[Trama] Inferno di Luce

Gaz per Isa

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    gelion isa {???} ???inferno di luce8
    Gelion ascoltava Loki con un'attenzione che rasentava l'ossessione. Ogni minima espressione, ogni sottile gesto, ogni ondeggiare era una danza di segreti che spiravano saggezza e potere. Era la natura del dio, la sua essenza avvolta in mistero e grandezza, che echeggiava nelle profondità di ogni racconto mai raccontato. Anche in Loki, nella sua astuzia, brillava un sapere che sovrastava l'ordinario, un sapere che sfidava la comprensione umana per la sua portata divina.

    Tuttavia, Gelion rimaneva in silenzio. Ascoltava. Osservava il terreno mutarsi sotto di loro in un mare di rune dorate, con Isa, solitaria nel suo fulgore, al centro di quel cosmo in miniatura. Ignorava le complesse dissertazioni su come Isa si legasse ai ghiacci di Niflheimr, o il legame con Ymir. A Gelion bastava sapere il necessario: doveva immergere la propria anima nel regno dei morti, doveva scoprire il segreto più oscuro legato a quella runa, la stessa che aveva quasi spodestato Odino.

    Per un osservatore esterno sarebbe sembrato un martedì qualsiasi, e forse in un'altra realtà, un altro Gelion avrebbe sorriso all'idea. Ma in quel momento, in quel preciso istante della sua esistenza, si trovava di fronte a una sfida inedita. Senza proferire parola, si chinò, posò la mano sulla runa dorata e vi riversò dentro tutto sé stesso: la sua energia, i suoi pensieri, la sua essenza. Un gelo penetrante lo invase, la mano iniziava a congelarsi al contatto con la runa, ma lui non si ritrasse, non interruppe il legame. Fortificato da secoli di studi, si spinse ancora più a fondo, seguendo la corrente glaciale che lo stava avvolgendo.

    Il salto tra la realtà finora conosciuta e il mondo che si schiudeva dinanzi a lui fu un abisso che scosse l'anima. Si ritrovò in una landa di ghiaccio, intervallata da strutture più antiche del tempo stesso. Qui, le anime che una volta riposavano in pace erano diventate motivo di contesa tra i lupi infernali e la corruzione. Portali si aprivano dappertutto, richiamando la memoria di quelli attraversati in Ulthuan. Tutto divenne chiaro: le anime venivano sottratte al regno di Hela, corrotte e adoperate per scopi nefasti.

    Gelion capì che, se quel mondo fosse caduto, non ci sarebbe stata speranza per alcuna realtà. Nonostante il desiderio di porre fine a quella distruzione, la sua missione era di una portata ancora maggiore. Mentre scrutava l'orizzonte, vedeva i lupi infernali combattere con rabbia contro la corruzione. Fortunatamente, di Nidhogg non vi era traccia.

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    Fu in quel momento che una mano colossale si posò sulla sua spalla. "Non fare domande, tanto non saprei risponderti. Questo è tutto merito tuo, quindi seguirò semplicemente il TUO piano. Di queste cose non ho mai capito nulla," disse l'uomo gigantesco che gli parlava. L'uomo, che si presentò come Kydar, mormorava di un piano meticolosamente organizzato. Camminarono per un tempo indefinito, mentre i portali si moltiplicavano e i lupi si scontravano senza tregua. Si fermarono solo quando Kydar annunciò, con un tono stranamente tranquillo, "Siamo arrivati."

    "Arrivati dove?" chiese Gelion.

    "Lì," rispose Kydar, indicando una stele di ghiaccio incisa di rune antiche quanto il mondo circostante.

    Gelion fermò ogni movimento per un attimo, un breve sospiro di eternità mentre gli inferi sembravano rompersi in tempeste e fuochi tutto attorno a lui. Posa la mano sul pilastro di ghiaccio, una colonna scolpita dal tempo, dall'età, e dalla pura essenza del gelo. Il freddo penetrò nel suo corpo come un ospite indesiderato, serpeggiando attraverso il suo sangue, raggiungendo la sua anima. Aveva evocato l'elemento del ghiaccio in passato, lo aveva studiato nei suoi libri polverosi, lo aveva esaminato nelle camere più segrete della torre bianca, ma nulla di ciò che aveva imparato lo aveva preparato per l'esperienza che stava vivendo ora. La sensazione fu quasi violenta nella sua invasività. Era come se il ghiaccio avesse una voce, una voce antica e saggia che sussurrava segreti che non erano mai stati scritti su pergamena o pronunciati da lingua mortale. Fu trascinato, suo malgrado, in un vortice di visioni, proiettato attraverso spazi infiniti e tempi non ancora formati, dove la realtà stessa sembrava una tela ancora da dipingere.

