[Trama] Sonne

Cambio: Gaz per Iperione

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    iperione spadone {X} energia divina+sonne8

    Nel momento in cui il suo attacco colpì, Iperione capì che il nemico di fronte a lui non era una semplice entità. Atavaka, il divoratore di anime, resistette all'assalto che avrebbe annientato qualsiasi altro essere. Ma il Titano del Sole non si lasciò sopraffare dal dubbio; la sua fiducia era incrollabile, ancorata alla convinzione che Astrea, la sua valorosa nipote, stesse combattendo la sua battaglia, proprio come lui combatteva la propria. La famiglia era la sua fortezza, la fede in loro il suo scudo inossidabile.

    Tuttavia, il colpo inflitto ad Atavaka, sebbene potente, non era stato decisivo. La creatura empia aveva ancora risorse da spendere, ancora oscurità da scatenare. Il pianeta esca, teatro di questa titanica resa dei conti, iniziò a cedere, il suo crollo annunciato da un'oscurità che si estendeva come una macchia d'inchiostro nel cuore del giorno, una tenebra che nemmeno la luce di Iperione sembrava in grado di dissipare.

    E fu allora che Atavaka colpì, sfruttando il momento di transizione, l'attimo in cui il caos del collasso planetario diventava il suo alleato più potente. Una pressione telecinetica, oscura e soverchiante, prese forma, un'onda di forza che, con la precisione chirurgica di una vendetta lungamente meditata, si abbatté su Iperione. Il titano fu colto di sorpresa, la sua reazione, benché fulminea, non fu sufficientemente rapida per evitare l'assalto.

    Frammenti del pianeta morente, trasformati in proiettili dall'odio del daeva, lo colpirono con la forza di meteoriti scatenati. La massa del mondo in rovina si condensava, si compattava intorno a lui in un abbraccio letale, uno schiacciamento cosmico che cercava di ridurre il suo essere divino a nulla. Iperione sentiva la pressione, un peso crescente che avrebbe schiacciato l'esistenza stessa, comprimendo le sue ossa in modo innaturale, sfidando la sua Soma divina. Era una prova di forza bruta, una sfida che andava oltre il fisico, un attacco che mirava a soffocare il suo spirito indomabile. Ma nel cuore di quel buio, nel mezzo di quella pressione che avrebbe piegato qualsiasi altra divinità, Iperione trovò una quiete inaspettata, un nucleo di calma nel vortice della tempesta. Era un titano, forgiato nel cuore ardente del Sole, e il Sole, anche nei momenti di eclissi, non cessa mai di ardere.

    Con gli occhi chiusi, Iperione raccolse in sé il fuoco che era la sua eredità, la sua essenza, la sua risposta all'oscurità che cercava di inghiottirlo. In quel momento, non era solo un dio tra le fiamme; era il fulcro stesso del giorno, l'incarnazione del ciclo eterno di luce che sfida, sempre e ancora, la notte più profonda. E mentre la pressione intorno a lui cresceva, mentre il mondo stesso sembrava volerlo cancellare, Iperione preparava la sua risposta, radunando ogni scintilla della sua divinità per un contrattacco che prometteva di essere più che una semplice ritorsione. Era una dichiarazione, una testimonianza del fatto che anche di fronte all'annientamento, la luce può trovare la strada per risplendere ancora, più brillante che mai.

    Nel cuore del caos, dove il destino di mondi veniva deciso in un soffio di tempo, Iperione divenne l'epicentro di un cataclisma che avrebbe fatto tremare gli annali dell'universo. Con la Dunamis vibrante nel suo nucleo, scatenò un uragano di vento e fuoco, un tumulto di elementi che non conoscevano padrone se non lui. Il vento e il fuoco, in un connubio di pura distruzione, danzarono attorno al Titano, estendendosi in una tempesta devastante che cancellava ogni cosa nel suo cammino. Il pianeta, già vacillante sotto il peso dell'oscurità di Atavaka, cedette completamente di fronte alla furia divina di Iperione. Un'esplosione apocalittica ne segnò la fine, disintegrando la materia e disperdendo nel vuoto cosmico i frammenti di un mondo che era stato. Ma Iperione, al centro di questo inferno scatenato, rimaneva incontaminato, una statua vivente di potere e determinazione.

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    Nel momento critico, il Titano invocò un dono sacro, la "carezza del lete", un potere donatogli dalla sorella. Con un ringraziamento solenne nel cuore, le acque arcane del Lete si intrecciarono con le sue fiamme, creando una barriera di luce e acqua, un'armatura contro l'assalto spirituale imminente. Le forze in gioco erano immense, due figure titaniche che si scontravano su un campo che trascendeva il fisico, una battaglia per l'anima stessa.

    L'attacco di Atavaka, pervaso di una malizia che cercava di consumare il Titano, si infranse contro la protezione di Teti. Iperione resistette, seppur a caro prezzo. L'assalto lasciò tracce sul suo spirito, una fatica profonda e un senso di spossatezza che avrebbe piegato chiunque altro. Ma non lui, non il Titano forgiato nel Sole. Da quell'epicentro di fiamme blu e devastazione, Iperione emerse rinnovato, come una stella che rinasce dalla propria cenere. La sua vera forma splendeva luminosa, un faro di speranza e forza indomabile in mezzo alla distruzione che lo circondava. La sua figura, avvolta dalle fiamme celesti, era il simbolo di un potere che andava oltre la mera esistenza fisica, una manifestazione della luce che, anche nelle tenebre più profonde, rifiuta di essere sopraffatta.

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    In quel momento, Iperione non era solo un dio tra le rovine di un mondo distrutto; era il custode di una fiamma eterna, la promessa che, nonostante tutto, la vita trova sempre un modo per affermarsi contro l'oscurità. E mentre si confrontava con Atavaka, il suo sguardo era quello di un essere che aveva visto l'alba dei tempi e che, nonostante le cicatrici e il dolore, continuava a lottare per la luce, per la vita, per la verità che bruciava in lui come il Sole immortale. Nel teatro cosmico del loro scontro, Iperione divenne l'incarnazione della pura luce e delle fiamme, un avatar della forza primordiale che ha dato vita alle stelle. Alle sue spalle, un sole immane, più maestoso di una nana bianca, esplodeva in un bagliore che sfidava l'oscurità perpetua di Atavaka. Da questo astro, emanazioni di pura energia, protuberanze che danzavano come serpenti di luce, si lanciavano verso il campo di battaglia, un'armata di fuoco e vento solare inviata dallo stesso cuore della creazione.

    Queste protuberanze, sinuose e implacabili, non miravano direttamente ad Atavaka, ma lo circondavano in un'arena di luce, una prigione di energia pura che si restringeva con la ferocia di una tempesta solare. Era come se Iperione avesse intessuto intorno al suo nemico una gabbia fatta dei filamenti stessi dell'universo, un labirinto di fiamme dal quale non vi era fuga.

    Senza pronunciare parola, con il disprezzo che solo un dio può riservare a un'entità così profondamente corrotta, Iperione sferrò il suo attacco. La sua immensa figura, ora trasfigurata in un essere di luce, si muoveva con una velocità che sfidava ogni legge della fisica, un lampo vivente che si spostava da un serpente di fuoco all'altro, un predatore celeste nei cieli del crepuscolo cosmico. Il suo spadone, Gurthang, una volta strumento di giustizia, ora era l'araldo di una vendetta divina. Mentre Iperione si lanciava verso Atavaka, la lama, avvolta nel vento solare che lui padroneggiava con maestria assoluta, cercava il punto vitale dell'avversario con precisione chirurgica. La sua intenzione non era semplicemente colpire; era annientare, schiacciare, ridurre in nulla l'essenza stessa dell'abominio che osava sfidarlo.

