi e a valutare avventata l'ipotesi formulata. Ma era troppo tardi, la pedina cominciò a sciogliersi, dense colate d'ombra abbandonavano la sua parvenza per andare ad interperdersi nel terreno.
« Mwhuhahahahahahahah! » Rise diabolicamente il costrutto in liquefazione, adottando un tono di voce assai più greve e profondo. « Dove pensi di andare bambolina? Oramai sei finita tra le mie grinfie e puoi star cherta che non ti lascerò abbandonare questo bosco tutta intera. Mwhuhahahahaha! » Aggiunse ancora per poi spegnersi e sparire completamente tra le terre.
La tenebra che componeva la pedina serpeggiò nel sottosuolo come un verme sino a raggiungere la zona occupata dalla saint. Previo un rimpolpamento cosmico operato dallo specter una moltitudine di grossi aculei affilati eruppe dal terreno per un'area complessiva di cinque metri di diametro. Era un attacco semplice, niente di troppo difficile da scongiurare, non avrebbe sicuramente commesso l'errore di scoprire subito tutte le sue carte. Come aveva avuto modo di capire, l'osurità era un potere raro, non conosceva nessun altro capace di disporre di un simile dono, molti al primo contatto rimanevano sorpresi dalla devastazione cui JB era in grado di dare vita. Le espresioni di sgomento e terrore che aveva evocato sui loro volti costituivano il suo pane, la sua aria anche stavolta intendeva esserne l'artefioce, non appena l'avrebbe spogliata di quell'inespressiva maschera, beninteso.
Inoltre la tenebra, come se non bastasse, era depositaria di un singolare effetto secondario. Infatti ogni ferita da essa provocata avrebbe causato alla malcapitata fedele di atena una quantità aggiuntiva di sofferenza rispetto a quella che il normale danno avrebbe arrecato. Piccoli brandelli d'ombra infatti sarebbero sgusciati all'interno dello sgarro, ramificandosi nella carne. Allora si sarebbero consumati corrompendo e generando, appunto, un'ulteriore supplizio. Sarebbe stato un dolore percepito al livello tissutale ed interno, una cosa assai fastidiosa, almeno a giudicare dalle sue precedenti esperienze. Lo specter lo riteneva il giusto biglietto da visita da presentare achi si apprestava a scendere in battaglia contro un suddito di Hades.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Perfetto
Status Mentale Fremente.
Status Cloth Intatta
Riassunto La pedina si scioglie, l'oscurità entra nella terra e, rincalzata da un ulteriore quantità emessa da JB, finisce sotto pantasilea da dove sbuca a forma di diversi spuntoni accuminati per un area di 5 m
Note Il primo post di combattimento effettivo l'idea del colpo è questa.. Se qualcosa non è chiaro dimmi pure
Tecniche e AbilitàSPOILER (clicca per visualizzare)
Abilità
Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. L'oscurità in quanto tale è la prima e diretta progenie del male e della cupidigia, grazie a questa particolare condizione il solo contatto con la tenebra provocherà un dolore indicibile, una corruzione della carne e dello spirito propria solo a chi di morte è il dispensatore. Per ogni taglio, escorazione o semplice ferita inferta dall'oscurità una parte di essa -anche minima- rimarrà a intaccare le membra, insinuandosi all'interno delle carni causando così il dolore supplementare prima citato. Le tenebre insinuatesi nella carne si consumeranno nel medesimo turno per produrre l'effetto del dolore lancinante. Anche quando non compierà offensive ma si limiterà solamente a generare la coltre di tenebra caratteristica della maggio parte dei suoi dueli, il suo avversario che ci si trova immerso avvertirà una crescente sensazione di malessere incalzante. Si tratta di una qualità mortifera, un effetto secondario cupo e diabolico, non è raro che vi si appelli sia considerato un mostro, un demonio o uno spietato carnefice. Nomee che JB trova piacevoli ed interessanti, spesso incoraggia che vengano usate. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?. -
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La Radura della discordia~ Post III
La ragazza fece sfoggio dell'armatura nascosta all'interno dello scrigno. Come JB aveva giustamente postulato quelle vestigia non appartenevano al padre bensì a lei. In accordo con l'effige la corazza rimandava in tutto e per tutto ad un coniglietto, aveva persino le orecchie! Nell'osservarla lo specter non potè trattenere un risolino canzonatorio, ma veramente questa pensava di fonteggiare un soldato dell'Ade con indosso quell'armatura? A quanto pareva si e le parole che pronunciò da dietro la maschera smaltata ne furono la conferma. Non si trattava di un coniglio ma di una lepre, nonostante tutto appariva risoluta e combattiva. Con ardore e rapidità balzò da un ramo all'altro cercando di scongiurare l'attacco dello specter. Impresa che riuscì solo in parte poichè riportò qualche graffio all'altezza dlele gambe, poca cosa, ma non aveva fatto i conti con il ritorno di fiamma dell'ombra. Fu gioia per JB osservarla piegarsi in preda alla sofferenza, il ghigno che gli animava il volto s'allargò ancor di più. Stava per bruciare il suo cosmo e passare alla seconda parte della sua offensiva quando le azioni della leprotta lo presero in controtempo. Ella, forte dell'agilità che sembrava contraddistinguerla, scattò balzando di fronda in fronda in direzione opposta a quella ove si stava recando, abbandonando quel boschetto ed il varano in esso nascosto. La sua emanazione cosmica rimase però limpida e percepibile, era chiaro quel che stava cercando di fare, non stava scappando bensì voleva far uscire allo scoperto il suo avversario.
JB di ciò fu compiaciuto, sorrise ancora mentre, con passo lento e serafica calma abbandonava il suo nascondiglio calcando la via intrapresa dalla sua avversaria. Una guerriera con le palle la coniglietta, cosa che lo entusiasmò, forse quel pomeriggio avrebbe preso parte ad uno scontro degno di tale nomea e non il solito banale omicidio della durata d'un battito di palpebre.
Impiegò volutamente diverso tempo per raggiungere la saint, reputò saggio non scomodarsi troppo e spendere preziose energie in un'inutile corsa e, soprattutto, preferì lasciarla aspettare a lungo, così che tensione e dubbi sarebbero sorti dentro di lei, ammorbandole lo spirito e rendendo quell'attesa ancor più longeva e pesante. Una volta che l'ebbe raggiunta notò che l'aveva condotto in un insediamento palesemente abbandonato. A quanto pareva desiderava un combattimento a viso aperto, senza i mezzucci ed i sotterfugi tanto cari allo specter, ebbene l'avrebbe accontentata, ma a modo suo.
