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QM: Gorthaur - Utente: Gaz

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    Non era passato molto tempo da quando - quasi senza preavviso - il padre l'aveva spedita in questo mondo, senza darle le spiegazione ma incitandola a seguire la sua strada; molto probabilmente Lelouch le aveva dato una spinta indicandole il cammino ma indubbiamente ora lei stava camminando con le sue gambe, ragionando con la sua testa. Non era passato molto tempo però di cose ne erano successe, più di quante lei si aspettasse: dalla nascita della piccola Esmeralda di questo mondo, al ritrovamento del Sangue di Atena, alla scoperta sulla sua natura.

    Tutti e tre erano stati eventi importanti, che in un modo o nell'altro avrebbero segnato il suo cammino e quello di molti altri, eppure era su quanto scoperto con Naima che si arrovellava: quel sapere ch'ella sembrava di possedere non la facevano dormire. Dopo quel giorno Esmeralda tornò molte volte su quel luogo, rianalizzando ogni iscrizione ed ogni volta la sensazione era la medesima: lei comprendeva quella lingua come se le appartenesse. All'inizio aveva dato la colpa alla linea di sangue eredita dal padre o alla spada ch'ella portava ma erano solo scuse per non accettare la verità.

    «Siamo di nuovo punto e capo» disse ad alta voce mentre era nella sala comandi. Ormai stava diventando difficile trovarla ad Atene, percepiva provenire da quel luogo una sorta di energia che la attraeva ma ancora non ne comprendeva la natura «sono certa che questo è solo l'inizio, non la fine».

    Aveva come la sensazione che quella era solo l'anticamera di qualcosa di molto più grande, qualcosa che avrebbe finalmente fugato ogni dubbio sulla sua natura ma ancora non riusciva a trovare la chiave di lettura, quando ad un tratto, quasi senza una ragione precisa su un muro comparvero altre iscrizioni.

    «E queste cosa diavolo sono» disse avvicinandosi ma sul suo volto una maschera di stupore si dipinse dato che non si trattava di iscrizioni ma di specie di serratura «quindi alla fine ti sei rivelato» esclamò soddisfatta, ed appoggiandovi la mano una luce azzurra la investì senza arrecarle alcun danno ma mostrandole la via d'accesso a quello che in seguito avrebbe scoperto essere il Labirinto di Crono.

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    Benissimo Gorth, come da accordi la quest la apro io e da qui in poi lascio a te la palla in quanto Qest Master! Che si aprano le danze!






    Edited by Gaz - 6/11/2012, 15:27
     
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    Bisogna infatti che l' uomo comprenda in funzione di quella che viene chiamata Idea , procedendo da una molteplicità di sensazioni ad una unità colta con il pensiero . E questa é una reminiscenza di quelle cose che un tempo la nostra anima ha visto quando procedeva al seguito di un dio e guardava dall'alto le cose che diciamo che sono essere, alzando la testa verso quello che é veramente essere .
    (Fedro, Platone)



    Quello che vedi innanzi a te è una città immensa, i cui confini non sono percepibili da occhio umano.
    Il centro è composto da edifici alieni, un misto tra antichi templi e edifici fantascientifici.
    I lati esterni della città sono composti da costruzioni avvolte in una sostanza simile a pietra nera.
    Se ti avvicini noti che questa pietra si sta via via sgretolando, mostrando sotto di essa costruzioni simili a quelle del centro.

    Il cielo è oscurato da nubi nere, simili a fumi industriali, tuttavia dal centro della città noti un sottile fascio di luce che punta alla coltre nebulosa, cercando di scacciarla.

    Inoltrandoti per le vie le trovi disabitate e dopo parecchio tempo di cammino scopri che l'origine della luce è un palazzo volante, dalle proporzioni mastodontiche, ricco di guglie e con parti circolari che ruotano attorno a lui sospinte da una forza invisibile.

    Immediatamente dopo quella vista inizia a sentirti strana, ombre passano accanto a te, dandoti l'impressione - a tratti - che vi sia ancora vita in quel luogo.

    Poi come un tuono inizi a sentire rumori di battaglia, esplosioni, il cozzare di armi, moltitudini di armi. Un senso di colpa ti pervade, come se fosse successo qualcosa di irreparabile, qualcosa che non sei riuscita ad impedire...




    Eccoci!
    Sentiti libero nella descrizione di ciò che accade.
    Fermati alla decisione relativa al percorso: continui a esplorare la città deserta, ti muovi verso il palazzo etc...




     
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    Quello che si para innanzi agli occhi di Esmeralda è una visione a tratti folle e di difficile comprensione, un'immagine che nemmeno la più fervida immaginazione avrebbe potuto materializzare nei propri pensieri ed invece era li: a disposizione della giovane Rarglove. La convinzione che quella fosse sono l'anticamera di qualcosa di immensamente più grande e sconfinata divenne realtà lasciando la ragazza sbigottita innanzi a tutto ciò; rimase ferma e immobile ad osservare tutto quel mondo che – improvvisamente – si stava rivelando.

    Ogni cosa in quel luogo era incomprensibile: razionalmente sapeva di essere all'interno di una montagna ma ciò che i suoi occhi vedevano non poteva essere schematizzato o racchiuso in uno spazio cosi angusto come potevano essere le Ande. Una città immensa che si perdeva a vista d'occhio, al cui centro troneggiavano strani edifici che ella non aveva mai visto da nessuna parte. Non era semplice capire se fosse costruzioni antiche o provenienti da un luogo molto lontano ma l'impressione che le davano era che qualcosa si fosse rotto: quella città si stava risvegliando dal suo antico torpore.

    La pietra poco a poco si stava sgretolando svanendo completamente mostrando la città che aveva appena scoperto per quello che era: un luogo antico e immensamente vasto. Ma quello che colpì Esmeralda era il cielo: nero e oscuro. Esso troneggiava su quella città privandola del tutto della luce, come se volesse ingabbiare quel luogo e farlo inabissare nelle tenebre, eppure nonostante tutto ciò v'era uno spiraglio, una fiamma che imperitura cercava di bucare il cielo color dell'ebano.

