[Trama] Alla ricerca dei giganti

Quest filler per Asgard

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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    Esperienze inaspettate

    VI

    ♦♦♦♦♦♦♦



    Korin & Junichi: L'esplorazione di quelle rovine richiede cautela, ed è resa necessaria dalla situazione in cui vi trovate. Proseguendo vi rendete conto che doveva essere un luogo veramente grande; ogni tanto si vedono resti di arcate o perfino di qualche statua, che vi fa pensare alla raffigurazione di guerrieri in armature pesanti. Non una traccia di muschio o vegetazione sotterranea, solo roccia - più o meno lavorata - e terra. Strani simboli sono anche visibili, saltuariamente, ma in gran parte cancellati dallo scorrere impietoso del tempo. Doveva essere una vera e propria città, oramai disabitata e silenziosa, se non fosse per un lieve gocciolare di acqua. Qualche infiltrazione, probabilmente. E poi c'è quello strano rumore che si sente debolmente in lontananza...

    Daimon: Una bella strage vecchio stile, quando si tratta di Corrotti, è sempre utile per sgranchirsi. Ma non solo i daimon hanno dato sfoggio delle loro abilità; Ennys e Jared, insieme agli altri loro compagni già coinvolti nel combattimento, hanno ampiamente contribuito. In particolare Ennys e un altro dei compagni si sono distinti, anche in modo abbastanza cruento, ferendo e uccidendo a suon di ARTIGLI e MORSI. Solo alla fine della battaglia vi rendete conto delle dita artigliate e delle zanne, oltre ai colori dei loro occhi... tutti della stessa sfumatura dorata/arancio, ad eccezione di Ennys e l'altro combattente che li hanno rossi. Il metalupo, alle parole di Anfitrione, sputa il cranio del corrotto e guarda il Daimon incuriosito; nessuna perdita tra gli uomini delle foreste, stavolta. Ennys, dopo aver conferito con il suo amico che apparentemente è il capo degli altri (che vi guardano con un certo sospetto, ma ormai avete capito che è la solita solfa), torna da voi mentre gli altri svaniscono tra gli alberi, e non ha la faccia allegra.

    Drago: Il guerriero sembra ascoltare con molta attenzione i commenti, e se non avesse avuto l'elmo Drago si sarebbe accorto che avrebbe drizzato gli orecchi - ammesso che li avesse - alla pronuncia di UNA certa parola: ASGARD. Vieni da Asgard, eh? Proprio come quei due... e magari sono anche amici tuoi. Dovresti proprio scambiarci due parole, sai? Anzi, fallo ADESSO. Senza neanche rendersene conto, Drago si ritrovò catapultato in avanti ed avvertì una fortissima pressione al centro della schiena. Si ritrovò al centro dell'arena, faccia a terra, mentre alcuni orchi trascinavano via i due combattenti apparentemente ancora vivi, sebbene pesantemente feriti. Il guerriero era già accanto a te, avverti un dolore acuto al centro delle spalle e alla base del collo: svuotato di ogni forza ed indebolito, cerchi a malapena di rimetterti in piedi, poi perdi i sensi.

    zBXLsaR


    Buona sera, non attendo oltre a causa di una mia imminente assenza e concedere a voialtri uno o due giorni extra. Per il team Korin e Junichi abbiamo ancora una situazione leggera: state esplorando, vedete un po' di cose in più e non fate brutti incontri. Il rumore in lontananza non vi dà l'idea di lotte in corso, o di passi, o attività particolari nonostante di tanto in tanto ci sia anche qualche rumore metallico; avvicinandovi, avreste l'impressione che qualcuno stia spostando cose. Vi dico di che si tratta perchè è necessario passare da lì: arrivati a una ventina di metri di distanza, riuscite a vedere un nano che sembra stia frugando in cerca di qualcosa nei pressi di quella che a distanza vi sembra essere una fucina. Ogni tanto lo sentite borbottare nella sua lingua e guardarsi intorno. Interagite con lui o almeno provateci: dopotutto Junichi sa che i nani ad Asgard fanno parte dei buoni, e Korin nel breve passaggio in città ne dovrebbe aver visto qualcuno.

    Il team Daimon riceve la bellissima notizia che gli altri cacciatori hanno comunicato ad Ennys: I nostri hanno scoperto qualcosa. Quei mostri sono arrivati da est, si direbbe siano sbucati dal nulla. Ma ad est c'è anche qualcos'altro: la tana di Kellendros. Ennys vi spiega che Kellendros è un drago che un tempo era amico del loro popolo e dei loro amici, ma qualcosa è cambiato "dal giorno in cui il sole divenne nero", capite che è un chiaro riferimento all'Armageddon. La tana di Kellendros è all'interno di una zona a loro preclusa, un terreno sacro in cui dimorano gli spiriti dei loro antenati; questo significa che il problema per cui si ha l'alterazione dell'Equilibrio potrebbe essere proprio legata a lui. Nessuno di noi può arrivare a Kellendros. O meglio, forse UNO ci sarebbe... Ennys si scambia uno sguardo con Jared e gli ordina di tornare dagli altri della sua comunità. Lui cercherà di andare a trovare l'unico del suo popolo che avrebbe la bella faccia tosta di infischiarsene degli spiriti ma che potrebbe avere la stessa faccia tosta di infischiarsene del drago e dei corrotti. A questo punto avete due possibilità: o andate dritti a cercare Kellendros, o andate con Ennys sapendo che comunque rischiate un fiasco.

