Saint Seiya Final  - I Cavalieri dello Zodiaco - Full Professional RpG by Forum

Posts written by cloudjumper89

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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeGlowing like a solar fire4 • ostcsheet

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    Erika si diede della stupida. Era ovvio che uno stratagemma come quello di alzare un polverone per dare fastidio all’avversario funzionava solo la prima volta che veniva usato. L’effetto sorpresa era tutto nel combattimento e lei, ingenuamente, aveva sottovalutato James e le sue doti da combattente - oltre al fatto che il detto “Lo stesso colpo non funziona mai due volte contro un cavaliere di Athena” non era soltanto una diceria come aveva sempre creduto.
    Una smorfia le contrasse i muscoli del viso e portò lo sguardo all’ustione procurata dai sigilli esplosivi di James poco prima. Dopo essersi mossa in maniera piuttosto rapida e mettendoci non poca forza, il braccio aveva giustamente protestato per quel movimento sconsiderato. Ma Erika non poteva farsi fermare da una ferita del genere, non durante un semplice allenamento. Se cedeva lì, cosa sarebbe successo quando si sarebbe trovata fuori, a sopravvivere in territorio selvaggio contro nemici
    Una volta terminato di lanciare l’attacco con la nebulosa, Erika osservò il suo avversario e sgranò lo sguardo quando vide i tagli che le lame di vento elettrico avevano aperto sul corpo di James.
    Oh, cazzo. Non volevo ferirlo così sul serio… pensò, preoccupata per le ferite del compagno d’armi e cercò di scusarsi per quell’attacco irruento ma non vi fu il tempo.
    Vide l’uomo disegnare dei sigilli in aria e la sua espressione contrita parve rilassarsi.
    Che abbia usato dei sigilli per curarsi? si chiese, rimanendo ulteriormente stupida dalla versatilità delle abilità del silver saint.
    James ripartì all’attacco anche se, Erika notò, vi fu qualcosa di diverso nella sua offensiva. La decisione e la voglia di dare il massimo c’erano tutte, su quello non poteva dire nulla. Tuttavia, la ragazza ebbe l’impressione che il suo avversario non stesse combattendo al massimo della forza, forse proprio per quella brutta ustione che le aveva procurato. Sebbene in un primo momento rimase un’attimo delusa di tale scelta, la ragazza dovette ricredersi velocemente, specie per la nuova offensiva che James stava portando avanti.
    Rimase un attimo disorientata dallo scatto di Noctua, che sembrava voler andare a prendere Ambra e dirgliene quattro, e sarebbe cosa più che legittima e giusta visto l’irritante sfacciataggine della greca. A volte proprio non riusciva a capire come Ambra potesse essere un’amica così carina e premurosa ma allo stesso tempo molesta e terribilmente provocante. Un giorno sarebbe finita sicuramente nei guai.
    I pensieri sull’amica la distrassero per qualche secondo e nel cercare di capire cosa volesse effettivamente fare ed Erika tardò a reagire, costruendo una difesa che fu efficace solo a metà: infuse di cosmo la catena che cominciò a formare una spirale che avvolse il corpo della santa di Andromeda, teoricamente avrebbe dovuto deviare ogni colpo che la stava bersagliando ma, un po’ per la potenza delle sfere di microsigilli un po’ per la lentezza con cui imbastì tale difesa, alcune sfere entrarono, colpendola nuovamente sul fianco e sulle cosce, peggiorando la botta precedente e andando a lasciare nuovi ematomi e lievi ustioni sulla pelle candida coperta dalla tuta aderente nera che indossava sotto l’armatura.
    Schioccò le labbra infastidita ma non aveva tempo per quello: aumentò la velocità della catena in modo da rendere la sua difesa più efficace ma nel momento James lanciò il suo attacco principale, essa venne completamente aperta dalla potenza del colpo. Il raggio la fece volare qualche metro indietro e rotolò sulla sabbia dell’arena, stranamente incapace di reagire agilmente in modo da evitarsi almeno la caduta. Era come se le gambe le fossero diventate improvvisamente pesanti, accusando segni di stanchezza da sforzo e dolorose fitte alle ossa, impedendole di muoversi in piena libertà.
    Ci impiegò un attimo per rimettersi in piedi e pensare alla controffensiva, c’era qualcosa che le impediva di ragionare ed agire in maniera lucida… Che fosse stato quello strano raggio di luce? Oltre ai danni della caduta e quelli dati dalle sfere cosmiche, sembrava essere illesa.
    Che sia questo l’effetto del suo attacco? Non ho mai affrontato un potere simile finora… Devo stare più attenta ad evitare la sua offensiva! pensò, aggrottando le sopracciglia e, cautamente, si rimise in piedi.
    «Cavolo, quel colpo è stato davvero una bella batosta!» esclamò, pulendosi il sangue che colava dal sopracciglio.
    «Sei davvero forte, spero di riuscire a difendermi meglio la prossima volta.» continuò e cominciò il suo attacco.
    Per riuscire ad avere maggiore successo nella sua offensiva, Erika avrebbe provato a generare uno stormo di piccole falci di vento elettrico che avrebbero cercato di concentrare di James. Distratto dai colpi della nebulosa, avrebbe poi prioettato le catene verso il terreno dove vi si sarebbero conficcate rapidamente, allungandosi anche il giusto per permetterle di continuare a muovere le braccia.
    Il suo scopo era quello di portarle fino al punto dove stava James e, una volta arrivate ai suoi piedi, sarebbero sbucate fuori dal terreno, tentando di avvolgerlo in una stretta elettrificata.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata integralmente, graffietti qui e là e lievi ammaccature.
    FISICAMENTE • Botta al fianco che peggiora avendo preso danno pure dalle microsfere cosmiche, brutta contusione all'altezza del braccio con conseguente ematoma e lievi ustioni. Ematomi sulle cosce, graffi nelle zone completamente scoperte per lo strisciamento contro il terreno in seguito alla caduta. Taglio sul sopracciglio destro da cui esce sangue. Senso di spossatezza sempre più presente, dolori alle ossa e irrigidimento delle articolazion dovuti ai danni da spirito.
    MENTALMENTE • Comincia ad accusare i danni da spirito, non è più così lucida ed è insolitamente stanca.
    RIASSUNTO AZIONI[Difesa] Erika attiva la Rolling Defense e fa roteare la catena intorno al suo corpo creando una sorta di scudo a 360°. La catena riesce a fermare la maggior parte delle microsfere di cosmo, rompendo i loro sigilli, ma esse rallentano la sua rotazione e ciò fa sì che alcune riescono ad entrare e le fanno danno. La mantiene finché James non lancia il raggio cosmico carico di spirito che le spacca definitivamente la difesa e prende un bel colpo, venendo sbalzata indietro e cadendo rovinosamente.
    [Supporto] Mantenendo le catene elettrificate, Erika le lancia verso il terreno e "si immergono" in esso. Nel mentre cerca di distrarti con [AD] una serie di piccole falci di vento elettrificato (tecnica Mercy of the Windstorm) che ti lancia a raffica e successivamente fa [AF] uscire le catene dal terreno, proprio sotto i tuoi piedi, che cercando di bloccarti il tronco in una morsa elettrica.

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche

    Rolling Defense - Tecnica difensiva con catena La catena attaccata al bracciale sinistra, invece, è adibita alla difesa. Essa comincia a roteare intorno al corpo di Erika fino a creare una sorta di barriera metallica in grado di proteggerla. La difesa è completa, essendo che ruotando la catena crea una sorta di sfera dal diametro di un metro. Una variante della tecnica difensiva della catena è quella di formare invece delle spirali che Erika può usare come scudo per deviare gli attacchi indirizzati verso di lei o i suoi alleati. Essendo la catena percorsa da una tensione elettrica, la difesa può diventare un potenziale successivo attacco: se l'avversario o l'arma con cui viene attaccata tocca gli anelli metallici, verrà attraversato da una scossa elettrica che infliggerà del danno di tipo elettrico.

    Mercy of the Windstorm - Tecnica nebulosa offensiva Concentrando all'energia del suo cosmo nel palmo delle mani, Erika può plasmare delle raffiche di vento elettrizzato a forma di falce che, se scagliate contro un bersaglio (persona od oggetto), potrebbero colpirlo, causandogli danni fisici e di tipo elettrico e facendolo indietreggiare in seguito all'impatto. C'è inoltre la possibilità che il bersaglio rimanga elettrificato, rendendogli difficile concentrarsi su eventuali manovre offensive e difensive future.
    [Questa tecnica è considerata lanciata ad effetto di Cosmo poderoso (Aura soverchiante)]
    scheda
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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeGli spiriti dell'isola2 • ost

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    Quando alzò lo sguardo per scrutare i dintorni, Erika realizzò che il proprio respiro non era stata l’unica cosa a farsi pesante in quegli istanti. L’aria grigia e opprimente che aveva permeato l’atmosfera non si era dileguata una volta sconfitti i Corrotti, anzi, era addirittura diventata più tetra e densa, come se volesse inghiottire la giovane saint nella sua oscurità. La catena continuava ad agitarsi, percependo un misterioso pericolo senza però darne la precisa ubicazione e questo era un fatto alquanto strano, visto il suo formidabile potere. Mano mano che Erika veniva circondata da quella strana bruma, sentiva il respiro farsi sempre più rado, come se la nebbia stesse, in qualche modo, inglobando dentro di sé l’ossigeno, soppiantandolo completamente. La sentiva scivolare sulle sue membra, bloccando i suoi movimenti e schiacciandola con la sua massa, impregnando le lunghe ciocche candide della chioma fino a macchiare il suo viso. Bocca, orecchie, naso, occhi vennero completamente inondato da essa ed Erika si sentì improvvisamente prigioniera del buio più totale.


