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Raizan.
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I domini di Ade~ Post I
Utenti~ Raizan, °MiZaR°
L'Ade. Impensabile che John Barleycorn vi ci si trovasse tranquillamente a passeggiare indossando un'armatura. Se anche solo una settimana prima gli avessero detto che una cosa simile non solo era possibile ma che si sarebbe addirittura verificata, JB non si sarebbe risparmiato una grossa risata e non avrebbe mancato di dare del pazzo a chi avesse partorito una simile assurdità.
Eppure era accaduto, tutto in maniera così frenetica e veloce. Un'esperienza di violenza e potere al termine della quale si era trovato ad essere un soldato del Dio dell'Oltretomba, il sommo Hades. Tuttavia nella sua nuova condizione ci sguazzava, aveva abbracciato anche troppo rapidamente questa nuova realtà e ciò che più lo sorprendeva era l'esser poco sorpreso difronte a tutte queste novità. E' un concetto abbastanza astruso ma la naturalezza con la quale s'era trovato ad accettare questa nuova condizione con le sue dovute mansioni lo spiazzava. Riconduceva tutto ciò all'istante in cui il cosmo di Aizen gli si insinuò nel petto e 'risvegliò la Stella Malefica a lui relativa' quando ancora si trovava al King's, nella vecchia Liverpool. Poteva essere una forzatura certo, una scappatoia mentale per giustificare tutto ciò, ma come mai ogni volta che si abbandonava a queste congetture il pensiero finiva inevitabilmente a quel momento?
Sul viso prese piede un sorriso amaro. Aizen, quel cazzo di francese, aveva risvegliato in lui quei mirabolanti poteri e l'aveva introdotto al mondo dei Cavalieri e poi se n'era andato come se nulla fosse successo. Gliene era immensamente grato, certo, ma che cavolo! Poteva dilungarsi un minimo nello spiegargli ciò in cui effettivamente andava a trasformarsi. Era stato tremendamente imbarazzante chiedere ai semplici soldati di Ade - che gli erano inferiori nella gerarchia dell'averno, come apprese in seguito - chi o cosa fosse lui effettivamente, quali fossero i suoi doveri e, soprattutto, sotto quale vessilo avrebbe dovuto combattere e bruciare il suo cosmo. Ora aveva dalla sua un'infarinatura generale, nulla più. Seppe dai soldatini con la falce che lui era un Specter e come lui ce n'erano altri 107, ognuno con una Stella Malefica a cui fare riferimento, ognuno con una Surplice da indossare in battaglia, erano tutti fedeli combattenti dell'esercito di Hades, di cui i tre maggiori generali o Giudici, per usare la terminologia corretta, dividevano la marmaglia di Specter in tre distinte legioni, con uno di essi a farne da capo. Uno di essi era proprio Aizen.
Nonostante non conoscesse appieno le mire del sovrano del mondo dei morti, anche se riusciva benissimo ad immaginarle, ed ignorasse quali e quanti fossero i nemici da combattere, non se ne curava molto. Aveva l'opportunità di soverchiare finalmente le leggi buoniste e politically correct della società che si era lasciato alle spalle, poteva essere crudele e spietato con tutta la massa di coglioni inebetiti che impestavano il mondo senza doverne rendere conto a nessuno, neanche ai maledettissimi poliziotti. Semplicemente fantastico. Non vedeva l'ora di poter sbucare in superficie - si, l'inferno è sotto terra proprio come diceva la bibbia - e far visita a qualche maledetto che non meritava il dono della vita. Giuria, giudice e boia, tutti e tre insieme, questo era diventato. Lo adorava, alla follia.
Tuttavia quel che aveva perso non era decisamente tutto da buttare, c'erano un sacco di stronzatine divertenti che non aveva più il lusso di concedersi. Difficilmente sarebbe potuto tornare alla Kop a sostenere i suoi Reds, non avrebbe certamente potuto attaccare briga in un pub senza distruggere tutto l'isolato, non avr..
Cazzo ecco cosa mancava in quel tugurio infernale! Era dall'incontro con Aizen che non si faceva una bella birra, o un bel whiskey di malto o qualche shot di rhum o..
Si guardò attorno frenetico, come se una scossa l'avesse rianimato. Possibile che non c'era neanche un maledetto bar da due soldi nell'Inferno? Ai dannati non si concedeva la possibilità di farsi un goccettino? Dovevano patire le pene dll'inferno per l'eternità e non potevano nemmeno bere? Un pò di umanità e che cazzo.
« ... »
Arrestò il suo peregrinaggio e scosse la testa esasperato, poi si prese il viso nelle palme delle mani, stropicciandosi gli occhi. Traesse un lungo sospiro sfiancato.
« Ma a che cazzo sto pensando..? Che diamine.. »
Si disse in un sussurro. Possibile che nonstante la sua nuova vita, il Cosmo, l'Ade e compagnia cantate il suo alcolismo rimaneva fisso come un chiodo in un muro? No. Cioè si. Ma il problema vero era un altro: la noia. Nonostante gli allenamenti che si autoimponeva per imparare meglio a disporre del Cosmo e delle tenebre non è che ci fosse molto da fare nell'oltretomba. O meglio, magari ci sarebbe anche stato, ma per uno Specter già ambientato ed inserito, cui erano stati impartiti ordini precisi e diversi compiti da svolgere. JB invece era stato fornito di nozioni baste e surplice, basta così. Non aveva incontrato altri Specter veri e propri capaci di prenderlo sotto la loro ala ed iniziarlo pian piano nel sistema gerarchico dell'Ade, era un'anima in pena che vagava senza scopo per l'Oltretomba. Certo all'inizio ne era rimasto più che entusiasta, ma una volta esaurita l'eccitazione iniziale i toni si abbassarono ed il tedio cominciò a farla da padrone. Sbuffò scocciato, abbandonò il suo cammino e sedette a ridosso si un macigno, osservando con aria sconsolata il pellegrinaggio lemme ed intermenabile delle anime azzurrine. Passò molto tempo a quella maniera - era impossibile da quantificare data l'assenza del sole e della luna, scoprì che determinare che giorno fosse o in quale parte di esso ci si trovasse risultava abbastanza arbitrario - scagliando di quando in quando un globo di energia cosmica contro una delle anime per osservarla esplodere in uno scoppio turchese, o impartendono ordini inventati ai soldatini con la falce tanto per il gusto di possedere il potere di tenere qualcuno imbrigliato o lamentandosi per l'assenza di qualsiasi tipo alcol, rimproverandosi di non essersi portato una fiaschetta dal mondo degli umani. Insomma una tipica giornata alla corte di sua maestà Hades.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino -
Energia Rossa
Status Fisico Illeso.
