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Enmeshar e Libra

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    Le motivazioni che avevano portato Garuda a creare la sua città, Funeralopolis, in quel modo lo eludevano completamente. Non che fosse brutta, disordinata o inefficiente, no, in quel senso, le capacità organizzative del Giudice erano a conti fatti impeccabili, ciò che gli sfuggiva era il perché perdere tempo in uno sforzo del genere.
    Perché costruire quella città secondo canoni così umani, perché immettere tutte quelle anime lì e farle esistere come se niente fosse cambiato, perché dare quell'illusione di normalità e di scelta, perché perdere anche tempo ad osservare degli insetti agitarsi nelle loro gabbie svolgendo delle inutili mansioni, perché darsi il pensiero o prendersi la briga? Per Enmeshar era l'equivalente di mettere un criceto su una ruota: carino da vedere, forse anche divertente per i primi cinque minuti, ma poi ti sovviene che potresti impiegare il tuo tempo letteralmente in milioni di modi migliori. Forse Garuda in quei momenti si sentiva particolarmente annoiato, così tanto da costruire quel complicato sistema autosufficiente, buttarci dentro degli animali e ridere per le idiozie che combinavano, ma di nuovo, se avesse voluto semplice intrattenimento c'erano infiniti altri modi per trovarlo.
    Rinunciò presto a indovinare le motivazioni del Giudice, era uno sforzo in inutilità, e attribuì la sua personale incapacità nel riuscirci alla sostanziale differenza nelle loro nature: semplicemente operavano secondo sistemi diversi, principi fondanti diversi, motivazioni diverse, avevano idee diverse in tutto e per tutto. Ciò che Garuda considerava gradevole per Enmeshar era una perdita di tempo, di certo sarebbe valso il contrario, avrebbe potuto chiedergli delucidazioni al riguardo, non appena avrebbe avuto un istante di tempo, se gli fosse effettivamente importato qualcosa delle motivazioni dietro le azioni altrui.
    La sua attuale curiosità era un altro dei suoi vezzi temporanei, com'era venuta lo avrebbe presto lasciato per fare il posto ad un'altra momentanea diversione del suo tempo libero.

    Ma, sebbene non ne comprendesse il senso, non poteva negare che Funeralopolis era notevolmente fornita di prodotti dei quali anche lui desiderava usufruire. Dopotutto i suoi doveri da servo del Signore Oscuro gli avrebbero imposto di calcare di nuovo la superficie mortale nel suo umano aspetto, sarebbe stato indegno di lui non decorare il contenitore di carne che gli faceva da interfaccia in maniera impeccabile.
    In quel periodo in cui era per forza di cose costretto a risiedere in Averno, Enmeshar si concesse di dedicarsi a lunghi periodi di acquisto di vestiario vario ed eventuale, per ogni evenienza. Il mondo materiale era pieno di nuovi e pericolosi intrattenimenti ambientali, dopotutto, poteva risultare sciocco non essere ben fornito e pronto a presentarsi all'apice del suo fulgore ad ogni instante. Entrò in svariati negozi d'abbigliamento, i più ricchi e lussuosi secondo gli standard umani che governavano la città, e fece incetta dei capi più raffinati, stravaganti, o che semplicemente incontravano il suo gusto in quel particolare momento, apparentemente senza alcun criterio; abiti da uomo, da donna, completi, cappelli, gioielli, orologi, se un qualcosa attirava in qualsiasi modo la sua attenzione semplicemente allungava le mani e la scaraventava nel portale spaziale che collegava alla sua dimensione-guardaroba.
    Ma poi, qualche insolente commesso aveva anche avuto l'ardire di pretendere che pagasse per quel servizio, come se potesse anche solo pensare di rivolgergli parola. Certa gente non sapeva minimamente stare al suo posto. Non elargì le punizioni che avrebbe voluto, tuttavia, erano comunque proprietà di Garuda quella e parte della sua politica era il, generalmente, non rompere i giocattoli degli altri. Risolse ogni possibile occasione di caos senza il minimo accenno di conflitto, e un marcato accenno di potere mentale. Come se avesse fatto una qualche differenza con la loro solita esistenza, si sentì di aggiungere tra sé e sé.

    Almeno proseguì in questo copione fino a che non avvertì, in lontananza, una presenza cosmica che poteva essere associata esclusivamente ad un collega. Un collega mortale.
    Aveva sentito che di recente le loro fila avevano ricevuto una nuova recluta, un Cavaliere di Libra addirittura, e la cosa l'aveva incredibilmente incuriosito; aveva marcate conoscenze di prima mano della loro forza, il pensare che da quel momento in poi quelle fastidiose armi sarebbero state al loro servizio lo divertiva alquanto. Adorava particolarmente l'ironia, specie quando era rivolta contro quei beoti cromati che tanto l'avevano fatto penare. La presenza che avvertiva nel grattacielo in lontananza era inferiore alla sua in estensione di potere cosmico, il che era un po' deludente, ma neanche Enmeshar stesso era al massimo delle sue potenzialità attualmente, sapeva che i processi di risveglio potevano essere lunghi ed estenuanti. Decise che avrebbe visitato quel suo collega. Non perché avesse una particolare ragione per farlo, semplicemente perché non c’era alcun motivo per non farlo, e poi aveva un po’ di tempo libero prima della sua prossima Mietitura, tempo che avrebbe dovuto impiegare in qualche modo nell’attesa che i semi da lui lasciati germogliassero.
    E poi, migliorare la sua conoscenza dei suoi colleghi poteva solo fare bene all'obbiettivo comune che tutti loro avevano.

    Il suo indice destro carezzò l'aria dolcemente, la materia fu come un foglio di carta al suo tocco e lo spazio stesso si spostò sotto il polpastrello, formando una linea di materia che si separò con uno strattone, collegandosi con una seconda apertura nel luogo dove aveva avvertito la famigliare presenza.
    Fece un passo avanti, rimuovendo il cappello bianco che gli copriva il capo in un gesto di grande grazia, poggiando i piedi sul pavimento dell'edificio mentre l'apertura si richiuse alle sue spalle.

    Salve, collega.
    Se gli fosse interessato avrebbe prima chiesto se la sua presenza fosse di disturbo, ma gli importava molto poco degli impegni altrui.


    nome | Enmeshar
    energia | Nera
    surplice | Vampiro (VII)
    casta | Spectre
    fisicamente |
    mentalmente |
    riassunto azioni |
    crpN2DL
    KUAN
    Enmeshar è detentore di un potere estremamente particolare, derivato dalla sua antica natura, che gli consente di manipolare il tessuto spaziale in una maniera molto poco convenzionale: dove altri manipolano attentamente le dimensioni, il Vampiro le squarcia senza alcuna cura con semplici movimenti degli arti, generando delle fenditure spaziali che possono essere usate in un'infinità di modi.
    Uno dei utilizzi è puramente di trasporto, collegando lo squarcio iniziale con un secondo punto nello spazio, che sia o meno nella stessa dimensione del Vampiro, generando un'apertura capace di trasportare persone, oggetti e perfino Cosmo; questo permette ad Enmeshar di muoversi come se si stesse teletrasportando, semplicemente saltando da uno squarcio ad un altro, cosa che gli concede di effettuare uno spostamento capace di evitare completamente un attacco (monouso a duello). Alternativamente tali squarci possono essere usati con scopi tattici difensivamente, cercando di fare in modo che attacchi nemici vengano ingolfati da essi, sebbene ciò è sempre subordinato al divario di potenza in questione, o anche strategicamente, spostando persone o anche intere sezioni di materia che sono stati raggiunti dalle fenditure, o persino facendo passare i propri attacchi in esse. La massima applicazione di questo potere è il controllo sulla devastante Crimson Cross ☼.
    Tuttavia, l'uso più tremendo dei suoi artigli è quello direttamente offensivo, sebbene il principio di funzionamento sia lo stesso. Una volta creata una fenditura nel tessuto spaziale, Enmeshar potrà utilizzarla come una vera e propria lama dimensionale capace di separare la materia attraversata con precisione assoluta; tali squarci possono essere portati con movimenti dei suoi arti oppure proiettati verso il bersaglio, ma il risultato sarà sempre il medesimo. Anche in questo utilizzo le fenditure conservano una funzione di trasporto, risultando estensioni fisiche del corpo del Vampiro, e non bisogna mai dimenticare che il loro scopo non è l'atto di tagliare o mutilare in sé e per sé: il loro obiettivo è di bere e saziare così il loro padrone. Le lame assorbiranno così il sangue versato del bersaglio, che subirà perdite di energia vitale e Cosmo come se lo Spectre sia entrato in diretto contatto con lui, trasportandolo dunque nel corpo di Enmeshar.
    Questi poteri, nonostante la loro forza, non gli danno il fine controllo sulle dimensioni posseduto da chi ha poteri appositi, sebbene gli Artigli possano interagire con altre abilità similari, contrastandole.
    Poteri minori proveniente dal suo retaggio divino includono il poter volare nello spazio e far fluttuare oggetti, entrambe capacità generate "graffiando" con maestria il tessuto spaziotemporale con i suoi artigli e traslando la materia attraverso di esso.