    Vide corpi celesti prendere forma nel vuoto, masse di materia che danzavano in un balletto cosmico sotto la direzione di antiche divinità. Dei che emergevano dalle nebbie del tempo, plasmando stelle e sistemi, tessendo la trama di tutto ciò che esiste con un disegno che sfuggiva alla comprensione mortale. E poi, l'oscurità — un'onda nera, densa e terribile, che tutto consumava e annientava, lasciando dietro di sé solo il vuoto e il silenzio. I flash delle visioni si succedevano in rapida sequenza, troppo veloci e complessi per un'intelligenza umana. Vide una mano gigantesca, la mano di un dio forse, che esercitava il suo potere con un'autorità incontestabile. Un freddo così profondo e assoluto da poter fissare la realtà, bloccare l'essenza caotica dell'universo e forzare il mondo stesso a obbedire alle regole imposte.

    Questi frammenti di realtà, di storia, di tempo e di spazio, si intrecciavano e si disperdevano come flussi di pensiero in un sogno. Erano visioni che sfidavano ogni tentativo di interpretazione o comprensione, che trasgredire ogni tentativo di analisi razionale. Erano le verità fondamentali dell'universo, nude e crude, esposte al cuore stesso di chi osava toccare il ghiaccio del pilastro. Il ghiaccio continuava a crescere, coprendo il corpo di Gelion, cristallizzandosi attorno a lui come una seconda pelle, una corazza gelida che incapsulava non solo il suo corpo fisico, ma anche il suo spirito. Ma nonostante il peso del freddo e il terrore delle visioni, Gelion non arretrò. I suoi occhi, ormai vitrei e freddi come quelli di una statua, guardavano fissi nel nulla, vedendo oltre le illusioni della realtà, scrutando il tessuto stesso dell'esistenza.

    E in quel momento supremo di comunione con il ghiaccio, con il pilastro antico, con la verità nascosta del mondo, Gelion capì che stava toccando qualcosa di più antico delle ere, più profondo dei mari, più vasto dei cieli. Una conoscenza che era il vero potere, il vero sapere, un segreto così grande da poter trasformare non solo un uomo, ma l'intero corso del destino. Con quella realizzazione, il suo corpo, ormai intriso di ghiaccio e mistero, brillò con una luce nuova, una luce che prometteva rivelazione e forse, alla fine ...

    casta Asgard
    fisicamente cerchiamo di capire cos'è sto segreto di Ymir
    mentalmente eh, insomma non è Martedì
    riassunto azioni leggi il testo!

    Ghiaccio
    Gli anni di studio e la piena comprensione della runa Isa hanno permesso a Gelion di comprendere la natura del suo cosmo. Uno degli aspetti chiave della runa è il controllo sulle energie fredde in tutte le loro manifestazioni. Gelion ha la capacità di abbassare la temperatura di qualsiasi cosa tocchi o che venga influenzata dal suo cosmo, semplicemente imponendo la sua volontà.

    Attraverso questo tipo di controllo elementale, è capace di generare correnti di aria gelida, creare sottili lame di ghiaccio, solidificare l'acqua presente nell'ambiente o semplicemente produrre ghiaccio per poi darvi forma a suo piacimento. Le applicazioni di questa potenza sono estremamente varie, includendo la creazione di potenti tornado congelanti, la formazione di impenetrabili muri di ghiaccio o lo scatenamento di esplosioni di cosmo ghiacciato.


    Stasi
    Il controllo del tempo è una componente fondamentale degli studi di Gelion e della sua comprensione della runa Isa, di cui egli è il custode. Questa abilità, sebbene complessa e difficile da padroneggiare, conferisce un potere vastissimo. A differenza di altri maestri del tempo, Gelion non può accelerare il corso degli eventi, ma eccelle nell'arte di rallentarli. Tecnicamente, grazie all'abilità "Tempo", è in grado di rallentare il flusso del tempo su aree specifiche, materia ed energia, arrivando persino a interferire con sistemi biologici e organismi microscopici. Il suo controllo è talmente avanzato da permettergli di alterare il fluire del tempo in determinati eventi, esclusi quelli che coinvolgono direttamente avversari dotati di controllo cosmico.