    Ma il vero attacco di Iperione non era la lama stessa, bensì la forza devastante che vi era dietro. Nel momento in cui la spada girava di piatto, una pressione inimmaginabile si scatenava, una forza che cercava di comprimere, di annientare Atavaka contro l'implacabile superficie di Gurthang. Era uno scontro titanico, la collisione di due forze della natura che in quel momento non erano più entità pensanti, ma piuttosto principi cosmici in conflitto: la luce contro l'oscurità, la creazione contro la distruzione.

    Le dimensioni della battaglia, le proporzioni dei combattenti, sfidavano ogni senso della realtà. Erano figure mitiche, incarnazioni di poteri che trascendevano la mera esistenza fisica, combattenti in una guerra che era al tempo stesso personale e universale.

    Iperione, in quel momento di confronto supremo, non aveva bisogno di parole. Il suo silenzio era una dichiarazione, un disprezzo assoluto per l'entità corrotta che aveva osato sfidarlo. Non era solo odio quello che guidava il Titano; era una risoluzione incrollabile, un impegno senza fine per purificare l'universo dall'abiezione di Atavaka, per ristabilire l'ordine dove regnava il caos, per far risplendere la luce dove l'oscurità cercava di soffocare ogni speranza. Era, in ogni senso, la lotta eterna, resa manifesta in quel singolo, decisivo confronto.

    narrato • "parlato"pensato| telepatia |
    casta Titani
    fisicamente danni da schiacciamento, effetti di stanchezza, dolore e spossatezza derivanti dall'attacco spirituale che in parte è riuscito a respingere
    mentalmente determinato a sconfiggerlo e salvare Astrea
    riassunto azioni Non avendo modo di oppormi, e vista la tattica usata da Atavaka, Iperione si becca l'illusione di oscurità e chiaramente anche la pressione cinetica, prima di poter creare la sua difesa, dove infonde il potere di sua sorella per proteggersi dall'attacco spirituale del suo nemico. Subisce comunque in parte l'attacco spirituale, anche se evita che i sensi gli vengano strappati, utilizzando spirito per difendersi. Quindi, assume la sua vera forma, questa figura che sembra fatta di fiamme enorme. Per l'attacco, uso helios prominence come diversivo. Le protuberanze non lo attaccano, ma formano una sorta di gabbia di fiamme e vento solare. A questo punto mi muovo rapidamente verso Atavaka e lo attacco con lo spadone ma di piatto (AD), per poi esercitare una enorme pressione col vento in modo da schiacciare il suo corpo contro lo spadone stesso (AF). Ovviamente il vento, e l'enorme pressione esercitata, se l'attacco riesce dovrebbe fargli male, spero XD

    Nyoraizōshiki - Nono Senso - [Speciale]
    Nyoraizōshiki - Nono Senso - [Speciale]
    Chiamato anche Nono Senso o Coscienza ultima del Divino. Quando ci si riferisce ad esso ci si riferisce direttamente alla Big Will, la Grande Volontà che tutto creò all'inizio del tempo. Quando un umano riesce ad assurgere ad un tale livello supera la propria natura mortale arrivando a sfiorare la comprensione del tutto. Un involucro mortale però non può sostenere tale incredibile cosmo per un tempo prolungato in quanto solo chi possiede l'Ichor divino può padroneggiare totalmente, in maniera prolungata e senza rischiare la vita, un così immenso potere e la conoscenza che ne deriva. I pochi eletti che riescono a destreggiarsi con tale livello potranno usufruirne solo per un limitato periodo; il potere concreto che otterranno viene chiamato Dunamis e renderà la forza di un qualunque colpo cosmico talmente devastante da essere superiore ad un colpo lanciato da un cosmo di pari energia; pregno della Dunamis il cosmo di un umano elevato al nono senso diviene un duro ostacolo anche per i più forti [GdR Only] [Sbloccabile ad Energia Suprema con decisione del Consiglio] [PNG con Energia Divina].


    Resistenza Straordinaria
    Il cavaliere dispone di una forza vitale e di una resistenza al dolore senza pari. Che sia frutto dell'illuminazione raggiunta, della struttura fisica o di altro dono divino, questa abilità rende il suo possessore estremamente difficile da abbattere, permettendogli di reggersi in piedi e continuare oltre le normali capacità degli altri cavalieri.
    Questa abilità non rende né immuni ai danni ne causa una riduzione del danno subito, riduce invece gli effetti dolorosi subiti dai colpi (con analogia videoludica, è come se il cavaliere disponesse di più punti vita del normale).
    La resistenza al dolore, ai fini pratici, si manifesta nella capacità di sopportare il dolore e di mantenere una mente lucida anche sotto un terribile sforzo.
    Il tipo di dolore può essere indifferentemente causato da danni fisici, mentali o spirituali. Ciò non garantisce difesa dai danni mentali o spirituali, ne una capacità superiore di uscire da illusioni o altri poteri simili, bensì rende più resistenti al dolore da essi causati. Quindi, ad esempio, se il cavaliere viene colpito da un'illusione che fa sorgere in lui le sue peggiori paure, questa abilità non avrà alcun effetto nell'evitargli l'affrontare queste paure, ma ridurrà l'effetto dannoso conseguende sul suo sistema nervoso.
    Bonus a Energia Nera: l'allenamento e l'esperienza hanno reso il cavaliere capace di fortificare uno dei suoi tre aspetti costitutivi. Una volta per duello egli può concentrare tutta la sua energia nel rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali. [difesa assoluta specializzata]


    Vento Solare
    Iperione, nella sua veste di Dio del Sole, possiede la straordinaria abilità di richiamare a sé tutta la potenza di quell'astro che è fondamentale per la vita sulla terra. Il suo potere si concretizza nel richiamare o creare dal nulla il "potere di Helios", un vento solare in grado di spazzare via ogni cosa e di bruciare con una fiamma più intensa di qualsiasi altra. Questo potente dono divino si suddivide in due elementi distinti: aria e fuoco. Il controllo di Iperione sull'elemento vento è praticamente totale. Può richiamare grandi quantità di vento o manipolare quello già presente sul campo di battaglia, generando proiettili d'aria, potenti tornadi o esplosioni devastanti liberando aria compressa. La sua maestria nel controllo del vento gli permette di alterarne la pressione e la direzione, ma va oltre, variando anche la composizione dell'ossigeno nell'aria o generando fenomeni come l'evaporazione dei liquidi. La sua abilità con il vento estende anche la possibilità di simulare il volo sfruttando le correnti, utilizzare getti d'aria senza riuscire a raggiungere l'abilità piena, è inoltre possibile accelerare i movimenti senza poter mai raggiungere il potere espresso da chi possiede per esempio l'agilità straordinaria. D'altra parte, il controllo sull'elemento fuoco, seppur meno vasto rispetto al vento, merita rispetto. Attraverso la sua capacità, Iperione può innalzare la temperatura tramite l'espansione del suo cosmo, creando fiamme in varie forme, che esse siano fruste, proiettili o sfere. Ha la facoltà di avvolgersi di fiamme o infiammare la sua arma per eseguire attacchi ardenti. Pur non raggiungendo la stessa maestria del vento, non è raro vederlo creare sfere infuocate per annientare i suoi avversari. Entrambi gli elementi, essendo di tipo aeriforme, vantano una straordinaria duttilità e si distinguono per la loro manovrabilità eccezionale. A ciò si aggiunge la possibilità di combinare vento e fuoco per generare il Vento Solare, una fusione che offre spettacolari risultati. Iperione può così creare tornadi di vento che ustionano e fanno evaporare il sangue, lame di vento infuocate o sfere di fuoco che implodono, seminando distruzione per chilometri.


    tecniche

    • helios vortex [usato come difesa]
    Questa tecnica coinvolge tutte le capacità di Iperione: espandendo la sua dunamis, il Titano avvolge la sua figura con potenti e rapide raffiche di vento solare. Questo incessante vorticare del suo potere si manifesta in una forma cupolare, generando una massiccia pressione verso l'esterno. In fretta, Iperione amplifica ulteriormente il suo cosmo, aumentando sia la velocità del vento solare che la pressione nell'area d'effetto della tecnica. Venire in contatto con questa abilità è pericoloso non solo per via del vento solare, che infligge gravi danni sia da taglio che da ustione, ma anche perché si potrebbe essere trascinati in questo vorticare incessante e potente, a meno di possedere un cosmo adeguatamente potente. La particolarità di questa tecnica è che può essere utilizzata sia come difesa che come attacco. Come tecnica difensiva, la combinazione della grande quantità di dunamis con il vento solare può proteggere Iperione da attacchi di natura fisica e cosmica, a patto che le forze in gioco siano equiparabili. Va specificato che se questa tecnica viene impiegata per difendersi da un attacco fisico, in base al divario energetico, eventuali danni subiti dall'avversario saranno considerati come parte di uno slot di attacco. Alternativamente, Iperione può far esplodere la sua cupola di dunamis e vento solare, creando un'esplosione che si propaga in ogni direzione, infliggendo danni significativi in un'ampia area e portando la devastazione nell'ambiente circostante.

