Candlekeep Mysteries

addestramento per shiny magikarp

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    NADIA REED
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    La contesa con il Caduto aveva appena assunto dimensioni mitologiche, trasfigurando l'ambiente dello scontro in una scena dove duellavano ormai energie cosmiche di natura opposta. Nadia aveva scagliato nuovamente il suo terribile potere sul corrotto, distorcendo l'aria attorno alla colonna di luce dipartita dalla sua bocca e disperdendo le nuvole vicine, eppure il nemico aveva eretto una difesa estrema, avvolgendosi nell'abbraccio caotico del suo miasma. Con sua sorpresa, si rese conto che il suo potere era in grado di dissolvere persino le emanazioni cosmiche altrui, seppur con difficoltà.

    L'urto fra la furia del Gigante e la difesa nemica culminò in una catastrofe visibile a occhio nudo: un abisso nel terreno, emblema concreto dell'intensità dello scontro. Profondo al suo interno, il corpo del tuo avversario riposava lacerato, eloquente testimone della violenza dell'impatto. Malgrado le ferite palesemente gravi, la figura del caduto è ben lontana dall'essere sopraffatta, e questo Nadia lo aveva percepito dall'intensità del suo malefico cosmo, improvvisamente in espansione.

    Non mi piace... Guidata da un riflesso profondo, Nadia richiamò il prisma di luce protettivo, questa volta infondendo il proprio cosmo con una veemenza ancora maggiore nel tentativo di accrescere la resilienza del bozzolo di luce, scolpito da margini geometricamente definiti. Il Caduto, indifferente all'ampiezza delle proprie ferite, si lanciò nell'offensiva con una prontezza che non ammetteva esitazioni, manifestando una tenacia tale che, in circostanze diverse, avrebbe suscitato l'ammirazione e il plauso del Gigante: con un dispiegamento di potere che sfidava ogni previsione, l'essere diede vita a un'espansione del suo cosmo che trascendeva l'immaginabile. L'attimo seguente, colonne pregne del suo cosmo mefitico cominciarono a sorgere attorno alla figura del Gigante sospeso in aria, una manifestazione cosmica che non risplendeva e aveva consistenza semisolida, piena espressione dell'ira del suo nemico. Questi pilastri emersero dal terreno con una solennità inquietante, simili a monoliti annunciatori di catastrofi. E più si ergevano, più la loro formazione richiamava alla mente la sacralità e il mistero di Stonehenge, quei megaliti ancestrali disposti in cerchio sulle lande britanniche. Tuttavia, l'intento qui era diametralmente opposto: non vi era nulla di sacro o celebrativo in questo gesto; al contrario, la disposizione dei pilastri sembrava essere il presagio di un assalto imminente, una minaccia che inquina l'aria con la promessa di un'apocalisse personale.

    All'interno del prisma che aveva evocato, Nadia persisteva nell'arduo compito di intensificare il suo cosmo, con lo scopo di erigere una barriera impenetrabile contro il miasma avversario. Questa nebbia malefica, generata dall'entità ai suoi piedi, minacciava di soffocare ogni sua difesa, mettendo in serio pericolo la sua tattica di resistenza. Il potenziale distruttivo dell'avversario aveva già dimostrato di poter erodere, se non addirittura dissolvere, le barriere precedentemente erette, ma Nadia era determinata a non lasciare che la sua essenza nefasta avvolgesse nuovamente il suo essere. La sua armatura, la sua seconda pelle di Gigante, vantava una resistenza straordinaria, un baluardo contro le insidie dell'oscuro avversario. Tuttavia, nonostante ogni cautela e preparazione, Nadia si trovò impreparata di fronte all'astuzia del nemico. Un'esplosione repentina, generata dalla distruzione contemporanea di tutti i pilastri precedentemente eretti dall'avversario, scatenò una tempesta carica del più oscuro male, un'emanazione di potere corrotto donato al Caduto dalle forze più abiette. L'immane pressione dell'esplosione, dalle proporzioni incommensurabili, mise a dura prova la resilienza di Nadia, che serrò i denti nel disperato tentativo di preservare l'integrità del suo prisma di luce in mezzo al caos dilagante.

    Il prisma, pur essendo un baluardo di pura energia, iniziò a mostrare segni di cedimento sotto l'assalto incessante, infrangendosi progressivamente sotto la pressione. Resistere al soverchiante potere del Caduto si rivelava un'impresa erculea, e le capacità biologiche di Nadia, insieme a quelle del suo ospite, Grazione, iniziarono a vacillare. Il sangue iniziò a colare dal naso e dalle gengive della donna, evidenziando la fisicità del suo sforzo, mentre le sue braccia, stese in un gesto di difesa, tremavano sotto l'immane fatica, presagendo che il suo colossale spirito combattivo avrebbe potuto non bastare. La violenza dell'esplosione dei pilastri generò una forza tale da far oscillare il prisma di luce, spostandolo violentemente da una parte all'altra dello spazio di battaglia. Nadia dovette attingere a riserve di concentrazione ancora più profonde, sforzandosi di mantenere una qualche forma di stabilità nel volo grazie ai suoi reattori, in una situazione che metteva alla prova ogni fibra del suo essere e della sua determinazione a resistere contro un nemico così formidabile.

    Se avesse scelto l'immobilità come sua tattica, Nadia sapeva che il Caduto avrebbe senza dubbio prevalso, e l'indomabile spirito di lotta di Grazione rifiutava categoricamente l'idea di subire tale umiliazione. I sensori di rilevamento e le interfacce di controllo che costellavano l'interfaccia neuronale del Gigante erano in stato di massima allerta, vibranti di una tensione palpabile. Il suo imponente telaio, nonostante la sua monumentalità, non possedeva, in quel frangente critico, la resilienza necessaria per assorbire o mitigare in maniera efficace l'intero spettro dei danni che si stavano accumulando a un ritmo allarmante. In tale contesto di crescente disperazione, l'unica strategia percepita come valida era quella della caduta controllata.

    [TITAN NOVA: QUANTUM HEXENHAMMER]

    In questa drammatica rassegnazione al movimento, la decisione di precipitare assumeva un significato profondo, un calcolato abbandono alle forze gravitazionali che avrebbe potuto, paradossalmente, offrire una via di fuga o una nuova angolazione strategica dalla quale contrattaccare. Non si trattava di un cedere passivo alla situazione, ma di una scelta tattica, un riposizionamento dinamico nel teatro di guerra che potesse disorientare l'avversario e fornire a Nadia un'apertura, un'opportunità impercettibile agli occhi meno avveduti. In questo scenario di estrema tensione, ogni decisione aveva il peso di un destino, e Nadia, guidata dall'istinto guerriero di Grazione, si preparava a trasformare un apparente gesto di resa in un attacco sorpresa.