    Sospinta da una forza arcana la ragazza avanzava per quella città cercando di comprendere quale fosse l'origine di quella luce, che era sicuramente la più grande anomalia in quel contesto. Avanzava per le vie della città guardandosi attorno e cercando di carpire ogni piccolo particolare che l'aiutasse a chiarire quel mistero in cui si era addentrata senza sapere nemmeno come. In tutto quel camminare la sua mente sembrava sgombra, priva di qualsiasi pensiero come se l'eccitazione per quella visione unica e irripetibile non le permettesse nemmeno di pensare.

    «E quella?» disse indicando la gigantesca costruzione che troneggiava al centro della città. Quella frase venne accompagnata da un chiaro gesto della mano, come se stesse parlando con qualcuno ma lei era sola in quel mondo, o almeno era questo ciò che pensava.

    Non passò più di qualche minuto prima che visioni di un antico passato si palesassero innanzi agli occhi della ragazza: dapprima solo ombre e figure indistinte sembravano affollare quella città, passando da un vicolo all'altro, per poi diventare qualcosa di più palpabile. Una strana sensazione pervase ogni parte del suo corpo: come se tutto quello che la circondasse le appartenesse, come se lei fosse parte di quella immensa costruzione.

    Ma le emozioni per Esmeralda non erano di certo terminate: rumori di una feroce battaglia e la sensazione che lei prese parte a quella guerra, senza essere stata in grado di poter fare realmente qualcosa. Aveva già avvertito una sensazione del genere, esattamente quando era entrata per la prima volta in quella grotta, quando stava leggendo quelle iscrizioni che poi la portarono a scoprire quel posto. Sentiva dentro di se che doveva andare avanti, scoprire cosa volesse dire tutto ciò: era consapevole che scoprendo cosa celava quel mondo sarebbe riuscita a comprendere realmente quali furono le motivazioni che spinsero il padre a rimandarla in quel mondo.

    Di questo ne era certa.

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    Più avanzi più la sensazione di stranezza si fa forte, fino a farti svenire.
    Quando rinvieni ti trovi all'interno di un'enorme salone di metallo nero brillante, cosparso da venature in cui correva bianca energia.
    Al centro vi era un piano rialzato ed uno specchio disteso, su cui vi erano delle immagini, l'immagine di sei ragazzi.
    Quindici individui discutevano animatamente attorno quella visione, individui bardati di una nera corazza e dalle cui spalle calavano manti neri, coperti da simboli che ne designavano il lignaggio, simboli che tuttavia non riesci ancora a scorgere, poiché tutti di sembrano simili.
    Infatti i loro tratti somatici sono indistinguibili, come se la loro pelle fosse fatta di luce.
    Sei poco distante da loro, poi d'un tratto lo spazio muta e ti trovi ad esser fra di loro, una dei quindici.
    Senti le loro voci, ma così come per il loro volto, anche esse sono difficili da distinguere.

    C: Essi sono un pericolo, sono un mio errore e devo abbatterli!
    R: Marito mio non compiere l'errore di tuo padre! Che crescano nella tua stima e vedrai che non ti recheranno alcun danno...
    C: Ora non sono tuo marito! Sono il tuo RE!

    La figura al centro si volta con fare minaccioso verso l'altra ed una terza si frappone tra loro.

    O: Sei nostro fratello ed il minore per giunta! Non osare alzare la mano!

    L'incontro inizia a degenerare, anche tu ti stai muovendo ma non sai contro chi o a favore di chi.

    Tre individui avanzano ed uno di loro, dalle cui spalle spuntano lunghe ali nere, dice...

    P: Padre, anche noi disponiamo della Sapienza, è giusto che anche i suoi figli ne giovino. L'Ignoranza è l'unico vero male.

    G: Figlio questo dibattito non ti riguarda, sebbene tu sia stato accolto nella stirpe dei Titani non fai parte dei Dodici

    La voce era severa, ma non c'era gioia in essa. Ciò che segue è un caos di voci che si accavalla ad altre voci, al termine ciò che senti è questo

    P: Così sia dunque, noi non avremo parte in questa follia

    Vedi i tre allontanarsi, lasciando i dodici al loro litigio.

    Quando ciò termina ti senti spossata, smarrita. Se alzi lo sguardo noti che sul piano rialzato non ci sono più di dodici, ma al loro posto dodici troni e quello specchio riverso.




    Descrivi pure il tuo punto di vista su ciò che succede e cosa fai a seguito di ciò :deathmetal:




     
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    Antiche Verità - Post n°2
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    Quella sensazione che la stava opprimendo da un po' di tempo, mano a mano che avanzava per quella strana città si faceva sempre più pesante ed opprimente: le gambe poco a poco stavano cedendo e i sensi si stavano lentamente offuscando facendola precipitare in un sonno privo di sogni. Cadde dapprima in ginocchio ma nonostante ciò cercava di avanzare, sentiva ardere in lei il profondo desiderio di comprendere e capire e ciò era più forte di ciò che la stava indebolendo ma dovette arrendersi: una forza più grande di lei la fece precipitare tra le braccia di Morfeo.

    Lentamente le palpebre di Esmeralda si aprirono, mostrandole un mondo differente da quello che aveva abbandonato quando i sensi le erano venuti meno: non più per le strade di quella città ma all'interno di un salone nero come l'ebano, ove una strana energia sembrava avvolgere ogni cosa. Ma quello che attirò l'attenzione della ragazza non fu tanto il luogo ma una sorta di palco ed uno specchio dove si potevano vedere l'immagine di sei uomini. Il suo sguardo di aggrottò ma non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo che tutto intorno a lei mutò.

    Non era più una spettatrice, non stava leggendo delle iscrizioni o vedendo un filmato ma stava vivendo quella situazione come se fosse sua. Era li, insieme ad altre quattordici persone e insieme ad esse sembrava dovesse prendere una decisione molto importante. Come le era già accaduto non riusciva a distinguere sesso e voce dei presenti, tutto era molto confuso ma lentamente stava comprendendo che la situazione da li a poco sarebbe degenerata. Uno di loro, che si stava fregiando del titolo di Re voleva sterminare i propri figli, distruggerli ma non tutti sembravano d'accordo con lui, cercavano di farlo ragionare ma la sua attenzione venne rapita da una parola, da una frase che venne detta: Titani. In quel preciso istante tutto sembrava acquistare di significato, quelle iscrizioni, tutta quella storia pareva filare come mai prima d'ora.

