» Il Sangue di Atena

Quest per Lord Drake

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    IL SANGUE DI ATENA
    Post 1 - Gaz



    L'aria fredda e pungente dello Jamir sembra avvolgere le membra del Gigante buono del Santuario. Il corpo di quell'uomo è steso su un letto, e la giovane Anita si prende cura di lui da ormai due settimane. Le ferite riportate da Bart erano gravi ma probabilmente la ferita più grande era quella nel suo cuore. Aveva conosciuto uomini di ogni specie ma mai una bestia come Gabriel.

    Possibile che Daya avesse sbagliato così tanto con lui?
    Non s'era reso conto di quello che era diventato e solo uno stoico Toro aveva impedito un disastro di dimensioni colossali, ponendosi come baluardo di una malvagità che divorava ogni cosa.

    «La prego signor Bartolomeo, non si alzi cosi velocemente»

    La voce candida di Anita invitava il vecchio Toro a fare con calma.


    Bene, diciamo pure che ti stai risvegliando caro.
    Cerca di fare un po' il punto della situazione e dopo di che aspetta il mio post, ad Ichi lo facciamo intervenire dopo. Intanto parliamo io e te <3


     
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    Atto I
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Il corpo leggero e abbandonato ad un torpore piacevole.
    Il braccio teso in un ultimo orgoglioso tentativo di non perdere coscienza.

    L-La b-bambina…

    Quelle furono le sue ultime parole prima che gli occhi cedessero all’oscurità, prima di abbandonare la luce per ritrovarsi in un mare di tenebra.
    Il Toro aveva lottato, aveva resistito fino al punto di reggersi in piedi con la sola forza di volontà. Nonostante tutto, egli non era stato abbattuto. Aveva combattuto con determinazione inesauribile, avanzando a testa basta contro un avversario più forte di lui.
    Bart era fatto così: spontaneo e impulsivo. Nonostante l’incredibile amore per la sua famiglia, non aveva esitato nemmeno un istante a gettarsi a capofitto nella mischia di un duello mortale. Aveva pensato alle possibili conseguenze, certo, ma preferiva morire nell’intento di salvare qualcuno piuttosto che girare con indifferenza la faccia dall’altra parte. I suoi figlioli sarebbero stati orgogliosi di lui e la felicità di molte vite salvate sarebbe stata sicuramente maggiore della disperazione per la perdita di un solo uomo.
    A volte bisogna fare delle scelte, delle scelte che cambiano completamente la vita di una persona.
    Bartolomeo, novello cavaliere del Toro non più propriamente giovincello, aveva fatto una promessa.
    Filippo, il suo fratellino più piccolo, sarebbe stato orgoglioso di quel Super Bart che tanto ammirava.

    Nella favola che ogni bambino si crea per interpretare la realtà, la strage accaduta in quella sperduta cittadina sarebbe parsa come una battaglia epocale. Il supereroe, il cavaliere senza macchia, avrebbe indossato il suo costume sgargiante facendo muovere al vento il rosso mantello (ricordiamo che il mantello, anche se inutile, fa sempre molta scena). L’enorme “B” stampata sul petto sarebbe stata monito per qualsiasi cattivo avesse voluto far del male a degli innocenti. Il prode Bartolomeo avrebbe sorvolato la Grecia per proteggere la popolazione e sarebbe piombato sull’oscuro super cattivo di turno. Lo scontro sarebbe stato leale ma di una violenza travolgente e Super Bart avrebbe resistito nonostante la superiorità nemica. Nel momento di estrema difficoltà, i suoi amici supereroi sarebbero intervenuti sul più bello per sconfiggere tutti insieme la minaccia e riportare la pace in quel villaggio innocente. Tutti si sarebbero salvati e il cattivo sarebbe stato rinchiuso in qualche carcere di massima sicurezza fino alla successiva avventura.
    Ecco, questa sarebbe stata la favola che Filippo avrebbe creato nella sua mente pura; un racconto con protagonista il suo eroe preferito, dove il bene trionfa sempre sopra ogni sorta di male.

    Anf, anf…
    Figlioli…


    Il respiro era irregolare, il dolore aveva ormai portato al delirio della mente.
    Dov’era? Cosa stava facendo?
    Tutto era buio, tutto era spento e immobile. Nessun ricordo, nessun pensiero. Solo parole urlate, sussurrate o farfugliate in un limbo senza uscita. Movimenti involontari, convulsioni e dolore continuo.
    Così tanta confusione e incertezza da dimenticare come realmente erano andate le cose. Magari fosse stata tutta una piacevole favola, magari la fantasia del piccolo Filippo avesse rispecchiato la realtà.

    Bart aveva combattuto, certo, ma non aveva vinto lo scontro. Con inamovibile decisione si era opposto ad una strage senza precedenti. Un’intera cittadina era stata uccisa e martoriata, senza alcun motivo apparente. Uomini, donne, bambini, tutti accomunati da una morte priva di significato in un giorno qualunque. Il sangue aveva invaso le strade del paese, mischiandosi alla terra per creare un fiume lento e vischioso tinto di rosso. Il prode cavaliere del Toro, senza alcun mantello da supereroe, aveva intuito troppo tardi chi fosse il vero responsabile di quella strage. Gabriel strappò letteralmente degli attimi di fiducia al gigante bonario, mettendo in scena una farsa così macabra da apparire grottesca. Il duello non era stato leale e le ferite sulla schiena di Bartolomeo sarebbero state per sempre la prova tangibile della codardia avversaria.

    O mio…
    No, no, no…


    Ancora urla, ancora dolore.
    Qualche immagine cominciava a diventare più chiara nella mente del cavaliere d’oro, tanto nitida da peggiorare il suo delirio. Vide quei denti, quei bianchi spuntoni strani e appuntiti affondare nella carne della piccola Therese, strappando brandelli di carne come se fosse un pezzo di pane morbido.
    Poi la furia.
    Solo quello si ricordava. Bart era per un momento tornato spietato e incurante della vita umana, rimpiazzando il Rosso con il Bianco. Ciò che egli era un tempo era emerso dalla parte più profonda e nascosta dell’anima, permettendo al gigante di affrontare quella situazione nel migliore dei modi. Aveva accantonato la compassione per un essere così intento ad allontanarsi dalla sua natura umana da far tristezza, sempre in cerca di quel qualcosa che potesse renderlo ciò che non sarebbe mai stato.Gabriel era un uomo, non poteva farci nulla.
    Bart ebbe il compito di ricordaglielo, affrontandolo a viso aperto e a costo della sua stessa vita. Aveva combattuto dando fondo a tutta la sua straordinaria forza fisica e cosmica, ma purtroppo lo scontro non finì come nella favola di Filippo. No, i morti non si riuscivano nemmeno a contare e il cavaliere nero non era stato propriamente sconfitto.
    Gabriel, però, era stato fermato.
    Quella era stata la vittoria di Bart. Era riuscito a fermare la furia senza senso di quel folle, lo aveva ferito e lo aveva frenato. Nonostante il divario cosmico tra i due, il Toro era stato così determinato da avanzare a testa basta nonostante il pericolo. Aveva sfidato la spada del torero, era stato ferito ma aveva difeso ciò che stava proteggendo.
    In realtà Gabriel aveva perso.
    Era stato fermato da qualcuno fiero di essere un uomo. Un semplice essere umano aveva fatto capire a quell’abominio quale fosse la sua vera natura. Una natura che prova dolore e sentimenti, che combatte per la vita e così incredibile da poter compiere miracoli.

    Oh oh oh!
    Coff coff…


    Una risata?
    Bartolomeo aveva riso mentre era privo di coscienza. Incredibile. Poi di nuovo buio.
    Sentiva le voci dei suoi pargoli che giocavano e di Elena che lo chiamava per la cena. Li sentiva lontani, come se fosse immerso in un sogno infinito. In contrasto con quegli attimi di felicità, continuava a percepire un dolore lancinante accompagnato dal sapore e dall’odore del suo stesso sangue.

    Cosa stava accadendo?
    Bart si era sacrificato sul campo di battaglia?
    La lezione data a Gabriel era quindi stata fatale?

    Poco importava. Si sentiva fiero di ogni singola cosa fatta e si rammaricava solamente di non aver potuto salutare la sua famiglia. Probabilmente Daya avrebbe dato la notizia ai pargoli e ad Elena, ma era certo che avrebbero continuato a vivere una vita serena al Grande Tempio. Anzi, forse qualcuno dei piccoli un giorno avrebbe preso il posto del padre, chi lo poteva sapere.

    Quindi era tutto davvero finito?
    La battaglia aveva mietuto una vittima in più?