    Drago di Perla una parola, doveva evitare di dire. Una. E invece l'ha detta due volte. XD Quando riapri gli occhi, ti ritrovi dentro una bella gabbia. Se provi ad usare qualsiasi briciola del tuo cosmo, dal punto in cui hai avvertito prima il dolore parte una scarica talmente forte che ti porta immediatamente vicino al perdere i sensi. Anche tu sei inibita ad energia bianca, per il momento. Ci sono altre gabbie nello stesso stanzone in cui ti trovi (che non ha alcun segno particolare: uno stanzone vuoto, fatto di pietra bianca, con tante gabbie); nelle due più vicine a te ci sono i combattenti che hai visto prima che sono feriti, ma ancora vivi. Puoi provare ad interagire con loro come credi, e ovviamente di trasformarsi non se ne parla proprio (se ci provi, sempre lo stesso discorso della dolorosa inibizione e in più non succede niente).

    Scadenza: sera di giorno 30 luglio (io tornerò attivo in quel giorno stesso). Per ogni dubbio, come al solito chiedete nel topic. Buon postaggio :zizi:

     
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    Korin ♦ Agente della GRADO ♦ Finto Triangolo Boreale ♦ Energia Rossa

    Alla Ricerca dei Giganti
    - Chapter VI -



    La cittadina di roccia era particolarmente… vuota. Avanzando tra le stradine secondarie non poté non notare il silenzio tombale. Non c’era nessuno in giro, nessun odore di cibo dalle case, nessun rumore che filtrava attraverso le imposte né ombre sotto le porte. L’unico suono che riuscivano a percepire era forse un vago gocciolare di acqua nella distanza, una possibile fonte che pioveva diretta nel pozzo a cui quella città un tempo si abbeverava. Al contempo però non doveva esserci molta acqua da quelle parti vista la scarsa presenza di vegetazione. Non c’era luce naturale, essendo loro in una cava, né aria fresca, ma si sarebbe aspettato almeno di intravedere qualche fungo o parete ammuffita, ma nulla. Era quasi inquietante avanzare per quelle strade polverose osservando i vicoli vuoti e quelli che forse erano stati cartelli stradali ormai in rovina visti i pseudo-ideogrammi orami cancellati dal tempo. Non c’era però segno di distruzione, o magari di pandemia. Chiunque avesse vissuto lì, probabilmente molti anni prima, aveva semplicemente preso e se n’era andato, forse perché non vi era più cibo nei dintorni, forse perché non c’erano più metalli da scavare nella roccia o forse per i predatori come il drago che bussavano insistentemente alla porta.
    Era troppe opzioni e troppo vaghe in quel momento per fare un’ipotesi certa, soprattutto visto che lui, e da quanto aveva capito anche Junichi, erano ignari della lingua di Asgard rendendo inutili i segni trovati in giro. Forse sarebbe stato il caso di chiedere alla GRADO o all’Eforos di poter avere accesso alle biblioteche e imparare quella nuova lingua viste le strette relazioni che dovevano andare a formare.

    Alla fine un altro suono sopraggiunse alle sue orecchie, un fruscio, quindi qualcosa di più pesante come un trascinamento. C’era qualcuno? Fece segno a Junichi di aver sentito qualcosa portando la mano destra attorno al lobo dell’orecchio corrispondente, quindi con la mancina gli chiese di stare più in silenzio e stare in copertura. Si mise giù a sua volta, coperto dal muro di un, forse, magazzino mentre lo sguardo spaziava il paesaggio alla ricerca della provenienza del rumore, che sembrava venire da qualche parte davanti a loro. Ripensò forse troppo tardi che Junichi potesse non comprendere il significato di quei segnali manuali visto che erano espressamente militari, ma aveva anche usato segni abbastanza immediati indipendentemente dalla non appartenenza ad un esercito.

    Avanzarono ancora seguendo i suoni sempre più forti, finché, svoltando un angolo, non ebbero a vista un nano chino sotto il bancone di quella che sembrava vagamente una fucina. Spostava carte, le leggeva e le metteva da parte, spostava oggetti, poi si tirava su, osservava intorno a sè e giù di nuovo alla disperata ricerca di qualcosa. Visto quanto rumorosamente lavorava e le, forse, bestemmie che stava tirando in nanico, il suo guardarsi intorno non era per evitare nemici, quanto forse più per una commissione che doveva fare di fretta e di cui non stava venendo a capo. Però commissione per chi? Che cosa stava cercando in una città altrimenti disabitata? Cosa ci faceva quel nano lì da solo?

    Korin si abbassò ulteriormente, cercando altresì di diminuire al minimo la propria emissione cosmica cercando di passare inosservato ai sensi del nano. Era un nemico? Un Alleato? Non potevano saperlo. Certo, aveva visto nani ad Asgard, ma questo non lo categorizzava subito come amico, così come c’erano umani in giro per il mondo pronti a dargliele di santa ragione al primo sguardo.