Status Mentale Annoiato.
Status Cloth Integra
NoteBene questo è quello che mi è venuto, lo so fa un pò cagare però amen XD Prometto che i miei prossimi post saranno migliori. Come avrai capito ha luogo una sett dopo che ha preso la surplice e descrive una specie di giornata tipo da specter che nn sa bene che fare XD Non mi resta che augurare ad entrambi di fare buon gioco e di divertirci.
p.s. non preoccuparti se vedi errori grossolani o edit postumi poichè non l'ho riletto e ora nn mi va di farlo, lo farò domani e se è correggerò =P
EDIT: Ho modificato un pò sintassi e robba varia... il succo del post nn è cambiato
Edited by Raizan - 13/10/2012, 03:39. -
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Edited by °MiZaR° - 13/10/2012, 14:54. -
Raizan.
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I domini di Ade~ Post II
Utenti~ Raizan, °MiZaR°
JB seguitava tranquillo a crogolarsi nel suo ozio infernale quando, in lampo, si accorse di qualcosa di diverso ed imprevisto, un pericolo incombente. Un cosmo, irritato ed indisposto balenò lì vicino, sulla destra, dall'alto. Saettò il capo e con esso lo sguardo a quell'indirizzo, si accorse con rammarico che era già troppo tardi. Un'ombra violetta, una sfumatura sfocata pioveva giù da un'altura a velocità smodata. Che diamine! Per la sua lascività si trovava impreparato al primo imprevisto cui era chiamato a far fronte come Specter. La figura s'era fatta troppo vicina, tanto che JB riuscì a scorgerne le fattezze. Era uno Specter! L'armatura brillava in tonalità violette e ovunque su di essa spuntavano aculei, corna e ammennicoli vari, il pugno destro di costui si stagliava più prossimo alle sue membra ed era dannatamente prossimo a raggiungerlo. JB si accorse di ciò in un attimo di puro sgomento e terrore, cercò di imbastire una manovra elusiva, cercando uno scatto innanzi, ma era seduto, anzi era proprio sbracato, perciò l'impresa era ardua, ai limiti dell'impossibile, anche per chi fa uso del cosmo. Cercò di togliersi da quella infausta traiettoria con uno scatto di reni, anche se probabilmente quel pugno l'avrebbe raggiunto doveva quantomeno tentare. Tuttavia per quanto ne fosse convinto quell'attacco non era rivolto a lui, bensì alla pietra su cui stava comodamente poggiato, che, in quanto semplice roccia, rimase immobile finchè il contatto con il pugno di quell'uomo non la sbriciolò in un tripudio di schegge e frammenti minerali. Fortuna che JB era riuscito almeno a staccasrsi da essa e a scongiurare almeno il contraccolpo. Mentre compieva la sua goffa sortita venne raggiunto, oltre che dalle schegge, anche dalle parole dello Specter.
« Io al tuo posto non perderei tempo in queste cazzate! »
Quando si rialzò e si fu sgrullato di dosso le macerie, potè osservarlo meglio e comprendere chi effettivamente gli si parava innanzi. Era grosso, muscoloso ed imponente, più alto di JB di almeno una spanna, il volto dai lineamenti di bestia aveva stampata su un espressione decisa di chi non ammette repliche. Gli occhi stranamente senza pupilla, simili a due globi rosso fuoco, erano puntati su di lui in un monito severo. La sua armatura sfavillava alle luci dell'inferno. Che si trattasse di un emissario di Azien, o di qualche altro comandante degli Specter, venuto a reguardirlo? O più semplicemente un guerriero dell'Ade che si tovava da quelle parti e veniva a riprenderlo per il suo comportamento libertino? Cupi entrambi questi due scenari che vedavano in ogni frangente JB colpevole. Dannata la mia voglia di non fare un cazzo, pensò a denti stretti lo Specter mentre si avvicinava di un paio di falcate al compagno. Tenne il suo cosmo a bada, per quanto ne sapeva, e per quanto aveva avuto modo di intuire dai modi non proprio pacati di Aizen, la violenza faceva da padrona nel mondo dell'oltretomba e l'agire così deciso del colosso poteva semplicemente essere una sorta di benvenuto. Dunque non era necessario venire alle mani, almeno non ancora, per il momento dialettica e oratoria sarebbero state le armi da impugnare.
« Finalmente uno Specter, diamine! Sapevo che prima o poi qualcuno si fosse accorto della mia presenza. Non credo che ad Hades vada giù che me ne stia per il resto dei miei giorni a non fare un cazzo! Eheheheh. Ebbene io sono JB, sono nuovo da queste parti, non è passata che una settimana da quando Aizen mi ha fatto dono di questa » Alluse alla sua armatura con un gesto svagato di ambo le mani. « Aizen, tu lo conosci? E' un tipo grosso e pompato quasi quanto te, è francese, me ne sono accorto non appena ha aperto bocca. Hahaha! Prima di svanire mi ha detto di tornare a fargli visita se potessi indicarmi la direzione sarebbe fantastico, anche perchè questi idioti con la falce hanno talmente paura di essere puniti che delle loro risposte non si capisce nulla per quanto battono i denti dal terrore.. Hahahaahahaha! In questo frangente ti sarei grato se riuscissi a darmi anche qualche informazione circa la vita di noi Specter, le mansioni da svolgere i diritti, i doveri e via discorrendo, visto che il francese in questione non s'è disturbato a spiegarmi alcunchè.. Ma prima.. » Si guardò attorno con aria guardinga, come ad appurare che non ci fosse nessuno a spiarli, deformazione professionale dovuta a quando al lavoro svolgeva i suoi compiti in maniera non del tutto ortodossa. Abbassò il tono di voce e si fece ancor più vicino. « ..Non è che sai dove possiamo andarci a fare un goccetto? »
I toni erano volutamente scherzosi e amichevoli. Per quanto l'aspetto truce del colosso non lasciasse aperto nemmeno uno spiraglio di conversazione chi poteva dire che difronte ad un esordio così pimpante non si fosse sciolto anche lui che sembrava avere una paresi alla mascella?