    Si, esatto. Una vittima in più, una vita innocente di troppo. Ma quella vita spezzata non era quella di Bart.

    La bambina!

    Un urlo deciso. Le stesse parole pronunciate dal gigante prima di perdere conoscenza tornarono prepotenti quando gli occhi trovarono di nuovo la luce. Era spaesato, totalmente disorientato. Si trovava su un letto non suo, fasciato ovunque da bende quasi fosse una mummia (che bello sarebbe stato giocare con i bambini bardato in quel modo). Il sangue aveva colorato il bianco delle bende e delle lenzuola, accompagnando un dolore persistente che non accennava ad andarsene. La vista era offuscata e l’udito ovattato. Si alzò di scatto mettendosi seduto e scrollò la testa come ad aiutare almeno la mente a riprendersi del tutto. Sentì le parole preoccupate di una ragazza di cui riusciva a scorgere solo i contorni.
    Era tutto così confuso.
    Girò la testa a sinistra, poi a destra e poi…sbatté la fronte contro il muro. Spalancò gli occhi dall’intontimento e decise saggiamente di tornare disteso.

    Ok, ok.
    Sto fermo.


    Quando uno ha ragione, ha ragione.
    Era troppo disorientato per mettere a fuoco la situazione e l’unica cosa che poteva fare era stare fermo. Spostò solamente il viso per rivolgerlo a quella che gli sembrava una giovane ragazza.

    Figliola, la piccola sta bene?

    Quella fu la sua unica domanda. Non gli interessavano le sue condizioni, non gli interessava il luogo in cui si trovava e non gli interessava nemmeno del perché fosse ancora in vita nonostante tutto. Il suo ultimo pensiero prima di perdere conoscenza fu anche il primo dopo il doloroso risveglio.
    Quello era Bart e nulla l’avrebbe mai cambiato.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Racconto cosa è accaduto sotto due punti di vista diversi: quello di Filippo (la favola) e quello reale. Questo per ricollegarmi a quanto scritto nel duello con Gab e far emergere la differenza tra fantasia e realtà. Ovviamente il tutto è alquanto confuso e spezzato da frasi di Bart, proprio per rispecchiare lo stato di dolore e confusione in cui si trova. Svegliandosi di scatto si sente così disorientato da capirci poco. Sbatte la testa involontariamente e poi chiede notizie della bambina che aveva cercato di proteggere alla fine dello scontro (conscio del fatto che Daya si sarebbe comunque occupato della sua famiglia al Grande Tempio).

    Condizioni:
    In lenta ripresa.

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    IL SANGUE DI ATENA
    Post 2 - Gaz

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    «Quello che ci permette di andare avanti - spesso - è il dolore per le persone che non riusciamo a difendere»

    L'uomo che lo aveva preso in spalla e portato lontano dallo scontro, per poi curarlo entrò: un sessantenne dai capelli bianchi e dal grande carisma. Fissava il gigante buono e comprese immediatamente la bontà di quell'uomo. Sospirò pensando a tutte le persone che non era riuscito a salvare in quei lunghi anni di lotte e battaglie.

    «Mi sarebbe piaciuto conoscerti in una situazione differente» Disse avvicinandosi a Bart, Anita fece sedere il vecchio Gaz, il quale rimase a fissare il Gold Saint. Istintivamente pensò a tutte le persone che aveva visto morire in quegli anni, a coloro che non ce l'avevano fatta ma sapeva che bisognava combattere per coloro che sono vivi.

    «Mi chiamo Gaz, e ormai da anni osservo il mondo dalle alture dello Jamir», pronunciò quelle parole con grande amarezza «Ma mai mi abituerò a veder morire inutilmente degli innocenti»

    «Eppure, nonostante tutto il sangue che in questi ultimi quarant'anni ha bagnato la terra, nutrendo i demoni che s'annidano nello spirito umano, nemmeno per un istante ho tentennato come non lo ha mai fatto nessun Gold Saint»

    Si fermò nuovamente prima di riprendere a parlare

    «Abbiamo il dovere morale di non arrenderci, e lo facciamo per chi crede in noi. Solo grazie a questo riusciamo a compiere i miracoli, come quello che hai compiuto te oggi, ragazzo.»

    Parole profonde e sentite quelle di Gaz, che in verità sentiva qualcosa dentro di se morire, era così ogni volta che un innocente perdeva la vita.




    Va bene, ora rispondi pure ma poi dobbiamo aspettare l'intervento di Aldo, il quale arriverà, giusto quando tu finisci di parlare, accompagnato da qualcuno ma da chi? <3


     
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    Atto II
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    La vita non è una favola.
    L’uomo ha sempre fantasticato sull’utopia di un mondo migliore, un mondo in cui tutto va per il verso giusto, senza malattie né dolore. Ai bambini si raccontano storie felici, si inventano le più disparate bugie per mascherare la cruda realtà.
    La vita fa schifo.
    Tutti soffrono, chi più e chi meno. Tutti muoiono, questo è certo.
    Quante belle storielle Bartolomeo aveva dovuto raccontare negli anni ai suoi figlioli. Angeli che scendono dal cielo per accompagnare i loro veri genitori in un paradiso pieno di felicità, anime che vagano felici dopo aver lasciato il corpo spirato nella totale serenità.
    Tutte bugie.
    In un mondo dove gli Dei guardano solamente ai loro scopi egoistici, anche la vita dopo la morte è una sofferenza. Solo poche divinità perseguono la pace, ma sono quasi sempre combattute da una moltitudine di altri esseri eterni che vogliono il contrario. Morte e distruzione hanno sempre caratterizzato la vita dell’uomo, forse rispecchiando l’esistenza degli Dei stessi. Le guerre sacre che hanno sempre scandito il susseguirsi del tempo ne sono la prova, così come l’odio che ad ogni occasione ha portato l’umanità a uccidersi per motivi futili.
    Perché tutto questo?
    Perché è necessario provocare sofferenza per ritagliarsi il proprio posto nel mondo?
    Se tutte le risorse e le conoscenze che nei millenni sono state dedicate alla guerra, alle armi e alla violenza fossero state impiegate per far vivere all’uomo un’esistenza migliore, forse la medicina avrebbe già da tempo debellato il cancro.
    Invece no.
    Continuiamo a massacrarci, continuiamo imperterriti a distruggerci tra noi mentre qualche essere divino si diverte a muoverci come burattini.
    A volte, però, ci sono uomini che hanno il coraggio di dire no, di abbandonare l’egoismo e la smania di potere per un obiettivo ben più alto. Uomini e donne che si sacrificano per uno scopo comune, per cercare nel loro piccolo di fare qualcosa di grande. Certo, non tutti ci riescono, ma almeno si prova a sporcare con una piccola macchia bianca il nero dell’odio. Sia mai che la macchia si possa espandere per sostituire lo stato solitamente immutabile delle cose.

    Ecco, Bart e Gaz erano proprio due di quelle persone che combattono il crudele ordine naturale delle cose, mettendo in prima linea la loro stessa vita.
    Un momento. Ma chi era Gaz?
    Fino a qualche momento prima nemmeno il cavaliere del Toro sapeva chi fosse Gaz. Il gigante era ancora disteso convalescente su quel letto insanguinato, fissando la giovane che sembrava prendersi cura di lui. Aveva posto una domanda, preoccupato per le sorti della bambina presente in quella dannata piazza dove un uomo aveva abbandonato la sua umanità. Era stanco, gli occhi ancora pesanti, ma il suo spirito non voleva in alcun modo cedere alle ferite. Il viso era infossato nel cuscino, come a rilassarsi dopo un dolore che sembrava durare da un’eternità. Si era appena svegliato, non era ancora al pieno delle forze, ma doveva sapere. Doveva chiedere di quella bambina.
    Mentre fissava la ragazza, qualcuno fece il suo ingresso. Un uomo ormai anziano, probabilmente circa della stessa età di Bart. Il tempo aveva già cominciato a segnargli il volto, ma la saggezza era andata a pari passo con l’invecchiamento. Le sue parole furono così sentite da colpire direttamente l’animo del gigante; gli sembrava di sentire parlare sé stesso, fu una sensazione indescrivibile.
    Rimase in silenzio, cercando di non perdersi nemmeno una parola del discorso. Socchiuse solo per un istante gli occhi, mentre intuiva quello che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. E in realtà nulla di esplicito fu detto, ma ciò che era accaduto dopo lo scontro con Gabriel divenne alquanto chiaro. I ricordi di Bart erano confusi, ma Gaz dissipò ogni dubbio.

    Capisco.