« Complimenti bambolina.. Sei riuscita a farmi uscire dal mio loculo. » Il solito ghigno malevolo era stampato sul volto. « E complimenti per la scelta del luogo.. Anche se l'hai fatto senza consultarmi.. » Aggiunse guardandosi attorno. « Ma dopotutto non ti biasimo. E' il tuo funerale, è giusto che sia tu a decidere ove le tue spoglie si decomporranno... Mwhuhahahahahahahahaha! » La sua risata malsana si insinuò nel sano silenzio come un cancro. « Invero desideravo rimanere nascosto nell'ombra per rivelarmi sono al momento della tua dipartita.. Allora sarebbe stato il mio regalo d'addio mostrarti il volto del tuo omicida.. Non trovi che sia una cosa romantica? Mwhuhahahahahah » Nuovamente quelle risa folli e sgradevoli riempirono l'aere. « E invece mi toccherà combattere un duello leale e all'antica.. » Sospirò quasi rassegnato, come se credesse veramente a quel che gli era appena uscito di bocca.. « E allora facciamo le cose per bene. Io sono JB del Varano, stella del cielo assassino, specter di sua maestà Hades. » La fissò intensamente, uno sguardo penetrante che sperò penetrasse quella maschera che si frapponeva tra loro come un muro di cinta.
« Lieto di prendermi la tua vita.. »
Quando ebbe finito di parlare c'era solo il frusciare vento a far da sottofondo a quella scena. Il viola della surplice brillava a quel timido sole invernale. Rimase in attesa per qualche tempo. Non avrebbe dicerto dimenticato di attaccare come fatto in precedenza dalla sua avversaria, probabilmente tra i seguaci d'Atena una simile pratica poteva essere ben accetta, ma nell'Ade un simile comportamento avrebbe significato morte certa, e questo lui lo sapeva bene.
« Si comincia bambolina.»
Annunciò dopo aver bruciato il suo cosmo nero come la notte. Per una manciata d'istanti la sua figura venne avviluppata dalle lingue di un fuco nero e cupo che si riversò quindi nel suo pugno destro col quale colpì violentemente il suolo. Un onda d'urto delle medesima tinta si propagò dal punto d'impatto - e quindi dallo specter - espandendosi a macchia d'olio. Quel colpo, oltre a possedere le normali capacità distruttive date dalla mostruosa mescolanza di tenebra ed energia cosmica, avrebbero avuto la singolare particolarità di portare sotto il controllo dello specter tutte le ombre incontrate durante il suo decorso. Ed è infatti su questo fondamento che JB strutturava la seconda parte della sua offensiva: difatti, lui che si compiaceva di essere un fine stratega, mai si sarebbe affidato ad un attacco così banale come una semplice onda d'urto. Il fulcro dell'offensiva sarebbe sorto quando la propagazione energetica generata avrebbe raggiunto la sua avversaria e, in particolare, la sua ombra. Allora essa si sarebbe animanata come una fedele marionetta e si sarebbe avvinghiata alle membra della coniglietta esplodendo in una deflagrazione mista ad ombra ed energia cosmica. Inutile aggiungere che anche stavolta, come in qualsiasi altro colpo che JB avrebbe adoperato in futuro, l'oscurità avrebbe recato con se il suo singolare effetto secondario.
Il vero scontro aveva avuto i suoi natali, la personalissima guerra sacra di JB era cominciata. Bruciava dalla voglia di vedere ciò che la sua nemica fosse in grado di fare.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Perfetto
Status Mentale Fremente.
Status Cloth Intatta
Riassunto Lancio shadow wave colpendo la terra con un pugno. Poi animo la tua ombra affinchè ti si avvinghi ed esploda
Note Spero che il folle sproloquio non ti abbia traumatizzata XD Mi diverto troppo a fare lo psicopatico
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Abilità
Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. L'oscurità in quanto tale è la prima e diretta progenie del male e della cupidigia, grazie a questa particolare condizione il solo contatto con la tenebra provocherà un dolore indicibile, una corruzione della carne e dello spirito propria solo a chi di morte è il dispensatore. Per ogni taglio, escorazione o semplice ferita inferta dall'oscurità una parte di essa -anche minima- rimarrà a intaccare le membra, insinuandosi all'interno delle carni causando così il dolore supplementare prima citato. Le tenebre insinuatesi nella carne si consumeranno nel medesimo turno per produrre l'effetto del dolore lancinante. Anche quando non compierà offensive ma si limiterà solamente a generare la coltre di tenebra caratteristica della maggio parte dei suoi dueli, il suo avversario che ci si trova immerso avvertirà una crescente sensazione di malessere incalzante. Si tratta di una qualità mortifera, un effetto secondario cupo e diabolico, non è raro che vi si appelli sia considerato un mostro, un demonio o uno spietato carnefice. Nomee che JB trova piacevoli ed interessanti, spesso incoraggia che vengano usate. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?
Tenciche
Shadow Wave
JB colpisce violentemente il suolo - solitamente lo fa penetrando la terra con Strazio, la sua spada d'ombra. Dal punto d'impatto si propagherà una violenta onda d'urto oscura che danneggerà i nemici e li farà cadere al suolo se sono colti di sorpresa. L'onda si propagherà per luga distanza perdendo progressivamente forza. Durante il suo cammino infonderà le ombra incontrate del cosmo dello spettro facendole così passare sotto il suo controllo.. -
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Edited by bunny-92 - 4/12/2012, 21:18. -
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La Radura della discordia~ Post IV
La coniglietta di atene mostrò infine quale fosse il suo vero potere: la luce! Il naturale avversario dell'elemento padroneggiato da JB, questo scontro si faceva più interessante ogni minuto che passava. La saint si servì dell'elemendo per schermarsi dall'onda d'urto nera generata dallo specter, ci riuscì egregiamente ma non aveva fatto i conti con l'insorgere della sua ombra, venne difatto colta di sorpresa e cadde riversa al suolo dolorante. Il Varano dell'Ade si compiacque di aver ancora una volta fatto sfoggio delle sue doti di stratega, pian piano stava direzionando lo scontro nella direzione a lui più congeniale e la ragazza non avrebbe potuto nulla per scongiurare ciò, un ghigno malevolo animò il suo volto.
Tuttavia la sua avversaria sembrava possedere una tempra possente, ancora in preda ai dolori riportati con l'esplosione s'alzò pronta a bruciare ancora il suo cosmo candido e a tornare a combattere. Una determinazione ammirevole, quasi gli dispiaceva dover mettere fine alla sua vita. Quasi.
Nonostante le ferite la ragazza non si diede però per vinta e, mettendo mano al suo lucente cosmo, incrociò le mani d'innanzi al petto. Da lì partì una violenta bordata di luce abbagliante che avvolse lo specter. Investito dall'accecante chiarore questi riuscì però a trovare il tempo per plasmare un rudimentale scudo d'ombra, ma, ahimè, era già tardi. Parte del colpo lo aveva già raggiunto, un accecante dolore lo colpì nella zona degli occhi. Strillò la sua pena ai quattro venti coprendosi con ambo le mani la zona offesa. Quando il dolore s'affievolì e sciolse la copertura delle palme però rimase sconcertato. La sua vista era annebbiata e, a giudicare dalla sensazione di calore stantio e pulsante che avvertiva all'altezza delle guance, del sangue aveva preso a rivolargli dagli occhi incorniciandogli il viso. Ci sapeva fare la coniglietta, c'era da renderle atto, ma s'era decisamente spinta troppo oltre, nessuno s'era aveva mai osato tanto, JB si faceva vanto di non aver mai riportato ferite degne di essere chiamate tali, figurarsi un'inibizione, seppur temporanea, dei suoi sensi. Strinse il pugno colpo di astio all'indirizzo di quella che gli pareva essere la sua avversaria.