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Illeso.
Status Mentale Pimpante.
Status Cloth Integra
NoteOk menami xD Scusa gli erroeri di battitura e di sintassi che probabilmente ci saranno ma nn ho nessuna voglia di rileggerlo al momento =P. -
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Edited by °MiZaR° - 13/10/2012, 17:44. -
Raizan.
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I domini di Ade~ Post III
Utenti~ Raizan, °MiZaR°
Come JB aveva preventivato il colosso non si dimostrò per nulla amichevole. Inzialmente lo regurdì con parole dure che rsentavano l'insulto, lo chiamò pivello e lo sgridò circa il suo comportamento alla mano e la voglia di bere. Gli riferì inoltre che era stato lo stesso Aizen a condurlo al suo cospetto per poterlo far entrare nella sua Legione. Molto bene, finalmente i grandi ingranaggi del destino cominciavano a ruotare a suo favore, se ne compiacque molto, la sua abilità era stata riconosciuta e si apprestavano ad aprirgli il portone che dava su uno sfavillante avvenire. Seppe inoltre che quello che era stato il suo test d'ammissione all'ade era andato assai bene e che la notizia aveva viaggiato veloce di bocca in bocca sino a giungere a quella del colosso che, a suo dire, non si era dimostrato altrettanto capace nel suo. Imbarazzante, molto imbarazzante. Un sogghigno divertito si dipinse sul volto di JB, non aveva fatto neppure a tempo a venire investito a Specter che già era andato in antipatia a qualcuno, molto bene. Fu sul punto di rispondere a tono, stuzzicando il colosso proprio circa questa sua mancanza, gli aveva offerto su un piatto d'argento l'occasione di pavoneggiarsi e schernirlo e lui non era assolutamente intenzionato a lasciarsela scappare. Tuttavia l'omone non sembrava essere dello stesso avviso, si affrettò a riverargli di come preferisse la pugna alle semplici chiacchgiere e, testimone una vena che cominciò a pulsargli all'impazzata sulla fronte, di quanto al momento fosse irritato dal suo comportamento tanto da volerlo combattere, sia per testare se le sue capacità non fossero state sopravvalutate, come disse, che per da sfogo alla sua ira, cosa che si curò di omettere.
Ebbene a quanto pareva Aizen gli aveva mandato una guida quantomai scorbutica e poco incline alla non belligeranza. Che l'abbia fatto volutamente? Probabile, il caro francese sembrava scegliere accuratamente gli avversari per il suo discepolo, prima Elise, l'amica di una vita, opportunamente destrutturata e ricomposta per l'evento poi questo bestione imbufalito. Maledetto mangiarane, il senso dell'umorismo sembrava proprio non mancargli.
Tuttavia sembrava proprio non fosse il caso di persersi in simili ragionamenti in quanto la montagna d'uomo, nonostante le braccia incrociate dinnanzi al petto denotassero il contrario, aveva cominciato il tanto decantato combattimento. Avvertì il suo cosmo avvampare, bruciò così tanto sino a divenire visibile sotto forma d'un emanazione fumosa alle sue spalle che prese presto le fattezze di una creatura taurina infuriata. Gli si addiceva molto, pensò JB prima di accorgersi che non si tratava d'una raffigurazione immobile. Il toro caricò, fu una bordata d'energia cosmica pazzesca, tutt'attorno massi e rocce divennero polvere, l'offesa avanzava inesorabile e se non avesse fatto nulla per proteggersi sarebbe stato spazzato via come un fuscello al vento.
Senza pensarci troppo su bruciò il suo cosmo e lo convoglò nelle palme delle mani, inizialmente le giunse e poi le distanziò con grande rapidità, nel loro tragitto s'era assemblata una lastra d'energia oscura, grande quanto la figura dello Specter che gli si parava davanti a mo di scudo. L'avrebbe difeso dall'attacco dell'omone, o almeno era quello che sperava. Invece, vuoi per l'esiguo tempo a disposizione per imbastire quella difesa o vuoi perchè lo stesso JB aveva forse sottovalutato la potenza sbaragliante insita in quel flusso di cosmo, una breccià saprì nella sua difesa e parte di quel violento attacco lo raggiunse. Venne colpito alla spalla sinistra e costretto a poggiarsi sul ginocchio dopo esser stato spinto di qualche metro. Scosse la testa riacquistando la postura eretta e tastandosi la parte lesa, il bestione non era avversario da prendere alla leggera, tanto meglio, non chiedeva sconti per il suo battesimo del fuoco.
« Il mio cosmo è diverso dal tuo.. »
Disse in un sussurro, quasi più per se stesso che per il suo avversario. Ancora una volta si trovava a riscontrare differenza tra il suo cosmo e quello di qualcun altro. Meglio. Molto meglio. Lo faceva sentire unico e speciale, inutile dire quanto ciò lo compiacesse.
Tornò a bruciare il proprio potere ed una coltre di tenebre nere come la pece avvampò dalla sua figura, protendendosi al cielo come lingue di fuoco, un fuoco nero e malevolo. Un ghigno perfido e le iridi fisse sul suo avversario, dopo aver ricevuto da lui un trattamento così venefico una bella dimostrazione del suo oscuro potere non gliel'avrebbe scongiurata nessuno, neppure Hades in persona.
