Un incontro fortuito... o ricercato?

Erythros & Black Star

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  1. Erythros
     
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    Ultimamente non aveva granché da fare in Ade.
    Non c’era bisogno dei suoi servigi e pensare solo alle anime della sua prigione non gli rendeva giustizia: lui era nato per combattere, per stare sul campo e non per crogiolarsi senza far nulla nell’Averno. Lui era fatto per il campo di battaglia e l’addestramento marziale che aveva riservato al suo corpo ne era la prova più evidente. Dopotutto, una montagna come lui, non poteva starsene fermo.
    I suoi intrallazzi nel ‘mondo emerso’, quindi, divenivano sempre più frequenti, soprattutto per potersi rendere realmente utile al suo superiore Aizen, in modo da fornirgli informazioni quanto più dettagliate sugli altri schieramenti, qualora se ne fosse presentata l’occasione.
    Basta città, basta metropoli: avrebbe avuto molta più fortuna a trovare guerrieri nella natura incontaminata, trovando il paladino di turno pronto a battersi per lasciare questo o quell’altro luogo immacolato e lontano della luride mani degli spectre come lui.
    Erythros non aspettava altro, se non continuare a mettere in mostra il suo potere latente, così come il suo vento venefico e cosa c’era di meglio se non battibeccare con i guerrieri che si erano ridestati nel mondo? Non aveva interesse a combattere contro insulsi e deboli esseri umani, perché non ne avrebbe tratto nessun vantaggio particolare, se non quello di aumentare il suo ego.
    Si vedeva come una sorta di divinità per i comuni mortali e anche nei confronti di taluni guerrieri, il cui potere era ancora latente: chissà se quel giorno ne avrebbe incontrato qualcuno.



    Si era presentato incappucciato in un posto che, secondi lui, non sarebbe neanche dovuto esistere.
    Un bosco dalla ricchissima e variegata vegetazione: non ne aveva mai visto uno e, di certo, doveva avere un che’ di divino, altrimenti non si sarebbe spiegato una simile creazione. E dire che non pensava di trovare qualcosa che potesse ancora stupirlo, ma si sbagliava clamorosamente.
    Camminare in quella natura rigogliosa gli liberava la mente, consentendogli di godere appieno della sua presenza al suo interno: era come tornare agli albori della creazione, come se la Terra non fosse stata insozzata dalla presenza dell’uomo e delle sua creazioni. Era natura, pura e semplice natura.
    Aveva l’armatura indosso, ma si era coperto ancora con una cappa oscura che ne manteneva celate le fattezze, i lineamenti e qualsiasi cosa che permettesse a qualcun altro di riconoscerlo, se non per il suo cosmo o le sue dimensioni a dir poco mostruose.
    Il cosmo era stato espanso, anche se di poco, rilasciando nell’area circostante il suo vento venefico che attecchiva ogni singola forma di vita facendola avvizzire: fiori, piante, alberi… tutto ciò che veniva in contatto con il suo vento moriva, letteralmente, lasciando al loro posto solo cenere.
    Era un sacrilegio vivente, ma non poteva fare altrimenti.
    Sarebbe arrivato qualcuno a fermarlo?


    Inizio un po' fiacco, mi spiace. =\
     
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  2. » Black Star
     
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    Un incontro fortuito... o ricercato? - Part I

    Nell'aria c'era un odore al contempo sconosciuto e familiare, un sentore di velenoso, di polvere e di paura: odore di morte.
    Al limitare della foresta un gruppo di volatili partì dalle floride piante, cercando di sfuggire a quell'aria mortifera, ma per alcuni di loro era già troppo tardi. Come fulminati a mezz'aria da un fulmine invisibile, coloro che si erano levati in volo per ultimi, colpevoli di aver ritardato un attimo di troppo, precipitarono morti stecchiti al suolo, già mostrando i primi segni di quel terribile potere mortifero.
    Le piante, per quanto rigogliose e robuste, si piegavano come colpite nel vivo, appassendo a velocità innaturalmente rapida. La terra stessa moriva quando veniva toccata dal cosmo dell'invasore, inaridendosi e crepandosi. Per me vedere quel terrificante spettacolo di morte fu a dir poco shockante. Era come camminare dentro ad un incubo, soltanto che non potevo svegliarmi sudato nel mio letto, convincermi che non avevo visto cose reali e rimettermi a dormire. Quella ERA la realtà!! E al centro di quel palcoscenico costellato di cadaveri, avvolto dal suo ampio mantello di cosmo velenoso, una scura figura attendeva silenziosa con alle spalle una scia di morte e distruzione, mentre io avanzavo incredulo, raggiungendo infine la linea degli alberi ormai morti. Quando avevo avvertito un cosmo sconosciuto avevo immediatamente indossato la mia Daryan ed avevo abbandonato ogni altra cosa, precipitandomi ad accogliere a dovere l'ospite, in maniere diverse a seconda di quale sarebbe stata la sua identità. Tuttavia nemmeno nel pensiero più remoto avrei immaginato di trovarmi di fronte un tale scempio della vita. Come se non bastasse, sentivo il cosmo dello sconosciuto scivolarmi addosso, tentando di affondare le proprie zanne velenose anche in me, mentre io opponevo il mio cosmo naturale, contrastando con il soffio della vita quel vento mortale.
    Ancora troppo stupito per poter realizzare bene la situazione, spiccicai poche parole

    -Io... non posso descrivere il mio orrore nel vedere ciò che hai fatto.... Chi sei, folle assassino?-

    Mi sembrava un cosmo simile ad alcuni già conosciuti, caratterizzato da un'aura sinistra e perversa, similmente ad un'ombra silenziosa nella notte che continua a sfuggire alla tua vista. Chi era quel terribile figuro?