« Ti costerà caro aver osato tanto bambolina.. » Disse stroppicaindosi gli occhi nel disperato tentativo di migliorare la sua situazione. « Ti ripagherò con la setssa moneta, donna! »
Non appena ebbe finito di parlare dalla sua figura si dipartì una fitta coltre di tenebra. Era il suo cosmo in espansione che crebbe e crebbe ancora creando una grossa cupola costituita da oscurità impenetrabile di cui lo specter ne era il fulcro. La notte era scesa, non un raggio di luce sarebbe riuscito a penetrare lì dentro, nessuno, a parte JB, sarebbe stato in grado di scorger alcunchè al suo interno. Aveva così spogliato la sua avversaria della vista, anche se in maniera lievemente differente. Particolarità di quell'espediente operato da JB sarebbe stato ancora una volta il ritorno di fiamma dell'ombra: stavolta, visto che la tenebra sarebbe stata finemente amalgamata con l'aeare circostante, avrebbe evocato nell'organismo della ragazza una crescente sensazione di malessere e pesantezza d'animo dovuta al contatto della pelle e degli orifizi corporei con l'oscurità che subdola e strisciante come una serpe si sarebbe insinuata all'interno dell'organismo altrui. Inoltre sarebbe stato assai difficoltoso per la saint tentare d'indovinare l'ubicazione del suo avversario, sia per l'ioscurità incalzante ivi presente che per il cosmo dello specter. Difatti, data la presenza di esso pressochè ovunque nella cupola, la percezione del cosmo usata per stanare l'avversario si sarebbe rivelata uno strumento alquanto inutile. si sarebbe avvertita la presenza dello specter tutt'attorno a se dato che l'energia del varano era interpersa in quella nera matrice che ovattava l'ambiente circostante.
La temporanea cecità che affliggeva JB, immersa nella a lui tanto cara ombra, andò incontro ad un miglioramento. La vista al negativo che s'attivava nel Varano dell'Ade ogni qual volta adoperava la sua cupola d'ombra venne in sua aiuto, in guella guisa, difatti, l'impedimento visivo era meno marcato, non riusciva ancora a vedere al meglio delle sue potenzialità, certamente, ma era già qualcosa. Ora che lo scontro era entrato nella modalità a lui più congeniale, la caccia poteva avere inizio.
Inizialmente mosse qualche passo verso sinistra, giusto per non occupare la stessa posizione in cui la saint lo avrebbe potuto ricordare. Come prima cosa scagliò alla volta della ragazza un fascio di sei raggi cosmici d'oscura matrice che l'avrebbero colpita seguento un'orbita ellittica. Niente più di un semplice diversivo ed in guanto tale non sarebbe servito ad offendere ma a carpire l'attenzione dell'avversaria mentre tutt'attorno a lei la seconda parte dell'attacco prendeva forma. Minuscole particelle d'ombra sarebbero infatte mutate in costrutti accuminati, con la forma di sottilissimi spilli -anche se questo la coniglietta non poteva vederlo- che si sarebbero scagliati contro le sue membra non appena lo specter l'avesse comandato. L'ordine sarebbe giunto una volta che il fascio di raggi l'avrebbe oltrepassata, sfrecciandole ai lati, senza arrecare danno alcuno, cogliendola però di sorpresa. Allora tutti quegli aghi sarebbero stati attirati dalla sua figura come il ferro con una calamita, l'avrebbero traforata da ogni dove e pressochè da qualsiasi direzione, trasformandola in un colabrodo. Nonostante le ferite lo specter sogghignò di gusto, amava far cadere nello sgomento le sue prede.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita agli occhi, parzialmente accecato
Status Mentale Arrabbiato prima, divertito poi.
Status Cloth Intatta
Riassunto Mi difendo dal tuo attacco ma vengo cmq accecato. Creo la cupola d'ombra e cambio posizione spostandomi a sinistra (nell'ombra nn faccio rumore u,u). lancio sei raggi di cosmo oscuro verso di te con orbita ellittica che cmq nn ti colpiscono ma passano al lato. Mentre ti stanno per superare Hidden Cluster agisce.
Note BUNNY BUNNY BUNNY BUNNY BUNNY
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Abilità
Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. L'oscurità in quanto tale è la prima e diretta progenie del male e della cupidigia, grazie a questa particolare condizione il solo contatto con la tenebra provocherà un dolore indicibile, una corruzione della carne e dello spirito propria solo a chi di morte è il dispensatore. Per ogni taglio, escorazione o semplice ferita inferta dall'oscurità una parte di essa -anche minima- rimarrà a intaccare le membra, insinuandosi all'interno delle carni causando così il dolore supplementare prima citato. Le tenebre insinuatesi nella carne si consumeranno nel medesimo turno per produrre l'effetto del dolore lancinante. Anche quando non compierà offensive ma si limiterà solamente a generare la coltre di tenebra caratteristica della maggio parte dei suoi dueli, il suo avversario che ci si trova immerso avvertirà una crescente sensazione di malessere incalzante. Si tratta di una qualità mortifera, un effetto secondario cupo e diabolico, non è raro che vi si appelli sia considerato un mostro, un demonio o uno spietato carnefice. Nomee che JB trova piacevoli ed interessanti, spesso incoraggia che vengano usate. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?
Tenciche
Hidden Cluster
Lo spectre può, dietro comando cosmico, mutare parti d'ombra intangibile in costrutti accuminati - molto spesso hanno la forma di pugnali o spilli - che attenderanno silenti nell'ombra il comando del padrone. Quando ciò si concretizzerà tutti assieme e a velocità smodata si scaglieranno alla volta dell'obbiettivo indicato dal cavliere rendolo quantomai più rassomigliante ad uno scolapasta..
Edited by Raizan - 5/12/2012, 12:22. -
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La Radura della discordia~ Post V
La sua fedele ombra, alleata di ogni battaglia, strumerto mortale perfetto, sembrava essere giunte difronte al suo naturale punto debole. La ragazzina era maestra nel diffondere fasci di luce brillante che riuscivano a fendere e a sgretolare le tenebre dello specter come un grissino fa con il tonno. Ad ogni emanazione di cosmo ch'ella produceva parti della sua preziosa cupola vanivano come neve al sole. Per shermarsi dai raggi d'ombra la saint eresse una divampante barriera di luche che aprì un'ampia voragine nella cortina. Inutile dire che la cosa mando JB su tutte le furie. Bruciava dalla rabbia e dall'odio, la sua vendetta sarebbe stata tremenda. O almeno così sarebbe stato se la sua attenzione fosse rimasta concentrata sul deturpamento dell'oscurità. Così non fu poichè bastò una parola pronunciata dalla sacerdotessa per far ricordare a JB quello che sembrava aver dimenticato, il motivo reale per cui s'era spinto così vicino ai territori nemici: Dastan.