    Così, con una decisione tempestiva, Nadia permise al prisma che fino a quel momento l'aveva avvolta e custodita di disgregarsi in una detonazione di luce. In contemporanea, rilasciò una quantità imponente del suo cosmo, saturato di una luminosità intensa, provocando un'esplosione di luce argentea paragonabile all'esuberanza luminosa della Luna piena, la cui lucentezza si rifletteva magnificamente sul mondo, danzando tra luci e ombre. Tuttavia, anziché tessere un quadro di chiaroscuro poetico, l'obiettivo era saturare l'ambiente circostante con un bagliore tanto intenso da confondere e abbagliare ogni osservatore. Questa esplosione controllata del suo potere non aveva solo il mero scopo di fornire a Nadia uno strappo dalla morsa del Caduto; si configurava altresì come uno stratagemma, un abile diversivo. Il fulgore abbagliante mirava a offrire una fugace ma preziosa opportunità di distrazione per il nemico, nella speranza che questi perdesse di vista la posizione esatta del Gigante proprio nel momento cruciale precedente all'inevitabile confronto diretto.

    Era il momento di giocarsi tutto su un azzardo, sfruttando l'elemento sorpresa e la propria ingegnosità contro un avversario che, fino a quel momento, aveva dimostrato di poter anticipare e contrattaccare ogni mossa con ferocia implacabile.

    « NON AVRÒ PACE FINCHÈ NON SARAI CENERE SOTTO I MIEI PIEDI »

    Calibrò la sua posizione con precisione chirurgica, orientando il proprio corpo per ottimizzare sia la traiettoria di discesa sia l'efficacia dell'attacco imminente. Unì le mani, estendendo le braccia davanti a sé con la determinazione di un arciere che prende la mira verso il suo bersaglio. Il Caduto, in quel momento, non era altro che la preda designata al termine di una caccia meticoloasamente pianificata. Concentrando l'essenza del suo potere nei pugni stretti, Nadia li avvolse in fotoni solidificati, creando un'estensione di energia pura che fungeva da arma devastante. La sua speranza era che l'incredibile accelerazione, abbinata alla forza di gravità, moltiplicasse esponenzialmente l'energia cinetica del colpo, trasformando l'assalto in una martellata di proporzioni colossali diretta verso il volto del suo avversario. Con l'attivazione dei propulsori, Nadia si lanciò in una manovra d'assalto che sfidava i limiti della sua velocità, un balzo che piegava l'aria circostante in una distorsione visiva che sembrava inghiottire la luce circostante, quella stessa luce che poco prima aveva disperato in una detonazione accecante. Il campo visivo si deformava attorno alla sua figura in rapido movimento, testimoniando la portentosa energia in gioco, mentre trascinava verso il Caduto l'energia luminosa liberata precedentemente, come a simboleggiare l'unione di attacco e difesa in un unico, fulminante gesto di sfida.

    Una dannata supernova.

    CzdbbQF

    Fisico ● Escoriazioni superficiali dovute all'azione corrosiva, indolenzimento generale e danni sostenuti a braccia e addome. L'esplosione nemica ha aggravato tutti i citati danni, ma ho pensato che la resistenza superiore del Gigante in vera forma mitighi un pochino la cosa, non al pari di resistenza straordinaria ma tant'è :ehsi:
    Mente ● TU DEVI MORIRE E ANCHE MALE
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, FORMA GIGANTE [50m]

    In Breve ● Plasmo nuovamente il prisma non appena ho la percezione che il Caduto stia per contrattaccare, e durante l'esplosione continuo a bruciare cosmo per mantenere attiva la resistenza della difesa; a una certa lascio esplodere tutto in una tempesta di luce con l'intento di disperdere le energie nemiche, generando tra l'altro un piccolo flash come [diversivo]. Infine, anche per questo turno, mi avvalgo solo di un [AF], unendo le mani in pugni e sparandomi letteralmente addosso al Caduto come una supernova, dopo aver solidificato la luce attorno alle mani come a simulare un ENORME MARTELLO.

     
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    Candlekeep Mysteries | post IX
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    Nadia, mentre lo scontro tra te e il Caduto si intensifica, le forze di luce e oscurità si scontrano in un duello che trascende il semplice combattimento fisico. Con ogni attacco e contrattacco, diventa sempre più evidente che ciò che è in gioco è qualcosa di più grande di voi due: è una battaglia per l'essenza stessa dell'essere e dell'esistenza.

    La tua offensiva, un martello di pura Luce, incarna la tua determinazione e il tuo spirito indomabile. Nonostante la difesa disperata del Caduto, la tua forza prevale, lasciando segni visibili della sua vulnerabilità alla tua luce. Questo momento di trionfo, tuttavia, è di breve durata, poiché il tuo avversario, lontano dall'essere sconfitto, adotta una tattica ancora più pericolosa.

    Espandendo il suo cosmo mefitico, il Caduto crea un'entità simile a un blob, un'arma di oscurità densa e corrosiva, con l'intento di avvolgerti e immobilizzarti. La sua vicinanza diventa il preludio a un attacco ancora più diretto e devastante: le sue mani, trasformate in eteree, penetrano la tua armatura, cercando di infondere il tuo essere con un cosmo corrosivo che minaccia di disintegrarti dall'interno.

    In questo momento di pericolo estremo, la chiave per la tua sopravvivenza e vittoria risiede nella tua capacità di trascendere i limiti del possibile, di sfruttare il tuo legame innato con la luce e la realtà stessa per contrattaccare in modo decisivo.

    Note del Master
    Si difende come può, poi evocando una grande quantità di cosmo, che plasma come se fosse un blob, cerca di limitare i tuoi movimenti e corroderti dall'esterno (considera anche i gas velenosi di questo cosmo) come AD, poi usando la maestria del microcosmo, cerca di affondare le sue mani dentro di te (eh eh) per far esplodere una grande quantità di cosmo corrosivo per distruggere e annientare i tuoi organi interni, ovviamente è AF.

