[TRAMA] Fiery Resurgence: A Tale of Anger and Rebirth

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    Vide lentamente le radici infilzate nel suo inguine ritirarsi, mentre la presa sulla sua gamba si faceva sempre meno salda fino a permettergli di liberarsi. Si spinse all’indietro con un colpo d’ali, mantenendo costante l’afflusso di energia spirituale necessario per bandire l’anima corrotta verso la dimensione spirituale del daimon, e con esso i suoi empi servitori. Eppure, nel grande disegno della battaglia, c’erano troppi dettagli fuori posto, troppe inconsistenze, troppe incongruenze che Olethros non riusciva pienamente a comprendere e spiegarsi. Aveva affrontato molte volte in passato, nel corso della sua eterna e longeva esistenza, creature cadute ma non erano nulla di simile a questo tipo di corruzione.
    Si mantenne sospeso, abbassando lentamente le braccia mentre il silenzio tornava a regnare come unico sovrano incontrastato della radura. Dell’albero non vi era più traccia alcuna ma le ferite e i segni che aveva lasciato sul corpo dell’araldo di Polemos permanevano come monito a ciò che era appena accaduto. Non si azzardò a posare piede a terra, Olethros sapeva bene che la perdita del senso del tatto poteva essere particolarmente insidiosa e portarlo con facilità a prosciugare energie più velocemente del previsto, e ad aggravare ulteriormente i danni subiti complice la totale assenza di dolore.

    Regolarizzò il respiro, mano a mano che la polvere sollevata dall’impatto di cosmo e spirito andava diradandosi: là dove la mano di rovi si era innalzata non rimaneva più nulla. Avrebbe dovuto gioire, ritenere compiuta e conclusa la sua missione ma quella sensazione, quell’istinto che solleticava il retro della sua nuca non accennava a diminuire. Era stato facile, si trattava semplicemente di un essere caduto più grande in dimensioni della norma, non sarebbe stato necessario mandare proprio Olethros ad occuparsene. A confermare questo suo filone di pensieri, una traccia cosmica si palesò nel luogo, facendo immediatamente scattare l’angelo sul chi va la
    A poca distanza dal teatro dello scontro, più in alto rispetto ad Olethros e torreggiante su una pila di cadaveri non meglio identificati, un sinistro figuro aveva fatto la sua comparsa. Nonostante la distanza si riuscivano ad intravedere i dettagli del suo viso, stranamente umani e quasi cesellati finemente nell’alabastro di cui sembrava fatta la sua carne. Indossava vestigia scure, con vessilli di morte drappeggiati sul pettorale, gli spallacci e la cinta. L’aura di potere che irradiava portava con sé quello che la creatura ancestrale poteva percepire solo come un fetore disgustoso e orripilante, quasi al pari di quello che aveva attanagliato le sue narici da quando si era addentrato nella foresta.

    Uno spettro di Hades.
    In un battito di ciglia, il daimon sentì il sangue ribollirgli dentro, alimentato come benzina sul fuoco dalle parole che l'immondo stava pronunciando quasi tra sè e sè. Le orecchie sempre più ovattate dall'incessante battito del proprio nucleo, ogni istante condiviso con il guerriero dell'oltretomba faceva crescere a dismisura la rabbia e la furia primordiale di Olethros.
    Gli spettri erano esseri immondi, sudici rifiuti del creato stesso, sangue marcio del diarca traditore. Ogni sillaba pronunciata da quel verme era un insulto per tutta la realtà, un rumore fastidioso che giungeva inesorabile anche alle orecchie dell’angelo. Come osava parlare delle anime in quella maniera come se non fossero niente di più che semplici suppellettili privi di valore, privi di significato? Il cosmo del daimon si riaccese, con un boato dirompente che pareva annunciare l'arrivo una furia apocalittica, attirando finalmente l'attenzione del nemico.
    Lo spectre lo guardava, aveva osato non solo posare il suo sguardo sudicio sull’angelo, ma anche di rivolgersi all’araldo di Polemos con sufficienza, quasi compassione. Lo avrebbe estirpato dall’esistenza. Olethros aveva già tollerato per più tempo del necessario la sua presenza in concomitanza alla sua. Fece per scattare ma una singola frase dello spectre ritardò il suo assalto.

    Isaac, Darth Anarygon

    Parole estranee ad Olethros, concetti che non inquadrava. Eppure per un singolo attimo un fischio acuto gli trapassò la mente bloccandolo sul posto mentre immagini che non riusciva a contestualizzare nascevano in lui come se stesse vedendo attraverso gli occhi di un estraneo. Un caffè molto carino in una città terrestre, un ragazzo biondo che si avvicinava, un bacio rubato – ma come ti permetti!
    Non riuscì a spiegarselo, erano ora davanti ad un castello, in mezzo ad una foresta, sentiva una preoccupazione, un’angoscia che non gli appartenevano, si stava allontanando, provava a seguirlo con passi incerti, tentennanti. Non voleva essere lasciato indietro. La mano di Isaac sfiorava il viso, asciugando una lacrima che era sfuggita al suo controllo: percepì ancora una volta le labbra dell’uomo sulle sue, un altro bacio, quasi disperato, che portava con esso il peso di troppe parole rimaste inespresse – non andare, ti prego
    Era in una stanza, sentiva il mare poco distante, e un dolore indicibile al cuore: Isaac aveva tradito tutti, ma soprattutto aveva voltato le spalle a lei. E allora perchè non si rassegnava, quella stupida? Perchè non aveva perso la speranza, perchè disubbidendo a degli ordini impartiti dall'alto era uscita nel mondo esterno per cercarlo, per trovarlo?
    Chi era quella donna, chi era Isaac?

    Con uno sforzo che gli parve sovrumano, Olethros ritornò al presente. Non sapeva cosa fosse successo in quella manciata di istanti, nè perchè in tutto il fiume di parole vomitate dallo spettro solo quel semplice nome avesse scatenato una reazione simile. Le risposte avrebbero dovuto attendere, o magari perchè no, uscire ancora una volta dalla bocca dello spectre chiacchierone, assieme al suo sangue marcio e ai suoi denti.
    Non sapeva chi fosse questo Isaac, ma sapeva che era importante, un tassello fondamentale per qualcosa che ancora doveva interamente comprendere. Aveva visto...no, aveva percepito l'affetto di quell'umano, il vuoto che aveva lasciato dentro il cuore di qualcuno e la determinazione di quest'ultimo nel volerlo riportare a sè, non importava il motivo. Fosse per farlo rinsavire o riempirlo di botte, ad Olethros non interessava: era sufficiente l'averlo visto, condiviso. Isaac era importante per qualcuno che condivideva un legame con l'angelo stesso, e quei maledetti servi di Angra Mainyu stavano cercando di mietere un'ennesima anima umana per aggiungerla alla loro sacrilega collezione.
    Non era disposto a tollerare oltre

    Bastò un unico rapido e singolo movimento con il quale l'angelo iniziò la nuova battaglia. Scattò veloce, imponendo senza sforzo all'ambiente circostante di piegarsi al suo volere
    di lasciare spazio alla Furia senza intralciarla. Il solo sollevarsi da terra lasciò sul terreno un cratere profondo, la cui area si espanse fino al ciò che rimaneva della foresta.
    Un bagliore rubino si dipanava dagli occhi del Daimon, concentrato anima e corpo sul proprio obbiettivo: sapeva di non essere nel pieno delle forze, era più che coscente del fatto che quello sarebbe stato uno scontro impari fin dall'inizio ma ciò non gli avrebbe impedito di fermarsi, di arrendersi.

