[Trama] Tutti i nodi vengono al pettine

Saints di Athena & Daimon - Assedio

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    Sacro Custode delle P.R.

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    Korin ♦ Saint di Atena ♦ Blue Warrior ♦ Energia Rossa

    Tutti i nodi vengono al pettine
    - Chapter IV -



    Soffiò un sorriso ben poco rallegrato dall’evidente battuta del Daimon: la ferita su cui giocava era ancora troppo aperta per trovarla anche lontanamente divertente: « Prega che non lo sia perché siamo andati fin troppo vicini alla fine l’ultima volta. E datti alle monete antiche, varranno di più e sono meno pericolose.» Cercò comunque di controbattere alla battuta con un’altra, tanto per far intendere di aver capito l’aura spiritosa che il messaggio altrui avrebbe voluto comunicare.

    Allungò poi lo sguardo verso lo specchio. Strinse gli occhi, girò la testa, si allontanò o avvicinò, ma niente, non riusciva a vedere Il Gran Sacerdote nello specchio, anzi non vedeva nemmeno il suo stesso riflesso; Gli pareva come di star osservando un vassoio di metallo lucido più che uno specchio vero e proprio; c’era del grigiore e nulla più. Forse era per il fatto che il suo cosmo non stava bruciando adeguatamente per vedere qualcosa sulla superficie, o forse era una magia che emulava l’illusione ottica dell’occhio magico, un trucco che non aveva mai funzionato per lui a discapito di tutti i suggerimenti datigli per vedere questa o l’altra cosa. Forse ancora era il suo mindset refrattario alla magia che non gli permetteva di vedere.
    Lasciò che fosse il daimon a parlare, anche perché era lui che stava attivamente usando l’aggeggio, ma sbuffò leggermente divertito al suo affermare che “i compagni di Bart erano al sicuro per il momento”. Tipico Daimon. L’aveva già risparmiato una volta, anzi due considerando che aveva impedito a Drago di Perla di mangiarselo, sarebbe stato meglio che Azrael non gli facesse rimpiangere la pietà mostratagli.
    « Non mi sorprende, » Commentò una volta che fu “chiusa la chiamata” « è partito con il Cancro d’oro verso quello che ha definito come il luogo messo peggio. Comunque nel dubbio prova lo stesso con il Celebrante. Se non risponde amen, se lo fa torniamo a casa prima. Magari prova a pensare intensamente solo alla persona a cui vuoi che arrivi il messaggio. Non lo so, è un’ipotesi, credo che la telepatia funzioni così e questa magia potrebbe basarsi su qualcosa di simile. »

    Sistemata la faccenda specchio avrebbe indicato ai due compagni dove aveva visto la caverna, appena nascosta dalla parete rocciosa entro cui riusciva a mimetizzarsi, soprattutto con il buio. « Potremmo andarci diretti, ma la discesa sembra forse troppo ripida e scivolosa. Sennò potremmo passare da lì, dove siamo già passati, quindi girare dietro a quella cunetta e risalire da quella parte che sembra forse più stabile. A meno che non vedete altre vie che vi sembrano ancora più praticabili. Volare non conta, Daimon. » Si affrettò ad aggiungere l’ultima cosa osservandolo di sbieco e già prefigurandosi Azrael partire in volo verso la meta abbandonandoli lì e superando senza difficoltà il terreno accidentato. Lo avrebbe fatto anche lui se avesse saputo volare o se non avesse remore nell’usare i propri poteri al massimo del loro potenziale. In un mondo senza corruzione poteva fare uno scivolo di ghiaccio e via fino al punto di arrivo. Ah quanto gli mancava il teleport garantito dalla sua Artemis! Ad aver ancora la sua vecchia steel cloth spostarsi fino a lì portando anche quei due con sé sarebbe stata una bazzecola.

    Poco prima di incamminarsi però lanciò un’occhiata a Riccardo, soppesando le ultime parole che gli aveva rivolto. Chiuse gli occhi e fece un respiro estremamente profondo per darsi il tempo di trovare le parole migliori con cui rispondergli. «Ascolta, so che il mio carattere o i miei modi possono non piacere, ma sono cresciuto così, è l’unico modo in cui so esprimermi. Sono cresciuto nell’esercito, ho fatto numerosissime missioni con molteplici squadre e tu non hai idea di quanti ho visto e ho dovuto terminare perché erano stati corrotti. Non è divertente dover porre fine alla vita di un tuo compagno. Posso essere duro, ma è perché voglio evitare di ripetere quelle esperienze. Lo sono perché voglio riportare tutti a casa sani e salvi. Se ti vedo allontanarmi il mio primo pensiero non è “deve essersi stortato la caviglia” è un “accidenti siamo sotto attacco” o peggio “la magia di Asgard ci ha di nuovo sballottati in giro per questa landa di ghiaccio”. Siamo letteralmente in bocca al nemico, a centinaia di miglia dal primo luogo veramente protetto dalla corruzione. Quando ho vestito questa cloth per la prima volta solo circa due anni fa metà delle dodici case avevano un custode, ora hai visto anche tu quanti cavalieri sono rimasti. Non ti faccio la paternale perché sono un saccente. Lo faccio perché ho paura che di questo passo perderemo questa guerra. » Si sfogò né con rabbia né con delusione, quanto più con tristezza e paura che incrinavano la sua voce. Si stava sforzando per mostrare un minimo di emozione, per non apparire una macchina di morte e basta, ma per apparire più umano, più saint.
    Forse però non era possibile. Era cresciuto in un mondo troppo diverso dal Grande Tempio per poterlo chiamare casa. Aveva un’impostazione troppo rigida per potersi adeguare all’essere un semplice civile.
    Era un uccello in gabbia a cui era stata data la libertà e si era ritrovato in un mondo in cui non sapeva come orientarsi, dove cercare cibo, di quali persone potesse fidarsi e quali invece se lo sarebbero mangiato.
    Forse era passato troppo tempo perché potesse tornare ad una vita normale. Forse anche in quel momento stava parlando una lingua che nessun’altro poteva capire.
    Forse ancora era come essere un padre e trovarsi a dire a tuo figlio di non mettere la mano sul fuoco perché brucia, ma vederlo fare quella stupidata lo stesso perché quel figlio deve fare le sue esperienze e capire da solo come gira il mondo. Forse tutti quei discorsi per lui sentiti, quelle verità che sapeva di star dicendo cadevano su orecchie sorde di chi non voleva sentire, di chi doveva sperimentare sulla propria pelle com’era uscire per una missione semplice e tornare a casa tenendosi le viscere.
    Voltò lo sguardo, forse era solo inutile. « Andiamo. » concluse con tono consapevolmente sconfitto.

    Camminarono, scivolarono, avanzarono imperterriti, ma Korin aveva smesso di parlare, di guardarli anche. Aveva esagerato con le sue parole? Avrebbe dovuto semplicemente lasciar correre? Perché il suo idolo, Stenson, considerava quella schiettezza una virtù mentre ogni altra forma di vita si sentiva insultata dalla sua onestà?! Cosa faceva di sbagliato? Era il mondo stupido o il problema era davvero solo lui?

    Un cambiamento nella neve cancellò i suoi pensieri. Erano a pochi passi dalla cava quando se ne accorse, ma vi erano differenze da diversi metri. Alzò la mano sinistra aperta per far fermare gli altri due, solo per accorgersi di quanto quel gesto era inutile al di fuori dell’esercito. «Fermi. Guardate la neve. » la indicò specialmente in particolari punti dove sembrava diversa, appena più bassa, come delle tracce a malapena coperte dal manto bianco. Non era ben chiaro di cosa fosse, quanto profonda o da quanto era lì, ma proseguiva verso l’entrata della cava. Sul limitare dove il terreno era ancora morbido e la neve non giungeva poterono vederne una intatta. Korin ci appoggiò a fianco la mano per misurarla ad occhio. Sembrava la traccia di un ungulato, tipo cavallo, e profonda, quindi qualcosa di pesante probabilmente, ma c’erano cavalli da quelle parti? Era pur sempre la caverna di Artax, il mitologico cavallo a sei zampe, ma più che il leggendario animale doveva essere un corrotto e forse anche bello grosso. «Daimon puoi vedere nel tempo chi potrebbe aver lasciato questa impronta? Almeno di avere un’idea di cosa potrebbe aspettarci una volta dentro.» Poteva anche essere un semplice animale ovviamente, o anche un esploratore a cavallo ammesso che il popolo di Asgard li usasse. C’erano mille possibilità, ma la sua mente aveva già registrato quella del pericolo come unica possibile.

    Quindi si sarebbe alzato lasciando lo spazio a Azrael di agire o a Riccardo per poter diventare il muro pronosticato dal Daimon. « Io chiudo la fila. » Concluse con un tono che davvero non ammetteva repliche. Non aveva obiezioni sulla strategia dei due, per quanto lui preferisse di gran lunga andare di intelligenza piuttosto che di forza bruta, ma due contro uno, maggioranza vince e non aveva senso opporsi troppo. Non avrebbe però lasciato un Daimon alle proprie spalle fare il bello e il cattivo tempo e se mai lo avesse chiesto si sarebbe giustificato che i poteri più supportivi di Azrael avrebbero fatto comodo a tutti dal mezzo dell’esercito dove era più protetto. Era solo pura strategia, ovviamente; niente odio. « Magari però cerchiamo di non fare troppo casino e trovarceli tutti addosso. Cerchiamo di sfruttare tutti i vantaggi che riusciamo a racimolare. »


    Statistiche

    Stato Fisico: Perfetto
    Buff alle resistenze.

    Stato Mentale: Triste/Concentrato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:
    Bla bla a parte la cosa delle orme è per dare un attacco a Stein per non fare un giro a vuoto e magari gettare le basi per un boss da fine livello…?





    Edited by Guardian of the Sea - 16/11/2023, 00:29
     
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    - POST III -



    Rigel ascoltò le parole di Bart che, a suo modo, era stato abbastanza diplomatico da non creare equivoci. Non sempre l'esuberanza viene ben vista, soprattutto se gli interlocutori non sono molto usi al senso dell'umorismo. Tuttavia la manifestazione del cosmo del Gran Sacerdote fu sufficiente a permettergli di cogliere l'attimo. Anche il ragazzo fece manifestare il proprio cosmo in risonanza a quello del Custode della Seconda Casa, e se da una parte non poteva certo dire di essere all'altezza del compagno, dall'altra sapeva che anche lui poteva essere una seria minaccia per chiunque. Percependo l'esitazione del Drow alle sue spalle, usò la telecinesi per allentarne la presa sulla lama e farla fluttuare dolcemente fino al proprio fodero.

    Non abbiamo intenzioni ostili, siamo qui solo per dare una mano.

    Pronunciò quelle parole mettendosi lentamente in piedi. Quel poco che poteva fare per il ferito lo aveva fatto, non sapeva se sarebbe sopravvissuto ma almeno lui aveva provato a soccorrerlo. Altri due Drow emersero dalle ombre, prendendo il loro compagno e sparendo nuovamente tra gli alberi. Si voltò verso gli altri, e non vide sguardi rassicuranti. Quello che lo aveva minacciato poco prima era indietreggiato e aveva scambiato qualche parola con i compagni in un linguaggio a lui ignoto.

    Avevo sentito parlare degli Elfi, ma non ne ho mai incontrato uno. Questi sarebbero... loro cugini, in qualche modo?

    Non esattamente, la cosa è più complicata. Gli Elfi sono gli originali, poi alcuni sono stati sovvertiti da non ricordo quale antica calamità nordica. Forse un drago o qualcosa di simile, ma non come quelli che ha descritto Bart: qui parliamo di individui antichi come le divinità. Comunque qualcosa non è andata esattamente per il verso giusto, buona parte di quegli elfi si sono legati alle ombre diventando Druchii - termine da evitare ora e in una qualsiasi conversazione con Elfi o Drow - mentre altri, a sorpresa... si sono rivelati degli effetti collaterali, completamente diversi dalle altre due razze. Se i nostri amici non si sono fatti corrompere, potrebbero essere dalla nostra parte, almeno stando a quanto ha appena detto il tuo diretto superiore.

    Era un'ipotesi da non sottovalutare. Alleati imprevisti in un luogo del genere. Intanto i Drow avevano smesso di parlare tra loro, e alcuni di loro sembravano parecchio incerti. Alla fine, il tagliagole parlò.

    Le vostre armature e la vostra energia sono un chiaro segno della vostra identità, Cavalieri di Grecia. Sappiamo che il Celebrante di Odino è vostro alleato, tuttavia mi chiedo se questo sia sufficiente come spiegazione per la vostra presenza qui, dato quello che sta accadendo. Siamo abituati a gestire i problemi da soli, come abbiamo sempre fatto. Inoltre...

    Ora basta, Hashmal. Non dimenticare chi altro è alleato del Celebrante di Odino, prima di continuare.

    Al suono di una gelida voce femminile, tutti i Drow si voltarono verso lo stesso punto alle loro spalle e iniziarono ad inginocchiarsi uno dopo l'altro. Una nuova figura si materializzò tra gli alberi, i capelli bianchi come la neve, la pelle nera come la notte e gli occhi di un viola brillante come l'ametista della foresta.



    Non te l'avevo detto? Da loro sono le donne, a comandare.

    La donna riprese a parlare.

    Dama Eilistraee ha benedetto il Celebrante di Odino. Loro sono suoi amici, quindi ci aiuteranno con il nostro... problema, dico bene?

    I Drow si lanciarono sguardi incerti, come se immaginassero qualcosa dietro le parole della donna.

    Il mio nome è Shintlara, stranieri. Ho il compito di gestire il nostro piccolo avamposto in questa foresta, dopo che molti dei miei fratelli si sono riuniti grazie alla guida della Dama sotto la Grande Foresta di Asgard. Sembra strano da dire, ma... in questo senso abbiamo abitudini simili a quelle dei Nani, le nostre case non sono in superficie ma nel sottosuolo. Siamo arrivati qui pensando che la Corruzione non avesse avuto vita semplice con gli spiriti che abitano questi luoghi, e quindi stare sottoterra poteva essere una scelta saggia. Credevamo di essere al sicuro, finchè... dopo la battaglia nei territori settentrionali, è successo qualcosa. Scosse di terremoto. Gallerie crollate, e dapprima non sembrava nulla di preoccupante. Poi le stesse gallerie si sono riaperte, ed è comparso qualcos'altro.

    Rigel si voltò a guardare Bart, che sembrava essere molto attento alle parole della... era una regina, quella? Poi ella si girò mormorando qualcosa ad Hashmal, che strinse i pugni per poi annuire.

    Vedrete con i vostri occhi, Hashmal vi accompagnerà. Vogliate scusarmi, ma è necessario che vi preceda. Non vorrei che altri dei miei uomini vi accolgano nello stesso modo.

    Non lasciò ai due guerrieri neanche il tempo di replicare, si inoltrò fra gli alberi e fu come se non fosse mai apparsa. I Drow si rimisero in piedi.

    Un tipetto deciso, non c'è che dire.

    Per loro è così. Debolezza significa morte, da queste parti... e a quanto pare i nostri amici prendono questo dogma alla lettera.

    La vostra signora ha parlato di un problema nel sottosuolo, ho capito bene? disse poi, riferendosi ad Hashmal. Quello lo guardò, sembrando in qualche modo spazientito, ma mantenne il sangue freddo.

    Lady Shintlara ha parlato. Vedrete con i vostri occhi. Ora seguitemi.

