[Trama] Defend The MotherTree[Earth Shall Not Fall]

Eletti Di GEA - Assedio

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    Defend The Mother Tree
    - Post IV -

    Il mondo è in rovina, il mondo è fermo. Ricordai gli incendi ed il fumo che si erano levati da Takachiho quando i corrotti l'avevano presa, distruggendo gli edifici come se fossero fatti di paglia e fango e mutilando uomini, donne e bambini senza particolari ragioni. Il loro unico scopo era contaminare e distruggere quello che Gea aveva predisposto con cura, seguendo uno schema che faticavo a comprendere da Eletto e, ancor di più, quando ero soltanto Yamanazaki Junichiro. Cosa avrei potuto capire, dopotutto? La priorità era sempre stata la sopravvivenza, cercare mia moglie e mia figlia nella speranza che non fossero state divorate dalle creature terrificanti che avevano già fatto scempio di vicini, colleghi e chiunque fosse capitato tra le loro grinfie; il Risveglio era stato il principio del cambiamento.

    "Ma in realtà nulla è cambiato."

    I mostri erano rimasti lì, in agguato, pronti a terrorizzare l'umanità ricordandole la sua intrinseca debolezza. I mostri erano ovunque, ma lo erano anche gli Eletti di Agartha.
    Sire Oberon raccolse le forze ed una tempesta telecinetica iniziò a spazzare il miasma mortale che mi aveva quasi soffocato, sollevando resti marcescenti, terra, pietre e la stessa energia dell'Araldo; le spore di Rodhlann furono trasportate direttamente sul corpo del parassita.
    Gli yokai nobili facevano a pezzi il fianco del fronte occidentale, ribaltando la terra ed aprendo voragini che servirono da tombe per quei corpi maledetti, mentre i sigilli di Kuzunoha mi sostenevano, rinvigorendomi. I druidi della Corte Verde, supportati dalle radici di Nerthus, protessero le legioni del Crogiolo con i loro poteri taumaturgici, rifiutandosi di cedere anche solo un metro di terreno all'orda. La creatura fungina, ancora saldamente avviluppata al Tempio Est, mutò nuovamente forma, come se si stesse liberando di un vecchio vestito scomodo. Inaspettatamente, parlò, e la sua voce metallica ed acuta stridette a lungo, sovrastando persino il fragore della battaglia.
    Tossii, stringendomi il petto con la mano senza mai perdere di vista l'obiettivo; incerto sulle gambe, tornai in piedi e mossi alcuni passi verso Oberon, poco più lontano. La sua forza ci avevi protetti, dandoci il tempo di elaborare la mossa successiva.

    "Abbiamo bisogno di Amaterasu, ma ora sta combattendo su un altro fronte. Dovremo resistere finché giungerà in nostro soccorso."

    I goblin, ridotti a poco più di un drappello, erano rimasti schiacciati tra i due tronconi dell'esercito nemico e le loro armi falciavano tendini, s'abbattevano con violenza sulle corazze arrugginite e cadevano al suolo quando le braccia tozze dei guerrieri non riuscivano più ad impugnarle. Bruciai il cosmo e manipolai l'oscurità proiettata dalle ombre dei combattenti per generare un pantano viscoso, denso al punto da costituire un impedimento che si andasse a sommare a quello di Sampilatakamui.
    Dovevamo colpire il mostro nel suo momento di debolezza, proprio mentre attuava la metamorfosi, così invocai il potere della luce, l'elemento primigenio della creazione caro a nostra Madre, e plasmai un unico raggio di fotoni. Puntai alla zona di quel corpo abominevole che sembrava aver ricevuto più danni delle altre e lasciai che il fascio luminoso faccesse il proprio corso.
    Avrei potuto ricorrere alla rifrazione per nasconderlo, rendendo più difficile individuarlo se non all'ultimo momento, ma la copertura di Sire Oberon sarebbe stata più che sufficiente ad ottenere lo stesso effetto.

    "Ormai dovrebbe essere pieno di spore, ma sembra non curarsene affatto. Che sia immune al potere di Rodhlann?"

    Se così fosse stato, il mio compagno avrebbe dovuto rivolgere i propri sforzi all'esercito corrotto, cercando in ogni modo di spianare la strada alle Corti per facilitare lo sfondamento delle seconde linee. Ansimavo nonostante fossero passati soltanto pochi minuti dall'inizio delle ostilità e mi ritrovai a pensare che, se fossi uscito vivo dalla battaglia, avrei dovuto trovare il modo più rapido per aumentare la connessione al Codice, così da accedere al vero potere concesso da Gea ai suoi Eletti.
    L'accordo con Asgard aveva assicurato, almeno nel breve termine, una forma di tutela reciproca tra le caste e consentito ai loro esponenti di soccorrere gli alleati in tempi relativamente brevi, ma quel che stava accadendo al Tempio Est era assolutamente anomalo ed imprevedibile. L'attacco a Nerthus, riuscito per chissà quale inganno, aveva colto di sorpresa gli stessi Araldi ed ora tutte le Corti erano impegnate ad evitare il disastro.

    "Sta succedendo qualcosa anche alla Corruzione, ne sono certo. Che sia in grado di... evolvere?"


    Il solo pensiero mi fece rabbrividire, mentre correvo nella mischia per avvicinarmi il più possibile al mostro. Forse lui rappresentava uno dei tanti, nuovi esseri che presto avrebbero minacciato l'umanità e messo a dura prova le nuove alleanze.


    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Ama no Iwato

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Sintomi da avvelenamento, ferite da corrosione sulle cosce e le braccia.
    STATUS PSICHICO: Agguerrito.
    STATUS CLOTH: Indossata, danni ai parabraccia ed ai gambali.

    RIASSUNTO AZIONI: Visto che il mostro non attacca ci penso io a saccagnarlo per bene e sfrutto l'azione di Oberon per sparargli un raggio di luce dove era già stato danneggiato [att.]. Per aiutare l'esercito creo un pantano di tenebra viscosa che impedisce i movimenti ai corrottini ed aiuta la strategia dei due yokai nobili [div.]. Chiudo il post lanciandomi nella mischia per avvicinarmi al mostro-fungo [posizione].

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


    TECNICHE:



    Credits layout a Dr. Stein
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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    °Pensato° ParlatoNarrato [...]**time skip

    Per quanto si ci impegnasse sembrava che ogni sforzo non fosse decisivo per mettere in scacco quell'entità che sembrava riuscire ad evolvere.
    Rodhlann rimaneva in posizione continuando a produrre sporre.
    Fu un attacco combinato quello che vide le spore dell'irlandese, la lancia di Junichiro e l'attacco concentrato di Oberon che in un'unica azione che racchiudeva ogni specificità di ogni singolo attacco, si cercò di rilasciare un colpo dal potenziale considerevole cercando di direzionare ogni intento sull'essere abominevole al fine di annichilirlo.
    Il mega attacco però sembrò non rispondere nel modo più corretto, come si era teorizzato.
    La creatura invece di soccombere sembrò evolvere.
    Tutto in quel luogo sembrava avvolto da una sorta di evoluzione che, invece di indebolire gli schieramenti corrotti, al contrario, sembrava rafforzarli.
    Quindi che fare? Come agire.
    Bisognava fare ricorso al massimo sforzo da parte di tutti.
    Non si poteva chinare il capo.
    A prescindere da quanto ruggisse e rispondesse il nemico, bisognava comunque controbattere colpo su colpo.
    I Goblin continuavano nella loro opera benché si ritrovassero ridotti per numero e schiacciati dalla forza avversaria.
    Rodhlann sofferente e malmesso si rifiutava di cedere il passo.
    Bisognava in qualche modo dar manforte e se le sue abilità potevano ben poco contro quell'essere dall'aspetto parzialmente umanoide, allora avrebbe riversato i suoi sforzi per decimare l'esercito corrotto e poter in qualche modo aiutare i Goblin che eroicamente si stavano immolando per la causa.
    La corruzione. La maledetta corruzione che aveva distrutto la sua città.
    Ancora le urla della gente che scappava da Dublino riecheggiavano nella sua testa.
    Non avrebbe permesso una seconda ecatombe.
    Non avrebbe permesso che anche qui il male potesse trionfare.
    Tossiva sangue. I polmoni bruciavano. Più che respirare, rantolava ma era ancora in piedi, o almeno si sforzava di restare in posizione eretta.
    Fece fluire il potere.
    Caricò di considerevole energia le mani per poi poggiare i palmi di quest'ultime sul terreno e infondere in esso l'essenza affinché innumerevoli funghi cominciassero a germogliare nella zona dove sostava l'esercito corrotto.
    Innanzitutto avrebbe provato ad avvolgere le radici dei funghi intorno alle gambe della fazione avversaria affinché i loro movimenti fossero rallentati così da non riuscire a organizzare un attacco congiunto.
    La prima fase sarebbe stata l'impedimento facendo germogliare le radici come ostacolo.
    In seguito la seconda fase: impregnare gli stessi cordyceps di cosmo instabile, delle vere e proprie bombe.
    Continuò nell'azione di immettere energia nei costrutti che si moltiplicavano sempre più.
    Voleva far germogliare una vera e propria distesa ricomprendo l'intera zona in cui riversavano le fila nemiche.
    Neanche un centimetro di spazio doveva sfuggirgli. Questo era l'obiettivo.
    Un semplice gesto, schioccare indice e pollice di ogni rispettiva mano e innescare un'esplosione a catena che cercasse di incenerire più corrotti possibili.




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    Nome: Rodhlann
    Energia: Verde
    Casta: Eletti di Gea
    Mente: Non vuole arrendersi.
    Corpo: Sintomi da avvelenamento, ferite da corrosione su diverse parti del corpo: braccia, gambe, parti scoperte del corpo non tutelate dall'armatura.. Evidenti segni di bruciature.
    Darian: Cordyceps IV - indossata. Danneggiata in diversi punti a causa dell'acido che ha deformato il metallo. Gambali, Spallacci, Pettorale.
    Riepilogo: Mi concentro sulle schiere dei corrotti che stanno mettendo in difficoltà i Goblin. Innanzitutto come prima cosa cerco di usare le radici dei cordyceps per avvolgere le loro gambe e rendere difficoltosi gli spostamenti [AD]. Oltre a questo, come azione ulteriore immetto cosmo instabile negli stessi funghi che si stanno impegnando ad avvilupparsi intorno agli arti inferiori per detonare e cercare in questo modo di far respirare i Goblin dall'attacco dei nemici.[AF]



    Abilità:


    Crescita rigogliosa
    [Categoria: Vegetali Unici]

    Il Cordyceps, fungo da cui attinge potere Rodhlann viene così manipolato e generato a piacimento, espandendo il suo cosmo e permettendo in questo modo la crescita del vegetale a cui è permesso attecchire su qualsivoglia superfice: anche la carne stessa dell'avversario.
    Sarà così possibile manipolare anche le stesse radici del fungo che a sua volta potranno fare da tramite per espandere la propagazione del vegetale e assumerne un pieno controllo secondo le più disparate e ingegnose strategia che l'eletto voglia impiegare: per capacità di creazione dell’elemento si intende la possibilità di creare dalla propria emanazione il suddetto vegetale che può essere direzionato, espanso, intrecciato e plasmato dal cavaliere, a scopi offensivi e difensivi.
    Egli può accelerarne la crescita, manipolarne la forma e “animarne” la struttura a proprio vantaggio.
    Il controllo del vegetale è limitato fino a energia blu: sostanzialmente non si ha telecinesi selettiva sul vegetale, da blu in poi sarà possibile guidare i movimenti di ciò che si crea.
    [Ovviamente il potere di modellazione ed espansione dei funghi dovrà sottostare al limite del regolamento in base al livello energetico ottenuto: più si salirà di energia, maggiore sarà l'estensione della zona modificata.]