    Se volevano proseguire nel loro viaggio dovevano passare oltre il nano, ma avanzare al momento non era la sua priorità. Era più interessato a capire cosa quel nano stesse facendo, perché fosse da solo in una città abbandonata in un territorio considerato disabitato dai più. Mentre Junichi pareva optare per un approccio, Korin andò per l’esatto opposto: tentò di avvicinarsi rimanendo in copertura, senza farsi vedere né sentire, con lo scopo di vedere cosa il nano stava facendo o cercando. Se poi il nano si fosse rivelato un nemico e fosse saltato addosso a Junichi poteva magari prenderlo di sorpresa da dietro, sopperendo così allo svantaggio del loro cosmo fattosi più debole dall’entrata nella grotta.


    Statistiche

    Stato Fisico: Bruciature da elettricità e una bella botta al dorso.

    Stato Mentale: Focused

    Stato Armatura: [V] Intatta e Indossata.

    Riassunto:
    Korin va in stealth cercando di vedere le azioni del nano senza farsi vedere a sua volta, pronto però a balzare in soccorso di Junichi se il nano dovesse rivelarsi un nemico.



     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Post VI -

    Proprio come temevo, nemmeno Korin riusciva a richiamare il proprio cosmo ma non si perse d'animo e prese in pugno la situazione. Annuii e mi guardai intorno, cercando i punti meno esposti tra i ruderi di pietra ammassati lungo le stradine che si diramavano per tutta la città fantasma. Procedere con cautela era l'unico modo per cercare di sopravvivere, e più ci inoltravamo nel cuore degli edifici e della particolare rete urbana, più diventava evidente che in quel luogo era vissuta una comunità umanoide. Resti di arcate, statue mutilate degli arti o semplicemente rovinate dalla mancata manutenzione, erano la prova inconfutabile dell'impegno che i creatori vi avevano profuso; di tanto in tanto, il lento gocciolare dell'acqua rompeva il silenzio assordante.
    In un sussurro mi rivolsi a Korin, ricordandomi di non aver risposto ad una sua domanda mentre ci affrettavamo a lasciarci alle spalle il nostro primo rifugio nella montagna.

    «Perdonami, ho dimenticato di dirti qual è il mio ruolo nei ranghi della Madre. Mi è stato affidato il compito di proteggere il santuario di Ama no Iwato.»

    Continuammo nell'esplorazione finché, ad una ventina di metri dalla nostra posizione, non apparve la sagoma di un umanoide, basso e coperto da un'armatura pesante. Il mio compagno se ne avvide prima di me e mi fece segno che avrebbe tenuto un basso profilo; tentare entrambi l'approccio con la prima forma di vita non immediatamente ostile da quando avevamo messo piede nella montagna, difatti, ci avrebbe esposti inutilmente. Mi avvicinai con le mani alzate e ben in vista, in modo da fugare eventuali dubbi sulle mie intenzioni e, guardandolo meglio, mi resi conto di essere di fronte ad un nano, una delle razze che erano intervenute in aiuto di Asgard durante l'ora più buia.

    «Salve, mastro nano. Mi chiamo Junichi e sono uno dei tanti figli di Gea venuti in esplorazione nell'estremo nord per tentare di porre fine alla piaga della Corruzione. Mentre cercavo rifugio per la notte in una delle fenditure della montagna, mi sono imbattuto in una serie di cunicoli che mi hanno condotto fino a questa città deserta. Vedo che siete impegnato e non vorrei disturbarvi oltre, ma sareste così gentile da aiutarmi a trovare l'uscita per la superficie?»

    Sperai vivamente di non aver trovato l'unico nano appartente ad una fazione avversa ai nostri alleati, soprattutto in un momento di debolezza come quello in cui versavamo io e Korin. Forse lui aveva ricevuto un addestramento militare e, anche se privato del cosmo, avrebbe potuto tener testa ad un eventuale assalto del mio interlocutore, ma per me era diverso. Risvegliatomi da poco, avevo delle cononscenze basilari non solo di quel che rappresentavo in quanto eletto, ma anche delle capacità marziali necessarie a sopravvivere senza l'energia fornitami dalla Caverna Celeste.
    Prima di essere interrotto dalla mia presentazione, il nano stava trascinando qualcosa, tra grugniti incomprensibili e sbuffi alternati, fino ad una sorta di fucina, producendo un rumore metallico, sordo, come se più oggetti stessero cozzando tra loro. Per qualche ragione non riuscii a capire se fosse dipeso semplicemente dal contatto tra le varie parti della sua armatura pesante o fosse appartenuto a quello che stava cercando di spostare all'interno dell'edificio.

    "Banalmente, potrebbe essere un fabbro che ha deciso di rimanere isolato per concentrarsi meglio sul proprio lavoro. Non sarebbe la prima volta che un artigiano decida di allontanarsi dalla civilità per raggiungere l'apice della propria arte."

    Ormai avevamo fatto la nostra mossa e, in ogni caso, sarebbe stato impossibile proseguire oltre senza imbatterci nel nano e nella sua fucina, quindi tanto valeva tentare la sorte prendendo le giuste precauzioni. Qualora si fosse dimostrato amichevole, poi, avrei potuto chiedergli se in quella zona fossero presenti delle protezioni installate dalla sua gente per impedire, a cavalieri o creature dotate di cosmo, di utilizzarlo. Una simile misura di sicurezza sarebbe stata estremamente utile per Asgard e tutti i rifugi che ospitavano gli indifesi, oltre ad essere un deterrente per il drago che, a mio avviso, non avrebbe gettato così facilmente la spugna, continuando a cercare un modo per darci la caccia.



