[Trama] Tutti i nodi vengono al pettine

Saints di Athena & Daimon - Assedio

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    Eternal Champion

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    - POST VI -



    Avere al proprio fianco il Gran Sacerdote in battaglia era senza dubbio una gran cosa. Bart aveva deciso di fare da scudo umano, prendendo di petto il malcapitato avversario che, seppur molto potente, non era al suo livello. In quel caso, poi, si era trovato di fronte anche un altro guerriero che già da solo avrebbe potuto tenergli testa: una lotta impari, insomma, e per una volta il bene stava stradominando sulle forze del male. Nel momento in cui il Cavaliere del Toro disse a Rigel di tenersi pronto, il ragazzo capì le sue intenzioni e concentrò il proprio cosmo, andando ad unire i propri poteri a quelli del compagno. Rigel udì le parole di Bart nella sua mente:

    Rigel, cerca di proteggere i Drow prigionieri in qualche modo. Alla nostra difesa ci penso io.

    La preoccupazione del Cavaliere del Toro riguardo agli altri Drow era fondata; con la violenza da loro scatenata avrebbero potuto distruggere anche i corpi di coloro che erano andati a salvare. L'unica cosa che poteva fare era concentrarsi ed usare la telecinesi, in modo tale da cercare di sradicare gli alberi neri dal terreno, avvolgendoli con il proprio cosmo a mò di protezione ed allontanarli dall'epicentro prima che accadesse il peggio. La stessa ametista avrebbe in qualche modo fornito protezione ai suoi prigionieri, quindi la cosa poteva funzionare.

    La Titan's Nova esplose con tutta la sua violenza, distruggendo praticamente qualsiasi cosa fosse contenuta all'interno della "campana" di cristallo nero e abbattendosi contro il Drow corrotto.

    Questi cercò di resistere, nonostante egli stesso avesse lanciato un attacco potenzialmente suicida che si sarebbe dovuto chiudere come una ganascia sui due Cavalieri d'Oro: ma come avvenne per il Big Bang originario, in cui l'espansione vinse la forza di gravità creando l'universo, la forza fisica del Toro fusa alla forza spirituale del Cancro soverchiarono la nera oscurità del minerale oscuro. Il corpo del nemico fu letteralmente martoriato dall'esplosione, e poi scese il silenzio. Bartolomeo, solitario, si ergeva come una montagna nella nebbia. Rigel, integro grazie anche alla protezione fornita dal Gran Sacerdote, si separò dal suo fianco avvicinandosi a passi lenti verso ciò che rimaneva del nemico.

    Il braccio destro e la gamba sinistra non esistevano più, il volto, il busto e i capelli erano macchiati di sangue nero. Il suo spirito era stato indebolito e devastato dal potere che il Custode della Quarta Casa aveva infuso nella Titan's Nova. Eppure respirava ancora, quasi immobile sul terreno, e rideva.

    Il... mio... padrone... non mi avete impedito... anf... di servirlo...

    La tosse lo sconquassò.

    Vive ancora perchè in lui c'è un altro spirito. Ma non durerà ancora a lungo.

    Lui... lui... mhuahahahaha!!! Il caos... il caos!!! Methos, Sylas, fratelli miei!!! Siete qui, sento la vostra presenza! Nessuno può vincere il potere dei Quattro Cavalieri, nessuno!!! Lui mi aveva intrappolato, ma adesso sono libero! Continueremo a cavalcare insieme, nessuno mai ci potrà più fermare!

    Rigel si fermò di colpo, senza proferire parola. Il drow era ormai spacciato, ma di colpo nella sua mente si manifestò la voce colma di odio di Caspian la Pestilenza. Fu Sylas a mormorare le parole che seguirono:

    Fratello, la follia alla fine ha preso la tua mente anche nello spirito. Non temere, noi saremo con te.

    E poi Methos.

    Fino alla fine del tempo. Procedi, ragazzo.

    Rigel mosse un altro passo avanti, lo spirito del terzo Cavaliere si sarebbe liberato in poco tempo. Il suo cosmo si espanse rapidamente, i fuochi fatui circondarono lui e ciò che rimaneva del nemico, poi il ragazzo liberò il loro potere con il Sekishiki Meikyuu Ha. La calamità dell'oltretomba, in grado di sigillare le anime e i corpi dei nemici per l'eternità nello Yomotsu Hirasaka, in quell'occasione sarebbe servita a ricatturare lo spirito di uno degli antichi compagni di Methos.

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    La risata folle di Caspian risuonò ancora per un attimo nella mente di Rigel, poi di nuovo il silenzio mentre lui cadeva in ginocchio. Forse Methos stava cercando di dirgli qualcosa, forse lo stesso Bart si era avvicinato dopo aver udito - e probabilmente senza comprenderne appieno il significato - le voci dei tre spiriti. Si fece forza, nonostante si sentisse spossato, e si rimise lentamente in piedi. Quando il senso di coscienza lo riportò alla realtà, vide due cose.

    La prima, che gli alberi-prigione di ametista nera iniziavano a dissolversi, sopraggiunta la morte del nemico. Un bene.

    La seconda, era che il cielo e l'aria intorno a lui sembrava che si stessero spaccando mentre tutto quel mondo cominciava a vorticare in un caleidoscopio di colori, rivelandosi per ciò che era: una dimensione parallela creata con l'illusione e tenuta in vita dall'esistenza del Drow corrotto e alimentata dalle sue vittime, incluso lo spirito di Caspian.

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    La realtà stessa si stava lacerando, il terreno sotto di loro si muoveva dapprima come un tappeto mobile, poi come un mare scosso da venti di burrasca.

    E adesso che diavolo succederà, ancora?

    Ma quella tempesta di colori oscuri durò ancora poco, poi esplose e le luci si spensero. Il Cavaliere di Cancer non capì mai se avesse perso i sensi per pochi secondi o per un tempo molto più lungo. Riuscì solo a percepire il solido terreno sotto di sè, mentre capiva di essere steso a terra. A fatica cercò di rialzarsi, mettendo a fuoco lentamente le immagini di quello che ancora non vedeva bene. Ad eccezione del Toro, naturalmente, unica massa dorata nel buio scarsamente illuminato in cui si trovavano. A poco a poco la vista si abituò, e riconobbe un luogo simile a quello da cui erano partiti: si trovavano di nuovo nel sottosuolo di Asgard, probabilmente in un punto oltre quei vortici oscuri che i guerrieri Drow gli avevano mostrato. E a proposito di questo, non erano soli: attorno a loro, stesi a terra - probabilmente esausti e senza forze, ma ancora vivi - c'erano tutti i prigionieri del guerriero Corrotto. Rigel riusciva a percepire la fievole scintilla di vita che ancora li pervadeva, ma per soccorrerli avrebbero avuto bisogno dell'aiuto di Shintlara, Hashmal e i loro compagni. Tuttavia non si sentì incoraggiato quando, guardando una delle estremità della galleria in cui si trovavano, vide nuovamente il buio cosmico che stavolta somigliava più ad un muro che ad un portale.

    Da lì non si passa, stavolta...

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    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Ed eccoci qua. Come d'accordo, sfrutto Bart come scudo per l'AD e unisco il mio potere spirituale al suo attacco per contro bombardare l'ametista nera, risultato KABBOOOOMMMM e il corrotto è storia chiusa. Rigel procede poi a sigillare il terzo spirito, cosa che riguarda la sua storia e se volete andate a leggervi il topic nella sezione della Quarta Casa che la storia è tutta lì :asd: a quel punto la dimensione si disintegra e noi torniamo nelle gallerie, con i drow tutti KO.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    Nessuna.
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final


    Edited by Tygaer - 9/12/2023, 09:58
     
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    Sacro Custode delle P.R.

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    Korin ♦ Saint di Atena ♦ Blue Warrior ♦ Energia Rossa

    Tutti i nodi vengono al pettine
    - Chapter VII -



    « Purtroppo per ora mi servi vivo. » Rispose sarcastico accompagnando la risposta con un soffio di risata. Classico Korin, ma dietro quel sorriso c’era un vero “prego” che aleggiava nell’aria. Evitò la mano che l'altro aveva teso per aiutarlo a rimettersi in piedi; andava bene spalleggiarsi, era passabile coprirsi a vicenda, ma la strada era ancora lunga per accogliere una mano angelica se non fosse stato estremamente necessario, ed era ancora lontano dall’esserlo. O meglio, non lo sarebbe stato se non per il terreno che prese a scuotersi, scaldandosi, fino a sciogliersi letteralmente sotto ai loro piedi, complici gli effetti dei mostri di lava visibili e non che avevano tolto loro ogni supporto. Il terreno cadde aprendosi in una voragine enorme e luminosa ricca di spunzoni e fumi. Solo allora allungò leggermente disgustato la sua mano verso quella tesa del Daimon che aveva cambiato forma aprendo le sue ali nere per allentare la loro caduta. Nessuno doveva osare vedere quel momento e avrebbe negato per tutta la vita che stava effettivamente succedendo. Non stava chiedendo e ricevendo aiuto, se lo stava prendendo naturalmente, perché quel daimon poteva semplicemente volarsene via; era un deterrente alla sua fuga, avrebbe detto a tutti. Peccato che non fosse la verità. Strinse la mano e si voltò a cercare Riccardo, ma il santo di Ercole era fin troppo lontano per raggiungerlo con una mano allungata nella sua direzione. Percepì il potere di Azrael espandersi verso di lui, ma a quanto pare nemmeno quello riuscì ad alleviare la caduta di Riccardo. Se il suo potere non fosse stato sempre più debole man mano che si scendeva nella boicca dell’inferno avrebbe provato ad alleggerire la caduta con una scalinata di ghiaccio, ma con tutta quella lava attorno avrebbe potuto fare forse più danni che altro. Lui e Azrael planarono verso il basso con un atterraggio impattante ma non troppo traumatico. « Ercole! » Reagì subito cercando di assicurarsi della salute del compagno a cui però stentò ad avvicinarsi, lo sguardo rapito da tutt’altro.



    Un globo sconosciuto ricco di strati che ruotavano su loro stessi e circondato da una coperta di sigilli spuntava dalla lava eretto quasi su un piedistallo naturale appena visibile sotto la superficie bruciante che saettava lapilli di tanto in tanto. Non era un grosso bacino di lava, un salto e lo raggiungevano, ma non era il piedistallo la cosa importante, e per assurdo non lo erano nemmeno dei piccoli costrutti lavici che emergevano dalla lava stessa e che attaccavano la superficie sigillata con le loro mani, quasi volessero scioglierla. No, era il globo ciò che rapì l’occhio del finto santo di bronzo: non aveva mai visto nulla di simile se non per il fatto che aveva una vaghissima somiglianza con l’attacco di Atena che aveva purificato il Giappone, ma quello era solo un sentito dire che poteva essere frutto di una propagazione errata della voce di chi quell’attacco lo aveva vissuto in prima persona. Lo osservava, rapito, colto dalla sua luce, dal suo potere pulsante come una piccola stella in terra. Non aveva idea di cosa fossa, ma di certo era qualcosa di estremamente importante per il modo in cui si stagliava in quella camera in mezzo a mille pericoli. Doveva avvicinarcisi, doveva studiarlo, doveva saperne di più!

    Doveva, ma non poteva ancora perché come erano caduti loro erano caduti anche i rimanenti golem di lava che ora strisciavano liquefattisi, abbandonando le rocce più pesanti a terra mentre si univano gli uni agli altri facendo emergere un’unica creatura, più grande, tenebrosa, scottante. Aveva le fattezze di un cavallo deformato e il puzzo inconfondibile della corruzione. Oltre ai corpi anche le energie dei golem sembravano essersi fuse assieme e il suo cosmo corrotto bruciava vasto in quella caverna. Più mostri si fondevano più il potere del cavallo cresceva. Ecco allora perché loro erano stati portati fin lì, per poter non-morire, per poter divenire corrotti a loro volta, per poter nutrire quella fiamma dando più forza per rompere i vincoli di quel magico oggetto. La corruzione lo voleva, era chiarissimo, così come avevano dissotterrato qualcosa di importante a Sacramento.

    Volse lo sguardo ad Azrael quindi a Riccardo che si era ricongiunto claudicante a loro. « Ben detto, ma lasciati dare una mano. » Pose una mano sul proprio petto estraendo il sigillo di resistenza che si era posto addosso inserendo in esso nuovo cosmo fino a realizzarne tre copie perfette, un’altra per sé, una rivolta verso il Daimon e una che avrebbe lanciato contro Riccardo. « Potrai menarmi più tardi per questo. » Gli sorrise con una frase molto simile a quella che Riccardo aveva rivolto a lui prima, sfidandolo a sopravvivere per poter compiere quel gesto, il tutto mentre nascondeva nuovamente i sigilli all'interno della sua armatura.
    « Ora dobbiamo impedirgli di usare quel… coso. » “Spiegò” anche agli altri due con l’ordine non proferito di dover difendere l’artefatto sconosciuto.

    Il cavallo fu il primo a muoversi alzandosi in una posa rampante prima di picchiare gli zoccoli a terra generando un tremore del terreno che fece scuotere esso e la lava oltre che atto a destabilizzare i suoi tre avversari. Quindi batté nuovamente stavolta al fine di far alzare dal suolo blocchi e speroni di roccia per poter infilzare i suoi tre avversari oltre a rendere dissestato il terreno. I suoi tre avversari in tutto quello erano però solo mosche noiose prese nel colpo per pura sfortuna visto che esso era davvero destinato a rompere la barriera di sigilli a protezione dello strano oggetto.

