[Trama] OUR WAR GAME

Cavalieri Imperiali di Atlantide - Assedio

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  1. ~Rain~
     
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    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VII) Ξ Energia Viola

    - Assedio -

    Our War Game


    6



    Non fu facile distinguere ciò che stava accadendo sul campo di battaglia in quel momento. L’attacco congiunto dei tre Primarchi cominciò a creare una sinergia di portali dimensionali, che canalizzò i movimenti dell’immensa lancia rotante in una serie di traiettorie di accelerazione. Il ghiaccio ed il corallo cominciarono a ricoprire tale gloriosa arma, mentre Oliver continuava a spingerla in avanti con il suo controllo su ciò che stava diventando forse la creazione più grande che quelle terre avessero mai visto. Fumo rarefatto cominciò a provenire dal corpo di Cuordimetallo mentre il ghiaccio ne ricopriva la scale e l’azzurro fu intervallato dal rosso del corallo del dominio, che rendeva la sua figura più spessa. Le ali dell’armatura divennero un misto dei due colori, dalla quale fuoriusciva una luce azzurra che ne ricopriva ogni piuma metallica. Il bianco della stessa armatura di Oliver si unì agli altri due, creando una forma completamente nuova, una forma che in circostanze normali sarebbe stata impossibile da assumere, con un potere d’attacco immenso e una resistenza altrettanto grande. Era ciò che serviva per guidare quella lancia, ora diventata una gigantesca trivella dalle fattezze simili a quelle di una vera e propria colonna degli abissi, e per non distruggersi nel momento in cui attraversava i numerosi portali, acquisendo sempre più velocità e sempre più potere. Dal verde delle acque più chiare, il pilastro rotante cominciò a mischiarsi con il colore del sangue e dell’acqua degli abissi, cominciò ad inspessirsi anch’esso, creando uno strumento di distruzione che frizionava l’aria al passaggio, generando scariche cosmiche e strali di energia pura, incontrollata, ma guidata dalla mano e dalla volontà dei Primarchi.




    Ma qualcosa di diverso stava accadendo in Oliver, così come nei suoi compagni e nei suoi fratelli e sorelle. In un punto distante dello spazio, sotto gli abissi, anche al sicuro, tutti gli abitanti di Atlantide e tutti i soldati poterono sentire qualcosa muoversi nelle onde del mare spirituale, dopo la furia del Kraken. Era coraggio, era determinazione, era l’assalto più potente e la volontà dei loro sovrani che si imponeva sul chaos, sul male, sull’oscurità. Tutti avrebbero smesso di agire per un secondo, un singolo istante in cui ogni luce si sarebbe collettivamente unita a quella di chi stava combattendo sul campo di Ulthuan. Oliver strinse i denti sentendo il cosmo di Kraken e di Seadragon, rivolgendo a chi – onnipresente – vegliava sui suoi figli, sui suoi fedeli. Anche sotto strati di ghiaccio e corallo, la scale di Scylla, bianca come la luce più radiosa, cominciò a brillare, a pulsare, mentre raccoglieva in sé le energie dei propri compagni. Non fu solo quello, la preghiera di Cuordimetallo si estese anche al di là di quei confini, raggiungendo angoli segreti di creature in attesa dei loro possessori. Sette Scale degli abissi, vi prego, datemi la vostra forza. Le armature di Johanna e Sanya presero a brillare allo stesso modo di riflesso, unendosi in una sinergia di cosmo e volontà che era preghiera e inno al Dio degli Abissi, al loro Padre che vegliava sui suoi Primarchi e dava potere a coloro che esercitavano tale fede con dedizione, declinata nel proprio personale credo. Il credo di Oliver in quel momento era quello di eradicare il male che stava affliggendo quel luogo, di cancellare ogni torno e ogni dolore per riportare la speranza, per riportare la pace con il bene che insieme avrebbero potuto fare. I suoi occhi si tinsero d'azzurro, luminosi.







