Turno 1: Lance vs Susu

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    All'improvviso, dopo quelle che all'incirca quantificate come un paio d'ore, la voce torna a risvegliare la vostra attenzione:

    Una vera e propria lotta fra giganti.
    Cos'è più forte: l'amore o la devozione verso il proprio Dio?
    Voglio proprio scoprirlo.
    Combattete!


    La parete alle vostre spalle si solleva e mostra degli scalini dello stesso materiale della stanza stessa, che salgono verso un posto buio.
    Una volta oltrepassati, le luci si accenderanno di botto, rivelando che vi trovate in una enorme gabbia all'interno di una sala le cui dimensioni sono difficilmente calcolabili ad occhio.
    Vi trovate a quelli che orientativamente sono 5 metri dalla parete alle vostre spalle e sul lato opposto spunta il vostro avversario.
    La gabbia occupa all'incirca 50 metri in ogni direzione, sia in lunghezza che in larghezza che in altezza, e notate che ogni parte della sua struttura è percorsa da scosse di energia crepitate dall'azzurrino sinistro che è meglio non stuzzicare.
    Se vi guardate attorno, notate che le gabbie sono molteplici e tutti gli altri malcapitati sono nella vostra stessa identica condizione:
    è come se foste soltanto dei soggetti su cui vengono effettuati esperimenti, la selezione è naturale: i più forti proseguiranno, i più deboli verrano scartati.

    JzbxoG5



    Buona fortuna!
    Le regole sono nel topic apposito in questa sezione e per qualsiasi altra cosa c'è il topic di tifoserie e varie.
    Il timer per i post parte domani mattina 30 Gennaio alle ore 08:00.
     
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    Ingrid vs Lance♦ Post 1


    Ingrid, svegliati.

    Ingrid aprì gli occhi di scatto, come se ad ordinarglielo fosse stata mamma Elga, perita durante il Ragnarok e che ora dimorava nel Valhöll assieme alle Valkyrie più valorose. A dire il vero la situazione della mezzogigantessa era abbastanza triste: a parte Thor, che le aveva donato un nuovo scopo e nuova vita, non aveva nessuno per cui combattere in realtà, nessuno che la aspettasse a casa e nessuno che avrebbe pianto la sua scomparsa come lei aveva pianto i suoi genitori e amici. Tutti i membri della sua razza erano morti o corrotti, ad Asgaard non conosceva nessuno e con i pochi abitanti dei villaggi era difficile rapportarsi perché...Beh. Era Ingrid. Quindi non c'era un granché da stupirsi se spesso e volentieri intratteneva discorsi con il suo martello.
    Si era appisolata dopo aver urlato una sequela irripetibile di insulti contro elfi, nani, maghi e mezzigiganti corrotti: il quoziente intellettivo della vrykul non era altissimo, nonostante questo però era stata prigioniera prima d'allora e sapeva quanto fosse fondamentale conservare le energie in quelle situazioni, soprattutto se c'era di mezzo la magia "elfafinochia".

    Ma che cazo -

    Quando la voce cominciò di nuovo a parlare Ingrid era ancora in quella fase ovattata fra la veglia ed il sonno. Non capì moltissimo il significato di quella frase anche perché non ci fece caso, dato che una parola attirò subito la sua attenzione: "giganti".
    C'era un gigante, quindi? Ingrid forse non era più sola? O forse stava per incontrare nuovamente Mezzafaccia, il leader dei mezzigiganti corrotti suo acerrimo nemico? Solo al pensiero il suo sangue ribollì. Ma se avesse trovato di fronte a sé un altro Vrykul, era certa che insieme avrebbero potuto aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di sopravvivere: uno dei suoi simili non avrebbe mai potuto toccare la preferita di Thor, come lei del resto non avrebbe mai potuto uccidere uno della sua razza.

    Vieni picolo Mjölnnir. Tu no avere paura, ora noi andare a vedere chi c'è in fondo a questa storia, poi noi amazare lui come capra in fienile*.

    *detto Vrykul tradotto alla lettera da Ingrid. I Vrykul usavano macellare le capre o altri animali allevati dentro i fienili, per dare alle bestie una morte onorevole, soprattutto se si trattava di vecchie capre che con il loro latte avevano nutrito per anni le famiglie. Come ulteriore gesto di rispetto, la morte che si dava loro era celere e diretta, quasi silenziosa, tramite un colpo secco in mezzo alla fronte. Da questo, "come una capra nel fienile" si usa per descrivere qualcosa che avviene velocemente ed in maniera definitiva.

    Ingrid prese la sua arma e se la caricò in spalla non appena la parete dietro di lei cominciò ad aprirsi. Le sarebbe bastato poco: un piede, un lembo di stoffa, un dito, un mignolino, un lobo dell'orecchio, qualsiasi appiglio per prendere il suo avversario e neutralizzarlo, altrimenti ci avrebbe pensato Mjöllnir. Che bello però! Tornare a macellare ossa e a schiacciare nemici proprio come si faceva ai tempi delle Grandi Fucine! Questo piccolo pensiero rallegrò Ingrid e rese la sua discesa molto baldanzosa, per quanto possa risultare baldanzosa una donnona di tre metri con sulle spalle un martello di quattro tonnellate.

    Il piccolo momento di felicità si spense non appena si ritrovò...In gabbia. Di nuovo. Una gabbia se non altro molto più grossa.
    Dall'alto della sua statura si rese subito conto che intorno a lei vi erano altre gabbie simili, e il suo corpo rispose in quella maniera bizzarra che usava definire "magica"- che in parole povere era che la percezione di altri tipi di cosmo oltre il suo. La Vrykul si avvicinò con fare circospetto alle sbarre della grossa cella e una piccola scossa proveniente da essa fece contatto con l'elettrostasi emessa dal piccolo Mjöllnir, facendola indietreggiare.

    Magia elfofinochia - borbottò quasi ringhiando, spostandosi al centro della sala.

    Alora, elfofinochio o Mezafacia. Mio picolo Mjöllnir qui ha fame. - cominciò a dire a alta voce, sbattendo con violenza il martello sul pavimento constatando a suo malgrado che era fatto della stessa materia della sua precedente cella, ovvero indistruttibile. Si appoggiò con un grosso braccio sull'astile del suo "piccolo" amico e si batté con un pugno l'armatura all'altezza dello stomaco.

    E anche Ingrid ha abastanza apetito. Vieni fuori e Ingrid promete che finisce cose in freta.


    Da lontano improvvisamente si udì un boato, come se qualcuno stesse lanciando un grido di battaglia: un brivido la scosse nel profondo. Non era un grido tipico del suo clan, eppure...Lo sentì come familiare. Cominciò di nuovo a temere di trovarsi di fronte a qualcuno della sua stessa stirpe e cercò di scrollarsi in fretta questa paura di fondo: non era possibile. I Vrykul o erano morti o erano corrotti. Eppure aveva visto fare cose alla magia, cose terribili, e allo stesso tempo grandiose.
    Una cosa era certa: se non fosse stato Thor in persona o un altro Vrykul non corrotto, il suo avversario non avrebbe avuto scampo. Doveva uscire dalla gabbia.
    Doveva sapere di chi fosse l'urlo.

    ABILITA' ♦ FRAMMENTI DEL MJOLLNIR ♦
    Con la sua armatura, Ingrid ha ricevuto in dono anche i frammenti del Mjollnir, due pezzi del leggendario martello di Thor concessi al cavaliere di Phecda. Tuttavia, neanche il più possente dei predecessori di Ingrid ha mai avuto la sua stazza, e questo è il motivo per cui la Vrykul, con le sue immense abilita da fabbra, ha riforgiato i due frammenti in un'arma che meglio simboleggia la sua eredità da mezzogigante: un martello da guerra a due mani.
    "Il piccolo Mjollnir" e un'arma del peso di circa cinque tonnellate kg per 270 cm di altezza asta compresa. I frammenti della leggendaria arma del Dio del Tuoni gli hanno conferito le medesime proprietà, ossia il controllo dell'elettricità e la facoltà di evocare fulmini e tempeste. In più, il piccolo Mjollnir risponde solo ad Ingrid: oltre a non poter essere sollevato da nessuno a parte lei (e non solo per ovvi motivi di peso), il martello può essere richiamato ovunque esso si trovi dalla sua proprietaria.
    A Ingrid tuttavia piace usare la sua adorata arma per frantumare, tritare, distruggere, devastare cose e nemici. Non è raro vederla distruggere il terreno di combattimento per creare dei piccoli terremoti al fine di destabilizzare l'avversario o per utilizzare i numerosi detriti creati dall'impatto.
    Nota: Ingrid ama il suo martello e ci parla regolarmente. Crede che esso, infatti, vada consolato per il fatto di essere "piccolo" e non grande e forte come il vero Mjollnir. Insultare il martello è motivo di grande ira; non fatelo se non volete una morte estremamente dolorosa.
    TECNICHE

    ♦ RIASSUNTO ♦ Ingrid alla fine del post ha sentito l'urlo di Modrock. Buon duello!
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    LANCE VS. INGRID
    LANCE H. VAN HANDEROT • ENERGIA VERDE ROSSA • CHIMERA IV

    POST I
    status fisico • normale
    status mentale • concentrato
    status adamas • integra, indossata

    All'interno di un Adamas 02 spento ed immobile rimbombava metallico e fuori da ogni tempo il respiro del pilota Lance Hassan Van Handerot, ventidue anni, olandese, redivivo e probabilmente l'uomo più agitato sulla faccia delle Terra: inspirava nervoso per poi espirare velocemente, soffermandosi sul rumore ronzante delle bollicine che salivano danzando verso la cima dell'abitacolo e venivano poi espulse tramite un nascosto sistema di micro aperture coperte da un reticolato abbastanza intricato da contenere il liquido interno ma capace al contempo di far passare liberamente l'aria. I polmoni cavernosi si muovevano ormai a ritmo di quel flebile suono, il cuore di litio schiacciato tra un complesso sistema di macchinari che proprio non riusciva a mantenere uno stato di normalità per quanto fosse stato ingegnosamente ideato per evitare di destabilizzarsi a causa di interventi o agenti esterni. D'altronde Lance non sarebbe stato umano se fosse riuscito a mantenere la calma in una situazione come quella: solo e vittima di un Jigsaw versione divina che voleva fare un gioco con lui non riusciva a smettere di riavviare il nastro della memoria e a pensare a ciò che aveva appena visto, a quella tremenda visione, confondendola spesso con immagini e ricordi di quando sia lui che Beth erano ancora in vita. Così una distinta scopata nei magazzini sotterranei del Labirinto veniva spazzata via da quello sguardo pieno di disperazione e di terrore che la sua amata gli aveva lanciato prima di sparire nel buio, l'immagine che più di tutte aveva lasciato un'impronta nel suo cervello.

    Inspirava, espirava, ogni tanto scattava leggermente di lato con la testa come per scacciare un brutto pensiero o anche solo un'idea: fallire, soccombere, il non essere abbastanza capace per difendere l'unica cosa davvero importante per lui, era sempre un unico concetto rielaborato più e più volte e che puntualmente tornava, riempendo il suo cuore anche solo per un attimo di buio, lo stesso in cui era immerso con i suoi mostruosi dieci metri di altezza.

