minutes to midday

pegasus vs iperione

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    In varie località, principalmente delle Grecia ma anche di altre zone del pianeta che erano raggiunte in qualche modo dalla presenta dei santi di Athena, cominciarono ad apparire in giro per le strade deserte, muri di palazzi ricoperti di rampicanti, colonne di piccoli tempietti, alberi, dei volatini di strana natura.

    Alcuni addirittura arrivarono fino ad Asgard i ai limiti degli insediamenti atlantidei. Qualcuno venne avvistato svolazzare verso un avamposto degli alchimisti neri, altri usati come sottobicchieri in qualche locale di soldati titanici a Kiev.


    Su tali volantini era scritto, in una grafia abbastanza brutta e sicuramente fotocopiati alla bene e meglio da qualche eliografia dozzinale:



    volantino





    Nel retro del foglio, le istruzioni per arrivare a un parco-giochi abbandonato in una remota località del Sud della Turchia. Non abbastanza importante o vicino per avere qualche piano futuro in tempi brevi per il Grande Tempio, ma anche abbastanza tranquillo da poter essere distrutto senza troppi problemi.


    Seduta su una panchina, a bere da una lattina una soda sotto la debole luce della Luna che calava, Matar di Pegasus. Armatura già indossata, non si aspettava davvero che qualcuno venisse sul serio.

    Aveva chiesto il favore a un paio di persone di distribuire i volantini ed era anche stata considerata abbastanza ingenua da considerare che questa opzione potesse essere valida. Il punto è che si annoiava, e al momento nessuno era disponibile per qualche sparring amichevole e stranamente nessuna missione degna di nota.


    Almeno mi sto facendo una bella passeggiata – disse fra se e se, finendo con un singolo sorso la lattina e gettandola con un bel tiro in un secchio della differenziata. Difficile che la cosa funzionasse dopo dodici anni ci Corruzione, ma ehi! Come saint doveva dare il buon esempio.


    Si alzò stiracchiandosi e facendo un po di stretching, guardando il cielo stellato che si sovrapponeva alla ruota panoramica che ancora, per qualche strano gioco del destino, ancora non era crollata. Era comunque bella fatiscente, molto diversa da quella che si ricordava di vecchi giorni passati al Luna Park con la sua famiglia a divertirsi.


    Ah, divertirsi. Una cosa carina da fare ora come ora. Aveva ancora un nel po’ di tempo prima che la raccattassero con un teleport. La scusa di una ricognizione poteva servire solo per un po’… non che non avesse fatto fuori un po’ di corrotti nel frattempo.



    [taglio di scena con una montagna di carne con tanti fori di pugni e segni di percosse che ancora si contorceva negli ultimi spasmi muscolari]



    Salticchiando lungo le mattonelle di sbiadita vernice colorata del viale centrale,arrivò esattamente sotto la grande ruota del parco, alzando le braccia quasi come se volesse in qualche modo allungarsi per toccare la parte più alta.

    Poi, improvvisamente, una strana sensazione cosmica… come se il Sole stesse sorgendo diverse ore in anticipo.





    Matar | Pegasus (V) | Energia: Blu



    Abilità: Resistenza, Furore Sacro, Ultimo Sforzo, Favore di Athena.

    Stato: OK


    Riassunto: Rubato l'idea del festival, ma i mezzi sono quelli che sono :3



     
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    iperione spadone {VIII} energia bluminutes to midday1
    C’erano davvero poche cose in grado di sorprendere Iperione, un essere di una potenza e di un’antichità quasi inimmaginabili. Le sue memorie, avvolte in una nebbia impenetrabile, erano offuscate dai sigilli che contenevano la sua vera forza, limitando i suoi ricordi così come la sua potenza. Era un tema che sua sorella Mnemosine aveva esplorato con lui molte volte, ma di cui Iperione non riusciva a cogliere pienamente il senso. Eppure, questa condizione di semi-potenza non lo turbava tanto quanto disturbava i suoi fratelli. Lui, a differenza di loro, trovava un certo piacere nel mettersi alla prova, esplorando con curiosità come gli umani, così limitati nella forma, nel pensiero e nella comprensione del cosmo, potessero vivere senza farne una tragedia. Dopotutto, gli umani erano loro creature, e forse era proprio nella loro imperfezione che si poteva scorgere il tocco divino.

