Saint Seiya Final  - I Cavalieri dello Zodiaco - Full Professional RpG by Forum

Posts written by -Ranma-

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    Nome utente: -Ranma-
    Nome pg: Irina
    Casta, cloth e grado cloth: Black Saint di Scorpio, grado VI
    Energia: Blu
    Link scheda: #entry650937006
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    Irina si destò sentendosi la bocca asciutta ed amara, i lunghi capelli neri erano appiccicati dalla salsedine e poteva quasi sentire ogni singolo granello di sabbia nelle mutande mentre si rialzava a fatica sulla spiaggia alla quale si era sostituita la sua imbarcazione.

    Mettendosi a sedere la ragazza cercò di ricordare cosa le fosse accaduto e quale ennesimo colpo di sfortuna l'avesse portata a trovarsi ancora una volta ostacolata nel pur semplice obiettivo di tornare al Grande Tempio, neanche si fosse guadagnata la collera di Poseidone come Ulisse nell'epopea a lui omonima.

    Ricordava d'essere salpata dall'Egitto alla volta della Grecia ed all'improvviso un odore denso di pioggia le aveva riempito le narici, seguito poi da un nuvolone nero carico di pioggia e tempesta che aveva trasformato la sua imbarcazione in un pezzo di legno alla deriva prima di finire in mare tra onde alte e poderose in un mare nero come la pece.

    ”Che sfiga.”

    Irina pensò di aver sintetizzato a dovere la sua situazione attuale e guardandosi attorno si chiese se i primi passi mossi nel mondo priva dell'influenza diretta di Athena fossero destinati a ripetere le avventure di Robinson Crusoe o peggio, alla Signore delle Mosche, tanto per rimanere in linea con la sua precedente identità da Mosca d'Argento, ancora ignara di quale sarebbe stato il suo futuro.

    La spiaggia sulla quale si trovava sembrava abbastanza ordinaria e con il calare della notte avrebbe potuto farsi un'idea migliore su dove si trovasse tramite le stelle, purtroppo i vestiti nuovi che aveva sgraffignato dopo il risveglio erano zuppi e logori, dandole l'impressione d'essersi messa addosso degli stracci luridi e lasciandola consapevole del fatto di dover presto trovare una fonte di cibo ed acqua, con un po' di fortuna, avrebbe potuto trovare i resti di un centro abitato per rifocillarsi e dormire, altrimenti avrebbe dovuto arrangiarsi, il trucco sarebbe stato quello di cominciare seguendo la spiaggia in una direzione per trovare un fiume o un segno di civilizzazione.

    Tuttavia, qualcosa sembrava offuscare i suoi sensi, o forse era più corretto dire che qualcosa sembrasse occuparli al punto di non accorgersi delle ovvie presenze cosmiche sull'isola.

    Era come se un qualcosa le riempisse le narici con un odore intenso al punto di sentirne il sapore, le martellasse l'udito con un ritmo intenso simile ad un cuore che batteva all'impazzata, le accarezzasse la pelle mentre tutti i colori in una specifica direzione sembrassero talmente vividi da far apparire il resto del mondo privo di colore.

    In poche parole, Irina sentiva una forte spinta in una direzione, non aveva idea di cosa l'avesse provocata ma stava ancora abituandosi ai nuovi sensi iperattivi che sembrava aver ottenuto dopo il risveglio e non era sicura di quanto potesse fidarsi.

    Una cosa era certa, in quel momento la sua attenzione era rivolta sul mistero della sua potenziale destinazione piuttosto che le sue immediate vicinanze, al punto di non accorgersi nemmeno di avere tra i capelli una grossa alga, omaggio di Poseidone e del suo naufragio ovviamente, ma soprattutto, di non accorgersi di non essere sola.
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    Nuova scheda per cambio armatura: https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=78556275#lastpost

    Conto: https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=68318397
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    Applicata la modifica:

    https://saintseiyafinal.forumfree.it/?t=78556275#lastpost
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    Eccola che mi son scordato di richiedere la correzione da bravo vecchietto quale sono, tornato utile perché mi è stato fatto notare di dover segnare i veleni. Xd

    Link Scheda
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    Maleva.
    Questo era il nome della donna misteriosa che si era palesata di fronte ad Irina, tuttavia non si limitò a dirle questo e sembrava che amasse molto il suono della propria voce considerando l'aria compiaciuta che assumeva dopo ogni nuova rivelazione.

