Il Risveglio di Hades

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    Nello stesso istante in cui la figura di Hades si presenta nella sua integrità Pandora prova un brivido lungo la schiena. Hypnos le aveva consigliato quel nuovo modo di far risorgere il Dio degli inferi, lei aveva nutrito il suo spirito con il suo sangue, aveva minacciato i Giudici, li aveva anche avvelenati per far sì che conquistassero i pezzi dell'armatura con spirito di sacrificio e aveva rubato energie agli spectre senza il loro consenso, e quello era il risultato: un corpo rinato nel sangue e nel dolore. Non un'anfora vuota da riempire, ma un corpo vivo e pulsante nutrito della materia stessa dell'Ade.

    Hades era la personificazione stessa dell'Inferno.

    Man mano che la sala riacquista luminosità, Pandora può vedere i volti sorpresi e in alcuni casi impauriti degli specter; forse hanno il suo stesso volto. Solo lo sguardo di Mephistopheles è fisso e vuoto verso il Dio. Hades dal canto suo è immobile, seduto sull'enorme trono che ora sembra quasi piccolo in confronto alla sua imponenza. L'oracolo deglutisce e decide di rompere il ghiaccio.

    Bentornato, mio Signore.


    Hades dal canto suo non la guarda nemmeno. Le due fessure degli occhi dell'elmo brillano di una luce azzurrognola e inquietante. La testa si sposta per guardare il suo braccio sinistro: apre e chiude la mano, rendendosi conto delle dimensioni del proprio corpo.

    Questa forma...è impressionante.


    La voce di Hades è cavernosa e profonda. Solo Pandora gli è talmente vicino da poter sentire il suo respiro all'interno dell'elmo, ed è inquietante. Sta per dire qualcosa quando delle parole la metteono in allarme: l'ex spectre di garuda urla qualcosa verso il suo signore. Non è sicura di aver sentito bene, ma gli sguardi degli altri specter sono eloquenti, sta dando di matto. È pronta a colpirla lei stessa, quando Hades in persona le fa cenno di stare al suo posto. Il dio alza la mano sinistra e Violate inizia a levitare da terra, e a circa un metro dal pavimento, Hades con un gesto del dito indice rilascia un sottile raggio viola che la colpisce in pieno petto, facendole probabilmente esplodere il cuore. Il corpo ricade a terra con un tonfo secco.

    Ha smesso di soffrire. Impressionante davvero.


    La vita di un condottiero spezzata in pochi secondi come se fosse nulla. Pandora tenta di nacondere i brividi che la paralizzano, ancora non sa di che natura sia quel sentimento. Il suo scopo era far rinascere Hades, ma è questo il vero volto del suo Dio?

    I Guardiani dei cieli. Chi sono?


    Mio signore- risponde pacatamente Pandora, alzando appena lo sguardo- Attendevamo il suo ritorno pe-


    Pandora non finisce neanche la frase che una corrente fortissima la fa finire a terra. Tutta la sala è pervasa da quella corrente ascensionale, che presto scoperchia il tetto della stanza con un fragore assordante.Hades rimane con il braccio a mezz'aria anche dopo pochi secondi che il fragore cessa. Al posto del tetto, ora è visibile la meravigliosa volta celeste, o una sua raffigurazione. Una fresca brezza ristora l'Oracolo. Attorno a una rappresentazione del Sole ruotano tutti i pianeti, compresa la terra, ma è il pianeta più esterno, Plutone, a emanare una luce viola che la distingue dagli altri.


    Procedi.

    L'Oracolo si rialza, facendo di tutto per darsi un contegno. Non deve mostrarsi debole. Non deve ripiombare in quello stato di inutile umanità in cui era stata relegata per diciassette anni, per cui si regge al suo tridente e si rivolge ai suoi spectre.


    Nostro Signore Hades per la tutela di tutti noi ha spostato la sua dimora nel cielo di Plutone. L'accesso ai cieli è locato in un luogo segreto, e solo attraversando tutti i cieli il nemico potrà arrivare fino a lui. I guardiani dei cieli sono perciò i Campioni di Hades, sono coloro che sono chiamati a difendere il cielo di Plutone con la loro stessa vita.


    Percependo l'impazienza di Hades, Pandora accorcia il suo discorso.

    Il primo Guardiano è il custode del cielo di Mercurio, il pianeta della scienza, della logica, della memoria, della furbizia ma anche della menzogna.


    Hades si alza in piedi, è ancora più enorme di quanto sembrava. Stavolta brandisce la sua spada e si guarda attorno: ogni spectre al posarsi dello sguardo del Dio su di sé si sentirà come messo a nudo, come se Hades stesso stesse scrutando nel profondo della loro anima.
    Con la lama della spada indica Fedor del Grifone. Uno skeleton gli porta una chiave d'ottone con il simbolo del pianeta Mercurio incisa a fuoco sopra, che in verità sembra molto semplice rispetto al suo utilizzo.

