A Song of Ice and Fire

Ruolata tra Aizen e Ed

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    Post 1 - Aizen



    Il gelo sembrava entrare dentro le ossa, scendere in profondità e irrigidire ogni terminazione nervoso: era questa sensazione che Aizen odiava profondamente, eppure doveva recarsi in quel luogo. Non poteva astenersi, un nuovo ed antico guerriero era risorto, strappato dal cocito, dall'eterno riposo e inserito nelle armate infernali. I suoi informatori erano stati chiari "un uomo, in grado di controllare il ghiaccio come nessun'altro, vissuto circa trent'anni fa". Probabilmente si trattava di un cavaliere di Atena, qualcuno che forse si ricordava di lui.

    Un vuoto troppo grande nella sua mente, nel suo cuore.
    Non ricordava con chiarezza tutti i particolari della sua vera vita, di quella di André si ma non della sua. L'azione di Hypnos era stata totale; l'incontro con Aiacos aveva svelato alcune cose ma gli serviva altro: un nome. Ogni cosa dipendeva da ciò, sentiva il suo essere incompleto, privato di qualcosa di importante. L'uomo in questione, non solo aveva scelto un luogo freddo ma aveva avuto anche l'intelligenza di costruire un fottuto castello di ghiaccio.

    "Capisco la sua ossessione per il ghiaccio ma qua stiamo esagerando", pensò tra se e se, quando le immense porte di quella costruzione erano a pochi metri da lui. Osservò quelle gelide mura innalzarsi per metri e il freddo che continuava ad insinuarsi dentro le ossa. Cosa avrebbe dato per un posto caldo e qualche bottiglia del miglior liquore per scaldare anima e corpo e un paio di caldi seni a completare un fantasioso quadro che avrebbe appagato qualsiasi uomo, vivo o risorto che fosse. Giurò dentro di se, che se il padrone di casa non si fosse presentato nel giro di qualche istante avrebbe bruciato ogni cosa.

    Fermo e immobile Aizen attendeva, certo che ben presto questo fantomatico guerriero si sarebbe presentato, percependo il vasto cosmo del Giudice.


     
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    Atto I – Prince of Damned




    Visite. Non erano certo qualcosa che accadeva spesso negli inferi, sopratutto quando vivi in quello che probabilmente è il meno ospitale di tutti i gironi dell'Averno. Le bianche distese del Cocito si estendevano per migliaia di chilometri, tormentate da una perenne tempesta di neve che spazzava ogni cosa con una violenza inaudita. Le anime dannate, prigioniere in una gelida prigione, erano condannate a soffrire per l'eternità sommerse in quello sconfinato rumore bianco. Edward aveva deciso di prendere dimora in quel girone, perché più che in ogni altro luogo, si sentiva a casa. La sua isola a nord della Scozia era famosa per gli inverni più lunghi e rigidi che mai avessero toccato la terra, al punto da far sembrare la stessa Asgard un luogo caldo ed ospitale. Forgiando il ghiaccio di quel luogo aveva innalzato un immensa fortezza, ad immagine e somiglianza di Winterfell il castello dei suoi avi, che ora torreggiava imponente e sinistra come una cattedrale nel deserto. E adesso dopo tanto tempo finalmente qualcuno avrebbe potuto beneficiare dell'ospitalità di quel luogo.



    Il giudice infernale si stagliava infreddolito innanzi al portone di ingresso, lo sguardo crucciato e la bocca distorta per il disappunto. Per un manipolatore del fuoco quel luogo doveva probabilmente il luogo peggiore in cui trovarsi e al signore dei ghiacci la cosa non poté che strappare un sorriso. In sella al suo metalupo osservava la scena dall'alto di una delle torri di guardia, le membra avvolte in un caldo mantello di pelliccia. La corona di ghiaccio contenente l'anima di Joel gli avvolgeva il capo. Da quando era stato nominato Princeps Inferorum quel monile aveva assunto un significato ben più profondo. Non era più il mero ricordo della sua vendetta, rappresentava la sua posizione, il suo potere.

    Chiedo venia per l'attesa mylord. Con questa tempesta è difficile vedere chi si avvicina la castello.