Lo specter sgranò gli occhi, dunque la traccia seguita l'aveva effettivamente condotto a qualcosa di reale e concreto, ad un indizio. La coniglietta sembrava sapere qualcosa, stando a quell'esiguo discorso doveva essersi battuta con lui. E poi cosa ne era stato del minotauro? Aveva vinto lo scontro? Perchè non aveva fatto ancora ritorno nell'Oltretomba? Quesiti a cui stava per fornire i decibel giusti, spostandoli dal groviglio della sua mente alle sue labbra, stava per dischiuderle e venire alle parole quando la battaglia richiamò la sua attenzione. Se voleva sapere cosa fosse capitato al suo compagno doveva restare vivo, ed il colpo lanciato dalla saint aveva tutte le intenzioni di rispedirlo nell'Oltretomba a calci in culo.
Si trattava d'una violenta bordata cosmica abbagliante. Un'onda di luce che spazzò via gran parte delle tenebre evocate dal Varano ed incalzava lesta proprio verso quest'ultimo, quella fastidiosa lucentezza cominciava davvero a creargli dei broblemi. Il suo chiarore era irresistibile, se l'avesse raggiunto al volto probabilmente avrebbe seriamente compromesso la sua vista e questo lui non poteva permetterselo. A discapito del resto del corpo decise di proteggersi la testa con la tenebra, purtoppo quella luce era la sua naturale kripnotine ma lo specter non sapeva servirsi che dell'ombra per combattere e ad essa si sarebbe appellato ancora una volta. Un turbante nero come la pece gli avvolse il capo e, per quello in cui riucì a prodursi dato l'esiguo tempo a disposizione, anche parte del torace. L'impatto con la luce fu devastante, venne sbalzato all'indietro di diversi metri, cadde a terra con le tenebre evocate a sua difesa estirpate come erbacce. Nonostante la totale dipartita esse erano riuscite nel loro intento, il suo volto, e con esso la vista, erano in salvo, l'argenteo chiarore non era riuscito a danneggiarlo. Discoro differente invece per il resto del suo corpo, ovunque erano sorte bruciature insanguinate terribilmente dolorose, qua e la la sua violacea surplice recava indegne crepe e marcati sfregi. Quell'ignobile cavaliere di Atena lo stava facendo veramente penare, strinse il pugno assalito dalla rabbia. S'alzò tremolamnte, con la mascella serrata in un'espressione colma d'astio. Ci volle qualche tempo prima che riuscisse a mettere a fuoco la sua avversaria. Sputò a terra un grumo di sangue che gli impastava la bocca.
« Tu... Guarda cosa mi hai fatto... » Disse mentre faceva il resoconto dei danni riportati. «Come hai osato dannata.. La mia vendetta sarà terribile.. » Aveva abbandonato retorica e scherni. Era veramente furioso e, nonostante la situazione di svantaggio cui si trovava, avrebbe fatto di tutto per fargliela pagare. Anche a costo della vita se la sarebbe portata con se nell'Oltretomba. « Però devo sapere.. » Aggiunse guardandola torvo. « Cosa ne sai tu di Dastan del Minotauro? Cosa gli hai fatto? » Il suo cosmo avvampò in una repentina espolosione di tenebra nera. Lo avviluppava come le lingue di un fuoco cupo, si stava espandendo rabbiosamente. « Parla dunque! Parla perchè presto la rabbia oscurerà la mia mente.. » Non mentiva, prova ne era quel cosmo infuriato che fluiva dalla sua persona come un'impetuosa cascata.
Infatti la sua risposta sul campo non tardò ad arrivare. Tutto quel cosmo terribile si produsse in un violento taglio orizzontale. Un'onda d'urto tagliente come il filo d'una spada venne scagliata all'indirizzo della guerriera di atene. Ma non era finita qua, JB poteva anche essere infuriato ma non per questo la sua dedizione per la strategia sarebbe venuta meno. Il colpo infatti venne scagliato volutamente alto, lo specter aveva mirato le orecchie da coniglio che adornavano il diadema della sacerdotessa. L'ennesimo diversivo atto a distrarla dall'attacco vero e proprio. Difatti non appena ella avrebbe preso provvedimenti contro quel colpo - sarebbe stato lecito aspettarsi ch'ella si sarebbe semplicemente abbassata - l'offesa principale l'avrebbe raggiunta dal sottosuolo. Invero il cosmo di JB si sarebbe catalizato sotto i piedi della ragazzina, qualunque fosse stata la sua ubicazione, e quindi sarebbe divampato a guisa di una gigantesca testa di Varano. Fauci accuminate l'avrebbero stretta in un morso atroce, il rubicondo sangue sarebbe sgorgato come una fontana, le sarebbe servito da lezione. Nonostante la luce fosse naturalmente superiore alle tenebre, c'era poco da fare contro un morso dato da una testa di rettile di tre metri, con denti grossi come una persona.
Lo specter si era prodotto in un offensiva devastante ed elaborata. Per quanto lo scontro avesse già cominciato a vergare i primi sintomi del suo protrarsi prolungato, l'esecuzione di quella manovra aggiunse un carico pesante alla sua stigmatica fatica. Aveva il fiato corto ed i muscoli dolenti. Nonappena avesse saputo quel che voleva riguardo a Dastan avrebbe concluso quello scontro entro un tempo breve.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita agli occhi, bruciature sanguinolente sparse un pò ovunque. Affaticato
Status Mentale Furioso.
Status Cloth Qualche crepa
Riassunto Uso terror hood su me stesso x difendermi il volto e la vista. Ti lancio un dark razor alle orecchie da coniglietta x distrarti mentre da sotto di te erompe una gigantesca testa di varano che ti morde dall'altezza della vita in giù.
Note Scusa il ritardo ma sti gg sono stato un pò impegnato tra studio e l'uscire con quella che con ogni probabilità diverrà la futura signora raizan XD
EDIT: ho aggiornato status fisico mentale e della cloth che mi ero dimenticato
Tecniche e AbilitàSPOILER (clicca per visualizzare)
Abilità
Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. L'oscurità in quanto tale è la prima e diretta progenie del male e della cupidigia, grazie a questa particolare condizione il solo contatto con la tenebra provocherà un dolore indicibile, una corruzione della carne e dello spirito propria solo a chi di morte è il dispensatore. Per ogni taglio, escorazione o semplice ferita inferta dall'oscurità una parte di essa -anche minima- rimarrà a intaccare le membra, insinuandosi all'interno delle carni causando così il dolore supplementare prima citato. Le tenebre insinuatesi nella carne si consumeranno nel medesimo turno per produrre l'effetto del dolore lancinante. Anche quando non compierà offensive ma si limiterà solamente a generare la coltre di tenebra caratteristica della maggio parte dei suoi dueli, il suo avversario che ci si trova immerso avvertirà una crescente sensazione di malessere incalzante. Si tratta di una qualità mortifera, un effetto secondario cupo e diabolico, non è raro che vi si appelli sia considerato un mostro, un demonio o uno spietato carnefice. Nomee che JB trova piacevoli ed interessanti, spesso incoraggia che vengano usate. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?
