The Earth and the Mountain

add Giatz per Silver di Hercules

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    Lo shiko aveva ritemprato lo spirito di Ritch, quasi giunto allo scoramento più profondo per essersi dimostrato così impotente. Il suo ultimo attacco, difatti, aveva avuto un esito migliore. Certo... rimase in parte deluso per non essere riuscito a colpire l'avversario, ma perlomeno ne aveva catturato l'attenzione. Magro successo, effettivamente, quando di solito un montante del genere era in grado di far balzare in aria i comuni mortali con la mandibola spappolata. Ma era questo il punto e finalmente lo capì: colui che aveva di fronte, di umano aveva solo le spoglie. Un immenso potere, quasi divino, sprigionava quel corpo così esile ai suoi occhi, e forse l'italiano ne aveva visto una minima parte.

    Mai visto nulla di simile... Davvero un uomo è in grado di concepire tali miracoli attingendo dalla propria forza interiore?

    Rimase meravigliato dinanzi alle prodezze che egli mostrava. Un tronco dal notevole peso venne spostato con la forza della mente per essere proiettato a grandi velocità, e infine disintegrato in un solo colpo. Istintivamente il gigante si protesse il volto con il braccio, mentre una moltitudine di schegge rimbalzavano sul suo corpo, segno tangibile che ciò a cui assisteva era reale e non un'illusione.
    Lo sconforto stava di nuovo per assalirlo al cospetto di una simile dimostrazione di potenza, ma fortunatamente la Montagna fece in tempo a interpretare in modo costruttivo le parole dell'uomo. Gli stava tracciando una via da seguire. Gli stava dando la speranza che cercava... quella di essere più forte per proteggere le persone.
    Sapeva di doverlo fare, di riuscirci. C'era in gioco molto più dell'orgoglio, dell'onore o della gloria. Mai come in quel momento quegli obiettivi a cui un tempo ambiva, parevano del tutto futili e stupidi. Da quando la Corruzione era arrivata, la difesa dei deboli era diventata una sacra missione per lui e sentiva che anche suo fratello voleva che coltivasse quel sogno, per renderlo reale.
    Fu per questo motivo che non si ritirò, né parve turbato quando l'uomo gli indicò un macigno alto il doppio di lui, invitandolo a distruggerlo. L'impresa pareva proibitiva, eppure in quella notte, in terra ostile, dove tutto sembrava possibile, il gigante accettò senza indugio.

    «Io ce la farò, non per convincere te, ma perché devo, e non tornerò al villaggio finché non ci sarò riuscito!» proferì perentorio, piazzandosi di fronte al macigno.

    Forse era follia o la remota consapevolezza che qualcosa in lui stava lentamente cambiando? C'era solo un modo per scoprirlo.
    Il suo primo pugno impattò sulla roccia con la forza di un maglio. L'unico rumore che si sentì non era quello dello sgretolamento della pietra come aveva ingenuamente auspicato, semmai delle nocche della mano che si fratturavano. Respinse il dolore e ci riprovò, ancora e ancora, ma l'unico risultato fu la chiazza rossa che iniziava ad allargarsi sulla roccia ancora indenne. Furore e frustrazione invasero il suo animo, mentre le gocce di sangue cadevano dai pugni dilaniati. L'urlo che scaturì non era di dolore, ma di rabbia.
    Si fermò e respirò a fondo, capendo finalmente che con la mera forza bruta non avrebbe mai potuto vincere contro la pietra.

    La forza interiore...

    Come un mantra ripeté queste parole, mentre chiuse gli occhi. Quel macigno aveva resistito a migliaia di anni e a colpi ben più potenti dei pugni di un uomo, grande e forte che sia. Non ce l'avrebbe mai fatta. Doveva evocare quella forza che per un istante aveva percepito. Una forza che non veniva dai suoi muscoli.
    Focalizzò mente e corpo sul proprio pugno e poi in un punto preciso del macigno. Stette in una posizione statuaria, col pugno pronto e le gambe leggermente flesse, per lunghi secondi, forse minuti. Gli occhi ancora chiusi e il respiro regolare, le gocce di sangue che colavano dalle nocche. Se ci fosse stato in quel momento un terremoto improvviso, neanche se ne sarebbe accorto, talmente era alta la sua concentrazione.
    Il tempo pareva essersi fermato, fino a che un leggero alone verdastro avvolse il suo pugno. Non ebbe tempo di stupirsi, doveva approfittare di quel momento supremo in cui era padrone di quella forza appena evocata, cercata con insistenza nel suo animo. D'un trattò sbarrò gli occhi.

    Ora!

    L'impatto che ne seguì fu devastante, il suo pugno questa volta era andato affondo e il rumore che si udì non era più quello delle ossa che si spezzavano, bensì quello del millenario macigno che andava in mille pezzi.

    non ho ben capito se avevo libertà di descrivere l'esito del pugno e della roccia. Se non potevo, allora ignora pure l'ultima frase :ehsi:
     
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    -POST IX-



    Rigel osservò le schegge di roccia schizzare tutt'intorno, accennando un sorriso tra sè. Chissà, forse aveva aperto un'altra porta per un nuovo Cavaliere al servizio di Athena... ma non stava a lui dirlo, c'era qualcuno ben più qualificato di lui a valutare quel candidato che adesso, quasi meravigliato, osservava il proprio operato.

    Ora sì, che si ragiona. Ma mi chiedo cosa accadrebbe se qualche corrotto ci attaccasse proprio ora... anche se non accadrà, o almeno non adesso che aspettiamo ospiti. Nel frattempo, vediamo di migliorare un po' anche il tuo gioco di gambe.

    Si concentrò, e un fuoco azzurro brillò a qualche metro di distanza dalla Montagna, per poi muoversi lateralmente e lasciare una scia. In pochi istanti, un cerchio perfetto dal diametro di sette metri ardeva attorno a Ritch.

    Ora preparati, a breve cominceranno a piovere proiettili... prometto che ci andrò piano, dopotutto sei ancora all'inizio. Unica regola: non si esce dal cerchio. Sei pronto?

    Attese il cenno affermativo dell'altro, poi usò la telecinesi per recuperare le schegge del macigno e cominciare a farle saettare verso l'area circondata dal fuoco in direzioni casuali.

    E pensare che non ha ancora idea dell'esame finale, eh?

    Vorrei vedere te al posto suo. Anche il grande Methos dovrebbe preoccuparsi, se l'avversario facesse sul serio.

    Sfortunatamente il grande Methos non avrà modo di preoccuparsi, almeno questa volta.

    Il Cavaliere d'Oro scosse la testa, poi accelerò lievemente la velocità dei proiettili di roccia.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Giustamente non è che possiamo andare a misurarci a cazzotti, giusto? Quindi la scena la vedi descritta. Se ti avvicini al cerchio di fuoco (cosa che volendo puoi constatare quando Rigel ti dice di fargli segno quando sei pronto), le fiamme divampano immediatamente impedendoti di uscire perchè pur non essendo calde, ti rendi conto che ti farebbero MOLTO male. A questo punto i proiettili cominciano ad arrivare, all'inizio schivi con difficoltà ma poi ti adatti e riesci a non subire danni. Quando Rigel accelera, all'inizio incassi qualche colpo ma poi riesci di nuovo nell'intento, anche se con più difficoltà rispetto a prima. Tirala avanti per un po', poi fai cessare tu stesso il fuoco e concludi il tuo post.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
    nessuna
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    Edited by Tygaer - 23/6/2023, 18:13
     
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    Il gigante non fece in tempo nemmeno a crogiolarsi del proprio prodigio, che subito il suo stravagante mentore, così sentì di definirlo, lo incalzò con altre prove. Il suo sorriso di autocompiacimento si spense presto, non appena si avvide del cerchio di fiamme azzurre che lo aveva accerchiato in un battito di ciglia.

    «E io che pensavo che finalmente saremmo andati a bere...» disse stizzito.

    Valutò il suo nuovo raggio d'azione, ora ristretto di diversi metri, ma comunque quantificabile a occhio a un ring di pugilato dei tempi che furono, se non fosse per la conformità. Presto avrebbe scoperto cosa aveva in serbo per lui quell'uomo dalle infinite sorprese.
    La notte era tersa, ma il sudore imperlava la fronte per la tensione crescente.

    «Avanti!» tuonò, credendosi pronto.

    Non attese molto, prima che la pioggia di detriti riesumati dalla roccia che lui stesso aveva distrutto con tanta fatica, gli piombasse dall'alto, al comando altrui. Doveva muoversi celermente dentro quella sorta di prigione delimitata dal cerchio infuocato. Lui eccelleva nell'affrontare le minacce frontali, ma quelle che calavano dall'alto erano ancora un'incognita, anche perché la sua statura, così dominante, non lo aveva abituato ad alzare lo sguardo. Infatti, nonostante il suo impegno, non riuscì a evitare del tutto le schegge, sicché dei piccoli tagli cominciarono a marchiare il suo corpo. Tuttavia, il vero dolore lo sentì quando il suo gomito sfiorò il cerchio infuocato, tanto che non riuscì a trattenere un urlo. Era un dolore mai provato, quello, che andava al di sopra di quello fisico, era come se un pezzetto della sua anima avesse sentito il tocco delle fiamme dell'inferno.
    Ritch, ben presto, si sentì all'angolo, mentre le schegge lo colpivano con veemenza e sempre maggiore rapidità.

    Arriverà il giorno in cui sarò io a farti ballare, ma per ora goditi il mio! imprecò in silenzio.

    Non poteva vedere il volto dell'uomo, ma per quel poco che lo conosceva scommise che se la stava ridendo. Per quanto l'italiano fosse acerbo, quantomeno aveva capito che non doveva lasciarsi trascinare dalle provocazioni e dalla propria indole. La vita era sempre appesa a un filo e sarebbe stato stupido, oltre che fatale, sminuire il pericolo e al contempo sopravvalutare se stessi. Placò quel sentore di furore per concentrarsi. La mente sgombera da futili pensieri gli avrebbe permesso di cavarsela, confidò. D'altronde era stato proprio quell'uomo a dimostrargli la potenza dell'energia interiore ed era ora che Ritch la facesse sua, per se stesso, per suo fratello, per Atena e per la razza umana che aveva giurato di proteggere. Era ben conscio che se non fosse stato in grado di eludere quel tipo di attacco, non avrebbe mai potuto ergersi all'uomo che desiderava essere.
    Socchiuse le palpebre, incurante delle schegge che cadevano, focalizzando tutta l'energia negli arti inferiori. Appena la sua visuale si rischiarò, ebbe una nuova percezione della realtà, come se lo scorrere del tempo si fosse fatto più lento, giacché fu quasi con disinvoltura che riuscì a intercettare i detriti e a evitarli. Con una mano poderosa afferrò l'ultimo detrito, gesto che accompagnò con urlo di vittoria. Il sangue e il sudore che si mischiavano sul suo volto non occultarono il ghigno trionfante, reso ancor più fervido dal bagliore delle fiamme.