    Con un balzo spettro scese dalla torre piombando a pochi metri dallo specter di Garuda. Smontato dalla schiena del metalupo il risorto avanzò verso l'ospite tendendogli la mano.

    Il mio nome è Edward Caliban Stark, Princeps Inferorum e signore di questo castello.




    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Viola.

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    Edited by Aleksander Seraf - 15/6/2012, 22:54
     
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    Post 2 - Aizen


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    "Eppure c'è qualcosa di familiare in lui" pensò Aizen appena vide in volto il giovane Guardiano di Giove, "come se in verità l'avessi già incontrato". Ma non volle soffermarsi troppo a guardare il giovane Stark, non sarebbe stato carino nei suoi confronti. Indubbiamente lo stile non mancava al risorto e da quanto aveva sentito nemmeno le doti combattive.

    «Il piacere è mio Stark» disse stringendo la mano ad Ed
    «Il mio nome è Aizen»

    Di fianco al cavaliere stava un grosso lupo, o meglio un meta-lupo. Cosmo o no, quell'animale risultava essere molto pericoloso ma come per lo Sark, gli sembrava di conoscerlo, di ricordarsi di lui.

    «Eddard Stark, non mi sono fatto tutto questo viaggio solo per vedere te e il tuo meta-lupo ma per capire»
    «Non ti voglio tediare ma ho qualche problema di memoria e raccontarti la storia sarebbe troppo lunga, però quando ti ho visto alla riunione ho percepito qualcosa ... una sensazione»

    Le parole di Aizen erano abbastanza chiare e precise: voleva delle risposte se era possibile, sentiva quel vuoto lancinante dentro di se crescere sempre più. Anche quel meta-lupo, era come se una forma canina stesse materializzandosi dentro di se e percepiva lo stesso brivido che l'aveva colpito la prima volta che aveva incontrato Eddard.

    L'età di morte doveva essere circa la stessa, ed entrambi provenivano dal santuario: possibile che non sapesse chi era Aizen? Doveva saperlo per forza e non voleva chiederlo a Naima: sarebbe stato troppo semplice e sicuramente non avrebbe risolto i suoi problemi; senza contare che la sua dolce metà stava vivendo un momento molto particolare della sua esistenza.

    "Ce la farai anche stavolta"


     
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    Atto I – Memories




    Lo specter di Garuda gli si stagliava innanzi, fiero imponente. In tutta la sua vita aveva incontrato pochi guerrieri del suo calibro, pochi combattenti tanto forti da poter rasentare così da vicino lo status divino. Eppure quel cosmo tanto immenso da atterrire chiunque con un solo gesto era inquieto, confuso, quasi avesse perso la sua stessa identità. Aizen non era il nome con cui le Parche chiamavano quel guerriero, ma solo una misera costruzione, una fuorviante illusione inscenata da un dio minore. Nulla che potesse opporsi al legame che due spiriti affini formano una volta che si sono incontrati. Fu un attimo, le mani dei due guerrieri che si stringevano e qualcosa scattò nella mente di Ed. Fulmineo e chiaro il ricordo in un'era passata fatta di luce e giustizia. Lui e lo Specter di Garuda erano seduti alle pendici del Santuario, da una piccola sporgenza circondata dalla vegetazione osservavano il mare in tempesta. Sembravano in pace e ridendo parlavano di una ragazza che la sera prima avevano visto in locanda. Edward non riusciva a smettere di pensare a lei e Aizen cercava di spronarlo ad agire.

    Si può sapere com'è possibile che uno freddo come te vada in panico per una cosa così semplice?



    Ed osservava perso l'orizzonte, il lungo mantello con il simbolo del metalupo garriva il vento, mentre l'allora aspirate cavaliere d'oro si alzava per lanciare un sasso verso le acque sottostanti.

    La fai facile tu Robert. Hai tutte le donne ai tuoi piedi, sei estroverso e simpatico. Nessuna vuole un ghiacciolo come corteggiatore.