    ENMESHARRA
    Enmeshar, che un tempo era cosi disgustato dalla Realtà materiale e da tutti i suoi abitanti da cercare di distruggere ogni cosa, fu maledetto in una maniera terrificante: essere costretto a ricorrere alle creature che egli stesso disprezzava più di tutto per sostentarsi. Era, invero, un umiliazione totale e assoluta, ma che ha dato origine ad un risvolto totalmente inaspettato; il fatto che, ad un certo punto, ha iniziato a trovare la cosa estremamente divertente.
    Il Primo Vampiro può, con un semplice tocco, assorbire il sangue delle sue vittime, in maniera assolutamente indolore. Enmeshar sarà capace di privare il nemico di essenza vitale e, cosa più importante, di Cosmo stesso. Essendo che il sangue è il metodo principale di trasmissione cosmica in un corpo, il suo assorbimento porterà ad un aumento progressivo di stanchezza e spossatezza nel nemico. Compiere movimenti di qualsiasi sorta e fare ricorso al proprio Cosmo risulterà sempre più difficile man mano che il nutrimento di Enmeshar continua, finché anche fare un passo sarà quasi impossibile, diventando facili banchetti per lo Spectre, poiché l'energia vitale e il Cosmo persi in tale modo non possono essere in alcun modo recuperati nel corso dello stesso combattimento. Tuttavia, la capacità più importante della maledizione è il legame sempre presente con gli artigli del Vampiro, permettendogli di richiamare il Crimson Destroyer ☀.
    Oltre a questo, la progressiva perdita di sangue nel nemico porterà ipovolemia, causando mal di testa, fatica diffusa, vertigini, severi abbassamenti di pressione, pallore, tutti sintomi che non faranno altro che peggiorare man mano che il banchetto continua.
    Nemmeno nel caso in cui non si possiede sangue si è al sicuro, il Vampiro è altrettanto capace di divorare energia vitale e Cosmo grezzo al suo posto.
    La vera capacità di questo potere è una potenzialità più unica che rara, sviluppata dopo eoni di pratica e infiniti banchetti, che consente ad Enmeshar di sintetizzare l'essenza vitale del sangue immagazzinato nel suo corpo affinché né tragga non solo sostentamento per sopravvivere, ma anche nuove energie. Ogni volta che assorbe con successo il sangue della propria vittima, egli rigenererà parte della propria salute e del proprio Cosmo. [Bonus da Energia Nera]


    WUSSURU
    l'abilità meno appariscente, ma indubbiamente più infida, a disposizione di Enmeshar è quella di esercitare la propria volontà in una maniera così marcata da sovrapporsi a quella degli altri. Una volta che il nemico sarà stato raggiunto da questa insidiosa applicazione psionica, avverrà una vera e propria manipolazione d'intenti. Coloro che non possiedono Cosmo non avranno altra scelta che piegarsi al suo volere, diventando poco più che automi al servizio del Vampiro, mentre, per coloro che possono contrastarlo in battaglia, l'efficacia di questo potere è sempre subordinata alla differenza in potenziale cosmico e alla presenza o meno di difese mentali.
    Semplicemente concentrandosi egli potrà infondere nel suo bersaglio emozioni fasulle e fittizie, far provare terrore o gioia o qualsiasi cosa concepisca per il suo puro e semplice diletto, oppure sarà in grado di controllare come il nemico agisce in maniera estremamente diretta tramite attenta manipolazione dei loro pensieri. Fermare attacchi, rivolgerli contro alleati, persino compiere azioni autolesive con la piena convinzione di essere in totale controllo delle proprie facoltà sono solo alcune delle infinite possibilità a sua disposizione, possibilità limitate solo dalla sua perversa fantasia. Dopotutto, poche cose sono più soddisfacenti di convincere una preda a offrirsi da sola sul piatto.
    E, se approcci più sottili e nascosti dovessero rivelarsi inefficienti, Enmeshar dispone sempre dell'opzione di sovraccaricare i processi neurologici del suo bersaglio, danneggiandone la mente in maniere potenzialmente irreparabili e difficilmente contrastabili.
    Inoltre, più il Vampiro si nutre del sangue del proprio nemico e più questo faticherà a resistere la sua maligna volontà, fino al punto in cui non vorrà più neanche opporvisi.


    ABI GALLU
    Enmeshar è il primo dei Vampiri, colui il quale ha dato origine ad una stirpe tanto numerosa quanto maligna, lasciando all'universo l'eredità di una maledizione che non ha esitato a diffondere senza preoccuparsi delle conseguenze. Non tutti i suoi figli lo servono, molti sono anche diventati suoi rivali, ma il singolo fatto di essere il Dio antenato di tutti i vampiri gli conferisce un'autorità che non è puramente simbolica. La maledizione inflittagli scorre nell'essenza più profonda del primo Vampiro, una maledizione che lui ha trasformato in una fonte di intrattenimento malato per lo scempio che arreca all'odiata creazione.
    Egli è, infatti, l'origine di tutti i miti e le capacità comunemente attribuite alle creature della notte.
    Enmeshar può ideare tecniche che gli consentono di fare ricorso ad abilità apposite possedute dai Vampiri.


    tecniche |
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    FATEMI USCIRE!!! - Gridò Eseld battendo le mani sull'interno della porta metallica che l'aveva intrappolata. - FATEMI USCIRE!! - La voce della guerriera risorta del lupo echeggiò nei corridoi vuoti, anche se ovattata dal doppio strato di porte che la bloccavano dal raggiungere le altre. Anjing era appena uscita da quello strano tunnel verticale e sibilante che le aveva portate fino alla cima di quella torre, quando le porte si chiusero immediatamente alle sue spalle bloccandosi davanti a Eseld. Non avevano la minima idea di come operare quello strano macchinario, a mandarle verso l'alto era stata un'anima al loro servizio al piano terra.

    Placa i tuoi piagnistei. - Disse Anjing con la calma che la contraddistingueva, ma la verità era che nemmeno lei sapeva che cosa fare in quella situazione. Certo, avrebbero potuto entrambe distruggere quella misera porta con un briciolo della loro potenza, ma non volevano farlo in quanto l'intera torre era ora proprietà di Libra e non avevano ancora chiaro come sarebbero avvenute eventuali riparazioni. Avrebbero dovuto pagare? Non avevano denaro con loro, non era stato dato loro niente di simile. Avrebbero dovuto utilizzare anime di umani? Era tutto così strano e confusionario, e in tutto questo dovevano ancora veramente abituarsi alla sensazione di essere ancora vive. Sapevano che vive non fosse il termine giusto, ma era la cosa migliore che venisse loro in mente. La gran sacerdotessa ancora non aveva veramente spiegato loro tutto, aveva voluto aspettare che fossero in un momento più calmo e soprattutto dopo che si fosse riposata. Da quello che avevano capito la sua prova per guadagnarsi la resurrezione era stata incredibilmente faticosa. Nel frattempo lo sguardo della Lince scorse rapidamente sui vari oggetti premibili presenti sul muro accanto alla porta. Erano delle frecce, una che puntava verso l'alto, una verso il basso. Si accarezzò il mento con la manica che copriva la sua mano. Oh beh, era meglio andare a caso, pensò spingendo quello alto. La porta si aprì con un sibilo ed Eseld rovinò in avanti gattonando velocissima per allontanarsi dal trabiccolo infernale. Letteralmente.

    Oddio oddio oddio, già vedevo la fine venirmi incontro. - Disse Lupo rialzandosi rapidamente e mandando occhiatacce alla porta che stava richiudendosi senza nessuna preoccupazione al mondo. Lince scosse il capo, affranta.
    Già è giunta la nostra fine, stupida. - Disse, realizzando un istante dopo le implicazioni delle sue parole. Eseld era scura in volto, i ricordi della sua miserabile morte in una prigione dimenticata ancora freschi. Tra le tre, forse lei era quella con più rabbia e conti in sospeso. Anjing era stata sconfitta in battaglia ed era stato qualcosa di glorioso, ma la povera Eseld era semplicemente appassita dietro delle sbarre. - Vieni qui, vieni qui. - Aggiunse subito, allungando le braccia e stringendola a sé. La ragazza asiatica superava di mezza testa Eseld, bassa di suo, che si accoccolò a lei.

    Li macelleremo tutti.
    - Disse Lupo, tra le ricche stoffe di cui si adornava Lince.
    Sì, li macelleremo tutti - Le fece eco Lince, accarezzandole i capelli. Per entrambe la sensazione di contatto fisico così libero era strana, nuova. Le sacerdotesse non potevano raggiungere solitamente un livello di vicinanza simile, e soprattutto essere libere nel contatto fisico come lo erano ultimamente, ma la loro amicizia nata dalla comune conoscenza personale di Libra aveva permesso di gettare le basi per ciò che stava sviluppandosi nell'oltretomba. Era veramente strano come fossero diventate improvvisamente più libere seguendo la donna nel suo tradimento assoluto della realtà. Capivano la sua rabbia, anche se le sue motivazioni ancora erano loro sconosciute. Sapevano che la donna era stata tradita dai suoi cavalieri d'oro, ma non sapevano ancora il perché. Glielo avrebbe detto quando sarebbe stato il momento, ne erano certe.

    VOLETE AFFRETTARVI O NO? - Esclamò Maryam sbucando da una porta poco più in là ed entrambe sobbalzarono. La sua pelle scura risaltò sulla luce chiara che proveniva da quella camera da letto, mettendo in risalto in piccoli giochi di luce le gocce di sudore che colavano sul suo ventre e sulle gambe. Un corpo tonico, e perfettamente in mostra data la sua nudità. Lo sguardo di entrambe venne catturato dalla definizione del suo corpo e delle sue forme. Ultimamente per ovvi motivi le tre avevano cominciato a guardarsi l'un l'altra con altri pensieri. Erano state ricreate nel pieno della loro giovinezza e bellezza, le numerose cicatrici di altrettante battaglie erano sparite e la loro pelle liscia era ancora inviolata dal conflitto. Nessuna di loro era ancora scesa in campo per mettere in moto quel processo chiamato "mietitura". A detta di Libra dovevano ancora definire un piano d'azione, oltre al raccogliere informazioni e capire bene come fosse la loro nuova terra. Dopotutto non capitava spesso a menti umani di avere accesso all'intero averno.

    Maryam si appoggiò allo stipite della porta, con gambe tremanti. Aveva il fiato corto, palesemente esausta. Sul suo corpo risaltavano svariate ecchimosi scure che le davano un aspetto maculato. Per un istante Lince e Lupo pensarono che assomigliasse più ad un giaguaro che ad un leone. - Andate voi, lo spirito è forte ma la carne è debole e molle - Disse caracollando dentro. Le due sciolsero l'abbraccio e si incamminarono verso l'ampia camera da letto. Appena varcarono la soglia uno strano mescolarsi di fragranze si fece strada nei loro sensi. Davanti ai loro occhi danzarono vaghe volute di incensi profumati, rispondendo ai movimenti invisibili dell'aria provocati dal loro arrivo. Riccioli in sfumature di bianco e di grigio si attorcigliarono attorno a loro, per poi ricadere dolcemente verso il basso. L'odore era pesante, ma i sensi allenati delle due guerriere sentirono immediatamente che stava coprendone altri. Odori primordiali, di sudori e di altro. Che cosa fosse questo altro ne avevano una chiara idea, dato che sapevano esattamente che cosa stesse succedendo in quella stanza. Avrebbero dovuto esserci anche loro in quel momento, se non fosse stato per il lieve contrattempo di Eseld. Maryam le precedette, ciondolando con le braccia abbandonate alla gravità e andò a schiantarsi direttamente sull'enorme letto. Lo strano materiale che componeva il giaciglio assorbì l'urto e lo restituì in parte, facendola rimbalzare di un buon centimetro prima di accoglierla completamente. Maryam stese una mano afferrando a tentoni un cuscino caduto a terra e lo recuperò affondandovi il viso. Una volta abbandonatasi così, Maryam si lasciò sfuggire un lungo sospiro esausto.
    Accanto a lei, su quell'enorme letto, siedeva libra.