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    Riaprì gli occhi e un improvviso boato la fece sobbalzare. Istintivamente, portò le mani alle orecchie e si voltò verso l’origine di quel rumore, spaventata. Un enorme aereo di linea aveva appena spiccato il volo dalla pista ed era passato sopra la sua testa. Sulla fusoliera riconobbe subito il simbolo della compagnia aerea con cui suo fratello aveva prenotato il viaggio verso Londra. Solo in quel momento, stando lì ferma immobile sul ponte che dal terminal delle partenze portava al parcheggio, realizzò concretamente cosa stava accadendo: suo fratello se ne era andato di casa, partito alla volta della grande metropoli inglese per inseguire i suoi sogni… Lasciandola lì, sola come non lo era mai stata.
    Le labbra di una Erika bambina, vestita con il grazioso vestitino verde, quello che indossava nelle occasioni speciali, tremolarono vistosamente e le gote si rigarono di lacrime che non accennavano a fermarsi. Perchè? Perchè Aiden se ne stava andando via? Perchè la stava lasciando lì, da sola? Non diceva sempre che lei era la sua sorellina, la persona che amava di più sulla faccia della Terra, l’unica che poteva capirlo e che sentiva di poter parlare di qualsiasi cosa?
    Il viso paffuto di Erika si contrasse in un’espressione piena di rabbia, di rancore, di odio verso suo fratello, lo stesso che le aveva detto di essere lei la cosa più importante per lui. Perchè se ne stava andando? Per inseguire la sua passione per la musica? E lei? Lei cosa avrebbe fatto? Che ne sarebbe stato di lei? Un inusuale isteria prese possesso del suo corpo, esplose nella sua mente, annebbiandole la vista e inibendo i suoi sensi per qualche istante e, all’improvviso, lo scenario intorno a lei era mutato: non era più all’aeroporto ma nella camera di suo fratello, davanti a sé la chitarra di Aiden, la stessa con cui avrebbe imparato a suonare negli anni successivi. Gli occhi azzurri si sgranarono spauriti nel notare che le corde erano state brutalmente tagliate.
    M-Ma… Ma che è successo? C-Chi le ha tagliate?!

    Zac Zac

    Le pupille si ridussero a un puntino minuscolo che per poco non spariva nelle pozze turchine. Il viso si voltò verso la fonte di quel rumore e vide che nella mano destra aveva delle forbici.
    S-Sono stata… I-Io?!
    Si… Una voce simile alla sua rispose alla sua domanda, seguendo con una risatina tanto cristallina quanto inquietante.
    Se lo meritava! Ci aveva promesso che non ci avrebbe mai lasciato, che ci saremmo sempre stati l’uno per l’altro e guardalo ora, ha infranto la promessa! Ci ha abbandonato per inseguire il suo stupido e impossibile sogno di diventare un musicista famoso! La voce si era deformata, tramutandosi in un grido stridulo e pieno di collera, di odio… Ma percepiva anche una profonda solitudine in quella voce… Una solitudine che Erika conosceva molto bene…
    C-Chi sei tu... ?
    Un sorriso deforme lampeggiò davanti a lei e sogghignò maligna.
    Ma non l’hai ancora capito, sciocchina?! Non sono sorpresa però, sai? Del resto, non fai altro che continuare a ignorarmi, a zittirmi dentro di te, ad esiliarmi nel profondo del tuo animo sperando che sparisca... Per sempre.
    Un brivido la scosse e la bambina cadde in ginocchio, sconvolta da ciò che stava vedendo davanti a sé: sé stessa ma in una versione distorta, corrotta dal dolore e dal rancore.

    Io sono te, Erika. Sono quella parte di te che sta male per la partenza di tuo fratello, ferita dal suo volontario abbandono. Ti avverto, se continuerai a ignorarmi e non mi affronterai, non finirà bene...

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    Sbatté le palpebre, interrompendo il contatto visivo ed Erika si ritrovò ad osservare quella scena non più dai suoi occhi di bambina ma da quelli della sé stessa presente, ormai cresciuta e bardata delle sacre vestigia di Andromeda. Non riusciva a capire, si ricordava perfettamente il giorno in cui Aiden, certo aveva pianto e si era sentita incredibilmente sola ma arrivare a tagliare barbaramente le corde dell’amata chitarra del fratello… Che cosa significava tutta quella visione? Aveva veramente provato quelle sensazioni? Sembrava tutto così reale...
    Improvvisamente la stanza si riempì di nebbia, la stessa che l’aveva circondata pochi… istanti? Minuti? Ore? Non riusciva proprio a raccapezzarsi su quanto tempo fosse trascorso da che aveva finalmente avvistato il faro… Erika si sentì nuovamente soffocare e, prima che potesse realizzarlo, il buio l’aveva ancora una volta avvolta nella sua morsa fredda e angosciante.

    ***

    Riaprì gli occhi di scatto, la sensazione di soffocamento non era svanita. Annaspò disperatamente alla ricerca di aria mentre provò a muovere le braccia ma non nulla di tutto ciò riuscì. Qualcosa di incredibilmente forte e robusto la stava schiacciando a morte. Il rumore delle sue ossa spaccarsi sotto la pelle era terribilmente familiare, insieme alla sensazione delle estremità che le trafiggevano le carni, perforando vene, arterie e organi. Era tutto così intenso e terribilmente veritiero che poteva provare tutto il dolore effettivo della situazione, piano piano la sensibilità sul suo corpo stava venendo meno. Sembrava che i polmoni le stessero per scoppiare da un momento all’altro come fragili palloncini, contratti violentemente da quella morsa letale.
    Con tutta la forza che le era rimasta, aveva volto lo sguardo stralunato di fronte a sé, posandosi sulla figura che la stava torturando crudelmente. Degli occhi azzurri brillarono nel buio, iniettati di una malsana eccitazione. Improvvisamente, si trovava di nuovo a Isso, fra le mortali spire dei tentacoli dello spettro di Worm.
    Una rabbia cocente le scoppiò in gola, ricordando le vicende a cui aveva assistito a Isso: una comunità di anime disperate e indifese soggiogate da un profeta arrogante e bugiardo che, con la promessa di una vita senza sofferenze e dolore, li conduceva alla morte più atroce che si potesse concepire. Le violenti immagini di quella sanguinosa lotta le passarono davanti agli occhi, fino ad arrivare al momento in cui, per la prima volta, aveva invocato l’aiuto di Athena, pregandola di concederle la forza necessaria per sconfiggere lo Specter. Era stato un atto disperato, Erika era rimasta preda della paura di non sopravvivere e della rabbia di doversi piegare contro un nemico che, la infastidiva ammetterlo visto l’ipocrisia rivelata dalle sue parole, era più forte di lei. Si era aggrappata a tutto ciò in cui credeva, alla lotta a cui aveva deciso di prendere parte quando si era presentata nell’area di combattimento del Santuario per addestrarsi e diventare una santa di Athena.
    La fede non era l’unica cosa che la spingeva a chiedere aiuto alla dea: Erika voleva davvero fare qualcosa per quel mondo in rovina, per quelle persone che avevano sofferto e soffrivano, voleva farsi strumento per garantire loro la giustizia e la pace che meritavano e restituire una vita migliore.
    Erika era arrabbiata con quel Destino che aveva all’improvviso tradito coloro di cui tesseva il fragile filo della vita, arrabbiata per l’ingiusta tragedia di cui lei e tanti altri erano stati vittime, avvenuta la notte dell’Armageddon. E la rabbia non era che aumentata nel momento in cui aveva realizzato che non c’era solo il Caos e la Corruzione che volevano estirpare la vita dal Creato, altri esseri, ben più crudeli e meschini operavano nell’ombra per mietere vite e speranze, assecondando un contorto e maligno gioco di potere. Non poteva lasciarlo andare così, era troppo pericoloso: sentiva che doveva fare qualcosa, che doveva riuscire a trovare un modo per rallentare quei nemici, mettergli i bastoni fra le ruote quanto più possibile, non essendo in grado neutralizzarli da sola per il momento. Aveva riposto la sua fiducia nella dea Athena e nel suo messaggio di libertà e voleva dare tutta sé stessa a quella causa.
    Tuttavia, a differenza del suo ricordo, le catene non reagirono alzandosi in cielo e attaccando con tutta la loro potenza. Con la coda dell’occhio le vide accasciarsi sul terreno, come fossero dei semplici pezzi di metallo senza anima. Erika sgranò gli occhi impanicata da quella visione.
    Oh, che succede, piccola santa? Non hai più la forza di contrattaccare?
    La voce di Worm risuonò nella sua mente, lo Specter non aveva aperto bocca, tutto preso com’era dal godersi il suo spettacolo di morte e violenza. Perchè? Perchè non riusciva a reagire? Perchè aveva la sensazione che il suo cosmo si fosse improvvisamente spento?
    Non lo capisci? La tua dea non verrà in tuo soccorso, non senti che il tuo cosmo ti ha abbandonato? Sentì nuovamente un’altra risata maligna risuonare fra i suoi pensieri e Erika rimase completamente spiazzata da quell’insinuazione. Provò a richiamare il suo cosmo ma non ci riuscì.
    C-Cosa?! P-Perchè?! pianse dentro di sé mentre sentiva il respiro farsi sempre più difficile.
    P-Perchè n-non riesco a… Athena, perchè? Perchè mi stai abbandonando, Andromeda?
    Che provare rancore contro il Destino fosse sbagliato? Che stesse combattendo dimenticando qualcosa di più importante? Che stesse proiettando i suoi traumi e le sue sofferenze sugli altri e, cercando di salvarli, stesse in realtà cercando di salvare sé stessa? Che abbandonarsi alla rabbia e al risentimento fosse cosa di più sbagliata che ci fosse per un cavaliere di Athena?