    Rimase per un attimo frastornato, quel ricordo era sicuro di non averlo mai avuto, almeno no da quando era risorto. Eppure era così vivido e chiaro, non poteva essere in un illusione. Nessuna increspatura, nessuna incoerenza. E quel viso ora gli sembrava incredibilmente familiare, fino a sembrargli quasi un sollievo rincontrarlo dopo tanto tempo. Come poteva essere, quello era uno dei giudici dell'averno, di certo un guerriero di tale potenza non poteva semplicemente svanire dalla sua memoria. Doveva indagare, scoprire cosa stesse accadendo. Ma questo richiedeva tempo, e un luogo lontano da occhi indiscreti. Estrasse da una piccola sacca che portava al collo la chiave d'avorio simbolo della sua carica come guardiano celeste.

    Aizen mi piacerebbe mostrarti il mio cielo, li potremmo parlare liberamente di ciò che ti turba senza essere disturbati.



    Gli posò la mano sulla spalla mentre sussurrava qualcosa alla chiave.

    Valar Morghulis.



    In un attimo sparirono in una vampata di luce.



    Riapparvero in un'immensa foresta di querce, immersa in un silenzio spettrale. La neve ricopriva ogni cosa e innanzi a loro una sconfinata muraglia di ghiaccio si estendeva per chilometri e chilometri. Era alta oltre 100 metri e la sua cime era nascosta tra le nubi. Il gelo di quella terra sembrava più profondo persino di quello del Cocito.

    Benvenuto nel mio mondo amico mio.



    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Viola.

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    Post 3 - Aizen


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    Tutto avvenne in quel preciso istante: il tocco con la mano fredda e gelida di Eddard: uno squarcio nel profondo del suo animo e un ricordo che emerge e con violenza emerge squarciando i veli magistralmente costruiti da Hypnos.

    «Ti ho detto che sto benissimo!»

    Si, era Aizen completamente ubriaco che veniva portato nei suoi alloggi da un imbarazzatissimo Eddard. Lo sorreggeva come fa un amico, uno che lo conosce anche fin troppo bene. Era difficile tener fermo un uomo come Aizen, la sua mole non era certo indifferente ma un giovane Eddard sapeva come trattarlo, come farlo calmare.

    Lo sguardo di Aizen sembrava stravolto.
    Lentamente un ricordo profondo ma soprattutto suo stava emergendo. D'altro canto Eddard aveva compreso chiaramente che quel discorso doveva essere svolto in un luogo sicuro e quale posto migliore del regno del Guardiano di Giove?

    «Ice crown cittadel»

    Disse Aizen quasi istintivamente vedendo quello che si parava innanzi ai suoi occhi. Come poteva conoscere quel luogo? Come sapeva cos'era? Guardò Eddard, cercando di capire, sperando che almeno lui sapesse cosa stava accadendo al Guardiano di Nettuno.


     
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    Atto III – Ice




    Sorrise Ed ne vedere che un'altro pezzo della memoria del suo amico sembrava riaffiorare. Quando le grandi porte della cittadella si aprono due guardie si mettono sull'attenti salutando il loro re. La scintillante armatura completa, il simbolo degli Stark che campeggiava sulla tabarda grigia e verde. Il viso dei due fieri uomini del nord sembrava scolpito nel ghiaccio così come quello del loro signore.

    The King in the north!




    Sbatterono tre volte le picche sullo scudo per poi tornare sull'attenti. Man mano che avanzavano per il castello le lunghe sale si districavano imponenti e perfette. Servi e guardie si aggiravano tra i corridoi scherzando gioviali, alcuni bambini si rincorrevano all'interno di una delle grandi sale da pranzo. Se non fosse stato per la presenza dei due specter sarebbe stato davvero difficile credere che quello fosse realmente l'Ade. Dopo alcuni minuti giunsero ad una maestosa terrazza da cui si poteva ammirare il candido paesaggio di Winterfell. Sotto di loro la città era piena di vita. Fumi scuri si alzavano dai comignoli e la piazza del mercato gremita emetteva una dolce cacofonia.

    Un'isola di speranza nell'oscurità dell'Averno.



    Invitò Aizen a sedersi su due grosse sedie di ghiaccio che aveva appena creato e poi ricominciò a parlare.