Tenciche
Terror Hood
JB comanda ad un distaccamento di ombre. Siano esse appartenenti ad un costrutto o libere, di raggiungere silenziosamente il capo dell'avversario ed ammantarlo in un aderente rivestimento. Tale situazione coglierà il nemico di sorpresa ed andrà ad ovattare momentaneamente udito, olfatto e vista. Logicamente il rivestimento per essere funzionale dovrà essere sottile ed esiguo, sicuramente ci vorrà assai poco per liberarsene. In questo breve lasso di tempo lo spectre potra architettare certamente qualcosa.
Dark Razor
JB crea un disco di cosmo ed oscurità tremendamente affilato e rotante. E' in grando di lanciarlo o di farlo sbucare dalle ombre circostanti purechè siano sotto il suo controllo. E' lo spettro a deciderne traiettoria ed intensità di rotazione con semplici comandi delle dita. Può comandarne simultanamente 2 ad energia bianca, 4 a verde, 6 a blu ecc.
Edited by Raizan - 7/12/2012, 01:55. -
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La Radura della discordia~ Post VI
La coniglietta venne ferita. La micidiale testa di rettile l'aveva raggiunta all'addome. Il suo sangue sgorgò copioso ma ella, appellandosi al controllo su quella luce così abbagliante e così fastidiosa riuscì a vanificare ancora una volta le macchinazioni offensive dello specter. La maledetta era in uno stato di naturale vantaggio, JB questo lo sapeva, l'aveva capito giunti sino a quel punto del duello, ma non voleva darsi per vinto. Avrebbe continuato a sbatterci il grugno contro ancora ed ancora ed ancora, mai avrebbe gettato le armi, in nessun caso si sarebbe arreso ammettendo così la sua inferiorità rispetto alla saint. Sarebbe giunto sino a rinunciare alla vita per portare a compimento il suo obbiettivo. A costo di bruciare il suo cosmo sino a consumarsi sarebbe venuto a sapere quel che voleva riguardo al suo amico Dastan e, infine, avrebbe carpito la vita della sua avversaria. Non poteva fare altrimenti. Tuttavia la fanciulla sembrava essere rimasta colpita dalle scarne parole proferite da JB riguardo il minotauro, lo fu a tal punto da arringare il suo avversario circa l'inutilità di proseguire il combattimento, diede un appuntamento a quest'ultimo ed, infine, cercò di darsela a gambe dopo aver evocato l'ennesima abbagliante esplosione del suo cosmo lucente. Ma cosa credeva di fare? Ancora non si era resa conto della natura del suo avversario? Non aveva davanti un pidocchioso cavaliere nero, egli era uno specter, fiero e determinato guerriero di Hades che mai e poi mai le avrebbe permesso di fuggire. La rabbia montò ancora una volta all'interno del varano che bruciò il suo oscuro cosmo appellandosi alle poche energie rimaste. Non poteva permettersi di difendersi da quell'onda di luce accecante, l'avesse fatto al suo diradarsi la coniglietta sarebbe già svanita nel nulla. Era chiaramente un espediente il cui solo scopo era quello di regalarle tempo prezioso. Allora convogliò la propria energia tenebrosa nella mano destra mentre con la sinistra andava a schermarsi il volto, prestando particolarmente attenzione alla zona degli occhi - era poca cosa, un'inezia ma sarebbe stato sicuramente peggio ricevere in pieno il colpo. L'oscurità brulicò sul suo arto come uno sciame di putridi insetti, un lungo tentacolo munito d'artigli affilati in punta prese forma. Lo scagliò con quanta più forza avesse in corpo alla volta della sua avversaria, anche se non era in grado di scorgerla sarebbe stato il suo cosmo così puro e limpido a guidare la sua immonda protusione. L'idea sarebbe stata quella d'avvinghiarsi al suo collo per poi tirarla a se, l'avrebbe solamente aggunatata, non si trattava d'un colpo omicida, la saint ancora gli serviva, l'avrebbe uccisa solo una volta strappatele le informazioni che gli interessavano.
« Dove pensi di andare, ragazzina? Non dirmi che hai sperato d'avvero che accettassi di buon grado la tua proposta.. » Il tono duro e che non ammetteva repliche. Il volto segnato dalla bvattaglia contratto in uspressione truce, gli occhi chiusi. « Forse non l'hai capito.. Pentesilea.. » Pronunziò per la prima volta il nome della ragazza. Nonostante fu proferito con particolare disprezzo, era un inequivocabile segno di rispetto. «Io sono uno specter, maledizione! » Il suo cosmo avvampò funereo e nero, destato a nuovo vigore. Come se quel cambiamento fosse stato operato da quell'ultima battuta. « Sin dall'inizio intendevo estorcerti quelle nozioni in punto di morte.. Non ci saranno altri incontri, non ci saranno chicchierate amichevoli tra noi due, non ci sarà nient'altro.. Mi dirai ciò che voglio sapere esalando il tuo ultimo respiro.. »
Era pesantemente ferito. Intervallava respiro affanato quasi ad ogni parola proferita. Da entrabe le palpebre abbassate sgorgavano fuimi di sangue e non ci vedeva praticamente più. Il bracciale sinistro della surplice, quello con cui s'era riparato il volto, quello che recava la testa del varano suo totem, era ora ridotto in frantumi. Non sarebbe durato ancora per molto ma poco importava, il duello era giunto alle sue battute finali, presto il suo scopo sarebbe stato raggiunto, che fosse stato in grado di sopravvivere o meno. Dare se stessi per la causa: questo significava servire Lord Hades.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferite profonde agli occhi, bruciature sanguinolente sparse un pò ovunque. Pesantemente affaticato
Status Mentale Furioso.
Status Cloth Qualche crepa. Elmo perduto. Bracciale sinistro distrutto.
Riassunto Cerco di ripararmi gli occhi con il braccio sinistro mentre un lungo tentacolo con artigli alla fine nasce sul mio braccio destro, lo scaglio verso la fonte del tuo cosmo cercando di avvinghiarmi al tuo collo con gli artigli e poi cerco di tirarti a me.
