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† Shen771 †.
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Si poggiò una mano alla fronte, scostando una ciocca di capelli che gli oscurava l’iride rossa. Quella destra, per la precisione, quella che più di ogni sua caratteristica fisica impressionava gli altri, proprio perché non in sintonia con l’altra compagna, e distaccata dalle tonalità assolute del suo corpo. Pelle candida, tipica di chi è nato tra le nevi russe, ma capelli corvini come la pece, impuri e scuri come il suo animo. Quanti giorni, mesi o anni fossero passati dal momento in cui aveva giurato fedeltà ad Hades ormai non lo ricordava più, per Fedor del Grifone il concetto di tempo era divenuta qualcosa di così astratto e lontano che il passare dei secondi non simboleggiava più di un semplice ticchettio di una lancetta. Aveva combattuto battaglie, affrontato nemici, tutto per la gloria di un dio, per un progetto, un’ambizione: epurare la razza umana, quel cumulo di carne ed ignoranza che un tempo aveva segnato la sua rovina di uomo. Molti si schierano tra gli Spectre per un mero desiderio di rivalsa, e questo è proprio ciò su cui la Stella Demoniaca fa leva per poter insinuare il proprio potere oscuro, ma col tempo quello stesso desiderio nella mente del Gigante dell’Ade era andato scemando, sostituito da un’intuizione che ben oltre ogni aspettativa alimentava l’ardere del suo cosmo. La genesi di una stirpe perfetta, la creazione dell’essere assoluto, privo di peccato e sporcizia, in grado di vivere nelle terre dell’aldilà e poter comprendere fino in fondo il significato ultimo della bellezza della morte.
Fedor Czajkowski ● Energia Blu ● Surplice di Griphon
Un’utopia estrema, eppure era lo sfogo migliore che il genio scientifico di Fedor potesse mai trovare.
Venne però il momento, inaspettato eppure auspicabile, in cui l’indole del guerriero iniziava a fermentare all’interno delle sue viscere, come un desiderio irrefrenabile che lo divorava da dentro e scavava la pelle fino ad esplodere. “Fame”, o “The Hunger”, così egli preferiva definirla, perché la sensazione fisiologica che provava nel momento in cui le sue mani attraversavano il caldo miscuglio delle budella umane causavano in lui un sentimento affine alla sazietà.
Colui che era stato creato per distruggere, dopotutto, non poteva astenersi per molto dal compiere il proprio destino.
-Sicuramente saprà che sono qui.-
A chi si riferiva? A colei che sola aveva il potere di governare l’intero Ade nelle veci del dio stesso, colei che poteva giostrare il destino di qualunque guerriero si trovasse all’interno dei confini dell’aldilà, compresi i tre Giudici: Lady Pandora, l’Oraculum Inferorum. Non erano molte le occasioni in cui Fedor e la donna avevano avuto occasione di incontrarsi, e mai era sembrato possibile instaurare un dialogo che potesse andare oltre le semplici formalità. Certo era intuibile che quella donna non avesse un carattere morbido, ma la sua bellezza poteva perdonarle qualsiasi cosa, compreso il pugno duro forse necessario a tener compatto un esercito perennemente al limite della disputa. Il suo potere era smisurato, e la cosa incuteva un certo sgomento perfino nel Grifone, abituato a non farsi trascinare da certi simili sentimenti.
Aveva una sorta di potere ancestrale, qualcosa che evidentemente le era valso il titolo di comandante supremo.
Il clima era decisamente freddo all’interno della Giudecca, e questo era dovuto al fatto che, per nomea e locazione, era il luogo più distante in assoluto dal calore del sole. Le pareti grigie dei lungi corridoi che portavano al salone principale, quello in cui riceveva udienza Lady Pandora, erano illuminate fievolmente da piccole torce, che segnavano ad una ventina di metri di distanza il confine con l’ombra assoluta. Chiunque fosse entrato in un luogo simile, fosse anche un perfetto estraneo che vi si recava per la prima volta, non avrebbe fatto fatica a trovare la stanza in cui attendeva l’Oraculum, guidato dal suo enorme cosmo pulsante; ed anche Fedor, che per tanto tempo s’era ritirato ad una vita di laboratorio, nonostante conoscesse a menadito la via, non ebbe problemi a potersi fidare solo del suo settimo senso per trovare il luogo di destinazione.