    Vedi questa distruzione, questo odio? È questo che desideri? Non c'è giustizia qui, solo il vuoto che stai cercando di colmare. Ora, lascia che tutto il tuo odio, tutto il tuo rancore, tutte le tue ombre emergano. Mostrami il peggio di te, rivela quel desiderio oscuro che ti spinge a combattere così disperatamente.

    Erika, ora come allora, non seppe rispondere a quelle parole. Socchiuse gli occhi e si abbandonò al vuoto, sentendosi veramente, per la prima volta, sola al mondo.

    ***

    Quando aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu un anonimo soffitto bianco. Delle goccie d’acqua sfuggirono dal tessuto del fazzoletto, finendole negli occhi. Sbatté stancamente le palpebre, più sorpresa che infastidita. Piano piano riprese coscienza di sé, del suo corpo e, soprattutto, del suo respiro. Mosse con titubanza la gamba sinistra, temendo di provare ancora quel dolore lancinante ma, con suo grande sollievo, constatò che le ossa erano tornate tutte intere. I dintorni si fecero sempre più nitidi: colori, suoni, odori colorarono il mondo intorno a lei.
    Si alzò, sentendo un chiacchiericcio piuttosto animato non molto lontano da dove si trovava. La brandina su cui era stata distesa cigolò in maniera stridula sotto il suo peso e, una volta seduta, realizzò che c’era qualcuno vicino a lei. D’istinto rabbrividì nel momento in cui incrociò lo sguardo con quello azzurro del ragazzo sconosciuto: le ricordavano molto quelli dello spettro del verme.
    «Ehi, ciao. Come ti senti?» Erika esitò nel rispondergli, ancora confusa dall’incubo - o almeno, credeva fosse tale - avuto pochi istanti prima. Il dolce sorriso dello sconosciuto, però, la rassicurò, facendole ritrovare un minimo di serenità.
    «B-Bene, credo…» rispose infine, con la voce roca per il lungo inutilizzo.
    «Io sono Christoforo, ma puoi chiamarmi Chris. Ci hai fatto prendere un bello spavento!»
    «... Io sono Erika. Mi spiace ma…» balbettò e tornò a guardarsi intorno, confusa. Ma come aveva fatto ad arrivare lì? Erano dentro al faro?
    «... Che cosa è successo? Come sono finita qui? Ricordo che avevo appena lasciato la zona del monastero quando…» continuò laconicamente, cercando di ricordare cosa era capitato di preciso ma era tutto così confuso. Quello che aveva visto… Era stato davvero tutto un sogno? Eppure, sembrava tutto così reale, tanto da farle dubitare della sua stessa memoria.
    Il sorriso di Christoforo, così caldo e confortante, spiccava su tutto e tutti, era difficile per lei rimanerne indifferente. Rimase a fissarlo per troppo tempo, in maniera anche abbastanza evidente e quando si rese conto della cosa, arrossì per l’imbarazzo e scostò lo sguardo.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Intatta, indossata (tranne l'elmo).
    FISICAMENTE • Sana come un pesce grazie ai guaritori del Santuario.
    MENTALMENTE • WTF is happening here?!
    RIASSUNTO AZIONI • Eeeeh buongiornissimo Chris, spero di non aver sbavato mentre sonnecchiavo! Sdrammatizziamo perchè i trip sono stati troppi ahahaha

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche ///
    scheda
    oTWdjfk


    PS: Nel post precedente mi ero dimenticata di cambiare la ost e l'immagine del layout. Ho modificato anche il messaggio precedente nello stesso modo.


    Edited by cloudjumper89 - 10/5/2024, 09:48
  3. .
    CITAZIONE (Dr. Stein @ 8/5/2024, 11:23) 
    CITAZIONE (eden_ST @ 8/5/2024, 10:18) 
    Se viene Minosse, vengo anche io (nah, deciso che in qualche modo mi imbuco... Ma sarebbe divertente).

    Io sto ancora tentando di capire come andare a bere senza far retconnare il post di Drake.

    J: matt che ne dici di una gita scolastica del santuario in Belgio? :mumble:

    E: eh ma scusa, andate in gita e non mi dite nulla?! Voglio venire pure io a bere!
  4. .
    CITAZIONE (~S i x ter @ 8/5/2024, 09:58) 
    Tipo Malefica in WELL, WELL, WELL...

    *allunga i venti euro che ha in tasca a six*

    pliz do it
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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeA voice from the the outer world5 • ostcsheet

    HvtxTGz


    Pallade Atena, la Dea famosa cominciò a cantare,
    che azzurro ha il ciglio, saggia la mente, inflessibile il cuore.
    Intatta è, veneranda, gagliarda, e le rocche protegge.

    Erika osservò il suo attacco andare a segno ma sul suo volto non vi era l’ombra di alcun sorriso di gratificazione per quella piccola vittoria. Era come se un silenzio innaturale fosse calato all’improvviso sul campo di battaglia. Solo una cosa distinse in quel mondo privo di suoni: una voce gentile, familiare in un certo senso, sopraggiunse alle orecchie. Le parole erano un inno, dedicato alla dea i cui cavalieri tempi prima l’avevano salvata. L’aveva sentito forse una volta in tutta la sua permanenza a Rodorio, di sfuggita durante una delle prime sere dopo la loro odissea verso Atene. Il perchè si era ricordata, proprio in quegli istanti di quelle parole, era singolare, una coincidenza tanto improbabile quanto incredibilmente appropriata.
    Provò solo un profondo sollievo alla vista del sangue di Worm fuoriuscire copioso dalla ferita che la catena era riuscita finalmente ad aprire direttamente sulle sue carni. Era un colpo letale e ciò significava solo una cosa: quel maledetto santone aveva finito di raccogliere anime con le sue false promesse e le sue parole vuote, per lo meno in quella piccola comunità. Colta da un’improvvisa stanchezza, non si accorse dei tentacoli che si mossero verso di lei e la avvolsero nella loro crudele mossa fino al momento in cui la stretta si fece opprimente al punto che sentì - dopo infiniti secondi di innaturale quiete - le proprie costole incrinarsi. Il sinistro e agghiacciante rumore che le ferì le orecchie la fecero risvegliare da quel torpore, riattivando dolorosamente ogni fibra del suo essere e ogni suo senso.

    Stupirono tutti i Celesti,
    quando la videro. Ed essa, dinanzi all’egíoco Giove,
    rapidamente balzò, dal suo capo immortale, scotendo
    un giavellotto acuto.

    Nel momento in cui lo spettro la attirò verso di sé per darle il colpo di grazia, Erika si ritrovò a ripetere quelle parole con un filo di voce rauca, come una preghiera, una solenne e disperata richiesta nata spontaneamente dal suo cuore, un cuore che era votato a proteggere e aiutare chi si trovava in pericolo.

    L’Olimpo, un orribile crollo
    die’, sotto l’urto della Divina Occhiglauca: la terra
    tutta echeggiò d’un rimbombo terribile, il mar si sconvolse,
    tutto agitato nei flutti purpurei, contro la spiaggia
    l’onda proruppe.

    La dea rispose alla sua invocazione ridandole la forza e impedendole di sentire il dolore della stretta mortale che era in procinto di toglierle il respiro. Forte del vigore miracolosamente ritrovato, le catene di Andromeda si sarebbero rianimate, scintillando di energia elettrica e vento cosmico alla sua più funesta potenza. Si sarebbero poi alzate da terra repentine ed energiche e, incrociandosi, avrebbero puntarono verso l’alto, sparendo al cielo dalla vista dei due combattenti. Sarebbero poi piovute dal cielo, rapide e letale come due fulmini, e avrebbero mirato al collo del nemico, già danneggiato da brutte ustioni date dalle loro stesse scariche elettriche. Il triangolo e la sfera avrebbero spinto fino a raggiungere la loro massima velocità e avrebbero, con un colpo secco e diretto, perforato il collo dell’aggressore che stava togliendo il respiro senza alcuna pietà alla loro portatrice. Erika non avrebbe mai sentito le parole di Shai Hulud, né avrebbe mai risposto a una tale provocazione: la violenza era necessaria a volte per combattere il male peggiore, lei non avrebbe mai portato crudeltà gratuita come aveva fatto quel pazzo omicida che aveva incrociato il suo cammino.
    Il contrattacco sarebbe stato inesorabile e feroce, come mai era stata o aveva pensato di essere prima di quel momento. Ne era spaventata ma non poteva fare altro. Se lei sarebbe caduta, avrebbe portato lo Specter insieme a lei, proteggendo le persone che erano cadute nella sua disumana e deleteria arroganza e tutte quelle che sarebbero vissute dopo di loro.