    65ws2g

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ Shockato
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Un momento di silenzio per tutte le povere pianticelle morte in questo post....
    Ok, io arrivo, realizzo che hai sistematicamente ucciso un pezzo di foresta e ci rimango talmente di merda che non riesco nemmeno ad incazzarmi :ehsi:


    Abilità ~

    Tecniche ~
     
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  3. Erythros
     
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    «Un cosmo in avvicinamento-», si disse,
    «allora questo posto non è abbandonato a sé stesso!»

    Nel constatare ciò cominciò a sorridere, inaspettatamente divertito.
    Il cosmo si avvicinava a gran velocità, finché non si palesò proprio alle sue spalle a qualche metro di distanza, laddove i primi alberi erano morti dopo il suo passaggio. Al suo arrivo seguirono delle parole stupite, con le quali il nuovo arrivato lo aveva etichettato come un assassino.
    Evidentemente non si era trattenuto dal commettere un simile orrore, ma arrivare ad etichettarlo come un assassino gli sembrava un po’ eccessivo: non aveva mica ammazzato qualcuno.
    Che diamine!



    Si girò indietro, parzialmente, ma sembrava inaspettatamente divertito.
    Non si vedeva quasi nulla del suo volto, così come del resto del suo aspetto fisico, ma era visibile parzialmente il suo sorriso sornione, segno che l’invettiva del nuovo arrivato non aveva fatto alcun effetto e, anzi, per quel che poteva interessare non gli importava assolutamente nulla.
    Un comportamento assolutamente ingiustificabile, soprattutto se protratto in casa d’altri e quel bosco, benché non lo sapesse, era territorio dei Cavalieri di Gea e quello che era appena sopraggiunto, molto probabilmente, era uno di loro. Ma ad Erythros non interessava assolutamente, neanche se fosse venuta Gea in persona a pizzicarlo nei suoi territori. Purtroppo era un inguaribile spaccone.

    Assassino? Mi sembra un po’ esagerato appellarmi come tale visto che non ho ucciso nessuno.”, disse facendo spallucce e girandosi completamente nei confronti di quel Cavaliere, “Ma forse ti riferirai alle creature che ho inconsapevolmente ucciso. Mi dispiace, ma non sono riuscito a controllarmi.

    Fece ancora spallucce, ma quelle parole erano pura menzogna.
    Se solo l’avesse voluto, sarebbe riuscito a controllare il suo cosmo, le sue correnti ed il suo veleno, ma non ne aveva la benché minima intenzione; voleva sentirsi libero da qualsivoglia costrizione e non gli interessava assolutamente se quel suo comportamento sconsiderato potesse provocare dei danni nei dintorni. E così aveva provare a giocarsi la carta del carnefice inconsapevole, ma chissà se l’altro ci sarebbe cascato o sarebbe invece riuscito a capire che stesse mentendo.
    Comunque sia, aveva mantenuto il mistero sulla sua identità fin troppo e decise di togliersi quantomeno il cappuccio, stavolta tenendo a bada il suo cosmo per far reggere il suo bluff, mostrandogli il volto: capelli irti e neri come la pece facevano da contorno ad un viso adulto e maturo, i cui occhi erano rossi come il sangue; l’espressione sembrava essere corrucciata, con la presenza di rughe per via della stessa. Dal taglio degli occhi e dal sorriso presente sul volto, sembrava divertito ed arrogante al tempo stesso.
    Eppure un sottilissimo velo di rabbia repressa poteva essere letto sotto le righe.



    Temo di essermi perso, dove ci troviamo?”, chiese con finta gentilezza.

    Almeno avrebbe saputo in quali territori si trovava e se, anche lì, vi era una divinità protettrice alla quale aveva consapevolmente mancato di rispetto.


    Perdonami per l'increscioso ritardo. :(
     
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  4. » Black Star
     
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    Un incontro fortuito... o ricercato? - Part II

    Alle parole dello sconosciuto il mio shock si trasformò in pura sorpresa

    -Nonostante ciò che ha fatto ha ancora il coraggio di negare le proprie responsabilità! Questo tizio o è dannatamente sicuro di se stesso o è stupido come una capra. O entrambe-

    Tuttavia c'era una cosa che era sicurissima: quel tizio aveva un cosmo veramente potente. Potevo percepirlo tutt'attorno, che danzava come il vento, seminando morte ovunque toccasse qualcosa ancora vivo. Ero un fuocherello contro un violento vento selvaggio. No, dovevo tentare prima la via più diplomatica. Non solo ne sarei probabilmente uscito sconfitto, ma la lotta avrebbe probabilmente coinvolto un'ulteriore area di foresta e per quel che mi riguardava fin troppe vite si erano spente quel giorno. Il mio scopo era difendere quei luoghi sacri, non trasformarli in campi di battaglia per battaglie dall'esito a me sfavorevole in partenza.
    Lo sconosciuto sorrideva in maniera sinistra e soddisfatta, di certo non contribuendo a tranquillizzarmi, mentre con quei suoi profondi occhi di un terrificante color sangue, che sembravano riflettere il sangue scarlatto delle sue vittime. Quel tizio era veramente spaventoso. Sembrava l'incarnazione del carnefice ideale e il suo potere sembrava seguire l'impressione dettata dal suo aspetto, sebbene mi sfuggissero ancora le sue reali capacità.

