Il debole che mangia il forte

Add Ramiel per eletto di gea (cordyceps)

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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    il debole che mangia il forte

    “Siede arbitro il Caos, e con le sue decisioni raddoppia ancora il contrasto per il quale regna; a lui presso governa supremo il Caso.”. "Paradiso perduto

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip


    La situazione è tutto fuorché rosea. Bisogna essere onesti: non condividere tali dettagli con il resto del gruppo non sarebbe giusto. Il dottore è categorico; cristallino nell'esporre il suo punto di vista - in fondo, guardando la cosa da diverse prospettive, non ha poi tutti i torti.
    Probabilmente la tua titubanza nell'andarci cauto è più che altro spinta dalla paura di agitare i piccoli: sei molto legato a loro.
    Fate il punto della situazione. Lo osservi per qualche istante riflettere, grattarsi la testa, accendersi una sigaretta. Probabilmente sono troppe informazioni ma ei, meglio sapere che vivere nella beata ignoranza, soprattutto quando hai alle calcagna un'orda di abomini che desiderano banchettare con le tue carni.
    Ormai siete immersi fino al collo - se non addirittura fino al naso - in quella massa nera che vi da la caccia. Ti convinci alla fine: tenere certe informazioni riservate non gioverebbe in alcun modo a nessuno, anzi, probabilmente spingerebbe il resto degli adulti ad abbassare la guardia.
    E' un dovere aggiornare sulla faccenda, non ti opporrai alla decisione di Osin.

    Come da copione tornate nella stanza e raggiungete il resto del gruppo che aspetta impaziente di essere tenuto in considerazione e informato sulla spinosa faccenda. Osin si accende un'altra sigaretta. E' teso. Probabilmente sta cercando le parole più adatte per parlare degli esseri ributtanti che vi daranno la caccia finché l'ultimo di quei cosi rimarrà in vita.
    Saresti intervenuto direttamente tu esordendo sulla questione ma capisci l'importanza del momento e le meccaniche di un gruppo che fino a qualche giorno fa neanche sapeva della tua esistenza e in quale buco di fogna soggiornavi.
    Osin è abbastanza teso. Tira un altro paio di boccate. Il fumo, rapido, esce dalle narici. Si gratta con il pollice destro la testa, stessa mano con cui tiene con le punte delle dita di indice e medio la sigaretta.
    Alla fine trova il coraggio e comincia a ripetere le tue parole per filo e per segno: nei suoi occhi si può leggere la preoccupazione mista all'irritazione.
    Ti chiedi quali orrori abbia dovuto superare ,e soprattutto, a quanti affetti ha dovuto dire addio.

    «Perché siamo sulla stessa barca. E devono sapere. Ognuno deve avere i propri pensieri e fare le scelte che reputa migliori.»

    Ascolti tutto il suo discorso stando in religioso silenzio. Sei poggiato di schiena a una parete: le braccia conserte, il viso leggermente inclinato, la tua respirazione leggermente irregolare. Sei ancora pesantemente debilitato; avresti necessità di riposarti un altro poco ma sai che il tempo in questo momento è come una sorta di spada di Damocle che vi pende sulla testa.
    Rimani in attesa di direttive o proposte su come procedere.
    Una cosa comunque è chiara e nessuno nasconde il pensiero che, per qualche istante, balena nella testa per poi essere mutato in parole chiare. Lo stesso Osin esordisce senza farsi tanti problemi. La cosa non può che farti piacere.

    «Se tu ammazzi loro allora abbiamo una possibilità.»

    La sua risata è contagiosa ma tu purtroppo devi trattenerti dato che le fitte alle costole si fanno sentire.
    Accenni giusto un principio di sorriso per poi portare una mano all'altezza del costato sinistro e chiudere l'occhio destro.

    «Te proteggi noi e noi te?»
    Contateci!


    La discussione continua tra battute, ragionamenti e momenti di piacevole conversazione. Ogni questione dibattuta non fa una piega, anche quando viene menzionata un'ipotesi, per quanto negata immediatamente: l'eventualità di abbandonarti e sperare che sia proprio tu l'elemento di attrazione per l'orda.
    Non li biasimeresti, anzi... in fondo hai solo chiesto di poterli seguire per orientarti meglio visto il loro talento di organizzazione.
    Non hai mai chiesto di essere fregiato del titolo di capro espiatorio o palla al piede. Comunque, l'ipotesi come detto è subito scartata anche perché i tuoi poteri fanno comodo e, cinicamente parlando, averti tra i piedi produrrebbe più un vantaggio che un pericolo.

    Vi ringrazio dell'umanità mostratami... oggi giorno è una dote rara. Ci tengo comunque a dirvi una cosa e voglio essere chiaro: sappiate che non vi riserberei alcun rancore se decideste, in futuro, di cambiare idea.
    Mi reputo una persona realista e come tale mi rendo conto che questa cosa che mi è capitata potrebbe anche essere la causa del perché questi esseri ci stiano dando la caccia, o meglio, al sottoscritto!


    La linea di pensiero comunque è chiara e unita nell'idea di non rinunciare alla tua persona.
    Avere un individuo capace di sterminare da solo dieci di quei corrotti è una comodità non da poco.

    «Quindi continueremo insieme ovunque ci porti questo viaggio.
    Con lui abbiamo più possibilità e lui, d'altro canto, non resterà solo a doversi guardare le spalle.»

    Non chiedo di meglio!

    Decidete di partire all'alba, soprattutto perché hai bisogno di ulteriore riposo seppur la tua testa sia attanagliata da quella mostruosa visione: quei dannati tumori con tato di denti aguzzi che pulsano, vivono e cacciano.
    Cerchi di non pensarci, per quanto ti sia possibile, tuttavia il pensiero è opprimente, come una termine stacanovista che non smette di corrodere il legno.
    Ti concentri sugli scriccioli, li osservi mentre beatamente dormono; un sorriso si dipinge sul tuo volto: il solo guardarli ti infonde di speranza, forze perché vuoi essere la loro speranza per un mondo dove possano giocare e divertirsi senza doversi guardare costantemente le spalle.

    [...]



    Una volta che i raggi, seppur vacui del sole, irradiano questo mondo ormai avvizzito, vi mettete come da programma in marcia. Il motore ruggisce, un paio di pressioni con il piede sull'acceleratore per far riscaldare il motore; vi siete impegnati a fare più scorte possibili tra benzina, cibo e altri sostentamenti di prima necessità ma si sa, in una situazione del genere quello che non basta mai sono proprio le scorte.
    Quello che osservate è un mondo completamente mutato in ogni aspetto - ancora fai fatica a credere come in poco meno di una manciata di giorni l'oscurità abbia potuto completamente sconvolgere il pianeta e fottere la biodiversità.
    Per rasserenare i bambini ti sei portato dietro diversi fogli così da realizzare altri origami, oltre ad aver trovato dei dolcetti da dargli nei vari momenti della giornata.
    Lo scenario come detto è un vero incubo: strade distrutte, palazzi fatiscenti, vegetazione che avvizzisce al ritmo del vostro passo. Sembra che sia la stessa vostra presenza ad attanagliare il circondario. Senti che quelle cose vi stanno osservando. La sensazione è limpida: chiara come lo scenario che vi circonda.
    La testa ti duole. Percepisci l'alito pestilenziale del loro signore infrangersi sul tuo collo. Non sai spiegarti come avvenga una simile connessione marcescente, ma sei conscio che è un'esperienza reale.
    Senti la sofferenza della stessa biodiversità: Il loro grido di aiuto; il pianto ininterrotto che non cessa mai.

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    Minuscoli occhi affusolati vi spiano. Puoi sentirne il respiro e i latrati che essi emettono: hanno fame ma tu sei quell’ostacolo che non gli permetterà mai di aggredire i piccoli o gli altri del gruppo.
    Cerchi di non darlo troppo a vedere anche se lo stress che subisci è pesante così come il malessere fisico che provi. Sei parte di quello stesso mondo, come se tu fossi un prolungamento, un organo che allo stesso modo delle piante e dell'acqua viene infettato ma a differenza dei primi due riesci a contenere l'avvelenamento. Ogni luogo che attraversate - che sia un paese, un villaggio o la stessa strada che vi vede macinare chilometri su chilometri- è completamente deserto, sembra non vi sia rimasta anima viva. Tentate di arraffare quello che potete facendo qualche sosta non in programma, quando la necessità diventa impellente, nei vari supermarket che trovate, così come nelle farmacie, empori e armerie ma non è rimasto poi molto: una delle prevedibili conseguenze di un evento apocalittico è il delirio, la paura, sentirsi impossessati - come giusto che sia - dall'istinto di sopravvivenza.
    Oltretutto, benché non vi siano minacce di pari livello a quelle già affrontate, vi capita di imbattervi in una manciata di piccole bestiole mutate dall'oscurità; sai che i bambini hanno bisogno di andare al bagno, non è difficile eliminarli ogni volta che si presenta il piccolo ma fastidioso ostacolo: per te è un gioco da ragazzi tenerle a bada rispetto a ciò che hai dovuto affrontare in quel dannato palazzo.
    Non sei tranquillo, temi sempre il peggio e hai anche le giuste motivazioni per palesare simili atteggiamenti.
    Non vorresti che la macchina si fermi ma ci sono necessità che richiedono altre soste.
    Ogni qualvolta scendete per sgranchirvi, ti premuri di buttare un occhio sui piccoli ed evitare che si avvicinino ai ruscelli, stagni o canali di scolo in quanto l'acqua non è potabile - sai che potrebbe presentarsi l'elevato rischio di essere contagiati anche assaporandone una irrisoria goccia.

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    In più, tanto per aumentare il livello già alto di stress, temi che altre creature possano essersi celate negli acquitrini, pronte a saltare fuori al momento propizio o trascinare la preda nel proprio schifoso habitat.
    Il mondo è la vostra nuova casa con tutte le insidie e i misteri oscuri che esso ora cela. Skerries è la vostra meta ma prima di riuscire a raggiungerla vi è un percorso irto di pericoli nascosti che non vedono l'ora di ostacolare la vostra marcia. La realtà è cambiata: non è più il luogo ripetitivo e noioso in cui vivevate fino a qualche giorno fa.
    Puoi percepire come ogni elemento sia ricco di increspature, pronto a mordere in ogni fottuto istante.
    Dovete stare in guardia e così fate; voi tre siete i baluardi per proteggere la nuova generazione vittima del nefasto destino che ha condannato la vecchia, colpevole, probabilmente, di aver peccato troppo di arroganza e cupidigia.
    Altri piccoli esseri si affacciano con l’intenzione malevola di aggredirvi ma dove gli altri non potrebbero competere, tu sei sempre pronto, agisci e neutralizzi gli abietti che falliscono miseramente: hai come l’impressione che siano spie inviate per aggiornare chi di dovere sui vostri spostamenti.

    [...]

    Il viaggio continua, ormai è una settimana che viaggiate e cercate di adattarvi come meglio potete; sei solo dispiaciuto per i bambini che devono subire tutto questo anche se cerchi di distrarli come meglio riesci e farli sorridere il più possibile. La notte è il momento che vi mette maggiormente in guardia: a turno vi preoccupate di sorvegliare la zona anche se vorresti sobbarcarti solo tu questo inconveniente ma gli altri non sono d'accordo, soprattutto Feròn.
    Benché non voglia darlo a vedere, il ragazzo, si è affezionato alla tua presenza o forse, semplicemente, preso dalla gelosia di non essere più il potenziale bocconcino che può attrarre Muirgen, ti impone di riposarti e lasciar fare anche agli altri.
    Alla fine avete stretto un patto e come tu devi proteggere loro, così loro si devono impegnare a guardarti le spalle.
    Lo scenario lentamente muta e con esso cambiano anche le regole di sopravvivenza: notate i primi insediamenti raffazzonati, dovete stare in guardia.
    Se esiste una minaccia peggiore della corruzione, quella è proprio l'uomo sopravvissuto alla fine e che deve adattarsi alla tanto crudele legge della giungla.

    Ragazzi occhio, ci sono altri sopravvissuti, meglio tenersi alla larga.

    Bang Bang!!

    ° Ma che cazz... °

    Istintivamente ti stringi ai bambini, li proteggi. La macchina comincia a ballare veementemente: avete forato gli pneumatici probabilmente a causa degli stesi colpi: comprendi che sono sparati nella vostra direzione.



    Sono attimi concitati. Feròn fa fatica a controllare il mezzo che perde aderenza ma fortunatamente riesce ad evitare che si ribalti: stai a vedere che tutte quelle ore di gioco a friggersi il cervello guidando di simulatore sono state utili.
    Qualcuno vi intima di uscire, sgrani gli occhi e a fatica deglutisci.

    Bang Bang!!



    Dannazione. Rimanete tutti dentro e proteggete i piccoli, vado a parlarci io... se cercano rogne hanno trovato pane per i loro denti!
    ° Pezzi di merda. °

    Ti posizioni dinnanzi alla vettura al pari di un pertugio, pronto in caso di necessità a scatenare l'inferno ma speri in cuor tuo che questa sia soltanto l'ultima opzione: non vuoi contribuire ulteriormente al lavoro dei corrotti. Vuoi solo sopravvivere insieme alla tua famiglia.



    Pardon per l'edit, ho dovuto aggiustare delle cose nel post.


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    GAMBO - Mente: Pronto ad agire in caso di necessità. Guardingo.
    RADICI - Corpo: Non ancora in perfetto stato..
    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo:
    Intima agli altri di non muoversi per proteggerli e poter tenere la situazione sotto controllo.





    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.


    Edited by Ramiel - 17/9/2023, 11:46
     
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    Il debole che mangia il forte
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    I mostri più spaventosi sono quelli che si nascondono nelle nostre anime.




    «No.»

    Oisìn sussurrò quelle parole, prendendolo per un braccio. Un gesto perentorio e allo stesso tempo preoccupato.


    «Non sei immortale. E non sappiamo quanti siano e cosa passi loro per la testa. Possono anche ammazzarti su due piedi.»

    Assecondare? Perché?

    «Se muori te non moriamo solo noi ma forse l'intero mondo.
    Stai buono e...»


    Tre colpi in aria. Oisìn trasalì: il sudore e l'ansia erano maschera sul suo viso. Uomini ben armati. Sembrava più un agguato che una difesa.

    «SCENDETE DALL'AUTO. CON LE MANI IN ALTO!»

    «Non sparate! Abbiamo dei bambini con noi.»

    «Potreste avere anche il papa me ne sbatto il cazzo! Scendete o vi ammazzo!»

    Feròn teneva i bambini stretti a sé mentre Muirgen lo guardava. Occhi dentro gli occhi. Quello che c'era rimase solo loro.

    «Armi a terra, bastardi. Tu, controlla l'auto.»

    8 uomini. Armati con fucili, mitragliatori e due canne mozze. I fucili sembravano più da caccia ma quelle mani...no. Non era gente che non sapeva uccidere. Era gente che aveva già odorato la polvere da sparo, sentito il rinculo del fucile sulla propria spalla.

    Uno di loro si staccò dal gruppo. Ringhiò qualcosa all'indirizzo dell'altro, a denti digrignati, mentre da sotto la cute dell'avambraccio destro spuntava lentamente la cuspide acuminata d'una lama.
    Si avvicinò lentamente a Oisìn.
    Il calcio arrivò diretto al fegato.
    Il mondo era impazzito ma l'uomo rimaneva il vero mostro. Compiacendosi, anche durante la Fine delle loro esistenze, di autodistruggersi.
    Il vecchio professore si accasciò per terra, tenendosi il fianco, mentre mani ruvide lo presero per il bavaro della camicia alzandolo con facilità.
    Sbattuto come un sacco di iuta sulla macchina. Gambe allargate.

    «Sto bene, sto bene ragazzo. Tranquillo.»

    Venne perquisito con rudezza.


    «Un fucile e una pistola. Munizioni. Il bastardo qui è ben fornito eh?»

    Sputò per terra un grumo di saliva e tabacco. Lo schiocco della lingua.

    «Nella macchina abbiamo...vediamo...viveri. Altre munizioni. Coperte. Sono ben carichi e...»


    Occhi viscidi. Stava guardando Muirgen. Eccitazione. depravazione. L'uomo nel suo essere merda.

    «E non solo di armi e viveri. Si sono portati dietro anche una gran bella puttana.»