    Il Cavaliere del Cancro guardò Bart e fece spallucce, sapeva già che l'altro li avrebbe seguiti senza indugiare e si apprestò a seguire Hashmal. Poi ricordò le parole che Methos gli aveva detto in precedenza, e riferì telepaticamente quei sospetti al Gran Sacerdote.

    Quasi dimenticavo. Methos sospetta che dietro questa storia ci possa essere uno dei suoi vecchi amici, se avesse ragione la faccenda potrebbe essere molto più complicata del dovuto. L'altra volta Stenson mi ha fatto capire che era roba decisamente inusuale anche per la Corruzione, quindi i presupposti ci sono tutti.

    Se Caspian era realmente coinvolto, a dire di Methos avrebbero visto cose ancora più folli del solito.

    Il Drow prese un sentiero appena accennato nella neve, gli altri si sparpagliarono senza lasciare la minima traccia. Al suo confronto Rigel sentiva di essere oltremodo "ingombrante", forse a causa della grande agilità e della capacità di muoversi silenziosamente della loro guida, che procedeva a passo spedito ma senza mai lasciarli troppo indietro. Dopo circa mezz'ora di cammino, si arrestò davanti ad un grande albero e pose la mano destra sul suo tronco, mormorando qualche arcana parola. Fu questione di un attimo, poi le radici si scostarono rivelando un passaggio abbastanza grande perchè anche Bart potesse passarci senza troppi problemi. Quello che all'inizio sembrava un cunicolo terroso ed umido, prese forma dopo pochi metri: era una galleria perfettamente liscia, come se la terra fosse stata spianata anche sulle parete, e illuminata in modo continuo da un tenue bagliore proveniente da strani caratteri incisi ovunque; scendendo in profondità, si allargò ulteriormente. Persero la cognizione del tempo, muovendosi in silenzio, finchè l'ennesima galleria da loro imboccata cominciò a sembrare in qualche modo diversa. Sulle prime Rigel non riuscì a capire di cosa si trattava, poi si rese conto. Frammenti di roccia, macchie di sangue. E altri Drow nascosti nell'ombra, al limitare di un punto in cui i caratteri luminosi sembravano svaniti nel nulla. Hashmal si voltò a guardarli, stava per dire qualcosa ma poi cambiò espressione e si inginocchiò nuovamente: come un fantasma, Shintlara era ricomparsa alle loro spalle.

    Tu aspetta qui con gli altri, ora li accompagno io. Il nostro problema, Cavalieri d'Oro, è proprio lì... dietro quell'angolo.

    La donna si mosse, con circospezione guardò oltre la curva della galleria, poi fece segno ai guerrieri di avvicinarsi. Rigel si sarebbe aspettato di tutto, ma di certo non quello che vide.



    E questo che diamine dovrebbe essere?

    Buio. Sembrava di vedere un cielo buio oltre le profondità cosmiche, con stelle lontanissime. Eppure si trovavano SOTTO Asgard, non in giro per i cieli.

    Questo, miei signori, è il problema. Anzi, UNO dei problemi: cose simili si sono materializzate anche in altri dodici cunicoli. Quando sono apparsi, alcuni dei miei esploratori hanno cercato di capirci qualcosa e si sono inoltrati lì dentro: sono scomparsi tutti, nessuno è tornato indietro. E ciò che è peggio, è che la tenebra a volte prende vita. O per meglio dire, si condensa. Da quel buio materiale poi germogliano creature mortifere come quelle della Corruzione. Sulle prime ho creduto che fossero i miei esploratori ad essere stati trasformati, ma le creature che sono comparse sono numericamente molto superiori. Ho dovuto far piantonare ogni singola galleria per sventare le minacce sul nascere, e finora siamo riusciti a gestire le minacce con poche perdite. L'istinto però mi dice che le cose peggioreranno, come succede sempre.

    La donna si fermò a guardare il buio, pensierosa.

    Ora conoscete la situazione. Se avete idee, sono pronta ad ascoltarle. A meno che non vogliate avventurarvi lì dentro, cosa che personalmente suggerirei solo ad un traditore del mio popolo.

    Methos rise, mentre Rigel lentamente si spostava lo sguardo verso il viso del Gran Sacerdote, temendo di prevedere cosa avrebbe visto: la voglia matta di andare a cacciarsi nei guai.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Ed ecco qui quanto programmato, con una piccola "variatio" sull'aspetto estetico, ma la sostanza è la stessa. Vadi :asd:
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

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    Lo stallo sembrava continuare, ma quella loro calma manifestazione di cosmo aveva chiarito a tutti i presenti la loro identità. Il ferito era stato portato al sicuro dai suoi compagni – con la speranza che non fosse nulla di grave e che riuscisse a sopravvivere – mentre uno di loro parlò per tutti rimanendo ancora molto diffidente.
    Bartolomeo fece per rispondere, perché era quasi divertito da quell’atteggiamento così eccessivamente sulla difensiva, ma fu interrotto da una voce femminile che sembrava essere comparsa dal nulla. Nemmeno Rigel parve aver notato quel nuovo arrivo in anticipo, e le sue parole furono inaspettate quanto di grande aiuto. Anche lei era un Drow, ma era l’unica di sesso femminile che il gigante avesse visto fino a quel momento. La sua autorità sembrava incontrastata e tutti gli altri guerrieri si placarono e inchinarono al suo arrivo come alla presenza di qualcuno di veramente importante. Lei fu molto più decisa e risolutiva dei suoi compagni, e accolse i due Cavalieri d’Oro come alleati di Asgard, del Celebrante e, in generale, di tutto il Nord.

    Ciao Shintlara, io sono Bart.

    Ma non si era già presentato? Oh beh, un saluto in più fa sempre bene, e poi non era sicuro che lei avesse sentito bene la prima volta – anche se probabilmente quella donna Drow avrebbe potuto percepire il fruscio di una foglia a distanze siderali, ma non soffermiamoci sui dettagli. Per il momento andava bene così. Sfoggiò il suo miglior e sincero sorriso, continuando ad ascoltarla con attenzione. Sembrava che stesse davvero succedendo qualcosa in quel luogo e loro, nonostante abitassero il sottosuolo della Foresta, non riuscivano a venire a capo di quel mistero.

    Oh oh, certo, andiamo a vedere cosa succede qui sotto.
    Ci vediamo là figliola, e grazie Hashmal di farci strada.


    Sbatté le mani come a decretare che la discussione era finita, almeno per lui. Non contento, fece anche l’occhiolino al Drow che li avrebbe scortati – Hashmal – che, probabilmente, l’avrebbe incenerito sul posto se il suo sguardo avesse potuto bruciare il corpo del povero Bart come le fiamme dell’inferno. Dettagli che, ovviamente, l’omone non notò nemmeno per sbaglio, tanto era occupato a pensare a quale pericolo li attendesse a destinazione. Prima di partire, però, Rigel parlò al Gran Sacerdote grazie alla telepatia, mettendolo al corrente di qualcosa di molto strano.

    Un tuo amico, Methos? Sei sicuro che fosse davvero un amico?
    Questa sì che è bella, sono proprio curioso di capire cosa sta creando tutto questo caos.


    Non potevano saperlo con certezza, e magari era solamente una supposizione campata in aria, ma il Cancro e il suo spirito guida erano preoccupati che dietro a tutto quel mistero ci fosse qualcuno di molto pericoloso che un tempo – ormai perduto nel passato – conosceva lo stesso Methos. Se fosse stato vero, avrebbero potuto incrociare il cosmo con qualcuno la cui esistenza trascendeva i limiti della storia umana, ma magari era solo un timore infondato. Magari era la solita, dannata ma banale Corruzione a nascondersi nelle ombre, con qualche strano corrotto in grado di creare più disordine di altri.
    E così cominciarono il loro cammino verso quell’ignoto ancora tutto da scoprire.
    La camminata fu spedita ma lunga, accompagnati solo da Hashmal, mentre tutti gli altri Drow si erano magicamente dileguati come se non fossero mai esistiti. Neve, alberi, neve e ancora neve accompagnarono costantemente il loro incedere, diventando una monotonia quasi catatonica. Monotonia che fu spezzata, dopo un tempo che a Bartolomeo sembrò infinito, dalla vista di un albero più massiccio degli altri.

    Non mi dirai che dobbiamo passare da lì, io sono troppo... oh oh, ok.

    Il Gran Sacerdote era ormai abituato alle cose più improbabili e impossibili che la mente umana avesse mai potuto concepire, ma ogni volta ne rimaneva sbalordito. Il Drow sembrò entrare in sintonia con l’albero, facendo aprire un passaggio abbastanza grande da far passare persino la gigantesca figura del Toro. Doveva essere magia runica o qualche diavoleria simile, perché non era possibile far apparire una fessura del genere in quel luogo. Nonostante avesse mille domande da fare – ma vedendo che Rigel non mostrava grande preoccupazione – evitò di cominciare con una raffica di richieste per capire cosa stesse succedendo. Sembrava una cosa talmente normale per tutti che fu come aspettare che le porte di un ascensore si aprissero al piano corretto, solamente che l’ingresso di quell’ascensore era un albero.
    Scesero, quindi, nel sottosuolo, attraversando lunghissime e perfette gallerie sotterranee. Tutto sembrava ancora molto monotono, senza neve per fortuna, e i loro passi risuonavano in un vuoto sordo. Passarono altri interminabili minuti, finché un particolare risaltò come un faro puntato negli occhi. C’erano macchie di sangue e roccia spaccata, a indicare probabilmente uno scontro mortale o comunque con numerose conseguenze.
    Proprio in quel momento, mentre Hashmal stava per dire qualcosa, altri Drow apparvero insieme a Shintlara che prese immediatamente parola sopra tutto e tutti. Li portò poco più avanti, e svoltati l’angolo videro quello che doveva essere l’origine di tutti i mali: un portale che sembrava essere composto dall’essenza stessa dell’infinito, come se fosse una connessione con il vuoto dello spazio cosmico. Nessuno sapeva dove conducesse, nessun esploratore era mai tornato e sembrava sputare di tanto in tanto orde di corrotti impazziti. I due Cavalieri ricevettero un solo consiglio dalla donna Drow: quei passaggi verso l’ignoto – perché, sì, ce n’era più di uno – non andavano attraversati, perché il rischio era un oblio certo ma ancora sconosciuto.

    Oggi tutti vogliono togliermi qualsiasi divertimento.
    Prima non ho potuto radere al suolo la Foresta, e adesso non posso nemmeno entrare in quel portale.


    Percepì una strana espressione in Shintlara quando Bart menzionò il radere al suolo la Foresta, ma il suo modo così genuino di esprimersi le fece capire che probabilmente il gigante stesse scherzando – più o meno diciamo, e fortunatamente lei non era presente quando quella stessa soluzione era stata proposta a Rigel.

    Beh, vorrà dire che mi divertirò con quei cosi.
    State indietro, ragazzi!


    Cosa? Come? Eh sì, abbiamo capito bene, mentre parlavano degli ultimi dettagli, qualcosa era uscito da quel portale. Un qualcosa d’indefinito, scuro e umanoide, che sembrava ossa e pelle uniti dalla tenebra, con una luce sinistra che li squarciava dall’interno quando aprivano occhi e bocca.

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    Non uno, non due, ma una ventina di creature accolsero con aggressività a violenza quella loro gita nel sottosuolo di Asgard. C’era poco da fare, dovevano vincere o essere sconfitti, e certamente la sconfitta non era una possibilità nemmeno immaginabile. Si girò verso il Cancro, sicuro del fatto che avrebbero unito i loro poteri per sbaragliare qualsiasi minaccia rappresentassero quegli abomini.

    Rigel, amico mio, tocca a noi.
    Stiamo attenti a non far crollare tutto, però, oh oh oh!


    La sua risata fu così roboante che da sola avrebbe potuto far tremare le gallerie. Per evitare di metter in pericolo i Drow e anche loro stessi, Bart decise di optare per un puro, semplice e soddisfacente corpo a corpo. Non poteva certo causare eccessiva distruzione cosmica, altrimenti avrebbero potuto far crollare facilmente quegli incredibili cunicoli sotterranei. Caricò braccia e gambe di potentissimo cosmo, tendendo i muscoli al massimo, sfruttando la tecnica del Braccio Possente per scagliare colpi devastanti ma al tempo stesso velocissimi e precisi.
    Allargò le mani e si fiondò su due degli oscuri più vicini, agguantando le loro teste tra le sue dita per poi fracassarle al suolo con un movimento unico e imperioso. Queste si schiacciarono come uova disintegrate da un martello, schizzando materia indefinita ovunque.

    anime-baki

    Si rialzò, facendo forza sul terreno con tutti e quattro gli arti per darsi lo slancio in avanti, e affondò le corna della sua resistentissima Armatura in altrettanti avversari, impalandoli sul posto all’altezza del ventre e facendoli dissolvere come neve al sole. E, così, quattro di loro erano stati sconfitti ancor prima di fare qualsiasi altra cosa.

    Ancora.

    Non poteva nasconderlo, si stava divertendo, come un bambino che non vuole smettere di giocare al parco mentre la mamma lo richiama all’ordine. Era una sensazione di libertà e potere, che toglieva le catene al guerriero sanguinario – Bart il Rosso – che si celava dietro quell’omone buono come il pane – Bart il Bianco.
    Altri tre cedettero inesorabilmente sotto i suoi colpi, travolti nell’ordine: da una ginocchiata destra – munita degli spuntoni della Cloth – all’altezza del plesso solare, da una spallata di sfondamento inarrestabile – anch’essa supportata dalle pericolose “decorazioni” dell’Armatura – e da un ceffone così violento da far saltare la testa all’ultimo dei tre.

    Forza.

    Avanzava come un coltello incandescente nel burro, senza trovare alcun ostacolo che fosse davvero alla sua altezza. Caricò altri quattro abomini come un giocatore di football americano, placcandoli a mezz’altezza per poi sollevarli da terra in un abbraccio mortale. Le loro ossa scricchiolarono in modo orribile, prima di spezzarsi come ramoscelli secchi.
    Ed era arrivato a undici vittime, la metà più uno di quelli che avevano attraversato il portale. Allargò le braccia per toccare le pareti della galleria, affondando le dita nella roccia come se fosse nulla. In quel modo si ancorò sul posto, obbligandosi a fermare la sua avanzata per permettere anche a Rigel di fare la sua parte. Non voleva strafare e non voleva certo togliere all’amico la possibilità di sgranchirsi corpo e cosmo.

    Tutti tuoi, figliolo.

    Era ancora di poche parole perché stava placando la violenza del suo cosmo, per evitare di mettere in pericolo tutti i presenti danneggiando irrimediabilmente quelle gallerie così perfettamente create.
    Avrebbe atteso pazientemente la fine dello scontro, finché l’ultimo degli avversari non avesse smesso di esistere sul quel piano della realtà. Fece enormi respiri profondi, intervallati da uno sguardo sempre attento alla battaglia, rallentando pian piano il battito cardiaco fino a calmarsi del tutto. A quel punto il suo sorriso sarebbe tornato come prima, sporco qua e là dai residui di tenebra degli avversari sconfitti, per poi proporre ciò che a quel punto voleva e dovevano fare.

    Beh, direi che ci siamo guadagnati un biglietto d’ingresso per quel portale, no? Cosa ne dici Rigel?
    Qualcuno vuole venire con noi?


