[Trama] Tutti i nodi vengono al pettine

Saints di Athena & Daimon - Assedio

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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    - Capitolo XII -

    N
    ulla sembrava poterlo fermare, che lo si prendesse tutti con un unico colpo o in momenti diversi quell'essere aveva sempre la risposta pronta, era come se stesse non uno, ma diversi passi avanti a noi."Com'è possibile?" non se lo spiegava, quella manifestazione di strapotere da parte dei due saint riusciva ad eguagliare e superare anche la forza del nostro avversario. Eppure quella sensazione che fosse lui a dettare il ritmo del gioco si fece ancora più pressante quando si liquefece in una pozza d'icore nera davanti a noi.

    Avevamo forse vinto? Impossibile, la sua presenza era palpabile per quanto il suo cosmo era soverchiante rispetto al mio. Allora cosa? "Poteri dimensionali..." li aveva mostrati poco prima, quell'attacco con i soli ecco cosa aveva fatto, non era stata semplice gravità, ma un'attrazione dimensionale. Eppure non era stato vano, l'urlo era carico di frustrazione ed odio, lo sentivo graffiare nella mia testa per toccare i giusti punti in modo che la parola si riproducesse nella mia mente, era atroce e tanto bastava a far raggelare il sangue nelle vene; ma il messaggio che portava era molto più articolato di un semplice "no".

    La catena di pensieri si spezzò quando per un secondo percepii qualcosa, un attimo di lucidità in mezzo all'oscurità della caverna e sentii Korin al mio fianco. Un bisbiglio, pronunciato con timore ma che sapevo essere giusto, guardavo il ragazzo avvicinarsi al centro del potere...no, al

    «Nodo...esatto?»

    Quel nome suonava particolarmente bene, la geometria intricata di quel sigillo poteva raffigurare proprio l'essenza di un nodo, un artefatto atto a non sciogliersi e contenere un qualcosa. Mi piaceva come nome. Il Saint si avvicinava lento e riverente, mentre io sentivo l'urgenza di agire, di fare e cooperare, come se tutto il mio essere fosse in fibrillazione in attesa di un evento ed il fato stesso voleva che un disegno fino a poco prima a me ignoto, si compiesse. Abbassai lo sguardo dal nodo per poggiarlo su Korin, chiedere aiuto ad un Daimon gli era costato molto più che un sorriso soffiato od un po' d'orgoglio. "Continuo a dire che sarebbe stato un ottimo asceso...peccato". Il suo comportamento, era strano, apprezzato sia ben chiaro, eppure inaspettato; come si mosse verso l'obiettivo, il mio spirito entrò in risonanza con il suo, ne percepivo il suo animo come un mare pronto alla tempesta ma di cui scorgevo solo la superficie, le onde erano cariche di un sentimento straniante dal gusto acre, non riuscivo ad identificarlo con precisione, non volevo intrufolarmi nel suo sostrato emotivo senza permesso, non così in profondità almeno, eppure non potevo fare a meno di chiedermi cosa provasse. Finché da quelle onde un sentimento più chiaro emerse, insicurezza, vergogna.

    «Ti aiuterò...ragazzino. Ma giuro che se non mi chiamerai Azrael d'ora in poi la prossima volta non ci andrò piano con te»

    Sorrisi al Saint del Triangolo, un sorriso di quelli sinceri a trentadue denti, uno di quelli che non si fermava solo alla bocca ma saliva fino agli occhi, sapevo che la sua cultura gli impediva di chiamarmi in modo diretto, oramai lo avevo capito, ma era comunque divertente ed alla fine gli era simpatico a suo modo. Inoltre, avevo uno strano presentimento, come quando si parte per un viaggio e non si sa quando si tornerà a casa e allora saluti un po' tutti, come quando quella volta salutai per l'ultima volta Neemia.

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    Mi girai nuovamente verso il nodo, il calore della caverna pareva sparire ma il mio mondo e la mia concentrazione appartenevano solo al Saint, capire il modo in cui aiutarlo a ripristinare quel sistema di sicurezza era quanto di più urgente potesse esservi. I movimenti del ragazzo erano precisi e "guidati", io non dovevo far altro che seguirne il ritmo "Facile, no?" in realtà non sapevo proprio da dove iniziare. In quel momento percepii un calore profondo al centro del petto, più di quanto avessi mai sentito prima, sentivo la mia anima ardere ed il mio cosmo bruciare, la sensazione di aggiungere un tassello e muovere una pedina nella scacchiera del Grande Gioco, questo era il risultato di quel "tocco" che avevo percepito, quella vicinanza di Ananke che tanto mi aveva rinvigorito.

    Ripresi la mia vera forma, vuoi per orgoglio, vuoi per necessità, infatti, volevo alzarmi in volo quel tanto che bastava per far sì che sovrastassi, con metà del corpo, la testa di Korin, le ali aperte su di noi quanto più possibile a formare una cupola sopra le nostre teste "Vediamo di sbrigarci o qui ci rimetto le penne...letteralmente". A mano a mano che il Saint incideva la sua geometria, sentivo l'energia fluire e reindirizzarsi verso il sigillo del ragazzo, come se il potere del tempo e dello spirito che erano in mio possesso fossero instradati naturalmente all'interno di quei vettori, era come se stessero filando una particolare e quantomai singolare tela, in cui solo uno si occupava della trama e l'altro dell'ordito senza entrare mai in confusione e con una sincronia, non di movimento bensì di intenzioni.

    «Per quanto lo spazio è la prigionia del corpo...»

    La mano destra si alzò all'altezza del petto con il palmo rivolto verso il basso, mentre un'energia dorata ne illuminava la superficie. Allo stesso tempo la mancina si abbassava a formare una linea immaginaria con l'altra, ma con il palmo rivolto verso l'alto, mentre il calore del cosmo ne accendeva il centro.

    «...tanto il tempo è il carcere dello spirito.»

    Speravo davvero che tutto questo avrebbe portato a qualcosa, non sapevo cosa, non comprendevo il motivo di quel che stavamo facendo, il perché quelle azioni fossero giuste e cosa ci saremmo dovuti aspettare di preciso "Un sigillo spirituale che lo possa contenere al di fuori del tempo" con questo stavo entrando definitivamente nel mondo delle illazioni, ma era da tanto che non mi sentivo effettivamente importante, dai tempi delle guerre di cui non, però, non avevo ancora memoria; perciò possiamo dire che fossi leggermente galvanizzato dalla situazione a mano a mano che si dipanava davanti a me. Anche forse perchè per la prima volta da sempre, stavo agendo d'istinto e non razionalizzando e pianificando ogni cosa.



    Sentivo il peso dell'oscurità farsi densa per quanto potere stava sprigionando il nostro avversario, lo percepivo come un accidente nella struttura del tempo, non era la cosa importante, il mio obiettivo primario. Nel mentre il sentimento che promanava da Korin si faceva sempre più "scuro", non cattivo, ma cupo, era una tristezza profonda mista ad altro che non riuscivo a capire. Staccai la connessione con il Saint, in quel momento qualsiasi cosa stesse provando, a qualsiasi ricordo si fosse aggrappato non era affar mio.

    «Non ti preoccupare di nulla Korin, stai andando benissimo»

    Le ali si avvolgevano ancora di più su di noi come un abbraccio che in mente mia voleva essere rassicurante, niente di più che istinto di conservazione base, sapevo benissimo che non frapporre alcuna difesa cosmica tra me e quell'energia che si stava accumulando sulla mia testa come una spada di Damocle oscura, interponendo le sole ali era un suicidio che non avrebbe fatto guadagnare molto spazio agli altri, ma non potevo permettermi di farmi distrarre quando la sostanza alla base della riuscita di tutto era nelle mie mani.

    Nelle nostre mani.

    Ero in pace, ero felice.

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI



    1. [DIFESA]: Ali...conscio che non serviranno a nulla :yeye:


    NOTE




    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved




     
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    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    Ancora una volta avevano agito insieme, e insieme erano stati purtroppo tutt’altro che decisivi. Nonostante tutti i loro sforzi, nonostante la loro capacità di lavorare in squadra, quell’abominio informe sembrava un muro di gomma contro il quale non c’era nulla che potessero fare. Tutto ciò che gli gettavano contro, dando fondo al loro incrollabile cosmo, veniva praticamente ignorato grazie a quella che sembrava un’abilità dimensionale senza limiti. La forza di Bart e Riccardo, le capacità tangibili e non tangibili di Rigel, Korin e Azrael, nulla aveva effetto sul loro nemico.
    La spallata di Bart, talmente violenta che avrebbe potuto abbattere un palazzo di diversi piani, scemò praticamente nel nulla, così come tutte le tecniche degli altri Cavalieri. Il Gran Sacerdote fermò la sua folle corsa affondando i piedi nel terreno mentre assisteva all’ennesima fuga dell’avversario. Il corrotto diventò nuovamente una pozza nera e informe, scomparendo nel nulla per poi riapparire da un’altra parte. Per lo meno si era allontanato dal nodo di energia, ma era una magra consolazione rispetto a quello che i guerrieri avrebbero potuto fare se lo avessero colpito in pieno.
    Qualcosa, però, nonostante tutto, era cambiato in quell’essere.

