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up clot x Esmeralda

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    Epilogo






    La lama è stretta tra le mani sudate del Sacerdote.

    Non stà per provare gioia, non ama quello che fà, nonostante quello che possano pensare gli altri lui stà facendo solo il suo dovere verso se stesso, la tribù e i suoi Dei.

    Ognuno aveva i suoi doveri, e lui non faceva eccezione.

    Il vento freddo soffiava sulla piramide, poteva sentire i versi dei suoi amici, della sua famiglia, di semplici conoscenti e sconosciuti morire di una morte orribile ad ogni secondo che attendeva.


    > Mi dispiace... - disse con sincerità quando affondò il pugnale nel petto della ragazza.

    E cosi Esmeralda Rarglove di Granada, figlia dello Scorpione e dei Gemelli, guerriera del futuro, morì.





    kanizsatriangle






    CITAZIONE
    Nota:

    Beh, bell'inizio, no? Visto che il tuo PG viene dal futuro ho pensato bene di iniziare direttamente dalla fine XD

    Descrivi la tua morte con quello che hai (cioè quasi niente) e per ovvie ragioni di causa, effetto e comprensione, però, continuiamo dal vero inizio.

    Esmeralda stà facendo ciò che fa di solito quando viene un messaggero che porta una busta siggilata con uno strano simboli (quello che compare alla fine del post) cmq riconosci che è una lettera del santuario.

    La apri, e c'è scritto che la sacerdotessa del Triangolo è richiesta per una missione urgente in Argentina, e che all'areoporto di Buenos Aires avrà ulteriori informazioni.

    Ti fermi alla hall dell'areoporto e aspetti la mia risposta ;)






    Edited by eden_ST - 16/7/2012, 14:38
     
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    Esmeralda ~ Post 1


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    Morire.
    Buffo ritrovarsi in quella condizione cosi particolare, ancora viva e vigile, eppure impotente innanzi ad un evento che di li a poco si sarebbe verificato. Il sole, alto nel cielo sembrava piangere per quell'evento che lei non poteva evitare; incatenata su quell'altare osservava per un'ultima volta quel mondo che l'aveva accolta a braccia aperte. Il boia stava in piedi, quasi sofferente per quello che stava per fare.

    «Quasi mai possiamo scegliere e mai su cose importanti» disse serenamente Esmeralda osservando per un'ultima volta il suo boia. Non aveva rimpianti lei, non aveva alcun rimorso, in quanto ogni sua azione, ogni sua parola detta e non, facevano parte di un disegno ancora più grande, di qualcosa che gli uomini non potevano comprendere. Sarebbe morta quel giorno, probabilmente era così che doveva andare. Eppure nei suoi occhi non vi era timore, non c'era paura.

    “Troppe volte ho visto la morte prendersi persone a me care, uomini uccisi senza pietà, costretti a vivere una non-vita e mietere altre vittime” pensò sorridendo, mentre una dolce lacrima rigava le sue gote.

    “In fin dei conti mi è anche andata bene”.

    La lama che si pianta nel petto della ragazza, il sangue cremisi che insozza la lama e le vesti del suo carnefice e il volto di Esmeralda che sorride, abbandonando quel mondo. Un solo pensiero l'accompagna, la certezza di potersi ricongiungersi con le persone a lei care e la sicurezza d'aver adempiuto al suo compito. Il resto no conta, non ha alcuna importanza: così muore un vero guerriero, con grande dignità.



    Esmeralda era li, seduta nella hole di quell'aeroporto ad aspettare il suo contatto. Ovviamente vestita con abiti borghesi, vestiti per una normalissima ragazza di vent'anni di quel mondo. Rideva tra se e se, pensando alle eterne lotte con la madre; la quale cercava di vestirla da signorina e non da maschiaccio appena tornato da una partita da calcio. Ed in tutto questo, era divertente ricordare la faccia di Lelouch che se la rideva di gusto. In fondo cosa si può pretendere da una donna che l'unica cosa che ha sempre fatto nella sua vita è combattere?

    Il viaggio per l'Argentina era stato lungo e abbastanza noioso, altro punto oscuro per lei. Per quale motivo dovevano muoversi con certi mezzi quando sarebbe bastato un varco temporale della madre, o un teleport del nonno? Tutte stranezze alle quali – probabilmente – non si sarebbe mai abituata.