    Diede forma all'apparente vuoto che circondava lo spectre semplicemente concentrando la sua volontà. Doveva bloccarlo, schiacciarlo come l'insetto che era. Avrebbe concentrato i suoi poteri mentali ai lati del guerriero di Hades, in una morsa invisibile di pura energia psionica che sarebbe andata a delimitare lo spazio e i movimenti del nemico, veri e proprie pareti di forza attorno allo spettro. All'interno dell'area così delimitata, forze uguali di vettori opposti avrebbero iniziato a premere le une contro le altre,comprimendo ciò che si trovava tra loro.
    Il daimon proseguì nel suo movimento, superando l'avversario salvo poi virare bruscamente cambiando direzione, questa volta diretto verso il nemico. Avrebbe utilizzato la velocità e lo slancio per colpire con quanta più forza possibile, mentre ammantava il proprio pugno destro con strati concentrati di energia distruttiva e potere psionico, dirigendosi come un proiettile verso lo spettro. Il suo obbiettivo era la tempia avversaria, contro la quale -una volta avuto il feedback visivo del contatto delle nocche contro il viso- avrebbe rilasciato tutta l'energia accumulata fino a quel momento, sfruttando il momentum per massimizzare i danni dell'impatto. Il muro di forza alle spalle del guerriero demoniaco era dove il colpo di Olethros avrebbe cercato di fare arrivare il cranio dello spettro, proseguendo la naturale traiettoria del pugno stesso.

    every act of creation begins with an act of destruction.
    Fisico ✧ tagli profondi e buchi dovuti ai morsi che sanguinano e fanno male, ma la privazione di tatto gli impedisce di quantificare correttamente il dolore; spiritualmente al limite, tra i danni precedenti, evocazione di esercito di spettri e laser di energia eterea. Spossato e vista annebbiata per privazione energia vitale
    Mente ✧ MOAR ANGER
    Status Gloria ✧ danneggiata come il corpo, essendo fusa con esso, indossata
    Riassunto ✧ Cosa vuoi che faccia Olethros, va e je mena pure a lui perchè baby, sarai anche un very hawt edgelord MA NON MI GUARDI DALL'ALTO IN BASSO. Scatto al massimo della velocità volando verso di lui. Con telecinesi creo una sorta di "muro" di forza psionica ai lati sia della pila di cadaveri che attorno a lui, per schiacciarlo/comprimerlo tipo pressa (AD) mentre, prendendo slancio da poco sopra di lui, mi ci fiondo addosso caricando un PUNIO carico di cosmo distruttivo e telecinesi, dritto alla sua tempia (AF). Appena mi rendo conto (non avendo il tatto) che gli sono vicina il giusto rilascio la carica cosmica con l'intento di sfracellargli il cranio. non solo con il semplice pugno ma anche cercando di sostarlo e impattare idealmente sul muro dietro di lui. Spero di non aver fatto casino :fiore:
    Harbinger of destruction {Cosmo distruttivo}
    Distruggere, annientare, cancellare dalla realtà ciò che impedisce il rinnovamento. Il cosmo del Daimon riflette appieno il concetto che egli stesso incarna, manifestandosi come energia tumultuosa capace di disgregare ciò con cui entra in contatto, rendendo potenzialmente più insidiosi e pericolosi i propri attacchi. La furia di Olethros si realizza come una luce cangiante e accecante che semplicemente dissolve nel nulla ciò che non le si oppone.

    Mind over matter {psicocinesi}La distruzione è imposizione della propria volontà sulla realtà. Olethros è in grado di interagire con tutto ciò che lo circonda grazie al semplice pensiero, e all'applicazione della sua psiche sulla materia. Ciò rende superfluo il contatto diretto con la stessa per poterla muovere, in uno spettro di possibilità che variano dal semplice spostare oggetti a distanza al piegare e costringere i nemici in morse dolorose e potenzialmente distruttive. L'unica limitazione è rappresentata dal livello del proprio cosmo: egli è quindi in grado di utilizzare la psicocinesi nella sua forma più grezza e immediata sia sfruttandola nella sua espressione più fine, per deviare o respingere al mittente gli attacchi subiti, dipendentemente dal proprio livello energetico. Il pieno controllo della sua psiche gli permette inoltre di potersi difendere da effetti illusori e di controllo mentale; in ultimo, la psicocinesi trova anche applicazione come temporaneo aumento delle proprie caratteristiche fisiche, permettendo al daimon di accelerare la velocità dei propri colpi o sferrare colpi al limite della sua forza con minore sforzo, senza tuttavia eguagliare le controparti straordinarie.

    Bane of lost souls {Spirito}La rovina e la furia di Olethros non conoscono limiti, arrivando a poter interagire non solo col piano materiale ma anche con quello spirituale, a voler rendere l' annichilimento di ciò che gli si oppone totale. Il daimon è in grado di interagire nei modi più svariati con l'energia spirituale, plasmando attacchi difficilmente contrastabili da sole difese fisiche: questa abilità permette infatti di colpire la parte più profonda e nascosta di ogni essere vivente, lasciando quindi intatto il corpo materiale ma provocando danni all'anima e al proprio io interiore. Lo scopo primario delle offensive di questa natura è tentare di fare venir meno la volontà e la determinazione dell'individuo, portandolo in caso di danni ingenti, alla perdita del controllo sulla propria stessa anima.
    • proiezione astrale | Il controllo dello spirito è tale che Olethros può lasciare dietro il sè il proprio corpo per operare in forma di proiezione astrale. Questo gesto è tendenzialmente evitato in combattimento, proprio per lo stato di estrema vulnerabilità in cui lascia il corpo fisico.
    • la spaccatura dell'essere |Olethros può trasportare sé stesso e gli altri (tanto l'anima quanto il corpo) in mondi Spettrali o direttamente in dimensioni Spirituali. La differenza tra i due luoghi è sottile ma fondamentale: il primo appare come una versione distorta della realtà materiale, dove le anime risiedono in una sorta di passaggio intermedio tra il piano materiale e quello spirituale. In questo mondo la presenza materiale del corpo è ancora sopportabile, sebbene la grande quantità di energia e spiriti presenti nel semipiano tenda ad avvantaggiare il daimon qualora il luogo fosse terreno di scontro. La dimensione spirituale è invece più insidiosa e remota, trattandosi di un vero e proprio mondo a sé stante, scollegato dalla realtà materiale. Gli orrori e la sua aliena natura rendono la dimensione spirituale difficilmente sopportabile alla psiche e impossibile permanervi se non in caso di annientamento definitivo.


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    Nel cuore di un campo di battaglia ultraterreno, Olethros, la furia incarnata, sferra un assalto decisivo contro il suo acerrimo nemico, il Necromante, signore delle tenebre e maestro della morte. La precisione e la potenza del suo attacco sono il riflesso tangibile dell'odio viscerale che arde nel suo cuore, una forza spirituale tanto quanto fisica, mirata a distruggere completamente il suo avversario.

    Ma il Necromante non è un nemico da sottovalutare. Con una calma che sfida il caos della battaglia, evoca una difesa disperata, un'armatura composta dalle ossa dei caduti, che si erge a protezione del suo corpo. Questa barriera, per quanto improvvisata, parla del suo profondo legame con il regno dei morti. Eppure, di fronte all'inarrestabile ira di Olethros, questa difesa viene annientata, lasciando il Necromante esposto all'assalto devastante che lo colpisce con forza, dimostrando la vulnerabilità anche delle forze oscure di fronte a un nemico così determinato.

    Dalle rovine della sua difesa, il Necromante chiama a sé poteri ancor più terribili: mani scheletriche emergono dal terreno, tentando di immobilizzare Olethros. Le ossa, si muovono rapidamente, e si amalgamano tutte insieme per permettere la comparsa di un dracolich, una creatura di potere antico e terrore inimmaginabile, cavalcata dal Necromante stesso. Questo essere imponente non solo aggiunge una nuova dimensione al conflitto, ma cerca anche di annientare Olethros dapprima con una forte codata, atta a sbalzare via il Daimon, seguita dalle fauci che si aprono per generare una potete ondata di energia cosmica, capace di annientare ogni cosa e assorbire l'energia vitale di Olethros.

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    "Ah, Olethros, la tua ferocia è tanto ammirevole quanto prevedibile. Ti lanci nella battaglia con la stessa prevedibilità con cui il sole sorge ogni mattina. Ma non capisci? La vera forza risiede non solo nella distruzione, ma nella capacità di controllare, di dominare. Tu sei il martello che frantuma, mentre io... io sono la mano che tessendo le corde del destino, plasmo la realtà a mio piacimento."

    Si ferma un attimo, lasciando che le sue parole permeino l'aria carica di magia e tensione.

    "Guardati intorno, Olethros. Questo campo di battaglia, questi servi che risorgono dalla terra a mio comando, non sono altro che note in una sinfonia di potere. Ogni osso che si alza, ogni spirito che evoco, è un'armonia nella canzone della morte che solo io posso dirigere. E tu? Tu sei solo un dissonante, un grido nel coro che cerca di sovrastare la melodia, ma che alla fine verrà assorbito, dimenticato."

    Nel cuore del tumulto, mentre il discorso del Necromante echeggia attraverso il campo di battaglia, un segnale inaspettato irrompe nella coscienza di Olethros. Non è un richiamo udibile, ma una sensazione, un palpito di energia che risuona con qualcosa di profondamente radicato nel suo essere. È la bussola, un oggetto che, fino a questo momento, giaceva dimenticato tra gli strumenti del suo arsenale. La sua vibrazione è più di un semplice movimento fisico; è un appello, un invito che sembra trasportare con sé un frammento di speranza in questo orizzonte oscurato dalla battaglia.