    • helios prominence [usato come diversivo]
    Il Titano, richiamando la sua dunamis e il vento solare che gli è peculiare, genera un ammasso di vento solare che, vorticosamente, dà vita a una maestosa sfera di fuoco, vagamente simile a un sole, l'astro che Iperione stesso incarna. Questo "sole" aumenta progressivamente di dimensioni, trasformandosi in una sfera gigantesca che si staglia imponente alle spalle del Titano (le dimensioni della sfera devono naturalmente rispettare i limiti energetici imposti dal suo attuale livello). Attraverso questo Sole, Iperione innalza significativamente la temperatura dell'aria circostante, comportando un conseguente aumento


     
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    Il contatto con l'emanazione spirituale del Daeva è rivoltante; la comprensione dei misteri del cosmo e controllo sulla tua anima ti fa sentire ogni singolo brandello di energia spirituale venire dissolto e infine sublimato nell'essenza del tuo nemico. Percepisci la gioia perversa che riempie quest'animo oscuro, l'euforia di star compiendo il suo disegno e di essere vicino, così incredibilmente vicino, al presunto compiersi delle sue ambizioni.
    Questo scontro, così come gli altri che i tuoi fratelli e sorelle stanno combattendo nei loro rispettivi doveri, stanno svolgendosi alla velocità della luce; è quasi ironico che momenti così importanti nella storia di questo universo stanno decidendosi in un lasso di tempo così infinitesimale da non essere neanche un respiro per chi non è potente come voi.

    La tua lama è una macchia nera in quell'inferno di luce, forgiata da Gea in persona e temprata nel calore del Sole, la spada è stata tua compagna prima nella battaglia per scacciare Urano e poi in infinite altre battaglie; un simbionte che nulla ha da invidiare ai gusci fisici dei Daimon o alla pelle dell'invincibile Tifone, urla di sdegno e giusta furia insieme a te ad ogni attacco.
    Ogni tuo colpo con l'arma è un capolavoro d'arte, un eco di perfezione nell'arte combattimento che non può essere concepito o replicato da altri, con così tanto potere che l'onda d'urto generata da ogni attacco viaggia per anni luce nel vuoto dello spazio, fendendo una lontana nebulosa.
    Il tuo nemico, tuttavia, risponde colpo su colpo. Arti demoniaci si estendono dalla sua schiena, intersecandosi a protezione del suo contenitore corporeo: accoglie i tuoi attacchi col taglio delle mani, con l'avanbraccio, tra le dita e di palmo, oltre a mille altre forme che non hanno nome ma che sono eco della profonda conoscenza dell'arte combattiva del Daeva. Eppure in questo scambio tu impieghi più forza, più potere, più maestria nel controllo dei venti solari, più abilità.
    Gurthang supera la sua guardia in più di un'occasione, impattando contro un contenitore che, sebbene non riesca a rompere, trasmette l'impatto devastante che sei in grado di sprigionare. I venti solari garriscono, dilaniando la sua forma, e infliggendo altro danno. In quegli istanti in cui la forza artefatta di Atavaka sorge, pareggiando la tua, cogli qualcosa. Un cambiamento nelle oscillazioni del suo cosmo.
    Forse è per l'ottenebramento a vista e udito che hai subito, irrilevanti nello schema delle cose ma che ti costringono ad affidarti agli altri tuoi sensi. Noti che le anime che sta consumando per elevarsi a tuo eguale stanno perdendosi sempre di più; che tu lo stia costringendo a spendere più energia di quella che aveva previsto? Oppure...

    Astraea. La realizzazione coglie entrambi, riempendo te di orgoglio e lui di furia. Deve essersi liberata dalla sua trappola e aver preso a trafugare le anime che Atavaka sta utilizzando come combustibile per alimentare il suo potere.
    Ha sottovalutato la potenza della stirpe di Urano.
    Con questa comprensione ti lanci all'attacco inondato di nuovo vigore, conscio che adesso il tempo è dalla tua parte. In più di un senso.

    Eppure il tuo nemico mortale non ha intenzione di fuggire, non a questo punto in cui i suoi piani sono così rivelati, non ora che il suo premio finale è così vicino. Ha scommesso tutto in questo scontro, e lo vedrà portato a termine.
    Finché la sua forza perdura, ha comunque una possibilità.
    Energia psionica invisibile fa per insinuarsi nella tua mente, innestando in te il fantasma illusorio della tua offensiva che continua inalterata, lui ancora preso dallo sforzo della difesa e tu che incalzi l'offensiva per continuare a distruggerlo, preso dal fervore. A corroborare la sua illusione lascerà davanti a te un perfetto simulacro infuso di psicoplasma, mascherando l'emanazione del suo cosmo e facendotela invece percepire da esso, in modo da cercare di trattenerti quel tanto che basta anche se dovessi liberarti dalla sua prima illusione.

    Traslandosi invece al di fuori della morsa di fiamme e della prigione lucente in cui lo hai costretto, estende la sua volontà verso l'energia spirituale accumulatasi in precedenza nei rottami del pianetoide, prendendone nuovamente il controllo.
    Il globo di energia spirituale ruggisce a nuova vita, prorompendo alimentato dall'orrendo potere divorante del Daeva e poi proiettando in tua direzione una gigantesca meteora di potere etereo. Di nuovo mira ad annichilire la tua anima, facendo sua la tua forza e sopprimendo stavolta il Tatto e l'Olfatto.





    CITAZIONE
    Note: si difende come può ma non gli fai propriamente bene. Poi realizza quello che sta succedendo e continua a menarti con ancora più dovizia.
    Innanzitutto cerca di usare l'illusione mentale + ambientale che ho descritto per ingannarti (AD), nel mentre lui si teletrasporta fuori dalla prigione in cui lo hai costretto, prende il controllo dell'energia spirituale che ha accumulato in precedenza, e te la lancia contro come una sorta di gigantesca meteora di energia spirituale (AF, Spirito [Annientamento]). Se colpisce ti toglie Tatto e Olfatto.
     
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    iperione spadone {X} energia divina+sonne9
    Nel cuore dell'infuriato scontro, mentre la battaglia tra Iperione e Atavaka raggiungeva il suo apice frenetico, un sussurro di cambiamento attraversò l'etere come un presagio. Iperione, nel pieno della sua furia divina, percepì una sottile variazione nell'aria, un mutamento nel flusso della battaglia che faceva tremare i confini del possibile.

    Con la precisione di un orologio cosmico, il Titano del Sole comprese: Astrea, la sua amata nipote, aveva sfidato le catene della disperazione, aveva spezzato le mura della sua prigione spirituale. Il suo spirito indomabile aveva iniziato a erodere le fondamenta del potere di Atavaka, sottraendo al daeva risorse vitali, frammenti della sua ombra che si disperdevano come nebbia al sole.