    -Ti trovi nel Bosco Sacro, territorio protetto dalla dea Gea, creatrice del mondo e delle sue creature. Io mi chiamo Andrew e veglio su questi luoghi in suo nome. Però tu non hai ancora risposto alla mia domanda: chi sei? E che cosa ti porta qui? Non prendermi per scemo, so benissimo che non ti trovi qui per caso, esattamente come so che il tuo cosmo non ha nulla che non va. Riducilo, hai causato fin troppa morte-

    Sottolineai le mie ultime parole con un'ampio gesto delle braccia, ad indicare tutta la devastazione che si era lasciato alle spalle.

    65ws2g

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ A disagio, inquieto
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Non ci metto molto a realizzare che uno scontro tra me e te devasterebbe ben più che un po' di foresta, quindi, sia per proteggere me che il bosco, cerco di imboccare una strada più diplomatica, nella speranza di lasciare anche solo qualche fiorellino vivo XD

    Abilità ~

    Tecniche ~
     
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  5. Erythros
     
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    Non poteva negarlo: si stava divertendo come non faceva da tempo.
    Giocare la parte dell’innocente era un qualcosa che di tanto, in tanto, gli piaceva fare, soprattutto quando si trattava di studiare altri schieramenti ed ottenere informazioni preziosi per i suoi alleati. Eppure sapeva che quel gioco non era destinato a durare a lungo, ma decise di continuare imperterrito.
    Tanto, alla fine, conosceva la fine di quella pantomima: lo scontro.
    Ma non sembrava ancora essere arrivato a quel punto e, sinceramente parlando, non è che ne avesse granché voglia al momento: preferiva parlare ed apprendere quanto più possibile da quel guerriero, per trovarsi preparato in una possibile e futura occasione. A quanto pareva si trovava in un bosco, il Bosco Sacro della divinità primordiale Gea. Qualcosa, dopotutto, la sapeva anche da sé.
    Ella era il mondo intero, secondo alcuni miti, ed aveva dato i natali a tutte le creature esistenti… e persino a quelle che si erano estinte nel corso dei millenni. La cosa, a suo modo, si faceva oltremodo interessante perché anche nei frammenti di vita passata che di tanto in tanto si presentavano alla sua mente non aveva mai avuto l’occasione di incontrare un guardiano di Gea.

    Piacere di fare la tua conoscenza Andrew ma, vedi, non c’è bisogno di essere così aggressivi nel rispondere, soprattutto con un ospite-”, gli disse canzonandolo un pochino, “-vuoi sapere chi sono? Il mio nome è Erythros, Stella del Cielo Vittorioso… o del Basilisco, se preferisci: non fa alcuna differenza.

    Fece un piccolo inchino, più di sfottò che di rispetto, e riassunse la posizione eretta.
    Si guardò intorno, vedendo quanto aveva fatto con il suo cosmo e le sue correnti, decidendo di chetarlo insieme al suo vento, anche se l’imperativo di quello non gli era andato tanto a genio, poiché sembrava quasi un ordine. Lo guardò in malo modo per un istante, arricciando gli occhi ed il naso mostrando tutta la sua brutalità, per poi tornare ad una situazione di calma, più o meno.

    Che tu voglia credermi o meno, mi sono davvero perso-”, gli disse sinceramente stavolta,
    -purtroppo il mio senso dell’orientamento fa un po’ schifo, ma ho davvero apprezzato questo posto: mi piace la natura incontaminata.

    Anche l’ultima affermazione era vera, ma dopo il suo gesto era difficile credergli.

    L’ho ridotto, ma ti giuro che non l’ho fatto apposta-”, gli disse con un tono fintamente colpevole, mostrandosi parimenti afflitto per quanto aveva fatto sino a quel momento. “-non riesco ancora a controllare pienamente i miei poteri e quindi, alle volte, sfuggono alla mia volontà.

    Sì, gli piaceva decisamente giocare la parte della vittima.
    Fece qualche passo verso il suo interlocutore, riducendo pertanto la distanza tra i due, ma lasciando comunque abbastanza spazio in modo da non farlo sentire alle strette. Sebbene il suo aspetto potesse incutere timore a chicchessia, il suo cosmo al momento diceva il contrario assecondando la menzogna di Erythros e facendo quindi credere a quell’altro di non avere intenzioni ostili. Se la sarebbe bevuta?
    Di certo lui, al momento, non aveva la benché minima intenzione di alzare un solo dito contro quel Cavaliere: doveva ancora capire molte cose su quei guerrieri, carpire le loro intenzione e cercare di scoprire se fossero pro o contro gli ideali della sua divinità. Insomma, voleva scoprire qualcosina in più prima di dichiarare guerra a quel mondo che appena adesso aveva conosciuto.