    Spore
    [Categoria: Alterazione - Manipolazione]

    Seconda temibile abilità dell'eletto di Cordyceps è quella di poter rilasciare nell'aria, sia tramite il fungo stesso o la creazione mediante il cosmo, microscopiche spore che fluttuano in ogni parte della zona designata affinché vengano inalate o infettino mediante l'accesso dei pori dell'epidermide.
    Il risultato sarà quello di poter far attecchire lo stesso fungo all'interno del corpo avversario per utilizzarlo come tramite e, conseguentemente, facilitare l'efficacia delle offensive tramite gli effetti e le strategie più disparate.
    Le spore hanno un effetto del tutto simile a quello di un veleno: dopo l'inalazione nel primo turno (per cui servono esposizioni continue/progressive), seguiranno specifici effetti. La capacità delle spore agisce su più turni in maniera graduale, e i colpi hanno un effetto cumulativo.
    [La grandezza del campo infestato dalle spore sarà vincolato (metri) in base al livello energetico ottenuto.



    Tecniche:



    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.






    Edited by Ramiel - 22/12/2023, 10:17
     
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    [Trama] Defend The MotherTree[Earth Shall Not Fall]

    - Post III -


    La Corte di Mezzanotte stava avanzando ammassando cadaveri e rantoli dietro di sé. Combattevano ridendo; combattevano danzando tra budella e sangue e lo facevano con gioia. Una gioia furente.
    Erano nella loro naturalità più intrinseca. Erano nati, creati, addestrati per questi momenti. Per combattere i nemici della Realtà. Vincendo.
    Sempre.
    Non conoscevano altro significato, altro modo, altra strada se non quella di ammassare cadaveri su cadaveri, di continuare ad avanzare nonostante la merda, nonostante il sangue, nonostante i compagni caduti, nonostante tutto per difendere la Creazione e la Realtà. Non era volontà era scopo misto alla volontà di farlo.
    Di lasciar andare tutta la rabbia, tutta la violenza necessarie per poter raggiungere il cielo e tagliarlo.
    Questo era nella loro mente. Facendo garrire il simbolo di Amaterasu in quel vento caldo.
    Amacunu e gli spiriti del Brasile si stavano mettendo in formazione divenendo la punta di lancia dello schieramento della Corte Di Mezzanotte.
    Gli spiriti elementali del vento e dell'acqua mischiarono i loro poteri facendo cadere, come sudario, sul campo di battaglia una nebbia capace di nascondere alla vista i movimenti delle truppe.
    Fu battaglia sanguinosa e rabbiosa.
    Calarono dal fianco sinistro l'esercito di Amacunu e degli eletti del Brasile, per poter penetrare a fondo nello schieramento tagliandolo in due. L'esercito di Amaterasu era dietro di loro spingendo e allargandosi appena sventolò il segnale.
    Lo stendardo rosso di Amaterasu fu infilzato al suolo e gli Eletti si misero a cerchio iniziando a difendersi dall'attacco in massa che l'esercito del Chaos e della Corruzione misero in atto per riprendere il controllo del terreno di scontro.
    Non scapparono, non si ritirarono ma con lucida e assoluta calma si ritirarono facendo ammassare davanti al oro file e fila di corpi trucidati per riprendere posizione e spazio di manovra.
    Non c'era un fiato, né un suono. Erano corpi che non conoscevano paura, non conoscevano esitazione. Un arto fratturato o strappato non era un problema.
    La loro rigenerazione era maledettamente rapida. Le loro braccia tornavano sane e più forti di prima. Fecero muro.
    Amacunu e gli Eletti del Brasile resistevano mentre gli spiriti elementali del vento alzarono tornadi intorno a loro ghermendo e triturando tutto ciò con cui entrarono in rotta di collisione. Il vento portava il sussurro di morte di G.E.a che aveva decretato per loro.
    Al centro vi era un pandemonio di elementi e lame, contro una nera marea che come fango e pece si alzava intorno a loro ricadendo fragorosamente. Onde che non conoscevano tregua.
    Ad ogni ondata ritornavano indietro per ritornare più forti e con più foga.
    Ma dovevano tenere la posizione e dividere in due quell'esercito. Perché Amaterasu e la sua Corte sarebbero piombati dai due lati per chiuderli in una mossa.
    Stava rischiando, l'Araldo dell'Inizio, ma confidava nella forza del suo amigo.
    Confidava nella forza dell'eletto del Rio delle Amazzoni che placido, tranquillo, sornione continuava a scorrere per tutto il Sudamerica portando la vita.
    Eppure il Rio era anche terribile nel suo incedere. Aveva in sé la vita e la morte per un intero continente. E quella forza Amacunu la teneva da sempre celata perché la rabbia doveva essere centellinata, l'odio una preziosa pietra da tenere dentro la cassaforte del nostro cuore per svelarla solo quando ci fosse la necessità del momento.
    E montò quella rabbia, a guisa di maremoto, intorno all'esercito degli eletti, mentre il soffio terribile degli elementali del vento si mischiò alle onde d'acqua di Amacunu creando tornadi d'acqua capaci di affogare, respingere, triturare, schiacciare con la loro pressione.
    Le forze contrarie all'interno della tempesta che si stava generando, di forze centripete e centrifughe, si poteva vedere dal moto diverso con cui turbinavano il vento e l'acqua, generando colonne con varie pressioni al loro interno.
    Un attacco potente, non stavano badando alla precisione ma a creare distruzione e devastazione su vasta scala coinvolgendo il più grosso numeri di nemici possibili.
    Le onde si alzavano come maremoto, il vento e l'acqua generavano mulinelli, raffiche di vento che facevano diventare le gocce d'acqua tra di essi come piccole bombe con una forza d'impatto e penetrazione maggiori.
    L'acqua era come un muro, il vento spazzava tutto quello che c'era intorno a loro creando un pantano dove affondavano le zampe, i piedi, le braccia, le gambe degli orrori intorno a loro rallentandone l'avanzata, favorendo i colpi degli Eletti e dei loro poteri.

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    La Corte Di Mezzanotte non è fatta per la sconfitta. Può essere distrutta ma non sconfitta





    Amaterasu e il resto della Corte stava affondando nella Terra, nascondendosi in essa, attraversando il campo di battaglia grazie agli elementali della terra che scavarono galleria. Erano come i vermi della terra che con calma e dedizione si scavavano le loro tane, le loro gallerie e che potevano arrivare ovunque.
    La terra era la loro Madre, era la loro casa, il loro nascondiglio, la loro arma.

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    «Dovremmo esserci. Mentre Muso Kokushi insieme al Clan dei jikininki e alle Yuki Onna, grazie alle loro illusioni, li stanno facendo credere che siamo ancora fermi, siamo arrivati nel punto esatto.
    Mandate un messaggio a Rokumei e agli spiriti elementali delle tenebre. Sanno quello che devono fare.»



    Il piano era articolato ma semplice nella sua attuazione. Costringere quell'esercito a combattere contro Amacunu. Le illusioni avrebbero dato la percezione che la parte più grossa della Corte era rimasta ferma e in posizione. Dovevano fare in modo che non si accorgessero dell'inganno, mentre nel momento in cui la battaglia fosse iniziata la maggior parte di loro sarebbe uscita da sottoterra.
    La terra stessa si sarebbe aperta inghiottendo i loro nemici, facendo respirare Amacunu e gli Eletti del Brasile. Coadiuvati dalla tenebre di Rokumei avrebbero portato scompiglio e sconcerto tra i loro ranghi.
    L'avanzata doveva essere tremenda, efficace, tagliente e rapida.
    Dovevano fermare questo esercito, perché se fossero penetrati al tempio Est, unendosi al resto dell'esercito, sarebbe caduta Nerthus, la Rugiada e buona parte di Agartha. Quel che peggio in questo scenario avrebbero avuto accesso all'Albero e messo in scacchi gli Araldi e gli Eletti chiudendoli d'assedio.

    «In posizione... uccidete tutto ciò che avrete davanti. Devastate e date sfogo a tutta la rabbia che sentite dentro.»

    La sua Royalty si manifestò. Divenne come una fiamma guizzante, capelli e barba si accesero di colori arancio, divennero come lingue di fuoco.
    La spada venne sguainata con un singolo movimento. Lasciò eruttare da se stesso tutta la potenza sotto forma di fiamme grezze che si unirono alla terra eruttando da sotto i piedi dell'esercito del Chaos e della Corruzione investendoli con potenza grezza e devastante. Lingue di fiamma che sbucarono dal terreno portando con sé rocce roventi e le fiamme di Amaterasu.

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    RIDURRE IL MONDO IN CENERE



    Si aprirono da sotto i loro piedi voragini dove artigli e spade li attendevano. Le tenebre li rendevano ciechi, l'acqua li affogava, la terra li schiacciava, le fiamme li bruciavano.
    E Amaterasu finalmente fu sul campo di battaglia con i suoi Yokai Nobili accanto a lei. Imperatrice di Guerra. Imperatrice di morte e distruzione.

    La terra si trasformò nelle sabbie mobili mentre il vento sferzava quei corpi putridi tagliuzzandoli e lasciando le loro carni bruciare alle fiamme.
    I Clan delal Corte di Mezzanotte si radunarono introno alla loro Imperatrice che guardava i suoi nemici negli occhi.
    Kusanagi ronzò lugubre, mentre le dita le sfioravano il manico finemente lavorato. Rimandava la luce sinistra degli occhi arcobaleno dell'araldo.
    Un piede davanti all'altro. L'elsa impugnata con due mani.
    Alzò e calò la spada. Fiamme eruttarono da lei mischiandosi all'azione violenta del fendente. Un arco di fiamme che si allargò a 180 gradi davanti a sé.
    Un fendente di fuoco e fiamme che non solo bruciava e carbonizzava le carni ma anche lo spirito. Il piede batté a terra, dando slancio al suo incidere.
    All'orizzonte già la massa di nemici si stava riorganizzando adattandosi ai nuovi nemici e a chi li guidava.
    Esseri enormi che facevano tremare la terra, come nere macchine di morte, formate da indefinibili articolazioni simili a braccia che avanzavano compatti.
    Sembravano grattacieli semoventi, protuberanze ossee simili a punte di lance spuntavano dalle lunghe e colossali schiene, mentre le code che finivano con spuntoni ossei ai lati sferzavano l'aria.
    La potenza dell'intero esercito si stava riversando contro il Muro della Realtà.
    E vi furono innumerevoli sorrisi su quei volti.
    Erano quello che volevano.
    Volevano solo un campo di battaglia per poter combattere. Per poter dare sfogo alla loro rabbia. Per mettere ancora una volta alla prova la Corruzione con la loro volontà.
    La Corte Di Mezzanotte restò ferma sfidandoli senza un suono, senza un grido ma solo serrando i loro ranghi mentre Amacunu e gli Eletti del vento continuavano a fare scempio dei nemici rimasti alle loro spalle.
    I loro respiri erano di una calma inumana.
    Mentre quei colossi, pari ad una trentina, avanzavano compatti e dietro di loro la massa nera si ricompattò formandosi e riformandosi, adattandosi e rigenerandosi ancora e ancora.