    Un discorso simile, fatto con sua sorella Teti, avrebbe sicuramente scatenato un’animata discussione. La verità era che Iperione sentiva la mancanza dei suoi fratelli e sorelle. C’era qualcosa nel legame con la sua famiglia che non sapeva spiegare; un vincolo profondo che sembrava ancorato all'essenza stessa della realtà.

    Quella mattina, dopo aver trascorso la notte in un bar intergalattico, Iperione si imbatté quasi per caso in un volantino su un tavolo. Lo raccolse, e il suo sguardo assunse l'espressione di chi stenta a credere a ciò che sta leggendo. Era un invito a combattere in un luogo tanto lontano e pericoloso quanto affascinante: la Turchia. Un luogo di corruzione, caduti e chissà quali altre sfide riservava il mondo. Certamente, anche lui aveva combattuto, ma in modo diverso.

    “Mat di Pegasus,” ripeté ad alta voce, con un tono a metà tra l’incredulo e l’divertito. Aveva incontrato un altro Saint, e si chiese perché questo Mat non potesse utilizzare la propria arena, se era così desideroso di combattere. Un invito simile, un volantino che viaggia attraverso il multiverso, era la cosa più insensata che avesse mai visto, eppure, da qualche parte remota e profonda del suo essere, lo faceva sorridere.

    Senza esitare, Iperione si diresse a grande velocità verso il luogo dell’incontro a bordo di una delle sue navi. All'arrivo, scorse una ragazza che indossava l'armatura di Pegasus, in attesa trepidante del suo avversario. Dopo aver parcheggiato la sua astronave a debita distanza, Iperione camminò verso l’area dell’incontro e, una volta di fronte al cavaliere di Pegasus, posò il volantino su un’altalena vicina.

    “Tu devi essere Mat,” iniziò Iperione. “Io sono Iperione il Nero, e accetto la tua sfida.” Il suo tono mescolava serietà a una vena di divertimento per l’unicità della situazione. “Scegliere la Turchia è molto audace. Combattiamo e, se dimostrerai il tuo valore, potrei offrirti una proposta: un luogo dove potrai allenarti in pace e migliorare le tue abilità.”

    L'offerta di Iperione era genuina, non poteva essere altrimenti. Se la ragazza avesse mostrato il coraggio e la forza che si attende da un cavaliere di Pegasus, avrebbe meritato l'arena. Questo cavaliere o era incredibilmente sicuro delle proprie capacità, o era follemente ignaro dei pericoli di un invito del genere.

    “Ma ora, prego, apriamo le danze,” concluse Iperione, con un tono fermo e deciso, pronto a scoprire se quella giovane guerriera avrebbe potuto reggere il confronto con un dio.

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    mentalmente non sa, se sei pazza o se sei pazza
    riassunto azioni ma MENIAMOCI