    Amico mio, mi pare evidente che i nostri destini sono legati da molto più del colore della nostra armatura. Ci sarebbe un modo per rievocare in maniera completa quei ricordi, ma è un processo rischioso per entrambi.



    Si mise in piedi, la mano avvolta da una gelida aura dorata.

    Io sono pronto a correre questo rischio. La stella del cielo intrepido lo è altrettanto, Robert?




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    Post 4 - Aizen


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    Sul volto di Aizen apparve un'espressione beffarda: era davvero pronto ad osare tanto Eddard Stark? Probabilmente quella sensazione ch'egli aveva era pienamente condivisa e poi, quel nome: Robert! Martellava nella sua mente come il peggiore degli stolker: sentiva qualcosa voler uscire dal suo subconscio e palesarsi con violenza nella sua esistenza e buffamente capì che l'unica soluzione era assecondare lo Stark.

    «Sei consapevole degli effetti di quello che intendi fare?» disse Aizen con una calma olimpica, comodamente seduto su quella sedia di ghiaccio.

    «Se quello che hai intenzione di fare avrà i risultati sperati tanto meglio per entrambi ma in caso contrario la situazione potrebbe diventare critica»

    Non era una minaccia ma sapeva bene come avrebbe reagito nel caso lo avesse attaccato senza ottenere ciò che egli voleva.

    «Vai pure»

    In verità era convinto che lo Stark sapesse benissimo cosa stava facendo e per questo non disse nulla, sentiva nel profondo del suo animo che qualcosa stava cambiando, mutando in maniera irreversibile, in fondo capire chi lui fosse era molto più importante di qualche leggera ferita.

    Questa era la verità e questa era l'unica cosa che contava veramente per Robert.


     
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    Atto IV – Scars




    Non sapeva da dove fosse venuto quel primo ricordo, ma con esso ne erano riaffiorati altri sempre più nitidi e profondi. Qualunque incanto avesse avvolto l'animo dei due guerrieri stava oramai cedendo. La vicinanza dei loro cosmi, così diversi eppure incredibilmente affini, aveva lentamente eroso la prigione in cui i loro ricordi erano confinati. Tutto era cominciato quel giorno in cui si erano incrociati alla rinascita di Hades. Come una goccia d'acqua che cade in uno specchio d'acqua completamente fermo creando un'infinità di increspature perfettamente circolari. Oramai niente poteva più fermare quelle onde, il passato era tornato, unendo ancora una volta i destini di quei due uomini. Ghiaccio e fuoco che danzano in una notte di luna piena.



    Vedrai Ed, oramai posso controllare il fuoco meglio di qualunque cavaliere d'oro. Persino le stelle sembreranno dei miseri fuocherelli in confronto al mio cosmo.



    Robert parlava eccitato e fremente, desideroso di mostrare l'ultima evoluzione del suo prodigioso cosmo. Erano tre anni che si allenavano insieme e se da una parte Edward aumentava il suo controllo sul ghiaccio tramite allenamenti e rigida disciplina, Robert mostrava un talento senza pari. Giorno dopo il giorno la sua consapevolezza e i suoi poteri aumentavano senza una ragione apparente e di pari passo la sua potenza si faceva sempre più imponente. Tra gli allievi, fatta eccezione per il giovane Stark, nessuno riusciva a stargli dietro e persino tra i cavalieri d'argento ben pochi potevano sperare di rivaleggiare con lui in uno scontro diretto.

    Devi stare attento a come usi questo nuovo potere Rob, le energie elementali sono insidiose, un'attimo di disattenzione e rischi di perderne il controllo.



    La fredda calma di Edward ben si contrapponeva con la ruggente voglia di vivere di Robert. I loro spiriti si completavano l'un l'altro creando un'armonioso equilibrio. Se fossero riusciti a combattere fianco a fianco, Athena avrebbe avuto a disposizione due guardiani assolutamente imbattibili.

    Ti preoccupi troppo. Il ghiaccio è diverso dal fuoco, sta a vedere.



