#lordquest: A Dream within a Dream

Spectre

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Protogenos of Death

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    10,805
    Location
    Drujah Demana

    Status
    ALIVE
    #lordquest: A Dream within a Dream • 1


    “All that we see or seem is but a dream within a dream.”
    ― Edgar Allan Poe, A Dream within a Dream




    Antefatto

    Un'oscura ombra è calata su Dalriad ed è penetrata nell'animo dei suoi abitanti.
    Tumulti, terrore e angoscia accompagnano l'avanzata dell'Armata Senza Nome.
    Guerrieri inarrestabili, dalla violenza inaudita e dalla capacità bellica senza pari sono comparsi dal nulla, mettendo a ferro e fuoco le zone periferiche del vasto regno.
    I racconti parlano di mostri innominabili tra le loro fila, uomini capaci di sradicare alberi con le sole mani, dotati di fauci come le più orribili fiere che abitano la notte.
    Le altre nazioni guardano con ansia alla sorte del regno centrale del continente di Arikh, il vicino Impero di Segesta ha sigillato i confini che lo collegano a nord con Darliad, gli altri piccoli regni a est di Segesta hanno interrotto qualsiasi contatto commerciale . Gli altri continenti ancora non hanno deciso la linea da seguire, vedendo il pericolo più distante e sperando che l'indebolimento del potente regno li favorisca economicamente.
    I signori dei vari feudi guardano al loro re con un misto di speranza e insoddisfazione, a seconda dei loro interessi personali e della loro particolare visione verso una dinastia che ormai regna da più di mille anni su Dalriad.
    Gli eserciti si sono mossi, ma il futuro è tutt'altro che definito...

    Ethan e Kasimir

    ... mi sto annoiando, cazzo! Questo è uno dei momenti in cui desidererei avere per le mani loro sorella...

    *Il sonno vi sta liberando dal suo abbraccio, sebbene la veglia non vi abbia mai realmente abbandonato a causa dei ricorrenti e assurdi incubi.*

    Non dire minchiate, quella ha un palo nel culo, se la tocchi ti ammazza.

    *Un vociare di assenso accompagna le parole di Phil, il più grosso, il più forte ed il più saggio della vostra banda mercenaria.*

    Meglio, sai che sono bravissimo a fare il palo!

    *Uno scoppio di risa vi rimbomba nella testa come se fosse chiusa in un pentolone bersagliato da una sassaiola continua. Ureth, svelto con le lame e con la lingua, ha sempre avuto un debole per vostra sorella, sebbene non l'abbia mai vista se non nelle sue fantasie a seguito dei vostri scarni racconti.
    Vostra sorella, legittima discendente - come voi - di una nobile famiglia di una delle numerose Libere Repubbliche a sud di Segesta.
    Un pugno di isole che hanno in sé il peggio della corruzione e del marciume, in cui l'unico valore esistente è il denaro.
    Che senso ha lottare per un pugno di isole? Meglio andarsene da quella merda, come avete fatto voi.
    Siete sempre stati bravi a combattere, la vostra compagni di ventura ha raggiunto importanti risultati nel mercato dei mercenari e avete una lancia per ogni culo nobile che vuole farvi la pelle in quelle dannatissime isole da cui provenite.

    Il vostro sonno è stato strano, di solito vi svegliate prima di tutti, questa volta no.
    Da quando vi siete messi in marcia con una delle regioni del Re contro quella cazzo di Armata Senza Nome tutto è andato storto.
    Le vostre lame sembravano spuntate quando colpivano la pelle di quei bastarti, le frecce sembravano mancare il bersaglio e quando lo beccavano sembravano punture di zanzare su quei mostri.
    Non che voi crediate a quelle stronzate, ma capite che qualche base di verità ci possa essere.
    Forse prendono droghe per non sentire il dolore, come quei barbari del nord a Zaven.

    Comunque siete stati catturati. Quasi tutta la legione è stata massacrata, mentre buona parte della vostra compagnia è sopravvissuta.
    Non è stato un caso, potevano ammazzare anche voi.
    Il non sapere cosa vi aspetta è snervante.
    Siete stati messi in una prigione di fortuna, ricavata da una fortezza abbandonata lungo la costa delle Pianure Fredde, poco lontano dal luogo dello scontro.
    La fortezza è circolare e quegli stronzi stanno riempiendo il centro di paglia e sabbia.
    Vogliono farvi ammazzare tra di voi, tipo divertimento della domenica?
    O vogliono usarvi come allenamento?*

    Eddard

    *Ti svegli con la gola riarsa, come da alcuni giorni ormai.
    Sei sempre più debole, ma non devi darlo troppo a vedere.
    Sei il Re, l'ultimo degli Stark. Dalriad dipende da te... ma quanto davvero puoi fare lì, chiuso nel castello?
    Hai sempre guidato i tuoi uomini in battaglia, ma da quando sei succeduto a tuo padre la politica ti ha imposto le sue catene.
    Ti rialzi, sforzandoti come se fossi stato a letto da sempre, fino a sedere sul letto.
    Bevi d'un fiato l'intruglio preparato dal tuo erborista ed accarezzi il libro di poesie che ti ha regalato William per il tuo compleanno.
    Ti ha sempre preso in giro per il tuo amore per la poesia e l'arte.
    "Devi diventare Re, non Regina!" continuava a ripeterti.
    Ora lui era là fuori a combattere per te, uno dei tuoi Comandanti, l'unico tuo vero amico.
    Ti sollevi completamente, sgranchendo le ossa.
    Questo malanno ormai ti tormenta da giorni, ogni giorno di più. I medici dicono che è normale affaticamento, i sacerdoti ritengono che sia una maledizione del misterioso signore dell'Armata Senza Nome, chi vuole il tuo trono dice che è a causa del tuo amore per lei.
    Quanto avresti voluto ammazzarli tutti, ma eri il Re e lei lo sapeva.
    Erano ormai diversi mesi che era partita per casa sua, un villaggio vicino al Lago delle Nebbie, vicino a dove le leggende dicono esserci stato il castello da dove Zigur, il mitologico signore del male sconfitto dal tuo avo, regnava su tutto il continente.
    Quella leggenda ti ha sempre perseguitato, sebbene altri avrebbero potuto ritenerla una fortuna.
    Il regno della tua dinastia dipendeva da quella vecchia storia.
    Il primo degli Stark era partito da Zaven e aveva attraversato il Mare del Nord per affrontare Zigur. Riuscì a sconfiggere colui che veniva ritenuto un demonio o il Diavolo stesso, incidendogli le carni con il segno di una grande croce, costringendolo alla fuga.
    Da quel giorno, ammesso che sia mai avvenuto niente del genere, gli Stark regnavano su Dalriad abbandonando la loro terra natia tra le nevi e coloro che nascevano vicino al Lago delle Nebbie venivano additati come maledetti da Dio, stregoni e servi del demonio.
    Lì accanto a te c'è la spada con cui fu ottenuta quella vittoria, una lunga lama dall'equilibrio perfetto che aveva sete del sangue del nemico, ma era costretta lì, come te, a funger da simbolo impolverato.

    Senti bussare.

    Entrare nella stanza del Re era assolutamente vietato, questo ti permetteva di tenervi all'interno i tuoi ricordi o gli oggetti a te più cari senza che nessuno avesse nulla da dire, come il libro di William o il ciondolo d'onice di lei, nero come i suoi capelli ed i suoi bellissimi occhi.*

    Mio signore perdonate, il consiglio di Guerra è stato riunito e fra poche ore giungerà l'ambasciatore di Zayran

    *E' il tuo attendente Richard, uno dei pochi membri della corte che non useresti per rispolverare la spada dei tuoi avi.
    Zayran è un antichissimo impero del continente di Lughendar, dove adornano i morti e gli costruiscono monumenti più opulenti dei palazzi dei nobili. Gente strana ma piena di ricchezze, interessata a contendere a Segesta l'importazione di spezie a Dalriad.
    In cambio di dazi favorevoli potrebbero appoggiarvi con la loro potente flotta per difendere le coste dall'Armata Senza Nome.*


    Appunti del Narratore

    L
    Benvenuti :deathmetal:
    Scusate il ritardo, ma gli impegni uniti alla complessità della trama che ho preparato hanno concorso a rallentare il tutto.
    Voi non siete spectre, non siete spectre che si svegliano in un altro mondo, siete i personaggi di questo mondo.
    La vita come spectre è forse una vaga immagine degli strani sogni da cui vi siete appena svegliati.
    Il mondo in cui siete vive in un periodo tardo medievale, la magia è rarissima ed estremamente potente, magia che nessuno di voi ha visto.
    Il sistema culturale di Dalriad è riconducibile a quello del centro/nord europa medievale, Segesta ricorda l'Impero Bizantino, il continente nordico di Zaven è un misto che richiama i nostri paesi più a nord.
    Zayran richiama l'idea di un impero egiziano sopravvissuto fino al medioevo ed evolutosi.
    L'Armata Senza Nome è un'armata estremamente organizzata, con equipaggiamento estremamente simile all'esercito di Dalriad, solo colorato di rosso.

    Ethan e Kasimir.
    Siete prigionieri, non avete con voi le vostre armi, siete chiusi in prigione con altri venti vostri uomini, mentre gli altri sono disseminati nelle varie celle.
    Avete totale carta bianca nella descrizione e nella gestione dei vostri uomini, di dove siete etc... Terminate il vostro post quando decidete cosa fare.
    Non siete incatenati ma siete chiusi dietro travi di metallo pesantissime, impossibili da smuovere. L'interno della cella è fatta di pesanti massi.
    Determinate pure anche il tipo di lotta che vi piace, il tipo di armi che vi piace etc... vedetela come la fase di creazione del pg di un videogioco.
    I vostri nomi sono gli stessi :zizi:

    Eddard.
    Hai il consiglio di guerra da gestire e l'ambasciata di Zayar.
    Anche tu hai totale libertà su come gestire i due momenti, inventarti png che incontrerai.
    Le informazioni che otterrai sono principalmente legati alle lamentele dei vari lord per i tagli delle linee commerciali e aggiornamenti sull'Armata Senza Nome.
    L'Armata Senza Nome sembra giunta dal mare, non si sa da dove, ma hai mandato quattro legioni ad intercettarla. Delle prime tre non hai notizie, della quarta, diretta alle Piane Gelide, a sud ovest di Dalriad, è stata decimata e sembrano non esserci sopravvissuti.
    Quella legione l'avevi rafforzata anche assoldando una famosa compagnia di mercenari, cosa che non volevi fare, ma non potevi usare tutti i tuoi uomini.
    William, il tuo amico, guida la legione che sta andando a nord.
    Termina quando hai gestito entrambi gli incontri.

    NOTA PER TUTTI: Le cose e le persone a cui non ho dato nome possono essere nominate da voi. Userò i nomi inventati da voi, così come i png inventati da voi.

    Sto preparando con Giulia le varie mappe in modo che siano più presentabili di quella linkata nel post.

    Per qualsiasi domanda contattatemi pure su FB. :zizi:




    Edited by ~S i x ter - 31/3/2016, 17:04
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    In Addestramento
    Posts
    14,265
    Location
    Heaven's Gate.

    Status
    DEAD

    uXVz3rS

    • #lordquest: a dream within a dream •
    I



    Lui odiava i risvegli bruschi, proprio come quello. Odiava doversi allontanare dal dolce abbraccio del riposo per essere catapultato in quella che era la sua nuova vita. Aprì gli occhi lentamente ed i sensi iniziarono a fare capolino, la sua coscienza riprendeva possesso dello stabilimento che era il suo corpo. Sputò immediatamente a terra un grumo di muco rimasto nella gola secca. Non si sentiva minimamente di buon umore. Le ultime vicende non gli erano andate a genio. Venire catturati come dei semplici banditi. Non era questo il motivo per cui si era dato all’avventura, voleva la gloria. Neanche i soldi e le donne, solo la gloria. Gli altri potevano andare avanti per ore a discutere per il compenso, e per altri s’intende suo fratello Grim, ma per quanto riguardava l’importanza delle gesta; era lì che decideva egli stesso di scendere in campo.

    Kasimir si destò dal torpore. Il sogno era stato pesante e strano, decisamente più strano del solito. Si sentiva intontito e si portò in piedi. Per prima cosa si mise le mani sui fianchi andando a stiracchiarsi. Era tutto un dolore, poi udì in lontananza il chiacchiericcio di alcuni dei suoi uomini. La compagnia era numerosa, ma neanche troppo. Uomini agili e possenti, in grado di cavarsela in ogni occasione. Tranne che contro l’Armata Senza Nome. Sembravano non patire dolore. Macchine da guerra su due gambe, insomma. Kas si avvicinò al fratello controllando la sua situazione, dormiva ancora. Era un gesto incondizionato il suo, era quello più bonaccione della famiglia. Il peggior figlio di buona donna che potesse calcare la terra; era anche la persona più attaccata alla sua famiglia in senso stretto. Se gli toccavano qualcuno di caro gli partivano i canonici ‘cinque minuti’. Poco importava se a parlare fosse un’altra persona cara, nessuno doveva sparlare degli altri. Si doveva avere l’unione, quella era la cosa più importante. Ripreso l’equilibrio udì le parole del loro compare. Nella fase di risveglio faticava a ricordare il proprio nome, figurarsi quello degli altri. Rivolse al mercenario un’occhiataccia. Fu tentato di avvicinarsi a lui per rifilargli un colpo sul muso. Niente di letale, ma una buona dose di buona educazione non doveva mai essere sottratta. Era il loro padre educatore, in fin dei conti. Alzò il dito medio in risposta e si accorse, voltando leggermente il capo, che Grim si era già alzato.

    Lui era il più scaltro dei due, quello che ci metteva maggiormente la testa. Kasimir, invece, era più diretto. Più pratico. Gli piaceva il contatto fisico, gli piaceva sentire il sangue scorrere sulla propria pelle, sia che appartenesse a lui che ai nemici. Le sue armi erano pezzi importanti della sua anima. Una coppia di guanti con artigli posizionati in prossimità del dorso e che si diramavano in mezzo allo spazio delle nocche. Una chicca che si era fatto preparare apposta da un fabbro specializzato in roba strana. Erano il suo vanto. Non se ne separava mai e senza si sentiva terribilmente nudo. Si sentiva agile con quegli artigli. Dopotutto era il migliore lì in mezzo nel combattimento ravvicinato e con le lame corte. Nessuno poteva eguagliarlo. La sua seconda passione era il combattimento a mani nude, sentire le ossa scricchiolare era un suono melodioso per lui. Il corpo a corpo; la disciplina ottimale per decretare "il migliore". La ricerca della perfezione era un suo pallino. Doveva eccellere, sempre.

    Si avvicinò al fratello. Kas scommetteva che si era già messo in moto per trovare una papabile via di fuga. Qualcosa da poter ottenere in cambio di ponderazione e riflessione. Si mise ad osservare le sbarre, lo lasciò fare. Lui, al momento, era impegnato in altro.

    “Sai cosa si prova ad avere un palo in culo?” interruppe gli uomini sfoderando il suo solito sorriso sardonico. Ureth non si tirò indietro, non lo faceva mai. Era il secondo migliore con le lame corte, agile nei movimenti, così come nelle risposte. “Vuoi raccontarmelo tu, Kas?” La provocazione non scalfì l’uomo che si avvicinò a passo deciso, erano separati da appena mezzo metro, ma qualunque cosa sarebbe bastata a far scattare la scintilla. Kas si preparò la risposta, ma venne chiamato.

    “Vieni qui.” Grim.

    Il fratello lo chiamò da parte. Si chiedeva come potesse, il fratello cervelluto, essere sempre così distaccato. Non si lasciava mai andare al brivido delle emozioni. Ethan non lo guardò negli occhi, si limitò a mirare le sbarre ed esporre il suo punto di vista. Freddo e calcolatore, come sempre. "Kasimir queste sbarre sono praticamente irremovibili, l'unico modo per aprirle è grazie a un intervento esterno. Non è che saresti così gentile da spaccare il naso al tuo sottoposto? Ho un'idea" e che idea! Quello che gli descrisse dopo sarebbe stato suo compito, dopotutto era la sua specialità.

    Creare casino.

    Riprese i passi e si avvicinò ad Ureth spingendolo da dietro e buttandolo a terra. Gli altri subito iniziarono a farsi da parte, sapevano che quello era un rito canonico. Il pestaggio di Kas ad un insubordinato. Era qualcosa che accadeva raramente. Kasimir era un compagnone, però non gli si doveva toccare gli argomenti sacri o sbroccava. Ed era senza pietà. Ureth si mise in piedi indicando l’altro con voce rabbiosa. Aveva sempre mal sopportato Kasimir come capo, lo riteneva inadatto e più di una volta aveva presentato lamentele.

