α & Ω la fine o un nuovo inizio?

quest up x gab e violet

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    Quest x Up :Violet e Gabriel






    "α & Ω la fine o un nuovo inizio?."



    C
    ’era una giornata strana e il cielo di Venere sembrava oscurato da una fittissima coltre di nebbia che non se ne voleva andar via. Era davvero uno spettacolo noioso e al quanto insolito.
    La nebbia tutta via non era solamente tranquilla,ma celava molto più al suo interno come quello strano “buco nero” nel cielo che si stava formando da cui una grossa quantità di energia di addensava e dopo qualche minuto fece cadere una colonna di luce nera verso la terra facendo tremare tutto il cielo i venere. Chiunque nelle vicinanze se ne sarebbe accorto o l’avrebbe vista, poi più niente, quella colonna scomparve e tutto tornò a tacere.
    Astrid forse se ne sarà accorta, ma non poteva più andare a vedere cosa era successo, perché? Perché “quello che era successo” stava andando da lei. Infatti nella sua dimora poteva avvertire avvicinarsi alcuni cosmi che non aveva mai sentito fin ora e riusciva a vedere anche delle sagome oscure , tutte della stessa altezza che camminavano facendo uno strano rumore echeggiante, ipnotico e in un certo senso “marziale” verso di lei tra la penombra della su dimora. Si fermarono ad una certa distanza ed era difficile stabilire quanti fossero, ma la stavano circondando . Adesso ciò che poteva notare di queste strane figure era che erano vestite tutte con una divisa militare nera e portavano con se alcuni fucili, che però non sembravano armi generalmente“convenzionli” erano strani perché la loro bocca da fuoco era collegata ad un piccolo serbatoio in cui all’interno c’era una specie di liquido blu luminoso. Le figure guardarono la specter e gli puntarono contro le loro strane armi, poi una voce oscura proveniente dal nulla inquietante, però allo stesso tempo anche umanacon un forte accento tedesco.

    << Riponi la tua aggressività specter o verrai annientata. Veniamo in pace da un futuro lontano e vogliamo semplicemente parlarti. >>.

    La frase echeggiava nell’aria, poi i soldati armati divisero la loro fila al centro, come a voler permettere di far entrare “qualcuno” e quel “qualcuno” si stava facendo avanti. Gli occhi di Astrid poterono vedere di chi si trattava e a discapito della voce tanto grossa si ritrovò avanti un uomo molto anziano seduto su una carrozzina trainata da una ragazza dai lineamenti giovani e dai capelli rossi corti e occhi verdi , indossava una divisa da donna composta da una giacca e una gonna lunga fino al ginocchio, mentre l’anziano uomo dai capelli bianchi e occhi azzurri di ghiaccio, aveva una divisa nera da altissimo ufficiale con gradi piuttosto elevati e broccata da medaglie e una croce di ferro al colletto con in mezzo uno strano simbolo che rappresentava un Aquila che portava tra gli artigli un teschio. in testa aveva un berretto a tesa larga con lo stesso simbolo.


    << Mi presento il mio nome è “Ω”ma sono solo “il principio”, molto lieto di conoscerti!.>>.



    […]



    Atlantide era immersa nella sua atmosfera surreale tra mare e la città dalle sette colonne che si innalzavano verso il cielo, ma qualcosa sembrava attirare l’attenzione.
    Una voce sottile femminile e leggera quasi infantile come vento si innalzò nell’aria, ma il bello e che non sentiva nessuno degli abitanti di Atlantide, no la voce la sentiva solo una persona, che la udiva chiara nel sonno: Jhoanna del Dragon Marino.


    << Aiuto…>>.


    Si sentiva, poi nel caso si fosse svegliata,l’avrebbe sentita ancora, anche se poteva sembrare solo una voce nascosta nel proprio io.

    << Ti prego aiutami, altrimenti sarà troppo tardi per fermare “lui”.Le sue “macchine” hanno aperto i portali e sono arrivati! … i suoi soldati “l’esercito della Morte!” uccideranno tutti …>>.

    Messaggi inquietanti di sventura arrivavano all’orecchio della giovane madre eppure ancora non si capiva da dove chiamasse quella voce, ma sicuramente era vicina, molto vicina, che sia proprio ad Atlantide?. Ad un tratto una colonna azzurra si innalzò dal tempio di Poseidone ed emanava un energia purissima ed irreale, forse era il momento di andare a vedere cosa c’era celato lì?


    jz757s




    Consigli Master



    traccia:

    Bene signori ecco l’up per voi due, mi sta macinando in mente un idea personale che forse potrebbe avere dei risvolti interessanti se seguirete i miei consigli, ma non anticipo nulla. Per ora come vedete ho voluto prendere due situazioni separate apposta, da una parte Violet si ritroverà faccia a faccia con tutti quegli strani soldati armati venuti dal (nulla???) e poi quell’ufficiale anziano seduto sulla sedia a rotelle che si fa chiamare Omega. Il compito della specter sarà semplice per ora, perché dovrà solo cercare di capire chi è veramente e cosa vuole e perché si ritrova improvvisamente così tanti soldati nel suo cielo .
    Per Jhoanna invece sente solo la voce infantile femminile che ha bisogno di aiuto e che dice cose strane e una strana “profezia di morte” e vede la luce azzurra uscire dal tempio di poseidone. Potrà decidere di andare a vedere .
    Ecco la vostra traccia iniziale , ovviamente prima che gli eventi possano venire a galla potete anche raccontare cosa facevate prima.
    Ultima cosa cercate di non fare “colpi di testa” sennò potrebbe capitarvi cose non proprio belle ai pg :asd:.


    turni:

    Violet
    Gab

    Buon divertimento















    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:55
     
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  2. Pisces no Astrid
     
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    »Pisces no Astrid - α & Ω la fine o un nuovo inizio?



    Parlato | Pensato | Narrato | «Psiche della Cinta - spirito interiore»





    Al cielo di Venere dovevano arrivare solo nemici già intercettati dal guardiano di Mercurio, oppure in alternativa gli ospiti.
    Astrid aveva trascorso molto tempo nella sua dimora eterna, era tutto pronto per schierarsi dalla parte di Hades quando il momento della guerra sarebbe infine giusto.
    Rose, veleno e trappole.
    Era questo ciò che attendeva i nemici che avrebbero osato profanare il Taj Mahal dell'Ade.



    Eppure non andò così. Qualcosa venne meno.
    Probabilmente si trattava di fortuna avversa: Astrid aveva scoperto un amore quasi maniacale per le usanze orientali dopo la sua visita nella Città Proibita. La missione che le era stata affidata aveva avuto naturalmente esito positivo, così aveva trascorso molto tempo a osservare: le piacevano gli abiti orientali, le loro tradizioni l'avevano affascinata al punto che aveva deciso di tornare presto in visita a quei posti. Non aveva avuto praticamente contatti con la gente eppure aveva provato una pace che le mancava da molto tempo.
    Gli ultimi incontri avuti con i suoi compagni di un tempo avevano dato l'esito sperato, ovvero staccarla completamente dal mondo e dagli ideali di Athena, mostrandole la reale faccia di un passato che ormai non era più suo. Astrid non era triste, semplicemente aveva preso atto di ciò che era accaduto ed era riuscita a metterlo da parte senza troppi problemi; adesso vedeva con molta più chiarezza il ruolo che le era stato assegnato. La missione in Italia si era svolta brillantemente, aveva potuto porre una difesa potente in quel luogo che ora sarebbe stato inaccessibile ai più, e inoltre aveva trovato dei validi alleati: Anastasia e Thorfinn si erano rivelati preziosi, in più le avevano mostrato come l'età, la nazionalità e le differenze non fossero ostacoli a un'amicizia sincera. Per quanto la donna fosse la meno incline a parlare, Astrid le era molto legata, così come all'esuberante nordico che non stava zitto un momento, anche a costo di diventare arrogante.
    La ragazza aveva invidiato la loro felicità, quella che lei non aveva mai veramente provato con un ragazzo, almeno mai per molto tempo; di rado ci aveva pensato ma osservandoli era giunta alla conclusione che qualcosa le era mancato. Ma non era il genere di persona che si metteva alla ricerca di qualcosa che non poteva trovare, nè c'era davvero necessità di averlo. Forse con il tempo sarebbe arrivato da solo, lo aveva pensato più volte e dal momento che aveva un'eternità a sua disposizione, non vedeva la ragione di affannarsi ad anticipare i tempi. Ora aveva altre priorità, soprattutto la guerra che prima o poi sarebbe scoppiata, e la difesa del cielo di Venere.
    L'onore le era piovuto tra le braccia in modo inaspettato; certo, Astrid aveva immaginato che Lord Hades le avrebbe fatto sapere la propria opinione una volta che la missione fosse stata conclusa, tuttavia la spectre non si era gettata nella mischia al solo scopo di ricevere qualcosa. Anzi, neppure se lo aspettava: nel momento in cui Lady Pandora le aveva detto di partire, Astrid aveva pensato solo al modo migliore di riuscire. Non combatteva per un premio ma non poteva negare che una riconoscenza di tale portata aveva il suo fascino; Astrid aveva provato un'empatia istantanea con la sua attuale dimora, era perfetta per lei, e come prova della riconoscenza nei confronti di Hades, non avrebbe permesso ad alcun nemico di oltrepassare i confini del suo dominio.
    «Sta per accadere qualcosa di sbagliato...» Astrid percepì distintamente la voce di Psiche farsi largo tra i suoi pensieri; ormai non sobbalzava neppure più, si era talmente abituata alla presenza del suo nuovo amico che se ne fosse stata privata, forse ne sarebbe persino morta. In maniera definitiva naturalmente... Il loro era un rapporto strano, parassitico per certi versi: lui si nutriva dei suoi pensieri e pretendeva di darle sempre la sua opinione, oltre a non poter mai dire di essere veramente sola.
    Lui c'era. Sempre. Anche e soprattutto quando non doveva esserci. Allo stesso tempo era però utile; grazie a Psiche, Astrid aveva sviluppato una mentalità differente, ed era diventata molto simile a una guerriera senza pecche. Il metro di valutazione che ora utilizzava in presenza di un avversario era stato modificato: non si sarebbe di certo mai permessa di colpire qualcuno senza motivo importante, tuttavia Astrid era diventata molto più combattiva e meno tentennante.
    Ora le parole non erano tutte oro colato.
    Ogni singola cosa andava valutata nella giusta misura: anche un nemico poteva diventare potenzialmente un alleato, anche se mai per un tempo troppo lungo. La guerra si combatteva dalle parti opposte di una linea e di rado la si doveva varcare, salvo per una ragione precisa; era questo che l'ex guerriero di Afrodite le aveva sapientemente insegnato, ovvero a valutare e capire come servirsi di ogni situazione pur senza comportarsi in modo troppo diverso da come era sempre stata. Forse i suoi vecchi compagni avrebbero faticato a riconoscerla, e di sicuro avrebbero detto – come alcuni avevano effettivamente già fatto – che era posseduta, che qualcosa la corrompeva e che il suo cosmo era divenuto malvagio.
    Astrid sapeva meglio di tutti che non era così, semplicemente le tinte rosate del cosmo che ora possedeva, erano diventate nostalgiche e in principio persino tristi. Ora quella sensazione era scomparsa, lasciando al suo posto un totale senso di appagamento. La ragazza sapeva meglio di tanti altri che a volte era proprio tra i buoni che si nascondevano i malvagi, che mascheravano la loro natura vestendo vestigia note per servire quella che veniva chiamata la giustizia.
    Lo sguardo della ragazza – che in quel momento stava camminando pigramente per i giardini della sua dimora – venne rivolto al cielo: effettivamente nell'aria c'era davvero qualcosa di strano, era come se tutto preannunciasse l'arrivo di una disgrazia o, almeno, di qualcosa di poco piacevole. Di rado si vedeva la nebbia, soprattutto così fitta, e i raggi del sole erano pesantemente offuscati da quello scenario; le parole di Psiche si dimostrarono veritiere poco dopo quando di colpo, senza alcun preavviso, il cielo... si aprì. La ragazza sbattè le palpebre un paio di volte chiedendosi se non stesse sognando: qualcosa di nero era apparso sopra di lei, attraversando le nuvole e emanando una forte energia. Sembrava una colonna ma non riusciva a capire da dove fosse uscita, e perchè non avesse percepito una battaglia provenire dalla dimora del guardiano di Mercurio.
    Che fosse stato abbattuto? No, pareva proprio che non ci fosse stato alcun duello dato che non aveva davvero percepito alcun cosmo... E come era possibile? Per arrivare a lei c'era il passaggio obbligato a Mercurio, da quello che ne sapeva lei non potevano esserci altri modi per... Astrid fu costretta a gettarsi a terra quando tutta la sua dimora tremò, come se un improvviso terremoto si fosse abbattuto sul cielo di Venere; si rimise in piedi quasi subito, cominciando a chiedersi cosa diavolo succedeva. Adesso molti cosmi si potevano percepire, come se fossero comparsi da questa colonna nera, quasi fosse un mezzo di trasporto. «Ma che accidenti sta succedendo?!»
    Astrid era sconvolta, poteva solo osservare tutto quello che stava succedendo senza poter fare nulla per impedirlo; la fortuna – se così poteva chiamarla – era che disponeva di un certo numero di difese già posizionate come l'ammaliante profumo della Royal Demon Rose – c'erano interi cespugli sparsi per l'area – e le acque avvelenate dei canali. Tuttavia fu costretta a osservare la schiera di persone che avanzavano, puntandole contro delle armi. Le iridi viola di Astrid furono attraversate da un lampo d'ira, accentuato dopo aver sentito le parole minacciose che le erano state rivolte. Tuttavia non perse di vista quegli strani esseri, chiedendosi perchè si preoccupassero di circondarla se il loro intento era quello di parlare e basta; la spectre non fece una piega e osservò l'ultimo arrivato, un uomo anziano con un accento tedesco e un'uniforme che stava seduto su una sedia a rotelle spinta da una donna.
    La ragazza non capì il senso di quelle parole, anche riflettendoci si accorse di non riuscire a comprendere tutto: mosse un paio di passi in avanti, per nulla intimidità di fronte a quell'esibizionismo di pessimo gusto. Non sorrideva, la sua espressione era dura ma non aggressiva. «La sola aggressività che vedo è la vostra. Dì ai tuoi sgherri di abbassare quelle armi: se il vostro intento è solo quello di parlare, allora non ne avranno bisogno, e in caso contrario sappiate che state invadendo un luogo che fa parte della giurisdizione di Hades. Devo considerarvi degli invasori?»
    La ragazza inarcò un sopracciglio, consapevole di avere detto solo il vero. «Ascolterò quello che avete da dire solo a queste condizioni: siete giunti qui senza avvisare, profanando un luogo sacro. Sono anche troppo generosa, ma la cosa non durerà a lungo.» Astrid sapeva di dover difendere quel luogo e di certo non aveva parlato in modo arrogante, al contrario nonostante la sua voce fosse ferma, suonava ammaliante e decisa. In ogni casa c'erano delle regole, e quelle erano le sue.
    L'altrimenti era implicito e decisamente chiaro.