    A questo livello di maestria, Gelion può anche infondere nei propri attacchi il potere temporale, al fine di rallentare tutto ciò che viene toccato, con un effetto che si intensifica progressivamente. La peculiarità di Gelion sta nella sua capacità di indurre una stasi completa; tecnicamente, ogni sua azione di stasi o blocco deve essere considerata straordinaria, così come ogni sua iniziativa volta a contrastare altri manipolatori del tempo. Questa stasi totale, per l'avversario che ne subisce gli effetti, fa sembrare che Gelion si teletrasporti sul campo di battaglia. È importante notare che, se questa capacità viene impiegata per evitare un attacco, può essere utilizzata una sola volta. Dal punto di vista percettivo, Gelion è capace di vedere tutte le linee temporali di chiunque emani un'aura cosmica e può estendere questa percezione anche a intere aree.

    Va specificato che, qualora questa percezione fosse impiegata su un avversario, non permetterebbe di prevedere le sue mosse future, ma fornirebbe una conoscenza approfondita del suo passato e delle sue potenziali azioni future. In conclusione, nel contesto del gioco di ruolo (GdR), Gelion possiede l'abilità unica di riparare il tessuto temporale che sia stato danneggiato da viaggi nel tempo o paradossi.


    Tecniche




    Edited by Gaz - 25/4/2024, 22:56
     
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    Miliardi di cristalli di ghiaccio ti si parano innanzi e se ne indaghi uno, miliardi ne trovi al suo interno. Un perfetto equilibrio regge il ghiaccio eterno, un'equilibrio che trae la sua storia dall'inizio dei Tempi. Ogni versione del Multiverso aveva i suoi cristalli, leggermente diversi di versione in versione, ma tutti collegati da un disegno.

    In ogni versione, i cristalli si uniscono per tenere lontano qualcosa, qualcosa che ancora non vedi.

    Più indaghi in te stesso, più approfondisci il significato del Ghiaccio Eterno. Il desiderio di vendetta per i tuoi compagni caduti muta in saggia determinazione, la tua ansia di salvare la tua terra muta in stoica perserveranza. Più comprendi il ghiaccio, più diventi il ghiaccio.

    Poi tutti i cristalli esplodono e vedi oltre questa pioggia brillante, un oceano multicolore. In esso vedi riflessi i ricordi, tutti i tuoi ricordi. Più altro.
    Vedi infiniti te, in infinite combinazioni di destini ed è impossibile fissarne una per troppo tempo. Dopo pochi secondi, la combinazione cambia.

    Capisci immediatamente che stai osservando il tessuto del tempo e, come in uno stagno immenso, noti qualcosa di strano muoversi sotto il pelo dell'acqua.

    Senza accorgertene, metti la mano in quell'acqua per sondarne i segreti... e qualcosa afferra la tua mano.
    Neri tentacoli sorgono dal liquido, ed i suoi colori piacevoli diventano insopportabili alla tua vista.
    Sempre più tentacoli sorgono, cercano di agguantarti e di trascinarti nell'abisso.

    Capisci subito di cosa si tratta, è il Caos.
    E' il Caos ciò che il Ghiaccio Eterno separa dalla realtà, è il flusso del Tempo che ordina le Regole affinché esse impediscano al Caos di divorare il Multiverso, come altri ne ha divorati.
    La Stasi è l'estremo opposto del folle Dinamismo del Caos, dell'Entropia, del Nulla.

    Gli Dei Antichi si rifiutarono di dominare la totalità del Tempo, poiché esso è legato inestricabilmente alla Casualità. Crono riuscì a conquistarlo purgando tale elemento creando così Kairos.
    Tu devi fare lo stesso, ma non seguendo l'esempio del Dio del Tempo, no. La sfida è dentro di te, che già domini l'energia temporale con i tuoi incantesimi.
    Devi portare agli estremi il potere della Stasi... costi quel che costi.




    3Am36Fn





    Eccoci, dal controllo del Ghiaccio Eterno devi ottenere il controllo del Tempo, ma ottenendo il dominio sulla Stasi, rinunciando quindi alle possibilità di alterare il fluire del tempo.
    Descrivi il tutto come ritieni opportuno.



     
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    gelion isa {???} ???inferno di luce9
    In quell'istante carico di rivelazione, Gelion sentì il peso delle ere cadere su di lui con una forza inaudita. Per anni, anzi, secoli, aveva indagato i misteri dell'esistenza, avvolto nelle pagine ingiallite di libri antichi, tra polverosi scaffali di biblioteche dimenticate. La magia era stata il suo pane quotidiano, le formule arcane i suoi respiri silenziosi. Eppure, nessuna preparazione avrebbe potuto equipararlo alla magnitudine del segreto che ora si dispiegava davanti ai suoi occhi: il segreto del ghiaccio eterno.