    Gurthang
    Iperione, il Titano del Sole e dei Cieli, incarna la personificazione del vero guerriero. La sua soma, uno spadone mastodontico, rappresenta integralmente l'essenza di ciò che lui stesso simboleggia. Iperione può manifestare fisicamente uno spadone colossale composto dallo stesso materiale della sua soma. Quest'arma imponente, dal design non convenzionale, si distingue per la sua grandezza e lo spessore fuori dal comune. Vista frontalmente, l'arma assume una forma triangolare, ampia alla base e si restringe verso l'estremità superiore, culminando in una punta affilata. Ciò che la rende unica è una cavità circolare situata a circa metà della sua lunghezza. L'impugnatura, straordinariamente lunga, conferisce una notevole manovrabilità, a patto che chi la maneggi ne possieda la forza sufficiente anche solo per sollevarla. La sezione dell'arma è spessa e dalla forma romboidale. Come la sua soma, l'arma è nera come la pece. La caratteristica cavità al centro dello spadone, quando Iperione intende evocare il suo potere massimo, si carica di vento solare, emanando l'aspetto di un sole in miniatura. Dal punto di vista pratico, Iperione può richiamare l'arma in qualsiasi momento e usarla per annientare i suoi nemici. La robustezza dello spadone, paragonabile a quella della sua soma, la consacra come una delle armi più potenti dell'universo. Il Titano, con maestria, può sfruttare lo spadone per orchestrare i suoi attacchi, lanciando fendenti di vento solare e dunamis che si propagano nell'aria, sottolineando la sua formidabile abilità nel combattimento cosmico.


    Ichor
    Essere un Titano comporta un'eredità divina, una dote che nessun altro può vantare. Il sangue di Iperione, al contrario del cremisi umano, assume varie sfumature di azzurro, oscillando tra il turchese e il blu scuro. La peculiarità di questo sangue divino risiede nella sua ricchezza di dunamis, un'energia cosmica che lo pervade. Ciò fa sì che il sangue di Iperione guarisca lentamente e costantemente le ferite di lieve entità. Che si tratti di tagli, ematomi o fratture, nel tempo queste scompaiono grazie al potere lenitivo del suo stesso sangue. Tuttavia, in combattimento, questa capacità non garantisce la guarigione di ferite gravi o invalidanti, a meno che non si attivi il suo potere attivo. In tal caso, amalgamando sia l'azione offensiva che difensiva, Iperione può concentrare una notevole quantità di dunamis nel suo sangue. Facendo ciò (un'abilità utilizzabile solo una volta in un duello), ha la possibilità di curare i danni fisici o eventuali stati alterati (come la perdita di sensi, problemi al sistema nervoso o avvelenamento). Oltre a ciò, l'Ichor conferisce a Iperione l'immortalità, facendo sì che ogni imperfezione fisica del suo corpo prima del risveglio svanisca con il tempo. Il suo sangue, inoltre, può essere impiegato per curare gli altri o dar vita a oggetti inanimati, trasformandoli in obbedienti servitori (only GdR). In questo modo, il potere di Iperione si estende oltre il campo di battaglia, influendo sulla vita e sulla creazione stessa.


    Vento Solare
    Iperione, nella sua veste di Dio del Sole, possiede la straordinaria abilità di richiamare a sé tutta la potenza di quell'astro che è fondamentale per la vita sulla terra. Il suo potere si concretizza nel richiamare o creare dal nulla il "potere di Helios", un vento solare in grado di spazzare via ogni cosa e di bruciare con una fiamma più intensa di qualsiasi altra. Questo potente dono divino si suddivide in due elementi distinti: aria e fuoco. Il controllo di Iperione sull'elemento vento è praticamente totale. Può richiamare grandi quantità di vento o manipolare quello già presente sul campo di battaglia, generando proiettili d'aria, potenti tornadi o esplosioni devastanti liberando aria compressa. La sua maestria nel controllo del vento gli permette di alterarne la pressione e la direzione, ma va oltre, variando anche la composizione dell'ossigeno nell'aria o generando fenomeni come l'evaporazione dei liquidi. La sua abilità con il vento estende anche la possibilità di simulare il volo sfruttando le correnti, utilizzare getti d'aria senza riuscire a raggiungere l'abilità piena, è inoltre possibile accelerare i movimenti senza poter mai raggiungere il potere espresso da chi possiede per esempio l'agilità straordinaria. D'altra parte, il controllo sull'elemento fuoco, seppur meno vasto rispetto al vento, merita rispetto. Attraverso la sua capacità, Iperione può innalzare la temperatura tramite l'espansione del suo cosmo, creando fiamme in varie forme, che esse siano fruste, proiettili o sfere. Ha la facoltà di avvolgersi di fiamme o infiammare la sua arma per eseguire attacchi ardenti. Pur non raggiungendo la stessa maestria del vento, non è raro vederlo creare sfere infuocate per annientare i suoi avversari. Entrambi gli elementi, essendo di tipo aeriforme, vantano una straordinaria duttilità e si distinguono per la loro manovrabilità eccezionale. A ciò si aggiunge la possibilità di combinare vento e fuoco per generare il Vento Solare, una fusione che offre spettacolari risultati. Iperione può così creare tornadi di vento che ustionano e fanno evaporare il sangue, lame di vento infuocate o sfere di fuoco che implodono, seminando distruzione per chilometri.