    Come strana era stata quella lettera ricevuta, una missione da parte del grande tempio ma la cosa che occupava la sua mente, alla ricerca di ricordi sopiti nella sua mente era il simbolo riportato su quella missiva. Non lo conosceva, o almeno non ne aveva memoria ma era stata rassicurata dai suoi genitori: non c'era niente di cui preoccuparsi, una missione come tante altre. Nonostante tutto lei non riusciva a darsi pace, aveva una strana sensazione, come se l'avventura nella quale stava per imbarcarsi sarebbe stata più difficile di quanto s'aspettassero un po' tutti.

    «Non posso starmene qua tutto il giorno!»

    Disse sbuffando, per poi accavallare le gambe e mettendo le mani dietro la nuca; aspettando con sempre meno pazienza che i tasselli venissero ordinati e mostrati alla giovane silver saint.

    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa




     
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    > Ehm... salve? È la signorina Rarglove?- dietro la saint c'è una ragazza più o meno della tua età, dai lunghi capelli castano scuri e due occhiali tondi. Sembra essere molto imbarazzata dalla presenza della guerriera, ma è evidente che la conosce, almeno di nome - io... io sono Rin, uno dei collegamenti del Santuario qui in Argentina. Sono stata incaricata di farle da guida per tutta la durata della missione... spero che non sia un problema per lei - arrossi, evitando di guardarla negli occhi - credo inoltre che non siano stati molto "esaustivi" con lei ad Athene per quanto riguarda i dettagli... se volete, posso dirle tutto, almeno quello che sò, ovviamente.

    Intanto Esmaralda potè avvertire chiaramente qualcosa, qualcosa che ha affinato nel suo passato (o futuro) di guerriera, che le ha salvata la vita molte volte. Una serie di cosmi, schermati, ma non a sufficienza, si trovavano da qualche parte intorno a loro nella fola dell'areoporto.

    Buon modo per iniziare una missione.





    CITAZIONE
    Nota:

    Niente da dire. Incontri questa nerd-girl e senti presenze multiple attorno a te.






    Edited by eden_ST - 16/7/2012, 16:05
     
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    Esmeralda rimase ferma ad osservare tutta quella gente, quelle persone che freneticamente cercavano di portare avanti la loro vita; uomini e donne cosi diversi tra di loro, ignari di tutto quello che stava accadendo. Persone incapaci di vedere e comprendere la realtà delle cose.

    “In fondo penso sia normale” pensò sospirando.
    “Nessuno di noi è in grado di comprendere e capire se la strada che si sta percorrendo sia quella giusta, se davvero quello che sta facendo è ciò che va fatto. Percorriamo un sentiero senza sapere esso dove ci porterà e solo una volta arrivati sull'altura possiamo osservare la strada che abbiamo percorso e renderci conto se è quello che realmente volevamo fare.”

    Chissà quanti uomini s'erano pentiti della vita che avevano fatto.
    Chissà in quanti, guardandosi indietro avevano ritenuto le loro scelte giuste.
    Eppure in quel turbine di vite ed esperienze, nessuno di loro nel momento di una scelta, poteva sapere se era quella giusta, quella corretta. Solo alla fine del loro percorso avrebbero potuto constatarlo. Eppure c'era gente che preferiva non scegliere. Quelli erano i peggiori, coloro che vivevano nell'indolenza, senza costruire mai niente.

    «Uhm?»

    La voce di una ragazza interruppe quella sua astratta considerazione sul mondo, una certa Rin con un volto abbastanza stupido, che pareva essere il contatto dal santuario. Sorrise cordialmente nei suoi confronti ma vi era qualcosa che turbava la giovane guerriera.

    Cosmi ostili.
    In ogni dove.

    Prese per mano Rin e sorridendole nuovamente la trascinò letteralmente fuori dalla hall, cercando di portarsi in un luogo meno affollato. L'etica gli impediva di combattere in quel luogo, troppi innocenti ci sarebbero andati di mezzo e lei era cosciente di ciò. Cercava con naturalezza di arrivare verso l'uscita. Doveva sbrigarsi.

