La selva delle bestie

Role fra Black star, Azz e Kasdeya

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  1. ~Black Star~
     
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    La selva delle belve - Part I

    Un cielo rosso sangue si stagliava sopra di me, da una parte sbiadendo in un arancione infuocato, ultima traccia del sole che ormai era svanito oltre l'orizzonte, mentre dall'altra parte si perdeva nelle prime ombre della sera, con le piccole stelle che osservavano dall'alto come tanti luminosi occhietti. La foresta di Białowieża era un posto che si poteva considerare l'antenato di tutte le grandi foreste europee, unica parte rimasta incontaminata della sterminata foresta che ricopriva oltre metà Europa. Titaniche querce centenarie si ergevano come torri viventi nel cuore della foresta, luogo pervaso dal mistico cosmo della Dea Gea. Un anello di queste alte querce circondava un altare di roccia ammantato da fiori multicolori, un'armoniosa composizione di fiori di campo e piante rampicanti, che si fondevano completamente con l'antica pietra ricoperta in buona parte dalle piante.
    Esattamente lì davanti mi ero disteso, osservando le nuvole passare pigramente sopra il cerchio di cielo delimitato dalle verdi chiome degli alberi. Il cielo azzurro e limpido era lentamente mutato sotto i miei occhi fino a quel momento, ormai segno che la notte stava arrivando. Ma mai ero stato così in pace. Solo il cinguettio degli uccelli, lo stormire del vento fra le fronde e ogni tanto, ma molto raramente, il verso di qualche animale selvatico. Ero rimasto lì per ore, immobile, disteso su di un telo di stoffa accanto alla mia Box, ad assaporare il caldo bacio del sole e quello fresco della brezza, mentre il cosmo di Gea emanato dall'altare mi abbracciava come una madre amorevole. Pace, semplicemente pace assoluta.

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Gialla
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ Tranquillo
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Non indossata

    Riassunto Azioni ~ And I don't give a fuck. Ecco il succo del mio post d'apertura XD
    Il posto è una foresta realmente esistente nel cuore dell'est Europa, mentre ho posizionato io l'altare di Gea nel centro della foresta in una radura circolare. Io sono sdraiato davanti all'altare, a godermi il dolce far niente. Fate pure la vostra entrata e ricordatevi che dare fuoco alle foreste è male :addit:


    Abilità ~ Nessuna

    Tecniche ~ Nessuna
     
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  2. 'Azz!
     
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    LE BESTIE SI RIUNISCONO: L'ARRIVO DI PAI MEI




    Narrato; "parlato"; "parlato altrui"; °pensato°; <<monologhi>>; flashback



    Un rombo squassò la foresta secolare: dapprima solo un tuono in lontananza, come il presagio di un temporale. Poi via via più vicino a Andrew, e man mano che si faceva più intenso, uno spesso pulviscolo si alzava coprendo l'orizzonte e il suolo tremava.

    Eccoli: bisonti europei, specie quasi estinta e ormai vivente solo nel parco nazionale che comprende quasi per intero la foresta di Bialowieza, in territorio polacco. Sono una grande mandria di quasi duecento capi, ciascuno grande come il più temibile dei propri incubi e altrettanto minaccioso.
    Le froge frementi, il vello scuro e la grosse arcate sopracciliari: non hanno davvero un aspetto rassicurante.
    Eppure ecco che la mandria si ferma. Come obbedendo a un richiamo a cui è impossibile opporsi, quei selvaggi mastodonti si aprono a ventaglio. Non è possibile che qualcuno li abbia ammaestrati. Ma non c'è altra spiegazione. Forse esiste qualcuno per cui entrare in sintonia con le belve della foresta non è un problema insormontabile.
    E a dire il vero, arrivati a conoscerlo un po', diremmo che gli è più facile con loro che con gli uomini. Pai Mei smonta dal bisonte più grosso e anziano, fa un cenno impercettibile con la destra e i componenti della mandria, in ordinate file come tanti soldati possenti, si ritirano senza clamore, camminando e muggendo ogni tanto, quasi a reclamare senza fretta il predominio su quelle terre.
    Pai Mei veste all'orientale come al solito, ma rispetto ai tempi in cui viaggiava per scoprire il mondo è molto più sicuro di sé. Non gli interessa se il prossimo, da cui di solito rifugge, lo considera un fenomeno da baraccone. Anche se in effetti visto il cipiglio che ha messo su nel corso dell'ultimo anno, nessuno che incontri il suo sguardo ha più una gran voglia di scherzare, tolta forse quella simpatica impertinente di Estelle del Cigno Nero. Ancora ha addosso il fastidioso odore del resto dell'umanità, che in un luogo piuttosto affollato come il Frederick Chopin di Varsavia permea ogni corridoio di ogni gate. Figuriamoci i sedili economici del fokker WizzAir su cui ha viaggiato.
    Con Pai Mei c'è una fanciulla. E' di costituzione esile, eppure qualcosa in lei denota una durezza e una resistenza indubitabile. Non sono doti di natura per la giovane: le ha dovute sviluppare nel corso di un'esistenza breve ma spietata. Ora ella riesce a servire degnamente Pai Mei, suo signore, per quanto non molto più vecchio di lei.