    -e, quindi, quale sarebbe il vostro compito?”, gli chiese senza stare a girarci troppo attorno, “Avete il compito di proteggere la natura ed i suoi esseri viventi dalla mano dell’uomo? Volete punire anche voi gli esseri umani per i loro peccati?

    Le sue domande sarebbero potute sembrare atipiche per ciò che rappresentava.
    Di certo lo sarebbero state visto il suo aspetto e la sua mole; infatti chi si sarebbe mai aspettato che un bestione come lui fosse capace di pensare?
    Insomma, ci era abituato a questo.


    Per il momento chiacchiera: non ancora vuole combattere e neanche sembra intenzionato a farlo, ma vuole semplicemente ottenere informazioni sulla vostra casta, visto che la stella non ha mai avuto la possibilità di incrociarne uno. =)
     
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  6. » Black Star
     
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    Un incontro fortuito... o ricercato? - Part III

    Erythros della Stella del Cielo Vittorioso, altresì noto come del Basilisco... Mai sentito prima, ma forse quel suo cosmo non mi era di natura completamente sconosciuta. Beh, ad ogni modo sarei venuto a sapere più avanti con il seguace di quale divinità avevo a che fare , o almeno speravo.
    Le sue parole, però, mi preoccupavano molto più di quanto lo facesse la sua identità. Erano enigmatiche quanto incoerenti, senza contare che trovavo alquanto strane le sue domande. Incredibilmente studiate e mirate per uno che non si aspettava di finire nel Bosco Sacro di Gea.

    -Io non punisco nessuno, non ho il diritto di giudicare gli altri e nemmeno mi interessa farlo. Io difendo la natura, che sia essa minacciata dall'uomo o da altri pericoli non importa. Io sono lo scudo di Madre Natura, non la sua spada. Ma scopriresti che anche uno scudo in combattimento è sorprendentemente dannoso-

    L'ultima frase voleva sottolineare che nonostante il suo potente e dannosissimo cosmo, il mio "ospite" non avrebbe potuto fare ciò che gli pareva fino a che io sarei stato lì. Ormai era tardi per salvare tutte le vite spezzate da quel suo nefasto potere, ma potevo ancora salvarne cento volte tante. I miei occhi scorsero nuovamente sullo scenario di morte che avevo davanti, mentre l'animo mi veniva straziato dalla tristezza. Se solo fossi arrivato prima...

    -Non fraintendere le mie parole, in questo momento vorrei farti pagare ciò che hai commesso, volontario o no che sia stato il tuo gesto, ma come ti ho detto non ho la presunzione né di giudicare né di punire le azioni degli altri. Ho solo il compito di proteggere e se te vorrai danneggiare nuovamente questo luogo ti fermerò, sappilo subito. Non voglio minacciare o aggredire nessuno, ma ritengo che avresti fatto meglio a saperlo. Sai, anche a me piace molto questo luogo e mi piangerebbe il cuore se dovessi arrecagli danno a mia volta col mio stesso potere-

    Avevo dovuto sconfiggere il timore che quell'uomo mi incuteva per tirare fuori quelle parole, ma il desiderio di proteggere quel meraviglioso luogo dalla morte mi aveva dato tutto il coraggio di cui necessitavo. Non ero un eroe da romanzo e nemmeno un folle temerario che parlava a sproposito, ma c'erano occasioni in cui parole simili andavano pronunciate.

    65ws2g

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ Risoluto
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Ok, sappi che se tocchi qualcosa lui si incazza :zizi: Il succo del post è questo, tuttavia se ti comporti bene possiamo andare avanti in pace :zizi:

    Abilità ~

    Tecniche ~
     
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  7. Erythros
     
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    Non ho alcun dubbio in merito, d’altronde ognuno di noi è uno scudo, non ti pare?”, gli disse in prima istanza, senza aspettarsi realmente una risposta. “Ognuno di noi difende una divinità: tu sei lo scudo della Natura, mentre io lo sono di Hades. I nostri ruoli, come puoi vedere, non sono dissimili.

    Per quanto sembrassero in qualche modo calme, le parole di quel guerriero avevano un che’ di minaccioso di cui Erythros si era accorto. Lo stava mettendo in guardia, in un certo senso, e lo spettro decise di accogliere il suggerimento, cercando di evitare in qualsiasi modo lo scontro. Non aveva mai conosciuto simili guerrieri e dai ricordi frammentari delle sue precedenti reincarnazioni, non aveva la benché minima memoria di quello schieramento o, almeno, di guerrieri che avessero quello scopo precipuo.
    A quanto ne sapeva Gea era addormentata, ma il fatto che intorno a lei si stessero risvegliando dei guerrieri proprio come Andrew lo lasciava pensare: era forse prossima al risveglio? Dopo Poseidone, la prossima divinità a risvegliarsi sarebbe stata Gea? Chi poteva dirlo: le trame intessute dal fato non potevano essere studiate da uno come lui che poteva soltanto accettarle, cercando di deviarle se possibile, ma per la maggior parte doveva chinare il capo senza poter fare alcunché.
    Aveva una scelta, l’aveva sempre avuta, ma vi erano degli elementi che non potevano essere cambiati neanche impegnandosi e quello, forse, era uno di quelli. Fece un altro paio di passi, avendo cura di non emettere la benché minima traccia di vento e, conseguentemente, di veleno. La quantità di cosmo bruciata era la minima indispensabile per riuscire a camminare con l’armatura.
    Nulla di pericoloso, insomma.