    La donna dai capelli rossi come il fuoco era adagiata contro lo schienale del letto, affondata in un cumulo di cuscini che dovevano essere stati recuperati in giro per l'intero piano della torre. Se ne stava scomposta, reggendo in mano un bicchiere di un liquido chiaro ma dal forte odore alcolico. La donna non sapeva che cosa fosse, ma le bruciava la lingua e la gola in modo adeguato, dandole un piacevole solletico ai bordi della sua percezione. Una lieve distorsione, certo, ma ci voleva ben altro per stordirla. Portò il vetro alla bocca, lasciando che il liquido scivolasse dentro di lei diffondendo un'altra piccola ondata di calore. Il suo corpo era molto caldo, sia per la bevanda che per il costante esercizio fisico e l'aria fresca che filtrava attraverso strani marchingegni incassati nella parete alleviava la cosa, dandole un piacevole brivido. Le altre sue bambine entrarono nella stanza, ma la donna non computò subito la loro presenza. Stava riflettendo.
    Su se stessa, su di loro, su tutto quello che era successo in tempi più che recenti. Sentiva ancora dentro di sé lo strazio del viaggio infernale e della forgiatura della sua armatura, ipotizzava che le sarebbe servito qualche altro giorno per riprendersi del tutto, prima di poter calcare nuovamente quel mondo distrutto e marcito. Era la sua sacra missione, ma in quel preciso istante, non aveva fretta.

    Di un'altra cosa però le quattro traditrici scoprirono di aver fretta: recuperare alcune delle cose che erano state loro proibite. Per quanto possa sembrare strano, però, l'esplorare la loro sessualità fu di bassa priorità nella loro lista. Per prima cosa, semplicemente, camminarono lungo le strade di quello strano formicaio di umani incassato nella pietra e nel metallo. Senza alcuna maschera.
    Non c'erano parole per descrivere l'espressione di soddisfazione e meraviglia delle tre ragazze mentre potevano finalmente guardare negli occhi i passanti. La massima reazione che ottennero fu quello di vago riconoscimento, erano comunque un gruppo vistoso, sopratutto con Libra che svettava su tutti i passanti. Ma nient'altro. A nessuno importava se non avessero una maschera. Sapevano che fossero solo anime umane che non avevano idea di chi o cosa fossero, certo. Ma per chi ha vissuto per quasi tutta la sua vita con un pezzo di metallo in volto ogni piccola cosa, come l'aria che scorre tra i palazzi e ti accarezza il viso era una novità. Quello era uno strano posto. Sapevano che fosse un riflesso della vita moderna prima del cataclisma di cui Libra aveva parlato alle tre, ma era tutto così strano. Così grande, così assurdo. C'erano così tante persone che andavano qua e la portando avanti le loro vite, lavorando, acquistando, dedicandosi a cose piccole e inutili come la soddisfazione immediata dei propri bisogni. Se un umano aveva fame, bastava uscire da una di quelle immense case collettive, camminare un po' e raggiungere luoghi stracolmi di cibi contenuti in confezioni colorate. Riuscirono a convincere un passante a fare loro da cicerone. Fu gentile, ma Libra capì immediatamente leggendo il suo passato che fu perché erano oggettivamente quattro belle ragazze.

    Dopo svariate ore tornarono alla loro abitazione, avendo qualche difficoltà a ricordarne l'ubicazione. Ogni viale e enorme strada sembrava la stessa per loro. Fu quello il momento in cui Libra stessa diede voce ad alcuni suoi pensieri. Quella tremenda traversata infernale l'aveva lasciata con miriadi di sensazioni in lei. Tra cui un vago bisogno di dare sfogo a istinti sessuali. Parlò liberamente della cosa, con un certo distacco. Eseld arrossì immediatamente. Maryam tossicchiò cercando di cambiare argomento, mentre Anjing ridacchiò dietro la sua manica come era solita fare. Spiegò loro brevemente di come prima di questa avesse vissuto una breve vita posseduta da uno degli spectre, e di come gli umani nel mondo vero non persero tempo ad approfittare del suo corpo perché li lasciò fare. Nel farlo, Libra si stava già spogliando in mezzo alla stanza, davanti alle tre. Non desiderava però ripetere la cosa al momento, giacendo con le patetiche anime che ronzavano attorno alla loro torre. Quindi chiese loro se volessero condividere l'esperienza.

    Così ebbe inizio la loro avventura nell'esplorare i loro corpi e la loro sessualità. Libra capì di avere desideri sia di corpi maschili che femminili, mentre le tre capirono a loro volta i propri pensieri più nascosti. Passarono pomeriggi interi così, l'una nelle braccia dell'altra in varie combinazioni, in un turbine di baci, carezze e sospiri. Eseld dopo il primo orgasmo liberatorio pianse tra le braccia di Libra, che la strinse a sé finché non si addormentò placidamente con il capo appoggiato al seno di chi le aveva dato così tanto e per cui aveva tradito l'intero unierso. Maryam si scoprì essere vorace, e mentre cercasse di prendere l'iniziativa ogni volta si ritrovava schiacciata dalla naturale personalità della gran sacerdotessa. Così la contesa per il potere divenne il loro gioco. Anjing invece, per ciò che aveva fatto nella sua ribellione nascosta nel grande tempio, era la più avvezza a certe cose, così quelli furono i momenti in cui Libra si abbandonò alle sue mani e alle sue labbra, lasciando che i suoi pensieri si sciogliessero in correnti calde e morbide.

    In quel particolare giorno, dopo che si lasciarono l'incidente del trasportatore meccanico alle spalle, le quattro si dedicarono le une alle altre in gruppo. Fu confusionario, ilare a tratti quando qualcuna faceva il solletico a un'altra senza accorgersene. Fu inaspettatamente qualcosa di leggero, alcune nemmeno raggiunsero l'apice del piacere in quel momento, si fuse tutto in un mescolarsi di risatine e mugolii. Aveva tradito ogni cosa, era vero, e le sue bambine avevano rinunciato a ogni valore che aveva insegnato loro per seguirla, ma Libra era contenta che fosse con loro.

    La devozione alla sua missione era sacra e assoluta, ma era di certo un fardello più sopportabile se portato assieme.

    E così Libra rimase stesa sul letto, con le tre bestie dell'inferno accoccolate a lei. Maryam alla sua destra, mentre Anjing e Eseld alla sua sinistra, la prima con la testa sulla sua spalla, la seconda adagiata sul suo ventre. Loro oscillavano tra sonno e dormiveglia, ma Libra era perfettamente sveglia, intenta ad assaggiare fumo profumeto da una lunga pipa metallica. Le era mancato un po', non lo faceva da quando si era allenata nelle terre di oriente per ottenere la sua armatura.

    Poi una percezione la aggredì, mandandola immediatamente a sedere. Anche le tre percepirono qualcosa, ma in ritardo, e scattarono indietro. Lo spazio si squarciò di fronte al letto. Un cosmo nocivo, tossico, riempì la stanza mandando in allarme tutti tranne Libra, che cadde passivamente all'indietro sul suo trono di cuscini. Era inevitabile che qualcuno venisse a visitarla, certo, ma si aspettava che almeno avessero la grazia di adoperare la porta.

    Tornate al vostro posto, piccole mie, non c'è da allarmarsi. - Un poco esitanti, le tre tornarno ad adagiarsi su di lei, fissando lo squarcio spaziale. Aveva almeno riconosciuto il cosmo dell'invasore. Ciò che avrebbe accolto Vampiro sarebbe stata quindi la visuale di Libra, sdraiata beatamente contro una pila di cuscini. Completamente nuda, ovviamente, con tre belle giovani donne accoccolate a lei, lievemente a disagio. Libra incrociò le braccia, premendo insieme il seno florido e con qualche segno recente di dolce abuso. Prese una grossa boccata dalla sua pipa e nel parlare esalò fumo candido e fresco, vagamente profumato di vaniglia e spezie. Ricordava con una certa ilarità che nessuno spectre era mai riuscito a toglierle la maschera, sopratutto quando era Grande sacerdote e dovette fingere di essere direttamente un uomo nascondendosi dietro le proprie illusioni. Forse vampiro nemmeno l'avrebbe riconosciuta di primo acchito. Ma Libra lo aveva incontrato e affrontato in due diverse guerre sacre. Ma lo scontro diretto c'era stato solo prima della sua ascesa al comando.

    Vampiro, mio caro. Giungi qui al mio cospetto per conoscere la sconfitta per l'ennesima volta? - Che lo spectre fosse largamente più potente di lei era indifferente, sconfitte passate non si cancellano con qualunque ripicca possa essere scatenata.
     