    - Aura Corrosiva: il cosmo del cavaliere è una sostanza vischiosa e liquida, che può cambiare stato fino a divenire gassosa. Ciò che tocca viene corroso come se si fosse vittima di un potentissimo acido. La struttura “fisica” di questo tipo di cosmo fa si che sia estremamente difficile evitarne gli effetti, poiché continua a mantenere il suo effetto corrosivo fintanto che rimane appiccicato all’avversario. Le esalazioni della corrosione e la struttura gassosa possono causare pericolosi danni interni. Inoltre, la struttura liquida garantisce una superiore potenza di impatto. L'atto di espandere il proprio cosmo genererà una nebbia malsana e corrosiva. Un esempio è il cosmo di una delle forme dello Spectre della Farfalla.

    • Maestria del Microcosmo
    Chi percorre la strada di questa maestria si concentrerà sui segreti di come il cosmo permea la propria struttura fisica, la propria anima e la propria mente. Il cosmo è base e sostegno di ogni cosa, orma della scintilla divina.
    Il cavaliere sarà in grado di allentare i legami cosmici che tengono unita la sua forma fisica e, in proporzione all'energia consumata, divenire parzialmente intangibile
    Questa incredibile capacità può essere usata per numerosi scopi, come ridurre l'effetto superficiale del calore o del freddo, ma in combattimento questa ha due usi principali che si riassumono nel termine Cambio Fase.
    In difesa, ciò gli permette di cercare di evitare parzialmente attacchi materiali, in attacco diviene in grado di attraversare parzialmente l'armatura e le armi nemiche con i propri arti. Se ciò avviene, sempre in proporzione al livello di intangibilità e di difesa avversaria, la vittima rischia di subire pericolosi danni interni, causati dalla manipolazione del microcosmo. Ad esempio, i danni possono andare da abrasioni superficiali della pelle fino a consistenti compromissioni di organi.
    Inoltre, grazie alla ridotta massa, il cavaliere sarà proporzionalmente più agile e i suoi colpi meno fisicamente forti più diventa etereo. Questo aumento di agilità non arriva in nessun caso ai livelli di Agilità Straordinaria, comportandosi invece come potenziamenti dati da Metamorfosi o Sigilli. La riduzione della Forza ha effetto sull'insieme del danno causato, cambia solo la tipologia.



     
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    Le due forze in campo si potevano ormai considerare entità antitetiche. Luce e tenebre si stavano scontrando in un duello epico che andava ben oltre il mero confronto fisico. Man mano che la battaglia proseguiva, emergeva con chiarezza che ciò che Nadia e il Caduto stanno combattendo va oltre la loro personale contesa; era come se fossero diventati l'incarnazione delle forze primordiali che animano l'universo. Ogni movimento, ogni scelta tattica, risuonava con il peso di una lotta ancestrale, una battaglia che incarnava il perpetuo conflitto tra luce e oscurità, ordine e caos, creazione e distruzione.

    In questo teatro di guerra cosmico, ogni gesto di Nadia e ogni offensiva del Caduto assumevano un significato simbolico, tessendo insieme una narrazione che va ben oltre la loro battaglia. Una danza mortale, ma anche una conversazione profonda tra opposti, dove il risultato avrebbe potuto riflettere sul tessuto stesso della realtà.

    Il Quantum Hexenhammer del Gigante, nella sua imponente maestà, aveva mirato con ineccepibile precisione al Caduto. Quest'ultimo, pur sforzandosi di erigere barriere robuste e invalicabili di fronte all'ardente manifestazione cosmica emanata dalla donna, si trovò incapace di ridurre significativamente l'entità del colpo ricevuto. Nonostante ciò, dentro di sé covava ancora una scintilla di forza inattesa; una forza che gli permise di reagire, di sollevarsi nuovamente sulle sue gambe tremanti e di fare ritorno dall'abisso oscuro e soffocante che cercava di inghiottirlo, rivelando così un livello di resilienza e tenacia che andava oltre l'ordinario.

    Non è possibile... L'ira la invase all'improvviso, un'ira che trovava eco nel cuore del Gigante; tuttavia, non ebbe il tempo di ponderare su tale emozione: il Caduto, infatti, era già in azione, concentrando e poi liberando nuovamente il suo nefasto cosmo. Questa volta, la sua potenza corrotta saturò l'arena di combattimento con una sostanza vischiosa e oscura, che rapidamente mutò in una massa simile a un blob tenebroso, tutto sotto lo sguardo sbigottito e quasi terrorizzato della donna, che si trovava di fronte a una trasformazione tanto macabra quanto inaspettata. La creatura, nata dalla mente perversa del Caduto, era immersa in un miasma corrosivo, una visione che spinse il Gigante ad attuare immediatamente una difesa. Diversamente dalle precedenti volte, in cui si era affidato a strutture geometriche prismatiche, questa volta evocò una yoroi, un'armatura cosmica di pura luce che si adattava sinuosamente alle linee di Grazione, avvolgendolo completamente. Questa nuova protezione offriva la medesima sicurezza del noto prisma, ma la sua esecuzione era più rapida e intuitiva e Nadia non poteva perdere troppo tempo in strategie elaborate.

    Il blob oscuro e l'aura corrosiva del Caduto si abbatterono sul Gigante inesorabilmente, e nonostante la yoroi Nadia non poté evitare in quei pochi attimi di venir immobilizzata e, al tempo stesso, avvelenata dal potere soverchiante del suo nemico. La capacità del Caduto di manipolare il suo cosmo in forma liquida e gassosa permetteva all'aura corrosiva di agire non solo sulla superficie della yoroi di Nadia, ma di infiltrarsi attraverso le più piccole crepe, raggiungendo il suo corpo. Questo attacco non si limitava però a un danno superficiale; penetrava profondamente, minando la sua forza vitale. Le esalazioni corrosive, poi, tentavano di avvelenare e sciogliere il suo sistema interno, mirando a compromettere la sua abilità di combattimento e persino la sua volontà di resistere. Urlò e continuò a bruciare il suo cosmo ormai quasi al limite per non permettere al Caduto di vincere l'affronto, ma i danni accumulati in precedenza non erano d'aiuto. La sua gola ingoiava il suo stesso sangue già da un po', gli occhi - impercettibili, considerate le dimensioni - lacrimavano e i denti digrignavano, mentre ogni fibra del suo essere, ogni osso ed ogni muscolo si tendeva al massimo per resistere senza spezzarsi, nonostante per Nadia fosse impossibile comprendere quando sarebbe giunto quel nefasto momento.

    In questo scenario di estremo pericolo, la resilienza e la determinazione di Nadia venivano messe alla prova. Ogni respiro diventava una lotta contro il dolore e la corrosione. Ma nonostante il dolore inimmaginabile, questa si sforzò di mantenere una presenza di spirito notevole, in onore delle promesse fatte. La sua volontà di combattere non poteva venir meno, alimentata dalla consapevolezza dell'importanza della sua missione e del destino che pendeva sul bilancio di questo confronto. Nonostante il dolore e la fatica, Nadia sapeva che doveva adattarsi per sopravvivere.