    Questo mistero antico quanto il tempo stesso si manifestava ora come un balletto di cristalli di ghiaccio, ciascuno scolpito in forme assolutamente perfette e uniche, come fossero gemme divine disegnate dal destino. Ogni singolo cristallo era un universo a sé, un frammento di realtà che rifletteva infinite dimensioni, tessendo insieme passato, presente e futuro in una danza eterea che sfidava ogni comprensione. A guardare troppo a lungo in quel tumulto si rischiava di perdere la ragione, poiché la mente mortale non è fatta per comprendere il fluire incontrollato del cosmo.

    Era come se ogni cristallo sussurrasse una verità diversa all'orecchio dell'universo, racconti di mondi lontani e tempi remoti, segreti che solo gli dei avrebbero dovuto conoscere. E mentre Gelion stava lì, immobile, il freddo mordente del ghiaccio sembrava penetrargli nelle ossa, eppure dentro di lui ardeva un fuoco di conoscenza, una fame insaziabile di comprendere e possedere quel segreto.

    All'improvviso, i cristalli esplodero in una sinfonia di luce e ombra, trasformandosi in un oceano cangiante di colori ineffabili. Era come se il velo tra le dimensioni si fosse squarciato, rivelando agli occhi di Gelion la vera natura del tempo stesso. Quella vista era travolgente, un flusso di tempo che scorreva davanti a lui, portando con sé le immagini di ciò che era stato e di ciò che sarebbe potuto essere.

    In quel momento, una voce calma lo raggiunse. "Mantieni la calma," gli sussurrò Teryon, il suo compagno di viaggio attraverso i secoli, la cui figura era sfocata come un sogno ma chiara nella sua presenza. "Ti sei preparato per tutta la vita per questo momento. La conoscenza che ora possiedi è un dono, uno strumento potente quanto pericoloso."

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    Gelion sentì il peso della responsabilità posarsi sulle sue spalle, ma anche l'eccitazione di chi si trova sulla soglia di una scoperta grandiosa. Ogni fibra del suo essere vibrava con la consapevolezza di essere parte di qualcosa di più grande, un tessitore di destini, un custode di segreti che avevano il potere di plasmare o distruggere universi.

    Era il momento di affrontare il caos, di usare il suo dono per imbrigliare l'energia selvaggia del multiverso e forgiare un nuovo destino. Con Teryon al suo fianco, e il ghiaccio eterno come sua guida, Gelion si preparò a scendere nell'arena cosmica, armato di antica sapienza e di un coraggio forgiato nelle fiamme della più pura curiosità.

    Gelion e Teryon si muovevano come due figure ancestrali, tessitori di destini e guardiani di antiche verità. Mentre Gelion cercava di contrastare il caos, Teryon disponeva con cura gli elementi necessari per un rituale che aveva il potere di riscrivere le regole stesse dell'esistenza.

    Ai quattro punti cardinali, Teryon posizionava oggetti celesti, ciascuno un riflesso del cosmo stesso—una pietra lunare, scintillante con il freddo fuoco delle stelle cadute; un frammento di cometa, ancora bruciante del suo viaggio attraverso il vuoto; un cristallo di roccia, pulsante con l'energia del cuore della Terra; e una piuma di fenice, arsa ma rinata dalle ceneri. Insieme, questi elementi formavano una quadratura del cerchio, un sigillo contro il caos che minacciava di travolgere tutto.

    "Hai parlato di questa teoria per secoli, Gelion," ricordava Teryon con una voce che era sia gelida che vibrante di emozione, "su come avresti potuto usare catene cosmiche per catturare il caos e bloccarlo per sempre." Le parole di Teryon erano come un mantra, un incantesimo che rafforzava il cuore di Gelion contro la paura crescente che il caos stesso stesse per prevalere.

    Gelion, la sua figura ora quasi traslucida con la potenza che da lui fluiva, si concentrava intensamente. Ogni fibra del suo essere era tesa, ogni pensiero focalizzato sul rituale che aveva meditato per intere vite. L'energia di Gelion si muoveva in correnti vibranti, passando attraverso i cristalli di ghiaccio eterno che aveva scoperto e ora utilizzava come conduttori di questa potenza antica e immutabile. Questi cristalli, un tempo semplici meraviglie naturali, ora erano vasi di forza cosmica, tessitori di legami tra Gelion e gli oggetti sacri disposti da Teryon.

    Il mondo intorno a loro sembrava rallentare, quasi sospendendo il tempo mentre il rituale si avvicinava al suo clou. Il caos, una marea inarrestabile fino a quel momento, cominciava a rallentare, intrappolato gradualmente dalla rete intricata di energie che Gelion tesseva con mani tremanti ma sicure.

    Quando fu il momento, Gelion sollevò le catene dorate, forgiate dal potere delle stelle e dal soffio di galassie distanti. Queste catene, splendenti di una luce sia terribile che sublime, erano strumenti di un potere quasi dimenticato, legami che potevano legare il caos stesso. Con un movimento fluido e preciso, le scagliò nel cuore pulsante del vortice di caos, avvolgendolo in un abbraccio stretto e definitivo.