    I Drow erano rimasti esterrefatti dalla velocità con cui i due Cavalieri di Atena avevano annichilito quella minaccia, che probabilmente andava ben oltre le loro singole capacità. Shintlara sarebbe stata sicuramente contrariata per quella proposta di varcare i portali, ma non avrebbero potuto fare molto restando fermi lì a spaccare i denti a quegli abomini. Perché quelli sarebbero tornati, ancora e ancora, finché i difensori non avessero avuto più energie per contrastarli. Dovevano avanzare, dovevano conoscere di più per capire la causa di quel caos e sradicare il problema alla radice.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Scambiamo quattro cazzotti in allegria con una ventina di corrotti che saranno circa energia verde/rossa. Poi, che dici, entriamo nel portale? :kuku:


    Condizioni:
    Venite qui, dai! :addit:


    Tecniche:
    Braccio Possente:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Spesso l'efficacia risiede nella semplicità.
    Questa tecnica all'apparenza sembra quasi banale, ma non bisogna mai sottovalutare ciò che un toro inferocito può fare. Concentrando la potenza fisica e cosmica in un solo braccio, Bartolomeo scaglierà un pugno alla massima velocità consentitagli, dritto all'obiettivo. Semplice, no? La rapidità di esecuzione, unita alle doti del Cavaliere faranno di tale affondo un martello quasi inarrestabile, allo scopo di ridurre all'inutilità con un solo colpo anche l'avversario più resistente.
    Inoltre, proprio come per il Great Horn, gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione dell'affondo, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata.
    Una possibile variante consiste nel concentrare lo stesso potere in una gamba, oppure distribuire la forza distruttiva su tutti e quattro gli arti, diventando così una macchina da guerra senza rivali.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Tutti i Nodi Vengono al Pettine

    - Capitolo IV -

    L
    a camminata verso la montagna fu alquanto breve, neve, neve, neve ed ancora neve che ricopriva tutto nel raggio di kilometri. Unica nota interessante fu la "confessione" del Triangolo. Lasciava trasparire qualcosa sotto quella scorza dura fatta di pregiudizi e parole taglienti, era il suo meccanismo di autodifesa che gli impediva di affezionarsi agli altri e non lasciava che gli altri si curassero di lui. Voleva proteggerli. "Ok bello tutto, ma perchè ce l'ha con i Daimon?". Tutto questo mi diede da pensare che forse per lui il dono del cosmo non era poi così tanto un dono. Mi fermai di colpo quando vidi la mano alzata, un segnale inequivocabile di "STOP", tracce nella neve, zoccoli.

    «Azrael...e purtroppo no umano non posso controllare con tanta precisione la linea temporale per ricavarne degli indizi su cosa sia passato da qui»

    Mi abbassai su quelle orme, erano profonde, ma alcune lo erano più di altre, come se fosse stato dotato in carico sproporzionato, un peso sul davanti. Le iniziai ad indicare mentre cercavo l'attenzione degli altri compagni.

    «Guardate, pare che sia particolarmente sbilanciato in avanti, come se avesse un peso sul capo, inoltre le zampe mi sembrano...strane. Sono quasi troppe, guardate. Sembrano accavallarsi le une sulle altre quasi»

    Non fecero troppe resistenze sulla mia strategia, che se per quel che riguardava Riccardo era abbastanza prevedibile - si era rivelato un compagno di squadra collaborativo fino a quel momento - dal lato Korin la cosa si faceva interessante. Accettai per quieto vivere di accomodarmi al centro dell'allegra comitiva.

    Addentrarsi nel ventre della montagna sembrava un'idea buona fino a poco prima, dopotutto eravamo lì per controllare i nodi, no? Perchè allora continuavo ad avere la pressante sensazione che stavamo finendo dritti in una trappola?

    «Sentite ho un brutto presentimento, non vi pare tutto troppo semplice? Mi spiego, trovare l'entrata? Fin troppo semplice. Le orme? Fin troppo palesi. Niente che sia andato veramente a nascondere il grande cartello "prego entrate, la corruzione è da questa parte"»

    Parlavo a mezza bocca e con un filo di fiato in modo da non destare troppo i sospetti di qualcuno eventualmente in agguato. Anche se forse dopo la risata di pancia fatta da Riccardo sanno della nostra presenza anche in Niger.

    «Non lo so, sarò paranoico ma qualcosa non mi torna. Vediamo di arrivare subito al nostro obiettivo e capire che sta succedendo.»

    La caverna in sè non era niente di speciale, niente di diverso da...beh una caverna. Qualche metro al suo interno e la luce naturale si faceva sempre più fioca, ma comunque ve ne era abbastanza per poter capire dove stavamo mettendo i piedi. La roccia però diventava sempre più scura a mano a mano che si scendeva. Perchè stavamo scendendo. Il tunnel in alcuni punti era più stretto, tanto da costringermi a girarmi su un fianco per passare comodamente, in altri punti era tanto basso da farmi piegare. Eppure nessun bivio, neanche l'ombra di un maledetto...

    «Ma tu guarda un bivio. Dove si va?»

    Mi misi a guardare le entrate dei vari tunnel, si vari giacchè diverse piccole bocche scure si inoltravano sempre più nella montagna, sembravano pressoché quasi tutte uguali, alcune erano più piccole di altre ed alcune non proprio percorribili. Ma le principali erano più o meno identiche.

    «Ma quello pare voglia portare verso l'alto o sbaglio?»

    Indicai uno dei Proprio in quel momento, uno scalpiccio iniziò a risuonare dai tunnel...da TUTTI i tunnel.

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Vengono fuori dalle F*****E pareti!

    NOTE

    Lascio a Riccardo la palla sui nemici, so che aveva qualche ideuzza :yeye:



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved




     
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    pensiero
    «dialogo»
    «dialogo altrui»

    Ritch ascoltò in rispettoso silenzio il discorso di Korin. Parole dure, le sue, utili però a fargli capire che era in ottime mani. E ora capì anche perché Bart gli aveva detto di ascoltarlo, poiché solo chi è sopravvissuto all'inferno dell'Armageddon può pronunciare simili parole. Il gigante, prima di proseguire, appoggiò una mano sulla sua spalla puntando gli occhi nei suoi, vedendolo non più come un piccolo rompiscatole, semmai come una guida e lui ne aveva bisogno da quando Alessandro era morto:

    «Non serve essere simpatici per essere un leader. Vedi, quello che sto cercando di dirti è che se quest'oggi dovesse succedermi qualcosa, non devi fartene colpa. Semplicemente lo ha voluto il destino. Io morirò in battaglia, Korin. Per motivi che non posso spiegarti, devo morire in battaglia e questo non lo puoi cambiare»

    Rimarcò quel "devo" alludendo al fatto che, per uno afflitto da gigantismo, sarebbe stato molto meglio una morte violenta piuttosto che sul letto agonizzante per il decorso della malattia. Poi i suoi piedi affondarono nella neve battezzando il nuovo percorso e con lo sguardo dritto davanti a sé proseguì:

    «Ma non ti preoccupare. Non è ancora il momento per lasciarci le penne! E poi sarebbe un dispiacere troppo grande per le donne di Rodorio...» concluse sorridendo, ma inquieti rimanevano i suoi pensieri, volti alla lontananza da casa che sentiva ora essere priva di difese.

    Il trio procedette lungo il percorso stabilito. Le orme sulla neve indicavano i passi compiuti e per il gigante, del tutto disabituato ai climi ostili, fu come un calvario. A un certo punto Korin alzò una mano allarmandoli: delle orme erano visibili, appartenenti a un essere di grossa taglia che evidentemente doveva averli preceduti non da molto. Con i sensi allarmati procedettero fino a giungere alla caverna, finalmente. La Montagna si sorprese sull'apparente facilità dei loro spostamenti, poiché sotto il manto innevato sarebbe stato facile nascondere trappole o insidie di ogni sorta. Invece erano riusciti ad arrivare alla prima meta del tutto incolumi e l'unico fastidio che dovettero subire fu il freddo inclemente.
    La grotta gli attendeva come le fauci spalancate di un mostro titanico. Ciononostante vi entrarono, senza indugi. Il candore delle nevi lasciò presto posto alla penombra e alla nuda roccia che calcavano. Lo spirito di Ritch ne ebbe rapido giovamento, ora che i suoi piedi toccavano qualcosa di solido. Anche la temperatura, resa più confortevole dal magma all'interno della montagna, ebbe un effetto lenitivo sulle sue membra infreddolite da lunghe ore di marcia nel gelo.
    Tuttavia bastarono qualche decina di metri per farlo ripiombare nell'ansia. La galleria che avevano intrapreso si era ramificata in un dedalo di cunicoli, ognuno dei quali presentava delle insenature nella roccia come ferite aperte. Arduo era il tragitto, giacché il percorso era tutt'altro che agevole per uomini di grossa taglia, tanto è che a fatica passavano i suoi minuti compagni. Il saint di Eracle era rassegnato, per lui era un vero dramma riuscire a passare tra le strettoie che si palesavano, e quasi era sul punto di cogliere quella scusa per piantarli in asso e andarsene a casa, ma poi ipotizzò che Korin fosse l'unico a saper aprire un varco dimensionale per il ritorno. E allora scuotendo il capo fu costretto a farsi largo con la mera forza bruta, allargando i passaggi il necessario per far passare la sua ingombrante mole.

    Era meglio se mi mandavano alla foresta! pensò imprecando.

    Posto davanti al gruppo, faceva da apripista sentendo in pieno il peso di quel ruolo. Malgrado non conoscesse i propri compagni e capisse quanto fosse male amalgamata quella squadra, percepiva su di lui gravare la responsabilità delle vite altrui, come succedeva a chiunque lo affiancava. Era il suo destino e sentiva dentro di sé di dover rappresentare ai loro occhi un baluardo il più invalicabile possibile.
    Tutto procedeva. Forse anche troppo facilmente.
    Il daimon fu il primo a trapelare gli stessi presentimenti che aveva Riccardo.

    «Non è paranoia la tua, Erza. Avverto un grande pericolo, forse siamo vicini alla fonte del nodo. Stiamo allerta...»

    La galleria gli aveva portati a un piccolo spiazzo. Davanti e di fianco a loro si diramavano altre vie percorribili, di cui una sembrava suggerire un percorso in salita, mentre fino a quel momento avevano camminato solo in discesa. Il fato aveva posto un dilemma, una scelta sulla strada da percorrere. Quale, dunque?

    «Forse dovremmo dividerci e sarebbe buona cosa che ognuno marchi il proprio percorso per evitare di perdersi in questo che a tutti gli effetti sta diventando un labirinto » suggerì, sapendo benissimo che il senso dell'orientamento non era il suo forte.

    La prima risposta che sentì non venne dai compagni, non la udì in tempo, bensì da una moltitudine di passi pesanti avvicinarsi rapidamente. Sentori di cosmi malvagi li circondavano.
    Il gigante assunse un'istintiva posizione di guardia. Immensi corpi ammantati di fiamme e pietra, alti almeno due metri, emersero dalla penombra e da aperture ben celate dall'oscurità. Erano esseri mostruosi, partoriti da chissà quale stregoneria, che ora avanzavano con versi gutturali.
    Senza voltarsi, la voce di Riccardo risuonò perentoria:

    «Korin, so che vorresti farlo per il mio bene, ma ti prego di non applicare su di me alcun sigillo. Questo è per me il momento per elevare il cosmo sopra il mio limite. Ti chiedo di rispettare questa decisione e se dovessi fallire vorrà dire che cadrò con onore e senza rimpianti. Ti concedo di sgridarmi più tardi, se vorrai. Non temere: Atena mi proteggerà!»

    Una breve occhiata al daimon, al quale fece un cenno di assenso con il capo come per dire "grazie di essere al mio fianco".
    Sebbene assaliti e circondati e con ogni via di fuga preclusa, uno strano sorriso si dipinse sul volto di Riccardo. Alle urla del nemico, lui rispose con un poderoso grido di guerra, ma non fu quello a scuotere le fondamenta della montagna, semmai il pesante tonfo che si udì subito dietro alle sue spalle, mentre la pelliccia d'orso scivolava via. Lo scrigno d'argento era caduto al suolo e si era aperto: con leggiadra grazia le leggendarie vestigia si adagiarono sulla possente figura del loro custode. Il cavaliere di Eracle era appena sceso in battaglia.




    nemico: Golem di fuoco (costrutti)
    numero: 6
    energia: verde
    abilità: durezza straordinaria - controllo elementale (lava)

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    - Chapter V -



    Fremette al contatto della mano del gigante sulla sua spalla, dovendo coscientemente ordinare ai suoi muscoli di non reagire a quello che non era affatto un attacco dell’altro ma che il suo corpo percepiva come tale. Non gli piaceva essere toccato indipendentemente dal fatto che molti medici, o presunti tali, l’avessero già ricucito non si sa quante volte. Fremette nuovamente stavolta anche distogliendo lo sguardo quando Riccardo annunciò con tutta la calma del mondo che sarebbe morto in battaglia. Devo, aveva sottolineato, forzando il precipitarsi di uno scongiuro fuori dalle sue labbra sospinto da un filo di voce. Era una sensazione che gli era familiare, anche lui aveva fantasticato su che quella sarebbe stata la sua fine più probabile, ma mentre Korin rifuggiva il pensiero dell’Oltre, condizionato dal fatto che pensarci potesse portare la Morte a sé, Riccardo sembrava fin troppo tranquillo in quelle sue parole. Era oltre le cinque fasi del dolore, non l’aveva solo accettato, l’aveva come interiorizzato e, anzi, il suo sembrava quasi un augurio. Poteva capirlo in un certo senso, da guerrieri quella in mezzo all’azione, nel mentre che si svolgeva il proprio dovere, era la morte più nobile che potesse esserci. Era un grande onore per loro e per chi si lasciavano dietro, per i loro antenati perfino, eppure sul momento rimase pietrificato dalla schiettezza di Riccardo, tanto che gli ci volle più di un attimo per recuperare il suo centro e andare avanti; di certo l’umorismo grigio di Riccardo non aiutava considerando che almeno sul fattore donne la pensavano in maniera opposta.



    « Ti offendi per niente Daimon. Credo tu abbia ormai capito che non chiamo nessuno per nome proprio, va contro la mia cultura, è irrispettoso. » Sottolineò in risposta al commento di Azrael. Era un vero peccato che il suo potere non si spingesse così oltre, come aveva visto fare ad altri, ma era comprensibile considerando che quel Daimon non aveva ancora risvegliato per bene la pienezza del suo potere. Chissà se il risveglio tardivo della sua razza dipendeva dalla forza spropositata dei Caduti, o se, quello di Azrael e Anfitrione era solo un caso. Il loro superiore, l’angelo visto al ricevimento ad Asgard sembrava molto più forte di loro sebbene il suo cosmo fosse estremamente contenuto. Forse, fortuna nella sfortuna, aveva rapporti solo con i daimon più deboli. « Se preferisci però posso trovarti un nomignolo come per il tuo compagno rosposo. » Concluse con un piccolo sorriso ironico prima di lasciarlo passare avanti per l’effettiva entrata nella caverna.