    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Infreddolito, braccio destro bruciato dal fulmine con mobilità articolare ridotta; capacità motorie in lento recupero.
    STATUS PSICHICO: Concentrato.
    STATUS CLOTH: Indossata, bruciatura sui bracciali e sul petto.

    RIASSUNTO AZIONI: Provo un primo approccio con il signor nano, palesando i miei intenti mentre Korin rimane nell'ombra :zizi: Credo si tratti di un fabbro che si è imposto una sorta di auto-esilio per affinare la propria arte :asd:

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


    TECNICHE:


    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved




    Edited by Kalego - 22/7/2023, 21:21
     
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    VI - Esperienze Inaspettate

    Kellendros...

    Fu l'unica cosa che uscì dalla sua bocca quando ormai, in piedi, lui e Azrael discutevano con Ennys della minaccia palesatasi.
    L'orda era stata egregiamente distrutta, senza feriti, con le carcasse dei nemici che impregnavano il campo di battaglia. Fu una battaglia veloce e densa, che non aveva affaticato di molto il vecchio guerriero.

    Azrael durante lo scontro aveva combattuto valorosamente come anche Jared ed il metalupo compagno, mostrando tutti innate doti combattive. Avrebbe voluto tanto vederli in armatura completa, per saggiare ed ammirare la loro vera potenza bruta. Oltre che l'equipaggiamento, i loro compagni sembravano quasi manifestarsi come uomini-lupo con artigli e occhi sfumati, che cambiavano in rosso accesso per quelli più anziani. In una specie di trasformazione.

    Il nuovo gruppo incontrato aveva poi confabulato con Ennys portando brutte notizie, continuando a guardarli col loro classico scetticismo da nordici: d'altronde essere nascosti da tutti provocava un certo altolà ad ogni straniero, figurarsi dopo il loro improvviso intervento. Ma erano vivi grazie a loro e non si dimostrarono ostili.

    Anfitrione rimase ad ascoltare fermo in piedi, poggiato sulla lunga lancia con un piccolo vessillo legato all'asta che accompagnò il vento notturno.
    Kellendros era il problema. Un drago antico delle terre del nord; non gli era mai accaduto di affrontare un drago nordico. Sapeva che erano creature molto intelligenti, grosse ed estramamente violente, molto più di Idre e Demoni che sconfisse. Sarebbe stato come un primo battesimo di sangue.
    Avrebbe tanto saggiato la durezza delle sue scaglie e la presa della sua testa con forza. Come un rito che gli eroi di un tempo avevano cura di avere, in uno scontro per conoscere chi era il più forte. E prenderne un premio.

    E loro non ci aiutano? È la loro terra dopotutto

    Osservò poco dopo con lo sguardo il gruppo incontrato andare via, scomparendo nella foresta; evidentemente non potevano fare di più.
    Ennys spiegò che la tana dove dimorava Kellendros era preclusa a molti. In un territorio ricolmo di spiriti e antenati.
    Kellendros era un vecchio drago, amico del loro popolo, che da quando accadde la minaccia della corruzione era ricomparso probabilmente corrotto. Non era la prima volta, la corruzione cambiava e infettava un essere facendolo diventare una macchina di morte.

    Ennys poi si scambio uno sguardo con Jared, quando nominò una pista da seguire: un uomo della loro comunità poteva conoscere una via per penetrare e fare da guida nel luogo dove dimoravano gli spiriti ma che - fecero capire - poteva anche infischiarsene della situazione attuale e continuare a trastullarsi con le sue cose. Ignorandoli.
    Una specie di eremita?

    Così le strade che proposero per la missione furono due:
    Cercare di penetrare verso Est arrivando alla tana di Kellendros eliminando la minaccia, visto che lo squilibrio nel flusso era dato probabilmente dalla sua contaminazione corrotta che inificeva con le anime del luogo. Oppure chiedere aiuto a questo loro amico, che poteva anche lasciarli a bocca asciutta senza aiutarli.
    Ma che forse, avrebbe rivelato utili informazioni sul drago e sul tragitto da seguire, sfruttando anche l'occasione di conoscere di più su chi fosse quel popolo.

    Anfitrione roteò la lancia conficcata nella neve mentre guardava il cielo. Avrebbe voluto affrontarlo da solo Kellendros, sentiva che voleva conoscere la sua forza. Probabilmente, molto più antica della sua. In un atto di forza puro che avrebbe giovato alle sue imprese.
    Ma la situazione imponeva saggezza, e prendere e gettarsi alla cieca non era mai una buona idea. Servivano informazioni, se la sorte assisteva. Anche aiuto.
    Così parlò tornando con lo sguardo sugli altri.

    Credo che la risposta già la sappiate...
    Parlateci di costui


    Dentro di sé, difatti, egli non temeva un drago.
    Ciò che temeva, era quello che c'era dietro di lui.

    SPOILER (click to view)
    FISICO Perfetto.
    MENTE Perfetto.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Indossata [Forma Umana]
    RIASSUNTO AZIONI
    Decido di unirmi insieme ad Azra a chiedere aiuto.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE



    Edited by Anfitrione - 27/7/2023, 10:02
     
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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]


    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo VI -

    T
    utto era andato per il meglio, la zona era stata ripulita e i miei nuovi amici parevano cavarsela in maniera splendida, artigli ossei fuorisciuvano in una sorta di trasformazione animalesca, dalle mani di molti di loro, mentre anche un altro degli abitanti delle foreste mostrava un colore dell'iride simile a quello di Ennys. "Anzianità o diversificazione?" come sempre, la mia lingua fu più veloce del mio freno inibitore.