    Poi tutto tornò alla normalità – per modo di dire – e lei si ritrovò ad osservare nuovamente quel piano rialzato dove ora c'erano dodici troni e uno specchio riverso. Era stanca, come se le energie le venissero meno, o meglio come se non fossero mai tornate completamente. Il suo sguardo era quello di una persona che non riusciva bene a comprendere cosa stava accadendo, o meglio che non se ne capacitava.

    «Titani» disse ad alta voce «che stupida, eppure era tutto cosi ovvio: dodici erano i Titani» continuò fissando i troni «ma quindi quei tre?» stranamente la sua attenzione era rivolta ai tre che non facevano parte della stirpe ma che comunque ne erano legati. Figure antiche quanto la sua stirpe.

    «Ho la sensazione che il figlio di quel Titano» ma senza alcun motivo apparente si fermò.

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    Diciamo che la situazione non è delle migliori quindi Esme resta ferma in quanto è un po' intontita da tutte queste informazioni che sta cercando di immagazzinare u.u





    Edited by Gaz - 7/11/2012, 23:13
     
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    Per qualche minuto tutto rimane tranquillo, puoi vedere tranquillamente il salone e notare che esso è colmo di porte sui muri che conducono verso corridoi di cui non è possibile individuare la fine.

    La tranquillità ti permette di percepire un ronzio leggero ma continuo provenire da uno di quei corridoi.

    Poi un'altra visione.

    Questa volta è così potente da cambiare le sembianze dello spazio.
    Attorno a te c'è un'immensa pianura su cui si stanno scontrando centinaia di individui. La loro potenza è tale da creare ogni sorta di prodigio su aree d'azione sconfinate.
    Presto ogni cosa è cenere e detriti.

    Sul campo di battaglia rimangono i cadaveri e le loro splendide armature.

    La scena cambia nuovamente.
    Il salone è di un bellissimo marmo bianco. Su di un trono vi è un individuo dall'armatura color platino che reggeva sulla mano sinistra uno scettro dalla forma di una saetta.

    Innanzi a lui alcuni dei Titani che hai visto nella visione precedente, più i tre.

    O: Non abbiamo combattuto al tuo fianco per avere un altro despota, l'errore commesso da Urano e poi da Crono deve cessare ogni desiderio di ulteriore battaglia tra la Seconda Generazione e la Terza.

    Z: Naturalmente Oceano. Tu e i tuoi fratelli siete liberi di abitare la terra, i mari e i cieli come meglio credete, in armonia con noi Olimpici.
    Come segno di unione tra i nostri due popoli scambieremo le nostre conoscenze.
    Come deciso Poseidone sarà ospite di Atlante presso Atlantide, mentre Prometeo sarà ospite di Atena qui sull'Olimpo. Epimeteo fungerà da ambasciatore per voi presso di noi ed Ermes farà lo stesso presso di voi.

    O: E che i nostri fratelli che hanno iniziato questo conflitto vengano liberati una volta compreso il loro crimine.

    Z: Certamente.

    Tutti annuiscono e si stringono le mani. I volti sono ancora irriconoscibili.
    Attorno ai protagonisti - noti due individui accanto a quello che regge la saetta - vi sono decine e decine di altri individui. Quelli dal lato di colui che sembra essere il nuovo re sono simili ad esseri umani, tutti vestiti di splendide armature. Dietro a quello che capisci essere Oceano vi sono anche lì individui simili ad esseri umani con armature nere e altri dalle proporzioni enormi, alcuni simili a vere e proprie bestie. Tutti applaudono e lanciano grida di soddisfazione.

    Una sensazione di dolore emotivo terribile ti scuote riportandoti alla realtà.




    Gli altarini si scoprono via via.
    Puoi scegliere se andare verso il corridoio o cercare di far altro, tipo sforzare di più la memoria.
    Se vai nel corridoio ti porta verso delle scale che salgono spirale per parecchio, fino ad arrivare ad una stanza enorme, anche se più piccola del salone precedente.
    Questa sala sembra un grande laboratorio futuristico, con la centro una sorta di piramide che è l'origine del fascio di luce che cerca di schiarire il cielo.




     
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    Antiche Verità - Post n°3
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    Tranquillità e pace che sembra durare solo qualche istante: improvvisamente un ronzio sembra disturbare quella quiete, un rumore fastidioso e continuo che atro non è che il preludio per una nuova visione: stavolta è differente. La lite appena accennata si era trasformata in una guerra totale. Quello che appare innanzi agli occhi di Esmeralda ha un solo nome: Titanomachia. Una guerra efferata e senza alcun senso, Crono aveva compiuto lo stesso errore del padre ed una profezia era stata la causa di tutto ciò; probabilmente nemmeno loro potevano sovvertire certi ordini e nel profondo del suo cuore un dubbio si stava instillando: che vi fosse qualcosa più grande di loro? Qualcosa che trascendeva anche Gea ed Urano? Dubbi che sarebbero rimasti tali e a cui, forse nemmeno la stirpe dei Titani era riuscita a dare una risposta.

    Ma non v'era tempo per meditare su certi concetti cosi filosofici: lo scenario cambia nuovamente e ciò che ora si palesa innanzi a lei è l'epilogo del conflitto. Zeus seduto sul suo trono, porta in mano le saette, segno del potere e del tradimento di Mnemosine, mentre Oceano – che non era stato mandato nel Tartaro – cerca comunque di trovare una mediazione. Lui insieme alla sua compagna Teti era stato uno di quei Titani che non si era schierato con Crono ed in apparenza il nuovo 'Re' sembrava essere magnanimo nei suoi confronti ma la storia, quella scritta dagli uomini avrebbe detto cose molto differenti.