    Fedor di Grifon, ti è stato concesso l'onore di essere il primo Guardiano di Hades.
    Il secondo Guardiano è custode del cielo di Ve-


    No.

    Hades taglia secca Pandora, facendole capire che non è tempo di avere un guardiano di Venere, così come un guardiano della Terra o di Marte. Tre cieli rimangono incustoditi.

    Il Guardiano di Giove. Il cielo della forza, della saggezza, dell'onore. Il cielo dei padri.


    Di nuovo Hades passa in rassegna tutti i presenti e la sua lama stavolta indica Edward di Aquarius, il Princeps, già distinto per il suo valore e lealtà verso l'oracolo. Pandora ne è fiera e lo lascia intendere. A lui va una chiave bianca, che sembra d'avorio, con il simbolo di Giove.

    Il cielo di Saturno. Il cielo della morte, della malattia e del dolore. Il cielo della tentazione.


    Stavolta Hades non guarda nessuno se non il suo prescelto: Gorthaur di Druj Nasu. Sembra molto compiaciuto della sua scelta mentre lo fissa, scrutando nell'anima del misterioso cavaliere. A lui va una chiave di un pesante metallo scuro e lucido con inciso il simbolo di Saturno.

    Il cielo di Urano. Il cielo del tempo, dell'imprevedibile e dell'imprevisto. Il cielo dei ribelli.


    Anche stavolta Hades è abbastanza sicuro, e qualcuno lo potrà sentire sghignazzare fra sé e sé. La scelta ricade su Mephistopheles, quella donna che Pandora poco sopporta perché sempre sfuggente. Eppure tiene testa ad Hades meglio di quanto faccia lei. Non la sopporta. Lei e il Dio si fissano per lungo tempo, poi finalmente lei abbassa lo sguardo e riceve una chiave di cristallo.

    L'ultimo, il Guardiano più vicino ad Hades, sarà il Gurdiano del cielo di Nettuno, il cielo dell'illusione cosmica, del mistero e della genialità.


    Hades indica con la punta della spada Aizen, proprio accanto a Naima di Mephistopheles. Era una scelta abbastanza prevedibile, data la forza già dimostrata del cavaliere. Sarà lui l'ultimo campione di Hades, colui che sarà chiamato a difenderlo quando tutti gli altri saranno caduti. A lui una chiave d'argento.

    Hades spiega infine le enormi ali della sua surplice.

    Chi di voialtri si sentisse in grado di occupare un cielo, dovrà sostenere ulteriori prove per reclamarlo. La volontà di Hades è fatta.


    Una piccola risata esce dall'elmo del Dio, qualcosa ha provocato la sua ilarità, forse il tono eccessivamente formale di Pandora.

    Ascoltatemi: non aspetteremo che Atena o chiunque altro ci attacchi. Formate un esercito, risvegliate più stelle malefiche che potete, diventate più forti, poiché la prossima volta che ci vedremo andremo insieme a reclamare ciò che è nostro.


    Hades infine lascia quel luogo, per andare verso il cielo di Plutone, lasciando dietro di sé un'atmosfera elettrica e tesa. Sono vere le parole del Dio? Cosa ci si deve aspettare da lui?

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    Note: Beh ragazzi quel che fatto è fatto: pregherei i Guardiani di Postare nell'ordine di chiamata, ovvero Shen, Alek, Gorth, (io) e Gaz e poi tutti gli altri in ordine sparso. IMPORTANTE!!lEGGETE BENE TUTTO QUELLO CHE HO SCRITTO NEL POST!! Per chi volesse reclamare un cielo posterò a breve il regolamento, vi basta sapere che bisogna essere energia Blu o oltre per poter essere custodi. Vi amo, grazie dell'attenzione ^___^
    P.S Them, se vuoi postare fallo prima di tutti quanti o dopo tutti. In caso mettiti d'accordo con Shen.


    Edited by ~S i x ter - 7/11/2014, 16:03
     
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    Il risveglio di Hades


    " La pace finalmente."




    V
    iolate era rimasta ancora un po’ frastornata, però non aveva più voglia di seguire il dio che tanto aveva osannato per onorare il suo maestro Eaco , ormai non vi era più alcun senso per poterlo fare, voleva andarsene da lì, ma non prima di aver detto esattamente cosa ne pensava di quella pagliacciata.

    << Ti sei cacciata semplicemente nei guai stupido essere ti avevo avvisato, non credere che te ne andrai tanto facilmente.>>.

    Violte si alzò dalla sua posa, ma prima che lei potesse aprire bocca sentì qualcosa che la bloccava e la faceva sollevare a terra. Guardò avanti a se Hades? Eccolo che si stava rivelando per quello che era veramente aveva ragione, cercò di liberarsi espandendo il suo cosmo, voleva colpirlo almeno una sola volta quel traditore.

    “No io non ti permetterò di uccidermi così facilmente!”.

    Inutil il raggio di Hades fu molto più veloce e la colpì.