    Oh oh, vedo che anche tu hai un limite, dannato mostro.

    Bartolomeo seguì con lo sguardo la riapparizione del nemico, e fu abbastanza chiaro che qualcosa in lui non andava. Il suo contatto con la realtà, che sin da subito era sembrato troppo strano, appariva ancora più labile, tanto da faticare a mantenere quella parvenza di forma solida. Il Toro non esitò a farglielo notare ad alta voce, costatando nell’abominio quel primo segno di debolezza, ma la positività di quel momento finì ancor prima di iniziare.

    Argh.

    Il gigante si portò entrambe le mani alle orecchie, perché il corrotto urlò improvvisamente tutta la sua rabbia e la sua frustrazione in una negazione così semplice quanto devastante. Quelle due sole lettere gli fecero correre un brivido lungo la schiena, come se fosse testimone delle urla dei dannati all’inferno. Cercò di non perdere la concentrazione per nessuna ragione al mondo, perché non potevano abbassare la guardia, ma la sua espressione faceva chiaramente trapelare una sofferenza interna non indifferente. Bart strinse i denti, non cedendo nemmeno di un millimetro anche per dare lo stesso coraggio ai compagni di battaglia, ma quell’urlo disumano dell’avversario non era nient’altro che il preludio di qualcosa di molto più pericoloso.

    Ragazzi, uniamoci nella difesa e proteggiamoci a vicenda.
    Se non fermiamo quest’attacco, potrebbe davvero distruggere tutto.


    Perché non era finita, non era mai finita quando c’era di mezzo la Corruzione. Il corrotto, infatti, dopo essere riapparso un po’ più distante dal nodo e aver urlato tutta la sua terribile frustrazione, creò un’immensa sfera che sembrava avere un centro di gravità tutto suo. I detriti sul terreno sembravano essere attirati verso quel costrutto come la materia cosmica con un buco nero, ma Bartolomeo decise che nulla l’avrebbe separato dal suo obiettivo. Piantò i piedi a terra, e si abbassò anche per aggrapparsi con le mani al terreno e darsi un forte slancio per dirigersi verso il nodo e i suoi compagni.

    Alisia.

    Un pensiero si accese spontaneo nella sua mente, perché ancora una volta – proprio nel momento del reale bisogno – la Dea Atena si schierò dalla parte dei suoi Cavalieri per sostenerli in quell’impresa che ormai sembrava impossibile. Il Gran Sacerdote sorrise, rinvigorito ancora di più da quell’intervento divino, e vide la propria Armatura brillare come se fosse un faro nella notte. Lo stesso fenomeno accadde simultaneamente a tutti i guerrieri del Grande Tempio, permettendo loro di andare oltre i propri limiti.
    In pochissimi istanti, combattendo contro una gravità quasi alterata, si trovarono attorno al nodo. Korin si mise all’opera per ripristinare la forza di quel globo di potere su cui si basavano le difese di Asgard, e il ragazzo rivelò che ci fosse proprio il consiglio della Dea Atena dietro a quel gesto. Poteva capirlo, perché tutti i Saint avevano nuovamente ricevuto quella chiamata alle armi, quella sensazione di sicurezza che infonde nel guerriero un coraggio senza limiti. Anche Azrael, viste le sue abilità peculiari, si unì al Cavaliere della Grado per aiutarlo nell’impresa. A Bart, Rigel e Riccardo, quindi, non rimaneva che proteggerli, ed era certo che insieme avrebbero fatto di tutto per contrastare e scongiurare quella folle minaccia dell’abominio.
    Il Toro fece un cenno di assenso a Korin e Azrael per supportare le loro azioni e per essere solidale con la loro scelta. Gli altri tre Cavaliere avrebbero pensato alla loro sicurezza, perché in quel momento era giusto dividersi i compiti per cercare una soluzione alternativa a quel problema fatto di carne informe. Bartolomeo, quindi, si voltò in direzione della sfera nemica, carica di potenziale distruttivo, per dedicarsi alla difesa più solida e invalicabile di cui fosse capace in quel momento.

    State dietro di me.

    Parlò con voce tonante, così da farsi sentire da tutti. L’attacco nemico era evidentemente troppo pericoloso, chiunque dotato di cosmo avrebbe percepito un potere che – seppur di poco – era persino più grande di quello del Gran Sacerdote. Anche solo una parte di quella violenza poteva spazzare via guerrieri meno preparati, quindi era chiaro come il sole che dovessero fare molta attenzione. Il gigante diede fondo ancora una volta alla sua potenza fisica, artigliando il terreno con entrambe le mani per poi mischiarlo con il suo straordinario potere delle stelle e sollevarlo di peso per creare un muro imponente – alto il triplo rispetto a Bart, largo il quadruplo, e da uno spessore di almeno tre metri – che li avrebbe difesi da quella sfera. Utilizzò ancora una volta il Great Wall, creando però un costrutto molto più grande rispetto a quello che lo aveva protetto poco prima. In quel momento, infatti, cinque persone andavano difese, sia dall’attacco diretto ma anche dagli eventuali danni collaterali.

    Forza, resistiamo!

    Rigel e Riccardo si unirono a lui, infondendo il loro potere in quel muro che doveva diventare invalicabile. Percepì i loro cosmi unirsi al suo, e riuscì a sentire anche la vicinanza della stessa dea Atena che guidava le loro gesta. La sfera oscura di quel nemico impossibile si abbatté inesorabile sulla difesa dei Cavalieri, risucchiando e distruggendo ogni cosa che si trovava sul suo cammino. Il costrutto resistette, ma a ogni secondo che passava veniva eroso pezzo per pezzo. Il Toro sbuffò, poi ringhiò per lo sforzo, mentre le sue mani erano appoggiate sul muro di cosmo e terra per non farlo arretrare nemmeno di un centimetro. I piedi erano ben ancorati al terreno, e il potere combinato del cosmo dei Cavalieri gli diede la forza di non pensare nemmeno un momento di cedere il passo. Nonostante il potere soverchiante del corrotto, nonostante a pochi passi da loro ci fosse un nodo di energia importantissimo per la salvezza di Asgard, il Baluardo di Atena continuò a combattere insieme ai suoi amici Cavalieri per avere la meglio in quella disperata battaglia.

    Attenti!

    Urlò quell’unica parola con tutto il fiato che aveva, perché il Great Wall stava arrivando al punto di rottura, Stava per cedere, anche se la maggior parte dell’attacco era stata assorbita, ma avrebbero dovuto stare molto attenti ai danni collaterali. Il colpo avversario era stato tremendo, e un boato annunciò la caduta del muro. Nonostante la stoica difesa che aveva unito la forza di tre Cavalieri, qualcosa era riuscito a passare. Bart rimase fisicamente a difesa degli altri, restando semplicemente fermo sul posto, schermandoli con il suo corpo e la sua resistentissima Armatura. Sembrò poco più di un effetto collaterale, una folata di vento, ma persino l’ombra di quella sfera mortale celava un pericolo da non sottovalutare. Il Gran Sacerdote allargò le braccia, portò la gamba sinistra più avanti, abbassò lo sguardo per proteggere gli occhi e incassò la testa tra le spalle, così da garantire una copertura adeguata agli altri ma anche una propria stabilità. La parte finale e depotenziata dell’offensiva lo travolse in pieno, creandogli delle ferite su tutto il corpo nei punti scoperti dalla Cloth. Il colpo fu così tremendo che lo fece arretrare di qualche passo, ma la sua mole resistette e sarebbe stata sufficiente a coprire gli altri guerrieri se si fossero compattati dietro di lui.
    Terminato il caos di quell’azione così folle, Bartolomeo stava già pensando alla sua prossima mossa. Perché l’avrebbe fatta pagare a quel dannato corrotto, una volta per tutte, quello era poco ma sicuro.

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    E adesso vediamo chi sarà a essere cancellato.