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    dawat

    B A F F I ~ ?




    Una persona si avvicino a lei, che nel frattempo si era seduta su una altalena ad aspettare. Quel cosmo enorme come una stella, ampio come il suo ma allo stesso tempo più “complesso” (non sapeva meglio come descriverlo) aveva riempito il parco con la sensazione del Sole a mezzogiorno anche se la luce rimaneva immutata.

    Eppure, quello era il suo primo pensiero. Baffi epici, di grande raffinatezza e fattura. Belli, molto belli. Realizzò solo dopo che tali baffi erano attaccati a un titano, che si presentava come Iperione il Nero, che aveva accettato la sua sfida. Come fosse possibile che fra tutti proprio un dio fosse qui ora era un mistero.

    Aveva informazioni sui titani, ovviamente, di come fossero esseri antichi, primi dominatori, ecc… ma i dettagli gli sfuggivano. Sapeva che erano tutti molto diversi e conoscerne uno non significava conoscerli tutti, anzi. E che essendo cosi primordiali, determinati elementi di logica umana con loro non valevano 1:1.

    Ottimo.



    Ho l’onore di avere come avversario un titano, e fra tutti il nobile Iperione - sorrise al guerriero, alzando la mano in segno di saluto per poi iniziare a dondolare spensierata – Si, io sono Matar di Pegasus, cavaliere di Athena anche se lo sono da… boh? Qualche settimana? Mi sono menata malamente e sono stata in clinica per giorni, ho ancora un po’ di confusione con le date… ma vabbè, non voglio annoiarti.

    Dondolava sempre più forte, quasi come se volesse fare un giro completo. Poteva con il cosmo, ma stava provando senza. Sarebbe stato barare - Quello che è scritto sul foglietto è esattamente quello che voglio: un bel duello. Niente politica, niente gente che possa andare in mezzo, solo io e il mio avversario che ci scambiamo qualche bel cazzottone e niente più ~


    Per quanto riguarda la tua offerta, non mi sta bene: di più! Essere un eroe e un cavaliere è sempre stato il mio sogno… ma per farlo devo diventare ovviamente più forte - esclamò sorridendo la ragazza scendendo con un salto dall’altalena e prendendo le distanze, dando le spalle al dio guerriero. Non si dimostrava spaventata di mostrare il suo lato cieco, intuendo dai suoi gesti quanto il titano fosse una creatura onorevole. Ma il sorriso si tramutò velocemente in un ghigno divertito e complice, di una bambina che dava un biscotto allo zio appena rubato dalla cucina – Il motivo per cui ho scelto questa zona desolata non è tanto audacia, ma proprio praticità! Perfetta per addestrarsi…





    "MONO CHAOS" by Robert Slump




    Il suo cosmo esplose, non a tradimento ma come segnale che i giochi stavano per iniziare. Una sfera di cosmo azzurrò apparve nella sua mano, un globo irregolare strabordante di energia grezza che venne scagliata in linea retta proprio sopra alle loro teste. La bomba a svariati metri di altezza esplose in centinaia di piccoli meteore di energia che come un cono iniziarono a cadere sul campo di battaglia attorno a loro, alzando un polverone con le strutture colpite e gli svariati crateri che si stavano generando sul terreno, oltre a tentare di investire con questa pioggia di stelle Iperione e costringerlo a sbilanciare la sua difesa e la sua attenzione mentre Mat caricò in direzione del guerriero nero, con il suo pugno destro a mò di montante diretto verso la sua faccia.