    » Astrid- Energia Viola - Gold Spectre di Pisces, Note varie



    eccomi :riot: ribadisco che Psiche è dentro Astrid, non può essere percepito :nono: quindi le parole le sente solo lei xd
    e mi pare ovvio che Astrid reagisca :asd: fai abbassare quei fucili o te li mangia XDDDD

     
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    Certe volte ad Atlantide le giornate non passano mai. Nonostante fosse la parte più insopportabilmente noiosa del suo dovere come marine shogun, Johanna sapeva che almeno ogni tanto doveva rimanere sotto l'oceano a fare la guardia alla sua colonna, come del resto faceva Silva di tanto in tanto...o almeno aveva capito così. Tenendo conto dei loro doveri e dell'effettiva estensione di Atlantide, Johanna non vedeva il suo simpatico collega troppo spesso, come in quella giornata, che sembrava infinita.
    Coperta dalla sua scale, Johanna stava seduta sull'ultimo gradino della scalinata di fronte alla colonna, con il mento appoggiato sulle ginocchia. Davanti a lei si consumava uno strano spettacolo, che non si sarebbe aspettato da due dei suoi sottoposti preferiti, i cui nomi veri le sfuggivano sempre; li chiamava come facevano tutti, Soarin' e Caramel. Non aveva idea del perché. In quel momento i due erano assegnati alla sua colonna e stavano quasi per venire alle mani tra di loro, durante il culmine della loro accesa discussione, di cui Johanna capiva poco o nulla.

    DARTH REVAN GLI ROMPE IL CULO A STARKILLER!


    Gridò Soarin, scrollando il suo compagno d'armi per il colletto della corazza/uniforme dei guardiani di Atlantide.

    STRONZATE!

    Berciò di rimando Caramel con una mano prepotentemente piantata sulla fronte di Soarin. Johanna rimase in disparte, non era la prima volta che i due discutevano così animatamente su di due personaggi, e solitamente finivano per accordarsi su di un terzo. Non poteva giurare che potesse accadere ogni volta, visto che tendevano a riferirsi a cose di cui non sapeva nulla. Di tutta la discussione aveva capito solo la parola Darth.
    Sospirò, appoggiando la fronte ai paraginocchia dorati, scoraggiata. Con la scale indosso non riusciva a tenere l'orologio, perciò non aveva la più pallida idea di che ore fossero. Forse i due, così intenti a picchiarsi, avevano dimenticato di avvertirla e stava facendo tardi per andare a prendere Diana da scuola. Sbadigliò rumorosamente, ed eventualmente si appisolò, sopraffatta dalla noia. Pochi minuti sollevò il capo di scatto, svegliatasi di soprassalto.

    Avete sentito?


    Chiese Johanna, con voce abbastanza alta da farsi sentire sopra le urla di Soarin, bloccato da Caramel in una Boston Crab. I due si fermarono un istante, per poi scuotere il capo.

    No boss, nulla.

    Disse Soarin, come se nulla fosse. Johanna si tolse l'elmo e si sturò l'orecchio con il mignolo, convinta di aver sentito la parola "aiuto" molto chiaramente. Forse era stato un sogno. La voce continuò, con una richiesta di aiuto ancora più accurata e inquietante. Johanna sentì un brivido gelido scorrerle lungo la schiena; chi doveva essere fermato, assieme alle sue macchine?? Chi avrebbe ucciso tutti. Il suo cuore accelerò rapidamente i battiti, mentre si guardava intorno in cerca della fonte della voce. Scattò in piedi, visibilmente in ansia, al punto da far interrompere la scazzottata dei due soldati, che la guardarono preoccupati.

    Boss, tutto a posto?


    Chiese Caramel, che si teneva la guancia gonfia. Johanna non rispose, continuando a far saettare lo sguardo in tutte le direzioni, finché non venne catturato da una lontana luminosità, che all'inizio si confuse con la purezza del mare pomeridiano in cielo. Una colonna di vera e propria luce era comparsa dalle parti del tempio principale di Poseidone. Lasciando alle sue spalle due costernati soldati, Johanna si precipitò in direzione della luce.

    Narrato ~ Pensato ~ Parlato


    Johanna
    Scale ~ Seadragon [V]
    Energia ~ Rossa
    Stato Fisico ~ Ottimo
    Stato Mentale ~ Ansia
    Stato Armatura ~ Indossata
    Abilità ~
    Tecniche Usate ~


    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:55
     
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    "α & Ω la fine o un nuovo inizio?."



    C
    a venuta dello Specter o in questo caso “la Specter” dei Pesci non suscitò nessun tipo di timore alle truppe armate, che stranamente non ostate le evidenti trappole fatte di rose e veleno, non sembravano minimamente sentirne di quegli effetti. Essi rimasero lì immobile e non obbedirono alle parole della ragazza, dopotutto non era la loro “padrona”.


    “Mmmm… la fragranza dei fiori “maledetti” del cavaliere dei pesci, un’arma senza dubbio interessante, bella e molto insidiosa …”.


    Il vecchio Omega guardò la ragazza con aria interessata, ma di certo non sembrava essere abbagliato o sorpreso della sua bellezza e neanche dal suo verbo pronunciato. Certo aveva percepito il potere dei suoi fiori e delle sue trappole, ma tutto era completamente uguale a prima. Il vecchio ufficiale non faceva una piega .

    “Tuttavia diventa inutile di fronte al “vero potere”, inutile come gli dei stessi .”.

    Emise un sorriso sardonico , poi alzò la mano destra e tutti i soldati ritrassero i loro fucili con un movimento marziale sincronico, ponendo i fucili a terra con il calcio e seguendo un “attenti “ perfetto, erano davvero strani però che fossero semplicemente “umani”.

    “Comunque hai ragione non c’è motivo di puntarti addosso i fucili , perché adesso come ti ho detto parleremo e ti chiederò soltanto una cosa. Il tuo aiuto per la ricerca del soggetto“ Alpha 64”.Ho voluto scegliere un servitore di Ade perché ancora non vi siete estinti in quest’epoca e siete gli unici in grado di percepire la presenza di Apha, lei ha voluto nascondersi,anzi l’”hanno fatta nascondere” anche se probabilmente non se ne sarà resa neppure conto, qui da qualche parte in quest’ epoca, ma il suo “stato d’essere” la “ingannerà”.Dopo tutto qualcuno che in se ha una probabilità di vita pari a zero e che viaggia sulla terra solo perché glie lo hanno concesso le nano macchine è come se fosse già morto. Quindi trovare un “anima vacante” non sarà poi così difficile per un cavaliere di Ade o sbaglio? ”.

    Omega non si aspettava una risposta positiva fin da subito, probabilmente la ragazza avrebbe anche fatto parecchie domande se lo sentiva e lui le avrebbe risposto fino a quando gli conveniva, poi se lei non avesse accettato le sue condizioni avrebbe trovato un altro modo per farla accettare, ne aveva mille una personalità come lui, ma d’altronde stava sempre parlando con una persona del’”era delle divinità”, quindi meglio accertarsi su ciò che voleva fare.
    Intanto che la specter decideva, il vecchio manteneva il contatto telepatico con le “Sentinelle” che aveva mandato in perlustrazione , chissà magari avrebbero trovato una pista su cui poter indagare ancora con più facilità.