    Stando alla donna si trovavano in un qualche costrutto mentale della Saint, come se si fossero ricavate un cantuccio nella sua mente e da un certo punto di vista la guerriera non poteva negare il fatto che tutto ciò che la circondava le sembrasse familiare, in fondo molte di quelle immagini l'avevano tormentata ogni notte negli ultimi anni prima d'interrompersi con un urlo.

    La giovane provò a seguire con lo sguardo la mano della donna per identificare nel cielo una costellazione familiare la cui luce però si faceva sempre più tenue, ebbe in qualche modo la certezza assoluta che se avesse provato a richiamare lo spirito della propria armatura, quest'ultimo non avrebbe risposto, quel legame si stava sfilacciando come una corda tesa con troppa forza e perdeva continuamente di vigore, forse questo era dovuto ai dubbi della giovane in merito ad Athena, ora più forti che mai.

    Questo però doveva servirle da lezione e così, tornando a rivolgere lo sguardo a Maleva, le chiese con tono sospettoso:

    ”Se è vero che siamo dentro la mia testa, tu da dove sbuchi?”

    Questa risposta non le venne data, forse la donna lo riteneva un dettaglio meno rilevante rispetto al discorso che stava facendo, oppure che avrebbe potuto ottenere la risposta da sola in seguito, come se ci potesse essere un seguito data la situazione, inferno auto-imposto o meno.

    Quando Maleva le toccò l'addome con la mano non poté fare a meno di provare un senso di sorpresa e timore, forse era dovuta al fatto che negli ultimi anni non avesse lasciato che qualcuno la toccasse al di fuori del combattimento, in quel momento si sentiva del tutto inerme e forse questo portò ad una maggior connessione con le parole della donna quando i loro sguardi s'incrociarono, strappandole un lieve sussulto quando il suo sangue smise di smettere prima di tornare in sé e provare a mettere in discussione le parole della donna:

    ”Mentire a me stessa?
    Credi che basti qualche frase da biscottino della fortuna per dimenticare tutte le cose orribili che ho subito!?
    Hai una qualche idea di come ci si senta a perdere il controllo del proprio corpo mentre un mostro prende il tuo posto!?”


    In quel momento il suo sangue divenne di un verde fluorescente, quasi in risposta al ricordo della sua breve trasformazione in una creatura della corruzione, tuttavia Irina non parve farvi caso, ritrovandosi a ripensare al passato e di come sapesse che per quanto avesse provato a dare uno scopo alla sua vita dopo la perdita dei suoi cari, non vi fosse in realtà un modo per cancellare del tutto il senso di colpa per essere sopravvissuta loro.

    Aveva abbandonato la vendetta, aveva imparato dai Saint di Athena a tramutare quella rabbia e quel dolore in una forza positiva per il ripristino dell'umanità ed aveva cominciato ad aprirsi ai suoi compagni, forse il motivo per il quale il sangue di Hunefer l'aveva rigettata era stata la realizzazione di quanto crudele potesse essere quella autoproclamata dea della giustizia nei confronti dei suoi fedeli, nei suoi compagni rivedeva un po' i suoi cari, strappati alla vita prima del tempo sperimentando grandi sofferenze che non meritavano.

    Maleva sembrava aver atteso che la giovane procedesse coi propri ragionamenti prima di riprendere il discorso, spiegarle che forse non tutto era perduto e che ora come ora si ritrovava per una volta col pieno controllo, non che servisse a molto se tanto le rimanevano pochi attimi prima della morte all'esterno della propria coscienza.



    La donna si accese letteralmente di fronte ad Irina, nella sua voce si percepiva un maggior entusiasmo che trasudava da ogni poro, trasmettendole forza e strappandole quella sensazione d'impotenza ed abbandono di dosso, irradiandola della sua essenza vitale oltre che di ricordi a lei non familiari.
    Rivide Maleva in un'epoca lontana, parlava con qualcuno la cui identità le sembrava oscura e familiare al tempo stesso ed all'improvviso si ritrovò catapultata nella propria mente con una nuova consapevolezza, il sangue tornò rosso e smise di scorrere mentre i rovi si allentavano posandola dolcemente a terra mentre le ferite si rimarginavano rapidamente, si guardò incredula il corpo, tastando la pelle morbida e soffice laddove fino a poco prima vi erano state delle profonde piaghe sanguinanti.