    «Senti posso fare una domada? Mi spiegheresti questa faccenda degli occhi? Come mai siete solo in due ad averli di colori diversi? E da dove prendete i vostri poteri? Oserei dire un dono naturale quasi»

    Non che avessi dubbi su Anfitrione ovviamente, ma la conferma era stata gradita; erano gli altri che mi lasciavano un pochino perplesso. Nonostante non facessero parte di una gerarchia ufficiale, o quantomeno conosciuta, parevano possedere una propensione naturale per le arti cosmiche, il che fece capire che non erano solo Jared ed Ennys ad essere baciati dalla fortuna, era tutta la loro popolazione.

    «Vedo che ci siamo tutti, perfetto»

    Questi ultimi due si avvicinarono, mentre io avevo mosso i primi passi verso il mio compagno di casta per sincerarmi delle sue condizioni, con delle notizie che ci fecero scivolare in quelli che scoprimmo essere guai sempre più grandi.

    A quanto pareva la Corruzione non aveva risparmiato niente e nessuno nel corso degli anni, andando ad "infettare" persino un essere mitologico come poteva esserlo un drago del Nord.

    «Quindi persino loro...»

    Il nome non mi diceva assolutamente niente, ma di una cosa ero sicuro: non volevo incontrarlo arrabbiato. Perciò l'idea di trattare con una guida non era così raminga come poteva apparire. Mi presi del tempo per pensare e decidere, buttare il nostro tempo per cercare un aiuto che non sarebbe arrivato era una cosa che mi faceva storcere il naso. Anche perchè ripensando con calma a quanto accaduto fino a quel momento c'era un tassello del puzzle che non mi quadrava.

    "Siamo arrivati qui per motivi e con motivazioni diverse io ed Anfitrione, ci siam fatti prendere dagli eventi, vero, ma cosa stavamo cercando dopotutto? Su due piedi risponderei una soluzione, ovvio. Ma a cosa?".

    Non vi era dubbio che avremmo dovuto investigare ancora, entrambi mossi da quel pezzo mancante del puzzle che non ci dava tregua, o almeno pensavo che anche lui fosse in parte spronato ad andare avanti per quello. Non sapevo di preciso come percepiva questi avvenimenti un essere che un tempo era stato un umano. Mi ripromisi di chiedergli di più del suo passato.

    Così mi persi, nuovamente, nelle mie elucubrazioni mentali mentre Ennys spiegava come le strade da percorrere fossero sostanzialmente due, ma che in entrambi i casi avremmo avuto un incontro ravvicinato con quella macchina sputafuoco - "Ok questo magari non è del tutto esatto, ma chi non si immagina un drago vomitare fuoco dalle fauci?" - la differenza era avere o meno una guida quindi.

    «Kellendros, uh? Che genere di drago sarebbe? Cioè, un drago è veramente come si dice nelle storie?»

    Guardai il mio compagno di di casta e lo trovai abbastanza deciso, da quando avevamo iniziato la marcia aveva ripreso le movenze di un generale d'altri tempi e ridotto al minimo le parole. Certo non che prima fosse stato un gran chiacchierone.

    «Concordo con il mio amico. Potremmo perdere tempo lì è vero, ma magari avremo la possibiltà di evitare di perdere tutti i nostri arti. Piuttosto dimmi Ennys, chi è costui di cui stai parlando?»



    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Allerta;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    NOTE



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI



    Capitolo 5 : L' ennesimo equivoco.