    «Ci stanno seguendo» disse seriamente.
    «Dimmi ciò che sai Rin, non abbiamo molto tempo»

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    II







    Alle parole di Esmeralda la ragazza sembrava presa sia dalla paura che da una tremenda eccitazione. Non sembrava una donna d'azione, sicuramente si snetiva come dentro ad un film.

    > E proprio per quello che stò per dirvi che ci inseguono- disse con un sorriso furbo tentando di nascondere le sua ansia - Specter, Black, anche Marine e God Warrior, tutti vogliono sapere questo segreto, per questo non possiamo parlarne ora... aspettate signorina Rarglove. TAXI!!!!!!

    Un vecchio taxi sangherato si fermò. Il conducente, un signore non proprio in smagliante forma fisica di mezza età chiese la destinazione. Riempiendolo di pesos, la ragazza disse il nome di un vecchio areoporto militare.


    > Ma è abbandonato da cinquant'anni - disse l'uomo alzando il sopracciglio sospettoso

    > Taccia e faccia presto, mi raccomando! - intimo la ragazza, e salendo le due ragazze partirono sgommando.


    [...]


    L'interno del taxi non era il massimo del comfort, ma di certo era un posto perfetto per parlare senza nessuno che potesse orecchiare. Rin tirò fuori un piccolo talismano a forma di chiave, che risplese per pochi secondi di una strana luce.


    > Filtro di Percezione - spiegò con un sorriso - debole per chiunque usa il cosmo, ma ottimo per semplici uomini e se usato su mezzi in movimento. Possiamo parlare senza che nessuno, neanche un telepate, possa sentirci... e la storia è molto lunga.

    Devi sapere che sil Santuario ha molti segreti, segreti che neanche i Gran Sacerdoti conoscono, segreti che vengono custoditi dalla notte dei tempi. Io sono una semplice addetta ai vari fascicoli, pergamene e altro, e mi sono battuto nel suo segreto più grande. Ma ovviamente nessuno mi ha creduta.... e mi hanno trasferita qua in Argentina - strinse un pò le mani sulla gonna, come in gesto di rabbia - Poi un giorno mi arriva una lettera, una lettera con un simbolo che ho scoperto nelle mie ricerche negli anrchivi del Grande Tempio... una lettera che richiedeva la vostra presenza signorina Rarglove.



    Il taxista continuava a qguidare, incurante della conversazione. Aveva percepito solo una cosa riguardo a delle scapre e la sua mente si era complentamente chiusa.


    > Avete mai sentito parlare dei Pitagorici, signorina Rarglove? - disse guarndo Esmeralda dritta negli occhi. La situazione era strana, ma la serietà della ragazza era assoluta.



    CITAZIONE
    Nota:

    fase discorsiva. Capisci che la situazione non è proprio "normale", non è una vera missione e probabilmente la ragazza ti ha mandato a chiamare senza l'autorizzazione del Gran Sacerdote. Comunque è qualcosa di importante, di seria e di molto pericolosa.

    che fai?




     
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    Esmeralda ~ Post 3


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    La ragazza sembrava essere consapevole del pericolo imminente.
    Indubbiamente, il viso un po' stupido risultava una copertura più che efficace. Le due ragazze cominciarono a correre, cercando di allontanarsi il più possibile dall'aeroporto. Il fare affannoso di Rin mostrava tutta la sua inquietudine, che mostrando una decisione inaspettata fermò un taxi ordinandogli di andare in un luogo a lei sconosciuto. La convinzione che la ragazza non fosse una sprovveduta si trasformò in realtà, quando utilizzo uno strano oggetto – che lei chiamava filtro di protezione – per evitare che orecchi indiscreti potessero ascoltare il loro discorso, o meglio il lungo monologo della ragazza.

    Esmeralda rimase in silenzio, accavallando le gambe ed ascoltando quello che lei aveva da dirle. La solita storia, un'archivista estremamente scrupolosa che viene a conoscenza di un segreto importante e comunicando la cosa ai suoi superiori l'unica cosa che riceve è un ingiusto trasferimento lontano da luoghi importanti. Per quanto il Grande Tempio fosse un luogo devoto alla Pallade, purtroppo certi eventi le erano noti. Quante volte in passato certe persone erano state allontanate per evitare che si creassero problemi? E la cosa non la stupì ma osservava con attenzione ogni parte del corpo di lei, per poter comprendere se la ragazza dicesse il vero.