    “Figlio di puttana!!!”.

    << Spero che adesso te ne renda conto di quanto sia stato effimero il tuo modo di porti avanti a qualcosa che non potevi fermare. >>.

    Violate emise un sorriso.

    << Non me ne frega un cazzo, almeno adesso che morirò non sentirò più la tua voce e potrò raggiungere chi veramente mi ha amato >>.

    << Ti sbagli invece. La morte non è altro che l’inizio del tuo nuovo cammino.>>.


    << Stronzate.>>.


    << Lo vedrai presto cara mia adesso pensa a dormire.>>.

    Il suo cuore esplose e l ragazza cadde a terra con un tonfo, non ebbe tempo di pensare molto a ciò che si era lasciata dietro e manco ne aveva bisogno visto che già lo aveva fatto e la sua vita andava bene in quel modo aveva già fatto il suo ed era stanca di soffrire sempre a causa di tutti, in vita una violenza in seguito una morte e una resurrezione inutile, adesso quel continuo tram, tram, emotivo con quella vce in testa.Basta! mentre una pozza di sangue andò a dilatarsi a terra. Se quella era la causa che aveva sempre difeso e che Hades chiamava pace, doveva ammettere che non si era sbagliato ed era bellissimo non avrebbe più accettato di tornare in vita per conto di quel dio che l’aveva tradita questo era poco ma sicuro.







    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno








    »Dati anagrafici







    Nome:Violate.
    Energia:Nera.
    fisico:Ferite da ustione e lungo taglio al petto.
    Psicologico:Arrabbiato.
    Armatura:
    Stato armatura:

    Riassunto:

    Bhe mi inizio a levare di torno attendendo la quest per il cambio.



    Azioni:
































     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    Atto II – Chosen




    Non gli era mai capitato di essere al cospetto di un cosmo tanto immenso e sconfinato, un cosmo talmente senza fine da far sembrare ogni cosa, persino quei potenti guerrieri, come nient'altro che gocce nel mare. Molti dei presenti quasi tremarono di paura, lo sguardo atterrito come quelli di una gazzella che si trova davanti un leone. Ma non lui. Per quanto quell'essere di divina natura avrebbe potuto schiacciarlo con un solo dito, Ed non si non si mosse. I suoi occhi di ghiaccio rimasero puntati sul sovrano degli inferi senza lasciar trasparire esitazioni o paura. Fissava le fiammelle azzurre che si innalzavano dalle fessure dell'elmo come un cavaliere che attende gli ordini dal suo re. Non si scompose nemmeno quando, infastidito dalla reazione dell'ex specter di Garuda, il dio dei morti ne fece esplodere il cuore.

    Quella donna avrebbe dovuto sapere a cosa andava incontro. Spero che la sua anima non debba patire pene troppo grandi.



    Sorrise nel pensare a quanto fosse effimera quella loro non vita, legata ai capricci di un dio antico e oscuro, ma a parte quella piccola increspatura il suo cosmo e il suo animo erano un mare in bonaccia.



    Quando le nomine dei guardiani celesti cominciarono non si sarebbe mai aspettato che lo sguardo del signore dei morti si sarebbe poggiato su di lui. Era al servizio degli inferi da breve tempo e il suo cosmo non era ancora potente come quello degli altri araldi che popolavano quella sala. Quando Hades prese a scrutargli l'animo si trovò innanzi qualcosa di unico, quasi irreale. Lo spirito dello specter era cristallino come il ghiaccio, assolutamente avulso a qualsiasi tipo di malvagità. Una stella solitaria in una note senza luna. Eppure quello stesso spirito mostrava una fedeltà assoluta e incrollabile nei confronti del suo sovrano, una fedeltà che ben pochi tra i risorti avevano mostrato nel corso delle ere. Una fedeltà che sarebbe stata premiata. Con visibile soddisfazione Pandora annunciò che il suo prescelto avrebbe protetto il cielo di Giove, consegnandogli la chiave d'avorio simbolo della sua nuova posizione.

    Non vi deluderò mio signore.



    Osservò in silenzio il resto della cerimonia, riflettendo sulle nuove responsabilità assegnategli. Infondo non era così diverso da ciò che faceva al santuario, sarebbe stato uno degli ultimi baluardi a difesa del suo dio e la cosa lo compiacque. Ma Hades aveva progetti ben più ambiziosi, non sarebbe rimasto seduto sul suo trono ad aspettare che il destino facesse il suo corso. Lui e i suoi guerrieri lo avrebbe forgiato con la loro incrollabile volontà. L'oscurità sarebbe crollata sul mondo, per creare un regno di immobile perfezione, libero dalle sofferenze e dalle crudeltà perpetrate dai mortali. Fu quando il suo sovrano ebbe lasciato la sala che il guardiano di Giove prese la parola, portandosi alcuni passi più vicino al trono e a Pandora.