    "Yun, tu non puoi proseguire. Attendi ai margini della radura: questo luogo non è per te."

    Era vero. Solo i convocati dalla Madre Terra potevano accedere a quel luogo intriso di sacralità. L'altare, vecchio forse quanto il tempo stesso, serviva da ritrovo. Il luogo sarebbe cambiato ogni volta che ci fosse stato bisogno di incontrarsi.

    "Qui si riunisce la casta dei dispersi Custodi della Terra. Qui le Belve devote alla Madre avranno un abboccamento, a quanto pare. E' tanto che aspetti?"

    La domanda, rivolta all'unico altro presente -che ha un'aria molto meno solenne, rilassato com'è- taglia il silenzio della radura. Pai Mei indossa la darian sotto ai vestiti, ed essa riluce di tanto in tanto, facendo capolino dalle pieghe della tunica. Dell'elmo non vi è traccia.


    CITAZIONE
    Eccolo! Ho mandato un mp a Kasdeya, vediamo se si unisce a noi :zizi:

     
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    P
    ellegrinare per l’Europa o il mondo in generale, per lei non era un problema. Da quando suo padre era morto, non faceva altro che girovagare di luogo in luogo, di foresta in foresta. La natura era una parte integrante di lei; lei cantava e danzava con la natura, l’amava e la proteggeva com’era giusto che sia.

    Viaggiare con i mezzi umani, non gli era mai piaciuto, ma nel suo girovagare per il globo, dovette abituarsi a tutto ciò; tornata dal golfo della penisola araba, si era diretta in Germania, per passare un po’ di tempo nella zona sud-occidentale del paese. Con un’estensione di ben 160 Km di lunghezza e una larghezza a Sud, di 60 Km, rispetto ai 30 Km della zona Nord.
    Era una foresta fitta in alcuni punti, soprattutto nelle zone montuose, dove aveva passato qualche tempo risalendo da sud fino alla zona Nord; i due fiumi che percorrevano la foresta erano comodi, per una sosta ristoratrice e poi ripartire.
    Si era fermata in una delle zone più fitte e a Nord ed era rimasta lì, nascosta all’occhio delle persone comuni, sopravvivendo con ciò che la foresta le dava e, poche volte si era fatta vedere nei villaggi lì attorno.
    Era lì ferma da qualche settimana ormai, quando sentì qualcosa di strano e piacevole scorrerle lungo la schiena; sollevò il capo verso il cielo che non vedeva e ascoltò. Il vento soffiava leggero, gentile, come se le stesse carezzando le guance e i capelli, portandole un messaggio sussurrato dalle fronde degli alberi. Sorrise con dolcezza, sollevandosi dal suo giaciglio improvvisato.

    << Come voi desiderate, Madre mia. >>

    Mormorò con voce lieve e dolce, chinando leggermente la testa; sospirò, bene sapendo che il giorno dopo sarebbe dovuta andare verso il paese più vicino, per prendersi dei vestiti nuovi, visto che quelli che indossava erano da buttare via. Sbuffò silenziosamente, recuperando il suo zaino dove aveva dentro un po’ di cambi di biancheria intima e soldi, per sopravvivere; strinse leggermente lo zaino, infilandoselo su una spalla, avviandosi.
    Dopo essere arrivata in città e aver comprato dei vestiti di ricambio partì subito verso Est.

    Le ci erano voluti due giorni in treno per arrivare in Polonia e, appena arrivata e saltata giù dal treno, aveva tirato su i suoi bagagli dirigendosi verso il luogo che il sussurro del vento le indicava; le ci erano voluti altri due giorni di viaggio per arrivare alla foresta di Białowieża.
    Sentiva diverse presenze lì attorno. C’erano degli animali, ma non capiva esattamente che genere di animali, un essere umano e, nella radura, due presenze cosmiche protette dalla Dea; rimase per qualche altro minuto nascosta tra gli alberi, nascondendo il suo cosmo e la sua presenza e sospirò. Non poteva restarsene lì immobile e nascosta, ad ascoltare i suoni che la circondavano.
    Saltò giù silenziosamente dall’albero su cui si era appollaiata e inspirò profondamente, sistemandosi nervosamente la fasciatura nuova intorno agli occhi la quale, era già a posto.
    Lasciò che la sua presenza fosse percettibile, avvicinandosi con passo leggero e tranquillo. Indosso portava una semplice felpa blu con il cappuccio, jeans azzurro chiari pesanti e degli stivali da scalata; i capelli erano come al solito sciolti e liberi di svolazzarle attorno al viso.