    «Dunque hai fatto tutto ciò di tua iniziativa?» disse sorridendo.
    «E immagino che non è casuale aver chiamato me, forse l'unico guerriero che non si farebbe alcuno scrupolo anche se poi dovrà giustificarsi col Gran Sacerdote»

    Si fermò per qualche istante a pensare.

    «Spero per la tua carriera che non sia un buco nell'acqua, anche perché in ogni caso Daya verrà a sapere di ciò che stiamo per combinare»

    Dubbi e perplessità erano scomparsi, non tanto perché si fidasse completamente del suo interlocutore ma per un'altra ragione: in ogni caso aveva il dovere di andare in fondo a questa storia e la parola 'pitagorici' aveva stuzzicato oltremodo la sua curiosità e si sa, a certe cose non si può resistere. Per questo motivo, sospirando e alzando la testa verso il tetto del Taxi decise di accettare quella insolita proposta.

    «E va bene, parlami di questi Pitagorici!»

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    III






    > Probabilmente saprai chi è Pitagora- disse con un sorriso - Quello che non sai, che nessuno sà, e che ha preso tutta la sua conoscenza e filosofia, e anche il nome, da un'antico ordine di saggi chiamati Pitagorici Essi furono designati nell'epoca del Mito dalla stessa Athena come custodi di un sapere mistico e come guardiani di "qualcosa"... Guerre Sante, crisi, l'Ordine aveva solo il compito di vegliare, disinmteressandosi di tutto e evitando al minimo i contatti, Fù cosi che nei millenni essi diventarono leggenda... ed infine oblio. Neppure i Gran Sacerdoti sannò chi siano, e loro vogliono che sia cosi: i segreti che nascondono potrebberò distruggere la realtà come la conosciamo, se ciò che ho scoperto è vero.

    Rimase in silenzio.

    > Mi hanno mandato una lettera... una lettera in cui chiedono espressamente di te. Non mi hanno detto le motivazioni, ma se dei tipi che hanno passatto millenni a far si che la gente si dimenticasse di loro ti cercano, la faccenda è molto importante a mio avviso. Inoltre - la bloccò prima di poter dire qualcosa - ho controllato attenatamente: non è uno scherzo, la lettera è autentica. Sò che avete pochi motivi per fidarmi di me e di quest'ordine, anche perché stò agendo in maniera indipendente, ma è l'occasione della mia vità di poter dimostrare le mie teorie, riscoprire i Pitagorici, sapere cosa nascondono e perché hanno bisogno del suo specifico aiuto!

    Il volto della ragazza era supplicante. E la faccenda sembrava molto seria, oltre che vera: le considerazioni della ragazza erano giuste, da un punto di vista, ma ci si poteva fidare?

    Arrivarono durante il discorso di Rin ad un vecchio areoporto abbandonato, dove li stava aspettando un buffo vecchietto con la divisa das aviatore. La ragazza lo presentò come Ferndandez, vecchio ma sempreverde pilota militare in pensione, vecchio amico di famiglia, che aveva deciso di dare uan mano alla piccola Rin. L'aereo che avrebberò usato era un vecchio aerocargo molto "vissuto" (per non dire che cadeva a pezzi), ma a cui il vecchietto sembrava legato quasi come se fosse una figlia, almeno da come lo trattava.


    > Il Viaggiò sarà un pò lungo, mi dispiace - disse Rin mentre le dava una valigia, piena di abitì molto pesanti - non è mai facile arrivare in Antartide.


    Quindi era lì che dovevano andare? Fino ai confini del mondo, al polo sud? Se aveva altre domande e dubbi, meglio farle subito, perché poi il ritorno a casa sarebbe stato difficle. Molto difficle.