    “QUESTA E’ UNA CAZZATA!” non era la prima volta che additava così quella situazione. Era però la prima che lui era uno dei protagonisti. Si scagliò verso Kas con velocità, ma non abbastanza. Un braccio teso venne alzato, ma facilmente evitato dal fratello di Grim che, con un gioco di leve, sbilanciò Ureth. Quest’ultimo si ritrovò con le chiappe a terra, la giusta distanza per prendersi un affondo pelvico di Kasimiri in faccia. Si, insomma, avete presente gli affondi con il bacino, no? Kas buttò in avanti il suo dandogli un colpo ben assestato con la parte anteriore a sud del suo ombelico. Gracchiò divertito.

    “QUESTA! E’ UNA CAZZATA!” Tutti risero, tranne Ureth. Lo facevano sempre, anche se la battuta non era delle migliori. Alcuni lo facevano per rispetto, altri per amicizia, altri per cecchinaggio. A Kas non importava. La risata era il suo biglietto da visita, ovunque andasse. Ed il pestaggio era appena iniziato. Qualcuno sarebbe arrivato, prima o poi, a capire cosa stesse succedendo. Ciò avrebbe permesso a Grim di decidere passo passo le fasi del piano e a lui di divertirsi come un bimbo la mattina di Natale.

    Certo il gioco sarebbe finito entro breve, forse, ma per dopo c'era quel bell'ellisse ovale poco distante dalle celle. Una sorta di arena per i rinchiusi. Non ci aveva prestato particolare attenzione Kas per il momento, ma gli piaceva dare tempo al tempo; ogni tanto.

    0bmN207
    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Non indossata.
    Condizioni Fisiche Ottime.
    Condizioni Psichiche Divertito..

    Note Iniziamo :zizi: ho dato qualche indicazioni sul mio pg dal punto di vista di creazione, ma mi tengo ancora un poco vago per robe specifiche. Ho pensato di far uscire le varie cose man mano se riesco :v

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE




     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Who Dares Wins

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,094

    Status
    DEAD

    A Dream Within A Dream
    Les Enfants Terribles

    Ethan, si chiamava Ethan, non Grim. Quello era un nomignolo che amici e nemici gli affibbiarono sul campo di battaglia. Ridacchiò quando scoprì che sia i propri alleati che i propri opponenti lo etichettarono con lo stesso soprannome, perché era particolarmente azzeccato. Non amava sorridere spesso, preferiva mostrare il lato più genuino di se. Una battuta sporca che avrebbe ribaltato dalle risate suo fratello Kasimir causava un effetto contrario nel più magro e pallido Ethan, che rischiava spesso di provare disgusto fisico ad ogni mancanza di stile che gli si palesava davanti, concreta o astratta che fosse.
    Les Enfant Terribles, li aveva definiti così un vecchio e ricco mercante proveniente da terre fin troppo lontane da nominare. Il mercante era un amico di famiglia, perché la loro famiglia era ricca, molto ricca. Gran parte dei fondi necessari per la fondazione della compagnia mercenaria venne dal loro generoso quanto dubbiosissimo padre, che decise dopo mesi di discussioni a supportarli in ciò che evidentemente erano tanto bravi a fare, uccidere. Kasimir uccise il primo opponente in un duello ufficiale a dodici anni, eleggendolo immediatamente a leggenda vivente tra i guerrieri della loro città natale. Ethan, più interessato agli studi di storia e delle lingue antiche, colpì nell’occhio un sequestratore con una freccia a cento metri di distanza. Accadde una mattina estiva, l’odore delle azalee invadeva tutte le strade del centro mentre bancarelle provenienti da cento contee diverse scambiavano i loro prodotti con grassi e pesanti sacchi di monete di alto valore. La Fiera del Sole era un evento molto importante per la città-repubblica di Gargantia, un micro-stato indipendente a sud di Segesta, specializzata in esportazione e raffinazione metalli preziosi. La figlia del sindaco era sparita già da qualche ora e la guardia cittadina decise di portare avanti le indagini con discrezione, per non allarmare gli abitanti già in vena di far baldoria, ben prima dell’ora di pranzo. Ma la discrezione, arte delicata e fragile, è difficile da mantenere se un pazzo armato di coltello minaccia di tagliare la gola alla ragazza che tiene in ostaggio sulla cima del campanile, urlando promesse di giustizia e vendetta verso imprecisate autorità. La ragazza ovviamente piangeva pietà, implorando l’aiuto di suo padre, il sindaco di Gargantia, che nel mentre si era radunato assieme ai soldati e ai rimanenti abitanti in una singola morsa di dolore e ansia al di sotto dell’edificio.
    Ethan si accorse della cosa a causa del vociare e del movimento della gente in fondo alla piazza, che attendeva di assistere al fatidico assassinio. Controllava tranquillo una vecchia balestra in vendita su uno dei tanti tavoli esposti per le pittoresche vie della città, osservando disinteressato un disperato su una torre e una ragazza terrorizzata con la gola stretta nel braccio di lui, che a causa dell’agitazione e dello stress aveva assunto assieme al volto una colorazione rossastra, come un pomodoro al sole. Che bersaglio meraviglioso.
    Il commerciante neanche se ne accorse del magro e pallido quindicenne che, un po’ per curiosità e un po’ per sfida, mirava con quel rottame di legno e cavi quel puntino rosso vicino alla campana.
    Spostò la tacca di arrugginito metallo un po’ più a destra, facendo caso a un vaso sul balcone di una casa vicina, coi fiori che leggiadri dondolavano al vento. Calcolò una media di gittata di circa settanta metri in linea retta, aggiungendo la distanza rimanente inclinando l’arma di circa trenta gradi. Premette il grilletto, cosciente di poter colpire la giovane ma convinto di essere corretto nei suoi calcoli.
    Le urla sconnesse e volgari del sequestratore si bloccarono di colpo quando il dardo dalla punta d’acciaio si conficcò nel bulbo oculare e lobo temporale, facendolo crollare come un’asse di legno per una trentina di metri in caduta libera. La figlia del sindaco, in stato di shock, rimase immobile con la morte negli occhi e il sangue sulla guancia in attesa delle guardie subito corse in suo soccorso.

    Come una ola allo stadio, la moltitudine di teste si girò progressivamente verso Ethan, che senza il minimo accenno di soddisfazione in volto riponeva la balestra sul tavolo dell’attonito mercante, posizionando piano un nichelino accanto all’oggetto per ripagarlo del dardo sprecato.
    “Tende di tre pollici verso destra, per il resto è assemblata bene. Confidò, prima di mettersi le mani in tasca e tornare a passeggiare tranquillo tra le bancarelle, nel silenzio spettrale della folla che lo osservava come un alieno sceso dal cielo.
    Riassumendo, Kasimir era il portento nel corpo a corpo, Ethan il taciturno con l’occhio di falco.
    Se non ci fosse stata la stessa ostetrica a entrambi i parti, qualunque membro della famiglia avrebbe giurato che i genitori abbiano adottato almeno uno dei tre. La terza era loro sorella maggiore Kazue, la più razionale e adatta della famiglia a portare avanti il buon nome e gli affari della casata Laskaris.

    Jqxt1hX
    Gesaffelstein - Aleph



    Erano ormai diciotto anni che il Dark Horse Clan era in attività, diciotto lunghi anni composti da numerose sconfitte, soprattutto agli inizi, e addobbati da gloriose vittorie, a loro volta allegate a ingenti quantità d’oro e pietre preziose. In parte come pagamenti ricevuti dai lord che li assumevano, altra parte come bottino di guerra dalle fortezze che razziavano.
    Uccidevano e si allargavano, lo facevano bene, lo facevano velocemente.
    Un brutto giorno incontrarono l’Armata Senza Nome, nome semi ufficiale per un’apparente esercito imbattibile. A nulla servivano le baliste, le catapulte, la cavalleria. Dopo una lunga ed estenuante battaglia prima al fronte di punta poi in trincee scavate in fretta e furia, il Dark Horse Clan venne catturato (ciò che ne rimaneva) e trasportato in organizzatissima fretta nelle prigioni temporanee di quella che sembrava un’arena in allestimento. Ethan ne aveva sentito parlare, all’estremo sud, era normale sganciare forti guerrieri costretti a combattere per il divertimento di ricchi magnati: ma quel giorno l’impressione che ebbe il balestriere fu totalmente diversa. Gli sembrava quasi di essere parte di un esperimento, come se ci fosse ben altro significato oltre al semplice e macabro svago.
    Degli uomini sotto al comando suo comando ne erano rimasti solo cinque, i restanti quindici, quei due idioti di Phil e Ureth compresi, erano già impegnati a vociare e lamentarsi della noia che ben presto cominciò ad attanagliarli, lì, rinchiusi come polli in attesa del macello. Loro adoravano il macello.
    Fortunatamente quelle cinque anime rimaste erano anche le migliori della compagnia.
    Tre guerrieri dell’est: Kambei, Katsushiro e Gorobei. In battaglia utilizzavano una strana armatura a scaglie e magre spadine ricurve ma estremamente taglienti. Parlavano poco ed erano estremamente efficienti, soprattutto sul piano psicologico, grazie alle loro maschere protettive dal volto demoniaco. Ethan non riusciva a riconoscere la mitologia alla quale appartenevano e poco gli importava. Lavoravano bene, erano i benvenuti. Gli altri due erano più orientati verso lo stile di combattimento del loro superiore. Un arciere dai capelli rossi e lo strano accento proveniente dall’ovest, tanto veloce a parlare quanto a scoccare frecce dal suo arco lungo ornato di rune più antiche del concetto stesso di guerra, si chiamava George. L’ultimo, sottoufficiale di Ethan, si chiamava Ulf. Quell’uomo era capace di rubare la corona a un Re standogli semplicemente davanti. Uno dei migliori ladri ed assassini di tutta Dalriad, originario delle più nordiche delle Isole Farr, tanto silenzioso da riuscire persino a nascondere il proprio battito cardiaco.
    I due elementi bonus, non calcolati al momento della partenza per quella difficile missione, erano Zoya e Courage. La prima era figlia di suo fratello, impaziente di unirsi alla compagnia si nascose in un carro merci fino al campo di battaglia, scoprendo presto che a soli tredici anni il miglior suo risultato sarebbe stato scatenare l’ira funesta di suo zio, che le voleva tanto bene. Il padre invece si fece giustamente due risate. Fortunatamente Courage, il cane di Ethan, ebbe la rara e furba idea di seguirla di nascosto, garantendo lei l’unica seria protezione disponibile nei dintorni.
    Quello era palesemente un grosso lupo, ma al guerriero poco importò di ciò che disse la gente quando lo trovò zoppicante da cucciolo sulle rive di un fiume rosso del sangue della madre.
    Ethan non si alzava mai di scatto, a nessun risveglio. In quell’occasione, nel caso ci fossero state guardie nella cella, fece persino finta di continuare a dormire per qualche minuto prima di muoversi anche solo minimamente.
    “Zio, sei sveglio?”
    “Mrm.”
    “Ureth sta ancora facendo commentacci su zia Kazue.”
    “Fra due minuti e mezzo tuo padre gli spaccherà la faccia” Disse, mezzo interrotto da uno sbadiglio con stiracchiata.
    “Come lo sai?” chiese la ragazzina, intenta a coccolare il grosso canide ancora sonnecchiante.
    “Beh tesoro di zio, glielo chiederò con gentilezza.”
    Si alzò lentamente in piedi, sorpreso di avere ancora addosso l’armatura, meno sorpreso dell’assenza delle sue preziose quanto complicate armi. Inclinò la testa e destra e a sinistra, riferendosi poi ai tre guerrieri dell’est già svegli e vigili da tempo.
    “Avete notato nulla?”
    Scossero la testa, poco interessati alla situazione.
    “Ulf?”
    “Hanno chiuso quei portoni e se ne sono andati senza proferire parola, scusa boss.”
    Il capo roteò la mano un paio di volte, congedando il sottoposto. Camminava piano tastando il terreno fresco sotto gli stivali, era fresco. Le rocce che componevano le pareti della cella erano state posizionate da poco tempo e di fretta, alcune combaciavano, altre rimanevano in pericoloso bilico tra di loro. L’unica parte perfettamente congegnata della cella era il sistema intricato di pesanti sbarre e meccanismi della porta. Impossibile da aprire dall’interno. La tastava delicatamente coi polpastrelli in cerca di punti deboli da sfruttare, inutilmente.
    Notò la nipote accanto che curiosava seguendo il movimento delle dita dello zio.
    “Non ha senso zio, perché non ci hanno giustiziato subito una volta catturati? Non c’è modo di capire cosa vogliono da noi.”
    L’uomo sorrise, era una bimba sveglia quella. Decise di darle pane mentale per tenerla buona qualche minuto.
    “Prevedere l'imprevedibile non fa dell'imprevedibile, prevedibile?”
    L’espressione di Zoya divenne preoccupata, poi sorpresa, poi neutrale. Girò sui tacchi e tornò ad accovacciarsi insieme a Courage (che nel mentre trottava nel sonno, preda di qualche felice sogno), intenta a ragionare intensamente sull’ultimo spunto di pensiero ricevuto.
    Kasimir stava già facendo casino, ovviamente. Lo attirò con un cenno del dito e due parole, non serviva altro per loro, erano troppo sincronizzati.

    “Kasimir queste sbarre sono praticamente irremovibili, l'unico modo per aprirle è grazie a un intervento esterno. Non è che saresti così gentile da spaccare il naso al tuo sottoposto? Ho un'idea”.

    Disse, prima di spostarsi nella zona in penombra della cella, proprio accanto alla porta. Con un po’ di fortuna avrebbero attirato l’attenzione di qualche guardia e, forse, sarebbero anche riusciti a fargli aprire la porta della cella. Un tiro alla cieca, ma non avevano molte alternative.
    Come un’ombra, rimase nel buio, pronto a spezzare il collo di qualunque nemico gli passasse davanti.
    Sghignazzò flebilmente alla squallida battuta del fratello, quasi sorprendendosi dell’estrema ignoranza unita all’inaspettata genialità dello humor di Kas.

    hiaAmxR

    Narrato - "Parlato" - "Parlato" - "Parlato Altri"

    Nome - Ethan Bennet
    Energia - Rossa
    Surplice - Gashadokuro {IV}
    Casta - Spectre di Hades
    Status Fisico - //
    Status Mentale - //
    Status Surplice - //

    Riassunto Azioni - //
    Abilità
    Inside Man: Sfruttando il cosmo intorno a se e sintonizzandosi perfettamente con la sua armatura, Ethan riesce a modificare il proprio aspetto fisico o quello di una persona consenziente semplicemente guardandola, garantendo l'alterazione di voce/odore/sensazioni tattili. All'occorrenza riesce anche a diventare quasi trasparente, diventando limpido e riconoscibile a occhio nudo solo se esposto a luce solare e/o diretta.

    Iron Man: Dopo tutti questi anni a schivare e accogliere pallottole in posti scomodi della gabbia toracica, grazie alla sua armatura Ethan ha sviluppato un'incredibile resistenza ai colpi di vario genere, che siano da fuoco, taglio o contundente. Ciò gli permette di fare uno sforzo in più rispetto a chi, come succede il più delle volte, cade al primo 9mm nella spalla, o martellata sulla fronte, o coltellata nella pancia; cosa non deve fare un onesto rapinatore al giorno d'oggi per restare vivo!

    Tecniche
    Pumping-Iron:
    Grim odia rivelare la sua vera forma, ma se la situazione lo richiede, se è sommerso di nemici o se vuole solo fare spettacolo, un mezzo busto gigante di Gashadokuro esce dal corpo del ladro come un'aura esplosiva, flettendo i muscoli delle braccia verso l'alto. Consumatasi l'esplosione di cosmo, lo scheletro scompare.

    Overkill: Grim non sa cosa significhi lanciare palle di cosmo, quindi si rifugia nelle forme ben impresse nella sua mente, forme che prendono sembianze solo estetiche nelle mani del ladro, come fumo nero condensato. Le armi che crea non sono costrutti, ma solo un ricordo visivo di ciò che usava al lavoro, per avere una maggiore familiarità in fase di mira e dosaggio del cosmo. La varietà delle sagome spazia nella categoria di tutte le armi da fuoco da fanteria moderne e non. I proiettili sparati con tale tecnica possono avere effetti penetranti e successivamente deflagranti nel caso il bersaglio venga colpito.