    Edited by giatz - 23/6/2023, 22:57
     
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    The Earth and the Mountain

    Bart vide i fuochi fatui di Rigel arrivare da lui, quell’inconfondibile messaggio in codice che solo loro avrebbero potuto capire.

    Oh oh oh, è arrivato il mio momento.

    Quello era il segnale che la sua presenza era quantomeno gradita in quel momento. Ma dove? E perché?

    Fammi indovinare.
    Andrai da quel ragazzo italiano, in cui rivedi te stesso da giovane, e ti fingerai il cattivo della situazione per mettere alla prova la sua tempra da aspirante Cavaliere?


    Elena era davvero un’esperta nel leggere quel pazzo di Gran Sacerdote, conoscendolo come le sue tasche e come nessun altro al mondo. Non che fosse così difficile capire le sue intenzioni se si fossero messi insieme tutte le coincidenze e gli indizi, sia chiaro, ma la disarmante capacità di descrivere esattamente cosa passava nella testa del Toro aveva davvero dell’incredibile.

    Ehm, no?!

    La donna, l’amore della sua vita, lo guardò assumendo un’espressione divertita e di leggero scherno, cosa molto rara per il carattere timido di Elena. Forse era proprio l’influenza di Bartolomeo che la stava facendo diventare pian piano più maliziosa – in modo innocente s’intende, eh, birichini – e ormai si divertiva davvero tantissimo a smontare sul nascere le idee strampalate di quell’omaccione che tanto amava.

    Sicuro?

    Lo incalzò nuovamente, perché la risposta non molto convinta di lui le aveva fatto capire di aver già vinto quella sfida di parole sin dall’inizio. Bart spostò il suo enorme peso da un piede all’altro, si grattò la pelata per pensare a qualcosa di sconvolgente da dire per ribaltare le sorti della discussione, e infine capitolò. Ah, potrebbe dire qualcuno, il Baluardo di Atena sconfitto dall’amore di una donna... dove andremo a finire.

    Non è detto che faccia il cattivo della situazione.
    E poi sono già d’accordo con Rigel che insieme avremmo tenuto d’occhio quel ragazzo.
    Entrambi abbiamo visto del potenziale, ancora grezzo ma sicuramente interessante.


    Mise un broncio di chi avrebbe voluto saperla più lunga degli altri, cercando di giustificare le sue prossime azioni e di dimostrare che quelli fossero la scelta e il piano migliori al mondo. Dai Elena, fai la brava con Bart, l’obbiettivo alla fine era davvero lodevole.

    E poi sì, ok: è italiano, è grande e grosso, eccetera.
    Quindi mi ricorda il periodo in cui ero più giovane, e vorrei tanto dargli la possibilità di fare scelte diverse rispetto a quelle cui fui costretto io alla sua età.
    Se lui lo vorrà, ovviamente.


    Come Stephane e Daya avevano cambiato la sua vita, anche Rigel e Bart avrebbero potuto fare lo stesso con lui. E la vita avrebbe potuto cambiare in meglio o in peggio, non stava a loro giudicarlo, ma avrebbero fatto il possibile perché il Grande Tempio potesse avere nelle sue fila un nuovo cosmo pronto a combattere al loro fianco.

    Dai Bart, sto scherzando.

    Il sorriso e la risata soffice e lieve di Elena erano davvero il sole che illuminava ogni giornata della sua vita.

    Vai a conoscere questo ragazzo, così ti togli ogni dubbio.
    E salutami Rigel, mi raccomando.


    Era proprio vero, Bartolomeo doveva capire quali fossero le reali potenzialità di quell’italiano al Grande Tempio. Perché le apparenze potevano assolutamente ingannare e, nonostante la prestanza fisica e lo spirito combattivo, avrebbero potuto scoprire che, alla fine, il ragazzone avrebbe potuto aspirare solamente a far parte dell’esercito regolare di Atena. Non che fosse uno a cosa negativa o uno smacco essere un soldato, assolutamente no, ma il cosmo – per fortuna o purtroppo – non è destino di ogni essere umano sulla faccia della terra.
    E, quindi, pronti via. Bart uscì dalla Seconda Casa, passò le porte del Grande Tempio per raggiungere l’esterno delle mura e, nel corso di quella veloce scampagnata, devastò un gigantesco corrotto informe – forse prima era stato un orso, un gorilla, qualcos’altro? Nessuno lo poteva sapere – alto circa cinque metri con un solo cazzotto ben assestato a quella che doveva essere la testa. Il sangue dell’abominio scoppiò in ogni dove, aiutando Bart nel suo intento: assumere un aspetto decisamente minaccioso, quasi folle, rendendolo praticamente irriconoscibile sotto tutto quello schifo e nascondendo i suoi lineamenti. Perfino i suoi proverbiali baffoni bianchi a mezzaluna, suo segno distintivo, si tinsero di quell’orrendo liquido, perdendo sia la forma che il colore originali.
    Immaginate un gigante di uomo, con i muscoli scolpiti nella roccia, presentarsi al calar delle tenebre con un corrotto più alto di lui come borsa da viaggio e completamente cosparso del sangue della cosa che aveva appena abbattuto. Beh, avrebbe potuto sicuramente suscitare qualche reazione, ma non rimaneva che scoprirlo.
    Aveva percepito quel barlume di cosmo accendersi e spegnersi a intermittenza, segnale sicuramente incoraggiante che qualcosa stava davvero accadendo. Si avvicinò al cerchio di allenamento in cui poteva già vedere Rigel insieme al ragazzone italiano, e con grande faccia tosta avanzò senza nemmeno chiedere il permesso.

    Complimenti, grande prova di abilità.

    Non sembrava molto convinto delle sue parole, infatti l’atteggiamento era di qualcuno che stava mal celando una critica dietro un finto complimento. Aveva osservato da lontano le prodezze dell’altro, che andavano sicuramente oltre il normale essere umano, ma Bart aveva già iniziato la sua recita. Aveva un obiettivo e lo avrebbe raggiunto a qualunque (ragionevole) costo.

    Ciao Riccardo.

    Il vero gigante tra i due uscì dall’ombra indossando solamente un paio di jeans. Era a petto e piedi nudi, completamente ricoperto dal sangue marcio di ciò che stava trascinando appoggiato su una spalla. Il suo accento e la sua parlata erano chiaramente italiani, proprio come quelli di Riccardo, ma era incredibilmente più grosso e massiccio – se mai fosse stato possibile. Il cosmo, però, era trattenuto al massimo, così da non rivelare alcun potere soverchiante che avrebbe potuto tradirlo come Gran Sacerdote.

    Ti conviene spostarti.

    E lanciò l’immenso corrotto verso il ragazzo – stando attento a non prenderlo, in realtà – creando un tonfo che fece tremare il terreno sotto i suoi piedi e creando una nube di detriti alquanto fastidiosa.

    Ciao figliolo, ti saluta Elena.
    E reggimi il gioco, mi raccomando.
    Oh oh oh.


    Mandò un messaggio telepatico indirizzato solo a Rigel, impercettibile per chiunque altro, così da confermare il loro lavoro di squadra per quell’addestramento. Poi il suo sguardo si fece fisso su quello del ragazzo italiano, squadrandolo da capo a piedi come se volesse valutare una merce e non una persona.

    Il mio amico fino a questo momento ti ha fatto divertire con tronchi, rocce e fuocherelli.
    È stato fin troppo gentile con te, viste le prodezze che si raccontano sul tuo conto.


    Inarcò un sopracciglio e assunse un’espressione di chi era già al corrente di tutto, pronto a rivelare il “vero” motivo per cui era arrivato lì proprio in quel momento.

    Pensavi di averla fatta franca, eh?
    Tutte quelle uscite non autorizzate, le guardie ingannate o tramortite.
    E per cosa poi? Per rischiare di mettere in pericolo il Grande Tempio se tu avessi fallito o, peggio ancora, se le difese si fossero abbassate anche per un solo istante?
    Non sei stato così bravo a passare inosservato, mio caro, e si da il caso che io sia qui proprio per darti una lezione che ricorderai per il resto dei tuoi giorni.


    Il suo sorriso e il suo sguardo divennero da predatore, pronto a ghermire la sua vittima sacrificale.

    E non ho avuto alcun ordine di trattenermi.

    La sua espressione si fece improvvisamente più seria, quasi beffarda in un certo modo. Il sorriso divenne di scherno, mentre la voce si abbassava quasi come se stesse per confidare un segreto.

    Anche se, in realtà, ho sentito dire che i corrotti che sconfiggevi durante le tue scappatelle notturne erano poco più pericolosi di un cucciolo di cane randagio.
    Di certo tu non riusciresti a sopravvivere nemmeno un secondo contro quel coso.


    Indicò il corrotto abbattuto con la mano destra, mentre con la sinistra si copriva fintamente la bocca per portare avanti la pantomima del segreto rivelato.

    Forse non avrò nemmeno bisogno di impegnarmi per suonartele finché non avrai scordato il tuo stesso nome.

    Si mise a braccia conserte con un sorriso beffardo stampato in volto, torreggiando incredibilmente sopra il già altissimo Ritch. Anche il solo atteggiamento avrebbe potuto irritare il ragazzo, e non poco, essendo costretto a guardare qualcuno – un qualcuno decisamente arrogante e irritante – dal basso verso l’alto forse per la prima volta nella sua vita. Inoltre, vedere qualcuno lanciare una sfida carica di violenza e poi aspettare l’altro a braccia conserte come se dovesse combattere contro una nullità, sarebbe stato un gesto di ulteriore disprezzo.

    Forza, Riccardo “la Montagna”.
    Vediamo se sei davvero capace di affrontare qualcuno della tua stazza.