    Sorrise nel pronunciare quelle parole, con il volto insanguinato dalle nuove ferite, ma estremamente felice di aver contribuito in modo così decisivo alla difesa di tutti. Condivise la sua espressione di furente gioia con tutti i guerrieri che ancora combattevano con lui, perché era giunto il momento di rendere tutto quel dolore con gli interessi. La sua Armatura brillava ancora dopo l’aiuto di Alisia, e volle sfruttare quel supporto divino per scagliare un colpo che sperava potesse annichilire definitivamente quell’abominio.
    Il Toro incrociò le braccia al petto, poi sollevò la gamba destra e sbatté il piede a terra. Una serie di piccoli ma numerosi terremoti aggredirono la zona in cui si trovava il nemico, sia sul terreno sia in aria, con lo scopo di destabilizzarlo e rendergli più difficoltosa qualsiasi altra manovra evasiva. Infine, arrivò il momento del vero attacco. Bart sapeva di non poter lasciare quella posizione, perché poteva mettere in pericolo i suoi compagni e il nodo di Asgard. Suo malgrado, quindi, doveva combattere dalla distanza. Si potrebbe pensare che quello fosse uno svantaggio per il Gran Sacerdote, ma in realtà il combattimento ravvicinato era solamente una personale preferenza, perché il gigante poteva essere ugualmente letale anche dalla distanza.

    Qualcuno si ricorda la tecnica più famosa del Toro di Atena? Esatto, il Great Horn.

    Chiuse gli occhi per un solo istante, inspirando profondamente per poi esalare l’aria che aveva ancora nei polmoni. I muscoli si tesero allo spasmo, tanto che l’Armatura del Toro dovette adattarsi a quell’incremento di massa. Il suo cosmo si concentrò nelle braccia, incanalando un potere che solo un Cavaliere d’Oro come Bartolomeo poteva essere in grado di controllare.
    Infine, gli occhi si riaprirono.
    Le braccia si distesero con un movimento praticamente indistinguibile a occhio nudo, liberando finalmente tutta la violenza del Great Horn.

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    La firma di ogni Custode della Seconda Casa. Una bordata di cosmo straordinario capace di travolgere e distruggere ogni cosa si trovava sul suo cammino, caricando come un Toro inferocito. Una tecnica che non era solamente devastante all’esterno, perché poteva provocare anche danni interni terrificanti e difficilmente difendibili. E la Dea Atena, con il suo supporto, riuscì proprio ad amplificare al massimo quella caratteristica così insidiosa del Great Horn, rendendo i danni “secondari” di un’efficacia mai vista prima.
    Sapeva che Rigel e Riccardo, nel limite del possibile, avrebbero aiutato Bartolomeo in quel nuovo attacco, aggiungendo le loro tecniche offensive a quella del Toro. In quel momento, però, lo sguardo e l’attenzione del Gran Sacerdote erano tutti per quel dannato corrotto. Lo avrebbero ricacciato all’inferno da cui era venuto, perché non avrebbero mai ceduto Asgard a quell’ammasso informe di carne corrotta.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Prendo sul personale l’evasione dei nostri attacchi per la seconda volta di fila, quindi decido che adesso devo fracassare il corrotto xD Quando vedo la sfera formarsi, mi sposto vicino al nodo [Posizionamento] – dove Korin e Azrael sono al lavoro – e chiedo a Rigel e Riccardo di unirci nella difesa. Con la possanza dei miei muscoli e del mio cosmo, creo nuovamente un Great Wall, ma questa volta XXL [Difesa]. Rigel e Riccardo dovrebbero unire il loro potere al mio in questa difesa, sfruttando entrambi il bonus di Atena. Il muro, quindi, assorbe la maggior parte del colpo (essendo suprema + nera + verde + 2 bonus di Atena), ma alla fine cede e fa passare qualcosa. A quel punto Bart rimane fermo sul posto, chiedendo agli altri di stare dietro di lui, e si prende fisicamente la “coda” dell’attacco. Tante ferite sparse, tanto sangue, ma siamo ancora in piedi. Poi, si passa all’attacco. Decido di non lasciare la posizione, perché comunque il nodo e i compagni che se ne stanno occupando vanno protetti, quindi attacco dalla distanza. Incrocio le braccia, poi pianto un bel pestone a terra per creare piccoli terremoti destabilizzanti in ogni dove [AD], e infine scateno tutto il potere del Great Horn con il bonus di Atena applicato ai danni interni [AF]. A voi, cari Rigel e Riccardo, la vostra parte di offensiva. Facciamogli molto male a questo giro! :addit:


    Condizioni:
    Muscoli provati per i numerosi sforzi, ferite sparse su tutto il corpo nelle parti scoperte dell’Armatura.


    Tecniche:
    Great Wall:
    [Effetto Secondario: Terra]
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.
    In aggiunta, come possibile ulteriore rinforzo alla difesa, Bart potrà sfruttare la terra presente sul campo di battaglia. Spostando grandi quantità di terreno, dando fondo alla sua tremenda forza e infondendovi il suo cosmo, il gigante potrà creare una difesa estremamente resistente (cosmo straordinario + terra), potendo inoltre nascondere alla vista cosa si cela dietro al costrutto.

    Great Horn:
    [Effetto Secondario: Danni Interni]
    Alcuni lo definiscono il colpo più veloce del Grande Tempio, altri come la tecnica che unisce perfettamente attacco e difesa; altri ancora non hanno potuto raccontarne gli effetti devastanti, essendo stati sconfitti senza nemmeno essersene accorti. Il "Grande Corno" è la tecnica principale del Cavaliere del Toro, che prende nome dall'arma più pericolosa a disposizione dell'animale della costellazione. Esistono due varianti di tale incredibile esecuzione.
    Prima Variante: Bartolomeo si pone di fronte al nemico in una statuaria posizione eretta a braccia conserte. Tale impostazione permette di opporre una solida difesa fisica agli eventuali attacchi avversari, ma al contempo nasconde un'arma letale. Infatti, con un rapidissimo movimento, il Cavaliere potrà distendere le braccia verso l'avversario generando un'inaspettata e violentissima bordata cosmica che unisce velocità, potenza cosmica e fisica. Gli arti del guerriero, minimizzando lo spostamento, si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da Cavalieri dotati della sua stessa velocità massima di esecuzione. Il potenziale distruttivo generato sarà immenso, in grado di provocare danni interni – direttamente a organi, ossa, muscoli, ecc. – che ignoreranno le normali difese dell’avversario, come l’Armatura e lo stesso corpo. Una tecnica che potrebbe mettere in difficoltà qualsiasi difesa o annichilire con decisione un avversario impreparato o colto di sorpresa.
    Seconda Variante: In ogni duello è sempre un vantaggio nascondere qualche asso nella manica per i momenti più difficili. Proprio questa seconda variante può essere considerata uno di questi metaforici assi. Infatti, Bartolomeo potrà optare per liberare maggior energia dal suo corpo, sfruttando al massimo il già incredibile potenziale del Great Horn. Scagliando il colpo direttamente con le braccia distese, il cavaliere potrà perdere l'effetto sorpresa della prima variante, ma aumenterà di molto la quantità di energia sprigionata non dovendo partire dalla posizione di difesa a braccia conserte. Una potenza inimmaginabile che capace di travolgere e distruggere ogni cosa si trova sul suo cammino, sia all’esterno che all’interno, caricando i malcapitati obiettivi come un toro inferocito.
    Infine, non bisogna dimenticare l'utilizzo che Bartolomeo può fare della sua immensa forza fisica. Infatti il Great Horn può essere ulteriormente potenziato sfruttando anche il plus fornito dalla prestanza muscolare del cavaliere, capace di generare onde d'urto di pura forza bruta in grado di colpire a distanza. Unite il tutto e capirete facilmente perché molti avversari non sono sopravvissuti per raccontare le potenzialità del "Grande Corno".


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - DROW

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    Ritch era in ginocchio, stremato, privo di forze, con il petto dolente da chissà quante costole fratturate. L'armatura si era sbriciolata come l'essenza della sua stessa vita, che sentiva andarsene. Gli sforzi profusi da tutti non sembravano aver sortito gli effetti sperati, tanto che ormai il nemico stava generando un attacco devastante, preannunciato da delle parole che dilaniarono la mente del cavaliere e ne spezzò quel che rimaneva della tempra. Un grido così disumano e terrificante che gli precluse ogni altro tentativo di velleità. Bastò un rapido giro di sguardi per capire la portata della sua disfatta: i compagni ansimavano, sofferenti, ma ancora in piedi a combattere. Lui invece, pur essendo il più anziano dopo Bart e che tendeva ad osservargli come se fosse un fratello maggiore, era stato il primo a capitolare. Vergogna e delusione velarono i suoi occhi di lacrime mentre la sua sagoma inerte cadeva verso il terreno.