    Il loro apripista cominciò a guidarli per l’unico sentiero che la grotta lasciava loro ed era quasi spiritoso vederlo, fiocamente vista la poca luce, faticare per passare in questa o quella strettoia prima di lasciare che la sua rabbia si aprisse la strada a pugni. Si faceva indietro ogni volta che Riccardo faceva partire un colpo, la guardia alta temendo che quell’attacco potesse aprire qualcosa che non fosse il solo passaggio. Si aspettava una trappola, un’apertura segreta piena di corrotti, un fiume di lava che li potesse travolgere, qualunque cosa poteva arrivare e spazzarli via.
    Non concordava appieno con le parole del Daimon, cosa che invece pareva fare Riccardo. Trovava ironico che i due si lamentassero di avere la vita facile per una volta, come se venire sballottati dalla magia e trovarsi a combattere cavalieri ombra senza vedere nulla non fosse stato abbastanza per il Daimon. Diamine, era stato anche lui in quelle terre di recente, dopo un drago bicefalo e un intero esercito era un bene che non avessero incontrato nessuno!
    D’altra parte però era anche vero che stando al Gran Sacerdote quella era una zona molto infestata e non avevano ancora trovato nessuno. O stavano per cadere nella trappola migliore del mondo, o il nemico era troppo assorto in qualunque cosa stesse cercando di fare o semplicemente avevano sbagliato posto.

    I due davanti ebbero meno difficoltà di lui, più piccolo e lontano di vedere che la caverna prese a dividersi in più strade in un colpo solo, come se fossero giunti ad un’anticamera che portava a stanze diverse. Strano però che un fiume di acqua o lava facesse un lavoro simile. Possibile che tutta la caverna fosse artificiale, magari scavata proprio dalla corruzione a pugni, come voleva fare Riccardo, per raggiungere il suo obiettivo?
    Stava per rispondere al santo di Ercole che dividersi in quel frangente non fosse una buona idea visti i precedenti e quello che sospettavano, ma il suo pensiero fu tagliato corto prima dall’ululato e poi dall’arrivo di sei creature di fuoco e roccia che perlomeno illuminavano un po’ l’ambiente. Sembravano giunti ognuno da una direzione diversa, ecco forse quindi chi aveva scavato i condotti, eppure uno era giunto dalle loro spalle. Possibile che non avessero visto un’uscita precedente? In tre? Impossibile. Era quasi più probabile che il mostro lo avesse creato al momento per aggirarli apposta.

    Diede le spalle ad Azrael e Riccardo voltandosi quindi per fronteggiare quello che chiudeva la loro via di fuga, ma lanciò comunque un’occhiata all’indietro verso Riccardo che l’aveva chiamato per portargli un messaggio per lui importante. Soffiò un sorriso a sentire quelle parole, certo che il gigante era proprio improntato all’idea di morirci. « Fa che non sia oggi, Ercole, e ricordami di redarguirti più tardi. » Rispose appena trattenendo dietro la lingua tutto ciò che avrebbe voluto sputargli contro. Come si poteva preferire l’idea di scomodare un’entità superiore piuttosto che quelli che ti stanno affianco? Atena era la loro Dea, li amava e proteggeva tutti, certo, ma non riusciva a concepire l’idea di preferire la sua lontana protezione piuttosto quella più vicina e concreta sua o di Azrael. Per quanto ne sapeva la Dea stava racimolando tutte le sue forze per qualcosa di grande, magari per emulare il sigillo fatto sul giappone ed estenderlo ad altre parti del mondo. O magari stava studiando un piano che solo lei poteva comprendere, magari ancora era impegnata in pensieri divini che non competevano a loro mortali. Insomma era impegnata altrove e divergere la sua attenzione per qualcosa di così banale come salvare la pelle a Riccardo non era proprio il massimo della vita.
    In ogni caso il gigante aveva detto niente sigilli, non gli avrebbe impedito di aiutarlo “accidentalmente” se fosse stato il caso di farlo. Lo avrebbe riportato indietro vivo, sennò chi lo sentiva il Gran Sacerdote? Erano già arrivati ai ferri corti una volta, un'altra e poteva immaginarsi spedito via dal Grande Tempio a calci nel sedere, se andava bene.

    Percepì il cosmo corrotto del suo nemico innalzarsi mentre pezzi di roccia fusa protendevano dal suo equivalente dei pettorali lanciandosi come meteore nella direzione di tutti e tre. Il cosmo azzurrino di Korin si estese in risposta sollevandosi tra i due in un muro di ghiaccio che potesse incassare tutte le meteore. Nel cristallizzarsi però qualcosa non andava, lo notò subito: gli servì più cosmo del normale per solidificare il muro, per trattenerlo stabile e comunque il colpo nemico sembrò riuscire ad abbatterlo con facilità. Le alte temperature del luogo iniziavano a farsi sentire indebolendo il suo elemento primario e rafforzando invece quello dei nemici. E non erano ancora alla caverna vera e propria, lì si che sarebbe stato estremamente arduo anche solo generare un fiocco di neve. Non andava bene.

    Avanzò in direzione del golem che, coprendo la loro unica via di fuga, era forse quello da dover eliminare per primo. Il suo potere si estese nuovamente sempre cercando di investire il nemico in una corrente gelata, un altro colpo che sentì costargli più energia del solito, ma che forse avrebbe portato vantaggio nel lungo termine: se riuscivano a spegnere quel loro calore forse anche il suo potere sarebbe stato appena più facile da usare. Si concentrò prevalentemente sui piedi dell’essere cercando di raffreddarli abbastanza da farli diventare un tutt’uno con il terreno, quindi cambiò completamente obiettivo lanciando stille uppercut un sigillo dritto sulla mandibola dell’essere che stava cercando di reagire vomitando lava. Fece esplodere il sigillo per la prima volta limitandosi nella sua piena potenza. Se avesse mancato o se il colpo fosse stato troppo forte avrebbe potuto danneggiare la cava ancora di più fino a provocare un crollo della loro unica uscita conosciuta, o peggio seppellirli tutti sotto quintali e quintali di roccia.


    Statistiche

    Stato Fisico: Perfetto
    Buff alle resistenze.

    Stato Mentale: Triste/Concentrato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:
    Bla bla e l’inizio della schermaglia senz’anima.



     
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    - Capitolo V -

    E
    ravamo passati dalla proverbiale padella all'altrettanto famosa brace. Quelli che sembravano costrutti lavici iniziarono a spuntare da ogni dove, tutti i tunnel ne erano pieni e non pareva vi fossero vie d'uscita per fare un deciso e fulmineo retro front. Ercole si scagliò contro i corrotti nel momento esatto in cui questi rilasciarono il loro fetido cosmo. Ma la cosa che mi fece rimanere più sorpreso era il suo essere così risoluto nei confronti di come voler lasciare il mondo materiale, non voleva aspettare la fine del suo tempo, non voleva che il lento scorrere degli anni se lo trascinasse via; non era il mio modo di vedere e concepire il trapasso, era una visione da Traxysdaimōn ma comunque era...

    «Interessante parlare della morte come se fosse una propria amica ed un'ospite attesa. Magari un giorno dovremmo fare due chiacchiere io e te, ma adesso vediamo di portare a termine questa missione integri»

    Non potevamo combattere al nostro meglio in quel luogo senza rischiare di far crollare tutta la cava sulle nostre teste, dovevo elaborare una soluzione quanto prima. Il ghiaccio non avrebbe aiutato a quanto pareva, il saint faceva fatica con quelle temperature ad usare al meglio la sua abilità. Non si poteva dire lo stesso dei muscoli di Eracle. "Speriamo solo che la cosa scendendo non peggiori..."

    «שום דבר לא קורה אלא אם כן משהו נשאר בשקט»


    Il cosmo perlaceo si spanse come un caldo abbraccio nella grotta andando a lambire non i nemici o gli alleati, ma la struttura stessa della cava, rendendola più resistente agli urti e magari evitando frane e crolli involontari, ogni crepa ed ogni fessura nella roccia emetteva una tenue luce pregna di energia, che come malta teneva ferma la caverna. Rimanere seppelliti sotto tonnellate di macerie non era una fine degna per Ercole, nè tantomeno per me. "Penso che anche Korin sarebbe d'accordo"

    «Vada per il nomignolo allora, ma che sia degno dell'epicità di cui sono foriero...ah mi raccomando, fa che lasci un senso di mistero»

    Korin non brillava certo per il suo senso dello humour ma ultimamente si stava impegnando ed al momento un sorriso non avrebbe fatto male a nessuno, forse. Il saint stava tenendo a bada il golem alle nostre spalle per liberare la via di fuga, per un attimo pensai di andare a dare una mano al ragazzo che in confronto al golem era minuscolo; il santo di Ercole - complice anche la sua stazza - non dava l'impressione di essere mai nei guai, ma al momento ne aveva ben cinque da tenere sotto controllo, non era proprio uno scontro alla pari.

    «Niente sigilli non vuol dire fare tutto da solo però, giusto?»

    Sorrisi e mi fiondai sul primo alla sua destra, stava caricando quello che lui considerava un pugno, ma che in realtà era molto più simile ad una specie di macigno che se avesse impattato a piena potenza avrebbe di sicuro fatto contento Riccardo sul modus moriendi.

    Interposi il mio corpo tra lui ed il golem ed uno scudo temporale spesso buoni venti centimetri tra me ed il corrotto, non condividevo troppo le idee di Eracle sul morire in battaglia, quindi tanto valeva trovare il modo da rallentare il colpo, dovevo comunque difendergli il fianco. La sfera trovò spazio nella difesa con un effetto rallenty degno dei migliori film fantascientifici pre Armageddon. Nonostante questo il macigno impattò con forza sulle braccia che avevo posto a difesa della faccia. Sentii il peso schiacciarmi al suolo finchè non arrestò la sua spinta cinetica. "Adesso tocca a me".

    Non sprecai tempo a rialzare il peso da lì, avrebbe avuto gioco facile per tenermi abbassato, invece andai in avanti contro il suo torace, facendo in modo di far scaricare la residua energia potenziale del suo colpo dietro le mie spalle, il tutto avrebbe fatto in modo di far arrivare il nemico dritto contro la serie di pugni carichi di potere spirituale, che stavo per portare al suo addome. Ogni volta che le mie mani impattavano sul corrotto era come prendere a schiaffi un muro, ma dovevo resistere ed andare avanti, ancora ed ancora.


    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Lavoretto di ristrutturazione della caverna, in modo da evitare di farla crollare facilmente e poi botte sul nemico andando a coprire le spalle di Riccardo.

    NOTE

    Momento superquark, la frase in ebraico è una strizzata d'occhio ad Einstein, ma rivisitata. Dice: "Nothing happens unless something stays still", l'originale era "Nothing happens unless something moves"


    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    All rights reserved




     
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    - POST IV -



    Naturalmente il ragazzo avrebbe voluto avere un po' di tempo per valutare la situazione con calman ma come sempre la situazione evolve a dispetto dei propri desideri. Come quando si immagina di arrivare a casa, affamati, e scoprire che non c'è niente da mangiare perchè qualcun altro ha finito tutto. O come quando si vede una bella ragazza pensando che sarebbe bello poterci uscire insieme, e subito dopo questa si volta a baciare un altro. In quel caso la situazione era meno poetica: uno tra tanti portali oscuri che bisognava cercare di chiudere, perchè altrimenti...

    ...ed ecco i Corrotti, pronti ad uscire neanche fossero stati loro stessi a chiamarli in causa. Sembravano dei pupazzi di oscurità condensata, usciti dai brutti sogni di un bambino. E Bart, da bravo "bambinone" qual era nel suo animo, si era precipitato a giocarci distruggendone la metà o poco più. Poi si voltò verso Rigel, facendogli il suo consueto occhiolino e dicendogli che gli altri erano suoi.

    Oh, ma che onore. Ne avrei fatto volentieri a meno, ma se proprio insisti...

    Rigel espanse subito il proprio cosmo. A differenza del Gran Sacerdote, lui non era proprio tipo da rissa... e d'altra parte raramente usava i muscoli in battaglia, era insito nella sua costellazione di ricorrere a metodi drasticamente diversi rispetto a quelli fisici. Aprì la mano davanti al volto, ed una fontana di fuochi fatui iniziò a zampillare invadendo l'area. Altri comparvero dal nulla, circondando gli avversari che erano scampati alla furia del Toro: e poi si mossero in tutte le direzioni, come se fossero raggi di luce impazziti. Nessuna di quelle fiamme poteva intaccare le gallerie in cui si trovavano, e non avrebbero arso i corpi di quelle creature di oscurità: ciò che sarebbe accaduto era ben diverso. I fuochi aderirono al buio, penetrandolo, raggiungendo quel che rimaneva delle anime - se ancora di anime si poteva parlare - di quelle creature. Poi il ragazzo si limitò ad un gesto molto semplice.

    Non abbiamo tempo, ora, per questo.

    E schioccò le dita. Qualcosa esplose dentro i corpi bui dei Corrotti, ma non era il loro corpo: era il loro spirito. E se lo spirito muore, il corpo non ha speranza. Uno, due, quattro, tutti e nove gli avversari furono percorsi da quelle che sembravano innocue luminescenze, ma che poi esplosero consumandoli velocemente. Il loro livello non era certamente paragonabile a quello dei due Cavalieri d'Oro e forse era anche per questo che fino ad allora i Drow erano in qualche modo riusciti a contenerli. I corpi di tutte le creature presero a liquefarsi e a rifondersi con i portali da cui erano usciti, quasi invitandoli a seguirli.

    Davvero singolare.

    E poi le parole che si aspettava da Bart: andiamo a cercare guai. Il ragazzo non rispose subito, ma sapeva bene che la proposta di Bart, per quanto folle, era l'unica cosa che potevano fare.

    Già, altrimenti che ci guadagnate? Aspettate che la scena si ripeta all'infinito, sperando che prima o poi si presenti la radice del problema? Lo sai anche tu, ha ragione lui.

    Rigel sospirò.

    Cosa ne dico? Che per la fine di questa giornata, ammesso di sopravvivere, avrò un gran mal di testa.

    Poi guardò Hashmal, Shintlara e gli altri Drow, meravigliati dalla loro prova ma altrettanto poco convinti di volerli seguire nel portale.

    Siamo solo noi due, Gran Sacerdote. Meglio che i Drow restino qui a contenere ulteriori visite dei nostri amici fatti di ombra, mentre cerchiamo di capirci qualcosa. Chissà, magari avremo fortuna...

    Disse quelle parole più che altro per togliere l'imbarazzo generale che si poteva creare, evitando che i Drow li pregassero di andare da soli o di costringerli ad ammettere il loro timore. Poi si avviò verso il portale, seguito dal passo pesante del Custode della Seconda Casa. Spese solo un attimo a fissare il buio, quindi vi saltò all'interno. Quando vi entrò, fu subito avvolto dalle tenebre ma si sentì catapultato in avanti, come se stesse eseguendo uno di quei famosi salti nell'iperspazio di cui si raccontava nei vecchi film. Aveva la sensazione di viaggiare attraverso un tunnel o - qual era il termine che usavano gli scienziati? - un wormhole.

    jpg



    Furono attimi, oppure ore. Poi il viaggio terminò con un lampo di luce improvvisa, ed il Cavaliere del Cancro dovette chiudere gli occhi. Quando li riaprì, tuttavia, credette che quegli stessi occhi gli stessero mentendo spudoratamente.

    ...per tutti i demoni dell'inferno. Dietro quella porta avrei pensato di trovarci davvero di tutto, ma questo no.

    forest_light_2_display

    Una foresta. Una foresta, esattamente come quella di Asgard. Ma senza neve, verde, e brulicante di vita in primavera. Ciò che Rigel vedeva era qualcosa che non aveva nulla a che fare con i corrotti, il buio, nè tantomeno con la foresta di ametista. E non c'era neanche traccia di qualcosa che somigliasse vagamente ad una grotta, al buio cosmico o qualcosa di vagamente fatto di ombra che potesse essere legato al portale che avevano attraversato. Il ragazzo si passò la mano sulla fronte, e quasi sorrise.