    E dunque, a te, figliuola di Giove l’egíoco, salute:
    io mi ricorderò d’esaltarti in un carme novello.

    Prima di perdere definitivamente i sensi, forse per sempre, Erika invocò un’altra volta la sua Dea, ringraziandola con il cuore in mano e un ultimo respiro prima di perdere definitivamente i sensi. Prego di salvarla, ancora una volta. Aveva ancora così tanto da offrire per la causa della Pallade, e l’avrebbe fatto, ancora una volta, cercando di diventare più forte, di proteggere ancora una volta l’umanità dai pericoli di quel mondo corrotto e in rovina.

    hmbt2ep

    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata integralmente, copripolpaccio sinistro lievemente ammaccato per il colpo subito dai tentacoli.
    FISICAMENTE • Frattura di tibia e perone della gamba sinistra con conseguenti ematomi e contusioni. Brutta contusione all'inguine e ossa del bacino incrinate, all'altezza della coscia destra. Labbro inferiore rotto, mascella dislocata ed ematoma esteso sulla guancia sinistra del viso. Omero di entrambe le braccia rotti, costole rotte, asfissia con conseguenti sintomi ed emorragie interne causate dagli stritolamenti dei tentacoli.
    MENTALMENTE • Incosciente.
    RIASSUNTO AZIONI[Favore di Atena + Attacco con Thunder Wave] Subisce tutto l'AD e l'AF ma in extremis ricorre al Favore di Atena e prima di svenire Erika cerca di attaccare con le catene Worm: le irradia della forza del rinvigorito cosmo e gli ordina di puntare verso l'alto incrociandosi. Si fionderanno poi in picchiata alla massima velocità permessa dal suo cosmo e punterebbero a trafiggere il collo di Shai Hulud, recidendo le arterie e l'osso del collo.

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche

    Last Resort - Abilità di Casta (Favore di Athena) Invocando il potere di Athena e facendo appello alla propria fede, il Cavaliere può agire per un singolo turno durante un duello (sia in quest che in un normale scontro) nonostante sia vittima di condizioni che glielo impediscono, come privazione sensoriale, illusione, ferite debilitanti etc.

    Thunder Wave - Tecnica offensiva con catena La tecnica offensiva più basilare: Erika lancia la catena d'attacco verso il suo avversario o un oggetto ed essa avanzerà fino a tentare di centrarlo, mirando a un punto preciso del corpo bersagliato. Si tratta di un attacco fisico che mira a ferire, più o meno gravemente, l'avversarion. Inoltre, tutti gli attacchi portati con la catena hanno anche una componente di danno elettrico: essendo la catena costantemente infusa di corrente elettrica, una volta colpito il suo bersaglio, essa rilascerà delle scariche elettriche che lo danneggeranno ulteriormente.
    scheda
    oTWdjfk


    Grazie tantissimo per il duello, mi ha aiutato un sacco e mi sono davvero divertita!


    Edited by cloudjumper89 - 8/5/2024, 13:23
  6. .
    CITAZIONE (Gorthaur @ 7/5/2024, 16:04) 
    Favore di Atena puoi attivarlo quando lo ritieni opportuno durante un tuo turno, quindi l'ultimo esempio che fai va bene :zizi:

    Perfetto! Grazie mille!! :fiore:
  7. .
    Domanda (forse stupida). Io posso attivare a mia discrezione in qualsiasi momento all'interno del turno di fight l'abilità di casta, nel mio caso "Favore di Atene", o deve essere per forza attivata a inizio turno?

    Se la risposta a questa fosse affermativa, volevo capire se fosse fattibile la seguente scena:

    Decido di subire un supporto+ad ma prima che sopraggiunga l'af, io posso attivare l'abilità prima che mi becchi l'af, difendermi e poi passare all'attacco?

    Grazie mille 😘
  8. .
    oTWdjfk
    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeA voice from the the outer world5 • ostcsheet

    HvtxTGz


    Osservò, quasi sbalordita, il suo attacco entrare. Sarebbe stato impeccabile se non fosse che aveva mirato a un punto ben difeso dall’armatura dello spettro. Digrignò i denti rabbiosa: era stata stupida e avventata pensando di riuscire a trapassare con il solo ausilio della sua catena la Surplice di quel mostro. Il cocente odio che stava provando per quella creatura le aveva fatto perdere quel briciolo di lucidità che l’avrebbe fatta ragionare su quel non trascurabile dettaglio ed Erika si ripromise che, con la prossima offensiva, non sarebbe stata così ingenua. Era stato comunque strano, per un avversario forte e temibile come Shai Hulud, accusare quel colpo: le due pozze celestri si incrociarono per qualche istante con quelle gemelle dello Specter ed Erika percepì un brivido correrle lungo la spina dorsale. C’era qualcosa in quello sguardo che l’aveva sconvolta, quasi terrorizzata. Non si trattava più di una questione etica sulla vita degli innocenti, degli indifesi, su cosa era meglio per loro in quei tempi duri e sciagurati. Ti svegliavi una mattina, là fuori, nel mondo intriso di Corruzione e Corrotti, e poteva essere davvero l’ultima volta che aprivi gli occhi. Solo in quel preciso istante Erika capì cosa significasse veramente uscire dal Santuario e affrontare ciò che il mondo esterno era diventato. La Corruzione e i Corrotti non erano gli unici pericoli per gli esseri umani, oh no. Gli Specter, come aveva avuto modo di sperimentare sulla sua stessa pelle, potevano fare molta più paura di quella piaga.
    Nei suoi occhi vi lesse solo un depravato desiderio di annientamento, di supremazia. In quel momento, Andromeda capì che Worm avrebbe fatto di tutto, davvero qualsiasi cosa per distruggerla e dimostrarle che era superiore. Nel capire quel semplice messaggio, Erika lanciò uno sguardo alla gamba rotta e rimase a fissarla per qualche istante. Dal fuori, poteva sembrare che la giovane santa di bronzo aveva ormai perso ogni speranza, che fosse prossima alla disfatta e all’umiliazione… Ma non era così.
    Alzò lo sguardo, gli occhi parevano brillare, come un faro nel buio della notte, da tanto era il fuoco della risolutezza che ardeva nelle iridi cerulee. Le catene, percependo il forte spirito della loro padrona e il pericolo imminente, si ricongiunsero a lei il più velocemente possibile ed Erika, dopo aver caricato di cosmo gli anelli metallici, dispose entrambe le catene in modo da creare una cupola che l’avvolgesse completamente, difendendola dall’ormai prossima offensiva.
    I colpi furono intercettati il giusto per cui Erika riuscì a scivolare sul terreno con la gamba sana per evitare la morsa immobilizzante. Tuttavia, non fu così agile da evitare completamente quell’attacco: il dolore che provò nel momento in cui i tentacoli avvolsero la gamba ferita non fu nulla in confronto a quello in cui si avventarono crudelmente su di essa, spezzando definitivamente le ossa dello stinco. Erika, tuttavia, non gli avrebbe dato la soddisfazione di urlare per la sofferenza che stava provando. Si morse le labbra, così forte che spaccò ulteriormente quello inferiore già malandato per i precedenti attacchi. Il sangue scese sui pettorali dell’armatura di Andromeda andando a confluire nella piccola pozza che si stava formando all’altezza del polpaccio, il cui paramento era stato ammaccato dalla violenza del colpo. La vista le si annebbiò ed Erika strizzò gli occhi con tutta la forza che aveva in corpo, lasciandosi sfuggire delle lacrime per lo sforzo immane che stava compiendo per trattenersi. Cercò con tutta sé stessa di resistere allo shock nervoso che le stava opprimendo i nervi e, solo grazie alla sua incrollabile forza di volontà e di rivalsa sul suo nemico, in qualche modo ci riuscì.
    Fece un ultimo e rabbioso sforzo e ordinò alla catena di attaccare. Il triangolo di metallo elettrificato si sarebbe sciolto dalla difesa e sarebbe tornato a infilarsi sotto terra. Una volta raggiunta la posizione del suo nemico, sarebbe spuntato fuori dal terreno come aveva già fatto pochi minuti prima e, senza esitazione, avrebbe mirato dritto nella zona inguinale destra, puntando al collo femorale del nemico, ripagandolo della stessa cortesia che le aveva riservato. L’idea era sempre quella di prima: trapassarlo senza alcuna pietà finché non sarebbe rimasto un centimetro di pelle intonsa su quel corpo degenerato. Erika non sarebbe stata soddisfatta finché non avrebbe visto quell’abominio a terra, ridotto ai minimi termini esattamente come, ormai, lo era quasi lei.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata integralmente, copripolpaccio sinistro lievemente ammaccato per il colpo subito dai tentacoli.
    FISICAMENTE • Frattura esposta e scomposta di tibia e perone della gamba sinistra, lesione sul polpaccio con abbondante sanguinamento. Shock nervoso per il dolore. Brutta contusione all'inguine e ossa del bacino incrinate, all'altezza della coscia destra - l'ematoma si allarga e peggiora quando Erika sposta il peso del corpo su di esso. Labbro inferiore rotto (in questo turno comincia a sanguinare visto il morso che si da Erika stessa), mascella dislocata ed ematoma esteso sulla guancia sinistra del viso. Vista annebbiata per qualche istante, aumento del battito cardiaco e respiro affannato.
    MENTALMENTE • Sta per perdere i sensi ma la foga della battaglia e la rabbia le danno la forza per difendersi e sferrare un ultimo attacco. Chi la fa l'aspetti, stronzo. Cit. Erika
    RIASSUNTO AZIONI • Percependo il pericolo imminente, le catene tornano da lei e [Difesa] Erika le usa entrambe per ricorrere alla tecnica Rolling Defense e creare una cupola di anelli metallici che la circonda a 360° per poi prepararsi a resistere all'attacco di Worm. Intercetta i tentacoli grazie alla difesa che le permettono di evitare almeno il placcaggio della gamba destra, quella messa meglio. Tuttavia, Worm riesce a immobilizzare quella malconcia - che non riesce a muovere con la stessa agilità - e subisce il colpo che le spappola definitivamente le ossa della gamba, che fuoriescono ferendola sotto l'armatura. In seguito, dopo aver ritrovato un minimo di lucidità, cerca di ripagare Shai Hulud con la stessa moneta: ricorre nuovamente alla catena e [Supporto] facendola tornare sotto terra, [Attacco] tenta di lanciare un altro Thunder Wave, cercando di impalare Worm sbucando fuori dal terreno a puntando verso l'alto, mirando all'inguine destro per spaccagli l’anca.