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    Ci conosciamo?
    Ciò che accolse il suo sguardo e sensi nella loro interezza fu moderatamente inaspettato.
    L'arroganza della donna, che aveva osato rivolgersi a lui in maniera così irrispettosa, avrebbe normalmente portato a severe conseguenze, ma il vago fastidio che aveva avvertito fu soffocato da altro. Sì, effettivamente ora che ci pensava c'era sempre stata la possibilità che la loro nuova leva fosse qualcuno che aveva conosciuto e affrontato, aveva vissuto in prima persona tutte le Guerre Sacre dopotutto, il quantitativo di Saint che aveva affrontato era alto, e dopotutto c'era solo un numero limitato di loro, più o meno ottantotto per ogni conflitto.
    Il suo sguardo si posò sulle quattro figure femminili ignude, adagiate in maniere più o meno composte su quel trono di cuscini, soffermandosi particolarmente su quella su cui le altre tre erano aggrappate; non aveva mai visto quel volto, ma la sua presenza cosmica, andando oltre le blasfeme interferenze che l'avevano cambiata ad un livello fondamentale, era indubbiamente famigliare. Parlò ad alta voce, più tra sé e sé che rivolto effettivamente alla spectre, un tentativo di fare chiarezza tra i suoi ricordi e richiamare le recenti memorie delle Guerre Sacre passate.
    Sì, ci siamo incontrati.
    Non fu per niente difficile, come ogni cosa che lo riguardava i suoi meccanismi mentali erano assolutamente perfetti, rispetto al rimembrare eventi relativi all'inizio dei tempi e della sua esistenza ripercorrere un millennio o due era irrisorio. La realizzazione venne con un sorriso, l'espressione concentrata che aveva in volto si rasserenò di colpo, smise di ticchettare il pavimento con la suola della scarpa destra. Certo, c'erano voluti due o tre secondi per ricordare perfettamente gli avvenimenti del loro primo incontro, ma il suo risveglio era stato recente; non era ancora all'apice della funzionalità, per i suoi standard.

    Se non ricordo male tu sei quella che mi rovinò il sultanato. Mia cara, è un piacere constatare che perire non ti ha privata del senso dell'umorismo.
    Diceva sul serio, tante anime mortali diventavano così noiose dopo la morte, tutte piene di pensieri tetri e senza alcun senso dell'intrattenimento; una fortuna che la sua più recente collega, invece, era ancora munita dell'arguzia necessaria per provocargli ilarità con palesi facezie. Sì, i loro aperti confronti non si erano certo conclusi in suo favore, ma a quei tempi Enmeshar a malapena poteva considerarsi sé stesso: ora, invece, la situazione era completamente diversa.
    Fu generoso, tuttavia, e le perdonò quello che ad altri sarebbe stato fatale. In larga parte perché servivano lo stesso Signore adesso, il Vampiro era estremamente permissivo con altri che portavano il simbolo della Mietitura, ma anche perché la donna davanti a lui era estremamente intrigante. Non solo fisicamente o per le cose che aveva fatto e l'eroismo che aveva dimostrato, ma per il semplice fatto che adesso anche lei era giurata ad Hades; era caduta, e aveva accettato la cosa volontariamente. Ed era tipo da apprezzare un certo quantitativo di sarcasmo, anche quando veniva rivolto a lui, a volte.
    Sarò onesto, non pensavo che saresti stata proprio tu ad accogliermi. Non capita spesso che io sia piacevolmente sorpreso.
    Inalò il gradevole aroma di fumo profumato, concedendosi di far vagare lo sguardo altrove in quella stanza. Lentamente, senza alcuna fretta o particolare inflessione emozionale nel farlo, il pensiero che potesse essere indiscreto non fu neanche lontanamente considerato, un atto dettato dalla semplice curiosità e dalla necessità di comprendere meglio chi e cosa lo circondava: sulle altre tre donne, anch'esse prive di indumenti, sull'enorme letto disfatto, sui cuscini sparsi in ogni dove, sui marchi e segni che ognuna di esse portava su corpi pieni e voluttuosi, sugli odori che ancora permeavano la stanza.
    Un lampo di comprensione gli attraversò lo sguardo.

    Oh.
    Certo, ovvio. Le donne avevano trascorso quel tempo a conoscersi in intimità, ecco spiegate alcune delle stranezze fisiche che aveva riscontrato in loro e in sé stesso. Non ci aveva nemmeno fatto particolarmente caso, in verità, semplicemente ricollegò i vari e ovvi pezzi e capì che sì, aveva senso quell'interpretazione delle cose; avrebbe dovuto rendersene conto prima, egli stesso era una creatura che faceva ampissimo ricorso a seduzione e sensualità, ma prima di quel momento, nella sua attuale incarnazione, non aveva ancora avuto il pensiero di concedersi ai piaceri della carne. Ricordò della loro esistenza nello stesso istante in cui si disse che gli umani erano sempre così prevedibili, indipendentemente da ogni fattore.
    Nell'istante in cui ogni limite morale imposto da altri veniva superato, in cui ogni cognizione di giusto e sbagliato veniva capovolta, si lasciavano sempre cadere nelle profondità della depravazione; quando non c'erano più barriere morali, quando ogni inibizione crollava, quando la promessa di punizione per il male compiuto svaniva, ognuno di essi rivelava la propria vera natura. Un po' per volta. Sarebbe stato interessante vedere qual era quella delle quattro risorte, col tempo; non aveva fretta, sapeva essere paziente.
    Qualcuno si sta divertendo, vedo.
    Sollevò il labbro superiore, i muscoli della sua faccia si intersecarono in quella che era un'espressione carica di complice malizia. Fu proprio la sua comprensione dei moti emozionali umani e delle loro convenzioni in fatto di accoppiamento a indurlo alle sue seguenti azioni: con un semplice movimento dell'indice, il suo cappello spiccò un lieve balzo verso il suo capo, traslandosi nello spazio immediatamente sopra la testa del Vampiro, che perse un istante per aggiustarlo con un grazioso gesto delle mani. Era a conoscenza del fatto che gli umani, quando erano impegnati in atti di intimità, generalmente non desideravano interferenze altrui di sorta; e, dopotutto, la sua politica era di interferire con il divertimento dei colleghi il meno possibile.
    Lungi da me il volervi infastidire o interrompere. Farò un giro dell'edificio nel frattempo, informatemi pure quando avete concluso.

    E così fece per girarsi, di nuovo il suo indice sarebbe stato impegnato nell'apertura di un'ulteriore fenditura dimensionale. Ma dove andare, intanto che le risorte non concludevano i loro amplessi? Mhhhh.
    Oh beh, avrebbe trovato qualcosa da fare nel frattempo.

    nome | Enmeshar
    energia | Nera
    surplice | Vampiro (VII)
    casta | Spectre
    fisicamente |
    mentalmente |
    riassunto azioni |
    crpN2DL
    KUAN
    Enmeshar è detentore di un potere estremamente particolare, derivato dalla sua antica natura, che gli consente di manipolare il tessuto spaziale in una maniera molto poco convenzionale: dove altri manipolano attentamente le dimensioni, il Vampiro le squarcia senza alcuna cura con semplici movimenti degli arti, generando delle fenditure spaziali che possono essere usate in un'infinità di modi.
    Uno dei utilizzi è puramente di trasporto, collegando lo squarcio iniziale con un secondo punto nello spazio, che sia o meno nella stessa dimensione del Vampiro, generando un'apertura capace di trasportare persone, oggetti e perfino Cosmo; questo permette ad Enmeshar di muoversi come se si stesse teletrasportando, semplicemente saltando da uno squarcio ad un altro, cosa che gli concede di effettuare uno spostamento capace di evitare completamente un attacco (monouso a duello). Alternativamente tali squarci possono essere usati con scopi tattici difensivamente, cercando di fare in modo che attacchi nemici vengano ingolfati da essi, sebbene ciò è sempre subordinato al divario di potenza in questione, o anche strategicamente, spostando persone o anche intere sezioni di materia che sono stati raggiunti dalle fenditure, o persino facendo passare i propri attacchi in esse. La massima applicazione di questo potere è il controllo sulla devastante Crimson Cross ☼.
    Tuttavia, l'uso più tremendo dei suoi artigli è quello direttamente offensivo, sebbene il principio di funzionamento sia lo stesso. Una volta creata una fenditura nel tessuto spaziale, Enmeshar potrà utilizzarla come una vera e propria lama dimensionale capace di separare la materia attraversata con precisione assoluta; tali squarci possono essere portati con movimenti dei suoi arti oppure proiettati verso il bersaglio, ma il risultato sarà sempre il medesimo. Anche in questo utilizzo le fenditure conservano una funzione di trasporto, risultando estensioni fisiche del corpo del Vampiro, e non bisogna mai dimenticare che il loro scopo non è l'atto di tagliare o mutilare in sé e per sé: il loro obiettivo è di bere e saziare così il loro padrone. Le lame assorbiranno così il sangue versato del bersaglio, che subirà perdite di energia vitale e Cosmo come se lo Spectre sia entrato in diretto contatto con lui, trasportandolo dunque nel corpo di Enmeshar.
    Questi poteri, nonostante la loro forza, non gli danno il fine controllo sulle dimensioni posseduto da chi ha poteri appositi, sebbene gli Artigli possano interagire con altre abilità similari, contrastandole.
    Poteri minori proveniente dal suo retaggio divino includono il poter volare nello spazio e far fluttuare oggetti, entrambe capacità generate "graffiando" con maestria il tessuto spaziotemporale con i suoi artigli e traslando la materia attraverso di esso.