    […]



    Ad Atlantide intanto Johanna di Sea Dragon aveva percepito la strana energia apparsa e assistito alla manifestazione di luce che si era vista dal tempio di Poseidone.Una volta che si fosse avvicinata la generalessa avrebbe continuato a percepire la strana energia di prima molto vicino, ma eppure lì dentro non c’era ancora nessuno. Una cosa molto strana.

    << Aiuto mi sta cercando. Ho paura è vicino.>>.

    Ancora quella voce in testa, poi ecco che finalmente vicino al trono di Poseidone ai suoi piedi una figura minuta iniziò ad intravedersi.


    << Eccoti, sei qui per salvarmi vero?>>.


    La figura viene illuminata dalla flebile luce dei bracieri vicino e agli occhi di Johanna riuscirono ad intravedere la forma minuta di quel piccolo essere. Era una bambina di circa otto anni capelli corti biondi, occhi azzurri . Portava addosso una tunica bianchissima a mezze maniche e sulla testa aveva una corona si fiori , mentre dalla schiena spuntavano fuori due alette bianche.

    NNyqg


    Guardava Johanna spaesata e in qualche modo anche intimidita perché non sapeva se era venuta per aiutarla o portarla via.I suoi piedini scalzi la fecero indietreggiare, ma ancora non aveva parlato se non mandato quei messaggi strani alla generalessa.

    “Ciao. Io mi chiamo Alpha.Sono contenta che hai risposto al mio richiamo, forse non sei cattiva anche tu con me. Tu non sembri uguale a quelle brutte e cattive “macchine” del “nonno”. Sai loro sono tanto, tanto cattivi con me, ma non ne capisco il motivo , io non gli ho fatto niente, ma loro dicono che sono l’unica che può avere il “contatto” con quell’altra “brutta cosa”che c’è nell’ “altro mondo”, ma io non voglio vederla mi fa tanta paura, è cattiva come il “nonno” .Però poi ho solo visto quella “luce” che si apriva, non so chi l’ha aperta, forse gli “amici” e poi sono finita qui. Mi aiuti a tornare a casa e a sconfiggere le “macchine del nonno “ cattive?”.

    Ad un tratto qualcosa fece tremare il tempio. La piccola Alpha andò dietro le gambe di Johanna, poi la parete ovest del tempio iniziò a crollare e apparvero due esseri armati colossali,circa due metri di stazza,con un armatura di colore violastro e sfumature blu ai piedi. dagli occhi rossi come fuoco .

    eLnti


    Il loro movimento non era umano, erano senza dubbio automi di massima fattura che però fin ora non si erano mai visti.Per lo meno nell' epoca conosciuta...


    -Obbiettivo : Soggetto 64 raggiunto. Modalità di ricerca in stand bay. Procedere al prelevamento!-.


    Le due macchine si avvicinarono a Johanna e alla bambina.

    -Rivelazione , ostacolo. “Cavaliere dell’ era delle divinità”. Programma di operazione caricato: Terminare, distruggere, Terminare, distruggere, Terminare, distruggere.- .

    I due automi non sembravano avere intenzioni amichevoli…




    jz757s




    Consigli Master



    traccia:

    X Violet:

    I soldati per qualche oscuro motivo sono insensibili al tuo veleno. Il vecchietto sembra proprio che ti stesse cercando, il suo obbiettivo è una certa “Alpha” di cui ovviamente non puoi sapere niente. Ti parla di cose che non puoi capire, però vuole il tuo aiuto perché pare che Alpha sia un “Anima errante” e quindi in quanto specter Il vecchio Omega vuole il tuo aiuto per ritracciarla.Se vuoi in questo frattempo per capirci di più prima di accettare puoi fare delle domande, ma non è detto che Omega ti risponda a tutto, sembra essere un tipo riservato.

    X Gab:

    Incontri Alpha la bambina che vuole il tuo aiuto e come puoi vedere anche lei parla di cose apparentemente senza senso, fatto sta che dopo arrivano questi due colossali automi che se la vogliono portare via . Cosa farà Johanna?Hai delle opzioni o combatti o puoi scappare in modo da non far rischiare niente alla bambina. In base a ciò che farai ci sarà una conseguenza.


    turni:

    Violet
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    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:55
     
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    »Pisces no Astrid - α & Ω la fine o un nuovo inizio?



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    Astrid non si mosse durante tutto il racconto dell'uomo anziano; stava ancora cercando di capire in che modo fosse riuscito ad abbattere così facilmente le difese di Mercurio per giungere a lei. Esisteva forse un modo di arrivare ai Cieli senza passare per gli altri Guardiani? Da quello che lei ne sapeva l'accesso ai Cieli era sigillato - ci aveva pensato lei, dopotutto - e allora come si spiegava quella strana apparizione? Con la coda dell'occhio osservò i movimenti delle sue guardie: se le rose e le trappole non avevano alcun effetto su di lui, forse il problema era più grave del previsto. Nessuna persona poteva dirsi immune a quegli effetti, neppure chi padroneggiava il veleno; o aveva a che fare con persone simili a lei, oppure... Un'idea le balenò in mente ma sembrava assurda; osservò il modo di muoversi così a comando e cominciò a pensare che potevano anche non essere umani. Sembravano quasi delle macchine, magari dei computer? Sembrava un'ipotesi assurda ma non avrebbe saputo spiegare diversamente ciò che vedeva: riportò la sua attenzione sull'uomo nella carrozzina, cercando di assimilare quante più informazioni possibili.
    «Per prima cosa dì ai tuoi sgherri di rimanere qui. Non siamo in Ade, non hanno niente da cercare e neppure riuscirebbero a entrare.» La infastidiva saperli in giro anche se era la prima a sapere che senza la sua chiave d'oro era impossibile entrare nel suo mausoleo; quella non era in vista, la teneva al collo con una catenina d'oro e non era visibile dal momento che stava sotto l'armatura che indossava. Riportò di nuovo l'attenzione sull'anziano seduto sulla carrozzina: quello che aveva detto non le piaceva ma soprattutto non riusciva a capirlo appieno. Se cercava quell'anima, cos'era venuto a fare lì, al Cielo di Venere?
    «C'è una cosa che non capisco: per cercare un'anima avresti dovuto andare in Ade, qui non saprei dove se ne possa trovare una. Forse dovresti andare dallo spectre che presiede il primo tribunale, lui sa tutto sulle anime e di sicuro ti sarà utile molto più di me.» La spectre sapeva che era vero, in fondo lo spectre di Barlog - se mai esisteva - era il più indicato per le questione dei registri; Astrid non l'aveva mai incontrato ma era al corrente del fatto che fosse lui a possedere un particolare libro e che era al corrente di tutto ciò che accadeva all'interno dell'Ade. Gli occhi della ragazza erano fissi sul suo interlocutore: perchè aveva bisogno di quell'anima, a cosa gli serviva? «Come mai cerchi Alpha? Ha forse commesso qualche crimine particolare... o perchè lei dovrebbe essere convinta che vuoi farle del male?»
    Erano domande legittime e Astrid sentiva l'approvazione di Psiche dentro di lei, come se l'ex-guerriero di Afrodite fosse d'accordo con i quesiti che stava ponendo. Lo stato di guardia non era certo stato abbassato, al contrario, ma per il momento poteva attendere di avere il quadro completo della situazione per decidere come agire.


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    Johanna corse agilmente, saltando da un banco corallino all'altro, per raggiungere quella voce che le era parsa tanto spaventata. Nella sua ottica semplicistica nessuno poteva essere così spaventato senza una buona ragione, quindi se si fosse mossa abbastanza in fretta, era sicura che sarebbe riuscita ad evitare quel fantomatico disastro.
    La luce proveniente dal tempio di Poseidone aumentava di luminosità ad ogni metro che si avvicinava, di pari passo con la sua ansia. Chi poteva mai essere così tanto in pericolo nel centro esatto del dominio di Poseidone? Va bene che ancora il loro dio non si era fatto vedere, ma andare a cacciarsi nei guai proprio nel suo tempio le sembrava eccessivo; ciò non toglieva nulla al fatto che era suo dovere morale fare qualcosa. Il fatto che ne Caramel ne Soarin avessero sentito nulla non l'aveva minimamente turbata.
    Fece un ultimo salto, scendendo giù per un piccolo dirupo dopo aver tagliato per le terre disabitate e "selvagge", dove alcune delle creature marine la guardarono interrogativamente, e una volta arrivata alla scalinata del tempio percorse i gradini a tre a tre, rischiando di inciampare un paio di volte. Per lei era quasi un record personale. Una volta entrata nella penombra del tempio, Johanna si arrestò con una lunga scivolata, facendo stridere i tacchi sul marmo del pavimento. I suoi occhi stavano ancora cercando di abituarsi alla scarsità di luce quando una voce familiare si fece sentire nuovamente. Eppure non vide nessuno. Con il fiatone si guardò intorno, cercando l'origine della voce, strizzando gli occhi, convinta che ci fosse qualcuno in quel buio.
    L'attenzione del drago marino venne attirata da un movimento vicino ad uno dei bracieri e si avvicinò di qualche passo, continuando a stare a occhi socchiusi per distinguere la piccola figura che aveva intravisto. Quando si fu avvicinata a sufficienza riuscì a vedere: per un brevissimo istante pensò fosse sua figlia, visto che l'età era simile così come lo era il colore dei capelli, tuttavia questa aveva gli occhi azzurri ed era vestita in un modo che Diana non avrebbe mai accettato, troppo da femminuccia secondo lei, sopratutto la coroncina di fiori. Sollevò un sopracciglio quando riuscì poi a distinguere le alucce candide che aveva sulle spalle dal vestito dello stesso colore. Era una bambina che chiedeva di essere salvata? Nessunissimo problema per Johanna, era una di quelle questioni per cui avrebbe dato la vita. Il suo istinto materno si attivò letteralmente, allargando le braccia per accoglierla tra di esse e confortarla e cercare di farla sentire a suo agio, poiché in quegli occhioni leggeva paura e diffidenza nei suoi riguardi.

    Tranquilla, io sono buona!

    Affermò Johanna con quel suo tono da mamma. Quando la bambina parlò confermò definitivamente che era stata lei a mandare quei messaggi attraverso la sua mente, possibile che così piccola avesse già dei poteri?

    No no tranquilla, io non sono una macchina, guarda...


    La incoraggiò Johanna, afferrandosi la guancia con le dita e tirandola, facendosi male ma dimostrando che quella non era gomma ma carne. Non aveva idea di chi potesse essere questo nonno con le macchine cattive, ma lei era buona e di carne, di questo ne era abbastanza sicura, diciamo al novantacinque percento. Di tutto il resto del discorso non capì praticamente nulla.

    Certo che ti aiuto.

    Aggiunse, e le sorrise. Il tempio tremò e Johanna rizzò le orecchie. La parete laterale esplose letteralmente e dal fumo e calcinacci emersero due enormi persone, avvolte di armatura e dagli occhi luminosi. I possenti motori che rimbombavano sotto quella loro pelle tradirono la loro natura, facendo intuire a Johanna che in verità quelli non erano uomini ma le "macchine cattive". E come ci erano arrivate lì?
    Le macchine cominciarono a ciarlare come fanno i robot nei film, e apparentemente avevano notato la presenza di Johanna, che si sentì tirata in causa alle parole "cavaliere dell'era delle divinità".