    «Eppure dietro quel buonismo si cela un'ombra oscura» disse ad alta voce Esmeralda, conscia che l'Olimpico ben presto avrebbe mutato il suo comportamento, cercando di trovare un modo per rendere il suo impero inattaccabile ed i Titani e la loro stirpe rimanevano un pericolo che non poteva essere sottovalutato. Istintivamente un risentimento che non le apparteneva cominciò ad emergere in lei, come se tutta quella conoscenza stesse risvegliando qualcosa di molto profondo, antico e potente.

    «No» disse con tono fermo Esmeralda, risvegliandosi da quelle visioni. Sentiva dentro di se che c'era molto altro da scoprire e che, arrivata a quel punto, sarebbe andata a fondo a quella storia. Quell'avventura le stava mostrando come la conoscenza e il sapere erano attributi fondamentali per poter agire nel miglior modo possibile e senza indugio alcuno si incamminò verso uno di quei corridoi senza fine. Il suo incedere aumentava sempre più, non come se stesse scappando da qualcosa ma come se stesse cercando qualcosa, ansiosa della risposta, della verità che si celava dietro il velo dell'ignoranza. Correva per quelle scale e poco a poco il respiro cominciava a diventare pesante, non era più leggero ma pesante ed affannato fino a giungere davanti ad un'altra porta.

    Rimase ferma a riprendere fiato prima di accingersi a scoprire l'ennesimo tassello, sperando che stavolta la sua corsa la portasse a qualcosa di tangibile. Un'altra sala, più piccola dell'altra ma ciò che la colpì fu la piramide dalla quale sgorgava l'energia astrale che tentava di ricacciare le tenebre che avvolgevano quella città.

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    Benvenuta mia cara.

    *Una voce, anziana e gioviale, ti accoglie.

    Dalle ombre proiettate dal raggio vedi uscire un individuo avvolto da una veste grigia e logora.
    I capelli e la barba sono lunghi e bianchi e le rughe segnano il viso.
    Gli occhi sono opachi e grigi, probabilmente in gioventù avevano un altro colore.

    Si muove sorretto da un bastone.*



    Hai visto qualcosa vero? La verità è assai affascinante, tuttavia se compresa porta inevitabilmente al fardello della responsabilità.

    *E' a due metri da te. Percepisci in lui un cosmo enorme, simile a quello percepito in presenza di Gaz, ma meno stabile. E' come il calore in presenza di una fiamma, continua a mutare di intensità.*

    Io sono Ismael e ti do il benvenuto qui nel Labirinto di Crono.
    Un tempo servivo con tuo nonno come cavaliere d'oro di Libra e poi come Grande Sacerdote di Atena, fino a quando un'altra missione mi condusse per vie segrete.

    Una missione per cercare la Verità e fermare l'inevitabile rovina dell'umanità.

    *Quell'ultima frase è l'unica che pronuncia con fare serie. Per il resto pare un vecchio sereno e cordiale.*

    Siediti ti prego, le tue visioni continueranno probabilmente, quindi è buono che ti sieda.

    *Indica poi un punto vuoto sul pavimento da cui sorge una comoda poltrona, come quelle immaginate nei romanzi di fantascienza. Ora riesci a notare che vi sono vari pannelli pieni di pulsanti e di schermi.*

    Chied...

    *Non riesci più a seguire le sue parole. Un altro flusso di immagini ti travolge.
    Vedi scene di vita quotidiana dove gli individui di prima, i Titani, sono in mezzo a loro simili... centinaia di loro simili, in città come quella in cui sei ora.
    Vedi altri individui, con abiti caratteristici delle varie zone d'oriente venire in visita.
    E' come se gli dei delle antiche cronache vivessero una vita normale, come gli umani... come se fossero essi stessi umani, solo più forti, più consapevoli...*




    Agisci pure come credi. Dopo l'ultimo trip puoi interagire liberamente con Ismael.




     
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    Antiche Verità - Post n°4
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    Il mutamento era nell'aria, lo poteva percepire chiaramente: sapeva bene che li, in quella stanza avrebbe finalmente compreso. Si guardava attorno, cercava di trovare qualche informazione che l'aiutasse ma vi trovò ben altro, molto più di quanto avrebbe anche solo lontanamente immaginato. Una voce calda, un cosmo amichevole la accolse, dapprima ne udì solo il suono ma poi, nel giro di qualche istante anche la vista venne in suo soccorso. Era un uomo, sicuramente avanti negli anni, il crine argenteo e il viso stanco, eppure emanava un potere quasi paragonabile a quello di suo Nonno anche se la sua natura appariva essere diverso.

    «Uhm?» Esmeralda era sorpresa nel vedere in quel luogo un altro essere vivente, qualcosa di diverso dalle visioni che l'avevano accompagnata e portata fin li ma quando egli si presentò ella comprese: si trattava di Ismael. Ma come era possibile? L'uomo che Lelouch le aveva chiesto di cercare si trovava proprio in quel luogo? Laddove risiede la storia dei Titani e dell'umanità stessa?

    «È buffo trovarti proprio qua» disse pensierosa «ma probabilmente mio padre sapeva anche questo». Non c'era alcun dubbio: suo padre sapeva tutto. Aveva previsto anche questo, del guerriero irruento e sanguinario di quel presente nel Lelouch del futuro non vi era alcuna traccia. Questo lei lo sapeva, aveva imparato a conoscerlo ma mai avrebbe pensato che fosse in grado di calcolare ed organizzare tutto in maniera cosi precisa: come era possibile?

    Mentre Ismael si stava presentando una nuova visione la investì, riportandola nuovamente nel passato. Non v'era più il caos della grande guerra o la falsità degli Olimpici ma la scena che stava vivendo era quasi piacevole. Come se i Titani non fossero austere divinità desiderose di rimarcare la loro superiorità ma bensì entità non dissimili dalle altre, forse più potenti, più evolute ma non per questo altezzose. Chi ha la conoscenza non la ostenta. Sembrava volessero trasmettere ciò, anzi quella visione le dava l'impressione che quelle entità ancestrali volessero condividere il loro sapere.