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    La scena che seguì era di una bellezza straziante: le catene si avvolgevano intorno al caos, stringendolo con una forza inarrestabile, mentre luce e oscurità danzavano insieme in un balletto di creazione e distruzione. In quel momento, Gelion non era semplicemente un mago o un studioso; era un eroe cosmico, un araldo di un nuovo ordine, forgiato nella rovina del vecchio.

    Crono, il titano, aveva dato vita a Kairos, il momento opportuno. Gelion, il mago, aveva risposto con Keðja, le catene che legano.

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    Gli anni di studio e la piena comprensione della runa Isa hanno permesso a Gelion di comprendere la natura del suo cosmo. Uno degli aspetti chiave della runa è il controllo sulle energie fredde in tutte le loro manifestazioni. Gelion ha la capacità di abbassare la temperatura di qualsiasi cosa tocchi o che venga influenzata dal suo cosmo, semplicemente imponendo la sua volontà.

    Attraverso questo tipo di controllo elementale, è capace di generare correnti di aria gelida, creare sottili lame di ghiaccio, solidificare l'acqua presente nell'ambiente o semplicemente produrre ghiaccio per poi darvi forma a suo piacimento. Le applicazioni di questa potenza sono estremamente varie, includendo la creazione di potenti tornado congelanti, la formazione di impenetrabili muri di ghiaccio o lo scatenamento di esplosioni di cosmo ghiacciato.


    Stasi
    Il controllo del tempo è una componente fondamentale degli studi di Gelion e della sua comprensione della runa Isa, di cui egli è il custode. Questa abilità, sebbene complessa e difficile da padroneggiare, conferisce un potere vastissimo. A differenza di altri maestri del tempo, Gelion non può accelerare il corso degli eventi, ma eccelle nell'arte di rallentarli. Tecnicamente, grazie all'abilità "Tempo", è in grado di rallentare il flusso del tempo su aree specifiche, materia ed energia, arrivando persino a interferire con sistemi biologici e organismi microscopici. Il suo controllo è talmente avanzato da permettergli di alterare il fluire del tempo in determinati eventi, esclusi quelli che coinvolgono direttamente avversari dotati di controllo cosmico.

    A questo livello di maestria, Gelion può anche infondere nei propri attacchi il potere temporale, al fine di rallentare tutto ciò che viene toccato, con un effetto che si intensifica progressivamente. La peculiarità di Gelion sta nella sua capacità di indurre una stasi completa; tecnicamente, ogni sua azione di stasi o blocco deve essere considerata straordinaria, così come ogni sua iniziativa volta a contrastare altri manipolatori del tempo. Questa stasi totale, per l'avversario che ne subisce gli effetti, fa sembrare che Gelion si teletrasporti sul campo di battaglia. È importante notare che, se questa capacità viene impiegata per evitare un attacco, può essere utilizzata una sola volta. Dal punto di vista percettivo, Gelion è capace di vedere tutte le linee temporali di chiunque emani un'aura cosmica e può estendere questa percezione anche a intere aree.

    Va specificato che, qualora questa percezione fosse impiegata su un avversario, non permetterebbe di prevedere le sue mosse future, ma fornirebbe una conoscenza approfondita del suo passato e delle sue potenziali azioni future. In conclusione, nel contesto del gioco di ruolo (GdR), Gelion possiede l'abilità unica di riparare il tessuto temporale che sia stato danneggiato da viaggi nel tempo o paradossi.


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    Un pulviscolo luminoso cade dalle catene dorate e si muove verso di te. Quella polvere è composta da minuscoli cristalli di ghiaccio eterno, che disegnano sul tuo corpo una corazza gelida, ricoperta di incanti ancestrali e su cui la runa Isa si ripete in continuazione.

    Senti l'immenso potere della runa, ora che hai compreso i due aspetti del suo senso... eppure più ti avvicini al suo potere, più tutto diviene immobile.

    La runa reagisce a te come reagirebbe ad un elemento entropico che ormai hai appreso essere il suo anatema...

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    ... come reagirebbe a Loki.

    Sembra che la nostra vicinanza ti abbia in qualche modo "infettato". Che disdetta.

    Senti il suo riso grattarti l'anima. E' evidente che l'ha fatto di proposito.

    Pensavi ti fornissi la strada per questo potere senza alcuna garanzia? Ora la tua anima è connessa alla mia, il tuo destino è il mio ed il mio è il tuo... mi libererai o presto tornerai qui con me!