    Note del Master
    Il nostro caro amico, utilizza un numero indegno di "costrutti" spirituali generati con la sua particolare abilità di fabbro spirituale. Dapprima una sorta di amalgama scheletrico che lo protegge, in seguito altre creazioni a forma di mano che cercano di bloccarti senza farti danno. Conclude con l'apparizione di un "dracolich", il quale molto semplicemente cerca di darti una codata e poi spara una cannonata di cosmo. Se l'attacco fa a segno, assorbe anche parte della tua energia vitale.

    Considera i suoi attacchi come se fosse una Nera.


     
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    Con una velocità di gran lunga superiore alla sua, mani scheletriche emersero dal terreno ergendosi sempre più verso l’alto, nella loro direzione. Lo spettro era riuscito a mitigare la sua offensiva con un escamotage tanto semplice quanto intuitivo: era una semplice barriera di ossa in fin dei conti, ossa che nonostante fossero state spezzate dall'attacco dell'angelo si rifomarono con rapidità impressionante, rallentando la caduta dello spectre e riuscendo a bloccare il daimon a mezz'aria. Come un'inarrestabile marea avorio si avvinghiarono attorno alle caviglie dell'araldo della furia, assemblandosi in un unica appendice più grande che si serrò attorno alla sua vita. Si dimenò, cercando di formare uno strato di energia distruttiva tra le intercapedini della mano ma la sua attenzione fu attirata da un secondo essere evocato dal nemico: al comando del necromante altre ossa si sollevarono dal terreno, altre si crearono direttamente dal cosmo venefico della stella demoniaca, sollevandosi e vorticando attorno ad un nucleo di energia carica di morte e disperazione. Venne prima la gabbia toracica, enorme quasi quanto un gigante, poi le zampe artigliate, la coda spinata, il muso simile ad un rettile ed infine una struttura alare simile a quella di un pipistrello scarnificato. Un drago non morto, materializzato solamente dalla volontà del servo demoniaco e sotto il suo completo dominio, ruggì la sua potenza dilaniando l'aria dell'intera zona.
    Fu solo un momento, uno schiocco di dita: quel rumore bastò per far scattare ancora una volta qualcosa dentro Olethros. Una fitta attraversò la mente del daimon, mentre una voce femminile e squillante pareva risuonare proprio nelle orecchie di Olethros. Un altro flashback, un ricordo che era certo non essere suo.

    Excuse me what? Un dracolich? Ehm…hello? Tutto ok? Ti ricordo che siamo tre stronzi a livello 4 e non facciamo un long rest da tre fottute sessioni!
    È sulla tabella degli incontri casuali, rollate iniziativa


    No, no NO, NON ADESSO – ringhiò sommessamente

    Fece appello a tutte le sue forze spirituali, smaterializzando tanto il corpo quanto la sua anima per trasportarsi interamente nel proprio semipiano spettrale un attimo prima che la coda di ossa impattasse sul suo sterno. Con meno grazia del previsto atterrò di schiena sul terreno etereo, rimettendosi in piedi dopo un rapido tumble all’indietro. Era confuso, forse anche stanco più di quanto non volesse ammettere. E quelle visioni, quegli echi portati da lontano iniziavano a diventare davvero fastidiosi e inopportuni. Aveva un nemico da eliminare, non aveva tempo per quelle -
    Un lampo di luce rossa, ancora la stessa voce che sembrava avere deciso di tormentarlo come la peggiore punizione divina.

    Non fare metagame e tira su natura o arcana!
    E’ UN CAZZO DI D R A C O L I C H , abbiamo messo a fuoco si? Potevi anche non masterare per fare TPK a caso!
    Ah si certo, e poi chi le porta avanti le sessioni di Dungeons and Dragons, tu?


    Olethros riaprì di scatto gli occhi, afferrando con rabbia la bussola di cristallo che aveva preso a fluttuare innanzi a lui. Tra le pietre rosse e nere, per un breve momento, gli parve quasi di intravedere un paesaggio esotico, una spiaggia di sabbia nera e dal mare cristallino, circondata da palme verdeggianti che dondolavano pigramente sospinte da una brezza leggera.

    PORTAMI DAL NECROMANTE ORA O GIURO CHE…- la minaccia abbaiata cadde nel vuoto, mentre l’angelo iniziava a muoversi veloce, sospinto dalle proprie ali, i piedi che a malapena toccavano terra.

    Troppe parole che non conosceva, troppi concetti che gli erano sconosciuti. Cosa era Dungeons and Dragons? Di chi era quella voce che, nonostante la minaccia imminente di un drago non morto, sembrava solo molto…indisposta? Digrignò i denti, gettando un rapido sguardo all’ago della bussola stretta tra le sue mani, la frustrazione sempre più crescente stretto tra due fuochi che non gli davano tregua: da un lato il suo obbiettivo, il servo di Hades che doveva essere fermato al più presto. L’angelo della distruzione doveva impedire ad ogni costo a quell’essere immondo di perseguire il suo compito, di lordare ulteriormente la realtà dove aveva sfortunatamente messo piede; fermarlo avrebbe significato non solo rallentare i piani del Dio dell’oltretomba e di Angra Mainyu, ma anche salvare l’anima di Isaac. Dall’altro, immagini e ricordi che si insinuavano nella sua testa quando meno se lo aspettava, rendendogli un inferno concentrarsi a dovere sullo scontro. Espanse il proprio cosmo, richiamando a sé nella sua corsa forsennata quante più anime possibili, distillandone il loro potere spirituale, la loro forza e la loro furia che continuava ad ardere anche dopo il loro trapasso, manifestandosi come un’aura di pura luce cangiante, imbevuta della sacra ira di Polem-

    Tiro per colpire, non è che posso fare molto altro...AHA! VENTI NATURALE! Ti critto nel muso e oltre a massimizzarti i danni radianti e SMITARTI NELLE GENGIVE, applico anche i danni da furtivo perché sto fiancheggiando! Quindi in totale sono…
    Eh no, il Dracolich usa una delle sue legendary actions per dodgiare il colpo! Lo vedi ammantarsi di…che stai facendo?!
    TU VUOI LE BOTTE.
    Ma no, è solo un gioco non devi arrabb…NO, NO, METTI VIA QUEL TENTACOLO ADESSO! EDDAI CHE CAZZ…ESTELLE NO!
    ESTELLE SI.


    ESTELLE SI.

    Lacerò il tessuto della realtà davanti ad esso, per riapparire esattamente alle spalle del servo demoniaco, gli occhi rossi pulsanti di rabbia, il cosmo in tumulto. Rilasciò la carica distruttiva del colpo, sfruttando l’energia dei fantasmi del piano spettrale raccolta fino a quel momento, plasmandola in forma di artiglio etereo a proiezione del suo stesso arto che si sarebbe abbattuto sul necromante con un movimento ascendente, mirando ancora una volta al suo cranio. L'intento dell'angelo era attaccare il servo di Hades là dove poteva essere più debole e sprovvisto di un'armatura adatta a proteggerlo, destabilizzandolo abbastanza per fargli perdere la concentrazione necessaria per mantenere attivo il costrutto draconico, assalto reso più pericoloso dall'essenza stessa del potere di Olethros intrisa di distruzione e rovina assoluta. Simulando la stretta della propria mano inoltre, forze telecinetiche avrebbero iniziato a premere ai quattro lati della testa dell'avversario, concentrandosi soprattutto sul metallo maledetto che componeva l'elmo dell'armatura nefasta con l'intento di causare ancora più fastidio alla concentrazione dell'altro cavaliere.

    Tu PARLI. TROPPO. E MI STAI INDISPONENDO.