« Preparati bestione! Tra poco conoscerai il vero volto della sofferenza.. »
Sinuoso come una radice il cosmo dello specter avvampò e s'attorcigliò attorno ad ambo le sue braccia, manicotti neri ed energetici gli ammantavano gli arti, un estrema violenza scorreva in essi, sogghignò prima di sferrarli con veemenza al suolo. In esso venne riversarto tutto quel terribile potere, una grande crepa s'aprì nella roccia, dalla figura di JB partì una violenta onda d'urto di tenebra che avrebbe colpito e danneggiato chiunque avesse incontrato surante il suo cammino. Tuttavia la Shadow wave non era solamente una banalissima onda d'urto d'ombra e nulla più, chiunque possedesse anche solo dei rudimenti circa l'utilizzo del cosmo sarebbe stato in grado di respingerla, figurarsi il colosso, la cui violenza del cosmo era inaudita. Allora cosa sperava di fare? Quello che probabilmente il suo avversario ignorava è che l'onda non era che un mero strumento atto a far da vettore al cosmo dello specter, esso veicolanto dall'oscura propagazione energetica, avrebbe serpeggiato nella zona, riempiendola ed entrando in contatto con ogni ombra ivi presente. Allora lo scontro sarebbe potuto cominciare, con tutte le ombre dalla sua avrebbe potuto disporre dell'ambiente a suo piacimento e avrebbe potuto far rimangiare a quel toro impazzito tutte le offese infertegli prima dello scontro. Un bel fuoco d'artificio sarebbe servito come araldo dell'inizio del vero scontro. Quando l'onda d'urto avesse raggiunto l'avversario, JB sarebbe stato lesto ad insignere il prorio cosmo nell'ombra di questi, così che, una volta che avesse imbastito una seppur semplice difesa frontale per ripararsi dall'attacco lo specter avrebbe bruciato il suo cosmo comandando all'ombra del bestione di farsi strettamente adesa alle membra e scoppiare in una detonazione energetica. Il cosmo impiegato fu molto, la potenza dello scoppio e dell'ombra ingenti. Non ne sarebbe uscito incolume, ne era più che certo.
« Direi che possiamo dare il via alle danze.. Huhuhu.. Forse ti petirai d'aver voluto incrociare le armi con me.. »
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita lieve alla spalla
Status Mentale Divertito.
Status Cloth Integra
Abilità
· Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?
Tecniche
· Shadow Wave
JB colpisce violentemente il suolo - solitamente lo fa penetrando la terra con Strazio, la sua spada d'ombra. Dal punto d'impatto si propagherà una violenta onda d'urto oscura che danneggerà i nemici e li farà cadere al suolo se sono colti di sorpresa. L'onda si propagherà per luga distanza perdendo progressivamente forza. Durante il suo cammino infonderà le ombra incontrate del cosmo dello spettro facendole così passare sotto il suo controllo.
Edited by Raizan - 14/10/2012, 16:35. -
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I domini di Ade~ Post IV
Utenti~ Raizan, °MiZaR°
L’esplosione ci fu, la strategia riuscì. Fu uno spettacolo molto bello. JB fece cadere il colosso, si piegò su d’un ginocchio proprio come era accaduto a lui qualche istante addietro. Tuttavia questi era lungi dal darsi per vinto, com’era prevedibile tornò a rialzarsi, un poco più malconcio di prima, ma infervorato nella voglia di continuare quello scontro e bruciare ancora il suo cosmo. A testimoniare ciò le parole ricche di vibrante spirito combattivo che rivolse al suo avversario. Il bestione arrivò addirittura a ringraziarlo per le ferite inferte e per il supplizio provato. Roba da pazzi, stando a quanto diceva la sua giornata sarebbe stata piatta e noiosa senza quel dolore. Incredibile, questo qui doveva essere proprio folle, cosa di cui JB fu piacevolmente colpito, ci si diverte di più a passar il tempo con i pazzi, se tutti i suoi compagni erano come costui lo specter aveva fatto tombola, poteva stare certo che non si sarebbe più annoiato durante la sua permanenza nell’averno.
« Se è il dolore che cerchi ti posso assicurare che hai scelto la persona più indicata a cui farne domanda »
Gli disse JB con la solita nota sprezzante nel tono, il reciproco screzio era parte fondamentale di qualsiasi rissa da bar, le abitudini sono dure a morire. Il colosso però, nonostante la dichiarazione sadica appena proferita, non si vestì di un completo nero di lattice ma dipanò innanzi le braccia, bruciò il suo cosmo irruento e bestiale e scagliò alla volta dello specter un’incalzante bordata di energia. Era un attacco assai simile a quello scagliato in precedenza, moltissimi schianti e tonfi piovvero tutt’attorno a JB, senza colpirlo. Questi, che partendo prevenuto, aveva generato a mezzo metro dalle sue membra una difesa simile nell’aspetto a quella usata per far fronte alla precedente battuta, differiva per dimensioni e rigidità, non voleva trovarsi ad essere nuovamente colpito, badate bene. Rimase particolarmente colpito dal fatto che nessuno degli attacchi del bestione l’avesse raggiunto, che stranezza, forse difettava a tal punto nella mira da aver mancato il suo obiettivo con ognuno dei colpi? Per quanto sembrasse surreale pareva l’unica opzione calcabile, lo specter fu sul punto di lasciare l’area protetta e lanciare l’ennesima frase di scherno al suo oppositore quando s’accorse di qualcosa. Il cosmo del colosso avvampò nuovamente, una potenza nemmeno lontanamente paragonabile a quella impiegata nel diversivo colava dall’universo entro la sua figura. JB si affrettò a rimpolpare con quanto più cosmo potesse la sua difesa sperando così di resistere a quello sconfinato potere che covava il minotauro. Una bordata violenta e mortale partì dalle palme del colosso e si diresse con estrema rapidità alla volta di JB. Il furore bestiale e la dura chitina d’ombra si scontrarono, imperiosi venti e turbinanti scosse nacquero da quella collisione. Lo specter del varano dovette aumentare a più non posso la cementazione della sua difesa, essa resistette a quella micidiale onda di forza più che potè finchè, proprio come accadde un pugno di istanti prima, sulla sua superficie nera ed opaca si aprì una piccola crepa. Essa crebbe e crebbe ancora sotto il flusso cosmico del colosso fino a che nella sua parte superiore non s’aprì una voragine, l’attacco era penetrato e, seppur nelle sue battute finali, serbava ancora gran parte della sua violenza iniziale. JB venne raggiunto al volto, ruzzolò all’indietro di qualche metro, la sua immacolata surplice conobbe l’amaro morso della polvere, l’elmo si staccò dal capo descrisse un perfetto arco nell’aere e ricadde al suolo con un tonfo.