    Un sorriso, raro e prezioso, illuminò il volto di Iperione, una scintilla di orgoglio nel tumulto della guerra. Quel sorriso era un arco nel cielo tempestoso di quella battaglia, l'emblema di un amore che trascendeva il sangue, un legame forgiato nel fuoco dell'anima. Con Astrea che combatteva, anche invisibile, al suo fianco, Iperione sentì una rinnovata ondata di forza, un'energia che andava oltre la semplice Dunamis.

    Rinvigorito, con il cuore gonfio di orgoglio e di una rinnovata determinazione, Iperione si lanciò di nuovo nella mischia con una convinzione ancora più ferma. Ogni colpo che scagliava, ogni movimento che compiva, era un inno alla resistenza, un tributo alla lotta di Astrea, un rifiuto totale di arrendersi di fronte all'oscurità.

    Atavaka, il divoratore di anime, sentì l'assalto del Titano con un'urgenza mai provata prima. La forza devastante di Iperione, amplificata dalla ribellione spirituale di Astrea, lo colpì con la furia di un'apocalisse personale. Ogni attacco di Iperione non era solo fisico, ma portava con sé il peso di un destino che si ribellava, di una storia che si riscriveva sotto gli occhi increduli del daeva.

    Le protuberanze solari di Iperione, ora più ardenti e determinate che mai, danzavano intorno a loro come il coro di un'antica tragedia, testimoni di una battaglia che avrebbe potuto segnare la fine o il nuovo inizio di un'era. E in mezzo a quel caos di fuoco e luce, Iperione era l'epicentro di una tempesta che non conosceva paura.

    Mentre la battaglia infuriava, un pensiero attraversò la mente di Iperione, chiaro come il primo albori: "Astrea, mia fiera guerriera, insieme rivendicheremo la luce da queste tenebre." E con quella certezza che ardeva più forte di mille soli, Iperione si ergeva non solo come un dio della guerra, ma come un faro di speranza, un faro che prometteva di guidare il cammino fuori dall'oscurità, verso un'alba che aspettava solo di essere rivelata.

    Nell'abisso cosmico dove il destino si intrecciava con il caos, Iperione, il Titano del Sole, affrontava le oscure arti di Atavaka. Stranamente, in questo capitolo della loro epica battaglia, il titano non opponeva resistenza ai velenosi incantesimi del suo avversario, consentendo a queste forze maligne di invadere il suo essere. Le malie di Atavaka erano come lame forgiate nell'oscurità, taglienti e fredde, e si abbatterono su di lui con furia rinnovata, ferendo lo spirito e l'anima del titano, provocando un dolore oltre ogni descrizione.

    Eppure, Iperione non mostrava il tormento che avvolgeva il suo essere. Ora privato di quattro dei suoi sensi, si trovava in una dimensione di sofferenza e privazione quasi totale. Ma dentro di lui ardeva una fiamma inestinguibile, un nucleo di potere che nessuna oscurità poteva soffocare. Con una mano sollevata verso il firmamento, iniziò ad accumulare un potere sconfinato, un'energia così immane che iniziò a creare un sole, un astro di pura luce e calore che si espandeva, illuminando anni luce di galassia con una splendore mai visto.

    "Chi lo ha deciso?" sussurrò Iperione, la sua voce un filo di luce nell'oscurità. Le sue parole, sebbene soffuse di dolore, erano cariche di un'autorità che risuonava attraverso le età, un richiamo all'ordine cosmico che lui stesso incarnava. "Chi ti ha dato il diritto di usurpare il tessuto dell'esistenza, Atavaka?"

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    Nonostante l'assenza dei suoi sensi, Iperione sentiva con chiarezza l'essenza corrotta di Atavaka, la presenza maligna che cercava di stravolgere l'equilibrio dell'universo. E fu in quel momento di lucida percezione che lanciò il suo sole verso il nemico, un atto di sfida e di giustizia che concentrava tutto il potere di un dio.

    Il sole, una volta scagliato, non fu solo un proiettile o un'arma; divenne un evento cosmico. Inizialmente, generò un'implosione, un vuoto che inghiottiva ogni cosa, una mancanza d'aria che attirava verso il suo nucleo ardente. Poi, con la forza di un cataclisma, esplose in un'onda di vento solare, una detonazione che avrebbe risuonato attraverso le ere, devastando tutto nel suo raggio d'azione.

    "E chi lo ha deciso?", gridò ancora Iperione, la sua voce ora un tuono che scuoteva i cieli, mentre il sole esploso liberava la sua furia. "Chi ti ha permesso di portare il caos dove regna l'ordine, di oscurare la luce con la tua tenebra?"

    In quel momento, Iperione non era solo un titano in battaglia contro un nemico; era l'incarnazione della legge universale, il custode del bilancio tra luce e oscurità. Era il rappresentante supremo dell'ordine cosmico, il difensore dell'armonia naturale contro le ambizioni perverse di un'entità che si credeva al di sopra delle leggi dell'esistenza.

    "E chi lo ha deciso? Io sono l'ordine, io sono il sole!", proclamò Iperione, la sua voce ora una dichiarazione di potere eterno, mentre le fiamme del suo sole devastavano ogni cosa, lasciando chiaro che, nel grande disegno dell'universo, non c'era spazio per l'arroganza e la corruzione di esseri come Atavaka. Era un messaggio non solo per il suo nemico, ma per tutte le entità che osavano sfidare l'equilibrio del cosmo: c'era un ordine, un disegno, e Iperione, il Titano del Sole, ne era il feroce e immortale custode.

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    fisicamente il corpo del Titano è quasi al limite, le ferite che porta sia quelle fisiche, che spirituali lo stanno provando, ma è in piedi grazie alla sua determinazione e al suo status divino, ovviamente sta con quattro sensi in meno ma è deciso a combattere
    mentalmente Astrea vive e combatte insieme a noi
    riassunto azioni Iperione rinuncia a difendersi, per sparare letteralmente la sua tecnica THE ONE in faccia ad Atavaka appena percepisce la sua presenza cosmica, beccandosi l'attacco nemico in faccia. La tecnica viene lanciata come ABSOLUTE (si l'ho comprata oggi e poi segno che è absolute ma tant'è XD), che ovviamente è sia AD che AF insieme. Ah, ecco che mi ero scordato. Se l'attacco ha effetto applico i sigilli del vincolo datemi da mia sorella <3

    Nyoraizōshiki - Nono Senso - [Speciale]
    Nyoraizōshiki - Nono Senso - [Speciale]
    Chiamato anche Nono Senso o Coscienza ultima del Divino. Quando ci si riferisce ad esso ci si riferisce direttamente alla Big Will, la Grande Volontà che tutto creò all'inizio del tempo. Quando un umano riesce ad assurgere ad un tale livello supera la propria natura mortale arrivando a sfiorare la comprensione del tutto. Un involucro mortale però non può sostenere tale incredibile cosmo per un tempo prolungato in quanto solo chi possiede l'Ichor divino può padroneggiare totalmente, in maniera prolungata e senza rischiare la vita, un così immenso potere e la conoscenza che ne deriva. I pochi eletti che riescono a destreggiarsi con tale livello potranno usufruirne solo per un limitato periodo; il potere concreto che otterranno viene chiamato Dunamis e renderà la forza di un qualunque colpo cosmico talmente devastante da essere superiore ad un colpo lanciato da un cosmo di pari energia; pregno della Dunamis il cosmo di un umano elevato al nono senso diviene un duro ostacolo anche per i più forti [GdR Only] [Sbloccabile ad Energia Suprema con decisione del Consiglio] [PNG con Energia Divina].