Tecniche e AbilitàSPOILER (clicca per visualizzare)[size=0]
Abilità
Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. L'oscurità in quanto tale è la prima e diretta progenie del male e della cupidigia, grazie a questa particolare condizione il solo contatto con la tenebra provocherà un dolore indicibile, una corruzione della carne e dello spirito propria solo a chi di morte è il dispensatore. Per ogni taglio, escorazione o semplice ferita inferta dall'oscurità una parte di essa -anche minima- rimarrà a intaccare le membra, insinuandosi all'interno delle carni causando così il dolore supplementare prima citato. Le tenebre insinuatesi nella carne si consumeranno nel medesimo turno per produrre l'effetto del dolore lancinante. Anche quando non compierà offensive ma si limiterà solamente a generare la coltre di tenebra caratteristica della maggio parte dei suoi dueli, il suo avversario che ci si trova immerso avvertirà una crescente sensazione di malessere incalzante. Si tratta di una qualità mortifera, un effetto secondario cupo e diabolico, non è raro che vi si appelli sia considerato un mostro, un demonio o uno spietato carnefice. Nomee che JB trova piacevoli ed interessanti, spesso incoraggia che vengano usate. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
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Atto I
La radura della discordia
Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Soldato
Si, esatto Elena.
È successo da poco.
Capisci?
Erano qui.
Erano troppo vicini a tutti voi.
Il volto teso e preoccupato, la fronte corrucciata e l’espressione tutt’altro che serena. La mano nervosamente andava a giocare con i lunghi baffi, mentre una gamba nervosamente picchiettava sul pavimento della Seconda Casa. Era difficile vedere Bartolomeo così serio e pensieroso, ma era accaduto davvero qualcosa di importante.
Bart, stai tranquillo.
Ci siamo subito rifugiati nella stanza speciale e non abbiamo né visto né sentito nulla.
I bambini non si sono nemmeno accorti dell’accaduto e abbiamo cantato tutto il tempo.
Anche Elena appariva tesa, ma era principalmente colpa delle sensazioni che il cavaliere del Toro le stava trasmettendo. Certo, lei forse non poteva immaginare che pericolo reale avevano corso ed era più che convinta che Bart li avrebbe protetti sempre e in qualsiasi situazione. D’altro canto come non sentirsi protetti di fronte ad un uomo così immenso e potente.
Per Bartolomeo, però, le cose erano completamente diverse. Aveva sulle sue spalle la vita di molti uomini, dovendo presiedere in qualità di Basileis la difesa del Grande Tempio, e non da meno la responsabilità di proteggere la sua famiglia. Era sempre stato facile per lui gettarsi in prima persona a capofitto contro i pericoli, sacrificando persino la sua stessa incolumità; ma non poteva essere ovunque. Non poteva proteggere dei compagni di casta e nello stesso momento porsi a difesa ultima dei suoi cari. Sempre e in ogni situazione doveva prendere delle decisioni sofferte e terribili. Sbagliare significava condannare a morte qualcuno.
Certo, il Grande Tempio era un luogo sicuro protetto da un esercito di guerrieri formidabili, ma nulla è inespugnabile. Nonostante tutte le difese e le precauzioni possibili, bastava davvero poco per mettere in pericolo tutte le persone innocenti presenti in terra di Grecia.
Ed era accaduto proprio quello.
Mentre Bart insieme a Daya ed Esmeralda erano andati ad intercettare l’avanzata di alcuni cavalieri neri, gli emissari del Dio dei morti avevano fatto incursione nelle terre consacrate alla Dea Atena. Il Toro non poteva essere ovunque e, ignaro di tutto, aveva assistito impotente ad un pericolo subdolo e difficile da contrastare. Non si sarebbe mai perdonato se fosse accaduto qualcosa ad Elena o ai suoi adorati figlioli. Avrebbe dato la vita per loro e non essere presente nel momento del bisogno era davvero qualcosa di devastante per il suo buon cuore.
Mi spiace davvero tanto, Elena.
Era veramente scosso da quello che era accaduto, tanto che abbracciò così forte la ragazza da farla diventare paonazza. Si, erano ancora amici - o almeno così si definivano - e i gesti di affetto in pubblico li mettevano in imbarazzo.
Come adolescenti, veramente. Forza ragazzi, lo sappiamo tutti che provate qualcosa l’uno per l’altra.
In ogni caso, l’abbraccio venne stranamente ricambiato da Elena, che forse intuiva quella folle paura di perdere le persone amate che tanto tediava Bart. La ragazza appoggiò la sua testa al corpo dell’uomo, come ad infondergli calma e sicurezza.
Non ti devi dispiacere di nulla, Bart.
Quante volte te l’ho già detto?
Noi qui siamo al sicuro, anche se tu non ci sei.
Non puoi stare con noi ogni secondo della giornata, sei il Basileis del Grande Tempio.
Devi ricordati anche dei tuoi impegni e dei tuoi doveri, sai benissimo che noi possiamo cavarcela anche da soli.
E poi siamo in uno dei luoghi più protetti che esistano al mondo.
Non ti devi preoccupare, davvero.
Elena allungò una mano e la picchiettò sul petto del gigante, come a ridestarlo da quel torpore di commiserazione. Non c’era tempo per dispiacersi, la vita del cavaliere doveva continuare nel modo più spensierato possibile. La stessa donna ogni giorno sapeva di poter essere in pericolo, era stupido pensare il contrario. Ma sapeva che nella vita ci sono delle priorità e di certo non poteva limitare l’azione di un cavaliere d’oro solo per i suoi timori. Doveva essere forte, per sé stessa e per Bart. Lo conosceva troppo bene e sapeva che se avesse avuto anche un solo minimo dubbio, avrebbe smesso di essere quello che era: un omone buono che si gettava a capofitto contro tutto e tutti per di salvare anche una sola vita.
E non poteva permettere che quell’uomo cambiasse.
Quindi cosa poteva fare?
Semplice: rimboccarsi le maniche e sfruttare tutti i mezzi a sua disposizione per proteggere sé stessa e i pargoli quando Bart non era presente. Trasmettere lei stessa sicurezza ed essere sempre pronta per ogni evenienza. La paura rimaneva, ma tutti hanno paura. Ed è giusto così.
Dai, adesso via quell’espressione triste.
Su su, fammi un bel sorriso.
Bart la guardò negli occhi e per l’ennesima volta comprese quanto speciale e quanto forte fosse quella donna.
Oh oh oh, ma certo che ti faccio un sorriso.
Ti sembro triste?
Lo era.
Ma era così orgoglioso della donna che aveva di fronte da superare ogni dubbio e guardare avanti.
Proprio in quel momento, infatti, era necessario lasciarsi tutto alle spalle perché qualcosa stava ancora una volta mettendo Bart di fronte ad una scelta.
Signor Bartolomeo…
Una guardia del Grande Tempio era corsa a perdifiato all’interno della Seconda Casa per avvisare il Custode di qualcosa che stava accadendo. Le formalità erano state messe da parte, tanto che il giovane guerriero era entrato nel sacro Tempio senza nemmeno chiedere il permesso.
Mi scusi, signor Bartolomeo.