    Rodhlann poté notare come Feròn si stesse trattenendo, come i bambini tremavano e solo adesso vide chiaramente come si era messo di fronte a loro e Muirgen. Lo aveva non d'istinto ma di volontà. A quelle parole si era mosso opponendo se stesso di fronte alla merda. Eppure rimaneva fermo. Lo guardava con occhi sbarrati. Un lieve movimento della testa.
    Un no detto quasi con l'anima.
    L'arma venne buttata a terra.

    «Che volete?»

    Quel fisico era impressionante. La genetica aveva baciato il ragazzo. Il suo corpo era nato per fare del bodybuilding portando fino al limite i suoi muscoli.
    La voce fu imperiosa. Roca. Quasi gutturale.

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    «Prendete tutto. Portateli via. E se, tu, vengo a sapere un'altra delle tue stronzate ti appendo per il collo e ti sbudello.»



    L'uomo non abbassò lo sguardo. Si limitò solo a sputare per terra, paura e rabbia che si mischiavano sul suo viso. Eppure non lasciò Muirgen con quegli occhi acquosi e malvagi.

    Oisìn guardò Rodhlann.

    «Osserva. Hanno una barricata. In più i colpi che ci hanno fatto fuori le ruote non sono partiti da loro. Qualcuno è nascosto. Devi sempre osservarti intorno. Sei forte, veloce ma se non vedi il nemico ti ammazzano come un cane.»

    «State bene?»

    Oisìn tossì.

    «Pensa ai bambini.»

    «Se quel porco si avvicina lo ammazzo.
    Gli strappo il cazzo con le mani quanto è vero Iddio.»


    Il gruppo è vicino. Chiuso da pistole e fucili. Sguardi e un simbolo sulle barricate.
    Bandiere logore. Pittura verde.
    Strane sculture fatte con rami intrecciati in quel simbolo che non si riusciva a comprendere.

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    Muirgen fu la prima a parlare.

    «Questo è un paesino. Hanno milizia e armi. Hanno pure le barricate. Hanno lasciato due uomini dietro. Se ha ragione Oisìn da qualche parte è anche appostato un cecchino.
    Pensavo che lasciarsi la città alle spalle fosse una buona idea Ma questi non sono normali....»


    Un urlo a intimare il silenzio. Il calcio del fucile picchiò forte sulla schiena di Muirgen.
    Feròn scattò.
    Il click di armi puntate contro lo fece desistere.
    Il pugno gli arrivò comunque in faccia. Spaccandogli il labbro. Incassò quel collo robusto. I bambini gli si aggrapparono addosso ferocemente. Muirgen lo fermò.
    Feròn aveva la rabbia sul viso e i suoi muscoli sembravano sul punto di esplodere. Le vene pompavano sangue e si potevano vedere le ramificazioni sul bicipite contratto. Sembrava di vedere il corpo umano senza pelle. Muscoli e vene.


    Vennero condotti per strade silenziose. Eppure dietro le tende qualche ombra si mosse.

    «Una banda? Sbandati o dei pazzi che si sono riuniti?»

    «Lo sapremo presto.»

    Oisìn e Muirgen si guardavano intorno per cogliere dettagli e capire con chi e cosa avevano a che fare.
    Vennero condotti verso un edificio. Travi bianche. Sembrava più una piccola villa di quelle da pese.

    L'interno è ben arredato ma spoglio. Le cose sono state abbandonate e lasciate indietro. Foto di persone, di famiglia, una donna e un uomo. Altre di una scuola.
    Alcuni viaggi.
    Il tappeto viene sollevato, scoprendo una botola.
    L'illuminazione è tanto basta per non cadere da quelle scale in ferro. Cunicoli. Alcuni scavati di recente a detta di Oisìn altri più vecchi, giudicando le assi in legno.
    Vi era un ticchettio. Un lento gocciolare che rimbombava in angusti e schifosi corridoi. Tanfo, ratti, letame, piscio e puzza di vomito e putrefazione; le celle che si aprivano lungo i lati erano piccole e nessuna finestrella apriva verso il mondo. Verso il cielo.
    All'interno figure disperate. Figure contorte. Chi impaurite, chi frementi.
    Vi era un umanità allo sbando.
    Feròn coprì quello spettacolo assurdo ai bambini.
    Il calcio che ricevette Oisìn lo fece sbattere contro il muro di una di quelle celle.
    All'interno un uomo. Forse morto a giudicare dalla puzza.
    Rodhlann in quella accanto.
    Muirgen venne messa con altri relitti umani.
    Alcune donne avevano le vesti strappate e insanguinate. Segni di violenza sul volto, tagli e graffi. Nessuno era risparmiato da questa violenza che corrodeva il legno, ruggine che si aggrappava ai cardini di ferro che cigolavano, lamenti, aprendosi e chiudendosi.
    Come lugubre urlo di qualcosa di oscuro che si annidava nel buio.
    Feròn e i bambini stavano insieme. E in quel tanfo, in quella penombra urinale una dolce e sussurrata ninna nanna venne inghiottita dall'urlo bestiale di un portone di ferro che si chiudeva.
    Eppure urla bestiali di una folla riecheggiavano...

    NOTE MASTER: Nulla da dire. Un post di transizione.
     
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    il debole che mangia il forte

    " La de-evoluzione sociale sembra completa. I tipici comportamenti umani ormai sono del tutto assenti. "Io sono leggenda.

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip



    Oisìn si rifiuta. Non vuole che ti sobbarchi da solo tale responsabilità. Teme per la tua e la loro incolumità. Prova a spiegarti la cosa in termini comprensibili cercando di farti ragionare ed essere conscio del potenziale rischio che potresti correre.

    «Non sei immortale. E non sappiamo quanti siano e cosa passi loro per la testa. Possono anche ammazzarti su due piedi.»

    L'adrenalina ti scorre impetuosa nel sangue. Sei stanco della stupidità umana. Sei stanco di osservare gli uomini commettere i medesimi errori pensando solo al proprio tornaconto. Se questa fottuta maledizione è scesa in terra ci sarà poi stato un motivo scatenante: nulla nasce dal caso.

    «Se muori te non moriamo solo noi ma forse l'intero mondo.
    Stai buono e...»


    Non puoi dargli torno. Attualmente di esseri che si potrebbero definire ridestati, sei a conoscenza solo della tua stessa persona, non sai se nel mondo - in qualsiasi buco di culo sulla faccia della terra - vi sia la certezza di altri individui "straordinari". Cerchi di placare la tua furia; se fosse per te faresti a pezzi una simile sottospecie di omuncoli che aggradisce una macchina con a bordo un ragazzo, una donna e due bambini, ma vuoi provare a seguire la sua linea di comportamento, così ti adegui.


    «SCENDETE DALL'AUTO. CON LE MANI IN ALTO!»

    Sbuffi, sei seccato da questi quattro mentecatti che vogliono farsi gli alfa della domenica, ma per il bene dei piccoli emuli i comportamenti di Oisìn anche se, nel profondo, qualcosa ti dice che ogni tentativo sarà inutile: con questa feccia esiste solo un dogma... la legge della strada.
    Non perdono tempo, provano sin da subito i loro trucchetti psicologici, la loro spocchia di chi si sente padrone del mondo ora che non vi sono più ordine e leggi a organizzare la società degli uomini.
    Sogghignano e strepitano convinti che le armi possano fermarti ma a malincuore non agisci, non ti perdoneresti mai se un colpo accidentalmente ferisse o uccidesse qualcuno del tuo gruppo.
    Interiormente sei un vulcano pronto ad eruttare e spazzare gli ostacoli che dinnanzi a te stanno osando tanto, ma cercando in tutti i modi di contenerti, stringendo talmente forte i pugni da ferirti con le unghie la carne dei palmi e stridendo i denti, resti furiosamente impassibile.
    Se non fosse per la promessa che hai fatto avresti già spiaccicato quei crani privi della più microscopica massa cerebrale ma devi stare al gioco, non puoi rischiare che venga torto anche solo un capello ai piccoli.
    Potrebbero essere anche 100 di cui altri 50 nascosti nella più fitta vegetazione, non temi personalmente quei coglioni armati: se ti fossi ritrovato da solo saresti già scattato come un lupo famelico che sbrana senza dare il tempo di reagire ma vista la delicata situazione, con il povero dottore pestato per bene, sei ad un anpasse.

    «Armi a terra, bastardi. Tu, controlla l'auto.»

    ° Avrai la tua vendetta dottore, te lo prometto. Le facce di questi codardi sono ben impresse nella mia mente. Pregheranno, anche se agnostici o atei, per essere risparmiati dalle sofferenze che gli infliggerò. °

    «Nella macchina abbiamo...vediamo...viveri. Altre munizioni. Coperte. Sono ben carichi e...»

    Ti chini per aiutare Oisìn, se solo provano a impedirtelo non puoi promettere di startene buono e scodinzolante e non lasciare come riflesso un ricordino su uno di quei codardi, tipo spezzargli un braccio.
    Sei sempre più iracondo. Sei pronto ad agire, non permetterai che i piccoli vengano toccati. Non permetterai altra violenza o che si approfittino di una donna indifesa. Il tuo sguardo sprizza ferocia e feralità mentre non smetti di stringere i pugni.
    Anzi, non hai mai smesso di stringerli.

    «E non solo di armi e viveri. Si sono portati dietro anche una gran bella puttana.»

    I tuoi occhi si sgranano. Sei al limite. Basta davvero poco perché tu ti possa mutare nella nera mietitrice; del resto della razza umana non te ne potrebbe fregare di meno visto i risultati pessimi che adesso si palesano dinnanzi a voi ma della tua famiglia, della tua seconda possibilità, oh di quella si che te ne frega e come.
    Sei uno tsunami di furia che da un momento all'altro potrebbe abbattersi.
    Osservi ognuno di loro. Sposti le tue pupille inquadrando bene ogni figura: nessuno di loro sfuggirà alla tua vendetta. Al tuo giudizio. Alla tua personale pena capitale.
    Terribile sarà la mano della giustizia che si abbatterà su di loro e la loro mente sarà talmente invasa dal terrore che a confronto la presenza dei corrotti si dimostrerà una benedizione.

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    Non sei l'unico però a trattenerti. Conosci bene il sentimento dell'ira che si accumula nello sguardo; i muscoli che si contraggono; la mascella serrata e il desiderio di scatenare una seconda apocalisse personale.
    Il ragazzo è anch’esso un concentrato di tutto ciò che racchiude il più primordiale degli insistiti in ogni uomo.

    « Osserva. Hanno una barricata. In più i colpi che ci hanno fatto fuori le ruote non sono partiti da loro. Qualcuno è nascosto. Devi sempre osservarti intorno. Sei forte, veloce ma se non vedi il nemico ti ammazzano come un cane. »

    Ho notato.. devono aver strutturato una qualche tipologia di organizzazione; lo stesso simbolo che stiamo scrutando in ogni dove ne è la conferma. Non è semplicemente gente che desidera campare alla giornata, qui siamo di fronte all'albore di un embrionale sistema di società, se possiamo definirlo tale visto che come comitato di benvenuto lasciano decisamente a desiderare.

    Affermi sussurrando, mantenendo un tono di voce flebile, tale che solo il dottore ti possa ascoltare.
    Su un fatto però Oisìn ha ragione, per quanto bifolchi non sono degli sprovveduti, tutt'altro, e la loro azione a tanaglia si è dimostrata un valido biglietto da visita.
    Oltretutto, i tuoi occhi cadono su uno strano simbolo che si palesa ripetutamente in ogni dove - non riesci a capire cosa voglia rappresentare ma di certo è chiaro che si tratti di un gruppo organizzato a sistema piramidale con a capo un leader o più di uno.

    «Se quel porco si avvicina lo ammazzo.
    Gli strappo il cazzo con le mani quanto è vero Iddio.»


    Non ti preoccupare, ho intenzione di instillargli un terrore tale che a confronto i corrotti che hanno appestato il nostro mondo, ai loro occhi, sembreranno degli amabili cuccioli.

    Rispondi a Muirgen sempre sottovoce, cercando di consigliarle di avere pazienza perché il karma è una ruota e come tale gira: ogni azione al pari di un boomerang torna sempre in dietro... SEMPRE.
    Istintivamente non puoi fare a meno di far cadere lo sguardo sui piccoli.
    Sei in apprensione, chissà quanto sono terrorizzati.
    Nuovamente stringi i pugni.




    Per quanto tu non sia uno che si suggestioni facilmente, riprova lo è stata anche il tuo scontro con i corrotti, una simile location ti mette i brividi o meglio, ti innesca poca serenità per l'incolumità dei tuoi compagni.
    Dove cavolo siete capitati? Cosa sono queste strane sculture fatte con rami intrecciati in simbiosi con quel simbolo?
    Ogni passo che vi vede avanzare e accorciare le distanze con la potenziale meta ti fa raggelare il sangue: hai paura solo e soltanto per i piccoli e Muirgen.
    Per quanto riguarda il ragazzo e Oisìn sei consapevole che hanno abbastanza forza da potersi difendere ma per quanto riguarda Muirgen e soprattutto i piccoli... scuoti il capo, cerchi di rimanere lucido e concentrarti. Vuoi pensare positivamente.

    Nuovamente violenza, questa volta su Muirgen e poi sul ragazzo.
    Maledetti bifolchi, è questo che pensi.
    Li vuoi massacrare tutti: codardi senza palle che si fanno i forti con una donna e con un ragazzo ma soprattutto, peccato ancora più grave, traumatizzare dei bambini.
    Cerchi di autocontrollarti, sei al limite, il filo si sta spezzando.
    Tenti di rammentare le parole del dottore e usare il comprendonio evitando che l'istinto possa vincere sull'acume.
    E' così difficile però. Per una vita tu ti sei sottomesso alla legge della strada, ne hai seguito il codice e ora devi snaturarti, soprattutto ora che hai un potere tale che potresti spezzare colli e schiene come se fossero fuscelli.
    La vostra marcia continua, attraversate strade silenziose adornate da tende: noti figure appena distinguibili muoversi repentinamente. Hai la sensazione che siate perennemente osservati forse da curiosi, o forse da individui solo spaventati, o forse entrambi.

    Sembra un dannato set cinematografico da film dedicato a quelle società di disadattati che nascondo culture macabre. Ancora risulta tutto maledettamente confuso, non avete abbastanza dati per poter teorizzare per bene con cosa avete a che fare: per ora conviene stare al gioco ma sei sempre sul chi va là, pronto ad agire in caso di necessità.
    Non saranno certo delle sbarre o qualche muro divisorio a frenarti.
    Per quanto sei teso, al contempo, ti senti stranamente tranquillo, come accarezzato da una mano invisibile che vuole rasserenarti. Se dovessi spiegarlo a parole sarebbe difficile ma è qualcosa che per le tue sensazioni e, più in generale, per il tuo stato d'animo è tutto molto chiaro.

    Villa+Spencer

    Venite scortati sino una villa, una di quelle proprietà una volta abitate dalle classiche famigliole benestanti.
    L'interno è ben curato, non mostra aggressioni o l'azione irrispettosa di distruggere ciò che rappresentava la memoria di chi vi era vissuto fino a poco tempo fa e che ora se ne può osservare solo il ricordo tramite foto di famiglia: una coppia forse sposata; altre che raffigurano periodi scolastici e diversi viaggi in mete da sogno.
    Non sembra uno scenario da incubo ma si sa, non sembra la maschera sorridente cela un medesimo volto disteso e allegro; di fatti, senza alcun tentennamento una botola celata sotto un tappetto viene sollevata ed è automatico il significato che racchiude quel gesto: si deve scendere per essere condotti in luoghi probabilment, meno gradevoli.

