[TRAMA] The Rumbling

Luke → Minotauro [II pg]

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    THE RUMBLINGLuke¬ → Minotauro
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    Il tuo respiro lascia il tuo corpo per l'ultima volta.

    E poi ti svegli, fissando il vuoto siderale.
    Il cielo è dello stesso colore dei lividi freschi e c'è silenzio, una tranquillità quasi innaturale. Sei supino, e qualcosa di simile all'erba ti solletica le orecchie e la nuca. Il tuo corpo è fisico, pesante, ma innaturalmente tuo e sai di possedere ogni caratteristica che ti è familiare e piacevole al pensiero. Il controllo arriva in fretta, ed è come se ti fossi svegliato dopo un sonno profondo. Un po' di confusione mentre gli echi della memoria si tranquillizzano.
    Sai dove ti trovi. Questa è la Dimensione Infernale.

    « Di tutto quello che potevi ricordare... »

    C'è qualcuno accanto a te.

    6Vd9uyF

    In tutti i millenni al servizio di Ade, Minosse è stato il Giudice. Un generale, un pianificatore, un burocrate, una macchina di morte che si è scontrata con i più grandi difensori dell'umanità. Impeccabile, inattaccabile, inamovibile, la Stella del Cielo Nobile è rimasta l'algido esempio di fedeltà ad Ade, perché come avrebbe potuto essere altrimenti? Dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che ha fatto...non esiste spazio per il dubbio.

    Non c'è stato spazio per il genitore. Sei morto, esattamente come tutti. Innumerevoli volte ormai, nell'oscura crociata contro il mondo. A volte sei morto da solo, altre volte hai deciso di terminare la tua vita con dignità, altre volte hai permesso atti di grandezza nell'esercito infernale. Hai compiuto il tuo dovere come carceriere dei morti.

    « Ho pensato che potevi risvegliarti vedendo il risultato dei nostri sforzi come prima cosa. »

    Il suo sguardo, dalle Stelle del Destino che brillano in cielo, si sposta su di te, e vedi un barlume di pacata soddisfazione. Gioia, perfino, un accenno di complicità. Ricordi che eri con Radamante, nella Dimensione Infernale, a esplorarne i recessi. A misurarvi con le oscure presenze manifestatesi con la aliena volontà di un nuovo Dio Antico.
    Riesci quasi ad assaporare la frenesia di quella lotta in cui sei perito con la consapevolezza che saresti tornato nella Stella. Il tuo sangue bolle per un attimo e con quella sensazione, arriva un brivido.

    Lo stavi facendo perché sei libero.


    Su4sahH

    Direi che ci meritiamo un post tranquillo ora? Sì?
    ▼ DM's Corner


    Edited by ~S i x ter - 16/3/2024, 19:12
     
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    The Rumbling

    Sognò, il Minotauro. Poiché cos'altro avrebbe potuto essere quello se non un sogno? In quale altro modo avrebbe potuto sentire nuovamente la voce di Arianna, le sue lacrime sul volto, la bellezza della sua canzone, i fili delle sue mani che tessevano storie ormai perse di un mondo che non c'era più. Aveva sperato, sua sorella, invano; sperato che Asterione e Minosse rinsavissero, eppure il peso delle tragedie era stato troppo per poter essere semplicemente ignorato, perché c'erano insulti che non potevano restare impuniti, ingiustizie che non si potevano lasciare correre.
    Avevano fatto tutti le loro scelte e lui non si sarebbe mai pentito della sua, eppure non c'era niente di male nel piangere ciò che era stato, nell'abbandonarsi nell'abbraccio illusorio di fantasmi e rimpiangere ciò che sarebbe potuto essere. Il cuore del Minotauro non era di pietra, non così sordo al dolore da non poterne provare, da non poter provare la sofferenza di Arianna nella lenta tragedia delle loro vite. In un altro mondo sarebbero rimasti l'uno al fianco dell'altra, avrebbero portato insieme Creta alla grandezza insieme alla loro famiglia, ma il Destino aveva reso inevitabile quella conclusione. Lo stesso destino che lui avrebbe cercato di spezzare per forgiarne uno nuovo, lo stesso destino che Arianna invece avrebbe protetto con tutte le sue forze. Eppure niente di tutto questo importava, in quel momento di sangue e lacrime sotto i suoi occhi, intessuta dalle sue storie, c'erano momenti ormai lontani e perduti ma che avrebbero dato così tanto significato alle lotte che sarebbero avvenute.
    Momenti trascorsi insieme, quando il palazzo non era ancora una tana di orrore e tragedia ma un luogo di studio e risate, di colore e amore, di litigi e marachelle, di cose che sembravano così importanti un tempo e che ora gli parevano oltremodo infantili. Eppure fu bello ricordare e piangere, ricordare da dove era venuto e cosa gli era stato tolto, ricordare di non essere stato un mostro; che le sue mani non erano sempre state uno strumento di carneficina, ma armi per proteggere il regno sarebbe dovuto essere suo.