    La donna le disse di essere più libera e potente di quanto non fosse mai stata prima di allora, le indicò una costellazione fioca come le figure che sparivano lentamente intorno a lei, le sembrò che fosse giusto in quel momento non avere nulla che la circondasse, la voce dei suoi dubbi sotto forma dello spirito dell'armatura e della sua maschera si ridussero in frantumi mentre il filo che la collegava alla costellazione della mosca si spezzava definitivamente.

    Sentiva però di non essere più debole, in qualche modo era come una bambina che avendo imparato ad andare in bicicletta avesse rimosso le rotelle che ora costituivano un ingombro, le sue sensazioni si espansero e poté sentire il sangue pulsarle nelle vene, i polmoni gonfiarsi e sentire un nuovo calore tornare alle sue membra, un poco come se le si stesse svegliando un arto addormentato.

    Questo cambiamento non sembrò passare inosservato alla sua interlocutrice, la quale sembrò non riuscire più a trattenere la propria eccitazione mentre una sorta di vertigine sembrava sconvolgere Irina che iniziava a comprendere che in qualche modo vi fosse un futuro per lei, un futuro del quale avrebbe dovuto prendere le redini

    Con lo spezzarsi di quel collegamento alla propria costellazione era come se avesse preso il controllo del proprio destino, per certi versi era una rinascita e Maleva forse cercò d'introdurla a modo suo all'idea, rivolgendole parole che la motivassero a cercare la propria verità e la propria libertà senza lasciare che delle menzogne la incatenassero prima che un altro ricordo estraneo le mostrasse quelli che forse erano stati gli ultimi momenti della donna.

    La ragazza non riusciva a credere che si trattasse del finale ma era difficile dirlo in quello strano stato di coscienza, forse era semplicemente un ricordo che aveva preceduto un'esperienza simile a quella che viveva ora, oppure qualcosa di Maleva era rimasto dopo la sua morte potendo comunicare solo nel singolare spazio in cui si trovavano.

    Tuttavia Irina aveva compreso di non potersi necessariamente fidare del consiglio della donna nelle proprie scelte, ma le dava l'impressione di essere sincera quando le parlava del libero arbitrio e del suo valore, in netto contrasto con Suikyo, il quale decise d'allenarla e trascinarla al Grande Tempio senza porsi il problema d'interpellarla e sfruttando il suo stato confusionale e la sete di vendetta che la divorava nel profondo per ottenere un guerriero fedele, oppure della prova imposta agli eredi di Hunefer che aveva portato alla morte così tante persone prima di lei.

    Le tronò in mente la sofferenza di Nailah, avrebbe potuto rivederla, accertarsi che stesse bene e rassicurarla del fatto che fosse in salute anche lei e forse avrebbe potuto trovare un modo migliore di ritrasformare il mondo in un luogo adatto alla vita umana senza il supporto di qualche divinità incapace di comprendere a fondo l'animo umano.

    Maleva le presentò una scalinata ai cui piedi vide Amenia ed Hunefer, figure silenziose che si inabissarono lentamente nel lago di ricordi che si trovava sotto ai loro piedi, mentre una nuova figura prese forma iniziando a salire quella scalinata, quella dimensione iniziò a tingersi del rosso del sangue mentre la donna incitava l'ex-Silver Saint a compiere una scelta, rivolgendosi a quest'ultima, Irina disse decisa:

    ”Suppongo di doverti ringraziare, ma non aspettarti favori, conto di prendere alla lettera il tuo consiglio sulla libertà di scelta.”

    Concluse prima di tornare con lo sguardo alla oramai familiare figura dall'armatura scura mentre i ricordi sotto di loro venivano sommersi dal sangue:

    ”Scelgo la vita, non credo di meritarla più di altri che mi hanno lasciata lungo la strada, tuttavia ce l'ho e mi appartiene, non devo scusarmi con nessuno di questo.”