    Le spalle alla sua corte. Il vento nei capelli. Sentì ogni respiro, ogni cuore battere, ogni orgoglio, ogni volontà e sorrise.
    Si sorrise e la sua risata fu acqua limpida di sorgente. Fresca che zampillava libera e imprevedibile.
    Rideva perché nella tenebra scorgeva quella luce imperitura che non era ancora morta.
    Avanzò senza paura, perché l'Inizio non lo conosceva e non era nella sua natura saperlo, perché in fondo ad una pagina bianca tutto poteva essere. Perché il suo ruolo era Dividere.
    Era portare tutto nel Crogiolo e far si che il Sistema non si fermasse mai.
    Era continuare a nutrire la speranza perché nel bianco ogni cosa può essere scritta e detta, perché la sconfitta ancora non è conosciuta, perché la speranza divampa, perché tutto può accadere.
    Anche un uomo diventi Eletto per poi essere araldo.
    Fu terribile ora guardarla avanzare senza esitazione. Un predatore in caccia.
    Il calore era insopportabile. Ogni elemento fondante il Creato turbinò intorno al suo corpo come se fossero pietre preziose di una collana.
    Si...ecco cos'era la Yasakani no Magatama. Erano gli elementi che formavano la Royalty dell'imperatrice, mentre lo specchio brillò sulla sua armatura.
    La sua darian era lo specchio Yata no Kagani. Il simbolo della sua promessa, il voto di un samurai a servire G.E.A e la Realtà. Per proteggere entrambe e la vita che si sarebbe generata in essa. Un luogo dove ogni creatura vivente avesse potuto avere l'opportunità del divenire.
    E lo specchio divenne armatura per essere il tramite di questa attuazione e proteggere il corpo dell'araldo, dagli infiniti nemici che avrebbero cercato di divorarla.


    La spada invincibile di G.E.A.

    rengoku-flame-breathing




    Caricò il suo corpo di fiamme arancio, dandosi slancio con quel cosmo ruggente penetrando in profondità nello schieramento nemico, sbalzando e tagliando, parando e bruciando. L'Araldo dell'Inizio aveva dato il segnale per la controffensiva. Un nugolo di gole gridarono tutte insieme


    Royalty descend,
    All honour him,
    Our lord of sun,
    King Amaterasu
    Leads in Reality!



    E finalmente si scontrarono.
    Finalmente.
    FINALMENTE
    FINALMENTE


    La spada impattò contro la gamba di uno di quegli esseri.
    Urlò.
    Sangue nero sprizzò ovunque mentre la gamba tranciata si abbatté senza vita per terra, venendo schiacciata dalla corte di Mezzanotte che fu un maremoto senza controllo alcuno.
    Ognuno libero di essere. La vita che scorreva in loro reclamava il suo posto in questo mondo, reclamava il suo ruolo, reclamava il suo diritto.
    Un diritto che la Corte di Mezzanotte preservava col suo sangue e la sua rabbia.


    Amaterasu fece un balzo e la sua Forma Luce combatté le Tenebre del caos e della Disperazione. Accecando gli occhi, bruciandoli per l'ardire che avevano avuto di guardarla.
    La celata calò sull'elmo della sua darian bianca come l'Inizio di cui era il programma e il motore.


    10da2e7024ce4fbf56316540f2d7b47d
    G.E.A



    I fotoni si addensarono sul suo corpo, costrutto di luce imperitura. Il cuore calmo. Kusanagi ronzò nefasta e al tempo stesso fu la musica della gioia della creazione.
    Distruzione delle tenebre. Luce a scacciarle. Lì dove tutto finiva il taglio invincibile si sarebbe fatto strada. Nella paura sarebbe nata la speranza.
    I piedi affondarono nel terreno.
    Il suo corpo immenso, lucente, nelle sue mani Kusanagi che cantò di tempi antichi.
    La Corte di Mezzanotte impattò contro l'Orrendo e la Disperazione, affondando come un coltello nel burro.
    Perché nessuna paura poteva afferrare i loro cuori che erano stati benedetti dalla luce di G.E.A stessa, creati da essa, amati e protetti; nei loro occhi la fiamma primigenia della Realtà.
    Ad ogni colpo il canto si alzava.
    La Musica contro la Dissonanza.
    I colpi di Amaterasu furono raggi laser che penetravano a fondo nella carne, aprendo orrendi squarci su quei corpi immensi.
    Era una guerra senza quartiere.
    Ognuno dei due schieramenti era pronto a divorare l'altro e a cancellarlo dalla Realtà stessa.
    Un raggio partì dalla bocca degli abomini, come se le urla d'agonia di un p9aneta stesso furono in quelle gole.
    Un raggio che parò con la sua spada deviandolo. L'impatto fu devastante. Boato e luce delinearono ombre malsane su quei volti antropomorfi.
    Artigli che penetravano nelle budella lasciandole marcire al suolo. Zanne che affondavano nei colli tranciandone vene e succhiandone energia e vita.
    L'aberrazione della vita. Il volto deforme dell'Opera di Ponto che non era altro che la Corruzione stessa dell'idea della madre.
    La lama di Kusanagi si alzò e la Terra si smosse al suo ordine. Gli elementali di terra alzarono muri su muri dividendo l'esercito, schiacciandolo, facendo perdere l'equilibrio a quei colossi, alcuni caddero tra le grida di chi schiacciarono mentre gli Yokai Nobili li furono addosso come globuli bianchi su dei virus.
    Eppure qualcosa si annidò nei suoi pensieri.
    Il dubbio che tutto questo fosse troppo facile.
    Si rigeneravano in fretta e ad ogni colpo subito si rialzavano più forti e con nuove abilità. Più grandi e feroci.
    Sembrava che fossero messi lì ad uno scopo preciso.
    Era un esercito immenso: uno sciame oscuro fatto da infiniti occhi e mani scarnificate eppure non sembravano un qualcosa di inarrestabile.
    La sua Corte sembrava che vincesse eppure ogni volta si rialzavano, certo più forti di prima ma non più pericolosi.
    Bastava solo distruggerli in modo tale da non farli rigenerare. Ma allora perché dispiegare tutte queste forze?
    Per dividerli, ed era chiaro, ma c'era altro?
    E solo adesso si accorse come la potenza del Corotto nel Tempio di Nerthus stesse crescendo di intensità e forza.
    Stava superando la forza di suo fratello Oberon. Sentiva gli spiriti di chi moriva, e il dubbio si fece più forte.
    Non erano due eserciti che si univano, ma era un esercito creato al solo scopo di dividere e rallentare.
    Due attacchi, uno al Tempio di Nerthus, l'altro dal Piano Materiale in modo tale da dividere le forze degli Araldi. Ma in quel caso lasciando il Corrotto libero?
    Quel corrotto stava aumentando la sua energia e forza nutrendosi, come un parassita, di chi moriva intorno a lui?
    O dall'energia di Nerthus stessa?
    P.A.N era rimasto ad Agartha per proteggerla da eventuali attacchi a sorpresa, la forza di Oberon poteva essere sul punto di collasso.
    Se l'avesse superata, se non fossero riusciti...

    Ed ecco una parte del loro piano.
    Far si che gli Araldi si dividessero invece di riunirsi tutti in un unico punto e combattere come una sola entità.
    Farli credere che un'altra forza sarebbe arrivata per schiacciarli. Il numero, la forza in campo, questi esseri, tutto era stato solo per questo scopo?
    E se anche questo facesse parte del piano.

    «Mio splendido pezzo di carne, ti trovo in difficoltà. Dubbioso su chi devi ammazzare?»
    «Non trovi che non vi sia nessuno a comandare tutto questo?»
    «Più strano che te lo domandi. La Corruzione e il Chaos sono subdoli. Non hanno bisogno di essere comandati da qualcuno, sanno già cosa fare. Si adattano e li invidio. Avessi questo tipo di adattamento sarebbe tutto più semplice da divorare, non trovi?»

    Il sorriso di Astolfo fu crudele.

    «Li odio. Perché solo io devo divorare questo mondo.»
    «Non senti anche tu?»
    «Fidati della tua Corte, no? Se anche ci fosse qualcosa di così potente lo fermeremo. Se il Tempio di Nerthus cade cadiamo tutti. Ed è meglio perdere la Corte di Mezzanotte o il Tempio Est? Domandatelo Araldo e fa la tua scelta.»

    Astolfo era crudele, cinico, realista e schifosamente onesto. Onesto nel suo porsi, onesto con se stesso e con il ruolo che la madre aveva ideato per lui.
    Un Araldo doveva essere a protezione. Tutti loro erano già pronti al sacrificio. Proteggere tutti era impossibile, salvare la Realtà era l'unico dovere per gli Eletti di G.E.A.
    Non c'erano amicizia, non c'era onore, non c'era null'altro che difendere la Realtà ad ogni costo, con ogni mezzo.
    I sacrifici non sarebbero mai stati troppo pochi o inutili.
    La differenza tra loro e gli uomini stava in questo: sapevano cosa andava fatto e lo facevano senza dubbio e senza paura.
    La Corte Di Mezzanotte sarebbe stata devastati? Forse...ma avrebbe permesso di difendere il Tempio Est e Nerthus. Di difendere la Realtà.
    Per questo erano nati.
    Per questo combattevano.

    «E poi gli Yokai Nobili non perderebbero così facilmente, qualsiasi cosa uscisse dal buco di culo in cui si è nascosta.
    Dai una mano ad Oberon, distruggete quel coso e il sacrificio di molti sarà stato pagato.»

    «Ti odio.»
    «Et amo, mio splendido pezzo di carne.»




    Il Corrotto stava mutando. Stava adattandosi ad un ritmo forsennato.
    Stava capendo in che modo riuscire a resistere, per poi annichilire, il potere di Oberon stesso.
    Una lancia di fotoni grezza saettò nel cielo affondando nelle carni. L'esplosione fu terribile.
    Fu un colpo carico della potenza rabbiosa di Amaterasu stessa. La carne era stata carbonizzata, l'odore era nauseabondo.
    Un'altra saettò nel cielo ancorandosi ad un tentacolo, un'altra ancora, un'altra e ancora e ancora.
    Kusanagi ronzò terribile. Il suo suono pervade il campo.
    La luce fu come un raggio laser di pura potenza che tagliò a metà il campo di battaglia. L'obbiettivo era tagliare il Creato stesso se fosse servito a sradicare quella cosa dal corpo di sua sorella.

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    I passi dell'araldo fecero tremare la terra intera con quella potenza che scaturiva dal suo corpo. Il suo corpo era immenso. Fatto di pura luce.

    «Unisciti a me, fratello. Dobbiamo ucciderlo prima che si rigeneri, si riadatti in continuazione superando te e me.»


    Il pensiero di Amaterasu fu nella mente e nello spirito di Oberon.

    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Amaterasu Viola Amaterasu O Mi Kami {VII}

    STATUS FISICO: //
    STATUS PSICHICO: //
    STATUS CLOTH: Integra;

    RIASSUNTO AZIONI:Essendo che Amaterasu si stava occupando dell'altro esercito, capisce che è stato fatto tutti in modo tale da dividere le forze degli eletti. rallentando così il loro riunirsi e dando al Corrotto Fungo il tempo necessario per adattarsi e diventare poco alla volta sempre più forte e schifosamente pericoloso. Così ritorna, lasciando la Corte di Mezzanotte a combatterci e da una grossa mano a voi e ad Oberon vado in forma Gundam di pura luce.
    ATTACCO DEBOLE sono lance di luce grezza che formo e gliele lancio addosso in modo tale da farli esplodere il resto dei tentacoli o una buona parte per staccarlo.
    ATTACCO FORTE laserata, con spirito e cosmo straordinario, per impattare sul corpo e fargli molto male.

    ABILITÀ:

    La Vita è Carne e Anima

    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma soprattutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    ❖ ⟡ :: Abilità Spirito ⟡ ❖



    La Vita è Straordinaria

    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.