    D
    unque la situazione avrebbe potuto svolgersi in un altro modo, ma onestamente o non sarebbe stato divertente o comunque era poco realistico, fatto sta che per Drago di perla la sfortuna non lo voleva proprio lasciare, seppure ci aveva sperato anche solo per un attimo, ma no, doveva andare per forza così.
    Dopo aver scambiato qualche parola con il tizio in armatura nera, il gigante aveva forse detto qualcosa che non andava inconsciamente, poiché essendo arrivato solo quell’ oggi in un mondo ostile di certo non poteva sapere se il suo parlare fosse giusto, e a quanto pare non lo era, visto che lì se si pronunciava “Asgard”, si finiva con l’essere accusati a prescindere di essere un loro amico e quindi imprigionati seduta stante?E tanto per “cambiare” era di nuovo finito nei guai per colpa di un grosso equivoco.
    “Ehi…ehi…momento, momento... Senti un pò “coso” non mettermi in bocca parole che non ho detto, forse non ci siamo capiti bene. Ho detto di provenire da Asgard perché MI HANNO ORDINATO di andarci. Cosa centra il fatto di essere amico loro? Ma chi cavolo li conosce? Posa il fiasco!" Drago di perla scosse la testa, indispettito poi disse una "mezza verità", socchiudendo gli occhi : " Comunque per la cronaca non ho amici ad Asgard, anzi a me gli Asgardiani mi stanno pure quasi tutti sulle pall…Argh…ehi?..ma cosa cazzo?...” mentre il gigante cercava di spiegare l’equivoco al tizio con l’armatura nera , che a quanto pare si era mostrato un emerito deficiente, visto che non ha dato tempo neppure di spiegare il malinteso, si ritrovò con un forte dolore alla schiena una specie di scarica gli fece perdere i sensi.
    Bene a questo punto le cose erano palesi o quelli erano tutti deficienti come il tizio in armatura nera, o lì cercavano semplicemente un pretesto per imprigionare la gente e farla combattere e dal modo in cui era stato trattato drago di perla, nonostante poi lui volesse comunque partecipare e non avrebbe neppure usato il cosmo, quelli avevano proprio cercato un pretesto per obbligarlo o forse era il loro modo di “accettare la sua iscrizione”, una semplice firmetta no?Che cazzo di modi che avevano lì di trattare gli stranieri, quindi adesso si ritrovava in una “simpatica gabbia”.
    Drago di perla riprese i sensi, e si accorse di essere sdraiato a terra e poteva muoversi senza usare il cosmo, perché onestamente ci aveva provato, ma la scossa di sottomissione a cui era stato misteriosamente sottoposto non gli faceva usare nulla del suo cosmo, anzi era meglio non indebolirsi ulteriormente che quel sortilegio era veramente potente e la sua schiena e le spalle erano adesso quelle di un normale corpo umano e lo stava facendo svenire ancora, chissà come avevano fatto “a sigillare” così in fretta un cosmo possente come quello del gigante di Crono?.
    Drago di perla si sedette a gambe e braccia incrociate, sinceramente la situazione era veramente fastidiosa e si era creata tutto da un equivoco, certo almeno questa volta era meno imbarazzante che essere scambiato dagli abitanti del luogo per il messia, ma diavolo, era la seconda volta e la cosa lo faceva incazzare, anche se in quel momento l’arrabbiatura non era per lo sbaglio, quello se l’era procurato lui purtroppo, ma era per il comportamento irriverente del tizio in armatura nera. Come osava fare questo a un “dio”? Uno stronzo del genere che non aveva le facoltà di ascoltare non era degno di vivere e alla prima occasione se drago di perla avesse trovato il modo di far partire il suo cosmo, avrebbe fatto un macello su quelle tribune cariche di vermi striscianti , ma soprattutto si sarebbe mangiato quell’essere in armatura. Mai sfidare l’ira di un drago fin quando è ancora vivo.
    °Quella puttana in armatura me lo pagherà caro questo affronto .°
    Drago di perla vide che dall’ arena stavano riportando indietro i feriti, che in pratica secondo lo stronzo in armatura dovevano essere i suoi “due amici Asgardiani”, mai visti e da come erano conciati si aveva l’impressione che stessero pure lì da un po’ e le ferite che avevano non erano messe bene. Per forza se chiudevano “i rubinetti del cosmo” combattere senza farsi male con un corpo umano non era facile, però di certo da un punto di vista più tecnico, non era comunque impossibile. Dopotutto Drago di perla si era allenato molte volte nel simulatore a combattere senza usare il suo cosmo e trasformasi, con l’uso solo della sua “caccia daimon” la spada che non si era portato oggi perché non credeva di certo di finire in arena ad “obbligo” e per uno sbaglio, però era abbastanza sicuro di potercela fare, anche se dipendeva che tipo di combattenti c’erano lì e se mettevano subito in gioco il loro “campione” e il tipo di armi o meno da usare. In ogni caso il gigante avrebbe dimostrato il suo valore in attesa di capire come fare per risvegliare il suo cosmo. Intanto perciò una cosa avrebbe voluta saperla e avrebbe dunque rivolto una semplice domanda a quei due “ suoi amici”.
    “Sveglia voi due site ancora vivi? Se è si mi spiegate cosa cazzo ha fatto Asgard in questo merda di posto per meritare un trattamento simile anche solo accennando di provenire da lì? Questi stronzi e la loro puttana in armatura sono talmente ottusi che non mi hanno dato neppure il tempo di parlare e visto che devo morire, prima almeno fatemi capire qualcosa che mi sono già rotto di questa pagliacciata!”
    Ok sapere la situazione che c’era tra Asgard e quel posto, non era importante, però almeno dava il tempo di pensare a qualcosa, anche se l’unica cosa da dire in quel momento era solo una: “Chi cazzo glie lo aveva fatto fare?”.
    Maledetto Archivio centrale! Giornata da dimenticare!






    QbxKRwo





    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:inibito e affaticato dal blocco cosmico
    Stato Psicologico: Buno , ma incazzato nero!
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4] ( per ora non indossata)
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:




    Azioni:









    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    Esperienze inaspettate

    VII

    ♦♦♦♦♦♦♦



    Korin & Junichi: Il nano si volta verso Junichi distrattamente, poi rivolge un altro sguardo pensieroso alle cianfrusaglie e poi gli si accende la lampadina, realizzando la presenza dell'altro. Oh, giovanotto. Smarrito tra le montagne, eh? Sì, certo che conosco la strada, dammi solo qualche minuto, devo prima riuscire a trovare... e riprende a guardarsi intorno, poi pesta un piede in terra e si sente un CLANG metallico. Lui guarda sotto i suoi piedi e gli si allarga un sorriso. Per gli dei, lo sapevo che era qui da qualche parte! E ci ero finito pure sopra... Lo vedete scendere e chinarsi, per poi ripulire la superficie su cui si trovava poco prima. Una incudine degli Skyrblis... e con questa siamo a tre. Bene, rimetteremo in sesto anche questo posto! Gira il suo sguardo come ad abbracciare l'intera caverna, poi torna a guardare Junichi. Scusami per le chiacchiere, era da un po' che stavo perdendo tempo qui sotto. In ogni caso, prima di uscire da qui, forse sarebbe meglio che tu e il tuo amico là dietro vi rimettiate in sesto, no? Le terre qui sopra sono piuttosto inospitali, ma credo che ve ne siate accorti da soli. Quel Balagos è un bel seccatore, non ci sono dubbi, ma una volta era un tipo a posto. Forse dovrei andare a fargli una bella ramanzina, dopotutto. Poi prende lo zaino ed estrae un vasetto e delle bende, porgendoli al Gea.

