Paradoxes- la fiction

Paradoxes - Black in future

Prologo. I Dodici.

Daai amour. Smettila su che ti fa male alla salute!

Delle vetture supersoniche volano sopra le teste di un mastodontico uomo con la faccia da funerale e un altro essere a metà fra un uomo e una donna. Delicato per essere un uomo, troppo virile per essere una donna; uno strano ibrido di quel tipo che puoi trovare solo a Death Queen Island, un avanzo del vecchio mondo che non può trovare spazio sulla terraferma. Hold è l’uomo mastodontico, tutto muscoli e una piccola testa pelata, a suo modo è affascinante. Il braccio sinistro è totalmente avvolto da un pezzo di metallo a tre lati con incisi dei simboli arcani. Sono seduti su un prato, un prato di erba vera; è così raro trovare anche un singolo filo di vegetazione di natura biologica, eppure Jeanie, il nostro ibrido, è riuscito o riuscita a ricreare nella sua serra delle meraviglie.
Grande grosso, corazzato e innamorato. è così vintage! – lo canzona Jeanie picchiettandogli sul braccio sinistro luccicante. Hold sospira guardando il cielo grigio nel quale transitano migliaia di piccole capsule metalliche. Fra poco arriveranno anche gli altri black saints per riunirsi e fare il punto della situazione: tutti meno una, pensa Hold.
Death Queen Island, anno 5854 d.c. Anno 3200 e qualcosa d.g. come direbbero alcuni nei bassi fondi dell’isola. L’isola della Regina Nera, anticamente un luogo inospitale alla vita, ora è una grande metropoli, uno dei pochi mercati nascenti su quello che è rimasto del Mondo. E i black saints continuano a difendere il credo ateo dell’isola, anche se lo spirito e la natura dei cavalieri stessi è cambiata di molto. Chi vuole essere un black saint, chi crede di esserlo, si sottopone al Chip. Il Chip, una volta inserito, costruisce attorno all’aspirante cavaliere l’armatura, come se fosse un organismo vivente che si lega per sempre al Dna del suo proprietario; mettere un’ armatura già fatta per un cavaliere ad un altro non è mai una cosa buona, molti ci hanno provato, ma pochi sono sopravvissuti. Diventano black saint quelle persone o droidi che difendono il libero arbitrio e l’indipendenza della mente su qualsiasi essere che voglia predominare, siano dei, altri umani, droidi o alieni. Anarchia è libertà, recita una scritta sul capsula porto principale dell’isola. O almeno così era una volta.

Zio Hold!!!


Una piccola bambina, sui dieci anni, vestita con accessori gotici e un trucco molto pesante per la sua età (ma affatto per la sua generazione) si avventa su Hold, il black saint del capricorno. Altri non è che la piccola Scarlett dai capelli così rossi da sembrare tinti, come credono le ragazze del luogo ignorando il fatto che solo lei su tutta l’isola possiede quell’ormai particolare pigmentazione.

Ehi Scarlet…Piano con le dimostrazioni di affetto. Non eri al Centro di Istruzione?


Borbotta Hold severo. Dietro Scarlett appaiono due figure; un giovane e bellissimo ragazzo alto e biondo e un’altrettanta avvenente signorina scura di pelle, dalla bellezza tremenda e inquietante.

Gli zii Pavel e Rhadni sono venuti a prendermi. Hanno detto che devo riposare o la mia testolina vuota fonde. E poi…Ho fame!!

Hold si batte la fronte con la mano. Quella bambina ha sempre fame e resta così magra, pensa. Sarà per via del potere mentale, deve consumare più calorie degli altri altrimenti la cosa non si spiega. Jeanie la indirizza verso la sua serra, sicuramente con quell’accento francese e con quel suo gusto impareggiabile avrà preparato qualcosa di buono.

Amour, ti ho fatto una crostata di mirtilli. Puoi finirla tuta, pour noi ne ho preparate altre

Mirtilli! Mirtilli veri?!


Mirtilli veri. – Le dà un piccolo calcio sul sedere. –Evapora su! Così dopo non ti lagni!
Jeanie è black Pesci. È un tipo strano, però gli altri membri dei Dodici si riuniscono a casa sua, dove ha creato una serra per piantare veri ortaggi e vere piante; è considerato alla stregua di uno spacciatore, ma è anche un biologo provetto, peccato che sia l’ultimo della sua specie. I suoi lunghi capelli tinti di verde scuro sono un’invidia per molte ragazze della Death Queen Island, compresa Rhadni che non riesce a domare i suoi ricci.

Mi farai venire la cellulite,dannato ibrido. gli dice rivolgendogli un’occhiataccia.

Ce l’hai già Amour! Se non la smetti di mansciare non è mica colpa mia!

Rhadni emana una scintlla con una schicchera indirizzandola verso Jeanie, mentre Pavel, indossando la sua cintura metallica nel quali sono incastrate delle biglie verdi, si siede accanto a Hold.

Non ti dannare. Abigail è rimasta al Centro di Istruzione. Ha radunato i nuovi e sparge la parola di Gabriel. Come se non lo sapessi! Comunque auguri, vecchio. Quanti sono?

Hold sospira guardando verso Rhadni e Jeanie che si fanno i dispetti. La leonessa nera si sta divertendo ad infiammare un ciuffo di capelli del nostro ibrido black pisces, mentre Scarlet si strafoga di crostata di mirtilli.

Troppi. Dice in un soffio. Dove sono Ghanu e Olga?

Non so. Forse stanno convincendo Abigail a venire? Tranquillo, non mancheranno. Loro si ricordano.


Pavel non ha tempo di finire quella frase che la terra trema. All’inizio non ci fanno molto caso, è una cosa di tutti i giorni, Olga ha il passo pesante e si sa. Ma la terra tremma troppo forte da far piangere Scarlet, che viene presa in braccio da Rhadni.
Una donna alta due metri con indosso una nera armatura aumatizzata ha le mani colme di sangue. Sotto l’elmo adornato di corna nere c’è un volto in lacrime di una donna sulla trentina; è Olga, black Toro, l’ultima valchiria.

Ghanu è…morto.


Silenzio