    Rimarcò il soprannome mimando le virgolette con le mani, proprio per ridicolizzarlo ancora di più.

    Dimostrami che il tuo soprannome non è solamente una presa in giro.
    Fammi vedere se sei capace di altro, oltre a bere e andare a donne.


    Aveva già percepito quella prima scintilla di cosmo in lui, doveva solo innescare l’incendio che sarebbe divampato da quel potere delle stelle ancora sopito. Riusciva a sentire la forza del giovane a malapena contenuta ribollire sotto quella parvenza di autocontrollo, ma doveva lasciarsi andare per liberare tutto il potenziale. E se Bart avesse dovuto fare la parte del cattivo per spronare quel risveglio, come aveva correttamente intuito Elena, l’avrebbe fatto molto volentieri. D’altro canto Bart non era sempre stato così bonaccione come tutti lo conoscevano in quel momento della sua vita. Era stato ben’altro, un qualcuno che era ancora ben sepolto in fondo al suo animo e che emergeva solo nei momenti più disperati. Non sarebbe stato quello il caso, ma si sarebbe certamente divertito un mondo a interpretare quella sorta di antieroe.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Ciao caro, benvenuto nella parte di addestramento dedicata al combattimento :kuku: Da adesso e per qualche post, non ti aspettare il turbo-posting di Tyg, eh, andrò un po’ più tranquillo con le tempistiche. Così magari anche tu potrai dedicarti nei tuoi prossimi post ad ampliare ulteriormente descrizioni, strategia, carattere del tuo pg, ecc.
    Come vedi, sto postando direttamente con Bart, anche se sta volutamente fingendo di essere qualcun altro (non è mai così antipatico, non giudicarlo per questa recita xD). Ho anche notato che il tuo personaggio non ha ben presente l’aspetto dei Cavalieri d’Oro (Rigel e Bart inclusi). A scanso di equivoci, comunque, mi sono pure coperto di sangue corrotto per mascherare ulteriormente i lineamenti del volto e tutto il resto, e non mi sono nemmeno presentato. Quindi, se ho ben interpretato le tue conoscenze e aggiungendoci questo piccolo stratagemma, non dovresti riconoscere il Gran Sacerdote. Inoltre, per supportare ulteriormente l’agire in incognito, il mio cosmo è davvero trattenuto al massimo, quindi – per esempio, come paragone – non appaio neanche lontanamente forte quanto lo stesso Rigel.
    Bene, lascio a te la prima mossa e tratta i prossimi post come un vero e proprio combattimento. Considerati per il momento energia gialla (con anche forza e resistenza straordinaria che stanno cominciando a funzionare) perché un minimo di cosmo l’hai risvegliato. Non dovresti essere nuovo alla nostra struttura di fight, quindi non ti tedio con le solite raccomandazioni sull’evitare auto-conclusività, ecc., ma se hai domande che il Regolamento non ti chiarisce (vedi sezione “Combattimento” qui), sai dove trovarmi/ci. Dacci dentro, perché abbiamo entrambi due pg molto fisici e possiamo davvero ricavarne una bella scazzottata :asd:
    Forza, divertiamoci, picchiamoci con vigore e facciamoci del male :mke:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - SOLDATO

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    Riccardo non attese molto prima che gli sviluppi prendessero una nuova e inaspettata piega. Dall'ombra più densa emerse una figura gigantesca, che dapprima indusse l'italiano ad assumere una posizione di guardia credendo all'arrivo di un pericolo, benchè l'altro uomo se ne stesse tranquillo. E in effetti i suoi occhi non lo avevano ingannato del tutto: un mostro dalla titanica grandezza era apparso... ma da morto, e ostentato come macabro trofeo da un individuo il cui aspetto, per la sua imponenza, poco o nulla aveva da invidiare a quello della Montagna. Dagli sguardi d'intesa che costui si scambiò con l'altro, Ritch capì che quell'intrusione era tutt'altro che casuale.

    «E tu chi diavolo sei?» chiese indispettito, per poi fare un cenno arrendevole con la mano.
    «Lascia stare... immagino che ti piace fare il misterioso come il tuo socio»

    La carcassa della bestia venne lanciata ai suoi piedi con la stessa facilità con cui un uomo qualunque si libera di un indumento sudicio. Ritch, rimasto impressionato da un gesto di così indubbia forza, potè quindi osservare meglio il nuovo arrivato e infine annuì pieno di ammirazione. Il sangue della bestia copriva quasi per intero un corpo scultoreo di immense dimensioni e rendeva difficile scorgerne i connotati. Niente sembrava differenziarlo da un pazzo sanguinario, se non fosse per quei baffoni da sceriffo che spiccavano da sotto il naso e che in qualche modo andavano a stonare con la trionfale entrata in scena. Ritch non riuscì a trattenersi nel ridere bellamente, quando gli venne suggerito di sposarsi, riconoscendone anche l'accento connazionale.

    «Sposarmi? Meno male che sei venuto tu a dirmelo, altrimenti non ci avrei mai pensato. E quella bestia che hai ucciso sarebbe il tuo regalo di nozze? O forse hai detto di spostarmi? Devi capire che ho preso parecchi pugni in passato e sono rimasto un pò stordito...»

    La sua risata si spense presto, l'ultimo eco riecheggiava sinistramente nell'oscurità restituendogli un senso di disagio e minaccia. Quel gigante, infatti, che tutto sapeva di lui, aveva assunto un tono greve. Senza rendersene conto, Riccardo era indietreggiato, intimorito dalle parole e dalla massiccia presenza altrui. Per uno strano motivo rammentò le parole di Dimitri, che avevano dipinto il Grande Sacerdote come un uomo di sovrastante altezza e che non disdegnava affatto la battaglia, nonostante il suo ruolo. Scacciò subito quel dubbio. D'altronde era ovvio che l'autorità suprema mai si sarebbe scomodata per un soldato semplice, che sarebbe giunta per lui nel cuore della notte, a piedi nudi e colmo di sangue. Era stupido e sacrilego il solo pensarlo. Tuttavia solo una persona al mondo si era rivolta a lui con tanta autorevolezza, capace di esercitare una simile influenza. E quella persona era l'amato fratello maggiore scomparso, morto tra le sue braccia per mano dei Corrotti, e che il gigante di fronte riusciva a ricordargli.

    Ale, sei forse tu che mi hai mandato quest'uomo a fare le tue veci o me lo ha imposto il destino? pensò, mentre un brivido freddo percorse la sua schiena.

    La Montagna si sentì come un animale braccato, senza via di scampo. Essere conosciuto non era più un motivo di cui vantarsene. Le lodi conquistate sul campo di battaglia erano evidentemente offuscate dalla sua nomea di beone e donnaiolo e dalle frustrate sulla schiena prima dell'adunata del mattino, per via delle sue sortite in solitaria fuori dalle mura. Frustate che avevano l'unico effetto di provocargli un insano sorriso. Si era convinto ingenuamente che il suo prezioso contributo alla ricostruzione e alla difesa del regno potesse permettergli ogni tanto di snobbare il regolamento, certo che debellare le mostruosità che popolavano la terra di nessuno, come faceva di soppiatto, potesse essere visto, in fondo, anche di buon occhio. Invece nulla di tutto questo. La sua pessima condotta era giunta ai piani alti e ora era il momento di pagare il conto. Fa niente se lo avessero scomunicato, i suoi propositi volti alla difesa del genere umano non sarebbero mutati. Lo doveva ad Atena, era un debito d'onore che equivaleva a un giuramento di sangue.
    Rimembrando a ciò, un moto di determinazione lo colse. Tutte vere erano le accuse, eppure Riccardo continuava a ritenersi nel giusto. Aveva i suoi vizi, come tutti, ma dopotutto non aveva ucciso nessuno e tante erano le volte che si era immolato per la difesa dei deboli. Ogni ferita era un ricordo doloroso e mille altre ne avrebbe subite se fosse stato necessario per conseguire un così nobile scopo.
    Il suo smarrimento finì non appena compì un passo in avanti stringendo un pugno ancora sanguinante. Con una pedata avviluppata di energia spappolò quel che rimaneva della carcassa. Energia che l'altro uomo, rimasto in disparte, aveva contribuito a risvegliare e senza la quale ora sarebbe stato spacciato.

    «Infatti era ora che mandassero qualcuno di serio. Mi spiace dovervelo dire, ma le frustate del vostro boia mi hanno sempre fatto il solletico» disse con aria beffarda.

    Impettito, ebbro di orgoglio, la Montagna accettò la sfida. Per tutta la notte si era sentito dire che era un poppante, che non era nemmeno in grado di difendersi, trattato alla stregua di una bestia da circo. Forse era vero, anzi non c'era dubbio che non fosse all'altezza dei poteri che gli erano stati mostrati in quella folle notte, ma non per questo si sarebbe scansato, non finchè Atena stessa gli avesse detto di mollare. E per piegare la sua volontà, il Grande Tempio aveva dovuto sguinzagliare forse il suo mastino più temibile. Si strappò la maglietta ormai lacera dalle schegge e la gettò con sprezzo. Il vento soffiava scompigliando il lungo crine nero e accarezzando la pelle marchiata dalle cicatrici. Allargò al massimo le gambe e piegò le ginocchia per eseguire di nuovo lo shiko, trovando la concentrazione totale che la circostanza richiedeva. Quando la mole dell'avversario è uguale o superiore alla propria, bisogna adeguarsi e sfruttare a proprio vantaggio il peso altrui, tale era la prerogativa essenziale del sumo. La schiena piegata tutta in avanti, lo sguardo inespressivo fisso dinanzi a sè. Tenendo il baricentro basso, Ritch confidava di essere inamovibile come un monte sotto l'infuriare delle intemperie. Solo in pochi sapevano che quella era la stessa posa utilizzata da Eracle quando aveva affrontato il leone di Nemea. E ora quello stesso spirito indomito lo governava.

    Io e la terra siamo una cosa sola

    Sebbene l'oscurità imperante, chiara era la via che il destino gli aveva tracciato. I pugni toccarono il terreno, segno che era pronto, mentre il suo corpo si lasciava dominare da quel potere latente finora sconosciuto.

    «Fatti avanti, la Montagna non ti teme!»