    Fu proprio in una di queste occasioni che tornò la voce del burattinaio, ad indicare che il tempo di attesa era finito.
    "Una vera e propria lotta fra giganti. Cos'è più forte: l'amore o la devozione verso il proprio Dio?
    Voglio proprio scoprirlo. Combattete!
    "
    Quando la parete alle spalle del gigante si sollevò, l'Adamas 02 era già stato riattivato in immediato assetto da combattimento, pronto a rispondere a qualsiasi cosa gli stesse per arrivare addosso; tuttavia, mai si sarebbe aspettato un invito a procedere in un altro posto. Avanzò lentamente verso la scalinata ripensando intanto alle parole di quell'ennesimo intervento: giganti? Doveva fronteggiare piloti come lui? L'idea che quella fosse soltanto una simulazione mascherata da test per spingerlo a raggiungere un livello ancora più profondo di sincronia con la propria armatura gli sembrò troppo balzana, specialmente dopo quelle settimane in cui Bibiane non aveva esitato ad occuparsi di lui per quanto indaffarata, sostenendolo psicologicamente in quel delicato periodo di transizione e scoperta che caratterizza la vita di ogni neonato cavaliere. Il flusso di coscienza proseguì fino a divorare quell'idea, consumando frattanto tutto il tempo che l'Adamas impiegò per arrivare davanti alla scalinata; e, ben retto davanti a quell'interminabile serie di gradini, esitò.
    Avrebbe davvero trovato la forza di uccidere un'altra volta? Sarebbe riuscito a fronteggiare l'ignoto, a sconfiggere ciò che gli sarebbe arrivato addosso? Sentì come spegnersi l'ardore che lo aveva travolto sull'onda dell'ira poco dopo aver visto Beth scomparire, e quella stessa persona che aveva tentato invano per una mezz'ora di fuggire da quel luogo buio prima di arrendersi e decidere di aspettare gli appariva ora come un fantasma o ancora meglio un ricordo di sé. In definitiva, aveva paura di fallire.

    "Perché due più due fa quattro?"

    Furono le voci congiunte e confuse in un solo suono dell'Adamas e di sua moglie a risvegliarlo da quel trance di dubbio, a ricordargli per cosa diamine stesse andando a lottare: non per se stesso, non per la propria sopravvivenza, ma per Beth. Cominciò così ad avanzare sicuro per la salita, sfiorando gli scalini con la sua stazza ed oltrepassandoli senza nemmeno toccarli, tenuto sospeso grazie alle ali meccaniche che, per quanto inadatte al volo durante il combattimento, conferivano comunque una certa solennità all'avanzata dell'Adamas; arrivato circa a metà del percorso riuscì a rubare una sbirciata grazie ai suoi dieci metri di altezza all'arena prima che essa si accendesse e lo colpisse con la sua abbagliante luce, costringendolo a fermarsi un secondo per regolare le pupille ed abituare le iridi. Ripresa la sua salita, impiegò quei momenti finali per studiare l'ambiente dello scontro: una vera e propria gabbia adatta agli scontri su larga scala, perfetta per permettere a guerrieri dotati di capacità superiori di scontrarsi senza freni inibitori. Il computer interno aveva già iniziato a coprire la board di informazioni, soffermandosi su piccoli particolari ed ingrandendoli; uno tra tutti attirò l'attenzione del sistema, ovvero le scariche di energia bluastra che sibilavano tra le sbarre e la struttura.

    !ATTENTION!
    Rivelata energia di tipo sconosciuto.
    È sconsigliato il contatto diretto.


    Accidenti, che rivelazione. commentò tra sé e sé sarcastico sulla precisione spesso ovvia del sistema interno. Tuttavia, non fu un commento espresso con sicurezza poiché la sua attenzione era già stata completamente catturata da una sola cosa: il nemico. Riusciva a sentire il suo cosmo per quanto non ancora pienamente espresso: rabbioso, grezzo, animalesco e tutt'altro che innocuo, come un mare in tempesta che, impetuoso e furioso, nascondeva nelle sue viscere un intero oceano di mostri. Quella donna (e che donna, si potrebbe aggiungere) era l'incarnazione della furia della battaglia, dell'inebriante odore del sangue nelle narici, incapace di sfogarsi se non con delle pesanti martellate sul terreno indistruttibile; inoltre, non solo quella quella donnona riusciva a rivaleggiare anche solo in minima parte la sua stazza superiore, ma lo faceva persino in maniera naturale, come se fosse nata da una stirpe di uomini alti tre metri.
    Uscì infine dall'oscurità in cui era rimasto per tutto il tempo della sua salita, mostrandosi infine alla sua avversaria. Fu in quell'istante che il suo cuore che per un altro attimo si era concesso un dubbio tornò a sorridere: qualcuno o qualcosa lo aveva fatto come rinascere, donandogli un'immensa quantità di potere di cui era precedentemente privo.
    Poteva quasi sentire un fuoco dentro di sé, come un animale risvegliatosi dopo un lungo letargo; i suoi polmoni cavernosi tornarono ad inspirare, questa volta aggiungendo un primitivo ringhio all'espirazione. Lontano, un'altra belva ruggiva in un'altra delle celle all'orizzonte, ma per Lance aveva davvero poca importanza. Si portò anche lui verso il centro della stanza, tenendosi abbastanza lontano per non cadere subito nel raggio del braccio o del martello della gigantessa; il suo istinto gli diceva infatti che, considerate le dimensioni, la donna doveva per forza essere più abile nel corpo a corpo piuttosto che negli attacchi a distanza e ciò poteva essere per il pilota sia un vantaggio che uno svantaggio: per quanto privato della possibilità di agire agevolmente con spada e scudo, un altro ramo dei suoi poteri gli avrebbe concesso un vantaggio tattico sicuramente superiore, con la possibilità di allontanarsi velocemente e contrattaccare con le fiamme dell'inferno in caso di situazione scomoda.
    Guardò la donna probabilmente sorpresa di aver trovato uno dei pochi se non l'unico avversario in grado di superarla in altezza, poi sganciò la spada dal meccanismo fisso sul suo braccio destro, in modo tale da avere quanto più spazio di manovra con l'unica sua opportunità di contrattacco in close combat. La lasciò cadere a terra ed aspettò qualche secondo prima di raccoglierla.
    I Titani sono dei assieme ai Giganti: se dovessi trovarti in difficoltà non esitare ad invocare il nome della Chimera.
    Si ricordò delle parole di Talia, dette con quell'amore pregno di senso di colpa. Ma a lui non serviva nessun dio o forza superiore, gli servivano solo un paio di braccia ed un paio di gambe, una testa sulle spalle e le sue armi: era stato trattato come un soldato e si era promesso di comportarsi da soldato, ormai non c'era più spazio per l'indecisione o il timore.
    Raccolse la spada nella mano destra mentre sul suo corpo spuntarono piccole fiammelle di colore bluastro che danzavano ondeggianti assieme ai suoi movimenti. Frappose lo scudo tra sé e l'avversaria, sollevando intanto la spada sopra la testa di modo che la lama puntasse netta contro il profilo titanico delle gigantessa. La sua posizione poteva ricordare un antico legionario romano o un oplita spartano armato di spada e scudo, ma in generale urlava soltanto una cosa: sono pronto.

    "Siamo entrambi poco bravi con le parole. Finiamola in fretta."


    Abilità In parte leone, in parte drago e in parte capra, la Chimera è una creatura mitologica molto variopinta e particolare. Gli ingegneri, per ricordare le origini non ben precisate dell'animale, hanno ben pensato che soltanto un Adamas dall'aspetto difficile da inquadrare potesse rappresentare la sua incarnazione migliore (x, y): guardando l'armatura si possono intravedere numerose influenze ma mai un essere distinto; ad esempio, lo scudo rotondo posto sul braccio sinistro è intagliato in rilievo con il simbolo di un leone, mentre le ali richiamano leggermente il lascito draconico della Chimera (utili solo ad usi estetici). Un altro upgrade è la spada lunga che è ancorata al suo braccio destro, utile per squartare corrotti o tagliare a metà interi monti; all'uso può essere liberata dal meccanismo ed essere impugnata con entrambe le mani oppure fatta scattare all'indietro e posizionarsi come prolungamento del gomito. Le armi più efficaci però di Adamas 02 sono tuttavia la sua agilità ed il fuoco: la prima nasce da un collegamento molto intimo tra la forza cosmica di Lance ed il corpo meccanico di Chimaera, consentendo al gigante movimenti difficili da seguire ed estremamente veloci (tanto che è possibile generare immagini residue se si procede alla massima velocità); la seconda consiste invece nel controllo di uno dei quattro elementi tradizionali, consentendo a Lance di usufruire di vampate di calore, turbini di fuoco o addirittura far esplodere le particelle di ossigeno vicino all'avversario (anche se è impossibile dar direttamente fuoco al corpo del nemico). Nota: le fiamme sono di colore blu.

    Notes Ho leggermente adattato per essere coerente con la tua narrazione. Per il resto divertiamoci e buon duello!
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    Ingrid vs Lance♦ Post 2


    L'altezza media di un mezzo gigante è di cinque - sei metri, e alla nascita un piccolo Vrykul può raggiungere anche un metro di lunghezza. Quando Elga diede alla luce la "piccola" Ingrid i saggi le consigliarono di lasciarla a morire nelle foreste date le piccole dimensioni di soli cinquanta centimetri, poiché i Vrykul non tollerano i deboli all'interno del clan. I suoi genitori tuttavia si opposero e andarono contro le superstizioni; Ingrid dal canto suo, li rese orgogliosi molto in fretta. In breve tempo divenne un'eccellente guerriera, un'ottima bevitrice e sopra ogni cosa, il fabbro migliore fra tutti i clan. I Vrykul non comprendono concetti astratti come l'arte, eppure quello che faceva Ingrid coi metalli era per i mezzo giganti quanto di più simile all'espressione artistica vera e propria. Nelle sere miti, quando il clan si riuniva attorno al fuoco per raccontarsi storie e leggende di guerra, il rumore del martello di Ingrid che lavorava senza sosta nella sua fucina era come musica.

    Il giorno del Ragnarok, quel tremendo giorno che tutti ricordano per le gesta dei grandi cavalieri e non dei popoli che si schierarono con loro, non c'era Vrykul che non impugnasse un'arma uscita dalle mani di Ingrid, che non fosse frutto del suo sudore e delle notti insonni passate sulla forgia. Tutti conoscevano il suo dono e i mano di Ferro erano orgogliosi di lei.
    Quel giorno la madre di Ingrid fu schiacciata da un piede di un gigante di ghiaccio. Ingrid si lanciò contro di lui, gli cinse la caviglia e in preda alla furia bestiale, di cui solo un guerriero Vrykul in fase berserk è capace, lo sollevò e riuscì a fargli perdere l'equilibrio. Con la sua ascia a due mani, in seguito, fece scempio delle sue gelide carni iniziando dalla testa.
    Da sola.

    Tutto questo per dire che quando Ingrid si trovò faccia a faccia col gigante, per un secondo due aspetti della sua personalità andarono in conflitto. Per prima cosa, quello era un gigante. Ingrid s'irrigidì e sul suo viso comparve una smorfia mista fra il dolore ed il disgusto; non si accorse in quell'istante che il suo cosmo azzurro stava incominciando a bruciare quasi in maniera involontaria. Davvero non avrebbe mai creduto, in vita sua, di doversi ritrovare ancora davanti a qualcosa uscito dallo Jotunnheim. Secondo: la fattura di quell'organismo era perfetta. Non aveva idea del metallo che i Giganti- dannati loro e la loro stirpe- avessero usato, ma Ingrid si mise a pensare a quali attrezzi, quanto tempo, e che fucina avessero utilizzato per creare una cosa del genere. Forse dallo Jotunnheim avevano mandato qualcosa in grado di distruggerla perché in collera per via del Ragnarok...Sì era così. Se ne convinse ammirando la grossa spada che il gigante le stava puntando contro ed iniziò ad annuire complimentandosi fra sé e sé per l'ottimo ragionamento. Terminato questo pensiero complesso, Ingrid si concentrò sulla rabbia che provava verso i Giganti: impugnò il suo martello ed avanzò di due passi, facendo un profondo respiro. I suoi muscoli cominciarono a contrarsi, facendo risaltare il trapezio e i deltoidi, simili più a quelli di un gigantesco animale come un toro o un cavallo.

    Aye, è vero. Ingrid no sa parlare bene. E tu molto, molto groso.

    Il cosmo della mezza-gigantesca a questo punto iniziò a reagire con l'energia elettrostatica sulle sbarre di ferro, facendole scoppiettare un po'. Da lontano si potevano percepire altre urla e altri rumori, eppure rimasero solo un sottofondo in quel momento. La tempesta dentro Ingrid stava per scatenarsi.

    Ma Ingrid ha tirato giù cose più grose di te.