    Il tremore della terra fece barcollare il santo della GRADO per assurdo aiutandolo a schivare un palo di roccia emerso in diagonale proprio nelle sue prossimità. L’impatto tra lo spunzone e la blanda difesa cosmica del saint fu comunque violento. La sua cloth che cantò il dolore venendo solo lontanamente graffiata dallo scontro. Altrettanto bene non se la passò Korin che fu spinto a terra violentemente solo per rialzarsi in un movimento fluido di chi, facendo Karate, aveva imparato a cadere sette volte e rialzarsi otto. Scattò in avanti evitando nuovamente al pelo un nuovo spuntone che gli si parava davanti e arrivò faccia a faccia con l’avversario sigilli che ruotavano nei suoi palmi come scudi da dare in pasto al suo nemico. Data la differenza di altezza però puntò ad attaccare le zampe anteriori sul retro di quello che sarebbe stato il ginocchio per destabilizzarlo e forse evitare che il potesse ripetere l’attacco appena mostrato.



    Statistiche

    Stato Fisico: Ustionato, botte sparse.
    Buff alle resistenze x2.

    Stato Mentale: Concentrato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:

    Korin copia i sigilli di resistenza che ha addosso dandone una copia anche a Riccardo e Azrael.

    Il cavallone attacca scuotendo il terreno (AD) quindi evoca pali di roccia (AF) ad area il tutto vicino a energia Blu.

    Korin subisce l’attacco nemico parato appena dal cosmo blando e da un pizzico di fortuna, quindi si lancia addosso al nemico dandogli una botta di sigilli al ginocchio.


    升天 象征 (Shēngtiān Xiàngzhēng) : Sigillo di Potenziamento – supporto.

    Questi sigilli hanno lo scopo di migliorare le capacità fisiche, mentali o dell’anima di una persona, ma solo uno per turno e il miglioramento non può eguagliare resistenze ne attacchi straordinari, tantomeno attacchi e difese portati ad energie superiori. Possono essere applicati sul creatore così come su qualsiasi altra persona il creatore voglia. Questa tecnica si mostra graficamente a seconda del suo obiettivo perché i contenuti scritti nel sigillo variano a seconda dell’aspetto fisico, mentale o spirituale su cui va ad agire, perché diverso è il modo di “scrivere” l’obiettivo nel sigillo. In particolare sono sigilli piatti, molto piccoli che si posizionano in punti specifici del corpo a seconda di cosa influenzano. Sono sigilli che si mostrano come pulsanti quando attivi. Rilasciando una sottile aura azzurrina che si diffonde lungo tutta l’area da loro influenzata.

    -身体 (Shēntǐ): il sigillo del corpo permette un più facile scorrere del cosmo nel corpo dell’obiettivo. Come adrenalina permette al corpo di sostenere carichi maggiori senza sentire la stanchezza o il dolore. Può inoltre targhettare una sola area specifica, come un arto, consentendogli di sferrare pugni più forti, o correre più rapidamente, o avere una maggiore resistenza agli attacchi fisici. Non può eguagliare chi ha resistenza/forza/velocità straordinaria, ma è comunque un buff rispetto ad un avversario dello stesso livello energetico sprovvistone.




     
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    Il loro attacco combinato era stato a dir poco devastante e travolgente, tanto che i loro poteri così perfettamente combinati avrebbero potuto dare del filo da torcere persino a un essere divino. Il Drow cornuto, seppur molto forte e pericoloso, non poteva avere scampo. Era un dato di fatto, non un vanto, perché il divario energetico e di abilità era troppo ampio per essere colmato.
    Avevano fatto tutto come da manuale, soverchiando il nemico senza dimenticarsi di mettere in salvo gli ostaggi. Bart si era occupato della difesa e della prima parte dell’offesa, mentre Rigel aveva messo in sicurezza i Drow prima di aggiungere il suo Spirito a quella bomba nucleare che fu il Titan’s Nova. Il nemico ne fu totalmente soverchiato, come se fosse stato travolto da uno tsunami incontrollabile.
    Non era mai bello togliere la vita a qualcuno, ma nel grande disegno della sopravvivenza i sacrifici erano necessari. La foga della battaglia si spense gradualmente e Bartolomeo sollevò il suo pugno da terra per rimettersi in piedi a braccia conserte. Il suo sguardo si posò su ciò che rimaneva del corpo nemico, martoriato e non più intero come prima, mentre le ultime parole di rabbia lascavano le sue labbra morenti. Chiamò ancora una volta quel suo misterioso e fantomatico padrone, farfugliando confuso, poi qualcosa d’inspiegabile accadde.

    Cosa diamine...?

    Bartolomeo riusciva solamente a percepire pensieri confusi tramite la normale telepatia, sia di Rigel che di Methos, ma non era in grado di capirne i dettagli. Sapeva che qualcosa stava accadendo, ma non poteva essere certo di cosa. Guardò l’amico e si avvicinò a lui con un po’ di apprensione, perché era chiaro che il Gran Sacerdote non avrebbe potuto fare molto in quella situazione. Il Cancro si mosse repentino e scatenò nuovamente il suo Spirito in una tecnica di sigillo tipica della sua Armatura. Lo sforzo fisico ed emotivo fu evidente, tanto che il ragazzo cadde in ginocchio come se avesse combattuto una seconda battaglia all’ultimo sangue.

    Figliolo, quando vorrai, potrai raccontarmi cosa è accaduto, ma intanto io sono qui.
    Conta su di me.


    Il Toro espanse il suo cosmo caldo e luminoso, così da dare un conforto al suo compagno di avventura in quel momento di forte scoramento. Era un palliativo, certo, ma era anche un segnale deciso che erano insieme in quelle difficoltà, fino alla fine.

    Ops, mi sa che abbiamo rotto qualcosa.

    Non ebbero nemmeno il tempo per approfondire cosa fosse appena successo con lo spirito del Drow, perché la realtà in cui si trovavano si stava letteralmente sfaldando. Immaginavano di essere finiti in un mondo parallelo e probabilmente non del tutto reale, ma non avevano idea che potesse autodistruggersi in quel modo.

    Dannazione, cerchiamo di uscire da qua.
    Cerchiamo il portale da cui siamo arrivati, corriamo verso...


    Il gigante tentò di suggerire una soluzione immediata, ma le sue parole vennero bruscamente interrotte da una serie di eventi incontrollabili. Quel luogo smise gradualmente ma velocemente di esistere, probabilmente perché quella menzogna non era più sostenuta dal potere del Drow cornuto. Gli alberi, l’Ametista Nera e tutta quella finta perfezione si disintegrarono come se nulla fosse successo, lasciando spazio a una tempesta formata dai frammenti della realtà stessa.
    Tutto fu buio, come se fossero stati inghiottiti improvvisamente da un buco nero.

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    Gli occhi cominciarono a sbattere per ritrovare la flebile luce delle gallerie in cui erano tornati, e la mente cercava di riconnettersi al presente. Pian piano la confusione divenne panico, poi timore di non avercela fatta e infine fu fortunatamente un vero e proprio sospiro di sollievo. Bartolomeo si era risvegliato esattamente come si ricordava di esser stato prima di perdere i sensi: in piedi. Era l’unico dei presenti non disteso a terra, forse perché essere il Baluardo di Atena lo caratterizzava anche quando non aveva coscienza di sé, tanto era radicata quella concezioni in lui. Tutt’attorno c’erano i Drow che avevano salvato dalle tombe di Ametista e, con gran sollievo, anche Rigel era lì con lui e si stava rialzando.
    La sua prima impressione era corretta: erano tornati nelle gallerie degli Elfi Oscuri, ma qualcosa era profondamente cambiato. I portali, così come li avevano visti prima, non sembravano più ammorbare il sottosuolo, ma i Cavalieri sembravano essere circondati da barriere oscure e in apparenza impenetrabili. Le parole del Cancro, infatti, confermarono le sue sensazioni.

    Hai ragione, sembra proprio che siamo stati tagliati fuori da tutto e tutti.
    Da lì non si passa di certo, e sembra esserci rimasta una sola scelta obbligata.


    Bart indicò con la sua enorme mano destra l’unica galleria aperta e ancora percorribile, da cui proveniva un tremendo sentore di morte e Corruzione.

    Lo percepisci anche tu, vero?

    Era impossibile ignorare quella sensazione di sbagliato, quel terrore viscerale e primordiale che ogni volta aggrediva qualsiasi essere vivente. A parte quello, però, poteva essere una buona notizia per la loro missione.

    Beh, almeno sappiamo dove dobbiamo andare per risolvere finalmente la questione.
    Stavamo cercando la fonte del problema, ma mi sa che stavolta il problema è venuto direttamente da noi.
    Meglio, no? Oh oh oh.


    Il Gran Sacerdote era sempre felice di evitare inutili misteri e complicazioni, ma quella situazione poteva essere positiva come anche estremamente negativa e pericolosa. Quando una minaccia vuole farsi trovare, è perché non teme ciò che sta attirando nella sua stessa tana, altrimenti avrebbe continuato a giocare a nascondino. Invece, i due Cavalieri non avevano altra scelta se non intraprendere quel cammino che, probabilmente, li avrebbe portati dritti nelle fauci di chi o cosa c’era dietro a tutta quella folle Corruzione che divorava le terre del Nord in quella zona.

    Non ci resta che accettare l’invito.
    Lasciamo qui i ragazzi a riposare e magari cerchiamo di mandare un messaggio telepatico a Shintlara e Hashmal, se mai potranno sentirci.


    Non potevano certo portarsi in spalla i Drow ancora svenuti proprio in bocca al pericolo, quindi la soluzione più sensata era lasciarli a riposare nelle loro stesse gallerie. Non sembravano esserci pericoli nelle immediate vicinanze e, magari, i loro compagni sarebbero riusciti a recuperarli in qualche modo.

    Shintlara, Hashmal, ragazzi!
    Siamo Bart e Rigel, e abbiamo recuperato i vostri compagni. Sono vivi e riposano qui al sicuro nelle gallerie.
    Venite a prenderli se riuscite, perché noi dobbiamo andare a stanare la Corruzione che ha causato tutto questo.
    Ci vediamo dopo e rimanete al sicuro!


    Non poteva sapere se quel messaggio fosse in grado di giungere a destinazione, ma cercò di sfruttare la telepatia al massimo per coprire una zona più ampia possibile. Se anche Rigel avesse aiutato e amplificato quel tentativo di contatto, magari sarebbero riusciti nel loro intento. In ogni caso, non potevano trattenersi oltre e il Toro s’incamminò verso l’unico passaggio che i due potevano ancora percorrere.
    La galleria era lineare, monotona e priva di ostacoli. Andava dritta e leggermente in salita, come se li volesse lentamente riportare in superficie. Difficile capire esattamente quanta strada avessero percorso, perché il tempo sembrava avere il suo ritmo lì sotto, ma dopo quello che sembrava circa un chilometro, una flebile luce in lontananza apparve come il chiaro segno che il cammino stava per terminare. La galleria spuntava in quella che sembrava essere a tutti gli effetti una zona molto interna della Foresta di Ametista, un luogo così tetro e disperso nel fitto della vegetazione che pareva non essere mai stato visto o calpestato da alcun essere umano. Qualcos’altro, però, era riuscito a penetrare in quel cuore malato e pulsante, dove nessuno era mai riuscito ad arrivare fino ad allora.

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    Di fronte a loro si snodava quella che sembrava una diramazione periferica delle radici dell’albero sacro Yggdrasill, l’albero che alimentava la realtà stessa. La Corruzione, però, aveva attecchito come un cancro, una sorta di malsana mutazione, e numerose e gigantesche spine apparivano come tumori purulenti che spuntavano dal legno. Da queste spine grondava una linfa vischiosa e nera come il materiale dei portali che avevano attraversato. E quel viscidume non andava sprecato, perché una figura indistinguibile sembrava proprio nutrirsene come se fosse succoso nettare.
    Bart si fermò alla fine della galleria, rimanendo fuori dalla portata della vista e riducendo la sua presenza e il suo cosmo al minimo. Usò la telepatia per comunicare con Rigel, perché la scoperta andava condivisa.

    Forse è una conclusione troppo affrettata, ma questa volta non credo che ci siano ancora molti misteri da svelare.
    La situazione mi sembra abbastanza chiara, perché quel tizio sta letteralmente mangiando quel liquido oscuro che trasuda malvagità e potere.
    Secondo me è il “padrone” di cui il Drow cornuto parlava.


    Forse Capitan Ovvio o forse no, ma era meglio mettere sin da subito le carte in tavola per decidere il da farsi. Era inutile perdersi in voli pindarici, dovevano decidere come agire nel più breve tempo possibile, perché dovevano cercare di sfruttare l’effetto sorpresa – se mai lo avessero avuto.

    Non so te, ma io lo prenderei volentieri a cazzotti, così possiamo salvare i nostri amici e tornarcene a casa.
    Andiamo? Manovra a tenaglia? Io lo tengo e tu lo suoni di botte?


    Ovviamente il nostro Bartolomeo stava già pensando a come far saltare qualche dente al prossimo nemico, però quel momento di solitamente inesistente “pianificazione” da parte sua era almeno da ammirare. Sorrise rivolgendosi all’amico, senza però emettere alcuna parola o alcun suono. Sembrava proprio un Toro in attesa di sfondare i cancelli dell’arena per distruggere tutto e tutti.

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    Oh oh oh, dai, almeno apprezza il fatto che io non sia già partito a testa bassa.