Si tastò il capo, massaggiandosi le tempie con la destra, aveva ricevuto un bel colpo ed in piena faccia per di più, quel dannato energumero ci sapeva fare, aveva dalla sua un'irruenza sbaragliante, avrebbe dovuto studiare un’altra strategia per farvi fronte in quanto affrontarla a viso aperto s’era rivelato fallimentare. Si rialzò a fatica, la testa gli pulsava e dovette scuoterla un paio di volte e farsi pervadere dal suo cosmo oscuro per riaversi. Finite le mansioni di recupero saettò con lo sguardo alla ricerca del suo avversario, stava ancora lì, immobile al centro del suo campo visivo. Quel maledetto, un’espressione incupita calò sul volto di JB, ora si che gli avrebbe fatto dono del dolore che tanto bramava, l’onta subita andava lavata col sangue ed esso sarebbe sgorgato a fiumi, non aveva dubbi in proposito.
« Bella mossa energumero, ma vediamo come te la cavi con questo.. »
Disse riacquisendo la solita parlantina sbeffeggiante mentre un sottile rivolo di sangue scarlatto gli correva giù dalla tempia ad incorniciargli il viso, ennesimo sgarro di cui il suo compagno avrebbe patito le conseguenze. Con lo sguardo truce puntato sul suo avversario JB bruciò il suo cosmo e lo concentrò nella mano destra, la circondò e la colmò per poi protendersi oltre raggiungendo la lunghezza di mezzo metro a partire da essa. Era perfettamente visibile, una lunga protusione nera, piatta e slanciata, dai contorni grezzi ancora non ben plasmati. Al culmine dell’espressione della sua energia ci fu come una sorta di implosione nell’area interessata, come se la concentrazione di cosmo fosse tale da ritorcere la gravità per qualche istante. Finita l’operazione lo specter impugnava una lunga spada, nera come la pece ed affilata come il vento.
« Ti presento la mia fedele compagna, si chiama Strazio ed è una signorina, trattala con i dovuti riguardi Hahahahahahahaha.. »
Neanche terminò quella fragorosa risata che già aveva scagliato nell’aria circostante cinque fendenti che vibrarono e fischiarono come il rantolo di un tifone. Da un simile operato si dipartirono altrettante onde d’urto fendenti, la matrice era sempre la solita: nera tenebra, scura come la notte, i tagli incalzarono e con orbita ellittica si diressero alla volta del bestione che, se non avesse fatto nulla per difendersi, sarebbe stato presto ricoperto di tagli.
Sogghignò soddisfatto JB alla vista delle sue cinque creazioni mortifere che si apprestavano a straziare la carne del minotauro, ma sogghignò soprattutto perchè la sua offensiva non si sarebbe limitata ad un attacco così elementare. Tornò a fare appello alla sua Stella Malefica, bruciò il suo cosmo e tornò a rivendicare le ombre che erano passate sotto il suo dominio con la Dark Wave di prima. Vile come una serpe il suo cosmo serpeggiò nell’aerea mentre, presumibilmente, il colosso si spremeva le meningi per far fronte ai cinque fendenti, e richiamò quelle tenebre come un re faceva con i suoi vassalli, esse non mancarono di rispondere affermativamente alla chiamata. Basto solo un comando allo specter per mutarle in un letale arsenale di aculei d’ombra accuminati come la punta di un diamante. Il secondo comando fu quello decisivo, una volta consumata la difesa del suo avversario contro le cinque onde taglienti, il suo diversivo, le spine di tenebra si sarebbero animate e con rapidità e violenza fuori dall’ordinario si sarebbero dirette contro la figura del minotauro, con prevalenza verso la schiena, traforandolo e cercando di farlo rassomigliare quanto più fosse possibile ad un colabrodo. Qualche dottore del combattimento e moralista della guerra avrebbe potuto asserire che un simile agire esulava da quella che poteva essere l’intesità d’una battaglia tra alleati, tuttavia a JB non sarebbe importato, il colosso era stato il primo a muovergli battaglia, doveva essere ben conscio dei pericoli in cui s’imbarcava e, soprattutto, lui stesso non desiderava che soffrire ed in questo JB, col suo terribile potere, era maestro.
Maestria in cui invece non eccelleva sicuramente era il consumo d'energia cosmica, ne consumava sempre uno sproposito, a tal proposito avrebbe ascoltato volentieri un teorico della pugna per strappargli preziosi consigli e valide soluzioni al suo problema. L'affanno gli agguantò il petto, il respiro corto e rotto si susseguiva in rantoli non simmetrici. Non avrebbe certamente potuto continuare a combattere a quei regimi molto a lungo.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita lieve alla spalla, ferita alla tempia, affaticato
Status Mentale Determinato.
Status Cloth Integra, l'elmo è caduto qualche metro più indietro
Riassunto Mi difendo come nel post precedente dal tuo attacco. La divesa stavolta è più spessa e copre maggiore spazio ma si crina cmq e parte del tuo attacco mi colpis ce il volto ferendomi e facendomi volare l'elmo. Al che evoco la mia fedele spada (trovi la descrizione e l'immagine nella scheda sotto la descrizione dell'abilità) e ti scaglio contro 5 fendenti di oscurità, inutile dire che è solo un diversivo, ti scaglio poi addosso (da dietro ) la mia tecnica, hidden cluster.
Abilità
· Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?
Tecniche
· Hidden Cluster
Lo spectre può, dietro comando cosmico, mutare parti d'ombra intangibile in costrutti accuminati - molto spesso hanno la forma di pugnali o spilli - che attenderanno silenti nell'ombra il comando del padrone. Quando ciò si concretizzerà tutti assieme e a velocità smodata si scaglieranno alla volta dell'obbiettivo indicato dal cavliere rendolo quantomai più rassomigliante ad uno scolapasta.
Edited by Raizan - 14/10/2012, 22:28. -
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Edited by °MiZaR° - 16/10/2012, 03:01. -
Raizan.