    Resistenza Straordinaria
    Il cavaliere dispone di una forza vitale e di una resistenza al dolore senza pari. Che sia frutto dell'illuminazione raggiunta, della struttura fisica o di altro dono divino, questa abilità rende il suo possessore estremamente difficile da abbattere, permettendogli di reggersi in piedi e continuare oltre le normali capacità degli altri cavalieri.
    Questa abilità non rende né immuni ai danni ne causa una riduzione del danno subito, riduce invece gli effetti dolorosi subiti dai colpi (con analogia videoludica, è come se il cavaliere disponesse di più punti vita del normale).
    La resistenza al dolore, ai fini pratici, si manifesta nella capacità di sopportare il dolore e di mantenere una mente lucida anche sotto un terribile sforzo.
    Il tipo di dolore può essere indifferentemente causato da danni fisici, mentali o spirituali. Ciò non garantisce difesa dai danni mentali o spirituali, ne una capacità superiore di uscire da illusioni o altri poteri simili, bensì rende più resistenti al dolore da essi causati. Quindi, ad esempio, se il cavaliere viene colpito da un'illusione che fa sorgere in lui le sue peggiori paure, questa abilità non avrà alcun effetto nell'evitargli l'affrontare queste paure, ma ridurrà l'effetto dannoso conseguende sul suo sistema nervoso.
    Bonus a Energia Nera: l'allenamento e l'esperienza hanno reso il cavaliere capace di fortificare uno dei suoi tre aspetti costitutivi. Una volta per duello egli può concentrare tutta la sua energia nel rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali. [difesa assoluta specializzata]


    Vento Solare
    Iperione, nella sua veste di Dio del Sole, possiede la straordinaria abilità di richiamare a sé tutta la potenza di quell'astro che è fondamentale per la vita sulla terra. Il suo potere si concretizza nel richiamare o creare dal nulla il "potere di Helios", un vento solare in grado di spazzare via ogni cosa e di bruciare con una fiamma più intensa di qualsiasi altra. Questo potente dono divino si suddivide in due elementi distinti: aria e fuoco. Il controllo di Iperione sull'elemento vento è praticamente totale. Può richiamare grandi quantità di vento o manipolare quello già presente sul campo di battaglia, generando proiettili d'aria, potenti tornadi o esplosioni devastanti liberando aria compressa. La sua maestria nel controllo del vento gli permette di alterarne la pressione e la direzione, ma va oltre, variando anche la composizione dell'ossigeno nell'aria o generando fenomeni come l'evaporazione dei liquidi. La sua abilità con il vento estende anche la possibilità di simulare il volo sfruttando le correnti, utilizzare getti d'aria senza riuscire a raggiungere l'abilità piena, è inoltre possibile accelerare i movimenti senza poter mai raggiungere il potere espresso da chi possiede per esempio l'agilità straordinaria. D'altra parte, il controllo sull'elemento fuoco, seppur meno vasto rispetto al vento, merita rispetto. Attraverso la sua capacità, Iperione può innalzare la temperatura tramite l'espansione del suo cosmo, creando fiamme in varie forme, che esse siano fruste, proiettili o sfere. Ha la facoltà di avvolgersi di fiamme o infiammare la sua arma per eseguire attacchi ardenti. Pur non raggiungendo la stessa maestria del vento, non è raro vederlo creare sfere infuocate per annientare i suoi avversari. Entrambi gli elementi, essendo di tipo aeriforme, vantano una straordinaria duttilità e si distinguono per la loro manovrabilità eccezionale. A ciò si aggiunge la possibilità di combinare vento e fuoco per generare il Vento Solare, una fusione che offre spettacolari risultati. Iperione può così creare tornadi di vento che ustionano e fanno evaporare il sangue, lame di vento infuocate o sfere di fuoco che implodono, seminando distruzione per chilometri.


    tecniche

    • the one [Absolute]
    Questa è senza dubbio una delle tecniche più singolari di Iperione, unica nel suo genere poiché combina tutte le capacità eccezionali del Titano. Sfruttando la sua dunamis, Iperione dà vita a una piccola sfera di energia condensata, impregnata del vento solare e del suo cosmo. Quando la sfera, per volontà del Titano o impattando contro un oggetto solido, esplode in una deflagrazione, sorprendentemente non causa alcun danno diretto. Il suo scopo principale è spostare l'attenzione da ciò che sta per accadere. Nell'ampia area circostante, con la sfera lanciata in precedenza come centro, si genera momentaneamente una zona di vuoto. Questo spazio vuoto viene immediatamente riempito dall'aria circostante, generando un'implosione che tenterà di attrarre i nemici verso il suo centro (si precisa che oggetti inanimati presenti sul campo di battaglia rischiano di essere attratti, discorso differente per chi ha abbastanza potere per poter contrastare questo effetto, in quanto la riuscita di questa prima fase della tecnica dipende sempre e comunque dal divario energetico tra i due contendenti). Questa forza implosiva è considerata un attacco moderato, non infliggendo danni considerevoli ma svolgendo il ruolo di attirare i nemici al suo centro. Naturalmente, l'implosione potrebbe causare effetti secondari come disturbi uditivi e nausea. Il vero attacco, tuttavia, è imminente. Dopo l'implosione, l'aria che aveva riempito il vuoto esplode verso l'esterno, dando vita a un'esplosione devastante. L'onda d'urto generata è il cuore dell'attacco: il vento solare viene rilasciato, scatenando una vera tempesta che si propaga ovunque, distruggendo ogni cosa sul campo di battaglia. Subire gli effetti di questa tecnica significa affrontare non solo gli impatti normali del vento solare, come ustioni e abrasioni, ma anche il rischio di evaporazione dei liquidi corporei, insieme a possibili danni da impatto causati dal rilascio di energia e dunamis in questo attacco sovrumano.


     
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    Un attacco del genere, lanciato con tutto il tuo potere e che va oltre le limitazioni che la natura stessa ha imposto su di voi, è simbolo ed emblema del potere dei Titani.
    Oltre le vostre limitazioni, oltre ogni ostacolo, ogni dolore, fino alla vittoria oltre l'orizzonte, per un universo che potrà finalmente essere vostro. Una Realtà dove non dovrete guardare dietro ogni ombra per paura di trovarvi nemici, un luogo dove potrete guidare le vostre creature verso vette inesplorate, per avere dei momenti in cui potrete finalmente, finalmente, smettere di combattere. Non siete mai stati in pace, non avete mai avuto la soddisfazione di girare lo sguardo e vedere un universo in pace, di posare le armi per più di qualche breve periodo.
    Ci pensi mentre il tuo attacco va a segno, nelle tenebre che si fanno sempre più fitte attorno a te, nell'eco di sensi che vengono soppressi e delle tue divine percezioni che si fanno sempre più acute per compensare. Quanto sarebbe bello avere vera pace? Anche solo per un po'.

    AFnoZYK
    I̶̡̯̘̗͉̖̲̬̣̠͍̱̫̫̼̘̩̤̿̂̌͌͗ͅͅƠ̷̧̛̤͔̳̋̉̄̇̏̎̔̔̏̂̎̌̊͗̅͐̕͝͝



    Atavaka emerge dall'attacco in un turbine di energia eterea che ne trasporta il contenitore. E' stato danneggiato terribilmente da questo potere, che, con l'aiuto della tua Teia, sarebbe perfettamente capace di creare nuovi soli per dare luce e vita al creato tutto; i vincoli imposti su di lui vengono infranti dall'ardere di un cosmo che sta espandendosi ai suoi limiti assoluti, che per te ora sono visibili. Presto Astraea lo priverà del suo bottino spirituale, e lì potrete distruggerlo con un un pensiero.

    Eppure, sebbene il vostro vantaggio sia soverchiante, sai che non è finita.

    Eppure lui si ferma, immobile, le sue innumerevoli mani disposte in precise posizioni atte a richiamare il massimo quantitativo di energia possibile in sé. Quasi come se stesse meditando.

    Eppure, nella più profonda matrice della tua anima, senti qualcosa. Delle urla indistinte, sempre più vicine, echi di tormento che con ogni microscopico prolungarsi di quest'attimo promette di essere il tuo.
    Un odio sconfinato per tutto ciò che esiste, per te, per questa realtà che costringe ciò che dovrebbe essere libero. E infine, in quello sperduto sistema solare, cala oscurità assoluta. Le uniche cose visibili siete voi due, in un oceano di nero.
    E poi accade.

    fiJRzDj

    [MATEN MUHORIN]


    La terribile magnificenza di questo accadimento è chiara. Piuttosto che permettere ad Astraea di togliere la fonte del suo potere, Atavaka ha richiamato a sé ogni singola anima, distruggendone l'essenza per elevarsi anch'egli oltre il limite impostogli dalle costrizioni della Realtà; è forse un anticipazione, una malefica promessa, della perversa divinità con la quale intende annichilire il creato tutto.