    Concentrato sul suo attacco, l'angelo si accorse solo lontanamente delle vibrazioni che la bussola di cristallo ancora stretta nella sua mano, aveva iniziato ad emettere con sempre crescente intensità.

    every act of creation begins with an act of destruction.
    Fisico ✧ tagli profondi e buchi dovuti ai morsi che sanguinano e fanno male, ma la privazione di tatto gli impedisce di quantificare correttamente il dolore; spiritualmente al limite, tra i danni precedenti, evocazione di esercito di spettri e laser di energia eterea. Spossato e vista annebbiata per privazione energia vitale
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    Riassunto ✧ Continuano i flashback/ricordi in sovrapposizione, con molto fastidio di Oly che deve concentrarsi per picchiare il suo bff. Le mani scheletriche lo afferrano bloccandolo sul posto ma riesce ad evitare in toto AD e AF del dracolich usando il teleport spirituale monouso.
    Riappare dietro Necromante, E ABBIAMO DETTO CHE ANCHE LUI VUOLE LE BOTTE SI? Raccolgo energia spirituale dal semipiano per poi riapparire dietro lo spectre e schiantargliela sul cranio per fiaccarlo, vettore spirito condito con cosmo distruttivo [AF] e contemporaneamente stretta telecinetica attorno all'elmo per farlo distrarre e droppare concentrazione sui costrutti [AD]
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    Distruggere, annientare, cancellare dalla realtà ciò che impedisce il rinnovamento. Il cosmo del Daimon riflette appieno il concetto che egli stesso incarna, manifestandosi come energia tumultuosa capace di disgregare ciò con cui entra in contatto, rendendo potenzialmente più insidiosi e pericolosi i propri attacchi. La furia di Olethros si realizza come una luce cangiante e accecante che semplicemente dissolve nel nulla ciò che non le si oppone.

    Mind over matter {psicocinesi}La distruzione è imposizione della propria volontà sulla realtà. Olethros è in grado di interagire con tutto ciò che lo circonda grazie al semplice pensiero, e all'applicazione della sua psiche sulla materia. Ciò rende superfluo il contatto diretto con la stessa per poterla muovere, in uno spettro di possibilità che variano dal semplice spostare oggetti a distanza al piegare e costringere i nemici in morse dolorose e potenzialmente distruttive. L'unica limitazione è rappresentata dal livello del proprio cosmo: egli è quindi in grado di utilizzare la psicocinesi nella sua forma più grezza e immediata sia sfruttandola nella sua espressione più fine, per deviare o respingere al mittente gli attacchi subiti, dipendentemente dal proprio livello energetico. Il pieno controllo della sua psiche gli permette inoltre di potersi difendere da effetti illusori e di controllo mentale; in ultimo, la psicocinesi trova anche applicazione come temporaneo aumento delle proprie caratteristiche fisiche, permettendo al daimon di accelerare la velocità dei propri colpi o sferrare colpi al limite della sua forza con minore sforzo, senza tuttavia eguagliare le controparti straordinarie.

    Bane of lost souls {Spirito}La rovina e la furia di Olethros non conoscono limiti, arrivando a poter interagire non solo col piano materiale ma anche con quello spirituale, a voler rendere l' annichilimento di ciò che gli si oppone totale. Il daimon è in grado di interagire nei modi più svariati con l'energia spirituale, plasmando attacchi difficilmente contrastabili da sole difese fisiche: questa abilità permette infatti di colpire la parte più profonda e nascosta di ogni essere vivente, lasciando quindi intatto il corpo materiale ma provocando danni all'anima e al proprio io interiore. Lo scopo primario delle offensive di questa natura è tentare di fare venir meno la volontà e la determinazione dell'individuo, portandolo in caso di danni ingenti, alla perdita del controllo sulla propria stessa anima.
    • proiezione astrale | Il controllo dello spirito è tale che Olethros può lasciare dietro il sè il proprio corpo per operare in forma di proiezione astrale. Questo gesto è tendenzialmente evitato in combattimento, proprio per lo stato di estrema vulnerabilità in cui lascia il corpo fisico.
    • la spaccatura dell'essere |Olethros può trasportare sé stesso e gli altri (tanto l'anima quanto il corpo) in mondi Spettrali o direttamente in dimensioni Spirituali. La differenza tra i due luoghi è sottile ma fondamentale: il primo appare come una versione distorta della realtà materiale, dove le anime risiedono in una sorta di passaggio intermedio tra il piano materiale e quello spirituale. In questo mondo la presenza materiale del corpo è ancora sopportabile, sebbene la grande quantità di energia e spiriti presenti nel semipiano tenda ad avvantaggiare il daimon qualora il luogo fosse terreno di scontro. La dimensione spirituale è invece più insidiosa e remota, trattandosi di un vero e proprio mondo a sé stante, scollegato dalla realtà materiale. Gli orrori e la sua aliena natura rendono la dimensione spirituale difficilmente sopportabile alla psiche e impossibile permanervi se non in caso di annientamento definitivo.


    TECNICHE ✧ Tactical repositioning | Tecnica puramente difensiva che consente all'angelo di teleportarsi (sia fisico che anima) nella dimensione spettrale da egli governata e riapparire successivamente in un punto da egli designato, purchè entro il proprio raggio visivo e di azione. Questa tecnica può donare un vantaggio sia in attacco - comparendo ad esempio di spalle al nemico e cercando di coglierlo di sorpresa - sia difensivo in quanto le consentirebbe di evitare completamente un'offensiva avversaria. Per la sua immediatezza e velocità tuttavia questa tecnica comporta un considerevole stress fisico e spirituale e non può essere utilizzata più di una volta in un singolo combattimento.
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    Mentre il campo di battaglia si tingeva di una nuova e più intensa aura di pericolo, il Necromante, cavalcando il suo dracolich, volgeva uno sguardo penetrante verso Olethros. La capacità del daimon di eludere e contrattaccare con tale destrezza era evidente, ma il Necromante non era un avversario da sottovalutare. Con un gesto calcolato, faceva sì che le ossa del drago sotto i suoi piedi si modellavano attorno a lui, formando una struttura armata, una fortezza ossea arricchita da un'ondata spirituale potenziata. Grosse placche ossee e strati di energia spirituale si formavano attorno a lui, creando una difesa capace di assorbire l'attacco devastante di Olethros.

    L'elmo del Necromante volava via, rivelando una ferita sanguinante sulla tempia, mentre la struttura del dracolich cominciava a svanire lentamente, come nebbia al sole. Nonostante ciò, lo sguardo del Necromante non mostrava timore, ma una risolutezza glaciale.

    "Olethros," la sua voce, era carica di un comando oscuro. "Vedo la tua determinazione, la tua furia. Ma conosci veramente il potere che affronti? Questo è solo l'inizio."

    Con un'espansione del suo cosmo, il Necromante dava vita a nuove e terribili forme. Una moltitudine di mani scheletriche si alzava dal terreno, animate dalla volontà dello stesso spettro. Queste mani cercavano di colpire, graffiare e strappare, mentre una forza telecinetica invisibile tentava di immobilizzare Olethros, bloccando ogni sua mossa senza causare danno fisico. Ma il vero pericolo stava nell'imminente esplosione di potere spirituale che il Necromante stava preparando, un attacco mirato a lacerare l'anima di Olethros e a alterare i suoi processi biologici, con l'intento di indebolire drasticamente le sue capacità cognitive.

    In quel momento di caos crescente, la bussola che Olethros portava vibrava con una forza ancora maggiore, come se cercasse di richiamare la sua attenzione verso una realtà diversa, un percorso alternativo che poteva essere cruciale per la sua sopravvivenza. Olethros, sentendo quella vibrazione incessante, si rendeva conto che forse quel piccolo oggetto possedeva la chiave per cambiare il corso di questo scontro cataclismatico.

    "Olethros, ascolta," una voce lontana e conosciuta tornava a riecheggiare mentre la battaglia si intensificava. "La tua determinazione è lodevole, ma la tua bussola... cosa ti sussurra? Ascoltala, potrebbe mostrarti una via d'uscita da questo ciclo di violenza. Oppure, continuerai a combattere, cieco di fronte alle verità che cerca di rivelarti?"

    Note del Master
    Il simpatico spectre muta la struttura del Dracolich e la usa come difesa, potenziandola con il suo cosmo e spirito. Lo colpisci e gli fai male ma lui è bello fresco. A questo punto, dopo che il suo costrutto si dissolve crea delle mani scheletriche che tentano di graffiarti e strapparti la pelle, oltre alla capacità insita nei suoi costrutti di assorbire la tua energia vitale [AD], con la telecinesi prova a bloccarti sul posto [Azione di Supporto] ed infine unisce spirito e alterazione per dilaniare il tuo spirito e cercare di ridurre i tuoi processi cognitivi al minimo.

    La bussola vibra e una voce che tu riconosci come amica, ti parla. Che fai?


     
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    Per quale stramaledetto motivo non stava riuscendo fino in fondo nel suo intento?
    La domanda attraversò la mente dell’angelo per un solo istante, riempiendolo di frustrazione. Era stato così facile con gli altri avversari e anche con l’albero corrotto, nonostante la pericolosità, era andato tutto liscio, senza intoppi. Eppure con lo spettro di Hades era diverso: più Olethros lo attaccava e meno questo sembrava fiaccarsi, cedere anche solo di un millimetro.