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Il suono sordo e gretto dell’aculeo d’ombra che s’insinuava nelle carni e nelle ossa dell’avversario fu musica sublime per le orecchie di JB. Gli doveva senz’altro concedere un attestato di stima per esser riuscito ad evitare tutti gli altri aghi, tuttavia incassò anche parte dell’attacco frontale, due delle lame oltrepassarono la sua barriera e lo raggiunsero squarciando membra e corazza. Il colosso era ridotto maluccio, teneva il braccio sinistro riverso lungo il corpo, coperto di sangue e all’apparenza inutilizzabile, mentre sul ventre campeggiavano due tagli ben marcati, anch’essi grondanti di rubiconda linfa. Tutta quella devastazione sembrava però avergli lasciato integra la facoltà di parlare, il bestione riconobbe a JB una certa maestria nella battaglia ed aggiunse però che ora era il suo turno di passare alle maniere forti. JB non chiedeva di meglio, avrebbe fronteggiato a spada tratta – ora che effettivamente l’aveva – qualsiasi colpo che il suo avversario avrebbe tratto dal suo repertorio, nonostante la fatica sarebbe andato in fondo a quello scontro. Senza perdersi in ulteriori indugi questi lo puntò col braccio ancora intonso, sparò due possenti bordate d’energia cosmica, l’ennesimo attacco diretto e prevedibile, come poteva sperare di nuocere all’avversario con una strategia così poco elaborata? I due attacchi miravano la guancia sinistra e le gambe di JB, niente di più facile per lo specter che tese i muscoli per prodursi in una manovra evasiva sulla destra.
« Non spererai di colpirmi ricorrendo a simili.. OH CAZZO! »
Il cosmo del minotauro avvampò come mai prima aveva fatto, un semplice cenno della mano ferita valse a produrre un’esplosione di proporzioni titaniche e di potere distruttivo inaudito. JB rimase talmente folgorato da quella visione che a stento riuscì a mettere in pratica il suo balzo e venne raggiunto alla gamba sinistra dal primo colpo. Fu costretto nuovamente a poggiarsi sul ginocchio, mentre la cupola deflagrante di cui il suo avversario era il fulcro avanzava inesorabile. Doveva inventarsi qualcosa per salvare la pelle, e anche alla svelta, con ogni probabilità se avesse ricevuto in pieno quel tremendo colpo sarebbe sicuramente morto, ed era una cosa che avrebbe preferito evitare. Doveva ricorrere alla più estrema e totale delle sue difese, non vedeva altra soluzione. Il tempo a disposizione per imbastirla si faceva tuttavia sempre più esiguo, si affrettò a bruciare più cosmo che potè, l’energia della stella malefica lo percorse ancora una volta, ne concentrò un grande quantitativo, fu proprio mentre stava per essere raggiunto dall’esplosione vorace che la liberò e fece sì che cristallizzasse attorno ala sua figura. Si trattava di Oblivion, una spessa coltre di tenebra che lo avrebbe racchiuso in una sfera, un vero e proprio bunker d’ombra molto solido e assai resistente, era la sua difesa ultima, solo in casi di estrema necessità si rinchiudeva dentro tale globo impenetrabile, sia dall’esterno che dall’interno. Difatti lo specter non sarebbe stato in grado di compiere qualsiasi attacco fin quando sarebbe stato riparato tra le maglie di quel rigido guscio. Quando la terribile detonazione raggiunse infine l’Oblivion, JB al suo interno avvertì un potente scossone ed una spinta violenta che spostò lui e la sfera di svariati metri all’indietro, poteva sentire le pareti friggere sotto i violenti colpi di quell’esplosione, strepitarono e si contorsero finchè lo specter non assistette all’ennesima incrinatura del suo scudo, s’insinuò all’interno di essa il cosmo del colosso fino ad aprirsi un pertugio dal quale filtrare e raggiungergli la spalla sinistra, quella già in precedenza ferita. Un dolore atroce condito con il gracchiante vagito emesso dall’ebano che va in frantumi, una profonda crepa si era aperta sul coprispalla sinistro. Presto anche il suo braccio venne ad essere bagnato dal sangue, lo osservò con sdegno, era furioso, non solo quel maledetto si era permesso di ferirlo ripetute volta ma ora gli aveva anche compromesso l’armatura nuova di zecca, imperdonabile, decisamente. Ripresa coscienza dello scontro JB si produsse in un gesto secco della mano che impugnava la spada, il fendente percorse il diametro della sfera tagliandola in due come un uovo. Lo sguardo saettò ancora alla ricerca del suo avversario, assieme alle iridi gli puntò anche il dito e dischiuse le labbra tremante di furore.
« Preparati bestione.. Le tenebre ti inghiottiranno.. Se non perderai la vita per mano mia, la grande ombra ti porterà via la ragione... »
Bruciò quel che rimaneva del suo cosmo, sino ai limiti estremi della stella, anche se si sarebbe consumato nel farlo avrebbe inferto a quel bestione una lezione che non avrebbe dimenticato facilmente. Dalla sua figura lingue di tenebra sorsero come il fuoco sul legno, crebbero interconnettendosi ed intrecciandosi sino a coprire l’intera volta dell’Ade che faceva da teatro a quel duello, il risultato fu un immensa cupola di ombra impenetrabile, nemmeno l’occhio più aguzzo sarebbe riuscito a scorgere alcunchè lì dentro, era tenebra pura, la quintessenza del cosmo di JB. Sarebbe risultato anche assai difficoltoso cercare d’individuare con la percezione del cosmo la posizione dello specter e dei colpi da lui lanciati, in quanto quel cupo scenario era figlio proprio dell’energia cosmica di JB e, quindi, quando il colosso avrebbe tentato la percezione non avrebbe avuto di ritorno che la sgradevole sensazione di essere letteralmente circondato dall’ostile cosmo del suo avversario. Doveva sentirsi in proprio in trappola, JB adorava giocare al gatto col topo. Tuttavia il mantenimento di quella cortina nera non era dei più leggeri da sostenere, non lo era nemmeno all’inizio di uno scontro, figurarsi ora che le sue energie rasentavano lo stremo. Difatti quel gioco di prestigio non sarebbe durato molto, giusto il tempo di mettere in atto un attacco, l’ultimo di quel duello, prima che le forze lo abbandonassero definitivamente.