    Lo spazio si sfalda, i confini tra piano materiale e dimensione spirituale si fanno così flebili da poter essere attraversati da correnti di anime violate nella maniera più orrenda possibile; quante sono? Quante vittime ha torturato, quanto dolore ha inflitto, quanto deve essere contorto per trarre forza da questa agonia?
    Non hanno numero, i suoi crimini sono legione.
    Ed eccoli che scorrono verso di te, correnti di energia spirituale che inondando quello spazio vuoto per raggiungere il loro singolo bersaglio: te. Tutta la forza che il Daeva può sprigionare è imposta in questo singolo atto, in questo insulto alle regole del creato e a tutto ciò che tu rappresenti.

    Mira a soffocarti in urla, in agonia, in lacrime e nella sofferenza ultima di questi spiriti immolati nell'altare della sua ascensione.

    Da questo inferno non c'è salvezza, il suo scopo è annichilirti totalmente e divorare l'essenza di un Titano. La tua anima ha resistito fino ad ora, eppure ora tutti i tuoi sensi saranno soppressi allo stesso momento, lasciandoti vittima inerme del Daeva e forse persino conducendoti all'oblio eterno che viene con il vuoto spirituale.

    Eppure, se dovessi sopravvivere, sai che avrai la vittoria in pugno.
    Se.


    CITAZIONE
    Note: manco a dirlo gli fai un male boia. Visto che la situazione è questa, Atavaka dà il tutto per tutto: brucia tutte le anime per supercaricarsi di energia spirituale e trascendere i suoi limiti. In altre parole, ti spara una Absolute.
    E' un singolo attacco spirituale come l'ho descritto che, oltre al danno, ti priverà contemporaneamente di TUTTI i Sensi.
    Consideralo un singolo attacco ad un'energia superiore alla tua, ma se sopravvivi conti come se fossi tre energie sopra visto che ha perso il suo power up.

    Qui gli effetti
    Olfatto - non si percepiscono più gli odori. Tale privazione comporta anche la perdita dell'equilibrio e una notevole carenza della coordinazione.

    Udito - ogni suono viene soppresso e non più percepito. Tale privazione comporta anche la perdita dell'equilibrio e una notevole carenza della coordinazione.

    Gusto - la lingua è privata della sua mobilità, oltre che della percezione dei sapori, non si riesce più a coordinare alcun suono con essa, portando ad un perfetto mutismo.

    Tatto - produce un senso di spossatezza ed una mancanza totale di sensibilità a causa del dolore dovuto alle ferite fisiche, che non si percepiscono, ma spossano maggiormente.

    Vista - con la perdita di tale senso si ha la cecità completa.

    Sesto Senso [da Energia Nera]- certezza assoluta di mandare incosciente la vittima, se non addirittura sopprimerla recidendo il legame tra corpo e Cosmo. Chi dispone del Settimo Senso verrà enormemente indebolito dalla privazione del Sesto Senso.

    Settimo Senso [da Energia Suprema] - soppressione della super coscienza della vittima, risultato in una sorta di coma in coloro a cui viene tolto il Settimo Senso.


    Ottavo Senso [a Energia Suprema e Tecnica Absolute] - Non solo la vittima perde coscienza, ma la sua anima viene annichilita, rischiando di condurlo ad un oblio eterno [only GdR]
     
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    iperione spadone {X} energia divina+sonne10
    Nell'oscurità avvolgente che seguiva l'esplosione solare, Iperione fluttuava, privato della vista, dell'udito, del tatto e dell'olfatto, in una bolla di isolamento cosmico. La sua percezione del cosmo, tuttavia, gli rivelò che la battaglia era tutt'altro che finita. Poteva sentire, con una chiarezza spaventosa, il richiamo disperato e oscuro di Atavaka che invocava le anime consumate, radunandole per un'offensiva finale.

    Era come se l'intero universo trattenesse il respiro, in attesa dell'inevitabile scontro che avrebbe potuto significare la fine dell'ordine, la fine della luce. Atavaka lanciò la sua offensiva con una ferocia senza precedenti, un torrente oscuro e avvolgente di anime perdute e potere corrotto che si riversava su Iperione in un tentativo folle di annientare la sua essenza, di cancellarlo per sempre dall'ordine dell'universo. Era un'onda di pura distruzione, intrisa di dolore, odio e sofferenza, che investiva il titano con una forza inimmaginabile.

    In quel momento, sotto l'assalto implacabile di Atavaka, Iperione avvertì i suoi otto sensi essere strappati via uno dopo l'altro, la sua anima messa a nudo e dilaniata. Era sull'orlo dell'oblio, al limite del nulla, il grande sole che era stato un faro di forza e speranza per eoni sembrava sul punto di spegnersi, ridotto a non più di una fiammella tremolante nell'oscurità che lo stava inghiottendo.

    Eppure...

    Nel cuore di quel buio, in quel luogo di disperazione e distruzione, qualcosa rimase inalterato, una scintilla che rifiutava di essere soffocata. Era più di semplice volontà o potere; era l'essenza stessa di Iperione, la parte di lui che aveva attraversato le ere, che aveva forgiato stelle e fronteggiato l'oscurità in tutte le sue forme.

    "Eppure..." sussurrò Iperione a se stesso, o forse all'universo, o forse a nessuno. La sua voce, ridotta a un filo, portava in sé la determinazione di chi ha visto troppo per arrendersi ora, di chi ha amato troppo per permettere che l'oscurità vinca senza lottare. Nella più totale privazione sensoriale, privato di quasi tutto ciò che lo rendeva un essere cosmico, Iperione trovò la sua verità più profonda, il suo nucleo inviolabile. In quel frammento di eternità, comprese che non era il sole a definirlo, ma lui a definire il sole. La sua luce, la sua forza, il suo calore non derivavano da nessun astro, ma dal profondo del suo essere.

    Con un atto di volontà che sfidava ogni logica e realtà, Iperione concentrò ogni frammento di se stesso, ogni ricordo di luce e calore, in quella fiammella che resisteva. E con un sussurro che era un comando, un desiderio che era una preghiera, quella fiammella iniziò a crescere, a lottare contro l'oscurità che la soffocava, a rifiutare l'oblio che la minacciava.

    "Eppure... io sono." Queste parole, cariche di un potere antico e immutabile, erano la dichiarazione di un essere che non poteva essere distrutto, perché era diventato parte dell'ordine stesso dell'universo. E in quel momento, contro ogni previsione, il piccolo bagliore iniziò a brillare con una luce rinnovata, una promessa che nemmeno il più oscuro dei daeva poteva spegnere. Era la testimonianza che, anche nei momenti più bui, la luce trova sempre un modo per risplendere. Era Iperione, il Titano del Sole, che rifiutava di essere cancellato dall'esistenza, che si alzava ancora una volta per fronteggiare l'oscurità.

    Dalla più piccola delle scintille, dal più remoto abisso dell'oblio, una fiamma prese vita, un bagliore che sfidava l'oscurità circostante. E in quel luogo senza tempo, dove la realtà sembrava dissolversi come sabbia tra le dita, sorse un serpente colossale, un'entità avvolta nell'aura del mito e del mistero: l'uroboro, simbolo eterno dell'immortalità, dell'eterno ciclo di nascita e distruzione che Iperione non solo incarna ma è.