    Grazie per la gentile concessione, caro Bart. Effettivamente aveva evitato di fare la tua solita entrata in scena che si sarebbe potuta sentire da una distanza siderale, optando per una più discreta comunicazione telepatica. Le sue mani prudevano, quello era certo, e il suo cosmo era imbrigliato dalle catene di un autocontrollo al limite della rottura. Nonostante tutto, però, lui era lì, pronto a concordare una strategia con Rigel per evitare di mettere il suo amico in un pericolo che, magari, poteva essere evitato. Avrebbero comunque dovuto agire, perché la situazione non poteva essere tanto diversa da quella descritta dallo stesso Gran Sacerdote. C’era solo da decidere come e quando, insieme come sempre.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Liquidiamo il Drow cornuto, scappiamo da quella strana realtà, lasciamo gli altri Elfi Oscuri a riposare e prendiamo l’unica via possibile per avanzare, che ovviamente ci porta dritti al centro del pericolo. Eccoci finalmente al fantomatico nodo della Corruzione, in una zona remota e impenetrabile (o almeno così si credeva) della Foresta di Ametista, in cui spuntano alcune radici dell’albero Yggdrasill. Queste radici, però, sono come affette da un tumore oscuro e corrotto, che le ha rese spinose e grondanti di linfa nera e vischiosa – che richiama un po’ anche il materiale di cui erano fatti i portali. Un’ignota figura si sta nutrendo di questo tetro nettare e la connessione con il “padrone” del Drow cornuto diventa abbastanza evidente. Mi sa che abbiamo proprio raggiunto la fonte del problema, e non ci resta che prenderla a cazzotti :kuku:


    Condizioni:
    Lievi lividi ed escoriazioni su braccia e gambe. Qualche ferita da perforazione non profonda sulle parti scoperte dall’Armatura.


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - DROW

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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    - Capitolo VII -

    L
    a speranza di una collaborazione futura non era così utopica dopotutto, era la seconda volta che Korin mi aiutava di sua spontanea volontà, certo in entrambe le volte ne andava della sua incolumità e di un qualcosa di più grande delle nostre faide personali. Ma mi andava bene, dopotutto non lo rendeva troppo diverso da me. "Devo ricordarmi di dirglielo, lo farà andare su tutte le furie"

    «Attento Riccardo!»

    Mi librai in volo quel tanto che bastava al primo accenno di tremore del suolo, ma non avevo preventivato il movimento successivo, non avevo visto abbastanza in là nel tessuto temporale limitandomi ciecamente al presente. Che fosse una metafora generale e non solo un accidente? Presi lo sperone di roccia dritto contro la tibia, mentre una luce azzurra e fredda riluceva all'impatto. La pietra incontrò la mia carne nel momento della sua massima estesione ed il dolore fu lancinante, come se un trapano avesse iniziato a bucare da parte a parte la mia gamba ma poi avesse deciso di fermarsi a metà dell'opera, la Gloria, infatti, aveva in parte frenato quella folle corse nelle mie carni. Non che se avesse continuato sarebbe stato più piacevole...un urlo sordo mi uscì a mezza bocca mentre il sangue colava caldo giù fino alla cavigllia e poi sul suolo.

    «אני החיוך של הגולגולת המתולעת. אני החרטה של ​​אלה שנשארו, וחוסר השקט של אלה שנעלמו. אני הייסורים של מאוזוליאום, אל הקברים והעידן, של בין ערביים ואבק. אני עזראל, אדון העצמות. כי אני מוות. ואני לא הסוף - אני התחלה.»


    Le parole uscirono con voce possente ed ultraterrena, mentre il cosmo riluceva attorno a me, tentando di lambire i miei compagni, aiutandoli nella loro missione, nella nostra missione. Pochi istanti dopo quello stesso cosmo che era stato benevole si sarebbe modificato, cambiato ed evoluto per divenire punizione per coloro che impedivano a quella missione di compiersi, per tutti quelli che intralciavano l'ordito prestabilito.

    Una feroce ondata si generò come un ventaglio da me, rompendo molti di quegli speroni, metafora fisica dell'ostacolo, e spingendoli verso il loro stesso creatore, nel farlo sarebbero stati accelerati e resi più pericolosi di quanto quel corrotto potesse ricordare. Di quanto tutti i Corrotti in quella stanza potessero immaginare. Ma questa non sarebbe stata che la trama, l'ordito vero e proprio sarebbe giunto ad incastrarsi solo un secondo dopo, quando un raggio di pura energia spirituale avrebbe tentato di farsi strada verso l'abominio davanti a noi.

    Il loro destino è di morire affichè la Realtà possa andare avanti, e noi ci saremmo fatti carico di quella responsabilità: la giusta e logica imposizione di un castigo terribile, manifestato attraverso l'opera di un agente adeguato, personificato nella fattispecie da quel trio male assortito di cavalieri, che a malapena si conoscevano e ancor meno si sopportavano. "Curioso è l'agire del Destino a volte" per un secondo trovai il modo di riflettere, di pensare a quanto stesse accadendo; di ragionare sul fatto che nel nostro piccolo stavamo già costruendo quello che in futuro sarebbe potuto divenire un gradino fondamentale per la coesione delle caste "Tre come noi che si aiutano a vicenda per un fine comune, per un bene superiore", era significativo di come una alleanza era possibile e si sarebbe dovuta avere in maniera stabile quanto prima.

    La domanda spontanea si formò dapprima nebulosa e poi chiara "E dopo?" la risposta era stata ricacciata troppo a lungo - per bontà, dimenticanza o semplice sciocchezza non saprei dirlo - nei recessi della mia mente, era vero che il mio operato, che il nostro operato in quanto Agathodaimōn era volto ad una cooperazione, ma poi? "Dopo...dopo dovremmo riprendere gli artefatti che ci sono stati tolti, e sarà allora che tutto questo lavoro porterà i suoi frutti" Come? Era ancora da scoprirlo, ma se Ananke e l'Oracolo avevano indicato la via della cooperazione come mezzo intermedio, non potevo che affidarmi alla loro visione.

    Ritornai con le idee allo scontro, al momento dovevo essere quanto più focalizzato possibile, oppure tutto quello che avevo in mente non sarebbe stato altro che un sogno. "Dicevamo di unire le forze quindi, no?"

    «Riccardo, Korin dobbiamo strutturare i nostri attacchi insieme. Potremmo avere maggiori possibiltà di riuscita»


    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Tibia sinistra forata + buff alle resistenze;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA schiniero bucato;

    RIASSUNTO AZIONI uhm dada idayu yodidayada dada edayu:

    Rimanendo in vera forma mi alzo in volo al tremore minimizzandone l'effetto, ma prendendo uno sperone obliquo nella coscia, quindi buffo Korin, me e Riccardo con il potere del Tempo e procedo ad una bordata a spazzare il suolo dai pilastri tentando di lanciare le schegge velocizzate dal tempo a 270° (in modo da prender pure i golemini intenti a smanacciare il nodo) [A.D.]. Sempre dall'alto, sfrutto l'impatto per far arrivare un raggio di spirito concentrato verso il cavallo in modo da debilitarne le capacità combattive [A.F.]

    NOTE

    Riccardo e Korin se doveste capire l'ebraico scoprireste anche Azrael che angelo è :zizi:



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    «dialogo»
    «dialogo altrui»

    Il dolore alla gamba era in parte svanito per far posto allo sbigottimento nel vedere Erza ergersi sopra ogni cosa con le sue maestose ali. Forse avrebbe dovuto temerlo, d'altronde poco o nulla sapeva di lui e della sua casta, ma quel giorno era onorato di essere un suo alleato.
    Mosse un pò la gamba trafitta per stabilire quanto poteva contare su di essa. Immaginava di essere travolto da fitte dolenti, tuttavia fu una lieta sorpresa scoprire che il sollievo stava perdurando. Poi, quando Korin gli rivolse verbo, intuì e gli fu grato: il compagno gli aveva donato un sigillo di resistenza. Il gigante protese un pugno con il pollice in alto, in segno di piena approvazione. Questo gli garantiva di gettarsi nella mischia e dimostrare di essere meritevole di quell'aiuto insperato.
    L'abominio dimostrava impazienza e chiari intenti ostili, come qualunque essere appartenente alla Corruzione. Una cosa ineluttabile accomunava quel trio particolare, ossia che di fronte a un simile nemico solo una soluzione era contemplata: l'annientamento.
    Dalle intenzioni ai fatti, però, il passo era lungo, e fu facile capirlo quando persino un guerriero esperto come Korin venne respinto, mentre dal terreno emergevano speroni rocciosi appuntiti. Il gigante non sapeva quanto sarebbe durato l'effetto del sigillo, sapeva però che doveva immediatamente passare all'attacco adesso che ne era in grado. Mai avrebbe sopportato l'idea di essere un peso per i compagni, i quali si affidavano alla sua mole imponente. No, non poteva tradire la loro fiducia, sebbene non fossero troppo in sintonia. Che lo ricordassero piuttosto come un antipatico o uno spaccone, ma mai per uno che si tirava indietro. Fu per questo che colse le parole di Erza come un segnale per attaccare.

    «Giusto, chiudiamola al più presto e torniamocene a casa»

    Volse un folle sguardo all'abominio, accentuato da un ghigno di scherno. Nulla avrebbe potuto fermarlo o fargli cambiare idea sui suoi propositi. Con la forza delle braccia staccò uno sperone dal terreno e se lo pose in avanti come scudo, poi come un forsennato scattò in avanti, incurante del dolore e dei nuovi tagli che gli ferivano le gambe, procurati dagli speroni appena emersi. Il sangue tracciava il suo inarrestabile percorso, fino a che la sua mole fu quasi di fronte alla bestiale creatura. A quel punto gli lanciò la roccia e si spostò di lato per cercare di sorprenderlo sul fianco. La roccia si disintegrò contro il muso della creatura, quasi a irriderlo per un attacco così banale, e con un veloce movimento rivolse i suoi zoccoli contro Riccardo. Il saint lo aveva previsto e sapeva bene che il prezzo da pagare sarebbe stato molto alto, come qualunque mossa che prevede il sacrificio ultimo. Mossa che era stata possibile solo grazie al sigillo di Korin che avrebbe potuto sfaldarsi da un momento all'altro. Forse c'erano altre alternative ma come esserne certi? No, non se pentì mentre la sua vita scorreva veloce come un album fotografico e un dolore supremo, mai provato prima, lo investì in pieno petto. Resistette e cacciò il richiamo suadente della nera signora. Il suo tempo non era ancora finito. Rodorio aveva ancora bisogno di lui e gli assassini di Alessandro erano tutt'ora impuniti.

    Il saint aveva abbozzato una difesa cosmica, che crollò all'impatto contro i furiosi zoccoli del nemico. Un uomo qualunque sarebbe stato spazzato via, ma gli anni di sumo gli avevano insegnato a diventare un tutt'uno con la terra. Il saint si era preparato e accolse consapevolmente i colpi del nemico sul torace. L'armatura era crepata e le costole spezzate. Forse una gli aveva trafitto un polmone, tuttavia le sue possenti braccia erano libere di ghermire l'avversario in una morsa poderosa afferrando proprio uno degli zoccoli. Gli bastava resistere ancora un istante.

    «Lasciamene un pò anche a me, fratello» sentì una voce ultraterrena e così famigliare. Al suo fianco gli parve materializzarsi Alessandro prendere l'altro zoccolo.

    «Non sarai mica venuto a prendermi? Beh, mi dispiace, ma dovrai aspettare ancora, però già che ci sei dammela sì una mano»» disse ridendo al fantasma del fratello, con la bocca impastata di sangue.

    Il cosmo di Eracle si espanse fino al suo massimo quando con uno sforzo immenso, che lo privò di ogni energia, sollevò il corrotto, per poi rivolgersi ai compagni.

    «È tutto vostro, ragazzi!» avvertì ostentando il trofeo sopra la sua testa.

    Con il fiato rimasto, fece sì che il suo urlo echeggiasse nell'assurda arena:

    «CORNEOLOS!!!»

    Malgrado il petto sfondato, le gambe trafitte e il respiro corto, ebbe un ultimo sussulto di forza disperata per ruotare sul posto e lanciare il corrotto in aria. Sapeva che non sarebbe riuscito a ucciderlo, ma questo compito ormai non spettava più a lui.

    - Forza straordinaria - [abilità personale]
    Riccardo è dotato di una stazza fuori dal comune e di una forza superiore rispetto ai suoi pari, forse un dono di natura voluto dalle stelle. Tale virtù fa di lui l'Eracle dei giorni attuali, rendendolo capace di prodezze fisiche straordinarie e permettendogli di imprimere ad ogni colpo il massimo della forza nel minor tempo possibile.

    - Resistenza straordinaria - [abilità personale]
    Rispetto ai pari livello, il cavaliere ha la virtù di sopportare maggiormente il dolore causato da ogni sorta di attacco. Un simil prodigio non è solo frutto della sua esuberanza fisica, ma anche del retaggio di sangue che lo lega all'antico eroe Eracle che Riccardo oggi incarna. Non è dunque a caso se è sopravvissuto a ferite che per altri sarebbero state mortali, e forse è proprio per questo affronta il pericolo con sprezzo.


    CITAZIONE
    - Grande colonna - [tecnica difensiva]
    Il cavaliere pone gli avambracci davanti al petto incrociandoli a X per poi generare uno scudo cosmico a lui di fronte.