L’offesa prevedeva tre distinte fasi: la prima, appena espletata, consisteva nel generare la cupola di ombra, la seconda nel dar vita ad una pedina, un costrutto d’energia oscura cui JB si sarebbe curato di fornire una forma umanoide ed una parvenza pressochè identica alla sua. Avrebbe così scagliato questo suo clone alla volta dell’avversario nel più banale degli assalti frontali, culminando il colpo con un pugno diretto al centro del petto. La diffrazione della luce all’interno della gabbia d’ombra, frangente sempre sotto il comando dello specter, sarebbe stata mutata quel tanto che bastava da permettere al minotauro di intravedere la copia dell’avversario quando questa gli sarebbe arrivata a poco meno di mezzo metro di distanza con il pugno già caricato, così da confonderlo. Nella terza ed ultima fase del piano JB sarebbe sgusciato, appellandosi alla sua capacità di muoversi tra le ombre silenzioso ed impercettibile come se i suoi piedi non toccassero terra, dietro il suo avversario e, simultaneamente alla pedina, avrebbe a sua volta colpito il colosso con uno degli attacchi più micidiali che il suo repertorio vantava, il Black Lightning. Tecnica che verteva nell’ultilizzo del cosmo in una violentissima bordata energetica scagliata assieme ad un semplice pugno, il flusso cosmico avrebbe preso le fattezze d’un fulmine nero dalla violenza ed il potere distruttivo esorbitante, se poi veniva scagliato da una distanza pari a zero i suoi effetti non potevano che essere ancor più devastanti.
Completato l’attacco JB rimase immobile, ancor col pugno proteso, la spada gli cadde dalla mano, respirava a fatica, le palpebre a mezz’asta. Era completamente alla mercè del colosso – se fosse sopravvissuto a quella tattica - s’era consumato totalmente con quell’ultimo scherzo, a sento riusciva a pensare, figurarsi il muoversi.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita seria alla spalla, ferita alla tempia, ferita lieve alla gamba sinistra. completamente sfinito
Status Mentale Furente prima svuotato poi.
Status Cloth Spallaccio sinistro incrinato, l'elmo è caduto qualche metro più indietro
Riassunto Dunque mi difendo con oblivion ma prima vengo colpito alla gamba, poi oblivion si rompe e vengo colpiyto alla spalla e la cloth si crepa un pò. Poi estendo le ombre fino a creare la cupola di tenebre, all'interno di essa (dove tu nn vedi na ceppa =P) creo una pedina uguale a me e te la lancio contro facendola divenire visibile mentre sta per darti un pugno. Nel frattempo io ti sguscio dietro nascosto in mezzo alle ombre ti vengo alle spalle e ti colpisco con la variante di black lightning.
Abilità
· Ombra
JB è in grado di manipolare a suo piacimento le ombre e l'oscurità. Può decidere di far calar la notte con uno schiocco di dita, diventare uno spettro all'interno di esse, ovattando movimenti e suoni. Può decidere il grado di assorbimento della luce dell'oscurità, così, magari tramite un pertugio appositamente lasciato aperto, lo spectre può far si che della luce acceda all'interno della cortina determinando cosa il suo malacapitato bersaglio sia in grado di scorgere. Cristallizzando la propria energia cosmica all'interno delle tenebre è in grado di renderle solide e affilate creando armi, oggetti o le pedine, servitori silenziosi che rispondo agli oridini di John. Spesso, nella coltre cupa, si sostitisce con una pedina lasciando l'avversario ignaro di tutto a combatterla, mentre crede di fronteggiare lo spectre. Le pedine possono sorgere da costrutti d'ombra senza vita in precedenza creati, purchè venga colmata la quantità d'energia cosmica e di ombra in difetto, se cen'è. John è in grado di prendere il controllo delle ombre circostanti, non da lui generate, una volta raggiunte con la propria energia cosmica. Lo Spectre può così disporne per i propri scopi. Quando si è immersi nella coltre di oscurità creata da John si avrà la sensazione di percepire il cosmo dello Spectre tutt'attorno a se - poichè è di questo che si tratta - e risuterà quindi quantomai difficile rilevarne la presenza tramite la percezione cosmica. Strazio è il nome della spada di tenebra che più sovente lo spectre richiama a se.
Ovviamente JB è in grado di vedere perfettamente all'interno dell'oscurit. Sennò che potere del cazzo era?
Tecniche
· Oblivion
JB si racchiude all'interno di una sfera fatta d'oscura matrice. La suddetta sarà assai resistente e spessa, sarà dunque assai difficile frangerla per poter arrivare a colpire lo spectre. Essendo rinchiuso all'interno di essa il cavaliere non sarà quindi in grado di compiere alcun attacco se non la manipolazione di ombre all'estreno del globo poste precedentemente sotto il suo controllo. Si tratta d'una tecnica difensiva estrema che JB usa solo in casi di estrema necessità. Lo spectre è in grado di castare il nero globo anche su terzi, siano essi alleati o nemici.
· Black Lightning
Lo spectre scaglia una potente raffica di colpi che pervade l'aree e si scaglia verso l'avversario da molteplici direzioni. Gli attacchi saranno di natura cosmica ed oscura ed avranno la parvenza di fulmini neri. Molto rapidi e con una traiettoria difficilmente prevedibile. Variante: JB può decidere di convogliare tutti i colpi in un unico grande e violento fulmine nero che recherà seco un'ingente potenza cosmica a dispetto, ovviamente della velocità. Si potrenno fondere le due cose lanciando ad esempio un fulmine di dimensioni normali e ed i restanti attacchi separati.. -
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Edited by °MiZaR° - 16/10/2012, 02:59. -
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Il fulmine nero fece breccia nelle difese del colosso, il colpo violento lo raggiunse in piena schiena, venne spazzato via volando tra i brandelli della cupola oscura che andava disgregandosi, a testimonianza dell’esaurimento del cosmo di JB. Ci fu un istante il cui lo specter rimase solo, in piedi in quella landa resa desolata dalla battaglia, fermo nella posizione in cui aveva scagliato il colpo, pietrificato quasi, come una statua di marmo. Dopo l’ingente fragore dello scontro rimaneva solo il silenzio, un silenzio assordante. In quel limbo inconsapevole, in quella pace mortifera, il ragazzo si chiese svariate volte se avesse infaustamente strappato la vita dalle membra del suo avversario, si augurava che un simile scenario non si fosse verificato, sarebbe risultato quanto mai sconveniente aver ucciso il primo specter incontrato all’infuori di Aizen. Quel che gli faceva paventare un simile accadimento era l’incapacità di percepire il cosmo del minotauro, non riusciva a determinare se l’avesse effettivamente spinto al trapasso o fosse semplicemente troppo stanco per appellarsi a quella facoltà. Furono interminabili momenti di ansia e paranoia che, per sua fortuna, vennero fugati dallo strepitio di macerie, proprio lì dove era stato lanciato il suo avversario qualcosa sembrava muoversi! Di li a poco la figura straziata e coperta di sangue del colosso si alzava e si incamminava al suo indirizzo, stagliandosi dinamico ed organico contro il paesaggio immobile e statico che si lasciava alle spalle. Nonostante sia lui che la sua armatura fossero ridotti veramente male sembrava serbare ancora energie per camminare e per, con suo sommo sconforto, continuare a combattere. JB non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, con tutto se stesso avrebbe desiderato affrontarlo ancora, dare seguito a quella sanguinosa ed epica battaglia ma non poteva in alcun modo, sarebbe rimasto lì, inerte come un fantoccio col pugno proteso innanzi a subire la rappresaglia del colosso. Stavolta si che la morte sarebbe stata di scena, e l’anima da carpire sarebbe stata la sua, si sarebbe rivelato un gioco da ragazzi togliergli la vita, come staccare una foglia da un ramo, come calpestare una formica, aveva sbagliato, la colpa era solo sua, disporre in una maniera così smodata del suo cosmo l’aveva portato al limbo tra la vittoria e la dipartita, tra la vita e la morte. Sarebbe bastata una spinta per farlo precipitare nel baratro, spinta che sicuramente il minotauro non gli avrebbe risparmiato, sarebbe scivolato nell’oblio della dimenticanza senza nessuno all’infuori del suo aguzzino a serbare la memoria di JB, cavaliere di Hades.