    Sei saggio, guerriero: a noi uomini non è data la possibilità di esprimere giudizi perché ciò andrebbe contro il volere delle divinità-”, avrebbe tanto voluto dire che ciò sarebbe stato appannaggio della sua divinità, di Hades, ma fece attenzione a frenare la lingua in modo da non procurarsi altri guai. Stavolta non ne cercava ed avrebbe fatto di tutto per mantenere quella flebile tregua che si era venuta a creare. “-accetterò comunque il castigo che mi è più consono, alla mia morte: so prendermi le mie responsabilità.

    Fece una piccola pausa, per poi riprendere a parlare.

    Le tue sono parole coraggiose, te ne do atto-”, gli disse in prima istanza quasi divertito, “-ma hanno fatto breccia nel mio cuore-”, disse ancora indicandosi appunto il cuore, “-la tua dedizione mi commuove e, pertanto, m’impegnerò a non arrecare altro danno a questo bosco. Te lo prometto!

    Per quanto fosse fintamente commosso, la sua promessa era reale.
    Almeno per il momento, e senza adeguati ordini dall’alto, non avrebbe arrecato danno a quel luogo né avrebbe incrinato i ‘rapporti’ tra gli spectre ed i Cavalieri di Gea. I giochi di potere non gli erano mai interessati, ma le punizioni di Pandora per insubordinazione erano leggendarie tra gli spectre, tanto che temeva di poter arrecare danno al suo schieramento con comportamenti sconsiderati, come quello che l’avevano visto arrivare in quel luogo e provocare così le ire di quella donna.
    Aveva i brividi al solo pensiero.

    Però, non siamo poi così diversi…”, disse infine.

    A cosa faceva riferimento?


    Faccio bravo, promesso. XD

    Certo che ho fatto un Pg subdolo e bastardo eh ahahahahahahha
     
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  8. » Black Star
     
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    Un incontro fortuito... o ricercato? - Part IV

    Ecco perchè il cosmo di quel tizio mi sembrava in qualche modo non completamente sconosciuto, era anche lui uno dei numerosi servitori di Hades! E a giudicare dalla strage operata nella foresta adempiva il suo compito in maniera impeccabile...
    Ultimamente non facevo che incrociare Specter ovunque andassi, sembrava quasi che mi perseguitassero. Prima lo Specter dell'Arpia, poi quello di Papillion, dopo era stato il turno di Astrid e del suo amico con seri problemi mentali, mentre adesso sembrava fosse arrivato il turno di Erythros del Basilisco. Fortunatamente sembrava essere meno bellicoso di Papillion e più normale dell'enigmatico William, sebbene una soffusa aura di pura autorità lo accompagnasse nelle sue mosse. Persino quando aveva parlato con toni definibili quasi "pacifici" aveva mantenuto la sua posizione con una calma e un comportamento che mi avevano inquietato. Percepivo in quell'individuo qualcosa che continuava ad insinuare la paura in me, un qualcosa che andava oltre il semplice potere, nel quale era sicuramente sorpassato da altri come Deneb o Astrid, un qualcosa che si rifletteva sulla sua intera persona. Quell'uomo sembrava essere il vero Basilisco, con le movenze sicure e sinistre del serpente, ma dotato anche dell'orgoglio del gallo. Cos'era di lui che mi faceva tanta paura?

    -Cosa intendi dicendo che non siamo molto diversi? Per quanto non conosca molto di voi Specter, da quello che so siete i guardiani del mondo dei morti, soggetti al volere della divinità della morte. Io, invece, ho il compito di proteggere ogni forma di vita che la mia dea ha creato. Li trovo due obiettivi diametralmente opposti, o forse mi sbaglio? Ciascuno di noi ha qualcosa da sorvegliare, ma le somiglianze che noto finisco qui-

    Per quanto cercassi di dimostrarmi sicuro di me e calmo la mia inquietudine cresceva in compagnia di quell'uomo dagli occhi scarlatti. Un potere che impersona la morte, due occhi colore del sangue e una personalità che incuteva timore. Avevo di fronte la quintessenza degli Inferi?

    -O forse ti riferisci ad altro? Non sono mai stato bravo nel comprendere i pensieri altrui, ho sempre preferito lasciare questa società costruita sulle maschere a chi ne apprezzava il subdolo fascino. Gli alberi non mentono, i fiumi non hanno secondi fini, la natura è verità, ecco perchè credo che l'uomo sia sempre più lontano da ciò che dovrebbe essere. Tutti cercano di cambiare il mondo, ignorando di essere loro stessi l'ingranaggio malfunzionante. Tu sei uno di coloro che sono ciechi alla realtà o come me apprezzi l'onestà?-

    Erythros sembrava celare qualcosa di cui ignoravo ogni dettaglio, ma una cosa che non sopportavo proprio erano le persone false e ingannatrici. Quello Specter non mi era sembrata una persona di quel genere, ma potevo sbagliarmi. Avrebbe dovuto parlare più chiaramente e non per enigmi come aveva fatto finora se intendeva seriamente convincermi delle sue intenzioni pacifiche.