Perdonatemi quest’intrusione ma…
Appariva davvero agitato e si scusò con tutto il cuore per quel suo arrivo improvviso.
Nonostante la fretta, però, non riuscì a terminare la frase perché Bart lo interruppe come se già sapesse quale fosse la novella.
Lo so figliolo, ho percepito il cosmo proprio in questo momento.
Non sono molto lontani dal Grande Tempio.
Ma di cosa stavano parlando?
Immaginavo avesse percepito il pericolo in cui ora si trova la sua allieva, ma mi è stato ordinato di avvisarla il più in fretta possibile.
Aveva il fiatone e quasi terminò la frase a stento.
I soldati del Grande Tempio erano molto allenati, quindi doveva aver fatto una bella corsa per riportare quasi in tempo reale la notizia al Basileis.
Bartolomeo si fece di nuovo pensieroso e senza volerlo girò lo sguardo preoccupato su Elena. Lei gli sorrise, capendo immediatamente la situazione.
Vai Bart, sbrigati.
Forza, prendi l’anello e torna presto.
Noi siamo al sicuro.
La donna allungò al cavaliere l’anello del teletrasporto, dono inestimabile della stessa Dea Atena. Elena aveva scelto per tutti: Bart doveva compiere il suo dovere, senza se e senza ma.
Si, torno subito.
Ancora una volta avrebbe dovuto abbandonare i suoi cari e il cuore gli si spezzò nel petto. Però sapeva di avere una famiglia straordinaria e, seppur a malincuore, sorrise ad Elena per poi indossare l’anello.
Grazie anche a te figliolo.
Hai svolto il tuo dovere in modo impeccabile.
Adesso ci penso io…
Le parole si persero nel vento mentre, concentrato e al tempo stesso preoccupato, spariva nel nulla per raggiungere il cosmo della sua allieva. Si concentrò un istante sul potere di Pentesilea e lasciò che l’anello facesse il resto.
Fu costretto ad agire così in fretta che non ebbe nemmeno il tempo di portare la cloth con sé, ma il Toro era solito usare la sacra protezione solo in situazioni estreme. In ogni caso non era assolutamente possibile perdere nemmeno un istante: percepiva la sua allieva in difficoltà e doveva intervenire. Persino il Grande Tempio l’aveva mandato a chiamare, segno che qualcosa davvero stava cambiando e la Grecia non era più così sicura come un tempo.
Un lampo di luce accecante rischiarò ancora di più quell’equilibrata lotta tra luce e oscurità. La ragazza aveva una gamba bloccata da un terrificante tentacolo nero.
Bartolomeo apparve proprio alle spalle della giovane, come una cometa che illumina un cielo privo di stelle. Un potere travolgente e al limite del divino, supportato da una forza fisica in apparenza senza confini. Appena vide quello strano costrutto di cosmo oscuro, il Toro strinse i denti come a ricordare un passato non troppo lontano.
Che fosse ancora Gabriel a manifestarsi in prossimità del Grande Tempio?
Che volesse ghermire qualche altra vita innocente senza ragione alcuna?
No, quella volta Bart non avrebbe dovuto combattere con quelle tenebre, anche se la situazione non andava assolutamente sottovalutata.
La cloth dell’aggressore tradiva le sue origini, anche se aveva subito alcuni danni. Non era altro che un servo di Ade, forse ultima pedina di quell’invasione tentata qualche tempo prima.
La furia del cavaliere d’oro non si fece attendere e si avvicinò alla velocità della luce al tentacolo schiacciandolo con la forza inarrestabile di un solo piede. Il contatto con quello strano costrutto, senza la protezione della cloth, generò un dolore insolitamente acuto, annichilito ben presto dallo straordinario cosmo del Toro. Il terreno tremò e cedette sotto quel colpo, mentre cosmo e detriti si innalzarono per creare un muro che avrebbe diviso i due schieramenti senza però arrecare alcun danno. Semplicemente una rudimentale ma efficace linea di demarcazione, che sarebbe svanita come un flash abbagliante e che aveva lo scopo di far terminare quell’inutile scontro.
Bartolomeo voltò lo sguardo verso Pentesilea, la sua prima e unica allieva, allungandole una mano per aiutarla.
Tutto bene figliola?
Poche parole, una sola domanda, ma un’espressione carica di preoccupazione mista ad orgoglio.
Adesso ce ne andiamo da qui.
E senza fare alcuna pausa significativa, continuò a parlare volgendo lo sguardo allo spectre.
Direi che per oggi può bastare.
È già stato versato troppo sangue in queste terre.
Torna da dove sei venuto, figliolo.
Un consiglio, certo, ma Bartolomeo avrebbe vigilato attentamente fin quando il nemico non avesse ceduto il passo. Espanse il suo cosmo travolgente, senza però alcun intento offensivo. Semplicemente un monito per lo spectre, che sicuramente avrebbe percepito il potere difficilmente contrastabile del Toro.
Il Basileis, responsabile della sicurezza del Grande Tempio, era sceso in campo. Era tempo di dare una svolta a quell’epoca di conflitti ed era anche giunta l’ora di ristabilire la sicurezza in quei luoghi così martoriati dalle battaglie.
Basta guerre, basta inutili spargimenti di sangue.
Il cavaliere del Toro avrebbe semplicemente fatto quello in cui era imbattibile: proteggere.
Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
Riassunto:
Intervengo su richiesta degli interessati ^^
Well, Bunny mi ha detto che il vostro scontro si svolge temporalmente poco dopo l’incursione degli spectre, quindi innanzitutto contestualizzo la cosa. Fatta l’introduzione, Bart arriva sul campo di battaglia sfruttando il potere dell’anello di Teiwaz (premio che ho vinto dopo la Ragna) e annulla l’offensiva dello spectre (dato il divario energetico direi che non ho calcato troppo la mano ^^). Schiaccia con un piede il tentacolo per annullare l’attacco e, con il potere generato, crea una sorta di muro di cosmo che divide i due schieramenti. La manifestazione cosmica sparisce subito, ma il concetto credo sia passato. La contesa deve terminare e Bart vigilerà sul luogo affinché lo stop alle ostilità venga rispettato.
È tempo di fare davvero il Basileis visti i tempi che cambiano, si si.
Condizioni:
Ottime.
Abilità:
-
Tecniche:
-. -
Raizan.
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La Radura della discordia~ Post VII
L'aveva presa. L'aveva avvertito. Il suo tentacolo s'era avvinghiato attorno a quello che sembrava essere uno degli arti dell'avversaria, la sua vista compromessa non potè regalargli più di un'immagine sfocata della silhouette della saint. JB digrignò i denti assaporando precocemente il sangue della coniglietta. Le avrebbe fatto sputare le informazioni di cui era alla caccia assieme ai suoi visceri. Bruciava di rabbia per come ella l'aveva ridotto, le avrebbe fatto scontare ogni ferita, anche il più insulso dei graffi, e a poco valsero le parole compassionevoli della donna, così come la sua vista anche la sua capacità di raziocinio era stata velata, la sua anima avrebbe presto rimpolpato le schiere dell'Oltretomba. Nel provato braccio sinistro convogliò la tenebra, un lungo artiglio nero ed affilato prese forma sulla sua sommità. Con esso lo specter avrebbe inferto il trattamento proclamato.