    Counter-Strike:
    Metà dell'enorme gabbia toracica del Gashadokuro si crea attorno al fianco desiderato di Grim, un enorme braccio scheletrico collegato alla clavicola. Chiudendo le dita, può sferrare un potente pugno con range pari a quello consentito dal livello di energia attuale del ladro. Una volta completato il movimento, sia che vada a segno o meno, il braccio scompare. L'effetto è solo contundente.

    Hard-Boiled:
    Variante di Counter-Strike: Il pugno parte verso l'avversario aprendo la mano all'ultimo momento esattamente sopra di esso. Sfruttando l'effetto sorpresa, falangi e metacarpi si smontano cadendo a terra, esplodendo all'impatto.

    Trenchgun:
    Utilizzando le conoscenze ottenute durante gli anni del contrabbando armi, Grim utilizza una grossa quantità di cosmo per creare un ammasso riconducente in forma a quello di una salva da carro armato, attivandolo con un ben assestato pugno nell'apparecchio di innesco. La misura può variare a piacimento, le grandezze più utilizzate sono tutta via quelle da 50, 88 e 125mm di diametro. Il grosso proiettile può penetrare ed esplodere. Indifferentemente dal suo comportamento, il colpo esplode comunque.

    Master Blaster:
    La surplice del Gashadokuro è un'armatura sfortunata. A causa della sua insaziabile fame d'anime può capitare, nel corso dei secoli, di ingurgitarne qualcuna troppo influente, troppo determinata perché l'individualità di questa svanisca per sempre nel suo infinito stomaco.
    Queste anime, ridotte a meri gusci dalla più ferale violenza, tornano in caso di necessità sotto forma di teschi demoniaci grossi tanto quanto l'utilizzatore, aprendo la loro particolare mascella laterale scaricando un'esagerata quantità di cosmo simile a un raggio laser, capace di recare grosso danno contundente all'impatto, perforante nel caso vengano colpite zone non coperte dall'armatura nemica.
    Un arco di sette teschi si forma attorno a Grim, rilasciando il loro attacco all'unisono o seguendo un ordine deciso dall'utilizzatore.


     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    4,154
    Location
    Laddove Nascono i Sogni

    Status
    GHOST
    pMcLOC3
    P
    roximity to power deludes some into believing they wiled it.



    Un trono di ghiaccio in cima ad un alta torre di pietra e su di esso, un guerriero in armatura purpurea metà uomo e metà lupo. Il lupo lo guarda con occhi di fiamma scrutando il suo animo. Poi come ogni notte il rumore di spade e un ruggito che spacca il cielo, le tenebre che lo avvolgono e quella sensazione come di affogare che precedeva un brusco risveglio.

    Spalancò gli occhi, la gola riarsa e la fronte madida di sudore, mentre a fatica cercava il calice con l’acqua mista a erbe officinali che il suo Magister gli aveva preparato la notte precedente. L’unica cosa che poteva battere l’odore di quel terribile intruglio ne era di certo il sapore. Era quasi certo che si trattasse di acqua di palude e, se così non fosse stato, che l’acqua di palude avesse esattamente lo stesso sapore. Restò qualche altro secondo avvolto nell grandi e morbide pelliccie che coprivano l’ampio letto reale, i muscoli che si allungavano riprendendo coscienza del loro ruolo tra qualche scricchiolio e qualche dolore. Portò le mani dietro la schiena cercando di stare il più dritto possibile mentre il corpo nudo e coperto da cicatrici veniva percorso da un tremito misto di freddo e qualche dolore per la degenza. Si avvolse in un larga veste di seta nera coperta di rifiniture dorate e stretta in vita da una larga fascia rossa. Mentre posava il calice metallico sul piccolo mobile che teneva accanto al letto si trovò involontariamente a passare la mano sulla copertina di un piccolo tomo. Aveva letto le poesie di quel libro centinaia di volte, eppure non riusciva a stancarsene. Quelle parole riuscivano, seppur brevemente a liberare la sua mente dal peso del potere che tutto logora e appesantisce. Solo un’altra cosa era riuscita a confortarlo allo stesso modo ma ora era lontana, nel nord, lontana dai suoi occhi e dal suo abbraccio. Chissà cosa avrebbe detto suo padre nel vederlo in quel momento. Aveva sempre ammirato la tempra del giovane Eddard e il fuoco che ardeva nel suo cuore. Eppure aveva sempre temuto che quell'ardore sarebbe stato rapidamente soffocato dal peso della corona.

    Un'altra alba e nessuna notizia da William ne dalle altre legioni. E io sono ancora bloccato qui, come un lupo in gabbia.


    L’Armata Senza Nome continuava a imperversare minacciando i domini ancestrali del suo regno. Mostri, demoni e stregoni. Il terrore che spirava tra nobili e popolani era palpabile. Dal canto suo Eddard non aveva mai creduto troppo a certe dicerie. La magia è solo uno spauracchio per tenere a bada le masse. Persino la spada della sua famiglia, Yggdrasil, la spada che fende il cielo forgiata tra i rami dell’albero della vita, non era altro che un fine lavoro di forgiatura. Acciaio della migliore qualità ma pur sempre opera dell’uomo. Non nascose un sorriso nel pensare quanti duelli aveva vinto semplicemente minacciando l’uso di quella leggendaria arma. Più di un capo guerra di Norska aveva rinunciato ai suoi propositi bellicosi quando il giovane Principe di Darliad gli si era presentato innanzi brandendo la leggendaria spada che uccise il Diavolo in persona. Eppure anche quella lama ora riposava inquieta come il suo portatore tra le spesse mura di un castello, lontana dal campo di battagli a cui apparteneva. Si stava vestendo, i nobili abiti recanti il lupo d’argento deli Stark e il grande mantello di pelliccia, quando sentì bussare alla porta. Si trattava di Richard, il suo attendente. Un ragazzino dai capelli rossi dalla lingua veloce e dalla buona intelligenza, qualità estremamente rare soprattutto se abbinate, che lo rendeva fra i pochi che Eddard davvero rispettasse in quella corte di decerebrati cospiratori. Il consiglio di guerra lo attendeva così come l'ambasciatore di Zayran.

    Sarò li tra un momento Richard, avverti pure i generali.



    Indossò il ciondolo d’onice che la sua amata Raia gli aveva lasciato. Nero come i suoi capelli corvini e e quegli occhi in cui ci si poteva perdere come in un infinito mare in tempestata. Prendere la spada e metterla al fianco fu l’ultimo gesto prima di lasciare la stanza. Un vezzo che un guerriero come lui non aveva mai smesso di concedersi così che, chiunque fosse stato così folle da attentare alla sua vita, scoprisse a caro prezzo che il lupo bianco aveva zanne ancora molto affilate.

    Cosa darei per poter guidare le mie truppe sul campo di battaglia. A cavallo sotto i vessilli del lupo d’argento. E invece sono qui, schiacciato dal peso di questa dannata corona.



    Sollevò la semplice corona che il suo antenato aveva ricevuto in dono dalla gente di Darliad, un semplice cerchio di ferro adornato da una singola gemma del colore del ghiaccio, ponendola sul suo capo con un gesto tra lo stizzito e l’annoiato. Con quel ninnolo in testa gli pareva di essere ancora più debole e affaticato, le guance scavate e gli occhi leggermente infossati.

    D’altronde se non mi uccide questo male lo faranno quelle dannate pozioni.



    Uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle sue spalle, marciando silenzioso tra i solitari corridoi dell’ultimo piano della fortezza. Stiracchiava la mano mentre si apprestava a raggiungere la grande sala del consiglio di guerra per poi posarla sulla lunga elsa di Yggrdasil. Rimase per qualche secondo innanzi alla grande porta di legno intagliata prima di trarre un profondo respiro mentre l’attraversava.



    I generali si alzarono all'unisono mostrando il loro rispetto e devozione al sovrano, così come i nobili presenti anche se i loro gesti mal celavano una certa diffidenza nei confronti di quell’uomo. I militari avevano sempre apprezzato l’indole di quel Re guerriero e sempre pronto a guidare le truppe come un vero comandante. D’altro canto i nobili lo consideravano un bruto poco avvezzo alla vita di corte, un lupo incapace di adattarsi alla vita di un principe. Eddard prese posto sul grande trono di legno a capo del tavolo pieno di mappe e statuine rappresentanti le legioni a servizio del regno.

    Sedetevi pure, cerchiamo di rendere questa riunione il più rapida possibile, sono certo che tutti noi abbiamo di meglio da fare che non ascoltare il suono delle nostre voci. Nessuna notizia dalle quattro legioni?



    A parlare fu Frederike Ulhnhammer generale della terza legione., un uomo imponente seppur avanti con gli anni, e probabilmente il suo comandante più fedele. Ulhnhammer e suo padre avevano più volte cavalcato in battaglia fianco a fianco e il vecchio guerriero aveva sempre considerato il giovane lupo al pari di un figlio.

    Nessuna notizia da tre delle legioni mio Re. Sappiamo però che gli uomini mandati a sud ovest assieme alla compagnia mercenaria sono stati sbaragliati. Non abbiamo che notizie confuse a riguardo, ma alcuni esploratori sono già stati incaricati di raggiungere il luogo dello scontro e riferire immediatamente qualunque scoperta.



    Alla severa voce del generale fece eco quella gracchiante di Lord Artemis Bloodmore, un infido e viscido barone delle province orientali che si era fatto strada verso la corta a suon di favori e matrimoni politici. Il disprezzo reciproco tra Artemis ed Edward era ben conosciuto. Il primo considerava il sovrano come un bruto ignorante, il re vedeva in Artemis tutto ciò che aveva sempre ripudiato della politica.

    Vostra altezza, se mi è concesso, penso dovremmo inviare ambasciatori e non guerrieri contro la Legione. Sono certo che sia possibile trovare una soluzione diplomatica che eviti altri spargimenti di sangue. Meglio pagare con dell’oro che con la vita dei nostri uomini.



    Cane senza spina dorsale, avrebbe ucciso per una singola moneta da mettersi in tasca eppure non esitava a screditarlo innanzi al consiglio sullo stesso argomento. Il re si limitò ad osservarlo senza interesse, come gli aveva insegnato a fare la madre anni or sono, per poi rivolgersi a Lord Bloodmore.

    Non so bene cosa stia succedendo ma non possiamo correre troppi rischi. Incontrerò gli emissari di Zayran e cercherò di guadagnare l’appoggio della flotta imperiale. Voglio che i villaggi più vicini alla costa e alla piane gelide siano pronti ad essere evacuati. Inoltre mandate i nostri migliori Lupi Neri nella stessa direzione. Se il nemico è li voglio saperlo.



    Si volto incrociando lo sguardo con Balthasar Creed, capo dei Lupi Neri, il suo corpo di spie ed esploratori. Balthasar era un uomo schivo e solitario cresciuto nelle foreste dell’ovest e famoso per il suo temperamento freddo come il ghiaccio del nord. Il Grande Lupo, così come lo chiamavano i suoi uomini, aveva più volte guidato i suoi uomini oltre linee nemiche portando con se un informazioni e sangue come tributo al suo re. Creed rispettava il suo sovrano come un lupo rispetta il capobranco e questa cosa rassicurava Eddard. Nessuno avrebbe mai potuto pugnalarlo alle spalle finché i Lupi Neri erano al suo fianco.

    Comandante Creed, nei limiti delle vostre possibilità vorrei catturaste uno degli esploratori dell’Armata. Voglio che i nostri Magister lo esaminino per capire quanto di vero c’è sulla loro magia. E quando avranno finito voglio sia messo alla gogna nella pizza centrale, in modo che tutti vedano che si tratta solo di mortali particolarmente ben addestrati.



    Come al solito il Grande Lupo non proferì parola ma si limito a ad annuire impercettibilmente per poi freddare con un singolo sguardo Lord Bloodmore, prima che potesse dar voce al suo dissenso.

    Infine che tutte le nostre legioni siano pronte alla battaglia, ogni singolo casato deve inviare i propri uomini a rapporto. Se la tempesta si abbatterà su di noi, ci troverà pronti. Inoltre voglio la Guardia del Lupo pronta a partire. Guiderò i miei uomini in battaglia, uno Stark non si nasconde dietro le fredde mura di un castello quando il suo popolo ha bisogno di lui.



    Un paio di violenti colpi di tosse seguirono quell'affermazione, quasi il suo corpo volesse ricordargli che scendere in battaglia non era esattamente una buona idea. Nessuno dei presenti in ogni caso osò contestare gli ordine del sovrano che con un gesto della mano dismise il Consiglio di Guerra. Quando tutti furono usciti il Comandante Creed si avvicinò al Re, sussurrandogli nell'orecchio.

    Mio signore i nostri sei migliori guerrieri hanno raggiunto il villaggio di Lady Raia e sono pronti a intervenire in caso di problemi. Per quanto riguarda il Generale Brightstar non siamo stati ancora in grado di rintracciarlo ma i miei uomini non tarderanno ad inviare buone notizie, ne sono certo.



    Detto questo il Grande Lupo si alzò e, inchinandosi, lascio la stanza silenzioso come un’ombra a mezzanotte.



    Se gli incontri con il consiglio di guerra lo annoiavano quelli diplomatici erano come una lenta morte dell’animo. Conosceva bene il protocollo e lo odiava. Ore perse in pomposi convenevoli tra persone che, nella maggior parte dei casi, aveva già deciso se iniziare una guerra o stringere un’accordo. E l’incontro con Zaryan non era da meno. All'Impero serviva avere accesso alle grandi ricchezze commerciali del Dalriad e agli Stark serviva la possente marina militare di Zaryan per tenere a bada l’Armata senza Nome.

    Ambasciatore, comprendo bene i vostri interessi e le vostre remore, ma dovete comprendere che non possiamo chiudere i nostri accordi con Segesta da un giorno all'altro. Sarebbe nondimeno un pessimo inizio per una nuova alleanza. Non si costrusice un castello su fondamenta di sfiducia e tradimento.



    Lord Shintari era un uomo imponente ricoperto di tatuaggi e gioielli barocchi e vistosi. Nel Darliad sarebbe passato più come un buffone di corte che come uno dei più stretti consiglieri dell’Imperatore. Ma le antiche tradizioni del suo popolo erano vecchie come le stesse fondamenta del mondo e nessuno, men che meno Eddard, aveva il coraggio di criticare il loro vistoso modo di vivere. In ogni caso il diplomatico era un fine negoziatore e uomo di cultura, niente a che vedere con la sciatta nobiltà con cui il Lupo Bianco aveva a che fare di solito.

    Comprendo benissimo vostra Altezza. E mai chiederemmo un tale sforzo da parte vostra. Quello che chiediamo è di poter fondare alcune sedi della nostra compagnia mercantile nei vostri porti e il 40% della vostra produzione di spezie in cambio del supporto della nostra marina militare.



    Eddard sorrise leggermente mentre provava a leggere gli occhi scuri e inespressivi del suo interlocutore. Per quanto non avvezzo alla vita di corte era sempre stato un ottimo negoziatore. William gli aveva insengato che un negoziato è come un duello di spada, ogni mossa deve essere programmata al fine di portare l’avversario esattamente dove lo si voleva per poi finirlo con un singolo fendente. Aveva passato i due giorni precedenti a studiare la politica estera dell’Impero, la sua economia e la sua forza militare. Aveva intessuto una fitta rete di dicerie a corte nei due giorni in cui Lord Shintari vi aveva soggiornato. Sapeva che l’Impero, per quanto si nascondesse dietro una grande opulenza, era percorso da una endemica debolezza economica. E che un’accordo commerciale con la ricca Dyrland rappresentava un’occasione fin troppo ghiotta per lasciarsela scappare.

    Il 40% è ben oltre le nostre possibilità Lord Shintari, lei lo sa. Possiamo concedervi il 5% della produzione come gesto di buona volontà e un diritto d’acquisto a prezzo scontato di un’ulteriore 20%. In cambio vi impegnerete ad usare la vostra flotta nella guerra contro l’Armata senza Nome. Del resto è un nemico comune che non va sottovalutato.



    Vide il suo interlocutore tentennare. Sapeva che l’offerta era interessante ma non sufficiente a farlo crollare. Fu allora che decise di chiudere con una mossa tanto azzardata quanto efficace.