    Spettri, cavalieri....fratelli. Il nostro signore è finalmente risorto, il suo potere è tornato ad illuminare il nostro cammino.



    Fece una breve pausa, guardando negli occhi prima Pandora e poi tutti gli astanti.

    Quanti di noi in vita hanno patito immani sofferenze, quanti sono stati traditi, abbandonati prima di essere accolti nel caldo abbraccio delle schiere di Hades. Quanti bramano di poter finalmente riassaporare il gusto di camminare fieri sotto la luce del sole.....ci chiamano mostri, traditori ma non comprendono che noi siamo superiori a loro. Noi siamo gli araldi dell'unica cosa che il loro cuore realmente teme, e il loro animo si riempirà di terrore quando vedranno le nostre purpuree surplici all'orizzonte. Riavremo ciò che ci spetta, gloria, onore, potere. Come un sol'uomo ci batteremo e come un sol uomo li travolgeremo. Un inarrestabile ondata di terrore e morte. UNITI, PER LORD HADES E PER LA VITTORIA!



    Gli Skeleton scoppiarono in un'ovazione, urlando il nome di Hades in preda ad un giubilo senza eguali. Ed posò lo sguardo sugli altri guardiani dei cieli, ansioso di scoprire le loro reazioni al suo discorso e alle intenzioni del loro re.



    [size=0]Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Viola.

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    Stato Fisico: Perfetto.
    Stato Mentale: Determinato e fiero.
    Stato Surplice: Integra.
    Abilità Passive: Nessua
    Abilità Attive e Tecniche: Nessuna
    Riassunto:








     
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    Protogenos of Death

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    Gorthaur ~ Spectre di Druji Nasu ~ Energia Rossa



    *Tutto avvenne in pochi istanti, come sempre quando si tratta di grandi sconvolgimenti.
    La preparazione, le percezioni ad essa annesse sono lunghe e snervanti, ma quando l'evento accade è questione di attimi.

    Così fu per la rinascita di Ade. Erano secoli che Druj non vedeva una tale assonanza tra la forma esteriore e l'essenza del dio. Una forma in cui era contenuta anche una piccola parte del cosmo dello spectre.

    A quella presenza tutta la sala del trono vibrò, le tenebre si fecero più dense, come se si stringessero fra loro in preda al terrore di dover avvolgere una simile creatura divina.

    La follia di quella che fu incarnazione di Eaco lo turbò relativamente, più che altro per la petulanza della sua voce e dei suoi modi. La sua fine fu la scelta migliore.
    Quando la sua anima abbandonò il corpo la vide, percepì brevemente ciò che stava avvenendo e sorrise, conscio che la morte è veramente la più grande delle menzone.

    Dopo la breve parentesi l'attenzione di Gorthaur fu catalizzata in modo quasi innaturale su Ade. Gli stava parlando, con una lingua che non ha ne lettere ne parole.
    Le investiture corsero rapide, faticò a percepire nomi e pianeti.
    Poi il dio volse verso Druj il suo sguardo.

    Lo spectre sentì la pelle sgretolarsi, così come la surplice ed ogni altro orpello fisico. Un abisso senza fondo l'accolse e, dopo millenni, si vide per quello che era.
    Vide nuovamente l'orrore cosmico che rappresentava, quando, prima del tempo di cui si ha memoria, era l'essenza della Menzogna, del Male, della Morte.
    Un'essenza cangiante e picea, impossibile da descrivere poichè non vi è parola umana che possa imbrigliare il senso di ciò che era Prima.

    Poi vide le stelle, sue prime compagne e guide nel Creato, così nuovo e colmo di primizie. Gli altri enti oscuri, guidati da Ahriman, popolarono l'oscurità tra gli astri, mentre gli enti benigni di Ahura Mazdā si prodigavano nella loro caccia, proteggendo gli animali che abitavano quelle zolle di terra.

    Ed ecco il dolore, la sconfitta.
    Asha, la Verità, la Rettitudine, la Vita.
    La loro lotta giunse al termine con la caduta di entrambi, in un tempo in cui i fasti del passato erano ormai vana memoria ed il mondo era solo uno, retto dai giovani dei di carne... così ignoranti, ma così potenti.

    Un'ombra che striscia, priva di forza, esausta, costretta all'obbedienza da Tanathos, destinata a saziare con le sue conoscenze quel nuovo indegno padrone, fino a che nulla fosse rimasto del grande Druj.
    Fu allora che vide Ade per la prima volta.
    Fu allora che percepì quello sguardo catalizzatore.
    Il nuovo Signore degli Inferi gli permise, così come a molti altri esseri antichi, di sottrarsi all'oblio in cambio della sua obbedienza.
    Accettò, ritenendo la libertà e la schiavitù come due concetti relativi, utili in egual misura a seconda della loro funzionalità.

    Ade sapeva bene chi era Druj, non vi fu esitazione nella scelta del Guardiano di Saturno.
    Gorthaur si riebbe, rendendosi conto che erano solo passati pochi istanti.
    Innanzi a lui Pandora, con in mano la chiave nera di Saturno.