    CITAZIONE
    - Corneolos - [tecnica di attacco]
    Il cavaliere batte i pugni tra loro per concentrare il massimo dell'energia in essi. Con il massimo della velocità di cui dispone, cerca di afferrare l'avversario e scagliarlo in aria, il quale, a causa dell'enorme pressione esercitata dal colpo, rimarrebbe immobilizzato per poi cadere rovinosamente al suolo.
     
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    Korin ♦ Saint di Atena ♦ Blue Warrior ♦ Energia Rossa

    Tutti i nodi vengono al pettine
    - Chapter VIII -



    Quindi Azrael gli ridiede pan per focaccia utilizzando il potere evocato dal cavallo contro il cavallo stesso, lanciandogli addosso gli spunzoni da lui evocati in un tripudio di stalagmiti che corsero nella sua direzione, esattamente dove c’era anche il saint della GRADO. Quell’attacco, che fortunatamente Korin riuscì ad evitare, era decisamente una vendetta del Daimon per la lancia di ghiaccio che lui aveva riservato al nemico dell’altro, lancia che, come aveva sottolineato Azrael stesso, sembrava quasi più diretta al Daimon che altro. Soffiò un sorriso, non poteva lamentarsi visto che lui era colpevole allo stesso modo.

    Anche Riccardo si era avvicinato al corrotto e, bofonchiando qualcosa di incomprensibile fra se e se, in qualche modo che Korin non riusciva bene a spiegarsi, con una forza che mai aveva visto prima se non dal pizzaiolo più famoso del Grande Tempio, il gigante era riuscito a sollevale la bestia corrotta che sembrava cercare di contrattaccare con le sue chele da mantide alla disperata ricerca di afferrare qualcuno di loro. Le lame di una delle due falci riuscirono ad afferrare il saint ghiacciato, sebbene per poco tempo, ma la presa risultante fu letale: era come essere stati infilzati da una forchetta, ma dai denti simili al coltello del pane che si infilarono nell’avambraccio sinistro strappando parte della carne e facendo uscire copiosa una cascata di sangue che andò a colorare il lato destro dell’armatura. Anche parte dello schienale dell’armatura fu colpita, ma essa resistette se non per uno sfrigolio che poteva assomigliare ad un grido di dolore. Era stata riforgiata per resistere a quei colpi e anche a molto di più, non sarebbe ceduta così facilmente. Korin però era fatto di carne, ben più debole, e strinse i denti, cercando con tutto la sua concentrazione di non lasciarsi sfuggire nulla più che un soffio di stizza. Non avrebbe urlato davanti al daimon, non si sarebbe mostrato debole al nemico. Sfuggì alla falce che tentava di trascinarlo verso il corrotto, quindi si voltò su se stesso copiando nuovamente il proprio sigillo di resistenza e cambiando alcuni codici al suo interno e rivolgendo lo sguardo al cavallo lanciò la nuova, sbagliata, copia verso il corrotto cercando di indebolirlo prima di lanciare uno sguardo ad Azrael: « Daimon, con me! » Lo avvertì prima di canalizzare il suo potere nelle sue braccia bruciando il cosmo come non mai pur di sopperire il più possibile al calore estremo della lava. Unì le mani sopra la testa prima di lanciarle in direzione del nemico scagliando così uno dei colpi più famosi dei Custodi di Thule: « Blue Impulse! » nonostante l’immenso calore della lava una corrente gelida sarebbe scesa sul posto focalizzandosi nello scorrere in un unico condotto conico che partiva da Korin per arrivare ad investire l’intera figura del corrotto. Questa corrente gelida aveva lo scopo di congelare per quanto possibile il sangue nemico, e con esso il cosmo mentre minuscoli sigilli nascosti tra gli infiniti cristalli di ghiaccio sarebbero arrivati ad impattare sul corpo nemico pulsando, da qui il nome della tecnica, per rinforzare l’effetto sigillante del ghiaccio ed aiutandolo ad indebolire ulteriormente il nemico.


    Statistiche

    Stato Fisico: Ustionato, botte sparse. Avambraccio sinistro lacerato.
    Buff alle resistenze x2.

    Stato Mentale: Concentrato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:

    Dopo aver preso una falciata dalle chele simil-mantide lancio un sigillo di debuff delle resistenze contro il corrotto [AD], quindi lancio la tecnica blue impulse [AF], vedi sotto.

    约束 象征 (Yuēshù Xiàngzhēng) : Sigillo di vincolo avanzato – offensiva/difensiva
    Questa tecnica si mostra graficamente a seconda del suo obiettivo perché i contenuti scritti nel sigillo variano a seconda dell’aspetto fisico, mentale o spirituale su cui va ad agire, perché diverso è il modo di “scrivere” l’obiettivo nel sigillo. Quando un sigillo disegnato e applicato sul bersaglio viene attivato rilascia delle catene cosmiche fatte di lettere e simboli azzurrini che si avvinghiano alla creatura portante il sigillo. Le catene provocano una sensazione di stritolamento, causando danni da costrizione e strangolamento, danni che si intensificano se il nemico prova ad opporvicisi, ma non sono catene reali che possono essere aggrappate e tirate.

    -身体链 (Shēntǐ Liàn): la catena del corpo tenta di limitare una, per lancio di tecnica, caratteristica fisica del soggetto a cui si lega. Potrebbe instaurare una sensazione di fatica o ridurre la forza fisica, velocità, resistenza del soggetto intrappolato, così come può disturbarne la coordinazione l’equilibrio. Essendo che queste catene agiscono direttamente sul corpo e non sul cosmo portano all’estremo il controllo della mobilità articolare che era già fattibile con i sigilli di vincolo base. Sono le catene di simboli più visibili in quanto si annodano attorno alla parte del corpo che è stata targhettata in maniera ben visibile, scrivendosi tutto attorno.


    Blue Impulse: ghiaccio/sigilli - offensiva
    Il Blue Impulse è una delle tecniche create ai tempi del mito quando il popolo di Thule ricevette l’aiuto del titano Menezio, per poi essere tramandata dai vari custodi prima ai Blue Warrior poi.
    Il cosmo dell’utilizzatore genera una corrente di aria gelida con la quale si cerca di infliggere bruciature da gelo all’avversario rallentandone al contempo i movimenti per evitare che possa scappare dalla tecnica stessa. Dentro la corrente scorrono minuscoli sigilli di vincolo ghiacciati dalla forma di piccoli fiocchi di neve che se impattano contro il corpo avversario interagiscono con l’abilità nemica di usare il proprio cosmo cercando di sopprimerla. Come il ghiaccio rallenta lo scorrere del sangue, che del cosmo è veicolo, così i sigilli inficiano sul cosmo stesso cercando di rendere più difficoltoso al nemico il suo utilizzo.
    Il nome deriva dal colore azzurrino del ghiaccio unito all’impulso continuo dei sigilli che vengono applicati sul corpo nemico, che risuonano intermittenti causando lo scompenso nel flusso cosmico.




     
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    - POST VII -



    Il lato positivo, se in quella faccenda ce ne fosse mai stato uno, era che i due cavalieri fossero riusciti a tornare nella loro dimensione, quasi del tutto illesi. Il lato negativo, e naturalmente più evidente, stava nel fatto che fossero dalla parte sbagliata delle gallerie e quindi impossibilitati a portare al sicuro i feriti. L'analisi del Gran Sacerdote era corretta, nella posizione in cui si trovavano sarebbe stato più prudente lasciare i Drow a riposare, sperando che quel portale fosse davvero una sorta di blocco che impedisse il passaggio o che non facesse uscire altri corrotti; prendendo l'unica via disponibile, eventuali pericoli avrebbero dovuto superare loro due per arrivare agli altri. Per un attimo gli si fermò il cuore, quando Bart lanciò il suo appello telepatico per raggiungere Shintlara e i suoi.

    Mossa azzardata, ragazzone.

    Già, speriamo di non aver allertato della nostra presenza nessun altro... l'effetto sorpresa potrebbe tornarci utile.

    La consueta esuberanza di Bart aveva colpito ancora, Rigel non se la sentiva di fargliene una colpa. D'altra parte quanti errori, ben peggiori di quello, aveva fatto lui stesso in passato? E quanti ne avrebbe fatti ancora, da lì in avanti? Poteva solo sperare di fare del suo meglio e, almeno per adesso, di poterlo raccontare ai suoi futuri compagni. I due si incamminarono per la galleria, che sembrava essere una via unica senza snodi o deviazioni. Si rese conto della lieve pendenza ed ebbe la speranza di una possibile risalita in superficie, che dopo un tempo che non fu in grado di quantificare si rivelò essere fondata quando vide la più proverbiale delle "luci in fondo al tunnel". L'istinto, però, lo fece arrestare di colpo.

    Troppo facile. Non mi piace.

    Bart si avvicinò all'uscita, comunicandogli poi quello che riusciva a vedere ed evidenziando la sua volontà di prendere a pugni l'eventuale nemico... anche se puntualizzò di non essere partito in una carica a testa bassa. Rigel sorrise, mentre lo raggiungeva in silenzio e con il cosmo ridotto al lumicino: voleva anche lui vedere con i suoi occhi, per esaminare la situazione. Vide quelle che avevano tutto l'aspetto di essere le radici di Yggdrasill, se non altro per le enormi dimensioni che le caratterizzavano. Vide gli spuntoni, che sembravano essere esplosi dall'interno delle radici stesse. Vide la figura muoversi tra quegli aculei, e che assorbiva ciò che fuoriusciva da essi. La linfa dell'Yggdrasill, forse... o la sua forma corrotta. Rivolse i suoi pensieri al Gran Sacerdote.

    La manovra a tenaglia non sarebbe male. Ma preferirei fare io da diversivo, in modo tale che tu possa prenderlo di sorpresa e fargli più danno possibile. Se il Drow di prima era il servo e nonostante questo poteva tenermi testa tranquillamente, nulla di più facile che il nostro nuovo amico sia ancora più potente e magari fuori dalla mia portata. Io cercherò di inventarmi qualcosa e di attirare la sua attenzione, tu cerca di cogliere il momento migliore... e se lo prendi, SMONTALO.

    Era la prima volta che Rigel usava un linguaggio così free-style, e la cosa parve talmente strana che anche Methos ridacchiò; evidentemente la vicinanza col Cavaliere del Toro aveva fatto sciogliere un po' il ragazzo che cercava sempre di usare le buone maniere, di non essere mai sconveniente e di dare una mano agli altri. Si concentrò per usare la telecinesi e sollevarsi da terra quel tanto che bastava da evitare di calpestare il terreno e produrre rumore, poi uscì dalla galleria e si spostò sulla sinistra. Immaginava che il suo compagno avrebbe fatto la stessa cosa procedendo per una direzione diversa, magari tenendosi al riparo della vista del nemico sfruttando la vegetazione. La sua idea, una volta raggiunta una posizione ideale per far sì che il nemico gli rivolgesse tutta la sua attenzione, sarebbe stata quella di evocare i fuochi fatui e colpire subito per fiaccare le difese dell'avversario. Si sollevò in aria e raggiunse una posizione più elevata, in modo da colpire dall'alto stando posizionato su uno dei rami, era ormai pronto a scagliare la sua offensiva.

    Poi, tutto cambiò.

    Rigel sentì un'aura opprimente, proveniente da quella figura che ancora si muoveva tra le spine dell'albero e contemporaneamente da dall'alto, e poi dalle sue spalle, come se fosse stato attaccato da tutte le direzioni.

    Dannazione, ci ha scoperti.

    Cosa li aveva traditi? L'uso della sua telecinesi? Il suo cosmo, per quanto minimo? Non aveva prodotto rumore spostandosi, e non ne aveva sentiti provenire da Bart. Forse il messaggio telepatico precedentemente lanciato dal Toro? Non lo avrebbe mai saputo. Magari quel Corrotto, perchè quell'aura che percepiva era inconfondibile, era semplicemente abbastanza potente per percepirli nonostante tutto. Il Custode della Quarta Casa dovette concentrarsi e resistere per non cedere alla pressione, per qualche istante credette di essere vicino allo svenimento. Poi, con grande fatica, riuscì a spostare lo sguardo e vide il nemico non più occultato dalla vegetazione asgardiana.

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    La figura incappucciata, alta forse quanto Bart, indossava quella che sembrava una pesante armatura completa, costituita da chissà quale materiale. Il nero manto che l'avvolgeva si era spalancato, rivelando di essere un paio di grandi ali la cui attaccatura era coperta dalla presenza di un mantello cremisi. Nella mano sinistra impugnava una lunga spada nera circondata da scintille, forse pronta a sprigionare fiamme. Un guerriero uscito dall'inferno.

    Un canto inaspettato invase la mente di Rigel: era la voce di Caspian ad intonarlo, segno della follìa che lo aveva costretto a cedere alla superiorità della Corruzione che albergava nel Drow.

    Ninna nanna ai sette venti, il bambino s’addormenti.
    S’addormenti e faccia un bel sonno, e si svegli domani a giorno.
    Nanna ieri nanna ieri, e le sporte non son panieri.
    E i panieri non son le sporte e la vita non è la morte.
    E la morte non è la vita, la canzone è già finita.


    Poi l'aura esplose, come una bomba nucleare. Rigel si sentì mancare il fiato e bruciare i polmoni, Caspian gridava qualcosa di incomprensibile. Fece appena in tempo ad innalzare tutte le sue barriere cosmiche e spirituali davanti a sè, condensandole in un'area appena superiore a quella necessaria per coprirlo, ma la forza dell'altro era superiore alla sua e quando il dolore arrivò si rese conto di cosa stesse accadendo.

    Anche lui ha poteri spirituali, maledizione! Bart, stà attento!