    Oh-oh...


    Il cavaliere di Seadragon fece ardere il suo cosmo, preparandosi a proteggere la bambina, ribadendo la cosa stendendo il braccio all'indietro per toccarla sulla testa e dirle di rimanere lì dietro. Con una esclamazione che rimbombò per la sala il suo cosmo fluì nel pavimento al battere del suo piede, dirigendosi verso le due macchine e circondandole. In meno di un secondo una vera e propria recinzione di grossi pali di corallo rosso si innalzarono dal pavimento, raggiungendo il soffitto e formando una vera e propria gabbia corallina con all'interno i due automi. Senza nemmeno guardarli una seconda volta, Johanna si voltò e prese in braccio la bambina, scappando il più lontano possibile da quel luogo, verso le "terre selvagge", dove nemmeno i soldati semplici andavano perché tana delle creature marine al servizio esclusivo dei generali. Non aveva idea di quanto fossero potenti, perciò preferì evitare di mettere in pericolo l'incolumità della bambina, da brava mamma. Si nascose in una caverna al momento disabitata, quietando il suo cosmo e tappando la bocca alla bambina per evitare che facesse un qualsiasi suono che potesse tradirle.

    Narrato ~ Pensato ~ Parlato


    Johanna
    Scale ~ Seadragon [V]
    Energia ~ Rossa
    Stato Fisico ~ Ottimo
    Stato Mentale ~ teso
    Stato Armatura ~ Indossata
    Abilità ~ Reef
    Infida abilità che rende il drago del mare un avversario da non sottovalutare, è il controllo del corallo rosso. Nonostante il colore, esso si può presentare in diverse cromie, solitamente in accordo con l'umore della sua creatrice. Il corallo è un organismo vivente collettivo, sostenuto da uno scheletro calcareo che nutrito dal cosmo acquisisce una durezza spaventosa. La marine shogun può alimentarne la crescita in maniera esponenziale con il proprio potere, generando vere e proprie barriere coralline. Benché senza ordini precisi esso mantenga la propria naturale forma ramificata, con la dovuta concentrazione può essere modellato e plasmato nelle forme più precise ed eleganti. Nessuna forma è preclusa alla guerriera dei mari, dai gioielli alle armi più accuminate. Inoltre, nonostante la propria solidità, può piegarsi con eleganza se ciò fosse voluto. I polipi che costituiscono la parte viva del corallo sono collegati neuralmente gli uni con gli altri, ed è questa innaturale proprietà che li rende terribili e utili allo stesso tempo. A contatto con la carne vivente possono connettersi con le terminazioni nervose contenute in esse e trasmettere gli impulsi nervosi del loro creatore, imponendoli nella nuova carne. Ciò permette l'accettazione di pensieri o ordini da parte del sistema nervoso aggredito. La connessione neurale con Johanna, permette inoltre al corallo di acquisire memoria genetica dai suoi tessuti, potendo così alterare i propri polipi in modo da replicare cellule umane, permettendole letteralmente di rigenerare il proprio corpo da qualsiasi ferita non immediatamente letale, con tempi che dipendono dall'entità del danno stesso. Quando il corallo non è a contatto con il cosmo della marine shogun, i polipi in esso muoiono, abbandonando sul campo di battaglia il loro scheletro colorato.

    Tecniche Usate ~
    note: faccio un gabbione di corallo attorno alle bestiacce e andale andale arriba arriba, via nelle terre disabitate, dove ci sono le bestiacce che tutti noi marine stiamo usando nell'invasione degli spectre. Visto che sto giocando in casa vado in un posto sicuro :ehsi: Più che per sfruttare le bestiacce Johanna ci va perché è un posto relativamente sicuro per un generale degli abissi, visto che le creature obbediscono.


    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:56
     
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    C
    La trasmissione “telepatica” era giunta a destinazione il vecchio Omega aveva inteso che le Sentinelle avevano rintracciato Alpha in fondo ai meandri del mare, dunque “l’operazione di recupero “ era iniziata. Avrebbe voluto fermarsi ancora qualche minuto per spiegare le cose come stavano alla specter, ma non ne aveva tempo, perché il momento del “risveglio” era ormai prossimo e forse avrebbe anche dovuto farlo in quell’epoca stessa. Non c’era tempo neppure per trasportarsi via con i portali quantici.

    “Non ho più tempo per spiegare esattamente chi è Alpha, l’unica cosa che devi sapere è che lei è il “fulcro” , ovvero l”energia primaria” che serve affinché ” la nuova era abbia inizio”.Per catturarla avrò comunque bisogno di tutta la collaborazione possibile, che tu lo voglia o meno come ti ho spiegato prima. Basta con le domande!”.

    Omega schioccò le dita e in un attimo la giovane donna che gli era a fianco scattò velocissima verso Astrid, non se ne sarebbe neppure accorta di come avesse fatto, ma era lì dietro di lei e le iniettò nel collo con una siringa uno strano liquido blu.
    In quel preciso istante Astrid avrebbe sentito circolare nel suo corpo solo un fastidiosissimo formicolio , che le avrebbe provocato dolore pulsante alla testa, poi più nulla perché era svenuta.

    “Ottimo, prepariamola in chela sua coscienza possa essere “travasata” e che si trasformi in un “soggetto” di alta qualità fedele al controllo mentale. Sono sicuro che con la forza notevole che ha questo “cavaliere dell’età degli Dei” non sarà difficile catturare la mia adorata Alpha. Preparate i macchinari e cercate di eliminare tutto il veleno nascosto qui in giro, o per lo meno arginatelo e fate in modo che non ci di fastidio. Questo posto sarà il nostro “nuovo contatto”!”.

    […]



    Le sentinelle dopo aver notato l’alzarsi di quello strano muro di cristallo, persero di vista i loro due obbiettivi, che si erano nascoste bene, ma non troppo, perché Atlantide brulicava di quegli strani robot che “piovevano” da varchi oscuri che si privano nel cielo e sputavano le loro oscure armature di metallo.
    Dal loro nascondiglio, tuttavia la piccola Alpha si sentiva al sicuro, perché la donna che l’aveva salvata le ricordava qualcuno di molto famigliare, forse nel mondo in cui era nata, c’era qualcuno di simile.
    La piccola ragazzina si avvicinò a Johanna con molta timidezza aggrappandosi a una gamba.

    “Lo sai che il “nonno “ è cattivo? A casa a fatto male alla mamma al papà e poi a tutti. Io non lo so perché vuole fare male a tutti e perché vuole “chiamare l’uomo cattivo dello spazio”, ma se lo fa ti farai male anche tu ed è tanto brutto …”.

    Ad un tratto si udì una forte risata altisonante.

    “Oh beh sarà, molto, tanto,tanto, brutto se non torni a casa però piccolina mia!”.


    Una donna, dai capelli neri e occhi verdi dall’aspetto molto simile a Johanna, ma d carattere completamente opposto. Sfacciato arrogante e terribilmente molesto, era eretta in piedi su una roccia. Aveva un armatura uguale identica a quella di Sea Dragon, solo che aveva una colorazione oscura della notte, sembrava quasi uno Specter?.

    “Ahhh quella è la donna cattiva che mi ha portato in “quel brutto posto” !.”.

    La bambina si strinse ancor più alle gambe di Johanna.

    “Tsk Alpha, smettila di comportarti da stupida, non si scappa via dalla “casa del nonno”, ci hai fatto preoccupare, lo dovresti sapere. Sei molto cattiva, su vieni qui se no lo sai che ti attende una punizione vero?”.

    La donna si avvicinò non curante di Johanna verso la piccola Alpha , ma la piccola iniziò a piangere spaventata.

    “Maledizione!...”.

    imprecò con le braccia suoi fianchi, poi girò lo sguardo verso Johanna e la guardò con sussistenza, come se la generalessa non fosse importante, però aveva capito che era meglio cercare di togliersela dai piedi al più presto, prima che il “contatto” avvenisse.

    “Ehi tu “tappetta dagli occhi storti” ti consiglio vivamente di lasciare qui questa ragazzina e ritornartene alle tue attività,per quanto tu le possa fare prima del “contatto”, e prima che le “Sentinelle” inizino a distruggere questo posto che proteggi tanto. Anche se però devo ammettere che Atlantide non me la ricordavo così, ma del resto è da un bel pezzo che sono morta.”.

    Ridacchiò poi di peso prese per un braccio la piccola, in una stretta che le faceva male. La bambina iniziò a dimenarsi e a urlare e piangere.

    “Noooo…non voglio lasciami…voglio stare con Johanna tu se cattiva…ueahhh…”.

    Ad un tratto l’urlo della ragazzina fu talmente forte da dare alla testa a chiunque si trovasse a sentirla. Dan corpo della ragazzina iniziò a fuoriuscire un bagliore azzurro che si espanse ad area e iniziò a bloccare e immobilizzare tutto l’ambiente .
    Tutto era fermo, fauna marina, animali, mare Atlantide stessa, le Sentinelle, la donna oscura di Sea Dragon e Johanna stessa.
    Non si poteva fare o sentire niente, tutto era troppo fermo , eppure la generalessa di Sea dragon, poteva sentire chiaro il suo cuore pulsare frettolosamente, mentre i suoi occhi iniziarono a vedere qualcosa.
    Erano due pareti che si muovevano perpendicolari verso avanti lasciando dietro di loro scie colorate, in cui in mezzo c’era il nulla, e sempre più quelle viaggiavano, fino a finire in una spirale che chiuse la visuale di Johanna e le fece vedere il nulla.


    Dopo qualche minuto , la generalessa riuscì a vedere ancora, però si accorse subito di non essere più ad Atlantide. Dov’era finita? Non lo sapeva, però riusciva vedere solo tre fari rotondi che le davano fastidio quasi agli occhi, e non riusciva a muoversi anche volendo. Sentì nelle sue orecchie degli strani rumori , dei ronzii e poi delle voci, e ombre sinistre.

    “Il soggetto Alpha 64 è pronto per il “travaso-di coscienza”. Attivare processo d’iniziazione e trasmettere la sua anima a Calderon numero 1, l’attivazione quantica per il “contatto” è pronta.”.

    Una forte sensazione iniziò ad impadronirsi di Johanna, era come se qualcosa stesse attraversando il suo corpo , percorso da insistenti scariche elettriche.
    Faceva tanto male, un dolore che torturava qualsiasi cosa, e in quel mentre anche la sua mente iniziò a vedere degli strani ricordi, non suoi, erano di qualcun altro, che venivano assorbiti dalle scariche. In quei ricordi o immagini regressive proiettate nella mente, vedeva chiaramente la bambina che voleva salvare camminare felice con due persone un uomo e una donna, che indossavano delle armature d’oro. L’uomo indossava l’armatura d’oro dell’ariete ed era un tipo dallo sguardo fiero e deciso, ben da tutti i cavalieri del’ariete visti, la donna quella della vergine ed era bellissima. Aveva dei capelli lunghissimi biondi e assomigliava in parte alla piccola Alpha…
    Dopo quel ricordo così dolce, se ne affiancò un altro, ma in questo c’era qualcosa di orribile. Il Grande Tempio era avvolto in un oscura patina nera che inghiottiva tutto e su di esso , sopra le case e la gente che veniva risucchiata dalle tenebre, c’era un oscura figura ,bardata di un armatura nera, armata di una grossa spada. Forse Johanna avrebbe capito chi era, Hades. Verso in fondo dell’orizzonte invece, avrebbe visto un bagliore angelico che si avvicinava. Una donna bardata di un armatura d’oro dall’aspetto angelico, Athena.
    Le due figure degli dei mitologici nemici d’eccezione, si guardarono un solo istante, non c’era altro da dire. La lotta era inevitabile. La spada di Hades e lo scettro di Athena cozzarono l’uno contro l’altro...
    Quel frammento si fermò lì, ma era facile intuire che si trattava della visione di una Guerra Sacra accaduta, ma cosa era successo lì?Perchè Johanna non riusciva a vedere più niente e perché sentiva così male?
    La sua testa sembrò esplodere in mille pezzi.