    Il volto della prediletta di Thor cominciò a deformarsi mentre gonfiava i polmoni rendendo la sua cassa toracica ancora più mostruosa e impressionante di quello che già non fosse. A quel punto Ingrid prese il martello con entrambe le mani e colpì violentemente il terreno emettendo una sottile carica elettrica impecettibile alla vista (il tonfo del martello, tuttavia, fu fin troppo fragoroso) mentre allo stesso tempo emise un urlo straziante che nella sua precedente vita veniva utilizzato dal suo clan per spaventare a morte i nemici umani, animali o sovrannaturali. Nella sua nuova condizione quell'urlo le sarebbe servito a paralizzare temporaneamente l'avversario con una quantità sufficiente di energia elettrostatica: la carica che permeava le sbarre della cella sembrò come impazzita stimolata dal cosmo della mezzo-gigantessa. Subito dopo Ingrid cominciò a correre verso il nemico, lasciandosi il piccolo Mjollnir dietro di sé e caricando con tutta la sua furia. Il suo obbiettivo era quello di raggiungere un punto cieco fra le gambe del gigante, nella fattispecie voleva cingere o afferrare la gamba destra del suo opponente e sollevarlo con tutta la forza animalesca che possedeva; l'avrebbe poi scaraventato sul lato destro della gabbia sperando che la magia elfofinochia servisse a qualcosa.



    ABILITA' ♦ FRAMMENTI DEL MJOLLNIR ♦
    Con la sua armatura, Ingrid ha ricevuto in dono anche i frammenti del Mjollnir, due pezzi del leggendario martello di Thor concessi al cavaliere di Phecda. Tuttavia, neanche il più possente dei predecessori di Ingrid ha mai avuto la sua stazza, e questo è il motivo per cui la Vrykul, con le sue immense abilita da fabbra, ha riforgiato i due frammenti in un'arma che meglio simboleggia la sua eredità da mezzogigante: un martello da guerra a due mani.
    "Il piccolo Mjollnir" e un'arma del peso di circa cinque tonnellate kg per 270 cm di altezza asta compresa. I frammenti della leggendaria arma del Dio del Tuoni gli hanno conferito le medesime proprietà, ossia il controllo dell'elettricità e la facoltà di evocare fulmini e tempeste. In più, il piccolo Mjollnir risponde solo ad Ingrid: oltre a non poter essere sollevato da nessuno a parte lei (e non solo per ovvi motivi di peso), il martello può essere richiamato ovunque esso si trovi dalla sua proprietaria.
    A Ingrid tuttavia piace usare la sua adorata arma per frantumare, tritare, distruggere, devastare cose e nemici. Non è raro vederla distruggere il terreno di combattimento per creare dei piccoli terremoti al fine di destabilizzare l'avversario o per utilizzare i numerosi detriti creati dall'impatto.
    Nota: Ingrid ama il suo martello e ci parla regolarmente. Crede che esso, infatti, vada consolato per il fatto di essere "piccolo" e non grande e forte come il vero Mjollnir. Insultare il martello è motivo di grande ira; non fatelo se non volete una morte estremamente dolorosa.
    FORZA STRAORDINARIA ♦ Abilità tipica dei Vrykul: una forza molto superiore alla norma, che le permette di sbriciolare legno, pietre, ossa, con estrema facilità. Ingrid ama molto interagire con l'ambiente in una lotta, e se il terreno di gioco lo permette, l'avversario sarà costretto a schivare alberi, massi, veicoli, bestie o qualsiasi altra cosa che gli verrà scagliata contro. Quando quest'abilità viene impressa nei pugni o calci, produce attacchi fisici devastanti.

    TECNICHE
    URLO DI TERRORE (UTILIZZATA COME AZIONE DEBOLE) ♦ Il terrore, ovviamente, sarà dell'avversario. Dopo quest'urlo di guerra, Ingrid colpisce violentemente il terreno con il suo martello, che sprigiona un'onda elettrificante atta a paralizzare il nemico o i nemici che si trovano nel suo raggio di azione. Generalmente è una tecnica utilizzata a scopo difensivo ma che può diventare decisiva se utilizzata al momento opportuno. La paralisi da elettricità potrebbe risultare traumatica e molto dolorosa, senza considerare lo shock a livello di sistema nervoso e circolatorio.


    ♦ RIASSUNTO ♦ Ingrid usa la tecnica URLO DI TERRORE come Azione Debole, ossia per cercare di paralizzare i movimenti del gigante e darle tempo di raggiungere la sua gamba destra (ho dato per scontato che il suo pg fosse destro dato che non ho trovato altre informazioni. La spada la dovresti impugnare da quel lato, giusto?), sollevarlo con FORZA STRAORDINARIA e sbatterlo con violenza sulle grate elettrificate della cella, lato destro (sempre rispetto al tuo pg).
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  5. Lance.
     
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    LANCE VS. INGRID
    LANCE H. VAN HANDEROT • ENERGIA VERDE ROSSA • CHIMERA IV

    POST II
    status fisico • Varie bruciature sulla schiena, resti di shock elettrico
    status mentale • concentrato
    status adamas • integra, indossata

    Prima di diventare pilota dell'Adamas 02 e uno degli araldi del Labirinto di Chronos, Lance Van Handerot era, tra i tanti universitari che popolavano la bellissima capitale olandese, uno qualunque: accettava qualsiasi voto pur di laurearsi in fretta, usciva ogni sera dal giovedì alla domenica per via dei weekend spaventosamente lunghi degli accademici e ogni tanto si buttava sui libri più per dovere che per reale interesse o curiosità. Non è infatti nemmeno necessario ricordare quale facoltà frequentasse perché, alla fine dei giochi, l'importante era prendere il pezzo di carta a fine corso di studi, appenderlo da qualche parte in un appartamento nuovo fiammante dal retrogusto di conquistata libertà dal parentado, magari sposarsi con qualcuna che si ha scopato una volta di troppo e poi dritti dritti verso un'esistenza uguale a se stessa per almeno una cinquantina d'anni; poi la pensione ed i medici consultati un giorno si e l'altro pure nel tentativo affannoso di allungarsi quanto più possibile la vita e sperare di arrangiare qualcosa con quegli ultimi, pidocchiosi anni rimasti. Ecco, bisogna tornare a quei dolci momenti giovanili per riscoprire un'abitudine che Lance aveva sviluppato nella sua breve parentesi universitaria: il ripetere incessantemente e anche in modo parecchio infantile "You can't contain the beast", che tradotto sarebbe "Non puoi contenere la bestia". Essa era nata come un'espressione goliardica nata in un'ora qualsiasi di una giornata qualsiasi ma che, non si sa quando e non si sa come, divenne presto una specie di joke usato per letteralmente qualsiasi cosa: qualcuno prendeva un voto alto ad un esame difficile? You can't contain the beast; qualcuno riusciva a portarsi a letto la ragazza dietro cui sbavava? You can't contain the beast; il professore riusciva a mortificare grazie ai suoi ettolitri di ironia e sarcasmo uno studente colpevole di un interventto di troppo? You can't contain the beast.

    Ogni cosa era adattabile in funzione del "You can't contain the beast" ed in quell'occasione più che mai l'espressione calzava a pennello: come una poderosa belva finalmente liberata dal guinzaglio la donnona sprigionò la sua superiorità fisica, prima preparando muscoli e polmoni in modo che la sua già giunonica figura fosse ulteriormente esaltata, e poi sprigionando tutta la tensione accumulata in un unico, violento urlo sottolineato e rafforzato dal pesante sbattere della titanica arma da guerra sul terreno indistruttibile. Nel sentire quella voce così potente il pilota si ricordò della fragorosa voce sentita poc'anzi durante la sua entrata nell'arena: cosa sarebbe potuto succedere se quelle due entità così primitive si fossero scontrate? Purtroppo, non ebbe molto tempo per pensarci ed immaginarsi lo scenario che la gigantessa era passata all'attacco: inaspettatamente in modo molto audace e intelligente, la donna aveva nascosto nello sbattere del martello una scarica elettrostatica che trapassò l'incredulo Adamas 02, freddandolo sul posto. Fu soltanto con il corpo completamente bloccato in quella posizione da battaglia che Lance si rese conto di come le sbarre elettrificate della stanza scoppiettassero eccitate da quando la gigantessa aveva iniziato a preparare la sua offensiva, probabilmente stimolate dal suo cosmo.
    Lasciando poi l'enorme martello alle sue spalle, la gigantessa non perse tempo e capitalizzò su quella grave disattenzione del pilota, che si ritrovò in pochi istanti in volo verso le sbarre elettrificate: Lance urlò dal dolore quando colpì con la schiena la recinzione, sentendo tutta quell'energia che si riversava impetuosa nel suo corpo metallico; come impalato, rimase per qualche secondo in balia dei fulmini, mentre l'Adamas 02 soffriva assieme a lui, propagando ed espandendo il grido del suo pilota (ovvero il suo stesso grido) in uno stridulo lamento ferale, come se fosse un animale meccanico preda del più terribile dei tormenti*.

    You can't contain the beast.
    Quella donna era effettivamente una belva infuriata, ma lo era anche la Chimera.
    Con un colpo di reni, un Lance tornato abbastanza lucido da tornare a ragionare si scoprì stufo di quel soffrire e si liberò dalla letale morsa elettrica: accucciato in ginocchio e ansimante, poté sentire distinte le bruciature precise sulla sua schiena, presenti in corrispondenza dei punti di contatto tra l'Adamas e le sbarre metalliche dietro di lui. Era forte quella donna, era dannatamente forte, ed il sudore freddo già comparso sulla sua pelle era già una prova tangibile di come quello non sarebbe stato uno scontro né piacevole né semplice. Il ragazzo si impose di tornare in piedi, massaggiandosi l'articolazione spalla-braccia sia destra che sinistra come per far andare via quella sensazione di tensione (se vogliamo essere ancora più precisi per rendere l'idea, di tirato) che sentiva sul suo lato posteriore e che probabilmente era dovuta alla combinazione di shock elettrico e bruciature. Prese un profondo respiro e poi decise di passare al contrattacco, ma non prima di saggiare se il suo braccio fosse ancora abituato alla sua spada dopo dopo quella devastante esperienza: sfruttando i miracoli della tecnologia del Labirinto, iniziò a mangiare i metri che lo separavano dall'avversaria grazie alla sua superiore velocità ed agilità, riducendo intanto durante la corsa le sue dimensioni. Rallentò in modo tale da moderare lo sforzo fisico effettuato una volta arrivato a pochi metri di distanza dalla gigantessa, che ora lo superava di circa un metro e cinquanta; l'Adamas 02 adesso era ben adattato al suo fisico possente ma umano, proprio come se fosse un'armatura normalissima, e sfruttando questa sua acquisita mobilità cercò di buttarsi in scivolata tra le gambe della gigantessa, toccando intanto il terreno con una trascinata mano destra che era il vero veicolo dell'offensiva. Sotto al muscoloso corpo della donna si sarebbero infatti elevati vari pinnacoli di fuoco, fatti comparire uno o due metri prima di lei, dal potere esplosivo abbastanza potente da lanciare in aria la gigantessa e porla in una situazione di svantaggio poiché sprovvista della sua fedele arma e vittima della sua goffaggine [Azione Debole]; se l'attacco fosse andato a segno, Lance avrebbe proseguito con una veloce torsione del busto per rimettersi in piedi e raggiungere la sua controparte con un agile balzo, coprendo intanto la spada di energia cosmica infuocata. Arrivato in close combat, avrebbe tentato di finire con un unico poderoso colpo il nemico, cercando di squarciare il suo petto con un fendente diagonale dall'alto, partente dalla spalla sinistra e uscente dalle parti dell'appendice [Azione Forte]. Se tutto fosse andato come previsto, la gigantessa sarebbe stata scaraventata per terra dalla potenza tagliente del corpo ma non verso le sbarre elettriche: il pilota avrebbe davvero voluto ripagare con la sua stessa medaglia l'offensiva subita ma concordò con se stesso che era meglio tenere lontano il potere elettrico della donna da un ambiente fertile come potevano essere quelle sbarre.
    Sarebbe atterrato poi elegantemente, riposizionandosi in attesa di tastare con mano i risultati dei suoi sforzi.