    E il lampo di genio sopraggiunse quando, nonostante la yoroi attiva, il Caduto riuscì a insinuarsi nuovamente all'interno del suo stesso corpo con le sue mani nuovamente eteree e permeate da quello strano potere che non era ancora riuscita a comprendere, procurandole dolori ancor più lancinanti di quanto avesse memoria. Doveva adattarsi? Bene, si adattò.

    Con una scintilla di ingegno e una tenacia indomita, Nadia capovolse il processo di stabilizzazione che aveva precedentemente favorito la sua grandiosa forma del Gigante, optando invece per una transizione verso la sua essenza più compatta. Questa manovra le permise di ridurre con rapidità la sua imponente figura, riconducendosi alla sua dimensione umana originale. Tale trasformazione inattesa precluse al Caduto ogni ulteriore opportunità di attacco: la bersaglio delle sue intenzioni maligne non occupava più lo spazio in cui aveva pianificato di colpire, lasciandolo probabilmente, e Nadia sperava davvero che così fosse, disorientato e senza punti di riferimento.

    Sebbene la metamorfosi non fosse avvenuta senza dolore, data la severità delle ferite accumulate nel fervore dello scontro, Nadia si persuase che questa audace tattica rappresentasse l'unica via d'uscita dalla situazione critica in cui si trovavano. La decisione, nata dalla disperazione e dalla lucidità di pensiero in un momento di estremo pericolo, rifletteva la sua capacità di adattarsi e sopravvivere, anche nelle circostanze più avverse.

    Senza ulteriori indugi, in un gesto tanto rapido quanto risoluto, iniziò a dissolvere la sua armatura elementare, riciclando l'energia assorbita per alimentare il suo imminente contrattacco. Con una concentrazione intensa, canalizzò questa forza rinnovata nella sua mano sinistra, dando vita a una lancia di luce. Era un'arma dalle forme primitive e appena abbozzate, più un concetto astratto di lancia che una vera e propria arma finita. Andava più che bene, si disse.

    ~ N.W.T. - neural wave transmission, durata trasmissione delle informazioni: 0,02 secondi.

    [grace.1] Non resisteremo ancora per molto.
    [nadiareed] DIMMI QUALCOSA CHE NON SO
    [grace.1] ... Che caratterino!
    [nadiareed] SO ANCHE QUESTO
    [grace.1] ... Sono un bravo arciere!

    Gli occhi di Nadia divennero improvvisamente due fonti irradianti di luce intensa, riflettendo la sua determinazione a non limitarsi a un semplice colpo letale. Mentre meditava sulle strategie per potenziare il suo attacco di risposta, comprese che una mera distrazione del Caduto sarebbe stata inadeguata. Quell'entità malefica richiedeva una punizione più severa: un impegno maggiore, più sofferenza, più distruzione. Così, con una decisione carica di risolutezza, optò per un'azione drastica: avrebbe cercato di compromettere la vista del suo nemico, di renderlo incapace di utilizzare gli occhi. Data la breve distanza che ora li divideva, dopo essere tornata alla sua forma umanoide, Nadia sapeva che non avrebbe dovuto preoccuparsi di colmare grandi spazi per attuare il suo piano.

    E solo allora, con un gesto veloce e mirato, Nadia scagliò la sua lancia di luce cristallina direttamente verso il cuore del Caduto, puntando a un punto vitale con l'intero vigore del suo cosmo. Una lancia che aveva la capacità di riflettere non la propria essenza, ma l'ambiente che la circondava, rivelando un'abilità camaleontica di alto livello. Tale caratteristica garantiva che, nel caso in cui il Caduto fosse riuscito a sottrarsi all'attacco iniziale destinato a sopprimere la sua vista, si sarebbe comunque trovato in difficoltà nel percepire e, di conseguenza, nel difendersi da una lancia praticamente invisibile, proiettata con una forza tale da spiccare a una velocità supersonica. Era un colpo pensato per unire la potenza bruta all'elemento di sorpresa, massimizzando così le probabilità di successo.

    CzdbbQF

    Fisico ● Sempre peggio: ustioni su buona parte del corpo per via del cosmo corrosivo e lividi sui punti di entrata delle mani eteree, altezza addome; affaticamento cronico, ossa in procinto di spezzarsi tutte nello stesso momento ecc.
    Mente ● MA INSOMMA VUOI MORIRE O NO
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, Compatta, lieve crepe dovute al gradiente corrosivo del cosmo del Caduto

    In Breve ● Mi difendo con la yoroi e la mantengo attiva per un po', prima di avere il lampo di genio e tornare PICCINA GRAZIONA pur continuando a subire i danni finché non sono fuori portata. Comincio a plasmare una lancia di luce solida (non è un Costrutto) e, dopo un brevissimo teatrino con Grazione, prima faccio Ciclope con un flash accecante che mira a bruciare le retine del Caduto [AD], poi lancio la lancia (eheh) al massimo della forza [AF] che mi è concessa aggiungendo la possibilità che possa diventare invisibile sfruttando la rifrazione della luce [SUPPORTO], e mirando al cuore.

    yoroi
    Per mezzo dell'energia fotonica che permea il corpo del Gigante, Nadia si circonda di pura luce lunare, una sorta di armatura elementare che, assieme a quella già normalmente indossata, consente di attutire un maggior numero di attacchi nemici o più semplicemente tenerla al riparo e agevolare la guarigione mentale o spirituale; Nadia può richiamare in qualunque momento la yoroi, utilizzando il flusso continuo, attorno al suo corpo, anche come diversivo tecnico, sfruttando tutte le componenti offensive della sua abilità principale. La sua efficacia non è paragonabile a chi possiede l’abilità Costrutti, trattandosi più che altro di uno scudo elementale e cosmico il cui mantenimento dipende dalla quantità di energia bruciata.


     
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    Nadia, nel momento in cui la tua lancia trova il suo bersaglio nel petto del Caduto, l'intero campo di battaglia viene avvolto da un'esplosione di cosmo oscuro. La sua deflagrazione avrebbe dovuto segnare la fine di tutto, la tua inclusa. Tuttavia, ciò che segue è completamente inaspettato e profondamente commovente.