    Inoltre da quanto so la secondogenita di sua altezza Imperiale ha raggiunto l’età da matrimonio. Penso che potremmo sancire l’alleanza facendola congiungere con mio nipote Brandon. E’ quinto in linea di successione e sono certo che al vostro sovrano farà piacere unire le nostre casate con un legame di sangue.



    L’accordo era vantaggioso per entrambi. Se da una parte l’Impero avrebbe avuto un solido legame con il casato Stark, da usare per future negoziazioni, dall’altra Eddard sapeva bene che la giovane Elyana era la figlia prediletta dell’Imperatore, cosa che avrebbe impedito ritorsioni o tradimenti nel lungo periodo. E chi lo sa, se l’erde al trono fosse morto uno Stark sarebbe stato Imperatore.

    Lasciatemi tempo per riflettere vostra altezza. L’offerta che fate è molto interessante e penso ci siano ottimi margini di contrattazione. Ora se non vi dispiace vorrei inviare un corvo alla nostra capitale per consultarmi con l’Imperatore.



    Mentiva e lo sapeva bene. Il lord dagli occhi di tenebra aveva avuto dal suo signore la più completa libertà di negoziato. Quella pausa serviva solo a soppesare le intenzioni del casato Stark e per provare a strappare qualche altra piccola concessione. Ma tanto valeva stare al gioco. Lo osservò uscire mentre, senza rendersene conto, portava la mano al ciondolo d’onice.


    Raia, quanto vorrei averti al mio fianco.








    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Nera.
    9orGM22

    Stato Fisico: Indebolito dalla degeanza.
    Stato Mentale: Preoccupato.
    Stato Surplice: Nessuna.
    Abilità Passive:
    Abilità Attive e Tecniche:
    Riassunto:

    "THE MAN WHO PASSES THE SENTENCE SHOULD SWING THE SWORD"

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Protogenos of Death

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    10,805
    Location
    Drujah Demana

    Status
    ALIVE
    #lordquest: A Dream within a Dream • 2



    Ethan e Kasimir

    Lo stratagemma sembra sortire immediatamente qualche effetto. Un guerriero enorme si avvicina alla vostra cella, seguito da altri quattro. Il primo ha una lunga spada appesa al fianco sinistro, gli altri sono armati di picche e protetti da un pesante scudo a torre che portano sulla sinistra.
    Il guerriero scosta la rozza porta con una sola mano, scagliandola accanto a sé. Lo stesso fanno altri quattro gruppetti di soldati dell'Armata Senza Nome, aprendo le restanti prigioni dove sono tenuti gli ultimi sopravvissuti.

    Il vostro carceriere si ferma un istante prima di entrare.

    "Avete già voglia di massacrarvi vedo... bene."

    La voce è profonda e alterata da qualcosa. E' innaturale.
    Il viso, per quel poco che si riesce a vedere oltre l'elmo, è una maschera distorta, con numerose vene in evidenza.

    "Portateli fuori, iniziamo con questi, tra qualche giorno avremo i sopravvissuti delle altre legioni con cui divertirci."


    Fa per girarsi quando Ureth, lanciando un sonoro rutto, gli si rivolge.

    "Ehi teforo, non hai qualcofa per pulifmi il nafo? Non riefco a fentife la tua puffa di mefda e mi ci ftavo affefionando"

    Dice tenendosi il naso e digrignando i denti per il dolore, ma senza rinunciare ad un beffardo sorriso insanguinato.
    L'altro in tutta risposta lo osserva, dall'alto verso il basso, sorridendo anche lui.
    Si scrocchia le mani e fa per entrare, quando qualcosa di troppo veloce gli salta alle spalle, cercando di torcergli il collo.
    Che si torce.
    Il guerriero lancia un rantolo mentre gli altri si posizionano in assetto da combattimento.

    "Bel... tentativo..."

    Con uno scatto riporta il collo nella posizione naturale, sollevando le mani alla ricerca di Ethan, quando con fare fulmineo Kambei slaccia la spada dal fianco del carceriere piantandogliela nelle carni quasi con un passo di danza.
    Il guerriero dell'est, memore della misteriosa invincibilità delle armature degli avversari, ha infilato la lama tra le giunture che permettono al torso di muoversi.
    Con sguardo incredulo e vomitando sangue troppo scuro per essere quello di un uomo, l'abominio cade al suolo, morto.

    "Le loro armi."

    Kambei vi guarda, brandendo la spada insanguinata.
    Persino le volte in cui le vostre munizioni o le vostre lame erano penetrate attraverso quelle indistruttibili corazze non avevano sortito effetto alcuno.
    E' effettivamente il primo membro dell'Armata Senza Nome che riuscite ad uccidere.

    Non siete gli unici ad averlo notato.
    Anche gli altri gruppetti, attirati dal trambusto, iniziano a correre verso di voi...



    Eddard

    Dopo due giorni hai ricevuto la risposta dall'ambasciatore di Zaryan.
    Le tue condizioni sono state accettate e una parte consistente della sua flotta è a tua disposizione.
    Una buona notizia che viene attenuata dal flusso continuo di profughi dalle province attaccate e distrutte dall'Armata Senza Nome.
    Le risorse della città stanno venendo prosciugate e non sai per quanto ancora potrete resistere.
    Inoltre dallo studio delle mosse dei tuoi avversari noti come le loro strategie siano quasi perfettamente speculari alle vostre.
    Che ci sia una spia tra di voi?
    O la loro superiorità è semplicemente inarrivabile?

    Di nuovo il bussare di Richard ti riporta alla realtà.

    "Mio signore, perdonate, il Comandante Creed richiede la vostra presenza nelle segrete. Dice di aver catturato con Lord Harring un esemplare da mostrarvi."

    Lord Harring, membro della casata che governa le Piane di Cersin. E' comandante delle guardie cittadine, un abilissimo guerriero e stratega. Spesso collabora con Creed operando come braccio esecutivo negli affari più 'problematici'.

    Comunque, di che esemplare parla?
    Che avessero già catturato un membro dell'Armata Senza Nome?

    La strada per le segrete è umida e stretta, un'insieme di cunicoli e scale a chiocciola che abituavano i condannati alla compagnia delle tenebre.
    Da tempo erano in disuso, sostituite da una prigione separata dal palazzo, ma venivano usate a volte per gli incontri con Creed, principalmente legati ad informazioni segrete o altro di simile.

    Un lungo corridoio era l'ultima parte del tragitto, diviso in tre sezioni, ognuna difesa da una pesante porta di legno e ferro.
    Erano dure da aprire, come la prima che incontri.
    Troppo dure evidentemente, forse la malattia ti ha reso tanto debole da non riuscire ad aprire una porta.
    Presto ti rendi conto che è chiusa e il fruscio alle tue spalle ti fa capire il perché.

    Cinque uomini vestiti di semplici abiti neri ed incappucciati si stanno per avventare su di te, impugnando ognuno un lungo coltello ondulato, simile a quelli usati nelle Libere Repubbliche.

    Sembra che l'azione che cercavi sia giunta a cercare te...


    *


    Appunti del Narratore

    L


    Ethan e Kasimir.
    Il vostro stratagemma in qualche modo ha sortito degli effetti, ma ora vi trovate dover far fuori 19 guerrieri dell'Armata Senza Nome. 4 di questi hanno la spada, come quello morto, gli altri hanno scudo a torre e picca.
    Dovete trovare un modo per ammazzarli.
    Le risorse a disposizione sono: a) i vostri png, a cui si aggiungono i sopravvissuti della Legione, che sono circa 20 per cella e b) la spada sottratta da Kambei, così come le altre armi che riuscirete a rubare al nemico.
    Gestite la battaglia come preferite, terminate il post quando li avete fatti fuori tutti. Considerate che ognuno di loro è forte più o meno come quello che avete fatto fuori.
    Noterete poi che le vostre armi sono in una sesta cella, ma il masso che la ricopre sarà facile da spostare se unite le forze.
    Inoltre sapete che i membri dell'Armata Senza Nome che stanziano in quella zona sono ben più di quella ventina di guerrieri...

    Eddard.
    Gli assassini sono estremamente agili, il loro stile di combattimento è tipico delle Libere Repubbliche, dove sono addestrati i migliori assassini dei regni.
    In quello spazio sarà difficile manovrare la tua spada con facilità, inoltre sei malato, il che rende più faticoso il combattimento.
    Gestisci l'eliminazione di tre su cinque, il resto lo consideriamo come un duello, quindi termina il post quando hai fatto fuori i primi tre e decidi come agire contro gli altri due.

    A voi :deathmetal:

    Come sempre per qualsiasi domanda contattatemi pure su FB. :zizi:




    Edited by Gorthaur - 23/6/2016, 23:32
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    In Addestramento
    Posts
    14,265
    Location
    Heaven's Gate.

    Status
    DEAD

    uXVz3rS

    • #lordquest: a dream within a dream •
    II



    "Avete già voglia di massacrarvi vedo... bene."

    L’energumeno entrò dentro la cella e tutte le teste si voltarono verso la sua direzione. Kas smise di ridere e, come per magia, anche i suoi uomini fecero lo stesso. L’odio e l’astio per la legione senza nome era qualcosa di radicato e forte. Nessuno poteva mettersi in testa di mettere da parte il Clan del Cavallo Nero, nessuno poteva pensare di passarla liscia. L’orgoglio del mercenario era qualcosa di insormontabile ed aveva trasmesso lo stesso amor proprio a tutto il suo battaglione.

    Tutti rimasero in silenzio qualche istante prima di sentire Ureth fare la sua solita battuta. Poi accadde. Grim era andato. Scattato fulmineo come il vento. Tutto andò in porto egregiamente, solo il risultato risultava non felice per la banda di mercenari più allegra che si fosse. L’energumeno si aggiustò il collo come fosse solamente malmesso. Un movimento secco che pietrificò tutti. L’offensiva non era andata a buon segno. Non ci si poteva aspettare, dunque, un lieto epilogo. Qualcuno però aveva fatto i conti senza l’oste.

    Kambei danzò. Estrasse la spada del nemico dal suo stesso fodero e la conficcò nelle carni del soldato. Cadde e morì. Esattamente.

    Era il primo membro dell’Armata Senza Nome che riuscivano ad uccidere. I prigionieri rimasero per qualche istante con gli occhi sgranati. Completamente increduli di fronte allo scenario che si era aperto ai loro occhi. Era possibile sconfiggere quelle robe schifose. Era possibile avere nuovamente la libertà. Kas balzò in avanti facendo cenno a Kambei di passargli l’arma. Il guerriero eseguì l’ordine senza fiatare. Kasimir alzò la spada al cielo reclamando l’attenzione della ‘platea’, un gesto che compiva sempre prima di ogni sortita. Oggi però vi erano anche altri presenti. Altri prigionieri; i quali era necessario portare dalla propria parte. Solamente uniti si sarebbe potuto ottenere il giusto risultato.

    “ASCOLTATEMI!”

    Tutti tacquero. Kas doveva essere veloce. Non poteva permettersi discorsi filosofici, in più non ne era nemmeno capace. Si limitò a mettere insieme le prime cose che gli venivano in mente.

    “Prendiamo a calci in culo questi figli di buona donna. A fine giornata riavremo la nostra libertà e, in più, chi ne ammazza di più avrà un giro offerto su Berta, la dea dalla gamba aperta!” Tumulo di risate da parte dei suoi, un rumore accogliente e quasi rassicurante che si andò poi a sparpagliare anche nei prigionieri altri. Kas abbassò la lama come segnale di carica e tutti partirono. O quasi. Gli sconosciuti servivano da mera carne da macello. Gli uomini fidati rimasero in posizione difensiva attorno ai fratelli e Zoya. Kas non avrebbe permesso che le accadesse niente, però doveva muoversi in qualche modo.

    “Quando la vita ti offre limoni, fai una limonata. Ma se ti offre dei cachi?” rivolse la domanda in direzione di Zoya. Lei lo guardò interdetta, si era sempre chiesta come suo padre potesse essere così scapestrato. Come potesse essere così poco concentrato, addirittura. Non poté rispondergli, l’ultima cosa che vide fu la sua corsa incontro ad uno degli energumeni con lo scudo a torre. Kas alzò la lama perpendicolarmente all’affondo del rivale, si lasciò guidare dalle sue gambe e, evitando la punta della picca, abbassò il fendente. L’altro fu bravo.
    La guardia alzo lo scudo a torre quel tanto che bastava per deviare leggermente il colpo. Dopodiché eseguì una giravolta per spingere all’indietro Kas mediante l’impatto con lo scudo. Un tonfo decisamente brutto quello di Kasimir, il quale non si tirò indietro. Neanche a pagarlo. La guardia compì un balzo andando a tentare di impalarlo al suolo. Grave errore. Con un colpo di reni Kas rotolò all’indietro. Ciò descrisse la perfetta situazione. Il soldato con l’arma conficcata nel terreno e libero da ogni difesa, troppo sicuro di sé. A roteare stavolta fu Kas. La spada andò perfettamente a contatto col collo del nemico. La testa rotolò via, come se il collo fosse fatto di tenero burro. Fiotti di sangue uscirono dal capo mozzato, andando ad inondare parte dei vestiti del mercenario, il quale tirò un sospiro di sollievo. Durò poco. Ogni volta era sempre meno. Il tempo si divertiva a giocare con lui e con i suoi affetti.

    Zoya. In pericolo. Con un enorme nemico armato di spada. Kas non si scompose. Lanciò la sua spada in direzione di Zoya, non perché si aspettasse un utilizzo da parte della giovane. Semplicemente perché lì c’era Kambei. Il guerriero afferrò la spada andando a danzare, una seconda volta, e facendo inginocchiare il nemico. Kas si premunì di prendere in consegna picca e scudo a torre. Legò la picca dietro la schiena con un pezzo di stoffa ciondolante ed imbracciò lo scudo a torre. Iniziò a correre andando ad impattare con il nemico inginocchiato, sbilanciandolo. Da questa posizione sopraelevata iniziò la mattanza. Kambei infilò la spada nella giuntura del gomito. Bloccando l’arto armato del soldato al suolo. Ciò permise a Kas di colpire con lo spigolo dello scudo il volto del rivale. Lo ridusse, in una manciata di attimi, ad un colabrodo. Questi tentò di proferire qualche parola. Non ne ebbe il tempo. Con un agile movimento Kas slegò la picca dalla schiena e gliela ficcò in bocca, riducendo l’orifizio orale, in breve tempo, ad una minifesta in piscina tra adolescenti con il ciclo.

    “Mi spiace cocco. La ragazzina è ancora troppo piccola per gli appuntamenti. E tu, decisamente, non sei il tuo tipo.” Rise. Finalmente sollevato. Alzò lo sguardo ed incrociò quello di Zoya nel tentativo di rassicurarla. Intanto, attorno a loro, la battaglia imperversava. Gli sconosciuti erano riusciti in parte ad arginare i soldati presenti. I suoi uomini stavano facendo un buon lavoro. Si erano procurati una seconda spada ed il conto degli scudi a torre totali, più picche annesse, era salito a tre. Niente male.

    “Allora? Lo spettacolo pirotecnico? A che ora?” non lo guardò nemmeno. L’affinità con suo fratello era tale che sapeva già dove si trovava, a che punto era, e cosa stava per fare. Era palese. Lui si era limitato a fare quello che gli riusciva meglio: il diversivo. In fin dei conti era da sempre stato così. La loro vita era proseguita sotto questa nomea fin dalla tenera età. Kas era quello impulsivo che combinava i guai, Grim, al contrario, quello che tentava in ogni modo di trarne profitto. Sempre. E ci riusciva. Ci riusciva bene. Dannatamente bene.

    0bmN207
    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Non indossata.
    Condizioni Fisiche Ottime.
    Condizioni Psichiche Divertito.

    Note

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE




     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Who Dares Wins

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,094

    Status
    DEAD

    A Dream Within A Dream
    One Errant Twitch

    Kambei ci mise molto poco a tranciare tendini e corde vocali al soldato dell’armata, permettendo a Gorobei di appropriarsi della sua spada che, con un lancio ben calcolato, passò al suo diretto superiore Ethan. Non c’era tempo da perdere, con il suo solito vocione Kas era riuscito ad attirare l’attenzione di tutti gli altri prigionieri di quel sadico campo di concentramento, istigandoli a lanciarsi stupidamente contro soldati corazzati, armati e virtualmente immortali. Poco male, ciò gli avrebbe dato tutto il tempo del mondo per sistemare la faccenda una volta per tutte, usando però l’astuzia.
    Con la spada sottratta a quei demoni immortali, l’uomo dall’armatura ricoperta di drappi squarciò il volto del primo fante con scudo e picca, facendolo crollare al suolo. Si appropriò dello scudo giusto in tempo per parare un’alabardata incombente su di lui dall’alto verso il basso. Fece male, quei tizi picchiavano forte; una o due microfratture all’avambraccio non gliele avrebbe tolte proprio nessuno. Fortunatamente non aveva tempo per pensarci.
    Per il momento il resto dello squadrone era impegnato a respingere quel mucchio mal organizzato di galeotti disarmati che si lanciavano stupidamente contro le loro lame. Perfetto.