    Cominciò così la sua ascesa, sentendo il sangue pulsare sempre più forte ed i sensi farsi più acuti mentre tornava al proprio corpo passo dopo passo, nell'aprire gli occhi, vide tutto rosso mentre un odore ed un sapore metallico cominciarono a dominare gli altri suoi sensi.

    Tutto attorno a lei percepiva qualcosa di caldo e denso penetrarle nelle narici e nella gola, si tirò su di scatto tossendo con forza e sentendo l'aria fresca riempirle i polmoni mentre gli occhi si adattavano alla semi-oscurità dell'ambiente circostante, sotto le mani sentiva i bordi di una struttura di pietra ed una volta aperti gli occhi realizzò con orrore di essere coperta dalla testa ai piedi di sangue e che si trovava in quello che sembrava un sarcofago ricavato dalla roccia, già scoperchiato al contrario di quelli che la circondavano, forse si trattava di un'area in cui finiva chi risultava incompatibile col sangue di Hunefer.

    Fortunatamente si trovava vicino all'esterno e non troppo lontano dai pressi della città ora abbandonata, aveva bisogno di un cambio non coperto di sangue e di sciacquarsi il sangue di dosso e soprattutto, voleva mettere quanta più distanza possibile tra lei e quel luogo, non vi era nulla che la trattenesse ancora lì.

    Mentre raggiungeva la sua destinazione decise di analizzare le sensazioni del proprio corpo, si sentiva in salute e percepiva qualcosa di diverso nel proprio cosmo, le sembrava più ampio ma anche più ignoto, in qualche modo le era ancora estraneo e non era sicura di come avrebbe reagito all'uso, le conveniva provare ad utilizzarlo il meno possibile e si chiese se quel sangue che l'avesse sommersa fosse stato un catalizzatore o una conseguenza della sua esperienza nel limbo, per qualche motivo le sembrava che i suoi sensi captassero ciò che la circondava con maggiore intensità, ma forse era dovuto all'averli riottenuti tutti d'un colpo dal torpore dal quale si era risvegliata.

    Provò a concentrarsi per individuare l'armatura della Mosca eppure, le sembrava chiaro che quel legame si fosse spezzato e forse era già tornata al Grande Tempio, pronta ad accogliere un nuovo padrone più incline alla cieca obbedienza.
    Per certi versi le sembrava di essersi lasciata alle spalle un fedele compagno eppure, si ritrovò consapevole del fatto che fosse anche una restrizione, forse un'ancora poteva essere un buon modo per definirla, come quest'ultima l'armatura la manteneva al sicuro ed entro determinati limiti senza farle correre il rischio di perdere la propria strada, ma allo stesso tempo costituiva anche un vincolo
    ed un peso, adesso la giovane doveva capire come navigare dopo aver detto addio alla sua ancora ed insicura su cosa le dicesse la bussola.

    Per sua fortuna non incontrò ostili di alcun genere e riuscì a tornare alla propria bagnarola senza incidenti, salvo il fatto che la ritrovò sommersa dalla sabbia a buona distanza dalle rive del Nilo ed in condizioni nettamente peggiori, non è che fosse inservibile, ma sembrava abbandonata da lungo tempo per quanto questo non avesse senso per Irina, forse si trattava di un effetto della corruzione.

    In ogni caso l'imbarcazione era utilizzabile e poteva finalmente tornare al Grande Tempio, lì avrebbe potuto farsi un'idea migliore di quanto tempo avesse passato nel sarcofago in quel limbo e soprattutto, se fosse stata mantenuta la parola riguardo la salvezza di Nahila.

    Prese il mare ignara del fatto che la sua vera destinazione si trovasse ad una tempesta di distanza e che presto avrebbe portato a compimento la sua scelta, lasciandosi alle spalle le vestigia del suo passato di guerriera d'Athena.

    Sono un po' come Irina adesso, non sono sicuro di sapere come muovermi ora che non sono più in add, intanto vado a lavorare sulla scheda e sul recuperare la nuova cloth come Irina si spiaggerà sulla Death Queen Island, poi vedremo! ^^
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    Complimentoni!
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    Lo scorrere del tempo rallentò al punto che Irina ebbe l'impressione di sentire i secondi scivolarle tra le dita eppure invece d'innervosirsi a causa del prolungato silenzio della figura misteriosa, la donna si trovò sorprendentemente più calma.