    Un'aura rossa lo avvolse, mentre il calore cominciava ad aumentare sempre più velocemente, fiamme presero ad avvolgerlo saettando nell'oscurità. Era vero, quel fuoco era straordinariamente vivido e potente e istante dopo istante cresceva di intensità e violenza. Poi qualcosa andò storto. Lo sguardo di Robert sembrò riempirsi di paura mentre il calore, improvvisamente crebbe violentemente.

    Robert che diavolo succede? Non è assolutamente divertente, smettila adesso.



    Le membra del giovane cominciarono a squarciarsi e da dei profondi tagli fiamme quasi vive presero a guizzare dalla carne. Un grido di dolore misto a terrore riempì l'aria accompagnato da un terribile odore di carne bruciata.

    Scappa Ed, le fiamme, le fiamme stanno...divorando il mio cosmo. Non riesco a spegnerle. Vattene prima che divorino anche te.



    Lo sguardo di Edward vagò per un attimo nel vuoto. Il suo migliore amico era avvolto da delle fiamme oscure che parevano ardere di vita propria. Si era spinto troppo oltre, aveva ancora una volta sottovalutato la sfida che voleva affrontare. Chiunque altro sarebbe scappato, avrebbe cercato aiuto tra i cavalieri d'oro. Ma non Edward.

    No!



    Lo sguardo di ghiaccio del principe del nord andò a cercare gli occhi dell'amico mentre le mani si ricoprivano di una candida aura dorata.

    Io non ti lascio, dovessi costarmi la vita spegnerò quelle fiamme.



    Senza esitare strinse con forza le braccia dell'amico facendo avvampare al massimo il suo gelido potere. Fitte lancinanti gli pervadevano gli arti mentre profonde ustioni gli divoravano la carne. Con un ghigno stampato sul volto strinse la presa. Cercò di rievocare le lezioni impartitegli dal padre prima di morire. Gli insegnamenti del suo maestro su come rallentare e sopire il moto degli atomi fino bloccarli del tutto, fino a giungere all'assoluta immobilità, allo zero assoluto. In un attimo di quiete assoluto la notte si spense mentre l'ancestrale potere degli Stark reclamò il suo posto nel mondo. Le fiamme, incapaci di resistere a tanta potenza semplicemente si estinsero perdendo la loro presa sulla realtà. Esausti i due giovani crollarono al suolo.




    Lo specter si ritrovò a guardarsi i palmi delle mani. Non aveva idea di quanto tempo aveva perso in quel frammento di passato ma ora più che mai era certo che il suo ghiaccio avrebbe spezzato definitivamente quell'incanto.

    Brucia il tuo cosmo amico mio, fai che le tue fiamme e il mio ghiaccio possano tornare a conoscersi come fecero un tempo.



    Strinse le spalle del giudice infernale e senza esitare lasciò che il suo aureo potere rilasciasse tutta la sua forza.




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    Post 5 - Aizen


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    Un brivido percorse la schiena di Aizen, una sensazione che riportava alla mente ricordi sfocati e annebbiati da qualcosa. Era difficile che provasse certe sensazioni e comprese che ciò dipendeva unicamente da Ed. Non riusciva a comprendere il motivo ma si fidava di quell'uomo, come se lo conoscesse da una vita. Era la stessa sensazione provata la prima volta che lo incontrò, quando i loro volti si incrociarono.

    Rimase fermo Aizen.
    Percepiva quel potere glaciale, così opposto al suo pervadere ogni parte del suo essere, rievocando antichi ricordi. Istintivamente il fuoco prese vita, investendo ogni parte del suo essere. Il fuoco ed il ghiaccio combattevano, anzi no, si abbracciavano in una danza che pochi avrebbero compreso. Poi ad un tratto tutto gli fu chiaro.

    Un ricordo lontano, perso nei meandri della sua mente: due ragazzi che combattevano sotto la stessa bandiera. Eddard e Robert. Ricordava con chiarezza quelle lunghe giornate passate ad allenarsi, quel legame forte che aveva permesso ai due di stringere un legame indissolubile che nemmeno la morte era stato in grado di spezzare. Sul corpo di Robert antiche cicatrici riemersero con violenza, portando finalmente a galla tutto ciò ch'egli desiderava conoscere. Gli intrighi di Hypnos erano stati svelati e nel modo più banale.