    Abilità In parte leone, in parte drago e in parte capra, la Chimera è una creatura mitologica molto variopinta e particolare. Gli ingegneri, per ricordare le origini non ben precisate dell'animale, hanno ben pensato che soltanto un Adamas dall'aspetto difficile da inquadrare potesse rappresentare la sua incarnazione migliore (x, y): guardando l'armatura si possono intravedere numerose influenze ma mai un essere distinto; ad esempio, lo scudo rotondo posto sul braccio sinistro è intagliato in rilievo con il simbolo di un leone, mentre le ali richiamano leggermente il lascito draconico della Chimera (utili solo ad usi estetici). Un altro upgrade è la spada lunga che è ancorata al suo braccio destro, utile per squartare corrotti o tagliare a metà interi monti; all'uso può essere liberata dal meccanismo ed essere impugnata con entrambe le mani oppure fatta scattare all'indietro e posizionarsi come prolungamento del gomito. Le armi più efficaci però di Adamas 02 sono tuttavia la sua agilità ed il fuoco: la prima nasce da un collegamento molto intimo tra la forza cosmica di Lance ed il corpo meccanico di Chimaera, consentendo al gigante movimenti difficili da seguire ed estremamente veloci (tanto che è possibile generare immagini residue se si procede alla massima velocità); la seconda consiste invece nel controllo di uno dei quattro elementi tradizionali, consentendo a Lance di usufruire di vampate di calore, turbini di fuoco o addirittura far esplodere le particelle di ossigeno vicino all'avversario (anche se è impossibile dar direttamente fuoco al corpo del nemico). Nota: le fiamme sono di colore blu.

    Recap Mi prendo il tuo attacco e mi becco delle bruciature alla schiena unita a dei resti di shock elettrico. Rispondo passando in modalità "picolo umano" durante uno scatto verso Ingrid; arrivato a circa 2 metri da lei comincio la scivolata e a generare i pinnacoli esplosivi/di fuoco (immaginateli come una serie di geyser in breve frequenza per quanto riguarda il funzionamento). Spedita Ingrid in aria, balzo verso di lei e la scaravento sul pavimento con un fendente cosmico di fuoco portato con la spada in close combat. L'attacco è un fendente diagonale dall'alto, parte dalla spalla sinistra e esce circa dall'appendice.
    A te :zizi:

    edit: modificata una piccola disattenzione nel code che mi dava fastidio.
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    Edited by Lance. - 12/2/2017, 13:35
     
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    Ingrid vs Lance♦ Post 3



    Ingrid ricordava bene com'erano fatti i veri giganti del Ragnarok contro i quali molti Vrykul del suo clan persero la vita, inclusa la madre; le loro carni erano diverse da quelle degli esseri umani, non scorreva sangue nelle loro vene bensì lava e ghiaccio. I giganti di fuoco erano impossibili da tirare giù con le armi bianche poiché il metallo Vrykul, anche se resistente e lavorato in maniera eccelsa, fondeva e si deformava a contatto con i corpi del seguito di Surti: era stato necessario ricorrere a catapulte e gigantesche armi a distanza per prevalere.

    La prediletta di Thor aveva conosciuto bene i popoli dei nove mondi, ricordava il rumore che fa una testa di un gigante di ghiaccio quando viene staccata dal corpo come conosceva la gioia di polverizzare un tenero braccio di un elfo oscuro, ma mai nella sua esistenza e in nessuna guerra che aveva combattuto era entrata in contatto con un gigante che diventa in un attimo un piccolo uomo. Si sentì scossa e presa in giro quando vide quell'opera che credeva una fine arma dei giganti prendere le dimensioni di...una bambola? Era talmente sconcertata che rimase lì mentre il suo opponente le veniva incontro, e fu colta nuovamente di sopresa nel vedere intorno a lei formarsi una moltitudine di geyser o "fontane di fuoco" come le chiamava lei, proprio quando la piccola bambola di ferro le stava per arrivare vicino. Mentre cercava di elaborare una moltitudine di complesse informazioni, uno di quei colpi la fece balzare in aria, ma a quel punto la coscienza e la rabbia per essere stata ingannata da "cose magiche" stava per prendere il sopravvento su di lei.

    TUUUUUUUUUUUUUUUUUU!


    Un'Ingrid infuriata fece esplodere il suo cosmo nel tentativo di bilanciare la caduta e di sfogare la sua furia. Il piccolo Mjollnir, nello stesso preciso momento, eccitato dal richiamo cosmico della sua proprietaria, cominciò ad essere pervaso da una moltitudine di scariche elettriche e si sollevò da terra disegnando un'elegante parabola in direzione dell'avversario di Ingrid. Il povero malcapitato aveva fatto un grave errore nel considerare il "piccolo" come un'arma comune e presto se ne sarebbe reso conto. Si era lasciato il martello sul fianco destro a pochi metri e ora sarebbe stato investito dalla sua furia elettrica durante il viaggio di ritorno dalla sua padrona, che presto avvertì una sensazione tagliente di bruciore e dolore alla spalla sinistra: il colpo infuocato del suo avversario, deviato dal bilanciarsi di Ingrid, era andato in parte a segno, fortunatamente l'armatura era stata in grado di proteggerla da ben più gravi danni anche se Ingrid, più avanti, avrebbe ripensato al metallo di quella strana spada e a quei fendenti "magici". La Vrykul sarebbe tornata presto sui suoi piedi dopo un breve rotolare e sarebbe stata pronta a ricevere fra le sue braccia la sua amata arma.
    Il fiatone per la furia, per il dolore e per la foga di quella rapidissima azione non le impedirono tuttavia di elargire saggezza Vrykul al suo opponente.

    Gigante che usa magia elfofinochia per diventare picolo uomo-bambola è come fungo Mrusill su ghiaciaio in estate.

    *detto Vrykul che descrive una situazione dove ci sono diversi elementi che non hanno senso tra loro. Come i cavoli a merenda.


    ABILITA' ♦ FRAMMENTI DEL MJOLLNIR ♦
    Con la sua armatura, Ingrid ha ricevuto in dono anche i frammenti del Mjollnir, due pezzi del leggendario martello di Thor concessi al cavaliere di Phecda. Tuttavia, neanche il più possente dei predecessori di Ingrid ha mai avuto la sua stazza, e questo è il motivo per cui la Vrykul, con le sue immense abilita da fabbra, ha riforgiato i due frammenti in un'arma che meglio simboleggia la sua eredità da mezzogigante: un martello da guerra a due mani.
    "Il piccolo Mjollnir" e un'arma del peso di circa cinque tonnellate kg per 270 cm di altezza asta compresa. I frammenti della leggendaria arma del Dio del Tuoni gli hanno conferito le medesime proprietà, ossia il controllo dell'elettricità e la facoltà di evocare fulmini e tempeste. In più, il piccolo Mjollnir risponde solo ad Ingrid: oltre a non poter essere sollevato da nessuno a parte lei (e non solo per ovvi motivi di peso), il martello può essere richiamato ovunque esso si trovi dalla sua proprietaria.
    A Ingrid tuttavia piace usare la sua adorata arma per frantumare, tritare, distruggere, devastare cose e nemici. Non è raro vederla distruggere il terreno di combattimento per creare dei piccoli terremoti al fine di destabilizzare l'avversario o per utilizzare i numerosi detriti creati dall'impatto.
    Nota: Ingrid ama il suo martello e ci parla regolarmente. Crede che esso, infatti, vada consolato per il fatto di essere "piccolo" e non grande e forte come il vero Mjollnir. Insultare il martello è motivo di grande ira; non fatelo se non volete una morte estremamente dolorosa.


    TECNICHE


    ♦ RIASSUNTO ♦ Ingrid viene sbalzata da terra dai geyser prodotti dal suo avversario, tuttavia con una piccola esplosione di cosmo tenta di bilanciare la sua caduta, e allo stesso tempo richiama la sua arma. Seguendo l'azione ho supposto che il martello di Ingrid fosse rimasto sul fianco destro rispetto a loro due, quindi Ingrid lo fa arrivare su Lance quando lui è in aria e la sta attaccando, un poco dopo aver lanciato il suo fendente che la prende, seppure in maniera deviata rispetto al piano originale. Il martello è talmente grande da poter prendere il piccolo Lance in pieno con particolare attenzione per la testa. è inoltre carico di energia elettrica. Se tutto va bene Ingrid riprende in mano il piccolo Mjollnir.
    Edit per piccolo errore di layout.

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    LANCE VS. INGRID
    LANCE H. VAN HANDEROT • ENERGIA VERDE ROSSA • CHIMERA IV

    POST III
    status fisico • Varie bruciature sulla schiena, intorpidimento da shock elettrico, danno da impatto alla schiena

    status mentale • incavolato, determinato
    status adamas • integra, indossata

    Per quanto felice di vedere i suoi sforzi gratificati, si morse il labbro quando la gigantessa fece esplodere il proprio cosmo per aggiustare la caduta e minimizzare i danni subiti, riducendo ad una vittoria parziale la strategia del gigante. Tuttavia, non ebbe molto tempo per cantare vittoria che l'avversaria era già passata al contrattacco: il pilota del 02 non si aspettava che potesse esistere un legame così forte tra padrone ed arma, ed anche colpevole di ignoranza in materia di miti nordici (non che avesse capito di che schieramento fosse la donnona da cui stava prendendo dei sonori schiaffi, sia chiaro) aveva sottovalutato tutto il ventaglio di azioni tattiche legate a quel martello e, mentre il sistema impazziva nel vano tentativo di segnalare il pericolo, sentì come un treno in corsa colpirlo in un'area che andava dalla base della testa all'ultima vertebra toracica, prendendo circa l'intera metà superiore del suo corpo. L'impatto fu dolorosissimo, non solo per le assurde dimensioni del martello ma anche per la potente scarica elettrica che generò a contatto con il corpo metallico del ragazzo: si sentì i polmoni come stretti talmente tanto da impedire di respirare, la testa che subito cominciò a vedere le stelle a causa del forte colpo di frusta subito e l'intero corpo che si ritrovò paralizzato durante la sua caduta verso il terreno.
    La guerriera non ci aveva pensato due volte a ripagare Lance con la sua stessa moneta ed il duro contatto col terreno lo svuotò di quei pochi atomi di ossigeno rimasti nel suo torace; faccia a terra, era arrivato lì dopo un volo niente male: il martello lo aveva accompagnato per qualche metro verso la sua padrona, ma l'azione fu talmente veloce e inaspettata che il pilota dello 02 non si rese nemmeno conto dello spazio percorso e della giravolta che aveva compiuto grazie al momento impresso dall'arma stessa. Aveva solo un'idea chiara del dolore e del pavimento che ora baciava con la sua testa, non sentendo le parole confuse della sua avversaria che probabilmente trionfava nel vedere lui scarafaggio sconfitto.