    Sperò che anche il Gran Sacerdote stesse bene, lui si sentiva indebolito ma tutto sommato stava bene, almeno per il momento. Tuttavia non c'era tempo da perdere, e fece esplodere il suo cosmo in risposta all'attacco precedente. Era una brutta gatta da pelare, in quel momento, ma i due insieme potevano farcela. Concentrò il proprio cosmo nel pugno e lo scagliò, i fuochi fatui si scagliarono in ogni direzione diventando una vera e propria griglia di raggi laser. Come aveva imparato da Deneb, ai tempi in cui era ancora il guerriero di Altare. Il suo obiettivo era senza dubbio quello di indebolire il nemico, ma al contempo di destabilizzarlo in modo tale da favorire un'apertura per Bart.

    Ammesso che non avesse deciso di radere al suolo avversario, spine, le radici di Yggdrasill e tutta Asgard, naturalmente.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Chiedo scusa per il ritardo, ma l'unico buco per postare ce l'ho avuto adesso. Allora, semplicemente l'idea era quella di prendere l'omino di sorpresa ma lui ci aspettava al varco, liberando prima un AD in stile Haki del re conquistatore alla One Piece e poi un attacco ad area spirituale. Ovviamente stiamo parlando di un attacco a Suprema, quindi Rigel ne subisce gli effetti nonostante sia riuscito ad alzare le sue difese. Dopo di ciò, il ragazzo contrattacca con la sua versione del Lightning Plasma, sperando di fare più danno possibile e comunque liberare il tiro in porta a Bart.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    Sekishiki Sen Ryu Ha: Nonostante il nome di questa tecnica possa ricordare facilmente il Custode della Settima Casa, in realtà è stata elaborata dal guerriero di Cancer in seguito al suo incontro con il Leone Dorato avvenuto quando ancora indossava l’armatura di Altare. Similmente al suo Lightning Plasma, pur non potendone eguagliare lo splendore, il cavaliere di Altare libera dalle braccia il proprio cosmo pervadendo l'area interessata dall'attacco con una miriade di colpi lanciati ad alta velocità in ogni direzione, come fossero un campo di raggi laser. La peculiarità risiede nel "tocco personale" del Cavaliere: non potendo contare sull'elettricità come l'originale egli può caratterizzare i suoi colpi, oltre ad utilizzare il suo mortale cosmo, con le fiamme spirituali (a seconda della situazione in combattimento); di conseguenza il tipo di danno sarà differente e comunque influenzato dal divario energetico tra i contendenti.
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    - Capitolo VIII -

    I
    l Saint del Triangolo mi sta forse sorridendo? Certo a mezza bocca, quasi di scherno, ma cavolo. Mi aveva colpito, non eravamo partiti con il piede giusto, avevamo continuato poi con il piede sbagliatissimo; eppure piano piano si era convertita la situazione, che fosse per utilità o meno poco importava se poi quel collegamento avrebbe portato - seppur nato per convenienza - ad un sentimento di amicizia vero.

    «MA ERA UN SORRISO QUELLO??»

    Rimasi stupito dalla capacità di esprimere emozioni che non fossero astio, sicuro che Korin non ne fosse affatto capace tanto da non notare in un primo momento che Ritch si era buttato in un faccia a faccia con il Corrotto principale, sembrava parlasse da solo e ad alta voce. Certo spesso lo facevo anche io, ma lui pareva dialogare con qualcuno "Forse la prima missione importante gli ha fatto qualche strano effetto". Il secondo gigante di Rodorio alzò il Corrotto come fosse una piuma, non riuscivo a credere a quanto stavo vedendo, come era possibile? Un essere simile sarebbe entrato di diritto tra i guerrieri più forti in circolazione e sicuro tra loro tre. "Ma come? Eppure fino a poco fa il suo cosmo non ardeva così intensamente. Vuole forse morire qui?"

    «Riccardo, ma che...»

    Mi ripresi quando vidi che il mostro stava tentando di stritolare Korin ed allo stesso tempo in un'esplosione di cosmo il terreno iniziò a vibrare sotto di me, un geyser di lava eruttò in quel momento. Non avevo molto tempo per generare una difesa efficace, mi richiusi a riccio facendo esplodere il mio cosmo in uno scudo che mi avvolgesse come una bolla. La sferà subì l'impatto, si deformava e si modellava tentando di respingere quella massa di energia impetuosa. Un globo rosso fiammeggiante, un piccolo sole od una fenice se si dava peso al fatto che avessi delle ali in fiamme.

    Il dolore della lava che colava attraverso le difese era insostenibile, il calore si diramava e rimbalzava di cellula in cellula e tanto più era già intrisa di lava tanto più io dolore pareva divenire esponenziale, paradossalmente la mia difesa era diventata la mia cella ed il mio tormento. Un costrutto artificiale in cui ero imprigionato, sarebbe potuta essere un'ottima metafora per indicare come mi sentivo in quel momento anche non fisicamente, ma non era il momento giusto per cedere a sterili introspezioni metafisiche, non ora che ogni punto della mia pelle era un ricettore di dolore in fiamme. Piume riarse toccarono il fuoco e caddero in cenere al suolo.

    Korin nel mentre era riuscito a liberarsi dalla presa del nemico, mentre riacquisiva il suo sangue freddo, e tentava di prendere il comando della situazione. "lasciamolo fare per ora" dopotutto non era il caso di attaccarsi a sciocchezze simili, pilotare il destino di nascosto era molto più interessante e redditizio che non essere in prima linea, mi ricordava i tempi passati. Aprii ciò che rimaneva delle mie ali in un moto di orgoglio troppo a lungo sopito, molte piume erano ancora più nere, non per pigmentazione ma perchè bruciate dal cosmo lavico del corrotto.

    «Lascia che questa mela ti porti via il tuo corpo
    Lascia che la mia mano ti guidi al posto che ti spetta
    Perché io sono il tuo pastore»





    Nel mentre che la mia preghiera finiva assorbita dalle urla che riecheggiavano nella caverna, lo spirito fluiva attraverso le mie mani sino a formare un globo dall'aspetto vagamente simile ad una mela vermiglia. Come un piccolo sole accresceva il proprio splendore ed il proprio potere con il compito di debilitare fino allo stremo ciò che rimaneva della volontà combattiva del nostro avversario, il cosmo raccolto crebbe finché dal Saint del Triangolo non giunse un fiato, era il momento di unire le forze con un amico.

    I due colpi arrivarono come un sol raggio verso il petto dell'equino corrotto, la polimerizzazione di energie risultante dai diversi attacchi pareva essere riuscita a far breccia nella corazza del mostro, un icore scura grondava dal suo petto mentre il colpo di ghiaccio e sigilli pareva porre in una specie di stasi eterna il nostro avversario, che subiva allo stesso tempo i gravi danni allo spirito ed alla volontà di dar battaglia causati dal mio colpo. E tanto più la volontà veniva meno, tanto più il fisico subiva il rallentamento e tanto più si ghiacciava tanto meno il cosmo fluiva. A vederla da fuori c'era da dire che sinergizzavamo niente male io e Korin. "L'ho detto che sarebbe uno splendido Asceso"

    Le zampe si fermarono, nonostante il calore della zona, il ghiaccio pareva aver attecchito in profondità, le chele smisero di artigliare convulsamente l'aria e tutto si chetò. Ripresi le mie forme umane, per quanto mi stessi trovando bene a levitare in quei luoghi, era molto più comodo per tutti che rimanessi con i piedi sul terreno per ora. Presi il laccio rosso oramai consunto e mi rilegai i capelli, l'habi era completamente brucaito in più punti lasciando scoperte le zone della spalla sinistra anch'essa profondamente ustionata. Bruciava da impazzire. Mentre mi avvicinavo ai due saint, misi mano alla grande tasca nascosta sotto la cinta del kimono per cercare una sigaretta , quando mi ricordai di avere la pipa, "Cavolo"; caricai il braciere con un po' di tabacco ed estrassi l'accendino. Guardai il corrotto e poi Korin.

    «Vuoi da accendere?»

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Tibia sinistra forata + buff alle resistenze;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA schiniero bucato;

    RIASSUNTO AZIONI



    NOTE




    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE

    ⧰ Psicopompo

    Utilizzo:[attacco]
    Abilità cosmica derivata: Spirito
    «Blessed are the dead | And now you are among them | Delivered from this mortal coil»

    Azrael giunge le mani al petto e allargandole nuovamente genera un globo saturo di potere spirituale che viene scagliato verso un obbiettivo determinato dal cavaliere. Questa sfera, esplodendo, genera unicamente una ondata di potere spirituale che si propaga per dieci metri, tentando di investire qualsiasi cosa sul suo percorso.



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved






    Edited by Dr. Stein - 21/12/2023, 15:55
     
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    pensiero
    «dialogo»
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    Riccardo, dopo l'immenso sforzo profuso, era caduto a terra, del tutto incurante sull'esito della battaglia. Non che volesse estraniarsi di proposito, ovviamente, semmai si dovette arrendere all'evidenza che nemmeno la sua forza e resistenza straordinarie erano in grado ancora di sorreggerlo. Inoltre le ferite riportate erano tali da impedirgli qualsiasi mossa audace. Era la prima volta che si sentiva in pericolo tra la vita e la morte, per questo il suo unico desiderio era quello di affidarsi al più presto ai fidati cerusici di Rodorio, qualora ci fosse arrivato. Eppure, nonostante fosse tragicamente esausto e provato, il suo pensiero volava lesto verso i compagni. Ad un certo punto, dopo il fragore, il silenzio era calato. Con la vista annebbiata si domandava se ce l'avessero fatta, per poi invece sorridere. Doveva smetterla di fare il mammone: i suoi compagni erano più esperti e abili di lui e certamente non potevano che uscirne vincitori. Capì presto su come fosse un gigante dai piedi d'argilla, perché senza il loro sostegno non avrebbe speranza di tornare a casa... da vivo, considerando che già esserlo ancora in quel momento era una fortuna. Il pettorale sfondato e la gamba trafitta erano gli eloquenti segni su quanto era stato vicino alla morte. Forse Atena lo stava davvero proteggendo... o semplicemente stava procrastinando l'inevitabile?

    Il suo ruolo però non era ancora del tutto compiuto. Un sentore latente di corrotti circolava ancora e in qualche modo il saint si intestardì nel voler dare ancora un minimo di apporto per la causa. Non si azzardò ad alzarsi in piedi, o a proferir parola, ebbe solo la forza di alzarsi con il busto e assumere, con fatica e il respiro strozzato, una posa da meditazione buddista. Per un'ultima volta di quel giorno il suo cosmo si espanse come monito ai corrotti e per dare tempo ai compagni di fare le dovute indagini sul dannato nodo di energia che pulsava fremente.
    Con il fisico e la mente era ancora lì, ma un cenno di un sorriso guascone lo introduceva al sogno di vedersi coccolato dalle belle infermiere di Rodorio che gli fasciavano il possente torace.
    Eh sì... suo fratello doveva ancora aspettare.
     
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    Oh oh oh, certo che lo smonto!

    Rispose immediatamente al messaggio telepatico di Rigel perché lo aveva davvero fatto ridere di gusto. Quel ragazzo solitamente molto pacato, educato ed estremamente gentile, si era lasciato andare forse per quel solo istante, esprimendo le sue emozioni senza i soliti filtri. E quel peculiare utilizzo delle parole, chiedendo a Bart di “smontare” il loro nemico, aveva scatenato nel gigante un’ilarità molto contagiosa.

    Mi sa proprio che hai ragione, non dobbiamo sottovalutarlo.
    Si capisce anche da qui che è più forte del Drow cornuto, quindi stai attento a non attirare troppo la sua attenzione.
    Ma vada per il tuo diversivo, ci penso io a smontarlo, oh oh!


    Ormai “smontare” era diventato il verbo più in voga del momento. Le parole del Gran Sacerdote, trasportate dalla telepatia, erano comunque ben precise. Concordava con Rigel che il nuovo nemico fosse quasi certamente più potente e insidioso del Drow sconfitto non molto tempo prima e, proprio per quel motivo, il Cancro doveva stare attento a non tirare troppo la corda. Per Bart, grazie al suo cosmo e alla sua resistenza fuori da ogni logica, il discorso era completamente diverso, ma per il Cavaliere della Quarta Casa quello scontro poteva diventare davvero troppo pericoloso. Erano in due, però, avevano il vantaggio numerico e anche l’effetto sorpresa...

    Ops.

    Come non detto, ovviamente, con la fortuna che ogni tanto si dimenticava di rimanere dalla loro parte. La figura oscura e completamente bardata palesò la sua vera presenza, scostando il mantello per rivelare un imponente guerriero che rivaleggiava per dimensioni del fisico con quelle del Toro. Due enormi ali demoniache si spiegarono dietro la sua schiena, mentre un enorme spadone gli faceva da appoggio, completando una visione che sembrava essere appena uscita dall’inferno.

    È proprio bello grosso questo tizio, eh?
    Beh, meglio, così non mi dovrò abbassare per prenderlo a cazzotti sui denti.


    Era incredibile come di fronte a una figura così terrificante, il nostro caro Bartolomeo pensasse già a come prenderlo più agevolmente a pugni. Quello slancio di positività, però, fu bruscamente interrotto da qualcosa di molto concreto e diretto. Una manifestazione cosmica imponente e opprimente li investì in pieno, tanto che Rigel comunicò immediatamente al gigante che erano palesemente stati scoperti. Il ragazzo subì visibilmente quella prima manifestazione di potere, mentre Bart strinse i denti e mantenne le braccia conserte, contrastando quella foga con altrettanta determinazione e forza da non farlo vacillare nemmeno per un istante. Aveva faticato a resistere, in ogni caso, quindi poteva significare una cosa sola.