    Prese l'oggetto e si inchinò verso la donna e poi, più a lungo, verso il dio.

    Seguirono le altre investiture ed Ade si allontanò, non senza aver espresso le sue vere intenzioni.
    Druj sorrise, erano secoli che non vedeva una tale assonanza tra la forma esteriore e l'essenza del dio.

    Seguì l'incitazione del Princeps.
    Un'entità decisamente interessante, doveva approfondire la sua conoscenza. Ammirava la tenacia degli umani, che permaneva anche in condizioni così estreme ed innaturali.
    Applaudì senza troppa foga, con un certo distacco, ma con un leggero ed accondiscendente sorrise. Sapeva bene cosa era necessario ed egli l'avrebbe raggiunto non con evidenti azioni militari, ma con le sottili macchinazioni di cui era maestro. Certo, a volte era necessario portare un po' di sana distruzione, ma preferiva giocare con la forza degli altri piuttosto che sprecare la propria.

    Poi, subito dopo, si accomiatò dai compagni con eleganza e sollevò la chiave al cielo.
    L'ombra l'avvolse, facendolo svanire così com'era venuto.

    Il suo Cielo l'attendeva, ancora un grumo oscuro e ribollente.
    Quando fu lì, sospeso nel vuoto, la dimensione cominciò a contorcersi e ad espandersi.
    Le anime dei dannati iniziarono a comparire, come migliaia di fiammelle. Ogni istante si moltiplicavano, ferendo le tenebre con la loro empia essenza.
    Quel pianeta sarebbe stato abitato da ogni sorta di non morto e di Nasu, tutti guidati dalla volontà del loro creatore.
    La terra iniziò ad apparire e a fondersi con gli altri elementi.
    Di nuovo, per brevi istanti, Druj percepì quel senso di libertà e di onnipotenza così lontano e dimenticato... che fosse possibile in questa incarnazione riacquisirne anche solo una minima parte?*



    *Narrato* Pensato ParlatoRiassunto
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    Edited by Gorthaur - 22/6/2012, 00:44
     
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    Nome ~ Naima
    Cloth ~ Surplice di Mephistopheles liv VII
    Energia ~ Nera
    Status Fisico ~ buono
    Status Psicologico ~ momento di epifania

    Nessuno può capire cosa si prova a credere di sapere tutto sulla vita, l'universo e tutto quanto per poi perdere qualsiasi certezza nel giro di pochi minuti. Naima si sentiva così in quel momento. Confusa. Non riusciva più a gestire il calcolo delle probabilità, i suoi sensi e la sua mente erano sovraccaricati di dati e informazioni. Non riuscì neanche a prestare sufficiente attenzione a quello che stava accandendo, poiché era troppo impegnata a cercare di capire perché, dopo migliaia di anni, Pandora si fosse affidata a un sistema antico e rischioso per riportare in vita Ade. La risposta venne subito dopo.

    Pandora non si sarebbe accontentata solo dell'ennesimo avatar di Hades. Pandora stava pianificando la morte dell'umanità.

    Non riuscì neanche a prestare attenzione alla morte di Violate, né cercò di avvertirla. Poteva vedere che il suo unico destino era quello, sarebbero solo variate le modalità di esecuzione.
    Prestò poca attenzione al discorso del Princeps, perché il suo cuore era già andato in confusione quando quella figura era apparsa e l'aveva scrutata. Gli occhi di Hades erano come una finestra su tutto ciò che le era ancora precluso. E quando la guardò, successe.

    Da lei e da ogni persona nella sala partirono dei fili rossi che solo lei poteva vedere. Dinanzi ai suoi occhi si liberarono diverse opportunità, eventualità, che in altre dimensioni diventavano realtà tangibili. Naima scoprì che poteva muoversi attraverso quegli spazi, e capì che non si trattava solo di probabilità, ma che quelle eventualità avrebbero preso forme vere, reali, nelle dimensione di appartenenza. Naima si vide come essere in bilico tra gli universi. Poté vedere la vastità dell'universo in cui viveva e le miradi di infiniti altri universi spiegarsi davanti ai suoi occhi. Vide mondi con nuove regole e leggi tutti da scoprire. Vide l'infinito e capì che lei, e solo lei sarebbe stata in grado di esplorare quella vastità; lei che era stata scelta.

    E rimase lì, con gli occhi spalancati, perché non voleva rischiare di perdere tutta quella meraviglia: le sue uniche parole, quando le consegnarono la chiave, furono impercettibili, forse solo Aizen avrebbe potuto udirla.

    Los laberintos del tiempo se desvanecen.


    I labirinti del tempo svaniscono.

    Perché Naima aveva capito che il tempo non sarebbe più esistito per lei. Da quel momento all'infinito.