    Una breve pausa per poi fare un'altra domanda importantissima. Come un fulmine a ciel sereno la mente cominciò a riprendersi, facendo tornare i ricordi come un fiume in piena che distrugge gli argini.

    La mia famiglia sta bene?
    Giovanni?


    Furono quelle le prime parole del Toro mentre con la guancia strofinava il cuscino quasi a far andar via quei pensieri.
    La bambina era morta. Nonostante tutto non erano riusciti a salvarla dalla furia dello scontro. Inoltre, non aveva notizie sulla sua famiglia.
    Stavano tutti bene?
    Giovanni era davvero stato inghiottito dalle tenebre in cui era caduto?
    Quel piccolo pargolo era stato colpito da qualcosa che andava oltre ogni sua possibile comprensione, vittima inconsapevole di un gioco malsano.
    Il cuore gli si strinse nel petto al solo pensiero e il tutto fu ulteriormente condito da una precisazione, quasi fosse un gesto di rimprovero nei confronti di sé stesso.

    Se avessi davvero compiuto un miracolo, Giovanni e quella bambina sarebbero ancora vivi.

    Fece un'altra pausa sofferta per poi rispondere all’ultima frase pronunciata da Gaz.

    Un cosa è certa.
    Finché ci sarà qualcuno da proteggere il Toro non cadrà.


    Gli occhi si socchiusero nuovamente, come a dare un ultimo e rispettoso saluto alle ennesime vittime della follia umana. Poi, quello che accadde subito dopo fu alquanto inaspettato. Bartolomeo strinse i pugni come a contrastare il limbo di dolore fisico e mentale in cui stava lentamente cadendo. Portò la mano destra al petto, strappando parte delle bende che gli coprivano le ferite. Con la sinistra si diede l’appoggio per portarsi in posizione seduta, in modo da guardare Gaz dritto negli occhi. Non sapeva cosa dire. Avrebbe voluto esprimere tutto il suo orgoglio nel sentir pronunciare quelle parole dal vecchio, avrebbe anche voluto gridare per sfogare tutto il suo dolore per le vittime. A volte, però, un solo sorriso o una risata valgono più di mille parole. Cambiò espressione in modo così repentino da spiazzare chiunque, per poi rivolgersi serafico al nuovo arrivo.

    Ciao Gaz, io sono Bartolomeo.

    Un enorme sorriso apparve sotto i suoi baffi – non ordinati come al solito – dimostrando ancora una volta quanto fosse puro e semplice il suo animo, in grado di reagire ad ogni ostacolo che la vita gli pone davanti.

    E grazie per avermi dato del ragazzo.
    Oh oh oh.


    Rise.
    Rise come suo solito in modo profondo e travolgente.
    Rise.
    Rise per non pensare a quante persone non era riuscito a proteggere e quante altre avrebbe visto morire nonostante tutto.
    Doveva ridere, doveva continuare a pensare a quella promessa fatta a Filippo e a sé stesso.

    Ma era pur sempre un uomo buono.

    E gli uomini buoni soffrono più di tutti.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Comincia pian piano a riprendere pienamente coscienza e ricordi tornano ad essere nitidi. Bart capisce che la piccola è morta e poi chiede notizie sulla sua famiglia e su Giovanni. Come avrete potuto leggere dal duello, in realtà Giovanni sta bene ma per un malinteso nelle comunicazioni Bart crede che sia morto.
    Quindi dategli la buona notizia, almeno quella ^^
    Infine reagisce a modo suo a tutto quello che lo ha travolto: con un sorriso. In realtà internamente soffre molto più che esternamente, ma cerca sempre di andare avanti mostrandosi sorridente e solare con tutti. Un po' come fa con i suoi figlioli, insomma ^^
    Lui è fatto così.

    Condizioni:
    Moralmente a terra per gli ultimi avvenimenti, ma è sempre sostenuto da uno spirito inesauribile.

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    POST 01 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    U
    n bagliore dorato illuminò l'aria in un punto preciso, un bagliore che prese presto una forma sferica sempre più grande fino ad esplodere silenziosamente in molteplici raggi luminosi. Dopo pochi istanti al posto di quell'artificio di luce vi era una ben nota figura ammantata d'oro; il cavaliere osservò la costruzione in cui il vecchio Gazka e Anita vivevano, costruzione che ben conosceva.

    jpg


    °rieccomi qua dunque... quanto tempo°

    Una figura diafana e immateriale si appoggiò alla sua spalla destra.

    "hey è qui che ci siamo conosciuti neh bamboccio?"

    Daya rise di cuore, Ashtart era talmente strana e diversa da lui che ogni volta rimaneva comunque stupito.

    -ah ah ah... è vero... ma bando ai romanticismi, andiamo a vedere come sta Bart-

    "non sta bene, quella bimba., quella mangiata dal coso, dal dragocomesichiama! Beh che te lo dico a fare non l'hai presa bene nemmeno tu. Ah occhio al muro portante ok?"

    Lo spirito sparì come era apparso, lasciando Daya alquanto perplesso. Questi si incamminò in direzione del palazzo di Gazka cercando l'ingresso, mano a mano che avanza percepiva meglio il cosmo di Bart, e più lo percepiva e maggiore dolore e rabbia provava. Rabbia. Sentimento nuovo, curioso e affascinante invero, ma dannoso; Daya non sapeva come gestirlo, non era mai accaduto che dovesse farlo... eppure anche quello era un tassello fondamentale per la sua crescita. Odio rabbia e desiderio di vendetta gli aveva donato Gabriel, forse questi si sarebbe sentito contrariato nello scoprire che erano proprio gli ultimi mattoni per completare la costruzione perfetta del suo essere. Entrò in tempo per ascoltare l'ultimo scambio fra i due uomini, sentire Bart parlare di quella bimba fu troppo per lui. Appena entrato serrò il pugno destro, la rabbia crescente. Perfino nelle sue parole i due uomini poterono percepirla preponderante.

    -sono qua... io... non sono... ecco-

    Non ce la fece. Il primo scatto d'ira della sua vita. Il pugno andò verso il muro non pensando alla forza che in esso albergava, non erano i pochi muscoli a crearla bensì l'incommensurabile cosmo.

    -DANNAZIONE!!!-

    Attorno al pugno il muro si polverizzò e una crepa si formò un paio di metri verso l'alto... fortunatamente si ricordò le criptiche parole dello spirito; manifestare per la prima volta rabbia tirando giù il muro portante della casa di un vecchio amico non era un gran guadagno. Espirò ed inspirò profondamente più volte prima di tornare nel pieno controllo di se.

    -perdonatemi. Vecchio amico non volevo fare danni alla tua dimora, Anita... chiedo venia anche a te. Non è da me perdermi nell'ira, per la verità è la prima volta in tutta la mia vita-

    Si avvicinò al cavaliere del toro, lo sguardo basso; ecco un nuovo sentimento fresco fresco... il senso di colpa. Quella era una giornata di novità eclatanti.

    -Bartolomeo... ti chiedo perdono per non essere riuscito a salvare la bambina. Mai avrei pensato che Gabriel potesse diventare un mostro simile privo di cuore. Oggi ho raggiunto il nono senso avvicinandomi ancor di più agli dei per scoprire di non essere stato in grado di salvare una piccola vita-

    Si sedette di colpo per terra con le gambe incrociate, gli occhi chiusi e le braccia conserte.

    -è stato terribile, così come terribili i sentimenti da me oggi scoperti. Come potete voi esseri umani gestire una simile oscurità nel vostro cuore? Ho avuto desiderio di uccidere, uccidere Gabriel in quella forma corrotta... e ho avuto desiderio di vendetta-

    Riaprì gli occhi fissando i compagni e stringendo il pugno destro innanzi al viso.

    -non so cosa mi trattenga dal recarmi a Death Queen Island per farla inabissare una volta per tutte! Vendetta!-

    Abbassò il pugno che tornò in grembo, mentre sospirando spostava lo sguardo verso il basso, verso un punto imprecisato, qualcosa che sembrava vedere soltanto lui. Forse il volto di una fanciulla ormai perduta nella vita e nella morte.

    -nel giorno della mia massima ascesa ho rischiato di sprofondare nel buio più profondo. Forse mi serviva... ciò mi renderà ancora più forte per il tempo a venire. Eppure non posso scrollarmi di dosso la tristezza. Io che vedo i fili del Karma di tutte le vite che mi circondano oggi ho compreso quanto fugace e dolorosamente luminosa possa essere una vita perduta invano. Pregherò per lei e per Gabriel, in questo momento nessuno oserà avvicinarsi al suo oscuro cuore sinceramente. Provo pena per lui, è mutato in un mostro destinato ad una vita cruenta e solitaria...-

    Scrollò la testa rialzandosi e portandosi vicino al moribondo; gli appoggiò una mano calda sulla nerboruta spalla, sorridendogli dolcemente.