    65ws2g

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ Inquieto
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Lo so, ci sono stato parecchio, ma devo ammettere che in un primo momento le feste mi hanno tenuto lontano dal GDR, mentre ho trascorso il resto del tempo lavorando sul post. So che non è un lungo papiro degno del Pulitzer, ma è quanto di meglio sono riuscito a scrivere :zizi: Diciamo che sto cercando di tirare fuori da Andrew una personalità riflessiva e quasi filosofica, in vista dei suoi futuri sviluppi, quindi non interpretare male la sua quasi eccessiva complessità nei discorsi XD

    Abilità ~

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  9. Erythros
     
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    Con le sue parole aveva fatto breccia nelle intenzioni dell’altro?
    Era riuscito in qualche modo a mostrarsi non colpevole o, quanto meno, amichevole nei suoi confronti? Non ne era del tutto sicuro, poiché quel guerriero sembrava essere ancora sospettoso e guardingo nei suoi confronti: come poteva dargli torto? Era un energumeno, dall’aspetto inquietante.
    Sorrise, per rendere il suo volto più disteso, ma la ‘dolcezza’ o la ‘tenerezza’ non erano certamente nelle sue corde, soprattutto quando la stella aveva attecchito il suo corpo, prendendone il possesso e mutando parzialmente i suoi lineamenti rendendoli più rudi e maligni: per quanto si atteggiasse da ‘angelo’, il suo aspetto rimaneva sempre quello di un demone assetato di sangue.
    Lo guardò intensamente, come se volesse leggerne i pensieri e carpire cosa stesse pensando in quel momento, ma non riuscì a comprendere alcunché se non un enigmatico silenzio che durava ormai da interminabili momenti. Che fare? Bisognava attendere, senza mettergli alcuna fretta.
    Infine le parole giunsero, ma il suo interlocutore sembrava non aver carpito la piccola somiglianza che vi era tra i due schieramenti e, anzi, sembrava quasi stizzito nel rimarcare il fatto che loro difendessero la vita, mentre lui – e i suoi degni compari – portava seco la morte, senza alcuna distinzione.
    In realtà anche loro pensavano alla vita, ma non come i Cavalieri di Gea: il loro interesse verteva sulla purezza della natura e della Terra, mondandola dalle infide mani dell’uomo.

    In realtà, in un certo senso, perseguiamo un fine comune: noi difendiamo la purezza della Terra, della natura e nel farlo puniamo gli uomini alla loro morte, per mano del nostro dio, per i loro peccati-”, gli disse in prima istanza senza scomporsi più di tanto, “-persino estirpare un fiore dalla nuda terra è un peccato imperdonabile per gli uomini, così come ucciderne gli insetti o violarne la natura.”

    Fece ancora qualche passo in avanti, diminuendo ancor di più la distanza che li teneva lontani.

    Ecco in cosa siamo simili: persino io ho commesso un peccato imperdonabile uccidendo involontariamente queste piante con il mio cosmo e ne pagherò le conseguenze una volta che sarò morto-”, interrompendosi per un brevissimo istante e concedendosi una piccola riflessione personale su quanto detto, «…sempre che io muoia, ovviamente!», si disse continuando il discorso che stava facendo omettendo di far ascoltare questa parte al Cavaliere di Gea. “-e accetterò il mio castigo senza battere ciglio.

    S’interruppe ancora un momento, per poi riprendere.

    Ognuno di noi ha commesso dei peccati e dobbiamo pagarli alla nostra morte.”, concluse.

    Incrociò le braccia, attendendo che l’altro concludesse il suo discorso.
    Sentiva infatti che l’altro avesse altro da dirgli… una sensazione, niente di più. Gli venne chiesto se apprezzasse l’onestà, poiché la natura – a suo dire – era onesta per la sua essenza e doveva ammettere che l’apprezzava eccome, anche se di solito non si mostrava onesto verso gli altri.
    Un po’ come aveva fatto, per la maggior parte del tempo, nei confronti di quel Cavaliere ostentando un comportamento sicuro, ma parimenti ingannatore visto che aveva deliberatamente sguinzagliato il suo cosmo senza tenerlo sotto controllo prima che si incontrassero. Tanto, alla fine, cosa gli importava? Il solo essere un aguzzino di Ade gli avrebbe consentito di vivere in eterno e pertanto il castigo di cui si faceva portavoce non gli si sarebbe applicato. D’altronde questa era cosa che, chi più chi meno, pensavano tutti gli spectre, credendosi liberi dal giogo della vita, come se fossero essi stessi degli immortali.
    Ah, quanto si sbagliavano.

    Sono di quelli che apprezzano l’onestà, ovviamente.”, disse senza pensarci neanche per un momento ostentando ancora una volta una sicurezza disarmante, “Il mio intento è quello di epurare il mondo dal comportamento disonesto degli uomini, minandone la perfezione.