    NarratoPensato ♦ //Telepatia//

    Riassunto
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    Edited by ~S i x ter - 7/11/2014, 16:05
     
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    IL RISVEGLIO DI HADES
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    «Hypnos»

    Lo disse sottovoce, forse solo Naima avrebbe potuto sentire quel nome ma non ne era certo. Vide quel rito, osservò con attenzione Pandora e comprese. Il marchio del Dio dei Sogni era palese, lo percepiva chiaramente: aleggiava sopra di loro come un'ombra che dall'alto tesse la sua trama. Il volto della reggente sembrava quasi sconvolto da quella visione di pure morte e terrore.

    Hades era tornato e nella sua forma più oscura.
    "Un agglomerato di pura malvagità, pronto a falciare le sua vittime senza alcuna pietà" ma non solo "anche i suoi stessi uomini". Questi furono i pensieri di Aizen nel vedere quell'essere comparire - o meglio il suo diretto superiore. Bastò un istante, un solo attimo per comprendere la potenza del Dio.

    "È impressionante" pensò Aizen, "anche la mia forza, dinnanzi a lui è nulla" pensieri che affollavano la sua mente, in un vortice di dubbi e perplessità. La sua era un'anima irrequieta, spezzata e tinta di rosso ma innanzi a quella visione, anche uno come lui dovette abbassare lo sguardo non riuscendo a sostenere la vista di quel Demone per troppo tempo. Capì in quel preciso istante che in fondo non avevano scelta, non avevano via di scampo. Comprese che la soluzione era una sola: non contraddire mai Hades.

    In quella cerimonia ci furono tre eventi che lo colpirono. In primo luogo la morte di Violate, non tanto per il gesto di Hades ma quanto per quella sensazione di opprimente menzogna che aleggiava attorno al suo corpo, una sensazione già provata sulla sua pelle. Che avesse trovato un nuovo burattino da manovrare quel cane? In secondo luogo il discorso da paladino fallito di Eddard Stark, era come se avesse già vissuto quella scena, come se tutto ciò gli fosse già successo ma comunque non disse nulla.

    Ed infine: Naima. Erano vicini, uno di fianco all'altro ed egli udì chiaramente cosa disse la sua amata ma ciò che vide con ancor più carezza erano gli occhi sbarrati della donna, come se stesse guardando ed osservando qualcosa che i normali esseri umani non potevano vedere. In quel preciso istante gli si strinse il cuore. Avrebbe desiderato abbracciarla e stringerla a se ma c'era tutta quella gente, tutta quella formalità.

    "Che si fottano tutti e che si fotta anche quella cagna di Pandora" ed agì, quasi istintivamente e la prese sotto braccio, tirandola a se.

    «Abbiamo un mondo da conquistare, un Dio da assecondare e qualche migliaio di persone da uccidere. Direi che ne abbiamo da fare no? Ho bisogno di te Naima, dobbiamo pianificare tutto e di più!»

    Lo disse sorridendo, quel sorriso che in più di un'occasione aveva diradato le tenebre che avvolgevano il suo cuore, un chiaro gesto volto unicamente a farle comprendere che lui - come sempre - c'era e le sarebbe stato vicino come sempre, senza chiedere, senza voler capire e comprendere.

    Questo era Aizen.




     
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  7. † Shen771 †
     
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    Nel momento in cui a Fedor venne iniettato l’antidoto, sentì come se si fosse liberato di un enorme macigno che gli stava comprimendo i polmoni fino a farli collassare. Scomparve il fastidio, rimase il dolore, ma per lo meno ebbe la certezza di riuscire a sopravvivere ancora qualche giorno; in quel momento tornò una fievole coscienza cognitiva ad animargli la mente, per cui fu più propenso ad analizzare cosa gli stesse accadendo attorno. Capì che quell’incontro non era riservato ai soli Giudici Infernali, Pandora aveva avuto l’idea di convocare quasi tutti gli Spectre a sua disposizione, fatta eccezione per quelli della sua legio, ancora impegnati in missione. Ognuno aveva fatto la sua comparsa in maniera autonoma, presentandosi con poche e distaccate parole prima di mettersi in disparte ad attendere quanto il loro comandante avesse da dire.
    Due personaggi in particolare, fino ad allora mai incontrati, suscitarono l’attenzione del Grifone, distinguendosi tra la massa: uno vestiva la Surplice di Druj Nasu, una temibile stella malefica che concedeva il potere della corrosione, dalla cui figura vibrava un’energia oscura ed inquietante, diversa da quella che permeava il cosmo degli altri guerrieri avernali. C’era poi un resuscitato, Gold Spectre di Acquarius, che a primo sguardo sembrava uscire da un’antico casato medievale, ma che dietro un fare cavalleresco e pieno di sé nascondeva una potenza che era chiaramente percepibile. Degli individui da tenere sott’occhio, senza ombra di dubbio avrebbero avuto occasione per farsi notare da Fedor nelle occasioni a venire.
    Qualcosa di estremamente fastidioso, però, turbava quel clima di serietà e rispetto che anticipava la consegna dei pezzi dell’armatura di Hades: a giudicare da quanto strillasse, Violate doveva essere diventata pazza, probabilmente la sua mente non aveva retto ad una prova tanto difficile, oppure la sola idea di vedere la Surplice di Garuda addosso ad un guerriero chiaramente più dotato di lei l’aveva atterrita al punto da disintegrarle il senno. Perché in fondo l’inusuale circostanza di vedere Aizen con un’armatura diversa rispetto a quella con cui era partito non impressionava più di tanto Fedor: quel francese possedeva un potenziale praticamente illimitato, una volta preso atto di ciò, il resto poteva solo essere ordinaria amministrazione. Nonostante ciò, l’irruenza chiassosa di quella donna disturbava profondamente il Grifone, che si trattenne dall’usare parole pungenti solo per eleganza e perché la situazione richiedeva un certo contegno.
    Pochi secondi d’attesa dopo che l’ultimo ospite fece la sua comparsa e Pandora diede inizio ad un rituale che aveva tutti i requisiti di un'esoterica stregoneria. Nel momento in cui la semidea si mosse, fu palese che il suo corpo era debilitato, privato probabilmente di un grosso quantitativo di sangue a giudicare dalle spessore delle arterie che gli attraversavano la mano. Raggiunse il centro dell’androne, dopodiché generò un sigillo arcano, che si espanse a forma di stella lungo tutta la superficie del pavimento, inglobando al suo interno ogni individuo presente nell'area.