    -rasserenati almeno per il tuo figliolo. Giovanni sta bene adesso... non perderemo altre vite innocenti, il dio della morte ha avuto già abbastanza-

    Una piccola lacrima discese dall'occhio destro, quello verde.

    -amico mio sii forte. Presto dovrai esserlo per tutti, dovremmo esserlo tutti noi. Mai come oggi abbiamo bisogno che il Toro dorato non abbia dubbi o cedimenti... ma soprattutto io avrò necessità del tuo aiuto. Sarai con me?-

    Un discorso strano, forse solo Gazka comprese davvero quello che Daya voleva dire.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: riparto alla grande, beccatevi Daya incazzoso che tira una secca al muro e rischia di far crollare il palazzo XDDD mi aspetto da Gaz e Bart una faccia alla WTF??? O_____O"""" un illuminato incazzato è uno spettacolo unico al mondo godetevelo :ehsi: Alla fine Daya fa quella domanda sibillina a Bart :asd:


    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
    Satori »
    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

    » Abilità Attive:
    Teletrasporto »
    Capacità notevole del giovane indiano, consiste nella possibilità di raggiungere un determinato punto dello spazio antistante al saint all'istante, senza dover muovere alcun muscolo o utilizzare la super velocità. Tale abilità può permettere a Daya di tentare di evitare o scansare l'attacco di un nemico, spostandosi in una locazione differente: è un potere che può essere usato solo una volta per scontro e che consuma un certo quantitativo di cosmo, per cui non viene da lui usato con leggerezza. Si tratta di teletrasporto di tipo psionico. ¬
    "Poiché la terra mai calpestata non si raggiunge sul dorso di questi animali, ma cavalcando il proprio sé domato"


    » Repertorio Tecniche:

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    Edited by IchigoRuleZ - 2/7/2012, 12:18
     
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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 1


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    «L'ira è un sentimento che solo noi Rarglove siamo in grado di domare» Le parole erano state pronunciate da una ragazza: Esmeralda. La rossa stava li, appoggiata allo stipite della porta ed osservava tutte le persone che vi erano al suo interno. Il nonno fece un gesto di apprezzamento verso la nipote, mentre Anita sorrise. Quello che passava per la mente della bionda forse era un pensiero comune: era uguale a suo padre. La ragazza si mosse e finalmente si mostrò, indossava le vestigia del Triangolo e guardò per un istante Daya.

    «La sofferenza che ci portiamo dentro, l'odio ed il dolore ci permettono di andare avanti, di non dimenticare. Sentimenti che ci fortificano ma che soprattutto ci ricordano sempre per cosa lottiamo»

    Parole tristi quelle della ragazza, la quale portava una maschera di sufficienza, atta a mascherare il dolore che si portava nel cuore. Quella sua impotenza di fronte a qualcosa più grande di lei ma soprattutto il dolore per aver lasciato suo padre a combattere da solo contro quel mostro.

    Si avvicinò a Bartolomeo. «Con tutto il rispetto possibile per il vostro ruolo io vi ringrazio davvero. Vengo da un luogo dove quel demone che avete affrontato scorrazza distruggendo ogni cosa ma sono convinta che con uomini della vostra caratura potremmo salvare questo luogo che tutti noi amiamo»

    E qui Gaz potette vedere tutta l'Eleuteria che vi era in lei, la sensibilità che la madre le aveva trasmesso, cose dalle quali non si poteva prescindere. Ma durò un attimo, il tempo di ricomporsi e rimettersi in piedi.

    «Il nonno mi ha dato tutte le informazioni di cui necessitiamo per recuperare il sangue di Atena. Col vostro permesso Daya, se il Cavaliere del Toro se la sente vorrei guidarvi personalmente attraverso la biblioteca segreta»

    Rispetto e strafottenza allo stesso tempo, una persona davvero particolare Esmeralda ma sicuramente una pedina importante per il nuovo santuario che si stava formando.


    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa





     
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    Atto III
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Era tutto così strano, tutto così insolito e particolarmente sentito.
    Due uomini estremamente simili in una stanza pregna di dolore e sofferenza, due animi votati alla Giustizia straziati da qualcosa che non avrebbero mai potuto controllare. I cavalieri sono forti, più forti di ogni essere umano, e possono persino raggiungere e sconfiggere il potere di un Dio. Eppure, nonostante tutto, non possono controllare ogni cosa. Per ogni vita che viene salvata ce ne sono altre cento che vengono inesorabilmente ghermite da una morte ingiusta, travolti da una follia umana spesso incomprensibile.

    Filippo, quel piccolo e spensierato bambino, adorava Bart e l’immagine da supereroe che aveva di lui. Rimaneva estasiato dalla figura fantastica del fratellone che si era creato nella sua mente, credeva nella sua perfezione e nella sua bontà. Per lui ogni azione eroica era capace di salvare tempestivamente tutto e tutti dalle ingiustizie.

    Purtroppo la realtà non era così. Quante volte lo abbiamo constatato.
    La cruda verità è che non si può salvare tutti. È necessario fare delle scelte che inesorabilmente salvano qualcuno e condannano molti altri.

    Come si può preferire una persona ad un’altra?
    Con quale criterio è possibile scegliere tra la vita e la morte senza essere schiacciato dal peso della responsabilità?

    Domande senza risposte, domande inutili che solo una persona che tiene davvero agli altri può farsi. Forse, a volte, è meglio agire d’impulso senza nemmeno pensare. Se ci si ferma a riflettere si rischia di non poter salvare nemmeno chi si trova ad un passo da te.
    Quello è il segreto.
    Fare tutto il possibile affrontando il Fato a testa alta, cercando di beffare la morte che prima o poi arriva per tutti.
    Tutto facile a parole, certo, ma bisogna trovarsi in quelle situazioni per capire quanto si soffre. Il poter salvare qualcuno è una responsabilità incredibile, specialmente se la scelta non è unica o immediata.
    Proprio per quel motivo Bart e Gaz sembravano avere un pensiero così simile, anche se in realtà non si erano mai visti prima. Forse l’età, forse l’esperienza oppure il fatto di voler davvero proteggere le persone. Quei due uomini avevano capito a fondo come fosse complesso il loro compito di cavalieri di Atena e il silenzio che si era creato dopo le prime parole ne fu la prova.

    Anche Daya…

    Un pensiero fugace e naturale, come se il nome dell’amico fosse l’unico tassello mancante. Anche Daya era come loro, accomunato da un animo totalmente dedicato agli altri. Il Gran Sacerdote aveva accolto Bart in Grecia quasi fosse un fratello, aiutandolo persino a dare l’ultimo saluto al compianto Stephane. Un’amicizia nata dal nulla, aiutata da due caratteri così diversi ma al contempo simili.
    Quell’incredibile legame tra fratelli stava nascendo anche con Gaz?

    Bartolomeo attendeva ancora qualche risposta importante, mentre combatteva con i postumi dello scontro con Gabiel. Ormai il suo corpo cominciava a recuperare pienamente le forze – aveva la pelle dura – ma era il suo animo che ancora lottava per tornare quello di un tempo. Poggiò entrambe le mani sul letto per alzarsi definitivamente in piedi, ma improvvisamente qualcosa accadde inaspettato.

    Daya?!

    Esclamò Bart tanto incredulo quanto felice di vedere l’amico.
    Il biondo entrò nella stanza quasi fosse una furia, mal celando una frustrazione che divampò insolitamente dal suo calmo spirito. La sorpresa fu tale che il Toro si sbilanciò all’indietro, vanificando gli sforzi per ritornare in piedi. Spalancò gli occhi nel vedere quel pugno colmo d’ira della Vergine dorata e il non indifferente peso del gigante andò a poggiarsi violentemente sul materasso insanguinato generando qualche sinistro scricchiolio delle doghe.
    Come un fiume in piena l’amico prese parola per esprimere ogni suo pensiero. Bart non l’aveva mai visto così, abituato alla sua calma e pacatezza. Il Buddha si era arrabbiato e sembrava seriamente scosso dagli ultimi avvenimenti.

    Daya…

    Cercò di intervenire per tentare di calmarlo, allungando pesino una mano come a placarne l’ira, ma non vi fu nulla da fare. Il Gran Sacerdote aveva sperimentato qualcosa che non aveva mai macchiato il suo spirito: odio e vendetta. Aveva per un momento abbandonato la sua condizione di uomo più vicino agli Dei per sporcarsi con i più infimi sentimenti umani.