    Al contrario le forze del daimon erano sempre più agli sgoccioli: i combattimenti intrapresi nella foresta, lo scontro con l’Anima della Terra…Olethros era sempre più esausto, ormai sorretto solo dalla sua incrollabile volontà nel voler epurare quel luogo dalla presenza nemica e dalla necessità di compiere fino in fondo la sua missione, rappresentata dal paradigma che egli stesso incarnava.

    Ma spesso la volontà non era sufficiente, specie quando sembrava che la propria mente remasse contro sé stesso: echi di voci che non conosceva, pensieri, parole, emozioni aliene, ricordi sempre più pressanti si facevano la guerra contendendosi l’attenzione del Daimon, distraendolo anche se poco dallo scontro in atto. E la bussola, quell’infernale arnese che l’angelo aveva avuto la malaugurata idea di ricomporre e portare con sé non faceva altro che aggiungere caos e tumulto nella testa di Olethros. Il cerchio aveva preso infatti a vibrare sempre di più, quasi a scottare nel palmo serrato dell’araldo di Polemos, sempre più pressante, come a volergli suggerire di lascar perdere il Necromante e volgere la sua attenzione altrove.

    Smettetela, fate silenzio tutti.

    Ancora una volta un singolo momento di distrazione si rivelò fatale. Il costrutto draconico si infranse, lasciando campo libero ad una seconda ondata di mani scheletriche più insidiose delle precedenti, che risalirono lungo il corpo dell'angelo, bloccandolo sul posto. Avvertì le loro unghie conficcarsi nella sua carne, ancorandosi ad esso, graffiandolo, lacerando la sua stessa essanza là dove quelle blasfeme propaggini si ancoravano all'angelo, impedendogli qualsivoglia movimento, risucchiando energia vitale e affaticandolo inesorabilmente. La vista sfarfallò per un attimo, ma non fu sufficiente a fare abbassare lo sguardo del Daimon, puntato con testardaggine e fierezza negli occhi del servo infernale: la resa non era contemplata, non fino a quando una singola stilla di vita sarebbe rimasta nel suo corpo. Sarebbe stato l'assalto finale, lo capiva, lo percepiva: l'ultimo gesto in cui Olethros avrebbe riversato tutte le forze che gli rimanevano. Avvertì il Necromante espandere il proprio cosmo, e il daimon chiuse per un attimo gli occhi, respirando prima di rivolgere una semplice invocazione al suo Signore.

    Πόλεμε, ακούσε την έκκλησή μου και στήριξέ με στο πλευρό μου,[ Polemos, hear my plea and stand by my side,
    As I march forth into the fray, let your strength abide.]
    Καθώς προχωρώ μπροστά στον αγώνα, ας με συνοδεύει η δύναμή σου.

    Il potere di Olethros brillò a piena intensità, mentre lo squarcio che dava sulla sua dimensione spettrale venne sconquassato da una vibrazione carica di furore. Un turbinio di anime si riversò da esso, nell'esatto momento in cui lo spettro faceva partire la propria devastante offensiva: spiriti e fantasmi di battaglie oramai dimenticate negli eoni del passato si sarebbero precipitate addosso e attorno al Necromante, in una distruttiva spirale di violenza, rabbia e furia omicida, atte a fare a brandelli l'anima stessa dell'avversario, convogliando nella loro carica l'essenza stessa del Daimon della Distruzione.

    Μάχη, Πόλεμος, Νίκη, Πόνος
    Δίκη, Πόλεμος, τρόμος παντού
    [ Mákha, Pólemos, Nike, Pónos
    Díki, Pólemos, Trómos pantou ]


    Continuò a ripeterlo come un mantra, dapprima gridando, ringhiandolo. Non si fermò nemmeno quando fu travolto dall'offensiva spirituale dello spettro, quando l'avvertì farsi strada nel suo spirito e nel suo animo, dilaniandolo e annientando inesorabilmente ogni sua facoltà. Parole ripetute all'infinito, gridate silenziosamente nella mente del guerriero angelico, l'unica sua ancora di salvezza dall'abisso di morte e dimenticanza nel quale stava venendo trascinato. Percepì lontanamente la presa dei costrutti demoniaci venire meno - forse tranciate dagli ultimi strascichi di furia delle anime - mentre a peso morto Olethros precipitava verso il terreno, lo sguardo vitreo puntato in qualche modo ancora verso il nemico.

    Fissava il cielo azzurro, ritagliato tra i rami spezzati della foresta che non era riuscito a salvare; la pallida luce del sole sembrava quasi venire eclissata dalla figura del Necromante, riflessa nelle iridi vacue e svuotate di Olethros che, riverso a terra in un lago del suo stesso icore, aveva forze solo per respirare e anche a malapena. Avvertiva dolore, una fitta costante che attraversava tanto la sua forma fisica quanto il suo spirito. Non riusciva a pensare lucidamente, non riusciva a ricordare se avesse mai provato una sensazione simile durante la sua lunga esistenza. Forse non era importante. Persino pensare gli sembrava arrecargli dolore.
    Volse a fatica la testa verso destra, registrando a malapena una sorta di interferenza come un...cellulare tenuto su vibrazione? Che cos'erano poi i cellulari? Per un breve attimo in un flash fugace, i suoi neuroni ricordarono della bussola di cristallo. Corrucciò la fronte, gli sembrò quasi di strizzare con le mani il proprio cervello, avvertì una scossa trapassargli il cranio mentre, come se stesse spostando un'intera montagna, faceva poggiare la bussola nella sua mano lorda di sangue.

    Po...lemos...E...s....telle.

    Furono le uniche parole che con estrema difficoltà fu in grado di elaborare mentre, esausto e a pezzi, si aggrappava con ogni fibra di sé stesso a quello strumento.

    Estelle..

    every act of creation begins with an act of destruction.
    Fisico ✧ Devastato sia fisicamente che spiritualmente, esausto.
    Mente ✧ Polemos dammi forza che io gna faccio più
    Status Gloria ✧ peggio del corpo, probabilmente
    Riassunto ✧ Improvvisandomi Chierico di Polemos, I CAST SPIRIT SHROUD in [contrattacco]: richiamo anime dal semipiano e aggiungo mia energia spirituale per creare un mulinello di spiriti incazzati neri attorno a Olethros. Ogni spirito che colpisce il Necromante esplode convogliando cosmo distruttivo e danno spirituale pesante, una sorta di frullatore che cerco di mantenere fino alla fine. Dal canto suo Oly si prende in pieno sia AD che AF dello spettro. Devastato, tumefatto, annichilito, mentre è riverso a terra e tumulato dal dolore, rivolge l'ultimo pensiero ad Estelle e alla bussola, usandola metaforicamente come unica ancora di salvezza.
    Harbinger of destruction {Cosmo distruttivo}
    Distruggere, annientare, cancellare dalla realtà ciò che impedisce il rinnovamento. Il cosmo del Daimon riflette appieno il concetto che egli stesso incarna, manifestandosi come energia tumultuosa capace di disgregare ciò con cui entra in contatto, rendendo potenzialmente più insidiosi e pericolosi i propri attacchi. La furia di Olethros si realizza come una luce cangiante e accecante che semplicemente dissolve nel nulla ciò che non le si oppone.

    Mind over matter {psicocinesi}La distruzione è imposizione della propria volontà sulla realtà. Olethros è in grado di interagire con tutto ciò che lo circonda grazie al semplice pensiero, e all'applicazione della sua psiche sulla materia. Ciò rende superfluo il contatto diretto con la stessa per poterla muovere, in uno spettro di possibilità che variano dal semplice spostare oggetti a distanza al piegare e costringere i nemici in morse dolorose e potenzialmente distruttive. L'unica limitazione è rappresentata dal livello del proprio cosmo: egli è quindi in grado di utilizzare la psicocinesi nella sua forma più grezza e immediata sia sfruttandola nella sua espressione più fine, per deviare o respingere al mittente gli attacchi subiti, dipendentemente dal proprio livello energetico. Il pieno controllo della sua psiche gli permette inoltre di potersi difendere da effetti illusori e di controllo mentale; in ultimo, la psicocinesi trova anche applicazione come temporaneo aumento delle proprie caratteristiche fisiche, permettendo al daimon di accelerare la velocità dei propri colpi o sferrare colpi al limite della sua forza con minore sforzo, senza tuttavia eguagliare le controparti straordinarie.