    Un sotterraneo costruito in diverse fasi temporali, Oisìn giunge a tale conclusione osservando l'architettura della fatiscente struttura che si regge a malapena - la location in cui ora vi trovare è composta da diversi cunicoli, alcuni più recenti e altri meno.
    Un sorriso ironico si dipinge lievemente sul tuo volto... sembra che tu sia stato nuovamente sbattuto in prigione. Difficile scordarti di quell'odore nauseabondo e pungente che hai già annusato.
    Oltretutto, tanto per rendere la scenografia ancora più suggestiva, le tubature piene di muffa e ruggine "abbelliscono" ancor di più il contesto tramite il suono onirico dell'acqua putrida che collide sotto forma di gocce producendo angosciose melodie a ogni rimbombo.
    Ogni aspetto caratteristico del luogo è un rimembrare ancora più intensamente quanto il destino dell'umanità fosse già scritto e il suo culmine ineluttabile. Non sei stupito di tanta involuzione, anzi, per te è solo la conseguente fase successiva alla tempesta.
    Definire questi esseri bestie sarebbe un complimento, no, sono qualcosa di indescrivibile, perché chi tratta con tanta crudeltà la sua stessa specie non può che essere marchiato dalla maledizione di dover sprofondare nei peggiori luoghi da incubo.
    Come detto la vita è karma e come tale ogni azione prima o poi viene giudicata.

    Ovviamente venite divisi ma sei parzialmente oltremodo sereno: almeno i piccoli non sono da soli. Per quanto riguarda le urla non ti spaventano, anzi, ti prepari psicologicamente in quanto il tuo eco di battaglia non è stato assolutamente domato.

    E ora aspettiamo di sgranchirci le ossa...

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    Ancora devi restituire qualche gentile carezza. Mai destare il gigante dormiente. Mai.

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    cordi3a
    GAMBO - Mente:Iracondo ma si sforza di contenersi.
    RADICI - Corpo: Non ancora al massimo. .
    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo: Dopo aver incontrato gli altri superstiti vengono scortati al loro campo per poi venire sbattuti in singole celle..









    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.



    Edited by Ramiel - 23/9/2023, 19:03
     
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    È DIO CHE LO VUOLE

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    L'arena è putrida. Vi è un ring, con le corde insanguinate, con schizzi di sangue sul pavimento, puzza di sudore e vomito.
    Intorno vi è un piccolo teatro con le gradinate che brulicano di un umanità al suo peggio. Le urla, la voglia di sangue, la volontà di poter fare tutto e dare sfogo a questi istinti oscuri.

    SFOGO



    Il nome di Dio accostato alla morte. A questo sfogo che viene ripetuto martellando le pareti di legno di quest'arena del massacro; di questo Teatro dell'Orrore e della pazzia. Perché sono pazzi.
    E dalla gradinata centrale, in quello che dovrebbe essere il paco d'onore – onore di cosa poi? - lei si alza. Tronfia. Spudorata.
    Una donna consumata dallo schifo. Mentre il Mondo ormai viene devastato da un male che non avrebbe fatto distinzioni tra gli imbecilli.
    Un male che già Rodhlann aveva potuto assaporare. Sapeva che non si sarebbero mai fermati. Che non poteva esserci pietà, che non poteva esserci tregua o patti con Loro.
    Feròn era accanto a lui a guardare quell'arena, con quell'uomo che si riprendeva dallo scontro. Occhi che volevano solo una cosa: uccidere per vivere. Il Forte che mangia il Debole.
    Il corpo di chi aveva ucciso fu preso, come un qualcosa di vecchio e dimenticato, e fatto sparire in qualche cunicolo che si apriva ai lati dell'arena. Non molto grande, forse poteva contenere 500 persone, ma a a giudicare dal vestiario, da cosa bevevano, da anelli e gioielli che ancora adornavano giacche e mani, dovevano essere i ricchi.
    Di cosa poi?
    Cosa rimaneva di questo mondo per essere considerato tale? Denaro? Gioielli? Un titolo? Il nome della famiglia?
    Tra la puzza di sudore e del sangue rappreso, si mischiava quello di profumi dolciastri, ai liquori, al tabacco di qualità.
    Alle urla, i gemiti di piacere. Alla morte, il sesso.


    «Sono pazzi.»

    E cos'altro si poteva dire? Feròn guardava tutto questo e non riusciva a capire nulla. Ma lui aveva mantenuto un umanità, o almeno una parvenza. Quell'istinto di sopravvivenza che faceva unire per diventare più forti, non quello di sfruttare chiunque e tutto pur di trascinarsi verso la prossima alba.
    Era uno spirito più giusto. Di chi sa che non esiste più nulla di quello che il mondo era e l'unico modo per non impazzire, suicidarsi o diventare come questi folli, era di mantenere i propri principi.
    Ma Feròn aveva un animo pulito. Non era un santo ma in lui non vi era la stessa merda che galleggiava in quegli occhi che ora guardavano i loro.
    La stessa merda che vi era in quelli che dovevano comandare. Ma se non riuscivano a comandare se stessi come potevano farlo con gli altri?


    «Speravo che la fine del mondo facesse rinsavire i pazzi. Ma le teste di cazzo rimangono uguali. Sempre. Aveva ragione Oisìn...»


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    «Ringraziamo il nostro Dio per averci dato questo sfogo. Per aver fatto sfogare ed epurare il nostro campione concedendogli di donare in dono l'anima e il sangue del martire.
    Rendiamo grazie al nostro Signore per tutto questo e per una società rinnovata e risorta. »



    La folla applaudì.
    Qualcosa ronza nella testa di Rodhlann. Una sensazione che diviene sempre più reale, pesante quasi.
    Erano braccati. Quanto tempo era passato dalla loro cattura?
    Sotto a quei cunicoli solo la luce urinale intermittente scandiva un tempo ormai divenuto fermo.
    Potevano essere giorni o settimane.
    Il rumore della folla schiaffeggiava i loro timpani. Ma non scacciava quella sensazione. E tra i brusii della folla, tra il rumore assordante qualcosa scava e si fa pensiero.

    Il LifeStream va protetto. Il Creato salvaguardato.
    Contro l'Orrore combatti.



    Non erano suoi pensieri. Ma di qualcos'altro. Le sensazioni si erano moltiplicate. C'era uno scopo nella sua forza. Sentiva che il suo scopo e la sua funzione in questo mondo stavano divenendo più chiare. Ma la parte umana faticava a capire.
    Combattere' Certo. Doveva farlo era chiaro e palese questo, ma non solamente per se stesso. Non era più un combattere per egoismo o sopravvivenza di un singolo individuo o di un gruppo. Potevamo chiamarlo famiglia, amicizia, ma non era più importante questo.
    C'era qualcos'altro di molto più importante da proteggere e salvaguardare affinché tutti ne beneficiassero.
    Tutti...persino gli stessi che ora volevano solo pasciarsi della morte.


    «Per il nostro Dio abbiamo altre anime. Altre anime che devono sfogarsi e lavare le onta dei peccati oppure donarle per fare ammenda.»

    «DIO LO VUOLE
    SFOGO SFOGO SFOGO SFOGO»


    Feròn non riuscì a reprimere un tremito. L'uomo sul ring si era alzato allargando le sue braccia, come a voler farsi abbracciare da quelle urla, come a farle sue, come se gli dessero nutrimento e forza.

    «Combatterete e saremmo un tutt'uno col Dio Del Sangue.»

    Il simbolo al centro del ring era lo stesso che avevano visto fuori.

    «Guarda. Lo hanno sui vestiti, lo hanno al centro del ring. Il Dio che adorano.
    Al posto della croce questo...»



    il gesto della mano di quella donna è inequivocabile. La mano alzata lenta, la folla che si ammutolisce di colpo. Il silenzio premeditato. Studiato.
    Scenico. Il sorriso che adorna il viso, come la collana di perla il collo.
    Magnifico. Eppure così stonato con tutto questo...come le perle macchiate di sangue...

    «Uno per volta. Chi vince dovrà battersi con chi resta.»

    Feròn chiuse i pugni.

    «Si divertono così. Andrò io per primo...ti darò l'occasione per agire spero.»

    Ai lati del ring uomini armati.

    «Forse saranno impegnati a vedermi malmenare quel coso. E chi mai potrebbe immaginare cosa sai fare

    Avanzò quel ragazzo fatto di muscoli tesi allo spasmo. Per la prima volta non sarebbero serviti per una competizione di bodybuilding. Non sarebbe contata né simmetria, né volumi. Non contava la vascolarizzazione del bicipite o di come i glutei fossero striati e i polpacci definiti.
    Qui i muscoli servivano da arma e da scudo allo stesso tempo. Proteggevano gli organi, servivano per assorbire i colpi e poi esplodere in potenza e velocità per difendere se stesso.
    L'uno davanti all'altro ma Rodhlann non vedeva questo.
    La sua mente era altrove.
    Parole che divennero concetti.
    Di un qualcosa di così antico che si perdeva in chissà quali ere.


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    LO SCOPO È LA VITA
    COMBATTI
    LA TUA GUARDIA HA INIZIO




    Nella testa di Rodhlann queste parole che divennero sempre più forti e incessanti. Persino la folla ruggente ormai era lontana, un eco indistinto e lontano che si perdeva tra le pieghe della sua anima.
    La Corruzione avanzava nel mondo, distruggendo la vita, facendola diventare non vita. L'equilibrio della Creazione era spezzato.
    Feròn salì sul ring, pugni chiusi e braccia davanti al suo viso e petto.
    Il primo scambio di colpi. Il diretto in viso seguito da un montante al fianco destro.
    Ma per Rodhlann questo non aveva importanza.

    Il boato. Le urla cessarono come il sangue. Spari. Altre urla ma queste erano diverse.
    Erano urla di chi moriva, di chi cercava di scappare.


    ESISTIAMO PER PROTEGGERE LA CREAZIONE
    ESISTIAMO PER COMBATTERE L'ORRORE
    ESISTIAMO PER QUESTO



    Quelle parole ormai erano un qualcosa che faceva parte di lui. La Vita nelle sue molteplici forme. vegetali, animali, persino batteriche. L'aria e il fuoco, un fiume o un luogo. La Creazione nel suo divenire, nel suo cambiare, nel suo evolversi. Quella forza era dentro di lui. La vita di un essere. La forza del Cordyceps. La Creazione e i suoi figli combattevano contro questo orrore. Il Creato andava preservato affinché tutti ne beneficiassero.
    Esistere per uno scopo. Esistere per una funzione precisa in un sistema che andava ben oltre questo. Un sistema che era la Realtà.

    La corruzione era arrivata.
    Il vero nemico.
    Il nemico di Rodhlann. La morte era su di loro eppure quella voce non lo lasciava.

    NESSUNA PIETÀ
    DA SIGNIFICANTE A SIGNIFICATO
    DA CONCETTO AD ARMA




    La fine o l'inizio.
    L'abominio era lì. Cercava proprio lui. Perché in fondo così doveva essere. Nemici dall'Inizio di Tutto questo.
    Da molto prima di Rodhlann. Da molto prima di questo mondo finanche.

    La voce fu un sussurro che gli arrivò diretta in cranio come a trapassarlo con un trapano.

    «Sentinella.
    Una in meno...»



    Feròn non riusciva a vederlo in mezzo a a questa confusione. Ma non poteva muoversi. Se lo avesse fatto lo avrebbe ucciso, di questo era sicuro come il suo cuore che batteva nel petto.
    Non poteva distogliere lo sguardo, poteva solo sperare che Feròn e gli altri se la cavassero.

    Eppure vi era un energia che avvampava. Lontana eppure sembrava così vicina. Una carezza nella sua anima. Parole tranquille che lavavano via la preoccupazione e l'angoscia.
    Un messaggio di speranza.

    «Combatti sereno.
    Sconfiggi il tuo nemico al resto ci penso io. Sii quello per cui sei nato. Lo scopo e la funzione fanno parte di te. Abbracciale e lasciale fluire. Non opporti ma lasciati andare alla corrente e scoprirai di essere tu la corrente stessa.»



    Il respiro intenso.
    Più intenso ancora. Come il primo che una vita emetteva in questo mondo.
    L'urlo bestiale dell'abominio gli arrivò addosso con tutta la forza di qualcosa che non doveva essere.


    NOTE MASTER: Sono passati giorni o settimane da quando vi hanno catturato.
    Ed è chiaro che questo Dio del sangue è la follia di un gruppo di fanatici a cui questo mondo ha dato libero sfogo.
    Prendono e catturano gente in questo rituale folle, come se dal sangue e dalla violenza potessero essere epurati e sradicati il male e il peccato dai loro cuori.
    Perché se è Dio che ha mandato la Corruzione allora Dio è malvagio, quindi lo è anche l'uomo e devono epurarsi per avere l'assoluzione e non diventare corrotti.
    In questa follia, dove Feròn inizia a combattere per darti la possibilità di fare qualcosa, arriva la corruzione e il tuo nemico che con delle semplici parole chiarisce le sue intenzioni di ucciderti.
    Il tuo collegamento con il creato, il sistema G.E.A, ormai è sempre più forte e capisci che il tuo scopo è combattere la corruzione e qualunque cosa attenti a questo sistema.
    L'ultima voce che senti, così come il cosmo che sta arrivando, è molto simile al tuo cosmo, molto vicino a te a livello ben più profondo. Come se anche questo cosmo facesse parte della stessa funzione e scopo tuoi.
    A questo punto il corrotto ti attacca per farti fuori il prima possibile.
    È un attacco con l'abilità Suono. Un urlo diretto verso di te a forza rossa.
    Il tuo cosmo ora è a verde con l'abilità •Crescita rigogliosa
    [Categoria: Vegetali Unici]
    A te la tastiera.
     
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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    “Che potere avrebbe l'Inferno se i dannati non potessero sognare il Paradiso?”Sandman



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Si vis pacem, para bellum par II

    Umanità. Questa parola perde sempre più di significato ogni volta che rimugini. Quanto tempo è passato da quando siete stati catturati? Un giorno; cinque; una settimana; forse due?
    La tua cognizione temporale si è incrinata nello stesso modo in cui una lastra di vetro si crepa ed espande il danno dovuto al contraccolpo.
    Pensi ai bambini: Avranno paura? Certo. Che domanda.
    Sono dei cuccioli, certamente saranno impauriti. Fortuna che non sono soli.
    Personalmente non sei spaventato.
    Vivere confinato in una cella non è un problema. Ironia della sorte, sei scappato da un carcere - non sei una mente tanto fragile da farti abbattere per via di spazi stretti e angusti.

    Per una vita sei cresciuto sfidando la legge. Sfidando l'ordine.
    Rammenti, le prime scorribande. I primi reati. L'infamia di assassino. Il riformatorio e poi il carcere.
    Quante cicatrici ti hanno adornato il corpo. Rimembrato la dura legge di un mondo che non ti ha mai voluto accettare.
    E ora? In questo caotico contesto? In questa realtà di puro orrore in cui la speranza ottiene la stessa consistenza di misera carta che può essere stracciata in ogni momento, che cosa fare? Come agire?

    Non capisci.
    Non capisci proprio.
    Uomini contro altri uomini.
    Perché? A quale scopo?
    Perché tanta crudeltà?
    Allora l'Apocalisse non è servita a niente? Tutte quelle persone terrorizzate. Tutte quelle epurazioni.
    La disperazione nei loro occhi. Non puoi credere che migliaia di anni di evoluzione siano andati a farsi benedire.
    Che tutto sia stato cestinato cancellando ogni traccia di progresso.
    A cosa è servito seguire un cammino di miglioramento se poi quel miglioramento stesso è stato spazzato via come un fragile castello di sabbia colpito dall'impetuosa onda?
    Vi è però anche un'altra faccia della medaglia.
    La gentilezza.
    Il lato positivo della stessa umanità: il gruppo che non c'ha pensato due volte ad accettarti e mostrarti solidarietà.
    Oisìn, Muirgein, Feròn, gli scriccioli.
    Deve pur significare qualcosa questo. Non puoi chinare il capo ed accettare l'infausto destino.
    Anche per loro devi combattere. La tua famiglia.

    Le urla non smettono, continuano imperterrite.
    Sembrano il ticchettare di un diabolico orologio infernale che scandisce la perenne ora della dannazione.
    Urla di oppressione. Urla di tormento. Urla di orrida consapevolezza di eclissi.
    Il mondo ormai è questo: un pantano pregno di viscidi tentacoli pronti ad afferrarti e farti sprofondare nella follia.
    Ti saresti opposto sin dall'inizio risolvendo il problema in principio ma te ne sei stato buono grazie all'opera di convincimento di Oisìn.
    La tua furia ribolle. Necessiti di sfogarti.