    Perdonatemi, vi ho deluso tutti

    Con questa amarezza Riccardo si apprestava a salutare il campo di battaglia. Tuttavia, poco prima che la sua schiena toccasse terreno, sentì delle mani afferrarlo dolcemente da dietro sotto le ascelle e alzarlo in piedi. Una voce femminile, gentile ma al contempo risoluta, sussurrò al suo orecchio parole di incoraggiamento che fecero divampare il suo cuore di fiducia e speranza. Riconobbe quella voce: ancora una volta Atena era giunta nelle profondità della terra per cullare il suo paladino e procrastinare una fine che sembrava certa. Sentì una leggiadra mano scivolare sul suo petto riesumando dal suolo i detriti del pettorale in frantumi, che ora si ricompose nella sua interezza avvolgendo nuovamente il suo busto. Non solo le sue forze ritornarono, ma persino le sacre vestigia godettero di rinnovata linfa giacché le consuete sfumature argentate si erano tinte di oro. Il cavaliere di Eracle era tornato in piedi, col cosmo in auge e la corazza che sfavillava di bagliori mai visti. Ogni traccia di disperazione nel suo volto era scomparsa, soppiantata da un'espressione determinata.

    La Montagna... cosi mi chiamano, ed è ora che io mi meriti questo appellativo.

    Ognuno dei compagni stava elaborando la rispettiva strategia. Korin si era focalizzato sul maledetto nodo, il daimon aveva dispiegato le sue maestosi ali e anche il Toro, a sorpresa di Ritch, aveva deciso di essere cauto approntando un muro difensivo. Non vedeva Rigel, ma era facile dedurre che si sarebbe allineato sulla stessa condotta, ognuno intento a salvare la pellaccia. Riccardo, da sempre profeta del famoso detto secondo cui la migliore difesa è l'attacco, non era molto d'accordo. Era convinto che un attacco combinato sarebbe stato più efficace, dato che puntare tutto sulla difesa rischiava di privare ciascuno di forze preziose con cui contrattaccare. Probabilmente, però, per come si erano esposti al nemico, non c'erano alternative. Difatti, il globo mortale, nero come la pece, che era stato scagliato loro contro non sembrava lasciare scampo. Il cavaliere di Eracle, di certo, non sarebbe rimasto impassibile. C'era un debito da saldare col cavaliere dei sigilli e nessuna vittoria poteva essere contemplata se qualcuno di loro fosse morto.
    Abbandonò l'idea di un attacco per offrire cuore, carne e spirito alla protezione dei compagni. Con un rapido movimento si affiancò a Bartolomeo, interponendosi tra il resto del gruppo e la sfera nemica. Piantò saldamente i piedi sul terreno, facendoli sbattere violentemente come previsto dalla tecnica shiko del sumo, il tutto per usufruire del massimo della stabilità e per prepararsi all'impatto. Sapeva di essere chiamato a uno sforzo supremo. e quindi senza indugio protese le mani in avanti per dare manforte alla barriera eretta da Bart. La consapevolezza di essere assistito dalla dea gonfiava il suo spirito guerriero di quell'alterigia di chi sa di non aver nulla da perdere.

    «Forza ragazzi, dimostriamo a questa mammoletta che siamo degli ossi troppo duri. La Montagna non cederà di un passo!» gridò al gruppo alle sue spalle, per nulla certo di poter mantenere quella promessa ma ritenne che instillare coraggio agli altri, oltre che a se stesso, fosse l'opzione migliore.

    Le gengive sanguinarono, talmente stringeva i denti, e le unghie delle mani si aprirono sotto lo sferzare delle energie contrapposte. E infine sangue copioso tornò a colare dalla ferita alla coscia per la strenua resistenza a tenere la posizione. Con le gambe ferme, come radicate nel terreno, Riccardo si opponeva pur sapendo di essere in totale balia di una forza ben più superiore. Eppure non stava facendo altro che seguire la proprio stella: la sopravvivenza dei compagni, e delle umane genti, avrebbe avuto sempre la priorità su tutto, anche sulla propria vita. Vita che però non è era ancora destinata a spegnersi e lo capì dal vacillamento dell'attacco del Percorritore, un momento in cui l'esitazione altrui poteva essere decisiva in battaglia. Il cavaliere del Toro, ben più scaltro, se ne era già accorto e ne aveva approfittato per sprigionare tutta la potenza del Great Horn. Riccardo non poteva essere da meno. Quale momento per dimostrare il proprio valore e di essere degno di combattere al fianco di cavalieri di cotanto prestigio e forza?
    Un lago di sangue si allargava sotto i suoi piedi. La difesa aveva richiesto un alto tributo al suo corpo, martoriato ora da innumerevoli ferite. Mantenere quel metro quadrato gli era costato molto caro ma sperava che ne fosse valsa la pena. Sopprimette il dolore per dedicarsi a quell'unico istante che la sorte aveva donato loro, ossia l'attimo fuggente in cui le forze di ognuno potevano essere concentrate per una grande offensiva. Alzò il braccio destro avviluppato da una possente energia. Così come altrettanto possente era il suo grido:

    «CLAVA DI ERACLE!»


    CITAZIONE
    - Resistenza straordinaria - [abilità personale]
    Rispetto ai pari livello, il cavaliere ha la virtù di sopportare maggiormente il dolore causato da ogni sorta di attacco. Un simil prodigio non è solo frutto della sua esuberanza fisica, ma anche del retaggio di sangue che lo lega all'antico eroe Eracle che Riccardo oggi incarna. Non è dunque a caso se è sopravvissuto a ferite che per altri sarebbero state mortali, e forse è proprio per questo affronta il pericolo con sprezzo.

    CITAZIONE
    - Grande colonna - [tecnica difensiva]
    Il cavaliere pone gli avambracci davanti al petto incrociandoli a X per poi generare uno scudo cosmico a lui di fronte.

    CITAZIONE
    - Clava di Eracle - [tecnica offensiva]
    Il cavaliere scatena il suo spirito combattivo congiungendo le mani in un unico pugno come se fosse un'arma da corpo a corpo contundente simile a una mazza. Qualora il bersaglio fosse colpito in corpo a corpo da questa tecnica, ne subirebbe il conseguente contraccolpo da onda d'urto per la forza scatenata. Tuttavia la tecnica può essere anche usata a distanza, creando un fendente di cosmo a seconda del movimento eseguito dalle braccia del cavaliere. In tal caso, il danno subito sarebbe di natura cosmica.
     
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    XI - Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    L


    o spirito dell'antico guerriero si era stancato di quella situazione, e soprattutto si era stancato di quel nemico che vanificava in tutti i modi gli attacchi ricevuti dai cavalieri. Certo, lui aveva colto che si era indebolito... ma era comunque forte, troppo forte per tutti loro; a meno che non unissero le forze, sarebbero finiti male, senza dubbio tutti morti. Anche il Gran Sacerdote, che sembrava l'unico in mezzo a quel branco di ragazzini a poter tenere testa all'essere che avevano di fronte. Rigel di colpo si trovò in qualche modo ad osservare la scena da più lontano, anche se con i suoi stessi occhi: i suoi sensi erano ovattati, il tatto quasi del tutto annullato; vedeva le sue mani muoversi, ma non ne era responsabile. Era successo ancora, Methos aveva deciso di scendere in campo lasciando il ruolo di consigliere al ragazzo che - ancora una volta - si chiese cosa sarebbe successo se quella condizione smettesse di essere reversibile.

    Stai tranquillo e metti in ordine le idee, ragazzo. Fà quello che sai fare meglio di chiunque altro: osserva, analizza e trova il punto debole. A tenerti vivo e a combattere ci penso io.

    La voce era divenuta più profonda, e se qualcuno degli altri compagni l'avesse sentita avrebbe notato la differenza, così come avrebbe notato il bagliore di cosmo azzurro illuminare i suoi occhi. L'unico che poteva realmente sapere cosa fosse accaduto era il Gran Sacerdote, che era al corrente dell'esistenza di Methos e degli altri spiriti.

    Rigel stava per rispondere, ma nel frangente di un pensiero accaddero due cose: la prima era che il mostro stava lanciando un nuovo attacco, più forte del precedente e che avrebbe raso al suolo tutto se non fosse stato per il Gran Sacerdote, già pronto ad innalzare la propria difesa. La seconda, era la presenza di Athena, cosa che Methos non sentiva fisicamente da quando era ancora in vita. Per lui fu come viaggiare nel tempo, ritornare ad un tempo dimenticato in cui lui e i suoi tre compagni, allora senza controllo, servivano sotto re Karlash. Ma non si fece distrarre: la difesa del Toro non poteva resistere per sempre, nonostante fosse affiancato dal novellino. Inutile indugiare su cosa fare, la mossa era obbligata.