    Edited by giatz - 26/6/2023, 23:55
     
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    Bart era pronto alla lotta, fermo in attesa dell’altro, in una posizione che allo stesso tempo era in grado di nascondere il più potente degli attacchi. E, invece, come se un vento impetuoso stesse sferzando il suo corpo a una velocità disumana, il gigante faticò a rimanere serio e inamovibile di fronte al comportamento del connazionale.

    Questo ragazzo deve aver preso più botte in testa di quante ne abbia prese io.
    Oh oh, mi piace!


    Trattenne una risata dando fondo a tutto il suo impegno, altrimenti la sua già precaria copertura sarebbe definitivamente saltata. Riccardo aveva proprio capito “Roma per toma”, confondendo “spostarti” con “sposarti”. Il discorso che ne uscì subito dopo fu tanto confuso quanto divertente e lo stesso Baluardo di Atena stava quasi per cedere sotto gli invisibili colpi di quella situazione paradossale. Il Gran Sacerdote, però, fece di tutto per rimanere impassibile e alla fine ci riuscì. Rimase per qualche istante in silenzio, per non tradire alcuna alterazione della sua voce, poi ricominciò a incalzare il ragazzo.

    Vedo che non mi vuoi attaccare, anche se continui a dare sfoggio di un coraggio che non hai ancora dimostrato in alcun modo.

    Gli aveva dato il vantaggio della prima mossa e Bartolomeo si stupì quando l’altro non la colse. Erano davvero simili loro due, perché anche il Toro – in situazioni normali – era più attendista. Certo, nei momenti più concitati o di particolare pericolo diventata tutt’altra bestia. Decise allora di sciogliere la sua statuaria postura e di fare qualche passo verso la sua destra. La destinazione non era casuale, ma era ancora presto per svelare i suoi piani.

    Bene, quindi sei pure codardo oltre che un po’ picchiatello.
    Evidentemente quello che si dice sul tuo conto sono solo storielle da ubriaconi.


    Mentre parlava, raggiunse quello che stava cercando: una gigantesca roccia simile a quella che Rigel aveva usato poco prima per addestrare Riccardo. Il paesaggio era devastato, ma detriti più o meno naturali come quello erano sparsi in ogni dove. Le dimensioni del masso erano circa quelle del corrotto abbattuto poco prima, quindi lungo (e largo) circa cinque metri, quasi fosse la copia di quello usato dal Cavaliere del Cancro.

    È facile colpire una roccia, vero?
    Poco fa sembravi un vero esperto, anche se in realtà la roccia stava per avere la meglio.


    Un’altra provocazione, sminuendo i progressi che il ragazzone aveva fatto poco prima con il cosmo. La mano destra di Bartolomeo si appoggiò alla roccia e in un istante le sue dita affondarono nel masso come se fosse fatto di burro. La sua presa si fece d’acciaio e l’ultima sfida venne lanciata.

    jpg

    Vediamo cosa fai quando è la roccia a colpire te.

    Basta parole, le provocazioni verbali erano sufficienti. Era necessario passare ai fatti, e sarebbe stato ancora più sgradevole per Riccardo la Montagna. Un ghigno da predatore apparve nuovamente sul volto del Gran Sacerdote in incognito, mentre scattava contro Ritch brandendo letteralmente la mastodontica roccia con un braccio solo. Cercò di accorciare la distanza che lo separava dall’avversario muovendosi in linea retta ma, arrivato a circa tre metri dall’italiano avrebbe fermato la sua avanzata piantando il piede sinistro nella nuda terra. Quel colpo avrebbe letteralmente generato un terremoto sotto i piedi del ragazzo – tale era la potenza del Toro – con l’obiettivo di cercare di destabilizzare il suo equilibrio e tenerlo ben fermo sul posto limitando le sue possibilità di difesa. Subito dopo, incalzando lo scontro senza lasciare nemmeno lo spazio di un respiro, Bart avrebbe espanso il suo cosmo per farlo fluire sul braccio destro e ricoprire il masso del potere delle stelle, per poi abbatterlo dall’alto verso il basso sul malcapitato italiano allo scopo di schiacciarlo come un insetto fastidioso.
    Lo scontro era iniziato, ed era stato il Toro a prendere l’iniziativa sfruttando l’occasione che Ritch non aveva colto. Adesso stava alla Montagna dimostrare che le sue fondamenta erano davvero solide, altrimenti sarebbe caduto come una duna di sabbia sferzata dal vento.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Hai deciso di non attaccare per primo... male, molto male :addit: (ne abbiamo parlato tramite mp, va bene lo stesso) Quindi prendo io l’iniziativa e – sfruttando la possibilità di fare la prima mossa – ti porto un regalino dritto per dritto sui denti :kuku: L’azione si divide in: scatto in avanti in linea retta brandendo il masso, pestone a terra per creare un terremoto che ha lo scopo di destabilizzarti e tenerti bello fermo sul posto [AD = Attacco Debole] e affondo dall’alto verso il basso con la gigantesca roccia rivestita di cosmo [AF = Attacco Forte]. Il tutto eseguito come se fosse Energia Verde, quindi solo un’energia in più rispetto a quella che esprimi tu in questo momento. Dai, diamoci dentro adesso :mke:

    Condizioni:
    Ottime.

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

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    «dialogo»
    «dialogo altrui»

    La concentrazione di Ritch era tale che le parole altrui gli giunsero come un'eco lontano. Dopotutto non si stava perdendo molto, poiché il sunto dei discorsi erano i soliti improperi nei suoi riguardi. In altre occasioni sarebbe andato a muso duro, tracotante, ma con il tipo di avversario fuori dal comune che aveva di fronte sapeva bene di dover ponderare ogni mossa. Non avrebbe reagito, non poteva permettersi di cascare nelle provocazioni che avevano solo lo scopo di esporlo e fargli perdere la sua solida posizione di guardia. Ciononostante, una lieve smorfia sembrò deturpare quella maschera di risolutezza.

    Ma quanto cavolo parla questo qua...

    Chinato, ginocchia piegate e gambe divaricate. Era come una roccia di carne vivente, con il vantaggio di essere pronto a scattare come una molla grazie all'esplosività delle gambe che tale postura gli avrebbe garantito.

    «Vieni a me, bellimbusto»

    L'avversario non accolse appieno l'invito, preferì invece servirsi di una immensa roccia che sollevò come fosse un pupazzo. Riccardo trasalì, non tanto per quest'altra dimostrazione di assurda forza, semmai dalla delusione per il fatto che l'energumeno pareva evitare di proposito uno scontro fisico, ricorrendo a metodi vigliacchi. La Montagna si aspettava una scazzottata tra titani e di subire un'eventuale lezione, l'ennesima della sua vita, attraverso un cruento ma onesto combattimento da corpo a corpo. Tradito quell'auspicio, la stima verso l'avversario venne meno.
    In parte era una buona notizia, perché ciò voleva dire che non avrebbe avuto motivo per centellinare la propria forza.
    Ritch ebbe solo il tempo di avvedersi dell'avversario che gli stava venendo incontro brandendo la roccia come una mazza. Il suo movimento fulminei era troppo veloce per essere evitato del tutto. L'impatto, anche di striscio, poteva essere mortale, e quindi l'italiano si preparò a riceverlo con le gambe ben impiantate.

    Quello che non posso evitare, lo posso parare!

    La sua strategia difensiva esitò quando sotto i suoi piedi la terra ebbe un potente fremito, quasi da fargli perdere l'equilibrio. Nel mentre l'avversario si era avvicinato, pronto a sfondargli la testa con la roccia che calava inesorabile. Se fosse caduto sarebbe finita per lui. Stava accadendo tutto troppo in fretta e il tempo di reazione era quantificabile a un battito. La sua massiccia muscolatura e il fatto di essere ancora chino gli permise di restare in piedi ma null'altro. Fu costretto a usare la forza come ultima difesa. Urlando il proprio furore, il pugno sinistro andò verso l'altro contro il macigno. Il sangue che bagnava il suo viso fu l'eloquente dazio che dovette pagare per scongiurare una fine prematura.
    Quel che rimase della roccia fu una moltitudine di detriti che saettavano da ogni parte. Il braccio gli cadde sul fianco quasi inerte, a penzoloni, percosso da fratture e tagli profondi. Ormai era inutilizzabile. Il dolore disumano non gli impedì un ghigno divertito.

    «Tutto qui quello che sai fare, mammoletta?» disse sapendo di mentire spudoratamente, perché forse avrebbe avuto meno tormento se il braccio sinistro gli venisse amputato seduta stante.

    Tuttavia quel sorriso era dovuto al momento propiziatorio che aveva cercato, seppur a salatissimo prezzo, e che ora occorreva sfruttare: l'avversario era a ridosso, alla mercè del suo attacco.
    Quello era l'attimo decisivo. Da 1500 anni quella posizione di guardia tipica del sumo era solo il punto di partenza per un attacco feroce che sfruttava la massima propulsione delle gambe per gettarsi in avanti, il connubio perfetto di velocità e potenza.

    Adesso fammi vedere tu quanto sei bravo a ballare!

    Afferrò il braccio sinistro dolente con l'altra mano per ritrarlo contro il petto e scattò in avanti, quel poco necessario per impattare contro l'altro gigante e cercare di travolgerlo con una potente spallata sinistra. Con il fulgore del combattimento che rifulgeva negli occhi e l'immensa figura avviluppata di energia cosmica, Riccardo la Montagna era passato all'attacco.

    Edited by giatz - 29/6/2023, 17:11
     
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    Una cosa era certa in quel loro strano incontro: Riccardo la Montagna non era tipo da tirarsi indietro, anche a costo di compiere mirabolanti follie. Uhm, ricordava proprio qualcuno, non credete? Il ragazzo italiano non aveva nemmeno tentato di ridurre la superficie d’impatto contro la roccia rivestita di cosmo, magari spostandosi o altro. No, si era proprio scagliato contro il pericolo, frapponendo il suo stesso pugno a quel masso inanimato e privo di scrupoli.
    E il coraggioso avversario di Bartolomeo non attese nemmeno un istante per passare a sua volta all’attacco, cercando di tenere alto il ritmo dello scontro nonostante il dolore. Sicuramente un comportamento ammirevole.

    Oh oh, interessante...