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche

    Rolling Defense - Tecnica difensiva con catena La catena attaccata al bracciale sinistra, invece, è adibita alla difesa. Essa comincia a roteare intorno al corpo di Erika fino a creare una sorta di barriera metallica in grado di proteggerla. La difesa è completa, essendo che ruotando la catena crea una sorta di sfera dal diametro di un metro. Una variante della tecnica difensiva della catena è quella di formare invece delle spirali che Erika può usare come scudo per deviare gli attacchi indirizzati verso di lei o i suoi alleati. Essendo la catena percorsa da una tensione elettrica, la difesa può diventare un potenziale successivo attacco: se l'avversario o l'arma con cui viene attaccata tocca gli anelli metallici, verrà attraversato da una scossa elettrica che infliggerà del danno di tipo elettrico.

    Thunder Wave - Tecnica offensiva con catena La tecnica offensiva più basilare: Erika lancia la catena d'attacco verso il suo avversario o un oggetto ed essa avanzerà fino a tentare di centrarlo, mirando a un punto preciso del corpo bersagliato. Si tratta di un attacco fisico che mira a ferire, più o meno gravemente, l'avversarion. Inoltre, tutti gli attacchi portati con la catena hanno anche una componente di danno elettrico: essendo la catena costantemente infusa di corrente elettrica, una volta colpito il suo bersaglio, essa rilascerà delle scariche elettriche che lo danneggeranno ulteriormente.
    scheda
    oTWdjfk


    Edited by cloudjumper89 - 7/5/2024, 12:27
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    oTWdjfk
    erika o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeGli spiriti dell'isola1 • ost

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    Le onde agitate del mare si infrangevano contro i pilastri di cemento che sostenevano quella che un tempo era stata un ponte sul mare. Il loro fragore assordante rimbombava nell’aria impregnata di sale e uno strano senso di attesa, di inquietudine. Esso non tardò a farsi largo anche nel cuore di Erika che, passo dopo passo sul cemento rovente della carreggiata sotto il sole del meriggio, si avvicinava silenziosa e vigile all'isola. Assottigliò lo sguardo, cercando di proteggersi con le lunghe ciglia scure daii raggi del sole che le ferivano la vista, per vedere meglio la strada di fronte a sé. Nell’aere, oltre allo scroscio dell’acqua marina, poteva udire soltanto i garriti striduli dei gabbiani che volavano sopra la sua testa, solerti sentinelle di quel luogo ritenuto desolato da tempo ormai. Portò avanti la gamba sinistra ma esitò un attimo prima di poggiare il piede a terra: il timore che l’arto cedesse sotto il suo peso era ancora insito nel suo istinto, che risuonava come un allarme di un imminente dolore. Erika si soffermò ad osservare la propria gamba mentre la mano andò distrattamente ad accarezzare l’inguine destro, persa nei ricordi di qualche giorno prima: era rientrata da Isso quasi incapace di reggersi in piedi da sola, il dolore delle ferite riportate nello scontro con lo spettro di Worm era insopportabile e ogni passo che aveva intentato era una sofferenza atroce. Grazie all’aiuto dei guaritori, era riuscita a ristabilirsi in pochissimo tempo ma era così strano trovarsi nuovamente in piedi e camminare come se nulla di tutto quello fosse successo. Era come se il suo stesso corpo non riusciva a realizzare di essere nuovamente in grado di compiere quei movimenti, così naturali e semplici, senza provare alcun dolore.
    Si voltò indietro e con aria disorientata aveva osservato il punto da cui era giunta. Era arrivata sulla Greek National Road 42 solo pochi minuti prima, apparendo dal nulla sulle soglie del ponte che collegava il continente all’isola di Leucade.
    Quando aveva letto la destinazione del suo nuovo incarico aprendo la missiva, aveva sospirato scoraggiata.

    L’isola di Leukade? Ma… È molto lontano da qui. aveva pensato, ricordando la crociera intrapresa coi genitori per il loro 25esimo anniversario di matrimonio. Al tempo era solo una bambina ma ricordava chiaramente la bellissima escursione che avevano fatto in quei luoghi… Tre giorni prima di approdare con la nave nel porto di Atene.
    Se ci vado a piedi, ci impiegherò troppo… Contando anche il mio fantastico senso dell’orientamento, sarà già tanto se ci arrivo in tempo per Natale! sbuffò, lasciando cadere le mani lungo i fianchi, abbattuta. Non aveva proprio idea di come fare a raggiungere un posto così lontano.
    Una voce familiare la distolse dalle sue preoccupazioni, salutandola da lontano. Gli occhi scuri di Elaine, Gold Saint dell’Ariete, fecero capolino nei suoi, gioviali e vispi come sempre. Sobbalzò, non aspettandosi la sua presenza a Rodorio, e la salutò a sua volta. Era andata a pranzo dai suoi genitori, come era solita fare nelle giornate libere come quella e, notando la compagna d’armi così giù di corda, si era avvicinata per capire cosa stesse succedendo. Dopo averla ascoltata pazientemente, Elaine le aveva detto che aveva una soluzione al suo problema: l’avrebbe aspettata alla Prima Casa, il prima possibile, pronta con tutto il necessario per partire per la sua missione.
    Erika piegò la testa di lato, confusa: l’invito arrivava nel momento più improbabile possibile e anche piuttosto improvviso. Avrebbe invece scoperto, di lì a poco, che ciò che la giovane gold saint le stava offrendo sarebbe stata la soluzione di tutti i suoi problemi.
    Nel momento presente, Erika sbatté le palpebre ripensando al momento in cui Elaine aveva attivato il suo cosmo. In pochi istanti, come per magia, non si era più trovata tra le quattro mura del Tempio dell’Ariete, di fronte al viso sorridente dell’amica ma in quel luogo, teletrasportata a chilometri di distanza dal Santuario dal Cavaliere dell’Ariete con la sua capacità di teletrasporto.

    Quando mise piede sull’isola, tutto sembrava tranquillo: Leucade, capolinea dell’autostrada, era diventata una città fantasma, completamente diversa dal ricordo vibrante e radioso che aveva di quel luogo. Erika era ben conscia che doveva raggiungere Cape Lefkadas il prima possibile: c’era una comunità di circa una cinquantina di persone che avevano bisogno di aiuto, non poteva esitare.
    Tuttavia, la santa di Andromeda si sentì improvvisamente svuotata davanti a quella visione. Rallentò il passo e si ritrovò a soffermare più volte lo sguardo sulle case, dai muri slavati e le porte sigillate, e nelle strade, dove il vuoto e il silenzio incessante dominavano la scena.
    Ogni passo che faceva echeggiava nel vuoto, il suono stesso perduto nel labirinto delle vie deserte. Il tempo sembrava essersi fermato in quel luogo, lasciando solo il suo eco distante a ricordare ciò che era stato, eco che entrò in risonanza coi ricordi che Erika aveva di quel luogo. Ogni edificio raccontava una storia di vite interrotte, di speranze e sogni infranti e di catastrofe. Il silenzio che la avvolgeva come un sudario era la cosa che, più di tutto, la faceva sentire più sola che mai.
    Dodici anni prima aveva battuto quelle vie colme di risa e allegri schiamazzi di bambini che giocavano a pallone, di note strimpellate da bouzouki e fisarmoniche dei musicanti che intrattenevano con le loro melodie tradizionali i turisti, del profumo di pita appena sfornato e di melanzane arrostite. Le ombre dei suoi ricordi danzavano intorno a lei mentre il cuore le si stringeva nel petto e quella sensazione di nostalgia per quel tempo ormai perduto si fece sentire più forte che mai. Sentì le palpebre pizzicare, si sentiva come se fosse sull’orlo del pianto ma, strofinandosi gli occhi, si rese conto che i suoi occhi erano aridi, privi della benché minima lacrima.
    Non poteva continuare a rimuginare sul passato, era giunto per lei il momento di reagire. Socchiuse gli occhi e prese un respiro profondo, concentrandosi per trovare la forza di andare avanti, di lasciarsi alle spalle il pesante macigno dei ricordi e della nostalgia. Con il cuore pesante, Erika alzò la testa e, con la decisione di portare a termine quella missione nel migliore dei modi, continuò il suo cammino.