Il colosso era oramai giunto a portata, i sordi tonfi dei suoi passi sulle rocce rivoltate erano gli araldi della sua dipartita, strinse le palpebre con tutta la forza che gli rimaneva, non voleva sapere quale sarebbe stato il colpo che avrebbe terminato la sua esistenza, era in preda al panico, avrebbe tremato di terrore se solo gli fosse rimasta la forza per farlo.
Avvertì un tocco all’addome, ma non violento anzi, quasi dolce e premuroso, si sentì mulinare nello spazio, come se il punto d’appoggio fopsse mutato assieme alla gravità. Titubante e con esasperante lentezza dettata dalla paura dischiuse le palpebre, si ritrovò a fissare il suolo che scorreva sotto di se, poggiava su una schiena devastata e grondante di sangue, il colosso s’era dimostrato magnanimo, non lo aveva ucciso ma lo stava trasportando verso chissà dove. Il suo flusso di pensieri venne interrotto dalle parole del suo compagno. Furono parole di elogio, pregne di riconoscimento e rispetto, il minotauro riconosceva la sua abilità e lo avrebbe portato da Aizen per far sì che la sua vita da specter si disponesse ai blocchi di partenza. JB sospirò sommessamente, aveva sostenuto l’ennesimo test, il più duro sino a quel momento, tutto il corpo gli doleva in maniera estrema, ora che s’era forzatamente rilassato lo poteva avvertire distintamente. Cercò di raccimolare quanta forza avesse per scandire poche semplici parole in un sussurro flebile.
« T-tu.. ..Bestione.. ..C-come ti chiami.. ..? »
Ci teneva a sapere il nome di un così valoroso guerriero che sino a quel punto l’aveva spinto a consumarsi. Avesse udito la risposta sarebbe stata l’ultimo atto compiuto prima di svenire esanime, abbandonandosi al grande vuoto dell’incoscienza.
Giorni dopo JB sarebbe tornato sul luogo dello scontro, rimanendo colpito da quanta distruzione due individui come lui e Dastan avevano potuto generare in poco meno di un'ora di scontro. Trovò il suo elmo in terra, proprio dove l'aveva intravisto l'ultima volta, era lucente di un chiarore violetto, lo raccolse e lo fissò sorridendo. Il ricordo di quando quel colpo lo raggiunse al volto e fece volare la preziosa protezione per il capo era ancora vivo in lui. Lo indossò e svanì in un rantolo di tenebra.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita seria alla spalla, ferita alla tempia, ferita lieve alla gamba sinistra. svenuto
Status Mentale Spaventato prima, sollevato nel mezzo, svenuto alla fine.
Status Cloth Spallaccio sinistro incrinato, l'elmo è caduto qualche metro più indietro
Riassunto svengo XD
Edited by Raizan - 16/10/2012, 13:43. -
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I domini di Ade~ Post VII
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Dastan del Minotauro, quello era il nome del colosso. Fu l’ultima nozione che fu in grado di recepire prima di perdersi nell’oblio e ricadere riverso sulla schiena del suo compagno.
La sua ripresa coincise con l’avvertimento di una forte corrente energetica alle sue spalle – o forse era più saggio dire al suo culo visto com’era posato sulle spalle di Dastan. Spalancò le palpebre, quel sonno ristoratore gli aveva ripristinato parte della sua energia, era in grado di muoversi, parlare, camminare e fare tutte quelle mansioni proprie di una persona normale.
« Colosso! Lasciami ora posso….. ARGHHH!!!!!!!!!!!!!! »
Dastan aveva compiuto qualche falcata all’indirizzo di quel potere che, data la posizione, JB non era in grado di vedere, o almeno non ancora. Inoltratosi all’interno del portale il minotauore, e con lui il suo carico, venne avvolto da un barlume azzurrino, quando vi fu sufficentemente immerso anche JB fu in grado di vederlo, era una sensazione di trasporto interiore, di veicolamento dell’anima, si sentiva come quando si corre su una scala mobile e si ha la sensazione di rimanere fermi. Era una cosa assi strana da descrivere eppure stava accadendo, sprofondarono –o ascesero, era quanto mai difficile da determinare- in un luogo completamente differente. Desolazione e terre brulle ed aspre scomparvero fu solo luce perun tempo infinitamente lungo ed intensamente breve allo stesso tempo. Il salto avvenne e si riutrovarono nel cielo di nettuno.
Nome John Barleycorn
Cloth Surplice del Varano - Stella del Cielo Assassino
Energia Rossa
Status Fisico Ferita seria alla spalla, ferita alla tempia, ferita lieve alla gamba sinistra. Ritornato in possesso di qualche enregia
Status Mentale incuriosito.
Status Cloth Spallaccio sinistro incrinato, l'elmo è caduto nell'ade
Edited by Raizan - 26/10/2012, 00:58. -
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