The [Forbidden] Activity

Parte I

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  1. † Shen771 †
     
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    The [Forbidden] Activity : Prologue


    Sin dalla nascita dell'uomo, dalle prime fasi del suo percorso evolutivo, sin da quando ha imparato ad aver coscienza di sé stesso, il suo intento primario è stato quello di migliorarsi. Egli non riconosceva la sua voglia come superbia, ingordigia di potere o voglia di dominare la specie, semplicemente si affamava nella ricerca di nuove esperienze, di nuove nozioni e spettacolari scoperte. L'aver superato il proprio limite, arrivando ad un nuovo stadio della mente, lo aiutava a sentirsi completo, funzionante e funzionale non solo a sé stesso.
    Egoisticamente, egli cercava di colmare il proprio vuoto ancor prima di capire cosa cosa lo mutilasse.
    Senza mai fermarsi ad analizzare l'intimità della debolezza umana, focalizzandosi solamente sull'arma della ragione e sugli istinti animali, perché nell'animale è ignoto il senso spirituale della sofferenza, provava a discernere il bene dal male; ma in realtà, ed egli lo ha sempre saputo fin dall'inizio, l'uso del etica comune non confaceva alla praticità delle cose secondo cui ciò che per te e male, per me potrebbe essere qualcosa che fa del bene a me stesso.
    Di armi per ampliare i proprio orizzonti l'uomo ne ha sempre possedute tante, e laddove non era soddisfatto di quelle che poteva adoperare, ne creava di nuove, più critiche ed essenziali. Arte, pittura, musica esprimevano il genio dei sensi, la scultura e l'architettura e l'artigianato in genere rappresentavano la manualità, la letteratura imprimeva su fogli quel che l'animo voleva dettare di se. Ma quella parte mutilata, quella che nessuno sapeva cosa fosse, qualcosa nata con l'essere umano ed a lui mai appartenuta, la Perfezione, non era che un baluardo decisamente pauroso per essere anche solo seriamente immaginato.
    La piena conoscenza del tutto, il sentimento dell'essenza e la comprensione dell'ordine e del fine delle cose, queste erano le prerogative della perfezione. Li non arrivavano gli umani, non le divinità, e nessuna pratica era mai stata sufficientemente incisiva da poter superare delle barriere così spesse.

    Ma se esistesse un'entità, una creatura formata di tutte le esperienze e le arti e le scienze talmente completa da poter arrivare a comprendere il nesso tra lo spazio vuoto e gli atomi che componevano il tutto?
    Un figlio della Perfezione


    Idea allettante. Se si potesse pensare ad un contenitore per una tale mole di informazioni ed in grado di avere quella visione poliedrica che sfuggiva a tutti, di certo la migliore scatole non poteva che essere l'uomo. Un uomo diverso, ben inteso, ma sempre in grado di poter avere una voce per comunicare, una vista per osservare, degli arti per praticare ed una mente per migliorarsi ancora. E ancora e ancora. Un progetto che comprende tutto e può comprendere ancor di più, senza vincoli e limiti, così grande da poter valicare le malattie pur lasciando la sofferenza, non indistruttibile nè incorruttibile, capace di sperimentare tutto perché tutto è fonte di sapere, perfino la morte, che ultima deve compiersi come pezzo finale del mosaico completo. Un uomo con durata vitale abbastanza lunga da lasciargli il tempo di comprendere il tempo, la voglia di non aver mai esitazioni e il potere dell'onnipotenza.
    L'estro creativo, di cui l'homo sapiens era già pieno padrone, allora avrebbe dovuto superarsi ancora una volta, perché tanto imponente era un'impresa del genere che forse con gli attuali strumenti non sarebbero bastati cicli e cicli di vite. Ma una base c'era: acido desossiribonucleico, DNA che dir si voglia. La base strutturale delle intere creature viventi, per quanto chimicamente semplice e strutturalmente affatto complessa, comprendeva in se quella goccia di perfezione necessaria per poter generare qualcosa di altrettanto magnifico. Miliardi di informazioni in spazi ridottissimi, un programma vasto quanto gli atomi di un pianeta comprimibile in una manciata di nanometri, geni su geni col potenziale illimitato in grado di interagire tra loro e creare interconnessioni così da dare tante nuove sfumature e proprietà.
    Insomma, un nuovo genoma, distillato e migliorato da quello di tutte le esistenze, amplificato e reso unico dalle esperienze e conoscenze estratte dai frutto prelibati dell'unione tra l'uomo e le galassie: i cavalieri.



    -Iniziata la sequenza replicativa dei segmenti 00001A e 0001B. Metodo utilizzato: polymerase chain reaction. Esame approntato su diversi profili di restrizione. Dati del campione...-

    Il rumore di carta stropicciata interrompeva il referto pronunciato con suono vocale metallico dalla macchina.