    Nailah venne lasciata libera di correre tra le braccia della Silver Saint che se la strinse al petto con fare protettivo e rassicurante, rispondendole telepaticamente e guardandola negli occhi con una dolcezza che non era sicura le venisse più tanto naturale dopo gli ultimi anni passati come guerriera:

    ”Diciamo che sono arrabbiata per conto di tutte e due, non trovo giusto che tu sia finita in questa situazione.”

    Le parole della giovane le chiarirono chi fosse questa “Giusta” di cui aveva spesso parlato in passato, si trattava di Atena ed aveva senso che gli abitanti del luogo in cui si trovava il sangue di Hunefer le fossero devoti, a voler pensare in modo più cinico si trattava anche di un ottima strategia per avere a disposizione dei guardiani fedeli.

    La Saint sentì il proprio cuore stringersi in petto nel vedere quanto fosse progredito il veleno nel corpicino di Nailah e stringendola ancora a sé le disse telepaticamente:

    ”Non metto in discussione il desiderio di aiutare l'umanità di Atena, ma faccio fatica, molta fatica ad accettarne i metodi, non avresti mai dovuto soffrire in questo modo.”

    Grazie al loro legame telepatico Irina la sentì chiedere alla figura in armatura di affidarle il fardello di Hunefer, il che portò la Silver Saint ad interromperla con tono agitato:

    ”No, non devi soffrire ancora!
    Io sono già una guerriera di Atena, si tratta solo di aggiungere altro peso al mio fardello, voglio farlo per consentirti di recuperare un po' di serenità in questo mondo in rovina!”


    Fortunatamente la donna misteriosa parve concordare assicurando alla Saint che presto Nailah sarebbe stata al sicuro sotto la tutela della sua “Giusta” e comunicando con Nailah sembrò che anche quest'ultima avesse compreso la situazione, anche se quella realizzazione sembrava averla demoralizzata.
    Probabilmente avrebbe voluto fare qualcosa di più ed Irina la capiva, ma sapeva anche che quello non era il momento giusto.

    Si diedero un ultimo abbraccio prima che la ragazza decidesse di parlare direttamente ad Irina, chiedendole se si sarebbero riviste, la Saint a quel punto era stata rassicurata sul fatto che Nailah sarebbe giunta rapidamente al Grande Tempio e lì sarebbe stata guarita prima che fosse troppo tardi, la figura misteriosa non era necessariamente qualcuno di cui fidarsi al 100%, ma non poteva negare di aver bisogno di una piccola certezza, almeno per quell'innocente che così tanto aveva già visto.

    Forse si proiettava un poco in lei, rimasta sola e coinvolta in una situazione più grande di lei, ma proprio per questo non voleva trascinarla in battaglia, aveva diritto a vivere per un futuro più sereno ed il più possibile libero dalle macchinazioni degli dei al contrario di ciò che era accaduto a lei.
    Sempre telepaticamente, Irina rispose a Nailah stringendola con maggior forza:

    ”Vorrei poterti dire di sì, ma non so cosa succederà.
    Però non temere, al Grande Tempio non sarai più sola.”


    Un ultimo sorriso ed infine la Silver Saint e la donna misteriosa rimasero sole, l'aria sembrò farsi più densa mentre il Pandora's Box argentato veniva posato a terra dalla giovane per quello che doveva essere in ogni caso l'ultima volta in cui le sarebbe appartenuto, l'ultima certezza che si lasciava alle spalle prima d'intraprendere un bivio che l'avrebbe vista emergere come nuova Gold Saint dei Pesci, oppure come l'ennesimo cadavere lungo la scia di morte lasciata dall'eredità di Hunefer.

    Irina non incolpava quell'uomo, alla fine della sua vita aveva perso tutto tranne la fede in Atena ed era comprensibile che avesse legato la propria identità a quella del suo ruolo, tuttavia, non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che questa sua devozione fosse stata sfruttata, spremendolo letteralmente per ogni sua goccia di sangue laddove anche i suoi resti polverizzati erano in grado d'essere utilizzati dalla dea a secoli dalla sua morte.