    Daya, non ti preoccupare…io…
    Cosa?


    Nella tristezza del momento a Bart era sfuggita una notizia importantissima, mescolata in quel mare di sensazioni terribili.

    G-Giovanni è vivo?
    Davvero?
    Sia ringraziato il cielo.


    Non poteva crederci, non riusciva a credere a ciò che Daya gli aveva detto. In tutto quel dolore, in tutta quella sofferenza, finalmente qualcosa che usciva dal coro. Una piccola goccia in un mare tetro, ma pur sempre una speranza per il grande cuore di Bartolomeo.
    Fece un sospiro di sollievo, come a liberarsi da uno dei tanti pesi che gli attanagliavano il petto. Tanta era l’emozione al pensiero del suo figliolo sano e salvo che avrebbe voluto correre alla Seconda Casa così com’era per abbracciare tutta la sua famiglia.
    Finalmente una buona notizia, finalmente qualcosa di positivo.
    Guardò Daya con occhi nuovamente colmi di vitalità, come se la sola forza di un bambino fosse riuscita a diradare ogni tenebra.
    Strinse i pugni finalmente con vigore, dandosi la spinta per tornare in piedi. La sua possente figura oscurò i presenti, mostrando quel corpo immenso e costellato dalle ferite della battaglia. Con entrambe le mani si strappò letteralmente tutte le bende, distruggendo le poche rimaste con il semplice movimento dei muscoli. Rimase praticamente in mutande, ma in quel momento non ci fece molto caso. Il Toro aveva di nuovo alzato la testa, deciso a guardare la vita in dritta faccia. Aveva smesso di pensare a tutto ciò che di incredibilmente triste c’era nella vita di un cavaliere di Atena e aveva deciso di agire come suo solito. Proteggere, proteggere chiunque avesse bisogno di aiuto. Non importava come, non importava perché, importava solamente mettere tutto sé stesso in quello che sapeva fare meglio. Bart era fatto così: tanto buono quanto diretto.
    Spesso troppi pensieri portano solamente a perdere tempo prezioso. Meglio agire e agire subito.

    Certo che sono con te, mio caro amico capellone e incavolato.
    Oh oh.


    Era tornato definitivamente sereno, cercando di scacciare ogni altro pensiero. Dovevano andare avanti e dovevano farlo insieme. Allungò il braccio destro stringendo la mano a pugno, cercando un gesto d’intesa con l’amico.
    Proprio in quel momento, ecco giungere un nuovo e inaspettato arrivo. Dalla porta entrò una ragazza, giovane ma dall’incredibile temperamento. C’era qualcosa di familiare in lei, come se Bart avesse già visto quei lineamenti e percepito quella determinazione.

    Nonno?

    Certamente, ecco cos’era quella sensazione. La ragazza era nipote di Gaz e probabilmente aveva preso da lui il carattere fiero e deciso. Parole di elogio furono pronunciate dalla giovane al cavaliere del Toro, parlando di un futuro ancora più nefasto del presente. Fu persino detto qualcosa riguardo del sangue della Dea Atena e di una biblioteca che racchiudeva un segreto importantissimo.
    Con tutte quelle informazioni in così poco tempo, Bart rimase immobile a fissare i presenti, lasciando il braccio rigido ancora puntato verso Daya. Un attimo di pausa per poi allungare anche il sinistro e chiedere un gesto d’intesa a quella che sarebbe diventata la loro giuda durante la nuova missione. Meglio agire che pensare, si diceva sempre quando aveva di fronte a sé situazioni troppo complesse per essere risolte senza incontrare ostacoli.

    Figlioli, cosa stiamo aspettando?

    Si rivolse a Daya e alla ragazza appena entrata, per poi presentarsi al nuovo arrivo.

    Mi chiamo Bartolomeo, ma puoi chiamarmi Bart.

    Fece l’occhiolino per cercare nuovamente di sdrammatizzare la situazione. Aveva patito troppa sofferenza; era tempo di riprendersi in mano la vita a modo suo.
    Infine, ricordandosi candidamente di essere in mutande, concluse con una domanda lecita ai fini dell’imminente missione.

    Qualcuno ha visto per caso la mia armatura?
    Sono in formissima, giovane per di più, e ne farei anche a meno.
    Ma l’oro fa risaltare il mio sorriso.
    Oh oh oh!


    Il petto sobbalzò come non mai, accompagnando una risata fragorosa e travolgente.
    Un pensiero di gratitudine verso le sue sacre vestigia, conquistate con incredibile impegno, che nello scontro con Gabriel furono un piccolo ma doveroso prezzo da pagare per arginare la follia del cavaliere nero.

    Ecco. Ora era davvero tutto pronto per voltare pagina e dimostrare al mondo come si supera ogni avversità anche quando tutto sembra perduto.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Rispondo "alla Bart", offro un gesto d'intesa a Daya e Esmeralda per poi chiedere notizie sulla mia cloth (anche perché mi sono tolto le bende e sono rimasto in mutande XD).

    Condizioni:
    Rinvigorito dalle nuove notizie e dai nuovi arrivi.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    POST 02 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    D
    aya osservò silenzioso sia Esmeralda che il buon Bart. Incredibilmente la sua mente ancora vagava sui recenti avvenimenti relativi al drago nero; mai gli era capitato di provare un simile smarrimento dovuto a... disattenzione. Pura semplice ed umana disattenzione. Riconquistò nuovamente la padronanza di se in un istante. Era decisamente una giornata interessante quella.

    -forse dici il vero Esmeralda ma ti assicuro che ho vissuto bene fino ad ora senza provare simili sentimenti. Per quanto tutto possa essere illuminato... invero ne avrei fatto a meno. Mi sono sentito troppo vicino a lui in questo. Ed il problema è che il sentimento di vendetta si è soltanto sopito, non è sparito in me. Non sono abituato ad una mente sfuggente, ma dovrò abituarmici presto-

    Fece una lunga pausa fissando il vecchio Gaz. Non avevano bisogno di parlarsi i due, nemmeno telepaticamente. Si capivano, erano simili, forse l'uno per l'altro erano l'essere più simile spiritualmente che potessero trovare in quella turbolenta era. Simili eppure totalmente diversi. Ciò rendeva il loro legame unico e indissolubile; sorrise Daya sospirando, capendo già cosa gli avrebbe risposto l'amico se avesse esternato ulteriori dubbi.

    -mmph... La vita non è che una continua curva di apprendimento eh? va bene, lo accetto. Accetto questo nuovo aspetto della mia vita per quanto inatteso-

    Si rivolse verso Bart, stavolta dandogli una vigorosa pacca sulla spalla.

    -vecchio vanitoso... riavrai il tuo oro non ti preoccupare e credo che dovrai anche utilizzarlo presto-

    Fece alcuni passi verso Esmeralda, ponendosi innanzi a lei a braccia conserte.

    -ragazza del futuro per due volte susciti il mio interesse, non capita così facilmente... Se posso considerarmi una sorta di 'zio' allora voglio controllare che la tua vita così come quella del mio caro amico Bartolomeo non corra pericolo alcuno. Tu ci guiderai ma io verrò con voi per vegliare e perché no? imparare anche qualcosa di nuovo...-

    Sorridendo si diresse verso la porta di ingresso gettando uno sguardo dispiaciuto sul punto del muro in cui aveva causato involontariamente dei danni. Poi con un luminoso sorriso in volto si voltò verso i due compagni.

    -beh? che aspettiamo? il vecchio Bart sembra pronto a partire... muoviamoci allora e che la nostra Fortuna possa resistere anche a questa ennesima prova-

    Non aggiunse altro, era pronto a partire. Era pronto a tutto. Anche a morire. Questo Gaz e Anita lo sapevano, ma gli altri due no. Non ci sarebbe voluto ancora molto, era quasi giunto il momento; il suo futuro era scritto, da lui solo, ma stava andando in una direzione ben precisa. E di questo un po se ne rattristava.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: proseguiamo! :riot:




    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
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    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 2


    png



    «Allora le storie sul vostro conto non sono leggende»

    Disse Esmeralda con un tono serafico, sorridendo al suo Celebrante. Comprese come era stato possibile che un uomo indomabile come Lelouch avesse combattuto al suo fianco: trasmetteva pace e tranquillità, mostrando comunque una determinazione che generava negli altri ammirazione. La ragazza si avvicinò a Daya e prendendolo sotto braccio parlò di nuovo.

    «Forza zietto, intanto che Bart si veste dobbiamo fare alcuni preparativi» Impudente come suo solito la ragazza portò via Daya di forza, facendolo uscire da quella stanza.