    Devo dire che mi sarei aspettato di finire in un postaccio peggiore della Bocca di Ade, amico mio. Qui però sembra di essere nel regno della luce, altro che portali di oscurità. Poi si fermò, guardandosi un momento intorno mentre un pensiero si insinuava nei recessi della sua memoria. Però aspetta. Possibile che questo posto sia il regno di origine degli Elfi? Si chiamava... Alfheim, mi pare. Possibile che i nove mondi non siano più isolati gli uni rispetto agli altri?

    Methos non si fece pregare, per esprimere il proprio pensiero.

    Carina, la tua teoria. E sai che c'è, potresti anche aver ragione. Ma l'unico modo per esserne certi quale mai potrebbe essere?

    La risposta era semplice. Bisognava guardarsi intorno e proseguire. Sperava che Bart non esprimesse i suoi commenti a voce troppo alta, gli sarebbe dispiaciuto trovarsi un esercito di gente agguerrita tra capo e collo in un mondo in cui erano a malapena entrati. Iniziò ad avanzare, cercando di cogliere la presenza di tracce o di qualsiasi altra cosa strana; ma lì forse l'unica stranezza erano i due umani. Proseguirono a passo spedito, tra gli alberi, seguendo delle piste che non potevano essere chiamate neanche sentieri. Il fatto che ci fosse così tanta luce lo spiazzava, sembrava una sorta di "positivo" della realtà di Asgard. Sembrava tutto così bello, così armonioso, così perfetto...

    Già, peccato solo per quell'albero nero laggiù.

    Cos... di che parli? Quale albero?

    Poi lo vide. Parzialmente nascosto da quelle che sembravano grandi querce alte come sequoie, un tronco nero spiccava sullo sfondo verde e marrone. Incerto sul da farsi, scambiò un'occhiata con Bart.

    Io non ho la minima idea di dove ci troviamo o di cosa ci sia laggiù. Credi di riuscire ad essere prudente ancora per un po'? Dobbiamo vederci chiaro, prima di prendere iniziative.

    Attese la risposta dell'altro, poi si avvicinò lentamente e con molta circospezione. Tenendo d'occhio il proprio obiettivo che si avvicinava, ne vide comparire altri. In quella zona c'erano più alberi neri, ma sembravano in qualche modo strani. Quando finalmente - e senza colpo ferire - arrivò in prossimità della prima pianta, e che adesso si mostrava per quello che realmente era. Un qualcosa che aveva solo la forma di un albero, ma che non era di legno: sembrava scolpito nel cristallo, un cristallo nero come l'onice ma che al contempo permetteva di scorgervi qualcosa al suo interno. Un Drow.

    E anche negli altri alberi vicini, la stessa identica cosa: ognuno conteneva un Drow, che sembrava intrappolato come fosse in ibernazione. Rigel provò a concentrarsi, e percepì qualcosa: un soffio vitale che andava lentamente ad indebolirsi. Erano finiti in una foresta di ametista nera, in cui i Drow stavano morendo.

    Sono ancora vivi - disse telepaticamente al proprio compagno - ma adesso come li liberiamo?

    Bella domanda, ragazzino. Bisognerebbe rivolgerla a chi ha creato questa trappola, immagino.

    Probabilmente lo avrebbero trovato molto presto. Sempre che in trappola non ci fossero già caduti anche loro.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Come programmato, mi fermo al ritrovamento della foresta di cristallo nero. Scusa la brevità della parte del fight, ma onestamente per quello che ho in testa in questi giorni ho preferito optare per il metodo "Io sono Ironman".
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
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    Il Toro e il Cancro, due Cavalieri d’Oro che avevano molto in comune, come la Casta, il rango, la sacra Armatura e la Dea per cui combattevano. Eppure erano così genuinamente diversi, tanto da riuscire quasi a compensarsi alla perfezione. E il campo di battaglia era il luogo dove le loro differenze diventavano palesi, ma era anche il momento in cui i loro spiriti da guerrieri si amalgamavano naturalmente. Bart aveva distrutto in un battito di ciglia quegli esseri di tenebra scatenando la sua furia incontrastata, prendendo a pugni, calci e testate tutto e tutti. Rigel, invece, aveva optato per un’economia di movimenti quasi surreale, sconfiggendo i nemici rimasti senza nemmeno muovere un muscolo. Loro erano la Forza e lo Spirito, in grado di contrastare insieme qualsiasi avversario avesse avuto l’ardire di mettersi sulla loro strada.

    Oh oh, bravo Rigel.

    Il Gran Sacerdote aveva ripreso completamente il controllo di sé, era tornato normale, la furia era del tutto sparita. Rigel, dal canto suo, era stato quantomeno anticlimatico, trattando quello scontro come una fastidiosa zanzara che andava immediatamente zittita. Il Toro avrebbe tanto voluto vedere il Cancro più addentro nella lotta, ma sapeva che ognuno può e deve avere la libertà di combattere come meglio crede. Forse il Cavaliere della Quarta Casa aveva considerato quella sorta di baruffa come una perdita di tempo, ma non lo era stata per niente. Avevano salvato i Drow da un’altra possibile sconfitta, o una vittoria parziale, perché avrebbero potuto perdere ancora guerrieri in uno scontro diretto con gli abomini di tenebra.
    Bart sorrise, come un padre che sopporta stoicamente le stranezze del figlio adolescente, ma era tutto perfetto così. Al gigante piaceva combattere con il ragazzo, perché uno riusciva a compensare la sfrontatezza dell’altro, mentre l’altro spronava a un’azione più diretta ed efficace. Funzionavano davvero bene insieme, e quello era l’importante. Il Toro si avvicinò al compagno di avventura mentre questi stava accettando la proposta di attraversare il portale. I Drow non sarebbero dovuti andare con loro e il ragionamento di Rigel sembrava sensato.

    Vedrai che il mal di testa sarà l’unico fastidio che avrai dopo questa missione.

    Eh, certo, le ultime parole famose.

    Andiamo io e te, figliolo, non chiederei di meglio ed è giusto così.
    Ciao ragazzi, ci vediamo dopo. Torneremo presto con buone notizie.
    Oh oh oh!


    Sempre ultra positivo come al solito – e anche per infondere un po’ di fiducia a quel popolo martoriato da quella sventura – salutò in modo plateale tutti i presenti, sventolando la sua manona destra come se stesse partendo per un lungo viaggio. Senza alcuna esitazione, si voltò verso il portare come se dovesse attraversare una normale porta della sala da pranzo e lo varcò a passo deciso.

    Ancora?! Dannazione...

    Bartolomeo odiava i teletrasporti, e il viaggio in quel vortice spaziale gli creò una sensazione molto simile. Strattoni invisibili, stomaco ribaltato e un fine corsa perlopiù sconosciuto. Il gigante sbatté gli occhi, perché la destinazione ignota era completamente l’opposto rispetto al punto di partenza. Un istante prima erano nelle gallerie sotterranee dei Drow, mentre in quel momento si trovavano in superficie, all’interno di una Foresta rigogliosa ed eccessivamente luminosa. Era molto simile alla Foresta di Ametista, ma sembrava la versione priva di Corruzione, neve e Ametista, immacolata come se fosse appena stata creata da una creatura divina. La luce faceva quasi male, ma ben presto lo sguardo si abituò, complice anche una mano che andò a coprire la vista per qualche secondo mentre si assestava.
    Il Gran Sacerdote percepì il Cancro vicino a lui, e fu sollevato che il portale non li avesse divisi. Il ragazzo, dopo essersi ambientato, espresse i suoi dubbi e le sue ipotesi, ma era troppo presto per capirci davvero qualcosa.

    Non saprei, purtroppo non sono molto esperto dei Regni di Asgard.
    Non ci resta che scoprirlo, sono proprio curioso.


    Alfheim, Nove Mondi. Tutti concetti che erano già difficili da interpretare in una situazione normale, ma che diventavano congetture azzardate in quel contesto completamente sconosciuto. Il modo migliore era scoprire direttamente cosa stesse succedendo e dove fossero finiti, perché potevano trovarsi ovunque e in nessun luogo allo stesso tempo.
    Stavano cominciando a incamminarsi verso... boh, difficile dirlo per davvero, perché era tutto così confuso. In quel momento, però, Bart capì che Rigel stava conversando mentalmente con Methos e, subito dopo, la sua espressione cambiò radicalmente e il suo sguardo puntò in una direzione ben precisa. In mezzo a tutto quello splendore, una zona nera come la pece macchiava quella perfezione, come un cancro intento a divorare il corpo che inconsapevolmente lo ospita. Era chiaro che qualcosa non andava, era così palese da essere oltre l’ovvio, e aveva tutte le caratteristiche di un qualcosa di molto pericoloso o – peggio – di una trappola. Il ragazzo disse la cosa più sensata, perché dovevano necessariamente andare a indagare quel luogo sinistro, ma aggiunse anche un velato rimprovero al suo sbadato Gran Sacerdote.

    Certo che posso farlo.

    Poi, dopo un secondo di pausa.

    Figliolo, per chi mi hai preso?
    Ti sembro uno che si getta a capofitto... sì, ok, forse ogni tanto l’ho fatto.


    Ogni tanto? Dai, diciamo che a Bart piacevano gli eufemismi, ma era assolutamente in grado di lavorare in squadra. Non era da solo, non avrebbe rischiato solo la sua pellaccia, ma avrebbe potuto mettere in pericolo anche Rigel se non avessero approcciato il problema con cautela. Il Cancro era molto forte, oltre ogni immaginazione, ma non aveva gli strumenti per sopravvivere a praticamente qualsiasi cosa come il Toro. Dovevano andarci cauti, almeno all’inizio.

    Andiamo a indagare, oh oh.

    Cercando di non fare troppo rumore, i due si mossero con decisione verso la zona nera. Il gigante stava evidentemente giocando a fare il detective, ma era assolutamente ciò che serviva in quel momento. Passo felpato dopo passo felpato, giunsero in prossimità di quell’anomalia e l’oscurità cominciò a prendere forma. Erano alberi enormi, ma non semplici sequoie naturali, no. Erano costrutti di un materiale molto simile all’Ametista che Bartolomeo aveva visto usare da Astra, ma di un colore nero.
    Le sorprese, però, non erano finite.
    Focalizzando lo sguardo su quelle strutture, riuscirono a vedere qualcosa intrappolato in esse. Le fattezze e i lineamenti erano riconoscibili, anche perché avevano salutato i loro compagni solamente qualche istante prima. Erano Drow, imprigionati in quell’Ametista oscura come se fosse la loro tomba.
    Lo shock fu così forte e immediato che rimasero entrambi esterrefatti, Bart persino a bocca aperta. Il messaggio telepatico dell’amico lo fece ridestare, dandogli la speranza che quelle povere vittime fossero ancora vive, ma al tempo stesso gli fece montare una rabbia incontenibile verso quella situazione. Era ormai chiaro che qualcosa stesse sottraendo la loro energia vitale in modo costante ma inesorabile. Prima o poi sarebbero morti.

    Distruggiamo questa dannata Ametista nera.

    Rispose con poche parole, sempre comunicando attraverso la mente, mettendoci tutta la determinazione che gli stava esplodendo in petto. Fece avvampare il cosmo, si avvicinò a una di quelle prigioni di Ametista, pronto a distruggere tutto a suon di pugni, guardando verso Rigel perché lo aiutasse a...

    Altri sprovveduti, altre vittime. Molto bene.

    Una voce melliflua ruppe quel silenzio, e fu il primo rumore che sentirono a parte la loro stessa presenza. Bart distolse l’attenzione da quello che stava facendo, perché percepì una minaccia reale e molto vicina. Fece scorrere lo sguardo ovunque, per poi individuare l’origine di quelle parole proprio di fronte a loro.

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    Era una figura di sesso maschile, alta e snella. I lineamenti erano affilati, i capelli bianchi – con una leggera sfumatura di viola – e indossava un’Armatura oscura che sembrava familiare. Era chiaramente un Drow, ma la sua stessa presenza e quelle corna prominenti sulla testa lo facevano apparire come un mostro. Il suo potere era inequivocabile, probabilmente avrebbe potuto rivaleggiare tranquillamente con Rigel, ma la sua connessione con la Corruzione era altrettanto palese.

    Non è possibile...

    Ecco dove aveva già visto quell’Armatura, sembrava il negativo, la copia carbone di quella di Astra. Era uno scherzo del destino, perché si trovavano all’interno di una Foresta – chiara e splendente – che era l’esatto opposto di quella di Ametista ad Asgard, ma era appestata da un essere che appariva come la versione oscura del Cavaliere di Delta Uma. Quell’abominio li aveva chiamati sprovveduti, anzi, vittime, proprio come quei Drow intrappolati in quella che poteva diventare la loro bara funebre.

    Anche se voi mi sembrate alquanto diversi. Sarete un ottimo alimento per la mia Ametista Nera, uno spuntino delizioso per il mio padrone. Sbrigatevi a morire, inutili esseri umani.

    Bartolomeo strinse i pugni, pronto a scatenare la sua furia. Probabilmente quel nuovo avversario aveva percepito il loro potere e sembrava volesse imprigionare anche loro nell’Ametista per renderli delle vere e proprie batterie per quello che definiva il suo “padrone”. Il Toro espanse nuovamente il cosmo, perché era chiaro che uno scontro mortale fosse alle porte. E senza nemmeno curarsi di non farsi sentire, si rivolse a gran voce al suo amico Rigel perché fossero pronti a qualsiasi evenienza.

    Vuole farci fare la fine di quei poveri Drow.
    Rigel, amico, stai dietro di me e preparati.
    Direi che dobbiamo proprio spaccargli la faccia.


    Non ebbero molto tempo per prepararsi, perché l’avversario aveva probabilmente percepito il loro cosmo e aveva capito che non avrebbe potuto giocare al gatto e al topo come aveva fatto con gli altri malcapitati. La Foresta cominciò ad animarsi, e gli alberi stessi – quelli naturali – divennero improvvisamente minacciosi e vivi più che mai. I loro rami e le loro radici cercarono di avvolgersi intorno ai due Cavalieri d’Oro, così da bloccarli sul posto e renderli indifesi contro l’attacco più pericoloso. Alle spalle del Drow si formò una tempesta di Ametista nera, che turbinò in modo confuso e incontrollato prima di essere scagliata contro il Toro e il Cancro. Quella era molto probabilmente la tecnica che aveva imprigionato le vittime in quella teca a forma di albero, e dovevano fare in modo di non cadere nello stesso tranello.

    Sembra proprio di vedere combattere Astra. Ha le stesse abilità, anche se le sue sembrano... corrotte.

    Un pensiero fugace, molto probabilmente inutile in quel momento, ma che gli fece ricordare la giovane Megrez che aveva incontrato in più occasioni nella lotta contro la Corruzione al Nord. Era come una mancanza di rispetto, uno sfregio di quell’abominio nei confronti dell’orgoglio asgardiano. Dovevano neutralizzare quel dannato avversario, perché la sua sola esistenza era come se fosse un affronto a ogni cosa che di buono c’era ad Asgard.

    GRRRAAARRR!