    La luce dopo l'abisso più oscuro
    La melodia che contrasta la discordia
    La speranza di guerrieri che combattono insieme
    Noi siamo l'onda che cancella ogni male
    Il battito di mani di un popolo che prega.



    1ZGCfFX


    NOI SIAMO QUI.
    NOI SIAMO ATLANTIDE.



    [KHALA EKTHESIS]






    Oliver Cuordimetallo, il Cuore di Atlantide, accolse in sé tutto quel cosmo, non opponendosi ad esso ma lasciandolo fluire dalle spalle, nelle braccia, fino a che non ne pervase il petto, le gambe, la sua intera figura. Ancora, lo lasciò fluire nella colonna d’attacco che prese a ruotare con ancor più violenza e terrore, emettendo nello stesso momento un sibilo, un gorgoglio e un ruggito nell’essere rivolta contro il proprio nemico. Eccolo, le disse il Primarca, ecco il tuo nemico, ecco ciò che dobbiamo distruggere per riportare la pace su questo piccolo angolo di terra. La spinta con la mano divenne quasi una carezza e la carezza si tramutò ancora una volta in un’espressione di pura forza e potere, che fu impressa nella parte inferiore, in modo da spingerla con tutti i suoi muscoli. Oliver e la trivella divennero una cosa sola e strali bianchi furono emessi dalla parte posteriore, quasi come una fiamma, una propulsione verso l’obiettivo. Non potevano essere descritti a sufficienza tali ripercussioni sull’obiettivo. Dilaniare, distruggere, sarebbero stati verbi fin troppo semplici per mostrare alle persone il potere di quelli che erano i Primarchi, i poteri delle sette persone che esercitavano non solo il dominio su quegli abissi, ma che mostravano la pericolosità di sette tra le creature più potenti su quella terra. Scylla sentì ogni fibra del suo corpo bruciare tramite il cosmo, sentì la carne strapparsi in più punti e il sangue lasciò scie cremisi dietro di sé, ma non fu importante, non lo sarebbe mai stato in confronto alla necessità di abbattere una tale minaccia, perdere un arto, un corpo intero, sarebbe impallidito di fronte al bisogno di aiutare l’umanità a vincere contro un tale immondo, terribile, potere. Avanzava e a ogni passo, ad ogni respiro di aria rarefatta verso il suo nemico, il plasma nel suo cuore metallico soffiava con più intensità, tramutando la luce azzurrina in una scia anch’essa bianca, anch’essa splendente.




    In quello stesso momento, la grande arma divenne una cometa che si dirigeva verso il proprio obiettivo e il nemico tentò di afferrarla con i suoi arti. La carne malata fu distrutta al contatto con un potere del genere, la rotazione e la velocità impresse dalla sinergia di tutti i loro poteri fu tale da tagliare e strappare al contatto quella forma di difesa mentre ancora il nemico cercava di spingerla via, di allontanare la sua fine rivolgendo in altri luoghi quel potere distruttivo. Oliver e tutti assieme a lui presero a spingerla con più forza. La sua mano fu accompagnata dalle mani di tutti loro e la sua spinta fu la spinta di tutti coloro che combattevano per impedire all’oscurità di tornare ad affliggere quei luoghi. L’attacco congiunto dei Primarchi avanzò con furia e alcune delle braccia del nemico cedettero, secondo dopo secondo, la punta della trivella si fece sempre più vicina al petto e cominciò a dilaniarne la superficie mentre da esso provenivano rumori e gemiti di dolore spettrali. Lo spazio stesso fu divorato da quel movimento concentrico mentre con un urlo di liberazione, Oliver lasciò esplodere gran parte del suo cosmo in un’ultima fiamma bianca, che decretò la spinta finale verso il centro del petto nemico. La colonna avanzò ancora e ancora e brandelli di carne malata si dissolsero nell’aria al passaggio dell’arma, che prese a imprimere lo stesso movimento all’interno del petto, distorcendone gli organi o qualsiasi cosa permettesse al corpo di funzionare correttamente. Il calore, il gelo, la potenza di impatto e innumerevoli cellule di corallo filtrarono al passaggio, contribuendo a erodere e infettare l’obiettivo, scuotendone il corpo in una presa di dolore che nessuno avrebbe potuto sopportare. Solo in quel momento, soltanto quando la trivella lo passò da parte a parte, esplodendo e bruciando qualsiasi traccia di quell’espressione di corruzione e male, Oliver socchiuse gli occhi, scaricando nel cielo con un’ultima esplosione tutto quel cosmo accumulato.