    ❖ ⟡ :: Abilità Cosmo Straordinario. ⟡ ❖




    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perché non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e Astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    ❖ ⟡ :: Abilità Arma ⟡ ❖






    TECNICHE:


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    All rights reserved




    Edited by Lyga - 26/12/2023, 11:14
     
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    i have no idea what i'm doing

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    Assedio - III





    Edema polmonare.
    Avanzo.
    Ustioni caustiche.
    Non perdo quota.
    Perdita di coordinazione muscolare.
    Occhi fissi sul nemico.



    In una lista mentale Oberon segnava ogni singolo segnale di dolore che i suoi nervi portavano al cervello, imponendosi di non pensarci e sostituendolo con altro.
    Poteva resistere un altro po’, aveva subito di peggio in passato e non aveva bisogno di molta mobilità con la sua telecinesi e illusioni. Ma nonostante tutta la determinazione che poteva avere il veleno del precedente attacco aveva intaccato, ma l’importante era aver aiutato che stava dietro di lui.

    Questo il compito di un sovrano, questo il compito di un monarca.



    Loro non cederanno, così io.




    Cordyceps stava concentrando le sue attenzioni verso la battaglia, guardiano dei soldati che non stavano indietreggiando davanti alla Corruzione. Ironico, considerando come poteva apparire simile al loro nemico. Le radici fungine stavano rallentando e intralciando il movimento di quell’ala dell’esercito, cosi come una palude di ombre generata da Ama-no-Iwato.

    Ma non potevano da soli anche solo sperare di poter reggere botta. No.



    Non erano soli.





    Echi di pensiero si mossero nelle menti di ogni combattente. La Foresta Innominata si mosse nelle sue cappe vibrando le teste animali in sonore risate di contentezza quando Oberon gli chiese di riversare su di loro le più tremende illusioni per ottenebrare la loro mente.

    Bestie, mostri ancora più raccapriccianti dei corrotti facevano capolino nelle loro percezioni spingendoli a muoversi e fuggire se non per paura per meglio attaccarli, facendo inciampare come una mandria gli invasori nella trappola del duo di Eletti. Potevano indietreggiare, ma frecce intagliate in rami di melo e salice piovevano sulle retrovie dagli arcieri sidhe sotto comando del loro Re, mentre goblin e altre truppe premevano sul davanti, ruggendo e ridendo.


    Cosi simile al gioioso massacro degli yokai nell’altro versante.
    Gioia nel vivere, nel morire, nel versare il sangue, nel mangiare le carni, nel semplice atto di esistere.


    La Natura non è tua amica. La Natura ti vuole morto in ogni secondo del giorno, da Mezzogiorno a Mezzanotte.




    Mio sire, i fronti reggono, non badate a noi – pensò uno dei comandanti, seguito in coro degli altri. Riconoscimento e fiducia mista all’estasi della battaglia e alla fame di midollo. Un pensiero unico.


    Qualinesti


    Agharta gu bràth.
    (Agharta fino all’ultimo giorno)





    Rigoli di sangue bagnarono il suo sorriso, mentre fremiti di cosmo andavano a toccare la realtà attorno a lui, creando piccoli glitch che si schiudevano in insetti e farfalle. La verità dei sensi si legava alla sua energia che voleva brillare mentre si preparava all’assalto, libero dal pensiero dei suoi sottoposti.
    Si, poteva lasciarli divertire. Sempre preoccupato, ma come loro si fidavano di lui, lui si sarebbe fidato di loro.


    Avanzando in aria senza paura, ma… fastidio.

    Prurito nelle parti più recondite della sua anima vedendo la trasformazione che la loro blasfema testa di ponte sta assumendo. Una violazione del pensiero di quello che è il verde, di quello che è Nerthus.


    Crescita. Evoluzione.
    Tendenza ad avanzare.
    Ad adattarsi a ciò che aveva di fronte.




    Non la stagnazione caotica che rappresentavano i loro nemici. Non quello che stava osservando di fronte ai propri occhi.



    Osi profanare ancora di più di più nostra sorella, vile mostro? - la voce di Oberon tuonava attraverso il vento, il terreno e gli alberi abbattutti, mentre la percezione del mondo attorno a lui fremeva con ogni concetto che portavano le sue parole – Osi farti beffa del suo paradigma, mentre tendi di violare il suo sacta santorum e rubare i suoi tesori?

    E sia… se prima era mio dovere e mio modo di essere che mi spingeva a scuotere la tua carne e frantumare la tua mente, ora è personale ed è un piacere.




    Oberon scomparve. Perché scomparve la sua presenza nella realtà, la sua percezione.
    Un buco nero riempito di aria, roccia, foglie che volavano, polvere e spore, qualcosa che c’è e che non c’è.

    La sensazione di vedere cose fra le fonde degli alberi.
    Volti nelle rocce. Movimenti di mostri fra i flutti dell’acqua.


    L’Ordine che la mente cosciente tenta di dare alla Natura.
    Per placare la paura. Per essere al sicuro. Invano.




    Beast


    (Vera Forma)







    Le parole di Amateratsu che ora si muoveva verso di lui come una immensa cometa di fotoni furono una conferma. Quella bestia immonda si stava facendo gioco di loro.
    Poteva quasi esserne ammirato se non fosse incazzato nero come una faina.



    Assolutamente Sorella. Può sperare di superarci, ma la verità è ben diversa…




    Gli occhi fulminarono, mentre nelle ragnatele delle realtà sensibile un immenso carico di dati e sensazioni fù diretto verso la mente della mutaforma.
    Oh, amava cambiare? Chissà come avrebbe retto milioni di anni di singoli cambiamenti biologici nel corpo e nell’ambiente in pochi secondi. Un pugno in faccia per farla distrarre e far danno, sperando che fosse ancora suscettibile anche con il suo adattamento, ma non doveva essere perfetto. Doveva essere rapido, una distrazione per far si che le lance di sua sorella stancassero i tentacoli che ancora resistevano con precisione chirurgica.



    Il corpo fremette anche nella sua vera forma, mentre rigoli di quello che il mondo percepiva come linfa e fango venivano tossiti via da una mancanza di bocca. Stava male, ma il suo corpo doveva solo reggere il flusso di cosmo e dominio che passava attraverso di lui come una mano immensa, invisibile di pura telecinesi che avrebbe tentato di spostare e stritolare il nemico, rendendolo facile preda per un altra lancia di luce, questa volta scagliata da Junichiro in direzione della ferita di poco prima che si stava richiudendo, e dell’assalto del Drago di G.E.A. atto a traiggerne il corpo e lo spirito.




    “… tutto ciò è un effimero sogno in una Notte di Mezza Estate.”










    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Vera forma, corpo dentro e fuori rovinato dal veleno e della corrisione.
    - Riassunto: Comandol'esercito dei sidhe di sfruttare la trappolozza del dinamico duo con illusioni per confonderli ancora di più e ugolo di frecce sulle retrovie + carica delle truppe per metterli sotto pressa.

    Nel frattempo Vera Forma e coordinanomi con Amateratsu, cerco di friggere i nervi del mostrone questa volta ancora più forte (AF) in modo anche da fargli perdere la presa per poi spingerla via con i miei poteri telecinetici e tenerla ferma (AD) in modo di far fare ancora più male a Mr. Grotta e la sorellina.





     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Non aveva nulla da dire, aveva recepito il pericolo e si era mosso di conseguenza. Il nemico si era infiltrato nelle loro terre e aveva osato alzare la testa, colpendo il nervo scoperto della rete di G.E.A: Nerthus, la Dormiente, la Verde. Che la Corte del Verde custodisse artefatti e segreti era cosa probabile, sua Sorella era quella più vicina alla Madre e aveva sempre gestito al meglio ciò che le era stato affidato. Se la Primigena aveva affidato la goccia dello Yggradisill era compito degli Araldi e di tutti i suoi figli proteggerla ad ogni costo.
    Quando giunsero al campo di battaglia, la scena agli occhi del Nero si rese tragica per certi versi. Un abominio avviluppato al tempio del Verde, una schiera di malignità disposta come in attesa del loro arrivo.

    Fu troppo.

    Era già pronto al peggio, soprattutto dopo Sacramento e dopo il suo ritorno non aveva più molta pazienza. Non che ne avesse mai avuta, dopotutto. Le esplosioni e le grida degli Yokai, perfettamente bilanciate tra di loro, facevano da colonna sonora a quella che sembrava essere una tra le più feroci battaglie. Non elencava tra quelle a cui aveva preso parte quella a Kiev poiché si era dedicato a un compito più delicato, non era finito bene – almeno dal suo punto di vista – ma Pan avrebbe avuto da dire diversamente. Non era nemmeno con loro, era rimasto ad Agartha a proteggere le retrovie insieme alla sua corte. Almeno su quello erano stati d’accordo tutti i Quattro.

    Oisin, gli rivolse un cenno del capo e uno sguardo d’assenso subito prima di sguainare la spada e prepararsi a tutto ciò che sarebbe venuto incontro. Si gettò a capofitto verso il cuore di quella battaglia guidando e gridando ordini che il suo Signore gli aveva già comunicato mentalmente. Le armate del Nero erano state organizzate in fretta ma non per questo si erano rivelate meno precise e letali. Spiriti ululanti di ogni figlio della madre trapassato, nubi nere e malattie scesero in campo con una ferocia senza pari. Avrebbero squarciato e devastato, strappato e annientato tutto ciò che non era nell’ordine delle cose.

    La moltitudine degli Sluagh sciamò ai comandi del secondo del Nero, riversandosi indiscriminatamente su ogni corrotto incontrassero. Le prime file caddero ma non senza portarsi dietro più di un paio di corrotti a membro, non si fermarono né indietreggiarono, dovevano aprire la strada al loro Re. Il sangue bagnò ogni cosa e la moltitudine ne fu più assetata, non c’era alcuna poesia dietro quell’attacco, né altro che potesse richiamare all’arte della battaglia: era semplicemente primitiva furia assassina. Dovevano aprire un varco e richiuderli sotto gli attacchi degli Eletti.
    La marea nera si levò a coprire e dare supporto alle truppe di Oberon e alla forza degli eletti. Il Trono d’Ossa si riversò in ogni anfratto mentre la Fine aveva altri obiettivi. Il corrotto che aveva attaccato il Tempio Est era ancora al suo posto, incurante di ciò che accadeva attorno a lui, continuava a suggere ciò che apparteneva a G.E.A. Un enorme parassita che li ignorava sino a quando la forza degli Eletti e delle Corti esplose attorno a lui, solo a quel punto sembrò riprendere coscienza – se una blasfemia del genere potesse averne una – e si dedicò a loro. Li voleva separati, era chiaro, poiché insieme sarebbero stati un problema. E lì, avrebbero dato il massimo.

    Chernobog non aveva più nulla di umano, la sua Vera essenza, solcava il campo di battaglia e uccideva ciò che gli capitava a tiro. Il martello spirituale si macchiò del sangue e delle membra dei corrotti. Le dita del Nero si allungavano con le sue tenebre per trafiggere cuori e staccare teste, ma mai si fermava. Ogni morto sul suo cammino, era un passo in più verso la liberazione della sorella. Cominciò ad infastidirsi quando li vide alzarsi nuovamente e, questa volta, essere più rapidi e veloci nell’evitare i suoi colpi.

    C̴̄͜O̸̰͝M̶̹͆È̸̖ O̸̰͝S̴̯͆A̵̱͠V̵̎͜A̵̱͠N̴̜͂O̸̰͝ P̴̭̋R̷͖̔O̸̰͝V̵̎͜A̵̱͠R̷͖̔È̸̖ A̵̱͠ M̶̹͆È̸̖T̸͍́T̸͍́È̸̖R̷͖̔S̴̯͆Ĩ̷̹ C̴̄͜O̸̰͝N̴̜͂T̸͍́R̷͖̔O̸̰͝ L̸̦̋’È̸̖S̴̯͆È̸̖R̷͖̔C̴̄͜Ĩ̷̹T̸͍́O̸̰͝ D̷̳̍È̸̖L̸̦̋L̸̦̋A̵̱͠ M̶̹͆A̵̱͠D̷̳̍R̷͖̔È̸̶̖͚̿.