    «Continuamente» disse ridestandosi da quell'ennesimo trip. «Anche ora davanti a te queste visioni mi investono, esse parlano con me e vogliono farmi comprendere qualcosa di profondo e arcano, qualcosa che probabilmente risiede nel profondo del mio animo»

    Senza rendersene conto s'era seduta e l'uomo che tanto aveva cercato era davanti a lei e sembrava essere a conoscenza dei segreti che ella stava cercando. Ed una cosa era certa: se quell'uomo era li significava che anche lui, in un modo o nell'altro, apparteneva alla sua stirpe, anche perché altrimenti non avrebbe avuto nessuna possibilità di arrivare fin li, per quanto potente fosse stato il suo cosmo. Sentiva che le ombre che avvolgevano la sua memoria stavano per essere liberate e che finalmente avrebbe compreso - almeno in parte - chi fosse lei in realtà e cosa ancor più importante vedeva in Ismael l'uomo che l'avrebbe aiutata a comprendere tutto ciò, ne era certa. Rimase ferma, seduta li ad attendere che l'ex Gran Sacerdote le mostrasse la verità, quella verità che ormai lei desiderava comprendere con tutta se stessa e anche se tutto ciò l'avrebbero cambiata per sempre non le importava; ormai non poteva più vivere in quel modo, fingendo di essere qualcosa che non era, per tale ragione la sua decisione - in ogni caso - sarebbe stata irrevocabile.

    Il suo destino era lontano dal Santuario, lontano da sua madre. Probabilmente Eleuteria avrebbe dato la colpa a Lelouch, addossandogli la colpa di quel suo allontanamento ma la verità era differente: qualcosa di più grande l'attendeva e non per la propria vanagloria ma per la salvezza stessa del pianeta. Lei non era tornata indietro nel tempo per condurre una vita serena e tranquilla con la sua famiglia ma per cambiare il fato stesso dell'umanità.

    Non era più solo la missione affidatagli dal padre ma poco a poco stava diventando la sua missione.

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    *In risposta alle tue parole Ismael si avvicina al fascio luminescente e avvicina la mano.
    L'energia fluisce dal palmo alla colonna alimentando quest'ultima.*

    La Dunamis, l'evoluzione dell'energia cosmica quando essa viene completamente compresa, non è l'ultimo stadio evolutivo del potere spirituale di un essere che abita questo universo.
    Vi è un'energia, la prima forma di energia che è comparsa e che ha portato ordine nella forza del Caos.
    E' come una candida fiamma che tutto brucia e trasfigura, che esso sia metallo o pensiero, tempo o spirito, spazio o energia.

    *Ad uno sguardo più attendo Ismael sembra diventato ancora più vecchio dopo aver alimentato la colonna.*

    Tale energia... tale energia sta riportando questo mondo alla sua antica gloria. Tuttavia...

    *Un violento colpo di tosse lo fa interrompere costringendolo a sedersi. I movimenti sono incerti, quasi non riuscisse a gestire con successo il proprio corpo.*

    ... il mio corpo non è adatto a gestire tale forza.

    *Attende qualche istante per riprendersi, poi torna a sorriderti.*

    Le visioni che stai avendo avranno senso più avanti.
    Ti basti pensare che ciò che ammorba il mondo da cui vieni è causa di un antico errore, o almeno in tale fatto trova probabilmente la sua fonte principale.

    Il titano Prometeo cercò di diffondere la conoscenza a tutti gli uomini, sapienti o meno che fossero. La verità doveva essere alla portata di tutti affinché l'Età d'Oro potesse prendere nuovo slancio.
    Zeus tuttavia vide in ciò un pericolo non tanto per il suo potere, quando per l'ordine che rappresentava.
    Forse temeva che qualcuno gli facesse sperimentare la sorte di suo padre, così come suo padre fu spinto dallo stesso pensiero a cercar di eliminare il Re dell'Olimpo.
    Ciò che è certo è che Zeus riuscì a sigillare Prometeo e con lui la conoscenza del passato.

    *Indica poi la colonna di energia.*

    Quello ne è un frammento, un frammento del Fuoco della Conoscenza. Una parte di esso alberga negli uomini, ma l'intervento di Zeus rese questo dono imperfetto, privando gli stessi uomini della possibilità di conoscere ogni cosa se non attraverso immensi sforzi, resi ciechi di fronte alle potenzialità immense della loro anima.

    Ciò diede vita all'ignoranza, all'assenza di speranza, al dolore... e alla paura.

    *Di scatto si alza, come se la stanchezza fosse improvvisamente svanita. Percepisci il suo cosmo ribollire in continuazione, come se stesse per esplodere da un momento all'altro.*

    Atena, amica e allieva di Prometeo aveva previsto questo divenire degli eventi, per tale ragione mi ha incaricato di questa missione... missione che non posso più sostenere da solo.

    *Rapide le mani si muovono su di un piano di ossidiana, come se stessero pigiando dei tasti. Delle immagini si proiettano nella sala davanti a te, una mappa, dove un monte e circondato da una luce.*

    Atena mandò Eracle a liberare Prometeo nell'età del mito. Ciò che riuscì a fare fu liberarne lo spirito e la consapevolezza, ma il suo potere rimane ancora prigioniero sul monte Strobilus, la vetta più alta del Caucaso.

    In tutti questi anni ho cercato il luogo esatto, combattuto contro i sicari di nemici antichi e futuri, studiato ogni frammento dell'archivio del Labirinto sul Fuoco della Conoscenza.
    Finalmente ho appreso come eludere gli inganni del luogo...

    *Ismael si volta verso di te, osservandoti per qualche istante.*

    Non sei obbligata a seguirmi, sei qua per aiutarmi certo, ma non contro la tua volontà.
    Il tuo potere può aiutarmi a distruggere per sempre il sigillo che incatena il resto dell'essenza di Prometeo.
    Da solo potrei non riuscirci.