    ENMESHARRA
    Enmeshar, che un tempo era cosi disgustato dalla Realtà materiale e da tutti i suoi abitanti da cercare di distruggere ogni cosa, fu maledetto in una maniera terrificante: essere costretto a ricorrere alle creature che egli stesso disprezzava più di tutto per sostentarsi. Era, invero, un umiliazione totale e assoluta, ma che ha dato origine ad un risvolto totalmente inaspettato; il fatto che, ad un certo punto, ha iniziato a trovare la cosa estremamente divertente.
    Il Primo Vampiro può, con un semplice tocco, assorbire il sangue delle sue vittime, in maniera assolutamente indolore. Enmeshar sarà capace di privare il nemico di essenza vitale e, cosa più importante, di Cosmo stesso. Essendo che il sangue è il metodo principale di trasmissione cosmica in un corpo, il suo assorbimento porterà ad un aumento progressivo di stanchezza e spossatezza nel nemico. Compiere movimenti di qualsiasi sorta e fare ricorso al proprio Cosmo risulterà sempre più difficile man mano che il nutrimento di Enmeshar continua, finché anche fare un passo sarà quasi impossibile, diventando facili banchetti per lo Spectre, poiché l'energia vitale e il Cosmo persi in tale modo non possono essere in alcun modo recuperati nel corso dello stesso combattimento. Tuttavia, la capacità più importante della maledizione è il legame sempre presente con gli artigli del Vampiro, permettendogli di richiamare il Crimson Destroyer ☀.
    Oltre a questo, la progressiva perdita di sangue nel nemico porterà ipovolemia, causando mal di testa, fatica diffusa, vertigini, severi abbassamenti di pressione, pallore, tutti sintomi che non faranno altro che peggiorare man mano che il banchetto continua.
    Nemmeno nel caso in cui non si possiede sangue si è al sicuro, il Vampiro è altrettanto capace di divorare energia vitale e Cosmo grezzo al suo posto.
    La vera capacità di questo potere è una potenzialità più unica che rara, sviluppata dopo eoni di pratica e infiniti banchetti, che consente ad Enmeshar di sintetizzare l'essenza vitale del sangue immagazzinato nel suo corpo affinché né tragga non solo sostentamento per sopravvivere, ma anche nuove energie. Ogni volta che assorbe con successo il sangue della propria vittima, egli rigenererà parte della propria salute e del proprio Cosmo. [Bonus da Energia Nera]


    WUSSURU
    l'abilità meno appariscente, ma indubbiamente più infida, a disposizione di Enmeshar è quella di esercitare la propria volontà in una maniera così marcata da sovrapporsi a quella degli altri. Una volta che il nemico sarà stato raggiunto da questa insidiosa applicazione psionica, avverrà una vera e propria manipolazione d'intenti. Coloro che non possiedono Cosmo non avranno altra scelta che piegarsi al suo volere, diventando poco più che automi al servizio del Vampiro, mentre, per coloro che possono contrastarlo in battaglia, l'efficacia di questo potere è sempre subordinata alla differenza in potenziale cosmico e alla presenza o meno di difese mentali.
    Semplicemente concentrandosi egli potrà infondere nel suo bersaglio emozioni fasulle e fittizie, far provare terrore o gioia o qualsiasi cosa concepisca per il suo puro e semplice diletto, oppure sarà in grado di controllare come il nemico agisce in maniera estremamente diretta tramite attenta manipolazione dei loro pensieri. Fermare attacchi, rivolgerli contro alleati, persino compiere azioni autolesive con la piena convinzione di essere in totale controllo delle proprie facoltà sono solo alcune delle infinite possibilità a sua disposizione, possibilità limitate solo dalla sua perversa fantasia. Dopotutto, poche cose sono più soddisfacenti di convincere una preda a offrirsi da sola sul piatto.
    E, se approcci più sottili e nascosti dovessero rivelarsi inefficienti, Enmeshar dispone sempre dell'opzione di sovraccaricare i processi neurologici del suo bersaglio, danneggiandone la mente in maniere potenzialmente irreparabili e difficilmente contrastabili.
    Inoltre, più il Vampiro si nutre del sangue del proprio nemico e più questo faticherà a resistere la sua maligna volontà, fino al punto in cui non vorrà più neanche opporvisi.


    ABI GALLU
    Enmeshar è il primo dei Vampiri, colui il quale ha dato origine ad una stirpe tanto numerosa quanto maligna, lasciando all'universo l'eredità di una maledizione che non ha esitato a diffondere senza preoccuparsi delle conseguenze. Non tutti i suoi figli lo servono, molti sono anche diventati suoi rivali, ma il singolo fatto di essere il Dio antenato di tutti i vampiri gli conferisce un'autorità che non è puramente simbolica. La maledizione inflittagli scorre nell'essenza più profonda del primo Vampiro, una maledizione che lui ha trasformato in una fonte di intrattenimento malato per lo scempio che arreca all'odiata creazione.
    Egli è, infatti, l'origine di tutti i miti e le capacità comunemente attribuite alle creature della notte.
    Enmeshar può ideare tecniche che gli consentono di fare ricorso ad abilità apposite possedute dai Vampiri.


    tecniche |
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    La donna strinse le braccia attorno al collo dello spectre. Non si era mossa, il vampiro avrebbe potuto facilmente scostarsi nel momento in cui un movimento fosse stato percepito. Ma la donna era scomparsa dalla sua posizione nel letto, lasciando un vuoto d'aria che si riempì con una lieve brezza apparendo direttamente addosso a lui. Non era una questione di velocità, non lo era mai stata. E in ogni caso, la donna completò la cosa con piccoli tocchi del suo potere, così sottili da non sembrare nemmeno illusioni. L'odore di femmina umana divenne più delicato ma presente, spandendosi nell'aria e danzando con l'incenso che continuava a scivolare giù dai suoi bruciatori metallici. Ma ad esso si aggiunse qualcos'altro. Il naturale odore di sangue che ogni umano porta con sé. Quello della donna divenne lievemente più forte attraverso la sua pelle, solo una vaga traccia, come se fosse stato il vampiro stesso a prestare più attenzione a quel particolare.

    La donna era a piena conoscenza di che cosa fosse ciò che ora teneva tra le sue braccia, con il petto nudo premuto contro la sua schiena avvolta da abiti moderni. Ne aveva affrontati numerosi della sua stirpe, e come aveva detto lui stesso, aveva distrutto le sue trame e le sue opere. Lo conosceva bene, ed il fatto di essere stata riconosciuta le provocò un vago senso di ilarità. Conosceva le brame di quella creatura, e conosceva il suo modo di pensare. Le stelle malefiche si considerano inarrivabili e incomprensibili per i mortali, ma la verità è che essendo creature antiche sono restie al cambiamento, ogni loro incarnazione aveva segni chiari e riconoscibili, modi di comportarsi, vizi e routine. Potevano impiegare millenni per perdere un'abitudine, o anche solo per cambiare idea su un qualche argomento. Per questo gli umani alla fine erano giunti a capirli, e la donna recava con sé stralci di quegli studi, di quelle analisi, di tutte quelle cronache che intrecciavano l'esistenza di quelle creature con quella umana. Gli spectre erano creature antiche, certo, ma gli umani vivevano puntando al proprio lascito per chi sarebbe giunto dopo.

    La donna avvicinò le labbra piene e carnose all'orecchio del vampiro, sfiorandolo e lasciando che una calda esalazione silenziosa scivolasse su di esso. Respiro caldo, l'alito della vita, di chi ha così tanto che scorre dentro di sé. Una lievissima spinta telecinetica dall'interno del proprio sterno accentuò il battito del suo cuore contro la schiena di Vampiro. Tanti piccoli dettagli in così poco tempo, vaghi suggerimenti di ciò che avrebbe potuto ottenere aprendo in due il corpo della donna e suggendone i liquidi vitali.

    Le tre bestie dell'inferno raccolsero le gambe al petto, spingendosi contro lo schienale del letto volendo inconsciamente allontanarsi dalla presenza di quella creatura. Al contrario della loro maestra, loro tre si dimostrarono infastidite dalla sua presenza invasiva e dal suo cosmo. Stavano ancora abituandosi ai concetti della massa infernale e vedersi piombare uno degli spectre maggiori delle guerre dentro quello che doveva essere il loro nido le turbò. Servì loro per ricordare come tutto ora fosse differente, come volenti o nolenti per giudizio esterno e nel loro voler seguire la donna erano divenute parte della massa infernale. Povere bambine, pensò lei. Strinse un poco di più le braccia attorno al collo di Vampiro perché potesse sentire di più il suo calore vitale.

    Oh, tesoro. - Cominciò, scivolando con la sua parlata nella lingua sumera. Molte conoscenze erano richieste a e aspettate da chi pensava di poter aspirare alla carica di Gran Sacerdote. La sapienza in numerose lingue morte era il minore di questi aspetti. Fino a quel momento la donna non aveva espanso il proprio potere di giudizio sullo spectre, lo stava toccando solo col suo corpo e con le sue mani, come una semplice e piccola umana. Nonostante sovrastasse la forma assunta dal vampiro in quel momento con la sua altezza, ovvio.

    Capisco che sei una creatura curiosa di ogni piccola cosa e ogni ninnolo che passa sotto il tuo sguardo, ma non ho piacere nel sapere che girovaghi per la mia nuova dimora. Devo ancora terminare di esplorarla io stessa. - Si mosse un poco, aggiustando la sua posizione e appurandosi che il suo florido seno fosse un poco più premuto contro di lui. Le labbra si avvicinarono ancora un poco al suo orecchio. Tu-tum. Un cuore umano ha un suono e una vibrazione così riconoscibile, un suono che ognuno impara inconsciamente nel ventre materno. Eppure era un suono che il Vampiro aveva scoperto e imparato nel corpo dei membri della specie della donna. Il battito della donna era lento, rilassato, intento a spingere la linfa vitale del suo bel corpo in soavi ondate arteriose, che andavano a schiantarsi dolcemente contro la lentezza del flusso venoso che costantemente lottava contro la gravità nelle sue lunghe gambe per tornare nuovamente al cuore. Un ciclo infinito. Quello della donna era di sicuro un corpo creato e sostenuto dalla massa infernale, e innumerevoli anime pure erano state consumate nel fuoco della forgia per farla rinascere, ma era indubbiamente un corpo umano. Anzi, forse quel discostarsi dalla purezza umana avrebbe potuto dare un sapore diverso a ogni cosa.

    Perché invece non resti qui un altro po'?- Continuò, la sua voce si abbassò in tono, diventando più suadente. - Potrei rovinare nuovamente il tuo sultanato...per gioco, che ne dici? - La donna si scostò un poco, fluendo in un unico movimento che la portò ad avvicinarsi all'altro orecchio di Vampiro. - Potresti lasciare che io giochi un altro poco con te. Magari questa volta vincerai tu.

    Ridacchiò piano, di gola.
    Ma forse ti starai chiedendo "chi si crede di essere questa piccola umana, per trattarmi come un giocattolo?". Se non ti senti offeso da ciò, forse ti senti sminuito da chi per te non è che un grano di sabbia nello scorrere della clessidra. - Ci fu un altro cambiamento di tono nella voce della donna, che divenne più lieve e dolce, quasi accomodante. - Ma potrebbe farsi strada in te un altro pensiero? E se la lasciassi fare? Solo per questa volta, solo per gioco? . - L'odore di sangue si fece più forte, ma così lieve, oh così dolce. Forse era l'incenso stesso a contenere tracce metalliche? Forse le percezioni del vampiro erano confuse da innumerevoli fattori.