    Daimon: Jared sale sul lupo per poi allontanarsi, restate soli con Ennys che tira il sospiro a cui spetta un compito ingrato. Rivolgendosi ad Azrael, l'uomo inizia a parlare: sembra più alto e grosso di come lo ricordavate, una presenza davvero imponente. Non credo sia il momento per soddisfare la tua curiosità sulla mia gente, straniero. Kellendros è un drago molto antico, e se c'entra davvero lui avremo bisogno anche di Deucalion. La sua tana è in territorio proibito anche per me, ma forse lui potrebbe decidere di darvi una mano. Se sarete abbastanza in gamba da convincerlo, naturalmente... è cieco, ma ha altri modi per vedere. E vede molte più cose di chiunque. Seguitemi.

    Drago: I due guerrieri guardarono il nuovo arrivato, erano feriti ma continuavano a sembrare pericolosi a causa delle loro dimensioni. Uno dei due sbuffa, per poi rispondere con un pesante accento nella lingua asgardiana. Non hai capito niente, eh, straniero? Qui siamo in un mondo dove tutti combattono e solo i forti sopravvivono, e noi siamo solo degli schiavi utili solo a far divertire quei mostri là fuori. Chi vive nel Kraal esibisce la propria forza e fa in modo che gli altri non riescano a difendersi. Si porta l'indice verso la base del collo, un sottile anello di metallico lo cinge. Lo hai anche tu, vero? Quello ti impedisce di usare la tua forza. Liberatene, e forse avrai trovato il modo per fuggire. Noi siamo stati portati qui con l'inganno e con la forza, ma se il nostro popolo sapesse dove siamo nessuno di loro avrebbe scampo. Nemmeno Goth Dart, l'uomo in armatura. E nemmeno il suo padrone Akragas. Una pausa. Ma la volontà dei Vrykul non si spezzerà.

    zBXLsaR


    Buon giorno, stavolta dobbiamo un po' recuperare il passo. Team Korin e Junichi: il nano vi ha fatto un po' di chiacchiere, ha visto subito anche Korin ed è disposto ad aiutare, sta porgendo al Gea bende ed unguento per le bruciature (che guariranno pressochè immediatamente,e a quanto pare lui ha capito anche come ve le siete procurate). Liberissimi di presentarvi e far chiacchiere, se avete presente lo Hobbit lui è caratterialmente un tipo alla Balin.

    Il team Daimon ha di fronte mezza giornata di cammino, in direzione FORSE nord-est (non vi raccapezzate bene dopo la corsa col metalupo). Proseguite per sentieri poco battuti e "puliti", come se gli animali e qualsiasi altra cosa cerchi di evitare la zona in cui vi state inoltrando; avvertite un senso di oppressione, come se l'aria stessa pesasse come un macigno e l'inquietudine si fa strada verso di voi. Alla fine puntate verso una rupe, e quando arrivate alla base vedete un'apertura. Un uomo è seduto davanti, una spessa benda a ricoprire i suoi occhi, un lungo bastone tra le mani. Fisicamente vi appare meno "massiccio" del vostro amico, ma è leggermente più alto, i capelli castani a incorniciare la fronte e la benda fino a ricadergli sulle spalle. Si volta nella vostra direzione. Ennys, ragazzo. Cosa mai può spingerti a portare gente sconosciuta qui nel mio territorio? Il tono di voce non è amichevole, e sembra tendere al minaccioso.

    Drago di Perla a sorpresa incontra due Vrykul, e da quel poco che sente capisce di essere in un altro mondo. Non una dimensione parallela, un mondo diverso anche dai nove legati ad Yggdrasil. Anche qui, libera di provare a chiedere qualche informazione in più ai compagni di prigionia, poi arrivano una serie di creature simili a goblin, accompagnati da alcuni lupi mostro, che vengono a trasportare la gabbia verso l'arena. I goblin sono silenziosi come fantasmi, i lupastri avrebbero probabilmente voglia di mordicchiarti. Nell'arena, che adesso ti sembra molto più grande, vedi una sorta di palco d'onore, accanto al quale c'è il tuo amico in armatura. E sul palco, seduto su un trono, c'è LUI, che ti guarda come tu guarderesti una formica se avessi i tuoi pieni poteri. A te l'onore di proferire parola, quello per ora ti guarda schifato e basta.