    Ancora una piccola pausa, per poi riprendere.

    Voglio epurare il Mondo da questo cancro chiamato uomo.


    Scusami per il ritardo. :(
     
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  10. » Black Star
     
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    Un incontro fortuito... o ricercato? - Part V

    Ecco finalmente divenire chiaro il reale intento della grande armata infernale di Hades, gli Specter: eliminare l'umanità dalla faccia della Terra.
    Un brivido mi corse lungo la schiena mentre realizzavo quel pensiero tanto tetro e malvagio. Poco importava se desideravano farlo per salvare la Terra, restava comunque un fine terribile, concepibile solo dal Dio dei Morti in persona.
    L'uomo aveva fatto talmente tanto male che era impossibile esprimerlo, ma aveva fatto anche tanto bene ed era parte di questo mondo come ogni altra singola forma vivente! Era impensabile volerlo sterminare solamente perchè secondo la mentalità di un dio ciò andava a danneggiare la perfezione del pianeta, specialmente da parte di Hades. Una cosa del genere sarebbe dovuta dipendere esclusivamente dalla volontà di Gea, essendo stata lei a creare il mondo intero, non dal sovrano dell'Ade, la cui decisione sospettavo avesse molto poco a che fare con la salvezza del pianeta. Inoltre, fino a che Gea non avesse detto qualcosa in tal senso, e forse anche allora con molta riluttanza, non avrei mai alzato un dito sulle persone inermi. Come avevo già detto ero lo scudo, non la spada, ma nemmeno un carnefice.

    -Sono spiacente di dover essere in disaccordo ancora una volta. Noi Cavalieri di Gea proteggiamo il mondo, ma non facendo stragi di persone. Io, un giorno che spero non sia molto lontano, voglio portare l'uomo a vivere nuovamente in armonia con la natura, non ad essere un soldato di una guerra fratricida. Ognuno commette peccati, ma la sorte dà numerose occasioni di redenzione. Il tuo signore giudica l'umanità di essere imperfetta, ma intanto si fa adorare da essa e si gode le loro preghiere. Anchio verrò giudicato, un giorno, per quanto ho fatto e forse farò, ma accetterò solo un giudice che non sia un ipocrita. I peccatori non giudicano e i giudici non peccano-

    Risposi con voce ferma e dal tono quasi rabbioso, non più spaventato dalla persona che avevo d'innanzi. Se voleva mondare il mondo dalle sue imperfezioni, che iniziasse esaminandosi la coscienza, sempre che ne avesse ancora una. Innocenti, brave persone, deboli ed indifesi erano mescolati ai malvagi nella società di allora, ma non per questo meritavano di essere macellati come agnelli per un capriccio divino, che mai e poi mai avrei appoggiato. Gli Inferi erano governati da figure che si ritenevano purificatori, ma che avevano le mani lorde di sangue, mentre Hades si beava delle grida delle anime da lui condannate. E ciò mi faceva incazzare.
    Due globi di fuoco comparvero attorno ai miei pugni serrati, entrambi identici alla testa di un leone, con fauci incandescenti che sembravano muoversi fameliche.

    -Adesso sei caldamente pregato di tornare da dove sei venuto, prima che io mi macchi di un nuovo peccato. Sarai anche l'emissario del Dio dei Morti, ma fino a che commetterai qui i tuoi peccati ne risponderai a Gea e in sua vece a me. E in quel caso non dovresti necessariamente attendere il momento della tua morte per essere punito. Va e non tornare. Qui accogliamo la vita, non la morte-

    Non sarei potuto essere più chiaro di così. Se lo Specter del Basilisco era talmente folle da pensare di poter venire in quel luogo sacro, uccidendo e devastando, per poi annunciare il suo macabro disegno di perfezione non mi interessava. La follia non giustificava tali comportamenti e nemmeno il suo dio poteva farlo. Avrebbe fatto bene a ponderare con attenzione le sue prossime parole, perchè avrebbe scoperto quanto erano roventi le fiamme della punizione.

    65ws2g

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Verde
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ Arrabbiato
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Sorry, ma oltre ad aver fatto veramente arrabbiare Andrew (e ce ne vuole, fidati) toccando dei tasti piuttosto sensibili, mi sembrava anche la soluzione migliore per non trascinare questa role per secoli e secoli :zizi: Ovviamente se vuoi possiamo anche darcele, tanto questa role era partita anche come possibile duello

    Abilità ~
    Fuoco Dorato


    Tutte le creature di Madre Natura hanno sempre temuto la luce e il calore del fuoco, simbolo della civiltà umana, conquistato secondo la leggenda da Prometeo e poi donato all’uomo ma non alle bestie. Il Re degli Animali alla fine ha fatto suo questo potere, infondendolo nella sua Cloth, donandole il fuoco più bello e letale mai esistito. Fiamme dorate lo contraddistinguono dal fuoco dell’uomo, un colore dovuto al cosmo che arde come combustibile, fiamme selvagge e indomabili per chiunque non sia il Cavaliere che le crea, pervase di cosmo, tuttavia innocue per il Cavaliere del Leone. Molto più dannose di un normale fuoco, esse possono utilizzare come combustibile qualsiasi cosa, dal legno alla pietra, dal metallo alla carne, bruciando e consumando con ferocia inaudita. Sono altresì difficili da estinguere, estremamente calde come sono, persino stando diversi secondi sotto l’acqua o sotto terra. Un fuoco che ha il colore dorato degli occhi di un leone e la sua stessa ferocia.