    Fanatici. Questa è la solida idea che si cristallizza nel tuo pensare.
    Non sono altro che una schiera di ributtanti individui spinti alla venerazione più cieca nei confronti di idoli nefasti a cui si sono promessi con l'anima (se sempre ne abbiano una) e il corpo.
    Senti lo sghignazzare degli idioti senza cervello che si credono tanto forti perché imbracciano un'arma. Ancora non hanno capito che la cella è una salvezza per loro, perché ti tiene a debita distanza da spaccargli quelle teste decerebrate e mandarli al creatore.
    Sempre che ne esista uno.

    Violenza. Violenza. Ancora violenza.
    Questo luogo ne è impregnato sino nelle fondamenta.
    L'odore del sangue è talmente intenso da sentire fastidio al naso ogni volta che si inspira.
    Avete incontrato la corruzione, affrontata e parzialmente sconfitta, ma questa esperienza è di gran lunga più spossante.
    Osservare, come detto, uomini che catturano altri uomini e li ingabbiano come bestiame è qualcosa che nemmeno la più vivace fantasia potrebbe mostrare tale angosciante scenario.
    L'umanità è stata mai, realmente, donata del raziocinio? Altro quesito che ti poni. Possibile che non si tratti solo di un claustrofobico incubo? Possibile che il mondo sia stato stravolto fino a questo punto? Possibile che l'umanità sia diventata una specie senza Dio?

    Le urla di innocenti che non vogliono essere condotti al patibolo ti trapassa i timpani.
    E' un'esperienza martoriante.
    Il tuo cervello ne risente, profondamente.
    Quella sofferenza che riecheggia ti fa dolere la testa, come se dei pezzi di vetro affilati ti si conficcassero nel cranio e lentamente sprofondassero dilaniandoti la materia grigia.

    A questo punto siamo arrivati!

    Non vi è speranza di redenzione.
    Forse non vi è stata mai.
    Questo nuovo terrificante ordine, simile ad un cancro, non smette di propagarsi, attecchire con sempre più forza e adombrare ogni fonte di luce.
    Ti chiedi se mai un Dio protettore sia realmente esistito.
    La storia dell'umanità chiarifica in parte questa cosa, almeno per chi non è tanto cieco da aggrapparsi alla devozione in quanto terrorizzato dall'ignoto - le guerre, le carestie, l'opportunismo spesso palesatosi in ogni uomo, la cupidigia di arricchirsi e non condividere le risorse con altri.
    Questo stesso luogo è dimostrazione di una specie abbandonata a se stessa.
    Una specie destinata all'estinzione perché incapace di saper coesistere a prescindere dell' Apocalisse o meno.

    Le immagini terrificanti di quei vuoti oscuri che infestano l'armonia dell'immenso spazio torna ad opprimere i tuoi pensieri.
    Ancora cerchi di comprenderne il criptico messaggio.
    Guardi un punto non specifico della porta chiusa che ti tiene imprigionato.
    Percepisci il pulsare di una grande sofferenza.
    Sono solo sprazzi.
    Non è una sensazione lineare ma ogni tanto ritorna.
    Aspetti il tuo momento mentre continua a propagarsi il chiasso, la cacofonia.
    Con cosa mai sarai entrato in contatto? In connessione?
    Forse una reale manifestazione dell'alto creatore che tutto sente e osserva? La massima entità che infonde la sua armonia e il suo benessere in ogni luogo, tempo e spazio?



    Rimugini sulla questione.
    Rimugini sul senso di ogni cosa.
    Rannicchiato attendi il confronto e continui a pensare al creatore e se davvero l'uomo debba sperare nella sua miracolosa protezione.
    Ti rifiuti di affidare il tuo fato a forze più grandi.
    Se realmente fossero esistite non avrebbero permesso che si consolidasse un simile orrore.
    Non avrebbero permesso a questi squinternati di sottomettere un'intera comunità a un folle credo basato sul dolore e l'espiazione.
    No, non può esistere un Dio magnanimo, un Dio amorevole, un Dio protettore del confuso uomo.
    Non può esistere un Dio che ha permesso la discesa dell'oscurità sulla terra instillando la crudeltà nell'uomo.
    Perché permettere l'involuzione a uno stato selvaggio e ferale?
    Non puoi credere a un piano più grande.
    Un piano avallato e deciso da un'entità superiore che gioca con il destino degli uomini neanche fosse una partita a poker.
    Non puoi accettare tale condizione.
    La tua forma mentis te lo vieta.
    L'istinto riottoso ti impone di non chinare il capo e ostentare fierezza.
    Questo è il DOGMA. Questo è il CODICE. Questa è la VIA.


    [...]

    L'Arena

    Vieni condotto infine al luogo del giudizio o per meglio dire, il luogo di intrattenimento di questa folla di dementi. Sicuramente lo spettacolo che avvolge il contesto non è una gioia per gli occhi: sangue rappreso, vomito e puzza di sudore pregno di disperazione e angoscia.
    Un luogo che rappresenta perfettamente questa gente priva di umanità.

    ° Quanto chiasso che fanno. Patetici °

    Non puoi essere condizionato da queste persone.
    Come potresti essere terrorizzato da gente tanto deprecabile?
    No, la tua paura è di un altro tipo: l'incolumità di Feròn.
    Vuoi bene al ragazzo e per quanto abbia dimostrato più di una volta coraggio, temi che questo contesto possa sopraffarlo.
    Per tale motivo sei decisamente teso.

    ° Hanno pure costruito un palco "d'onore". Che poi onore di cosa? °

    Biasimi questa gente. Provi disgusto e pena per dei simili individui.
    E' proprio vero che i più stronzi sono sempre quelli più coriacei a morire e prodighi ad appestare il mondo con la loro marcia presenza.
    Ascolti il tripudio della folla.
    La loro esultanza per la violenza.
    Il loro evocare il Dio mietitore affinché scateni l'istinto brutale dei moderni gladiatori che dovranno immolarsi per adempiere al compito di strumenti per l'intrattenimento.

    ° Idiota °

    Osservi una mentecatta alzarsi e cominciare a dimenarsi come un'ossessa.
    Una tizia che crede che tutto questo sia un dono del cielo. Contenta lei.
    Rimani inamovibile, nulla ti turba nel personale.
    Attendi il tuo turno senza esternare alcuna emozione.
    Non regalerai soddisfazioni.
    Rimembri nuovamente la visone: il tutto appestato dai vuoti cancerogeni.
    Osservi quella persona non con sguardo di odio, ma di commiserazione.
    Un'orda assetata di sangue è alle tue calcagna, cosa dovrebbe annichilirti in questo luogo? Questi credono che tu ti possa suggestionare per qualche imbecille troppo pompato smanioso di affrontarti nella convinzione metterti fuori dai giochi.
    Se solo potessero vedere quello che hai visto tu: la minaccia mastodontica che insorge.

    Povera umanità...
    «Sono pazzi.»
    Ragazzo... ti chiedo di non strafare. Questa gente non scherza!

    Speri che Feròn comprenda appieno il senso delle tue parole.
    Rispetti il suo coraggio e sei consapevole che il suo fisico è ben allenato, ma temi che la foga di voler riversare la rabbia possa fargli commettere un passo falso.
    Dovrai essere tu a guardargli le spalle.
    Non ti perdoneresti mai se cadesse dinnanzi i tuoi occhi.
    Non puoi fare a meno di scrutarlo celermente.
    Il ragazzo è spaesato, probabilmente anche turbato ma come sai la paura è un bene, perché ti frena dal commettere azioni stupide.
    Serve a farti ragionare e non attaccare a testa bassa.
    Non puoi però non percepire preoccupazione.
    Temi che il ragazzo si pompi di adrenalina e cerchi di sottomettere la paura per abbracciare l'imprudenza.

    «Speravo che la fine del mondo facesse rinsavire i pazzi. Ma le teste di cazzo rimangono uguali. Sempre. Aveva ragione Oisìn...»
    A tal proposito, è stato Oisìn che non ha voluto che spezzassi il collo a quei pezzi di merda consigliandomi di muovermi con cautela. Ora io ti chiedo la stessa cosa. Sei un ragazzo valoroso e puro di cuore, come a questo mondo se ne vedono di rado ma cerca di non farti dominare dalla foga in quanto smanioso di attaccare per primo.
    Basta un centesimo di secondo di distrazione che questi ci fanno fuori.


    Osservi la donna proferire parola.
    Cominciare tutto un discorso di ringraziamenti a un ipotetico Dio.
    Il tuo sguardo non muta.
    La commiseravi prima e continui a commiserarla anche nel mentre rigurgita quel cumulo infinito di stronzate.

    «Ringraziamo il nostro Dio per averci dato questo sfogo. Per aver fatto sfogare ed epurare il nostro campione concedendogli di donare in dono l'anima e il sangue del martire.
    Rendiamo grazie al nostro Signore per tutto questo e per una società rinnovata e risorta. »

    Il LifeStream va protetto. Il Creato salvaguardato.
    Contro l'Orrore combatti.

    Una voce tuona improvvisamente. Si fa breccia tra i tuoi pensieri. Scava nella materia cerebrale e rimbomba all'interno del cranio.
    E' una voce sontuosa. Maestosa. Un eco che non puoi ignorare.
    La melodia del tono è talmente dolce che risulta ipnotico.
    Sei dedito all'ascolto e la tua attenzione e pienamente riversata su questo intruso informe che cerca di comunicare con te.
    Percepisci qualcosa di famigliare che ti avvolge e ti rasserena.

    La sensazione primordiale di unione con il tutto... quella stessa sensazione che avevi vissuto dopo lo scontro con i corrotti, nuovamente ti avvolge ma questa volta è più forte, più solida e ti permette di entrare in uno stato di connessione maggiore.
    Non hai una piena comprensione in quanto umano.
    Non tutto ti è chiaro ma, paradossalmente, hai comprensione che qualcosa di grande, molto più grande DEVE ESSERE TUTELATO.
    Che tutto non si limita solo alla momentanea sopravvivenza.
    Qualcosa che si regge sul sottilissimo e fragile filo di un equilibro che minaccia di essere infettato, corroso, divorato da quegli esseri che hai rinominato con l'epiteto di ORDA.

    Miliardi di fotogrammi ti investono.
    Osservi la stessa nascita del pianeta malato in cui risiedi.
    Ancor prima di questo evento osservi l'esplosione, la conseguente creazione di miliardi di galassie, le stelle e sistemi solari, oltre che pianeti in cui altra vita nasce e successivamente muore.
    Ogni aspetto dell'esistenza ti avvolge: è come se potessi vivere anni, decenni, secoli, millenni. Intere ere che osservi sbocciare e sfiorire in uno stato di equilibrio che perennemente domina sulla stessa esistenza.


    Altri fotogrammi.

    L'oscurità. Un'antica guerra.
    Un conflitto eterno tra le forze del bene e quelle del male.
    Esseri immortali che si fronteggiano su pianeti ancora infuocati.
    Pianeti privi della condizione basilare per ospitare la vita.
    I primordi dei tempi.
    Le immagini non cessano di trapanarti in cervello.

    E' troppo... troppo...

    Tutte quella conoscenza, quel sapere, quella consapevolezza è un fardello insopportabile per il cervello di un uomo qualunque.
    Innumerevoli mani avvizzite. Un corpo. La disperazione. La sopraffazione dell'antimateria sulla vita. Il buio che domina il silenzio.
    Il vuoto nel suo stadio più denso che fagocita ogni cosa e distrugge la vita stessa, senza che vi sia alcun mondo su cui far attecchire i principi della scintilla.

    LO SCOPO È LA VITA
    COMBATTI
    LA TUA GUARDIA HA INIZIO




    E' una strana sensazione quella che provi.
    Non sai spiegare ma è come percepire la sensazione di comprimerti ed espanderti nello stesso istante.
    Come se potessi essere presente nell'adesso e nel prima.
    Un'energia tanto antica da sentire la tua essenza venire intaccata dal flusso che modella ogni molecola del corpo.
    Comprendi che quello che rimbomba nella tua testa è un richiamo antico.
    Il richiamo alla battaglia.
    Una battaglia iniziata in principio quando la terra era solo un ammasso informe di energia instabile che doveva ancora pienamente strutturarsi.

    Intanto Feròn ha cominciato a dare sfogo alla sua furia.
    Attacca con i primi colpi ma tu sei pienamente immerso nel richiamo e abbracciato dalle visioni.
    E' una situazione costrittiva la tua.
    Sei in piena trascendenza.
    Al momento non puoi dar manforte al ragazzo.
    I tuoi sensi sono in allerta.
    Qualcosa di mostruoso, antico e potenzialmente mortale si sta avvicinando.
    La voce comunica con maggiore intensità.

    ESISTIAMO PER PROTEGGERE LA CREAZIONE
    ESISTIAMO PER COMBATTERE L'ORRORE
    ESISTIAMO PER QUESTO



    Lo stimolo di battagliare ti penetra nelle ossa, nella carne, nella stessa anima.
    Senti l'unione più totale che si incatena al tuo essere. Un legame talmente ramificato a livello infinitesimale da sentire la stessa voce come un prolungamento del tuo stesso essere.
    Ogni elemento sul pianeta pulsa dentro di te: piante, alberi, la vegetazione più disparata contemplando l'esistenza anche di ogni tipo di forma animale fino a toccare il regno quantico e i microrganismi.
    E' una visione talmente imponente da non riuscire a scrutare né il principio, né la conclusione, ma essere solo un tassello che si fonde nel grande meccanismo che ora ti vede far parte di esso.
    Un nome si innesta nel profondo della tua psiche: CORDYCEPS.
    Più volte viene ripetuta quella parola.
    Ogni volta che la odi ottieni sempre più affinità con essa fortificando il sentimento idiosincratico nei confronti della corruzione.


    NESSUNA PIETÀ
    DA SIGNIFICANTE A SIGNIFICATO
    DA CONCETTO AD ARMA



    Senti il ringhio. Quell'inconfondibile latrare.
    Non puoi dimenticarti del verso.
    Il suono acuto. Lo stridulo che annichilisce i timpani.
    Qualcosa di familiare si avvicina.
    Ne senti il putrido respiro.
    La nefasta presenza che avvizzisce la stessa aria che tu respiri.
    La propagazione della tua energia va scontrandosi con la massa tumorale che si muove in mezzo alla carne viva.
    Sei come un nitido richiamo. Una chiara risonanza che non può essere ignorata.
    Passi lenti da parte sua ma continui.
    I metri vengono percorsi divorando la distanza. Un bisogno selvaggio di saziarsi con le tue carni.
    Ti chiedi dove possa trovarsi Feròn ma attualmente non puoi distogliere l'attenzione da ciò che pericolosamente si sta avvicinando.
    Qualcosa sta crescendo. Lo stesso respiro della bestia aumenta di intensità. E aumenta. E aumenta.
    E un crescere continuo. Impetuoso.
    Poi improvvisamente lo strido che si propaga.
    Il grido di furia e violenza che celermente punta verso di te.
    E' un concentrato di tormento, disperazione, rabbia, desiderio di annientare.

    La stessa aria viene sconquassata a un livello tale da poter frantumare le molecole.
    Una potenziale onda d'urto tanto massiccia da spazzare tutto quello che viene investito dal suo moto vorace.
    E' un attacco assurdamente potente e non sei certo di riuscire a cavartela.
    Puoi solo tentare, e così fai.
    Richiami quell'energia ancestrale con cui sei ormai in connessione.
    Nella tua mente la figura di un vegetale va formandosi, per la precisione di uno strano fungo. Almeno tu percepisci che si tratti di ciò.
    Nuovamente odi la parola, CORDYCEPS, e il flusso dell'energia che erutta dal tuo stesso corpo.
    Ti avvolge e si innalza.
    Una colonna luminescente che si propaga verso l'alto e sprigiona la furia che ti è stata donata per contrastare la bestia.

    Crescita rigogliosa
    [Categoria: Vegetali Unici]

    Il Cordyceps, fungo da cui attinge potere Rodhlann viene così manipolato e generato a piacimento, espandendo il suo cosmo e permettendo in questo modo la crescita del vegetale a cui è permesso attecchire su qualsivoglia superfice: anche la carne stessa dell'avversario.
    Sarà così possibile manipolare anche le stesse radici del fungo che a sua volta potranno fare da tramite per espandere la propagazione del vegetale e assumerne un pieno controllo secondo le più disparate e ingegnose strategia che l'eletto voglia impiegare: per capacità di creazione dell’elemento si intende la possibilità di creare dalla propria emanazione il suddetto vegetale che può essere direzionato, espanso, intrecciato e plasmato dal cavaliere, a scopi offensivi e difensivi.
    Egli può accelerarne la crescita, manipolarne la forma e “animarne” la struttura a proprio vantaggio.
    Il controllo del vegetale è limitato fino a energia blu: sostanzialmente non si ha telecinesi selettiva sul vegetale, da blu in poi sarà possibile guidare i movimenti di ciò che si crea.
    [Ovviamente il potere di modellazione ed espansione dei funghi dovrà sottostare al limite del regolamento in base al livello energetico ottenuto: più si salirà di energia, maggiore sarà l'estensione della zona modificata.]