    “Ulf, Courage, qua.” Entrambi, ladro e animale, seguirono l’ordine alla lettera e in perfetto silenzio. Nessuno, nemmeno Kasimir, li vide sgusciare fuori dalla cella e portarsi verso il fondo del corridoio.
    Ethan slacciò il piccolo zainetto di pelle attaccato al collo del lupo, rovesciando frettolosamente il contenuto sull’umido terreno.
    “Qual è il piano Ethan?” Solo lui aveva il permesso di chiamarlo per nome.
    “Il solito amico mio, gli facciamo saltare il soffitto addosso.”
    “L’ultima volta che ci abbiamo provato abbiamo perso dieci uomini sotto le macerie.”
    “Sì, ma prendemmo il castello Godrick, giusto?”
    “Suppongo di sì. Come avresti intenzione di distruggere tonnellate di roccia con una medicina per la gola?”
    Ridacchiò per un secondo esatto, la fretta e la pressione cominciavano a farsi sentire sui movimenti manuali del capo banda.
    “Una miccetta, un pizzico di clorato di potassio, un po’ di saccarosio granulare...”
    “Zucchero.”
    Roteò gli occhi al cielo.
    “ZUCCHERO... E kablooie.”
    Con i guanti sporchi di materiale esplosivo e sudore copioso che colava dal nero elmo richiuso, introdusse il miscuglio pericoloso in una borraccia di pelle agganciata alla cinta, lasciando uscire dall’apertura del tappo una piccola miccia di cotone, sigillando il tutto con della mollica di pane.
    Sì alzò dando forti scossoni al muro di roccia con il guantale dell’armatura, voleva l’attenzione di tutti, nemici e non, che si girarono verso di lui in un sincronizzato movimento incuriosito.

    “NOT ONE OF YA’S GONNA SURVIVE THIS.”
    Quando Ethan urlava, solitamente ciò che ne seguiva portava solo o distruzione o tagli allo stipendio.
    Kasimir rise di gusto, quasì tossi raucamente dall’ammontare di aria rilasciata in quel ghigno perpetuo, sua firma. Scappò all’interno di una prigione tappandosi le orecchie, continuando a ridacchiare.
    “FIRE IN THE HOLE.”
    La borraccia volò al di sopra delle teste dei soldati dell’armata, i quali occhi ne seguirono la traiettoria mentre la miccetta diveniva sempre più corta.
    Con un colpo di reni si lanciò anche lui verso la porta di un’altra prigione vuota. Ulf e Courage lo stavano già aspettando dietro l’angolo, l’uomo con del pane nelle orecchie e le mani sulle orecchie del lupo.
    L’onda d’urto, però, non risparmiò nemmeno il mastro demolitore. In aria, la forza dell’esplosione accelerò il suo corpo, spedendolo dritto contro una finestra sbarrata, piegandola con il semplice peso di quell’armatura, nera e vecchia, ma estremamente solida. Si accasciò a terra con una baraonda che rimbalzava nel suo cranio come un sasso lanciato in un barile d’acciaio. L’unica cosa che gli offuscati occhi riuscirono a vedere attraverso la buia fessura dell’elmo fu l’intero soffitto di massi del corridoio crollare sui restanti soldati dell’armata (e qualche malcapitato nel luogo sbagliato al momento sbagliato). Pochi secondi dopo, tra risate generali e schiamazzi, i rimasti sopravvissuti cominciarono ad appropriarsi delle armi dei corpi ancora sotterrati dai detriti, dando colpi di grazia tra baldorie e imprecazioni.
    Ulf e Zoya erano già sopra di lui, il ladro e sua nipote lo aiutarono a mettersi seduto, molto, molto lentamente.
    “Qualcosa di rotto?” Chiese calmo Ulf, l’aveva chiesto troppe volte negli ultimi anni.
    “L’orgoglio, la miccia era troppo corta.”
    “Zio se fai un’altra volta qualcosa di così stupido lo dico a zia Kazu-“ tentò di tuonare la ragazzina, fermata da Courage che la piantò a terra abbassandole piano ma costante la zampa sul collo.
    “Va bene amore di zio, ora però ho bisogno di rum.”.

    Cinque minuti dopo la compagnia si riassettò, un fratello intento a bere per dimenticare la brutta esperienza, una delle tante, l’altro che correva in giro con spade e alabarde sotto alle braccia come un bambino a una fiera di paese.
    “Ulf, raduna gli uomini, armane ognuno con un’arma dell’armata, una adatta a loro, in due minuti voglio tutti equipaggiati e pronti a combattere, stanno arrivando, me lo sento.”
    “Cosa ne facciamo degli altri prigionieri? Quelli delle altre celle.”
    “Perdite accettabili, prometti loro un lauto pagamento e mandali nelle file frontali, che crepino tutti.”
    Ulf annuì e scomparve nella penombra senza emettere il minimo umore.
    Sfruttando il momento di solitudine il balestriere si rialzò spazzando velocemente l’armatura. Non gli piaceva tenerla sporca. Vissuta sì, ma mai sporca.
    Guardò il mantello di cotone che la copriva, pieno di strappi e squarci. Imprecò.
    Gliel’aveva regalato sua madre.


    hiaAmxR

    Narrato - "Parlato" - "Parlato" - "Parlato Altri"

    Nome - Ethan Bennet
    Energia - Rossa
    Surplice - Gashadokuro {IV}
    Casta - Spectre di Hades
    Status Fisico - //
    Status Mentale - //
    Status Surplice - //

    Riassunto Azioni - Ethan of the Dark Horse Clan
    Abilità
    Inside Man: Sfruttando il cosmo intorno a se e sintonizzandosi perfettamente con la sua armatura, Ethan riesce a modificare il proprio aspetto fisico o quello di una persona consenziente semplicemente guardandola, garantendo l'alterazione di voce/odore/sensazioni tattili. All'occorrenza riesce anche a diventare quasi trasparente, diventando limpido e riconoscibile a occhio nudo solo se esposto a luce solare e/o diretta.

    Iron Man: Dopo tutti questi anni a schivare e accogliere pallottole in posti scomodi della gabbia toracica, grazie alla sua armatura Ethan ha sviluppato un'incredibile resistenza ai colpi di vario genere, che siano da fuoco, taglio o contundente. Ciò gli permette di fare uno sforzo in più rispetto a chi, come succede il più delle volte, cade al primo 9mm nella spalla, o martellata sulla fronte, o coltellata nella pancia; cosa non deve fare un onesto rapinatore al giorno d'oggi per restare vivo!

    Tecniche
    Pumping-Iron:
    Grim odia rivelare la sua vera forma, ma se la situazione lo richiede, se è sommerso di nemici o se vuole solo fare spettacolo, un mezzo busto gigante di Gashadokuro esce dal corpo del ladro come un'aura esplosiva, flettendo i muscoli delle braccia verso l'alto. Consumatasi l'esplosione di cosmo, lo scheletro scompare.

    Overkill: Grim non sa cosa significhi lanciare palle di cosmo, quindi si rifugia nelle forme ben impresse nella sua mente, forme che prendono sembianze solo estetiche nelle mani del ladro, come fumo nero condensato. Le armi che crea non sono costrutti, ma solo un ricordo visivo di ciò che usava al lavoro, per avere una maggiore familiarità in fase di mira e dosaggio del cosmo. La varietà delle sagome spazia nella categoria di tutte le armi da fuoco da fanteria moderne e non. I proiettili sparati con tale tecnica possono avere effetti penetranti e successivamente deflagranti nel caso il bersaglio venga colpito.

    Counter-Strike:
    Metà dell'enorme gabbia toracica del Gashadokuro si crea attorno al fianco desiderato di Grim, un enorme braccio scheletrico collegato alla clavicola. Chiudendo le dita, può sferrare un potente pugno con range pari a quello consentito dal livello di energia attuale del ladro. Una volta completato il movimento, sia che vada a segno o meno, il braccio scompare. L'effetto è solo contundente.

    Hard-Boiled:
    Variante di Counter-Strike: Il pugno parte verso l'avversario aprendo la mano all'ultimo momento esattamente sopra di esso. Sfruttando l'effetto sorpresa, falangi e metacarpi si smontano cadendo a terra, esplodendo all'impatto.

    Trenchgun:
    Utilizzando le conoscenze ottenute durante gli anni del contrabbando armi, Grim utilizza una grossa quantità di cosmo per creare un ammasso riconducente in forma a quello di una salva da carro armato, attivandolo con un ben assestato pugno nell'apparecchio di innesco. La misura può variare a piacimento, le grandezze più utilizzate sono tutta via quelle da 50, 88 e 125mm di diametro. Il grosso proiettile può penetrare ed esplodere. Indifferentemente dal suo comportamento, il colpo esplode comunque.

    Master Blaster:
    La surplice del Gashadokuro è un'armatura sfortunata. A causa della sua insaziabile fame d'anime può capitare, nel corso dei secoli, di ingurgitarne qualcuna troppo influente, troppo determinata perché l'individualità di questa svanisca per sempre nel suo infinito stomaco.
    Queste anime, ridotte a meri gusci dalla più ferale violenza, tornano in caso di necessità sotto forma di teschi demoniaci grossi tanto quanto l'utilizzatore, aprendo la loro particolare mascella laterale scaricando un'esagerata quantità di cosmo simile a un raggio laser, capace di recare grosso danno contundente all'impatto, perforante nel caso vengano colpite zone non coperte dall'armatura nemica.
    Un arco di sette teschi si forma attorno a Grim, rilasciando il loro attacco all'unisono o seguendo un ordine deciso dall'utilizzatore.




    Edited by Gorthaur - 27/5/2016, 16:19
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    4,154
    Location
    Laddove Nascono i Sogni

    Status
    GHOST
    pMcLOC3
    S
    pie e tradimenti. Tutto quello che aveva sempre amato del governare. L’Armata senza Nome doveva di certo avere una spia tra i suoi generali, o quanto meno tra gli alti ufficiali, non c’era altra spiegazione alla capacità di prevedere ogni loro mossa. Ancora una volta le voci di potenti stregoni capaci di prevedere il futuro tramite oscuri rituali si stava spargendo attraverso i soldati e il popolino e la paura ora come ora era probabilimente un nemico ben più pericoloso dell’Armata stessa. Se non altro, pur dovendo sacrificare parte dei corposi introiti derivanti dal commercio di spezie, era riuscito ad ottenere il supporto della potente marina Imperiale e dei suoi spietati Guerrieri del Sale, nessuno nel continente poteva sperare di eguagliare la loro bravura negli arrembaggi e nei scontri marittimi. Il suo attendente lo riportò alla realtà.

    Mio signore, la sua presenza è richiesta nela fossa.



    La fossa era il nome che avevano attribuito ad un’ala sotterranea e periferica del grande castello Stark. Era di solito luogo di riunioni il cui contenuto doveva restare segreto e di ospiti particolari che necessitavano di alcuni incoraggiamenti prima di manifestare la loro fedeltà al regno. A quanto pare c’era qualcosa che necessitava della sua presenza, forse un membro dell’esercito nemico che finalmente avrebbe sfatato quella dananta aura soprannaturale che li circondava. Per quanto la città avrebbe presto raggiunto il punto critico a causa dei rifugiati Eddard aveva imparato che talvolta tenere alto il morale contava ben più di un tozzo di pane raffermo. La speranza era l’unica cosa di cui avevano davvero bisogno, ed anche l’unica cosa che cominciava a scarseggiare.

    Scese i viscidi gradini che portavano alle segrete appoggiandosi al muro. L’aria umida e pesante lo faceva tossire rumorosamente mentre l’improvviso gonfiarsi del petto gli provacava diferse fitte di dolore. La malattia non stava migliroando e stava cominciando a pensare che, vista la possibile presenza di un traditore, che qualcuno lo stesse avvelenando. In pochi avevano accesso alle cucine, e il suo cibo era preprato in una parte delle cucine appositamente separata delle altre e a cui avevano accesso solo selezionati e fidati servitori. L’altro colpevole poteva essere il Magister con le sue orripilanti pozioni. Il vecchio Erian aveva servito la sua famiglia per tre generazioni ed era difficile credere in un suo coinvolgimento in una eventuale congiura. Avrebbe cominciato a prendere delle precauzioni, come gettare nel camino quegli intrugli e far assaggiare il cibo ad uno dei suoi cani da caccia, ma prima aveva un interrogatorio a cui assistere.
    Attraversò un lungo buio corridoio, illuminato solo dalla fioca luce di alcune torce per arrivare ad una delle grandi porte di metallo che permettavano l’accesso alla parte principale del sotterraneo. Si trovò a spingerla per alcuni secondi senza riuscire a smuoverla, affatticato e indespettito.

    Che sia ridotto così male?



    Rapidi passi alle sue spalle gli fecero rapidamente capire che non si trattava di una porta troppo ostinata. Cinque uomini incappucciati, lame affilate tipiche delle Libere Repubbliche e lo sguardo in lupo che ha puntato la sua prenda.

    Quando il cacciatore giunse alla spalle del leone, si rese conto di chi fosse la preda e chi il predatore.



    Si voltò con un singolo movimento mentre scagliava la torcia più vicina a se contro il primo della fila per rallentarlo mentre estraeva la spada con un movimento dal basso verso l’alto. Il corridoio era stretto e limitava i movimenti del suo spadone ma, al contempo, rendeva la superiorità numerica nemica molto meno preoccupante. Mentre il primo avversario rallentava causa dell’impatto con la torcia il secondo, un uomo snello alto poco più di un metro e settanta balzava per affondare la corta lama da mischia nel collo del re. Pessima idea. Eddard si mosse leggermente di lato usando la punta della spada per deviare il colpo assecondande il movimento e lascinado che le due lame stridessero mentre i fili scorrevano l’uno sull’altro. Sfruttando la posizione e l’impeto del nemico fece poi un passo in avanti, per colpire l’assassino con il pomolo dell’arma esttamente in mezzo agli occhi. L’impatto fu tremendo e mentre il viso del Lupo Bianco si contraeva per lo sforzo il macrabo scricchiolio delle ossa che si rompono precedeva un sonoro tonfo. Il primo era andato, altri quattro lo attendevano.
    La precoce fine del loro compagno li aveva resi più prudenti, forse consapevoli che il loro bersaglio non era debole come gli era stato descritto. Lo osservavano cercando un punto debole da colpire. Ma l’iniziativa non era un privilegio che il Re gli avrebbe concesso. Scatto nuovamente in avanti tenendo la lama bassa e a portezione della parte interna del corpo. Arrivato ad una distanza di circa una volta e mezzo la lungezza della lama spostò il proprio centro di gravità esenguendo un affondo in granpassata ad una mano, preciso e letale. Poco prima di colpire, per evitare una possibile parata si esibì in una precisa cavazione che avrebbe reso fiero il suo maestro di scherma. L’acciaio nero della lama ancestrale attravearsò la carne come burro mentre gli occhi dell’assassinos si sbarravano. Sfruttando l’impeto dell’affondo si sbilanciò in avanti, quasi ad eseguire una fleché, anando a franare sul corpo dell’avversario per sfondare lo schieramente nemico. Franarono entrambi rovinosamente al suolo a circa due metri del gurppo di assassini. Rimase a terra per un istante, attendo che uno dei nemici si avvicinasse per dargli il colpo di grazia. Quando fu abbastanza vicino lo sgambettò con un rapido colpo sulla gamba anteriore per poi piombargli addosso con il lungo coltello da caccia che aveva legato alla cintura, lasciandolo inerte al suolo.
    Si alzò a fatica, il respiro corto e pesante, appoggiandosi alla spada mentre i nemici lo guardavnao soddifatti. Il combattimento stava drenando rapidamente le sua già limitate energie e, mentre estraeva la spada dal cadavere della sua ultima vittima, freddo sudore scendeva lungo la sua fronte. Ma il Re ancora una volta non rimase immobile ad attendere la sentenza. Scattò in avanti brandendo la spada a due mani, bassa con la punta che carezzava il suolo alzando un mare di scintille. Il primo colpo, al bersaglio più avanzato, sarebbe stato un rapido fendente dal basso verso l’alto seguito da un cambio di passo per accompagnare un colpo a da sinistra verso destra all’altezza del collo del secondo nemico. Infine, richiamando le sue ultime energie, mentre lo sguardo si annebbiava leggermente, avrebbe concluso il movimento lasciando andare la presa con la mano sinistra, per infilzare con un affondo il suo primo bersaglio.