    … Così i miei avversari non si devono limitare.







    Matar | Pegasus (V) | Energia: Blu



    Abilità: res. str. / furore sacro / favore di athena / ultimo sforzo

    Stato: Bene.


    Riassunto: Convenevoli, poi a caso lancio una sfera di cosmo in aria che esplode creando una pioggia di piccole meteore di cosmo grezze che iniziano a distruggere tutto attorno a noi, alzando un polverone e cercando di sbialnciare le tue difese (DIV+AD) per poi scattare e un tentativo di PUNIO in direzione della faccia appena vedo unaapertura (AF).






     
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    Era chiaro, non appena Iperione posò gli occhi su di lei, che aveva di fronte una guerriera la cui vita era un tessuto di battaglie. La presenza di un tale spirito combattivo non era solo intrigante, era quasi un invito, una sfida lanciata attraverso il silenzio delle azioni più che delle parole. D'altronde, chi mai lascerebbe un messaggio così enigmatico se non con l'intento di mettere alla prova se stesso e il mondo?

    Le parole di lei erano un eco fedele delle sue gesta, così come il cosmo che emanava — un'aura vibrante e potente, paragonabile a quella di Iperione stesso. Aveva già incrociato la lama con molti avversari, tuttavia, lei sembrava dotata di un cosmo che potesse sfidare addirittura quello di Iperione, il quale, per circostanze della realtà, si trovava momentaneamente limitato.

    Ma Iperione accolse il destino con un sorriso sornione. Non si sarebbe trattenuto. Decise che avrebbe affrontato Pegasus con tutto il vigore di cui era capace, cercando di scorgere nei meandri del combattimento quella verità nascosta che solo un vero scontro poteva rivelare. Era il tempo di danzare con il destino, di misurare la propria essenza contro quella di un'anima altrettanto ardente.

    La ragazza danzò nell'aria, tessendo con gesti rapidi una sfera di cosmo che si sciolse in una pioggia di luce azzurra. Con un balzo aggraziato, si lanciò verso il Titano, la sua figura fendendo il cielo come una freccia. La gamba destra di Iperione trovò il suo cammino all'indietro, allargandosi in un ampio arco per ancorarsi più fermamente alla terra, giusto in tempo per intercettare l'assalto frontale della giovane guerriera. Il suo pugno, una cometa diretta al volto del Titano.

    Con un movimento che sembrava più un ballo che un combattimento, Iperione portò la sua mano a intercettare il pugno della ragazza. Attorno a loro, il campo di battaglia vibrava di micro esplosioni, piccole stelle che tempestavano l'aria e impattavano contro il corpo del Titano, scintillando contro la sua pelle.

    La mano destra del Titano, aperta in un gesto che sembrava quasi un'accoglienza, raccolse l'urto del pugno. La forza dell'impatto riverberò attraverso il suo corpo, un tuono silenzioso che percorse le ossa, facendole vibrare fino a incrinarsi. Un dolore acuto, pungente come il gelo, si insinuò nel braccio destro di Iperione.

    Eppure, nonostante il dolore che lo assaliva, Iperione rimase saldo, i piedi ben piantati al suolo. Non si mosse di un metro, una statua titanica contro il vento selvaggio della battaglia. Nel suo sguardo, nonostante la tempesta di sensazioni, non traspariva il minimo cenno di sofferenza, ma una sfida, un invito a proseguire quel duello ancestrale, scritto nelle stelle e nel destino di chi osa combattere con il cuore ardente.