    Forte dell'energia innescata da Athena, si posizionò con un balzo accanto a Bart e riversò il suo cosmo nel Great Wall, per puntellare la muraglia in modo che potesse reggere almeno il tempo che bastava a Korin e al suo amico di combinare qualche diavoleria con le loro abilità e i ricamini dei sigilli. Rivolgendosi al Custode della Seconda Casa, lo spirito si limitò a ironizzare:

    Sarebbe stato meglio chiacchierare a quattr'occhi in un'altra occasione, vero, ragazzone? Cerchiamo di sopravvivere e di chiudere questa storia, l'amico mi sta dando ai nervi!

    E Rigel osservava, dai recessi della mente. La forza rinnovata dalla dea si era rinnovata e aveva dato ulteriore solidità al loro baluardo difensivo, ma nonostante ciò l'esplosione l'avrebbe comunque distrutta senza contenerla completamente. Il dolore - se mai fosse sopravvissuto - lo avrebbe sentito solo quando fosse tornato al comando della nave, ma nel frattempo doveva concentrarsi. Quel mostro non sembrava avere punti deboli in particolare, e i loro precedenti attacchi erano stati scansati attraverso un potere simile a quello di Gemini. Nel frattempo il muro esplose con un boato, e i guerrieri sentirono cedere le proprie membra per un istante: il corpo e le braccia di Rigel si ricoprirono di ferite, per un attimo il respiro venne meno.

    Fu allora che il Gran Sacerdote lanciò il proprio contrattacco, destabilizzando il terreno di fronte a loro per poi lanciare il Great Horn.

    Non andare per il sottile, mira all'anima ammesso che ce l'abbia!

    Oh, non me lo faccio ripetere due volte!

    Ma il guerriero si concentrò, usando la telecinesi per muovere il terreno smosso sotto il nemico e cercando di colpirlo, per quanto probabilmente non avrebbe avuto effetto di sorta; ciò che gli premeva era confonderlo ulteriormente, prima di scagliare a sua volta l'offensiva.

    Il ragazzo quasi percepì il sogghigno di Methos che puntava il dito verso il proprio bersaglio, con la voglia di eliminarlo da ogni piano di esistenza, e non potè non domandarsi che reazioni avesse Bart nel cogliere la situazione. Avrebbe senza dubbio dovuto spiegargli quella piccola particolarità che ogni tanto lo caratterizzava, quantomeno per fargli fare una bella risata.

    jpg


    SEKISHIKI MEIKAI HAAAAA!!!



    Gli strati di spirito si espansero subito dopo, seguendo il colpo del Toro come la seconda ondata di uno tsunami che si era appena infranto sulla costa. Le onde si muovevano però in modo irregolare, senza seguire una traiettoria ben precisa, complicando se non altro la percezione del pericolo che l'avversario avrebbe dovuto avere.

    Oh andiamo, levati dai piedi!

    Rimaneva da vedere se l'abominio sarebbe stato in grado di fare il furbo anche stavolta con il suo potere, o se il colpo di qualcuno di loro sarebbe andato pienamente a segno.

    77UK1bi
    narrato » parlato » pensato » telepatia
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    NOME » Methos
    ENERGIA » Energia Nera
    CASTA » Saints di Atena
    CLOTH » Gold Cancer [grado VII]
    STATUS FISICO » Ferite superficiali sparse a braccia e torso, costole incrinate.
    STATUS MENTALE » ???
    STATUS ARMATURA » Incrinata in alcuni punti della parte superiore.

    NOTE » Ed eccomi qua, come vi avevo promesso, abbiamo fatto lo switch. Per chiarezza, là dove parlo di "forza rinnovata" è riferito solo al cosmo di Athena, non è un reset delle condizioni fisiche e non c'è nessun potenziamento su cosmo oppure cloth. Cambia solo la persona al volante, che è Methos, e la cui esistenza tra i presenti è nota solo a Bartuccio :asd: detto ciò, Methos si piazza accanto a Bart per rinforzare la difesa usando il Cosmo (che diventa Straordinario, ma solo per l'azione difensiva come aveva chiarito Rain), e dopo di ciò si passa all'attacco prima con la telecinesi utilizzata per amplificare gli effetti destabilizzanti del terremotino che ha fatto Bart e poi col Meikai Ha che però non si fonde col Great Horn, rimane distinto e di conseguenza essendo a Nera rimane volutamente più lento del Great Horn, in modo tale che se Dragmor lo para, poi gli arrivano gli strati di spirito a tradimento; se invece fa il giochino delle dimensioni per evitare l'Horn, le onde dovrebbero comunque raggiungerlo al momento della sua ricomparsa. O almeno l'intenzione è quella, poi stiamo a vedere se il gioco riesce :asd:

    ABILITA' »
    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    TECNICHE »
    Sekishiki Meikai Ha: Tecnica nota anche con il nome di Strati di Spirito, permette a Rigel di creare delle onde infernali di immensa forza che sono in grado di strappare l’anima dal corpo dell’avversario per mandarla nello Yomotsu Hirasaka, l’anticamera dell’aldilà. Per l’anima malcapitata è virtualmente impossibile fuggire da questo luogo, a meno che non sia dotata di grandi poteri, oppure il Cavaliere d’Oro non decida di richiamarla nel piano materiale d’esistenza, o ancora che il Cavaliere perda a sua volta la vita. Grazie a questa tecnica il guerriero è in grado comunque di richiamare le anime da lui precedentemente intrappolate nello Yomotsu a condizione che le stesse non abbiano già varcato la soglia del mondo dei morti, o di spostarsi lui stesso nel limbo per combattere direttamente l’anima dell’avversario; in questo caso, un secondo Sekishiki Meikai Ha porterebbe alla distruzione definitiva dell’anima scagliandola direttamente attraverso la soglia dell’Inferno. Date le molteplici applicazioni di questa particolare tecnica, si può concludere che essa condiziona qualsiasi spostamento spirituale tra lo Yomotsu Hirasaka ed il mondo mortale, in entrambe le vie di percorrenza.
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    Your Sins will find You out

    Assedio: Saints - Daimon



    Chiara è la potenza di forze come le vostre, combinate alla volontà di vittoria delle vostre divinità, qualcosa che difficilmente ha eguali sul questa terra. I vostri attacchi e le vostre difese interferiscono con la manifestazione del cosmo del corrotto, grazie al nucleo che torna al suo stato d'origine con l'intervento congiunto dei vostri poteri.

    Una fortissima luce irradia quella caverna mentre si spezza l'isolamento dimensionale nel quale eravate chiusi. C'è un fortissimo sibilo per qualche secondo, al quale risponde un profondo boato. Perfino la vostra vista si offusca per diversi attimi prima di mostrare davanti a voi uno scheletro semi-distrutto, qualcosa che cerca disperatamente di ricomporsi, disfacendosi rovinosamente a terra in piccole chiazze nere e fumo.

    Voi. Il corrotto graffia ancora una volta i suoi artigl nelle vostre menti, mentre una luce rossa comincia a brillare da lui. Con velocità sorprendente si lancia in avanti, ma Azrael percepisce la voce della sua coscienza urlare forte un imperativo, che lo costringe ad avanzare allo stesso modo, parandosi davanti al nemico. Fate fatica ad accorgervi di quella che è un'esplosione dello stesso corpo avversario, che prontamente comincia ad essere riavvolta su se stessa dai poteri del daimon. Il dolore è terribile e l'applicazione delle tue abilità è tale da cominciare a sgretolare progressivamente la tua forma fisica.

    Un ultimo bagliore azzurro, poi tutto diventa silenzioso.

    La calma torna in quel luogo, con il nucleo completamente sigillato e messo al sicuro; la presenza della corruzione in quel luogo diminuisce, forse perché si riorganizza, forse perché ferita, nessuno di voi può dirlo. Ma se c'è una cosa di cui potete essere sicuri è che innumerevoli vite oggi, grazie a voi, sono state salvate. Siate fieri di questa lotta che ha rafforzato i vostri legami, al costo di perdere alcuni dei vostri compagni di squadra.



    _____________________



    Angolo Master

    La forma fisica di Dragmor cerca di lasciarsi esplodere per coinvolgervi tutti.

    Azrael vi fa da scudo con l'esplosione, applicando i suoi poteri temporali con l'intervento del potere della propria divinità per schermarvi dai danni, bruciando tutta l'essenza della sua manifestazione fisica. Quest'azione è autoconclusiva e singola, concordata con il giocatore in vista del cambio personaggio, quindi non ci sono interferenze.

    A tutti i saint congratulazioni, avete terminato un frammento di manifestazione di Dragmor. Procedete al giro finale per riprendere fiato e chiudere.
     
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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    - Capitolo Finale -

    L
    'energia scivolava veloce tra le trame dei sigilli di Korin ripristinando la trama del nodo energetico, mentre il Corrotto pare disgregarsi incapace di ricomporsi. Questa volta avevamo vinto davvero, il vincolo era stato riparato, la sua presa sulla realtà era incerta. Non poteva tornare. In quel frangente la sua metallica e lontana squarciò di nuovo le mie sinapsi, fu un attimo. Una luce rossa ed un imperativo categorico a cui non potevo sottrarmi. Fu questione di istanti, agivo non sapendo quasi cosa stessi facendo spinto solo dalla istintiva consapevolezza della necessarietà ed impellenza di quella mia azione.