    “Il mio cosmo...”

    Sentì come se un pezzo della sua anima in quel momento si stesse staccando, risucchiato da un'inarrestabile vortice; assieme a lui tutti gli altri sembravano aver subito lo stesso trattamento, ma il Grifone, che tra tutti aveva riportato i danni peggiori, non riuscì a trattenersi dal poggiare un pugno al suolo, come segno del deperimento fisico. La sua fronte era imperlata di gocce fredde, ma i suoi occhi potevano vedere bene ciò che stava accadendo: uno spettacolo spaventoso, come una creatura risorta dalla tomba all'interno della kamui montata si disponevano ossa, carni, organi e si concentrava un potere mai avvertito sino a quel momento. Il senso di stordimento di fronte ad un'energia così immensa quasi paralizzò Fedor, che assisteva attonito alla meraviglia della nascita di un dio. Sul suo viso si allungò un eccitato sorriso, era estasiato.
    Nel momento in cui la sua genesi fu portata a termine, l'intera figura del dio degli Inferi si mostrò maestosa mentre, seduta sul suo scranno, scrutava nell'animo di tutti i suoi sudditi. Egli sapeva, sapeva tutto, di questo potevano esserne certi. Come prima opera del suo regno concreto, Hades fece qualcosa che lo stesso Spectre di Grifone si stupì nel vedere: con un semplice gesto della mano, tolse la vita a Violate, divenuta eccessivamente sgradita alle orecchie di tutti. Se lo meritava, era stata debole, questo era l'unico pensiero che in quel momento Fedor riuscì a formulare.
    Venne poi un momento cruciale per le sorti dell'impero dell'Ade: l'assegnazione delle cariche dei Guardiani dei Cieli. Questo era davvero il segno tangibile del venturo inizio di una Guerra Sacra; i tempi erano sufficientemente maturi per far sì che gli Spectre d'elité si facessero araldi per la gloria del loro dio. Il primo ad essere scelto, come custode del Cielo di Mercurio, fu proprio lui, il Grifone; puntato dalla spada di Hades, scarnificato di ogni sentimento, perfino della paura dinanzi a quegli occhi che lo penetravano nello spirito, fu incaricato da Pandora in persona ad essere il primo baluardo nella difesa della dimora del dio.

    Ma tra i vari attributi che descrivevano il cielo che era deputato a sorvegliare, uno stonava: tra logica, scienza e furbizia, si celava la menzogna. Quel termine indicava qualcosa, qualcosa che Pandora sapeva e che avrebbe dovuto dirgli.

    Uno skeleton si avvicinò allo Spectre, porgendogli una semplice chiave d'ottone con sopra inciso il simbolo di Mercurio. Seguì poi la nomina di altri quattro guardiani, per altrettanti cieli; Naima, Aizen, e quei due che aveva notato poco prima, i soldati apparentemente più temibili erano stati scelti. Infine Hades si congedò preannunciando la conquista del Santuario, per poi sparire nel nulla, ritirandosi verso l'ultimo e più esterno dei Cieli, quello di Plutone. Doveva costruire un esercito? I suoi piani prevedevano cose molto più interessanti, almeno dal suo punto di vista.
    Mosse le ultime pedine, abbandonate le formalità dell'investitura, il primo a sciogliere gli indugi con un accorato discorso d'incitamento fu il Gold Spectre di Acquarius che, con fare spavaldo e movenze da comandante d'armata, aizzava i presenti alla guerra. Quelle parole passarono totalmente inascoltate, perché altri pensieri affollavano la mente del Giudice Infernale; raccolte le energie che gli erano rimaste, facendo leva sulle tibie, si rimise a fatica in piedi, attraversando con passo lento l'intera lunghezza del salone. Passò di fianco ad Aizen, con la poca lucidità che rimaneva gli rivolse uno sguardo d'intesa, cercando di carpire per un attimo la sua attenzione, tutta rivolta verso Naima.