    1TYK6df



    La fiammella, una volta timida e vacillante, trovò nuova forza, nuova vita, alimentata da una volontà indomabile. Con un'esplosione che fu come un grido di sfida all'intero universo, Iperione rinasceva dalle proprie ceneri, più imperioso che mai, un titano rinato dal fuoco della sua stessa determinazione. Ora pienamente risvegliato, con tutti i suoi sensi restituiti e l'enorme spadone Gurthang sollevato verso i cieli, Iperione era avvolto da fiamme imponenti e brucianti, un chiaro annuncio che il signore dell'universo aveva rivelato solo una frazione del suo potere. Egli era il sole incarnato, il custode supremo dell'ordine cosmico.

    "Io sono il custode, il guardiano di questo universo," proclamava Iperione, la sua voce profonda e piena di significato, vibrante di un'autorità che solo chi ha camminato attraverso le ere può possedere. "Non sono tale per primogenitura o per la grandezza del mio potere, ma perché sono il protettore, il difensore del creato contro abomini come te, Atavaka."

    Le fiamme attorno a lui danzavano e vorticavano in un turbinio di potere puro, un mare di luce e calore che testimoniava la grandezza del suo essere. Il suo corpo, sebbene segnato dalla battaglia, si muoveva con una rapidità che sfidava ogni legge fisica, un baluardo di forza e volontà incrollabile. Mosso da un desiderio profondo, da un bisogno imperioso di porre fine a quella minaccia che pendeva sull'universo, Iperione scatenò l'ultimo, devastante assalto. Decine, centinaia di fendenti, carichi della fiamma più pura, si abbattevano su Atavaka in un uragano di vento solare, un assalto che cercava di dilaniare e straziare il daeva, di annientarlo una volta per tutte.

    Con ogni fendente che scagliava, con ogni parola che pronunciava, Iperione incarnava la forza immutabile dell'universo, la sua voce riecheggiava come il tuono tra le costellazioni, un richiamo che attraversava gli eoni:

    "Sono l'architetto dell'alba e il custode del tramonto, il guardiano di ogni speranza e sogno che si è mai sprigionato nel cuore pulsante delle stelle. Non sono qui per vanità o per il vuoto desiderio di dominio, ma per difendere l'armonia stessa del cosmo, per proteggere il tessuto dell'essere dall'annientamento che minacci," tuonava Iperione, sollevando il suo spadone verso l'immensità sovrastante, le fiamme che lo avvolgevano riflettendo la maestosità del suo potere.

    Le sue parole erano un manifesto, un decreto che definiva il suo ruolo non come un tiranno celeste, ma come il più devoto dei guardiani, colui che sta in bilico tra la luce e l'oscurità per garantire che l'ordine prevalga sul caos.

    "E chi lo ha deciso? Io, che sono nato dal primo alito dell'universo, che ho visto il nascere e il morire di ere, io che sono il sole incarnato, non ho scelto questo fardello per orgoglio, ma l'ho accettato come il più sacro dei doveri," proclamava, mentre l'immensa energia che aveva raccolto si riversava nel suo assalto, fendenti di luce che sfidavano la notte che Atavaka cercava di imporre sull'universo.

    Era una danza di distruzione e creazione, un uragano di vento solare che avvolgeva il daeva, un tentativo non solo di annientare un nemico, ma di riaffermare l'ordine eterno contro le forze che cercavano di corromperlo.

    Mentre Iperione avanzava, un titano contro la notte, ogni movimento era una dichiarazione d'intenti, ogni scintilla che si sprigionava dal suo corpo non era solo fuoco, ma un simbolo della luce che persiste, che lotta, che vince anche di fronte al più profondo degli abissi.

    "Non è il mio potere che mi definisce, ma la mia volontà di usare quel potere per custodire le stelle, per proteggere ogni frammento di vita che pulsa nascosto nell'oscurità. Io sono Iperione, il sole che non tramonta, la fiamma che non si spegne. E di fronte a questa verità, Atavaka, che cosa sei tu? Solo ombra che trema alla vista della mia luce," esclamò con una forza che scuoteva i fondamenti stessi dell'esistenza.

    Le fiamme si intensificarono, un'esplosione di pura volontà e potere che si espandeva, che cercava di avvolgere e consumare l'oscurità incarnata da Atavaka. Era il culmine di una lotta senza tempo, la prova finale che, non importa quanto profonde siano le tenebre, la luce troverà sempre un cammino, un modo per risplendere e riaffermare la sua eterna, indomita presenza.

    Era più di una semplice battaglia; era l'apice di un conflitto tra due visioni del mondo, tra luce e oscurità, tra l'ordine che Iperione rappresentava e il caos che Atavaka cercava di seminare. Ogni colpo che il titano sferrava era un'affermazione della sua volontà di proteggere, di mantenere, di salvaguardare l'universo da ogni male.

    In quel momento, Iperione non era solo un dio in guerra; era il simbolo stesso dell'immutabile legge cosmica, un faro di speranza che, nonostante le ferite e la stanchezza, bruciava con una luce che nulla poteva offuscare. Era il custode dell'universo, la sentinella eterna che, anche di fronte all'abisso, rifiutava di vacillare. Era la promessa che, non importa quanto profonda possa essere l'oscurità, la luce troverà sempre il modo di risplendere.

    narrato • "parlato"pensato| telepatia |
    casta Titani
    fisicamente dopo aver passato un brutto quarto d'ora, grazie all'Ourborous Prominence, "ritorna" con tutti i suoi sensi e pronto a scassare Atavaka XD
    mentalmente Astrea vive e combatte insieme a noi
    riassunto azioni No, tutto molto semplice in verità. Si prende in faccia la tecnica ultra-pazza-finale di Atavaka, e decide quindi di fare l'unica cosa che può fare in quel momento (non è propriamente vero, ma lasciamo stare XD) e niente, Uroboro Prominence e via andare di ripristino di tutti i sensi, e un attacco a "ti voglio bene 2000".

    Nyoraizōshiki - Nono Senso - [Speciale]
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    Resistenza Straordinaria
    Il cavaliere dispone di una forza vitale e di una resistenza al dolore senza pari. Che sia frutto dell'illuminazione raggiunta, della struttura fisica o di altro dono divino, questa abilità rende il suo possessore estremamente difficile da abbattere, permettendogli di reggersi in piedi e continuare oltre le normali capacità degli altri cavalieri.
    Questa abilità non rende né immuni ai danni ne causa una riduzione del danno subito, riduce invece gli effetti dolorosi subiti dai colpi (con analogia videoludica, è come se il cavaliere disponesse di più punti vita del normale).
    La resistenza al dolore, ai fini pratici, si manifesta nella capacità di sopportare il dolore e di mantenere una mente lucida anche sotto un terribile sforzo.
    Il tipo di dolore può essere indifferentemente causato da danni fisici, mentali o spirituali. Ciò non garantisce difesa dai danni mentali o spirituali, ne una capacità superiore di uscire da illusioni o altri poteri simili, bensì rende più resistenti al dolore da essi causati. Quindi, ad esempio, se il cavaliere viene colpito da un'illusione che fa sorgere in lui le sue peggiori paure, questa abilità non avrà alcun effetto nell'evitargli l'affrontare queste paure, ma ridurrà l'effetto dannoso conseguende sul suo sistema nervoso.
    Bonus a Energia Nera: l'allenamento e l'esperienza hanno reso il cavaliere capace di fortificare uno dei suoi tre aspetti costitutivi. Una volta per duello egli può concentrare tutta la sua energia nel rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali. [difesa assoluta specializzata]