    << Salve a voi compagni. Spero di non essere troppo in ritardo. >>

    Lo disse con voce delicata e gentile, avvicinandosi lentamente all’altare, dove percepiva un’energia pulsante, calda e un po’ irruenta. In più, ne sentiva una seconda calma e controllata; non sapeva perché, ma quella seconda energia, la metteva a disagio e preferiva starne alla larga, ma si fece forza e si avvicinò di più, cercando di non pensare al loro cosmo e di conoscerli per com’erano loro in quanto esseri umani.
    Appena giunta al fianco dell’altare, si sarebbe fermata, in attesa di una risposta da parte di uno dei due o di entrambi, ma nel mentre attendeva, si perse ad ascoltare la natura la quale, in quel luogo sacro cantava con più energia la sua sinfonia e sorrise lievemente, beandosi di quella voce gentile, dolce, rassicurante e materna.




    Demetra
    2ywcwid
    PG × Demetra
    Darian x Bat {III}
    Energia × Verde

    Stato Fisico x Ottimale
    Stato Mentale x Ottimale
    Stato Darian x Integra

    Abilità x Ultrasuoni / Iper-Sensi

    Tecniche Usate x

    Note x



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    La selva delle belve - Part II

    Quale poteva essere un'ottimo modo per riscuotermi dalla sorta di torpore estatico nel quale ero caduto a forza di stare per ore lì a non fare nulla, semplicemente disteso in pace totale? Ecco, una mandria di bufali in carica era sicuramente un metodo degno di nota, originale ed efficace allo stesso tempo, nessun dubbio a proposito.
    Inizialmente presi quel profondo rombo come il preannunciarsi di un brutto temporale, ma mi ricordai presto che i temporali non facevano tremare il suolo al loro passaggio né muggivano selvaggiamente mentre si avvicinavano. Oltre gli alti alberi potevo vedere la polvere sollevarsi dal suolo, mentre le prime bestie iniziavano a farsi intravedere al di là dei tronchi nodosi. Bisonti grossi, puzzolenti, apparentemente bonaccioni, forti e soprattutto tanti. Un grande branco al completo, come ormai era quasi impossibile vederne normalmente. E alla loro testa, a cavallo di un grosso esemplare, cavalcava un tizio che sembrava essere appena uscito da un film di Bruce Lee.
    Nonostante la spericolata carica degli animali, che mi aveva fatto venire spontaneo il gesto di alzarmi e prepararmi ad dover affrontare un paio di centinaia di bisonti in piena corsa, essi si fermarono docili ai limiti della radura, non oltrepassando il limite disegnato dalle piante nemmeno di un passo.
    Fu lo strano tipo orientale a farlo al posto loro, ordinando seccamente alla propria accompagnatrice -che a dire il vero notai solo in quel momento- di rimanere dove fosse, ovvero fuori dalla radura. Notai subito lo sguardo glaciale di costui, in perfetta armonia con la sua faccia austera e decisamente poco incline al sorriso: no, non era una di quelle persone che il sabato sera andavano a bersi una birra con gli amici giù al bar, sembrava più un qualche asceta moralista privo di umorismo ma in compenso dotato ancora di capelli.

    -Non so se sentirmi preso per il culo o se prendere sul serio questo tizio-

    Pensai fra me e me, badando bene a non esternare i miei ragionamenti. Quel tizio emanava un forte cosmo, ben più forte del mio e decisamente più controllato. Io a volte a malapena riuscivo a domare il mio, che come un animale selvaggio si dibatteva desideroso di essere libero, mentre il nostro Bruce Lee possedeva un'affilata eleganza persino nell'emanare il proprio potere.
    Anche le sue parole si rivelarono formali, quasi cerimoniose, combaciando perfettamente con l'idea che mi ero fatto di lui.

    -Non da troppo, ma se avessi saputo che si sarebbe trasformata in una riunione formale non mi sarei fatto trovare così-

    Risposi con solito tono moderato ma vagamente tagliente, che quasi dava l'impressione che ci fosse più di quel che dicevo anche nelle mie più semplici parole al più delle persone. Non mi era sfuggita la lucente armatura che spuntava in alcuni punti da sotto l'ampia veste del mio interlocutore.
    Senza alcun preavviso fiamme dorate avvamparono attorno a me, badando bene a rimanere molto circoscritte per non andare a danneggiare niente e nessuno, nascondendomi in pochi attimi alla vista, mentre la mia armatura bianca e oro si componeva pezzo per pezzo su di me. Quando le fiamme si estinsero rapidamente come erano comparse, la mia armatura scintillava fiera sotto la luce morente del tramonto

    -Andrew del Leone, fiero possessore della Daryan del Leone. Con chi ho il piacere di parlare?-

    Avevo appena posto la domanda all'asiatico che un nuovo cosmo si accese, proprio al limitare della radura, ma anche questo sembrava amichevole e per nulla bellicoso e apparteneva ad una persona che si sarebbe potuta definire il totale opposto del nuovo arrivato: una fanciulla che sembrava una bambola di ceramica da quanto appariva fragile. La pelle candida era incorniciata da lisci capelli chiarissimi, che riflettevano in maniera simile alla mia cloth gli ultimi raggi di luce solare. La cosa più curiosa era la benda che copriva gli occhi, spingendomi a chiedermi il perchè della presenza di tale oggetto. Con una voce
    delicata e sottile salutò entrambi, sebbene sembrasse leggermente riluttante mentre si avvicinava. Senza dubbio un soggetto alquanto insolito anche lei.