    La vista si annebbiò a causa del contatto con il cosmo del nemico e i contorni diventarono sempre più bui. E non andremo.. da nessuna parte.. Sussurrò mentre l’aria pura lambì il suo corpo in caduta verso il terreno. Con la frizione dell’aria, il corallo e il ghiaccio che avevano coperto al sua armatura si dissolsero in piccole particelle e granuli, colorando la sua precipitazione verso la terar che fu spaccata per svariati metri. Non riusciva a capire bene cosa stesse succedendo in quel momento; sentiva il dolore delle ferite accumulate esplodere in ogni punto del suo corpo, mandando continui stimoli al suo cervello e portandolo al limite tra la perdita di coscienza e la veglia. Sentiva di potersi muovere, ma anche respirare lo portava a percepire fitte al petto, alla schiena, così come poteva percepire le ossa sul punto di rottura, se si fosse azzardato a muoversi ancora. Eppure, anche in quel momento, i pensieri di Oliver non furono dedicati alla sua salute, al suo stato fisico o mentale, ma al benessere sia dei soldati atlantidei che asgardiani e, in particolar modo, a Seadragon e Kraken che, come lui, avevano accompagnato quell’attacco con il proprio cosmo. Forse, come in Australia, si era spinto troppo oltre, ma nessun prezzo era alto da pagare quando si trattava di salvare vite, di salvarne il più possibile. Emise un rantolio mentre il fumo saliva dal punto in cui era caduto, mentre la scale, surriscaldata da tale potere, quasi gli bruciava la pelle in superficie. Ciò che fu certo, però, è che avevano vinto. Sorrise e anche il piegare gli angoli della bocca verso l’alto gli portò un dolore terribile mentre le placche dell’elmo scattavano con un rumore secco, permettendogli di respirare senza filtri o limitazioni; come ogni volta in cui gli sforzi cosmici superavano quelli della normale gestione, gli occhi restarono tinti di azzurro, ma fu felice di riuscire a guardare il cielo che, dopo uno scontro del genere, dopo la sofferenza che avevano patito, era tornato a tingersi dello stesso azzurro. Il suo ultimo pensiero lo portò a ridere con più forza e a gemere con la stessa quantità di dolore, prima di chiudere gli occhi.



    Per uno spettacolo del genere, terra, potrei anche rischiare la vita.





    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ dead
    MENTALMENTE Ξ deader
    STATUS SCALE Ξ deadest


    RIASSUNTO AZIONI Ξ

    Chiedo scusa ai miei compagni di casta per il weeb usato in questo post


    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Atlantean Engineering: Creation [Illusioni Ambientali]
    Ancor prima di diventare uno dei più grandi marzialisti di Atlantide, il nono Re di Atlantide – Azae – era considerato tra i più stimati utilizzatori dei poteri della mente. La sua abilità, infatti, gli permetteva di poter alterare l’aspetto di tutto ciò che circondava i presenti, sovrascrivendo la realtà effettiva con realistiche illusioni. Pur non avendo effetto materiale, erano talmente potenti da riuscire ad esser percepite quasi come reali, pericolose, da coloro che non disponevano di una grande forza - portando il cervello dei malcapitati ad autoconvincersi della veridicità di quelle immagini. Con questo potere, Azae riuscì ad oltrepassare la minaccia costituita da Cariddi, nel suo viaggio per lo stretto delle sue bestie. Come ogni Primarca di Scylla, dunque, Oliver ha ottenuto il potere di poter sovrascrivere la realtà che lo circonda – realizzando illusioni atte a confondere il nemico. Limitato soltanto dalla sua fantasia, può spaziare dalla semplice apparizione di oggetti o elementi, sul campo di battaglia, alla produzione copie. Ciò rende il potere della mente del Primarca pari al potere del suo corpo.