    Per quel singolo attimo furono liberi dalle tragedie, le loro anime pure come lo erano state un tempo e come avrebbero dovuto rimanere, mondate dall'infamia del fratricidio. Non furono nemici mortali, ma fratelli che da tanto tempo non stavano insieme. Offrì le mani alle sue sorelle, stringendo Arianna e Fedra al petto nell'ultimo gesto di sincero affetto che si sarebbe concesso fino alla fine dei tempi.
    Solo allora si permise di morire.

    Aprì gli occhi e respirò, le mani istintivamente tese verso l'alto, e nella sua mente fu caos. Pensieri che stavano riallacciandosi, il filo dei ricordi che scorreva oltre quelli che aveva appena riportato alla memoria, e consapevolezze ritornate.
    Sapeva di cosa si trattava, l'aveva provato sulla sua pelle per così tante volte da non ricordare neanche esattamente quante. Ad ogni Guerra Sacra era morto al servizio di Ade, e dopo era risorto dalle sue ceneri alla volontà del Signore Oscuro; aveva sperimentato sulla sua pelle ogni possibile modo per spezzare una vita, e ogni volta si era sollevato dalle sue ceneri a inseguire la singola vittoria che avrebbe dovuto essere loro. Implacabile, inarrestabile, un passo dopo l'altro sempre avanti, com'era suo modo.
    Vide il cielo della Dimensione Infernale, le blasfeme stelle che irradiavano ogni cosa del loro orrendo fulgore, e vide Minosse. Il fatto che suo padre fosse con lui era inaudito, un avvenimento più unico che raro, che trovasse il tempo per uscire dal tribunale già di rado accadeva in passato, ora che aveva le responsabilità di un'intera dimensione era semplicemente impossibile da concepire. Forse c'era stata una pausa nei giudizi, forse aveva qualche altra ragione inscrutabile per essere lì, forse c'erano una miriade di altre spiegazioni che non poteva ancora trovare; eppure non gli importava. Colse quello che aveva davanti e lo accettò senza interrogarsi, sapeva benissimo che ciò che era emerso dalle ceneri della sua famiglia era incapace di amare, una statua che si erge a guardia di tesori che non può mai possedere, e Asterione stesso non aveva certo necessità di compagnia o approvazione. Erano entrambi oltre.
    Eppure accettò quell'evento, quell'attimo più unico che raro, esattamente come gli stava venendo presentato; un raro momento che avrebbe potuto trascorrere in compagnia dei suoi genitori. Che non fossero capaci di provare quello che provava lui era irrilevante, aveva comunque trovato il tempo per accoglierlo in quella sua nuova reincarnazione.
    Era abbastanza.