    Bane of lost souls {Spirito}La rovina e la furia di Olethros non conoscono limiti, arrivando a poter interagire non solo col piano materiale ma anche con quello spirituale, a voler rendere l' annichilimento di ciò che gli si oppone totale. Il daimon è in grado di interagire nei modi più svariati con l'energia spirituale, plasmando attacchi difficilmente contrastabili da sole difese fisiche: questa abilità permette infatti di colpire la parte più profonda e nascosta di ogni essere vivente, lasciando quindi intatto il corpo materiale ma provocando danni all'anima e al proprio io interiore. Lo scopo primario delle offensive di questa natura è tentare di fare venir meno la volontà e la determinazione dell'individuo, portandolo in caso di danni ingenti, alla perdita del controllo sulla propria stessa anima.
    • proiezione astrale | Il controllo dello spirito è tale che Olethros può lasciare dietro il sè il proprio corpo per operare in forma di proiezione astrale. Questo gesto è tendenzialmente evitato in combattimento, proprio per lo stato di estrema vulnerabilità in cui lascia il corpo fisico.
    • la spaccatura dell'essere |Olethros può trasportare sé stesso e gli altri (tanto l'anima quanto il corpo) in mondi Spettrali o direttamente in dimensioni Spirituali. La differenza tra i due luoghi è sottile ma fondamentale: il primo appare come una versione distorta della realtà materiale, dove le anime risiedono in una sorta di passaggio intermedio tra il piano materiale e quello spirituale. In questo mondo la presenza materiale del corpo è ancora sopportabile, sebbene la grande quantità di energia e spiriti presenti nel semipiano tenda ad avvantaggiare il daimon qualora il luogo fosse terreno di scontro. La dimensione spirituale è invece più insidiosa e remota, trattandosi di un vero e proprio mondo a sé stante, scollegato dalla realtà materiale. Gli orrori e la sua aliena natura rendono la dimensione spirituale difficilmente sopportabile alla psiche e impossibile permanervi se non in caso di annientamento definitivo.


    TECNICHE ✧

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    Quando stringi la bussola tra le mani, una voce risuona, chiara e inconfondibile — la voce di Rei, di cui Estelle conserva ogni timbro nella memoria.

    "È stato un onore combattere al tuo fianco. Oggi ti dico addio. Buona vita, Estelle."

    Intorno a te, la realtà comincia a distorcere i suoi contorni in un vortice caotico di voci e luci, mentre il nemico di fronte a te, il Necromancer, si dissolve. Non puoi dire se sia opera della bussola o dei suoi oscuri poteri. Il mondo che ora ti sta abbandonando, o forse che non ti è mai veramente appartenuto, si riduce a un punto lontano nel tempo e nello spazio, lasciandoti vedere solo un germoglio là dove un tempo sorgeva l’Albero della Vita.

    In quello che segue, avverti una sensazione straziante. Le essenze di Olethros ed Estelle si sovrappongono, si intrecciano, si fondono in un'unica entità. E, da una parte e dall'altra, percepisci come se, in qualche modo profondo, foste sempre stati la stessa entità, la stessa persona.

    Un attimo di caos, un istante di dolore e sofferenza, poi ancora tutto muta attorno a te. Ti senti strappata dalla realtà, trasportata in un mondo che, in qualche modo, senti come proprio. Sei sospesa, osservando dall'alto, senza realizzare immediatamente dove ti trovi. Hai esplorato molti mondi, vissuto in molte realtà, ma questo luogo ha qualcosa di stranamente familiare, almeno per Olethros. È difficile spiegare, è come se in esso confluiscano una moltitudine di mondi, di realtà che si intrecciano tra loro. Ogni mondo è una sfera che, muovendosi freneticamente, impatta contro un'altra, formando una rete di interconnessioni tra i mondi. Non hai dubbi, o meglio, Olethros non ha dubbi.

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    PANOTOIEMON



    All'improvviso sei investita da un numero infinito di visioni, tutte legate al conflitto, tutte legate alla morte. Ogni visione è un'immagine di morte, nata da un conflitto. Rivivi la prima volta che il conflitto ha preso forma nel mondo: un tempo antico, un uomo che uccide il proprio vicino con una pietra per un motivo futile. Vedi guerre che non riconosci, ma osservi come le Chere stanno sul campo di battaglia accanto agli eroi. Rivivi la scelta di Achille tra una vita anonima e lunga e una breve ma gloriosa; sceglie la seconda e tu rivivi in prima persona la sua morte, con le Chere che incitano alla battaglia, bramano il conflitto e la morte cruenta. E il ciclo di morte e distruzione si perpetua senza fine. Capisci, istintivamente, che queste entità seguono il volere supremo di Polemos: guerra, conflitto, uccisioni, placate solo dalla morte violenta. Una realtà in cui la notte e il fato si intrecciano in maniere incomprensibili per una mente mortale.

    Ὁ θάνατος ἡμῖν ἔστω
    (la morte noi siamo)


    Questa voce echeggia nel profondo della tua essenza, dell'anima. Sei lì, ferma, sospesa tra infinite realtà, mentre sotto di te la guerra si sviluppa, si genera.

    Ἄγγελοι τοῦ θείου Πολέμου
    (emissari del divino Polemos)


    Ti rendi conto che qualcosa ti osserva, ma i contorni sono sfocati e non riesci a comprendere cosa sia o come possa parlarti.

    Ἐνσαρκοῦμεν τὸν θάνατον, τὴν μανίαν, τὸν διαπληκτισμόν.
    (incarniamo la morte, la furia, il conflitto)


    Devi osservare non come Estelle, ma come Olethros, come un Daimon della Furia.

    Πόλεμος αἰώνιος
    (la guerra eterna)


    La figura davanti a te, aliena e potente oltre ogni immaginazione, fa persino rabbrividire Olethros: è una Chera, un eone della Furia. La sua forma non è definita, al di là di ciò che una mente umana può comprendere. Ma tu sei Olethros, e ciò che vedi evoca in te solo rispetto per una visione così pura e devota al conflitto, come desiderato da Polemos.

    NrJA59s




    Note del Master
    Entriamo nella parte conclusiva della quest, benvenuta a casa. Questo è il tuo mondo, o meglio il mondo di Olethros e hai davanti a te una Chera, ti consiglio di guardare questa pagina se non l'hai fatto per avere un'idea di cosa hai davanti e dove ti trovi. Danni e altro è tutto curato e sei full, al pieno del tuo potere.


     
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    Nel campo scarlatto la donna riposa e attende. E' una sensazione di anticipazione quella che la pervade ma non sa spiegarsene il motivo. Forse non le importa nemmeno, in fondo. E' nella pace, è nella quiete, è nella solitudine. Per un lungo ed interminabile momento quello è tutto ciò che desidera.Per un lungo ed interminabile momento accarezza l’idea di rimanervi per sempre ma è solo un istante, dilatato in un tempo e in uno spazio che non seguono regole, in un’immensità infinita di cui Estelle non è altro che una piccola goccia. Non è la prima volta che si ritrova in questa situazione, oserebbe quasi dire che ne è ormai avvezza, e ancora una volta la sua scelta ultima non cambierà: per quanto invitante, per quanto perfetta, l’assoluta pace non fa per lei.

    I fiori rossi attorno a lei vibrano, inondando le sue narici di un odore…particolare. È il profumo dei gigli, dolce e delicato, misto con una nota ferrosa e metallica, tipica del sangue. Per un momento si estranea completamente, viaggiando lontano, in un luogo che sa di non conoscere ma che allo stesso tempo percepisce come famigliare. Vede una foresta malata, una radura sconquassata dalla distruzione e dal conflitto, vive attraverso occhi alieni una battaglia che sente propria, percepisce un furore sacro e una rabbia che va oltre il semplice sentimento umano semplicemente essere dentro di lei. Lo scontro non conosce tregua, non conosce limiti: il suo obbiettivo deve essere distrutto, è necessario che sia estirpato dalla realtà per permettere a quest’ultima di rinnovarsi, di nascere nuovamente. Non importa che il suo avversario sia superiore a lei in termini di potenza, non importa che il nemico sembri rimanere in piedi nonostante i suoi attacchi: assalto dopo assalto, colpo dopo colpo, lei prosegue fino a quando non è il corpo stesso che la ferma, impedendole di proseguire oltre. Si sente cadere, avverte lo schianto col terreno, il dolore che attraversa le sue membra da capo a piedi. Alzati, ti prego, puoi ancora combattere, dobbiamo farlo…

    Estelle grida, un urlo silenzioso, niente di più che un pensiero che si disperde ai confini della visione, mentre avverte qualcosa formarsi nella sua mano. Riconosce una bussola, fatta di pietre preziose scarlatte e nere, ma essa non punta al nord. L’ago gira su sé stesso, come impazzito fino a quando non si ferma, indicando un punto imprecisato alle sue spalle. Nei riflessi fa capolino una seconda figura, occhi smeraldo la osservano quasi divertiti. Solleva lo sguardo e Rei è davanti a lei, ma non è dove la bussola vuole che lei vada. Sente la voce del compagno d’armi, ovattata nella sua mente nonostante la vicinanza: è un addio. Estelle odia gli addii, gli addii portano irrimediabilmente alla dimenticanza. Estelle non vuole dimenticare. Non vuole essere dimenticata.
    Nonostante la pesantezza del suo corpo, nonostante ferite che non sono presenti sul suo corpo la stiano lacerando dal dolore, la donna copre la distanza che la separa da ciò che una volta fu il cavaliere nero dei gemelli. Non dice nulla, non emette un suono, semplicemente lo abbraccia quasi con violenza, con disperazione, gratitudine: vorrebbe dirgli tante cose, sommergerlo di domande ma sa che non ha tempo. Si limita a chiudere gli occhi, aggrappandosi anima e corpo a Rei, concentrandosi sulla fisicità e materialità del giovane uomo innanzi a lei che con una dolcezza infinita la cinge a sua volta, sussurrandole all’orecchio, appena percettibile

    Non avere paura, Estelle.
    Non dimenticarmi, Rei.