    Sputò sangue e grumi di altro che non si preoccupò di osservare, se in quella forma avesse potuto avrebbe rigettato anche più di semplice vomito. Si sentiva affannato, le spore nemiche l’avevano raggiunto e questo aumentò semplicemente il suo astio. Prese in pieno un corrotto e schiacciò la sua testa mentre altri cinque gli si gettarono addosso, non si lasciò sopraffare ma subì alcuni colpi, il dolore al petto esplose insieme a quello della spalla sinistra prima che, furioso, riemergesse spazzando via quel miserabile gruppo di corrotti. Il gelo dell’oscurità li bruciò e questo fu abbastanza.
    Scattò verso Amaterasu e si unì alla sorella, particelle del suo cosmo più oscuro si legarono alle lance che erano state create. Un supporto, un piano postumo, avrebbe caricato di ogni sua malattia quel nero rendendolo mortale. Perché l’obiettivo era di annientare quell’essere.

    Scattò nella direzione nemica, facendo roteare il martello prima di calarlo sistematicamente e ad intervalli regolari ad ogni slancio che si dava, dalle crepe create fuoriuscirono ondate su ondate di potere pronte a dirigersi con l’araldo incontro al corrotto. Soverchiandolo e cercando di sdradicarlo da ciò che non gli apparteneva.
    Non avevano molto tempo.

    L’ultimo slancio fu il più forte, l’arma ormai enorme era pronta ad abbattersi in contemporanea con i colpi di Amaterasu. Avrebbe sprigionato ogni suo potere e forza per dare il tempo di svilupparsi alle malattie di cui aveva caricato le particelle sulla lancia. Perché l’obiettivo era distruggerlo dall’interno, sprigionando il suo cosmo mortale, si sarebbe infiltrato in ogni piaga, ferita o semplice orifizio tutto ciò che di più oscuro esisteva in suo potere e per sua volontà. Contemporaneamente le ondate di oscurità e potere mentale avrebbero dato il giusto tempo e danno da fargli credere che quello era il suo unico colpo a disposizione.


    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni, primi segni di avvelenamento (nausea, vomito di sangue e grumi sospetti) traumi muscolari e contusioni.
    MENTALMENTE ¤
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ scusate ritardo.
    Oisin e la corte nera - Iniziano a fare supporto con una marea di spiriti oscuri e gli sluagh, aprendo le file e mandandoli a controbattere subito visto che sono morti lel e quindi appo.
    Moi - Fodero le lance di Amaterasu di micro particelle ripiene di spirito+mentale+cosmo+oscurità+malattie con obiettivo infiltrazione ed esplosione dall’interno perché un graffio almeno glielo faremo (AF). Nel frattempo scatto insieme ad Ama creando crepe nel terreno da cui escono ondate dj spirito e tenebre pronte a fargli male sì perché gli piovono sopra con il martellazzo (RIPOSIZIONAMENTO+DIV+AD) mentre mi muovo nella sua direzione.

    Scusate il ritardo mea culpa

    edit: aesthetic roba


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.


    Edited by D o r c a s - 18/1/2024, 09:58
     
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    I Figli di G.E.A sono al limite. Stremati nel fisico e nella mente mentre i loro avversari indietreggiano.
    Quel cosmo che proveniva dall'Orrore che continuava a succhiare energie al Tempio della loro sorella ora avanza. I colpi sferrati ne hanno staccato le propaggini che crollano al suolo uccidendo chi si trova sotto di esse. Alleati o nemici non importava. La massa tumorale schiaccia i sopravvissuti sotto orrende zampe artigliate.
    Si riorganizzano mentre le armate del Verde sono al loro limite. Il tempio di Nerthus ansima così come l'essenza della loro sorella nel pensiero di G.E.A.
    Il Corrotto sbava, le sue articolazioni si rompono, cade a terra in una pozza di nero liquame con venature verdastre fosforescenti. Sembra che si stia sciogliendo: la pelle si stacca, cade a terra sciogliendosi. Pezzi si staccano ma fanno intravedere altro. Forme diverse, più delineate, più maledette ancora.
    Suoni orrendi di un corpo che mutava, cresceva si adattava in una orrenda melodia che sapeva di scherno e derisione di quella della Madre.
    Il Corrotto cresceva, come facevano le creature sotto Nerthus, ma non nell'equilibrio della Creazione ma nel dileggio perpetuato da Ponto e dalla sua malsana idea.

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    Le forme si sono adatte ad un corpo più pronto per la battaglia, rapido, scattante. Il cosmo ribolle nei sensi dei figli di G.E.A consci che il pericolo aveva solo cambiato pelle.
    Li, davanti al Tempio di Nerthus, si stava assistendo all'ennesima provocazione di Ponto, della sua progenie e del Chaos che sembrava sorridere conscio che aveva operato ancora una volta al di fuori delle regole di chi doveva garantirle.
    Come un serpente che faceva la Muta, ecco che usava le regole proprie del paradigma di Nerthus per essere altro. Un cambiamento. Nelle regole della Creazione si chiamava muta. Una funzionale sostituzione o un rinnovamento periodico.
    Aveva fatto suo questo principio ed ora sorrideva.

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    «Quindi crescere significa questo. Desideravo essere altro e non più schiava di un sistema. Grazie Nerthus.»



    La voce è monotona. Non ha colore. Non ha timbro. Non ha nulla che possa essere definito suo. Sembra solo un qualcosa che si aggrappa a qualcos'altro per riuscire ad essere, ad esistere a continuare a vivere slegata dalla Regola e dall'Equilibrio.
    Guarda ovunque, come se volesse capire cosa doveva fare ora.
    L'esercito si muove in sincrono: una volontà che ne racchiudeva milioni. Una mente alveare in cui ognuno perde se stesso ma acquista consapevolezza maggiore in un obbiettivo comune.
    Non c'è più libero arbitrio, non c'è più Inizio o Fine. Vi è solo la stasi perenne di una non vita che distrugge la vita stessa violandone la libertà di essere e divenire.
    Il cosmo del Corrotto si è ampliato: mutando in qualcosa di ancora più terribile e lo sciame si sarebbe abbattuto sull'esercito dei figli della Primigenia.
    Il Parlamento Verde si chiude in più coorti, facendo scudo al Tempio Est.
    Una tattica fatta per dividere ancora di più le loro forze. La Corte di Mezzanotte era impegnata a fermare l'avanzata delle seconde forze armate,insieme a quelle del Nero, il Corrotto aveva acquisito nuova linfa e sfruttato la forza del tempio est per risorgere a nuova forza e sembiante. eppure Chernobog non aveva ancora abbassato il Martello che faceva di lui Giudice e Boia allo stesso tempo, nè Kusanagi aveva smesso di ronzare portato da un vento freddo e assassino che spirava da Amaterasu stesso. Nè Oberon e la sua Corte avevano dato resa.
    Ordini vennero dati immediati e veloci.
    La massa tumorale avrebbe assaltato il Tempio est ed era chiaro, così come quell'essere avrebbe fermato gli Araldi e distrutto il loro esercito.
    Guidata anch'essa in quest'opera chirurgica di distruzione.

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    Rispondevano agli ordini di chi era la mente regina in quell'alveare di menti congiunte in un unica e sola aberrante volontà. L'assalto riprendeva sapendo che ora la vittoria era lì, alla portata di mani che non erano mani; che le tenebre si sarebbero scaraventate nel cuore del Tempio Est violentandolo fin dentro le sue viscere, scoperchiando le sue stanze più segrete strappandone il cuore pulsante divorandolo, mentre il sangue sarebbe grondato su Agartha primo, si, ma non ultimo.
    La difesa di Nerthus e di quello che rappresentava gravava sulle spalle dei due eletti

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    eletto del cordyceps
    Rodhlann
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    eletto di Ama No Iwato
    Junichiro




    Se il Tempio Est avesse retto, se le sue porte non distrutte, se Nerthus fosse stata protetta dipendeva da quanto ancora avessero forza e quanto G.E.A continuasse a battere nel loro tempo.
    Ma Nerthus non sarebbe rimasta ferma. Libera dall'influenza e dal veleno del Corrotto poteva ancora fare qualcosa. Dare supporto alle sue truppe, muovere il suo Legno Sacro per schiacciare i suoi nemici, per proteggere chi ancora stava dando il sangue e la vita per lei.
    Lei che amava tutto quello che cresceva, che amava guardare i suoi figli diventare forti e grandi, guardarli camminare con le proprie gambe in questa Realtà, sorridendo ai loro successi, rattristandosi per le loro sconfitte eppure liberi di crescere in armonia col Creato, vederli piegati e spezzati prima del tempo, vederli accasciarsi l'uno sull'altro in pose orrende, schiacciati da artigli e mazze, dilaniati e urlanti faceva montare la sua rabbia che era avvertibile nell'aria.


    Il Domani è Speranza
    Mai Certezza.




    Su queste parole si basava la forza di un Araldo. Combattere per un domani di cui non scorgevano i tratti, di cui non c'erano certezze alcuna. Combattere non sapendo se fosse migliore o peggiore di oggi, combattere solo per farlo arrivare dando alla Creazione e alla Vita il modo per poter essere libera da padroni e vincoli, per poter avere la libertà di essere qualunque cosa. Perché vi era spazio tanto per la luce quanto per la tenebra.
    Perché anche quando il Sole fosse alto sempre l'ombra vi sarebbe stata. Sempre alle tenebre sarebbe seguita la Luce.
    Alla fine, l'inizio, alla palingenesi, la crescita in un armonioso equilibrio variopinto.
    Avanzare tra oceani di sangue e budella. Avanzare stringendo le proprie armi in pugno. avanzare senza speranza alcuna se non nello scopo di cui erano servitori e paradigma.
    Avanzare adesso con le loro darian che rilucevano. Signori e al tempo stesso servi.
    Fratelli. Compagni. Dov'era l'uno anche gli altri sarebbero arrivati e la loro sorella cantò insieme a quelle darian che risplendevano.
    La paura non era un concetto che avevano, che sentivano. Erano armi create per difendere l'Idea della primigenia, poi motori perpetui affinché tutto questo fosse. In ognuno di loro albergava l'idea, la scintilla con cui G.E.A diede Inizio a tutto questo.
    Avanzando senza paura continuavano a combattere anche con le ossa rotte e lo spirito lacero.
    Con lacrime di sangue versate in silenzio. Morendo senza un grido ma stringendo le proprie armi fino alla fine.
    dando guerra a chiunque attentasse alla Madre e alla sua opera. neutrali a qualsiasi cosa, silenti in ogni disputa, in ogni situazione, morendo in posti oscuri combattendo contro avversari terribili eppure mai le loro schiene si sarebbero voltate al Nemico.
    Araldi o Eletti non importava.
    Tutti loro erano uguali agli occhi della madre. Uguali nella morte.
    Avanzavano rimarcando questa verità che, per loro, non aveva bisogno né di parole, né di gesti alcuno. bastavano le loro armi strette in pugno.
    Un tempo furono uomini. Un tempo i loro nomi erano diversi come le storie che li accompagnarono ad essere oggi questo.
    da uomini ad Eletti.
    Da Eletti...