    “Il Calderon è quasi pieno!”.

    Ancora quelle voci, questa volta poteva solo sentirle, ma oltre a loro sentì un fortissimo rumore, un allarme, poi la voce di una sentinella.

    “Allarme intrusione “Cavaliere dell’età degli Dei” localizzato. Sistemi di sicurezza attivato. Distrugge, eliminare, distruggere, eliminare”.

    Continuò a sentire, rumore di lotta, poi si accorse che il suo corpo immobile era stato mosso.

    “Alpha, svegliati ti prego…”.

    Alpha? Johanna era Alpha? Allora ciò che stava vivendo era un episodio della mente di quella ragazzina? Come aveva fatto a mettersi in “contatto” con la mente di Johanna in quel modo. Ad ogni modo adesso poteva aprire gli occhi e vide che la voce che la stava chiamando proveniva da una donna bellissima, che aveva già visto. Quella era la donna che aveva lo’armatura della Vergine, e adesso la sua bellezza era ricoperta dal sangue, ma il suo sorriso materno era caldo e guardava la sua bambina.

    “Ciao, siamo venuti giusto in tempo prima che scomparissi per sempre, non permetterò a nessuno di farti ancora del male.”.

    Il gold Saint della Vergine alzò al cielo il corpi di Alpha/Johanna e lo avvicinò ad un portale luminoso.

    “Nooooo! Fermati non capisci? Il Calderon non è stato ancora “provato” se la getti là dentro la forza quantica dell’unione dello spazio tempo dei due universi potrebbe schiacciarla e disintegrarla in migliaia di pezzi!”.

    La voce proveniva da un uomo dal crine biondo, e occhi azzurri, vestito di bianco,era di giovane aspetto che però era stato immobilizzato da un uomo in armatura d’oro, l’uomo dell’ariete.
    La donna guardò con sussistenza quell’uomo, poi parlò.

    “Sbaglio o hai sempre sostenuto che questa “mostruosità blasfema” che si nutre di energia e di anime umane, sia un portale per il passato , in modo che “quella creatura” fosse risvegliata? Se non fosse stato “provato” non avresti rischiato di fare questo esperimento usando i ricordi e le energie di Alpha. Perciò sono sicura che la mia piccola si salverà e vivrà felice lontano da questo mondo che hai corrotto. Omega Specter del minotauro!”.

    La donna gettò la ragazzina nella “bocca bianca del portale” che l’assorbì…


    Johanna, poteva sentire chiaramente la sensazione di essere schiacciata, poi ancora più nulla.
    Quando riprese nuovamente conoscenza era ritornata con la testa ad Atlantide e tutto era scomparso. Le Sentinelle, Alpha, la donna uguale a lei. Tutto era rimasto a terra solo un ciondolo dalla forma ovale pieno di un energia strana, che nascondeva un messaggio .


    << ti prego devi salvare questo mondo. Usa la pietra! La pietra!>>.






    jz757s




    Consigli Master



    traccia:

    x Violet:

    Allora Omega si è stancato di darti spiegazioni, quindi decide di farti collaborare con la “forza” e la sua assistente riesce a farti svenire, cosa ne sarà di te? Non ti è dato saperlo :asd. Per ora XD.

    x Gab :

    Allora la tua fuga non dura molto, la bambina viene intercettata da una donna (apparentemente forse uno specter di Sea Dragon) che somiglia alla tua pg. Cerca di portare via Apla con la forza, ma la ragazzina con un impeto di rabbia ferma il tempo e riesce in qualche modo a farti capire cosa sia successo prima che lei stessa arrivasse ad Atlantide. Quindi ti trovi con la mente catapultata nei ricordi di Alpha che ti presenta cosa è successo, prima che quella donna con indosso l’armatura della Vergine la salvasse gettandola nel portale dimensionale, che l’ha condotta ad Atlatide.Dopo torni di nuovo con la mente ad Atlantide, ma hai un messaggio nella pietra che trovi, a quanto pare dovrai scoprirne i poteri nascosti, in che modo? Boh XD…



    turni:

    Violet
    Gab


















    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:56
     
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  8. Pisces no Astrid
     
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    »Pisces no Astrid - α & Ω la fine o un nuovo inizio?



    Parlato | Pensato | Narrato | «Psiche della Cinta - spirito interiore»




    La sensazione sgradevole che l'aveva accompagnata sin dall'inizio non era scomparsa, e aveva reso Astrid molto più guardinga; in principio aveva provato soprattutto fastidio nel vedere che le sue difese erano state praticamente annullate, ma mentre il tempo trascorreva qualcosa colpiva la ragazza. Era la certezza che qualcosa di sbagliato era accaduto e Psiche aveva avuto ragione, solo che ora Astrid non aveva idea di come liberarsene; aveva sperato di potersi servire delle informazioni che avrebbe raccolto, ma era evidente che aveva commesso un errore nell'ascoltare.

    Lui aveva fretta e Astrid sapeva che quello sarebbe stato un problema molto serio; una scintilla di ribellione brillò nelle iridi purpuree della ragazza, che aveva già deciso di eliminare il problema alla radice. Si sarebbe sbarazzata di quelle macchine e Hades le sarebbe venuto in aiuto; dopotutto quello che lei difendeva era il suo territorio e di sicuro non avrebbe lasciato che succedesse qualcosa. Non in un modo tanto ingiusto, almeno; le parole del vecchio l'avevano allertata e sapeva che da ora andava considerato un nemico. «Non abbassare la guardia, sta per colpire e....» La voce di Psiche per la prima volta sembrava sprezzante e irritata; era un cambiamento significativo per lui che le si era sempre rivolto con dolcezza, a volte con astio ma mai a quel modo.

    La ragazza comunque ebbe solo il sentore di qualcosa che si muoveva: alzò le braccia per un'istintiva difesa ma il suo cosmo divampò solo per alcuni istanti, senza riuscire a creare qualcosa di concreto. Alcune rose nere apparvero ma il loro raggio d'azione era incerto e soprattutto estremamente limitato: la ragazza ebbe solo il sentore di qualcosa di terribilmente pungente colpirla al collo.

    «No, non ancora....» Fu un sussurro talmente debole che neppure la donna avrebbe potuto sentirla nonostante le fosse vicina; il solo contatto bastò a riportare alla mente l'angosciosa morte subita per colpa delle due fanatiche. Pazze che non avevano avuto alcuna pietà nel riempirla di aghi pur di compiere quella trasfusione che l'aveva fatta morire: in quel momento Astrid non avrebbe avuto il tempo di percepire tutta la sofferenza che si portava dentro però l'attimo era bastato a farla precipitare in un baratro senza fine.
    Non vedeva più niente, forse era morta? Di nuovo? Era possibile? «Non ti lascerà da sola... Io non lo farò; impedirò al tuo corpo di commettere una follia, qualunque cosa vogliano questi esseri.»

    La voce di Psiche risuonò nel silenzio del corpo di Astrid, che forse non lo poteva neppure sentire; non si poteva intromettere fisicamente contro gli invasori dato che dimorava nella spectre, eppure sapeva di poter essere il solo a poterla salvare. Gli altri non lo potevano percepire perciò avrebbe fatto in modo di ostacolare la loro assurda missione; a quel modo credeva di riuscire a liberare la sua Astrid, condannando chi si era permesso di alzare la mano su di lei, e l'avrebbe riportata sulla retta via. Lui non poteva essere plagiato: era il lato positivo di chi era morto ma non possedeva un proprio corpo, perciò libero di essere un problema molto serio, forse molto più di quanto non si aspettassero.




    » Astrid- Energia Viola - Gold Spectre di Pisces, Note varie


    Allora, mi spiego xDDD Astrid sviene e ci siamo, ma qui c'è uno spirito che non ci sta u.u ed è estremamente cazzuto U__U
    considerando che finora tutti lo hanno ignorato, lo utilizzerò per mettere a tutti i bastoni tra le ruole XDDDDDD ovviamente mi atterrò alla traccia u.u però non posso ignorare questa cosa :asd:
    lei pensa che Hades interverrà: semplice fiducia riposta, ovvio che sei tu a decidere u.u
    qualora ci fossero dei problemi... sai come trovarmi^^



     
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    Tenendo la bambina tra le braccia, Johanna ansimava per la corsa e per lo stress. I passi metallici dei robot risuonavano intorno al luogo della loro caverna, sentiva i draghi e i serpenti di mare che si agitavano e fuggivano, non certi sul da farsi. Normalmente avrebbero agito in modo indipendente con singoli aggressori, ma in caso di una invasione di quelle proporzioni senza il corno ad ordinare loro l'attacco non potevano fare molto di più che proteggere le loro tane. Dal canto suo Johanna cominciava ad essere genuinamente spaventata dalla piega che stavano prendendo gli eventi. Chi era quella bambina? Come ci era finita ad Atlantide, e sopratutto perché ci era arrivata? Cosa pensava di trovare in quel luogo che potesse darle sicurezza, visto che persino Johanna preferiva scappare, piuttosto che combattere direttamente quelle creature metalliche. Non aveva ancora provato ad affrontarle direttamente, perciò non aveva una vera idea della loro forza, ma era abbastanza sicura che quella non gli mancasse. Riprendendo fiato lasciò andare la bambina, che dopo un poco si aggrappò alla sua gamba, forse aveva paura anche di lei, ma meno dei robot. Le scompigliò i capelli, prima che potesse parlare.
    Alpha le disse del nonno, e a Johanna non piacque come suonava quella parola, i nonni sono buoni, non possono essere cattivi. Inoltre aveva fatto male ai genitori della bambina, quindi sicuramente Johanna non avrebbe permesso che finisse tra le sue grinfie raggrinzite (solitamente i nonni sono raggrinziti). Inoltre la storia dell'uomo cattivo dello spazio era inquietante non poco. Si tolse l'elmo e si passò una mano tra i capelli, pensando in che casino si fosse cacciata.
    La risata che si fece sentire d'improvviso la fece sobbalzare, al punto che si ricacciò l'elmo in testa con tanta foga da darsi una padellata in fronte.
    Con uno scatto allenato e d'abitudine per una che si può definire una "mamma orsa", Johanna si portò davanti ad Alpha, facendole da scudo dalla nuova arrivata, che stranamente le assomigliava.
    Assomigliava non poco, sembrava che l'avessero presa e cambiato i colori, pure l'armatura era uguale ma nera.
    ...
    ...
    Come stava bene coi capelli neri. Tuttavia non le piacque affatto il carattere di Johanna2, si capiva a prima vista che non era una brava persona. Johanna1 si mise in posizione di guardia, pronta a difendere Alpha. Erano letteralmente in due contro il mondo, dato che persino i cloni volevano portare via la bambina. Aveva promesso che l'avrebbe protetta e l'avrebbe fatto, che diamine!