    Quando le venne dato il segnale, Irina non comprese immediatamente cosa le fosse successo, immaginava che il sangue andasse in qualche modo revitalizzato ed inoculato in corpo eppure alla figura in armatura bastarono pochi gesti per dare il via a tutto.

    Le gambe cedettero immediatamente al dolore portando la Saint in ginocchio, tenendosi futilmente la mano che aveva iniziato a pulsare dolorosamente, pur avendo vissuto i ricordi di Amenia ed il suo dolore durante la trasformazione, sperimentarlo su sé stessa era un'altra cosa.

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    Il dolore si diffuse lungo il braccio ed oltre la spalla, sembrava quasi che le fosse stata iniettata lava nelle vene ed una volta raggiunto il cuore, si propagò improvvisamente a tutto il corpo dandole l'impressione che esso venisse deflagrato dal dolore che in un attimo tramutò tutte le sue percezioni in un bianco assoluto ed incandescente.

    Non vi era più senso del tempo e la giovane era come sospesa nel vuoto, non riusciva a comprendere se il dolore fosse passato, oppure se semplicemente fosse ancora ad una scala tale da non riuscire nemmeno più a percepirlo.

    Ad un certo punto lo spazio tornò ad essere scuro ed il suo corpo le sembrò riacquistare consistenza, riusciva a percepire le dita ed ebbe l'impressione di riuscire a muoverle, il dolore era scomparso lasciando il posto ai suoi sensi.
    Poteva sentire l'umidità della caverna, vedere la donna di fianco a sé nella grotta scarsamente illuminata e sentire di essere poggiata a qualcosa di familiare, allo stesso tempo freddo e caldo e poi all'improvviso si accorse che qualcosa non andava.

    I suoi polmoni sembravano come bloccati e l'aria stantia del sotterraneo non le passava più per le narici, la vista le si appannò mentre delle lacrime iniziavano involontariamente a scenderle lungo il viso mentre la bocca si apriva inutilmente nel vano sforzo di assimilare quanta più aria possibile.

    Il corpo adesso le sembrava pesante come un macigno e riuscì a voltarsi giusto di qualche centimetro verso la figura al suo fianco, la quale provò a modo suo a consolarla in quegli ultimi istanti mentre i suoi occhi appannati e sgranati dal bisogno d'aria e dal panico indotto dalla realizzazione che stesse vivendo i suoi ultimi attimi, finirono per velarsi tramutando la sua visione in una macchia nera.

    In passato aveva desiderato la morte ed a dispetto di ciò era stata salvata, ora che aveva trovato un senso per quell'esistenza invece la vita le veniva strappata via, non poteva che concordare nei suoi ultimi istanti di coscienza, si trattava davvero di un mondo crudele.

    [...]





    La sua essenza fluttuò nel buio, sentiva i propri arti immobilizzati mentre qualcosa le penetrava nel corpo infliggendole innumerevoli punture dalle quali la vita sembrava drenare lentamente, dissanguandosi come quella di un maiale al macello.
    La ragazza aprì a fatica gli occhi, trovandosi in uno spazio male illuminato nel quale le riusciva di distinguere a mala pena il proprio corpo avvolto da rovi irti di aculei che scavavano le sue carni ad ogni respiro mentre il sangue le striava di rosso la pelle di un candore simile a quello di una bambola di porcellana.

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    Eppure qualcosa non le tornava, sentire dolore era una peculiarità dei vivi e lei era sicura di non appartenere più alla categoria, forse si trovava alla soglia di un supplizio eterno, le sembrava di ricordare come nei miti greci la morte potesse portare a supplizi eterni, cuciti su misura al povero diavolo che aveva destato l'ira delle divinità.

    Quindi era a questo che avevano condotto i suoi sforzi, ancora una volta si trovava inerme ed in balia degli eventi, nulla più che uno spettacolo a disposizione di entità pronte a dedicarle non più di un istante di attenzione nel corso delle proprie eternità, trattandola come un giocattolo in fondo alla cesta dei balocchi di un bambino viziato.

    Le salirono agli occhi nuove lacrime, questa volta di rabbia che la portò a dimenarsi inutilmente nei suoi vincoli andando ad accelerare il flusso del sangue che prese ad illuminare il terreno sul quale era sospesa mentre sfogava la propria frustrazione in urla selvagge.