    Ma non si sarebbe dato per vinto così facilmente, non avrebbe lasciato morire Beth senza lottare. Un dio non può essere più importante dell'amore.
    Per quanto il suo corpo acciaccato e intorpidito dallo shock lo permettesse, si alzò in piedi lentamente e, giratosi verso la sua avversaria, fece scattare il meccanismo del suo elmo, che si separò in due parti distinte le quali scivolarono una davanti ed una dietro l'adamas. Passò la fredda mano metallica tra i capelli per sistemarseli e poi guardò intensamente negli occhi l'avversaria. Voleva che lo vedesse in faccia, voleva che vedesse il suo sguardo spiritato. Poi riattivò il sistema e si richiuse nel suo guscio protettivo rimettendo l'elmo al suo posto, procedendo ad attaccare velocemente: raccolse il proprio cosmo e una volta congiunte le mani in avanti scaricò un'ondata cosmica abbastanza densa da sembrare un vero e proprio attacco, dall'aspetto simile ad un uniforme raggio di energia incandescente ed abbastanza grande da nascondere l'intera figura di Lance. Arrivato dalla gigantessa però, il raggio si sarebbe dimostrato solo un'onda di aria calda non comportante alcun danno vero e proprio all'avversaria, la quale si sarebbe trovata in una momentanea brezza passeggera tutto sommato anche piacevole. La natura di questa mossa era di mascherare il vero e proprio attacco del pilota che seguì questo raggio di energia grazie alla sua sua superiore mobilità fino ad arrivare al proprio obiettivo: passato il diversivo la gigantessa si sarebbe trovata davanti il ragazzo sempre in dimensioni umane intento a impugnare all'incontrario la spada con la mano sinistra e a sostenerla dal pomello per darle più forza con la mano destra. Lance avrebbe cercato quindi di affondare la propria arma in numerosi punti vitali in rapida successione (sterno, polmoni, stomaco, arterie femorali) con l'intento di minare l'entusiasmo della donna colpendola su di una superficie quanto più possibile ampia [Azione Forte]. Se fosse riuscito nel suo intento (aiutato grazie al suo metro e novanta abbondante che gli permise di raggiungere il corpo della gigantessa per quanto ella svettasse su di lui in altezza) avrebbe poi impugnato la spada con la destra e, tenendo la lama della stessa con la mano sinistra e puntandola con il piatto verso la gigantessa, avrebbe fatto esplodere una modesta quantità di cosmo sull'avversaria per permettergli di sbalzare all'indietro e mettere una decina di metri di distanza tra lei e quell'abominio colossale [Azione Debole].
    Se tutto fosse andato a buon fine si sarebbe trovato ad un buon raggio di sicurezza dalla donna, ed anche se le bruciature dietro la schiena e lo shock elettrico adesso ancor più vivo cominciavano a farsi sentire si riteneva in grado di rispondere all'offensiva che sarebbe seguita, per quanto disperata, animalesca o furiosa sarebbe stata.

    A prescindere da quanto tu sia più avvezza di me a combattere, non posso proprio lasciarti vincere donna: c'è in ballo la vita di mia moglie e non saranno certo qualche chilo di muscoli di troppo ed un martellino che caga Volt a fermarmi.

    Abilità In parte leone, in parte drago e in parte capra, la Chimera è una creatura mitologica molto variopinta e particolare. Gli ingegneri, per ricordare le origini non ben precisate dell'animale, hanno ben pensato che soltanto un Adamas dall'aspetto difficile da inquadrare potesse rappresentare la sua incarnazione migliore (x, y): guardando l'armatura si possono intravedere numerose influenze ma mai un essere distinto; ad esempio, lo scudo rotondo posto sul braccio sinistro è intagliato in rilievo con il simbolo di un leone, mentre le ali richiamano leggermente il lascito draconico della Chimera (utili solo ad usi estetici). Un altro upgrade è la spada lunga che è ancorata al suo braccio destro, utile per squartare corrotti o tagliare a metà interi monti; all'uso può essere liberata dal meccanismo ed essere impugnata con entrambe le mani oppure fatta scattare all'indietro e posizionarsi come prolungamento del gomito. Le armi più efficaci però di Adamas 02 sono tuttavia la sua agilità ed il fuoco: la prima nasce da un collegamento molto intimo tra la forza cosmica di Lance ed il corpo meccanico di Chimaera, consentendo al gigante movimenti difficili da seguire ed estremamente veloci (tanto che è possibile generare immagini residue se si procede alla massima velocità); la seconda consiste invece nel controllo di uno dei quattro elementi tradizionali, consentendo a Lance di usufruire di vampate di calore, turbini di fuoco o addirittura far esplodere le particelle di ossigeno vicino all'avversario (anche se è impossibile dar direttamente fuoco al corpo del nemico). Nota: le fiamme sono di colore blu.

    Recap Mi prendo il tuo attacco (danno alla schiena e intorpidimento da shock elettrico) e rispondo: ti lancio un'onda calda cosmica abbastanza densa da sembrare un attacco vero e proprio ma quando arriva scopri di avere solo i capelli al vento e che sei stata giocata. Il mio pg segue subito e arriva da te per prenderti con diversi affondi in punti vitali (arrivo un po' ovunque tranne alla testa perché sono alto un metro e novanta) per poi sbalzare all'indietro usando una piccola esplosione manifestata sulla spada stessa come descritto sopra (lo fa davanti a Ingrid anche se non fa assolutamente dei danni ingenti, è proprio fatta per mettere terra tra Lance e il tuo pg). Poi faccio il bastard e provo a far incazzare ingrid, vediamo se attacca più di pancia o riesce a tirarmi su comunque qualcosa di interessante.
    Azioni fatte: diversivo + attacco in combo tattico
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    Ingrid vs Lance♦ Post 4


    Non racconterò di come Ingrid incontrò Thor la prima volta durante il Ragnarok e neanche di ciò che accadde dopo; vi basti sapere che una volta che i fuochi della battaglia si furono spenti e che i Giganti vennero ricacciati nel loro mondo, i Vrykul vincenti e sopravvissuti tornarono al villaggio sul lago ghiacciato Hvelgelmir. Ingrid era gravemente ferita e rimase in uno stato comatoso per due giorni in seguito alle lesioni riportate, sebbene all'interno del clan si vociferasse che soffrisse da "febbre da furia", ossia quello stato di esaurimento fisico dovuto alla tipica passione guerriera di cui solo i Vrykul sono capaci. Suo padre, Grohl, rimase al suo capezzale per tutto il tempo, piangendo silenziosamente la morte della compagna ormai scomparsa. Quando Ingrid si destò dal suo sonno iniziò a parlare di come Thor avesse combattuto al suo fianco e di come le avesse dato la forza di sconfiggere i suoi nemici; molti maligni suggerirono che le parole di Ingrid fossero solo vaneggiamenti a seguito di una grossa botta in testa ad opera di una mazza di Gigante, solo Grohl credeva ciecamente alle parole della figlia anche perché era stato uno dei pochi testimoni oculari delle sue gesta.
    Da quel giorno in avanti Ingrid sognava il momento in cui si sarebbe riunita a Thor e dedicava a lui tutti i suoi gesti: la sua passione era tale che rifiutò numerose proposte di giovani Vrykul incantati dalla sua abilità col ferro e storditi dalle voci che circolavano sul suo spirito guerriero. Il suo cuore era per Thor, la sua anima era per Thor, e nulla nei nove mondi l'avrebbe mai convinta che ciò che aveva vissuto fosse solo frutto di una botta in testa.

    La piccola bambola si rialzò in fretta. Ingrid lo guardava con diffidenza ma anche con curiosità: il suo opponente era proprio una creatura che non sapeva definire. Fu proprio quella curiosità che la spinse a non attaccarlo immediatamente infierendo col Mjöllnir su quella buffa testolina metallica, e ancor di più furono i suoi gesti seguenti a sorprenderla nuovamente: il suo avversario si tolse l'elmo per guardarla dritta negli occhi in segno di sfida.
    Era solo un piccolo uomo.


    Un piccolo uomo di come ne aveva incontrati tanti, tuttavia vi era dell'autentico fuoco battagliero nei suoi occhi. Era un giovane uomo in un'armatura magica, forse dei Giganti, forse che si era costruito lui, Ingrid non possedeva conoscenze sufficienti per risalire alla sua provenienza: l'unica frase che riuscì a pronunciare mentre stringeva saldamente a sé il suo martello fu:

    Ma cosa cazo esere tu.

    Il suo avversario indossò nuovamente l'elmo ed Ingrid lo rispettò per quel gesto: fra i Vrykul è fondamentale guardarsi in faccia anche quando si sta combattendo, quindi il fatto di essersi rivelato sebbene con uno sguardo di sfida e disprezzo segnò una profonda svolta nell'andamento di quella battaglia. Finalmente era una sfida alla pari, uno scontro onorevole.

    Ingrid accennò un sorriso anche se il suo avversario non le lasciò molto tempo per gioire: lo vide preparare un attacco cosmico ed istintivamente utilizzò la sua gigantesca arma per proteggersi il volto e la parte superiore del corpo, tuttavia il colpo non giunse come previsto. Al suo posto una brezza calda le scompigliò i capelli, e nello stesso momento in cui Ingrid fece capolino da dietro Mjöllnir per vedere cosa stesse accadendo avvertì un dolore lancinante poco sotto l'inguine destro: il piccolo uomo stava sfruttando la sua stazza per attaccare Ingrid che cominciò a parare con il suo martello e a schivare gli attacchi del il opponente con la spada, anche se l'agilità della mezzogigantessa era gravemente minata dal dolore bruciante alla spalla dovuto all'attacco precedente e dalla nuova ferita sulla coscia destra, un taglio profondo dove non era coperta dall'armatura. La spada dell'avversario di Ingrid e Mjöllnir si scontrarono più e più volte producendo scintille e piccole scosse. Ingrid aveva subito altri forti colpi all'altezza delle ginocchia e gambe che erano state fortunatamente protette dall'armatura: individuò in quella tattica un disegno comune con la sua strategia di battaglia contro altri Vrykul e contro i Giganti. Essendo più piccola mirava alle gambe e molto spesso ai testicoli, a volte strappandoli e facendo scempio degli arti inferiori dei nemici: non avrebbe mai pensato di trovarsi nella situazione opposta. Quando spazientita e dolorante, ormai affaticata dalla battaglia e da quelle azioni rapide, picchiò il martello a terra, ma il suo avversario si era velocemente portato a debita distanza da lei, rimasta sul ginocchio destro impugnando con una mano l'astile del suo fedele compagno mentre la testa dell'arma aveva violentemente impattato su quello strano terreno non friabile.

    Ingrid si sentì accesa dal fuoco della battaglia ma allo stesso tempo un po' frustrata. Che ragione vi era di combattere quando insieme avrebbero potuto trovare un modo per scappare da quel luogo e individuare il responsabile di tutto quello che stava succedendo? Si fermò un istante a udire i rumori delle altre battaglie: grida, frastuoni stordenti, esplosioni. Perché dovevano combattere a comando quando avrebbero potuto ribellarsi e lottare insieme come nel Ragnarok, dove i popoli provenienti da vari mondi si unirono nella battaglia contro il male?
    Stava cercando le parole giuste per esprimere questo complesso concetto, quando accedde quello che non doveva succedere.

    "Martello che caga volt"

    Gli occhi di Ingrid si accesero di scatto quando udì quelle parole di scherno rivolte verso il suo martello. Come osava un piccolo uomo bizzarro denigrare in due parole il suo carissimo martello? Se c'era una cosa che non si doveva MAI fare con Ingrid era prendersi gioco del Mjöllnir in maniera così leggera. Il martello iniziò ad essere pervaso da scariche elettriche così come il braccio di Ingrid. La gabbia tornò a sfrigolare eccitata per l'effetto dell'elettrostatica che cominciò a riempire l'aria.
    A INGRID DISPIACE PER TUA MOGHLIE. - Disse urlando per farsi ben sentire, mentre furente si rialzava in piedi malgrado le ferite che rendevano precario il sul equilibrio. Sapeva che non avrebbe resistito a lungo in quelle condizioniprecario il suo equilibrio.

    INGRID NO SA SE PICOLA O GRANDE MOGHLIE, SE GRANDE...BEH, FORSE LEI SALVA DA SOLA. MA TU NO OFENDE MJOLLNIR, PERCHÉ SE TU OFENDI LUI OFENDE THOR, E SE TU OFENDE THOR INGRID DEVE SPACARE A TE FACIA.
    Come se una tempesta di piccole dimensioni si fosse formata all'interno della gabbia, Ingrid stessa e il martello iniziarono a generare fulmini. La Vrykul prima alzò il martello sopra la sua testa che venne colpito da un grosso fulmine diventando un agglomerato di elettricità, successivamente iniziò a rotearlo per lanciarlo, quasi fosse una meteora elettrica, verso il suo avversario. Ingrid non voleva colpirlo nuovamente col martello, che gli avrebbe sfiorato il lato destro della testa, voleva solo accecarlo temporaneamente con la luce emessa da quei lampi divinity e distrarlo mentre lei caricava seguendo il suo fedele amico. Se il piccolo uomo si era tanto affrettato per scappare via da Ingrid voleva dire che aveva paura della sua grandezza, e poco importavano ora le ferite e se lui aveva con sé una spada: la furia Vrykul si era impossessata di lei e doveva giocarsi tutto per avere la meglio e salvare così Thor ed il sul onore.
    Intenzione di Ingrid era quella di portarsi sull'avversario stordito dal passaggio di Mjöllnir e abbracciarlo non teneramente, bensì come solo una Vrykul infuriata sa fare, prestando particolarmente attenzione a bloccare subito il braccio che reggeva la sua spada mentre si sarebbe impegnata a distruggerlo con la sua immensa forza.