    -Prelievo risalente a tre mesi fa. Fibroblasto cutaneo da bulbo capillare, cellula allo stadio di senescenza replicativa. Stato: ottimale. Soggetto di provenienza: Candice Penelope Hayez.
    Esecuzione sequenziamento ed allineamento locale e globale con sequenze genomiche prelevate da: Fedor Czajkowski.
    Procedura di finishing automatica, gestione dei contig sulla base dell'algoritmo inserito. Buon lavoro dottore.-


    Rumori metallici, dalla penombra si scorse emergere una striscia di carta da una grossa struttura robotica.



    ATTCTTGATCTACTGCTATCGCCCTTACGATCGCATAAAAAACGATCGTATCGCCTTTCAGCATCGATCGTA...

    -Buon lavoro a te...Ishishishi.-

     
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  2. † Shen771 †
     
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    The [Forbidden] Activity : Contig. 1


    Probabilmente non sarebbe esistito nulla di più rilassante per Fedor che sentire quel rumore continuo e sempre uguale di un sequenziatore automatico che esegue il suo dovere. Ticchettii che si susseguivano a tempi definiti, sottofondi armoniosi di carta stampata appena lavorata dagli ingranaggi e la dolce fragranza del sangue caldo misto ai solventi delle provette. Un'estasi che nulla poteva pareggiare, perché nulla eguagliava quella simbiosi che lo scienziato aveva con i suoi strumenti.

    -Fomenta il mio cuore e io ti regalo l'anima.-

    In uno stato di semi incoscienza, perso tra la logica dei suoi ragionamenti e la passione viscerale per quel progetto nascente, poggiato con la schiena su di un muro, il camice imbrattato che lo ammantava, lo Spectre osservava la collezione di piccole ampolle che aveva accuratamente disposto su di una mensola. Impressa nel suo volto si animava l'eccitazione di una folle impresa scientifica, ripeteva come un mantra la serie di operazioni consecutive che avrebbe dovuto svolgere, perfezionandole di volta in volta con nuove e più geniali aggiunte.
    Si portò una mano al viso, scostando dalle lenti una ciocca dei lunghi capelli corvini. Solo allora, a chiunque avesse avuto la fortuna di cogliere anche solo una frazione della quantità di pensieri e algoritmi che la mente di Fedor processava in parallelo, creando connessioni ed opportunità, sarebbe stato chiaro che quelle iridi spente e gelide erano in realtà perse in una dimensione nettamente distaccata da quella reale. Gli occhi si muovevano spasmodici da destra a sinistra, come se stessero leggendo un testo non scritto; ricercavano le possibili aree dove apportare modifiche, cosa conservare di un phylum, come esportarlo, implementarlo, adattarlo.
    Far evolvere una specie senza il benestare di ere geologiche non era una facile impresa.
    Intanto il computer si arrestò, accendendo una spia color verde scuro. La grossa camera in cui il Grifone aveva impiantato il suo “laboratorio basale” era solo fiocamente illuminata e, sebbene tanto fosse più che sufficiente per lui affinché potesse muoversi correttamente nello spazio, un simile lampo luminoso non poté che attrarre immediatamente la sua attenzione. I rumori dei macchinari diminuirono d'intensità, era accaduto qualcosa.
    Con calma, compiaciuto ancor prima di averne appurato la causa, lo scienziato si avvicinò alla postazione principale.
    Il log che lesse non riuscì a trattenerlo da una sottile risata. Nella sua mente ciò che prima era puro calcolo ora si tramutava in artistica creatività.

    -Non resta che utilizzare un'endonucleasi di restrizione, isolare quel frammento genomico ed inserirlo in un vettore virale in grado di trasferirlo nella giusta posizione cromosoma. Necessiterebbe di un marcatore però, qualcosa che lo indirizzi in modo univoco. Ci sono, Ishishishi.-

    Fece un gesto repentino dell'intero corpo, proiettandosi verso un cumulo di carte ammassate, afferrò una penna, iniziò a scrivere in maniera convulsa senza quasi prendersi nemmeno il tempo per respirare. Ogni lettera, ogni formula chimica o sequenza consenso che imprimeva con l'inchiostro esaltavano il folle piacere della scoperta, incanalavano ogni goccia di un'arte nuova. L'ingegneria genetica era ciò che, oltre al suo potere, lo rendeva più vicino agli dei.
    La macchina parlò nuovamente, ma stavolta quasi passò inosservata.



    Matching concluso. Identità del 70%, Similarità del 88%, Gap 12, Gap critici 1. Score complessivo di 1087. Individuata una zona ipermutata all'interno di un punto morto del genoma di riferimento di “Homo Sapiens”. Sconosciuta l'identità e gli effetti. Gene per la telomerasi: privo di mutazioni nelle zone conservate e non.

    Quegli ultimi due particolari, evidentemente, dovettero particolarmente interessare il Grifone. Non fu necessario più di qualche attimo prima che ogni nuova informazione venisse catalogata e congetturata a dovere, sfocando in una postulazione decisamente inquietante:

    -Come auspicabile, non sei nulla di più che un comune essere umano ragazza. Ma sono sicuro che, ricercando la chiave adatta per l'arresto della degradazione telomerica, potrei vederti tra mille anni senza una ruga su quel tuo bellissimo viso. Ishishishishishi-

     
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1 replies since 6/12/2011, 15:42   142 views
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