    Dal sangue ai suoi piedi presero a sbocciare numerose rose dai petali luminosi che si elevarono tutto intorno ad Irina, rischiarando le tenebre intorno a lei ed avvolgendosi attorno a numerosi pali conficcati in un terreno arido, la giovane si accorse con orrore di essere circondata da cadaveri impalati.

    Riconobbe ogni singola persona nelle sue immediate vicinanze, non si trattava degli abitanti del suo villaggio d'origine ma bensì di altri cavalieri, alcuni dei quali sapeva essere ancora vivi, mentre altri, come Suikyo immaginava essere cadaveri da tempo.

    L'orizzonte si cosparse di corpi martoriati, sconosciuti ad Irina ma con indosso armature familiari e tra alcuni riflessi dorati nella distanza, le parve di riconoscere Hunefer ed Amenia.
    Alzando lo sguardo al cielo si ritrovò a fissare Atena, il volto di Alisia si tramutò rapidamente in quello di una statua enorme ed insensibile al mare di dolore e miseria al suo cospetto, guardava lontano in una direzione verso la quale la giovane non poteva voltarsi a causa dei rovi, forse un futuro migliore costruito sulla scia di cadaveri dei suoi guerrieri, in ogni caso un futuro a loro precluso.

    All'improvviso le parve di percepire qualcosa di estraneo, un rumore di passi ed un'ombra che si faceva lentamente strada tra i corpi avvicinandosi ad Irina con passo deciso, solo una volta giunta al suo cospetto ella riuscì ad identificarla come una donna mai vista in passato, caratterizzata da lunghi capelli neri ed una carnagione pallida oltre che da uno sguardo penetrante, la quale le chiese con semplicità come mai intendesse accettare un mondo tanto crudele.

    La saint decise di essere onesta con quella figura, aveva sicuramente motivo per essere diffidente considerando la situazione in cui si trovava oltre che il suo carattere e la sua indole, eppure sentiva di potersi esprimere liberamente:

    ”Accettarne le regole?”

    Per enfasi contrasse i muscoli del braccio destro, causando un nuovo fiotto di sangue a causa del rovo che le impediva i movimenti mentre proseguiva:

    ”Se fossi una che segue le regole non avrebbero bisogno di legarmi tanto stretta...”

    Smettendo di tirare sulla propria costrizione, assunse un tono più avvilito dicendo più a sé che non alla figura misteriosa:

    ”...certo che mi hanno incastrata per bene.”

    Tornando a rivolgersi alla donna le chiese con tono sarcastico:

    ”E tu chi saresti?
    Sei qui per goderti lo spettacolo oppure hai anche tu qualche brillante proposta da farmi?
    Sappi che ultimamente mi sono state rifilate solo fregature, specialmente nel nome di Atena, se parli per conto suo ti reindirizzerei a Suikyo, si trova a cinque pali alla mia destra, capelli lunghi, malriposta fiducia nella cosiddetta dea della Giustizia, sicuramente pronto a bersi le tue stronzate, io me ne chiamo fuori!”


    Se non altro era ancora in possesso della sua lingua tagliente, non che potesse muovere molto altro in quel momento.

    OT: Perdona la lentezza, il rientro al lavoro ed alcune cosucce da fare per casa mi hanno rallentato più del previsto.
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    Io ho provato a pullare qualcosa approfittando del gatto, 10 multi-pull e manco un S, in compenso il gioco mi ha tirato qualche osso sotto forma di Camus ed Isabel.
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    Eh si, o becco un S che sia super basico tipo gemini che lo livelli e blasta aoe, oppure conviene andare avanti col team attuale che le risorse son poche.
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    Intanto ho pullato Grifone. XD
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    *ride in account di basso livello che a mala pena ha idea di cosa stia parlando*
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    Io ho pullato Syria a caso invece. XD
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    Complimenti!
    Io ho giusto ripullato capricorn sul server nuovo, gli son piaciuto a quanto pare. XD
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    Perfetto, per stare sicuro vado sul 20, immagino siano tutti europei, poi per discord se mi girate le info per pm mi aggrego XD
1235 replies since 2/7/2009
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