    Rigel, avrai percepito anche tu che quel coso con le ali ha un cosmo almeno simile al mio.
    Dobbiamo travolgerlo con tutto quello che abbiamo, sin da subito, perché non sappiamo quali siano i limiti del suo potere.


    Fece a malapena in tempo a terminare quell’ennesimo scambio di battute telepatico, che si accorsero con loro grande sorpresa che il nemico non aveva ancora terminato il suo assalto. Eh, no, perché le disgrazie non arrivano mai da sole. Una tremenda esplosione con epicentro il cavaliere alato si dipanò in ogni dove ma, fortunatamente, Rigel fu tempestivo nell’avvisare di un pericolo nascosto.

    Oh oh, poteri spirituali, eh?
    Allora io vado, figliolo, tu coprimi le spalle.


    Perché il Gran Sacerdote stava mantenendo quella sua innata positività anche di fronte a un potere così insidioso come lo Spirito? Oh, beh, semplice: anche se non aveva difese dirette contro quell’abilità, la sua resistenza straordinaria gli permetteva di reggere attacchi di qualsiasi tipo, sia che fossero fisici, cosmici, mentali o spirituali. Ciò non significava certo non subire danno, ma il corpo del Toro era stato creato per resistere molto più a lungo e in condizioni migliori rispetto a qualsiasi altro guerriero privo delle caratteristiche del Baluardo di Atena. Avrebbe provato dolore? Oh, certo che sì, ma quel dolore non avrebbe fatto altro che alimentare la sua furia e la sua foga per terminare lo scontro nel modo più veloce e violento possibile.
    Il gigante percepì le difese di Rigel alzarsi, in grado di contrastare quella componente spirituale tanto insidiosa. Attese a fianco del suo compagno di battaglia che la prima parte del colpo avversaria s’infrangesse, così da disperdere ancora di più quell’offesa spirituale già di per sé poco concentrata – essendo un attacco ad area. Poi, quando capì che l’amico sarebbe stato in grado di reggere quel primo attacco, il Toro decise di abbassare le corna e attaccare a testa bassa.
    Concentrò il cosmo nelle gambe, affondando nel terreno con il primo passo della sua inarrestabile corsa. Quella era la tecnica del Bull’s Run, in grado di rendere il gigante una scheggia impazzita sul campo di battaglia. Non avendo alternative proprie per la difesa, ma avendo atteso il momento in cui il colpo spirituale era meno forte e concentrato, Bart si gettò proprio all’interno di quell’attacco ad area, dando fondo alla sua velocità, al suo cosmo e alla sua resistenza. Si sarebbe mosso in linea retta, calciando sia la terra sia l’aria come se fossero fatti dello stesso materiale e muovendosi con un’agilità tale da poter confondere l’occhio di chi lo stava guardando.

    Grrr.

    Un ringhio basso e gutturale avrebbe accompagnato quella sua avanzata come testimonianza del dolore che percepiva direttamente nel profondo del suo animo. Il suo potere sconfinato avrebbe contrastato quella sofferenza, trasformandola in una furia inarrestabile.
    Rigel, sostenne quell’avanzata, con una fitta rete di colpi cosmici misti al potere dei fuochi fatui, costringendo il nemico a proteggersi avvolgendosi in quelle sue enormi ali. Il colpo del ragazzo impattò con violenza, provocando ferite superficiali e bruciature, che sembrarono generare fastidio nell’avversario, ma nulla di più. Per lo meno erano riusciti a colpirlo e, forse, a farlo spazientire.
    Bartolomeo colse quell’assist, e – cercando di avvicinarsi sfruttando i punti ciechi generati dalla chiusura delle ali a difesa – azzerò la distanza per scagliare un colpo tanto diretto quanto insidioso. Giunto a un passo dal cavaliere alato, avrebbe caricato il pugno destro della sua forza, del suo cosmo e di un’insidiosissima elettricità statica. Un’elettricità che si sarebbe venuta a creare come un tuono pronto a colpire, e che era la conseguenza diretta della velocità e della potenza sprigionata dal suo Bull’s Hammer.

    AJPDt9L

    Il suo pugno destro partì inesorabile in direzione del viso avversario, con lo scopo di devastare ogni cosa contro cui avrebbe impattato e cercare di rendere difficoltoso qualsiasi futuro movimento grazie alle conseguenze dirette o indirette dell’elettricità statica.
    L’oscuro nemico, però, aprì improvvisamente le ali e afferrò con entrambe le mani la sua lunghissima spada. La mano destra sull’elsa, mentre la sinistra tenne l’arma dalla parte piatta della lama al fine di usarla come una sorta di scudo improvvisato. Con un movimento fulmineo la posizionò proprio nella direzione in cui stava arrivando il pugno di Bart, facendo impattare il Bull’s Hammer sul piatto della lama che riuscì incredibilmente a non spezzarsi.
    Lo scontro fu devastante, tanto che il rumore del cosmo e dell’elettricità generò un’onda d’urto che avrebbe investito ogni cosa per centinaia di metri. Bartolomeo spinse il suo affondo dando sfogo alla sua forza straordinaria, riuscendo a sbalzare l’avversario all’indietro mentre affondava nel terreno per non cedere all’incornata del Toro. L’elettricità statica riuscì a diffondersi dalla spada al corpo dell’oscuro figuro, generando un tremito incontrollato che lo bloccò per qualche brevissimo istante.

    Non dobbiamo dargli il tempo di recuperare, attacchiamolo adesso che...

    Non riuscì a terminare la frase perché, purtroppo, il nemico si era incredibilmente già ripreso e, con la furia in quegli occhi terrificanti, stava passando all’attacco. I suoi movimenti erano leggermente rallentati a causa del Bull’s Hammer di Bart, ma la sua forza sembrava essere ancora al massimo. Impugnò la spada stringendo entrambe le mani sull’elsa, per poi sollevarla in verticale sopra la sua testa. Il suo potere oscuro si concentrò sull’arma, facendo crepitare la realtà stessa. Questa divenne enorme, irradiata da quelli che sembravano vasi sanguigni o radici di una pianta demoniaca, e il cielo si oscurò alla sua presenza.

    jpg

    Con un movimento fulmineo delle braccia dall’alto verso il basso, l’avversario calò la spada per far partire un affondo che era un misto letale di cosmo e spirito, con lo scopo di travolgere ogni cosa. Quel colpo avrebbe potuto tagliare, aggredire la materia o ciò che era immateriale, oppure fare contemporaneamente tutto quello di cui era capace.

    Rigel, uniamo le forze!
    Occupati dello spirito che al cosmo ci penso io.


    Mandò un ultimo messaggio telepatico all’amico, prima di piantare i piedi per terra e cominciare a richiamare il suo cosmo straordinario. Avrebbero dovuto amalgamare i loro poteri alla perfezione per uscire più o meno indenni da quell’attacco di spada che, sfortunatamente per loro, poteva travolgerli in quasi tutti i modi possibili.
    E lo avrebbero fatto, Bartolomeo ne era sicuro. Avrebbero dimostrato ancora una volta al mondo come fossero capaci di unire i loro poteri e le loro abilità in un modo così efficace da diventare un unico guerriero inarrestabile.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Eccomi :mke: Specifico che il messaggio telepatico era rivolto esattamente dalla parte opposta rispetto a dove siamo andati (la nostra meta era distante almeno 1 km dal punto di partenza), con l’intento di raggiungere uno specifico gruppo di persone, quindi dovrebbe essere improbabile che il cattivone abbia percepito proprio quello xD Non diamo sempre la colpa a Bart, eh, povero ragazzone :addit: Tornando a noi, qualche scambio di battute iniziali e poi si passa all’azione. Tanko tranquillamente la prima manifestazione cosmica del nemico, mentre uso una strategia un po’ più ponderata per l’attacco ad area spirituale. Sfrutto l’avvertimento di Rigel per attendere il momento giusto di attaccare. Rimango a fianco dell’amico e della sua difesa cosmica e spirituale fino all’ultimo momento, così da far sfogare lo spirito avversario e sfruttare quella prima difesa del Cancro. Poi, quando capisco che Rigel sta bene, mi getto verso l’avversario con la Bull’s Run [Posizionamento/”Difesa”] cercando di ridurre al minimo l’esposizione all’attacco ad area spirituale andando proprio dalla parte opposta rispetto all’espandersi dell’attacco nemico. Ovviamente subisco alcuni danni spirituali, ma ridotti al minimo grazie al tempismo e alla scelta dei movimenti, e la resistenza straordinaria mi permette di continuare imperterrito (ricordiamoci che la mia resistenza funziona anche con i colpi spirituali, vedi descrizione abilità). Mi scaglio dritto per dritto sul cavaliere alato grazie a un’agilità fuori dal comune e sfogo la Bull’s Hammer [AF]. L’avversario si difende con le ali e con lo spirito dall’attacco di Rigel, subendo ferite superficiali e bruciature, mentre usa il piatto della spada a mo’ di scudo per contrastare il mio pugnone. Il mio affondo lo fa arretrare, visibilmente rallentato dall’elettricità statica che si diffonde in lui, ma non ci mette molto a riprendersi e ci scaglia contro un fendente di spada che ha lo scopo di travolgere tutto e tutti. Quest’attacco può tagliare, danneggiare con il cosmo e con lo spirito. Manca solo che faccia il caffè, insomma xD I suoi movimenti sono leggermente ritardati a causa della mia tecnica (elettricità statica), ma raggiunge comunque la velocità della luce con un po’ di sforzo. Infine, mando un messaggio a Rigel per impostare la nostra prossima difesa, chiedendo al ragazzo di concentrarsi sulla parte spirituale, mentre io mi dedico a quella materiale :asd:


    Condizioni:
    Lievi lividi ed escoriazioni su braccia e gambe. Qualche ferita da perforazione non profonda sulle parti scoperte dall’Armatura. Prime avvisaglie di indebolimento spirituale.


    Tecniche:
    Bull's Run:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Bart corre.
    E cosa c'è di strano direte voi? Oh nulla, non vi preoccupate, ma immaginatevi per un momento un Toro enorme e scatenato che vi corre incontro sbuffando dalla rabbia. Ecco, avete capito la sensazione.
    Il Cavaliere sfrutterà la massima velocità di spostamento permessa dalla sua energia per muoversi in quella che potremo considerare la sua personale arena, ammantandosi di cosmo se necessario per rafforzare l'avanzata. Grazie al bonus concesso dalla Forza Straordinaria, potrà correre e spostarsi sia a terra che in aria, effettuando cambi di direzione repentini e potenzialmente imprevedibili. Inoltre, i suoi movimenti saranno così precisi e coordinati da essere difficilmente percepiti in modo chiaro da avversari che non sono dotati di poteri particolari (agilità straordinaria), tanto da poter generare immagini residue simili a ologrammi nel campo visivo altrui.
    Questa tecnica può essere utilizzata in situazioni diverse.
    L'applicazione più semplice è a puro scopo difensivo, per cercare di evitare con maggior successo attacchi tangibili di diversa natura (siano essi puramente fisici, cosmici o misti, cioè cosmo + spirito).
    Oppure, la Corsa del Toro potrebbe spingersi, appunto, un passo più in là. Potrebbe, quindi, essere utilizzata per cercare di schivare gli attacchi e, allo stesso tempo, per tentare di accorciare la distanza con l'avversario e permettere a Bartolomeo di fare quello che preferisce: scatenare tutta la sua violenza proprio in faccia al nemico.

    Bull’s Hammer:
    [Effetto Secondario: Elettricità Statica]
    Tecnica che sfrutta la pura forza straordinaria del Toro, così vasta da rendere il corpo e i muscoli di Bartolomeo una vera e propria macchina da guerra.
    Mentre con la tecnica del Braccio Possente il Cavaliere concentra il suo cosmo negli arti e supporta i colpi diretti con la potenza fisica, con il Martello del Toro sfrutta al massimo la sua forza straordinaria in grado persino di generare danni da elettricità statica. Tale effetto secondario viene a crearsi grazie all'incredibile attrito di questo attacco con l'aria, così violento da caricarsi di elettricità.
    Ogni suo pugno, ogni suo calcio e in generale ogni colpo diretto sarà accompagnato da un’onda d’urto dall’incredibile potenza, con lo scopo di travolgere tutto proprio come un martello inarrestabile, nonché creare effetti elettrici di temporanea parali e stordimento delle parti colpite.
    Un semplice pugno può inaspettatamente diventare all’occorrenza sia un attacco diretto e sia un’onda d’urto, combinando entrambi gli effetti per creare un colpo in grado di mettere in difficoltà anche la migliore delle difese.
    Immaginate di essere un piccolo chiodo pronto ad essere colpito da un martello abnorme e inspiegabilmente attaccato ad una presa di corrente elettrica. Ecco, questa è esattamente la sensazione che si prova ad essere vittima del Bull’s Hammer./SPOILER]

    Abilità:
    [SPOILER]Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - DROW

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    Assedio: Saints - Daimon



    Azrael, Korin, Riccardo.

    Gli sforzi congiunti permettono, a modo vostro e sfruttando l'efficacia di coordinazioni passate, di riuscire a spazzare via il prodotto della corruzione davanti a voi. Per un attimo, il silenzio piomba e quello che sentite è un leggero rantolio proveniente dall'ammasso di corruzione.