    -Constato con piacere che siamo sempre più numerosi. Lieto di fare la sua conoscenza, signorina. Immagino siate stati indirizzati qui anche voi dalla Dea, o sbaglio? Immagino che il suo volere fosse appunto quello di farci incontrare-

    A parte i due guardiani della foresta greca e il povero Kidest non avevo mai incontrato altri cavalieri devoti alla mia stessa Dea e questo mi faceva presupporre che proprio per ovviare a questa disorganizzazione interna Gea ci aveva fatti incontrare in quel luogo.

    Nome ~ Andrew Stars
    Energia ~ Gialla
    Status Fisico ~ Ottima forma
    Status Psicologico ~ Tranquillo
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Troppo lunga da riassumere, non ne ho voglia :zizi:

    Abilità ~ Nessuna

    Tecniche ~ Nessuna
     
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    IL LEONE E LA FANCIULLA


    CITAZIONE
    CITAZIONE
    sembrava più un qualche asceta moralista privo di umorismo ma in compenso dotato ancora di capelli.

    Loto Bianco's Style :deathmetal:

    Narrato; "parlato"; "parlato altrui"; °pensato°


    Per un paio di lunghissimi secondi Pai Mei restò in silenzio, il viso inespressivo come quello di un Buddha di pietra scolpito sulle montagne pakistane prima che i Talebani lo buttassero giù a colpi di dinamite.
    L'individuo che aveva di fronte -giovane, focoso, del tutto informale- era diverso da lui.
    Due opposti pensieri battagliavano nella mente di Pai Mei.
    Il primo era positivo, solare, come il cosmo che si intuiva sotto le fattezze per il resto alquanto comuni del ragazzo. Per quanto diverso, era come lui. Una consapevolezza irrazionale, eppure forte, e lo divenne ancora di più nel momento in cui l'oggetto del suo studio si rivestì di una daryan del tutto simile alla sua.

    °Un Leone dall'aspetto fiero, circonfuso di fiamme. Riesce a stento a dominare la forza che la Madre gli ha concesso, ma non dubito che ci riuscirà e la userà per il meglio.°

    L'altro pensiero era funesto e rivolto ad avvenimenti passati, sebbene non tanto quanto avrebbe voluto. Cercava di lasciarsi alle spalle ciò che era successo l'unica altra volta in cui aveva incontrato dei Custodi della Terra, suoi pari. Li aveva cercati con tanto accanimento, nel disperato tentativo di dimostrare di non essere solo a portare avanti la causa, ma il modo in cui era finita...

    Zittì questa seconda voce, con un perentorio atto di self-control. Decise che poteva fidarsi. Per il momento. Si concesse addirittura un breve scoppio di risa, atto che sarebbe stato a buon diritto registrato come "evento eccezionale" sul suo diario, se ne avesse tenuto uno.

    "Ho fatto un lungo viaggio per arrivare fin qui, e sembra che i miei sforzi siano stati premiati. Vengo dal Jamir, e sono membro del clan del Loto Bianco.
    Presumo che mi abbia udito molto bene anche tu"


    concluse tenendo sempre gli occhi su Andrew, ma rivolgendosi ora ad una terza figura.

    La ragazza era apparsa con un soffio di cosmo appena percettibile, non tanto perché poco potente, quanto perché ogni cosa in lei, persino il più piccolo gesto, era misurato, calibrato alla perfezione. Eppure naturale.

    Il suo incedere era quello di chi è consapevole di sé stesso ma frena i movimenti, per motivi che sulle prime a Pai Mei rimasero oscuri. Voltandosi a guardarla bene, però, credette di comprenderli meglio: sulle prime non aveva visto la benda sugli occhi, risultato forse di una ferita recente, forse di un'invalidità di più lungo corso. Considerando che la ragazza si muoveva con una certa agilità, propese per la seconda alternativa, e il cuore gli si colmò di austero rispetto. C'era sicuramente un motivo se la Madre aveva affidato una daryan ad una creatura all'apparenza così fragile. Dove viveva lui storpi, malati e invalidi non sopravvivevano a lungo.
    Gli abiti, tutti sulle tonalità del blu e dell'azzurro, riflettevano la pallida luce del sole e la restituivano sotto forma di alone che circondava l'eterea figura, che solo ad un occhio inesperto poteva essere scambiata per una qualunque ragazzina. Il viso, per quanto si poteva vedere, era pensoso e concentrato, come proteso nello sforzo di afferrare qualcosa. Viveva così ogni istante della sua vita? Come doveva essersi svolto il suo addestramento? Aveva mai...
    Pose un freno alle domande che lo sommergevano. Le risposte sarebbero arrivate. Non fece il minimo gesto per aiutarla ad unirsi a loro, ritratti viventi della salute. Dove viveva lui, se un invalido pensa di vivere per più di dieci minuti deve imparare a cavarsela.