    ABILITA' ♦ FRAMMENTI DEL MJOLLNIR ♦
    Con la sua armatura, Ingrid ha ricevuto in dono anche i frammenti del Mjollnir, due pezzi del leggendario martello di Thor concessi al cavaliere di Phecda. Tuttavia, neanche il più possente dei predecessori di Ingrid ha mai avuto la sua stazza, e questo è il motivo per cui la Vrykul, con le sue immense abilita da fabbra, ha riforgiato i due frammenti in un'arma che meglio simboleggia la sua eredità da mezzogigante: un martello da guerra a due mani.
    "Il piccolo Mjollnir" e un'arma del peso di circa cinque tonnellate kg per 270 cm di altezza asta compresa. I frammenti della leggendaria arma del Dio del Tuoni gli hanno conferito le medesime proprietà, ossia il controllo dell'elettricità e la facoltà di evocare fulmini e tempeste. In più, il piccolo Mjollnir risponde solo ad Ingrid: oltre a non poter essere sollevato da nessuno a parte lei (e non solo per ovvi motivi di peso), il martello può essere richiamato ovunque esso si trovi dalla sua proprietaria.
    A Ingrid tuttavia piace usare la sua adorata arma per frantumare, tritare, distruggere, devastare cose e nemici. Non è raro vederla distruggere il terreno di combattimento per creare dei piccoli terremoti al fine di destabilizzare l'avversario o per utilizzare i numerosi detriti creati dall'impatto.
    Nota: Ingrid ama il suo martello e ci parla regolarmente. Crede che esso, infatti, vada consolato per il fatto di essere "piccolo" e non grande e forte come il vero Mjollnir. Insultare il martello è motivo di grande ira; non fatelo se non volete una morte estremamente dolorosa.


    FORZA STRAORDINARIA ♦ Abilità tipica dei Vrykul: una forza molto superiore alla norma, che le permette di sbriciolare legno, pietre, ossa, con estrema facilità. Ingrid ama molto interagire con l'ambiente in una lotta, e se il terreno di gioco lo permetlte, l'avversario sarà costretto a schivare alberi, massi, veicoli, bestie o qualsiasi altra cosa che gli verrà scagliata contro. Quando quest'abilità viene impressa nei pugni o calci, produce attacchi fisici devastanti.



    TECNICHE ♦JÖRMUNGANDR ♦ Una tecnica che prende il suo nome dal leggendario serpente mitologico, figlio di Loki e della gigantessa Angrboða. Questa tecnica viene usata quando Ingrid punta alla distruzione dell'avversario. Per eseguirla è indispensabile afferrare il nemico, dopodiché Ingrid imitando la stretta mortale delle spire del famoso serpente marino, tenta di stringerlo più forte che può a sé . Nella stretta imprime tutta la propria potenza, mirando a spezzare e polverizzare ossa e organi interni del nemico. Un piccolo umano, nella stretta micidiale della mezzo-gigantessa, riporterebbe dei danni fisici devastanti.

    Riassunto azione: ♦ Ingrid para i tuoi attacchi come può utilizzando martello e schivate, subendo una ferita grave alla coscia destra e altri danni attutiti dall'armatura. In seguito ti lancia infuriata il martello carico di elettricità a scopo di accecarti coi fulmini(azione debole, il martello ricade dietro di te e rimane li per ora), mentre carica verso di te nella speranza di poterti abbracciare e fracassarti le ossa, cercando di bloccarle il tuo braccio che tiene la spada.

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  9. Lance.
     
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    LANCE VS. INGRID
    LANCE H. VAN HANDEROT • ENERGIA VERDE ROSSA • CHIMERA IV

    POST IV
    status fisico • Varie bruciature sulla schiena, intorpidimento da shock elettrico, danno da impatto alla schiena, tre coste incrinate, braccio destro rotto, vari organi interni compromessi

    status mentale • incavolato, determinato
    status adamas • integra, indossata

    Destro, schiva, montante, attento all'accoltellata e rispondi: questa è solo una delle tante serie di gesti che un giovane ragazzo rissoso deve inventarsi nel giro di qualche attimo per non finire pestato o in ospedale, magari con un codice rosso perché il tuo fegato è stato ben maciullato da una lama 9 cm. Non che Lance fosse un ragazzo rissoso prima o dopo l'Armageddon, ma semplicemente se c'era da tirare fuori un "sano" istinto maschile non era certo tipo da tirarsi indietro. Solitamente non era nemmeno lui ad alzare per primo le mani perché bastavano le sue misure a far capire agli altri pretendenti alpha che non c'era davvero spazio per vincere, ma ogni tanto arrivava chi era abbastanza stupido da infastidirlo troppo, spesso sentendosi forte grazie ad una folta compagnia di altri 1.73 (metri) come lui alle sue spalle e, utile sottolinearlo, era proprio in quelle occasioni che una di quelle combinazioni dovevano essere inventate. In discoteca non girava affatto bella gente e Lance se n'era accorto nel suo primissimo coinvolgimento in una rissa, quando il suo amico Johannes si era beccato una bottiglia di vodka lemon in testa ed era finito in pronto soccorso. Notte in bianco, mega strigliata dalla madre, due interrogatori dalla polizia e per quella volta era filato tutto liscio, senza né vincitori né vinti -come tutte le risse di strada, del resto-. Da quella serata fatidica era diventato un recidivo, non imparando dai suoi errori come praticamente ogni uomo in giovane età ma bensì insistendo: nel giro di un anno e mezzo era stato bandito definitivamente da due locali e interdetto a frequentarne un terzo per circa otto mesi, che comunque erano numeri amatoriali se comparati con altri cervelli ben più istintivi di lui. Tutto questo per dire che Lance Van Handerot non fosse estraneo a scontrarsi con altre persone e che tutto quello scontro iniziava a sembrargli una grossa e caotica zuffa tra due individui anche se con scale e parametri ben diversi. Per esempio, in uno scontro da bar si poteva certamente provocare l'avversario con qualche parola ben mirata, ma mai l'avversario avrebbe potuto inondare un cubo di cinquanta metri di lato con la sua voce; si poteva anche mandare su tutte le furie qualcuno semplicemente con una frase di troppo, ma mai questo avrebbe potuto sviluppare fulmini e saette dal proprio corpo prima di sollevare un martello di chissà quante tonnellate e caricarlo di energia elettrica per poi farlo roteare come se niente fosse. Nessuno dei ragazzotti avrebbe potuto avere successo in ciò che la donna stava invece riuscendo con facilità, per quanto di donna si potesse effettivamente parlare. Ricordandosi di dover parare l'attacco che sarebbe presto arrivato, Lance si mise in posizione di difesa pronto a parare il colpo, muovendosi con non poco impaccio a causa del dolore lancinante alla schiena che, come prevedibile, iniziava a farsi sentire: sollevò lo scudo debolmente e, conscio del fatto di non aver impresso abbastanza forza nel suo braccio sinistro a causa del dolore, si preparò ad incassare il colpo. Fu una sorta di sollievo quando il martello gli passò alla destra della testa, il tempo utile per esultare e rimangiarsi tutto dopo essere stato accecato dall'elettricità statica caricata in esso. Il paesaggio desolato dell'arena venne rimpiazzato da un'unica chiazza bianca che andò a coprire l'occhio buono e mandò in tilt la pupilla robotica installata al posto dell'occhio sinistro. In una sorta di buio luminoso, Lance andò istintivamente a coprirsi gli occhi nel tentativo inconscio di proteggerli; tuttavia, ancora in preda al dolore, si sentì improvvisamente stritolato e sollevato da una forza sovrumana e affamata del suo respiro. Boccheggiava da ormai qualche secondo quando gli occhi cominciarono finalmente a fare il loro sporco lavoro, utili soltanto a confermare un facile presentimento, ovvero che la gigantessa gli fosse saltata addosso per stritolarlo. Oh, come ci riuscì: Lance si contorse sentendo i suoi polmoni metallici sgonfiati e compressi, incapaci di svolgere il lavoro per cui erano stati progettati; in preda al dolore più forte fin'ora percepito provò a scalciare, a liberarsi da quella presa animalesca [gdr only] ma l'unico risultato che ebbe fur di sentire ancor più chiari e netti i muscoli della donna premere sulla sua schiena e sul suo torace, privandolo di ogni più piccola facoltà di risposta. Nel tentativo di cercare aria sbuffò un verso disperato, come di un uomo pronto a sacrificare ogni cosa pur di avere una singola, misera particella di ossigeno. Sentì le costole incrinarsi e il cuore di litio incapace addirittura di battere da quanto era bloccato nella morsa; saltò diversi battiti prima di giungere alla conclusione di dover reagire in fretta se avrebbe voluto salvarsi la pellaccia.

    Istintivamente cercò di muovere il braccio destro e sfruttare la posizione per infierire un altro colpo critico all'avversaria, colpendo magari su un piatto così prelibato e a portata di braccio come poteva essere la testa: avrebbe sollevato il braccio e spinto la spada a fondo nell'occhio destro della gigantessa, scavando nel suo cranio indifeso... Se solo avesse potuto. Disperato, quando provò a muovere il braccio si rese conto che la donna lo aveva intelligentemente bloccato dopo aver probabilmente predetto la strategia più semplice e al contempo più efficace a cui sarebbe ricorso il pilota dell'Adamas 02. Sentì nuovamente la stretta e, questa volta, non poté trattenere il sangue: sputò tutto in faccia alla donna, emettendo poi di nuovo lo stesso rantolo disperato di prima.
    Queste cose, in una rissa da bar, non sarebbero mai potute succedere.

    "Non mollare, Lance. Non mollare."

    Sentì quella voce che ogni tanto gli sembrava di udire quando indossava l'adamas, la voce di sua moglie. Con gli occhi chiusi nello stringere i denti e nel sopportare il dolore riuscì a intravedere una luce lontana, luminosa, ovvero il volto di Beth: non era spaventata come l'ultima volta che l'aveva vista, non era in preda al pericolo, bensì sorrideva e sembrava attendere l'uomo a braccia aperte, come pronta all'abbraccio più tenero e dolce che il mondo potesse offrire. Subito pensò di essere finalmente morto, di aver raggiunto la sua dolce metà in Paradiso o in qualsiasi cosa ci fosse dopo la morte, ma il richiamo offerto da un altro strattone lo riportò violentemente alla realtà, questa volta con il giusto spirito: irrigidì il corpo e richiamò il suo cosmo bruciante: la gigantessa aveva sapientemente bloccato il suo braccio destro e la quindi la sua spada, ma Lance e la Chimera avevano ben più di una testa da abbattere per ritenersi sconfitti. Il fuoco era solo uno dei suoi tanti artigli con cui colpire ed uccidere, ma l'esplosione che derivò dal burrascoso richiamo di energia fu talmente forte da sembrare ben altro che una semplice espressione di un potere minore [Azione Forte]: l'azione aveva il chiaro obiettivo di sfruttare quella presa per bruciare l'avversaria, per ripagarla anche se solo in minima parte di quella carta chiamata contatto corporeo. In quell'oceano di fuoco blu deflagrato per colpire la donnona in particolare a braccia e torace, la piccola immagine di Lance sembrò essere una marionetta dai contorni sfocati e distorti, una figurina luminosa e caotica al centro di una supernova in miniatura. Per quanto forte, la gigantessa pareva avere una resistenza nei limiti del normale da come si era comportata dopo le sue offensive, e giocando proprio su questo fattore sperò che il tentativo fosse abbastanza per liberarsi dalla presa dell'orso e riconquistare la propria indipendenza. Se tutto fosse andato a buon fine si sarebbe appoggiato al ginocchio della donna come primo appoggio per usare il corpo enorme dell'avversaria come punto di lancio per un balzo in aria [azione debole]; avrebbe ripulito lo schermo impazzito con pop-up indicanti pericolo e le varie complicazioni guadagnate durante quell'ultimo episodio mentre avrebbe cominciato le procedure per passare in forma gigante. Aveva subito fin troppi danni, soprattutto nell'ultimo contatto, ed il sacrificare la sua mobilità già acciaccata dai colpi subiti in favore di una maggiore forza e, soprattutto, una superiore resistenza non gli sembrò affatto una brutta idea. Mentre ancora volteggiava in aria preparò intanto il suo attacco successivo: era sua intenzione colpire alle spalle la donna con un fendente cosmico portato con la spada, sfruttando il fattore sorpresa dopo essere riuscito ad infliggere danni in una posizione di netto vantaggio -sempre se i suoi sforzi precedenti fossero andati a buon fine- e portandosi intanto quanto più lontano possibile dal gigantesco martello per non cadere due volte nello stesso errore. Fu mentre era ancora in'aria che, cercando di adoperare la propria spada, si rese conto che del dolore lancinante che provenne dal proprio braccio destro, probabilmente maturato durante l'ultimo strattone ricevuto durante l'attacco dell'avversaria.