Ed alla fine arrivò, accolto dal solito inquietante silenzio che per la maggior parte del tempo aleggiava sul salone maggiore. Ogni passo, ogni rumore dell’armatura echeggiava limpido, quasi se quella struttura fosse stata in grado di separare e purificare ogni sfumatura della realtà e degli animi. Giunto al centro del complesso, con i riflessi della Surplice sfumati dall’ombra calante, Fedor si genuflesse, chinando il capo alla tenda di seta oltre la quale doveva trovarsi la sua Signora. Due dragoni, posti alle estremità delle scale che conducevano all’altare, sembravano fissarlo adirati.
-Mia Signora, Fedor di Minos al suo cospetto, come ha ordinato.-
Status Fisico ● Ottimale
Status Psicologico ● Calmo
Status Cloth ● Integra
Edited by † Shen771 † - 16/10/2012, 10:31. -
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Edited by ~S i x ter - 17/2/2015, 02:41. -
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Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.
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Atto I – Duty
Capì troppo tardi cosa stava accadendo. Strinse la mano del compagno d'arme solo per sentirlo formulare le sue accuse. Si rese conto di quello che sarebbe successo e lo sguardo si rivolse verso la colonna centrale, verso Robert che aveva bisogno del suo aiuto. Troppo lontano, troppo tardi.ROOOOOOBEEEEERT!
La realtà prese a dissolversi mentre il suo corpo stava per ritornare nel regno dei morti, per affrontare la giustizia per quella loro sconsiderata azione. Infondo non poteva biasimare Fedor per quel che aveva fatto, probabilmente era stato un'ordine diretto della sua signora a spingerlo fino agli abissi di Atlantide. Un'ordine che non ammetteva replica. Infondo a parte Robert stesso in pochi avrebbero mai osato contraddire gli ordine dell'Oracolo di Hades. Parlò alla mente dell'amico prima di sparire.I understand your choice Czajkowski and i forgive you, but don't forget....the north remembers.
Fu allora che per un'istante vi fu solo nulla mentre il suo corpo e la sua anima si ricomponevano all'interno del grande palazzo della Giudecca. La sua signora era seduta sul suo trono, lo sguardo adirato e furente, il tridente stretto tra le dita. La grande sala era avvolta da un silenzio innaturale, solo il rumore della surplice che accompagnava il lento rialzarsi del guerriero del nord che lo spezzava. Non ebbe esitazioni Edward nel fissare quegli occhi di tenebra, non ebbe esitazioni ad avanzare verso di lei fino alla base del trono. Fu li che si inchinò per poi parlare senza mai staccare lo sguardo dal viso della donna.So che la nostra azione vi ha deluso mia signora e me ne assumo la piena responsabilità. Ma tutto questo è stato fatto solo per la gloria del nostro signore, per la gloria degli Inferi. Che onore c'é nello schiacciare mosche, che onore avrebbe portato una guerra senza battaglie. Il ritorno di Poseidone servirà solo a tracciare il nostro cammino verso la vittoria.
Non era del tutto sicuro di quali fossero le reali intenzioni di Robert ma una cosa era certa, il suo non era un capriccio, non avrebbe rischiato la vita del suo amico d'infanzia solo per soddisfare la sua sete di potere. Mentre era perso in quella piccola elucubrazione il re lupo notò qualcosa, uno strano riflesso nello sguardo di Pandora. Paura, confusione, frustrazione. La nuova incarnazione di Hades era qualcosa di diverso dalle precedenti, feroce, guerriera e temeraria. E questo scuoteva nel profondo l'animo di quella che da sempre era stata una guida per l'oscuro signore e questo Edward lo aveva capito fin dal momento della rinascita del dio. A un guerriero non serve un'officiante amante degli intrighi. Ad un guerriero servono altri guerrieri. L'influenza di Pandora sulle schiere infernali non era mai stata così ridotta e quell'assalto al regno sommerso era sto il definitivo attacco alla sua credibilità. Le prese la mano stringendola tra le sue.Comprendo le vostre paure mia signora, ma non dovete temere, ho giurato di combattere per voi fino alla morte e a questo mi atterrò. Che sia un uomo o un dio a minacciarvi io vi proteggerò. Ora e sempre.
Sorrise guardandola negli occhi mentre con la mano libera afferrò la lama di Ice porgendone l'elsa a Pandora.Se invece decideste che ho arrecato un offesa troppo grande al vostro onore, la mia vita è vostra, prendetela pure.
Edited by Aleksander Seraf - 13/11/2012, 01:17. -
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Edited by ~S i x ter - 17/2/2015, 02:41.