    Bartolomeo gonfiò i muscoli al massimo e generò una forza talmente straordinaria da spezzare ogni radice o ramo che lo teneva fermo, procurandosi qualche lieve livido ed escoriazione. Alcune delle piante furono letteralmente sradicate e gettate lontano, rompendo la perfezione di quella Foresta luminosa. Senza perdere nemmeno un istante, alla massima velocità, le sue mani si caricarono di cosmo e affondarono nel terreno, mescolando il potere delle stelle con la nuda terra. Con uno sforzo sovrumano, il Gran Sacerdote sollevò una porzione di terreno mastodontica, alta e larga una ventina di metri e spessa almeno cinque. Quella barriera – il Great Wall – contrastò il turbine di Ametista nera, evitando che l’insidioso attacco potesse raggiungere i due Cavalieri d’Oro. La difesa non cedette, anche se i danni riportati la resero inutilizzabile, tanto che cominciò a collassare su se stessa.

    Adesso tocca a noi.

    Non avrebbero dovuto lasciargli nemmeno uno spiraglio per respirare, perché con la loro forza travolgente avrebbero avuto ottime possibilità di sconfiggere l’avversario. Non dovevano sottovalutare la situazione, però, perché era fondamentale riuscire a terminare lo scontro subendo meno danni possibili. Le abilità di quel Drow cornuto erano molto insidiose, persino subdole se utilizzare con ingegno, e non dovevano essere in alcun modo sottovalutate.
    E Bart non ci pensò nemmeno un secondo prima di togliere il fiato a tutto e tutti con il suo potere incontenibile. Con le stesse mani con cui aveva letteralmente ribaltato il terreno, il Toro agguantò l’aria come se fosse solida. Le sue dita sembrarono artigliare la realtà stessa, mentre uno dei suoi colpi più devastanti prendeva forma. Il Bull’s Earthquake fece il suo travolgente ingresso in battaglia, generando una serie di devastanti terremoti in ogni dove, sia sulla terra sia in aria, in grado di provocare ingenti danni sia diretti sia interni.

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    Il Gran Sacerdote avrebbe concentrato l’attacco sull’avversario e sull’area circostante, stando attento a non danneggiare gli alberi di Ametista che intrappolavano i malcapitati Drow. Quello era il giusto assist per Rigel, che avrebbe potuto scatenare tutto il suo potere contro un nemico probabilmente già travolto e destabilizzato dal primo affondo di Bart.
    A quelle condizioni, con quella furia e determinazione, avrebbero vinto prima o poi, quello era poco ma sicuro. Avrebbero dovuto, però, mettere tutto loro stessi in quella battaglia, perché la guerra era tutt’altro che finita, e gli sarebbero servite tutte le energie possibili per spuntarla ancora una volta.
    Insieme, come sempre, avrebbero combattuto per liberare quei Drow da una sorte che sembrava ormai segnata.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Eccomi qua! Allora, i poveri Drow sono intrappolati in costrutti di Ametista nera che sottrae la loro energia vitale per alimentare... beh, lo scopriremo più avanti :mke: Questa sorta di pile Duracell della Corruzione sono create dal Drow corrotto (e cornuto xD) che si è appena presentato, che sembra essere una sorta di copia carbone del Cavaliere di Delta Uma (in generale, eh, è un caso che Astra sia Cavaliere dei Delta Uma in questo momento storico). Ha le stesse abilità legate alla Robe, ma più “corrotte” (vedi Ametista nera) e possiamo considerarlo come Energia Nera. Ci attacca con gli Spiriti della Natura che muovono gli alberi per limitarci i movimenti [AD] e ci scaglia una tempesta di Ametista nera per intrappolarci come ha fatto con gli altri malcapitati [AF]. Bart risponde liberandosi dagli alberi con i suoi mega-muscoli, poi crea una difesa di cosmo straordinario e terra [Difesa, Great Wall, che difende entrambi] e, infine, scatena tutta la forza del Bull’s Earthquake per danneggiare ma soprattutto destabilizzare l’avversario [AF]. Lo scopo è permettere a Rigel di tirare una sorta di calcio di rigore, potendo trovarsi il nemico già bello pronto a subire ancora di peggio :kuku:


    Condizioni:
    Lievi lividi ed escoriazioni su braccia e gambe.


    Tecniche:
    Great Wall:
    [Effetto Secondario: Terra]
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.
    In aggiunta, come possibile ulteriore rinforzo alla difesa, Bart potrà sfruttare la terra presente sul campo di battaglia. Spostando grandi quantità di terreno, dando fondo alla sua tremenda forza e infondendovi il suo cosmo, il gigante potrà creare una difesa estremamente resistente (cosmo straordinario + terra), potendo inoltre nascondere alla vista cosa si cela dietro al costrutto.

    Bull's Earthquake:
    [Effetto Secondario: Danni Interni]
    Massima espressione della forza straordinaria portata a livelli estremi.
    Grazie all'incredibile e travolgente abilità di attacco, Bartolomeo scaglierà un pugno apparentemente a vuoto, colpendo l'aria con forza e decisione. Il colpo creerà un vero e proprio sisma nell'aria, in grado di colpire a distanza con la stessa intensità di un devastante colpo fisico supportato da forza straordinaria e con l'ulteriore capacità di creare devastanti danni interni. In poche parole, è come ricevere un affondo dotato della forza del Toro senza però che vi sia alcun contatto diretto. L'attacco potrà essere indirizzato verso un obiettivo ben preciso (parti del corpo avversarie o l'intera figura) oppure generare una devastazione ad area. Inoltre, il fatto di non essere accompagnata dalla luminescenza del cosmo rende la tecnica meno immediata da scorgere nel suo incedere. L'onda d'urto, infatti, è certamente possibile da individuare ma non sarà mai appariscente come una bordata cosmica.
    Insomma: forza fisica straordinaria così sviluppata da poter colpire con la stessa intensità anche alla distanza.
    Certo, ogni colpo potrebbe andare a segno (probabile game over per lo sfortunato) oppure venir deviato, parato. Beh, poco importa. La forza fisica del cavaliere è talmente sconfinata che il contatto, anche con la sola onda d'urto, provocherebbe ingenti danni interni al malcapitato nemico. E, come tutti sanno, gli organi interni non possono essere allenati: sono completamente indifesi contro una forza così devastante.
    Come possibile variante il Cavaliere può colpire con un calcio il terreno per creare un vero e proprio terremoto, così da sorprendere gli avversari con un'onda d'urto che nasce e si propaga direttamente dal suolo. Inoltre, non dimentichiamo che il Toro potrebbe anche decidere di eseguire la tecnica nella breve distanza, accompagnando con un colpo fisico e ben visibile (pugno, calcio, ecc.) la già devastante onda d'urto.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - DROW

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    Ritch si accorse che le sue parole inerenti alla volontà di una morte in battaglia avevano causato un certo stupore ai compagni. Lo immaginava e sapeva che forse sarebbe stato frainteso. No, non c'era nessuna ricerca di gloria in questo, ma un semplice modo per salutare il mondo con una fine violenta, prima che fosse il gigantismo a farlo. Non aveva tempo e modo di spiegarsi, né in realtà lo desiderava perché avrebbe rischiato di attirare a sé la compassione altrui, cosa che detestava. Ma siccome si sentiva nel pieno del vigore, non si sarebbe certo gettato allo sbaraglio come un cavallo pazzo, tantomeno quel giorno. Troppo doveva fare ancora in vita, in primis trovare gli assassini di suo fratello, lo aveva giurato sulla sua tomba.

    E così la battaglia era cominciata. I colossi avanzavano come automi. Non era sicuro che avessero volontà propria, forse qualcuno nelle vicinanze gli aveva generati e gli stava manovrando ora come burattini. Domanda lecita, ma il primo dubbio era capire cosa c'era oltre l'apparenza, ossia capire quanto fossero resistenti contro il suo implacabile pugno.
    Con la coda dell'occhio si avvide del rapido intervento del daimon a coprirli le spalle. Per un attimo, vedendolo così piccolo rapportato ai golem, temette per la sua incolumità ma intuì presto quanto fosse infondata la sua preoccupazione: il suo alleato sapeva certamente badare a sè stesso, lo percepiva dall'espandersi del suo cosmo. Altrettanto poteva dire del piccolo saputello dei sigilli, la cui virtù era quella di avere sempre una risposta a tutto. Riccardo era in buone mani, per questo si lanciò all'attacco senza remore o preoccupazione verso i compagni, e lo fece con impeto. Non lasciò che il golem più vicino lo attaccasse. Si chinò, e da fermo, ruotando il busto e ponendo la spalla sinistra in avanti coperta dallo spallaccio, caricò il nemico con la forza di un ariete.
    Il bersaglio subì in pieno il colpo e, complice l'onda d'urto subita, arretrò violentemente andando a impattare contro il golem che stava sopraggiungendo, giusto in tempo prima che quest'ultimo lo cogliesse sul fianco. Tuttavia rimase deluso: era pietra vera e dura, dunque, quella che costituiva il nemico. Era sicuro che la potenza esercitata dalla sua tecnica sarebbe stata in grado di sfondare un muro di cemento armato spesso un metro, invece si dovette accontentare di una crepa nel torace roccioso del golem. La carica però gli aveva dato un vantaggio, ovvero quella di proiettarlo a ridosso dei due golem barcollanti ma ancora vigili e ostili. Dai loro occhi animati dal fuoco, il saint capì che serviva ben altro per abbatterli. Riccardo non si scoraggiò: rialzatosi in tutta la sua statura, svettava sui possenti nemici e ricambiò il loro imperturbabile sguardo con un'espressione di autentica ferocia, poiché entrambi si trovavano adesso alla portata del suo pugno leggendario.

    CITAZIONE
    - Carica devastante -
    Il cavaliere si pone apparentemente in posa difensiva, girandosi leggermente di lato e chinando il busto in avanti. In realtà è il preludio per una tecnica di attacco in cui si scaglia contro il nemico nel tentativo di travolgerlo con una poderosa spallata. Il bersaglio subirebbe non solo un colpo prettamente fisico, ma anche l'onda d'urto generata dal violento impatto.
     
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    - POST V -



    Per fortuna non erano caduti in trappola, ma avevano anche perso la possibilità di un eventuale fattore sorpresa. Quegli alberi neri avevano un che di spaventosamente simile ad un cimitero, in cui però i "defunti" erano ancora vivi. Sarebbe stato quantomeno seccante unirsi a loro, avrebbe detto Methos, ma Rigel pensava solo a come cercava di tirarli fuori. Bart, neanche a dirlo, aveva già deciso di rompere il cristallo per liberare uno dei malcapitati, e lo avrebbe fatto con precisione chirurgica se la voce di qualcuno non avesse distolto la sua attenzione.

    Già, dovevamo immaginarlo. Questo parco giochi ha un proprietario, a quanto sembra.

    La creatura che gli si parava davanti sembrava essere un Drow, o almeno la struttura fisica era decisamente molto somigliante; la differenza sostanziale che si poteva cogliere era la presenza di un palco di corna nere degne quasi dell'Armatura dell'Ariete, che in contrasto con i capelli candidi davano una impressione di appartenenza a qualche stirpe demoniaca. Sembrava la versione Drow del classico Diavolo, per quanto fosse possibile.

    Altri sprovveduti, altre vittime. Molto bene. Anche se voi mi sembrate alquanto diversi. Sarete un ottimo alimento per la mia Ametista Nera, uno spuntino delizioso per il mio padrone. Sbrigatevi a morire, inutili esseri umani.

    Bart si stava già preparando a difendere entrambi con il suo corpo, quando rami e radici degli alberi si mossero intorno a loro per immobilizzarli. Il ragazzo percepì l'energia del nemico: era al suo livello. Se non fosse stato molto attento avrebbe rischiato di finire risucchiato in quel vortice nero e di fare la fine di coloro che era andato a salvare. Subito espanse il proprio cosmo, i fuochi fatui circondarono il suo corpo quando le radici cercarono di afferrarlo. Curiosamente, alcune di queste si ritrassero come se avessero toccato un vero fuoco: probabilmente erano in qualche modo suscettibili all'energia spirituale, ma solo in parte. Quell'effetto fece sì che un numero inferiore di arti arborei cercasse di bloccarlo. Rigel decise di di sfruttare la cosa a proprio vantaggio, afferrando a sua volta un ramo e usandolo come fune da traino con la telecinesi; la cosa gli provocò qualche escoriazione alle braccia e alle gambe là dove erano state afferrate, ma se non altro era libero ed ebbe la prontezza di portarsi alle spalle del compagno.

    E non ce la fai proprio, a stare più attento? Questo è l'unico corpo che hai, te lo ricordi?

    Sempre a lamentarti, tu, e mai a dare una mano.

    Come ti pare, ma vedi di sfruttare a dovere l'occasione che ti sta dando il Capo.

    Quel che stava accadendo era che l'ametista nera era partita rapida come una serie di proiettili che finirono per infrangersi contro un muro eretto a mano dal Cavaliere del Toro, che per non farsi mancare nulla decise di scatenare un finimondo afferrando l'aria con le mani e tirandola come fosse un lenzuolo, causando una serie di assurdi terremoti che avrebbero senza dubbio danneggiato il nemico, oltre che destabilizzarlo; il Gran Sacerdote puntava a fare scacco matto in due mosse e chiudere subito la partita.

    Mentre il loro avversario cercava in qualche modo di difendersi dalle scosse, il ragazzo balzò in aria giusto sopra Rigel, accompagnando il movimento con la telecinesi e puntando dritto al cuore dell'avversario con gli strati di spirito.

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    SEKISHIKI MEIKAI HAAAAA!!!



    Gli Strati di Spirito, simili a fulmini, si abbatterono verso il nemico che aveva le difese sguarnite e insufficienti per fronteggiare contemporaneamente due attacchi tanto diversi tra loro. Il Drow corrotto poteva contare su una grande agilità, e se quelli scatenati da Bart fossero stati semplici sismi probabilmente non avrebbe avuto difficoltà a proteggersi; invece ne risultò prima destabilizzato, e poi fu come se una mandria invisibile lo travolgesse: Rigel vide un fiotto di sangue nero fuoriuscire dalla bocca, poco prima che il suo attacco giungesse al bersaglio. Fu come una vampata di fuoco che attraversò il corpo del nemico, e che a contatto con esso sembrò cercare di strappargli via l'anima. Fu a quel punto che vide qualcosa di inaspettato, e nella sua mente sentì la voce non solo di Methos, ma anche di uno degli altri spiriti. Il gigante Sylas.

    Rigel vide un volto, un volto di un uomo dai capelli neri rasati ai lati e raccolti in una lunga coda, che appariva intrappolato con delle catene ad un'altra anima. La metà destra del viso era incorniciata in un inconfondibile tatuaggio nero, che Rigel aveva visto nelle visioni evocate da Methos alla Quarta Casa. Due anime legate al corpo del suo avversario, quella del Drow deformata dalla Corruzione in una creatura ibrida metà elfo nero e metà demone, che era avvinghiata a quella di colui che un tempo era il terzo membro dei Quattro Cavalieri.

    C'era però un aspetto che più di tutti appariva inquietante: quello spirito intrappolato rideva, aveva lo sguardo folle di chi, pur soffrendo l'inferno, godeva del caos in cui era intrappolato... o di quello che aveva scatenato.

    Caspian... fratello!

    Quell'idiota... me lo sentivo che c'era anche lui di mezzo! Ha cercato di soggiogare la sua anima ed ha perso sè stesso!

    Ironia della sorte. Rigel avrebbe dovuto cercare di salvare lo spirito di uno degli esseri più indegni di pietà della storia del mondo, per poi sigillarlo in un altro inferno. La visione delle due anime scomparve nel nulla, e il Drow si ergeva ancora in piedi nonostante tutto, la sua armatura gravemente danneggiata sul tutto il torso, il sangue che gli colava dalla bocca, e chissà cosa aveva dovuto provare il suo spirito. Boccheggiava, fissava i due guerrieri con gli occhi iniettati di sangue. Voleva adesso vendetta, non solo la morte. E probabilmente ci avrebbe provato rimettendoci la vita.