    Il Toro vide emergere il ragazzo dai detriti della roccia distrutta grazie alla sua forza e al suo sacrificio, e si preparò a ogni evenienza espandendo il suo cosmo e rivestendo il proprio corpo con esso. La spalla di Riccardo impattò sulla parte inferiore del petto del Gran Sacerdote, protetto dal potere delle stelle, in un affondo così diretto ma altrettanto carico di un coraggio e di una determinazione che dovevano essere certamente riconosciuti al ragazzo italiano. Bart guardò quel colpo – forse un po’ troppo semplice – con noncuranza, come se fosse una fastidiosa mosca, senza spostarsi nemmeno di un millimetro. E fu proprio per quel motivo che non si scomodò nemmeno a muovere alcuna parte del suo corpo. Avrebbe potuto fermarlo con un singolo dito, ma non alzò nemmeno quello perché non riusciva ancora a percepire alcuna minaccia nell’altro.

    Basta, non devo esagerare.

    Un pensiero lo riportò alla realtà di quello scontro. Bartolomeo non stava combattendo contro la Corruzione, un Dio o un avversario suo pari. Stava cercando di far risvegliare completamente il cosmo da un soldato del Grande Tempio e doveva assolutamente ridimensionarsi a quella specifica situazione. E, quindi, sorrise. Sorrise perché si stava quasi dimenticando di divertirsi in quello che stava facendo, così da infondere lo spirito guerriero in quel connazionale così simile a lui sotto certi aspetti.
    Ricominciò a tutti gli effetti la recita e, dalla sua posizione inamovibile, assunse un’espressione di finto sforzo. I suoi lineamenti si fecero tesi, mentre i suoi piedi sprofondarono nel terreno cercando di simulare un arretramento a causa della forza della spallata di Riccardo. I danni reali furono nulli, ma tutta quella scena avrebbe “ingannato” l’altro nel pensare che il suo affondo avesse avuto in qualche modo successo.
    E, infine, accettò la sfida del pieno corpo a corpo. L’accettò con molto piacere.
    I due in quel momento erano vicinissimi, ancora attaccati l’uno all’altro per quella spallata incassata dal Toro. Con un movimento fulmineo, Bart si sarebbe abbassato improvvisamente, quasi rasentando il terreno. Il suo obiettivo era quello di effettuare un travolgente double leg takedown, per cercare di atterrare il temerario ragazzone senza diritto di replica. Il Gran Sacerdote avrebbe, infatti, cercato di agguantare il retro delle gambe avversarie – poco sopra il ginocchio – con entrambe le mani, per poi far entrare la spalla destra, alzare di peso avversario e schiantarlo al suolo con una furia inarrestabile. Il peso del gigante, la sua forza e la velocità di esecuzione avrebbero reso quel movimento tanto fluido quanto travolgente.

    jpg

    Se tutto si fosse svolto come previsto, Bart si sarebbe potuto trovare in posizione laterale di controllo, con il ginocchio sinistro sul ventre di Ritch e la corrispondente mano sul petto. Il principale obiettivo di quel primo affondo era proprio quello di cercare di immobilizzare il nemico a terra e trattenerlo in quella posizione per quello che sarebbe stato il vero attacco del Gran Sacerdote. In ogni caso, se il placcaggio non fosse andato pienamente a segno – e in condizioni normali – la successiva tecnica, ossia il Braccio Possente, sarebbe comunque stata lanciata verso la testa di Riccardo a una possibile distanza ravvicinata per non lasciare alcun respiro allo scontro.
    Il Toro avrebbe quindi caricato il pugno destro di una forza contenuta ma molto efficiente per il suo intento. Avrebbe concentrato il suo cosmo nell’arto adibito all’attacco, per poi scatenare una raffica di affondi – uno, due... dieci – scagliati come dei possenti pugni a martello dritti sul viso dell’avversario. Ogni colpo sarebbe stato portato con un’efficienza tale da renderli persino difficili da contare o distinguere, e avrebbero cercato di soverchiare il ragazzo italiano grazie anche all’agilità straordinaria con cui gli affondi partivano inesorabili.
    Bart sapeva che avrebbe potuto arrecare danni irreparabili all’avversario e quindi non avrebbe spinto la sua forza oltre certi limiti. La sua furia era estremamente contenuta, come una bestia in gabbia che può mordere solo le dita che si avventurano oltre le sbarre. Avrebbe potuto far male a Riccardo? Certamente, ma le sue azioni non avrebbero decretato la fine dello scontro senza nemmeno dare all’altro il diritto di replica. Era più una dimostrazione che anche la Montagna poteva crollare, con l’obiettivo di far ardere ancora di più lo spirito combattivo dell’altro e finalmente portarlo oltre ogni suo limite.

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    Riassunto:
    Eccoci qui :asd:
    Ci siamo sentiti privatamente per un tuo misunderstanding sul mio precedente attacco, ma ho visto che adesso hai modificato interpretando correttamente il tutto.
    Come nota a questo giro ti consiglio di ricordati di descrivere con più precisione i tuoi attacchi. La tua spallata sinistra che obiettivo aveva? Non avendolo descritto tu, ho deciso io che impattasse sul mio petto (parte bassa per la differenza di altezza), ma ricordati che in duello bisogna essere molto precisi sul descrivere esattamente l’azione (che non è detto che vada come l’hai pensata, sia chiaro, ma almeno fornisci all’avversario tutti i dettagli sui tuoi movimenti).
    In questo nuovo turno da parte mia, incasso il tuo colpo rivestendomi di cosmo [Difesa], fingendo di faticare a contenerti. Poi sfrutto questa nostra posizione ravvicinata per cambiare il livello dello scontro, e cerco di portarti a terra con violenza con un double leg takedown [AD]. Se il tutto va a buon fine, cercherò di trovarmi in una posizione laterale di controllo per poi scagliarti una raffica di pugni che hanno anche la peculiarità dell’agilità straordinaria [Braccio Possente, AF]. Se l’AD non andasse pienamente a segno, comunque, il Braccio Possente partirebbe lo stesso nella tua direzione (sempre cercando di mirare al volto) per non lasciarti un attimo di respiro. Il tutto è sempre portato a Energia Verde.
    Bene, adesso che ti ho accontentato con un combattimento più ravvicinato e fisico, fammi vedere un po’ come reagisci. E ricordati che nulla ti vieta di sfruttare a pieno la struttura di combattimento che abbiamo qui sul Final con attacchi deboli, attacchi forti, diversivi, riposizionamenti, ecc., sempre nel pieno rispetto delle regole di gioco :asd:


    Condizioni:
    Ottime.


    Tecniche:
    Braccio Possente:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Spesso l'efficacia risiede nella semplicità.
    Questa tecnica all'apparenza sembra quasi banale, ma non bisogna mai sottovalutare ciò che un toro inferocito può fare. Concentrando la potenza fisica e cosmica in un solo braccio, Bartolomeo scaglierà un pugno alla massima velocità consentitagli, dritto all'obiettivo. Semplice, no? La rapidità di esecuzione, unita alle doti del Cavaliere faranno di tale affondo un martello quasi inarrestabile, allo scopo di ridurre all'inutilità con un solo colpo anche l'avversario più resistente.
    Inoltre, proprio come per il Great Horn, gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione dell'affondo, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata.
    Una possibile variante consiste nel concentrare lo stesso potere in una gamba, oppure distribuire la forza distruttiva su tutti e quattro gli arti, diventando così una macchina da guerra senza rivali.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

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    L'attacco furioso di Ritch s'infranse come un maroso sugli scogli. Un'espressione di totale incredulità calò sul suo volto, convinto che un simile colpo avrebbe causato danno persino a un muro di cemento armato. Invece l'energumeno si era limitato a contenere l'impatto retrocedendo di qualche passo e con un sorriso di scherno. Non si era ripreso dallo smacco, che si ritrovò disteso a terra con l'immensa sagoma dell'avversario sopra di lui, che lo pressava col ginocchio sull'addome. Con la spallata si era sbilanciato troppo in avanti, offrendo facile presa all'altro che ne aveva approfittato per avvinghiarlo in una specie di placcaggio. Ritch aveva tentato di ripristinare l'equilibrio perduto muovendo un passo all'indietro con la gamba destra, ma il tallone aveva urtato la radice di un albero ed era inciampato miseramente. Peccato, perché avrebbe potuto sfruttare quell'appiglio per fare perno e porre resistenza con la possanza delle sue leve, ma la sorte aveva deciso di beffarlo.
    Il tonfo del gigante caduto decretava la sconfitta di Riccardo? Forse sì, e chiunque con un minimo di senno al posto suo avrebbe alzato bandiera bianca in segno di resa, ma la Montagna era troppa testarda e difficilmente accettava la realtà dei fatti, anche a costo di avere tutte le ossa frantumate.
    D'altronde non era la prima volta che si era trovato con la faccia a terra. Già quando era alle prime armi nel pugilato professionistico gli avversari, che neanche lo eguagliavano in altezza, lo lavoravano sui fianchi fino a farlo finire al tappeto. Non si aspettava, però, che questo potesse succedere ancora dopo aver accumulato esperienza e averla avvalorata anche col sumo. E allora, mentre saggiava il fango, capì quanto fossero veritiere le parole di Dimitri quando gli aveva detto che c'erano uomini fisicamente più forti nel regno. E uno di questi era proprio sopra di lui.
    Sorrise amaro Ritch mentre un grumo di sangue gli veniva alla gola per la botta subita.

    Tsk...E pensare che stasera volevo farmi soltanto una bevuta

    Anche la luna, lì sospesa nel cielo, sembrava irriderlo e presto ne contò più di una perché il connazionale iniziò a riempirlo di pugni. Riccardo portò sul viso il braccio sinistro già malmesso e pesante come carne morta per proteggersi in qualche modo, anche se il primo crack che si udì era quello del naso fratturato. Ormai aveva perso il conto di quante volte glielo avevano rotto. Non vedeva negli occhi altrui malvagità o intenti omicidi, fatto sta che in ogni caso lo stava gonfiando come una zampogna. Probabilmente quel luogo funesto a breve sarebbe stato ricordato non solo per la distruzione di uno dei sette Castelli, bensì anche dove la Montagna aveva capitolato.

    «Beh, alla fine sei tu la mammoletta...» gli disse una voce a lui famigliare.

    L'approssimarsi dell'incoscienza aveva materializzato la figura mistica del fratello, disteso al suo fianco che lo guardava pieno di rimprovero. Era stato riesumato o era apparso solo per accompagnarlo nel mondo dei morti?

    «Non avevi mica giurato sulla mia tomba che mi avresti vendicato e difeso i deboli? Così facendo non credo proprio ci riuscirai... Datti da fare!»