    «תגיעו עד כאן ולא רחוק יותר, כאן תיעצר גאוות הגלים שלכם!»


    La voce risuonò pura e cristallina mentre ero nella mia vera forma, come se il contatto con Ananke mi avesse in qualche modo non solo spinto ad agire, ma anche sbloccato dei processi a me una volta chiari ed ora dimenticati. Il tempo di cui mi consideravo padrone, fluiva tra le mie mani come sabbia, mentre il mio corpo ed il mio cosmo offrivano una barriera agli alleati alle mie spalle. Il tempo attorno al Corrotto iniziò a rallentare a vista d'occhio, fino quasi a fermarsi per un solo infinito istante, se non per poi prendere a scorrere macchinosamente ed ineluttabilmente nella direzione opposta, percepivo il tocco del Protogenos infondere potere nel mio cosmo affinchè questo potesse contrastare il colpo di quell'essere, ma non era abbastanza, avevo bisogno di più forza, di più enegia da bruciare, dovevo dare tutto me stesso affichè quel colpo non mi oltrepassasse e quell'abominio non vedesse nuovamente la luce del sole. Per fare ciò dovevo dar fondo ad ogni riserva e nel farlo, sentivo la mia presa sulla Realtà perdere di mordente a mano a mano che il Corrotto svaniva davanti ai miei occhi...

    png



    E così siamo arrivati al famoso hic et nunc, qui ed ora, il momento in cui tutti i nodi di questa avventura si sono finalmente sciolti. Questi ultimi due anni sono stati pieni di eventi e di scoperte, eppure solo adesso sul finire di questa avventura sono conscio di aver adempiuto il mio compito, solo adesso per la prima volta - o forse no? Forse avevo già vissuto questo momento, e non ne avevo memoria? Irrilevante - capisco quel vecchio adagio secondo cui è solo nel momento della propria fine che si capisce il valore che si è avuto in vita. A tal proposito "Idio...Amaterasu, scusa, non credo che manterrò la promessa di bere nuovamente insieme a te; Korin, continuo a dire che saresti un ottimo Daimon; Pan tu sei strano, non c'è che dire, ma...You're a good boy, signorina Megrez, mi sarebbe piaciuto conoscerti meglio e Colette io e te ci vedremo tra poco...ho giocato fin troppo alla vita".

    La trama della Realtà si riavvolge mentre brandelli di carne si staccano come carta pesta dalle mie mani, lasciando intravedere nervi, muscoli, cartilagine, ossa, ed, infine, neanche più quelle. La manifestazione fisica di Azrael sta svanendo eppure io non ne ero dispiaciuto. Avevo appena assolto il mio compito, poiché non era assolutamente giunto il tempo di morire per gli altri miei compagni ed avevamo sigillato nuovamente un'entità che se avesse avuto spazio di muoversi liberamente sulla Terra, sarebbe stata quantomeno problematica, ed, infine, ero sicuro che quella azione, quel gesto, quel "Sacrificio" avrebbero avuto echi molto più distanti e magari avrebbero fatto cambiare idea sui Daimon a Korin, avrebbe fatto iniziare con il piede giusto le trattative ad Asgard, avrebbe potuto essere il sassolino che genera la valanga. Oppure nulla. Ma non sta a me - un pezzo sulla scacchiera del Grande Gioco - svelare questo.

    Oppure tutto questo non è stato che un mio gesto egoistico? Dopotutto se è vero che se il tempo di una persona è oramai prossimo è mio dovere e natura prendere la sua anima, ma se quel tempo non è giunto, cosa mi impedisce di salvarli? Lo sguardo si volge verso tutti i miei compagni, il mostro pare sconfitto ed io, non ho più nulla da fare, non ho energie residue, né tantomeno un corpo per farlo. "Avrei voluto il tempo di un ultimo sorriso.".

    6dec6d2d7287262b6ce493cf6ab80f23

    Io sono il sorriso del teschio ripulito dai vermi.
    Sono i rimpianti di coloro che restano.
    Sono l'inquietudine di coloro che se ne sono andati.
    Sono l'Angelo delle tombe e dell'età, del crepuscolo e della polvere.
    Sono Azrael, Signore delle Ossa.
    Perché io sono la Morte.
    E non sono la fine.
    Io sono l'inizio.



    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Completamente vaporizzato;

    STATUS MENTALE This [x];

    STATUS GLORIA non c'è più;

    RIASSUNTO AZIONI

    1. [COUNTERATTACK]: Mi oscuro in un mondo di luce


    Thank you everyone and grazie Rain per la disponibilità di farmi uscire di scena con una bellissima chiusura :fiore:

    NOTE




    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    Finalmente il silenzio. Non aveva più quasi memoria di che cosa fosse. Urla, dolore e i fragori della battaglia avevano riempito quegli interminabili minuti mentre ognuno giocava a scacchi con la morte.
    Era sì il sospirato silenzio della fine, della agognata vittoria, ma era calato come un sudario. Il saint, con i sensi ormai appannati dallo sforzo compiuto, si rese comunque conto del prezzo del trionfo. L'amarezza che provava era più travolgente delle tante ferite riportate. Il nemico era stato abbattuto, portandosi via però il daimon, il quale aveva deciso di immolarsi per salvare le vite di tutti loro. Riccardo cadde in ginocchio, non solo per stanchezza. Una lacrima cadde dal viso mescolandosi al suo sangue. Diede un pugno violento al terreno, seguito da un urlo in cui racchiudeva rabbia e sconforto. Aveva avuto una buona impressione di Erze sin dall'inizio di quella infausta avventura e pensava che potevano anche diventare buoni amici, nonostante la differenza delle rispettive razze. Non conosceva nulla dei daimon ed era proprio per questo lo incuriosiva. Una birra e una sigaretta avrebbero potuto conciliare anche caratteri opposti, ne era convinto. Invece ora le domande che avrebbe voluto fargli erano destinate a rimanere senza risposta.

    Non so dove tu sia ora, ma sappi che il cavaliere di Eracle è stato onorato di combattere al tuo fianco

    Già dai tempi in cui era una semplice recluta aveva visto perdere amici e compagni valorosi, eppure non era mai riuscito ad abituarsi a quel tipo di sofferenza. Memore di ciò, si era ripromesso che non avrebbe visto più morire nessuno e invece nel suo cuore era appena tornato a gravare il senso di colpa. Forse erano troppo alte le proprie pretese e le aspettative su se stesso: non era ancora abbastanza forte per ottemperare quel giuramento, e forse mai ci sarebbe riuscito.
    Non proferì verbo nel tragitto di ritorno, cupo era il suo animo. Non faceva altro che rimuginare sugli eventi e se c'era un modo per evitare quella morte. Tale tormento lo accompagnò come un incubo ricorrente e gli lasciò tregua solo quando le modeste case di del regno di Atena si aprirono ai suoi occhi ombrosi.

    Dopo diversi giorni di degenza, rientrato a Rodorio, ai troppo curiosi che gli facevano domande su come fosse andata, la sua risposta non cambiava:

    «Se per caso mi cercassero per andare ad Asgard di nuovo, datemi per disperso»

    A mente più lucida si chiese se l'estremo tributo di un daimon a protezione dei saint fosse il preambolo per un mutamento dello scacchiere politico e dei rapporti tra le caste.
    Sbuffò disgustato, in realtà non gliene fregava nulla degli intrighi di palazzo ma una cosa era certa: qualsiasi daimon che l'imperscrutabile destino gli avesse fatto incontrare, lo avrebbe considerato come un alleato al quale avrebbe donato anche la vita per difenderlo, come pegno di riconoscimento per essere stato salvato quella volta, nelle profondità di Asgard, dove uomini e daimon hanno combattuto assieme.
    Il tempo, come sempre, lenisce il dolore ma quel giorno sarebbe rimasto sigillato nel cuore di Riccardo... il giorno in cui aveva assistito al sacrificio di un eroe.
     