    Se ha detto che non ci vuole andare dal nonno, non ci andrà.

    Dichiarò fermamente.

    Ora vattene e portati via le tue sentinelle!


    Nulla, Johanna2 non la degnò di uno sguardo se non per insultarla e dirle di andare via, afferrando poi Alpha prima che Johanna riuscisse ad impedirlo. La stretta fece male alla bambina, Johanna lo lesse chiaramente nei suoi occhi, e nelle sue grida.
    Grida che ebbero un effetto imprevisto, aveva sentito Diana sgolarsi per piangere, ma così le sembrava fin troppo eccessivo. Johanna si strinse la testa, che le rimbombò come una campana. Quello non era un urlo normale, ormai anche Johanna lo aveva capito, quell'urlo era pieno di potere.
    Il mondo si congelò tra le onde sonore dell'urlo, il suo corpo si fermò ma il cuore continuò a battere, rimanendo l'unica cosa in quella realtà di ipersuono che sovrastava ogni cosa.
    La nuova realtà che era apparsa ai suoi occhi le era tangente ma al contempo estranea, voci, luci. Non capì dove fosse finita, e le voci le erano estranee.
    Quando il dolore la pervase gridò, e tanto, inarcando la schiena e irrigidendo i muscoli ad ogni scarica elettrica che attraversava i suoi muscoli.
    Ricordi non suoi cominciarono a fluire nella sua testa, immagini di persone che non conosceva assieme ad Alpha. Armature dello stesso oro di quella di Bartolomeo e Daya...anzi quella della donna era quella di Daya. Erano i suoi genitori! Ma perché stavano infilando nella sua testa i ricordi di Alpha? Non riusciva a capirlo, e sopratutto faceva male.
    Gridò ancora, pianse, sentì il suo corpo e la sua mente crepitare come il ghiaccio che sta per rompersi.
    Le voci attorno a lei ripresero, divenuto frastuono e quei suoni che solo il cosmo sa fare. Quando venne sollevata aprì gli occhi. Alpha? C'era anche Alpha? Aprì gli occhi e si rese conto di essere in braccio alla donna con l'armatura di Daya. Era lei Alpha?
    Il portale a cui stava venendo avvicinata non le ispirava fiducia, ma era "sua madre" quindi sapeva cosa stava facendo...anche se la voce sconosciuta le fece dubitare per un secondo. Forse. Aveva capito solo "disintegrarla in migliaia di pezzi". Potendo avrebbe chiesto se ci fosse stata un'altra possibilità, ma prima che potesse aprire bocca si ritrovò nel portale.

    Ma che...


    Quando si riprese era Johanna, nella caverna dove era cominciato tutto, ma non c'era nessun altro, Alpha, Johanna2...tutti spariti. Si guardò intorno, agitata e con la fronte imperlata di sudore. Più andava avanti meno ci capiva. Fece un passo per uscire ma il suo piede urtò qualcosa: una pietra...e un messaggio.

    Certo che salvo questo mondo...è il mio preferito...


    Sussurrò Johanna, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Cominciò a rigirarsi la pietra tra le mani, prima picchiettandola con le dita, poi protendendola avanti a sé tra le mani e a gridare "potere del cristallo!", poi ad appoggiarci l'orecchio come se fosse stato un telefono. Alla fine lo indossò semplicemente, visto che non sapeva cosa farci e a tenerlo in mano era sicura che lo avrebbe perso.

    Narrato ~ Pensato ~ Parlato


    Johanna
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    Tecniche Usate ~


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    L
    e operazioni di depurazione del cielo di venere dal veleno delle rose erano ormai fissate, le miardi di tupi e filtri all’avanguardia monitorarono il flusso del veleno, mentre il palazzo del guardiano dei pesci era stato isolato in una campana di vetro e trasformato in una specie di laboratorio, in collegamento con la dimensione che si era aperta all’inizio.
    Astrid era stata portata al’interno di una capsula, la sua Suplice era stata tolta e al posto suo il corpo della ragazza era nudo e avvolto solo dai miliardi di fili che la collegavano a computer centrale, posta a totem vicino a Omega, che monitorava il tutto da una grossa vetrina in vetro c’era la surplice. La sua mente sarebbe stata monitorata da alcuni sistemi computerizzati che estrapolavano i ricordi della ragazza, tramite scosse elettriche molto forti che facevano male al corpo e alla mente constatando che era decisamente un soggetto particolare, poiché possedeva due personalità diverse, di cui una era estranea a lei stessa. Omega ne rimase particolarmente sorpreso.

    “Questo soggetto è molto interessante penso che grazie alla sua energia psichica potente possiamo riuscire ad avviare i motori del Calderon che abbiamo portato. “.

    I ricordi estrapolati da Astrid avrebbero iniziato la procedura. Il calderon , la macchina più sofisticata per creare i portali inter dimensionali era pronta.
    Ad un tratto arrivò la general marine oscura con una sorpresa per Omega.

    “Grande Omega. Ho catturato Alpha , la procedura di ripristino può essere attivata.”.

    Omega girò la sua sedia a rotelle ed emise un sorriso glaciale e soddisfatto, vedendo che la sua piccola Alpha era stata recuperata.

    “Bene la nipotina è tornata, adesso potremo chiamare dai meandri del tempo Galatticus! Portatela accanto alla ragazza non morta, nella capsula vuota di contenimento.”.

    La marin Oscura mise Alpha all’interno della capsulae le attaccò tutti i file delle nano macchine sul corpo, dopo si attivò la procedura di ripristino e Alpha iniziò a essere prosciugata di nuovo dai suoi ricordi, ma con la ragazzina fu diverso perché stava attivando un altro tipo di procedimento. Difatti, la piccola Alpha sembrò essere stata gettata in una sorta di Trance dopo che i suoi ricordi furono assorbiti, e stava dicendo qualcosa, sembrava un codice binario. Difatti il Computer centrale che era collegato al Calderon iniziò a dare degli impulsi, mentre l’energia psichica presa da Astrid ne alimentava la forza motrice che iniziò ad aprire il portale dimensionale, che era perfettamente uguale a quello apparso prima che le guardie di Omega potessero arrivare. Infatti probabilmente era quello che avevano usato per raggiungere Alpha.
    Sembrò che all’interno del portale si muovesse e rispondesse qualcosa e parlava anche lei in codice binario.
    Omega era estasiato dal risultato che stava ottenendo, il “contatto” con chi era disperso nel tempo lo aveva ottenuto e presto sarebbe arrivato e uscito dal portale.

    “Ecco … ci siamo tra non molto il mondo sarà testimone di un cambiamento che lo porterà o all’inizio o alla fine!Ho aspettato tanto questo momento e i miei sforzi stanno per essere ricompensati!Ah ah ah ah!”.

    Forse non c’era più speranza, ma davvero Astrid avrebbe permesso che i suoi ricordi venissero aspirati in quel modo subdolo? C’era un modo per liberarsi? Probabilmente, ma ne avrebbe dovuto avere la forza per reagire!

    […]



    Ad Atlatide intanto Johanna aveva preso la pietra, ma non era stata lasciata lì al Caso, difatti qualcosa accadde, perché essa iniziò a brillare improvvisamente di una luce azzurra intensa e un fasco orizzontale apparve e da lì ne uscì un volto. Era donna con l’armatura di virgo che aveva visto nei ricordi di Alpha.

    “Chiunque abbia preso la pietra blu,Il mio nome è Selene cavaliere d'oro della Sacra Vergine di Athena non chè Gran Sacerdote del Grande Tempio, l'anno da cui chiamo è 2040. Se stai ascoltando questo messaggio allora significa che la mia piccola Alpha è stata trovata e che il mondo o epoca in cui vivi è in grave pericolo. Hai solo una possibilità di salvare il tuo mondo prima che “il divoratore di mondi” arrivi. Devi fermare Omega , lui in passato fu uno degli specter più importanti dell’esercito di Hades, il suo vero nome era J. Zolf .Kimbly del minotaro, durante la Guerra Sacra che devastò il mondo in cui vivo. Riuscì a sopravvivere per un soffio, e forte delle sue conoscenze scientifiche è riuscito a creare veri mostri assassini di metallo come le Sentinelle, e i suoi soldati meccanici,ma ancor peggio è riuscito a dar vita ad un macchinario sofisticato in grado di aprire varchi negli universi, il Calderon che assorbe energia psichica dalle persone e in uno di questo universo è riuscito a mettersi in contatto, grazie anche ai poteri di Alpha con una creatura terrificante che ha il nome di Galatticus, il “divoratore di mondi”. Egli è una creatura che non si può arrestare nemmeno se tutti gli dei potessero unire le forze. Omega anzi no J. Zolf. Kimbly va fermato prima che risvegli quella cosa. Raggiungi il luogo del “contatto” attraverso la pietra blu.”.

    La comunicazione si interruppe, poi la pietra emise un altro raggio , che questa volta iniziò ad ingrandirsi e a formare un cerchio in cui si poteva vedere qualcosa di poco definito, ma si avvertiva chiaramente la presenza di un cosmo spropositato. Forse era un portale anche quello, che fare entrare?






    jz757s




    Consigli Master



    traccia:

    x Violet:

    allora i tuoi ricordi sono aspirati dal Calderon anche in maniera dolorosa , per riuscire a liberarti, lo puoi fare cercando di risvegliarti da questo tuo stato “comatoso” attraverso il richiamo del tuo cosmo, se ci riesci i tuoi ricordi ritorneranno indietro disturbando il processo che porta all’apertura della porta dimensionale.D.

    x Gab :

    Facile ti appare un messaggio piuttosto chiaro la mamma di Alpha sta cercando di dirti che Omega va fermato e per farlo la pietra apre un altro portale che dovrai superare.



    turni:

    Violet
    Gab


















    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:57
     
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  11. Pisces no Astrid
     
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    »Pisces no Astrid - α & Ω la fine o un nuovo inizio?



    Parlato | Pensato | Narrato | «Psiche della Cinta - spirito interiore»




    Che cosa voleva dire non essere più padroni del proprio corpo? Era una sensazione strana, eppure non faceva male, o almeno Astrid non sentiva niente in quel momento. Qualcuno stava decidendo per lei e tutto nella sua persona sembrava anestetizzato e incapace di reagire. Non c'era nulla che si muovesse, se non chi non aveva rispetto del suo corpo; la sua surplice venne levata e la ragazza si ritrovò collegata da mille fili quasi fosse una macchina «Quanta indecenza... e ignoranza. Non sono una personalità e non potranno usare me per fare qualcosa, poveri e sciocchi illusi.» Psiche avrebbe voluto potersi manifestare per deridere apertamente chi aveva scambiato la sua presenza per una parte da assorbire e rendere letale.