    "Dopotutto questa umana è solo una di quei traditori, vanno e vengono come mosche in una ragnatela, in attesa di essere distrutti e ricreati dalle nostre necessità. Potrei divorarla qui e ora e rivederla tra poco, ma non cambierebbe nulla, in fondo, se le dessi l'illusione del controllo, no?"



    Il suo corpo era così caldo e vivo, come non ce n'era nella massa infernale.

    6czafgH





    MgG1zA9

    LIBRAVI | spectre | blu
    fisicamente |
    Glamour |
    status surplice |

    riassunto azioni |

    abilità
    知觉律者 (Zhījué Lǜzhě) - Sovereign of sentience
    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido




     
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    Titani e Giganti
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    Ad Enmeshar servì un quantitativo di autocontrollo che non credeva di possedere per forzarsi a non tentare di sventrare la Risorta nell'esatto momento in cui poggiò le mani sul suo corpo.
    Non perché le volesse male o avesse qualche desiderio di farla soffrire, o perché si sentisse offeso in qualche modo dalla confidenza che stava prendendo, nulla di tutto questo; era semplicemente una questione di istinto. Il fatto che qualcuno, chiunque, potesse toccarlo senza che egli stesso avesse prima esplicitamente acconsentito all'atto era nella sua mente, per fare un paragone con cose mortali, equivalente alla puntura di un insetto. Una cosa fastidiosa, sgradevole perfino, che reclama immediata vendetta sull'incauta creatura che ha avuto l'ardire: come un umano ha l'istinto di schiacciare il fastidioso dittero, lui provò e represse l'impulso di lasciarsi andare ad atti che avrebbero potuto compromettere rapporti tra alleati in maniera inutilmente grave.
    Si irrigidì nella frazione di femtosecondo in cui questi questi pensieri lo attraversarono, ogni singolo fascio muscolare teso nell'istintiva preparazione ad attaccare, ma ben presto altre sensazioni lo colsero: odori improvvisamente più marcati, il leggero contatto col respiro della donna e il suono suadente della sua voce, cose che... non aveva avvertito prima? No, impossibile, quell'odore era inconfondibile per lui, lo conosceva in ogni sua forma e sfumatura, quando si trattava di sangue non esisteva nessuno più esperto del Vampiro. Se non le aveva avvertite voleva dire che non c'erano, e se adesso c'erano e prima no, considerando anche le cose che la Spectre stava sussurrandogli, significava che c'erano implicazioni inaspettate alla situazione; inaspettate, ma non sgradite. Potevano essere la sintesi della sua visita finora, quelle quattro parole
    Si rilassò, socchiudendo gli occhi e premendosi un po' di più contro la morbidezza che sentiva poggiata sulla schiena, concedendosi una leggera e bassa risatina, conclusa da un lieve sospiro compiaciuto.

    Permise a quelle sensazioni di attecchire, di sortire il loro effetto, assaporò l'anticipazione che esse gli facevano sperimentare come se si trattasse della più dolce delle bevande. Un sorso alla volta, un respiro alla volta, un sussurro alla volta, un invito alla volta.
    Il ricordo dei piaceri della carne non era perso in lui, anticamente considerava la cosa come una pratica disgustosa e aberrante ma col tempo aveva imparato ad apprezzarne i lati più piacevoli, e ad oggi erano uno dei suoi intrattenimenti preferiti. Era anche divertente il fatto che la donna stessa intendesse non solo sedurlo, ma addirittura reclamare una posizione di dominanza in quel momento con Enmeshar: assolutamente, incredibilmente, divertente.
    Che qualcuno potesse farlo era fuori da ogni suo pensiero, ancor di più che un umano potesse anche solo concepire una cosa del genere, che proprio lei lo facesse era ancora più intrigante di quel carinissimo tentativo di interpretare i suoi pensieri. Adorò ogni momento, ogni parola che, per quanto inesatta, nella sua mente contorta dimostrava quanto la donna fosse caduta in basso, lontana dall'ideale di salvifica e pura perfezione degli odiati Saint.
    Lentamente si girò tra le sue braccia, il suo copricapo scartato con un gesto annoiato della sinistra e buttato da qualche parte della sua stanza, lasciando che corte ciocche di capelli corvini gli cingessero il viso. Non aveva perso la nota maliziosa nel sorriso, non si curò di nascondere il rossore che gli stava colorando lievemente guance altrimenti pallide, né il baluginio di predatoria eccitazione che brillò negli occhi.
    La differenza d'altezza tra i due era tale che il volto del Vampiro era a distanza di un respiro dalla morbida pressione che aveva avvertito prima contro la sua schiena, la fonte della quale ora era direttamente sotto i suoi occhi. Vi soffermò lo sguardo, quasi saggiando e apprezzando quella piena fermezza e calore prima di muoversi in avanti.

    E tu?
    Non di troppo, neanche un passo, giusto quel tanto che bastava per poter beneficiare della pienezza di quell'abbraccio. Sollevò lo sguardo verso l'alto, occhi rossi fissi in occhi rossi, vestiti sfregati contro pelle nuda, le braccia della donna lambivano il suo collo, il calore della pelle e della blasfema vita che gli cingeva il mento, e la consistenza del corpo della donna lambito sotto i suoi polpastrelli: un insieme di sensazioni che non fece altro che esacerbare un desiderio totalmente diverso da quello che aveva avvertito all'inizio di questo contatto, ma non meno bruciante. Carezzò i suoi fianchi distrattamente, con la punta delle dita, prima di prendere a vagare curiosamente in svariate direzioni, carezze di una dolcezza che stonava con l'inerente senso di sbagliato che proveniva da lui.
    Fai questo perché non c'è più nessuno a dirti altrimenti?
    Si aggiustò un po' meglio nella dolce stretta della Risorta, in maniera appena più comoda per entrambi, mentre ancora continuava ad esplorare quel corpo e quasi a meravigliarsi di quella perfezione anatomica. Beh, per standard umani ovviamente, ma era di un aspetto e consistenza tale da incontrare la pienezza dei suoi gusti in quel particolare momento.
    Perché non ti aspetta nessun castigo per questo peccato?
    La sua voce fu un sussurro di pura sensualità, bassa e vibrante, che echeggiò contro la carne sulla quale aveva riposto il viso. Una nuova nota di divertimento gli marcò la voce, un pensiero così simpatico che fermò le sue mani per un istante, giusto il tempo di continuare con un'altra frase.
    Perché... gradisci l'idea di fare di me quel che desideri?
    Le dita ripresero a vagare, a tastare, accarezzare, in maniera leggermente più marcata. Permise a un altro sospiro a denti stretti di sfuggirgli, stavolta carico di malcelato bisogno.

    Semplicemente perché puoi?
    Ridacchiò di nuovo, maliziosamente, scuotendo lievemente il capo. Forse stava sbagliando su tutta la linea, forse aveva colto nel segno, non era importante a conti fatti; anche lei, dopotutto, aveva provato a dare voce agli eventuali processi cognitivi del Vampiro, era solo giusto che anche lui provasse a fare lo stesso. La sinistra prese a lavorare per sciogliere il nodo della cravatta bianca che aveva al collo, dopo che la sua giacca nera fu lasciata libera di scivolare al suolo; avrebbe potuto rimuovere i suoi indumenti con una serie di rapide e precise lame dimensionali, ma disprezzava l'idea di danneggiare cose che gli appartenevano. E poi gli piaceva, e molto, la fattura.
    Non importa, non importa. Dopotutto, mia cara, hai già la mia attenzione.
    Rivolse, per un momento, le sue percezioni sulle tre donne nella stanza, il loro disagio al suo cospetto era palpabile. Fu quasi tentato di rivolgersi direttamente a loro, ma desistette: appartenevano alla padrona di casa, era sua responsabilità impiegarle in maniera produttiva, non del Vampiro.
    Rivolse alla Spectre uno sguardo che era a metà tra l'invito e la sfida, il segno che Enmeshar aveva avuto abbastanza di attendere. Si era fatto grandi aspettative sull'abilità della donna di prendere le redini della situazione, l'aveva neanche troppo occultamente richiesto, sarebbe stato estremamente deluso se queste fossero state disattese.

    Dunque?



    nome | Enmeshar
    energia | Nera
    surplice | Vampiro (VII)
    casta | Spectre
    fisicamente |
    mentalmente |
    riassunto azioni |
    crpN2DL
    KUAN
    Enmeshar è detentore di un potere estremamente particolare, derivato dalla sua antica natura, che gli consente di manipolare il tessuto spaziale in una maniera molto poco convenzionale: dove altri manipolano attentamente le dimensioni, il Vampiro le squarcia senza alcuna cura con semplici movimenti degli arti, generando delle fenditure spaziali che possono essere usate in un'infinità di modi.
    Uno dei utilizzi è puramente di trasporto, collegando lo squarcio iniziale con un secondo punto nello spazio, che sia o meno nella stessa dimensione del Vampiro, generando un'apertura capace di trasportare persone, oggetti e perfino Cosmo; questo permette ad Enmeshar di muoversi come se si stesse teletrasportando, semplicemente saltando da uno squarcio ad un altro, cosa che gli concede di effettuare uno spostamento capace di evitare completamente un attacco (monouso a duello). Alternativamente tali squarci possono essere usati con scopi tattici difensivamente, cercando di fare in modo che attacchi nemici vengano ingolfati da essi, sebbene ciò è sempre subordinato al divario di potenza in questione, o anche strategicamente, spostando persone o anche intere sezioni di materia che sono stati raggiunti dalle fenditure, o persino facendo passare i propri attacchi in esse. La massima applicazione di questo potere è il controllo sulla devastante Crimson Cross ☼.
    Tuttavia, l'uso più tremendo dei suoi artigli è quello direttamente offensivo, sebbene il principio di funzionamento sia lo stesso. Una volta creata una fenditura nel tessuto spaziale, Enmeshar potrà utilizzarla come una vera e propria lama dimensionale capace di separare la materia attraversata con precisione assoluta; tali squarci possono essere portati con movimenti dei suoi arti oppure proiettati verso il bersaglio, ma il risultato sarà sempre il medesimo. Anche in questo utilizzo le fenditure conservano una funzione di trasporto, risultando estensioni fisiche del corpo del Vampiro, e non bisogna mai dimenticare che il loro scopo non è l'atto di tagliare o mutilare in sé e per sé: il loro obiettivo è di bere e saziare così il loro padrone. Le lame assorbiranno così il sangue versato del bersaglio, che subirà perdite di energia vitale e Cosmo come se lo Spectre sia entrato in diretto contatto con lui, trasportandolo dunque nel corpo di Enmeshar.
    Questi poteri, nonostante la loro forza, non gli danno il fine controllo sulle dimensioni posseduto da chi ha poteri appositi, sebbene gli Artigli possano interagire con altre abilità similari, contrastandole.
    Poteri minori proveniente dal suo retaggio divino includono il poter volare nello spazio e far fluttuare oggetti, entrambe capacità generate "graffiando" con maestria il tessuto spaziotemporale con i suoi artigli e traslando la materia attraverso di esso.