    Vento Solare
    Iperione, nella sua veste di Dio del Sole, possiede la straordinaria abilità di richiamare a sé tutta la potenza di quell'astro che è fondamentale per la vita sulla terra. Il suo potere si concretizza nel richiamare o creare dal nulla il "potere di Helios", un vento solare in grado di spazzare via ogni cosa e di bruciare con una fiamma più intensa di qualsiasi altra. Questo potente dono divino si suddivide in due elementi distinti: aria e fuoco. Il controllo di Iperione sull'elemento vento è praticamente totale. Può richiamare grandi quantità di vento o manipolare quello già presente sul campo di battaglia, generando proiettili d'aria, potenti tornadi o esplosioni devastanti liberando aria compressa. La sua maestria nel controllo del vento gli permette di alterarne la pressione e la direzione, ma va oltre, variando anche la composizione dell'ossigeno nell'aria o generando fenomeni come l'evaporazione dei liquidi. La sua abilità con il vento estende anche la possibilità di simulare il volo sfruttando le correnti, utilizzare getti d'aria senza riuscire a raggiungere l'abilità piena, è inoltre possibile accelerare i movimenti senza poter mai raggiungere il potere espresso da chi possiede per esempio l'agilità straordinaria. D'altra parte, il controllo sull'elemento fuoco, seppur meno vasto rispetto al vento, merita rispetto. Attraverso la sua capacità, Iperione può innalzare la temperatura tramite l'espansione del suo cosmo, creando fiamme in varie forme, che esse siano fruste, proiettili o sfere. Ha la facoltà di avvolgersi di fiamme o infiammare la sua arma per eseguire attacchi ardenti. Pur non raggiungendo la stessa maestria del vento, non è raro vederlo creare sfere infuocate per annientare i suoi avversari. Entrambi gli elementi, essendo di tipo aeriforme, vantano una straordinaria duttilità e si distinguono per la loro manovrabilità eccezionale. A ciò si aggiunge la possibilità di combinare vento e fuoco per generare il Vento Solare, una fusione che offre spettacolari risultati. Iperione può così creare tornadi di vento che ustionano e fanno evaporare il sangue, lame di vento infuocate o sfere di fuoco che implodono, seminando distruzione per chilometri.


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    Fearless hearts ablaze (When the world comes crumbling down)
    No more time to waste (Know I'll be there)
    No, it's not too late (Though our fleeting moment has gone)
    To forge ahead (You're not, you're not alone, yeah!)



    L'Uroboro, il simbolo della rinascita e della creazione che segue alla distruzione, illumina a giorno l'oscurità soffocante che era caduta in quel settore dell'universo. Le tue fiamme, emblema di vita e fulgore, accolgono la tua dichiarazione: non parole vuote, ma un editto di assoluta certezza e giustizia; l'Ichor sorge nelle tue vene, risanando ogni danno e ristabilendo la sacra perfezione della tua forma fisica, mentre il tuo assalto continua senza sosta.
    Ma stavolta lo sforzo di Atavaka è disperato, un tentativo fallito in partenza di contrastare la sua inevitabile fine. Privato di ciò che lo rendeva quasi tuo pari, la sua forza è semplicemente insufficiente per contrastare la tua.
    In quel glorioso turbinare di Dunamis allo stato puro, il male rappresentato dal Daeva viene avvolto e soffocato da pura, assoluta giustizia. Astraea ritorna nel piano materiale, provata nella mente e nell'anima, ma furente e assetata di vendetta per gli orrori di cui è stata testimone.
    Apponete i vostri sigilli sull'essenza di Atavaka, e quando completi questo disegno di Sacra Geometria con il vincolo della Croce Solare, sai che è finita. L'orgoglio della vostra stirpe si marchia nell'essenza del Daeva, vincolandola ad un'eterna prigionia in attesa di essere poi posto nella costrizione del Vaso di Pandora, dove lui e i suoi compagni non potranno più fare alcun male. Accoglie tutto questo placido, immobile, quasi annoiato, consapevole del suo destino e di aver fatto tutto quello che poteva per ottenere i suoi scopi.
    Prima che i sigilli si completino, la sua mente raggiunge le vostre per un ultima volta, un ultimo sguardo di disprezzo verso chi incarna la Realtà che così tanto odia, un ultima risposta alla tua dichiarazione.

    Non importa.

    E con questo è fatta. Finalmente, è fatta. Questo scontro, seppur vinto, ti ha dato nuova comprensione sull'effettiva minaccia rappresentata dai servi di Angra Mainyu e Mara; hai capito quanto lontano possono spingersi, nel loro disonore e viltà. E quanto possano essere inconcepibilmente pericolosi.
    Eppure, è fatta.


    E' fatta. Magnus.
    Tra le tue mani uno spadone... no. Non uno spadone. Gurthang. La tua spada.
    Insieme ad essa il tuo corpo è avvolto da un'armatura di puro nero, forgiata anticamente in maniera diversa rispetto alle altre, e che ora urla di gioia e felicità inconcepibile per essere stata finalmente riunita con il suo unico proprietario. Le note si mischiano alle tue nel coro del creato, la tua musica non più incerta ma sicura e consapevole, certa e inamovibile come te.
    Sai che cosa è successo, ne hai la consapevolezza adesso. Ai tuoi piedi le forme fisiche disgustose dei Caduti; ecco cos'erano, Caduti, pensi con disprezzo. L'apoteosi del fallimento di Phanes, i servi del primo Eudaimon. Eppure non importa, sono stati distrutti contro la tua forza, si sono infranti contro la tua spada e bruciati dal tuo sacro fuoco.
    Memorie ti inondano la mente, e tu sai a chi appartengono; sono tue, solo ed esclusivamente tue, e lontana c'è altra musica che risponde alla tua.

    Ti sentiamo, fratello, zio, nonno, padre.
    Siamo a casa! Ti aspettiamo, siamo ancora in pochi ma ci stiamo risvegliando, stiamo tornando!

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    La presenza di Aranorion oscura il cielo, finalmente sveglia, finalmente cosciente, finalmente riunita con il suo amico e creatore. La Nous ti accoglie nel suo abbraccio, trasportando la tua forma fisica nel ponte di comando.
    I profughi in fuga sono stati salvati e portati nel ventre della nave, ti dice. La popolazione civile è nel panico ma al sicuro, una tua parola e saranno calmi; ha già tracciato la rotta verso la Torre Nera. Le tue memorie, le tue vere memorie, ti inondano la mente; sai che c'è tanto che manca, tantissimi pezzi ancora da ricollegare, ma sai abbastanza.
    I tuoi amici sono con te, e ammirano sbigottiti la tua trasfigurazione; non sei diverso, non davvero, ora sei solo... completo. Perfetto.
    Prima che possano fare domande un'ombra si forma alle tue spalle, e loro cadono in ginocchio, tenendosi la gola come se facessero fatica a respirare.
    Non è un'attacco, non un intento ostile o nocivo, semplicemente è una reazione naturale; succede in chi è incolpevolmente incapace di cogliere la pienezza completa di una presenza cosmica così vasta da essere illimitata.
    Il tuo risveglio si è completato senza complicazioni. Bene.
    Note risuonano nella tua mente, una musica di sollievo e contentezza, note che sono uno spartito ordinato e ben definito, una successione da un pensiero all'altro in una trama di pura armonia. Musica che è lo scorrere delle ere, degli eoni, dei millenni, dei secoli e dei millisecondi. Il ruggire degli elementi.

    AruqnQx



    Bentornato, fratello.

    Sai chi è. Non puoi non saperlo. Il suo è un nome che hai seguito fino alla fine dell'universo, fino ai confini della sanità, nel bene e nel male dal primo momento in cui ha preso la terribile responsabilità che nessun altro poteva.
    Crono è davanti a te, perfetto nella sua forma, il suo potere terribile e vaso esattamente come l'ultima volta in cui lo hai percepito, eppure più... stabile? La sua musica sembra quasi quella che era prima che prendesse possesso della Falce. Le sue sei braccia conserte, il suo sguardo altero che tradisce la profonda felicità di avere di nuovo al suo fianco il suo campione.
    E' tuo fratello. Il tuo Re.

    Bentornato, Iperione.

    As we ride again (As you turn your eyes to the stars)
    To another end (Oh, I'll be there)
    Where it all begins (With my chorus guiding you)
    Forge ahead! (Forge ahead)



    Sonne
    Fine



    CITAZIONE
    Note: grazie per aver volato con noi :asd:
    Fai pure un post conclusivo se vuoi, nel frattempo porto in giudizio.
     
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20 replies since 28/1/2024, 20:00   1215 views
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