    Invece della distruzione, vieni avvolta da un calore rassicurante, un'energia che, sebbene intensa abbastanza da consumarti, ti protegge e ti nutre. Questa luce, questa forza che ti avvolge, ti tocca in modo che non hai mai sperimentato prima. È un senso di appartenenza, di essere amata e desiderata, una sensazione così potente da sembrare l'essenza stessa dell'universo. In quel momento, percepisci di essere esattamente dove devi essere, facendo ciò che sei destinata a fare.

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    Accanto a te, una figura maestosa e possente emerge, il suo sorriso è un faro di speranza e forza. È Iperione il Nero, il Dio del Sole. La sua presenza è rassicurante, un promemoria che non sei sola in questa lotta, che le forze più grandi di te sono al tuo fianco, pronte a sostenerti. Lui prende dolcemente la tua mano, e quando ciò accade percepisci una grande energia, senti che c'è un forte legame tra di voi, qualcosa che trascende le ere e il tempo. I suoi occhi si posano su di te con un misto di ammirazione e rimprovero, un equilibrio delicato tra l'affetto di un protettore e la severità di un maestro.

    "Il tuo coraggio è senza pari, Nadia," inizia Iperione, la sua voce è un timbro profondo che sembra risuonare con l'essenza stessa dell'universo. "Hai combattuto con la forza di un'intera legione, affrontando un nemico che avrebbe fatto tremare i cuori dei più valorosi. Per questo, ti sono profondamente grato." Le sue parole sono un balsamo, ma portano con sé anche il peso della responsabilità e della realizzazione di ciò che è stato rischiato.

    "Tuttavia," continua, il suo sguardo diventando più intenso, "sei stata imprudente. La tua temerarietà avrebbe potuto costarti caro, non solo a te, ma a tutto ciò che ci circonda." Il tono severo di Iperione sottolinea la gravità del momento, un promemoria che ogni azione ha conseguenze, che ogni scelta è un filo nel tessuto del destino. Eppure, nonostante l'avvertimento, c'è un calore sottostante nelle sue parole, un affetto che avvolge le sue frasi come il calore che ti ha protetto dall'esplosione del cosmo oscuro.

    In questo momento, sotto lo sguardo di Iperione, ti senti amata e protetta, una sensazione che riscalda il tuo cuore e riempie il tuo spirito. È un amore che va oltre la semplice affezione; è quasi romantico nella sua intensità, una connessione che sembra destata dal profondo legame tra le vostre anime. Con Iperione al tuo fianco, ti senti invincibile, pronta a fronteggiare qualsiasi oscurità con la certezza che, insieme, porterete luce in ogni angolo del cosmo. In questo momento, sei la sua bimba, una figlia del cosmo, amata e protetta, ma anche una guerriera, una portatrice di luce pronta a combattere per il bene di tutti.

    Note del Master

    Molto bene, il caduto prova a contrattacare ma vieni salvata da Ipe, che arriva al tuo fianco e tendendoti la mano ti offre il suo aiuto per terminare ciò che hai iniziato. Solo ora, ti accorgi del mondo che ti circonda. La squadra di supporto ha portato in salvo i feriti e, alzando lo sguardo al cielo vedi la nous di Iperione: Aranorion. Scendono a frotte i suoi uomini. Mettono in sicurezza la zona e, curano i feriti. Concludi lo scontro, sostenuta dal potere di Iperione che ti supporta nel finire di eliminare il caduto.

     
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    « parlato » pensato « parlato altri »
    Nel momento cruciale in cui la lancia forgiata da Nadia si conficcò nel cuore del Caduto, liberando un'esplosione di cosmo oscuro che sembra minacciare l'annientamento totale, l'atmosfera del campo di battaglia subì una trasformazione drammatica. L'esplosione, che avrebbe dovuto rappresentare un apice distruttivo, capace di porre fine a ogni cosa presente, Nadia inclusa, iniziò paradossalmente a tessere un epilogo completamente diverso da quello anticipato. Invece di essere sommersa dalle fiamme dell'obliterazione, Nadia si ritrovò avvolta in un calore che sfida ogni logica, un'energia che, nonostante la sua intensità abbagliante e potenzialmente consumante, si rivela sorprendentemente protettiva e nutriente. Questa forza, che sembra emergere dal nucleo stesso dell'esplosione, l'avvolse con una delicatezza inaspettata, instillando in lei una sensazione di calore e conforto che contrasta profondamente con il caos circostante.

    La luce che la circonda diventò un medium trasformativo, toccandola in profondità a livelli emotivi e spirituali mai prima esplorati. Le offrì un senso di appartenenza così vasto e onnicomprensivo da sentirsi radicata nell'infinito, di essere oggetto di un amore profondo e cosmico, desiderata da un universo che sembra averla scelta. Queste emozioni, potenti e avvolgenti, le conferivano una certezza quasi palpabile di essere un tutt'uno con l'essenza dell'universo, un sentimento che trascende la mera esistenza fisica.

    Mentre si trovava in questo stato di grazia, Nadia sperimentò una rivelazione profonda: la consapevolezza di essere esattamente dove il destino l'ha condotta, impegnata in un'azione che non è solo giustificata ma profondamente connessa al tessuto dell'essere. Una percezione di completezza e di scopo che illuminava ogni fibra del suo essere, conferendole la chiarezza che ogni sua scelta e ogni suo gesto sono in perfetta armonia con il disegno più ampio dell'universo, un cammino illuminato dalla certezza che la sua lotta non è solitaria o vana, ma un passo essenziale nel grande schema delle cose.

    In quel frammento di eternità, mentre Nadia è immersa in un mare di sensazioni trascendentali, avvenne una rivelazione che tagliò il velo della sua percezione, rivelando la verità dietro l'origine di tale estasi sublime. La fonte di questa energia rinvigorente, di questo calore che sfida il caos circostante per offrire protezione e amore, era nientemeno che Iperione il Nero, il Titano del Sole, una figura avvolta in mistero e potenza, il cui nome evoca visioni di fuoco primordiale e di oscurità irradiante.

    Il riconoscimento di Iperione come artefice di tale stato di grazia colpì Nadia con la forza di una tempesta solare, facendo affluire in lei una cascata di emozioni e conoscenze. Per un istante, il tempo sembrava sospendersi, concedendole la chiarezza di vedere oltre le nebbie della guerra e del conflitto, verso una verità più grande e profonda che si annida nel cuore ardente dell'universo.

    La realizzazione che il Titano del Sole stesso, un'entità la cui essenza è intrecciata con le stelle e la vastità dell'infinito, abbia scelto di intervenire, di tessere il suo potere attraverso lei, è una rivelazione che va oltre l'incredulità. È un onore e un peso che la rende contemporaneamente umile e immensamente potente. La conoscenza che un essere di tale maestà abbia visto in lei, in Nadia, il canale attraverso cui esprimere la sua volontà, la riempiva di una determinazione rinnovata e di un senso di scopo elevato.