    Aveva attraversato l’isola con discreta facilità, incontrando ben pochi ostacoli sulla strada che portava al famoso faro. Si era lasciata alle spalle il monastero di San Nicola ormai in rovina da un bel pezzo quando lo notò. Era esattamente come lo ricordava: come ora, pure allora poteva distinguerlo chiaramente sulla linea dell’orizzonte. Sorprendentemente la struttura solitaria era ancora lì, integra e integerrima guardiana del promontorio.
    Ci sono quasi, ormai manca poco. sorrise speranzosa ma, all’improvviso, il paesaggio verde e soleggiato che la circondava si tinse di note tetre e incredibilmente fredde. Gli occhi color del cielo che fino a pochi secondi si erano fatti più grandi e luminosi per la contentezza di essere ormai prossima alla destinazione, si ridussero a due fessure fredde e calcolatrici. Un cambiamento così repentino del clima era tutto fuorché normale e ne ebbe la conferma definitiva proprio dalle catene che portava legate ai polsi. Fremettero e si sciolsero dai bracciali dell’armatura, cominciando a puntare irrequiete verso gli arbusti che delimitavano il sentiero. Era un chiaro segnale di pericolo, non era la prima volta che Erika assisteva a quel comportamento da parte delle leggendarie catene, col passare del tempo e delle battaglie ormai aveva imparato a distinguere abbastanza bene il comportamento delle sue armi. Un branco di Corrotti, con le loro guaste e minacciose sembianze saltarono fuori in massa, accerchiandola. I mostri, non più grandi di un pastore tedesco, si avvicinarono rapidamente a lei, cercando di attaccarla
    Dei corrotti? Così tanti tutti nella stessa zona? Ma come è possibile?! corrugò la fronte preoccupata, si aspettava di trovare degli ostacoli sul suo terreno ma non pensava in un numero così grande, le era stato detto che le probabilità di imbattersi nei pericoli della Corruzione sarebbero piuttosto basse.
    Probabile o meno, non posso certo starmene qui con le mani in mano. La risposta della ragazza all’assalto fu rapida e incisiva: le catene si mossero velocemente sul terreno, gli anelli crepitarono, intrisi di elettricità, e si insinuarono fra i corpi marci dei suoi nemici e colpirono repentinamente quando si erano fatti troppo vicini alla loro portatrice. Il triangolo metallico trafisse le carni putrefatte mentre la sfera li stritolò nelle sue spire metalliche, folgorandoli all’istante.
    La lotta si consumò in pochi minuti, fortunatamente per Erika i nemici non erano in un numero tale da metterla in un serio svantaggio e il rischio di finire in seri guai era piuttosto esiguo. Tuttavia, nonostante l’inaspettato pericolo fosse stato debellato, la catena continuava ad agitarsi fra le mani della santa di bronzo. Era tutto davvero sospetto: la ragazza non stava percependo alcuna particolare emanazione cosmica nei dintorni, non aveva senso per la catena di agitarsi in quel modo, come se da, un momento all’altro, dovessero subire un altro attacco
    La catena si comporta in modo strano… Che ci siano ancora Corrotti nei paraggi? si chiese fra sé e sé, avanzando guardinga sulla strana, pronta ad entrare in azione se necessario. Non poteva controllare la catena in situazioni come quelle, aveva una volontà tutta sua, completamente indipendente dal volere di Erika. Tantomeno poteva leggere e interpretare con precisione le reazioni che essa aveva: decise dunque di lasciarla agire, lasciandola libera di muoversi senza richiamarla a sé per farla riposare sui bracciali bronzei, a meno che i suoi movimenti non le avrebbero impedito di proseguire. Si fidava ciecamente della sua compagna di battaglia, l’avrebbe tenuta d’occhio per cercare di capire cosa stesse succedendo in quel posto.

    Tutto d’un tratto, il petto di Erika si fece pesante, come se i muscoli dell’esofago si fossero tramutati in pietra. Alzò lo sguardo per capire da dove provenisse quella strana sensazione e finalmente lo vide. Il faro di Cape Lefkadas era proprio di fronte a lei.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Intatta, indossata integralmente,
    FISICAMENTE • Sana come un pesce grazie ai guaritori del Santuario.
    MENTALMENTE • Tranquilla, un po' malinconica.
    RIASSUNTO AZIONI • La parte dove cito l'incontro di Erika con Elaine è stata concordata con Kalego, che ringrazio ancora per avermi dato l'assist del teletrasporto, se no Erika sarebbe arrivata a Leucade fra tre anni probabilmente. Per dare un riferimento temporale, ho deciso di ambientare la giocata dopo lo scontro con Erika con Worm, qui. Mi sono tenuta vaga sulla conclusione delle vicende narrate nel fight, non essendo ancora concluso. Per il resto, spero vada tutto bene <3

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche ///
    scheda
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    Edited by cloudjumper89 - 7/5/2024, 13:21
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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeA voice from the the outer world4 • ostcsheet

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    «Non capisci. C'è molto più di quello che i tuoi occhi vedono. La morte non è la fine, ma un passaggio, un momento di transizione verso una realtà che supera ogni comprensione umana.»
    Assottigliò lo sguardo, furente. La morte come un passaggio, un momento di transizione. Non c’era verso per Erika di concepire la morte come qualcosa di diverso dalla fine della vita. Come poteva lo Specter definire come un passaggio la dannazione eterna fra le fredde e crudeli mani di Hades?
    Pensò ai suoi cari, ormai trapassati. Nessuno di loro avrebbe mai voluto lasciare quella vita, fatta di calore, amore, felicità e, soprattutto, libertà per asservire al maligno disegno del Signore Invisibile, in alcun modo. La dimensione infernale non poteva essere migliore di quel mondo, nonostante l’umanità vivesse nascosta e ridotta ai minimi termini a causa della Corruzione.
    «... Sarebbero davvero delle belle parole… Se fosse che non sei veramente interessato al benessere e alla salvezza di questa gente. Stai solo cercando di accrescere la tua forza e quella del tuo signore.» La voce di Erika era graffiante, pregna del suo più profondo disprezzo per l’ipocrisia insita nelle parole del falso profeta mentre gli occhi azzurri non fecero altro che fulminarlo senza alcun riserbo.
    Sorrise sorniona nel vedere la catena riuscire, anche se solo in parte, nella sua offensiva. Approfittò di quel momento di distrazione da parte di Worm e della presa del tentacolo che veniva meno sulla gamba ferita per liberarsi completamente. Non c’era un minuto da perdere: lesta, richiamò a sé la catena di difesa che sinuosa sciolse le sue spire dalla colonna e ritornò dalla sua proprietaria, in modo che Erika potesse usufruire nuovamente del suo potere difensivo. Notò i due tentacoli che stavano per entrare nelle sue caviglie per farle perdere la stabilità e, aspettando il momento giusto, si tuffò oltre di essi prima che impattassero contro di lei, facendo una rullata sulla spalla. Non riuscì tuttavia a rimettersi in piedi a causa dell’ulteriore dolore che quella mossa le causò alla gamba ferita. La polvere e terra si alzarono in una nube densa quando i due tentacoli distrussero la colonna. Ciò che fino a pochi istanti prima era stata la sua salvezza, diventò complice della strategia di attacco dello spettro: la vista si offuscò, impedendole di vedere chiaramente la portata dell’attacco, ma la ragazza riuscì a imbastire una frettolosa e cieca difesa roteante con la catena. Il contrasto fu efficace al punto di risparmiarle due dei pugni con cui Shai la stava bersagliando. Un dolore lancinante si irradiò dal lato destro del bacino mentre sentì il sangue scorrerle copioso in bocca, dove il labbro inferiore era stato brutalmente spaccato, la mascella divenne indolenzita in seguito a un secco scricchiolio e la guancia sinistra cominciava a diventare livida. Tossì dolorosamente e sputò per terra stizzita, non sopportando il sangue inondarle bocca: il suo sapore era forte e fin troppo acre per i suoi gusti.
    Quei colpi, quel dolore e la rabbia che ne era seguita non fecero altro che alimentare la sua determinazione. Era stato come buttare della benzina su un focolare: la fiamma che avrebbe divampato sarebbe stata furente e devastante. Era stanca e dolorante ma non le importava, voleva solo scacciare via quel verme da quei luoghi e salvare quante più anime le fosse possibile.
    Al suo comando, la catena d’attacco allontanata dai tentacoli avrebbe intentato una seconda offensiva, più letale: il triangolo di metallo avrebbe schizzato verso la schiena dello Specter, mirando all’altezza del polmone destro con l’intento di trapassarlo senza alcuna pietà. La catena di difesa, aiutando la gemella, avrebbe invece serpeggiato silenziosamente, saltando fuori dalla nube di polvere per avvolgere completamente, in più tornate, il busto di Worm. Si sarebbe poi stretta in una morsa che l’avrebbe stritolato, immobilizzandogli le braccia e quanti più tentacoli riusciva.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata integralmente, intatta.
    FISICAMENTE • Frattura di tibia e perone della gamba sinistra con conseguenti ematomi e contusioni. Brutta contusione all'inguine e ossa del bacino incrinate, all'altezza della coscia destra. Labbro inferiore rotto, mascella dislocata ed ematoma esteso sulla guancia sinistra del viso. Comincia ad accusare dolore e stanchezza per gli sforzi.
    MENTALMENTE • Sempre più allibita dall'ipocrisia delle parole del suo avversario. Il dolore che le infligge non fa altro che alimentare la sua rabbia che prova verso Shai Hulud e la fa reagire.
    RIASSUNTO AZIONI • Approfittando della distrazione di Worm per difendersi dal suo attacco, Erika riesce a liberarsi e [Supporto] richiama a sé la catena di difesa che si scioglie dalla colonna a cui era legata. [Difesa] Quando nota i due tentacoli che cercano di farle la spazzata, cerca di evitarli come meglio può visto la gamba rotta. Non riuscendo a saltare, spostando il peso sulla gamba sana, si tuffa sul terreno ed esegue una rullata ma non riesce a rimettersi in piedi per la gamba rotta e, rimasta a terra, decide di attivare la tecnica Rolling Defense. La polvere derivata dalla distruzione della colonna le ostruisce la vista e, non riuscendo ad organizzare la difesa al meglio, Worm mette a segno due dei quattro pugni (uno al viso e uno all’inguine). Approfitta del diversivo creato dallo stesso Worm e richiama la catena di attacco che, sempre dalle spalle dello spettro, [AF con Thunder Wave] cerca di trafiggerlo alla schiena, all’altezza del polmone destro per poi [AD] tentare di avvolgerlo e legarlo come un salame.