    Protendi un braccio. Apri il palmo della mano come ad intimare di non procedere oltre. Il colpo avanza. Ormai è quasi a contatto con la tua figura. Qualcosa viene pronunciato movendo le labbra.

    Strani filamenti cominciano a fuoriuscire da diversi punti. Il tutto si concentra all'altezza dell'avambraccio destro. Un'azione che visivamente fa impressione.
    Senti la connessione che aumenta ancor di più.
    Tenti di manipolare quella misteriosa energia.
    Non sai cosa sia ma è più facile eseguire l'azione che provarlo a spiegare.
    I filamenti cominciano ad intrecciarsi prendendo la forma di uno scudo ma non sei certo che questo possa bastare, quindi modifichi ulteriormente la forma.
    Ordini allo scudo di creare ulteriori filamenti e avvolgerti - al pari di una crisalide - in una sorta di involucro che ricorda un bozzolo.
    Poi il fragore. La potenza. la violenza del colpo che ti investe.
    Inizialmente sembra resistere la difesa ma l'onda d'urto è potente: ti è concesso solo incassare l'attacco per evitare di morire sul colpo.

    La difesa così come si è intrecciata si sfibra. L'offensiva avversaria ti fa rotolare all'indietro sbattendo rovinosamente più volte a terra.
    Senti il tuo corpo urtare in vari punti.
    Le ossa ne risentono.
    Il dolore è intenso: diverse costole si sono incrinate e fratturate.
    Percepisci lo stomaco in subbuglio. Senti un intenso calore: rigurgiti sangue.
    In un primo momento non te ne accorgi ma il braccio sinistro è bello intorpidito, probabilmente ti sei giocato la piena funzionalità di quest'ultimo. Un'altra potenziale frattura? Forse è proprio rotto. Probabile.
    Il contraccolpo si è fatto sentire.
    Sei stato sballottato e strapazzato venendo scaraventato all'indietro considerevolmente rispetto la zona originaria in cui sostavi.
    Sputi sangue nuovamente.
    Sei uno straccio ma guarda il bicchiere mezzo pieno: la tua pellaccia è dura a morire.
    Senti altri problemi.
    Ci mancava anche il naso.
    Non riesci a respirare bene.
    Usi il braccio ancora integro affinché il pollice possa premere su una narice e poi sull'altra così da spruzzare dei fiotti di sangue.
    L'azione ti permette di liberare le vie respiratorie precedentemente occluse.
    Un'altra probabile frattura al setto nasale.
    Insomma, non sei messo benissimo ma ei, ancora non sei caduto.
    Goffamente ti imponi di rialzarti.

    Bastardi, non mi inchinerò mai a voi!


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    cordi3a
    GAMBO - Mente: Estremamente provato. Stato d'animo confuso. Iracondo e allo stesso tempo sente una forte ansia. E' preoccupato per Feròn. Deciso ad affrontare la minaccia seppur sia non poco suggestionato.
    RADICI - Corpo: Principio emorragico alla bocca dello stomaco. Frattura al naso. Diverse costole incrinate con principio di frattura. Braccio sinistro fuori uso, probabilmente rottura .
    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo: Dopo essere salito sul ring insieme a Feròn, Rodlhann ridesta infine il cosmo per poter rispondere alla minaccia dell'attacco sonico. Tenta di imbastire una difesa, più che altro l'azione viene eseguita per salvarsi la vita ma il contraccolpo si fa sentire..

    Si ringrazia Guardian of the Sea per l'aiuto con il layout.


    Edited by Ramiel - 30/9/2023, 08:16
     
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    XI



    NON VITA



    Questa era l'aberrazione con cui si stava confrontando. Con la negazione dell'Equilibrio che teneva la Realtà intatta. Seppure da ogni dove arrivavano colpi incessanti per spezzare e distruggere tutto questo. Lui doveva resistere e difendere. Doveva rialzarsi, doveva combattere non per se stesso ma per qualcos'altro che coinvolgeva tutti.
    Doveva lasciar andare il suo essere uomo, i suoi dubbi e le sue parole per poter avere la forza di confrontarsi e respingere tutto questo.
    Di distruggerli finanche. Era un'arma. E un'arma doveva spezzarsi dopo aver portato con sé il proprio nemico.

    L'orrendo viso della creatura cambia in quello che è un sorriso. Ma turpe.
    La sua carne è allo scoperto, così come i muscoli. Sembrava quasi che qualcosa gli avesse strappato del tutto la pelle, lasciando solo fasce muscolari, nervi, tendini allo scoperto. Come una macabra vivisezione o studio anatomico.
    Non è un qualcosa di questo mondo, non è nelle Regole del Creato.


    «Tutto qui? Basta così poco ai Figli della Madre per cadere?»

    Scherno. Allarga le braccia in una mimica teatrale. Le fasce muscolari che si contraggono.

    «Non siete così grande cosa dopotutto. Non lo siete stati all'inizio, non lo siete ora. Brutto morire? O più brutto far parte di noi

    Una voce gutturale. Sembrava provenire da più gole contemporaneamente.

    «Inutile...»

    Artiglia di pura prepotenza il pavimento. Quel cosmo ronza, un suono così tremendo che ha la forza di spazzare il pavimento per ridurlo in polvere e macerie. In modo tale da far perdere l'equilibrio e coprirne i movimenti.
    Per poi scattare verso la sua direzione.
    I palmi aperti. Le braccia si allargarono, i muscoli del petto erano contratti allo stremo, per poi lasciar andare questa forza compressa chiudendosi a mò di morsa, sulla testa del figlio della madre.
    La forza del suono gli avrebbe investito la testa e i timpani per lasciarlo del tutto inerme.


    «Piegati e guarda come ucciderò quelli che vuoi difendere.»

    NOTE MASTER: Il corrotto ti riattacca subito, visto che non lo hai attaccato, perché non si lascia scappare l'opportunità di farti male ancora.
    Spazza il terreno di scontro grazie all'abilità suono(ATTACCO DEBOLE), per coprire i suoi movimenti e destabilizzarti, per poi sfruttando la copertura delle macerie, cerca di chiudere le distanze e ti colpisce con due schiaffoni all'altezza dell'orecchie per scaricarti gli ultrasuoni e scombussolarti il cervello(ATTACCO FORTE).
    Questa volta imbastisci sia attacco che difesa e sblocca la tua seconda abilità.
     
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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    il debole che mangia il forte

    “I cigni, pur avendo sempre cantato, quando sentono vicina la morte, levano più alto e più bello il loro canto, lieti perché sanno di recarsi presso il dio di cui sono i ministri. Gli uomini, invece, con tutta la loro paura della morte, interpretano erroneamente questo canto e dicono che essi si lamentano così perché stanno per morire e, quindi, cantano per il dolore, senza sapere che nessun uccello canta se ha fame o ha freddo o sta male.”Platone



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Barcolli.
    Il colpo si è fatto sentire, e come.
    La testa ti fa male tanto da percepire un fischio fastidioso - simile a una zanzara che ti ronza martellandoti il cervello - che attenta alla tua concentrazione.
    La vista è leggermente indebolita: la figura dinnanzi a te risulta vagamente sfocata.
    Minimamente sdoppiata nella sua forma.
    Il respiro si fa pesante: hai dolore ovunque.



    «Tutto qui? Basta così poco ai Figli della Madre per cadere?»

    Scherno. Continui ad ansimare ma non cedi.
    Non cadi.
    Ti fai forza sulle gambe tremanti e ostenti quello sguardo di ribellione.
    Sei pronto a sacrificare la tua stessa vita.
    Gli scriccioli meritano un futuro migliore.
    Oggi proverai a costruire quelle fondamenta su cui dovrà reggersi la speranza degli uomini buoni.

    «Non siete così grande cosa dopotutto. Non lo siete stati all'inizio, non lo siete ora. Brutto morire? O più brutto far parte di noi

    Lasci che offenda.
    Non è una gara di metrica.
    Non è un contest stile battaglia tra rapper.
    La bestia sogghigna.
    Pregusta già il banchetto.
    Almeno crede che il suo piano possa realizzarsi.
    Come darle torno? Sei uno straccio.
    A quanto stanno le quote? Infinito (la bestia) ad uno (tu) nel darti vincitore?
    Probabilmente anche tu scommetteresti contro te stesso.
    Poi, però, pensi a tutte le persone che contano su di te: Oisìn, Feròn, Muirgen.
    Gli scriccoli.
    Cosa ne sarebbe di tutti loro se molassi? Se cadessi a terra abbandonandoti alla caduta?
    No. La resa non può essere contemplata.
    Ogni stilla di energia deve essere riversata nel canto del cigno che emetterai.

    «Inutile...»

    Vieni etichettato come essere inutile.
    Anche su questo non ha tutti i torti.
    Nella tua vita precedente all'ascesa della corruzione non si può dire che le tue gesta si siano contraddistinte fregiandoti di stima e ammirazione.
    Più che altro ti sei sempre esclusivamente guadagnato l'astio di altri uomini.
    La vita gira così, e per quanto riguarda la tua semina non si può dire che il raccolto ottenuto, prima dell'incontro con la tua nuova famiglia, abbia riservato grandi successi.
    Quindi si... inutile è un epiteto che poi non stona così male se rivolto alla tua persona.
    Eppure, perché c'è un ma, quale importanza daresti a questa seconda chance se chinassi semplicemente il capo abbracciando lo status di caduto? No. Assolutamente inaccettabile.
    La parte ormai legata indissolubilmente a quell'energia immortale che impregna ogni molecola del tuo corpo ti impone di lottare.
    Le parole sono solo parole e questo essere tronfio e pestilente che sogghigna deridendoti, ha innanzitutto il compito di sfiancare la tua perseveranza ancor prima che rendere il tuo corpo una poltiglia.

    La tua espressione seppur esausta, non muta nell'esternare disprezzo verso il rappresentante dell'orda.
    Nella tua memoria è più vivida che mai l'immagine di quelle forme orride che, voracemente, avanzano attentando all'equilibrio universale.
    Potrai pure essere stato indebolito nel corpo ma per quanto riguarda lo spirito esso è più ardente che mai.

    Che sia il mio canto del cigno. Io non ti temo!

    Altro sangue viene rigurgitato dalla bocca: un rivolo cremisi discende sul mento.
    Il tuo corpo non può durare in eterno.
    Probabilmente il limite è già stato abbondantemente superato, tuttavia devi rispondere.
    La bestia torna alla carina pregna di consapevolezza.
    La situazione gioca a suo favore ma se si dovesse tenere conto solo della certezza dell'istante, molte battaglie combattute nella storia avrebbero decretato altri vincitori e vinti.

    «Piegati e guarda come ucciderò quelli che vuoi difendere.»


    Esiste una linea sottile. sottilissima. Si chiama fervore.

    Può sembrare una banalità ma in determinati casi è proprio l'ostinazione che può ribaltare un risultato.
    Osservi per quanto ti sia concesso: l'immondo essere si ridesta e con esso il suono diabolico che devasta lo stesso terreno su cui sostate.
    Viene scosso dalla potenza delle vibrazioni che sconquassa e devasta ogni cosa.
    L'equilibrio è messo a dura prova: per evitare di cadere a terra e far guadagnare il giusto tempismo all'avversario, infondi energia nei tuoi quadricipiti, polpacci, piante dei piedi al fine di irrobustirli e rendere i tuoi arti inferiori più solidi. Forzarti a mantenere anche un principio di stabilità.
    La scossa comunque è potente e di barcollare barcolli.
    Tutto qua? Impossibile: sai che questo non può bastare.
    Per evitare di essere colto alla sprovvista, visto il caos creato sul campo di battaglia tra detriti sparsi probabilmente per coprire i movimenti del corrotto - sfruttando polvere e macerie -, nuovamente ridesti la reale forma dell'energia infusa nel tuo essere.
    Cerchi di entrare maggiormente in connessione. Osservi. Scruti. Rammenti.
    Non basta la difesa di prima, devi creare qualcosa di più complesso.
    Ripensi a quella vastità in cui sei trasceso. In cui hai fluttuato disgregando la tua materia per connetterti mediante la parte spiritica.
    Echi antichi di battaglia rimbombano nello strato più profondo della psiche.
    Sacri guerrieri protettori di un mondo dove la natura era significato di forza assoluta. Arma terribile da scatenare contro il vile usurpatore.
    Ti senti parte di quel disegno. Di quella gloriosa era.
    Lasci fluire ogni microscopica frazione di energia per tentare una sorta di evoluzione.

    Qualcosa di microscopico si distacca dal tuo corpo.
    Piccoli residui di materia, elevati nel numero, vengono prodotti dalla stessa aura che illumina la tua figura.
    Sono talmente minimi nella dimensione da essere quasi impercettibili alla vista.
    Entri in connessione anche con questi residui che fai danzare e vorticare fino ad obbedire al tuo comando di essere accerchiato da una sorta di mulinello pulviscolare.
    Qualcosa ti dice che questo non basta, per tale motivo, guidato da una misteriosa consapevolezza ordini ai pulviscoli - che battezzi con il nome di spore - di crescere e mutare nella forma.
    La materia quindi cambia, così come la forma e la dimensione.
    Ora si tratta di diversi funghi che cominciano a sovrapporsi in multiple micro barriere - la loro funzione è di attutire i colpi nello stesso modo di un cuscinetto - cosi da creare una struttura a cupola rinforzata che ti possa inglobare.

    •Spore
    [Categoria: Alterazione - Manipolazione]

    Seconda temibile abilità dell'eletto di Cordyceps è quella di poter rilasciare nell'aria, sia tramite il fungo stesso o la creazione mediante il cosmo, microscopiche spore che fluttuano in ogni parte della zona designata affinché vengano inalate o infettino mediante l'accesso dei pori dell'epidermide.
    Il risultato sarà quello di poter far attecchire lo stesso fungo all'interno del corpo avversario per utilizzarlo come tramite e, conseguentemente, facilitare l'efficacia delle offensive tramite gli effetti e le strategie più disparate.
    Le spore hanno un effetto del tutto simile a quello di un veleno: dopo l'inalazione nel primo turno (per cui servono esposizioni continue/progressive), seguiranno specifici effetti. La capacità delle spore agisce su più turni in maniera graduale, e i colpi hanno un effetto cumulativo.
    [La grandezza del campo infestato dalle spore sarà vincolato (metri) in base al livello energetico ottenuto.]

    Carezza di Gea
    La sua abilità nel controllo delle spore e dei funghi non si limita solo ad approcci prettamente offensivi, ma anche nel poter usufruire di peculiarità difensive se fosse necessario, in caso di minaccia.
    Si potrà decidere se usufruire direttamente delle spore facendole vorticare cosi da avvolgere la sua figura, o creare strutture parziali mediante la crescita dei funghi che andranno a sovrapporsi in zone specifiche in base alla necessità, mutandone di conseguenza la forma della stessa barriera: da parete, a cupola, potendo anche creare più strati di funghi affinché si possa garantire una robustezza maggiore.
    [Difesa Fisica]


    Tutto dura solo un'attimo. Un'impatto ancora più forte del precedente.
    Silenzi. Anzi, in origine senti un fragoroso boato che successivamente muta in un fischio e poi silenzio.
    Sgrani gli occhi.
    Senti il cervello venire sballottato, per essere più precisi shakerato.
    Spalanchi la mascella.
    Cadi in ginocchio.
    Due colpi di assurda potenza ti colpiscono contemporaneamente all'altezza dei tuoi timpani: sia il destro che il sinistro.
    E 'un tormento.
    Ti ritrovi inginocchiato dinnanzi l'essere.
    La vista si sfoca maggiormente.
    Sei in un quasi stato comatoso.