    Questo attimo di realizzazione fu come un bacio del destino, un segno che la sua lotta, le sue scelte, e persino i suoi sacrifici erano stati ascoltati e riconosciuti da una forza che esiste da tempo immemorabile, che arde al centro di tutto ciò che è vivo e vibrante. Nadia, in questo momento sacro, si sentì più connessa che mai all'universo stesso, conscia di essere diventata parte di un disegno cosmico molto più grande di lei, sotto la guida e la benedizione di Iperione il Nero.

    « Il tuo coraggio è senza pari, Nadia. » Iperione avvolse la sua mano in quella di Nadia con una delicatezza sorprendente, e in quel gesto semplice ma profondamente significativo, un'ondata di energia potente e inesplicabile la pervase. Vi era qualcosa nell'unione delle vostre mani che risuonava con la forza di un vincolo antico, una connessione che sembrava sfidare le barriere del tempo e dell'esistenza stessa, unendo i vostri spiriti in un'armonia che va oltre la comprensione umana. Quando gli occhi di lui incontrarono quelli di lei, Nadia vi trovò riflessa una complessità di sentimenti che l'avvolgeva e confondeva nello stesso momento. Un'intensità che fonde insieme ammirazione profonda e una sorta di rimprovero sottile, creando un amalgama emotivo difficile da decifrare. Negli sguardi di Iperione si alternavano l'affetto caloroso e protettivo di chi desidera custodire l'essenza della donna, e al contempo, la severità riflessiva di un maestro che vede oltre le apparenze, pronto a guidarla attraverso insegnamenti che potrebbero sfidare la sua percezione di se stessa e del mondo intorno a lei.

    « Tuttavia... sei stata imprudente. La tua temerarietà avrebbe potuto costarti caro, non solo a te, ma a tutto ciò che ci circonda. » Questa dualità nell'espressione del suo volto dipingeva un quadro di una relazione che oscillava tra la dolcezza di un legame spirituale profondo e il rigore necessario per la crescita e l'evoluzione personale. Era come se, in quel momento di connessione, egli invitasse la donna a intraprendere un viaggio che prometteva di essere tanto arricchente quanto impegnativo, un percorso che richiedeva fiducia reciproca e la volontà di esplorare le profondità del loro essere congiunto.

    ~ N.W.T. - neural wave transmission, durata trasmissione delle informazioni: 0,02 secondi.

    [grace.1] Potresti dire qualcosa, qualunque cosa.
    [nadiareed] ...
    [grace.1] Eh, lo so: fa quest'effetto tutte le volte.
    [nadiareed] E... pensare che mi sono truccata di merda oggi. Va che manzo ~
    [grace.1] NON HO CAPITO
    Si rese conto del mondo che la circondava soltanto in quel preciso istante. La squadra di supporto del Titano aveva già trasportato in salvo i feriti, strappandoli alla violenza del conflitto. Alzando lo sguardo verso l'alto, i suoi occhi si posarono sulla nous di Iperione: Aranorion, un apparato celeste di imponenza e conforto. Dal cuore di quella grandezza, discesero in numerose schiere i suoi guerrieri. Questi ultimi si adoperarono con prontezza per assicurare la sicurezza dell'area e prestare le prime cure ai feriti, instaurando un'atmosfera di speranza e rinascita tra le macerie dello scontro.

    « La temerarietà è il prezzo da pagare per coloro che osano sfidare il destino. Se il costo della libertà e della luce per questo mondo significa danzare sull'orlo dell'abisso, allora è un prezzo che accetto di pagare. Non per temerarietà, ma per speranza, per tutti noi. »

    La consapevolezza del compito che le incombeva si materializzò nel suo cuore con la gravità di un destino ineluttabile: era giunto il tempo di porre fine all'esistenza del Caduto, una volta per tutte. La presenza di Iperione, un'entità di potere e mistero, le aveva infuso una nuova energia, un vigore rinato che si riversava nelle sue vene come un fiume in piena. Questa forza rinnovata non era solo un dono; era anche un mandato, una benedizione che la investiva del potere necessario per sferrare il colpo decisivo.

    La certezza che Eagle fosse al sicuro, insieme a tutti i civili ancora in vita e coinvolti nell'epico conflitto, fungì da ulteriore catalizzatore per la sua risolutezza. In qualche modo, contro ogni previsione, aveva ottenuto molto più di quanto avesse osato sperare da quella missione che, agli occhi di molti, sembrava una peregrinazione verso la morte certa. Ora, con il cuore gonfio di un coraggio temprato dalle fiamme dell'avversità, era pronta a rispondere alla chiamata del destino.

    Senza indugio ulteriore, con la benedizione implicita ricevuta dalla sfida di Iperione, Nadia concentrò tutto il suo cosmo, lasciando che l'energia dentro di lei crescesse fino a divenire insostenibile, un fiume in piena che cerca sfogo. Poi, con un gesto tanto definitivo quanto liberatorio, rilasciò quella forza in una spettacolare esplosione di luce che si espandeva in ogni direzione, formando una cupola luminosa e immensa che avvolgeva l'intero campo di battaglia. Quest'atto non era solo la conclusione della sua battaglia contro il Caduto, ma anche una dichiarazione potente della sua volontà di portare luce dove prima regnava l'oscurità, di combattere per un futuro in cui la speranza potesse fiorire libera da catene. In quel bagliore accecante, Nadia non solo siglò la fine del suo nemico, ma illuminò la via verso un domani rinnovato, lasciando un segno indelebile nel tessuto stesso del cosmo.

    CzdbbQF

    Fisico ● MI SENTO
    Mente ● SPOSATA
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Indossata, Compatta, lieve crepe dovute al gradiente corrosivo del cosmo del Caduto

    In Breve ● Vabbè mi faccio bannare se faccio un riassunto.

    moorage: extinction
    Nadia rilascia il proprio cosmo dopo averlo accumulato in grande quantità, generando ciò che potremmo considerare una cupola cosmica in grado di abbattersi a 360°, attingendo alle proprietà elementari di cui dispone per generare maggior danno, che si tratti di una scarica puramente accecante oppure una esplosione di lame e raggi di luce concentrati e dal potere perforante e/o ustionante. Dal momento che GRACE.1 è l’epicentro di tale esplosione, può accadere che Nadia provi a celarsi il più possibile sfruttando la rifrazione della luce stessa, nel tentativo di nascondere al nemico la sua posizione un attimo prima dell’azione offensiva.