    Padrone... accetta questo mio dono!!!

    Una fiamma nera eruppe dal suo corpo, andando ad espandersi sugli alberi e nell'aria attorno a lui. Le piante si animarono istantaneamente, scagliando dardi contro i due cavalieri da ogni direzione. Ognuna di quelle frecce avrebbe cercato di colpire i guerrieri, causando seri danni da lacerazione e perforazione, ma non erano il fine ultimo del Drow: egli infatti, sfruttando i dardi come diversivo, rilasciò immediatamente dopo l'ametista che nel frattempo aveva circondato l'aria. I cristalli neri andarono a convergere per tentare di costruire non una bara, ma qualcosa di molto più grande e adatto a racchiudere l'intera foresta di cristallo nero.

    Se quel Drow-diavolo aveva capito di non avere scampo, avrebbe cercato di affondare con entrambi gli avversari... o almeno con uno di loro.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Ebbene sì, mi libero anch'io con un po' di difficoltà delle ramaglie e sfrutto il riparo di Bart, dopodichè nel più perfetto stile "combodacartoneanimato" zompo in alto da dietro la barriera e sparo il Meikai Ha, rivelando la presenza di Caspian all'interno del Drow. Dopodichè l'omino si riprende un attimo, pur essendo molto malconcio soprattutto a causa delle sberle di Bart, e fa un attacco kamikaze. Prima i dardi perforanti neri come diversivo, che se colpiscono fanno molto male (la fiamma nera con cui ha permeato gli alberi ha dato questa capacità extra agli alberelli) ma che sono in realtà l'AD; l'AF è l'ametista nera, che mira a racchiudere tutta la foresta con loro dentro e che, per l'occasione anche se a Drake non lo avevo detto ma non credo si offenderà, è un attacco a Nera+ :asd: Lo spiegone su Caspian è rinviato a più avanti, che dopo due giorni di colloqui con i genitori sono abbastanza messo male. BTW Bart riesce a sentire i dialoghi tra Rigel e gli spiriti anche perchè Methos ha già interagito con lui in passato e non ha motivo di nascondersi, nel post precedente non lo avevo specificato.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    Sekishiki Meikai Ha: Tecnica nota anche con il nome di Strati di Spirito, permette a Rigel di creare delle onde infernali di immensa forza che sono in grado di strappare l’anima dal corpo dell’avversario per mandarla nello Yomotsu Hirasaka, l’anticamera dell’aldilà. Per l’anima malcapitata è virtualmente impossibile fuggire da questo luogo, a meno che non sia dotata di grandi poteri, oppure il Cavaliere d’Oro non decida di richiamarla nel piano materiale d’esistenza, o ancora che il Cavaliere perda a sua volta la vita. Grazie a questa tecnica il guerriero è in grado comunque di richiamare le anime da lui precedentemente intrappolate nello Yomotsu a condizione che le stesse non abbiano già varcato la soglia del mondo dei morti, o di spostarsi lui stesso nel limbo per combattere direttamente l’anima dell’avversario; in questo caso, un secondo Sekishiki Meikai Ha porterebbe alla distruzione definitiva dell’anima scagliandola direttamente attraverso la soglia dell’Inferno. Date le molteplici applicazioni di questa particolare tecnica, si può concludere che essa condiziona qualsiasi spostamento spirituale tra lo Yomotsu Hirasaka ed il mondo mortale, in entrambe le vie di percorrenza.
    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final


    Edited by Tygaer - 3/12/2023, 11:10
     
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    Sacro Custode delle P.R.

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    - Chapter VI -



    Ma perché limitarsi a far crollare solo la loro via di fuga? Se quei mostri erano effettivamente come tarme che stavano divorando l’intera montagna potevano farla definitivamente crollare su sé stessa, potevano arrivare a tappare il vulcano, a seppellire il lago di lava sottostante che rappresentava l’unica vera fonte di calore di tutta Asgard condannando così il popolo del nord ad un mondo ancora più gelido, invivibile. O forse ancora volevano seppellire qualcos’altro, qualcosa di ancora più importante di cui non era a conoscenza, e tutto il resto che rimaneva sotto era solo una mera, ma utile, casualità.

    Korin sferrò un calcio al nemico che aveva appena colpito con un sigillo in faccia, approfittando del suo momento di cecità per allontanarlo, quindi sfruttò il momento per voltarsi a vedere come se la stavano cavando gli altri due impegnati con ben più avversari. Tutto sommato sembrava star andando meglio del previsto, forse anche grazie ai loro sforzi combinati. Dovette sbuffare un sorriso all’affermazione del Daimon. Per una volta si trovavano d’accordo, fatto impensabile prima di allora, e la cosa era tanto preoccupante quanto un sollievo. Per una volta si trovava a spalleggiare qualcuno che, almeno in quel frangente, condivideva l’idea di un gruppo che si protegge vicendevolmente. Azrael gliene aveva già dato prova nella battaglia con drago bicefalo, ma era interessante constatare come quella non fosse solo una necessità data dal momento, quanto qualcosa in cui sembrava credere davvero.

    Fece roteare il cosmo fra le sue dita che andò a cristallizzarsi in una rudimentale lancia ghiacciata, appena bagnata dal cosmo che tendeva a sciogliersi seppur molto lentamente. La fece roteare attorno ala sua mano, quindi la afferrò scagliandola stile giavellotto in direzione del corrotto alle prese con Azrael. Essendo il daimon piegato su sé stesso gli avrebbe fatto comodo una mano che impediva al mostro di colargli addosso. Con la sua lancia intendeva infilzare il nemico obbligandolo a buttarsi all’indietro o per bloccarsi contro la parete o per dare un minimo spazio di risalita sicura all’angelo.

    Riccardo dall’altra parte stava caricando due corrotti come un toro imbufalito, il che lo faceva sembrare esattamente identico a Bartolomeo, solo più giovane. L’osservarlo però gli fece notare tutt’altro. Se due nemici erano con Eracle, uno era contro il Daimon e uno alle sue spalle, dov’erano finiti gli altri due? Fece appena a tempo a vedere il rosso aumentare al limite ultimo del suo campo visivo quando un muro di roccia fusa calò dall’alto. Come vasi rovesciati, gli ultimi due nemici sembravano essersi mossi per tunnel invisibili ed erano ricomparsi da una nuova uscita sopra le loro teste da dove stavano gettando lava contro tutti loro. Il suo potere si estese nuovamente mentre rapido come un ago faceva dentro e fuori dalla realtà tessendo una maglia di sigilli per difendere sé stesso e gli altri dalla perdita di lava dal soffitto.
    La prima parte del liquido però gli calò addosso facendo bruciare l’armatura e ustionando il suo corpo esposto protetto solo dal blando cosmo mentre rocce più solide impattavano contro la sua figura. Per un solo attimo si sentì completamente sepolto dalla cascata di lava prima che il sigillo si completasse chiudendo le due tarme con il loro stesso attacco.

    Non ebbe nemmeno il tempo di un respiro che il nemico dell’uscita tornò alla carica, come rafforzato dalla lava stessa che era colata verso di lui. Il santo lo anticipò scagliandogli un pugno cosmico ricco di micro sigilli uguali a quello posto sul soffitto, solo molto più piccoli. Il mostro contrattaccò con un pugno di roccia fusa e i due colpi si scontrarono coi rispettivi obiettivi scagliando il saint non troppo distante dal Daimon mentre il corrotto dell’uscita esplodeva con tanti piccoli botti, fuochi artificiali che facevano colare fuoco liquido.
    Meno uno, ne rimanevano cinque.

    Nel momento della distruzione però il terreno sotto di loro prese a tremare, o forse lo faceva già prima con vibrazioni troppo lievi per essere percepite. Non ballava come un terremoto, quanto più come una pentola a pressione pronta ad esplodere e loro erano instabili sopra un coperchio pronto a saltare.


    Statistiche

    Stato Fisico: Ustionato, botte sparse.
    Buff alle resistenze.

    Stato Mentale: Concentrato

    Stato Armatura: [V] Intatta Indossata

    Riassunto:
    Prima di tutto aiuto Azrael lanciando una lancia di ghiaccio contro il suo nemico cercando di impalarlo al muro o di spostarlo abbastanza da lasciare al daimon il tempo di rialzarsi (Stein decidi tu l’esito)
    Due corrotti mi ustionano dall’alto con una doccia di lava appena prima che riparo la tubatura di fuoco con un sigillo, quindi il corrotto dell’uscita attacca me spedendomi vicino al daimon e io meno lui con un gruppo di sigillini, distruggendolo.
    Quindi un mini terremoto sotto di noi, non dannoso, preannuncia qualcosa di grosso.



     
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    Dannazione quanto erano stati travolgenti, diretti e anche un po’ spietati. Il Drow cornuto probabilmente aveva intuito il loro valore, ma non si sarebbe mai aspettato una violenza così immediata e senza fronzoli. Avevano evitato presentazioni, battute di spirito o inutili convenevoli e avevano accolto quel nuovo nemico a suon di cosmo e spirito. Il corrotto era forte, molto forte, quello era indubbio, ma si trovava in un’inferiorità numerica soverchiante. Inoltre, dopo tutto quello che aveva fatto a quelle povere (quasi) vittime imprigionate nell’Ametista, i due Cavalieri d’Oro non gli avevano nemmeno dato il beneficio del dubbio e, in barba a qualsiasi convenzione cavalleresca non scritta, l’avevano attaccato insieme trattandolo ufficialmente come un nemico mortale.

    Stai giù.

    Un pensiero balenò nella mente di Bart mentre il suo tremendo terremoto squassava il corpo dell’avversario, e la tecnica di Rigel ne distruggeva lo spirito. Avevano puntato sulla potenza, ma anche sulla versatilità, rendendo la difesa altrui davvero un rompicapo pericolosissimo. Un rompicapo che non era stato del tutto risolto in tempo, perché il Drow ne uscì alquanto malconcio da quel primissimo ma decisivo “scambio di opinioni”. Il Gran Sacerdote sorrise in modo quasi ferale, pregustando le prossime mosse come un predatore pronto a dare il colpo di grazia a una preda succulenta. Strinse i pugni e piantò le gambe a terra preparandosi al prossimo scatto, ma i pensieri di Rigel e Methos distolsero per un attimo la sua attenzione dallo scontro.

    Oh oh, Methos,quindi alla fine il tuo amico c’è davvero lì da qualche parte.
    Se è uno spirito, non credo che ti dispiacerà se facciamo saltare qualche dente al corpo che lo ospita, no?


    Non avrebbero potuto frenare la mano proprio in quel momento, dovevano agire indipendentemente dalla relazione che c’era tra Methos e quella sua conoscenza in forma spirituale. Altrimenti le insidiose abilità del Drow avrebbero potuto facilmente metterli in seria difficoltà. Era chiaro che quell’essere stesse agendo per qualcuno o qualcosa ancora più forte di lui, e dovevano necessariamente chiudere la contesa prima di sprecare troppe energie.
    Quindi, bando alle ciance, e il Toro abbassò le corna per caricare l’avversario.
    I suoi piedi fecero presa sul terreno, affondando e distruggendo parte del suolo quando diedero lo slancio per una corsa che pareva inarrestabile. Il Drow scagliò contro di loro quelli che sembravano dardi o frecce, con lo scopo di farli diventare dei dorati puntaspilli.
    Quella volta ci avrebbe pensato Bartolomeo alla difesa di entrambi.

    Rigel, cerca di proteggere i Drow prigionieri in qualche modo.
    Alla nostra difesa ci penso io.


    Richiamò il suo cosmo straordinario, creando una sorta di scudo molto grezzo di fronte a lui del diametro di circa trenta metri, spingendolo con le braccia protese per proteggere la sua avanzata e creando un enorme solco nel terreno. I costrutti perforanti si abbatterono sulla difesa, che riuscì a tenere anche Rigel dietro quella prima linea di sicurezza. Alcuni di essi s’infransero, altri rimasero conficcati, e solo pochissimi riuscirono a superare lo scudo ma, vista la distanza che ormai li separava, solo il Toro ne fu parzialmente travolto. La sua dorata Armatura, in ogni caso, fece il resto, e i danni furono solamente alcuni graffi superficiali sulle pochissime parti scoperte della Cloth.

    Speravo che non fosse finita qui, ci sarei rimasto male.

    Probabilmente Bart era uno dei pochi che gioiva sinceramente quando le cose si mettevano davvero male, perché quella prima pioggia di proiettili vaganti era solamente l’antipasto dell’offensiva del Drow. Un potere mai percepito prima si scatenò in prossimità del nemico, mentre la sua Ametista Nera stava permeando tutta la Foresta per commettere un omicidio di massa, sottomettendo qualsiasi cosa al minerale oscuro. Sembrava una tecnica quasi suicida, perché era come se l’avversario stesse bruciando la sua stessa forza vitale. Mentre poco prima le sue capacità cosmiche erano paragonabili a quelle del Cancro, in quel momento stava superando i suoi stessi limiti.
    Ma a quale prezzo?
    Le sue parole verso quel misterioso padrone sembravano un addio più che un arrivederci, e ciò poteva significare una sola cosa: pericolo. Estremo pericolo, a essere onesti, perché quando qualcuno non ha più nulla da perdere, può trascendere i limiti che lo tengono legato alla vita.

    Mi sa che il tuo padrone dovrà proprio aspettare, figliolo.

    Lo schernì per sdrammatizzare la situazione come faceva sempre, ma il cosmo del Toro stava divampando come mai prima di allora durante quello scontro. Non aveva tempo di imbastire ancora una difesa, ma avrebbe dovuto rispondere al fuoco con il fuoco. Avrebbe scatenato tutta la potenza di una delle tecniche più devastanti a sua disposizione, il Titan’s Nova, così da contrastare – e magari superare – l’attacco avversario con un altro attacco forse ancora più potente.

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    Forza Rigel, tocca a noi!

    Il Gran Sacerdote avrebbe continuato nel suo slancio, andando proprio verso il pericolo, verso l’epicentro di quel turbinio di Ametista Nera. Arrivato non molto distante dal Drow, avrebbe fatto un balzo e caricato il pugno destro di una densità cosmica tale da poter essere vista e percepita a centinaia di metri di distanza. Infine, inesorabile come sempre, avrebbe calato il braccio sulla terra generando una devastazione senza precedenti. Il terreno si sarebbe letteralmente ribaltato, generando esplosioni cosmiche incontrollabili e rendendo ogni detrito, roccia o pezzo di terreno un costrutto imbevuto di cosmo straordinario che aveva lo scopo di travolgere ogni cosa. Il minerale oscuro del nemico, quindi, avrebbe trovato sulla sua strada un potere che sembrava rasentare quello delle divinità, forse in grado di fermare e soverchiare la sua insidiosa avanzata.

    jpg

    Tutto quel caos di furia e distruzione sarebbe diventato un vero e proprio braccio di ferro tra il corrotto e i due Cavalieri d’Oro. Questo perché anche Rigel sarebbe nuovamente sceso in campo, eccome se lo avrebbe fatto, e avrebbe potuto scatenare tutto il suo potere senza preoccuparsi di molto altro. Bart era lì, in mezzo alla follia di una battaglia lampo ma violentissima, e avrebbe permesso al Cancro di calare l’asso che molto probabilmente avrebbe potuto mettere la parola fine a quello scontro.
    Forza ragazzi, sconfiggete quella brutta copia di Astra – che davvero non si può vedere – e passate oltre.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Mi occupo io dell’AD, creando una barriera (tipo scudo molto grezzo) bella ampia per contrastare i dardi/frecce, spingendola in avanti con la mia avanzata [Difesa]. Mi becco io qualche ferita superficiale visto che ho accorciato la distanza e, poi, mi prodigo in un attacco vs attacco. Scateno la puuutenza del Titan’s Nova per contrastare l’attacco ad area di Ametista del Drow, per cercare di contenerlo, magari superarlo, e impedirgli di farci diventare tutti delle belle statuine [AF]. In questo modo, dovrei riuscire a dare a Rigel la possibilità di tirare nuovamente un rigore (forse a porta vuota a questo giro) per porre la parola “fine” (si spera) allo scontro con questo simpatico Drow cornuto :asd:
    Edit: ho aggiunto il messaggio telepatico per accordarmi con Rigel su come occuparci della difesa dei Drow prigionieri.