    L'apparizione scomparve e il dolore che sentì gli fece intendere che non aveva ancora abbandonato la terra dei mortali. Sì, suo fratello aveva ragione. L'avversario era certamente più forte, ma non per questo era imbattibile. E poi Ritch doveva onorare il suo giuramento e le alte aspettative che Atena aveva riposto in lui. Non poté scordare, infatti, come nei momenti più bui, dopo la morte di Alessandro, ella gli era stato accanto con la sua voce soave per trarlo in salvo dall'abisso della disperazione.
    Si trovava in ovvia posizione di svantaggio, con l'avversario che gli aveva bloccato il tronco e lo tempestava di pugni. Tuttavia, per un uomo in trappola che faceva della struttura fisica la propria forza, avere le gambe e un braccio liberi poteva essere sufficiente per ribaltare una situazione che sembrava disperata.
    Fu per questo che, nonostante il volto tumefatto, rispose al dolore con un sorriso, segno di una ritrovata fiducia e consapevolezza, testimoniate dall'autentica energia sprigionata dal braccio destro rimasto finora disteso. Energia cosmica che mai era riuscito a concentrare in maniera così potente prima di quel momento.

    «Picchia quanto ti pare, ma sei ancor ben lontano dallo sconfiggermi, vecchio!»

    Facendo leva con le sue potenti gambe e con un deciso colpo di reni cercò di destabilizzare la posizione dominante del connazionale, per poi tentare di colpirlo con un pugno devastante in pieno petto.
    Con quell'attacco non si illudeva di poter abbattere un avversario di così inaudita potenza, ma voleva che gli fosse chiaro un messaggio: la Montagna non era stata domata.
     
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    I colpi affondavano inesorabili sul volto del ragazzone italiano, tanto che ormai lo scontro sembrava giunto al termine. Bartolomeo si aspettava più aggressività dal connazionale o per lo meno un attaccamento più forte all’orgoglio e alla voglia di prevalere. Forse il giovane era stato fin troppo abituato nella vita a essere il più grosso, il più forte, che quella rara e soverchiante battuta d’arresto aveva fiaccato il suo spirito guerriero. Era probabilmente arrivato il momento di terminare la contesa, dando un ultimo colpo per far perdere i sensi a...

    Oh, finalmente una reazione degna di nota.

    La Montagna aveva incassato come poteva la raffica di pugni di Bart, e forse tutti quei colpi avevano finalmente risvegliato qualcosa in lui. L’espressione del ragazzo sempre molto piatta e neutrale si fece di sfida, mentre le prime parole cariche di ritrovata consapevolezza lasciarono le sue labbra tumefatte.

    jpg

    Vecchio?!
    Oh oh, questa me la paghi.


    Sì ok, ennesimo promemoria per tutti. Non scherzate mai, davvero mai, sull’età di Bart. È molto sensibile, e parole come “vecchio” o “anziano” smuovono in lui sentimenti di vendetta e indistinta rappresaglia. Beh, prendiamola nel verso giusto, però: anche il Toro aveva finalmente trovato un motivo per caricare ancora di più a testa bassa quel torero che si considerava già spacciato ancor prima di calcare l’arena.
    L’espressione del Gran Sacerdote rimase beffarda, proprio in risposta a quella di Riccardo. Probabilmente erano ormai arrivati a un punto in cui lo spirito da guerriero rendeva per entrambi quella scazzottata come qualcosa in cui non avevano più nulla da perdere. Il loro unico scopo era imporsi sull’altro, in una sfida che stava diventando veramente molto violenta. Ed era esattamente quello che probabilmente entrambi volevano.
    Le offese verbali, però, non furono l’unica azione di Ritch. E per fortuna, potremmo anche dire. La Montagna, infatti, diede un poderoso colpo di reni per disarcionare Bartolomeo dalla sua posizione dominante, per poi proseguire l’azione con un pugno dritto al petto del gigante. Il Toro incrociò entrambe le braccia di fronte a sé come per formare una “x”. L’affondo della Montagna impattò sugli arti rivestiti di cosmo e il Gran Sacerdote, per continuare nella sua messinscena, finse di venire disarcionato e colpito in pieno dal pugno avversario.

    Sei prevedibile.

    Pronunciò quelle parole per stizzire ancora di più il ragazzone, mentre Il suo corpo si spostò solamente di qualche centimetro verso l’alto. La posizione vantaggiosa in cui si trovava, però, gli permise di fare semplicemente forza con le gambe per alzarsi quel poco che bastava per assorbire solo la parte finale del pugno altrui. Lo scontro con il cosmo generò una lieve deflagrazione, sicuramente molto scenica, quasi stessero combattendo con spade affilatissime in grado di creare scintille al solo contatto tra loro.
    La realtà dei fatti, però, era che il connazionale era stato davvero molto prevedibile. Il colpo di reni era stato sicuramente una scelta molto azzeccata, ma portare un pugno da una posizione ancora distesa solitamente non permetteva di esprimere il massimo delle proprie capacità e del proprio allungo. Era giunto il momento di allentare un attimo la pressione dello scontro ravvicinato per permettere a Riccardo di raccogliere le forze rimaste e attaccare a modo suo.
    E se pensate che Bart avrebbe concesso quella transizione in modo indolore, vi sbagliate di grosso.
    Il Toro, infatti, un po’ più staccato dal corpo avversario ma sempre molto vicino, fece un movimento repentino con entrambe le braccia allungandole velocemente in avanti. In quel momento un’onda d’urto di pura forza straordinaria avrebbe cercato di travolgere l’intera figura di Ritch da una distanza ancora ravvicinata. Quella era la massima espressione della potenza del Toro: pura forza fisica in grado di colpire con la stessa intensità anche senza il contatto fisico diretto, creando un vero e proprio sisma sia a terra sia in aria. Lo scopo era quello di inchiodare quasi letteralmente il ragazzone al suolo, generando una violenza tale da poter creare anche un cratere sotto di loro.
    Infine, se l’attacco fosse andato pienamente o anche parzialmente a segno – sarebbe bastato creare uno stordimento sufficiente – il Gran Sacerdote avrebbe agguantato la Montagna con la mano destra all’altezza del collo – o qualsiasi altro appiglio disponibile – per poi scagliarlo lontano come un sacco di patate. Quell’ultima azione serviva a creare distanza tra i due, proprio per permettere a Riccardo di raccogliere idee e forze per imbastire la sua strategia di attacco senza dover sempre agire in difesa.

    Forza, Montagna, ultima possibilità.
    Adesso cominci ad annoiarmi.


    La recita continuava con quel finto disprezzo, ma il nostro caro Ritch doveva davvero inventarsi qualcosa. Il cosmo si era risvegliato in lui, ma per essere un vero Cavaliere degno di tale nome è necessario fare quel passo in più che non tutti sono in grado di fare.
    Il ragazzone ce l’avrebbe fatta a fare quel passo? Bart e Rigel, in trepidante attesa, speravano proprio di sì.

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    Riassunto:
    Direi tutto bene il tuo ultimo post, l’unica cosa è che dobbiamo migliorare un po’ la strategia di attacco. Hai un pg puramente fisico – come il mio – ma questo non significa che ti devi limitare nelle azioni. A questo giro cerco di creare una distanza tra noi, così potrai prendere tu l’iniziativa sull’attacco a partire dal tuo prossimo post. Se hai dubbi, domande, o ti servono consigli, come sempre sai dove trovarci.
    Per quanto riguarda Bart, in questo caso viene smosso dal tuo colpo di reni, ma la posizione in cui era (posizione laterale di controllo, con un ginocchio su di te e una gamba salda sul terreno) gli permette di gestire al meglio i movimenti, spostandosi verso l’alto e imbastendo una difesa con braccia e cosmo [Difesa]. Il tuo colpo impatta, mi fa muovere ulteriormente verso l’alto creandomi qualche fastidio, ma la mia pressione a distanza ravvicinata non finisce lì. Infatti, passo subito all’attacco generando un’onda d’urto di pura forza straordinaria in grado di generare veri e propri sismi sia a terra sia in aria (è il bonus dell’abilità forza straordinaria che tu non hai ancora, vedi regolamento e descrizione delle mie abilità sotto) per colpirti interamente e schiacciarti al suolo con dolore [AF]. Se il tutto si svolgerà come previsto, del tutto o anche parzialmente, cercherò di agguantarti al collo (o dove capita xD) per scagliarti lontano come un sacco di patate [AD]. In questo modo vorrei provare a creare maggiore distanza tra noi per permetterti, come detto, di imbastire una tua strategia di attacco magari un po’ più articolata ed efficace.
    Dacci dentro :asd:


    Condizioni:
    Qualche livido sparso su petto e braccia.


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
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    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

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    Quel che accadde subito dopo il suo pugno Ritch non riuscì a comprenderlo appieno. Una forza irresistibile lo schiacciava contro il terreno mentre intorno lui uno tsunami stava sconvolgendo aria e terra, sollevando detriti e facendo sprofondare il suo corpo sempre più verso il basso. La pressione esercitata era tale da averlo immobilizzato e far temere la spina dorsale fratturata, talmente acuto era il dolore che stava provando, simile a un rullo compressore che percorre la schiena. La Montagna non ricordava di aver mai provato un dolore fisico così grande.
    Poi, d'un tratto, la sua sagoma venne sollevata di peso e scaraventata a diversi metri di distanza. Gli servirono alcuni secondi per scongiurare i danni peggiori. Il dolore era assurdo ma riusciva a muoversi. Il suo avversario era lì, coi suoi lunghi baffi e quella solita espressione beffarda, come se fosse cesellata nel marmo, tipica di chi ormai ha la situazione in pugno. Ritch, ancora parzialmente stordito, si chiese se i poteri di quell'uomo, o qualunque cosa egli fosse, avessero un limite. Probabilmente nemmeno il fuoco incrociato ad alzo zero di un battaglione di carri armati avrebbe potuto scalfirlo. E si chiese inoltre se quello era veramente un duello in singolar tenzone o se l'altro uomo, che partecipava da muto spettatore, stesse in qualche modo influenzando lo scontro. Domande che vagarono nel nulla della sua mente.
    Si rialzò a carponi, insieme al sangue sputò un molare. Nonostante le sue condizioni, ridacchiò:

    «Però... per essere un vecchietto ci dai ancora dentro»

    In tutta la sua stazza, e a dispetto altrui, Riccardo era di nuovo in piedi a mostrare quanto potesse essere dura la scorza di un uomo pieno di orgoglio, anche se malridotto. Quel che era sconvolgente non era il fatto che si ostinasse a battersi contro un avversario invincibile, o non solo, semmai era la fierezza che traspariva dal suo viso conciato e, soprattutto, la scoperta di un segreto che solo quella notte di sangue gli aveva rivelato: la totale simbiosi con il dolore. Più subiva danno, più il suo spirito combattivo cresceva... e con esso il suo cosmo. Forse era questo il prezzo da pagare per toccare l'illuminazione e assurgere a essere un uomo diverso... e più potente.
    Nel buio pesto che avvolgeva gli sfidanti, la figura della Montagna riluceva di candido bagliore. Oltre al cielo, la costellazione di Eracle battezzava il campo di battaglia e quei pochi individui al mondo capaci di leggere tra le stelle avrebbero potuto scorgere la mastodontica apparizione di Eracle vegliare dietro le spalle del gigante ferito, ma ancora pericoloso.
    Atena gli aveva sussurrato una volta che nelle sue vene scorreva una stilla di sangue del mitico eroe greco. La Montagna non poteva sapere se fosse vero o se ciò che aveva sentito quella volta era frutto del delirio del suo animo straziato dalla morte del fratello. Ma ora era giunto il momento di scoprirlo.