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    Le risa si fanno più forti e vedi l'immagine dell'ordine cosmico sciogliersi e mostrare i suoi occhi rossi... poi una luce argentea trafigge il dio, che grida di dolore e sopresa.

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    La luce colpisce la corazza di ghiaccio e la irradia di energia divina. Sul tuo petto inizia a formarsi qualcosa di solido, una sorta di pietra. Presto lo riconosci, è uno Zaffiro Bianco.

    Vili ti ha benedetto, la sua luce giunge a te fin dalla sua autoimposta prigionia.
    Senti che il legame con Loki viene meno, la sua influenza si riduce, ma la presa di Isa è ancora forte.
    Sai che qualcosa dell'essenza dell'Ingannatore rimarrà con te per sempre, lui ti ha salvato dalla fine trasferendo la tua anima nella sua prigione... ma tu non sei lui ed Isa deve comprenderlo.

    La luce disegna una strada attraverso il buio, che passa dal Vuoto in cui ti trovi, attraversa il Niflheimr e giunge ad Ulthuan. Senti che durerà poco, devi cogliere l'occasione.

    Improvvisamente vedi l'immenso volto del lupo accanto a te, imbronciato.

    Daccordo, vai... ma mi aspetto che tu faccia fede alla tua parola anche senza l'incentivo che avevo impiantato nella tua anima. Certo, sempre ammesso che tu riesca a domare la runa. Beh, se non dovessi riuscirci almeno avrò compagnia, quindi me ne starò qui buono buono a guardare.

    Di nuovo di buon umore il dio ti guarda, mentre la tua esistenza sta per venir decisa...




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    Bon, ora descrivi come prendi il controllo della runa e come l'armatura di Isa si dispone attorno a te una volta vinto la resistenza della runa.
    Torni in patria, decidi tu dove e come.
    Dal percorso della luce, capisci che probabilmente la prigione di Loki si trova da qualche parte nel Niflheimr o ad esso è collegata.
    Per questa ragione è riuscito a catturare la tua anima ed il tuo corpo prima che precipitassero lì :yeye:
    Quando sei soddisfatto termina pure, il cambio è concluso :yeye:



     
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    coordinata temporale 10

    I
    n quegli attimi cruciali, il destino si apprestava a essere scritto. Un mare di cristalli di ghiaccio fluttuava nell'aria, avvolgendo Gelion come se tessessero intorno a lui una corazza scintillante. Il ghiaccio, inciso di antiche rune, si adagiava sulla pelle dell'elfo, disegnando incessantemente il medesimo simbolo: Isa. Ma un'aura di riluttanza aleggiava ancora intorno a lui, come se il potere stesso rifiutasse di accettarlo completamente. La risposta a questo enigma era chiara e portava un nome: Loki.

    Il dio, fedele al suo nome e alle visioni dell'elfo, tentava di intrecciare i loro destini, di legare le loro anime, forse per nutrirsi di esse. Tuttavia, c'era un motivo che aveva spinto Gelion ad accettare: sapeva che diventando un Sacerdote Runico avrebbe ottenuto la benedizione di Vili. Non ci volle molto, appena il discorso del dio giunse alla fine, una luce argentea, segno della benedizione del fratello di Odino, colpì Loki, spezzando l'incantesimo che quel bastardo astuto aveva lanciato su Gelion. Eppure, nel profondo del cuore dell'elfo, qualcosa era rimasto; il marchio di Loki continuava a pulsare come un segno indelebile nell'essenza stessa della sua anima.

    Valeva la pena intraprendere questo percorso? Era troppo presto per dirlo, ma almeno gli eventi parevano muoversi nella direzione prevista da Gelion. Se quella fosse la giusta direzione, rimaneva un mistero. Sperava solo che il potere ottenuto fosse abbastanza per salvare il suo popolo e scongiurare il collasso della realtà stessa.

    "Non farci affidamento, Loki," disse Gelion, la gravità del momento palpabile nella sua voce. "Non trascorreremo l'eternità insieme in questa prigione." Ma i pensieri di Gelion erano già oltre, convinto che il tempo dovesse essere un alleato, non una spada di Damocle sospesa sulla sua testa. "Ti auguro un piacevole soggiorno qui nel Niflheimr," concluse, con un tono schernitore rivolto al suo mentore.

    C'era un filo di verità nelle sue parole, un'eco di sincerità che risuonava con la luce argentea colpendo Loki. Quella stessa luce aveva benedetto Gelion, rivelando ciò che egli avrebbe poi identificato come uno dei rari zaffiri bianchi. Eppure, il cammino non era ancora concluso. Gelion sentiva la resistenza di Isa, la runa che ancora esitava, ancora non si fidava completamente di lui.