    Si sollevò verso l'alto, il gomito poggiato a terra, mentre ancora il sapore di sangue era fresco nella sua bocca. Era morto confrontandosi contro... qualcosa. Non ricordava esattamente cosa, ma sapeva di aver bruciato l'interezza del suo potere per dare a Radamante l'opportunità di colpire a morte ciò che stavano affrontando. Avrebbe ricordato, col tempo.
    Sorrise a Minosse, a suo padre e madre, all'accenno di cura che aveva avuto per lui in quell'attimo di ritorno dopo la sua ennesima morte, con la complicità che solo millenni trascorsi insieme nel servizio del Signore Oscuro poteva creare. Oltre ogni patetica manifestazione di mortali sentimenti.
    Dopotutto abbiamo scelto noi questa via, padre.
    La via più difficile di tutte. Avrebbero potuto lasciarsi andare alla disperazione, lasciarsi piegare dal destino e farne proseguire il corso ineluttabile, eppure avevano scelto di levarsi in piedi e liberarsi da quel giogo, di rompere il mondo che li avrebbe tormentati, di spezzare prima di essere spezzati.
    La via del dolore.
    L'avevano scelta, l'avevano seguita fino alla fine nelle sue più terribili implicazioni, e ora eccoli lì, a godere i frutti del loro lavoro. Del loro sangue e fatica, della loro devozione.

    E ne è valsa la pena.

    Presto le necessità dei loro doveri li avrebbero richiamati, tracciando un nuovo incolmabile solco tra i due. Ma per il momento Asterione avrebbe trascorso quegli attimi col genitore che non era più un genitore, beandosi di una compagnia che non era dovuta e né attesa, ma assolutamente benvenuta.

    Andava bene così.

    8gWY7Vi
    narrato ☲ parlatopensato

    nome ☲ Asterione
    energia ☲ Rossa
    surplice ☲ Minotauro [IV] non indossata, integra
    fisicamente ☲
    mentalmente ☲
    riassunto azioni ☲

    LABRYS
    Più che simbolo l'ascia di Asterione è il suo lascito, il marchio del suo ufficio come Campione di Creta; un titolo che ora risuona come un triste insulto dal sapore di cenere zuppa di sangue. L'arma è il suo premio, l'eterno promemoria del prezzo della lealtà.

    L'Ascia è tra gli artefatti più potenti a disposizione dei sacri guerrieri, un'arma fusa nel suo cosmo e corpo, che lo ha accompagnato in migliaia di battaglie; canalizzando il proprio Cosmo tramite essa il Minotauro ne potrà richiamare il potere, rendendo i suoi arti dei pericoli micidiali. Tramite essa potrà sferrare devastanti fendenti o enormi raggi di energia che portano con essi tutto il potere tagliente e contundente di un vero e proprio colpo d'ascia, sferrato con tutta la forza di Asterione; persino se dovesse incanalarlo nei suoi arti nudi questi non si spezzeranno, anche se colpiti da tremendi attacchi, così pregno è del potere dell'oggetto.

    Ma l'Ascia non è un semplice implemento: essa incrementa lo spaventoso potere distruttivo del Mintauro, tagliando e spaccando armature come se il suo proprietario fosse di un livello cosmico superiore, inoltre tutti gli attacchi effettuati tramite l'arma vengono lanciati al massimo della potenza possibile con il minimo sforzo [Cosmo Straordinario], rendendo estremamente difficile contrastare direttamente per lunghi periodi gli assalti dello Spectre. [Arma Infusa Speciale]


    AIONIOPYR
    Da sempre Asterione è stato un impareggiabile guerriero non solo per le sue abilità belliche, ma principalmente per la sua caparbia determinazione e incrollabilità.
    Il corpo, l'anima e la mente del Minotauro sono affinate fino al limite estremo e anche oltre; lo Spectre potrà sopportare quantitativi inverosimili di danno, dolore e fatica prima di cadere, potendo combattere più a lungo rispetto a Sacri Guerrieri anche dopo aver subito danni e compiuto sforzi che farebbero vacillare guerrieri meno resistenti. [Resistenza Straordinaria]


     
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