    Non ti deluderò, Atena, e se dovessi fallire fai che io muoia adesso!

    Forse non avrebbe vissuto abbastanza per ripetere le dodici fatiche, forse sarebbe morto quella notte stessa, ma almeno una fatica la doveva compiere: sconfiggere quell'avversario inumano, e doveva riuscirci per se stesso, per Alessandro e per sperare di poter adempiere al suo giuramento.
    Represse il dolore e lasciò fluire libera l'energia che sentiva divampare dentro di lui, senza limiti, come lo scorrere di un fiume impetuoso che travolge gli argini.
    Digrignò i denti, il volto risoluto preannunciava il suo attacco.
    Con il collo del piede lanciò come diversivo contro l'avversario un cumulo di detriti che il terremoto di prima aveva causato e nel contempo si gettò in avanti, leggermente a sinistra. Il suo obiettivo non era un attacco frontale, piuttosto tentare un attacco laterale sfruttando come trampolino di lancio l'albero che stava a un paio di metri alla destra dell'avversario e che aveva retto allo tsunami di poc'anzi. Arrivato come un proiettile, avrebbe finto di travolgerlo con la stessa spallata sinistra usata prima invano, per poi all'ultimo ruotare il busto e colpire il volto altrui con il dorso del pugno destro. Colpo che, vista la velocità di esecuzione, poteva giungere con la forza di un maglio.
     
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    E finalmente qualcosa accadde. La Montagna era finalmente stata ridestata dal suo torpore e aveva deciso di dimostrare che non era per niente facile da conquistare. Riccardo incassò l’ennesimo colpo di Bart dando fondo a ogni briciolo di resistenza straordinaria, riuscendo a rimettersi in qualche modo in piedi dopo la tremenda onda d’urto e il volo che Bart gli aveva fatto sperimentare. Il ragazzone, aveva infine deciso di passare attivamente all’attacco, imbastendo quella che sembrava una strategia meno lineare rispetto al suo solito. Aveva tentato un diversivo, poi un avvicinamento fulmineo, e infine il colpo era arrivato sul volto del Gran Sacerdote in modo non convenzionale. E il Toro decise di non muoversi, incassando pienamente quel pugno.

    Ouch, questo un po’ l’ho sentito.

    L’affondo di Ritch si arrestò immediatamente, come se il ragazzo italiano avesse letteralmente colpito una vera montagna inamovibile. Bartolomeo si era solamente dimenticato di portare avanti la finzione e, quindi, incassò l’attacco come se fosse la puntura di una zanzara. Fastidioso, certo, ma il dolore era a malapena percepibile. La novità incredibile, però, era che finalmente aveva provato qualcosa, una sensazione di coinvolgimento in quello scontro che fino a quel momento il connazionale non gli aveva trasmesso.
    E a quel punto, tutto cambiò.

    jpg

    Oh oh oh, bravo figliolo.
    Finalmente ci siamo: questo è il cosmo di un Cavaliere di Atena.
    Alisia ne sarà davvero contenta.


    L’espressione del Toro si fece genuina e sinceramente gioiosa, mentre una risata roboante faceva sobbalzare il suo petto. La maschera del minaccioso e borioso avversario che aveva provato a interpretare era finalmente caduta, lasciando spazio al vero carattere di quel gigante buono a capo del Grande Tempio. Riccardo si sarebbe trovato completamente spiazzato di fronte a quella reazione, perché era un cambio così repentino da lasciare a bocca aperta.
    E così com’era arrivato, Bart se ne andò. Non era suo l’onere delle eventuali spiegazioni, a quello ci avrebbe pensato il Maestro del giovane italiano, cioè il caro amico Rigel. Forse Bartolomeo avrebbe lasciato qualche bella gatta da pelare al Cancro dorato, viste i nomi e le notizie che stava snocciolando come se niente fosse, ma era arrivato il momento di andare oltre.
    Il Gran Sacerdote cominciò a incamminarsi verso le mura della roccaforte, tranquillo e rilassato come se fosse uscito per bere una camomilla con qualche anziana signora. Prima di voltarsi, sorrise bonariamente a Ritch salutandolo platealmente con la mano destra come se fossero amici da sempre. Erano molto simili loro due, quello era vero, ma a volte l’espansività e la schiettezza di Bartolomeo erano davvero spiazzanti.

    Vieni a trovarmi quando vuoi, appena finisci l’addestramento.
    Io sono Bart, e mi sono davvero divertito molto durante questo nostro “scambio di opinioni”.
    Oh oh oh.


    Gesticolò per rimarcare le virgolette, da bravo italiano che muove le mani in ogni occasione per sostenere le proprie parole. E poi rise ancora in quel suo modo travolgente, mentre dava definitivamente le spalle al ragazzone che probabilmente non stava capendo molto di quello che era appena successo.

    Ciao Riccardo, sono certo che ti riprenderai in un battibaleno.

    Con il cosmo risvegliato, la sua forza e la sua resistenza, era certo che quelle ferite sarebbero state solo un ricordo dopo appena qualche giorno. Non vedeva l’ora di incontrare nuovamente quel suo connazionale, magari con un’armatura scintillante a proteggere il suo corpo. Il Grande Tempio ne aveva davvero un gran bisogno.

    Ciao Rigel, amico mio, ci vediamo presto.

    Non poteva andarsene, però, senza salutare anche il suo amico Rigel, che stava tremendamente simpatico anche a Elena. I due si erano accordati per come gestire quel probabile e promettente risveglio di un nuovo cosmo, e Bartolomeo era davvero felice di come erano riusciti ancora una volta ad agire così uniti e allineati. Riservò al Cavaliere del Cancro un ultimo messaggio telepatico, prima di lasciarlo rispettosamente a terminare l’addestramento che lui aveva iniziato.

    E grazie della chiamata.
    Ci avevamo visto giusto: il ragazzo merita assolutamente le nostre attenzioni.


    Ma, fermi tutti: Alisia, Bart, Rigel? Quanti nomi erano stati pronunciati dallo stesso Bart in una manciata di minuti. Riccardo li avrebbe riconosciuti? Avrebbe collegato tutti i puntini per formare l’immagine che si nascondeva dietro tutto quel susseguirsi di avvenimenti? Prima o poi la Montagna avrebbe capito tutto, magari proprio in quel preciso istante, ma per lui c’era qualcosa di ancora più importante da fare. Qualcosa che gli avrebbe sicuramente cambiato la vita.
    Era finalmente giunto il momento di diventare Cavaliere di Atena.

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    Riassunto:
    Fight finito e adesso vola verso la conclusione dell’add con Tyg :mke: Direi di postare la tua reazione e le tue sensazioni, poi riprenderà Tyg. Spero tu ti sia divertito a fare a cazzotti con Bart, anche se non abbiamo potuto scatenarci come si deve. Ma sono certo che ci saranno altre occasioni :kuku: Buon tutto e ci vediamo in gdr :asd:


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    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
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    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - SOLDATO

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    Il pugno era andato a segno. La mossa elusiva che Riccardo aveva escogitato era riuscita a sorprendere l'avversario costringendo quest'ultimo a incassare il colpo, il cui unico deludente effetto fu però quello di smuovere il lungo baffo destro.

    Neanche l'acciaio è tanto duro pensò, certo che se avesse rivolto quello stesso pugno al tronco d'albero da cui si era lanciato, lo avrebbe disintegrato.

    Quindi sorrise soddisfatto: avrebbe forse potuto trovare un avversario più forte?
    A questo punto Ritch si aspettava un contrattacco distruttivo, forse l'ultimo che il suo fisico già provato avrebbe potuto sopportare. Non aveva importanza, finché il suo spirito battagliero riusciva ad ardere con tanto impeto non avrebbe mai mollato, ed era per questo che non vi era traccia di timore nei suoi occhi: il cosmo appena risvegliato era un alleato ancor più potente della mera forza bruta di cui faceva sfoggio.
    I sensi intorpiditi dalla lotta non avevano minato i suoi riflessi e la sua risolutezza, ma tutti questi accorgimenti acuiti dall'adrenalina e dal cuore pulsante per la battaglia si sciolsero come neve al sole di fronte all'incredibile reazione del connazionale. Difatti, l'uomo che era stato inviato per ucciderlo ora se la rideva di gusto e il volto arcigno aveva fatto posto a un'espressione goliardica e di sincera simpatia. La Montagna ci aveva visto giusto dunque, poiché non aveva mai percepito volontà sanguinaria da quel bestione, che quindi non era affatto solamente una macchina da guerra. Chinò un poco di lato la testa, osservandolo con sconcerto.

    «Tu non sei molto a posto, amico, sei peggio di me...» commentò sbigottito, sciogliendo la postura da combattimento.