    Concentrandosi, Gelion rimase immobile, aprendo la mente alla Runa. Si aprì completamente, permettendo a Isa di esplorare le profondità del suo cuore, di prendere possesso del suo corpo, della sua mente, dei suoi pensieri. Fu un istante di pura connessione, in cui non solo il suo corpo e la sua mente si ancorarono alla realtà, immobili come richiesto da Isa, ma anche la sua essenza più profonda, il suo stesso essere, fu incapsulato in quel momento di rivelazione e di completa vulnerabilità.

    In quell'attimo, tutto si fermò; il tempo sembrava dilatarsi mentre Isa, la runa del ghiaccio e dell'immobilità, tessé un nuovo legame tra Gelion e il tessuto della realtà stessa. Ogni fibra del suo essere vibrava in armonia con le leggi antiche che Isa rappresentava, lasciando un'impronta indelebile su di lui, una marca che trascendeva la semplice magia per toccare il divino.

    Solo quando il potere della Runa ebbe completamente permeato il suo essere, il ghiaccio iniziò a mutare, trasformandosi in qualcosa di completamente diverso. Al centro del suo petto, intorno allo zaffiro bianco, iniziò a formarsi un materiale mai visto prima, disegnando vagamente i contorni di una cassa toracica. Questo materiale inusuale si stava trasformando nella placca di un'armatura straordinaria, che mano a mano che il potere dello zaffiro si espandeva, si delineava sempre più chiaramente.

    Le braccia e le gambe venivano avvolte da questo materiale, che acquisiva una consistenza fisica, diventando parti integranti dell'armatura che lo proteggeva. Completavano l'insieme una sottoveste di un grigio scuro, tanto resistente quanto il resto dell'armatura, adornata con un folto strato di pelliccia che ornavano il collo e gli avambracci. Infine, un elmo, forgiato dallo stesso materiale misterioso, circondava interamente la sua testa, sigillando il legame tra Gelion e il potere che ora lo attraversava.

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    L'armatura non era solo una protezione fisica, ma un simbolo del profondo legame tra Gelion e la runa Isa. Con ogni fibra del suo essere, ora fuso con il gelo eterno di Isa, Gelion sentiva il peso e il potere di una benedizione antica, un patto scolpito nella magia stessa che lo rendeva uno scudo vivente contro le forze che minacciavano il suo mondo. Ogni passo che compiva, ogni movimento che faceva era un testamento alla sua nuova esistenza, fusa con l'antico potere della runa, un baluardo contro il caos che cercava di inghiottire la realtà.

    Ci volle tempo affinché l'armatura e la runa rispondessero pienamente al comando di Gelion. Sentiva che l'armatura era qualcosa di vivo, pulsante. Non era semplice metallo, ma qualcosa di più profondo, quasi impercettibile agli occhi, mentre la runa di Isa, lentamente, cominciava a riconoscere che Gelion non era Loki, ma un essere il cui unico scopo era preservare la realtà con ogni mezzo a sua disposizione.

    Il sentiero che Vali aveva dischiuso rimaneva aperto. Attraversandolo, Gelion si ritrovò fisicamente nel regno di Hela. Capì con immediata semplicità come Loki fosse riuscito a catturarlo: doveva essere da qualche parte lì vicino. Un incontro era inevitabile. Con pochi passi lungo quel cammino, il mago elfico si ritrovò a Ulthuan, non lontano dalla sua tenuta a Yvresse. Si guardò intorno, quasi in cerca di qualcosa o qualcuno. Con un gesto leggero, toccò l'elmo che scomparve, liberando il suo sguardo.

    Osservando Ulthuan, notò che la corruzione era stata respinta. All'orizzonte, numerose navi si profilavano, un segno di tempi che cambiano. L'aria vibrava di una tensione palpabile, come se ogni elemento di quel paesaggio fosse carico di un racconto non ancora concluso. E mentre Gelion scrutava l'orizzonte, era consapevole che il peso del suo destino non era solo una protezione, ma un invito a continuare a combattere, a difendere non solo Ulthuan, ma l'equilibrio stesso della realtà.

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    "Si tratta di Atlantide, speriamo almeno che il panorama sia interessante." dichiarò una donna con un tono vagamente annoiato, ma non privo di una certa eleganza ironica. Era una figura imponente, la cui pelle nera come l'ebano contrastava vivacemente con i lunghi capelli ricci che le scendevano lungo il corpo, ornato di oro e gioielli scintillanti, rendendola un apparire magnifico e impossibile da ignorare.