    ARALDI
    FIGLI DI G.E.A

    Kk69CvR
    L'Araldo della Fine, Il Dio Nero, La Vendetta della Madre, Il BuioCHERNOBOG
    89060e17eed3b643fe4066a8d0884f67
    L'Araldo dell'Equilibrio, The Fey's King, Pillar Of Reality
    OBERON
    c16e1b2bbbc02000a7d0701c72d5f223
    L'Araldo della Creazione e Della Distruzione, Byakko, Sword Of Reality
    AMATERASU




    Se il loro nemico mutava, adattandosi, continuando ad evolversi in uno scempio dell'Equilibrio di cui erano i Signori allora lo avrebbero annichilito e cancellato da ogni piano d'esistenza.
    Nutrisco et extinguo.
    P.A.N, Nerthus, Oberon, Chernobog, Amaterasu e tutti i figli di G.E.A che ancora stavano combattendo, insieme a Junichi e Rodhlann, avrebbero cancellato tutti loro con tutta la violenza e la rabbia che bruciava dentro di loro.

    Già una volta tutti loro lo avevano fatto, erano diversi, erano qualcos'altro, ma lo avevano fatto di fronte ad Oceano e poi anche a Sacramento.
    Qualcuno un tempo chiamò questa forza Gea Stigmata.
    Perché la “Grande Moria” distrusse il 95% della vita sul pianeta. Ogni altra estinzione a stento arrivava al 65%. Era la dimostrazione che una serie concatenata di fattori ed elementi naturali poteva sconvolgere e distruggere a livelli non concepibili tutto il sistema G.E.A.

    Una sorta di bug nell'essenza stessa della vita al pari della Corruzione? Una manifestazione della volontà e provvidenza della Madre? Un mistero? Moko non lo sapeva, ma era tuttavia chiaro che loro tre singolarmente, nei loro paradigmi, nella loro essenza, non erano in grado di fronteggiare quella cosa.

    Così disse il piccolo Moko quando lo fece la prima volta. L'estinzione di massa portata su una scala ancora più vasta del semplice Pianeta.
    Riprodurre un estinzione di massa unendo nel modo più distruttivo i loro poteri e paradigmi. Un effetto che si creava quando tre o più Eletti o Araldi di Gea concentravano il loro cosmo in modo distruttivo. In tal modo era possibile ricreare in modo concentrato e in piccola scala una "Estinzione di Massa".
    Sacramento parlava ancora di quanto questa forza distruttrice insita in ogni figlio di G.E.A potesse cancellare ogni cosa.
    Questa era la reale portata della loro presa sulla Realtà.



    Edited by Lyga - 23/1/2024, 20:08
     
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    Defend The Mother Tree
    - Post V -

    La creatura stava mutando sotto i nostri occhi, i suoi arti si allungavano e le sue forme diventavano sempre più simili a quelle di un umanoide dalle dimensioni titaniche. Rubando la forza di Nerthus tentò di replicare il miracolo dell'evoluzione, ponendo il suo corpo come base per la trasformazione grottesca che, ormai, era giunta a compimento. Parlò con un tono di voce talmente asettico ed impersonale da farmi venire i brividi, mentre l'esercito di corrotti s'era momentaneamente fermato, guardando il mostro in attesa di un suo ordine.

    "Sono diventati una cosa sola."

    La qualità del cosmo della creatura era cambiata completamente e più cercavo di circoscriverla con la semplice percezione, più mi rendevo conto dell'impossibilità di quel gesto: sarebbe stato come tentare di catturare una balena sventolando una retina per insetti. Gli araldi erano all'opera, le coorti del Tempio Ovest serravano i ranghi nella speranza di fermare l'assalto che partì alla volta dell'antica struttura protetta da Nerthus e gli eserciti del Nero rimpinguarono le forze di Agartha. Compresi il mio ruolo quando sentii la collera della Madre crescere in ogni cellula del mio corpo, mentre la tribù di goblin continuava le proprie incursioni sapendo che sarebbero valse a poco.
    Lanciai un'occhiata a Rodhlann e digrignai i denti quando il dolore alle braccia ed alle gambe divenne insopportabile, costringendomi a bruciare altro cosmo per rimanere in piedi e tentare un ultima manovra contro le forze nemiche.

    "Gli araldi vogliono invocare il potere del Gea Stigmata. So cosa sia perché è scritto anche nel mio Codice, ma non l'ho mai visto all'opera. Tutto quello che potrò fare sarà donare fino all'ultima goccia di cosmo all'Imperatrice ed ai Pilastri, così che possano sradicare quel tumore maligno che insidia il Tempio Ovest e la Reatà."

    Scattai verso il membri della Corte Verde, aumentando l'intensità luminosa in modo da abbagliare i corrotti per potermi avvicinare alle porte del Tempio, poi sfruttai le lunghe ombre proiettate dalle armi delle creature per modellare pozze d'oscurità liquida che avrebbero cercato di danneggiarli attaccandoli alle gambe; simile ad acqua profana, la tenebra s'infrangeva sui polpacci e le cosce di quegli esseri abietti.
    Colpi di energia si alternavano a lame dalla foggia grottesca che spuntavano da ogni dove e, alcune di queste, mi colpirono sugli spallacci della Darian e sulla placca dorsale, aggravando le ferite inferte dalla creatura mutata. Mi sentivo rigido, stanco e dolorante, eppure il piano di Amaterasu non era cambiato di una virgola. Fornii supporto ai guaritori di Nerthus mentre il legno sacro della Natura apriva la terra e si abbatteva con la forza di radici primordiali sulle schiere nemiche.

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    «La sento.»



    Se prima di abbandonare il crogiolo avevo avvertito la sua forza vitale con una certa chiarezza, ora potevo quasi udire il battito del suo cuore e la furia dei suoi pensieri tempestosi. L'araldo della Vita sapeva essere anche più crudele di quello della Fine se v'era di mezzo la salvezza della Terra. Inondazioni, piogge torrenziali, uragani e glaciazioni dipendevano unicamente dagli spiriti naturali comandati da Nerthus e la loro ira perdurava tanto quanto quella della signora che servivano. Proteggere e distruggere erano i due movimenti esistenziali dell'araldo del Divenire ed in quel momento erano ben visibili sul campo di battaglia, ingombro di cadaveri e resti liquefatti degli agenti del chaos.
    Attesi l'arrivo di Rodhlann ed il supporto delle sue spore, iniziando a raccogliere il cosmo per quello che sarebbe stato il canto dell'estinzione, l'arma definitiva che avrebbe potuto volgere gli esiti della battaglia a nostro favore.

    "Resisti, fratello, abbiamo ancora molto da donare a nostra Madre. Da noi dipende la salvezza del Tempio e nostro sarà il cosmo che innescherà il Gea Stigmata insieme agli araldi. Combatti fino all'ultimo respiro, per la gloria della realtà e dell'equilibrio!"


    Ama no Iwato entrò in risonanza con la mia preghiera, oltrepassando il santuario di Ise con lo sguardo e raggiungendomi dove più ne sentivo il bisogno. La luce e l'oscurità vorticarono nel mio corpo seguendo le indicazioni del Codice, unendosi e dividendosi allo spegnersi di ogni istante. La forza del nemico era terrificante e la sua sola presenza era sufficiente a gettare nello sconforto anche i guerrieri più forti di Agartha ma, per quel che valeva, il mio cuore rimase saldo e la mia volontà inflessibile. Pur di distruggerlo avrei ceduto anima e corpo agli araldi, sacrificando ogni cosa nel nome di Gea.


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    narrato parlato "pensato" Ama no Iwato

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Sintomi da avvelenamento, ferite da corrosione sulle cosce e le braccia.
    STATUS PSICHICO: Agguerrito.
    STATUS CLOTH: Indossata, danni ai parabraccia ed ai gambali.

    RIASSUNTO AZIONI: Raggiungo le truppe di Nerthus poste a difesa del Tempio ed uso un flash di luce per accecare i nemici durante il percorso [ad.] seguito da una manipolazione delle ombre delle loro armi in modo da generare delle piccole pozze di oscurità che "prendono vita" e si abbattono sui loro arti inferiori [af.] sfruttando la capacità della tenebra di infliggere più dolore di quanto in realtà ne faccia. Raccoldo le ultime forze per prepararmi al Gea Stigmata.

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


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    Bronze Saint
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    Assedio - IV






    L’aria fresca si muove attorno ad Oberon.

    Il dolore continua imperterrito, ma tante battaglie, tante ferite accumulatesi, sono come gocce di rugiada sullo stelo di un fiore dopo una notte di tarda primavera. Le senti, le percepisci, ma non te ne curi quando di fronte a te che gattoni per terra hai un lupo.


    Il Monarca era al limite, il suo corpo stava per cedere anche nella Vera Forma che non lo salvava da il sangue misto a linfa e acqua di fonte e povere che sgorgava dalle ustioni e dalla sua essenza stessa divorata dalle tossine.
    La sua telecinesi lo reggeva in aria, ma ondeggiava pericolosamente perdendo sempre di più quota come una foglia mossa dal vento, con le forze che iniziavano a venire sempre più meno.
    Come lui, chiunque fra le fila dei figli della terra era allo stremo. La battaglia stava risucchiando se non la Volontà le forze. e per quanto il cuore poteva battere e il respiro cercare aria, poco poteva essere fatto.

    Coraggio e Fede sono fondamentali, ma da sole, inutili.

    Non quando la disperazione come una serpe strisciava sulle schiene dei soldati, che non lasciavano cadere le armi solo per riflesso.

    Non quando la Bestia aveva compiuto il suo passaggio, banchettando del Verde nonostante tutto e deridendo tutte le morti e il dolore di quel giorno.



    priscilla




    Abominio Corrotto che ora pericoloso come non mai, quasi ignorando i loro sforzi, si mostrava in tutta la sua nuova forza e gloria, vittoriosa di qualcosa che non aveva guadagnato. Parassita della peggior specie, che ha rubato senza dare al Lifestream, puro egoismo. Puro distacco non solo come dimostrazione di forza e sicurezza, ma anche concettuale
    La voce, monotona e senza vita affermava quello che sentiva, di come ora lei si sentiva Libera da questo ciclo. Un eterno presente, una stasi, una stagnazione lontana dal Codice della Madre.

    E con tale libertà iniziò a comandare nuovamente le truppe che, marionette di quella bellissima ma distorta rappresentazione, ritornarono all’attacco come mere appendici della sua coscienza.



    Il fronte Est sarebbe stato l’obiettivo, e con esso la vittoria delle forze della Corruzione. Il tesoro trafugato, e poi cosa? Il pensiero fece stringere i muscoli di pura natura del Pilastro dell’Equilibrio, mentre con un ultimo sforzo inizio a far risplendere ancora il suo cosmo, deframmentando la realtà attorno a lui come faro per chiunque volesse ancora combattere.

    Perché non era paura quello che fluiva nella sua mente, ma consapevolezza.



    Sentiva. Vedeva. Percepiva.

    Lei diceva che era Schiava, e che ora era Libera.

    L’Araldo sapeva che non era così.




    Centinaia di voci non mostrarono sconforto, ma coraggio e Unione. I suoi fratelli, i suoi compagni, i suoi sudditi. Colui che lo rendevano prigioniero ma anche più libero degli uccelli del cielo e dei pesci del mare.

    L’abominevole creatura, schiava di una gabbia che non esisteva, di una libertà che non aveva uno Scopo poiché slegata dagli altri che vedeva come mere entità esterne. La solitudine di una Corona, che non era preferibile alla Prigionia dei legami.

    Oberon non avrebbe mai potuto da solo anche solo di sperare di poter vincere… ma non era solo.

    Aveva Muri che non erano un limite, ma un sostegno. Interconnessioni che non erano catene, ma traini.


    Poteva lottare senza distrazioni, perché Junichiro e Rodhlann avrebbero protetto il tempio.

    Poteva lottare al massimo della forza, perché Amateratsu e Chernobog erano lì con lui.