    *Nuovamente percepisci il cosmo immenso di Ismael e finalmente comprendi qual è la stranezza che lo caratterizza. E' come una fiamma che arde con intensità estrema, ma il cui legno sta per venir completamente consumato.*





    A te :zizi:




     
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    Antiche Verità - Post n°5
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    Esmeralda percepiva un potere immenso provenire da quell'uomo, una forza instabile ed in continua crescita. Non era un cosmo normale, era un potere non dissimile dal suo, o da quello di suo padre. Ma ben presto comprese la natura di quell'uomo, un tempo Gran Sacerdote di Atena. Il Santuario in quegli anni non aveva avuto molti servi devoti alla Dea, quanto più uomini che ne condividevano gli ideali e stringendo patti con la Dea aveano deciso di aiutarla, senza mai diventare suoi sottoposti. Un caso eclatante era Daya, per non parlare di Gaz o dello stesso Lelouch ed ora Ismael. Uomini che in fin dei conti aveano combattuto per gli uomini, difendendoli con tutte le loro forze e solo ora comprendeva molte cose. Ismael e Lelouch non era molto diversi ed in loro – come in lei stessa – scorreva un potere che si perdeva nella notte dei tempi.

    «Quindi ho davanti a me Prometeo» disse Esmeralda sorridendo. L'uomo che aveva davanti era proprio lui, apparteneva alla stirpe Titanica e come nell'era del mito si era preso cura di Atena. Molte cose tornavano e forse – solo ora – riusciva a comprendere appieno i piani del Padre e tutto ciò che stava cercando di fare.

    «Ho la sensazione che non potremo evitare ciò che sta per accadere e nonostante tutta la conoscenza che disponiamo certi eventi siano inevitabili» poi si fermò per qualche istante «ma in fondo anche noi siamo in grado di compiere il miracolo, di dare speranza e strappare per sempre questo velo di ignoranza che affligge la gente che amiamo»

    Era certa che ci sarebbero riusciti, certa che le cose sarebbero andare in maniera differente questa volta. Probabilmente avrebbero sofferto, molti di loro sarebbero morti e un numero ancora maggiore sarebbero caduti nella disperazione più profonda ma nonostante ciò loro dovevano farlo, perché possedevano la conoscenza e ciò li obbligava – moralmente – ad agire.

    Esmeralda si alzò in piedi, decisa ad accompagnare Isamel «Non potrei mai lasciarti andare da solo» disse sorridendo nuovamente ad Ismael «Forza, non possiamo perdere altro tempo. Abbiamo la forza di cambiare le cose e lo dobbiamo fare»

    Era pronta, decisa ad affrontare tutto ciò che le si sarebbe parato innanzi per far si che la luce – quella vera – risplendesse ancora una volta su questo mondo.

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    Andiamo pure avanti :asd:



     
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    *Ismael sorride mentre le fiamme vi avvolgono.*

    Forse hai ragione, ma avremo la certezza di chi sono solo al termine di questa follia...

    *Un lampo e vi trovate su di una vetta innevata. Davanti a voi vi è un'area piana e subito dopo un picco, da cui sporge un prisma nero. Su di esso vi sono numerose rune che si illuminano ad intermittenza. Alla sua base vi è qualcosa che noti ben presto essere una freccia.*

    Qui, sulla più alta vetta del Caucaso Prometeo combatté gli dei e venne sigillato in quel sarcofago, costruito da Efesto. La freccia che vedi è quella di Eracle, che ha permesso all'essenza consapevole del titano di fuggire.

    *Con l'indice destro ti tocca la testa. Senti un leggero brivido.*

    Ora sei invisibile, la tua aura ha le caratteristiche necessarie per evitare i sistemi di controllo di Efesto. Raggiungi il sarcofago limitando al massimo le emanazioni cosmiche, dopo di che usa il tuo potere per indebolire la sua forza.

    *Detto ciò inizia ad avviarsi verso un'altra direzione e ti parla telepaticamente.*

    Io affronterò il guardiano. Non temere per la mia incolumità, anche se mi vedessi perire la priorità è indebolire il sarcofago.

    *Dopo pochi passi una saetta trafigge il suolo innanzi all'ex Grande Sacerdote, lasciando intravedere tra il fumo e i detriti un'individuo alto circa due metri, completamente di metallo. La testa è come quella di un avvoltoio e ha tre paia di ali. Ogni centimetro del suo corpo è finemente intarsiato e mostra varie rune, simili a quelle presenti sul prisma.*

    Folle umano, nessuno può giungere qui senza venir distrutto.

    *La voce è artefatta come il corpo. Gli occhi brillano di una luce blu e l'energia che emana è superiore, anche se di poco, a quella di Ismael.*

    Scoprirò chi sei e perché sei qui...

    *La luce oculare aumenta di intensità e l'aria inizia ad incresparsi attorno ad Ismael che in tutta risposta sorride.*

    Nessun potere mentale ne spirituale può superare il fuoco che ho imparato a dominare. Pensieri e anime sono eccellente combustibile per il Fuoco della Conoscenza.

    *Qualcosa in effetti prendeva fuoco attorno al corpo del vecchio, lanciando vampate e poi svanendo, come delle falene attirate dalla luce incandescente.*

    Se vuoi abbattermi dovrai mostrare se veramente disponi del potere di un dio.

    *Ismael prese letteralmente fuoco. La neve attorno a lui si sciolse così come la roccia che divenne lava.
    Presto tutta l'area variò temperatura drasticamente. Il rumore del giacchio che si spezzava pareva quello di decine di tuoni.
    Poi i due contendenti si fiondarono l'uno sull'altro, sparendo alla vista tanta era la loro velocità. Solo le scintille dei loro colpi si potevano distinguere, mentre coloravano il cielo notturno, così terno a quell'altezza.*





    Bon, mentre i due si menano decidi come fare per indebolire il prisma che contiene il potere di Prometeo. :zizi:





     
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    Antiche Verità - Post n°6
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    Lentamente gli eventi che la stavano investendo risultavano sempre più chiari, delineando una linea chiara che attraversava lo spazio ed il tempo. Quell'uomo – come suo nonno – non era sparito per chissà quale ragione o per proprio egoismo ma aveva compiuto una missione – che ora volgeva al termine – molto più grande di quanto si potesse anche solo immaginare. Spesso risulta difficile comprendere le motivazioni di certi individui ma quando gli eventi vengono esposti, quando ci si ritrova a comprendere ciò che essi avevano fatto sopraggiunge un po' di rammarico per non aver compreso subito le loro azioni. Le era capitata la stessa cosa con suo padre, che sicuramente faceva parte di quel tipo di persone in grado di cambiare il mondo, di far volgere gli eventi non a proprio vantaggio ma per un bene superiore: un potere così vasto poteva essere alimentato solo da una fiamma pura: come quella che Ismael stava dimostrando di avere.