« Taci donna.. » Taglò corto JB mentre la tirava inesorabilmente a se avvolgendo il lungo tentacolo. « Le tue parole compassionevoli non scalfiranno i miei ferrei intenti.. Non c'è posto per uno come me nel tuo mondo di alti valori morali e buonismo esasperato.. Il tuo reiterato tentativo di spegenre le ostilità ricorrendo ad appelli accorati e prospettive di pace ne è la prova.. » Oramai non v'era rimasto che un pugno di metri a separare i due. Il freddo gusto della vendetta iniziava a sorgere tra le fauci del varano. « Prova del fatto che tu non riesci a comprendere ne me ne la guerra in cui ti sei ritrovata in mezzo.. » Seguì una lunga pausa ad effetto. Lo sguardo più truce animava le iridi dello specter. La distanza era oramai quasi colmata. Fu innegabile notare come ella, nonostante la lauta occasione di sorprendere il suo avversario grazie all'ausilio dell'agilità fuori dal comune di cui disponeva, non fece nulla, lasciandosi scappare una ghiotta occasione, forse l'unica rimasta. « La tua indecisione ti sarà fatale.. Sbagli a decidere di rinunciare alla lotta.. Io sono uno Specter e tu una Saint, la nostra ostilità è decisa dalle divinità che abbiamo scelto di seguire, la nostra battaglia è scritta nelle stelle! » Ciò disse mentre levava il braccio sinistro munito di artiglio, pronto ad affondare nelle membra candide della sacerdotessa guerriero. Sarebbe stato un bagno di sangue. Sarebbe stato l'epilogo sangionario adatto a quello scontro così straziante. Sarebbe stato perfetto, ma...
Qualcosa accadde. Qualcuno s'impose. Un bagliore accecante esplose dietro la figura della saint peggiorando, per quanto ne fosse possibile, ulteriormente la condizione visiva dello Specter. Un cosmo imperioso e massiccio scese in quella particolare arena come una densa coltre nebbiosa. Si trattava di un'emanazione straordinaria, un cosmo bonario ma comunque terribilmente vasto e terribile. Non conesceva nessun'altro, se non proprio Aizen suo maestro, che disponesse di un'energia così vasta e, a giudicare dagli eventi, doveva trattarsi di un alleato del Grande Tempio con ogni porbabilità giunto in difesa di Pentesilea. Deglutì con amarezza mentre realizzava che nulla avrebbe potuto contro costui, che quella sortita troppo vicina alla roccaforte nemica gli sarebbe costata la vita. Ebbene la sorte sembrava essersi presa gioco di lui facendolo capitombolare dalla padella alla brace. Ma non si sarebbe arreso senza combattere, nonostante fossa poca cosa, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per rendere la sua dipartita quanto più scomoda potesse essere per il suo aguzzino. Riacquistò postura e bruciò il suo nero cosmo con quel poco d'energia che gli rimaneva, quel giorno la fiamma della sua vita sarebbe stata spenta, l'avrebbe bruciata più intensamente possibile prima di sparire. Stando a quel che riuscì a intuire tramite la sua vista provata doveva trattarsi d'un omone massiccio e muscoloso, una forza straordinaria e.. niente armatura? Ma come poteva essere? Un potere così grande e nessuna traccia di sacre vestigia?
Non ci fu risposta a quelle domande. Uno scatto e il colosso recise il suo tentacolo d'ombra, bastò un pestone dell'individuo per spezzarlo in due come un ramoscello. Il cosmo imperioso e brillante percorse il costrutto sino allo specter che lo comandava, diffuse come un farmaco iniettato in vena e come tale raggiunse le membra di JB e tanto bastò a farlo strillare di dolore e a farlo cadere riverso sulle ginocchia mentre le sue armi di tenebra vanivano come neve al sole.
Dunque era finita. A quel modo meschino la vita di JB del Varano arrivava il suo capolinea. Rimpianse ogni scelta fatta ed ogni situazione intrapresa, nonostante avesse più volte dichiarato, nel corso della sua storia recente, di essere più che volenteroso di offrire la sua vita per la causa di Hades suo sire ora non era soddisfatto. Non aveva senso gettare alle ortiche la sua esistenza per un risultato così magro come l'aver quasi ucciso un cavaliere di bronzo. Non era degno. Non era da lui. Ma tant'è.
Chinò il capo in attesa dell'incombente reazione del figuro che sarebbe calata sul suo collo come la scure del bioa. Tuttavia il neogiunto si dimostrò più magnanimo di quel che JB s'aspettava. Si limitò ad espandere il suo supremo cosmo e ad edificare una spessa barrierra tra loro che li divideva secondo la fazione scelta: lo specter di Hades da un lato, i saint d'Atena dall'altro. Ancora una volta i cavalieri del grande tempio erano frenati dal loro buonismo esapserato. Questo terribile nuovo giunto avrebbe potuto schiacciare JB come si fa con un insetto anche se fosse stato nel pieno della condizione ma, a quanto pareva il suo codice d'onore o qualunque altra cosa gli imponesse di rispettare una così ferrea moralità gli impedì di farlo.
Le sue parole come di autorevolezza e compassione per la compagna non valsero a fornire allo specter una spiegazione di quanto accaduto, così come per quelle rivolte direttamente a lui. Sogghignò il cavaliere dell'Ade. Era stato cordialmente invitato a far ritorno nell'Oltretomba, occasione che non si sarebbe lasciato scappare.
« Non so chi tu sia. » Rispose mentre bruciava ancora il suo cosmo nero come la pece. Lingue di tenebra s'intrecciavano l'un l'altra mentre l'oblio cominciava a scendere e a ricoprire lo specter. « Ma sappi che quest'oggi hai commesso un errore lasciandomi andare.. » Il solito ghigno malevolo tornò a ricoprire il volto di JB come una maschera, sembrava aver improvvisamente dimenticato tutto quel che era appena successo. Forse era veramente pazzo come disse la saint. « Poichè io tornerò, più forte e più agguetrrito di prima. Non potrai esserci sempre per proteggerla, sappilo. E sarà in uno di quei momenti che io colpirò, prendendomi la sua vita come preannunciato. » Aggiunse infine quando la tenebra oramai l'aveva ricoperto in una fitta coltre impenetrabile alla vista.
Al suo diradarsi di JB del varano non v'era più alcuna traccia.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferite profonde agli occhi, bruciature sanguinolente sparse un pò ovunque. Pesantemente affaticato
Status Mentale Furioso.
Status Cloth Qualche crepa. Elmo perduto. Bracciale sinistro distrutto.
Note E' stato un bel duello con un epilogo degno di questo nome. A voi le conclusions ..