    «Eddard»

    Disse con grande tristezza allontanandosi dal suo amico. Si girò e lo osservò, con uno sguardo differente, come a chi finalmente viene svelato un trucco di un prestigiatore da strapazzo. Un sorriso appena accennato si trasformò in una risata sguaiata, che non venne minimamente trattenuta.

    «Che gli estranei ti prendano»
    «Quel figlio di puttana di Hypnos aveva previsto tutto, è riuscito ad ingannare anche chi cavalca le correnti del tempo, eppure» la frase si smorzò li, senza che in fondo non fosse necessario continuarla. Quello che voleva dire Robert era chiaro: nessuno poteva spezzare un legame forte come il loro, come quello di due uomini che avevano imparato a rispettarsi e a volersi bene.

    «Incredibile!»


     
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    Atto V – Bounds




    Si trovò ad abbracciarlo quasi senza volerlo, senza rendersene conto. Quell'uomo, quel guerriero, gli aveva improvvisamente ridato qualcosa che gli era stata strappato: un legame. Robert, il suo più caro e vecchio amico, il suo compagno nei duri giorni dell'addestramento. Li chiamavano "I Principi" perché a differenza degli altri cadetti nelle loro vene scorreva sangue di nobile stirpe. Poi quel nome diventò il simbolo della loro assoluta potenza. Quasi degli dei tra gli uomini. Ora ricordava di come nello scontro per la sua investitura, Robert, lo incoraggiò a non cedere difronte allo spietato avversario che gli si parava innanzi. Ricordava di come lo aveva spronato a farsi avanti con Cathelin e di come aveva gioito con lui alla nascita del loro primogenito. Di Robert Stark, che da quell'uomo che per lui era come un fratello prendeva il nome. Si staccò da quell'abbraccio allontanandosi da lui. Dal suolo del balcone si creò un tavolino su cui campeggiava una scacchiera pronta per essere usata.

    Siediti amico mio, giochiamo a scacchi come ci piaceva fare un tempo.



    Mosse in avanti il cavallo bianco per poi sedersi e continuare a parlare.

    Probabilmente Naima ti avrà parlato di cosa mi ha condotto qui nell'Averno, la mia battaglia con Joel e la distruzione del mio casato. E il dono fattomi da Lady Pandora, questa nuova vita. Non posso certo dire che questo mi dispiaccia. Adesso ho tutto ciò che avrei mai potuto desiderare. Ho un'intero mondo sotto il mio dominio, un popolo che mi ama. Ho un potere che non è mai stato tanto esteso. Eppure c'è qualcosa che mi manca. Mi mancano da morire Rob. Cath, Robert, Arya, Bran. Ho tutto, eppure mi pare di non avere niente.


    Il viso del principe d'inverno si fece scuro e pensieroso, come se quell'ultima ombra gli impedisse di splendere realmente.

    A te cosa è sucesso fratello mio? Ricordo che un giorno di marzo semplicemente sparisti. La tua prova per ottenere l'armatura del Sagittario era imminente. E il vecchio Gran Sacerdote nonostante i tuoi poteri anomali per quella costellazione aveva grandi speranze. Sappiamo entrambi che ti aveva scelto come suo erede, che il posto di Joel spettava a te.



    Il tempo delle nebbie era finito, e i legami ancora una volta aveva trasceso i confini dello spazio e del tempo, della vita e della morte. Fuoco e ghiaccio avrebbero nuovamente combattuto fianco a fianco.



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    Edited by Gaz - 17/7/2012, 23:47
     
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    «Eddard»

    Disse semplicemente quella parola guardando il suo vecchio amico, quell'uomo che tanto aveva significato per lui in passato. Lo guardò e sorrise, per poi scoppiare in una risata sguaiata e priva di alcun contegno. Era tornato quello di un tempo: il Robert che tutti conoscevano.

    «Minos: mi affrontai con lui per salvare una bambina, colei che poi tanti anni dopo divenne la Gold Saint dei Gemelli. Una lotta epica, devo dire la verità ma che purtroppo non mi tolse solo la vita ma anche i legami»

    Si fermò per qualche istante, prima di riprendere a parlare.