    Le parole che egli proferì gli rimbombarono nella testa, così sorprendenti per il loro significato e per come gli toccarono il cuore; parole dettate dalla più semplice genuinità che solo un uomo di virtù e bontà d'animo sa pronunciare in modo simile. Un senso di pace ultraterrena aveva pervaso il cuore di Riccardo, la stessa quiete che solo Atena era riuscito a infondergli. Chi era veramente quell'uomo che ora se ne stava andando? Avrebbe voluto dire qualcosa, rivolgergli le mille domande che si formulavano una dopo l'altra nella mente ma la sua bocca si muoveva senza pronunciare una sillaba. Lo shock era stato troppo forte. Ora che lo scontro era cessato, tutta la stanchezza e i dolori affiorivano prepotentemente e anche muovere la mascella gli causava una fitta. Quella sensazione di tepore paterno che lo aveva abbracciato se ne era andata insieme al gigante. Ritch si sentì smarrito e quasi oppresso dal buio della notte. Un barlume del suo ego s'infiammò per un attimo ridandogli un minimo di voce che sfruttò per rivolgere improperi al connazionale, non per atteggiamento di sfida ma perché già accusava la sua mancanza. D'altronde, molte erano le cose che accomunavano quell'individuo al fratello maggiore.

    Te la dai a gambe proprio adesso che mi stavo divertendo, eh!? gli disse urlando con finta rabbia e agitando un pugno, quando ormai era una sagoma lontana.

    Pose le mani sui fianchi, rassegnato, sopraffatto dalla solitudine e dal dolore delle ferite, la testa china persa nei pensieri. Poi di scatto si rianimò... non era rimasto solo: il mentore, colui che per primo, seppur con mezzi rudi, lo aveva preso per mano per condurlo alla conoscenza sublime del cosmo, non aveva ancora abbandonato quel luogo, al che Ritch gli rivolse uno sguardo interrogativo, prima di fargli forse la più inconsueta delle domande.

    «Che dici, adesso possiamo farcela una bevuta, amico senza nome?» chiese abbozzando un sorriso esausto e pieno di sangue, reso ancor più truce dal livido enorme che copriva metà faccia.

    Non aveva dimenticato, infatti, che il mentore, tra le altre cose che meritavano lunghi approfondimenti, avrebbe dovuto rivelargli anche la sua identità.
    Sorrise e rise forte la Montagna.
    Non avrebbe dimenticato quel giorno e l'uomo che gliele aveva date di santa ragione: Bartolomeo, era il nome che gli sarebbe rimasto scolpito nella mente a perpetua memoria.
     
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    -POST XV-



    Non gli era mai successo di fare un teatrino simile, e men che meno di farlo insieme a Bart. Era dalla famosa serata della pizza alla Seconda Casa, quando ancora lui era Altare che non combinava una "monelleria" simile. Certo, il Gran Sacerdote aveva avallato l'idea e ne aveva approfittato per sgranchirsi le giunture, e per una volta in modo pacifico. ANche se RItch le aveva sonoramente buscate. Lanciò un occhio verso il cadavere del corrotto, poi rivolse i suoi pensieri a Methos.

    ...tu ti stai divertendo.

    Non era una domanda, ma un'affermazione. Sapeva bene cosa pensasse lo spirito, e d'altra parte non poteva discostarsi poi tanto da quello che stava immaginando lui.

    Sì, è divertente. Non pensavo che il ragazzone avesse un tale senso dell'umorismo, però devo dire che siete stati credibili.

    E Bart adesso se n'era andato, piantandoli in asso ma lasciando anche cadere la maschera. E a quel punto... poteva farlo anche lui stesso, vero? Se non altro avrebbe potuto presentarsi, finalmente.

    Che dici, adesso possiamo farcela una bevuta, amico senza nome?

    Ritch era davvero un bel tipo. Una versione ridimensionata del Custode della Seconda Casa, almeno per adesso. Chissà, magari un giorno avrebbe raggiunto la stessa forza del Toro, e allora lo stesso Bart avrebbe avuto un... compagno di giochi, per la somma preoccupazione di Elena: doppi muscoli, doppi guai. Scosse la testa.

    Per stavolta passo, Ritch. E puoi chiamarmi Rigel... Rigel della Quarta Casa.

    Poi fece brillare il proprio cosmo e nuovamente i fuochi si accesero, stavolta davanti al ragazzone italiano, per poi diminuire fino a spegnersi e rivelando la presenza di un oggetto di forma cubica.

    La tua nuova conoscenza mi ha gentilmente chiesto di farti avere questa. Spero saprai farne buon uso, o Bart tornerà a darti un paio di carezze delle sue. Ti assicuro che se vuole, il Cavaliere del Toro sa anche andarci pesante.

    Lo scrigno di un'armatura d'argento era lì, scintillante, in attesa di essere indossata dal suo nuovo proprietario.

    Ci rivedremo presto, Ritch. Continua ad allenarti, e vacci piano con le bevute!

    Gli strizzò l'occhio, poi se ne uscì in una gran risata e s'inchinò. Infine, scomparve fra le fiamme azzurre: Rigel era rientrato alla Casa del Cancro.

    pjDBCQR

    narrato » parlato » pensato » telepatia » Methos » Cassandra

    nome » Rigel Sephdar
    energia » Energia Nera
    casta » Saint di Atena
    cloth » Gold Cancer [grado VIII]
    status fisico »
    status mentale »
    status armatura » Integra, non indossata.
    note » Bene, ora che Bart ti ha menato direi che l'addestramento lo possiamo concludere. Fai pure il tuo post di chiusura, Rigel ti ha lasciato lì con la tua armatura ed io intanto porto in giudizio il tuo addestramento.
    abilità »

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.

    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.

    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    tecniche »
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    Dopo che anche l'altro aveva rifiutato la bevuta, Ritch era rimasto davvero solo questa volta e la delusione fu grande. Il bizzarro trio si era sciolto. A tenergli compagnia solo i lontani latrati di bestie feroci e il battito di ali degli avvoltoi, da tempi immemori succubi dell'odore di sangue. E quella notte il sangue di Riccardo aveva irrorato in abbondanza l'inospitale terra che calcava. Con sguardo mesto osservava l'amico sparire nell'oscurità chiedendosi se mai l'avrebbe rivisto. Con quella rinuncia aveva così evitato il turbinio di domande che la Montagna gli avrebbe posto, fino a che quest'ultimo non sarebbe crollato ubriaco con la faccia sul tavolo della prima bettola; così come non avrebbe potuto sentire le sue parole di ringraziamento, perché senza di lui e dei suoi modi non troppo convenzionali, Ritch mai avrebbe potuto risvegliare il cosmo e con ciò ambire fino in fondo ai suoi propositi dediti alla giustizia. Ora toccava a Riccardo a ringraziarlo coi fatti.
    Stava ancora riflettendo, quando d'un tratto spalancò gli occhi.

    Rigel... Rigel della Quarta Casa, ha detto!

    L'italiano deglutì pesante alla scoperta di aver appena conosciuto uno dei leggendari cavalieri d'oro. Ripercorse gli eventi di quella sera e si rese conto di quanto avesse giocato inconsapevolmente col fuoco. Pensò al modo spocchioso con cui si era rivolto a lui, per spronarlo a bere, come se fosse uno qualsiasi, senza sapere in realtà di aver avuto di fronte un dio in terra, benché i poteri che gli erano stati mostrati avrebbero già dovuto indurlo da tempo a quella conclusione, ma il furore della battaglia lo aveva istupidito. Sarebbe bastato uno schiocco di dita perché la gigante sagoma di Ritch venisse polverizzata.
    La potente risata di Riccardo echeggiò nella notte.

    Sono proprio un idiota...

    La stanchezza stava per assalirlo in modo implacabile, i sensi si offuscavano mentre il cielo si rischiarava. Pensava che fosse l'effetto di uno svenimento imminente, dato lo sforzo profuso, invece era l'aurora del nuovo giorno che lentamente si stava imponendo. Rigel aveva lasciato uno scrigno d'argento che la Montagna avrebbe dovuto custodire anche a costo della vita. Il bagliore del primo raggio di sole si era posato come per incanto sull'altorilievo dello scrigno che raffigurava un uomo in posa marziale. La Montagna riconobbe in esso Eracle e, nell'alto dei cieli, ove solo gli dei e gli eroi vi dimorano, Eracle riconobbe Riccardo. Bastò quella reciproca consapevolezza per suggellare un patto più forte di un legame di sangue tra un uomo e la rispettiva armatura.

    Avvolto da un lungo manto che copriva tutta la sua stazza e lo scrigno sulle spalle, Ritch si era avviato con lento passo verso Rodorio. Non aveva fatto in tempo a tornare per l'adunata, sicché la sua sortita oltre le mura era destinata a essere sulla bocca di tutti. Le guardie gli aprirono il cancello e lui quasi varcò la soglia esitando, sapendo già delle frustate che lo attendevano per non aver rigato dritto. Stremato e ferito com'era, questa volta era certo che non avrebbe retto. Si chiese se fosse stata una buona idea tornare, ma poi si convinse che era meglio subire la frusta piuttosto che l'onta di essere tacciato come disertore.
    Era da poco spuntata l'alba, i soldati erano riuniti e appena lo videro lo circondarono con le armi in pugno e sguardi inflessibili. Immediatamente si sentì spacciato e colto da brividi gelati. La folla cominciava ad avvicinarsi a lui stringendo il cerchio. Scorse tra loro il vecchio Dimitri che lo fissava annuendo. Poi, all'improvviso, l'oscuro presagio che dominava la sua mente svanì. Un coro assordante iniziò a levarsi in cielo scandendo un solo nome:

    «RITCH! RITCH! RITCH! RITCH!» gridarono euforici i soldati, alzando le lance.

    Mai tanta emozione scosse il suo animo, rendendo la sua possente sagoma fragile e indifesa. A camminare in mezzo ai soldati gli parve di intravedere suo fratello Alessandro sorridergli pieno di orgoglio. Ritch scoppiò a piangere a dirotto come un bambino. Solo ora aveva capito finalmente chi era diventato. Dalla tasca prese la sterlina che gli aveva regalato, nonché l'ultimo tangibile ricordo che aveva di lui, e la chiuse nel suo pugno portandosela al petto mentre versava lacrime perché Ale non era lì a condividere quel momento.

    Ce l'ho fatta, fratello mio! Ce l'abbiamo fatta!

    Un nuovo giorno era nato, insieme a un nuovo cavaliere d'argento... il suo nome era Riccardo di Eracle.

    Edited by giatz - 7/7/2023, 10:34
     
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