    L'ichor iniziava a lavorare nel corpo di Iperione, cercando di placare il dolore che ancora echeggiava nelle sue ossa. Eppure, malgrado la ferita, un sorriso sfuggì dalle sue labbra. Decise che avrebbe giocato il gioco di lei, che avrebbe risposto con la stessa intensità fisica. Non era Oceano, certo, ma aveva ancora delle carte da giocare.

    Con un gesto rapido, Iperione strinse più forte il pugno di Matar, non solo cercando di immobilizzarla, ma anche di tirarla a sé. Nello stesso momento, emanò una porzione del suo cosmo, tessendo attorno a lei una zona di vuoto. Non era sua intenzione infliggerle danni gravi, ma piuttosto stordirla, farle sperimentare un breve momento di apnea che potesse offuscare la sua concentrazione.

    Mentre la tirava idealmente verso di sé, Iperione si avvalse della sua gamba sinistra come perno per una lieve rotazione, muovendo la stessa gamba in un fendente che tracciava una curva dal basso verso l'alto, mirato precisamente alla zona ascellare del cavaliere di Pegasus.

    Era una mossa audace, quasi teatrale, e mentre la eseguiva, Iperione non poteva fare a meno di essere curioso riguardo alla reazione della ragazza. Una cosa era certa: trovava un piacere selvaggio in questo duello, un divertimento che soltanto un vero contendente poteva offrire. La battaglia, per lui, si trasformava in un palcoscenico su cui danzavano i destini, intrecciati in una coreografia di forza e astuzia.

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    fisicamente contusioni su varie parti del corpo, braccio destro ha subito fratture e insaccamento da compressione, per via del tuo pugno. Ichor comincia ad agire, è una piccolissima rigenerazione continua, che è sempre in atto.
    mentalmente non sa, se sei pazza o se sei pazza
    riassunto azioni mi prendo il tuo AD, con queste esplosioni che fanno un lieve danno al suo corpo, e cerco di difendermi dal tuo AF usando la mano per accogliere il tuo pugno, ovviamente l'impatto è forte e, nonostante ti sembra che lo riesco a parare e stare sul posto, il braccio ha subito importanti danni, con microfratture al suo interno. A questo punto agisco così: ti tengo il pugno nella mano e cerco di tirarti verso di me [Supporto], creo una zona di vuoto per toglierti per qualche istante l'aria con tutto ciò che ne consegue [Attacco Debole], poi provo a tirarti un fendente sotto l'ascella. Considera questo attacco, come arma infusa di "Gurthang". [Attacco Forte]

    Gurthang
    Iperione, il Titano del Sole e dei Cieli, incarna la personificazione del vero guerriero. La sua soma, uno spadone mastodontico, rappresenta integralmente l'essenza di ciò che lui stesso simboleggia. Iperione può manifestare fisicamente uno spadone colossale composto dallo stesso materiale della sua soma. Quest'arma imponente, dal design non convenzionale, si distingue per la sua grandezza e lo spessore fuori dal comune. Vista frontalmente, l'arma assume una forma triangolare, ampia alla base e si restringe verso l'estremità superiore, culminando in una punta affilata. Ciò che la rende unica è una cavità circolare situata a circa metà della sua lunghezza. L'impugnatura, straordinariamente lunga, conferisce una notevole manovrabilità, a patto che chi la maneggi ne possieda la forza sufficiente anche solo per sollevarla. La sezione dell'arma è spessa e dalla forma romboidale. Come la sua soma, l'arma è nera come la pece. La caratteristica cavità al centro dello spadone, quando Iperione intende evocare il suo potere massimo, si carica di vento solare, emanando l'aspetto di un sole in miniatura. Dal punto di vista pratico, Iperione può richiamare l'arma in qualsiasi momento e usarla per annientare i suoi nemici. La robustezza dello spadone, paragonabile a quella della sua soma, la consacra come una delle armi più potenti dell'universo. Il Titano, con maestria, può sfruttare lo spadone per orchestrare i suoi attacchi, lanciando fendenti di vento solare e dunamis che si propagano nell'aria, sottolineando la sua formidabile abilità nel combattimento cosmico.