    L'abominio continuava e Astrid ebbe l'impressione di vedere qualcosa: erano due donne che si affaccendavano su di lei con tanti aghi, incuranti del dolore che le procuravano. Lei si sentiva una spettatrice oltre che costretta su quel tavolo e non poteva intervenire; allungò la mano per togliere il cappuccio a una delle due ma il suo arto risultò essere impalpabile, attraversando la testa della donna senza arrecare danno. «Come sono arrivata fin qui? E come ne esco?» Astrid lo chiese ad alta voce ma nessuno la poteva sentire, neppure la sua vera io che si trovava in quel momento non sul tavolo, bensì in una capsula che non aveva nulla a che vedere con la delicatezza e la letalità del suo bel cielo.
    La sua mente stava fuggendo in tutte le direzioni, e Astrid aveva l'impressione di viaggiare tra i propri ricordi; non c'era un legame cronologico, saltava da una scena all'altra senza che ci fosse una connessione logica, proprio come se i suoi pensieri stessero vagando senza un ordine preciso. Erano impazziti. Tuttavia era predominante quello della sua morte, e Astrid continuava a percepire un brivido lungo il proprio corpo.

    Ma era davvero il suo corpo, quello? Non riusciva più a distinguerne i contorni però sentiva una sensazione avvolgerla: era sgradevole ed estremamente dolorosa, tuttavia la spectre non aveva idea di come far terminare tutto. Si sentiva a metà tra due dimensioni ma probabilmente neppure quello era vero; era come assistere impotenti alla propria distruzione ed era tutto tranne che gradevole. «Sto tornando indietro... è esattamente come l'altra volta, quando non ho potuto impedire a quei criminali di ammazzarmi per un loro stupido scopo, solo che se non altro non sentivo nulla...»
    Era una semplice constatazione, ma subito Astrid cominciò a sentirsi davvero strana: aveva l'impressione che qualcosa cominciasse a venire meno.

    Non poteva essere la forza: non sentiva più il proprio corpo e non riteneva possibile che fosse il suo spirito, a essere colpito. All'improvviso la vista si fece più sfocata, proprio come se tutti i ricordi si stessero amalgamando come gli ingredienti di una torta; ebbe la fugace impressione di sè stessa completamente inerme all'interno di qualcosa, e del suo cielo completamente schiavo di quel vecchio paraplegico.
    «Col cazzo che te lo lascio fare, a costo di portare la distruzione... Io non sono ancora finita, e tutto tornerà mio! Preparati, la tua fine è vicina!» Era un grido a sè stessa ma forse sarebbe bastato per reagire: non aveva alcuna intenzione di farsi assorbire per gli scopi di quel nemico privo di rotelle nel cervello.

    Il cosmo sembrava essere tornato a rispondere, Astrid sentiva tutta la sua potenza concentrata all'interno del corpo: adesso poteva vedere chiaramente i limiti della sua libertà ma se tutto fosse andato come voleva, niente sarebbe rimasto intero.
    Forse neppure lei. «Meglio distrutti da te che schiavi loro: è il momento, non esitare.» Anche la voce di Psiche sembrava leggermente più debole ma era carica comunque di incoraggiamento, quello che serviva alla ragazza per agire. Omega era troppo impegnato a ridere per accorgersi di quanto accadeva; un paio di istanti e poi Astrid rilasciò il cosmo, che sarebbe esploso come una bomba a orologeria.
    Il suo effetto sarebbe stato tale da riuscire a spezzare quella prigione e i fili che la tenevano legata addosso? Astrid aveva avuto anche la percezione di un'altra figura vicino a lei e sperò di non danneggiarla: forse era la famosa Alpha? Colei che era la causa della sua condizione.
    Ma non era quello il momento di pensarci: se la sua esplosione andava a segno, i piani di quel pazzo si sarebbero infranti e lei avrebbe potuto decidere cosa fare se fosse riuscita a mantenere insieme i pezzi del suo corpo.



    » Astrid- Energia Viola - Gold Spectre di Pisces, Note varie


    ma tu guarda cosa mi tocca fare per liberarmi :asd: se detona pure la mia pg, ti assicuro che finisci MOLTO male :tronfio:
    l'esplosione è al massimo dell'energia viola ed è ipotetica ovviamente, sei tu a decidere cosa si distrugge e cosa no
    poi mi porterò via Alpha, stai ben in guardia vecchiaccio :ohoh:


    p.s. se hai png maniaci, evirali prima che lo faccia io :azd:




     
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    Camminando sulla via del ritorno alla città di Atlantide, Johanna continuò a tenere lo sguardo basso, armeggiando con il pendente appena recuperato. Non avendo al minima idea di che cosa fare con esso, continuò a toccarlo in qualsiasi punto, sperando di trovare un qualche pulsante o altri dispositivi del genere. Fino a quel momento nessun successo, ma forse si sbagliava, perché qualcosa effettivamente accadde. Un raggio partì dal medaglione, proiettando davanti alla marine l'immagine della donna con l'armatura di Daya che aveva visto in quel momento in cui la realtà si era congelata, dopo l'urlo di Alpha. La marine si accigliò pensierosa, mentre ascoltava le parole della cavaliere di Virgo. Era un messaggio dal futuro, la cosa le sembrava abbastanza improbabile, ma dopo tutto quello che aveva appena visto non aveva molti motivi per essere scettica.
    La donna, il cui nome era Selene, spiegò a Johanna che la comparsa di Alpha ad Atlantide non era una cosa buona, avrebbe portato parecchi guai, poiché un certo divoratore di mondi sarebbe arrivato.
    Il suo nome era Omega, un ex spectre. Già a quel pensiero Johanna sentì la rabbia montare dentro di sé. Dovevano esserci in mezzo sempre gli spectre.
    Quello che venne spiegato in seguito da Selene fu ancora peggio. Aveva capito male, Omega non era non era il divoratore di mondi, ma i suoi macchinari si erano messi in contatto con quello vero...e l'idea di qualcosa di tanto grande e potente la spaventò. Omega doveva essere fermato immediatamente, e Alpha doveva essere salvata: non avrebbe mai lasciato che quella bambina soffrisse ulteriormente per colpa di persone come lui, che non sapevano stare al loro posto e volevano sempre strafare con le loro azioni malvagie. Senza pensarci si tuffò nel portale che si era aperto davanti a lei.

    Narrato ~ Pensato ~ Parlato


    Johanna
    Scale ~ Seadragon [V]
    Energia ~ Rossa
    Stato Fisico ~ Ottimo
    Stato Mentale ~ Disorientato
    Stato Armatura ~ Indossata
    Abilità ~
    riassunto: post corto perché non ho molto da dire o fare onestamente, swan dive nel portale :addit:
    Tecniche Usate ~


    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:57
     
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    Post Master 5

    Quest x Up :Violet e Gabriel






    "α & Ω la fine o un nuovo inizio?."



    I
    l suono dell’allarme era decisamente sordo.

    - Allarme sezione” provvisoria del Tester” anomalia in corso, collegamento interrotto.-

    Il computer centrale era quasi riuscito a captare qualcosa nel portale, un messaggio in codice binario di “risposta” , la creatura oscura sarebbe attraccata e già la sua aurea enorme iniziò a sentirsi da quella distanza. Il Calderon iniziò ad avere dei problemi, poiché la stabilità del portale stava decisamente andando un pò a perdere a causa di un collegamento non del tutto funzionane , e quel collegamento era collegato alla mente di Astrid che si era risvegliata dal quel “coma indotto”.
    Omega sbattete i pugni rugosi sulla sedia, non riusciva mantenere il collegamento e il punto d’attracco rischiava di fallire.

    “Maledizione come ha fatto a risvegliarsi. No,fermatela!”.

    I cyaiber soldati armati di fucili “neutralizzatori di cosmo” e circa due Sentinelle si misero subito in guardia e entrarono nell’aria del “test” dove c’erano le capsule di Alpha e Astrid. I soldati erano circa una decina e le due Sentinelle erano pronte ad attaccare la ragazza, ma proprio in quel momento uno squarcio dimensionale si aprì in mezzo tra in Calderon e le capsule.

    -Attenzione anomalia temporale rilevata!-

    Omega dall’alto del suo studio racchiuso nel pannello di vetro gigante assisteva, nervoso all’evento, poi dopo la porta automatica si aprì e sull’uscio si vide la Sea Dragon Oscura e la sua segretaria.

    “Grande Omoga che succede?”.

    Chiese Sea Dragon, poi quando girò lo sguardo vide il portale, e riconobbe un aurea che aveva già sentito.

    “ Non può essere com’ha fatto a venire quella atlantidea fin qui?”.

    Omega digrignò i suo vecchi denti e riuscì a capire.

    “Questa è opera di quella puttana d’oro, Selene che tu sia maledetta, deve aver usato la pietra azzurra del teletrasporto che avevo inventato. Lilly, Morrigan, chiunque esca da la dentro non deve interferire.”.

    Il portale riuscì ad teletrasportare Johanna al centro di quel laboratorio, poi la pietra azzurra si incrinò e si ruppe , riducendosi in polvere , quindi era rimasta bloccata lì senza via di uscita e la scena che avrebbe visto, sarebbe stato i Cyaiber soldati con Sentinelle a seguito diretti verso Astrid, ma che ora puntavano i fucili anche su di lei, le due capsule in cui in una c’era Alpha, che era quasi in uno stato decisamente comatoso e forse rischiava anche di morire, e al suo fianco un capsula vuota con vicino la resuscitata dei pesci, arrabbiata spogliata dei suoi vestiti.
    Intanto anche Lilly di Sea Dragon e Morrigan la rossa segretaria di omega erano scese in supporto ai soldati.
    Lilly era evidentemente indispettita e vedere la sua controparte dorata era una vero strazio. La odiava!Così come un “Hitler” donna alzò al cielo il suo pugno e incitò i soldati.

    “Forza andate soldati, fate a pezzi quella zoccola zombie, ma il colpo di grazia a quella brutta stronza strabica glie lo voglio dare io personalmente!Sitematele a dovere!”.







    jz757s




    Consigli Master



    traccia:

    Ok ragazzi adesso la situazione si sta sbolognando, quindi siete tutti e due riuniti per combattere.
    Avete di fronte dieci Cyaiber soldati armati di fucili “anti-cosmo” ovvero se sparano il loro raggio azzurro e vi colpisce vi debilita,( sono energie verdi) invece le Sentinelle sono due e combattono con (forza straordinaria pari ad energia rossa e raggi anti cosmo che sparano dalla bocca)sono energie rosse.
    fate pure un combattimento autoconclusivo, alla fine riuscite a sbarazzarvi dei soldati, ma sembra che Lilly e Morrigan vogliano distruggervi. Non muovetele !

    Nota x Violet, puoi richiamare la tua armatura e indossarla.




    turni:

    Violet
    Gab


















    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:57
     
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  14. Pisces no Astrid
     
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    »Pisces no Astrid - α & Ω la fine o un nuovo inizio?



    Parlato | Pensato | Narrato | «Psiche della Cinta - spirito interiore»




    «Che cos'è tutta questa folla?» La voce di Psiche risvegliò definitivamente Astrid da quella sorta di coma indotto; la spectre ricadde a terra completamente nuda, percependo il fastidio del suolo del cielo di Venere che aveva accolto il suo corpo. Astrid bestemmiò in maniera poco silenziosa, ma se non altro poteva percepire la totale libertà di movimento.
    A un secondo sguardo vide che sul suo Cielo regnava il caos: all'improvviso poco distante da lei si era aperto qualcosa che l'aveva costretta a indietreggiare.