    Passano secondi, minuti, poi qualcosa comincia a muoversi. La pozza nera prende a vibrare e ognuno di voi, indistintamente, rabbrividisce davanti a ciò che i propri sensi percepiscono da quella vibrazione. Lentamente, qualcosa comincia a ricostruirsi davanti ai vostri occhi. La pozza diventa un ammasso crescente che, a sua volta, prende ad assumere una forma più longilinea.

    A fronteggiare tale percezione di un pericolo che sta per arrivare, qualcosa di profondo tocca - tramite il cosmo - i vostri corpi e le vostre anime, ristorando le vostre forze, risanando parzialmente le vostre ferite.

    La battaglia non è terminata.


    Rigel, Bart.

    Caspian esplode in una folle risata mentre i colpi di Rigel dilaniano lo spirito nemico nel profondo. Il vostro combattimento non lascia spazio ad attimi di respiro, di distrazione. Due cavalieri d'oro che combattono insieme sono una potenza raramente eguagliata.
    Il colpo di Bart, aggiunto alla forza di Rigel, estirpa i lembi della sua manifestazione fisica e l'oscurità che lo compone, mera espressione innaturale della corruzione, si dissolve.

    Eppure, una luce sinistra brilla davanti a voi, in uno spazio che si distorce per un attimo prima di farla sparire.

    Nello stesso momento, sentite il cosmo di Atena toccare un punto in lontananza. Qualcosa, però, esplode nel punto in cui hanno combattuto i vostri compagni e potete chiaramente percepire una frazione del potere Nemico mischiarsi a qualcos'altro.

    Dovete aiutare i vostri compagni, proteggere i saints.



    _____________________



    Angolo Master

    Salve a tutti.

    Procediamo con ordine.
    I Saints sentono il cosmo di Atena toccarli per ristorare le proprie energie, non siete full power, ma siete capaci di combattere ancora.
    Azrael sente lo stesso, ma proveniente dal cosmo di Ananke.

    Seguiaml con Riccardo, Korin e Azrael, poi Bart e Rigel.

    Avete un turno per prepararvi e per permettere a Bart e Rigel di arrivare lì, dopo il quale succederà qualcosa.

    Edited by ~Rain~ - 24/12/2023, 18:39
     
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    - Chapter IX -



    E anche il cavallo impazzito cadde, la sua forza sgretolata sotto i loro colpi congiunti. Sembrava un nemico mediamente forte, molto per i loro poteri attuali, ma forse la fusione forzata di quegli esseri era stata troppo veloce e instabile, il che aveva aiutato più i suoi nemici che il corrotto stesso. O forse i loro cosmi uniti erano ben più forti di quanto si sarebbe mai aspettato, forse la dea aveva arriso loro, forse l’indebolimento della corruzione negli altri snodi energetici aveva debilitato anche il loro nemico.
    O forse avevano solo avuto fortuna.

    Korin attese qualche istante per assicurarsi che il nemico non si muovesse più e che il suo cosmo corrotto avesse smesso di bruciare. Solo allora si mosse in direzione del santo di Ercole che era caduto in ginocchio, forse esausto dopo la sua mossa avventata, o forse troppo indebolito dalle sue ferite. Mentre gli si avvicinava lo vide muoversi assumendo una posa quasi meditativa, solo per chiudere gli occhi e riposare; anche solo vederlo fare quel movimento lo rassicurò: non era morto almeno. Gli si avvicinò ugualmente, canalizzando il suo potere ancora una volta concentrando una folata d’aria gelida verso il petto del gigante, là dove l’armatura aveva cessato di proteggerlo e dove il sangue scorreva abbondante. Se non avesse avuto dinieghi, avrebbe appoggiato la mano veicolando il suo cosmo gelato più da vicino intrappolandolo al suo posto con una maglia di sigilli che avrebbero emulato l’armatura distrutta. La sua abilità di cura improvvisata però non poteva fare più che fermare l’emorragia. Avrebbe fatto lo stesso per la sua gamba trafitta, stavolta strappando anche un pezzo della sua maglietta pur di improvvisare una fasciatura per il gigante. Riccardo era ben lontano dall’essere in pericolo di vita, ma una passata all’ospedale era obbligatoria per entrambi una volta tornati ad Asgard o al tempio se l’altro se la sentiva di raggiungerlo. « Perdonami, non posso fare più di così.» Si rialzò dal fianco del gigante, stringendo appena i denti per una fitta di dolore, e incrociando lo sguardo di Azrael, cercandone quasi l’approvazione, come se le parole del Daimon fossero più convincenti delle sue per il gigante. « E non ti ci abituare. Di solito le missioni vanno molto peggio di così.»

    Solo allora prestò davvero attenzione all’angelo notando come questi sembrasse trovare divertente il mettersi a fumare in una caverna piena di lava; come se non ci fosse già troppo fumo per impestare i loro polmoni. « Non ti sembra che siamo già abbastanza accesi, Daimon? » Lo pungolò cercando di fargli notare quanto poco divertente fosse il suo commento dopo che lui si era sorbito un vero e proprio bagno di lava che aveva lasciato il suo corpo carico di profonde bruciature ovunque. « E per quanto riguarda il soprannome, trovatelo tu, io non sono bravo ad inventarli. » Quindi se Azrael avesse acconsentito avrebbe emulato la cura fatta a Riccardo, ricoprendo la tibia ferita del Daimon con un anello di ghiaccio tenuto assieme da uno strato di sigilli che lo proteggessero parzialmente dalla temperatura consentendogli allo stesso tempo di continuare ad esistere.

    Solo allora avrebbe dedicato l’attenzione al suo di corpo che mandava urla di dolore sommesse sotto i vari sigilli atti ad irrobustirlo. Senza di loro forse si sarebbe ritrovato a contorcersi per il dolore, ma avendoli non sentiva nulla di più che la pelle venire dilaniata con ogni più piccolo movimento; faceva male sì, ma aveva subito cose ben peggiori di quella e gente ci aveva perso il braccio o peggio. Se c’era qualcosa che l’esercito gli aveva insegnato era stringere i denti e non lamentarsi. Cercò di ricoprire anche se stesso con uno strato di ghiaccio facendo particolare attenzione al braccio sinistro da cui il sangue usciva a fiotti. Dovette procedere per gradi, centimetro dopo centimetro e con ognuno di essi ricoperto la sua pelle si faceva più pallida, la fronte imperlata di sudore che ben si nascondeva in quello nato precedentemente per lo sforzo e l’alta temperatura… Avrebbe dovuto essere preparato a tutto, ma quel clima lo stava veramente spolpando e sentiva di star raggiungendo il suo limite nell’utilizzo delle energie fredde e il suo stesso cosmo pareva una landa d’acqua prosciugata dal sole. Dovette fermarsi più volte a respirare l’aria chiusa, per niente ristoratrice e sedersi per evitare un mancamento. Rimase qualche secondo a occhi vuoti a osservare quella sorta di sfera che avevano difeso fino a quel momento.
    « Secondo te cos’è? » Chiese rivolto ad entrambi, ma a nessuno dei due in particolare. Cosa avevano difeso fino a quel momento? Cosa stava cercando di ottenere la corruzione da quel coso? Cos’era e perché si trovava lì, in uno dei punti chiave di Asgard? Bartolomeo e Rigel avevano trovato qualcosa di simile? Era comune a tutti i luoghi chiave di Asgard, rendendo quindi necessaria la presenza di un armatura custode per proteggerli? Siegfried sapeva di quel coso? O forse era comparso lì per caso, giustificato da una, per lui insensata, magia asgardiana?

    Da terra studiava come quell’oggetto sembrasse un grumo di cosmo compresso, come potevano esserlo i colpi dei cavalieri, ma non era solo compresso, era ordinato in qualche modo, come poteva esserlo un sigillo. Se fosse stato qualcosa di simile però si supponeva una qualche volontà precisa e complessa, uno scopo. Respirò lasciando che il suo cosmo si avvicinasse all’artefatto, circondandolo per testarne il comportamento. Si era di sicuro sorbito degli attacchi, ma la sua superficie sembrava intatta, immacolata quasi. Doveva essere estremamente duro da quel punto di vista. Cercò di andare più in profondità per vedere di quali cosmi fosse composto, o a cosa assomigliasse, ma l’energia che sperimentava sembrava molto neutra, disallineata a qualunque fazione e, cosa più importante, non avvertiva tracce di corruzione.
    « Mi sembra intatto, qualunque cosa sia.» Scavò ancora con più forza cercando anche tramite la propria manipolazione dei sigilli se riusciva a scomporlo, a tradurlo, o a capire anche solo qualche parola che poteva dargli un qualsivoglia indizio, ma nulla. Quell’artefatto era sicuramente fatto di cosmo, ma sembrava manipolato in una maniera del tutto aliena. Per quanto ne sapeva poteva essere magia nanica come quella a cui aveva assistito, ma era roba molto molto più complessa. A pensarci un qualcosa del genere l’aveva già visto a Sacramento. Certo l’albero nato in America era di tutt’altra pasta e completamente allineato a G.E.A., ma forse era possibile che quell’artefatto fosse qualcosa di analogo, ma era la mera speculazione di un’ignorante in materia. « Un organo di controllo forse, o di difesa. Oddio potrebbe anche essere una bomba per quanto ne so. Di sicuro la corruzione lo voleva distrutto e quindi è qualcosa di importante da difendere. Per come lo stavano attaccando poi non credo avessero troppa paura che gli esplodesse in faccia. Escludiamo quindi che sia una bomba. » Che fosse un altro contenitore di qualcosa di brutto? Di sicuro non di una figlia di Lucifero, ci sarebbe stata molta più corruzione e soprattutto Caduti nella zona. Ma non aveva senso fosse un contenitore. Quel vulcano era un posto troppo chiave della società asgardiana per renderlo anche una trappola per chissà chi.

    Cercò di concentrarsi nuovamente a occhi chiusi in silenzio per cercare di capire non cosa fosse ma quando quell’artefatto era arrivato lì. Non aveva poteri temporali e vista la precedente domanda posta ad Azrael anche per lui sarebbe stato impossibile definire qualcosa, ma volle comunque provarci, non che avessero molto altro da fare in quel momento se non magari contattare il Celebrante per sapere se lui ne sapeva di più o per comunicare all’altro gruppo la loro scoperta.
    Stava meditando per carpire qualcos’altro, anche una briciola di qualunque cosa, quando i suoi sensi captarono però qualcos’altro, qualcosa di molto più brutto: l’odore della corruzione era tornato. Aprì gli occhi di scatto setacciando la zona più prossima e proprio lì, nel punto del fu cadavere di corrotto qualcosa si muoveva, il cadavere sembrava star bollendo, plasmandosi nuovamente come a cercare la forma migliore per affrontarli. Korin si sollevò in guardia pronto per una nuova battaglia e facendolo sentì il corpo dolere di meno, come se quei pochi minuti l’avessero ristorato di molto, anche se non completamente, come se qualcuno avesse riempito nuovamente il suo lago di cosmo. E quel qualcuno aveva un nome, un cosmo. Lo sentiva sfiorare il suo corpo, come se lei gli avesse appoggiato una mano sulle ferite: Atena.


    Statistiche

    Stato Fisico: Ustionato, botte sparse. Avambraccio sinistro lacerato.
    Ghiaccio per fermare sangue e scottature e aiuto di Atena per risanare parzialmente le forze..
    Buff alle resistenze x2.

    Stato Mentale: Curioso/Guardingo

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:

    Se me lo consentite, cerco di risanare come posso le ferite di tutti (trattamento ghiaccio), quindi mi metto a studiare l’artefatto cercando di capire quel poco che posso su di esso. Dopodiché avverto la corruzione di nuovo e la cura di Atena che mi rende in grado di combattere ancora.





    PS: Buon Natale
     
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    noctua

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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    - Capitolo IX -

    L
    a fine della battaglia vedeva lo schieramento dei "buoni" vincitore, questo non significava che non ci fossero dei feriti. Korin si mosse subito per andare ad aiutare il suo compagno di casta stabilizzandolo pian piano, dopodiché, con una inaspettata premura, eresse una sottile maglia di costrutti e ghiaccio attorno alle mie ferite riportandole ad uno stato di torpore quasi dimenticato. Come al solito, l'idillio con il Saint durò poco.

    «Dopo tutto questo tempo, continui a non apprezzare il mio umorismo. Devo fare i complimenti alla tua capacità di autocontrollo»

    Seguii il piccoletto in blu verso la polla di lava mentre guardavo e rimanevo particolarmente affascinato dall'ammasso di sigilli che la sovrastavano. Erano una composizione a dir poco armonica oltre ogni dire, in qualche modo rinfrancavano il mio spirito e calmavano la mente. La domanda del greco mi riportò al qui ed ora, "Cos'era quella roba? Perchè la Corruzione tentava di impadronirsene?"

    «Speravo che lo sapessi tu in realtà, non saprei proprio come poterli classificare»

    Avevo parlato di sigilli, certo, ma non era proprio quello il termine più corretto, a mano a mano che li guardavo notavo molte sfumature nella loro struttura rispetto all'abilità di Korin o a quella del nano che ci ha aiutato tempo prima vicino l'Yggdrasil. Erano come delle celle di batterie, come se vi fosse del cosmo all'interno e contenessero il cosmo di qualcosa o qualcuno. Ma erano solo illazioni. Tentai di sondarlo, non avevo la capacità di conoscere la scrittura dei sigilli, ma potevo tastare una eventuale connessione di quel dispositivo con i mondi spirituali e l'eventuale presenza di un'anima...o più di una.