    "Non vi nascondo che sono sollevato. Ho viaggiato in quasi tutto il mondo per trovarvi, compagni d'armi. Io sono Pai Mei."



    CITAZIONE
    Pg: Pai Mei
    Armatura: daryan della Tigre (grado IV, indossata)
    Stato fisico...


    ...bla, bla, bla. Quello che c'è da sapere si legge nel post, non ci sono azioni particolari,e stiamo benissimo, sia io che la daryan :asd:

     
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    A
    veva ascoltato la presentazione del possessore del cosmo più irruento e ne sorrise; già dalla sua presentazione, si poteva dire che era un ragazzo irruento il cui cosmo, faceva ancora un po’ fatica a controllarlo.
    Sorrise dolcemente, quasi divertita da quel ragazzo, quando sentì la risata dell’altro compagno presente; stranamente, quella risata la tranquillizzò un poco.
    Ascoltò il presentarsi anche dell’altro guerriero e sorrise; percepiva perfettamente la vibrazione vitale e calda delle Darian e l’assaporò profondamente, insieme al cantico della natura il quale, in quel luogo sacro, era più vitale e forte.

    << Piacere di fare la vostra conoscenza Andrew e Pai Mai, compagni, fratelli. Il mio nome è Demetra Caelum, detentrice della Darian di bat. >>

    Richiamò la sua Darian, che le si adagiò sul corpo con delicatezza, mostrando il perfetto contrasto tra il nero con sfumature castano rossicce del metallo e la sua pelle, mentre l’elmo che le copriva il capo, le giungeva fin sotto gli occhi, raccogliendole a volte i lunghi capelli e altre volte no.
    Si portò le mani all’elmo, togliendoselo dal capo e se lo mise sotto braccio, affiancandosi con moderazione a Andrew, per non invadere il suo spazio vitale; il sorriso continua a permeare sulle sue labbra, mentre con i piedi, ora nudi, assaporava la morbidezza della terra e la carnosa delicatezza dell’erba. Anche persa nelle sue sensazioni, prestava attenzione ad ogni parola o domanda che i suoi compagni facevano.

    << La Madre mi ha chiamato e mi ha detto di raggiungervi. Alla fine, è stata ella stessa a far si che, la nostra continua ricerca gli uni degli altri, si concludesse qui, in questo luogo Sacro. >>

    Nel parlare della Dea, la sua voce si intrise di amore e dolcezza, mentre con un sospiro leggero, quasi fosse un alito di vento e, allungando il braccio destro, compiendo un gesto gentile e di invito.

    << Sediamoci fratelli mie. Parliamo un poco tra noi per conoscerci, che ne dite? >>

    Gli porse quella domanda con voce gentile, attendendo una loro risposta.
    Appena l’avrebbe avuta, con attenzione, si sarebbe abbassata e seduta a gambe incrociate con l’elmo appoggiato sulle gambe e sarebbe rimasta quieta e tranquilla in attesa, che qualcuno parlasse.




    Demetra
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    Darian x Bat {III}
    Energia × Verde

    Stato Fisico x Ottimale
    Stato Mentale x Ottimale
    Stato Darian x Integra

    Abilità x Ultrasuoni / Iper-Sensi

    Tecniche Usate x

    Note Scusate il ritardo di risposta!^^""



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    La selva delle belve - Part III

    Non sapevo bene il motivo, ma mentre i miei compari si presentavano, rivelando di essere rispettivamente Pai Mei -e non Bruce Lee come avevo erroneamente pensato all'inizio- e Demetra di Bat, mi sentivo quasi un hippie, circondato da miei confratelli e consorelle che condividevano con me la causa e il cielo stellato sopra le nostre teste. Non che ci trovassi qualcosa di male, ma da bravo americano del sud ero cresciuto sentendo continuamente rammentare la pessima fama dei "figli dei fiori", quindi ero leggermente combattuto. Ovviamente non ero un fumato che andava in giro su un furgone dipinto a fiori predicando la pace e l'amore fra popoli, anzi, più volte ero venuto alle mani e ancora più spesso al cosmo per difendere le mie idee e non solo quelle, ma mi sembrava di notare una certa somiglianza con quei soggetti, soprattutto quando Demetra propose di sederci chiamandoci fratelli. Vabbe, erano dettagli, potevo anche lasciarli correre e non dargli peso. Come al solito la mia mania di analizzare tutto e tutti, comprese le parole e me stesso, mi stava facendo fare ragionamenti contorti privi di capo e coda.
    Con voce gentile al pari di quella di lei, risposi al Cavaliere di Bat

    -Volentieri, non vedo perchè rimanere tutti quanti in piedi quando ci si presenta l'opportunità di metterci comodi. So che dovrebbe essere un'occasione più formale, ma non ho mai apprezzato i protocolli di comportamento-

    Sapevo bene di non essere stato un esempio di eleganza fino a quel momento, non che me ne importasse in maniera particolare, ma non volendo aver arrecato offesa ai miei compagni, in particolar modo a Pai Mei, che sembrava il più rigido dei due, avevo ritenuto opportuno dare una breve spiegazione.
    Con un rapido movimento mi sedetti sull'erba fresca, sistemandomi a gambe incrociate per cercare la posizione più comoda, per quanto fosse possibile con le decorazioni della cloth che premevano contro le cosce scoperte.