    Condizioni:
    Lievi lividi ed escoriazioni su braccia e gambe. Qualche ferita da perforazione non profonda sulle parti scoperte dall’Armatura.


    Tecniche:
    Great Wall:
    [Effetto Secondario: Terra]
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.
    In aggiunta, come possibile ulteriore rinforzo alla difesa, Bart potrà sfruttare la terra presente sul campo di battaglia. Spostando grandi quantità di terreno, dando fondo alla sua tremenda forza e infondendovi il suo cosmo, il gigante potrà creare una difesa estremamente resistente (cosmo straordinario + terra), potendo inoltre nascondere alla vista cosa si cela dietro al costrutto.

    Titan's Nova:
    [Effetto Secondario: Terra]
    La fine del Mondo. La terra si ribella a coloro che da millenni la calpestano senza rispetto, generando morte e distruzione.
    Appoggiando un palmo al terreno, oppure scagliandovi contro un pugno, il Cavaliere del Toro genererà un'incontenibile esplosione che ribalterà il terreno stesso. Il potente cosmo del fiero guerriero fluirà nel sottosuolo per poi distruggere tutta l'area compresa nel suo dominio cosmico. Enormi massi potranno levarsi a centinaia di metri, colpendo e travolgendo l'avversario con violenza durante l'ascesa o la discesa. Tali conseguenze della devastazione – siano essi rocce, enormi frammenti o detriti – si mescoleranno con il cosmo del Cavaliere ottenendo la stessa resistenza e lo stesso potere distruttivo di costrutti creati da un guerriero che domina l’elemento terra. Il tutto sarà accompagnato da fortissime esplosioni di cosmo straordinario che renderanno la difesa alquanto difficoltosa. Sembrerà di trovarsi nel bel mezzo di un’esplosione nucleare senza precedenti. Distruzione indistinta, insomma. Ciò che Bartolomeo predilige.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - DROW

    Ykl3bED


    Edited by Lord Drake - 8/12/2023, 22:26
     
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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

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    - Capitolo VI -

    I
    l combattimento stava prendendo una brutta piega, le energie necessarie per non far crollare la volta si stavano rivelando quanto mai eccessive, i colpi ledevano la tenuta strutturale di tutta la grotta e non sarebbe stato facile tenerla su ancora a lungo.

    Da quella posizione poi, non è che potessi fare molto, il golem non aveva gradito di certo la mia serie dritta in pancia, ma non era stata neanche troppo influente. Tuttavia, un aiuto inaspettato giunse in mio soccorso, vidi a stento il baluginio ghiacciato partire dalle mani di Korin diretto contro la struttura marmorea che in quel momento, io ed il golem, formavamo, una specie di Laoconte decisamente più grezzo in alcuni punti. Feci giusto in tempo a velocizzarne la spinta in modo da aumentare l'impatto della picca contro il golem, mentre con un ultimo pugno tentava di far risalire il costrutto lavico giusto quel pochino che serviva per farlo diventare uno spiedino lavico; stranamente funzionò. Il mio avversario alzò il mento nel momento in cui la lancia cambiava di velocità arrivando ad infilzarlo lì dove un uomo avrebbe avuto il pomo d'Adamo, inchiodandolo al muro, il grottesco risultato fu quello di un omone troppo cresiciuto e con pochi pixel di definizione che si agitava per un paio di secondi prima di iniziare a sciogliersi al suolo.

    «Mi piaci di più quando non vuoi uccidermi lo sai?»

    Non feci in tempo ad aiutarlo a mia volta purtroppo, ma avevo un debito che avrei saldato. Poco ma sicuro. Era interessante vedere da fuori quella situazione, era cresciuto dal nostro primo incontro, era maturato? Non spettava a me dirlo, ma almeno non ero più il suo nemico principale e io non lo vedevo più come un gerarca. Sorrisi tendendogli la mano per aiutare a rialzarlo

    «Anche se per un secondo pensavo fosse diretta a me»

    Il suolo iniziò a sobbollire, il calore generato era tale da far divenire dapprima di un leggero color arancione e poi a far letteralmente crollare l'intero pavimento, pezzi di pavimentazione sciolta iniziarono a creare voragini nel suolo ed i golem ancora in piedi vennero così risucchiati uno ad uno all'interno del suolo. Io ed i miei compagni perdemmo letteralmente il terreno da sotto i piedi, iniziando a cadere nel vuoto. "Mi sembrava fin troppo facile..." stavo iniziando ad odiare Asgard, le grotte e tutto ciò che era collegabile.

    «Presto afferra la mia mano!»

    Fu solo grazie ad una fortunata coincidenza che Korin fosse di fianco a me nel momento in cui tutto iniziò a crollare e per la seconda volta mi sarei dovuto mostrare nella mia vera forma a degli uomini il cui destino non era ancora arrivato al termine. Le immense ali, che a stento sarebbero entrati nella prima stanza, adesso riuscirono a dispiegarsi in tutta la loro grandezza, tesi una mano così al Saint del Triangolo mentre con un movimento diametralmente opposto creavo una colonna di arresto temporale in cui incanalare la discesa dell'epigono di Eracle.

    Mi sincerai delle condizioni fisiche dei miei compagni avvicinandomi anche a Riccardo, speravo che non ce l'avesse con me per il fatto che non avevo provato ad afferrarlo, ma era fin troppo lontano perchè facessi anche solo in tempo a raggiungerlo, dovevamo poter contare sulla forza del ragazzone o qui sarebbe stata molto ardua. La stanza pareva una grande camera magmatica di cui a fortuna avevamo evitato la caldera principale, dove una serie di anelli concentrici di dimensioni sempre più piccole si intersecavano a formare una sorta di gargantuesca sfera armillare energetica in perfetto equilibrio e in continuo movimento.

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    Ripresomi dalla discesa notai che qualcosa di strano aveva iniziato a dipanarsi dinnanzi a noi, nella stanza altri di quei golem stavano tentando "Prendere a pugni?" non era di sicuro il modo più semplice di hackerare un hardware, poco ma sicuro, ma dopotutto di quel che si sapeva della Corruzione potevano effettivamente essere metodi efficaci per loro. I golem caduti con noi, che fino a poco prima erano la nostra principale preoccupazione, iniziarono come a spegnersi, privati della loro fiamma vitale, risucchiata da quello che pareva essere un cumulo di ossa che sembrava prendere vita mentre i costrutti già presenti nella camera magmatica avevano redistribuito in maniera non propriamente bilanciata la loro attenzione: ora eravamo solo noi i loro obiettivi.

    L'energia dei costrutti lavici pareva scemare e la loro fiamma venire trasferita fino alle ossa, una scossa ed un tremore in quel tumulo seguirono alla completa disattivazione del primo ammasso lavico. Mentre una sensazione di sbagliato ed un puzzo fin troppo noto stavano iniziando ad invadere la mia mente.

    «Restiamo vicini, questa cosa puzza di Corruzione da un miglio»

    Le ossa presero a muoversi in maniera incontrollata, rialzandosi dal suolo, incollandosi in posizioni a tratti corrette ed in altri casi per niente al loro posto, vi erano le gambe di un cavallo, mentre il corpo del cavallo era formato da una cassa toracica umana con due braccia "da mantide" incollate appena sotto la fine del collo, formate da una coppia di femori umani a cui erano attaccate omero, radio ed ulna al contrario.



    Dovevamo agire in fretta, espansi violentemente il mio cosmo per toccare sia Korin che Riccardo con esso, non mi interessava che non volesse alcun aiuto, ne andava della mia incolumità e della riuscita della missione. Avrei tentato di accelerare il sangue nelle loro vene, i tempi di reazione e finanche la capacità di lanciare attacchi e costruire difese sarebbe stato estremamente più facile per loro arrivare a giungere all'apex delle loro capacità.

    «Riccardo, niente storie. Si combatte insieme ragazzo, hai ancora tempo per morire...»

    Rivolsi uno sguardo serio al saint, non era rimprovero era un ordine necessario che purtroppo mi ritrovavo a dare data la situazione in cui ci eravamo imbattuti, non mi piaceva prendere le redini e comandare, il mio animo mi portava a tentare di tirare le trame da lontano, magari anche di nascosto. Mi faceva sentire a disagio dare ordini giustificati solo dal mio retaggio superiore, o meglio, era strano...avrei fatto in modo che Korin riprendesse il comando? Avrei potuto e dovuto, dopotutto non si era dimostrato un cattivo stratega durante le vicende dell'Yggdrasill, eppure quella sensazione di potere a suo modo mi piaceva, mi inebriava in parte, era come se il mio orgoglio Daimon, ferito e a tratti calpestato, fosse lì lì per esplodere, come dire un "Vedi? sono capace anche io Triangolo". Avrei dovuto prestare attenzione a ciò, non era nel mio carattere una cosa simile e mi avrebbe potuto creare problemi, proprio ora che si era appianata la divergenza. Mi ricomposi e mi rivolsi a Korin.

    «Torneremo tutti dietro»

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALECurioso;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Ok ok ok, è un post un po' lunghetto e do per "autoconclusivo" che cadiamo tutti quanti nel buco che si crea su tutto il pavimento. Non penso che abbiate modi per volare. Quindi:

    1. Vado in vera forma e dico a korin che è lì vicino di prendere la mia mano

    2. Per Riccardo formo uno "scivolo" di tempo rallentato (si albus silente ho in mente te)

    3. Il nodo ha dei sigilli protettivi che sono attaccati da tanti piccoli altri golem di lava

    4. Mentre i golem che prima erano con noi si disattivano come se le loro energie fossero risucchiate da qualcosa

    5. Il qualcosa è un tumulo di ossa umane e non che si montano davanti a noi tipo lego per formare una copia di Sleipnir

    6. Ovviamente non sappiamo nulla di sto qui



    NOTE

    Questa è una copia di Sleipnir, quello vero e proprio "sta bene ed a quanto ne so io, sta nel valhalla" xD



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE






    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    All rights reserved






    Edited by Dr. Stein - 8/12/2023, 00:29
     
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    Riccardo non diede tregua all'avversario, sapeva bene che la ravvicinata distanza era un vantaggio che andava sfruttato per un uomo che faceva del proprio fisico l'arma migliore. Mentre il suo cosmo si concentrava nel pugno, apparve chiaro il suo intento: abbattere alla svelta il golem già colpito in precedenza dalla possente spallata, in modo da equilibrare le forze in campo. Se il suo pugno avesse impattato dove intendeva, ossia nella crepa sul torace del golem, era certo che lo avrebbe mandato in mille pezzi. Serviva tutta la sua potenza, però, e per questo non la centellinò:

    «Pugno d'argen...» gridò colmo di adrenalina, ma non riuscì nemmeno a completare il nome della tecnica, poiché un grave tremore scosse la terra facendogli perdere equilibrio.
    L'impronunciabile imprecazione che lanciò per l'occasione persa, fu nulla in confronto allo sgomento di trovarsi a cadere a peso morto. Il terreno era collassato e la sua figura si proiettava nel vuoto. Vide il daimon cambiare forma e assumere fattezze di sinistro fascino, con immense ali che si spiegavano su quelle spalle prima minute e ora muscolose. Gli tornò alla memoria l'ometto verde che aveva conosciuto, il quale poi aveva cambiato forma trasformandosi in un eroico guerriero con cui aveva avuto l'onore di combattere fianco a fianco. Che dunque Erza facesse parte della stessa stirpe?
    Cercò con un rapido sguardo Korin, ma non lo vedeva, forse adombrato in quel momento dalle ali del daimon. Il suo istinto protettivo lo portò a preoccuparsi della sorte dei suoi improvvisati compagni piuttosto che della propria, tanto è che si avvide solo tardivamente di cosa lo aspettava di sotto, ovvero un terreno accidentato sul quale certamente sarebbe caduto rovinosamente. Cercò invano qualche appigliò sulle pareti per frenare il suo inabissamento, ma le sue dita affondavano nel vuoto. Speroni rocciosi appuntiti come lance lo stavano attendendo e certamente lo avrebbero trafitto, se non fosse per una sorta di paracadute invisibile che riuscì a rallentarlo quel poco che bastava per fargli assumere una posizione più adeguata. Non finì a terra sdraiato, infatti, ma riuscì a cadere in piedi. L'impatto alzò strat di polvere e detriti, l'armatura lo aveva protetto dagli speroni... tranne che per uno. Un dolore lancinante si propagò sulla coscia destra, laddove le sacre vestigia non offrivano copertura. Il sangue sgorgava, lo sentiva riversarsi sotto i gambali. Non serviva indagare molto: uno sperone roccioso che si slanciava in direzione obliqua si era conficcato da dietro la coscia e lo aveva trafitto da parte a parte, tanto da vederne la punta fuoriuscire dalla carne lacerata. Chiunque sarebbe rimasto immobilizzato sul posto, come incatenato al muro, invece il saint si liberò da quella sanguinosa prigionia con impeto furioso, accentuato da un urlo di dolore e rabbia. Con uno strattone spezzò lo lancia di pietra e fece un passo malfermo in avanti, con un pezzo dello sperone ancora conficcato. Sapeva che estrarlo avrebbe causato una emorragia incontrollabile e non era il momento. Con un gesto della mano fece segno che era tutto sotto controllo ai compagni, che invece avevano avuto migliore fortuna.

    Osservò il nuovo scenario in cui erano piombati e rimase esterrefatto. Non erano atterrati su un sottolivello della caverna fatto di roccia e lava come supponeva, bensì in una specie di camera dalle arcane origini, dove al centro pulsava una grande sfera energetica che fungeva da epicentro per anelli che ruotavano intorno ad essa. Dei golem non erano rimaste che statue di pietra inanimate, le loro vite sembravano essere state sacrificate per alimentare la nascita di una creatura oscena e grottesca che stava assumendo tragica forma.

    Quale abominio è mai questo? pensò tra orrore e meraviglia.

    Fece qualche lento e faticoso passo per avvicinarsi cauto ai compagni, anche per appurare l'entità della ferita. Il dolore era forte, come tanti altri ne aveva sopportati, tuttavia questa volta sapeva che molti dei suoi movimenti sarebbero stati proibitivi. Poco importava... in un modo o nell'altro avrebbe fatto in modo di scatenare i suoi pugni su qualunque nemico si sarebbe palesato. Poi, con un sorriso acido, rispose al monito di Erza:

    «E chi ha detto che devo morire oggi?»

    La sua stentata sicurezza nascondeva il nervosismo per un'indubbia certezza: viste le sue condizioni, adesso sì che aveva bisogno dei compagni.
     
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