    «Ma Hypnos si prese gioco di me, della mia vita, dei miei sentimenti» disse con grande rabbia, nei suoi occhi si poteva vedere la fiamma della vendetta che bruciava violentemente: non si sarebbe fermato Robert fino a quando il Dio non sarebbe morto.

    «Ha immesso ricordi non miei, una vita non mia e solo grazie a Naima sono riuscito a scoprire chi ero veramente! Ad ogni modo, sono qua anche per un altro motivo» disse sorridendo.

    «Devo entrare in contatto con un Dio ma non uno qualunque: Poseidone»
    «Verrai con me?»

    Era arrivato subito al sodo, non aveva mezzi termini e conoscendo Ed, sicuramente non si sarebbe tirato indietro. Quella visita si stava rivelando molto più interessante e fruttuosa del previsto.


     
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    Laddove Nascono i Sogni

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    Atto VI – War



    Ascoltò in silenzio ciò che l'amico perduto e ritrovato aveva da dire. Ascoltò le sue parole, la sua storia, il destino che le Parche avevano intessuto per lui. Crudele era stato il gioco in cui quello spirito fiero si era trovato, e la vendetta fredda e spietata chiedeva a gran voce di essere soddisfatta dalle scarlatte fiamme di Garuda. Si fermò ad osservare le profonde cicatrici che aveva sulle mani, vecchie eppure vive e pulsanti.

    Quindi è vero, cavalcheremo ancora fianco a fianco amico mio.



    Si alzò muovendo verso l'alto le mani. Seguendo il suo volere il tavolo di ghiaccio cambiò foggia, assumendo l'aspetto di una accurata cartina del regno sommerso, dimora di Poseidone e dei suoi servi.

    E da un bel po' che non visito quei luoghi, dai tempi in cui fu inviato come ambasciatore per concordare una tregua col signore dei sette mari. Anche se non credo sia cambiato molto.



    Con una mano indicò la piazza centrale mentre sette sculture avvolte in delle scintillanti corazzate forgiate in modo da ricordare ancestrali mostri marini sorgevano dal ghiaccio.

    Posso fornirti diecimila uomini del nord. I miei migliori cavalieri pre marciare su Atlantide, ma il problema restano sempre i signori delle colonne sommerse. Cosa sappiamo di loro?



    Era felice. Da tempo non assaporava quella sensazione di gioia che può esploderti nel petto quando riabbracci un vecchio amico, un fratello perduto da tempo. Il sottile filo rosso che legava quelle due anime era ora forte e ben visibile ai suoi occhi. Avrebbero combattuto e vinto. E se il desiderio del suo fratello di sangue era conferire con Poseidone, il suo ghiaccio avrebbe aperto una strada fino al trono di orialco.


    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Viola.

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    Stato Fisico: Profonda taglio sulla guancia destra,
    Stato Mentale: Freddo e Eccitato.
    Stato Surplice: Integra.
    Abilità Passive: Winter is Coming. [Temperatura Ambientale: Naturale]
    Abilità Attive e Tecniche: Nessuna.
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    A SONG OF ICE AND FIRE
    Post 7 - Aizen


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    Un perfido sorriso fece capolino sul suo volto. La mano destra di Aizen si mosse rapidamente su quel tavolo ghiacciato e le fiamme, danzando modellarono il tutto come egli desiderava. Venne mostrata l'entrata, e tre pedine fecero la loro comparsa, pedine che stavano presso la colonna centrale del regno di Poseidone.

    «L'attacco sarà portato da me, te e Gorthaur» disse sorridendo.

    «Le tue armate e quelle di Gorthaur dovranno spingere i generali verso la colonna centrale, costringendoli ad abbandonale le loro attuali dimore in modo tale da concentrare le forze solo ed unicamente in quel luogo»

    Si fermò per qualche istante prima di riprendere a parlare.

    «Ci troveremo tre generali.
    Gorthaur si occuperò del Dragone del Mare mentre tu ti occuperai degli altri due Siren e Scylla. Sono molto inesperti e nonostante l'utilizzo di poteri 'particolari' non penso che siano un problema per te»

    Si fermò per qualche istante

    «Mentre io ... »


     
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