    Tutto si fa bianco. Poi nero. Poi informe.

    I tuoi occhi sono sbarrati.
    Ma in questo caos che ti opprime comunque una voce riesci ad udirla.
    La stessa voce che ti ha fomentato alla battaglia.
    Il suo sprone è chiaro... perché di questo si tratta.

    COMBATTI!



    •Strido della madre: propagazione tumultuosa
    Si tratta di una tecnica utile in appositi ambienti al chiuso delimitati da pareti e soffitti. Una volta creato il primo fungo esso comincerà a moltiplicarsi : per rendere efficace la moltiplicazione bisognerà accumulare cosmo nel costrutto di origine così da rilasciare le spore che permetteranno la propagazione.
    La crescita deve avvenire in maniera consapevole e volontaria, per questo è fondamentale che l'azione sia ben studiata nello stesso modo in cui si effettuerebbe in un attacco.
    L'obiettivo è quello di occupare sempre più spazio e limitare gli spostamenti dell’opponente nel tentativo di inglobarlo e sommergerlo (cosmo particolare ed energia dell’avversario permettendo).
    Se uno o più funghi dovessero anche solo sfiorare l’epidermide, quest’ultimi andrebbero ad attaccarsi sulla zona interessata mediante la peculiarità di riuscire ad attecchire sulla carne.
    Una volta innestati saldamente sulla superfice cutanea, la loro reale funzione verrà innescata: affondare le radici nella carne è debilitare la concentrazione dell'avversario a causa degli atroci dolori causati da quest'ultime.
    [La crescita di numero dipenderà dal livello energetico raggiunto: più sarà alto, maggiore sarà lo spazio che si potrà occupare tramite il processo innescato dalle spore.]


    Benché la tua mente e il tuo corpo siano fortemente provati, un fortissimo impulso adrenalinico divampa imperiosamente.
    Nuova energia corvina ti avvolge. Tale è la furia intrisa nella nuova forma condensata da ottenere la tetra cromatura.

    gon-hunter-x-hunter

    La massa di energia rilasciata è talmente elevata da far tremare lo stesso stabile .
    L'ultimo attacco subito ti ha arrecato un vero e proprio handicap: i timpani sono infestati da un fastidiosissimo ronzio.
    Sono gravemente danneggiati - percepisci qualcosa di caldo colare dalle orecchie (si tratta di sangue).
    Stringi i denti, cerchi di ignorare la limitazione che attualmente ti vede sconfitto per toccare una sorta di stato di trascendenza.
    La voce onirica ti infonde riottosità.
    E' potente.
    Come se un'antica reminiscenza ti faccia immergere in una consapevolezza in principio dimenticata ma ora ritrovata.

    Crepa!

    Così ha inizio il tuo canto del cigno.
    I tuoi pensieri sono chiari, sconfinando dal mondo dell'immaginazione a quello materico della realtà.
    In origine espandi l'energia affinché si vada a creare un fungo possibilmente sotto i piedi dell'avversario, vista la vicinanza di voi due (praticamente a distanza zero).
    E' solo l'inizio.
    Senza smettere di infondere energia nel costrutto, fai sì che quest'ultimo si moltiplichi per tot volte fino a dove ti è concessa l'opera di proliferazione: vuoi occupare sempre più spazio e diminuire, conseguentemente, la libertà di movimento. Mettere alle strette il tuo avversario.
    Ovviamente essendo una tattica non hai la certezza che possa andare in porto, ma comunque sei obbligato a provare.
    Devi giocarti il tutto per tutto.

    Ordini che il fungo originario si divida e poi si moltiplichi ininterrottamente.

    Si divida e poi si moltiplichi.
    Si divida e poi si moltiplichi.
    Si divida e poi si moltiplichi.
    E ancora.
    E ancora.

    Una strana consapevolezza domina il tuo sapere.
    Ti chiedi il motivo per cui la tua immaginazione crei simili forme e addirittura essere in grado di materializzarle.
    L'affiatamento con il tutto si rafforza.
    Una parola risuona nella tua testa.

    GEA

    L'energia brucia sempre più. Ti sforzi oltre l'umano consentito.
    A questo punto la domanda è lecita: a quale pro un tale dispendio di energie?
    Semplice: l'effetto diabolico celato negli stessi funghi.
    Nel qual caso uno di essi o più riuscisse anche solo a sfiorare la cute dell'opponente si innescherebbe un processo parassitario. Come? Ovviamente innestandosi mediante specifiche radici prodotte dai funghi stessi che andrebbero ad attecchire con l'epidermide.


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    cordi3a
    GAMBO - Mente: Confuso. Disorientato. In stato di trance..
    RADICI - Corpo:
    Parte I:
    Principio emorragico alla bocca dello stomaco. Frattura al naso. Diverse costole incrinate con principio di frattura. Braccio sinistro fuori uso, probabilmente rotto .
    Parte II: parziale danno ai canali uditivi. Sente un fastidioso ronzio. Forte mal di testa. Nausea. Giramento di testa. Annebbiamento. Vista sfocata.

    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo: Nuovamente Rodhlann tenta una difesa dopo che l'avversario ha eseguito uno dei suoi subdoli attacchi sonici. Il colpo è forte, tanto da subire stordimento e confusione ritrovandosi quasi sconfitto ma cerca di non arrendersi, soprattutto grazie alla voce che rimbomba nella sua testa che lo motiva. Quindi tenta un contrattacco.

    Si ringrazia Guardian of the Se per l'aiuto con il layout.


    Edited by Ramiel - 5/10/2023, 10:08
     
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    XII



    Di nuovo quel sorriso su di unqualcosa che poteva definirsi un volto da incubo.

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    «Lasciati andare, bastardo. Lasciati andare e basta. Che cosa puoi fare?»



    L'attacco dell'eletto rispose per lui, la forza della madre in ogni sua creatura, la forza della vita che scorreva nell'architettura denominata Realtà la rendeva difficile da sconfiggere.
    La stessa forza che albergava in quell'uomo. La stessa forza che rendeva manifesta la volontà della Madre.
    L'urlo fu tremendo. I funghi attecchirono: spore che non aveva potuto vedere: tronfio, troppo preso da se stesso e da una facile vittoria.
    Ma gli Eletti di G.E.A erano ostici a morire. Disgraziatamente e maledettamente fermi nelle loro posizioni. Non cedevano, non arretravano, versavano sangue nel silenzio, senza un sospiro, senza echi, senza oro o gloria.
    Eppure portavano la devastazione contro tutto ciò che attentava l'Equilibrio.
    Nella loro neutralità non c'era bene né male, c'era solo la Vita e la Creazione.

    E per queste potevano anche sputare intestini e cervella ma non avrebbero arretrato.
    Il corrotto urlò ancora, preda del dolore e della rabbia. Voleva una vittoria facile, voleva ucciderlo lentamente per gustarsi l'orrore nei suoi occhi, la disperazione strozzargli la voce in gola mentre tutto quello che aveva veniva ridotto in altro. Quella consapevolezza che, per quanto si sforzasse, non era né un eroe, né un Dio che la prosa, l'epica avevano fatto credere. Rimanevano solo favole.
    La realtà era fatta da sangue e budella sputate sul pavimento, tenute con mani che tremavano mentre la vita scivolava via senza poterci fare nulla.

    E lui, un qualcosa di superiore, stava facendo questa fine?
    Scivolare nel nulla senza fare nulla?
    Un Dio ridotto a verme che si agitava su di un ramo?

    No.
    Rimaneva un Dio è chi stava davanti a lui solo lo scarto di un mondo che cambiava. Loro erano il passato.
    Batté le mani in maniera violenta l'una contro l'altra per generare un onda sonora capace di generare ultrasuoni per confonderlo. Un fastidioso ronzio alle orecchie.
    Per poi vederlo arrivare, caricando di spalla a piena velocità puntando a travolgerlo.
    Per colpirlo in pieno petto e scaricarli addosso la forza del suono.
    Con la stessa potenza che avrebbe generato l'esplosione di una bomba.


    NOTE MASTER: Fai male al corrotto. questo lo spinge a temerti e ad attaccarti violentemente.
    battè violentemente le mani generando ultrasuoni che hanno la funzione di destabilizzare il tuo udito(ATTACCO DEBOLE).
    Poi ti carica a testa bassa, con una spallata scaricandoti addosso la potenza del suono come se sentissi l'esplosione di una bomba a pochi metri da te(ATTACCO FORTE)


    Edited by Lyga - 6/10/2023, 00:32
     
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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    il debole che mangia il forte

    “C'è chi sogna di dominare il mondo e chi dedica tutta la vita alla creazione di una spada. E se c'è un sogno a cui sacrificare tutti se stessi, c'è anche un sogno simile a una tempesta che spazza via migliaia di altri sogni. Non c'entra la classe, né lo status, e neppure l'età. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato "sogno".”Grifis



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Perseveranza. Costanza. Fiducia. Credo. Desiderio. Sogno. Speranza.
    L'umanità è anche questo, non solo orrore e depravazione.
    L'innegabile realtà dei fatti è che il mondo si è rovinato con le sue stesse mani: di questo, per quanto moribondo, ne sei certo.
    La cattiveria non è un sentimento nato così all'improvviso, con la discesa dell'Apocalisse che ha involuto i pochi sopravvissuti; no... si tratta di un sentimento antico quanto lo stesso pianeta.
    Anzi, a rifletterci attentamente, questo stato di malessere nefasto si può datare anche precedente alla creazione del brodo primordiale e, probabilmente, già esistente quando il mondo era una sfera di fuoco che accennava timidamente un principio di rotazione.
    Per quanto ti stia scontrando con un servo dell'oscurità, il male non lo definiresti una sorta di possessione ma più simile ad un virus: è capace di infettare ogni molecola del tuo essere e farti sprofondare nell'oblio più tetro.
    Il male non ha una data di creazione o di conclusione.
    Il male semplicemente esiste dalla notte dei tempi: da principio.

    Il luogo in cui attualmente sei prigioniero è solo una delle infinite sfaccettature della fisionomia del male.
    L'essere abietto. Il generale. Non vuole cedere. La sua orripilante fisionomia ostenta fierezza.
    Il male è anche questo. L'ostacolo che vuole annichilirti.
    Questa sorta di pseudo divinità che ti fronteggia.
    L'espressione macabra. Vessillo di sottomissione.
    Il suo sorriso acuminato e malefico cerca di intossicarti avvizzendo il tuo ardore. La sprezzante sicurezza di servire un potere talmente spropositato da infettare ogni cosa e ineluttabilmente sopraffare ogni cosa: perché questa antica malattia è presente in ogni luogo e può trascendere il tempo e lo spazio, oltre che plasmare le tre dimensioni e quindi annichilire la stessa percezione indebolendo la volontà altrui.

    Come detto, però, l'umanità non è solo un'arena di folli invasati che pregano un Dio dispensatore di morte e orrore: c'è altro.
    L'umanità è anche la bontà di sconosciuti che decidono di accoglierti fidandosi.
    L'umanità è il sorriso di due bambini che mostrano gioia per dei semplici pezzi di carta trasformati in primitivi giocattoli dozzinali (Scriccioli).
    L'umanità è un ragazzo che per quanto limitato nella sua forza e resistenza, si batte con foga e ardore non accettando la sconfitta (Feròn).
    L'umanità è anche il ricordo di momenti felici: mariti e mogli uniti dall'amore profondo (Oisìn).
    L'umanità è anche il superare ogni pregiudizio e credere nella forza del gruppo (Muirgen).

    Sei fermamente convinto che non tutto si è disintegrato.
    Sei profondamente convinto che possa ancora sorgere l'alba.
    Sei profondamente convinto che si possa costruire una civiltà fondata sul rispetto reciproco.
    Sei profondamente convinto che l'umanità possa riuscire a redimersi.
    C'è ancora speranza.

    Rigurgiti altro sangue. Tenti di portare una mano alla bocca per arrestarne la sgradevole fuoriuscita.
    Il tuo avversario è intento a difendersi dal giudizio della Dea Madre che ha cominciato a far calare la sua cruda sentenza dilaniando la putrida carne che ricopre le marce ossa.
    Dolore. Intenso dolore.
    La tattica sembra aver ottenuto i risultati sperati.

    Non ridi più, eh? Non è piacevole piegarsi, giusto?

    Tossisci diverse volte. Ti è difficile parlare: la gola ti brucia.
    Non vi è una sola parte del corpo che non richieda tempestive cure mediche.
    Ansimi e tossisci. Ansimi e tossisci.
    Altro sangue che cade su quel terreno adornato di polvere, detriti e macerie e ora anche chiazze di sangue che vanno formando piccole pozze.
    Ti sforzi di osservare per quanto ti sia possibile.
    Un occhio aperto, l'altro chiuso.
    Osservi la figura sfocata della bestia dimenarsi e agitarsi. Devi prepararti, non è finita'.
    Richiami l'energia ancestrale al fine di creare due funghi che coprano i già malandati canali uditivi.
    Il tuo obiettivo è cercare di assorbire parte di quel diabolico suono seppur il tuo udito sia già fortemente debilitato.
    Il ronzio non cessa, anzi aumenta.
    Per tale motivo decidi di infondere all'altezza dell'orecchie quella misteriosa energia e far germogliare la materia fungina ma non solo, ne potenzi la struttura rafforzandola con ulteriore energia che possa rendere i cappelli e i gambi più resistenti.
    Ormai hai capito in parte come funzionano i suoi attacchi.

    Questo ovviamente non basterà, ne sei più che certo, infatti il colpo comunque si farà sentire.
    Il tuo senso dell'orientamento viene messo a dura prova, così come l'equilibrio della massa cerebrale che senti dolerti.
    Senti il tuo cervello liquefarsi per poi ricomporsi ma in modo diverso, simile a un quadro cubista.

    Altro sangue viene rigurgitato ma non solo, adesso il fluido corvino comincia a colarti anche dagli occhi e dal naso.
    Sembri una fontana: naso, bocca e orecchie rilasciano il liquido cremisi.
    E' una tortura, L'eclissi è sempre più vicina.
    Questo comunque non ti ferma dal precauzionarti ulteriormente: ormai comprendi quanto questo essere sia subdolo e pronto a tutto per annientarti.
    Senza pensarci due volte, spinto dall'istinto vano della sopravvivenza, richiami il flusso per creare un muro composto da funghi.
    Deve essere un'azione eseguita in fretta perché sei certo che l'esigua distanza che vi separa sarà presa in considerazione; quindi produci più funghi possibili che vadano a intrecciarsi, posizionarsi l'uno sopra all'altro e addirittura soprapporsi.
    Cerchi di contrastare il potenziale assalto.
    La forza irrefrenabile contro l'oggetto inamovibile.


    BOOOOM!!!!



    Poi il boato.
    Non senti più la terra sotto i piedi.
    Hai come la percezione di librarti in volo.
    Un calore assurdo all'altezza del petto.
    Senti per qualche istante fermarsi il cuore.

    Sei morto? Stasi.

    Privo di coscienza vieni scaraventato con violenza sbattendo contro della materia solida, probabilmente una delle pareti murarie, forse qualche transenna, o qualsiasi altro tipo di struttura che sentenzia il violento urto che determina l'arrivo a destinazione.
    La condizione è critica, anzi, sei più che moribondo.
    La bocca rimane spalancata.
    Non accenni risposta.
    Hai sonno.
    A essere onesti Morfeo ti ha già abbracciato.
    L'eclissi infine è giunta.


    Fine della tua storia!?

    TuTuMp... TuTump..

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    Ricapitolando:
    Le azioni sono rapide e furiose... ogni evento e conseguente all'altro - al pari di un effetto domino - incastrandosi in un grande spettacolo composto da momenti singoli di protagonismo con un retrogusto potentemente emotivo.
    Ognuno recita un ruolo in cui si rispecchia, a suo modo, protagonista.
    Un quadro generale che ha dato vita ad una trama che sta toccando risvolti a dir poco drammatici.
    I tuoi occhi si sgranano, la bocca si apre repentinamente per il contraccolpo che sconquassa petto e addome: un impulso famelico di nausea come se dovessi vomitare espletando saliva mista a sangue.
    Quel frame non è altro che preludio alla scena seguente del tuo corpo che viene scaraventato con violenza inaudita.
    Sembra finita... chiunque non sarebbe in grado di reagire dopo una simile violenza subita.
    Una chiara intimazione a non doverti rialzare e starsene buono a terra per leccarti, al pari di un cane bastonato, le ferite.
    Il tuo essere giace a terra, la bocca è ancora spalancata e sembra che tu sia svenuto mentre il dolore opprime il corpo martoriato.