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    Il cosmo non esplose. Non poteva esplodere, perché la Crescita e la Violenza non erano nel suo paradigma, Lui era l’Equilibrio, la sequenza di eventi che come un domino univa le condizioni che averebbero portato a quello che stavano preparando. Come al solito, pià che esecutore, direttore di questo teatro chiamato Vita.


    Il suo corpo stava cadendo a pezzi, non riuscendo a contenere l’energia della realtà. I capillari scoppiarono e le dita di ombra del vero corpo tremavano ma Oberon non dava segno di cedere.


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    So bene cosa dobbiamo fare, o Araldi della Madre. Se questo mostro continua ad evolversi, possiamo colpirlo anche mille volte al giorno per mille giorni… non né uscirà mai sconfitto. - sussurrò alle menti dei suoi compagni, mentre le mani artigliate si conficcarono dentro la realtà violentemente.

    Compierla qui, nel cuore di Agharta, sarebbe stato un azzardo... Sorrise.


    Ah, Nerthus, appena ti presenti devi darti da fare per farti per perdonare dal suo fratellone per tutti questi grattacapi. - penso fra se e se, mentre glitch nella percezione come piccoli cubi si disperdevano attorno a lui, mentre stringhe di codice mostravano le connessioni che avrebbero portato all'Estinzione di Massa necessaria per poter obliterare quella cosa. Connessioni che si sarebbero riempite del potere dei fratelli, per concretizzare la Follia di G.E.A. e renderla arma contro il loro nemico.



    Che la terra bruci attorno a lui. Che l’aria congeli, il mare straripi, l’ozono di disperda e il fango ribolli di ossigeno…

    Che la cicatrice si apra sul pianeta….



    GEA STIGMATA












    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Vera forma, corpo dentro e fuori rovinato dal veleno e della corrisione, prssimo allo sfinimento
    - Riassunto: Tutto concentrato per il colpo finale anche se il suo corpo sta quasi cadendo a pezzi.





     
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    Eletti di Gea
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Gli Sluagh erano la forza armata più distruttiva che la corte di Oberon aveva a disposizione e di conseguenza anche Chernobog. Oisin li comandava come un tiranno, portava nell’animo l’esempio fisico e reale che era la Fine a cui si era votato. Dilaniavano le carni con le budella nerastre e fumose che bagnavano la terra, strappavano cuori e nuclei pulsanti ma non si fermavano. Non si sarebbero fermati davanti a nulla se non alla fine di ogni cosa. Che fosse stata la loro o quella del nemico.

    Il sidhe urlava ordini che le legioni del Trono d’Osso eseguivano con diligenza e precisione, nonostante il corrotto si fosse rimesso in piedi, nonostante i caduti tra le schiere di G.E.A, la corte non si fermava. Non lo avrebbe fatto a prescindere perché il loro voto era dedicato alla Primigena e alla Fine.

    Seguendo con lo sguardo e lo spirito l’eletto che portava il nome di Junichi, il braccio destro di Chernobog capì quello che ognuno di loro era tenuto a fare. Rinforzò le ombre dell’eletto richiamando ancor più Sluagh. Sorsero dalle pozze oscure dell’eletto, afferrando i nemici e si gettarono anima e corpo contro quei corrotti che cercavano di attaccare, lasciando al loro passaggio ancora più morte e distruzione. D’altro canto Lalámh na Fola – la Mano del Sangue - tra i fey era ciò che veniva più temuto, come sussurri nella notte che si facevano via via più acuti e folli, le fauci spalancate si chiusero a tenaglia contro ogni corrotto, lasciando così il tempo e la possibilità agli eletti di poter raccogliere le energie per ciò che sarebbe venuto dopo. Oisin, con la spada di ferro freddo, stretta tra le dita lunghe e pallide, portò la sua energia, il suo cosmo, insieme a quello degli altri. Un fendente unico che si andava ad aggiungere alla furia ancestrale degli Araldi.

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    Il martello si abbatté con forza inumana un’ultima volta per completare il ciclo del colpo di Amaterasu. In quell’attimo percepì ogni granello di dolore e ossa rotta delle sua corte. Ogni creatura che spirava sul campo di battaglia veniva attirata a sé nuovamente, ritornando all’origine di tutto, rientrava in guerra sulla darian del Nero. Non era il momento dell’eterno riposo, non era ancora giunta l’ora di lasciarli andare. Le anime dei figli di G.E.A servivano ancora la causa della Madre, servivano schierate dinnanzi al Tempio Est, fianco a fianco con le truppe del Concilio Verde, dovevano lottare finché la presenza di quel corrotto non fosse stata epurata da quel piano della Realtà.

    Chernobog sentì la fatica farsi largo in sé, sentì ogni osso scricchiolare sotto il peso dei colpi e sentì soprattutto il suo sangue, simile a liquami verdastri nella sua gloriosa unica forma, scivolargli lungo la schiena e raccogliersi in piccole pozze. Non avevano il tempo di accumularsi ma era abbastanza per lasciare una traccia del suo passaggio.

    La voce di Oberon, spezzata dal dolore e dalla fatica, si fece largo nella sua mente così come era arrivata. Un ghigno malevole gli si dipinse sul volto e seppe con assoluta certezza che la Grande Morìa, nuovamente, sarebbe comparsa sul pianeta. Due volte nello stesso secolo, a distanza di breve tempo, rendeva la situazione abbastanza critica. Temette per una frazione di secondo la portata di quel colpo, Agartha doveva reggere e non avrebbero avuto altra possibilità di ripresa. La ricostruzione era stata faticosa e lenta ma non avevano altra scelta.

    Che la forza della Madre ci guidi.

    Sorella, annienteremo quel tumore.



    La furia fu sconfinata, ogni stilla del potere del Nero venne racchiusa in quel momento. Lasciò il martello che cominciò a fluttuare dinnanzi alla Fine, ogni goccia di oscurità, ogni anima e ogni malattia si concentrarono in quel momento. L’arma vibrò per un lungo secondo prima di iniziare – mossa dalla volontà dell’Araldo – la sua corsa verso Oberon e Amaterasu. Il cosmo esplose in un turbinio di colori ed elettricità, unito dalla forza dei Tre e due Eletti, insieme alla volontà delle corti e dell’esercito ai loro ordini. Le Zorya urlarono mute le loro maledizioni, spettri disarticolati e mangiati dal tempo fecero il loro arrivo sul campo di battaglia e poi uno squarcio dimensionale cominciò la sua vita in quel piano.

    Non avrebbe permesso che mezza Agartha fosse distrutta dalla portata dei loro colpi. Avrebbe preferito sacrificarsi egli stesso o almeno parte di sé. L’obiettivo era contenere l’onda di puro cosmo ed energia senza per questo rallentarla e dunque, nella sua follia più pura, avrebbe sacrificato parte della sua dimensione spirituale se fosse stato necessario.

    Il portale si sarebbe aperto sulla Realtà come unico spazio salvifico per il popolo della Madre. Se fosse riuscito o meno, Chernobog il Dio Nero, poteva comunque dire di averci provato al meglio delle sue capacità.

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    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni, primi segni di avvelenamento (nausea, vomito di sangue e grumi sospetti) traumi muscolari e contusioni. Sfinita, lacerazioni sparse e quasi collasso organico.
    MENTALMENTE ¤ incazzee
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Insomma da il tutto e per tutto per il Gea Stigma e poi apre lo squarcio dietro il corrotto verso la dimensione spirituale per cercare di contenere i danni dall’onda d’urto.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    [Trama] Defend The MotherTree[Earth Shall Not Fall]

    - Post IV -


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    Il fiume Mogami ha tuffato
    le fiamme del sole
    nel mare.



    Le storie iniziano e finiscono. Come la vita. Non è mai il massimo, ci si impegna per dargli questo senso di naturalità ed equilibrio ma a nessuno piace che termini la propria vita.
    Amaterasu nemmeno lo amava perché amava troppo essere viva. Sentire il vento, il fuoco, le onde che giocavano con i suoi capelli e, guardando il sole, vedere i suoi raggi perdersi nelle profondità di oceani infiniti.
    Lo accettava ma mai lo aveva amato. Nemmeno adesso. Voleva continuare ancora a scrivere la sua storia in questo mondo ma accettare che non tutto andava secondo i nostri desideri era l'unica zattera che poteva solcare quel mare infinito, detto vita. Infinite coste, infinite possibilità, infiniti orizzonti. Lasciarsi andare alle sue onde facendosi solamente spingere.
    In quel preciso attimo le forze di G.E.A si erano scontrate contro la Corruzione della loro stessa essenza e paradigma.
    Non aveva mai pensato al sacrificio. Nemmeno nelle battaglie più dure. Perdere se stesso o rinunciare a qualcosa di importante, di solito in vista di qualcosa di migliore non era nella sua natura. L'Inizio non poteva mai perdere nulla perché era in continuo mutamento, tutto era possibile, tutto era in divenire. Non vi era stata né continuità né crescita per poter prendere tale scelta. L'Inizio era una pagina bianca. L'atto di creare e distruggere alla ricerca di un qualcosa sempre nuovo, sempre oltre, i limiti di se stesso o i limiti di questa Realtà.
    Sacrificio...lo stesso di Draka. Sorrise.
    Tutti e due avrebbero avuto la stessa fine. Accumunati entrambi dal sacrificio. Per situazioni e in modio diversi ma rimaneva uguale lo spirito con cui entrambi lo stavano facendo.
    Draka lo aveva fatto per Amaterasu stessa, lei lo stava facendo per salvarli. Draka e Amaterasu avevano posto gli altri sacrificando se stessi.
    E se Draka lo aveva fatto per rivincita verso una vita infame, per poter almeno essere stato utile almeno una singola volta in quella vita fatta di chemioterapia, radioterapia, farmaci, dolore e una continua lotta, Amaterasu – che la sua l'amava da impazzire – lo stava facendo perché altri potessero continuare a combattere dandoli una speranza.
    O forse erano loro che la davano a lei.





    «Sacrificio per molti vuol dire perdita, in un mondo che dice che possiamo avere tutto... ma io credo che il vero sacrificio sia una vittoria, perché richiede una nostra libera scelta per rinunciare a qualcosa o a qualcuno che si ama, per qualcosa o qualcuno che si ama più di se stessi. è un rischio sempre, perché non è detto che gli altri lo possano fare per noi, ma 'sticazzi. Io vado dritto per la mia strada e del pensiero degli altri non mi ha mai toccato. Basta che sono convinto io. »
    « Tu stai cercando solo un modo di morire che non sia su questo letto.»
    «Certo! Tanto morire lo dobbiamo fare tutti ma almeno fammi sentire vivo. Prima il tumore ora la corruzione, ma quando mai ho vissuto davvero? Quando mai ho detto oggi sto bene davvero? Mi sento felice?
    Cazzo! Sono perennemente incazzato con me stesso e con questa merda di mondo. Con Dio, con gli angeli, con qualsiasi cosa, di fantasia o reale, ma almeno posso sfogarmi. Posso dargli la colpa.»

    « Speriamo che trovi questo qualcosa con cui sfogarti, allora.
    Almeno troverai la pace...»

    « Meglio trovarla da vivi che da morti. Almeno te la godi. Ma spero di riuscire a farne qualcosa di 'sta merda.»




    Harlan Draka era stato un uomo cinico, con una profonda voglia di rivalsa verso la vita. Voleva finire la sua storia sapendo che era stata ben spesa.
    Amaterasu guardò quell'orrore resistere, rigenerarsi, continuare a sopportare l'enorme potere del Gea Stigma ricorrendo a quello che aveva succhiato, come orrenda pianta parassita. Le braccia si rigeneravano, ad un ritmo tale da scardinare l'equilibrio imposto da G.E.A; non era nulla di sano, non era nulla per la Vita ma solo per la Distruzione senza senso.