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche

    Rolling Defense - Tecnica difensiva con catena La catena attaccata al bracciale sinistra, invece, è adibita alla difesa. Essa comincia a roteare intorno al corpo di Erika fino a creare una sorta di barriera metallica in grado di proteggerla. La difesa è completa, essendo che ruotando la catena crea una sorta di sfera dal diametro di un metro. Una variante della tecnica difensiva della catena è quella di formare invece delle spirali che Erika può usare come scudo per deviare gli attacchi indirizzati verso di lei o i suoi alleati. Essendo la catena percorsa da una tensione elettrica, la difesa può diventare un potenziale successivo attacco: se l'avversario o l'arma con cui viene attaccata tocca gli anelli metallici, verrà attraversato da una scossa elettrica che infliggerà del danno di tipo elettrico.

    Thunder Wave - Tecnica offensiva con catena La tecnica offensiva più basilare: Erika lancia la catena d'attacco verso il suo avversario o un oggetto ed essa avanzerà fino a tentare di centrarlo, mirando a un punto preciso del corpo bersagliato. Si tratta di un attacco fisico che mira a ferire, più o meno gravemente, l'avversarion. Inoltre, tutti gli attacchi portati con la catena hanno anche una componente di danno elettrico: essendo la catena costantemente infusa di corrente elettrica, una volta colpito il suo bersaglio, essa rilascerà delle scariche elettriche che lo danneggeranno ulteriormente.
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    Edited by cloudjumper89 - 7/5/2024, 23:51
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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeSome beautiful paths can't be discovered without getting lost5 • ostcsheet

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    Ascoltò con molto interesse la spiegazione che Elaine le dette su come funzionassero esattamente i suoi poteri. Erika non smetteva mai di stupirsi di come il cosmo, il potere delle stelle, avesse così tanti impieghi differenti. Lei, col suo, era in grado di creare una sorta di vento elettrificato ed era in grado di infonderlo nella catena in dotazione dell’armatura di Andromeda; il cosmo di Korin, da che aveva potuto dedurre, doveva dargli una qualche capacità di generare e manipolare il ghiaccio e infine Elaine era in grado di muovere gli oggetti con la sola forza del pensiero.
    Quando la santa dell’Ariete le raccontò di non essere l’unica ad avere quella capacità non ne fu sorpresa poi così tanto, la vera sorpresa fu che vi era qualcuno in grado di utilizzarle addirittura meglio di lei e che, tale soggetto, era uno degli Alchimisti.
    Erika sapeva dell’esistenza dell’ordine degli Alchimisti dalle “lezioni” di storia le erano state impartite ai tempi dell’addestramento. Tuttavia, non aveva un’opinione molto elaborata su tale fazione, non avendo mai approfondito la cosa, aveva preferito astenersi dal giudicare. Su una cosa era sicuramente certa, tuttavia: dalle parole di Elaine, riteneva insensato l’astio e la violenza gratuita che questo gruppo aveva riservato alla sua compagna d’armi, specie quando un male così grande come la Corruzione dilagava libera e incontrastata per il mondo.
    «Se mai mi capitasse di incontrarne uno, farò attenzione, te lo prometto.» rispose, grata dell’avvertimento di Elaine.
    «Non ho molte conoscenze su questi Alchimisti, purtroppo non ho mai approfondito ciò che mi è stato insegnato su di loro.» continuò, facendosi pensierosa. In effetti, avrebbe potuto informarsi un po’ di più sulla questione, restare ignorante su certe cose la infastidiva.
    «Ti ringrazio per avermi messa al corrente di questi incontri. Non ho molta esperienza di ciò che si può trovare là fuori, a parte i Corrotti e la Corruzione…» sospirò, a livello di relazioni internazionali pure era piuttosto lacunosa ma era normale. Del resto, non era che una semplice bronze saint.
    Lo sbuffo che Elaine fu… Inaspettato. Chissà chi altro aveva incontrato fuori dalle mura del Santuario… Piegò appena la testa e le rivolse un’occhiata curiosa e piuttosto buffa, dolce come a chiederle silenziosamente “Che è successo, perchè quel muso lungo?”
    «La ricetta la prendo volentieri, comunque.»
    Il sorriso di Erika si allargò ulteriormente, soddisfatta del proprio operato. Era felice quando la sua cucina veniva apprezzata.
    «Appena riesco te la trascrivo e te la porto… O preferisci che passi da casa tua e la lasci a tua mamma?» chiese ma Elaine aveva ancora qualcosa da dirle.
    «Per quanto riguarda le altre fazioni so dirti ben poco, perchè non ho avuto l'occasione di incontrare i loro combattenti. I Gea sono creature particolari e odiano la Corruzione, se possibile, anche più di noi, mentre di Atlantide conosco soltanto la fama militare del suo impero. Korin o qualsiasi altro cavaliere in servizio da più tempo di me, potrebbe sicuramente dirti di più al riguardo.»
    Annuì a quelle nuove informazioni. Non conosceva i Gea ma sapeva abbastanza di Atlantide e dell’esercito di Poseidone, uno dei principali avversari di Athena nel dominio sulla Terra.
    «Capisco, se avrò occasione, chiederò.» annuì e prese l’ennesimo sorso di té. Il profumo del bergamotto che respirò era così intenso e il calore del liquido che scendeva nel suo stomaco la rilassarono.
    «Il té è davvero buono. Adoro l’aroma del bergamotto mischiato al limone. Sa di casa, non trovi?» cercò di cambiare argomento, notando che qualche istante prima il volto della ragazza si era rabbuiato notevolmente.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Si è tolta la cloth, è in borghese.
    FISICAMENTE • ///
    MENTALMENTE • ///
    RIASSUNTO AZIONI • grazie per le info, muy interessanti.

    Nebula Chain
    (Abilità doppia) Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore.
    Solo il loro Saint è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, avvertirà una forte scossa elettrica che gli impedirà di usarle.
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Oltre all'abilità di muoversi a suo piacimento, la catena è in grado di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa.
    Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida, è tuttavia debole al ghiaccio e alle temperature artiche.


    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.


    Tecniche

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    altre ost che uso quando scrivo
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    erica o'shea ● andromeda {III} ● energia verdeA voice from the the outer world3 • ostcsheet