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    Korin ♦ Saint di Atena ♦ Blue Warrior ♦ Energia Rossa

    Tutti i nodi vengono al pettine
    - Chapter XIII -



    « Non ti preoccupare di nulla Korin, stai andando benissimo. »
    Esitò. Per un solo attimo le parole del Daimon lo estrassero da tutti i suoi pensieri, dal lavoro che la Dea, o chi per lei, li aveva chiamati a fare. Era un complimento. Solo un singolo complimento. E pure detto da una creatura che disprezzava. Eppure fu la freccia più letale, quella che nemmeno un potere divino avrebbe potuto parare.
    Il mondo era da sempre stato avaro di complimenti per lui. Tendeva a non darglieli e lui a non accettarli. Stava facendo solo il suo lavoro, e mai abbastanza bene da esserne soddisfatto. Era sempre lì a chiedersi se avesse potuto fare altro, magari provare altro per migliorare la situazione in cui si trovava, se avesse potuto evitare cose che erano successe. Non poteva accettarli, non erano veri. Anche in quel momento sentiva, sapeva, che quelle erano solo parole di incoraggiamento più che un vero complimento.
    Eppure…

    Eppure era ciò di cui aveva bisogno. Era qualcosa che in un momento diverso avrebbe potuto farlo crollare distruggendo ogni maschera dietro cui nascondeva il suo animo. Solo il nodo lo tenne insieme. Solo il salvare il mondo gli permise di resistere, o quantomeno di nascondere il più possibile l’irreparabile danno che era invece stato fatto. Anche se tramite la voce di Azrael quelle potevano essere le parole di sua madre, suo Padre, Stenson, Bart, la Dea, qualsiasi persona di cui davvero si curava. Qualcuno che davvero teneva a lui, se ancora esisteva. «No, Daimon. Stiamo andando benissimo. Insieme.»

    Immerso in quello stato prestò ben poca attenzione alle parole dei santi dietro di lui che si facevano forza l’un l’altro, alle parole di Riccardo che sembrava essere particolarmente rinvigorito dal tocco femminile della Dea, o dalla voce di Rigel che suonava ben diversa alle sue orecchie, non rotta dalla fatica, semplicemente diversa. La fatica che provavano nel difendere loro due e il nodo doveva essere enorme, ma tale da provocare quel cambiamento? Non importava. Non doveva importare al momento. Doveva dare tutto sé stesso solo nel ripristinare il nodo a fare in modo che forse le parole rivoltegli per una volta fossero vere.
    Confidava nei suoi compagni. Credeva nella mano della Dea che stava guidando il suo potere. Confidava nell’armatura di Alman che stava reggendo il colpo anche per lui, sgretolandosi sotto la pressione del nemico, dei sigilli che cercavano come colla di tenerlo insieme contro ogni pronostico, al corpo del Daimon dietro di lui a cui si sentiva attratto per spedire entrambi nella voragine dimensionale.


    Quindi successe. Il loro potere sembrò risanare le ferite del nodo, attivare gli ingranaggi, fornire energia elettrica a quell’apparecchiatura. Non era ancora certo di cosa avesse fatto, ma lo aveva fatto. Lo avevano fatto. Avevano riattivato le difese di Asgard, sì difese, più di una. Per un attimo gli era parso di capire che quel nodo fosse qualcosa di simile ad un pilastro delle reti cosmiche che la GRADO piazzava per delimitare una zona, una parte di un disegno più grande sparso forse per tutta Asgard con lo scopo non meglio definito di difendere il continente ghiacciato. Non sapeva se avessero dato energia solo ad un nodo o a più di uno contemporaneamente, ma quel nodo stava agendo. La sua luce ne era la testimonianza. Spazzò via il nero, sembrò sommarsi agli attacchi dei santi fino a rendere il loro nemico uno scheletro informe.
    Ma ancora resisteva. Ancora lamentava la sua disfatta e ancora tentava il tutto e per tutto.

    Vide Azrael muoversi più veloce di quanto l’avesse mai visto, più pronto di quanto non fosse mai stato. Perfino nella sua lentezza limitata di umano, forse per la connessione con la Dea riuscì comunque a capire cosa stava per succedere: Azrael non era stato attratto dal potere dimensionale dell’altro, ci stava andando volontariamente. Stava volutamente scontrandosi con quel potere ben più forte. «Daimon no! » Tese una mano verso di lui cercando forse di afferrarlo, forse di potenziare i sigilli difensivi che l’altro aveva addosso in una vana speranza di poter fare qualcosa per impedire l’esplosione di luce subito successiva, la deflagrazione dei sigilli che aveva dato al Daimon che sembrarono slegarsi dal suo corpo che andava distruggendosi.

    E in un solo battito di ciglia non fu più nulla. Nessuna traccia malefica, nessuna prigione dimensionale, nessun Azrael.
    Il daimon si era sacrificato per loro.
    Rimase immobile per istanti interi lunghi un'infinità ad osservare il punto dove l’aveva visto sparire sbattendo le palpebre credendo di aver avuto un abbaglio. Era uno scherzo vero? Era ancora lì, solo invisibile, magari aveva fatto un salto dimensionale magari…
    Magari niente.
    Il suo cosmo non c’era più.
    Non c’era più nulla di lui.

    “Questo non è un buon motivo per fidarmi di te” Glielo detto quando l’altro era incosciente al sicuro nella chiesa di Yaroslavl. Si stava sfogando con lui, dopo che l’altro lo aveva chiamato nazista, accusato di essere un poco di buono. Eppure si erano difesi a vicenda dal drago bicefalo e dall’esercito infinito. Si erano scudati a vicenda proprio quel giorno, come vecchi compagni d’arme. E i loro cosmi si erano uniti come mai era stato possibile prima d’ora per dare vita al nodo.
    E ora non c’era più.








    Vuoto.
    C’era solo il vuoto.
    Era uno della sua razza di meno però…
    Però era uno dei buoni.
    Era un daimon che si era sacrificato per lui, per un razzista.
    Era un compagno con cui aveva combattuto che era caduto.
    Che differenza c’era allora fra lui e un Roth? Nessuna.

    Era confuso.
    Non sapeva cosa provare. Cosa doveva provare.
    Soddisfazione? Tristezza? Abbandono, fine, mancanza.
    Vuoto.

    byeaz



    «E’ un Daimon. Ritornerà. » Lo affermò con certezza, ma con un filo di voce. Ma sarebbe tornato davvero? Lo facevano sempre quei bastardi; erano immortali, no?
    Era solo questione di momenti. Forse giorni, mesi, anni… forse cicli. Ma sarebbe tornato.
    Quel maledetto pennuto sarebbe tornato. Un sorriso amaro sul suo volto.
    Un giorno l’avrebbe rivisto, magari in una sua incarnazione futura se ne avesse avuto il privilegio.


    Until then…
    See you,
    Erza




    Statistiche

    Stato Fisico: Ustionato, botte sparse, muscoli strappati. Avambraccio sinistro lacerato.
    Ghiaccio per fermare sangue e scottature e aiuto di Atena per risanare parzialmente le forze…
    Buff alle resistenze x2. Buff Spirituale x1

    Stato Mentale: ...

    Stato Armatura: [V] Incrinata Indossata

    Riassunto:

    Goodbye az. Insegna agli angeli ha essere il miglior pennuto.



     
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    - POST XII -



    Fu questione di poco, e tutto ebbe fine. I poteri dei Cavalieri sembravano aver colto nel segno, avevano resistito e scagliato la loro offensiva. Il mostro, ridotto a poco più dei resti di sè stesso, lo scheletro decadente di un essere malvagio in decomposizione, aveva deciso di contrattaccare ancora, artigli giungevano per dilaniare le loro menti, la forza oscura mirava a fare tabula rasa di tutto. Poi un battito d'ali, un bagliore di luce azzurra, ed il Corrotto non esisteva più.

    Rigel aprì gli occhi, e percepì nuovamente le sensazioni - primo fra tutte il dolore - del proprio corpo: aveva ripreso il controllo. Una voce delusa risuonò nella sua mente:

    Oh, ma andiamo. Non ho fatto in tempo nemmeno a riscaldarmi, stavolta. Un bluff dietro l'altro, questi corrotti. Non poteva star lì ancora un paio di minuti?

    Il Custode della Quarta Casa scosse la testa, stranito. Aveva appena riguadagnato il possesso del proprio corpo, ma sentiva che qualcosa non andava. Si guardò intorno e comprese il significato di ciò che, dai recessi della propria mente, non aveva potuto cogliere con chiarezza. Il guerriero celeste che aveva aiutato Korin e Riccardo durante l'assenza sua e di Bart era intervenuto per proteggerli, sacrificando la propria vita.

    Ne avevano perso un altro. Sì, era un daimon. Forse non era un umano, e Rigel non avrebbe saputo dire se per loro ci fosse un aldilà, un oltretomba, un paradiso, o se provenendo già dalle sfere celesti la morte significasse un ritorno al piano d'origine...

    ...oppure una obliterazione definitiva. O magari che per loro esistesse la possibilità di reincarnarsi, chissà. Ma nulla cambiava:

    Ne avevano perso un altro.