    Omero rotto.
    Il che vuol dire che il braccio destro era ormai completamente inutilizzabile.

    Tuttavia, non poté fermarsi troppo a pensare a quanto stupido fosse stato nel non mangiarsi la lingua e adattò il suo piano originale: se all'iniziò progettava di colpire alle spalle con un fendente verticale dall'altro verso il basso -possibilmente cercando di partire dalla spalla sinistra-, cambiò obiettivo e, poco prima di toccare terra, lasciò la spada in aria per riprenderla con la mano sinistra una volta toccato terra. Era chiave, secondo Bibiane, arrivare ad un punto in cui Lance avrebbe potuto utilizzare la spada sia con la destra che con la sinistra in modo da sorprendere l'avversario e non limitarsi a schemi parziali di possibilità d'attacco. Le loro sezioni di allenamento miravano proprio a questo e, per quanto esse finissero sempre con un Van Handerot stremato e sconfitto su tutti i fronti, qualche risultato cominciavano a darlo, finalmente. Tenendo salda la spada nella mano sinistra con un'impugnatura di rovescio, lanciò un fendente cosmico tagliente diretto alla gamba già indebolita della gigantessa per minare ulteriormente la sua capacità di movimento.
    QUella donna era una forza inarrestabile lenta e goffa, devastante nel corpo a corpo ma necessariamente ingegnosa nell'accorciare le distanze; compromessa la sua mobilità Lance sarebbe così riuscito a spaccare in due l'incontro e mettere una parola fine a quella farsa. Inoltre, se l'avversaria fosse stata comunque così abile e psicologicamente forte da raggiungere l'Adamas 02, il ragazzo avrebbe comunque potuto rispondere a muso duro, sfruttando le sue dimensioni superiori.

    Quell'incontro non era destinato a durare a lungo: uno dei due sarebbe sicuramente caduto prima e in quegli istanti si sarebbe deciso il destino di una donna o di un dio.
    Curioso di scoprire se i suoi forzi sarebbero stati completamente ripagati, osservò l'avversaria, ma non prima di sputare nuovamente del sangue: anche i suoi organi dovevano aver subito dei gravi danni.
    Non sarò di certo io a cadere, mostro

    Abilità In parte leone, in parte drago e in parte capra, la Chimera è una creatura mitologica molto variopinta e particolare. Gli ingegneri, per ricordare le origini non ben precisate dell'animale, hanno ben pensato che soltanto un Adamas dall'aspetto difficile da inquadrare potesse rappresentare la sua incarnazione migliore (x, y): guardando l'armatura si possono intravedere numerose influenze ma mai un essere distinto; ad esempio, lo scudo rotondo posto sul braccio sinistro è intagliato in rilievo con il simbolo di un leone, mentre le ali richiamano leggermente il lascito draconico della Chimera (utili solo ad usi estetici). Un altro upgrade è la spada lunga che è ancorata al suo braccio destro, utile per squartare corrotti o tagliare a metà interi monti; all'uso può essere liberata dal meccanismo ed essere impugnata con entrambe le mani oppure fatta scattare all'indietro e posizionarsi come prolungamento del gomito. Le armi più efficaci però di Adamas 02 sono tuttavia la sua agilità ed il fuoco: la prima nasce da un collegamento molto intimo tra la forza cosmica di Lance ed il corpo meccanico di Chimaera, consentendo al gigante movimenti difficili da seguire ed estremamente veloci (tanto che è possibile generare immagini residue se si procede alla massima velocità); la seconda consiste invece nel controllo di uno dei quattro elementi tradizionali, consentendo a Lance di usufruire di vampate di calore, turbini di fuoco o addirittura far esplodere le particelle di ossigeno vicino all'avversario (anche se è impossibile dar direttamente fuoco al corpo del nemico). Nota: le fiamme sono di colore blu.

    Recap Mi rompi il braccio destro, mi incrini tre costole e mi fai danni sparsi ad organi interni. Rispondo sfruttando questa così gradita vicinanza facendo esplodere il cosmo de focooooooooo nel tentativo di donarti delle bruciature/scottature di terzo grado per Natale e liberarmi dalla morsa (AF). Se va bene uso poi il tuo corpo per balzare alle tue spalle (AD) e procedo con un attacco normale, non combo: fendente cosmico tagliente (cosmo infuocato ma è solo flavour, il danno principale sarà da taglio) diretto alla gamba già compromessa portato con il braccio sinistro che impugna la spada "alla francese", ovvero all'incontrario. Ah, mi trasformo anche in gigante durante il balzo.
    Azioni fatte: attacco in combo tattico + attacco normale
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    Ingrid vs Lance♦ Post 5


    Quando Ingrid entrò in possesso dei frammenti del Mjöllnir pensò molto a lungo a quale arma forgiare per rendere omaggio al suo Dio. Una scelta che sembrerebbe scontata per molti, ma non per un fabbro guerriero Vrykul, ossia la categoria di nerd della guerra più indecisa e puntigliosa di tutti i nove mondi. Il dilemma consisteva nel fatto che lei come guerriera aveva da sempre padroneggiato l'ascia bipenne, quindi avere una grossa ascia infusa del potere di Thor sarebbe stata veramente un'ottima opzione dal punto di vista strategico: dall'altra parte però, aveva sempre desiderato impugnare un grosso martello da guerra come il suo Signore, ma forse da parte sua era un’ambizione troppo presuntuosa. Alla fine ebbe la meglio il mero desiderio di fracassare crani e ossa, invece di macellarli come era solita fare, e fu così che dopo aver pensato e ripensato alla sua forma e alla sua struttura, Ingrid si mise in fucina a costruire l'arma che in breve tempo sarebbe diventata di più che un semplice strumento di guerra. L’unico amico, un compagno, una piccola manifestazione del suo Dio sulla Terra, tutto ciò che le ricordasse che lei era viva, era sopravissuta, era una Vrykul ed era ancora in vita per uno scopo più grande di lei.

    Perché dico questo? Perché ore dopo quello scontro una parte di Ingrid avrebbe odiato quello che aveva fatto a quel piccolo uomo: del resto non aveva un motivo reale- a parte i vili insulti al piccolo Mjöllnir – per avercela con lui, anzi, come lei stava lottando per qualcosa in cui credeva, e probabilmente avrebbe lottato fino alla fine. Tuttavia la parte di Ingrid che si sarebbe fatta problemi era stata soffocata dall'ira Vrykul che infiammava il suo corpo e la spingeva a voler stritolare quel fragile uomo ricoperto da una discreta armatura dalle proprietà “magiche”. L’ira Vrykul non era stata scatenata, come molti crederanno, dalle provocazioni del suo opponente verso il suo caro martello, bensì dall’idea che quel piccolo uomo fosse la ragione per cui molto probabilmente Thor era in pericolo e lui si permetteva di denigrarlo così. Non stava realmente sfogando la sua rabbia sull’uomo in sé, sebbene Ingrid non nutrisse particolare simpatia per la razza umana tutta, ma sulla cosa che la stava tenendo prigioniera.
    Ma questi sono pensieri troppo complessi che Ingrid non saprebbe razionalizzare, quindi darà la colpa per la sua furia a “picolo uomo che insulta il povero picolo Mjöllnir”. La stessa furia che le fece ignorare l’accumulo di cosmo da parte del suo opponente e che la fece letteralmente saltare in aria- dopo aver mollato la presa solo perché aveva sentito la sua pelle bruciare a contatto con il nemico. Ci vollero alcuni istanti perché capisse di trovarsi a pancia in su, con la vista completamente annebbiata per via delle ciglia, capelli e volto bruciato, con mani e braccia anch’esse compromesse da ustioni più o meno gravi, mentre alle sue narici perveniva uno strano odore di cinghiale arrosto totalmente fuori contesto. Del suo opponente tornato ad essere un gigantesco nemico vide solo l’ombra davanti a sé, pronta a darle il colpo di grazia. Ora tutti penseranno: ecco Ingrid che aspetta di essere riunita ai suoi familiari nel Valhalla.
    Ma anche no.
    Prima regola del Vrykul: un Vrykul non si dà mai per vinto. Mai. Solo se gli stacchi la testa, allora forse sì.

    Un rumore metallico e una scintilla annunciarono l’arrivo del piccolo Mjöllnir, che l’avversario aveva fatto l’errore di dimenticarsi nuovamente alle spalle. Esso andò ad impattare violentemente sulla spada del gigante deviando il suo colpo, facendolo finire nello spazio fra le gambe di Ingrid (“Meno male che Ingrid no batachio”- avrebbe detto in seguito al suo martello in via confidenziale), salvandole la gambe già martoriata dalla ferita precedente e che stava sanguinando copiosamente. Avvertì la sensazione rassicurante dell’astile del suo martello nella mano destra bruciata, e non molto agilmente rotolò per mettersi in ginocchio: la sua mobilità, così come la sua vista, erano molto ridotte.
    La testa di Mjöllnir incontrò nuovamente il terreno accompagnato dall’urlo di guerra di Ingrid, lo stesso che aveva utilizzato all’inizio dello scontro. Aveva bisogno di tempo per compiere la sua azione e sperava che il suo fedele compagno di armi, il suo martello, glielo avrebbe concesso.
    Avrebbe lasciato la sua arma a terra e si sarebbe arrampicata in maniera dolorosa e contando sulle sue poche forze sul corpo paralizzato del suo opponente. Sì, si sarebbe arrampicata sul suo avversario. E sì, era una cosa che voleva fare da quando l’aveva visto entrare in arena. Avrebbe accompagnato tutto il suo percorso con una bisbigliata cantilena (“caga volt, caga volt”) e una risatina, per quanto fosse doloroso arrampicarsi con una gamba fuori uso, le mani totalmente ustionate e una ferita alla spalla la scena di una Vrykul che si arrampica goffamente su un robottone faceva ridere anche lei. Si sarebbe messa a cavalcioni sulla spalla destra del gigante e gli avrebbe gridato all’orecchio:

    ADESO TU VEDE BENE COME CAGA VOLT.