    Chiusi gli occhi lasciando fluire il cosmo in direzione di quel "nodo", tentando di abbracciarlo e sondarlo nella sua interezza, non vi era modo di sentire una presenza spirituale al suo interno né una sua connessione, era come separato dall'esterno, oppure era effettivamente un artefatto privo di anima. Il tentativo, non aveva portato molto in là le mie ricerche; sondarlo con il cosmo non avrebbe aggiunto molto a quanto già scoperto, il sospetto che la loro durezza fosse qualcosa di quanto mai difficile comprensione fu accreditato da Korin - sicuramente più esperto di me in fatto di sigilli - che confermò come tutto fosse ancora più che stabile ed al suo posto, nonostante i piccoli costrutti lavici avessero tentato di buttarlo giù a più riprese.

    La teoria del Santo aveva un suo senso, Amaterasu a suo tempo mi aveva parlato di un speciale sigillo fatto dalla Dea Athena o dei possibili sistemi di difesa del Giappone, quindi poteva essere qualcosa di simile.

    «Amaterasu mi parlò di un sigillo, se non ricordo male, una specie di sistema di difesa intessuto dalla vostra Dea sul Giappone, per aiutare nella sua riconquista. Sbaglio?»

    Poteva essere un sistema simile, creato in ere antiche e che con i recenti avvenimenti si sia riattivato; magari un vecchio antivirus, progettato a difesa di Asgard e che la Corruzione non vuole farci usare, o solo una riserva cosmica immensa? In entrambi i casi ero felice che non fosse caduto nelle mani di quei cosi.

    «Non credo possa essere una bomba, o meglio, dalla quantità di cosmo che emana sono sicuro possa essere usata anche in quel modo, ma non penso che il suo utilizzo principale fosse quello. Inoltre, se questo non è l'unico esemplare, sarebbe più un sistema di autodistruzione di Asgard nei casi di extrema ratio che una sola e singola bomba»

    Certo, l'idea del sistema di autodistruzione non era male, presi un appunto mentale sul dover cercare una risposta al riguardo, magari Anfitrione ne sapeva qualcosa o magari aveva trovato qualcosa nel suo peregrinare. Proprio in quel momento, un tocco cosmico, un abbraccio nel profondo mi rinfrancò, era una sensazione di pace e di serenità, ma al contempo era un sollievo anche per la carne, qualunque daimon degno di questo nome non avrebbe fatto alcuna fatica a capire da chi provenisse quella manifestazione.

    «Ananke...ma, come mai?»

    La risposta non tardò ad arrivare, un tremore nella terra, prima sommesso poi sempre più forte, come di terremoto o di trivella che scava per emergere in superficie, di scatto mi girai verso quella poltiglia che era diventata il corrotto che avevamo appena mandato al tappeto. "Pronto per il secondo round eh?" guardai Korin con un sorriso e la sigaretta oramai completamente riarsa, praticamente avevo fatto si e no due tiri prima che morisse per autocombustione dato il calore in quella grotta.

    «Ti avevo detto di bruciarlo IO!»

    Gettai la sigaretta ed espansi il mio cosmo, nuovamente avrei tentato di benedire i miei compagni in maniera tale da permettere loro di agire al meglio delle loro possibilità. Ero pronto a difendere quella roba dietro di me a qualunque costo oramai, non potevo permettere che un tale quantitativo di energia finisse nelle mani della Corruzione. Rivolsi uno sguardo ad entrambi mentre facevo un paio di passi in avanti, poi con un tono che non ammetteva repliche - che sapevo sarebbero comunque pervenute - aggiunsi calmo.

    «Rimanete dietro di me, le vostre condizioni sono più critiche delle mie»

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Tibia in ripresa grazie al cosmo di Ananke ed ai sigilli di Korin + Buff Temporale;

    STATUS MENTALECurioso ---> preoccupato;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Mi unisco al Detective Conan Korin nello studio del Nodo, sciorinando teorie e pensandone altre, finchè non arriva il BBEG.

    - Buff di Tempo a tutti e faccio tre passi avanti con tanti auguri

    NOTE

    Scsuate il ritardo, son riapparso ora da dietro i dolci di Natale :yeye:



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    Riccardo, seduto a terra in posa meditabonda e con gli occhi chiusi, stava per calare in uno stato di dormiveglia. Quando sentì appoggiare una mano sulla coscia per un attimo credette di essere in uno degli ospedali da campo di Rodorio, curato da una delle belle donzelle che prestavano servizio.

    Così... brava... pensò con un pizzico di libidine crescente.

    Non sapeva certo come vi fosse tornato ma fu un sollievo, d'altronde ne aveva avuto le tasche piene di Asgard, della missione e in parte anche dei due compagni che non avevano perso occasione per beccarsi a vicenda, i cui caratteri erano così poco affini al suo. Era convinto che quei dissapori si sarebbero appianati intorno a un tavolo, con un calice di idromele in mano. Oppure sarebbe finita a botte. Entrambe le situazioni sarebbero state divertenti.
    Poi, di colpo, il suo sorrisetto si spense quando percepì una specie di ustione da ghiaccio alla coscia. Rinsavì di botto e spalancò gli occhi per accorgersi a malincuore che non c'era nessuna donzella nei dintorni, ancor meno si trovava a Rodorio: quella mano era di Korin, e il bollore e il caldo opprimente erano gli stessi del sotterraneo di Asgard. Si trovavano ancora lì, infatti. E la delusione fu enorme.
    Guardò Korin ancora intento a curarlo, e quasi fu sul punto di fargli una battuta delle sue ma preferì evitare. Il ragazzo era freddo come il cosmo che emanava, non incline al sarcasmo, un carattere decisamente militaresco, dedito alla missione e alla causa. Quindi pronunciò quelle parole che immaginava volesse sentirsi dire:

    «Grazie, amico»

    Ma era una gratitudine sincera, poiché il compagno era già la seconda volta che sprecava energie per aiutarlo e proprio per questo il gigante si sentiva in debito con lui e bisognoso di dimostrargli di essere degno della sua fiducia.
    La gamba era certamente meno indolenzita, eppure ciò che gli riconsegnò l'antica vigoria era il piacevole tepore che avvolse il suo corpo. Un'aurea di pace sembrava cingerlo in un caldo abbraccio, un'aurea candida che riconobbe essere quella di Atena. Le forze tornarono a vibrare nei suoi possenti muscoli, mentre il suo cosmo, scemato a poco più di un bagliore morente, tornò a rifulgere con rinnovato impeto. Atena era davvero con lui e questo rinfrancò il suo animo facendogli rammentare che il suo unico scopo non era e non doveva essere la vendetta personale. La sua vita era consacrata alla giustizia e alla difesa dei deboli.
    Forte di questa consapevolezza il cavaliere di Eracle si rialzò in piedi torreggiando nuovamente sul campo di battaglia.
    Non era al massimo dello splendore, lo strascico delle ferite minavano i suoi movimenti, benché il respiro fosse tornato regolare. Le ritrovate energie gli garantivano però di poter essere utile ai compagni. Se la prese comoda, in realtà, stiracchiandosi e facendo scrocchiare le ossa del collo e della schiena, come ridestatosi da un lungo sonno ristoratore. Nel mentre aveva ascoltato le frecciatine che il daimon e Korin si erano scambiati, a stento trattenne una risata. Aveva anche notato come i due intendessero non coinvolgerlo troppo nelle riflessioni, probabilmente lo ritenevano il classico buttafuori chiamato a svolger il lavoro sporco. E lo aveva accettato, dopotutto la sua mole e le sue particolarità erano perfetti per un simile ruolo. La situazione era rimasta seria: dal nodo affioravano simboli arcani attinti da chissà quale vernacolo alieno. In ogni caso, forse a sorpresa per gli astanti, la Montagna decise di prendere parola:

    «E` un portale...» disse serioso dopo aver vagliato le ipotesi avanzate dai due.

    «... per i Percorritori dei Mondi, esseri primordiali al di sopra delle umane comprensioni. Non so se anche della tua, daimon, ma certamente superiori alle nostre forze congiunte. Che siano malvagi o meno non ci è dato saperlo, e forse sarebbe bene non scoprirlo»

    Non riferì come fosse a conoscenza di questi esseri, probabilmente nemmeno gli avrebbero creduto. Solo l'ometto verde che aveva incontrato tra le rovine di Berlino poteva testimoniare quella confessione. Un nuovo nemico incombeva, però, trasudante come non mai di Corruzione e che stava per riprendere vita dalle ceneri del cavallo abbattuto. Erze aveva fatto un paio di passi in avanti chiedendo ai due saint di restare indietro.

    «Va bene, Erze, però poi quando avremo finito lasciamene una» gli disse aguzzando il mento per intendere la cicca che aveva appena buttato.

    Non era molto d'accordo con la sua tattica, riteneva piuttosto che un attacco incrociato avrebbe avuto successo, specialmente ora che il nemico non aveva assunto una forma definitiva. Decise di lasciarlo fare, auspicando che forse aveva in serbo un piano che al momento gli sfuggiva. Ed era anche vero che visto i danni riportati dall'armatura, il saint non poteva permettersi mosse avventate.
    Decise comunque di rimanere vicino a Korin, giacché il corpo massiccio di Eracle non era solo uno strumento di attacco, ma poteva fungere come scudo di carne a protezione di un amico.
     
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    - POST VIII -



    Tutto si poteva immaginare, meno che quello che successe durante quei pochi secondi. Bart aveva lasciato andare tutta la sua forza, e Rigel - conscio della pericolosità dell'avversario - non aveva esitato ad unire il proprio potere a quello del Toro. Caspian, dopo aver intonato quella nenia lugubre, prese a sghignazzare nuovamente, in preda ad una follia comprensibile solo agli altri due suoi compagni. Poi il colpo si intensificò, il corrotto prese a lacerarsi nel corpo e nello spirito come un soffione abbattuto da una tempesta.

    Lo avevano distrutto, la sua energia corrotta si stava dissipando e le spine da cui si nutriva stavano svanendo nel nulla. Il tutto al primo loro attacco, e nonostante la forza che il nemico aveva mostrato loro pochi istanti prima. Tutto si spense in pochi attimi, un bagliore tetro implose in un buco nero per poi sparire.

    Qualcosa non va. Possibile che sia un bluff?

    Lo credevo anch'io molto più resistente. Eppure non lo sento, sembra quasi che lo abbiate scaraventato direttamente all'altro mondo.

    Il Custode della Quarta Casa tese al massimo i propri sensi. Nulla, e i secondi si susseguivano lunghi come fossero anni. Poi, una nuova energia cosmica si palesò in lontananza: qualcosa di luminoso, puro, permeato di speranza. Non poteva esservi alcun dubbio, si trattava del cosmo di Athena. Un sorriso affiorò sulle labbra del ragazzo, poi di colpo si girò verso il Gran Sacerdote, colto da un'intuizione improvvisa.

    Oh, no. E se...

    Scosse la testa, visibilmente sconcertato. I pezzi quadravano.

    Bart. Ci ha preso in giro. Quel maledetto se n'è solo andato, non lo abbiamo fatto fuori. Potrebbe aver usato una specie di teletrasporto, o una via di fuga attraverso qualcuno dei mondi degli spiriti. E adesso... temo sia andato dagli altri.

    Fece ardere il proprio cosmo, puntando l'indice verso l'alto e richiamando i fuochi fatui che si concentrarono davanti a lui, formando una specie di cancello.



    Per questo sentiamo il cosmo di Athena, lei sta intervenendo per proteggerli. Stavolta però, se non ti spiace, viaggiamo a modo mio: dovremo solo essere rapidi, lo Yomotsu Hirasaka non è sicuro. Ma se non altro non avremo problemi di strappi allo stomaco per il teletrasporto.

    Aveva in pratica aperto un portale per l'Oltretomba, e poi un secondo portale a seguire il primo che li avrebbe portati da Riccardo, Korin ed Azrael. Si inoltrò facendo segno al Cavaliere del Toro di seguirlo, ripromettendosi di no farsi fregare un'altra volta dal nemico.

    Eh, no. Stavolta non gli lasceremo scampo.

    Le parole di Methos erano molto chiare: di lì a poco, sarebbe successo qualcosa che avrebbe lasciato sorpresi un po' tutti.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Preso di sorpresa dalla situazione e dalla "facile vittoria", semplicemente eseguo quanto descritto dal master impiccione che ci ha scombussolato il piano di trama che avevamo pensato con Drake (tranquillo Rain ti voglio bene lo stesso) e apro un portale via Sekishiki per raggiungere gli altri insieme a Bart.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    Sekishiki Sen Ryu Ha: Nonostante il nome di questa tecnica possa ricordare facilmente il Custode della Settima Casa, in realtà è stata elaborata dal guerriero di Cancer in seguito al suo incontro con il Leone Dorato avvenuto quando ancora indossava l’armatura di Altare. Similmente al suo Lightning Plasma, pur non potendone eguagliare lo splendore, il cavaliere di Altare libera dalle braccia il proprio cosmo pervadendo l'area interessata dall'attacco con una miriade di colpi lanciati ad alta velocità in ogni direzione, come fossero un campo di raggi laser. La peculiarità risiede nel "tocco personale" del Cavaliere: non potendo contare sull'elettricità come l'originale egli può caratterizzare i suoi colpi, oltre ad utilizzare il suo mortale cosmo, con le fiamme spirituali (a seconda della situazione in combattimento); di conseguenza il tipo di danno sarà differente e comunque influenzato dal divario energetico tra i contendenti.
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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