    Tecniche ~
    Fiamme Gemelle


    Su entrambi i pugni si genera una spessa coltre di fuoco, di forma simile alla testa di un leone, grandi poco più di un pallone da calcio, che possono essere usate come veri e propri guantoni. Ovviamente tutti i colpi devono essere sferrati corpo a corpo, ma i danni da loro provocati saranno ingenti dato che il calore accelera gli attacchi e ad essi si aggiunge un ampio danno da ustione. Inoltre, se il colpo non fosse proprio parato, le fiamme potrebbero divampare sulla parte del corpo presa di mira dal colpo.
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    Questa tecnica può essere eseguita anche con i piedi
     
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  11. Erythros
     
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    Capirai col tempo quanto io abbia ragione, giovane Cavaliere.”, disse in risposta alle prime parole.

    Era ancora troppo giovane per capire, troppo immaturo per comprendere.
    Eppure bastava guardarsi intorno: lui, un uomo, era riuscito da solo a mettere a soqquadro quel posto con una minima parte del suo intero potenziale. Lui era speciale, questo era vero, ma come avrebbero trasformato quel posto una colonia di uomini? Avrebbero tramutato quel paradiso in un vero inferno, molto più di quanto potesse esserlo invero il regno creato dal suo signore.

    La tua è una mera utopia, un sogno irrealizzabile che tu stesso accantonerai in un futuro non troppo lontano-”, gli disse ancora quasi a volerlo sbeffeggiare, ma al momento non era nelle sue intenzioni. “-la guerra fa parte dell’uomo, è nella sua natura e nessuno potrà mai farlo desistere.

    Fece un attimo di pausa, prima di riprendere a parlare.

    Né io, né tu possiamo fare nulla: se nemmeno il regno dell’Aldilà serve ad arginare un simile comportamento, non so più cosa pensare. L’uomo nel tempo ha distrutto questa Terra, martoriandola con qualsivoglia arma o comportamento infame: devono morire tutti!”, le sue parole erano dure, ma sperava che un giorno Andrew potesse capirlo, “Solo le divinità non peccano, ma noi uomini pecchiamo e peccheremo finché la vita seguiterà a fluirci nel corpo. E tu lo sai molto bene.

    Arretrò d’un paio di passi, capendo l’antifona.
    Le sue parole dovevano aver urtato profondamente il Cavaliere di Gea, le cui parole sembravano ora essere rabbiose, così come il suo cosmo che era diventato aggressivo. Ma nessun moto di stizza si appropriò del corpo dello spectre che, anzi, sentiva il suo sangue ribollire a quella sorta di dichiarazione di guerra.
    Ma non era lì per combattere, quindi si decise a rimanere calmo e a non far trasparire le sue emozioni che dentro gli gridavano di combattere e massacrare. Di solito quella voce sembrava avere il pieno controllo della sua psiche, ma stranamente stava riuscendo a controllarsi.
    Sorrise, nervoso, alle parole altrui.

    Io non sono l’emissario di nessuno, sono solo un umile servitore del signore dei morti e come tale vorrei essere trattato: non faccio il portavoce di nessuno e sono qui di mia iniziativa, mi sembrava di avertelo pure detto no?”, gli disse gesticolando un po’ con ambo le braccia, “E non c’è neanche bisogno di cacciarmi in questo modo, so bene anch’io quand’è il momento di togliere le tende.

    Gli strizzò l’occhio, come se volesse fargli un segno d’intesa.
    Ma ormai non era più il tempo dei giochi, né degli scherzi: la sua presenza lì avrebbe portato di certo a cominciare le ostilità, quindi si decise che era giunto il momento di allontanarsi. Certo, gli dispiaceva andarsene così, con astio, ma dopotutto come spectre doveva aspettarselo.

    A questo punto direi che sia arrivato il momento di andarmene, quindi cheta il tuo cosmo e calmati.”, gli disse, facendogli segno con ambo le mani di calmarsi, “È stato un piacere fare la tua conoscenza, è stato un profittevole scambio di vedute. Dico davvero.

    Lasciò che un varco avernale s’aprisse al suo comando.

    Arrivederci, Andrew.”, gli sorrise prima di infilarvisi dentro.

    E svanì lasciando quel luogo, salutandolo anche con una mano.
    Il varco si richiuse dietro di sé, portandosi via il guerriero avernale che sembrava essere totalmente soddisfatto di quell’incontro: era lo stesso anche per il Cavaliere di Gea?
    Ne dubitava altamente.


    Benissimo così, quindi non preoccuparti. =)
    La ruolata mi è piaciuta parecchio e mi auguro che anche per te sia stata una ruolata stimolante. =)

    Non ti trattengo ulteriormente che ti ho fatto perdere anche fin troppo tempo. ;)
     
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10 replies since 14/11/2012, 15:54   168 views
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