    E al momento opportuno avrebbe richiamato il suo fedelissimo martello a sé, l’avrebbe alzato in aria con due mani facendolo colpire da un fragoroso fulmine accumulando tutta l’energia di cui era capace e l’avrebbe sbattuto violentemente sulla testa del gigante gridando bene, in modo che tutti, ma tutti, anche quelli che stavano combattendo la loro battaglia personale nelle altre gabbie, potessero sentire per che cosa Ingrid di Asgard stava combattendo:

    PER THOR!



    xJTrloX



    ABILITA' ♦ FRAMMENTI DEL MJOLLNIR ♦
    Con la sua armatura, Ingrid ha ricevuto in dono anche i frammenti del Mjollnir, due pezzi del leggendario martello di Thor concessi al cavaliere di Phecda. Tuttavia, neanche il più possente dei predecessori di Ingrid ha mai avuto la sua stazza, e questo è il motivo per cui la Vrykul, con le sue immense abilita da fabbra, ha riforgiato i due frammenti in un'arma che meglio simboleggia la sua eredità da mezzogigante: un martello da guerra a due mani.
    "Il piccolo Mjollnir" e un'arma del peso di circa cinque tonnellate kg per 270 cm di altezza asta compresa. I frammenti della leggendaria arma del Dio del Tuoni gli hanno conferito le medesime proprietà, ossia il controllo dell'elettricità e la facoltà di evocare fulmini e tempeste. In più, il piccolo Mjollnir risponde solo ad Ingrid: oltre a non poter essere sollevato da nessuno a parte lei (e non solo per ovvi motivi di peso), il martello può essere richiamato ovunque esso si trovi dalla sua proprietaria.
    A Ingrid tuttavia piace usare la sua adorata arma per frantumare, tritare, distruggere, devastare cose e nemici. Non è raro vederla distruggere il terreno di combattimento per creare dei piccoli terremoti al fine di destabilizzare l'avversario o per utilizzare i numerosi detriti creati dall'impatto.
    Nota: Ingrid ama il suo martello e ci parla regolarmente. Crede che esso, infatti, vada consolato per il fatto di essere "piccolo" e non grande e forte come il vero Mjollnir. Insultare il martello è motivo di grande ira; non fatelo se non volete una morte estremamente dolorosa.
    TECNICHE ♦ URLO DI TERRORE (UTILIZZATA COME AZIONE DEBOLE) ♦ Il terrore, ovviamente, sarà dell'avversario. Dopo quest'urlo di guerra, Ingrid colpisce violentemente il terreno con il suo martello, che sprigiona un'onda elettrificante atta a paralizzare il nemico o i nemici che si trovano nel suo raggio di azione. Generalmente è una tecnica utilizzata a scopo difensivo ma che può diventare decisiva se utilizzata al momento opportuno. La paralisi da elettricità potrebbe risultare traumatica e molto dolorosa, senza considerare lo shock a livello di sistema nervoso e circolatorio.


    ♦ RIASSUNTO ♦ Ingrid subisce totalmente la bordata cosmica del suo avversario riportando gravi ustioni su mani braccia e volto e annebbiamento della vista. Riesce a deviare il colpo di spada del suo avversario richiamando il martello (azione difensiva) e utilizza come azione debole la sua tecnica, urlo di terrore, per paralizzare nuovamente Lance. A questo punto utilizza tutte le sue energie residue per arrampicarsi sul robottone e sbattergli violentemente il martello in testa (elettrificato!). Dopo quest'azione, Ingrid probabilmente sarà fuori uso. Ma worth it. Editato per una virgola fuori posto.
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  11. Lance.
     
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    LANCE H. VAN HANDEROT • ENERGIA VERDE ROSSA • CHIMERA IV

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    status fisico • Varie bruciature sulla schiena e una sul collo, intorpidimento da shock elettrico, danno da impatto alla schiena e al collo, tre coste incrinate, braccio destro rotto, vari organi interni compromessi

    status mentale • incavolato, determinato
    status adamas • integra, indossata

    !ATTENTION! Critical Damage
    !ATTENTION! Critical Damage
    !ATTENTION! Critical Damage
    !ATTENTION! Critical Damage
    !ATTENTION! Critical Damage


    Nella gabbia di bulloni e acciaio era quel ripetuto messaggio di pericolo l'unico rumore che poteva sentire oltre al rantolo spettrale proveniente dai suoi polmoni metallici. Esso si era fatto prepotentemente strada tra il marasma di pop-up a schermo e notifiche di informazione che avevano accompagnato per tutto lo scontro il pilota, un vero e proprio caos digitale che stava causando a Lance un principio di emicrania di cui si stava rendendo conto solo in un breve attimo in cui il dolore a tutte le altre parti del corpo sembrava svanito. Il rapporto tra Lance e l'Adamas 02 era senz'alcun dubbio tormentato, ed era proprio con queste piccole cose che, a poco a poco, stava andando a sgretolarsi; sia chiaro, non si intende che il ragazzo fosse sempre più riluttante ad andare in missione o a eseguire gli ordini, quanto piuttosto cresceva in lui una progressiva curiosità verso il mistero celato dietro il sistema dell'Adamas 02, come funzionasse o che cosa potesse o non potesse fare. Talia e le Muse si erano sempre dimostrate evasive davanti alle sue domande, senza parlare di Bibiane, molto più brava di tutte loro a cambiare velocemente discorso (il che consisteva quasi sempre in un pugno nello stomaco, visto che i loro incontri iniziavano e finivano durante simulazioni di allenamento). Alla fine dei conti, Lance pilotava regolarmente un qualcosa di cui non conosceva nemmeno le caratteristiche generali o come l'avessero costruito: sapeva che fosse un qualcosa riconducibile all'età del mito e che i giganti fossero veri e propri dei per caratteristiche e potenza, per quanto comunque inferiori ai Titani. Fu quindi in quel secondo di mancata lucidità mentale che a Lance tornò in mente una delle tante conversazioni in cui chiedeva informazioni sul suo esoscheletro, non tanto per capire come sfruttarne a pieno le potenzialità quanto per smascherare un qualcosa che percepiva sinistro tra i pensieri di tutti tranne nei suoi, come un segreto a lui ancora oscuro. Fu alla fine di quel secondo che si rese conto di come la donna potesse ancora combattere, di come avesse ancora in corpo le energie per poter rispondere, controbattere, attaccare; aveva deviato il suo fendente cosmico richiamando il martello ed ora, con un unico e fluido gesto, procedeva nuovamente a urlare con tutta se stessa mentre il suo martello procedeva a coprire il terreno e l'Adamas 02 con le sue scariche elettriche, paralizzando qualunque cosa sul suo cammino. Nuovamente immobilizzato, l'Adamas rimase inerte mentre la donna arrancava sulle sue gambe ed il corpo, trascinando la gamba ferita e arrampicandosi con le ultime forze rimaste. Non sapeva precisamente come riuscisse a compiere quello sforzo dopo tutti danni subiti, ma sta di fatto che stava riuscendo a guadagnare una posizione previlegiata per assestare un colpo decisivo una volta eliminata la possibilità di risposta del gigante. Lance capì da solo dove volesse arrivare e, deciso a non darsi per vinto, convogliò una modesta quantità di cosmo poco dopo che la donna avesse richiamato il suo martello e lo avesse caricato di energia; pregno di materia infuocata, l'agglomerato cosmico scoppiò in modo tale da deviare la martellata, che sarebbe andata ad impattare poco sopra la clavicola, esattamente sulla parte superiore ed appartenente al collo del muscolo trapezio [azione difensiva]. Impossibilitato però a proteggersi anche con l'elettricità eccitata contenuta nel martello, Lance subì un ulteriore shock elettrico, l'ennesimo in quello scontro. Un'abilità a dir poco scomoda quella del fulmine, comparabile a grandi tratti alla manipolazione del fuoco: entrambi segnavano violentemente e con relativa facilità il corpo dell'avversario ed entrambi erano capaci di adattarsi a più situazioni. Caso vuole che quel colpo fosse così dannatamente preciso che generò una bruciatura nel punto di impatto, il che è un avvenimento ironico per un piromante. Stremato, sfinito, quel colpo arrivò violentissimo, avendo come effetto principale quello di aggravare le già delicate condizioni dell'uomo, che improvvisamente sentì il proprio corpo cede sotto quell'offensiva. Si adagiò a terra con un ginocchio, arrancando, ansimando, ma non dandosi per vinto: aveva due occhi iniettati di sangue, due occhi disperati propri di un uomo disperato che per in quegli anni di apocalisse era stato rubato di tutto, speranza compresa; ma se c'era un modo non per riportare a sé Beth ma anche solo per salvarla da un qualche destino nefasto lo avrebbe consumato, si sarebbe cibato di esso fino all'ultimo minuscolo ed insignificante pezzo di carne, come un carnivoro affamato della preda. Con quegli occhi si girò violento e allungando la mano sinistra tentò di prendere l'assai poco esile copro della donna azione debole] e poi avrebbe iniziato a richiamare le ultime briciole del proprio cosmo in un ultimo e grandioso attacco che, vuoi per stanchezza mentale e vuoi per scarse possibilità dovute alle precarie condizioni fisiche del pilota, non brillò certo per strategia: sbattuta la donna per terra davanti a sé avrebbe scaricato il suo cosmo di fuoco su di essa, convogliandolo in una forma simile ad un drago che avrebbe seguito le forme del suo braccio fino ad arrivare per terra: ruggendo, la chimera avrebbe così ricordato agli avversari e a qualunque anima ci fosse nei dintorni che cosa avesse combattuto quel giorno nel tentativo di difendere il diritto alla vita della persona a lei più cara [Azione Forte]

    !ATTENTION! Critical Damage
    !ATTENTION! Critical Damage
    !ATTENTION! Critical Damage

    "Lance, amore mio..."
    !ATTENTION! Critical Damage
    "...Riposa ora."


    Scaricato il colpo sarebbe caduto per terra supino, esauto, in un movimento lento e fragoroso dovuto alle sue enormi dimensioni. Chiudendo gli occhi avrebbe sentito la voce di bordo sempre più lontana, come un avvertimento a basso volume; nella sua testa rimase solo un vuoto pronto ad essere occupato dalla voce di sua moglie, chiara nella dizione e dall'inflessione soddisfatta, come se fosse fiera di lui.
    Ora stava soltanto alla sua avversaria o a qualunque cosa avesse architettato quel piano decidere se fosse degno di difendere ancora ciò in cui credeva, ciò che lo definiva al meglio. Senza rimpianti, sperò davvero di potersi dimostrare ancora degno di Bibiane, del Labirinto, di se stesso e, più di tutti, di Beth.

    Abilità In parte leone, in parte drago e in parte capra, la Chimera è una creatura mitologica molto variopinta e particolare. Gli ingegneri, per ricordare le origini non ben precisate dell'animale, hanno ben pensato che soltanto un Adamas dall'aspetto difficile da inquadrare potesse rappresentare la sua incarnazione migliore (x, y): guardando l'armatura si possono intravedere numerose influenze ma mai un essere distinto; ad esempio, lo scudo rotondo posto sul braccio sinistro è intagliato in rilievo con il simbolo di un leone, mentre le ali richiamano leggermente il lascito draconico della Chimera (utili solo ad usi estetici). Un altro upgrade è la spada lunga che è ancorata al suo braccio destro, utile per squartare corrotti o tagliare a metà interi monti; all'uso può essere liberata dal meccanismo ed essere impugnata con entrambe le mani oppure fatta scattare all'indietro e posizionarsi come prolungamento del gomito. Le armi più efficaci però di Adamas 02 sono tuttavia la sua agilità ed il fuoco: la prima nasce da un collegamento molto intimo tra la forza cosmica di Lance ed il corpo meccanico di Chimaera, consentendo al gigante movimenti difficili da seguire ed estremamente veloci (tanto che è possibile generare immagini residue se si procede alla massima velocità); la seconda consiste invece nel controllo di uno dei quattro elementi tradizionali, consentendo a Lance di usufruire di vampate di calore, turbini di fuoco o addirittura far esplodere le particelle di ossigeno vicino all'avversario (anche se è impossibile dar direttamente fuoco al corpo del nemico). Nota: le fiamme sono di colore blu.

    Recap Mi difendo facendo esplodere cosmo dopra il martello per deviarlo. Mi colpisci il collo, shock elettrico e mi regali un'altra ustione. Poi rispondo cercando di prendere Ingrid con la mano sinistra (AD) e, sbattuta per terra, spero di cancellarla dall'esistenza con gli ultimi rimasugli di cosmo, convogliati in una forma di drago tipo orientale (ie è uguale al drago nascente per aspetto) (AF). E niente, abbiamo finito! Gratz e spero di avere la rivincita :asd:Azioni fatte: difensiva più attacco in combo.
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