    Ichor
    Essere un Titano comporta un'eredità divina, una dote che nessun altro può vantare. Il sangue di Iperione, al contrario del cremisi umano, assume varie sfumature di azzurro, oscillando tra il turchese e il blu scuro. La peculiarità di questo sangue divino risiede nella sua ricchezza di dunamis, un'energia cosmica che lo pervade. Ciò fa sì che il sangue di Iperione guarisca lentamente e costantemente le ferite di lieve entità. Che si tratti di tagli, ematomi o fratture, nel tempo queste scompaiono grazie al potere lenitivo del suo stesso sangue. Tuttavia, in combattimento, questa capacità non garantisce la guarigione di ferite gravi o invalidanti, a meno che non si attivi il suo potere attivo. In tal caso, amalgamando sia l'azione offensiva che difensiva, Iperione può concentrare una notevole quantità di dunamis nel suo sangue. Facendo ciò (un'abilità utilizzabile solo una volta in un duello), ha la possibilità di curare i danni fisici o eventuali stati alterati (come la perdita di sensi, problemi al sistema nervoso o avvelenamento). Oltre a ciò, l'Ichor conferisce a Iperione l'immortalità, facendo sì che ogni imperfezione fisica del suo corpo prima del risveglio svanisca con il tempo. Il suo sangue, inoltre, può essere impiegato per curare gli altri o dar vita a oggetti inanimati, trasformandoli in obbedienti servitori (only GdR). In questo modo, il potere di Iperione si estende oltre il campo di battaglia, influendo sulla vita e sulla creazione stessa.


    Vento Solare
    Iperione, nella sua veste di Dio del Sole, possiede la straordinaria abilità di richiamare a sé tutta la potenza di quell'astro che è fondamentale per la vita sulla terra. Il suo potere si concretizza nel richiamare o creare dal nulla il "potere di Helios", un vento solare in grado di spazzare via ogni cosa e di bruciare con una fiamma più intensa di qualsiasi altra. Questo potente dono divino si suddivide in due elementi distinti: aria e fuoco. Il controllo di Iperione sull'elemento vento è praticamente totale. Può richiamare grandi quantità di vento o manipolare quello già presente sul campo di battaglia, generando proiettili d'aria, potenti tornadi o esplosioni devastanti liberando aria compressa. La sua maestria nel controllo del vento gli permette di alterarne la pressione e la direzione, ma va oltre, variando anche la composizione dell'ossigeno nell'aria o generando fenomeni come l'evaporazione dei liquidi. La sua abilità con il vento estende anche la possibilità di simulare il volo sfruttando le correnti, utilizzare getti d'aria senza riuscire a raggiungere l'abilità piena, è inoltre possibile accelerare i movimenti senza poter mai raggiungere il potere espresso da chi possiede per esempio l'agilità straordinaria. D'altra parte, il controllo sull'elemento fuoco, seppur meno vasto rispetto al vento, merita rispetto. Attraverso la sua capacità, Iperione può innalzare la temperatura tramite l'espansione del suo cosmo, creando fiamme in varie forme, che esse siano fruste, proiettili o sfere. Ha la facoltà di avvolgersi di fiamme o infiammare la sua arma per eseguire attacchi ardenti. Pur non raggiungendo la stessa maestria del vento, non è raro vederlo creare sfere infuocate per annientare i suoi avversari. Entrambi gli elementi, essendo di tipo aeriforme, vantano una straordinaria duttilità e si distinguono per la loro manovrabilità eccezionale. A ciò si aggiunge la possibilità di combinare vento e fuoco per generare il Vento Solare, una fusione che offre spettacolari risultati. Iperione può così creare tornadi di vento che ustionano e fanno evaporare il sangue, lame di vento infuocate o sfere di fuoco che implodono, seminando distruzione per chilometri.


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