    «E come sei arrivata fin qui?» Astrid lo chiese ad alta voce rivolta alla nuova arrivata, ma non sembrava comunque aggressiva. Del resto per quel giorno aveva assistito a troppe stranezze: gente che trattava il suo dominio come una comune sala da esperimenti e che non si sapeva da dove arrivava. Dov'era finita la sicurezza che lei stessa aveva impartito all'ingresso dei Cieli se chiunque poteva profanare il suo territorio? E soprattutto... era possibile che gli altri Guardiani ignorassero un assedio di tale portata? «Dove è... ah, eccola...»La ragazza si sentì sollevata nel vedere la propria armatura così concentrò il proprio cosmo per richiamarla. Se non altro poteva muoversi senza l'imbarazzo di restare nuda; fece per rivolgersi di nuovo all'ospite appena giunta ma la sua attenzione venne attirata dai soldati.



    Il cosmo sembrava essere tornato a rispondere, Astrid sentiva tutta la sua potenza concentrata all'interno del corpo: adesso poteva vedere chiaramente i limiti della sua libertà ma se tutto fosse andato come voleva, niente sarebbe rimasto intero.
    Forse neppure lei. «Ah, ancora loro, quelli immuni al veleno...» La voce di Psiche le ricordò qualcosa che forse aveva dimenticato poco prima, tuttavia sentiva di non poter certo preoccuparsi per una semplice immunità; certo, era sconvolgente che non ne avessero risentito, ma aveva molte frecce da scoccare. E guarda caso conosceva proprio due cose molto utili per farli fuori: corse in avanti concentrando il cosmo, e ignorando temporaneamente la nuova arrivata. Li lasciò credere di farsi accerchiare facilmente, ma proprio mentre si erano lanciati contro di lei, Astrid lasciò esplodere un turbine circolare di rose nere, dal potenziale altamente distruttivo.


    Il suo attacco servì se non altro a farli allontanare, oltre a ucciderne un paio senza problemi, mentre gli altri parevano più restii; sentì qualcosa di bruciante colpirla al braccio. Cosmo, niente di più, ma lei non l'aveva visto arrivare: con un sorriso, del tutto incurante del dolore lieve che le aveva provocato, lasciò di nuovo esplodere il proprio cosmo per generare alcuni rovi che, sbucando da sotto i piedi dei suoi avversari, li avvolsero stritolandoli e gettando i loro resti in lontananza. La spectre fece alcuni passi indietro, venendo comunque parzialmente investita da una piccola onda d'urto che gli ultimi defunti avevano scagliato mentre li colpiva.«Allora, vecchio, vieni qui se sei capace di affrontarmi... Ma tieni lontano le tue macchine, o faranno la fine di questi disgraziati.»


    » Astrid- Energia Viola - Gold Spectre di Pisces, Note varie


    bon eliminata la mia parte di soldati con alcune ferite riportate :asd: ma sono stata generosa e ne ho lasciati un po' anche a Johanna :ohoh: buon divertimento




     
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    Johanna era appena arrivata, attraversando quel portale generato dalla gemma di Selene, e pure senza la sua presenza la situazione sembrava essere precipitata ancora prima di cominciare. O forse era già cominciata senza di lei, forse non coinvolgeva solo lei e Alpha, ma c'erano anche altre persone la cui vita era stata sconvolta da questi strani avvenimenti pandimensionionali.
    Atterrò a piedi fermi sul pavimento di quell'ambiente sconosciuto, ciondolando un istante la testa, scombussolata dal trasferimento temporale appena avvenuto.
    Di per se Johanna non aveva mai escluso la possibilità che fosse effettivamente possibile viaggiare nel tempo, ma non pensava che le sarebbe capitato di farlo in vita sua, sopratutto dopo aver visto da pochi giorni quel film in cui un ragazzo va nel passato avanti e indietro a bordo di una macchina che si può considerare ormai d'epoca, anche se sempre bella.
    Ne avrebbe voluta una, solo che apparentemente era alimentata a plutonio, e persino lei sapeva quanto potesse essere pericolosa quella sostanza.

    Il suo sguardo scorse velocemente su tutto quello che aveva davanti, cercando di realizzare abbastanza velocemente il significato di tutto ciò che vide, per elaborare un qualsiasi piano d'azione e non rimanersene lì imbambolata dopo il viaggio. Riconobbe subito le stesse sentinelle che erano comparse ad Atlantide, ma vide anche altri soldati puntarle contro delle strane armi che non aveva mai visto. Poteva starci, tenendo conto che si trovava nel futuro e che se la tecnologia era avanzata al punto da permettere il viaggio temporale lo era anche da aver creato nuove e pericolose armi. La situazione non pareva delle migliori, sopratutto tenendo conto che tra tutto c'erano dodici nemici a cui badare, più la sua strana gemella cattiva, una donna coi capelli rossi e una strana donna nuda, dalla quale proveniva un cosmo la cui matrice le era fin troppo famigliare. Era il cosmo delle armature viola.
    Vero, Omega era un ex spectre, quindi ovviamente doveva aspettarsi cose del genere.
    Johanna fece ardere violentemente il proprio cosmo, pronta a combattere quell'intero esercito che le si schierò contro...ma accadde qualcosa di inaspettato: la donna svestita, che in un attimo indossò una corazza color porpora come si aspettava, era dalla sua parte! I soldati nemici attaccarono anche lei, senza però dimenticarsi della generalessa di Seadragon. Solo in quel momento vide la capsula che conteneva Alpha...e la rabbia la assalì. Come potevano permettersi di fare una cosa del genere ad una bambina tanto cara?
    Non l'avrebbe permesso.
    Scattò verso il soldato più vicino, mentre i guanti della sua corazza venivano avvolti da veri e propri arti artigli. Con quelli della mano destra afferrò la testa del soldato raggiunto ancora prima che questi potesse puntare il proprio fucile in modo preciso, così il colpo energetico che sparò volò oltre la spalla di Johanna. Gli artigli si avvolsero attorno al cranio, stringendolo al punto da farlo scricchiolare pericolosamente, e il soldato urlò di dolore. Altri due soldati le puntarono le armi contro, ma Johanna fu più rapida di loro e frappose il soldato catturato tra di lei e le armi, le quali andarono a colpire il suo scudo umano.
    Era una tattica infida e scorretta, ma soggetti come quelli non meritavano pietà o onore...e Johanna sinceramente non era il tipo di guerriera da concederne quando era necessario, si trattava di salvare un numero incalcolabile di vite impedendo che i piani di Omega si realizzassero, non aveva tempo per preoccuparsi della vita degli scagnozzi che le sparavano contro. Mentre i colpi delle armi futuristiche si abbattevano sulla schiena del suo scudo, attraverso il palmo di corallo che gli copriva naso e bocca, Johanna costrinse un potente flusso d'acqua attraverso quegli orifizi, con tanta violenza che i suoi timpani esplosero in uno spruzzo di sangue e acqua, mentre il flusso principale scorreva giù nello stomaco e nei polmoni, gonfiando grottescamente l'uomo. Con un movimento frustato della mano Johanna lo lanciò tra i due soldati più vicini, mentre l'uomo riempito d'acqua vomitava grandi quantità della stessa dalla bocca.
    Quello che i tre non potevano sapere era che l'acqua era stracarica di cosmo. Continuando il movimento con la quale aveva lanciato il soldato, Johanna afferrò il lembo del proprio mantello e piroettando si piegò sulle ginocchia nascondendosi dietro di esso, mentre la bomba d'acqua e cosmo esplodeva in un orribile suono di urla e frattaglie sparse in tutte le direzioni, tra cui la sua, e il suo mantello si sporcò di acqua rosata e qualche pezzo di carne non identificata.
    L'esplosione oltre ad aver fatto fuori in modo grottesco il primo dei soldati, aveva ferito gravemente gli altri due, e Johanna non aspettò che si rialzassero, con una rapida frustata di entrambe le mani creò due fendenti d'acqua, che li decapitarono prima che potessero raggiungere il loro fucile. Tuttavia i soldati rimasti ancora in piedi aprirono immediatamente il fuoco, subissandola con una vera e propria salva di raggi energetici, simili a cosmo, che rimbalzarono duramente contro la sua armatura, buttandola a terra. Al semplice contatto con quei colpi, Johanna si sentì immediatamente indebolita, come se il potere che scorreva nelle sue membra fosse stato mangiucchiato dai raggi d'energia. Quei fucili erano in grado di indebolire il cosmo, oltre a fare un male terribile? I lividi sotto la sua corazza pulsarono dolorosamente, mentre si rimetteva in piedi e schiantava gli artigli di corallo a terra. Due grosse spaccature percorsero rapidissime il pavimento, dal quale eruttò poi una vera e propria foresta di lame di corallo, che impalò due dei soldati, lasciandoli lì a gocciolare sangue sul pavimento come bambole sospese per i loro fili.
    Ne rimaneva solo uno, che guardò Johanna terrorizzato, per poi tentare di fuggire. Johanna semplicemente puntò il dito verso di lui, come una pistola, e un proiettile d'acqua gli attraversò da parte a parte il collo, uccidendolo sul colpo.
    Qualcosa la colpì con la violenza di un treno, sbattendola contro la parete, facendole sputare uno spruzzo di sangue. La sentinella sopravvissuta, che dopo averla atterrata con un pugno si voltò facendo stridere i suoi motori meccanici verso di lei. Spalancò la bocca e da essa scaturì un raggio simile a quello delle armi, ma stavolta Johanna fu pronta, difendendosi da esso con una barriera di corallo e acqua compressa, la quale attutì l'effetto indebolente del raggio, che la lasciò tuttavia spossata.
    La generalessa si rialzò prima che un altro pugno la schiantasse definitivamente, rotolando via e lasciando che la mano della sentinella si incastrasse nella parete.
    Rialzandosi prontamente, Johanna appoggiò le proprie mani coralline sulla superficie del braccio della sentinella, facendo ardere il proprio cosmo. Il corallo affondò nel metallo, pervadendolo, invadendo gli ingranaggi fino a che non raggiunse l'intima essenza di quell'arto meccanico, e divenne di proprietà di Johanna.
    Con un violento stridere di metalli e motori che cercavano di resistere al controllo esterno, il pugno della sentinella si abbatté sulla sua stessa bocca, strappando la testa e metà del collo dal corpo, facendola volare via in una nuvola di frammenti metallici. Il colosso metallico cadde poi a terra, mentre Johanna guardava la sua doppia scura, facendo sbattere i pugni con fare guerresco, sbriciolando il corallo che li ricopriva.

    Narrato ~ Pensato ~ Parlato


    Johanna
    Scale ~ Seadragon [V]
    Energia ~ Rossa
    Stato Fisico ~ vari lividi di varia entità sotto l'armatura
    Stato Mentale ~ determinato
    Stato Armatura ~ Indossata
    Abilità ~ Reef, Tidehunter
    Tecniche Usate ~

    riassunto: ho usato giusto le abilità e la tecnica che usa unity per controllare la statua di nettuno :zizi:


    Edited by ~S i x ter - 28/12/2012, 18:58
     
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24 replies since 6/8/2012, 21:18   505 views
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