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    Il Gea Stigma nella sua inusitata violenza strappava carne e ossa, pelle e muscoli, distruggeva portando ad un livello la Distruzione Naturale che poteva annientare qualsiasi forma di vita facendo ricominciare il ciclo. Ma quel bastardo avanzava nonostante questo.
    Era al di là della Legge dell'Equilibrio. Corrompendo il potere di Nerthus stava cercando di resistere .
    L'esercito stesso satava divorando: filamenti carnosi che non facevano null'altro che attaccarsi ai corpi di chi combatteva venendo succhiati da essi, liquidi, sangue, muscoli, carne. Nessuna distinzione fra alleati e nemici: c'era soltanto il divorare per poter sopravvivere sempre di più.
    Consumati e basta. Diventando la sua carne e il suo sangue, avrebbero visto oltre. Morire in un atto egoistico per essere la linfa di un insetto che si credeva re.

    Potevano vincere? Amaterasu non aveva mai avuto dubbi. L'Inizio non ne ha perché il dubbio è portato dall'esperienza, è portato da quello che ci forma, da quello che abbiamo imparato. L'Inizio non poteva avere dubbi perché tutto poteva essere, come anche nulla. Un foglio bianco dove l'impossibile poteva essere possibile.

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    «Aho Mitakuye Oyasin...»



    Sapeva già cosa fare, nel momento stesso in cui lo stava vedendo.
    Il resto fu atto naturale come respirare

    L'arte perfezionata – quando un uomo e una spada diventano una cosa sola. Il veleno dell'elsa diventa il veleno del braccio e gradualmente infetta tutto il corpo. Non si può battere un uomo che è stato sussunto dalla spada




    Kusanagi e Amaterasu facevano parte della stessa storia, la magatama erano gli spiriti elementali e lo specchio la sua darian.
    Tutti e tre formavano le insegne di Amaterasu stessa. Rappresentando il suo paradigma, la sua forza, il suo scopo.
    Che era sempre stato e solo quello di proteggere la Realtà di sua madre da ogni minaccia e preservare la Vita in ogni sua forma, in ogni sua scelta, dandogli la possibilità di esistere.
    E allora sacrificarsi non era niente di più che niente di meno che un semplice atto.
    Un azione inscritta nel suo codice. Semplice. Senza dubbi.
    Se quella cosa si rigenerava allora serviva solo chi del mutamento continuo, della continua forma nella non forma faceva la sua essenza.
    Tagliare finchè non fosse arrivata al limite e continuare a farlo all'infinito. Anche se questo significava distruggersi. Ma una spada serviva a questo. Un semplice oggetto per tagliare l'ostacolo di fronte a noi.
    Amaterasu avrebbe tagliato corpo e spirito continuando nella sua opera infinita come un motore perpetuo.
    Lanciarsi in mezzo per non permetterli di rigenerarsi mentre il Gea Stigma continuava.
    Poteva rigenerare il suo corpo ma l'anima? Reciderlo dal Piano Materiale e Spirituale.
    L'azione fu fulminea, sentiva il dolore sul corpo, sentiva quell'energia eppure non disse nulla, né si preoccupò più di tanto.
    Un Araldo non ha di questi pensieri. Il nemico era di fronte a lui. Quindi doveva essere sconfitto. Il resto era senza importanza. Forse ebbe solo malinconia a pensare che questo sarebbe stato il suo ultimo colpo in questo mondo, in questo mondo oggi.
    L'ultima volta che avrebbe sentito Kusanagi con queste mani che sarebbe tornata silente nella sala centrale del Crogiolo, dentro allo Specchio in attesa che Amaterasu O Mi Kami ritornasse con tutta la sua furia in questo mondo.
    Ogni fendente che diede gli ricordò parte di questa storia. Di questi anni spesi in questo mondo contro questi nemici. Di come, come neonato, aveva iniziato questo meraviglioso viaggio scontrandosi e conoscendo. Sbagliando e imparando.
    L'Araldo che non perdeva mai.
    Ma perché per farlo bisognava avere un passato e Amaterasu non ne aveva. Per lei non esisteva. Esisteva solo il presente, solo l'azione, il taglio che era la volontà di ognuno che si incideva profondamente nella Realtà mutandola.

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    the act of excision
    The power to cut infinity with the blade of Want is what makes true Royalty




    E lui avrebbe tagliato quella tecnica, questo mondo, se stesso finanche, Airone, ogni cosa fino a raggiungere Tutto.
    Il suo taglio sarebbe diventato tutto e avrebbe colpito.
    Mente, mano, corpo, anima sarebbero divenuti filo, lama, acciaio e manico e il suo essere sarebbe divenuto l'azione del taglio che avrebbe impresso se stesso nella Realtà e contro quella tecnica.
    Tagliare.
    Persino il destino.
    Persino Dio.
    Malal.
    I Daimon.
    I Titani.
    Gli Specter.
    Gli Uomini finanche se avessero attentato alla Realtà portandola alla distruzione.
    La Corruzione.
    Tutto e Nulla
    .

    In un fendente vi era questo. Un fendente a tagliare le pagine di una storia insieme alla carne e allo spirito.

    Un altro.

    «Hana wa sakura gi. Hito wa bushi.
    Tra i fiori il ciliegio. Tra gli uomini il guerriero.
    Si... ma hanno sbagliato. Per me è un monito. Il mio Memento Mori. È il mio dolore che torna. Il mio non dimenticare. Il mio voler essere più forte ancora affinché ogni vita possa godere dell'attimo di felicità dovuta.»


    Un altro ancora.
    Al grido di dolore di Amaterasu ne rispose un altra. La sua voce è ferma, sicura, il suono di miliardi e miliardi uragani. Una tempesta che li circonda, sembra quasi turbinare con molta più forza, i magatama di acqua e elettricità alle spalle di una figura mastodontica si dissolvono, portati via dal vento furibondo e spazzati via da tuoni roboanti. La sua furia è palpabile, si può quasi toccare con mano, una rabbia capace di spaccare montagne e abbattere soli, e un terrore primordiale assalì l'Imperatrice. Non paura in senso stretto, Amaterasu non ha paura, ma un biologico timore che ogni forma di vita prova avanti alla potenza di un fenomeno naturale che non è in grado di controllare, e che minaccia di distruggere ogni cosa della sua vita.
    Questa fu la prima volta che Susano'o comparve per aiutare sua sorella. E così fece nelle Ere a venire.
    Perché quando la caverna divenne prigione sempre vi fu Susano'o a scuotere la vita e l'orgoglio dell'Imperatrice. A darle la forza necessaria per rinascere.


    Un tondo di rovescio.
    Che cazzo stai facendo?

    Bella domanda. Legittima, anche. Che stai facendo, Amaterasu? Perché sei qui, lontano dal tuo regno, dai tuoi sudditi, dai tuoi doveri? Perché hai scartato tutto, perché ti sei ridotta ad una ronin? Perché?


    Affondo.
    Vedi il tuo volto, quello di Amaterasu, e oltre esso vedi quello di Zmaj. Ma c'è differenza tra i due? Si confondono, persi nei riflessi rubino dell'occhio del drago, e dietro di essi vedi la confusione che c'è tra le vostre forme. Perché? Il mostro non ti attacca, non ti assale, non ti distrugge, perché? Siete ontologicamente opposti, lui porta la fine tra le fiamme e la devastazione indiscriminata, tu sei l'Inizio di ogni cosa, non esiste spazio per ogni altro dialogo.

    Roverso.
    Perchè come Kusanagi nacque da Orochi, così la Fiamma di Amaterasu sarebbe nata da Zmaj.
    E Guerra sarebbe stata.


    La lama affondò nel petto. Gli artigli in quello di Amaterasu. Il suo cosmo continuava ad ardere come la fiamma della salamandra che aveva dato inizio alla sua storia.

    Il Gea Stigma avrebbe finalmente trovato un corpo allo stremo mentre Amaterasu aveva continuato a tenerlo fermo, a martoriare corpo e anima in un crescendo di tagli che rasentavano la velocità luce. Miliardi in pochi secondi.
    Come le parole che si potevano dire in una vita.
    Era finita?
    Si.
    La Corte Di Mezzanotte lo aveva percepito e si fermarono. Non era finita solo la battaglia ma anche la vita, in questo tempo, della loro Imperatrice.
    Sarebbe tornata al sistema stesso. Sarebbe ritornata ad essere paradigma in attesa di farsi sostanza.
    Già Kusanagi iniziava a scomparire. Nessuna mano poteva impugnarla tranne quella dell'Imperatrice stessa.

    Si voltò verso i suoi fratelli.

    «è stata una bella avventura. »


    Sorrideva sul serio mentre cercò con lo sguardo Astolfo.

    «Ti avevo promesso che mi sarei fatto divorare, un giorno. Cerca di portare pazienza. L'attesa rende la carne più tenera. »

    Avevano iniziato insieme e solo uno finiva la sua avventura. Astolfo non disse nulla, restò fermo a guardare la scena, mentre gli elementi turbinavano attorno all'imperatrice. Danzavano come felici, eppure non era il momento di esserlo.
    Ma danzavano perché continuava a sorridere.

    «Credo di aver speso bene il mio tempo. Per tutto quello che finisce il ciclo ricomincia. Per un po', finalmente, dormirò senza rotture di scatole. »

    Gli occhi arcobaleno turbinarono in quelli di Chernobog.

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    «Lascio la mia utopia nelle tue mani. Voi tre cercate di continuare a proteggere tutto questo e credete negli esseri umani. Possono essere la nostra arma più forte in questa guerra.
    Se incontrerete Johanna di Atlantide e Bartolomeo del Toro salutateli da parte mia.»




    L'unica cosa di cui non era contento e che non era riuscito a provare il pugno del Toro sulla sua spada, un'ultima volta provare la tecnica di Johanna. Salutare Nikolaus...ma mica si poteva avere tutto. Lui lo sapeva bene.
    L'imprevedibile Inizio era bello proprio per questo. Sai da dove parti ma mai da dove finisci.
    Tutto finiva. Come il ciliegio in fiore che poi perdeva i suoi petali.
    Era giusto così. Non il modo migliore, nemmeno il più giusto, ma era bello così perché tutto era secondo quello che voleva.


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    Lo specchio è chiaro
    e terso
    tra i fiori di neve.







    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Amaterasu Viola Amaterasu O Mi Kami {VII}

    STATUS FISICO: Danni mortali.
    STATUS PSICHICO: //
    STATUS CLOTH: Integra;

    RIASSUNTO AZIONI: amaterasu si sacrifica sloggando dalla realtà. Il mostro grazie al potere che aveva preso da nerthus si rigenerava in maniera troppo veloce persino per il geastigma, quindi si piazza in mezzo al colpo e inizia a falciarlo a velocità luce bruciando tutto quello che ha di cosmo, prendendosi il gea stigma, i danni del corrotto che cerca di ammazzare amaterasu, mentre continua a tagliareanima e corpo grazie a spada e spirito.
    In modo tale che questo favorisca il geastigma e che con tutti i danni spirituali presi sia del tutto cancellato dalla realtà.
    Amaterasu vi saluta tutti con un bel AHO SE ARIVEDEMO.

    ABILITÀ:

    La Vita è Carne e Anima

    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma soprattutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    ❖ ⟡ :: Abilità Spirito ⟡ ❖



    La Vita è Straordinaria

    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.


    ❖ ⟡ :: Abilità Cosmo Straordinario. ⟡ ❖




    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perché non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e Astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    ❖ ⟡ :: Abilità Arma ⟡ ❖






    TECNICHE:


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    All rights reserved


     
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