    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Nera.
    9orGM22

    Stato Fisico: Estremamente affatticato.
    Stato Mentale: Preoccupato.
    Stato Surplice: Nessuna.
    Abilità Passive:
    Abilità Attive e Tecniche:
    Riassunto:

    "THE MAN WHO PASSES THE SENTENCE SHOULD SWING THE SWORD"

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Protogenos of Death

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    10,805
    Location
    Drujah Demana

    Status
    ALIVE
    #lordquest: A Dream within a Dream • 3


    Ethan e Kasimir

    Un turbine di sangue, lame, fiamme e urla avvolge ogni cosa.
    Il tanfo di carne bruciata riempie l'aria, mentre i cadaveri rivestono quasi interamente il terreno.
    Armati e liberi notate che vi sono due possibile vie di fuga: una prevede di avanzare verso la spiaggia per poi seguire la costa e magari rubare una qualche imbarcazione, mentre l'altra consiste nell'inserirsi nella fitta boscaglia e attraversare i sentieri dei monti che circondano il Lago delle Nebbie.
    Avete poco tempo per decidere, il caos non vi coprirà ancora per molto.
    Per muovervi verso la spiaggia dovete sfondare le ultime linee nemiche, mentre per i sentieri non avete resistenza, ma dovete trovare uno stratagemma per evitare di farvi seguire o quanto meno per permettervi di avere un buon vantaggio.

    Eddard

    "Vostra Maestà! Vostra Maestà!"

    Non capisci di chi è la voce, forse del tuo attendente, ma ricordi di esserti già svegliato.
    Dove stavi andando però non ricordi, forse al consiglio... no! Alle segrete!

    Apri gli occhi, trovando nuovamente ma lentamente la vista.
    Lord Harring è su di te con una borraccia dalla quale ti ha fatto bere un forte alcolico.
    Due guardie ti tengono le gambe, evidentemente preoccupate.
    Accanto a te i cadaveri degli ultimi assassini, abbattuti da quel che puoi notare dal tuo ultimo assalto.

    "Grazie al Cielo! Portatelo dentro!"

    Gli uomini ti prendono per le spalle e per i piedi, raccogliendo con estrema cura la tua arma. Altre guardie si fermano dietro per analizzare i corpi degli assalitori.
    Ancora intontito vieni portato nelle segrete, attraversando la porta che non riuscivi ad aprire, ora divelta e in frantumi.
    Giunto nell'ultima delle sale ti fanno sedere accanto a Creed che ti accoglie con un sorriso paterno, come di chi è sollevato e soddisfatto di vedere qualcuno che poco prima si era ritenuto morto.

    "Vostra Maestà, siamo riusciti a catturare questa strana creatura. E' stata trovata vicino ad un recente campo di battaglia. Alcuni dei nostri dicono che le legioni nemiche venivano seguite da orde di queste aberrazioni.
    Quando vi sentite in forze possiamo iniziare l'interrogatorio."

    Innanzi a te vedi una sorta di essere umano nerboruto e alto, dai lineamenti bestiali e vestito di stracci. Nonostante questa apparenza ferale il suo sguardo è lucido, ti fissa intensamente, con occhi rosso fuoco.

    Nel frattempo delle guardie ti portano dell'acqua.

    Lord Harring vi raggiunge trafelato.

    "Vostra Maestà, col vostro permesso mobiliterei le mie guardie per bonificare il palazzo e attuare tutte le misure necessarie per evitare ulteriori incidenti."
    *


    Appunti del Narratore

    L


    Ethan e Kasimir.
    A voi la scelta, descrivete liberamente la scelta che fate e l'esito di questa scelta (superamento nemici o rallentamento dello stesso).
    Concludete quando iniziate a muovervi verso la via di fuga.

    Eddard.
    Opera pure come ritieni opportuno.
    Se ci sono particolari a cui sei interessato contattami pure in privato :zizi:

    Come sempre per qualsiasi domanda contattatemi pure su FB. :zizi:


     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Group
    In Addestramento
    Posts
    14,265
    Location
    Heaven's Gate.

    Status
    DEAD

    uXVz3rS

    • #lordquest: a dream within a dream •
    III



    Kasimir era bravo a creare casini e disastri. Lo era stato da sempre, soprattutto anche grazie all’aiuto del fratello Ethan. Kas tentava di essere la mente, di dare consigli, ma quello che lo divertiva maggiormente era scendere in pista e creare il disordine. Lo entusiasmava come un bambino. A migliorare i suoi piani ci pensava il fratello, ogni volta. Una semplice scazzottata diventava una rissa immane. Erano una combo perfetta i due, esplosiva, granitica, indissolubile. Forse l’unica pecca era la sorella troppo sulle sue. Di quelle che pensano di averla solamente loro, in oro placcata con i diamanti, obliqua. Avete capito, no?

    Ma Kas le voleva bene. Amava ogni componente della sua famiglia, compresi i membri del Dark Horse Clan. Ogni nuovo adepto era considerato come un membro del suo personale nucleo familiare, persino Ureth – quello a cui aveva rotto il muso – era un affezionatissimo di Kasimir. Aveva il suo modo di mantenere l’ordine, il suo modo di fare le cose; solo che, alle volte, non si capiva neanche lui in prima persona. L’esplosione che avvenne gli ricordò un episodio di quand’era piccolo. Per quanto potesse andare d’accordo con il padre, Kas, sentiva di potersi aprire solo con la madre. Una donna severa, ma dolce e giusta. Ci teneva ai figli, aveva ereditato da lei l’attaccamento alle persone a sé vicine. Una volta le fece prendere uno spavento clamoroso.

    Era il compleanno di uno zio e per festeggiare i genitori avevano invitato saltimbanchi nel castello. Gente che sapeva il fatto proprio e che poteva mettere in piedi spettacoli con fuochi ‘magici’, almeno a detta loro. Solo in seguito il giovane scoprì che si trattava di semplici trucchi alchemici, ma a quel tempo tutto appariva bello, entusiasmante. E cosa ci poteva essere di più eccitante di provare a bere un po’ di fuoco liquido? Lo aveva visto con i suoi occhi. Un uomo che beveva un intruglio e poi sputava fuoco con l’aiuto di una torcia.

    Voleva provare, doveva. Prese l’ampolla e trattenne l’intruglio in bocca. Ancora ricordava le fiamme di fronte ai suoi occhi. L’unica pecca: non fu in grado di vedere la sua faccia da imbecille quando si rese conto del suo madornale errore. Non aveva pensato a dover direzionare il getto di fuoco e, invece che in alto, il fuoco andò a lambire le tende. Inutile dire che l’incendio fece spaventare tutti, i quali uscirono fuori dalle mura immediatamente. Lui, Kas, si rifugiò dove meglio poté fino all’arrivo della servitù. L’espressione della madre, un misto tra rabbia e preoccupazione, non l’avrebbe mai dimenticata. Rammentò di aver avuto paura di venire pestato dalla donna che lo aveva messo al mondo lì sul posto, davanti a tutti. Invece sua madre Zoya lo abbracciò teneramente, senza dire nulla. La prima volta, delle innumerevoli, in cui Kas non seppe come reagire ad emozioni così forti, così contrastanti.

    “Capo… capo… CAPO!” La voce di Ureth era gracchiante, soave come delle unghie che graffiano una lavagna. Kasimir alzò il capo dalla sua posizione supina. Il piano era andato in porto. Era riuscito a gestire la situazione nel migliore dei modi, il tutto mentre Ethan faceva saltare in aria tutto. Si rimise in piedi facendo il conto dei suoi danni personali. La tempia insanguinata, una ferita superficiale. Sentì un dolore al fianco. Poco prima dell’esplosione uno di quei robi possenti aveva tentato di colpirlo. Kas era riuscito a parare il colpo con lo scudo, ma non del tutto. Il colpo gli aveva fatto vibrare la protezione e, di conseguenza, tutto il braccio. La veemenza dell’affondo aveva poi fatto impattare l’arma da difesa contro le costole. Una situazione che sarebbe degenerata se il soffitto non fosse caduto sull’energumeno. Dove c’era il nemico; ora c’erano uomini intento a trafiggerlo ed ucciderlo con le sue stesse armi. La frenesia era palese. Si doveva passare al prossimo passo. Si doveva entrare in piena azione. Si mise dritto, in piedi notando il via vai di gente. Ethan aveva già ordinato ai suoi cosa fare nella sua classica maniera, fine, quasi regale. Kas non era così. Era grezzo.

    “UOMINI! ADUNATA!” un semplice ordine. Tutti sapevano cosa fare. Ureth si avvicinò per primo, il beta del piccolo gruppo comandato da Kasimir, seguito a ruota libera da Phil, l’anziano del gruppo. Ben presto arrivarono tutti gli altri uomini del fratello di Ethan. Un totale di quindici uomini, contando anche Philip ed Ureth. C’erano due fratelli esperti nella mischia, due testuggini da battaglia per intenderci. Li chiamavano amorevolmente Pinco Panco e Panco Pinco, in battaglia erano identici. Stessa armatura. Stesse manovre combinate. Stesse armi. Per fare prima negli attimi di confusione ci si appellava a loro con il nome de “I Pinchi”. Vi erano poi tre “donne”, anche se definirli esseri femminili era un parolone. Avevano più muscoli di Kas ed Ethan messi assieme. Venivano da qualche regione a nord, dove le donne avevano le palle cubiche (secondo quello che dicono). Il loro ruolo era di fare le incursioni e razziare i lati durante gli attacchi in mischia. Erano veloci, possenti e senza scrupoli. Non avevano mai detto il loro nome, affermavano di aver chiuso con il passato e di aver visto nel Dark Horse Clan una nuova casa. Durante gli attacchi portavano sempre una bandiera appresso con l’effige della compagnia mercenaria. La indossavano come ornamento, chi come bandana, chi come fascia per capelli e chi come sciarpa. Per via di questa caratteristica erano state soprannominate “sorelle Bandiera”. Vi era poi il reparto a distanza, cinque individui divisi in due sottogruppi. Tre utilizzavano archi lunghi, un colpo ma ben preciso. Due si basavano sulla quantità industriale di colpi che riuscivano a mettere in pratica con le loro balestre a ripetizione. Avevano già lavorato prima in altre compagnie fino a che non si erano imbattuti nel Dark Horse Clan. Non erano mai stati tipi dalle molte pretese, umili e lavoratori. I tre con l’arco lungo erano imparentati alla lontana, due si somigliavano anche vagamente; il terzo – invece – era diversissimo. Alto e pelato, gli altri più bassi e con i baffetti. Si chiamavano Al, John e Jack. I due con le balestre erano amici d’infanzia, uno più magro e secco, l’altro più tracagnotto. I loro nomi: Laurel e Hardy. Vi era posto anche per la famiglia nella compagnia mercenaria, una coppia formata da padre e figlio. L’uomo anziano e secco come un fuscello, ma arzillissimo. Il giovane riccioluto e caparbio. Erano due donnaioli incalliti, ma non di quelli volgari. Utilizzavano la parola per sedurre e sul campo di battaglia erano micidiali con i loro stocchi e le loro bombe, difatti si destreggiavano anche nell’alchimia. I due erano due ex mercanti che si erano scocciati della vita sedentaria, la notizia della fine della ditta di convoglio mercantile “Angela” aveva sconvolto molto al suo annuncio. Infine vi era la mascotte del gruppo di Kas, lo chiamavano “Il Folletto”. Un robetto alto un metro e dieci che poteva accoltellarti senza che te ne accorgessi. Dalla lingua sciolta ed abilissimo nell’infilarsi sotto le sottane delle signore.

    Tutti erano attorno a lui, fece solamente un cenno col capo e tutti compresero cosa c’era da fare. Arraffare quante più cose possibili ed avanzare. Quel posto, da lì a breve, avrebbe pullulato di guardie. I quindici si mossero agili andando verso l’uscita. C’era poco da fare. Kas incrociò lo sguardo con quello del fratello. Le opzioni di fronte ai loro occhi erano solamente due. Andare verso le rive e tentare la fortuna, oppure addentrarsi nelle zone interne tentando di usufruire delle Nebbie per la copertura. Entrambe le soluzioni avevano i loro pro ed i loro contro. Potevano però fare conto su un piccolo vantaggio, gli altri superstiti a.k.a. carne morta da macello. Kas si riprese dopo una fitta al costato, strinse i denti. La testa gli girò qualche frazione di secondo, ma si ristabilì. Non poteva mostrarsi debole in un momento del genere. Non gli era permesso. “Avete visto questo? Avete assaporato la libertà? Questo è perché NOI ve lo abbiamo permesso. Questo è perché NOI siamo il Dark Horse Clan. Vi abbiamo dato una possibilità di sopravvivenza, ma non è ancora abbastanza. Dobbiamo continuare a lottare per le nostre vite, ma non è sufficiente quanto fatto sino ad ora. Dobbiamo essere uniti nei piani d’azione.” Gli altri attorno tacquero, volevano ascoltare, dovevano ascoltare. Erano semplici pedine. Almeno così credeva Kasimir. “Io ed i miei andremo verso il bosco vicino il Lago delle Nebbie. Tenteremo di aggirare la zona e raggiungere una posizione migliore. È una missione pericolosa perché potremmo peggiorare il tutto e vanificare gli sforzi fatti. Voi potete rimanere qui ad attendere rinforzi, il che significherebbe continuare a combattere contro chi arriverà. Oppure avviarvi verso la spiaggia. Lì prendere una nave e tornare a casa. Quello è il modo più sicuro per voi di andarvene. Se proprio volete correre.” Ammiccò. L’intento era semplice. Spingerli ad andare verso le spiagge per essere più visibili e fungere da diversivo vivente per le guardie che si sarebbero dovute, nella peggiore delle ipotesi, solamente dividere per coprire più spazio. Il lago delle Nebbie avrebbe offerto, magari, anche una maggiore copertura al tutto. Dovevano però stare attenti, la zona era a loro quasi del tutto sconosciuta. Dovevano giocare bene le proprie carte, soprattutto quella del convincimento verso la carne da macello. Kas si volse verso il fratello. Ora toccava a lui buttare in mezzo la buona dose di diplomazia dopo il suo svarione gasante.

    0bmN207
    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Non indossata.
    Condizioni Fisiche Ferita alla tempia. Dolore alle costole non identificato.
    Condizioni Psichiche Divertito.