    -E così siamo finalmente qui, anche se probabilmente non siamo tutti. Ho conosciuto altri nostri compagni in passato, ma non vedo nessuno di loro qui con noi. Spero solamente che siano bene e che non siano qui con noi per altri motivi meno tristi-

    Già, nessuno dei Guardiani della foresta greca era lì con noi... Gli eventi di quel giorno mi perseguitavano come spettri, destati dalla continua preoccupazione per ciò che il Cavaliere di Eris aveva fatto e aveva provato a fare ancora. No, non dovevo pensarci, ormai era troppo tardi per fare qualsiasi cosa, senza contare che mi trovavo a centinaia di chilometri da lì.

    -Mi rimane un solo dubbio da chiarire, però. Qual'è il motivo per cui la Dea ci ha fatti incontrare oltre al farci conoscere l'un l'altro? Mi suona assurdo che ci abbia richiamati dai nostri rispettivi impegni per una semplice riunione...-

    Sin da quando avevo realizzato che ero stato mandato lì per potermi incontrare con gli altri due Custodi mi domandavo il perchè dell'improvvisa necessità di farmi conoscere i miei alleati e, se gli altri due erano furbi anche solo la metà di me, anche loro probabilmente si erano fatti lo stesso quesito

    -...a meno che non ci sia un qualche cosa che richiede l'intervento di più di uno di noi. Ma non vorrei suonare paranoico, prendete questa mia ipotesi come tale-

    Nome ~ Andrew Stars
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    Status Psicologico ~ Tranquillo
    Cloth ~ Leone di Gea
    Status Cloth ~ Integra - Indossata

    Riassunto Azioni ~ Prima di fare tutta questa role non ci siamo posti un quesito fondamentale: a che scopo? :ehsi:
    A volte ci vorrebbe proprio qualcuno che organizzasse meglio le cose :asd:


    Abilità ~ Nessuna

    Tecniche ~ Nessuna
     
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    I CAVALIERI SI RIUNISCONO





    Narrato; "parlato"; "parlato Andrew"; "parlato Demetra"; °pensato°


    Fu così, dopo un tempo imprecisato, che guerrieri della Madre Terra provenienti da Paesi diversi, prima di allora totalmente ignari l'uno degli altri si riunirono di nuovo, dopo un tempo imprecisato. Ciò poteva voler dire pericolo, allerta, come ogni volta che una casta è chiamata a raccogliersi.
    Pai Mei aveva avvertito il richiamo della dea con maggiore urgenza delle volte precedenti, ma ciò non voleva per forza dire che un qualche disastro fosse imminente. Era stato come se Gea gli avesse suggerito di affrettarsi a raggiungere quella terra di confine tra Polonia e Bielorussia che costituiva le ultime vestigia della gradiosa foresta che un tempo copriva l'Europa intera. Come se là lo attendesse un regalo.
    In un certo senso era così. Le parole di Andrew, la riunione improvvisata creatasi dal nulla e senza un motivo apparente, tanto che anche il Leone si chiedeva cosa ci facessero lì, erano eloquenti a sufficienza per chi avesse saputo leggere i segni invisibili. Pai Mei lo faceva sin da piccolo.

    "Dici che hai conosciuto altri come noi, fratello"

    disse senza rendersi bene conto dell'appellativo con cui si era rivolto al cavaliere maschio.

    "Mi piacerebbe sapere com'erano fatti, perché lo stesso posso dire io. Come dicevo, è tanto che cerco coloro che come me indossano le darian della Madre, ma il mio primo incontro è stato una delusione."

    Ormai non sentiva più il groppo in gola di svariati mesi prima, quando era tornato dal Sudamerica. Poteva parlare liberamente, come se il perdono del Cielo o della Terra fosse sceso su di lui.

    "Fu su Isla Nublar, al largo dell'Ecuador. Portavano armature simili alle nostre, e mi avevano chiesto di unirmi a loro. Ben presto però mi fu chiaro che essi abusavano dei loro poteri per tornaconto personale. In seguito a una breve ma cruda battaglia, sono riuscito a ucciderli. E non solo perché altrimenti loro avrebbero ucciso me: penso che non meritassero il privilegio della nostra forza, il grande dono che costituisce l'essere cavaliere. Invece di essere devoti servitori della nostra causa, pensavano che gli altri dovessero servire loro."