    Un conto era combattere mossi da un sentimento di abnegazione, fiducia nei confronti di chi ami, senza conoscere la realtà ed un conto è farlo avendo la conoscenza e la consapevolezza di quello che si sta cercando di fare: una differenza fondamentale. Per un attimo si sentì una stupida nell'aver giudicato suo Padre ma solo ora si rendeva davvero conto della sofferenza che certe persone provavano nel prendere – a volte – decisioni anche impopolari e difficili. Per tale ragione, conoscendo bene suo Padre, era convinta che anche il Lelouch di quest'epoca, quell'uomo cosi poco propenso alla famiglia, stesse facendo qualcosa che sfuggiva alla comprensione di tutti.

    «Non preoccuparti» disse sorridendo prima di avviarsi verso il prisma. Ismael l'aveva resa invisibile e impercettibile e di certo quella era l'unica occasione che avevano per liberare Prometeo. Camminava lentamente, cercando di non fare il benché minimo rumore mentre l'attenzione del guardiano sembrava esser rivolta all'ex Gran Sacerdote.

    La temperatura in quell'area in poco tempo si innalzò vertiginosamente e lo scontro ebbe inizio. Le sarebbe piaciuto prender parte allo scontro ma sapeva che la liberazione dello spirito di quell'antico aveva la precedenza. Sentiva in lontananza le loro essenze vitali combattersi e darsi battaglia mentre lei ormai era li: era giunta innanzi al prisma. Rimase ferma per qualche istante a pensare, guardava la costruzione pensò a come poterla indebolire. Certo avrebbe potuto usare tutto il suo cosmo, la sua energia sigillante ma sarebbe bastata?

    No. Serviva qualcosa che potesse avere un potere simile a quello del Titano, un'energia che trascendeva l'umana comprensione e che già una volta – in quest'epoca – aveva svolto un compito non dissimile: Stormbringer. Quell'arma era di fattura divina e nulla poteva scalfirla ma non era certo questo il punto: il suo potere era quello di assorbire e sigillare qualsiasi cosa, che si trattasse di energia, cosmo o anime ed era esattamente ciò di cui ella aveva bisogno.

    Tutto accadde in un istante: Stormbringer venne estratta e il suo potere venne liberato; probabilmente il Guardiano si sarebbe accorto di tale anomalia ma avrebbe aveuto il tempo di reagire, Ismael gli avrebbe dato modo o quell'attimo di distrazione gli sarebbe costato caro? Solo il tempo avrebbe potuto rispondere a tutti quei quesiti.

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    Uso Storbringer, mi sembrava molto più adatta del Tritos sinceramente parlando, considerando che è una spada di livello Divino direi che è adatta alla missione che mi hai affidato :P



     
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    *Appena il potere della sua spada si libera il guardiano si fionda verso di te.
    Ismael è una fiamma vivente, in alcuni punti del corpo la carne è sostituita da fuoco fluido.
    Entrambi sono indeboliti dallo scontro ma colmi di determinazione.

    L'ex cavaliere d'oro riesce ad agguantarlo all'ultimo istante, permettendoti di calare il colpo.

    Il guardiano iniziò a dimenarsi*

    Chi sei tu mortale che osi compiere atti così blasfemi!?

    *Sulla schiena di Ismael apparve il tatuaggio dei due draghi intrecciati.*

    Io sono Ismael, cavaliere d'oro della Bilancia e questa è la mia ultima tecnica.

    Rozan Kouryuha

    *Un tuono e tutto diventa luce, un'onda d'urto spazza ogni cosa incenerendo il terreno e creando una vasta voragine.
    La spada ti protegge mentre accanto a te il sarcofago si sgretola, rivelando il suo contenuto.

    Due Kopesh neri come la pece che pulsano di energia.

    Per i primi minuti dopo il caos sei da sola, nulla pare muoversi, poi qualcosa alle tue spalle si muove.

    Una pozza di metallo fuso si muove verso di te e da essa inizia a fuoriuscire la sagoma del guardiano*

    Per quanto potente potesse essere non era un dio...

    *Lo sguardo del costrutto è colmo di odio ed il suo cosmo è ancora enorme, sta per avventarsi verso di te quando senti del calore provenire dal sarcofago.
    Delle fiamme iniziano a comparire attorno alle impugnature dei Kopesh, che diventano mani e poi un busto.
    Ismael era ricomparso, di nuovo giovane.*



    Io, Prometeo, sono nuovamente completo e libero. Ti libererò dal tuo giogo.

    *Il cosmo dell'uomo... del titano era ora stabile e immenso. Il guardiano scaglia dei raggi azzurri dagli occhi che vengono intercettati dal kopesh sinistro ed assorbiti.*

    Tutto viene bruciato dal Fuoco della Conoscenza.., per poi venir purificato e trasformato.

    *Svanito in una nuvola di fuoco Prometeo ricompare alle spalle del guardiano e con il kopesh destro, carico sia della forza del titano che dell'attacco del guardiano, cala un colpo che trancia in due il costrutto.
    Mentre questo si scioglie i Kopesh iniziano a scomporsi e a disporsi sul corpo del loro padrone, componendo una Soma.

    Il guardiano cerca di ricomporsi come in precedenza, ma Prometeo solleva la mano destra ed il metallo inizia a polverizzarsi in minuscole particelle e a disperdersi definitivamente.*

    Finalmente...

    *Ismael si guarda le mani e le ali di fuoco che uscivano dalle spalle della Soma. Poi guarda te, sorridendo.*

    Grazie a te Esmeralda ora abbiamo la possibilità di cambiare il futuro da cui provieni.