    Si dice che di solito il mare prima di agitarsi mostri quiete per aprire poi i cancelli alla furibonda tempesta.

    TuTuMp... TuTuMp...

    Anche in questo caso, come nell'esempio citato, il momento di quiete ritrovato non è altro che prefazione alla furiosa scesa in campo della voce che non cessa di riecheggiare..

    LO SCOPO È LA VITA
    COMBATTI
    LA TUA GUARDIA HA INIZIO.


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    Abbiamo parlato di momento drammatico; la parola non è menzionata tanto per citarla ma perché, come detto, tu Rodhlann celi scheletri urlanti nell'armadio: un ragazzo divorato dall'orgoglio.
    Purtroppo vivere di orgoglio, combattere come un cane rabbioso ringhiando e abbaiando contro il mondo - strada non rara per chi porta sulle spalle un difficile passato - non è una scelta che può far ottenere gloria o successo.
    Di fatti ora ti ritrovi riverso a terra perché devi pienamente svuotarti di astio e tormento.

    Il LifeStream va protetto. Il Creato salvaguardato.
    Contro l'Orrore combatti.


    tokyo-ghoul

    Improvvisamente ti ridesti.
    Per un attimo senti il respiro mancare tanto da aspirare più aria possibile dalla bocca per riversarla nei polmoni.
    Ora ti è tutto chiaro.
    Fai fluire il potere. Carichi di considerevole energia la mano ancora funzionante per poi poggiare il palmo di quest'ultima sul terreno e infondere in esso l'essenza affinché innumerevoli funghi comincino a germogliare in ogni zona.

    Crescita rigogliosa
    [Categoria: Vegetali Unici]

    Il Cordyceps, fungo da cui attinge potere Rodhlann viene così manipolato e generato a piacimento, espandendo il suo cosmo e permettendo in questo modo la crescita del vegetale a cui è permesso attecchire su qualsivoglia superfice: anche la carne stessa dell'avversario.
    Sarà così possibile manipolare anche le stesse radici del fungo che a sua volta potranno fare da tramite per espandere la propagazione del vegetale e assumerne un pieno controllo secondo le più disparate e ingegnose strategia che l'eletto voglia impiegare: per capacità di creazione dell’elemento si intende la possibilità di creare dalla propria emanazione il suddetto vegetale che può essere direzionato, espanso, intrecciato e plasmato dal cavaliere, a scopi offensivi e difensivi.
    Egli può accelerarne la crescita, manipolarne la forma e “animarne” la struttura a proprio vantaggio.
    Il controllo del vegetale è limitato fino a energia blu: sostanzialmente non si ha telecinesi selettiva sul vegetale, da blu in poi sarà possibile guidare i movimenti di ciò che si crea.
    [Ovviamente il potere di modellazione ed espansione dei funghi dovrà sottostare al limite del regolamento in base al livello energetico ottenuto: più si salirà di energia, maggiore sarà l'estensione della zona modificata.]

    Continui nell'azione di infondere energia instabile nei costrutti che si moltiplicano sempre più: vuoi far germogliare una vera e propria distesa ricomprendo l'intera pavimentazione. Neanche un centimetro di spazio deve sfuggirti.
    Questo è l'obiettivo.
    Questo è l'intento definitivo mentre, a fatica, alzi impercettibilmente la mano destra per eseguire un semplice gesto: schioccare indice e pollice e innescare un'esplosione a catena che incenerisca una volta per tutte quella dannata creatura.
    Successivamente avresti cercato di riportarti in posizione bipede.
    Stringendo i denti ti saresti imposto di stare eretto così da essere pronto, eventualmente, ad altre ipotetiche offensive se anche stavolta la bestia fosse riuscita a cavarsela, per il rotto della cuffia, dimostrando di conseguenza una resistenza fuori dal comune.


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    cordi3a
    GAMBO - Mente: Motivato a chiudere la partita benché la confusione e il senso di timore non siano cessati.
    RADICI - Corpo:
    Parte I: Principio emorragico alla bocca dello stomaco. Frattura al naso. Diverse costole incrinate con principio di frattura. Braccio sinistro fuori uso, probabilmente rotte .
    Parte II: parziale danno ai canali uditivi. Sente un fastidioso ronzio. Forte mal di testa. Nausea. Giramento di testa. Annebbiamento.
    Parta III: Udito fortemente debilitato (perdita 80%) - Emorragia in atto - Dolore lancinante all'altezza del petto - difficoltà respiratoria - Fuoriuscita di sangue da occhi, orecchie e naso.

    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo:
    Rodhlan agisce per evitare che le onde sonore debilitino ulteriormente il suo udito e lo confidino maggiormente, per tale motivo crea due funghi all'altezza delle orecchie nella speranza che possano fungere da cuffie antirumore. Ovviamente riesce in parte nel suo intento e per evitare il totale annientamento, innalza un muro composto di funghi che attutisca il colpo.
    L'azione avversaria riesce in parte colpendolo al petto con violenza e scaraventandolo. Sono attimi concitati. Rodhlann perde coscienza, il cuore rischia un arresto cardiaco per il violento impatto. Dopo aver nuovamente udito la voce, il ragazzo come pervaso da una consapevolezza superiore agisce e tenta di fare la sua mossa. Riuscirà nella successiva mossa?

    Si ringrazia Guardian of the Se per l'aiuto con il layout.




    Edited by Ramiel - 6/10/2023, 09:37
     
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    Il debole che mangia il forte
    XIII


    «Uccidi. Consuma. Evolvi.»



    Contro questo si stava battendo.
    Si adattava ad un ritmo innaturale; così velocemente da contrarre milioni di anni d'evoluzione in qualche minuto.
    Per poter divorare la Realtà.
    Consumare la vita, evolvendosi, adattandosi, continuando a farlo in un ciclo infinito che avrebbe fatto collassare il sistema.
    Il fuoco divenne la sua arma e la sua difesa, per poter sopravvivere.
    Così come la lepre in trappola si divorò una zampa per la libertà, così quell'Orrore stava mutando per adattarsi ai poteri dell'Eletto. Perdendo molto di quello che era. I suoi muscoli si scioglievano, lasciando spazio ad un epidermide più dura e a scaglie, così la stazza stava divenendo più esile e agile.

    «Sentinella...»

    La voce era poco più di un rantolo eppure vi era un odio che nessun essere umano poteva provare. Vi era una volontà così abissale da potersi perdere in quella follia che lo animava.
    Le fiamme si condensarono nella sua mano. Una sfera di due metri di diametro.
    Una sfera di fuoco capace di bruciare persino le ossa.
    Per poi divorarlo.
    Ossa e tendini. Cervello e anima.

    «Farai parte di noi...abbandonati alle fiamme di un nuovo ordine.»
    NOTE MASTER: Il corrotto evolve velocemente per finirti il più presto possibile. Palla di fuoco come ATTACCO FORTE
    te la lancia contro per farla esplodere e coinvolgere il terreno di scontro e te nell'esplosione.
    Vediamo come resisti
     
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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    il debole che mangia il forte

    “Il tempo, proseguirono le onde, è immobile; non ha né inizio, né fine. Che abbia movimento e sia la causa del mutamento è solo illusione. In realtà, il tempo stesso è illusione perché, a parte la visuale ristretta degli esseri delle dimensioni limitate, non esistono cose come il passato, il presente e il futuro. L’uomo pensa al tempo soltanto in virtù di ciò che chiama cambiamento, ma anche quest’ultimo è illusione. Tutto ciò che era, che è, e che sarà, esiste simultaneamente.”Howard Phillips Lovecraft



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Oltre ogni immaginazione.
    Ciò a cui assisti non è concepibile per la mortale mente umana.
    Atomi che si scindono, si rimodellano, prendono nuova forma.
    Come già affermato, il male non ha né un principio e né un epilogo, esiste e basta e, come tale, anche il suo rapporto con il materico è un qualcosa di totalmente astratto che scinde la comprensione di spazio, tempo, larghezza, lunghezza e profondità.
    Il potere di di poter essere in grado di plasmare la stessa dimensione e destreggiarsi al pari un giocoliere con molecole e atomi.


    «Uccidi. Consuma. Evolvi.»



    La voce metallica riecheggia.
    Stride come se delle unghie grattassero su una lavagna deturpando ancora di più il tuo già precario udito.
    Il corpo chiede tregua.
    Chiede di cedere il passo ma la mente si rifiuta.
    Ribellione. Rifiuto.
    Porti una mano sul fianco destro: altro dolore.
    Stringi i denti e poi vomiti altro sangue.
    Ormai hai perso il conto delle volte che il fluido vita è stato espletato dalla tua bocca.
    Ansimi. Il respiro è maledettamente pensante: forse è collassato anche un polmone.
    Cosa cambia a questo punto? Danno in più o meno, la nera mietitrice è in attesa di arraffare la tua anima e scaraventarti all'inferno.
    Se non fossi messo così male ti divertiresti a fantasticare in quale ipotetico girone ti accoglierebbero.
    Dovrà però ancora attendere il giusto, non prima di aver chiuso la spinosa questione con questo essere che trascende la logica e si rimodella sfruttando le stesse molecole e atomi che lo circondano.
    L'attacco che hai rilasciato è stato fragoroso ma stranamente, più che danneggiarlo, sembra averlo nutrito.
    Osservi sgomento uno spettacolo che la tua mente non comprende e intanto la voce della madre riecheggia in contrapposizione allo strido del male.

    ESISTIAMO PER PROTEGGERE LA CREAZIONE
    ESISTIAMO PER COMBATTERE L'ORRORE
    ESISTIAMO PER QUESTO



    L'ordine è categorico, non indietreggiare ma affrontare.
    Questo ormai lo hai ben innestato nel cervello.
    Ti è chiara la missione e seppur le tue gambe si reggano a fatica, non disobbedirai al comando ma anzi, lo abbraccerai con tutto te steso.
    Lo spettacolo macabro che scruti con l'occhio ancora buono è sconvolgente: l'essere si sta liquefanno, LETTERALMENTE.
    Mai orrore più stomachevole hai osservato.
    Nessuna esperienza fatta nella tua vita si può paragonare alla crudezza dello "spettacolo" che stai visionando.
    Tutto ciò è folle. Inaudito. Insensato.
    Quello che però ridesta la tua lucidità è la stessa rappresentazione del male su cui rimugini: le multiple forme.

    Non puoi comunque non rimanere basito.
    Incredulo.
    Sgomento. I
    n quell'attacco lanciato hai riversato una potenza tale che ti rifiuti di accettare un simile magro risultato.

    «Sentinella...»



    Non senti benissimo eppure un messaggio, non da parte della voce della madre, ti penetra il cervello: ti è chiaro ciò che è stato detto.
    Un brivido discende lungo la schiena e cominci a sudare freddo.
    Odio.
    Puro odio da far marcire ogni cosa ti è stato lanciato addosso.
    La maledizione di una creatura offesa nell'orgoglio che non vuole, anzi, non può accettare l'oltraggio di essere stata ferita da un misero umano.
    Una razza ai suoi occhi inferiore, destinata solo al macello. All'annientamento.
    Follia. Una follia talmente densa da percepire i pori della tua pelle espandersi sprigionando l'ormone della paura.
    L'epidermide diventare ruvida.
    I peli rizzarsi dando vita alla più comune pelle d'oca.
    L'abisso ha intenzione di fagocitare ogni cosa.
    Estinguere ogni creatura presente: non importa se a cadere siano pure i fedeli servitori.

    «Farai parte di noi...abbandonati alle fiamme di un nuovo ordine.»



    Il fuoco divoratore nella sua mano, generato e nutrito dal tuo stesso potere.
    Osservi.
    Danza e fluttua nella mano artigliata dell'immondo.
    Il potere avversario cresce, si espande.
    Puoi percepirne l'inaudita potenza che senza tentennamento accresce la sua furia.
    Che accresce la sua tensione nel desiderio di mietere vita.
    E' chiaro il messaggio.
    Dovresti avvertire Feròn (dove diavolo è finito) anche se lo scontro ormai si concentra esclusivamente su voi due.
    Non è dato sapere il destino degli altri.
    L'unica cosa che conta, in questo momento, è la fame della bestia che cresce ed è pronta ad emettere il suo ruggito per scattare e polverizzare tutto quello che la sfera gigantesca è pronta a fagocitare: deve essere almeno di due metri di diametro.
    Non vi è possibilità di scampare alla collisione.
    Si può solo provare a contenere il danno.
    Provare in qualche modo a dimostrarsi più coriacei.

    •Spore
    [Categoria: Alterazione - Manipolazione]

    Seconda temibile abilità dell'eletto di Cordyceps è quella di poter rilasciare nell'aria, sia tramite il fungo stesso o la creazione mediante il cosmo, microscopiche spore che fluttuano in ogni parte della zona designata affinché vengano inalate o infettino mediante l'accesso dei pori dell'epidermide.
    Il risultato sarà quello di poter far attecchire lo stesso fungo all'interno del corpo avversario per utilizzarlo come tramite e, conseguentemente, facilitare l'efficacia delle offensive tramite gli effetti e le strategie più disparate.
    Le spore hanno un effetto del tutto simile a quello di un veleno: dopo l'inalazione nel primo turno (per cui servono esposizioni continue/progressive), seguiranno specifici effetti. La capacità delle spore agisce su più turni in maniera graduale, e i colpi hanno un effetto cumulativo.
    [La grandezza del campo infestato dalle spore sarà vincolato (metri) in base al livello energetico ottenuto.]


    Crescita rigogliosa
    [Categoria: Vegetali Unici]

    Il Cordyceps, fungo da cui attinge potere Rodhlann viene così manipolato e generato a piacimento, espandendo il suo cosmo e permettendo in questo modo la crescita del vegetale a cui è permesso attecchire su qualsivoglia superfice: anche la carne stessa dell'avversario.
    Sarà così possibile manipolare anche le stesse radici del fungo che a sua volta potranno fare da tramite per espandere la propagazione del vegetale e assumerne un pieno controllo secondo le più disparate e ingegnose strategia che l'eletto voglia impiegare: per capacità di creazione dell’elemento si intende la possibilità di creare dalla propria emanazione il suddetto vegetale che può essere direzionato, espanso, intrecciato e plasmato dal cavaliere, a scopi offensivi e difensivi.
    Egli può accelerarne la crescita, manipolarne la forma e “animarne” la struttura a proprio vantaggio.
    Il controllo del vegetale è limitato fino a energia blu: sostanzialmente non si ha telecinesi selettiva sul vegetale, da blu in poi sarà possibile guidare i movimenti di ciò che si crea.
    [Ovviamente il potere di modellazione ed espansione dei funghi dovrà sottostare al limite del regolamento in base al livello energetico ottenuto: più si salirà di energia, maggiore sarà l'estensione della zona modificata.]


    Non hai tempo per tergiversare riflettendo su multipli piani che possano offrire soluzioni alternative, quindi agisci mentre ormai la bestia è pronta lanciare.
    Richiami l'energia affinché le spore comincino a roteare intorno alla tua figura ma non solo, oltre a questo, rafforzi con un secondo e un terzo strato la difesa creando il bozzolo precedentemente utilizzato.
    Speri che questo possa bastare ma sai che altro dolore, se ti andrà bene, sopraggiungerà spezzandoti il fiato.
    Il colpo giunge infine, ogni cosa viene fagocitata dall'esplosione delle fiamme.
    La difesa regge fino a dove è possibile resistere ma il calore è intenso; percepisci l'epidermide venire ustionata e parte dei vestiti fodersi con la carne.
    Urli per il dolore.
    Il tuo corpo emana fumo e le ustioni sono ben evidenti.
    Cadi a terra in ginocchio.
    Poggi anche le mani e chini il capo.
    Respiri profondamente.
    Sgrani gli occhi.
    Fa male.
    Sei al limite.
    Oltre il limite.
    Questa volta non solo rigurgiti sangue, ma vomiti anche bile. Il senso di nausea è forte.

    tg-3

    L'ORRORE VA DISTRUTTO NON SOLO ESTERNAMENTE MA ANCHE INTERNAMENTE. PRODIGATI NELLA MISSIONE



    Nuovamente porti la mano ancora integra per toccare il terreno incenerito.
    Nuovamente infondi l'energia per innescare la crescita, ma questa volta non ti fermi al campo di battaglia: espandi i funghi (infusi di energia) su ogni parete e persino il soffitto.