    Nel frattempo Gaz fece portare l'armatura del Toro, appena riparata grazie al sangue di Anita, la quale benché non fosse una Saint, possedeva un cosmo forte come quello di un Gold Saint. L'anziano guerriero non disse niente, sorrise solo lasciando che Bart potesse rimettersi in sesto. Nel frattempo Esmeralda condusse Daya innani all'entrata segreta della biblioteca: una immensa parte rocciosa sulla quale stava uno strano sigillo. Le bastò toccare la parete per svelare l'entrata. Infinite scale conducevano all'interno di un luogo nascosto, che si estendeva per chilometri e chilometri nel sottosuolo.

    «Daya non sarà una passeggiata»
    «Spero solo che Bart si sia ripreso» disse con tono preoccupato.

    Dovevano solo attendere l'arrivo del cavaliere del Toro e quella ricerca presto sarebbe iniziata.


    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    Benissimo, fate pure i vostri due post di presentazione, prima Drake e poi Ichi cosi iniziamo la vera quest *w*


     
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    Atto IV
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    La sua risata aveva invaso tutta la stanza, il suo ritrovato buonumore aveva vinto la sofferenza.
    Bello, vero?
    Si, sarebbe stato davvero stupendo poter credere a quella risata spensierata, a quelle battute sulla sua età e alla gioia dipinta sul volto. Purtroppo, però, la realtà era ben diversa. Bartolomeo non stava combattendo solamente contro le ferite fisiche; no, la sua era una battaglia interiore. Si sentiva così tanto forte esternamente, con quel suo fisico possente, quanto debole all’interno.
    Aveva fallito.
    La sua forza non era stata sufficiente per salvare le persone di quella cittadina. Non era stato all’altezza delle situazione e se lo sentiva nel profondo dell’animo. Anche se tutti i presenti erano rimasti impressionati dal suo buon cuore e dal sacrificio estremo, lui non riusciva a perdonarsi. Se nemmeno la sua stessa vita era pegno sufficiente per proteggere chi davvero aveva bisogno, non gli rimaneva più nulla.
    Pensava proprio a quello, mentre il suo petto sobbalzava ancora e ancora al ritmo della risata. Era perfino rimasto in mutande di fronte a sconosciuti assumendo una posa plastica degna di nota, aveva strappato le bende e incoraggiato gli altri, ma non c’era nulla da fare. Appariva felice, ma nascondeva il suo dolore sotto una spessa coltre di orgoglio e voglia di vivere. Doveva farlo, per sé stesso e per i compagni. Dovevano gettarsi a capofitto in una nuova missione e non voleva certo essere un peso.
    Finita la risata strinse i denti per scacciare gli strascichi di quelle ferite che solo dopo molto tempo si erano lievemente affievolite. Guardò con decisione i presenti per trasmettere la sua determinazione e inscenare la sua spensieratezza. Era necessario, doveva tirarsi fuori da quella condizione, anche a costo di mentire sul suo reale stato.

    Forza Bart, forza!

    Continuava a ripeterselo.
    Se l’era detto anche durante lo scontro con Gabriel per non pensare alle sorti del figlio Giovanni e di tutti gli innocenti morti. Probabilmente se l’era inconsciamente ripetuto anche in quel periodo di buio e incoscienza, mentre il suo corpo recuperava dalla furente lotta. Infine, lo ripeteva ancora una volta nella sua mente, come un grido di battaglia che smuove l’anima.
    Il momento era giunto. Bart, Daya e quella che scoprì chiamarsi Esmeralda erano pronti per una missione dall’importanza vitale. Non c’era tempo per le esitazioni né tanto meno per le debolezze.

    In quel frangente di attesa prima dell’azione, la Vergine dorata sembrava aver sperimentato un’esperienza mai provata prima, tanto da far apparire il biondo amico ancora alquanto scosso. Nonostante tutto, però, il Gran Sacerdote diede dimostrazione di grande carattere, accantonando i suoi sentimenti per uno scopo comune. Quello era il carattere distintivo dei grandi uomini e dei grandi condottieri. Mettere al primo posto il bene di tutti piuttosto che concentrarsi egoisticamente sui propri problemi. Dare priorità diverse, capire veramente quali sono le cose importanti.
    Bartolomeo stava esattamente cercando di fare quello, combattendo contro il suo carattere così sincero e trasparente.

    Aaandiamo!

    Deciso e sorridente, seguì i discorsi degli altri per poi unirsi all’impeto generale. Si portò le mani al volto, schiaffeggiandosi leggermente per riacquistare vigore, e poi si sistemò i baffi come se fosse un riflesso incondizionato. Lasciò che i muscoli di tutto il corpo si rilassassero, scuotendosi come un centometrista pronto alla partenza. Si fermò di scatto e fece finalmente il primo passo.

    Ops.

    Proprio in quell’istante gli tornò di nuovo in mente di essere in mutande. Era una persona così spontanea che proprio a certe cose non pesava.
    Avete presente i bambini e il loro caratteristico “non-ho-vergogna-di-niente”?
    Ecco, Bart era proprio così. Unico particolare era l’età non proprio giovanile (ma non andate a dirglielo, mi raccomando).

    Si si, precedetemi pure ragazzi.
    Io arrivo subito.


    Fortunatamente gli era rimasta un minimo di razionalità e si fermò appena in tempo. Probabilmente sarebbe stato in grado di gettarsi a capofitto in quella nuova missione esattamente come si trovava. Gli bastava sapere che la sua famiglia stava bene, avere accanto i suoi compagni e far divampare il cosmo. Il nostro caro Bart aveva davvero un animo puro; decisamente inimitabile.
    Lasciò uscire Daya ed Esmeralda per poi avvicinarsi ad una bacinella piena d’acqua accanto al suo letto. La usò per rinfrescarsi e togliersi le ultime tracce di sangue. Le ferite erano ancora lì: qualcuna completamente cicatrizzata, altre non ancora del tutto rimarginate. Poco importava in realtà, il suo corpo avrebbe resistito a tutti i costi. L’unico pensiero andò a quell’unico segno della sua personale vittoria su Gabriel: la ferita alla schiena. Era quella che gli faceva più male, ma era lì esattamente per ricordare quanto era stato in difficoltà l’avversario a dispetto di ogni pronostico. Nonostante la superiorità cosmica, aveva dovuto colpire il Toro alle spalle per avere la meglio.

    Non accadrà mai più…

    Mentre la mente tornava a quei nefasti momenti, la sua cloth dorata venne portata nella stanza. Bart si girò di scatto allontanandosi dalla bacinella per constatare lo stato dell’armatura. Si inginocchiò sullo scrigno e tirò con forza la maniglia. La dorata protezione brillò come non mai, inondando la stanza di luce accecante. Come un caldo abbraccio andò ad avvolgere il corpo del suo possessore, dimostrando una forgia incredibile.

    Ma come…?

    La cloth era intatta, come se non avesse mai subito alcun danno. Bartolomeo si voltò verso Gaz e capì immediatamente che qualcosa era accaduto. Non servirono parole, sentiva la forza delle stelle scorrere senza freno. Il dolore fisico per un momento scomparve e il cosmo del Toro divampò facendo tremare l’intera struttura. Si sentiva come avvolto dall’amore di chi gli vuole bene, coccolato dalle piccole braccia dei suoi figli.

    Figlioli miei…

    Un altro pensiero verso le persone più importanti della sua vita. Infine, si congedò.

    Grazie di tutto.
    Davvero.


    Poche parole ed un enorme sorriso. Il gigante sapeva come toccare il cuore di tutti con la sua semplicità.
    Qualche passo per poi uscire dalla porta e raggiungere Daya e Esmeralda che lo aspettavano poco più avanti. Fece avvampare il suo travolgente potere per un solo istante, come a dimostrare che era in piena forma. In realtà non aveva recuperato completamente le forze, ma doveva stringere i denti per convincere tutti del contrario.

    Eccomi ragazzi.
    Sono con voi!