    *Si volta verso il picco della montagna e, con un gesto della mano, fa apparire qualcosa, come una sorta di lancia nera ricca di rune.*

    Quella è la macchina che doveva consegnare all'Uomo il segreto del Fuoco della Conoscenza... è tempo di usarla.

    *Fa qualche passo nella direzione dell'artefatto, poi si volta per un istante, puntando l'indice verso di te*

    Un'ultima missione ti affido.
    Ti condurrò al Labirinto e lì troverai una grande macchina, simile ad un orologio.
    E' il Kronos Gnṓmōn, attivalo con il tuo cosmo e accogli chi verrà da esso.
    Ci vedremo là a breve.

    *Le fiamme cominciano ad avvolgerti, fiamme candide che non bruciano.*

    Buona fortuna... Eos.





    Perfetto, con Prometeo libero non ti resta che "liberare" l'altro Titano in attesa XD
    Dopo il tuo post in cui arriva, posto io spiegando l'ultimo tassello del segreto dei Titani




     
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    Antiche Verità - Post n°7
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    Era dunque finita?
    No, era l'inizio di tutto e questo era abbastanza chiaro: Prometeo era finalmente rinato e si poteva dare inizio alla nuova era. Non aveva importanza il fatto che ben presto il sole sarebbe stato oscurato: la fiamma della conoscenza avrebbe infiammato i cuori di tutti gli uomini liberi. Si voltò ad osservare Ismael, vide la sua soma, quelle ali di fuoco e gli sorrise, come non faceva da tempo ormai. Era soddisfatta per aver preso parte a tutto ciò e finalmente tutto prendeva senso anche se avrebbe voluto festeggiare questo successo con suo padre.

    «Un nuovo Titano?» disse quasi pensierosa. Ma non v'era tempo per certe cose, non poteva fermarsi a chiedere di chi si trattasse e tendendo la mano a Prometeo venne immediatamente teletrasportata al Labirinto. I poteri dell'ex Gran Sacerdote erano mutati, come il suo cosmo: Prometeo era comunque un guerriero di grande caratura come pochi ne aveva conosciuti. Ora vestigia color dell'ebano avvolgevano le sue membra e impugnava una spada corta: simbolo di Eos. Aveva innanzi a se quella macchina, quella che doveva essere il Kronos Gnṓmōn.

    Rimase ferma ad osservare la macchina per qualche istante, come se fosse indecisa sul da farsi ma la verità era ben diversa: sperava con tutta se stessa che il nuovo Titano fosse suo Padre ma sapeva che i desideri personali non collidono sempre con ciò che si deve fare. La spada corta si mosse: rapida e veloce funse da catalizzatore per il suo cosmo. Un'energia lucente e radiosa avvolse le sue membra e anche la strana struttura: percepiva il Kronos Gnṓmōn agire in tutta la sua essenza, come se fosse vivo. Improvvisamente dodici agglomerati si palesaraono attorno alla macchina cominciando a roteare ad una velocità folle finché – dopo diversi minuti – non si fermarono. Uno di loro sembrò distaccarsi dagli altri e prendere forma, diventare sempre più grande.

    Cosa stava accadendo? Stava forse rinascendo il nuovo Titano? Il primo vero guerriero dell'antichità? Sentiva il suo cosmo venir sempre meno ma doveva resistere, lo doveva a Ismael, a sua madre, a Lelouch ed anche a Daya e a tutti gli uomini che avevano bisogno di loro e lo doveva anche a Naima. Cadde in ginocchio ma con la spada sempre puntata verso la struttura fino a quando qualcosa mutò ancora: la sfera esplose facendo sbalzare la giovane Esmeralda.

    Un uomo, privo di indumenti stava li: fermo e immobile. Sembrava un'entità dormiente non dissimile dagli esseri umani. Fisico asciutto, capelli castani scuri e due occhi rossi. I loro sguardi di incrociarono: quello ansimante di Esmeralda e quello deciso e fiero del Titano. Si avvicinò alla ragazza, riversa a terra e chinandosi sopra di lei le carezzò una guancia.

    «Piccola» disse l'uomo sorridendo «grazie di tutto, grazie per non aver dubitato nemmeno per un istante di me: grazie per avermi concesso una seconda possibilità».

    Esmeralda con gli occhi gonfi di lacrime abbracciò l'uomo, incurante della sua nudità «Papà, tu tu». Ma Lelouch appoggiandole un dito sulle labbra la invitò a non parlare «ora sono qui figlia mia, avremo tempo per parlare e ti spiegherò nel dettaglio il perché di tutto ciò ma ora riposati» con quell'ultima frase la giovane perse i sensi.

    Lelouch si guardò attorno: osservò il luogo dove era finito e comprese di essere nel Labirinto ma mancava ancora qualcosa: la sua Soma.

    lwCdj


    hXvSG

    Personaggio: Lelouch Rarglove
    Energia: Blu
    Casta: Titani
    Soma: Spadone
    Livello Soma: VI

    Status Fisico/Psichico: Normale
    Note: ed ecco l'arrivo di Iperione xD

    COJTK

    Ichor
    Ogni cavaliere riesce ad esprimere il suo potere cosmico attraverso il sangue ed attraverso esso fa esplodere il potere delle stelle che lo proteggono, ciò avviene in modo analogo anche per i Titani ma con alcuni distinguo, il più importante di essi è che il sangue dei Titani non è assimilabile a quello degli esseri umani: in esso vi è un potere che trascende l'umana comprensione, il quale prende il nome di Ichor. La natura trascendentale dell'Ichor concede ad Esmeralda una resistenza al dolore superiore a quella di un qualsiasi cavaliere, permettendole di resistere al dolore in maniera molto efficace ma non solo; la sua linfa vitale le permette di rigenerarsi anche da ferite mortali o di rigenerare il proprio corpo da alterazioni di status causate da agenti esterni. [Ciò è possibile anche in duello, scegliendo una delle due possibilità come capacità monouso, mentre in GdR ciò non ha virtualmente limii ed è comunque a discrezione del Master]


    r8Ekn





     
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