    Un brivido di repulsione, nonostante il lungo lavoro psicologico fatto su sé stesso da quel giorno infausto, lo colse alla sprovvista. Cercò di occultarlo, per tornare alla consueta padronanza emotiva.
    Il cavaliere del Leone aveva alcuni anni più di lui, e l'aspetto di chi passa parecchio tempo all'aria aperta. Più alto e pesante di quanto non fosse il jamiriano, aveva l'apparenza di chi necessita dello stretto necessario per trovarsi a proprio agio ovunque. Ma non era detto che fosse proprio così: lo stesso Pai Mei, sotto la tunica monacale, nascondeva cicatrici che forse non sarebbero mai guarite...

    "Se ti chiedi il motivo per cui siamo qui, secondo me la reciproca conoscenza è più che sufficiente. Per me è un piccolo evento, e conoscere le circostanze che vi hanno portati sulla via che anch'io mi onoro di seguire sarebbe invero un onore."

    Accompagnò queste parole con un piccolo, cerimonioso inchino fatto solo con il busto, dal momento che si trovava ormai seduto con gli altri.

    "La mia setta forgia guerrieri che hanno uno scopo manifesto e uno occulto. Il primo è difendere le terre del Jamir quando i Saints ateniesi non sono in grado di farlo, oppure quando le vie che essi tradizionalmente percorrono si rivelano insufficienti. Il clan del Loto Bianco rappresenta l'ombra più oscura del potere con cui Athena ha sempre salvaguardato la mia terra natale.
    Il secondo scopo è noto solo a pochi, ed è la ricerca e il risveglio del potere primordiale della Madre Terra, Gea, che si concretizza nelle darian e nei loro portatori. Io sono il primo discepolo del Loto Bianco a conquistare una darian dopo tempo immemore. La nostra dea mi parla attraverso sogni, visioni a volte nitide, a volte confuse come foschia passeggera, ed è stato così che ho saputo di dovermi dirigere qui."


    Per uno come lui, era anche troppo. Attese che la sua mente formulasse altre frasi, ma sentì che per il momento non ce n'era bisogno. Era sempre stato più propenso ad ascoltare che a parlare.
    Voleva però essere lui a dare l'imbeccata all'altra persona presente, pesando le parole come se temesse che ciascuna di esse potesse farle del male.

    "E tu, Pipistrello? Per quali vie sei giunta qui?"

    Non sapeva bene come trattarla. Temeva di farla sentire compatita o inadeguata, due stati d'animo che per la sua forma mentis costituivano una condizione inaccettabile. La sua compostezza tremolò, come colpita, poiché egli si trovava di fronte a un genere di cavaliere che mai gli era capitato di fronteggiare, come nemico o come alleato.



    CITAZIONE
    Mah, per me la role è nata per guardarci in faccia l'un l'altro (scusa, Kas XDD) e per capire chi siamo. Inutile, per non dire dannoso avventurarci troppo in là per ora. Rilassiamoci :zizi:

    P.S.: tra non molto posto anche alle Montagne
     
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    narrato x parlato x pensato

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    L
    ì aveva invitati a sedere e, le parole di Andrew la portarono a piegare le labbra in un sorriso divertito e al contempo gentile.
    La voce del leone di Gea era burbera e un poco esuberate e seria; era un mix strano ma interessante per lei. Sì, si erano ritrovati lì perché la Madre lì aveva gentilmente invogliati ad andare, ma il perché le era ignoto.
    La Madre non lì aveva certo richiamati lì solo per fare quattro chiacchiere in pace e conoscersi a vicenda, tanto per sapere che faccia avessero.

    Ascoltò ciò che Andrew aveva da dire, dando voce al suo pensiero, quando anche Pai Mei prese a parlare in risposta a ciò che il leone aveva detto e lei, seguiva ogni loro parola, cogliendo anche la minima variazione del loro tono di voce; era fatta così. Silenziosa e tranquilla, fatta per non dare troppo nell’occhio. Le piaceva ascoltare le voci dei due confratelli, la faceva sentire in un qualche modo sicura e rilassata, mentre l’energia che circondava quel luogo, pareva accarezzarla e sorriderle con dolcezza, lieta che si senta finalmente bene e, in una qualche maniera, a proprio aggio e senza alcuna preoccupazione.

    Inclinò il capo nell’ascoltare il racconto di Pai Mai, ma non disse nulla, ne nessun pensiero di congettura o altro le prese forma in testa. Quella era la storia di un ragazzo che era cresciuto e aveva lottato, lottando anche in quel momento, per ciò a cui teneva e per proteggere la loro amata Madre. Si ritrovò a sorridere nuovamente, quando gli parlò di come la Dea comunicava con lui. Visioni. Lei non sapeva come fosse fatto il mondo esterno. Ne aveva un’immagine vaga data dalle onde sonore che si infrangevano contro gli oggetti solidi, ma non altro. L’unico colore che conosceva era il nero. Quello che vedeva tutto i giorni, ma le sensazioni che gli altri suoi sensi le davano era, per lei, come un regalo. Percepiva cose che gli altri a fatica percepivano, se non dopo parecchi anni di esercizio e lei ne godeva e si dissetava di quelle sensazioni, trovando in esse la pace che caratterizzava il suo animo e la sua mente.