    -Aizen, necessito di parlarti. E' una questione tra Generali, verrò io stesso a farti visita.-

    Si allontanò, perdendosi lentamente tra la penombra del lungo corridoio che dava verso la Giudecca. Era giunto il momento, quel momento che aspettava.





    Legenda: Narrato Parlato PensatoTelepatia

    Nome ● Fedor Czajkowski
    Status Fisico ● Prossimo al collasso
    Status Psicologico ● Eccitato per il risveglio di Hades
    Nome della Cloth ● Surplice di Griphon {VI}
    Status della Cloth ● Intatta
    EnergiaBlu
    Riassunto azioni

    Quest Master



    Edited by ~S i x ter - 7/11/2014, 16:06
     
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    eahy5w


    Dastan ~ Spectre del Minotauro ~ Energia Verde




    Si stupiva ogni volta che qualcuno si facesse condizionare dalle emozioni, rendendo la sua dignità al pari di quella di un pagliaccio. Un flebile sorriso di ammirazione venne dipinto sul suo volto, nel momento in cui vide il proprio Dio punire quella stolta che aveva osato tanto. Che senso aveva credere nel rispetto quando si poteva sostituirlo con la possibilità di poter diventare un arma di distruzione di massa? Questo era il suo pensiero nell’osservare la sconsideratezza di quella sua ex collega che si era arrogata il diritto di vomitare odio nei confronti di un Dio. Pazza… idealizzò nell’osservare ciò che accadde dopo quello sfogo privo di raziocinio. Come una formica schiacciata dal piede di un uomo… il suo corpo venne pervaso dall’imponente cosmo di Hades, per poi essere privata dell’esistenza delle sue azioni che le davano ancora protagonismo. Fu un attimo… un istante, che venne poi seguito dall’esplosione del cuore dell’ex comandante di una delle tre legioni che formavano gli eserciti della divinità. Da parte del Minotauro, quella visione fu percepita come un evento straordinario che gli faceva apprezzare fin da subito la politica violenta che rispecchiava il Dio della morte: meraviglioso… solo tale parola venne percepita dal suo cervello. Per quanto avesse capito che le vite di tutte loro erano al pari di burattini nelle mani di quel cinico e malvagio marionettista… non lo turbava, ma anzi… trovava il fatto di essere comandato da un essere che sposasse la sua stessa filosofia il miglior destino che lo potesse abbracciare. Non gli importava di essere solo una pedina, e che tutte le sue azioni fossero osservate e condizionate da quell’essere; l’importante era che avesse carta bianca nel poter scatenare la sua furia: ed era sicuro che lo aspettava uno splendido futuro accompagnato da morte e devastazione.

    ° Che meraviglia °

    Tutto ciò che accadde dopo quella sentenza di morte poco gli interessava, e ne trovò quelle dinamiche talmente interessanti da scatenare invidia per non essere stato preso in considerazione. Lui era un arma, non un rappresentante. Che ci pensassero gli altri a proteggere il regno, il suo unico interesse era uccidere, null’altro aveva interesse o suscitava sprone per essere ambizioso a diventare anch’esso un guardiano di uno dei pianeti che rappresentavano la volta celeste sopra la sua testa. Come al solito il suo comandante era stato messo nella lista dei preferiti, dimostrando che la sua importanza era tale da portare vantaggio a chi gli fosse stato fedele e ligio negli ordini che avrebbe impartito nel nome del suo Dio. Il fatto che fosse un guardiano insieme a uno sei suoi compagni portava la legione degli araldi in prima fila per poter svolgere le missioni più importanti e divertenti: questo non era da sottovalutare. Stermini e genocidi erano all’orizzonte, facendo si che il Minotauro si trovasse pronto ad agire e dilettare il suo ego: sapendo che ad ogni passo che compiva uccidendo una vittima, sarebbe coincisa paradossalmente la maggior considerazione di Hades nei suoi confronti. Era una questione solo di tempo. Per diventare un grande attore bisogna prima essere un abile comparsa, e in questo sapeva che era maledettamente bravo. Risolvere i problemi che gli altri trovavano rognosi da svolgere per non abbassarsi a sporcare le proprie mani era il suo pane quotidiano: non gli importava la gloria, ma l’obiettivo per dare un senso alla propria esistenza. Presto il suo corpo e il suo palato si sarebbero inebriati di quello splendido liquido vitale, privando dell’esistenza le sue vittime sul campo di battaglia.








    Edited by ~S i x ter - 7/11/2014, 16:07
     
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