    ENMESHARRA
    Enmeshar, che un tempo era cosi disgustato dalla Realtà materiale e da tutti i suoi abitanti da cercare di distruggere ogni cosa, fu maledetto in una maniera terrificante: essere costretto a ricorrere alle creature che egli stesso disprezzava più di tutto per sostentarsi. Era, invero, un umiliazione totale e assoluta, ma che ha dato origine ad un risvolto totalmente inaspettato; il fatto che, ad un certo punto, ha iniziato a trovare la cosa estremamente divertente.
    Il Primo Vampiro può, con un semplice tocco, assorbire il sangue delle sue vittime, in maniera assolutamente indolore. Enmeshar sarà capace di privare il nemico di essenza vitale e, cosa più importante, di Cosmo stesso. Essendo che il sangue è il metodo principale di trasmissione cosmica in un corpo, il suo assorbimento porterà ad un aumento progressivo di stanchezza e spossatezza nel nemico. Compiere movimenti di qualsiasi sorta e fare ricorso al proprio Cosmo risulterà sempre più difficile man mano che il nutrimento di Enmeshar continua, finché anche fare un passo sarà quasi impossibile, diventando facili banchetti per lo Spectre, poiché l'energia vitale e il Cosmo persi in tale modo non possono essere in alcun modo recuperati nel corso dello stesso combattimento. Tuttavia, la capacità più importante della maledizione è il legame sempre presente con gli artigli del Vampiro, permettendogli di richiamare il Crimson Destroyer ☀.
    Oltre a questo, la progressiva perdita di sangue nel nemico porterà ipovolemia, causando mal di testa, fatica diffusa, vertigini, severi abbassamenti di pressione, pallore, tutti sintomi che non faranno altro che peggiorare man mano che il banchetto continua.
    Nemmeno nel caso in cui non si possiede sangue si è al sicuro, il Vampiro è altrettanto capace di divorare energia vitale e Cosmo grezzo al suo posto.
    La vera capacità di questo potere è una potenzialità più unica che rara, sviluppata dopo eoni di pratica e infiniti banchetti, che consente ad Enmeshar di sintetizzare l'essenza vitale del sangue immagazzinato nel suo corpo affinché né tragga non solo sostentamento per sopravvivere, ma anche nuove energie. Ogni volta che assorbe con successo il sangue della propria vittima, egli rigenererà parte della propria salute e del proprio Cosmo. [Bonus da Energia Nera]


    WUSSURU
    l'abilità meno appariscente, ma indubbiamente più infida, a disposizione di Enmeshar è quella di esercitare la propria volontà in una maniera così marcata da sovrapporsi a quella degli altri. Una volta che il nemico sarà stato raggiunto da questa insidiosa applicazione psionica, avverrà una vera e propria manipolazione d'intenti. Coloro che non possiedono Cosmo non avranno altra scelta che piegarsi al suo volere, diventando poco più che automi al servizio del Vampiro, mentre, per coloro che possono contrastarlo in battaglia, l'efficacia di questo potere è sempre subordinata alla differenza in potenziale cosmico e alla presenza o meno di difese mentali.
    Semplicemente concentrandosi egli potrà infondere nel suo bersaglio emozioni fasulle e fittizie, far provare terrore o gioia o qualsiasi cosa concepisca per il suo puro e semplice diletto, oppure sarà in grado di controllare come il nemico agisce in maniera estremamente diretta tramite attenta manipolazione dei loro pensieri. Fermare attacchi, rivolgerli contro alleati, persino compiere azioni autolesive con la piena convinzione di essere in totale controllo delle proprie facoltà sono solo alcune delle infinite possibilità a sua disposizione, possibilità limitate solo dalla sua perversa fantasia. Dopotutto, poche cose sono più soddisfacenti di convincere una preda a offrirsi da sola sul piatto.
    E, se approcci più sottili e nascosti dovessero rivelarsi inefficienti, Enmeshar dispone sempre dell'opzione di sovraccaricare i processi neurologici del suo bersaglio, danneggiandone la mente in maniere potenzialmente irreparabili e difficilmente contrastabili.
    Inoltre, più il Vampiro si nutre del sangue del proprio nemico e più questo faticherà a resistere la sua maligna volontà, fino al punto in cui non vorrà più neanche opporvisi.


    ABI GALLU
    Enmeshar è il primo dei Vampiri, colui il quale ha dato origine ad una stirpe tanto numerosa quanto maligna, lasciando all'universo l'eredità di una maledizione che non ha esitato a diffondere senza preoccuparsi delle conseguenze. Non tutti i suoi figli lo servono, molti sono anche diventati suoi rivali, ma il singolo fatto di essere il Dio antenato di tutti i vampiri gli conferisce un'autorità che non è puramente simbolica. La maledizione inflittagli scorre nell'essenza più profonda del primo Vampiro, una maledizione che lui ha trasformato in una fonte di intrattenimento malato per lo scempio che arreca all'odiata creazione.
    Egli è, infatti, l'origine di tutti i miti e le capacità comunemente attribuite alle creature della notte.
    Enmeshar può ideare tecniche che gli consentono di fare ricorso ad abilità apposite possedute dai Vampiri.


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    Il sorriso della donna si allargò appena, quando le mani del vampiro cominciarono a scorrere sul suo corpo. Ne sentì ogni singolo istante, ogni millimetro di quei polpastrelli a contatto con la sua pelle. Ogni microscopico contatto fu una scarica rovente che attraversò il corpo e la mente della donna. Rovente, ma allo stesso tempo gelida, pregna di ogni stilla di sbagliato che l'esistenza di una creatura come Vampiro poteva generare in un essere vivente. E lei, sapiente nelle scienze del cosmo, poteva assaporare in pieno quell'orrore che sgorgava dalla creatura. Il contatto così vicino, così intimo con la creatura fu completamente volontario e cercato della donna, animata da intenzioni precise e complesse, ma allo stesso tempo incredibilmente semplici. Era un dato di fatto. Nonostante Vampiro fosse una creatura proveniente da oltre le stelle e il tempo, per agire e elargire crudeltà in questo universo era per forza di cose vincolato alle leggi della carne e del sangue. E la donna aveva pizzicato le corde di quella melodia con fare distratto, qualche nota in successione, un breve motivetto di parole e tocchi.
    Così Vampiro era già finito tra le sue braccia. Era un gioco così semplice da rendere naturale il rimuginarci sopra, da una prospettiva esterna.

    Lei aveva manifestato intenzione di mettere un guinzaglio alla creatura, ed essa glielo lasciò fare, pensando di essere chi imbriglia l'altro in primo luogo permettendolo. Ed il tutto sarebbe semplicemente finito nella sollecitazione della loro carne. Non vi era nulla da guadagnare da quell'incontro, almeno in apparenza. Le tre ragazze osservarono la scena dall'esterno, confuse, ma meno spaventate. La donna sembrava perfettamente in controllo di se stessa e della situazione, sapeva che cosa stesse facendo, in un modo o nell'altro. Questo bastò a rimettere a loro agio le tre che la donna chiamava le sue bambine, e che sul loro corpo portavano ancora tracce delle sue carezze e del suo profumo. La loro posa si rilassò. Lupo incrociò le gambe mentre Lince recuperò con pigrizia la pipa metallica che la donna aveva tenuto alle labbra fino a quel momento. Leone minore invece incrociò le braccia, curiosa di vedere come si sarebbe sviluppata la cosa.

    Ohoh~ - La donna ridacchiò di gola, continuando a tenere a sé Vampiro, il cui respiro rotolava sul suo florido petto in folate calde e ritmiche. In ciò poteva sentire sulla propria pelle come esso stesse accelerando nell'eccitazione che stava diffondendosi nel corpo della stella maligna. Ogni tocco sul corpo della donna veniva percepito allo stesso tempo come velluto e come gelido acido. Una parte di lei stava accogliendo la stranezza di ciò, il tocco di un maschio a cui aveva dato consenso implicito di farlo, ma ciò che rimaneva di umano in lei a livello concettuale gridava e strepitava. Un meccanismo intrinseco della sua psiche che giudicava alieno e orripilante qualunque cosa si nascondesse sotto quella maschera pallida e dagli occhi rossi. La donna decise che questo infinito orrore, che riverberava nel suo comprendere il cosmo meglio di altri, fosse parte dell'esperienza. Quel sapore amaro di particolari alimenti che disgustano inizialmente poi diventano un gusto acquisito e ricercato.

    Le braccia della donna lasciarono andare il corpo umano di Vampiro, mentre la sua mano destra salì al volto, reggendo il mento nell'incavo tra pollice e indice. Si chinò un poco in modo da avvicinare i loro volti. - Ma certo che non importa, tesoro. Nulla di quello che posso fare ha importanza o porta risultato in un qualsiasi modo. Perché lo faccio? - Si avvicinò ulteriormente, abbassandosi al punto da sfiorare il suo orecchio con il labbro. - Forse me lo strapperai un giorno tra i sospiri e i gemiti, chissà? Ciò dipende da che tu faccia il bravo o meno. - Pura in vita, era pur sempre una donna con centinaia e centinaia di vite guidate e decise dalle sue parole. La maestria nella carne non le era sconosciuta nonostante fosse un fenomeno remoto per lei, e quella delle parole era sua quanto lo era quella del cosmo.