    Erano lì, insieme ed uniti.
    Il resto - persino l'entrata con quelle scale senza fine - non contava.

    png

    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
    png
    Riassunto:
    Bart si sistema e si prepara per la missione.
    Chiaramente in due settimane tutte le ferite che ha avuto non sono completamente guarite. Ho ipotizzato che grazie al fisicaccio (e alla resistenza straordinaria, ovviamente ^^) il corpo riesca per lo meno a muoversi normalmente.
    Come si dice per i calciatori "è a mezzo servizio", ma non lo darà mai a vedere. Avrà forse una resistenza minore alla lunga, ma state certi che spacca le teste come al solito XD

    Condizioni:
    Ancora un po' dolorante, ma prontissimo per la missione.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    POST 03 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    F
    inalmente il cavaliere del Toro arrivò, agghindato con la propria armatura tirata a lucido e nel pieno della sua forma. L'armatura ovviamente, non lui; nonostante le cure ed il riposo il nerboruto guerriero era ancora dolorante, tutto ciò non poteva sfuggire all'occhio attento e indagatore di Daya. Non disse nulla comunque, l'animo del pizzaiolo era già stato messo a dura prova, non voleva certo minarne il suo orgoglio. Si voltò verso l'ingresso aperto da Esmeralda, no non sarebbe stata una passeggiata di salute, assolutamente.

    -va bene entriamo... dobbiamo completare questa missione, prendere il sangue di Athena, tornare al Santuario e risvegliare la divina armatura. Che sarà mai per due cavalieri d'oro e una figlia del futuro?-

    Sorridendo entrò senza aggiungere altro, attenendo di essere raggiunto dai propri compagni. Non avanzò troppo, doveva stare attento, si voltò verso i due portando un dito alla bocca e scuotendo la testa. Le sue parole risuonarono nelle loro menti pochi istanti dopo.

    °non facciamo troppo rumore, non sappiamo cosa si annidi qui ma di certo non è amichevole... parliamo solo se ne siamo costretti. Ci penserò io a fare da ponte fra voi se non avete questo potere....°

    L'idea era creare una sorta di telepatia condivisa tramite Daya stesso, meno rumore si faceva entrando in un luogo come quello dannatamente simile ad una tomba e meglio era. Segretezza rapidità e precisione, questi dovevano essere le doti di una missione ben riuscita. Il frastuono e l'approssimazione dovevano restare fuori da quel luogo.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: Bene, facciamo che per gdr aumento un po le capacità telepatiche, dopotutto lo potrebbe fare benissimo con i poteri che ha :asd: Gaz vai avanti e dicci che ci capita =D



    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
    Satori »
    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 3


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    Scendendo le scale i tre cavalieri lentamente stavano entrando dentro quello che era la più grande biblioteca di tutti i tempi, ove erano raccolti i segreti di sempre, storie e aneddoti che in nessun libro di storia sarebbero stati mai riportati. Immensi scaffali che si estendevano per metri e metri, antichi libri che solo pochi eletti potevano leggere.

    Scendendo le scale si trovarono, innanzi ad un'entità evanescente, un uomo di una certa età, vissuto in un tempo ormai dimenticato dai tempi. L'entità non sembrava essere aggressivo, anzi si avvicinò ai tre osservandoli con attenzione.

    «Visitatori, da quanto non ne vedo. L'ultima volta che ho visto il vecchio Gaz dev'essere stato ... trent'anni fa?»
    «Va beh, penso che siate venuti qui per il Sangue di Atena no?»

    Si soffermò per qualche istante.

    «Per accedere al sangue dovrete liberare tre antichi custodi dagli incubi che li opprimono. Una volta liberati dalle loro paure dovrete cercare di condurli verso il centro di questa costruzione.»
    «Il problema è cercare di portarli qua!»

    Esmeralda osservò con sospetto lo spirito. «Che cosa intendi?»

    Lo spirito riprese a parlare.

    «Vedete queste luci?» disse indicando quei lumi che illuminavano tutti i corridoi di quella struttura.

    «Sono come fari accecanti che impediscono di andare avanti, liberateli e spegnete le luci liberando loro la via!»


    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    A voi :zizi:
    Fate pure le domande del caso e dopo vi spiegherò come procedere nella quest, tra poco comincia il bello! Prima Drake e poi Ichi.

    :tronfio:


     
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    Atto V
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Tre cavalieri e un solo obiettivo.
    Erano insieme quasi per caso, uniti da uno scopo comune che li aveva subito messi d’accordo. Facile da dire, ma diventare una squadra affiatata in così poco tempo fu davvero un’impresa straordinaria. Forse era troppo presto per definirli davvero dei compagni di avventura inseparabili, solo il tempo avrebbe messo l’ultima parola, ma quello che stavano facendo aveva già dell’incredibile. Una ragazza, niente meno che la nipote di uno dei cavalieri più forti e saggi, si era messa a completa disposizione per guidare il gruppo all’interno di un luogo sconosciuto. Daya della Vergine, Gran Sacerdote di Atena e guerriero più importante del Grande Tempio, era sceso in campo in prima persona come un qualsiasi soldato semplice. Il biondo amico si era appena scontrato con Gabriel, salvando Bart da morte certa e provando sentimenti che mai avevano turbato il suo animo. Nonostante tutto, aveva messo da parte le cariche onorifiche e la sua stessa salute per mescolarsi con i compagni e combattere in prima linea per il bene comune.
    Infine c’era Bart, quel gigante buono ferito nel corpo e nello spirito, con il cuore che ancora piangeva la morte di tutte quelle persone che non era riuscito a salvare. Aveva combattuto con tutte le sue forze contro un male pregno di follia ma non era riuscito a sconfiggere la morte, nemmeno dopo aver messo in gioco la sua stessa vita. Nonostante tutto aveva deciso di non demordere, di stringere i denti per i suoi figlioli, per Elena e per tutti coloro che avevano ancora bisogno di lui. Aveva messo da parte ferite gravissime, ossa rotte, sangue e dolore per alzarsi di nuovo in piedi ed ergersi orgoglioso di fronte alla vita. Era stato in grado di mettere al primo posto il suo dovere di uomo e padre a discapito della salute. Elena, quella dolcissima amica (si, continuano sempre a definirsi amici; che ci vogliamo fare?) e compagna della nuova vita al Grande Tempio, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani se fosse stata testimone dello sforzo immane che Bartolomeo stava sostenendo. Non avrebbe mai sopportato di vedere il gigante buono ridotto in quello stato e, con le sue inconsolabili lacrime, avrebbe convinto il Toro a desistere. In quel momento, però, non era lì con loro. Bart sapeva che tutta la sua famiglia stava bene ed era contento così. È sempre meglio non far soffrire le persone che ti vogliono bene, anche a costo di fare le cose di testa propria e confessarle solo alla fine.
    Non poteva fare altro, doveva agire e aiutare i suoi compagni. Tutto il resto sarebbe avvenuto a missione compiuta. Era necessario.

    Ecco dunque i tre baluardi del Grande Tempio, concentrati e pronti all’azione. Di fronte ai cavalieri si era palesata l’entrata di quella che sembrava a tutti gli effetti una biblioteca segreta e dimenticata dal tempo. La giovane Esmeralda fece strada lungo quelle scale infinite, così innumerevoli da essere tutt’altro che un toccasana per Bart. Si era appena ripreso da giorni e giorni di agonia, non dimentichiamolo, e la forma fisica stava lentamente tornando. Nulla di grave, sia chiaro, qualche scala non era nulla in confronto a quello che aveva passato. Ma provate a dormire molto a lungo per poi fare una rampa di scale appena svegli. Arriverete in cima alla rampa (o in fondo) con il fiatone.

    Sono giovane, si si.
    Hop hop.
    Giovane.


    Passo dopo passo, come una sorta di filastrocca, l’attempato cavaliere continuava a ripetersi mentalmente quelle parole. Lo mettevano di buonumore e gli facevano dimenticare tutto quel dolore ancora latente in ogni angolo del suo corpo.
    Mentre scendevano verso l’ignoto, il tintinnare della sua armatura sui gradini lo intratteneva come una musichetta frivola e poco impegnativa. Le braccia si lasciavano cullare dall’andatura, il sorriso rischiarava il silenzio del luogo mentre lo sguardo cercava di capire dove fossero finiti. Tutto ciò che poteva vedere erano solamente libri, libri e ancora libri. Di tutte le forme e di tutti i colori, antichi e ancora più antichi, scritti in una moltitudine li lingue.

    Gulp.

    Bart deglutì di fronte a tutta quella conoscenza cartacea, ricordando come i libri non fossero proprio il suo forte. Diciamo che le biblioteche non erano il luogo ideale per lui e la lettura non era uno dei suoi passatempi preferiti. Aveva trascorso gran parte della gioventù al servizio della mafia italiana e in quel contesto non era importante quanto eri colto, bensì quanto eri bravo ad uccidere le persone.
    Ricordi passati, ricordi vecchi e polverosi come la maggior parte dei libri presenti.
    La discesa continuò in silenzio, rispettando forse inconsciamente le regole proprie di una vera biblioteca. Il cavaliere del Toro si guardò attorno spaesato, cercando di capire quale sarebbe stata la loro meta ultima.
    Improvvisamente quell’omone dal fisico statuario si bloccò di scatto. Gli occhi si spalancarono e la bocca fece lo stesso. Tutti e tre si fermarono, frenati da qualcosa di incredibile.