    Note

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE




     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Who Dares Wins

    Group
    In Addestramento
    Posts
    1,094

    Status
    DEAD

    A Dream within a Dream
    As I walk through the Valley of the Shadow of Death


    Jqxt1hX
    Harry Gregson-Williams - Main Theme


    Timpani e cranio gli pulsavano ancora. Nonostante si fosse rimesso in piedi abbastanza in fretta dopo l’esplosione, l’ambiente chiuso e dal soffitto basso fece rimbombare le onde d’urto più del previsto. Si sentiva ancora abbastanza frastornato. Nauseabondo.
    Si appoggiò con un avambraccio a uno dei pochi muri rimasti, pregando tutte le divinità raccattate qua e là nelle varie osterie di non vomitarsi nell’elmo.
    “Zio? Tutto bene? Papà sta radunando le truppe, ti serve una spada?”
    Grugnì, la nipotina sapeva decifrare benissimo i segni affermativi dello zio quanto quelli negativi. Sgattaiolò in mezzo alle macerie con Courage a cercare una spada lunga che si adattasse alla statura dell’uomo. Gliela appoggiò accanto, con il manico appoggiato al muro, mentre Ethan si staccava da esso per riprendere fiato in un lungo respiro/sospiro. Agguantò la spada con tutto l’impegno possibile, infilandola nella cinta in maniera che non gli desse fastidio. Non c’era tempo per cercare un fodero.
    “Ulf.” “Dimmi boss.” Rispose, fulmineo, spuntando da un angolo buio pece, il suo habitat naturale. “Hai trovato qualcosa che ti si addice?” “Un paio di pugnali troppo lunghi per i miei gusti, me li farò bastare.” Annuì in silenzio. “Raduna George e i tre orientali.” Ulf, fidato, scomparve nuovamente nell’oscurità.
    Ethan tornò a passeggiare nelle poche zone libere da detriti del corridoio, contento di vedere il fratello già intento a infoiare quei quattro imbecilli che ebbero la stessa loro sfortuna. Sfortuna che si sarebbe propagata per il resto della loro ormai breve vita.
    “Avete visto questo? Avete assaporato la libertà? Questo è perché NOI ve lo abbiamo permesso. Questo è perché NOI siamo il Dark Horse Clan. Vi abbiamo dato una possibilità di sopravvivenza, ma non è ancora abbastanza. Dobbiamo continuare a lottare per le nostre vite, ma non è sufficiente quanto fatto sino ad ora. Dobbiamo essere uniti nei piani d’azione.”
    Quell’urlare gli diede un intenso mal di testa ma non si azzardò minimamente a bloccare o deviare in qualche modo il discorso di Kasimir, che stava facendo un ottimo lavoro.
    Si limitò ad ascoltarlo in disparte mentre i suoi cinque commilitoni si radunavano attorno a lui.
    “Oi George, trovato qualcosa di interessante?”
    George, col suo pizzetto curatissimo e la chioma fluente e pettinata, rispose stizzito: “Questi tvogloditi non hanno la più pallida idea di come di faccia un avco degno di esseve chiamato tale!”
    “Ma l’hai trovato?” “Tsk! Sì!” terminò, mettendosi poi a contare le frecce nella grezza faretra.
    “Siete equipaggiati a sufficienza voi tre? Non vorrei vedervi insicuri senza i vostri stuzzicadenti.”
    Gorobei, visibilmente infastidito, puntò la spada con un agile gesto a pochi centimetri dal corazzato volto del suo capo. “Mai sottovalutare l’abilità di un ronin, a meno che tu non voglia pentirtene amaramente, ‘capo’ “.
    Grim non si mosse nemmeno di un millimetro, adorava stuzzicarli e non era la prima volta che scenette del genere si riproducevano tra i vari membri del Clan.
    “Punta ancora quella spada nella mia direzione generale e ti posso assicurare che farò tutto il possibile per far sì che la tua testa.” Disse, indicando Gorobei: “vada nel suo culo.” Concluse, indicando Kambei, che saltò un metro buono indietro, spalancando gli occhi, con una mano sul fondoschiena e una davanti a se, per bloccare eventuali assalitori anali.
    “No! No! Per favore! No!”
    Gli orientali non capivano l’ironia o il sarcasmo, figurarsi le minacce anatomicamente impossibili.
    Al termine di questo infantile teatrino, il fratello di Grim terminò anche il suo infuocato discorso, voltandosi verso di lui, chiedendo, con lo sguardo, di supportarlo nel suo discorso motivazionale.
    Lo prese effettivamente di sorpresa, non era bravo a mettere il cuore nelle sue conferenze. Lui gestiva gli stipendi, le truppe, la burocrazia.
    Sentì due deboli braccine spingerlo da dietro e un terzo peso all’altezza della caviglia, più forte.
    Sua nipote e il suo cane lo stavano spingendo, incitandolo in silenzio a salire sul cumulo di macerie più alto che fungeva da palco improvvisato.
    Arrancò per raggiungere il fratello, leggermente infastidito e imbarazzato dalla cosa.
    Rubò qualche secondo all’audience, il giusto per riassettare il respiro e radunare le idee.
    Sospirò. Portò le dita sotto l’elmo, sbloccando i lacci di pelle che lo collegavano all’armatura. Lo tolse lentamente, i padiglioni auricolari erano rossi e doloranti, il naso leggermente screpolato sul ponte.
    Una volta sollevato il pezzo d’acciaio nero, i lunghi capelli neri scivolarono sulle spalle, coprendo le orecchie e l’occhio sinistro. Con un gesto delle dita si liberò la visuale, osservando bene i prigionieri che attendevano impazienti qualcosa da lui. Qualunque cosa.
    “Non vi mentirò. Il nemico che abbiamo di fronte è probabilmente il peggiore, il più forte, il più malvagio, il più paranormale di tutta la storia della nazione. Anzi, delle nazioni. Non ho mai visto, in anni e anni di onesto lavoro, un esercito simile, con capacità gestionali, tattiche e fisiche di questo genere.”
    Attese qualche secondo ancora, giusto il tempo per deprimere il giusto la piccola folla davanti a se.
    “MA!”
    Saltò giù dal mucchio di detriti con un metallico fracasso, cominciando a camminare tra la povera carne da cannone.
    “Oggi, noi abbiamo dimostrato al MONDO INTERO che NESSUNO può mettersi in mezzo al Dark Horse Clan. NESSUNO. E se volete guadagnarvi un posto d’onore in questa famiglia di pazzi, ebbene, andate là fuori e dimostratemi che siete capaci di ergervi tra le nostre fila. VIA!”
    Un mormorio confuso si alzò tra le teste, poi chiacchiericcio, poi urla eccitate. Spade e lance spuntavano tra la folla che rinvigorita correva verso la spiaggia, lasciando i membri originali del Clan assieme ai loro due capi.
    Grim si girò verso il fratello, togliendo il velo da messia indossato fino a quel momento.
    “Branco di idioti. Kas, se quelli vanno in spiaggia a farsi ammazzare noi andiamo verso il Lago delle Nebbie con l’intenzione opposta. Se siamo fortunati vedremo almeno l’alba di domani. E se siamo ancora più fortunati riusciamo a raggiungere qualche villaggio con qualche signore da avvisare. Tutto il regno deve sapere cosa diavolo sta succedendo e soprattutto come ucciderli. Qualcuno deve analizzare queste armi.” Disse, agitando la spada nella cinta.

    “Muoviamoci, che senza cavalli siamo più lenti di Ureth quando prova a leggere filastrocche per bambini.” Scherzò con il sottoposto del fratello per sollevare una risatina generale che avrebbe rialzato almeno di poco il morale di tutti. Si rimise l’elmo, chiudendone la visiera.
    “Cavalli Oscuri, in marcia.”
    E il Dark Horse Clan si avviò silenzioso e furtivo verso la terra delle nebbie.


    hiaAmxR

    Narrato - "Parlato" - "Parlato" - "Parlato Altri"

    Nome - Ethan Bennet
    Energia - Rossa
    Surplice - Gashadokuro {IV}
    Casta - Spectre di Hades
    Status Fisico - //
    Status Mentale - //
    Status Surplice - //

    Riassunto Azioni -
    Abilità
    Inside Man: Sfruttando il cosmo intorno a se e sintonizzandosi perfettamente con la sua armatura, Ethan riesce a modificare il proprio aspetto fisico o quello di una persona consenziente semplicemente guardandola, garantendo l'alterazione di voce/odore/sensazioni tattili. All'occorrenza riesce anche a diventare quasi trasparente, diventando limpido e riconoscibile a occhio nudo solo se esposto a luce solare e/o diretta.

    Iron Man: Dopo tutti questi anni a schivare e accogliere pallottole in posti scomodi della gabbia toracica, grazie alla sua armatura Ethan ha sviluppato un'incredibile resistenza ai colpi di vario genere, che siano da fuoco, taglio o contundente. Ciò gli permette di fare uno sforzo in più rispetto a chi, come succede il più delle volte, cade al primo 9mm nella spalla, o martellata sulla fronte, o coltellata nella pancia; cosa non deve fare un onesto rapinatore al giorno d'oggi per restare vivo!

    Tecniche
    Pumping-Iron:
    Grim odia rivelare la sua vera forma, ma se la situazione lo richiede, se è sommerso di nemici o se vuole solo fare spettacolo, un mezzo busto gigante di Gashadokuro esce dal corpo del ladro come un'aura esplosiva, flettendo i muscoli delle braccia verso l'alto. Consumatasi l'esplosione di cosmo, lo scheletro scompare.

    Overkill: Grim non sa cosa significhi lanciare palle di cosmo, quindi si rifugia nelle forme ben impresse nella sua mente, forme che prendono sembianze solo estetiche nelle mani del ladro, come fumo nero condensato. Le armi che crea non sono costrutti, ma solo un ricordo visivo di ciò che usava al lavoro, per avere una maggiore familiarità in fase di mira e dosaggio del cosmo. La varietà delle sagome spazia nella categoria di tutte le armi da fuoco da fanteria moderne e non. I proiettili sparati con tale tecnica possono avere effetti penetranti e successivamente deflagranti nel caso il bersaglio venga colpito.

    Counter-Strike:
    Metà dell'enorme gabbia toracica del Gashadokuro si crea attorno al fianco desiderato di Grim, un enorme braccio scheletrico collegato alla clavicola. Chiudendo le dita, può sferrare un potente pugno con range pari a quello consentito dal livello di energia attuale del ladro. Una volta completato il movimento, sia che vada a segno o meno, il braccio scompare. L'effetto è solo contundente.

    Hard-Boiled:
    Variante di Counter-Strike: Il pugno parte verso l'avversario aprendo la mano all'ultimo momento esattamente sopra di esso. Sfruttando l'effetto sorpresa, falangi e metacarpi si smontano cadendo a terra, esplodendo all'impatto.

    Trenchgun:
    Utilizzando le conoscenze ottenute durante gli anni del contrabbando armi, Grim utilizza una grossa quantità di cosmo per creare un ammasso riconducente in forma a quello di una salva da carro armato, attivandolo con un ben assestato pugno nell'apparecchio di innesco. La misura può variare a piacimento, le grandezze più utilizzate sono tutta via quelle da 50, 88 e 125mm di diametro. Il grosso proiettile può penetrare ed esplodere. Indifferentemente dal suo comportamento, il colpo esplode comunque.

    Master Blaster:
    La surplice del Gashadokuro è un'armatura sfortunata. A causa della sua insaziabile fame d'anime può capitare, nel corso dei secoli, di ingurgitarne qualcuna troppo influente, troppo determinata perché l'individualità di questa svanisca per sempre nel suo infinito stomaco.
    Queste anime, ridotte a meri gusci dalla più ferale violenza, tornano in caso di necessità sotto forma di teschi demoniaci grossi tanto quanto l'utilizzatore, aprendo la loro particolare mascella laterale scaricando un'esagerata quantità di cosmo simile a un raggio laser, capace di recare grosso danno contundente all'impatto, perforante nel caso vengano colpite zone non coperte dall'armatura nemica.
    Un arco di sette teschi si forma attorno a Grim, rilasciando il loro attacco all'unisono o seguendo un ordine deciso dall'utilizzatore.


     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    4,154
    Location
    Laddove Nascono i Sogni

    Status
    GHOST
    pMcLOC3
    I
    l sogno era strano, come sempre, e confuso. Indossava una corazza violacea e intere schiere di guerrieri si inchinavano al suo cospetto all’interno di un grande castello di ghiaccio. Aveva ogni cosa eppure provava un grande vuoto, un vuoto incolmabile ed un freddo eterno che gli stringeva un cuore morto da tempo. Una voce lo riportò alla realtà, ma com’era possibile, si era già svelgiato quella mattina ne era certo. Era diretto, alle segrete. I ricordi si fecero rapidamente più chiari, mentre le scene della feroce lotta contro i suoi assalitori prendevano corpo. La sua mano cercò istintivamente l’elsa della spada, senza trovarla, mentre il puzzo di sangue riempiva l’aria ricordando il tributo di morte che era stato appena pagato. Si sentì sollevare da alcune guardie mentre veniva trasprotato attraverso quello che restava della ostinata porta delle segrete. I pezzi di legno ricporivano il terreno umido e in più punti macchiato di rosso, lo stesso colore che come un lampo gli compariva davanti agli occhi stanchi. Forse la febbre era salita nuovamente, o semplicemente era troppo stanco ma gli parve di essere trasportato per un tempo quasi infinito. Le voci delle guardie risuonavano lontane e distanti, confuse e cacofoniche.

    E’ riuscito ad avere la meglio su cinque avversari…..nessuno può battere il lupo bianco in combattimento…



    Si sentì poggiare su uno scranno di legno, una fitta che gli risaliva lungo la schiena laddove uno degli assalitori lo aveva colpito con un violento calcio. Il viso sorridente del Comandante Creed è la prima cosa che riesce a mettere a fuoco e quasi lo rasserena. E’ al sicuro ora, i suoi uomini lo circodano. Eppure non riesce a togliersi da dosso una sensazione di impellente pericolo, lo hanno attaccato nel suo palazzo il che poteva solo significare che i suoi sospetti di tradimento erano fondati. Si mise in piedi a fatica per poi farsi passare la sua fedele spada, impugnandola per un attimo prima di riporla nel fodero di pelle nera. L’acciaio brunito era perfettamente pulito e non una singola goccia di sangue si era fermata sul perfetto filo dell’arma. Istintivamente si trovò a poggiare la mano destra sull’elsa in cerca di sicurezze e gli parve quasi che una invisible energia lo pervadesse, rigenerando le sue ferite e ridandogli forza. Fu solo allora che si avvicinò alla creatura incatenata.

    Quindi è questa l’arma segreta del nostro nemico. L’oscura progenie che gli permette di vincere ogni battaglia? Lord Harring, mi occuperò personalmente dell’interrogatorio. Voi stanate chiunque sia implicato in qeusta congiura e portatelo da me.


    La osservava attentamente cercando di capire di cosa si trattasse, quale fosse la fonte del suo potere. Quale fosse la misteriosa blasfemia capace di rendere il suo nemico così invincibile. La pelle, grigiastra e glabra pulsava mentre i possenti muscoli si gonfiano ritmincamente. Ne sentiva il tanfo provenire dalle fauci e la ferocia tenuta a stento a bada dal pesante acciaio che lo teneva legato. Bramava il suo sangue, ne era certo, così come quello di tutti i presenti. Ma quello che più lo inquietò furono gli occhi. Due puntini rossi, ardenti come fuochi nella notte e freddi come stelle lontane. Non c’era un anima dietro quelle fessure. Nessuna emozione, nessuna umanità. Solo un ferino istinto ad uccidere che non conosce requie o soddisfazione.

    Posso solo immaginare quanto terribile possa essere un gruppo di queste creature sul campo di battaglia. Dimmi creatura, chi è il tuo signore, e cosa vuole dalle nostre terre?



    Avrebbe cercato di scoprire quanto più possibile su quell’essere e sulla fonte del loro potere. Ma soprattutto su chiunque tirasse le fila dell’Armata senza Nome.






    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Nera.
    9orGM22

    Stato Fisico: Estremamente affatticato.
    Stato Mentale: Preoccupato.
    Stato Surplice: Nessuna.
    Abilità Passive:
    Abilità Attive e Tecniche:
    Riassunto:

    "THE MAN WHO PASSES THE SENTENCE SHOULD SWING THE SWORD"

     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Protogenos of Death

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    10,805
    Location
    Drujah Demana

    Status
    ALIVE
    #lordquest: A Dream within a Dream • 4


    Ethan e Kasimir

    Gli animi dei soldati sopravvissuti si infiammano rapidamente, eccitati dalla vittoria e storditi dalla lotta e dalla prigionia. Subito si precipitano come un'orda impazzita verso la spiaggia, approfittando del momento, pronti ad attirare su di sé le attenzioni del nemico.
    Voi vi inoltrate per gli irti sentieri che conducono al lago delle nebbie.
    Un lungo tragitto tra boschi e umidità vi conduce infine a quello che sembra un villaggio di pescatori.
    Sopra di esso si erge un castello da tempo abbandonato, che le leggende vogliono esser appartenuto al mitico demonio sconfitto dal primo Re Lupo. Il lago poi è realmente comperto da una fittissima nebbia che da l'idea che il villaggio sia sospeso nel vuoto.

    Eddard

    Il mostro ti fissa stralunato per qualche istante, poi inizia a parlare con una voce gutturale e innaturale.

    "Noi serviamo il Lupo... noi serviamo te... noi serviamo la TERRA... LA TERRAAAAAAAA IL LUPOOOOO IL REEEEE.... PRESTO SAREMO TUTTI QUI.... TUTTI QUIIIII"

    Creed scuote il capo perplesso.

    "Temo non riusciremo a ottenere di più da questo mostro, a parte questo blaterare senza senso."

    Passi trafelati anticipano lo sbattere della porta delle segrete.

    Una guardia, bianca in volto, si rivolge a voi.

    "P..perdonate maestà... le sentinelle... le sentinelle hanno avvistato un enorme esercito a due giorni da qui."