    Quando sentì la domanda di Pai Mei, mosse leggermente il viso verso di lui, percependo una certa incertezza nel suo tono ma, il giovane, lo aveva nascosto bene; sapeva che la sua condizione a volte creava uno stato di disagio nelle altre persone e che non sapevano come comportarsi con lei. Non gliene faceva una colpa e non se la prendeva neppure tropo. Rivolse un sorriso gentile e quieto al giovane venuto dal Jamir, come per tranquillizzarlo.

    << Sono nata a Praga, ma da che ricordo, sono sempre vissuta in un orfanotrofio, venendo bistrattata dagli altri bambini perché ero diversa da loro. Fino a che non incontrai il mio maestre e padre adottivo il quale, mi crebbe, facendo aumentare in me l’amore e il rispetto che già provavo verso la Madre, sin da quando ero piccola. >>

    Raccontò brevemente la sua vita, con tono calmo e gentile, senza aggiungere altro. Dopo tutto, su di lei non c’era poi molto da sapere e di certo, non voleva attirare la compassione dei suoi compagni, visto che non ve ne era alcun bisogno.

    << Voi siete i primi fratelli che incontro. Prima di voi ho incontrato un Marine di Poseidone il quale mi ha aiutato per… >>

    Tacque qualche istante, quasi incerta, ma riprese subito, quasi non si fosse interrotta.

    << adempire ad una richiesta del mio maestro, nonché padre adottivo. E poi ho incontrato un altro guerriero. Mi creava ribrezzo. >>

    Al ricordo di Dastan, lo Specter incontrato qualche tempo prima, un brivido le percorse il corpo, mentre le vecchie ferite le pulsavano per un attimo, ricordandole il vecchio dolore.

    << Ho combattuto. Ma in fondo al mio cuore quel cosmo oscuro e mortifero il quale anellava alla distruzione, ma ha profondamente spaventato… >>

    Mormorò con voce bassa e apprensiva, mentre stringeva le mani in grembo tra loro, nel tentativo di estraniare quelle sensazioni negativa le quali, non riuscivano a prendere forma in parole, ma solo in gesti ed espressioni. Scosse piano il capo, scacciando quei pensieri e lasciando che i lunghi crini di luna le carezzassero il viso e le spalle, come una carezza leggera insieme alla leggera brezza e alla sua voce.

    << Diversamente da voi, la Dea mi ha guidato qui con la sua voce. Non avendo mai visto il mondo esterno, essendo priva di occhi, la Dea mi parla e mi indica il percorso con la sua voce. A volte canta e la natura tutta, intona il meraviglioso canto della vita con lei. È sempre un piacere ascoltarla come buon giorno, quando mi sveglio al mattino e come ninna nanna, quando mi corico alla sera. O anche solo per trovare conforto in momenti difficili. >>

    Nel parlare del canto che ogni giorno della sua vita la seguiva, la sua voce prese una nota di profonda dolcezza e affetto, nel raccontare ai compagni come fosse giunta da loro e sorriso.

    << Sono davvero felice di avervi incontrato. Sapevo di non essere da sola, ma adesso, conoscendovi, mi sento più sicura e tranquilla. >>

    Mormorò nuovamente, con voce melodiosa e dolce, restando in silenzio e lasciando che fosse uno dei suoi due compagni a continuare il discorso; aveva intuito in minima parte che Pai Mei era come lei. Un ottimo ascoltatore non molto propenso a parlare, ma Andrew invece, sembrava un persona a cui piaceva scambiare qualche parola con gli altri ma quelle, erano solo le prime impressioni che aveva colto dal loro cosmo e dal loro modo di porsi e parlare.


    2vjplrk

    PG × Demetra | Darian x Bat {III} | Energia × Verde

    Stato Fisico x Ottimale | Stato Mentale x Ottimale | Stato Darian x Integra



    AbilitàTecniche

    Ultrasuoni x Questa abilità, permette a chi ne fa uso, di produrre con il solo ausilio del proprio corpo, diversi tipi di onde sonore a frequenze variabili. Gli ultrasuoni, sono delle onde meccaniche sonore. A differenza dei fenomeni acustici propriamente detti, le frequenze che caratterizzano gli ultrasuoni sono superiori a quelle mediamente udibili da un orecchio umano.

    Sensi Sviluppati x E' un'abilità che si sviluppa con il tempo, la dedizione e la pazienza. Tale abilità, permette di sviluppare i quatto sensi di cui l'essere umano è in possesso e accuirli, rendendo il soggetto più sensibile al mondo che lo circonda.



    tecnica x Nessuna





    Note x




    Edited by Kasdeya Dreak - 8/3/2013, 17:26
     
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