    Fa-fa-fa…

    Continuava a farfugliare a voce bassissima qualcosa di incomprensibile.
    Ma cosa stava accadendo?
    Bart si avvicinò a Daya e serrò le labbra. Si abbassò per avvicinarsi il più possibile all’orecchio dell’amico e fece una domanda a bassa voce usando solo un angolo della bocca.

    Daya?
    Ma quello è un…fantasma?!


    Si, esatto: un fantasma.
    La loro discesa in quella strana biblioteca era stata fermata da un’entità evanescente, eterea e all’apparenza intangibile. Era un uomo molto anziano che, come se niente fosse, cominciò a parlare ai tre visitatori. Parlò di Gaz, del sangue di Atena e del modo per ritrovarlo. Tante informazioni così spontanee e a ciel sereno, come se essere un fantasma fosse all’ordine del giorno.
    Il gigante rimase impietrito dalla situazione, certamente non abituato a quel genere di cose. Quante volte aveva dovuto tranquillizzare i suoi figlioli dopo un brutto sogno. “I fantasmi non esistono” ripeteva sempre.
    Come avrebbe fatto a dirlo ancora con convinzione?
    Non sapeva cosa fare, come agire o cosa dire.
    Attese lo scambio di battute tra Esmeralda e l’entità, cercando di capire e ricordare il più possibile, per poi fare anche lui qualche domanda. E quale fu la prima?
    Forse chiese qualche informazione in più? Qualche consiglio su come proseguire?

    Ma tu sei davvero un fantasma?

    Ecco. Non riuscì a resistere, era più forte di lui. Come un bambino che scopre per la prima volta qualcosa, Bart non riuscì trattenere quella domanda.
    Fortunatamente, però, aggiunse altro.

    Oh oh, ehm…
    Signor fantasma…


    Ah ecco, si era dimenticato di dargli del Lei. Beh, era certamente difficile incontrare qualcuno più anziano di lui nello strano mondo dei giovani cavalieri. Il giusto rispetto era quantomeno dovuto.

    …può dirci dove possiamo trovare questi tre custodi?

    Il tono si fece più serio, mescolando spensieratezza e responsabilità in modo così genuino da risultare spiazzante.

    Ci indichi la via e le prometto che li libereremo dai loro incubi.
    A qualunque costo.


    Pronunciò quelle frasi con ardore e convinzione. Strinse il pugno destro come a rimarcare la decisione e la volontà di rispettare la parola data.
    Ora avevano un obiettivo ben definito e nulla li avrebbe distratti dalla loro missione.
    Tre i custodi.
    Tre i cavalieri.
    Che strana coincidenza.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
    png
    Riassunto:
    Alla vista del fantasma Bart non può credere ai suoi occhi, quindi gli parla come se il vecchio evanescente fosse una rock star XD
    Infine chiede le informazioni necessarie per incominciare la ricerca dei tre custodi.

    Condizioni:
    Ancora un po' dolorante e affaticato dalle scale.
    Deciso a incominciare la missione ed estasiato per aver conosciuto un vero fantasma ^^

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    POST 04 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    A
    lungo Daya osservò lo spirito o essenza che si era parato loro innanzi. Non sembrava ostile, quanto meno non lo dava ad apparire.Ascoltò attentamente la spiegazione che dava loro per una missione che ovviamente non era più segreta per nessuna, almeno lì dentro.

    °tre custodi? Guarda il caso...°

    L'uomo dal crine candido come la neve dai riflessi dorati fece un passo innanzi ponendosi fra l'apparizione ed i propri compagni.

    -non amo farmi dare indicazioni da un'apparizione, i disincarnati tendono a non avere cuore per i viventi e aiutarli non è fra le loro prerogative...-

    Fece alcuni passi attorno all'essere evanescente quasi lo stesse distrattamente studiando.

    -nondimeno tu non hai mostrato aggressività o malvagità, presumo quindi di dovermi fidare ed ascoltare le tue richieste. Tre Custodi hai detto? Incatenati dai loro incubi... non sarà facile distruggere quelle catene senza distruggere anche loro, almeno per me. Puoi dirci di più su chi erano, chi sono ora e sulla loro forza? Sono molto interessato alla questione degli incubi... essi li incatenano o li fanno impazzire distorcendo la realtà attorno a loro? Ho già visto simili cose in passato e non sono mai una passeggiata... hanno dei nomi questi custodi? nomi antichi che possano destare loro ricordi?-

    Tornò a mettersi in mezzo ai due cavalieri, stavolta sorridendo amabilmente all'essere venuto loro incontro.

    -Un ultimo favore... gradirei mi indicassi il più 'pericoloso' dei se mai ce n'è uno. Sono qui per proteggere i miei compagni, se c'è un rischio più alto quello è per me... -

    Si zittì in attesa delle risposte alle sue domande, se mai ve ne erano.

    Personaggio: Daya di Virgo
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    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
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    Riassunto azioni: ho alcune domande :asd:
    1) spiritualmente percepisco qualcosa di strano nel fantasma e nella zona attorno?
    2) le luci sono semplici luci o sono fuochi fatui? dovrei accorgermene :zizi:

    Per procedere, beh se devo andare a stanare uno spirito direi che prima lo vado a prendere, poi pian piano risalendo spengo le luci per farlo avanzare e tenermi una strada illuminata davanti :zizi:



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    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
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    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 4


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    «Comprendo la tua diffidenza Daya ma sono qui su concessione del tuo amico: è stato Gaz a mettermi come custode di questa Biblioteca» disse con un tono molto compassato.

    Ma tutto venne interrotto da una reazione imprevedibile di Esmeralda che con una rabbia mai vista prima tirò un pugno sul petto di Daya, lacrimante fissava il Gran Sacerdote. Una rabbia ed una sofferenza in apparenza immotivata ma che in verità aveva radici profonde.

    «Siete degli stupidi» disse singhiozzando.
    «Mio padre ogni volta, ogni dannatissima volta lo diceva e lo ha detto anche quando mi ha mandato in questo mondo. Io non posso capirvi, non ci riesco; sono una persona semplice combatto e cerco di portare equilibrio nel mondo a modo mio.»

    «Ma smettetela di innalzarvi come unici salvatori di questo mondo, ogni uomo, ogni donna combatte nel suo piccolo, da il suo contributo. Sono stanca di vedere dei martiri, vorrei solo che vi fidaste di chi avete a fianco, che crediate in loro, affidando la vostra vita, come noi vi affidiamo la nostra»

    Forse per troppo tempo s'era tenuta quelle parole dentro, quasi sicuramente erano rivolte a Lelouch ma quanto detto da Daya la scosse nel profondo del suo animo.

    «Scusatemi» disse asciugandosi le lacrime.

    «Amore» disse il fantasma.
    «L'amore incondizionato, l'amicizia e l'amore di una madre verso i propri figli. Agape dovrai liberare giovane ragazza del futuro. L'effige di un cuore ti mostrerà la via.»

    «La corona ti indicherà la via Daya»
    «È il simbolo di Pistis, lo spirito che rappresenta la fede, o non certo quella cristiana – essa non c'entra nulla. La fiducia verso gli altri, affidarsi completamente agli altri e credere in loro. Il saper gettarsi con tutto se stessi in quei legami indissolubili che rendono la vita degli uomini così splendida»

    «E tu, giovane Bart»
    «Ricerca l'ancora, essa è l'effige di Elpis ovvero la speranza. L'ancora ti tiene legato al terreno, ti permettere di sopravvivere e di non lasciarti trasportare dalla bufera che violenta incombe su di te. La stessa speranza che era nascosta nel vaso di Pandora»

    Queste furono le parole dello spirito prima che tre diversi corridoi apparissero ai tre guerrieri che stavano per separarsi.

    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    Ora vi spiegherò il modus operandi.
    Facciamo un altro giro di ruolo. Insomma, dobbiamo apprendere la nostra missione e decidere come comportarci, poi voglio dire abbiamo una ragazza che piange è.è
    Fatto ciò, ognuno di noi - me compreso - dovrà fare una specie di one-post con la traccia che vi ho dato. Gestite voi la cosa come meglio credete e concludetela con l'aver debellato tutti gli 'incubi' del vostro spirito. Essendo questo essenzialmente un test per Drake, la prima One Post deve essere la sua. Tutto chiaro raga? <3

    :tronfio:


     
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27 replies since 25/6/2012, 20:36   529 views
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