    L'altra mano gli accarezzò la gola, seguendo la linea invisibile dell'arteria nascosta sotto la pelle, scendendo fino al colletto del suo strano abito moderno. Una lieve linea di potere mentale scese seguendo quel percorso ed ognuno dei bottoni si slacciò. La fibbia della cintura scivolò via dalla propria sede e i pantaloni caddero con un lieve fruscio. Ma assieme ad esso un altro suono. Lievissimo, quasi impercettibile, nascosto nel movimento silenzioso dell'aria pesante e carica di aromi. La mano destra si allontanò dal mento di Vampiro. Un movimento circolare del polso, le dita della mano si strinsero, come se avesse arrotolato qualcosa attorno ad essa prima di strattonare verso l'alto. Lo stridere del metallo riempì ogni cosa, echeggiando nella stanza. Le fiamme di torce che non c'erano fino a quel momento tremolarono mentre l'odore di leghe aliene riempì l'aria. Catene rosse come il vino erano apparse attorno ai polsi e alle caviglie di Vampiro. Un continuo susseguirsi di tintinnare e sferragliare mentre spire e spire di metallo inondarono le pareti e il soffitto in complicati intrecci. Lo sollevarono da terra, nascendo e scomparendo in quella selva di anelli. Ognuna delle sue armi era capace di fornirle grandi lunghezze di metallo, e lei era sempre stata creativa nello sfruttare questa particolarità.

    Le catene attorno agli arti di Vampiro erano strette, abbastanza da mordere, ma non abbastanza da lacerare. Un continuo e feroce sferragliare manipolò la posizione di Vampiro, portandolo supino, infliggendogli una lieve trazione per costringerlo alla massima estensione. E la donna riapparve lì, su di una delle catene che tiravano la gamba, senza gravarci con un qualche peso. Le catene nemmeno oscillarono quando si acquattò su di essa, appoggiata solamente con le dita di mani e piedi. Più che stare in equilibrio sulla catena stava accarezzandola coi polpastrelli, avanzando appena in movimenti fluidi. La donna era perfettamente consapevole del fatto che Vampiro fosse abbastanza potente da frantumare il metallo della sua armatura, ma anche questo pensiero faceva parte del gioco.
    Avrebbe sopportato il dolce supplizio che la donna stava per rovesciare su di lui, qualunque esso fosse, o si sarebbe tirato indietro, incapace di trattenere la sua forza ed il suo orgoglio?

    La donna avanzò ancora, appoggiando la punta delle dita con solo il lievissimo peso necessario ad essere percepito sulla gamba dello spectre. Ma nel complesso il suo corpo non gravava più di un sospiro sulla sua pelle.

    Perché lo faccio hai chiesto...
    - Cominciò, sul suo volto uno strano sorriso.

    In questa nuova e scellerata realtà, sono incappata in una frase nascosta nei nuovi e barbari linguaggi. Una frase abusata, ho notato, ma che risuona particolarmente nel mio animo e nella mia nuova esistenza. - Una breve pausa, mentre la mano della donna si avvicinava al petto di Vampiro.

    Mi sono svegliata
    e ho scelto la violenza




    MgG1zA9

    LIBRAVI | spectre | blu
    fisicamente |
    Glamour |
    status surplice |

    riassunto azioni |

    abilità
    知觉律者 (Zhījué Lǜzhě) - Sovereign of sentience
    Attraverso incredibili addestramenti e mediante strane e antiche filosofie, Libra è in grado di manipolare la materia fisica che la circonda estroflettendo la propria mente verso l'esterno. Con tale capacità può attaccare e difendere in svariati modi limitati solo dalla sua attuale precisione e dalla sua fantasia. Può per esempio stritolare e sbriciolare la materia, infondere detriti di energia cosmica e scagliarli alla massima forza e velocitò di cui è capace, oppure portare questo potere direttamente sulle proprie vittime per torcere, spezzare e torturare in infiniti modi. In ambito difensivo può erigere barriere o deviare attacchi; se il divario energetico lo permette può persino rispedirli indietro seguendo il funzionamento dei bouncer. Questa emanazione mentale può essere rivolta anche verso la struttura stessa dell'esistenza. Con estrema abilità Libra è in grado di traslare la materia attraverso le realtà, armonizzandone la vibrazione dimensionale in modo adeguato da poterne traslare la posizione nelle coordinate della realtà. Questo le permette di teletrasportarsi liberamente all'interno della struttura dell'universo con estrema facilità e precisione, godendo così di assoluta mobilità nel campo di battaglia o nei semplici spostamenti. Una volta sola per duello Libra è perfino in grado di effettuare tale azione con tale tempismo e precisione da poter evitare completamente un attacco avversario, spostandosi in un altro punto del campo di battaglia o direttamente in un'altra dimensione. Tuttavia questa capacità si estende ad ogni aspetto della realtà materiale, includendo gli attacchi di Libra, oggetti e soggetti consenzienti o meno. Se aggrediti dal potere di Libra, anche i suoi avversari possono venire teletrasportati contro la loro volontà.

    Libra può impiegare il suo potere mentale anche in altro modo. La materia psichica emessa dal suo cosmo è in grado di generare miraggi e illusioni incredibilmente potenti che sono indipendenti dalle menti delle vittime che vi assistono, dato che piuttosto che manipolarle direttamente vengono percepite esternamente dai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Ognuno di questi sensi è influenzabile dalle illusioni di Libra, che si dimostra crudele e fantasiosa maestra nell'adoperarle. Il profumo del pane appena sfornato, il suo sapore, la sensazione di ferri roventi conficcati nelle articolazioni e il tocco sensuale di una persona amata. Ogni cosa è replicabile in questo mondo di falsità. Non interagendo direttamente col sistema nervoso della vittima, sollecitazioni come il dolore o altro non portano veri danni ad esso, la sensazione viene comunque provata e sofferta anche se non è un vero attacco. La maestria di Libra delle sue energie mentali le permette poi di addensarle in una sostanza effimera e malleabile chiamata psicoplasma. Tale sostanza, che nello stato naturale somiglia a vetro, è troppo fragile per essere utilizzata offensivamente ma permette a Libra di dare solidità e ulteriore validità alle sue illusioni, creando impalcature tangibili su cui intessere i propri inganni e su cui convogliare la propria essenza cosmica per plasmarla in modo adeguato generando così pseudocostrutti.

    魔神的柱 (Móshéndezhù) - Demon god's Pillar
    Quando era in vita, Libra era il giudice supremo tra i cavalieri devoti ad Atena. Impareggiabile nel suo senso di giustizia e nella saggezza con cui la dispensava, Libra era tutto ciò che ci si poteva aspettare da un custode dell'armatura della bilancia. Ogni cosa ormai è perduta, ma non i poteri con cui Libra esercitava il suo ruolo nelle dodici case. Da sempre il cavaliere della bilancia è maestro delle fluttuazioni del Micro e del Macrocosmo, manipolandole con intenti e risultati peculiari.
    Con il semplice contatto del suo cosmo, Libra può accedere a quello della vittima raggiungendo così la sua natura più intima e segreta. Ogni creatura vivente diventa un libro aperto, di cui può sfogliare le pagine dell'animo profondo. Può conoscerne i pensieri, lo stato d'animo e può osservare il suo passato nella sua interezza in modo da poterlo giudicare in modo completo e assoluto. Persino eventi appannati o cancellati dal tempo e dagli eventi possono essere recuperati poiché nulla si può nascondere alla vista un tempo sacra di Libra. Tuttavia questo è solo l'utilizzo più basico di questo tremendo potere.

    La scienza e la conoscenza cosmica di Libra sono tanto vaste da poter controllare il proprio micro e macrocosmo in modo da sintonizzarlo con quelli con cui viene a contatto. Nel caso il cosmo in questione sia di qualcuno considerato momentaneamente alleato da Libra, può utilizzare questa armonizzazione di cosmi per accompagnarne la manifestazione e incrementarla. In questo modo manipolando le fiamme segrete dell'animo altrui può diminuire lo sforzo con cui gli individui possono manifestare le loro energie, oppure incrementarne il risultato finale. In questo ambito, può concedere l'attributo straordinario ad attacchi o difese alleate. Questa armonia può essere raggiunta forzatamente anche con energie avversarie, ma con scopo ovviamente diverso. Può indebolire la manifestazione esterna di attacchi cosmici e mentali avversari, accompagnandola nell'esistenza e sfaldando le correnti energetiche che la compongono prima che raggiungano Libra o i suoi alleati, indebolendone l'efficacia finale in modo inverso a quello che si ottiene con attacchi alleati. Questa armonia può essere raggiunta anche con effetti già in corso, sfaldandone dall'interno il legame con il cosmo del loro creatore. Veleni, malattie, sigilli, afflizioni mentali spirituali. Ogni tipo di piaga che può essere scatenata dall'avversario può essere arrestata e troncata nel suo percorso. Gli effetti già subiti fino a quel momento ovviamente permangono, ma la conoscenza di libra permette di interromperne la propagazione e l'accumulo nei corpi, menti e anime di chi è degno di queste antiche conoscenze.

    Paradossalmente, in un sistema completo ed equilibrato, dove esiste l'armonia esiste anche la disarmonia. Generando un fenomeno opposto alla risonanza cosmica, Libra può rendere i flussi interni del suo cosmo incredibilmente caotici in modo da rendere l'armonia con l'esistenza semplicemente impossibile. Libra chiama questo fenomeno Discordia. La discordia è energia cosmica rovente e distruttiva, famelica e terrificante, che consuma qualunque cosa con cui viene a contatto. La realtà stessa viene distrutta e annichilita sotto la discordia, che si propaga con crescente velocità provocando reazioni a catena in ciò che divora. Più lungo è il tempo di contatto, più rapidamente ogni cosa viene disintegrata. Nel caso di creature viventi, questa disarmonia cosmica penetra nel profondo del loro esistere, creando un atroce dolore nelle zone che vengono scomposte fino alla disintegrazione. Essere colpiti dalla discordia è una tortura orribile e inumana. Ogni attacco che viene sferrato utilizzando la discordia acquisisce l'attributo distruttivo, permettendo a Libra di colpire con terrificante violenza con il minimo sforzo. All'aspetto la discordia ricorda delle fiamme di colore sanguigno che ruggiscono cupamente mentre si diffondono sulla materia generando un calore torrido




     
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