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    «Queste persone non vengono sacrificate contro la loro volontà. Ognuno di loro ha scelto questo cammino per trovare la pace e un mondo migliore. Qui, possono realizzare i loro sogni più puri. Qui, sorelle e fratelli separati dalla vita possono finalmente abbracciarsi e vivere in una comunione che il mondo terreno spesso nega. Qui, si liberano dal male che insozza questo mondo.»
    Le parole del Verme risuonarono nelle sue orecchie, il tono superbo e megalomane con cui venivano pronunciate le facevano ribollire sempre più il sangue di rabbia e di disgusto per quell’essere. Ciò che la irritava di più era la placida calma con quale lo Spettro le stava spiegava, o meglio, stava giustificando tutta quella crudeltà e quella violenza contro delle anime spaventate e indifese.
    Gli occhi della ragazza si erano ridotte a due fessure sottili e taglienti, le pozze turchesi parevano ribollire, come una placida distesa di acqua che veniva attraversata da una potentissima e inaspettata scarica elettrica.
    «Ti invito a vedere con i tuoi occhi, non solo a giudicare con il cuore prevenuto. Unisciti a me, osserva da vicino e poi decidi se il cammino che offro è veramente oscuro come credi.» disse l’abominio, prima che questo mosse i suoi infernali tentacoli per parare il suo attacco. Digrignò i denti quando vide che l’avversario era riuscito a neutralizzare quella che era stata la sua principale offensiva, ossia l’aggressione diretta della catena.
    «Non ho intenzione di prendere parte a questo massacro, ho giurato di proteggere gli indifesi e i bisognosi. Tu non fai altro che ingannarli, promettendo loro la salvezza e la liberazione da ogni sofferenza e donandogli nient’altro che una morte ignobile e meschina.» sputò con fredda rabbia contro Shai, restando allerta sulle sue prossime mosse.
    «Nella morte non vi è nulla, se non la fine di tutto. Non ci sono sogni, non ci sono desideri né speranze nel sonno eterno. Solo vivendo e proteggendo la vita, si può sperare, un giorno, di essere felici e di realizzarsi, di trovare la propria strada!» affermò e si preparò all’attacco nemico.
    Vide indistintamente i tentacoli precipitarsi verso il terreno, infilandosi sotto di esso e percepì chiaramente la forza cosmica che lo Specter infuse nei suoi arti. Era prorompente, sembrava come se dovesse distruggere ogni chicco di sabbia che si trovasse sotto i suoi piedi. Più veloce che potè, nel momento in cui cominciò a sentire la terra tremare, individuò un punto a cui poter reggersi e allungò la catena di difesa verso una colonna a poca distanza da dove si trovava per fissarla intorno ad essa. L’altra catena, invece, si infilò a sua volta nel terreno allungandosi a dismisura, sparendo dalla vista dei due combattenti.
    Grazie a questa contromisura, Erika riuscì ad evitare di essere sbalzata ma il vero attacco, come avrebbe scoperto di lì a poco, doveva ancora realizzarsi. I tentacoli riemersero improvvisamente dal suolo, proprio sotto i suoi piedi. Riuscì in qualche modo a non farsi bloccare totalmente da loro, facendo un piccolo scatto verso sinistra. Proprio quando era sicura di avere evitato il peggio, il sordo suono di ossa che si spezzavano le ferì le orecchie e un dolore lancinante si irradiò dal suo stinco sinistro. Erika lanciò un grido di pura sofferenza, la voce cristallina e angosciosa allo stesso tempo risuonò nell’aria polverosa e intrisa di elettricità che avvolgeva la piazza.
    Nonostante il momento di confusione e agitazione, qualcosa riportò Erika a un’improvvisa lucidità. Improvvisamente, nella sua mente si materializzarono le figure della madre e della bambina, arse vive poco prima dell’inizio della battaglia. Malgrado il dolore che indubbiamente avevano provato in quei terribili momenti, non avevano dato segni di cedimento, troppo convinte dalle false speranze del messia oscuro che le aveva soggiogate. Un odio improvviso si fece largo dentro di lei nel ricordare quell’istante. Socchiuse le labbra mentre riprendeva il contatto visivo col suo nemico. Non cedette, si morse il labbro, sopportando il dolore per continuare a reggersi in piedi, e con un gesto della mano guidò la catena di attacco fuori dal terreno, proprio dietro le spalle Specter. La catena avrebbe sibilato, rapida e silenziosa, fino ad avvolgersi intorno al collo di Worm. Una volta riuscita ad agganciarlo saldamente, la catena avrebbe stretto la sua morsa, stritolando a sua volta le carni di Shai Hulud cercando di strozzarlo. L’elettricità di cui era intrisa avrebbe, conseguentemente, fatto il suo, mandando potenti scosse elettriche che avrebbero cercato di friggere quel maledetto verme - di nome e di fatto - senza alcuna pietà.
    Nel mentre, Erika avrebbe tentato di liberarsi dalla morsa del tentacolo usando il proprio cosmo grezzo per sciogliere la presa, approfittando dell'eventuale distrazione data dal proprio attacco andato a segno.

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    narrato • parlato erikapensatoparlato altrui
    CASTA • Athena | Bronze Saint di Andromeda
    STATO CLOTH • Indossata integralmente, intatta.
    FISICAMENTE • Frattura di tibia e perone della gamba sinistra con conseguenti ematomi e contusioni a stinco e polpaccio. Fatica a rimanere in piedi ma ci prova, sopportando il dolore.
    MENTALMENTE • Sempre più nera, prova un odio smisurato per le tue parole e per le tue azioni.
    RIASSUNTO AZIONI • Per counterare il terremoto creato dai tuoi tentacoli, Erika fa avvolgere la catena di difesa intorno a una colonna distante in modo da riuscire a mantenersi in equilibrio mentre quella di attacco si infila nel terreno e scompare dalla tua vista [Supporto + Difesa]. Grazie alla catena di difesa, Erika mantiene l’equilibrio e quando i tentacoli sbucano dal terreno e cercano di bloccarla non la avvolgono completamente ma riescono a bloccarle e stritolare la gamba sinistra, la parte sotto il ginocchio. La catena di attacco, intanto, ha superato sottoterra il punto dove ti trovi e sbuca alle tue spalle, infusa di elettricità, e con essa Erika cerca di mirare al tuo collo: [Attacco con Thunder Wave] cerca di legartela al collo e strozzarti con essa, cercando inoltre di friggere a puntino Worm con l’elettricità. Cerca di liberarsi approfittando dell'eventuale messa a segno del suo attacco contro Worm.

    Nebula Chain
    Abilità doppia - Fin dai tempi del mito la Catena di Andromeda è sempre stata lodata come una delle armi più formidabili a disposizione delle armature dei Santi di Atena. Si presentano come due lunghe file di anelli metallici, culminate una con un piccolo triangolo, rendendola l'arma offensiva (agganciata al bracciale destro), mentre l'altra con una piccola sfera, identificandola come difensiva (agganciata al bracciale sinistro).
    Le catene sono in grado di allungarsi tanto quanto è vasto il cosmo del loro portatore. Con l’acquisizione di potenza ed esperienza, le catene sono in grado di estendersi ulteriormente, forti del vasto cosmo del santo di Andromeda, rompendo la barriera della Realtà e raggiungendo altre dimensioni, come ad esempio quelle materiali e spettrali [capacità sbloccabile ad Energia Blu]. Rispetto al resto dell'armatura, la catena risulta più resistente [grado armatura +1].
    Solo il Saint di Andromeda è in grado di maneggiarle: chiunque non venga riconosciuto dalle catene come proprio padrone, toccandole, potrà avvertire una forte scossa elettrica, qualora il Cavaliere di Andromeda decida di irrorare gli anelli metallici di energia elettrica, capacità questa, derivante dal proprio cosmo. Tale scossa tenterebbe di arrecare un danno secondario riconducibile ad una sorta di elettricità, nel momento le catene dovessero interagire con qualsiasi superficie [il danno è sempre dipendente dalla disparità di energie].
    Oltre ad essere un'arma fisica attivamente impegnata nel combattimento, la catena è dotata di una volontà propria. Perdipiù le catene hanno, non solo la capacità di muoversi a loro piacimento, ma anche la capacità di percepire illusioni e minacce incombenti sul proprio possessore e sui suoi alleati, semplicemente muovendosi, puntando verso una direzione precisa o creando scritte/disegni sul terreno [abilità con caratteristiche simili a Sensi Acuti]. Se interrogate dal proprio portatore, le catene possono allo stesso modo fornire simili informazioni sull’ambiente circostante.
    Tuttavia, questa percezione è propria delle catene, completamente slegata da quella del saint che le impugna, ergo Erika deve tenere d'occhio le catene quando cercano di dirle qualcosa. Le catene hanno infine una capacità rigenerativa molto rapida e la loro capacità di movimento non influenza quella del corpo del cavaliere, non potendolo assistere nei movimenti in caso di svantaggio.

    Tecniche Nebulosa
    Le catene in dotazione dell'armatura non sono l'unica particolarità che contraddistingue il saint di Andromeda. Nelle stelle che vegliano sul suo cavaliere vi è una temibile forza latente, che in pochi hanno potuto esserne testimoni. Dalle profondità del cosmo, Andromeda è in grado di attingere alla forza del vento cosmico che caratterizza l'omonima nebulosa per eseguire le proprie tecniche offensive e difensive. Il vento proveniente dalla nebulosa è caratterizzato da correnti d'aria che il cavaliere direziona a suo piacimento verso il bersaglio del proprio attacco o plasmandolo intorno al proprio corpo. A seconda della potenza del nemico, esse sono in grado di ostacolare i movimenti dei propri avversari, fino addirittura, con la tecnica del Nebula Stream, a immobilizzarli. In modalità difensiva, questo vento elettrico è in grado di attutire i colpi che vengono ricevuti ed, eventualmente, l'elettricità insita nelle proprie raffiche può trasformarsi in un potenziale attacco.
    Come per le catene, anche questo vento è carico di energia elettrica che è in grado di infliggere danni di tipo elettrico. Queste tecniche sono lanciate a Cosmo Poderoso (aura soverchiante), ossia gli effetti di queste tecniche superano in efficacia quelli di tecniche o abilità simili, raggiungendo con facilità e un ridotto impiego di energia cosmica il miglior risultato possibile.

    Tecniche

    Thunder Wave - Tecnica offensiva con catena La tecnica offensiva più basilare: Erika lancia la catena d'attacco verso il suo avversario o un oggetto ed essa avanzerà fino a tentare di centrarlo, mirando a un punto preciso del corpo bersagliato. Si tratta di un attacco fisico che mira a ferire, più o meno gravemente, l'avversarion. Inoltre, tutti gli attacchi portati con la catena hanno anche una componente di danno elettrico: essendo la catena costantemente infusa di corrente elettrica, una volta colpito il suo bersaglio, essa rilascerà delle scariche elettriche che lo danneggeranno ulteriormente.
    scheda
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    Edited by cloudjumper89 - 4/5/2024, 21:39
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