    Un compagno di lotta, anche se il ragazzo non lo aveva mai incontrato prima di quel giorno. Se ne sentiva rammaricato ed in qualche modo responsabile. Una morte che si sarebbe forse potuta evitare, se lui fosse stato più forte o più abile, o se fosse stato più bravo in quel compito che Methos gli aveva chiesto di eseguire: analizza il nemico per sconfiggerlo.

    Guardò i volti di Korin e Riccardo, e non ebbe il coraggio di girarsi verso Bart - che di certo avrebbe cercato di risollevare il morale di tutti, a suo modo. Si strinse nel mantello, avvolgendolo attorno all'armatura, poi richiamò il proprio cosmo e i fuochi fatui per formare il passaggio che li avrebbe condotti al Santuario.

    Il globo di energia a quanto sembrava era al sicuro e libero da ogni influsso estraneo: attraverso il proprio cosmo, Rigel percepiva una sorta di armonia che gli faceva pensare che il pericolo era scampato. Senza capire chi esattamente le avesse pronunciate, rispose alle parole di Korin.

    Chissà, forse un giorno.

    Poi fece un cenno.

    Se qui abbiamo finito, possiamo tornare.

    E attese le disposizioni del Gran Sacerdote.



    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, indossata.
    note » E che riassumo, dispiacere per Az. Non avevo nemmeno fatto in tempo a presentarmi XD
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
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    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    Quella volta ci erano riusciti, quella volta i loro colpi combinati erano andati a segno. La forza dei Cavalieri si era unita in un attacco eterogeneo ma che aveva lo stesso obiettivo, e finalmente il corrotto non era riuscito a ignorarli. Evidentemente anche il nemico aveva un limite e l’aveva ormai superato. Un sorriso pieno di sangue segnò il volto del Gran Sacerdote, sostenendo quella sua gioia ferale che alimentava ogni suo movimento durante la battaglia. La soddisfazione fu tale da rinvigorire il suo cosmo, e il Toro era già pronto per dare il colpo di grazia a quella che ormai era diventata una massa ancora più informe e indegna di esistere.

    Argh, dannato…

    Stava per scagliarsi contro l’avversario, con le mani strette a pugno che prudevano tanta era la violenza che voleva scatenare, ma l’avversario fu più veloce. Forse non era così al limite come si pensava, perché il suo urlo fu così penetrante e devastante da superare quello precedente. La mente del gigante venne nuovamente aggredita direttamente, come se qualcuno stesse prendendo a cazzotti il suo cervello, ma la resistenza che caratterizzava il Baluardo di Atena gli permise di non perdere completamente la lucidità. Portò ancora le mani alla testa, stringendo i denti e chiudendo un occhio dal dolore, ma con quello aperto continuò a mantenere l’attenzione su ciò che stava accadendo.

    Attenti!

    Cercò di avvisare tutti i suoi compagni di battaglia, perché il corrotto scattò immediatamente verso di loro – con un movimento inusuale rispetto alla sua solita staticità – per poi rilasciare tutto il potere che aveva accumulato in quella carne informe. Non c’era tempo, non ce l’avrebbero mai fatta a difendersi tutti. Non in quelle condizioni, non mentre stavano proteggendo il nodo, non pieni di ferite, dolore e sangue.

    No.

    Bartolomeo cercò di richiamare il suo cosmo, più in fretta che poteva, ma non era sicuro di riuscire a proteggere tutti. Ci avrebbe provato, ovviamente, a costo della sua stessa vita, ma non poteva essere certo che il suo sacrificio sarebbe stato utile oppure soltanto vano.

    No...

    Un altro pensiero di negazione, che rimase lì sospeso nella sua mente, nel suo animo e nel suo cuore. Qualcosa era appena accaduto, così in fretta che i suoi occhi non erano ancora riusciti a registrarlo, così inaspettato che non riusciva a crederci.

    Azrael non c’era più.

    Non facevano che scomparire, inghiottiti nel nulla di quell’orrore. Non facevano che morire, lasciando di loro solo il ricordo. Come Daya, come Andrea, come molti altri.
    L’Angelo che aveva accompagnato i Cavalieri di Atena in quella missione ad Asgard, era riuscito in ciò che nemmeno Bart era certo di riuscire. Azrael li aveva difesi, si era messo tra loro e quell’esplosione mortale, bruciando la sua stessa esistenza per far sì che loro vivessero e che il nodo fosse salvo. Nonostante fosse un gesto non obbligato, verso guerrieri che conosceva ma con cui non aveva un legame così profondo da giustificare quel tipo di sacrificio, Azrael non ci aveva pensato nemmeno per un istante. Si era letteralmente immolato per loro, come se fosse la cosa più giusta e naturale da fare. Sembrava senza rimpianti, senza rimorsi, ma solamente determinato a compiere quel gesto.

    Azrael...

    Quel nome gli uscì spontaneo dalle labbra, mentre i suoi occhi erano ancora fissi sul bagliore di ciò che era appena accaduto. Il cosmo dorato si placò lentamente, le spalle si abbassarono e si tolse l’elmo dell’Armatura per rispetto a quel sacrificio. Chinò il capo per un istante, finendo la frase di due parole che aveva appena iniziato.

    jpg

    ...grazie.

    Semplice ma detto col cuore, non serviva altro. Si voltò verso i compagni Cavalieri, provati quanto lui da quella battaglia che era sembrata impossibile in molti degli orribili istanti che avevano vissuto. Non servivano lunghi discorsi, perché il gesto dell’Angelo valeva molto di più di qualsiasi parola, ma ogni tanto basta poco per dare un minimo di conforto.

    Figlioli, onoriamo il suo sacrificio sopravvivendo alla Corruzione.
    E quando un giorno la sconfiggeremo, ci ricorderemo di Azrael e di tutti coloro che si sono sacrificati per farci vivere quel momento.


    Il suo volto era serio, un poco triste, anche per rispetto della situazione, ma cercò di tornare gioviale senza però esagerare o mancare di tatto. Assunse un’espressione comprensiva, cercando di dare una buona notizia ai Cavalieri che con lui avevano aiutato Asgard ancora una volta.

    Adesso torniamo a casa, ma questa volta non dimentichiamoci di chi è il merito se possiamo riabbracciare la nostra Famiglia.

    Si voltò verso il passaggio che l’amico Rigel aveva appena creato per tornare immediatamente al Grande Tempio, ma prima si fermò un attimo perché c’era ancora una cosa da fare. Prese lo specchio magico che aveva permesso loro di comunicare ovunque si trovassero, espanse il cosmo e penso al Celebrante di Odino. Dovevano confermare la loro vittoria, e il prezzo che avevano pagato. Il suo volto sarebbe apparso ferito, insanguinato, i baffi in disordine e meno candidi del solito, a dimostrazione che persino lui – uno dei guerrieri più forti sulla faccia della Terra – aveva davvero rischiato grosso.

    Siegfried, ce l’abbiamo fatta.
    Il nodo è salvo e il suo potere è stato ripristinato.


    Quelle erano le buone notizie. Ancora una volta Atene aveva supportato la sua insostituibile alleata Asgard nel combattere la Corruzione, evitando di cadere, aggiungendo un tassello fondamentale per la loro vittoria.

    Il prezzo che abbiamo dovuto pagare, però, è stato alto. Davvero alto.
    Abbiamo perso un amico, un guerriero e un compagno.
    Azrael non è più con noi, si è sacrificato per permetterci di vivere e di vincere quest’ennesima battaglia contro la Corruzione.
    Onoratelo ad Asgard, come noi faremo ad Atene.


    Era giusto mettere al corrente il Celebrante di cosa fosse accaduto, senza omettere nulla. Non lo faceva per far sentire la colpa o per condividere il dolore – quello, come tanti altri dolori, lo avrebbe tenuto nel suo stesso animo – voleva semplicemente che il sacrificio di Azrael fosse conosciuto da tutti, rispettato e onorato. Nulla di più, ma in cuor suo era giusto farlo.

    Ciao amico mio, se hai bisogno saremo ancora qui, come sempre.
    Per il momento noi torniamo a casa, perché i ragazzi si meritano un po’ di riposo.


    Finalmente s’incamminò verso il passaggio creato da Rigel, varcandolo per tornare al Grande Tempio e abbracciare la sua Famiglia. Avrebbe avuto un’altra storia della buonanotte da raccontare ai suoi figlioli, una storia di eroi e di sacrificio. La storia di qualcuno che aveva permesso al loro papà di tornare per raccontarla.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Grazie a tutti ragazzi, compreso il nostro caro Rain, ed è stata anche una bella uscita di scena per Az. Mi sono proprio divertito :asd:

    Condizioni:
    Muscoli provati per i numerosi sforzi, ferite sparse su tutto il corpo nelle parti scoperte dell’Armatura.


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - DROW

    Ykl3bED
     
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