    Atlantean Engineering: Arsenal [Armi di Scilla]
    Quando finalmente Azae riuscì a raggiungere la temibile Scilla, essa sfruttò il potere di tutte e sei le beste – che componevano il suo corpo – per uccidere il nono re di Atlantide. L’orso, l’aquila, e il lupo furono impiegati per arrecare danni al corpo del primarca – mentre il pipistrello, il calabrone ed il serpente, furono utilizzati al fine di danneggiarlo con i loro insidiosi poteri. La mente ed il corpo del re furono impiegati al massimo della loro forza, in modo da riuscire a tener testa alla mitologica bestia. Dando prova della sua capacità, Azae riuscì ad emergere vincitore dello scontro; ciò diede modo a Scilla di poter apprezzare la caparbietà e lo spirito dell’uomo, permettendogli di trarre potere dalla sua natura e di ottenere la sua benedizione. Grazie a tale intervento, il re scienziato riuscì ad influenzarle con il suo cosmo, permettendo un assemblaggio – sempre diverso – della scale, per riprodurre gli stessi effetti dei poteri animaleschi, mostrati dalla creatura. L’orso, il pugno che abbatte – l’aquila, la lama veloce – il lupo, gli artigli perforanti – il serpente, le catene dello stretto – il pipistrello, la vita che si spegne – l’ape, il veleno insidioso. Gli attributi di ogni animale sono riflessi nelle parti meccaniche, che possono assumere le più disparate forme – assecondando la pericolosità di ognuno. Lo spirito delle bestie di Scylla risulta pericoloso anche nelle loro controparti cosmiche, se lanciate verso l'avversario, poiché - in caso di offensiva riuscita - sortiranno gli stessi effetti dei colpi portati in modo fisico.

    Orso - Danno: Interno, Rottura di Ossa / Arma: Grossa, Contundente

    Lupo - Danno: Perforante, Sanguinamento / Arma: Tagliola

    Aquila - Danno: Tagliente, Traiettoria guidata / Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante

    Serpente - Danno: Stritolamento, Enorme Resistenza / Arma: Tentacoli

    Ape - Danno: Perforante, Veleno (Apitossina) / Arma: Stiletto

    Pipistrello - Danno: Perforante, Risucchio Cosmico e Vitale / Arma: Piccolo pugnale


    Atlantean Engineering: One for All [Trasformazione]
    Sublimazione del potere di Scilla, ora fluito nella natura del cosmo di Oliver. Grazie al khala, ha ottenuto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ogni animale della bestia, alterando l’interezza della sua scale per farle assumere tratti caratteristici. La sua forma base, la Scale di Scylla – Versione “Ironheart”, si trasformerà a seconda della canalizzazione delle bestie sacre, mantenendo la capacità di utilizzare le armi relative agli animali di cui assume la forma. Ogni trasformazione, però, non impedisce al Primarca di lanciare la tecnica che esula dai sei mostri - il Big Tornado, che trae forza dalle acque di Cariddi. Tutte le forme conservano la durezza e la capacità di offesa della sua Scale, così come la possibilità di spostare la conformazione dell'arma del relativo animale a piacimento - grazie al riposizionamento delle placche e delle componenti d'oricalco - su qualsiasi superficie dell'armatura.

    Orso - Forza Straordinaria
    Lupo - Musica
    Aquila - Vento
    Ape - Teletrasporto
    Pipistrello - Suono

    Voz de las Olas [Telepatia]


    TECNICHE Ξ


    And we all lift, and we're all adrift together
     
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