    Il nodo in gola è sempre più stretto e una lacrima ribelle sgorga dallo sguardo rubino della giovane. Avverte la presenza di Rei farsi sempre più lontana ed eterea fino a scomparire del tutto. Rimane sola, con la bussola e i gigli scarlatti che la avvolgono in un vortice che la trascina via, lontana.

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    Dal sangue e dalle ferite di Olethros steli eterei di Lycoris Radiata avevano iniziato a brillare, rifulgenti nel loro bagliore vermiglio mentre bevevano avidamente il sangue sparso sul terreno. La vista dell’angelo sempre più appannata si rifiutava di lasciare la silhouette dello spettro, come a volerlo sfidare nonostante le sue condizioni non glielo permettessero. Agli angoli dei suoi occhi, la realtà prese ad accartocciarsi, strapparsi e svanire ineffabile come una voluta di fumo: non sapeva spiegarsene il motivo, non comprendeva se fosse stata opera del servo del male o della bussola, che aveva lasciato la sua mano. Sprofondò in un luogo intoccato dal tempo, lontano da ogni spazio, un eterno istante di esistenza e non esistenza, circondato dal buio e dal silenzio. Un punto lontano sembrava brillare, l’unica stella in un mondo eclissato dalle tenebre: quanto distante poteva essere? Allungò il braccio, oscurando per un momento quella fiammella così insignificante nell’immensa macchia nera ma che pareva irradiare un calore e una vita senza eguali. Con sua sorpresa la afferrò e immediatamente la sua intera forma venne attraversata da quella stessa vitalità, rifulgendo nella sua caotica moltitudine di colori cangianti. Le ferite si richiusero, la stanchezza accumulata dallo scontro si fece più sopportabile. Alzò la mano, portandola vicina ai suoi occhi, riaprendola con delicatezza.




    Lo sguardo citrino del daimon si soffermò sulla figura innanzi a lui, soppesandola: non ricordava quando era stata l’ultima volta che ad ascendere a Distruzione fosse stata una femmina. Era estremamente delicata, muscoli appena accennati, statura non troppo alta: pareva non avere alcuna relazione con il mondo della guerra e delle battaglie. Eppure, quando incontrò il suo sguardo, capì che si stava sbagliando: negli occhi cremisi della donna innanzi a lui vi era determinazione, consapevolezza, gli stessi sentimenti che si riflettevano nella sua emanazione cosmica potente, nonostante la sua infinita piccolezza a confronto dell’angelo. Il potere della donna, nuda e luminosa, pareva capace di irradiare l’interezza dell’araldo di Polemos. Un dettaglio attirò la sua attenzione: stretta nella sua minuscola mano umana vi era la stessa bussola che aveva stretto Olethros prima di cadere, l’ago nero puntato dritto verso di lui. Chiamò il suo nome, proiettando la sua voce nella mente della giovane che si limitò a fargli un breve cenno di assenso, lo sguardo fisso su di lui, senza traccia di timore alcuno.


    Farà male, ma è necessario. Non fermarti. Urla, piangi, implora, disperati, chiedi pietà, sgolati ma qualsiasi cosa succeda non.fermarti.

    Appoggiò la punta del dito nel petto di Estelle, una formichina se comparata alle gargantuesche proporzioni del guerriero angelico; il simbolo sul petto di Olethros brillò, spalancando le porte alla sublimazione del dolore. Immediatamente il corpo della donna si irrigidì, mentre l'artiglio del daimon sgualciva la pelle morbida, lacerava i muscoli, spezzava le ossa. Aveva già esperito qualcosa di simile, Estelle, e nemmeno troppo tempo prima: tra un ringhio soffocato e i denti stretti all'inverosimie, la mente della donna tornò per un attimo in una stanza nera con uno strano marchingegno nel centro ma le memorie sfuggirono via, diventando confuse e lontane mano a mano che il dolore aumentava, crudele e infinitamente superiore a quello provato dentro quello strano aggeggio Un dolore senza fine, oltre ogni qualsiasi concezione umana della parola stessa. Faticava a pensare, faticava a respirare: cercò lo sguardo di Olethros, realizzando che tutto ciò che stava provando si stava riflettendo anche sul daimon. Era come trovarsi in un uragano feroce e incontrollato, capace di squartare ogni cellula e ogni atomo del corpo con precisione maniacale: e più il daimon avanzava, forzandosi dentro quell'umana così piccola e così minuta, il dolore raggiunse vette semplicemente catartiche.Un sadico architetto di devastazione, capace di ridefinire due realtà opposte e conciliarle in una, un processo di distruzione necessaria per lasciare spazio a qualcosa di nuovo, di rinnovato.

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    {Collassa.Cedi.Vai in pezzi, Estelle.Non avere paura. Permettiti di andare in frantumi e di essere forgiata di nuovo, in una forma più elevata. È il tuo salto della fede, il più grande atto di coraggio che tu potrai mai fare. Distruggiti.Questa non è la fine.Questa è la tua nascita.}



    Le parole del daimon erano ricolme di fatica e pesantezza, consapevole di ogni atomo che con la sua stessa essenza stava dilaniando, facendolo esplodere in un universo di dolore che decostruiva e riforgiava il corpo a proprio piacimento, una tela di carne, membrane e ossa distrutta, riformata e portata oltre il limite, sublimando. La pelle, quel confine ormai antico tra il sé e il mondo, si accendeva ad ogni millimetro dell'essenza del daimon che penetrava dentro di lei, una fiamma che bruciava sia con calore sia con un freddo insopportabile; i nervi, ormai trascesi, parevano in grado solo di inviare impulsi di sofferenza infinita. Il cuore, custode del ritmo della vita, tamburellava con battito frenetico e irregolare, ogni palpito un promemoria dell'assalto incessante del guerriero ancestrale.
    Sopportare tale dolore, essere rimodellati da esso, essere scavati e riempiti nuovamente con qualcosa di così profondo e antico era qualcosa che Estelle, nella sua esistenza da cavaliere nero, non era mai riuscita a compiere interamente: un'alchimia del sé, dove ciò che era una volta semplicemente umano veniva trasmutato in qualcos'altro - qualcosa forgiato nel crogiolo di sofferenze inimmaginabili, qualcosa che era infinitamente più di quanto non fosse una volta. Estelle resistette, contorcendosi, schiumando, pregando, spezzandosi. E quando l'ultimo brandello di Olethros fu dentro di lei, lo stesso simbolo una volta presente sul petto del daimon campeggiava ora tra i suoi seni, pulsante di energia, ricolmo di sacralità e rabbia.