    "Nura, è davvero il momento di fare commenti del genere?" La rimproverò un uomo dall'aria fieramente austera, adornato con un'armatura finemente lavorata. "È sempre il momento, Evan," replicò lei con la sicurezza di chi aveva guidato nazioni. "Ad ogni modo, Galador e una delegazione di Atlantidei ti aspettano. Sembra che, in qualità di Sacerdote Runico, tu sia diventato una delle figure più influenti," si fermò un attimo prima di concludere con un sorriso malizioso: "dopo di me, ovviamente."

    A quelle parole, un'esplosione di risate riempì l'aria.

    Teryon scoppiò a ridere.
    Kydar si unì, con un sorriso che era quasi una risata.
    Nura rise anch'essa, ma con compostezza.
    Evan, lasciandosi andare, scoppiò in una risata fragorosa e abbracciò tutti quanti.
    Gelion, nel cuore di quella felicità condivisa, si sentì finalmente a casa.



    L'atmosfera era permeata da un senso di rinnovato legame, come se ogni risata e ogni abbraccio riconciliassero le loro storie con il tessuto del mondo che Gelion aveva combattuto tanto duramente per proteggere. In quel momento, tra vecchi amici e nuove alleanze, si avvertiva l'eco di una promessa: che anche nei tempi più bui, ci sarebbe sempre stata una scintilla di speranza, pronta a riaccendersi nel calore di un benvenuto caloroso.

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    NOME Gelion Caladhel
    ROBE Sacerdote Runico di Isa {VI}
    ENERGIA Viola
    CASTA Guerrieri Divini
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE
    STATUS ROBE
    RIASSUNTO AZIONI
    HELCE SRATH FORMEN [Controllo Elementale: Ghiaccio]
    Gli anni di studio e la piena comprensione della runa Isa hanno permesso a Gelion di comprendere la natura del suo cosmo. Uno degli aspetti chiave della runa è il controllo sulle energie fredde in tutte le loro manifestazioni. Gelion ha la capacità di abbassare la temperatura di qualsiasi cosa tocchi o che venga influenzata dal suo cosmo, semplicemente imponendo la sua volontà.

    Attraverso questo tipo di controllo elementale, è capace di generare correnti di aria gelida, creare sottili lame di ghiaccio, solidificare l'acqua presente nell'ambiente o semplicemente produrre ghiaccio per poi darvi forma a suo piacimento. Le applicazioni di questa potenza sono estremamente varie, includendo la creazione di potenti tornado congelanti, la formazione di impenetrabili muri di ghiaccio o lo scatenamento di esplosioni di cosmo ghiacciato.

    AMAR PRESTAR AEN [Tempo: Stasi]
    Il controllo del tempo è una componente fondamentale degli studi di Gelion e della sua comprensione della runa Isa, di cui egli è il custode. Questa abilità, sebbene complessa e difficile da padroneggiare, conferisce un potere vastissimo. A differenza di altri maestri del tempo, Gelion non può accelerare il corso degli eventi, ma eccelle nell'arte di rallentarli. Tecnicamente, grazie all'abilità "Tempo", è in grado di rallentare il flusso del tempo su aree specifiche, materia ed energia, arrivando persino a interferire con sistemi biologici e organismi microscopici. Il suo controllo è talmente avanzato da permettergli di alterare il fluire del tempo in determinati eventi, esclusi quelli che coinvolgono direttamente avversari dotati di controllo cosmico.

    A questo livello di maestria, Gelion può anche infondere nei propri attacchi il potere temporale, al fine di rallentare tutto ciò che viene toccato, con un effetto che si intensifica progressivamente. La peculiarità di Gelion sta nella sua capacità di indurre una stasi completa; tecnicamente, ogni sua azione di stasi o blocco deve essere considerata straordinaria, così come ogni sua iniziativa volta a contrastare altri manipolatori del tempo. Questa stasi totale, per l'avversario che ne subisce gli effetti, fa sembrare che Gelion si teletrasporti sul campo di battaglia. È importante notare che, se questa capacità viene impiegata per evitare un attacco, può essere utilizzata una sola volta. Dal punto di vista percettivo, Gelion è capace di vedere tutte le linee temporali di chiunque emani un'aura cosmica e può estendere questa percezione anche a intere aree.

    Va specificato che, qualora questa percezione fosse impiegata su un avversario, non permetterebbe di prevedere le sue mosse future, ma fornirebbe una conoscenza approfondita del suo passato e delle sue potenziali azioni future. In conclusione, nel contesto del gioco di ruolo (GdR), Gelion possiede l'abilità unica di riparare il tessuto temporale che sia stato danneggiato da viaggi nel tempo o paradossi.

    Tecniche //
    narrato parlato pensato parlato altrui


    Edited by ~S i x ter - 4/5/2024, 14:43
     
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