     
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    La polvere della battaglia inizia a posarsi mentre ti guardi attorno, Nadia. Il campo di battaglia, un tempo scenario di un conflitto devastante, ora testimonia una quiete precaria. I civili, visibilmente scossi ma salvi, si raccolgono in gruppi, cercando conforto gli uni negli altri, e tu, al centro di questa scena, senti il peso e il calore delle azioni compiute. La figura della donna-ragno si fa strada tra i sopravvissuti, portando in braccio una ragazzina che osserva tutto con occhi grandi e timorosi. La donna si avvicina a Iperione, il gigante che ha combattuto al tuo fianco. "Ti ringrazio amica mia," le dice Iperione con un tono che riecheggia rispetto e gratitudine. La donna-ragno sorride dolcemente e, con un gesto del capo, ti indica. "È stata molto brava, e non ho mai temuto che non fosse lei," aggiunge, la sua voce è un misto di ammirazione e sollievo, evidenziando la fiducia che ha in te e nelle tue capacità.

    Iperione ti osserva attentamente, il suo sguardo pesante con un misto di preoccupazione e sollievo. Dopo un momento, si avvicina e ti prende delicatamente in braccio, un gesto protettivo e affettuoso che sembra suggellare la tua importanza per lui e per il futuro che vi attende. "Ora andiamo," dice, rivolgendosi al gruppo di civili e combattenti ancora sgomenti. "Avremo modo di discutere del resto poi; abbiamo molte cose di cui parlare."

    Mentre ti allontani dalla scena della battaglia, appoggiata al robusto braccio di Iperione, ti senti avvolta non solo dalla sua forza, ma anche dal suo supporto incondizionato. Il suo sguardo, una volta imperscrutabile, ora mostra tracce di un sollievo palpabile. È chiaro che, nonostante la sua natura stoica, il titano si sente sollevato per l'esito della battaglia e, soprattutto, per la tua sicurezza.

    "Nadia, oggi hai dimostrato coraggio e determinazione che pochi possiedono," continua Iperione mentre vi dirigete verso la sua nous. "La tua capacità di affrontare il pericolo e usare il tuo potere non fa che rafforzare la mia convinzione che sei essenziale per il nostro cammino."

    Mentre procedete, la figura della donna-ragno si unisce a voi, la ragazzina ancora stretta al suo fianco. Un senso di comunità e di scopo condiviso si rafforza tra voi, mentre preparate per discutere le strategie future e il modo in cui potrete lavorare insieme per prevenire future catastrofi.

    "Nadia," conclude Iperione, i suoi occhi brillano di un'affettuosa stima. "Continua a brillare, ma ricorda sempre di farlo insieme a noi. Insieme, possiamo portare luce dove c'è oscurità, speranza dove regna la disperazione."

    Queste parole sigillano il vostro impegno reciproco, rafforzando il legame che non solo vi unisce nella lotta contro il male, ma anche nel percorso verso la guarigione e la rinascita di un mondo ferito.

    Note del Master
    Concludi pure con un ultimo post, ovviamente con voi c'è anche Eagle che si è salvato. Vieni condotta sulla nous e da li, andrai alla torre nera. Il risultato tanto già lo sai <3

     
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    « parlato » pensato « parlato altri »

    Mentre la polvere della battaglia iniziava a posarsi, Nadia, ferma al centro del campo di battaglia, osservava il cambiamento del paesaggio intorno a lei. Il terreno, una volta palcoscenico di uno scontro violento e disperato, ora si trasformava in un luogo di rifugio temporaneo e recuperava una quiete forzata. I civili, visibilmente scossi ma fortunatamente salvi, si raccoglievano in piccoli gruppi, cercando conforto reciproco nelle proprie presenze. Lei, avvolta dai residui del tumulto e della tensione, sentiva il peso e il calore di ogni azione compiuta, di ogni decisione presa durante la battaglia.

    Tra i sopravvissuti si distingueva una figura particolare: la donna-ragno. Si muoveva con agilità e grazia tra i civili, portando in braccio la ragazzina che, con occhi grandi e timorosi, osservava la scena circostante. La donna-ragno si avvicinò lentamente a Iperione, il Titano che aveva combattuto valorosamente al fianco della nel-Gigante. La gratitudine era evidente nei suoi movimenti mentre si avvicinava a lui. « Ti ringrazio, amica mia » le disse Iperione, la sua voce profonda riecheggiando nel silenzio che ora avvolgeva il campo. Un sorriso dolce, quasi materno, si dipinse sul volto della donna-ragno mentre, con un cenno del capo, indicava Nadia. « È stata molto brava, e non ho mai temuto che non fosse lei » aggiunse, la sua voce mescolando ammirazione e sollievo.

    Iperione si voltò verso Nadia, i suoi occhi pesanti per la stanchezza e il sollievo. Dopo un breve momento di riflessione, avanzò verso di lei e la sollevò delicatamente, un gesto che oltrepassava il semplice aiuto fisico per trasformarsi in un simbolo di protezione e affetto profondo. « Ora andiamo »annunciò Iperione, rivolgendosi ai civili e ai combattenti ancora presenti. « Avremo modo di discutere del resto in seguito; abbiamo molto di cui parlare. »

    Mentre si allontanavano dalla scena della battaglia, appoggiata al robusto braccio di Iperione, Nadia si sentiva avvolta non solo dalla sua forza fisica, ma anche dal suo supporto morale e emotivo. Il suo sguardo, una volta imperscrutabile e distante, ora si tingeva di tracce di sollievo palpabile, un segno che anche il stoico Titano era profondamente sollevato dall'esito della battaglia e, soprattutto, dalla sicurezza della donna.

    « Nadia, oggi hai dimostrato coraggio e determinazione che pochi possiedono, »proseguì Iperione, guidando il gruppo verso la sua nous, la grande navicella pronta a trasportarli lontano dal caos. « La tua capacità di affrontare il pericolo e di usare il tuo potere in modo così efficace non fa che rafforzare la mia convinzione che sei essenziale per il nostro cammino. »

    Nadia, concentrata ad ascoltare il Titano e non cedere alla stanchezza, ma anche ovattata per il turbinio di emozioni provate in quell’istante, non riusciva a non volgere un pensiero al suo amico Eagle. La sua volontà umana, desiderosa di scoprire dove fosse, ma soprattutto se fosse ancora vivo per poterlo toccare, si scontrava con quella di gigante che invece si lasciava cullare dalle braccia e dalle parole confortevoli del suo Signore.