    Il mostro inizia a sogghignare sbavando, come se fosse preda di un vivido sogno, una sorta di visione su ciò che sta per avvenire...
    *


    Appunti del Narratore

    L


    Ethan e Kasimir.
    Il villaggio è piccoletto e un po' sfigato :zizi:
    C'è da mangiare e da bere e se chiedete di chi comanda vi indicheranno una sorta di palafitta in cui abita un fantomatico guaritore e la sua allieva.
    Decidete come muovervi e come interagire con i villici, che reagiscono mediamente spaventati e accondiscendenti. E' evidente che sono tagliati fuori dal resto del mondo.
    Se chiedete informazioni generali vi diranno che il luogo è maledetto a causa del demone che regnava sul lago, ma che a loro va bene così perché questa storia tiene lontani i briganti.
    Se volete andare dal guaritore descrivete cosa volete fare al condizionale, gestirò poi io l'incontro.

    Eddard.
    Gestisci la situazione liberamente, organizzando quel che devi organizzare. Se hai dubbi su dove spingerti contattami pure :zizi:
    Come sempre per qualsiasi domanda contattatemi pure su FB. :zizi:




    Edited by Gorthaur - 27/11/2016, 00:54
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

    Group
    Specter di Hades
    Posts
    4,154
    Location
    Laddove Nascono i Sogni

    Status
    GHOST
    pMcLOC3
    L'
    acciaio nero dalla spada attraversò la gola della bestia senza trovare alcuna resistenza. Il mostro, dopo alcuni spasmi esalò il suo ultimo respiro mentre dei rivoli scarlatti macchiavano l’acciaio perfetto della lama. Gli occhi del sovrano d’inverno erano fissi e dilatati, furenti come quelli di un lupo selvaggio e senza paura. Strinse con forza l’impugnatura rivestita di pelle scura fino a quasi farsi male e fu proprio il dolore a riportarlo alla realtà. Ansimando si lasciò cadere sulla sedia, poggiato pesantemtene sulla lama mentre il dolore al petto e al ventre aumentava.

    Dobbiamo, dobbiamo muoverci rapidamente o non ci sarà futuro per il nostro popolo. Radunate il consiglio di guerra, e allertate ogni uomo in grado di combattere. Comandate Creed, mi segua.

    Gettò un ultimo sguardo alle sue spalle, il nemico giaceva inerte appeso alle pesanti catene. Si potevano ferire, si potevano uccidere. La battaglia non era ancora persa.

    Era solo nella sala del consiglio e si strinse il ventre per contrastare una fitta di dolore.. La pozione del maestro non era la causa del suo male, anzi era l’unica coa che ne allievava i sintomi. Aveva deciso, per quanto fosse imbevibile, di ricominciare a prenderla per spostare i suoi sospetti su altro. Aveva dato ordine a Creed di portargli, tramite un passaggio segreto, il cibo prendendolo da quello dato ai servi. Temeva che qualcuno nelle cucine o tra la servitù lo avesse contaminato con qualche veleno. Persino il suo fidato attendente non era fuori dalla sua lista di sospetti. Per concludere la sua indagine si era fatto anche portare un piccolo topo di campagna a cui aveva lasciato banchettare con il suo cibo. La gracile costituzione del roditore avrebbe in poche ore rivelato la presenza di veleno.
    La grande cartina del regno si dipanava innanzi ai suoi occhi. L’inchiostro nero risaltava sulla carta ingillata mostrando nel dettaglio la conformazione geografica del suo regno. Le alte montagne e le rigogliose foreste avevano sempre reso quelle terre sicure e floride e per secoli nessuno nemico aveva mai varcato i suoi confini. Eppure ora, nell’ora più buia un nemico invicibile si apprestava a portare battaglia al lupo e ai suoi guerrieri. Doveva trovare un modo per annullare la superiorità numerica nemica. Poi lo vide, il passo della zanna, laddovei suoi antenati avevano respinto l’ultima invasione. Quella stretta e angusta gola era l’unica passaggio praticabile, nonché il più veloce, se si volevano evitare le grandi foreste che avrebbero rallentato troppo un grande esercito. In quella stretta gola i numeri del nemico si sarebbero rivelati inutili contro una disciplinata linea di fanteria. Inoltre aveva qualche asso nella manica.

    Diede gli ordini singolarmente ai suoi generali e ufficiali senza che gli altri sapessero cosa sapeva l’altro o comunque più del necessario per ultimare le preparazioni. In questo modo l’eventuale impatto di una o più spie tra i propri ranghi sarebbe stata minima. I suoi esploratori avevano ordine di preparare diverse fossi pieni di catrame nella parte centrale e iniziale della gola da far innescare mediante frecce infuocate. Questo avrebbe permesso di causare diverse esplosioni e vampate di fuoco in grado di spezzare lo schieramento avversario. Allo stesso modo altri barili di olio sarebbero stati usati per provocare frane sufficienti a portare panico e terrore tra i ranghi nemici. Gli esploratori avrebbero poi sfruttato una serie di cunicoli per spostarsi, da far franare alle loro spalle, per spostarsi sopra lo schieramente di Eddard dove avrebbero fornito copertura al re con frecce e scorpioni posizioni in alto sul crinale.
    Il blocco centrale dell’esercito sarebbe stato composto dalle Guardie d’Inverno, la fanteria pesante di stanza nella capitale. Bardati in pesanti armature complete e armati di affilate asce da guerra in pochi potevano sperare di competere con la loro competenza marziale. Ai loro fianchi, con l’ordine di operare una manovra a tenaglia per convoglioare i nemici verso il centro dello schieramento i picchieri della guardia cittadina, schierati in una robusta formazione a falange. Per quanto mancassero della forza e della capacità combattiva dei loro compagni della Guardia la loro determinazione e la loro fedeltà al Re era incrollabile e più volte avevano risolto importanti battaglie grazie alla loro tenacia. Infine nascosti da una cavità naturale ci sarebbero stati i più temuti e forti campioni del regno, i Compagni del Lupo. La pesante cavalleria, composta dai più fidati e forti campioni del re scendeva in battaglia su dei gigantesci metalupi bardati. Per quanto meno di un centinaio, ognuno di loro valeva come dieci soldati comuni e le loro cavalcature potevano facilmente sventrare un cavallo con un singolo morso. Eddard sarebbe stato al loro comando e con loro sarebbe sceso sul fianco dello schieramente nemico in cerca del loro generale. Avrebbe posto fine a quella guerra personalmente, con il filo della sua spada. Infine, nel caso in cui la battaglia fosse stata persa, oltre ad ordinare di evacquare la città e di imbarcare tutti gli abitanti sulle navi della flotta reale, aveva dato ordine di piazzare una serie di barili in diversi punti strategici in modo da far franare l’ingresso della gola per seppellire il nemico e costringere i sopravvissuti ad aggirare il blocco al fine di poter raggiungere le città.

    L’organizzazione richiese tutto il pomeriggio. E si trovò seduto nella sua stanza a fissare il topolino che dormiva beato sui resti del suo cibo. Stava bene, nessun malore, nessun dolore. Il che restringeva ancor di più il campo sulle cause del possibile avvelenamento. Gli unici due oggetti che teneva quotidianamente con se. Il ciondolo e il libro. Li osservò sospettoso, quasi deridendo se stesso per la paranoia in cui era caduto. Ma con la battaglia alle porte era meglio non lasciare nulla al caso. Attraversò il passaggio segreto fino a giungere in una piccola stanza usata come rifugio per la famiglia reale in caso di assedio. Il piccolo stanzino era accessibile mediante un sistema di leve attivato da una pietra finta all’interno del muro. Avvolti in un panno così da evitare il contatto con la sua pelle ripose, in una piccola scatola di legno i due preziosi oggetti. Li chiuse li, dove nessuno potesse trovarli. Persino se Grande Inverno fosse caduta quel piccolo tesoro sarebbe stato al sicuro. Quando rientrò in camera il fuoco era oramai spento. Si avvolse nelle coperte e si lasciò andare ad un sonno senza sogni.





    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Nera.
    9orGM22

    Stato Fisico: Estremamente affatticato.
    Stato Mentale: Preoccupato.
    Stato Surplice: Nessuna.
    Abilità Passive:
    Abilità Attive e Tecniche:
    Riassunto:

    "THE MAN WHO PASSES THE SENTENCE SHOULD SWING THE SWORD"

     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar


    Group
    In Addestramento
    Posts
    14,265
    Location
    Heaven's Gate.

    Status
    DEAD

    uXVz3rS

    • #lordquest: a dream within a dream •
    IV



    Kasimir rimase gongolante ad ascoltare il discorso di suo fratello Ethan, quel diplomatico da strapazzo sapeva ammaliare le persone come nessuno mai. Il grande sorriso di Kas si allargò ulteriormente quando vide la povera carne da macello andare incontro al proprio destino, forse era eticamente poco corretto, ma in una situazione disperata come quella chi poteva dire cosa fosse giusto e cosa sbagliato? In più quell’accozzaglia di gente poteva sperare di averla qualche possibilità, in fin dei conti erano arrivati ancora vivi fino a quel momento. Cosa poteva trattenerli? Richiamò gli altri uomini all’adunata, doveva preparare la spedizione immediata e dovevano sbrigarsi. Diede un’occhiata a Zoya, sempre preoccupato sull’incolumità della figlia, ed espresse la sua opinione ancora una volta. Andare verso la nebbia era un’arma a doppio taglio, ma poteva rappresentare la solo unica ancora di salvezza. Con tutta quella marmaglia pronta a tirarsi addosso le attenzioni dell’esercito senza nome avrebbero avuto il tempo necessario a dileguarsi. Partirono senza pensarci due volte, non prima di aver preso quante più armi possibili ed immaginabili per la traversata.

    Il viaggio fu migliore del previsto. I suoi uomini tennero il passo ottimamente con Kas ed Ethan che guidavano la spedizione. Era tutto diverso dalle loro canoniche avventure, solitamente si buttavano in mezzo ai guai per qualche ricchezza o gloria, spesso e volentieri anche solamente perché Kasimir voleva testare quanto fosse bravo con le lame corte. Qualunque fosse il target finale, nel Dark Horse Clan, si respirava sempre un’aria familiare, come quella di una famiglia allargata durante le feste, ma stavolta il clima era dannatamente teso. In terra straniera, senza né cibo né acqua e con un equipaggiamento scrauso. L’umore poteva essere basso, ma la fiducia nei due leader non vacillava mai. Erano il caposaldo di quell’insieme di reietti mercenari. Viaggiarono per molto tempo, ma la scarsa visibilità impediva anche di avere qualche marcatempo visibile a portata d’occhio.

    Giunsero in un piccolo villaggio, Kasimir non seppe dire con precisione dopo quanto, ma la cosa lo rallegrò e lo mise, al contempo, sull’attenti. Quell’insediamento non poteva essere eccessivamente numeroso, ma la cautela stava diventando la parola d’ordine. I villici si affacciarono dalle case e chi era fuori smise di compiere la propria attività. Il baffuto (Kas ndr) giocò d’ancitipo, era meglio anticipare ogni forma di malinteso. Erano armati e non avevano espressioni felici. “Oh, ma che bel villaggio! Siamo avventurieri messi un po’ male, non credete anche voi, eh?” disse ciò sfoggiando la peggiore faccia da schiaffi possibile ed immaginabile. “E’ il vostro giorno fortunato! Oggi conoscete il Dark Horse Clan!” Si mise in posa, pugni sui fianchi, pancia in dentro e petto in fuori; nessuno lo calcolò minimamente, ma a lui non importava. Vennero accolti senza troppi convenevoli e fu Zoya a parlare per il padre spiegando che avevano bisogno di qualche piccolo aiuto, magari anche un po’ d’acqua e del cibo. La giovane aveva lo spirito pratico dello zio, somigliava moltissimo ad Ethan sotto molti aspetti del carattere e Kas lodava questa sua caratteristica. Con un carattere come quello paterno avrebbe fatto preoccupare un po’ tutti, il padre per primo. Era leale, buona, giusta e con un intelletto sopra la norma (tutte queste caratteristiche che Kasimir le aveva affidato dal suo punto di vista). Gli uomini si sistemarono e poterono, finalmente, tirare un sospiro di sollievo. Un luogo in cui potersi riprendere era cosa gradita, ma era meglio non perdere troppo tempo.

    “Sentite, robi, ma chi è che comanda qui?” Zoya lo interruppe dicendo che aveva già chiesto lei e se lo era anche segnato mnemonicamente. La figlia spiegò che loro erano un villaggio lasciato in pace dai briganti per via della presunta maledizione del lago e del suo demone, al sapere questa notizia gli occhi del baffuto brillarono di luce propria. A Kas entusiasmavano un mondo le sfide, il mercenario si divertiva a mettersi alla prova nelle situazioni più disperate ed impossibili. Sperava che quella storia potesse avere qualche fondo di verità per poi tornare ed uccidere quella creatura, così da prendersi un bel po’ di applausi. Sarebbe stato fantastico. Zoya si accorse del sogno ad occhi aperti del padre e schioccò ripetutamente le dita di fronte alle palpebre del padre. Dopo un attimo di pausa continuò con il racconto. I villici le avevano spiegato anche che su quel luogo la guida spirituale era un guaritore che abitava su una palafitta poco distante. “Ottimo lavoro, Zoya. Sei affidabile come sempre. Ora da brava rimani qui con gli altri e stai attenta… o forse dovrei dire loro di stare attenta a te. Ah-ah!” Poggiò la mano mancina sul capo di lei e le arruffò i capelli, la giovane reagì con una smorfia ed un suono di disappunto, era il loro gesto confidenziale, qualcosa che li univa e li divertiva, sempre.

    A grandi falcate Kasimir si presentò dal fratello spiegandogli tutta la situazione e lodando quanto Zoya fosse stata brava, ogni scusa era buona per mettere in risalto le qualità poco nascoste della sua prole. Concluse con un ampio sorriso la spiegazione. “Allora andiamo? Dici che il guaritore possa dirci qualcosa sulla zona e come uscirne vivi? Non possiamo rimanere qui troppo a lungo purtroppo.” Si voltò poi verso il castello abbandonato. “Quello è un posticino invitante, nonché abbandonato, ma non sappiamo quasi nulla.” Rimuginò su questo per qualche istante. Il suo spirito d’avventura gli suggeriva di buttarsi in ogni singola quest sottomano, ma la sua spinta alla sopravvivenza lo teneva ancorato alla realtà. Ogni scelta poteva determinare un destino diverso, non solamente per lui, bensì per tutti. “Lascio carta bianca a te, secondo papà sei tu quello diplomatico. Pff.” Rise di gusto, era vero. Ethan era quello più diplomatico, ma a Kas piaceva punzecchiare un po’ tutti, soprattutto quelli a cui era maggiormente affezionati, in particolar modo la famiglia.

    0bmN207
    Narrato • PensatoParlato altruiParlato

    Nome Kasimir Yad
    Energia Rossa
    Cloth Surplice del Basilisco (IV)
    Stato della Cloth Non indossata.
    Condizioni Fisiche Ferita alla tempia. Dolore alle costole non identificato.
    Condizioni Psichiche Divertito.

    Note Arriviamo al villaggio. Kas fa le sparate da primadonna e Zoya fa domande ed informa il papozzo :zizi: gli uomini ed anche il mio pg si riprende un po', alla fine va da Ethan e decidono il da farsi con il guaritore :zizi:

    Abilità
    CITAZIONE
    ♦ Vento Velenoso ♦
    Il Basilisco, una creatura la cui anche sola presenza può essere letale. Difatti la capacità principe dello Specter è quella di poter levare, con la semplice volontà, grandi folate di vento capaci di creare poderosi vortici. Il vento però non è una comune brezza, bensì è denso del veleno della creatura di cui Kasimir porta la Surplice. Il vento violaceo che si innalza quando Yad lo vuole è pregno di questa letale sostanza. E' la maledizione ed il pregio del Basilisco, una creatura che genera attorno a sé solamente terra bruciata e dove l'erba non cresce più rigogliosa. La morte è compagna del servo di Hades che, con un solo battito d'ali, potrebbe portare morte e pestilenza se solo lo desiderasse. Lentamente la salute di chi viene colpito da questa letale capacità peggiora man a mano che più vi rimane esposto. Tra i sintomi possiamo trovare la paralisi, il graduale indebolimento, gravi problemi al sistema circolatorio e via via fino ad arrivare alla morte della vittima (only GdR).

    Tecniche
    CITAZIONE




     
    Top
    .
29 replies since 22/3/2016, 16:33   669 views
  Share  
.