    Il cosmo bruciò di rinnovato vigore, squarciando l'oscurità con la sua fulgida aura, distruggendo il nulla attorno ad ella. Ancora una volta catapultata in un vortice senza inizio e fine, osservava ora dall'alto un luogo che sembrò riverberare nella sua stessa essenza: una moltitudine di realtà intrecciate tra loro in una rete senza fine di guerre e conflitti. La mente della donna venne trafitta da una quantità semplicemente abnorme di visioni, in una linea temporale inconcepibile ai semplici umani: dalle prime albe nebbiose della civiltà dove tribù ormai dimenticate e sepolte dalla polvere degli eoni si scontrano per le valli fluviali fertili, seguite dal clangore delle armi di bronzo che brillavano sotto il sole, mentre uomini in armature di cuoio si lanciavano attraverso i campi aperti, le loro grida di guerra mescolate con quelle dei feriti e il frastuono di scudi e lance. Vennero poi le marce disciplinate delle legioni, file di soldati in armature luccicanti, con mantelli svolazzanti: Olethros era lì in mezzo a loro, attraversando paesi e continenti, assediando, conquistando e distruggendo ciò che si frapponeva tra lui, i suoi compagni e il suo paradigma. Giunsero i castelli e le roccaforti di pietra, circondati da foreste oscure, intoccati dal tempo fino al momento della guerra: cavalieri in armature pesanti a cavallo si lanciavano attraverso campi fangosi, con lance pronte. Frecce piovevano dal cielo e trabucchi lanciavano proiettili infuocati oltre le massicce mura di pietra, incendiando le fortezze interne. Sorvolava ora il mare prima di osservare l'orizzonte sconfinato dall'alto dell'albero maestro: era l'epoca delle navi, della pirateria e dell'espansione, conchiglie di legno che portavano alte le bandiere degli imperi europei mentre solcavano le onde oceaniche delle neonate rotte navali, cannoni ruggivano in battaglie feroci, danze violente sul filo dell'acqua. Su lidi lontani, le raffiche di moschetto riempivano l'aria, tagliandola con i loro fischi, impregnandola con l'odore della polvere da sparo che soffocava le grida degli indigeni sommersi dal passo delle truppe straniere.
    Un ciclo infinito di battaglie, conflitti, distruzioni e rinnovamento che altro non erano che il volere ultimo di Polemos.

    Respirò, un gesto naturale ma superfluo, mentre accarezzava, si beava di quella marea infinita di mondi e realtà attraversate da un eterno attimo di conflitto senza fine. Era a casa, nel Panomoteion, il reame dove la Guerra incarnata regnava incontrastata. E Olethros, finalmente riunito alla e nella sua forma umana rappresentata da Estelle, era pronto a riprendere il suo posto in quel multiverso.

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    Una voce risuonò nella sua mente, preceduta da uno sfarfallio dell'aria attorno al daimon: una figura sfocata fece la sua comparsa nel campo visivo del guerriero, dapprima indistinguibile dalla mente mortale ma che divenne via via sempre più nitida e definita mano a mano che Olethros si concentrò su quel punto, adattandosi all'immensa aura cosmica che si stava manifestando. Una Chera, un eone dell'alto concilio della Furia si era palesata alla sua presenza: un onore di cui pochi angeli potevano fregiarsi. Abbassò lo sguardo rifulgente di oro, chinando la testa in un rispettoso inchino all'apparizione della creatura celeste, riflesso perfetto della Volontà suprema del Protogenos del conflitto.

    La vostra presenza è inaspettata a dir poco, divino Eone. A cosa deve questa onoreficenza, una semplice umana ascesa, se posso chiedere?

    every act of creation begins with an act of destruction.
    Fisico ✧ Ottimo
    Mente ✧ Ascended Estelle
    Status Gloria ✧ Integra, indossata
    Riassunto ✧ No riassunto, te lo leggi tutto e soffri come ho sofferto io xD
    Solo un disclaimer: so che non ho la forma gigante in game, concedimela per visual flavour solo per questo post <3
    Edit per correzioni di obbrobri grammaticali e refusi che mi erano sfuggiti.
    Harbinger of destruction {Cosmo distruttivo}
    Distruggere, annientare, cancellare dalla realtà ciò che impedisce il rinnovamento. Il cosmo del Daimon riflette appieno il concetto che egli stesso incarna, manifestandosi come energia tumultuosa capace di disgregare ciò con cui entra in contatto, rendendo potenzialmente più insidiosi e pericolosi i propri attacchi. La furia di Olethros si realizza come una luce cangiante e accecante che semplicemente dissolve nel nulla ciò che non le si oppone.

    Mind over matter {psicocinesi}La distruzione è imposizione della propria volontà sulla realtà. Olethros è in grado di interagire con tutto ciò che lo circonda grazie al semplice pensiero, e all'applicazione della sua psiche sulla materia. Ciò rende superfluo il contatto diretto con la stessa per poterla muovere, in uno spettro di possibilità che variano dal semplice spostare oggetti a distanza al piegare e costringere i nemici in morse dolorose e potenzialmente distruttive. L'unica limitazione è rappresentata dal livello del proprio cosmo: egli è quindi in grado di utilizzare la psicocinesi nella sua forma più grezza e immediata sia sfruttandola nella sua espressione più fine, per deviare o respingere al mittente gli attacchi subiti, dipendentemente dal proprio livello energetico. Il pieno controllo della sua psiche gli permette inoltre di potersi difendere da effetti illusori e di controllo mentale; in ultimo, la psicocinesi trova anche applicazione come temporaneo aumento delle proprie caratteristiche fisiche, permettendo al daimon di accelerare la velocità dei propri colpi o sferrare colpi al limite della sua forza con minore sforzo, senza tuttavia eguagliare le controparti straordinarie.

    Bane of lost souls {Spirito}La rovina e la furia di Olethros non conoscono limiti, arrivando a poter interagire non solo col piano materiale ma anche con quello spirituale, a voler rendere l' annichilimento di ciò che gli si oppone totale. Il daimon è in grado di interagire nei modi più svariati con l'energia spirituale, plasmando attacchi difficilmente contrastabili da sole difese fisiche: questa abilità permette infatti di colpire la parte più profonda e nascosta di ogni essere vivente, lasciando quindi intatto il corpo materiale ma provocando danni all'anima e al proprio io interiore. Lo scopo primario delle offensive di questa natura è tentare di fare venir meno la volontà e la determinazione dell'individuo, portandolo in caso di danni ingenti, alla perdita del controllo sulla propria stessa anima.
    • proiezione astrale | Il controllo dello spirito è tale che Olethros può lasciare dietro il sè il proprio corpo per operare in forma di proiezione astrale. Questo gesto è tendenzialmente evitato in combattimento, proprio per lo stato di estrema vulnerabilità in cui lascia il corpo fisico.
    • la spaccatura dell'essere |Olethros può trasportare sé stesso e gli altri (tanto l'anima quanto il corpo) in mondi Spettrali o direttamente in dimensioni Spirituali. La differenza tra i due luoghi è sottile ma fondamentale: il primo appare come una versione distorta della realtà materiale, dove le anime risiedono in una sorta di passaggio intermedio tra il piano materiale e quello spirituale. In questo mondo la presenza materiale del corpo è ancora sopportabile, sebbene la grande quantità di energia e spiriti presenti nel semipiano tenda ad avvantaggiare il daimon qualora il luogo fosse terreno di scontro. La dimensione spirituale è invece più insidiosa e remota, trattandosi di un vero e proprio mondo a sé stante, scollegato dalla realtà materiale. Gli orrori e la sua aliena natura rendono la dimensione spirituale difficilmente sopportabile alla psiche e impossibile permanervi se non in caso di annientamento definitivo.


    TECNICHE ✧

    narrato ✧ parlatopensatoscheda


    Edited by ¬Elle - 23/4/2024, 00:27
     
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    L'eone ti osserva, con la sua moltitudine di occhi, ti guarda come chi, sta guardando un cane impaurito e indifeso. Almeno è questa la sensazione che la tua parte umana percepisce. Olethros sembra quasi volersi inginocchiare innanzi a tale potenza, a tale comprensione di ciò che rappresenta essere un Daimon al servizio di Polemos. Ci sono lunghi istanti, in cui ella non dice nulla, non viene pronunciato alcuna parola, nessun concetto viene trasmesso.

    "Questa ora è la tua casa, come lo era nel mito, e come lo sarà per sempre"

    Il solo fatto, che la chera ti stia parlando è qualcosa che riempie ogni parte del tuo essere. Non è una sensazione che sapresti spiegare, ma forse nemmeno serve. Eppure, ogni sua parola, è come se fosse detta da Polemos stesso. Ma senti, dentro di te, quel desiderio sempre crescente di morte, distruzione, di guerra.

    "Eppure, sento ancora emozioni mortali in te. Liberatene."

    Non è un consiglio, è un ordine.
    E tu sai benissimo a cosa si stia riferendo.

    Detto questo, lei si volta e svanisce, lasciandoti da sola. In verità non sei sola, sotto di te, ci sono una moltitudine di mondi in guerra, che lottano, in una guerra senza fine. Senti, il desiderio crescente di unirti a quella battaglia.

    Sei nata per questo.
    Tu sei guerra.

    Note del Master
    Il cambio è concluso, e sei ufficialmente tra le schiede dei Daimon.
    A breve, metto la comunicazione <3


     
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