    Fortunatamente, proprio mentre procedevano verso la nous, una figura sconosciuta si avvicinò rapidamente, il volto illuminato da un sorriso. « Signora Nadia, ho notizie di Eagle: è vivo, trovato tra i civili evacuati. » La notizia colse Nadia completamente di sorpresa, scatenando in lei un misto di gioia e sollievo. Con un rapido scambio di sguardi con Iperione, che annuì in segno di comprensione, Nadia si distaccò dal gruppo e si mise a cercare freneticamente tra la folla, i suoi occhi scrutando attentamente i loro volti. Quando finalmente individuò Eagle, una seconda scarica di sollievo e gioia la travolse. Senza pensare a nulla altro, iniziò a correre verso di lui, i suoi passi riecheggiavano sul pavimento terroso, ogni battito del cuore in perfetto sincrono con la sua corsa.

    Eagle, pur non riconoscendo la figura familiare di Nadia che si avvicinava, sentì il suo spirito sollevarsi oltre ogni previsione. Lasciando da parte ogni cautela, si lanciò verso di lei con un'energia rinnovata, guidato dall'impulso di riabbracciare la sua amica. Mentre la distanza tra loro si assottigliava, i loro sguardi si incrociarono, scintille di una connessione profonda e indistruttibile che aveva resistito alle prove del conflitto.

    Proprio nel momento in cui i loro corpi si incontrarono in un abbraccio, l'armatura biologica che avvolgeva Nadia iniziò a dissolversi. Era come se l'intensità del loro incontro, il puro affetto che traspariva da quel gesto, avesse sciolto le barriere non solo tra di loro, ma anche quelle che Nadia portava su di sé. L'armatura si sgretolava e si disperdeva nell'aria, lasciando dietro di sé solo la figura di Nadia, ora completamente umana. Mentre l'ultimo frammento dell'armatura si dissolse, una luce soffusa emanò dal suo corpo, simbolo visivo della sua rinascita e vulnerabilità ritrovata. Lei, ridotta alla sua essenza più pura, abbracciava Eagle, il suo viso sepolto nel suo spalla mentre le lacrime iniziavano a scorrere liberamente.

    Eagle, sentendo il peso dell'armatura svanire e la presa di Nadia farsi più stretta e umana, la sostenne con più forza. C'erano calore e un conforto immenso nel sentirsi così vicini, senza barriere tra di loro, condividendo non solo il sollievo del ricongiungimento ma anche il peso di tutto ciò che avevano attraversato. La loro presa reciproca era un simbolo di sopravvivenza e speranza, un riconoscimento tacito che, nonostante tutto, erano ancora qui, ancora insieme.

    « Non avrei mai pensato di vederti di nuovo così, » mormorò Eagle, la voce tremante per l'emozione. La risposta di Nadia fu un sussurro soffocato, quasi sovrastato dai battiti forti dei loro cuori.

    « Ma ci siamo, Eagle. Torniamo a casa! »

    La nous era finalmente pronta a partire.
    Mentre si alzava delicatamente dal suolo devastato del campo di battaglia, dirigendosi verso la nuova dimora di civili e Giganti - ad eccezione di Eagle, per cui fu chiesto che facesse ritorno in agenzia per essere il nuovo faro per tutte quelle persone ancora sparse per il globo che operavano per Nadia - la donna si sentì sopraffatta. Le emozioni del giorno, il peso delle decisioni prese e il calore delle nuove speranze acquisite, tutto convergeva in lei come un fiume tumultuoso. Ogni conversazione, ogni sguardo scambiato con i suoi compagni, aveva aggiunto un ulteriore strato di responsabilità su quelle già pesanti spalle. La tensione accumulata, insieme alla stanchezza fisica e mentale, iniziò a farsi sentire con prepotenza.

    Mentre la navicella guadagnava quota e si dirigeva verso la nuova base, l'adrenalina che aveva sostenuto Nadia durante la battaglia cominciò a svanire, lasciando spazio a un esaurimento che non poteva più ignorare. I discorsi di pianificazione per il futuro e le strategie di ricostruzione si susseguivano intorno a lei, ma la sua mente iniziava a stancarsi, incapace di tenere il passo con la rapida sequenza di idee e proposte.

    Iperione, notando il pallore crescente sul volto di Nadia e il modo in cui i suoi occhi lottavano per restare aperti, si avvicinò con preoccupazione. « Nadia, devi riposare, » disse lui, la voce impregnata di una cura fraterna. « Hai dato tutto te stessa oggi, ora lascia che prendiamo noi il testimone. » Nadia tentò di protestare, di insistere che poteva continuare, ma la verità era evidente anche a lei. Con un cenno stanco, accettò il consiglio del Titano e si diresse verso un angolo tranquillo della navicella. Si accomodò su un sedile vicino al finestrino, guardando fuori verso le stelle che iniziavano a brillare nel cielo buio, simboli di speranza e di guida per il cammino che avevano davanti.

    La conversazione attorno a lei si fece sempre più sfumata, le voci dei suoi compagni un delicato sottofondo che si mescolava ai sussurri della nous mentre fendeva l'atmosfera. La stanchezza si impadronì completamente di Nadia, e, nonostante la sua volontà di rimanere vigile e partecipativa, i suoi occhi si chiusero inevitabilmente.

    La sua testa cedette dolcemente al peso del sonno, appoggiandosi contro il freddo vetro del finestrino. Il contatto freddo era inaspettatamente confortante, un piacevole contrasto con il calore che ancora bruciava nei suoi muscoli e nelle sue ossa. Con il ronzio costante della navicella come una ninna nanna, Nadia si abbandonò finalmente al sonno, il suo respiro diventando profondo e regolare.

    Nella sicurezza e nel calore di quella cabina spaziale, circondata dagli amici e protetta dalle stelle, Nadia dormiva, il suo viso pacifico contro il vetro che ora si appannava leggermente con ogni esalazione. Mentre la nous continuava il suo viaggio attraverso lo spazio, Nadia riposava, raccogliendo le forze per i giorni che sarebbero venuti, giorni in cui sarebbe stata chiamata ancora una volta a guidare, a insegnare, e a sognare un mondo migliore.

    CzdbbQF

    Fisico ● Stanchezza critica
    Mente ● ??
    Cloth ● Adamas di Grazione, IV ● Non Indossata

    In Breve ● Ho adorato un sacco questo addestramento, e non solo per i progetti che intendo portare avanti. Grazie Gaz 💛


     
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