    •Accerchiamento Tossico
    Portando una mano aperta nell'eloquente gesto di toccare il terreno, Rodhlann infonde l'elemento cosmico sulla superfice affinché possa germogliare un vero e proprio campo di funghi che potrà anche essere esteso (la grandezza sarà limitata dal metraggio imposto dal livello energetico in possesso) su pareti e soffitto in caso di luoghi al chiuso: carichi di cosmo instabile, essi cominceranno ad esplodere al pari di petardi così da innescare la disgregazione e rilasciare nell'aria le spore.
    L'obiettivo ultimo sarà quello di depositare le larve: nel caso in cui l'azione di far penetrare i pulviscoli - mediante l'inalazione o tramite i pori della pelle - dovesse riuscire, l'effetto seguente sarebbe quello di far crescere diverse radici che, sottili quanto capelli, andrebbero ad attorcigliarsi intorno ai vasi sanguigni per rallentare l'afflusso di sangue e far provare un dolore indicibile all'avversario (ovviamente livello energetico permettendo).
    Effetti per turno: crampi, formicolii, ridotta sensibilità, difficoltà alla deambulazione
    [L'esposizione deve essere perpetrata su più turni: nel primo turno avviene la contaminazione. Per eventualmente poter innescare gli effetti specifici sono necessari 3 turni]


    Vomiti nuovamente sangue ma non cedi.
    Certo, i muscoli si contraggono, l'arto trema, ma ti sforzi di procedere.
    Continui a rilasciare energia neanche fossi un'idrante.
    La proliferazione aumenta.
    L'intento è chiaro.
    Ricoprire pareti e soffitto, oltre che pavimento (se si può definire ancora un pavimento).
    Questa volta l'attacco non si concentra nel colpire il corpo mediante radici o esplosioni pirotecniche, no, vuoi usare un'arte più subdola.
    Una volta creati tanti funghi da poter occupare almeno le pareti, avresti ordinato a quest'ultimi di esplodere ma in modo diverso: questa volta la detonazione non avrebbe innescato attacchi diretti ma solo il rilascio di spore.
    Spore microscopiche - tantissime - che avrebbero fluttuato nel aria, pronte ad essere inalate o aspirate dai pori della pelle e poter risalire depositandosi all'interno dei vasi sanguigni.
    L'effetto non sarebbe stato immediato ma graduale: la creatura se colpita dagli effetti avrebbe percepito inizialmente fastidiosi effetti sino a sentire dolori acuti e lancinanti strapazzarla interiormente.


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    cordi3a
    GAMBO - Mente: Motivato a chiudere la partita benché la confusione e il senso di timore non siano cessati. Incredulo.
    RADICI - Corpo:
    Parte I: Principio emorragico alla bocca dello stomaco. Frattura al naso. Diverse costole incrinate con principio di frattura. Braccio sinistro fuori uso, probabilmente rotto.
    Parte II: parziale danno ai canali uditivi. Sente un fastidioso ronzio. Forte mal di testa. Nausea. Giramento di testa. Annebbiamento.
    Parta III: Udito fortemente debilitato (perdita 80%) - Emorragia in atto - Dolore lancinante all'altezza del petto - difficoltà respiratoria - Fuoriuscita di sangue da occhi, orecchie e naso.
    Parta IV: Ustioni su gran parte del corpo (Minimo II° grado: situazione grave). Dolore acuto a entrambi i fianchi. Vomito

    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo:
    La situazione si sta facendo critica. Rodhlann agisce come può imbastendo una difesa che possa permettergli di sopravvivere, non certo di uscirne illeso visto la differenza di forza. Successivamente tenta un nuovo approccio, questa volta usando le spore. Sarà la volta giusta? O perirà miseramente?

    Si ringrazia Guardian of the Se per l'aiuto con il layout.




    Edited by Ramiel - 6/10/2023, 20:12
     
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    La volontà a volte non basta. Uno scontro è fatto si di volontà ma anche di altro. Fortuna. Audacia. Esperienza.
    Tutte cose che in un combattimento aiutano a sopravvivere. L'epica era una favola; la guerra era tutt'altra cosa. Di eroi il mondo non ne era pieno, non era nemmeno semplice un atto di coraggio.
    Ma quest'uomo non era stato solo nella battaglia. Aveva avuto il suo sangue, aveva versato il proprio, aveva vomitato dolore e paura ma aveva affrontato un nemico ancora invincibile. Non solo per lui ma per molti tra i più forti guerrieri di questa Realtà.
    Alcuni di essi talmente grandi da essere miti e leggende.
    Non c'era biasimo nell'andare a terra non sconfitto, ma conscio di aver dato tutto. Anche se sarebbe stato mero palliativo di fronte alla morte.
    Ma non era solo.
    Un cosmo vasto, enorme si era posato vicino a lui. Uniti dal LifeStream.

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    Un attimo. Tra il dolore e gli spasmi, tra lo sforzo e i muscoli allo stremo, la pelle che si strappava e le orecchie distrutte vi fu questa semplice immagine che attraversò i suoi pensieri.
    Un mostro? Una volpe dal pelo dorato, candido e perfetto che lo guardava serenamente.
    L'esplosione gli attraversò i timpani, l'urlo bestiale rimbalzò tra le pareti distrutte che stavano cedendo per lo scontro.

    I Corrotti che sciamavano in questo luogo avevano trovato una spada e un messaggio che portava con il ferro e la Legge dell'Equilibrio incarnati da Agartha e da chi la difendeva.

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    «Hai fatto la tua parte. Lascia a me il resto.»



    Non era solo.
    Il Corrotto urlò ma qualcosa lo bloccò a terra. Uno strano glifo comparve al centro della sua testa. Il suo corpo iniziò a torcersi in maniera innaturale, a piegarsi, come se si trovasse sotto una pressa idraulica. Non era una cosa voluta.
    Qualcosa si teletrasportò intorno al corrotto, il lieve fruscio del vento e di un qualcosa che veniva tagliato. Ma con una delicatezza tale che sembrò danzare attorno a lui. Una splendida danza fatta di lampi d'oro e argento.
    Braccia delicate lo avvolsero,mani morbide lo presero. Come una carezza che profumava di malinconia.
    La voce come il vento che danzava tra i giunchi.

    «Andiamo. Ti aspettano.»

    Lo aspettavano, si. C'erano persone che lo attendevano ancora pensando già al peggio.
    Il mondo si fece nero mentre svenne del tutto.
    Ma avrebbe ritrovato quelli che lo avevano accompagnato fino ad oggi, oltre a molti di quei folli che avevano pensato più a se stessi che a sopravvivere.
    Una neutralità assoluta. La Corruzione nel male li uccideva, così come quell'essere li aveva salvati nello stesso modo.
    Chi fosse? Nessuno lo poteva sapere.

    «Ci ha portato fino a qui, all'Isola di Man ti ha curato e ci ha curati.»

    Oisìn era lì; spaesato, non sapeva più che dire né che pensare.

    «Che farai adesso?»

    Troppe strade da percorrere ora. Tutte per lui. Una valeva l'altra? A lui scegliere e incamminarsi sul suo sentiero.

    NOTE MASTER: Abbiamo finito. A te l'ultimo post e poi sei libero. Porto in valutazione XD
     
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    Non la separazione, ma la partenza... non la fine, ma l'inizio... potrà sembrare un po' triste, ma la vita è così...

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    il debole che mangia il forte

    “Quello che noi desideriamo sono giorni sereni in un luogo tranquillo in cui non ci siano guerre, niente saccheggi, niente omicidi. Un posto in cui gli uomini possano vivere davvero come uomini.”Trigun



    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Sei stanco.
    Vorresti solo dormire.
    Cadere a terra e darti tregua per far provare un minimo di sollievo alle tue stanche ossa.
    Agisci. Combatti. Tutto però sembra inutile.
    Per quanto provi a innalzarti; per quanto provi a librarti in volo, lui riesce a librarsi più in alto di te.
    Digrigni i denti. La rabbia diviene frustrazione.
    Cosa fare? Come poter agire?
    E' straziante avere il presentimento che tutto possa concludersi così.
    Che ogni sforzo sia stato vano.
    Il tuo pensiero va a Feròn: dove si sarà cacciato? Sarà ancora vivo?
    Provi ad accennare il suo nome ma la gola ti fa male. Troppe volte hai contratto il muscolo.
    Sono attimi di confusione. Profonda confusione.
    Rimani impassibile mentre vedi l'inevitabile accrescere la sua forza e, conseguentemente, inondare di vorace furia ogni angolo.

    Altro sangue viene rigurgitato.
    Lo stomaco fa male.
    I dolori sono insopportabili.
    Rantoli.
    Il canto del cigno alla fine è giunto a conclusione.
    Nella piena consapevolezza dell'ineluttabile, rimani fermo, in ginocchio, abbassando le braccia.
    L'ultimo attacco che hai portato ha consumato quella minima stilla di energia che poteva essere utile per aggrapparsi a una vana speranza.
    Il problema è il seguente: cosa può fare una formica dinnanzi all'onnipotenza di un titano?
    I tuoi occhi ormai sono privi della più irrisoria vitalità.
    Sono Vacui. Le palpebre si fanno pesanti. Il sonno pretende il suo palcoscenico.
    Un sorriso pregno di ironia si dipinge sul tuo volto.

    Dovresti biasimarti? Dovresti maledirti per aver fallito?
    L'istinto ti dice: destati cazzone. Continua.
    D'altro canto la più cruda realtà ti sussurra delicatamente di lasciati andare. Non puoi dare più di questo?
    Inutile biasimarsi o versare lacrime di rammarico.
    Non sei certo un tipo dalla lacrima facile, neanche in una situazione tanto drammatica.

    D'improvviso una luce abbagliante si materializza. Sei forse morto?
    Si sono per caso aperti i cancelli dell'aldilà?
    Non riesci a distinguere bene le forme.
    La tua vista è un casino.
    Puoi solo percepire una smisurata energia sfiorarti.
    Posizionarsi accanto a te.
    Il LifeStream? Sembra appartenere allo stesso flusso.

    Poi un'immagine strappa la tua corteccia cerebrale e si insinua tra i pensieri. I tuoi occhi nuovamente si ridestano e il gesto di sgranarsi è istintivo.
    Una gigantesca creatura.
    Una volpe imponente dal pelo dorato, candido e perfetto che ti osserva con ammirazione,
    Il suo sguardo trasmette serenità.
    Successiva a quella dolce immagine, seppur ferale nelle fattezze, un boato fragoroso invade i tuoi timpani indolenziti seguito da un inumano urlo: la devastazione del luogo che comincia a crollare pezzo per pezzo.
    Diverse creature abiette vengono giustiziate senza potersi appellare al giudizio della corte.
    Solo la lama della giustizia che cala inesorabile emettendo la sentenza già decisa a priori.
    Il puro dogma che ristabilisce l'equilibrio in un luogo che necessita della disinfestazione divina.

    «Hai fatto la tua parte. Lascia a me il resto.»



    Chi è costui che con mano ferma e piena serenità riesce a scatenare furia omicida senza manifestare la ben che minima vibrazione di disagio?
    Non capisci, tuttavia l'energia che emana ti è familiare. Molto familiare.
    Rimane qualche istante impassibile, girato di spalle.
    Impugna la spada puntando la lama verso il terreno: inzuppa quest'ultimo del fluido marcescente di entità che devono essere purificate.
    Non riesci a comprendere bene l'azione ma la facilità di esecuzione è sbalorditiva.
    Qualcosa blocca la creatura.
    Una qualche forma di forza che comincia a far contorcere la bestia: sembra oppressa da una pressione fortissima.
    Si piega e si contorce. Si piega e si contorce.
    La sofferenza che prova è reale, pari a quella che tu hai provato, se non addirittura superiore.
    Tenti di seguire le rapide azioni che si susseguono, per quanto ti è possibile.
    La tua vista è messa a dura prova a causa della stanchezza che non ti permette di mettere bene a fuoco.
    Poi l'annientamento ma senza palesare crudeltà brutale, no, al contrario.
    Il gesto è di un eleganza che rasenta il divino.
    Il taglio netto che recide la bestia e pone fine all'incubo.
    D'improvviso un tepore ristorativo ti avvolge; un caldo abbraccio tanto piacevole quanto beatamente nostalgico.
    Odi una voce pronunciare poche parole: il tono è quieto e meraviglioso.

    «Andiamo. Ti aspettano.»



    Questa volta Morfeo si impossessa realmente delle tue membra e le palpebre si socchiudono lentamente mentre le forme cominciano a svanire e il buio materializzarsi. Perdi coscienza.


    [...]



    Così come gli occhi si sono chiusi, la tua coscienza una volta ridestata permette ad essi di riottenere il pieno possesso della visibilità.
    Non senti più dolore.
    Ci senti nuovamente.
    Neanche il più irrisorio tormento appesta il tuo corpo.
    Come se si fosse trattato solo di un incubo terrificante che ha invaso il tuo sonno.
    Scatti portandoti in piedi.
    Sei vagamente agitato.
    Non tantissimo. Il giusto. Quel tanto da palesare la confusione di chi ha vissuto in un breve frangente troppe esperienze ed emozioni.

    «Ci ha portato fino a qui, all'Isola di Man ti ha curato e ci ha curati.»

    Quella voce. Inconfondibile. Oisìn.
    Il gesto è istintivo, lo abbracci talmente forte da soffocarlo.

    Lieto di rivederti amico mio.

    Non perdi tempo e cerchi gli scriccioli: abbracci anche loro.
    Non ti sei dimenticato ovviamente né di Feròn e né di Muirgen.
    Ti lasci andare a un momento di piena emotività in quanto hai veramente avuto paura non tanto per te, quanto per loro.

    «Che farai adesso?»



    Giustamente la domanda è lecita. Hanno capito che trattenerti significherebbe limitarti soprattutto ora che ti si è posta dinnanzi una nuova prospettiva.

    Per quanto desidereresti rimanere al loro fianco devi capire ancora molte cose e soprattutto devi nuovamente incontrare quella misteriosa figura che ti ha salvato.
    Non sai cosa sia.
    Se sia umana o altro, ma puoi partire da un indizio: in voi scorre la medesima energia.
    Vorrà pur significare qualcosa.

    Amici, con sommo dispiacere dobbiamo separarci ma vi prometto che un giorno ci riuniremo.
    Devo capire alcune cose, tra cui capire se vi è un modo per debellare definitivamente questa piaga e, soprattutto, incontrare nuovamente il nostro salvatore.
    Sento che la mia avventura è appena incominciata. Diversi quesiti devono essere risolti.
    Sento che questi poteri che mi sono stati donati mi sono stati concessi per sobbarcarmi di un onere: essere messi a servizio non solo dell'umanità, ma di un qualcosa di molto più grande che si chiama equilibrio.




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    cordi3a
    GAMBO - Mente: Perplesso e incuriosito. Deve ottenere delle risposte. Felice di essersi ricongiunto con il gruppo ma triste al tempo stesso perché sa che dovrà separarsi da loro..
    RADICI - Corpo: Guarito da ogni ferita
    DARIAN://
    MEMORIE - Riepilogo: Sembra ormai essere giunto l'epilogo ma nel momento più buio, una luce di speranza si frappone all'oscurità. Una misteriosa figura dai poteri straordinari interviene e uccide la bestia per poi portare in salvo Rodhlann che perde i sensi.
    Persa ogni cognizione temporale - non sa quanto tempo sia passato - si ridesta in un altro luogo per di più in compagnia di Oisìn e e degli altri che fortunatamente sono illesi e stanno bene.
    Purtroppo arriva il momento dei saluti.
    Rodhlann ha una doppia missione: deve andare alla ricerca della misteriosa figura e soprattutto ottenere una piena comprensione della sua nuova vita. Ci riuscirà?

    Postilla per il master: Mi sono divertito tantissimo: arigatou gozaimasu!!

    Si ringrazia Guardian of the Se per l'aiuto con il layout.




    Edited by Ramiel - 7/10/2023, 08:59
     
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