    CITAZIONE
    Nota:

    a te :)






     
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    Una storia come tante, forse una leggenda.
    Un ordine nascosto e segreto che custodiva segreti in grado di stravolgere l'ordine stesso delle cose. Sembrava quasi una trama di un film che in quell'epoca andavano molto di moda. Ma cos'erano loro in fondo? Anche i cavalieri erano una leggenda, qualcosa che non doveva essere divulgato e di cui, meno persone ne conoscevano l'esistenza meglio era. La storia di Rin – indubbiamente – aveva dell'incredibile e c'erano molti – forse troppi – lati oscuri che non tornavano. Tutta quella storia aveva dell'incredibile ma Esmeralda non era tipo da tirarsi indietro e sarebbe andata a fondo in quell'avventura.

    Rimase in silenzio per quasi tutto il tempo, scrutando ed osservando la ragazza. Il volto della giovane era sincero e candido ma un guerriero navigato come lei era consapevole che ciò non poteva dare alcuna sicurezza. Indubbiamente la cosa più strana era data dal fatto che avevano richiesto proprio di lei: che ciò fosse collegata alla sua natura di 'esterna' a quel mondo? Tutto era possibile e non si sentiva di escludere alcuna ipotesi. Solo dopo alcuni minuti di imbarazzate silenzio si decise a parlare.

    «Sembra una bella favola» disse con sufficenza.
    «Ma sono con te, incontrerò questi Pitagorici»

    Giunsero quindi a quell'aeroporto abbandonato.
    Un uomo – in la con l'età – le avrebbe accompagnate in Antartide con un trabiccolo che sembrava reggersi a malapena in piedi. Storse leggermente il naso rendendosi conto del mezzo che avrebbero usato per raggiungere la loro meta e dentro di se si chiedeva se dopo tante sofferenze, dopo aver viaggiato attraverso lo spazio ed il tempo la sua fine sarebbe giunta proprio a causa di quell'aeroplano.

    «Speriamo bene» disse sospirando.
    Così, senza alcun ripensamento prese la valigia datagli dalla ragazza per apprestarsi a salire sul mezzo, convinta che in Antartide avrebbe scoperto qualcosa di importante. Che Rin fosse chi diceva veramente di essere o qualcosa di diverso non aveva alcuna importanza: ben presto la verità sarebbe venuta fuori.

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    IV






    Il viaggio, inutile negarlo, fu tutto tranne che piacevole.

    L'aereo sembrava prossimo a rompersi in mille pezzi ad ogni colpo di vento, ma il suo conducente sembrava sereno, quasi divertito.
    Rin, nel frattempo, continuava a parlare e parlare e parlare: per essere una setta segreta di cui si sapeva praticamente nulla, aveva comunque abbastanza spunti da far divagare la ragazza per ore e ore di assurde teorie, nozioni, ecc... Dopo un pò, semplicemente, è fiseologico cadere addormentati in un sonno profondo.


    [...]


    Inizià come un classico sogno, uno dei tanti che può capitare in una normale notte. Poi... cambia.
    Voci tenebrose, rumore di tamburi, alberi... una foresta pluviale. Poi ruggiti, tamburi, frecce e lancie attorno a te. Che si combatta o fugga non cambia la situazione, il pericolo circonda completamente Esmeralda.

    Poi, una mano... e una voce.


    > Svegliati... stannò per arrivare!



    [...]


    > Signorina Esmeralda... svegliatevi, siamo arrivate! - disse Rin scuotendole delicatamente la spalla - beh... non proprio. Abbiamo dovuto fare uno scalo per qualche ora in una vecchia base militare abbandonata su un'isola deserta, ma va tutto bene. meglio scendere a sgranchirci un pò le gambe.

    L'isola era, come detto, completamente deserta. La pista d'atterraggio fatiscente dove allogiava l'aereo era ricoperta da erbacce e sterpi che sembravano resistere bene al freddo e al vento di quel posto dimenticato da dio. Una catapecchia che si poteva con molta difficoltà chiamare torre di controllo sembrava molto più appetibile.

    ma c'era qualcosa che non andava, la sacerdotessa del Triangolo lo sentiva, e una pioggia di raggi cosmici diretta verso lei, Rin e l'aereo ne era la conferma.

    Non erano soli.



    CITAZIONE
    Nota:

    Scusa il ritardo ^^


     
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