    Scadenza: sera di giorno 7 agosto (stavolta un giorno in meno del normale, ma voi siete bravi e ce la farete). Per ogni dubbio, come al solito chiedete nel topic. Buon postaggio :zizi:

     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Post VII -

    Il nano si voltò nella mia direzione, continuando a spostare lo sguardo da un punto all'altro dei piccoli depositi di cianfrusaglie che avevano catturato la sua attenzione. D'un tratto alzò le sopracciglia, realizzando solo in quel momento che ci fosse un altro essere vivente oltre a lui e, per di più, interessato a scambiare qualche parola. Si presentò a sua volta ed iniziò controllare, pestando i piedi a terra, la presenza dell'oggetto che, evidentemente, stava cercando già prima che mi avvicinassi disturbando la sua ricerca. Il rumore metallico dei suoi stivali fu amplificato dal clangore prodotto da un'incudine dalla foggia particolare, un chiaro segnale della fine dell'esplorazione che lo aveva condotto nella piccola città fantasma.

    "Skyrblis... non ho mai sentito questo nome. Potrebbe appartenere ad un clan nanico del passato o ad uno ancora esistente. Il fatto che sia venuto in una città abbandonata solo per recupere l'incudine, mi fa pensare ad uno di quei rituali degli antichi maestri della metallurgia che si affidavano agli dei per benedire le proprie armi, già a partire dal processo di forgiatura."


    «Non preoccupatevi, mastro nano, posso comprendere la vostra urgenza di finire quel che avete cominciato. Volete ricostruire questa città in rovina? Se davvero fosse questo il caso sarei felice di aiutarvi a nome del Palazzo del Crogiolo; ogni tipo di resistenza è una spina nel fianco della Corruzione e la Madre ha sempre avuto a cuore la salute dei suoi figli. Tutti hanno lo stesso diritto di vivere in pace, senza nascondersi ed essere costretti ad abbandonare la propria patria.»

    Feci un piccolo inchino ed accettai di buon grado le bende e l'unguento che mi passò gentilmente per curare le ferite. Rimasi stupito dall'acutezza dei suoi sensi, nonostante i suoi pensieri fossero rivolti ad un compito specifico; Korin era stato scoperto senza alcuna fatica.

    «Vi chiedo scusa per aver cercato di nascondere la presenza del mio compagno, ma non eravamo certi della vostra buona fede e, dopo aver incontrato il drago, come avete notato, abbiamo preferito utilizzare un approccio più prudente. Forse Balagos è diventato più diffidente da quando la Corruzione si è estesa fino al profondo nord ma, dopotutto, non me la sento di giudicarlo. Difendere il territorio è una prerogativa di qualsiasi creatura che abbia una tana o dei piccoli da difendere.»

    Lanciai un'occhiata a Korin e lo invitai con la mano ad avvicinarsi, poi applicai il balsamo curativo sulle ustioni e mi fasciai il braccio, passandogli il resto così che potesse medicarsi. Immediatamente avvertii un piacevole tepore propagarsi dal gomito al polso, dove la carne ustionata dalla folgore di Balagos aveva già iniziato ad infettarsi.

    "È molto simile alla sensazione di rinvigorimento del Lifestream. Forse l'hanno prodotto i guaritori del suo clan."

    «Grazie per l'aiuto, siete stato davvero gentile con noi. Se non sono indiscreto, potrei chiedervi se nella grotta sono presenti dei sistemi di inibizione dell'energia cosmica? Magari qualche antica protezione, posta dal vostro popolo molto tempo fa, per impedire alle creature più potenti di esprimere completamente il loro potenziale?»

    Fui diretto, evitando ulteriori sotterfugi che avrebbero potuto infastidire il nano o, semplicemente, rallentarci nel raggiungimento dell'obiettivo comune: tornare alle nostre basi in vita e, possibilmente, con informazioni rilevanti su quel che stava accadendo a nord di Asgard.
    Osservai distrattamente l'incudine e notai che la dimensione non era esattamente quella di un normale utensile da fucina. Un fabbro nanico avrebbe dovuto trovarla estremamente scomoda, ma forse non sarebbero stati loro a doverla utilizzare, seguendo l'ipotesi delle 'incudini rituali'. Una serie di rune di cui ignoravo il significato erano incise attorno alla lingua ed il corno dell'incudine, il che la rendeva uno strumento diverso dagli altri o, quantomeno, non prodotto in serie.

    "Se ci fidiamo gli uni degli altri, riusciremo sicuramente a ricavarne qualcosa di buono. Avere degli alleati in un momento critico come questo, è l'unico modo per sopravvivere."


    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Perfetto grazie all'unguento del nano.
    STATUS PSICHICO: Concentrato.
    STATUS CLOTH: Indossata, bruciatura sui bracciali e sul petto.

    RIASSUNTO AZIONI: Faccio un po' di domande e propongo al nano di aiutarlo, a nome del Palazzo del Crogiolo, a rimettere in piedi la città abbandonata. Gea vuole bene a tutti i suoi figli :zizi:

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


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    VII - Esperienze Inaspettate

    Dopo che Azrael concordò sull'agire, Ennys rispose brevemente parlando dell'uomo a cui avrebbero chiesto aiuto: lo descrisse come un eremita cieco di nome Deucalion, il quale sarebbe stato molto difficile convincere con la diplomazia. Il luogo dove si trovava Kellendros era inaccessibile e solo costui era in grado di penetrarvi potendo aiutare nell'impresa. Non c'era altro modo.
    Subito dopo il discorso, Jared se ne andò con il metalupo ed Ennys decise di fare strada nel cammino che gli avrebbe condotti dove dimorava Deucalion. Nelle profondità della foresta.

    I passi scesero pesanti nel nuovo viaggio, nella neve e nella vegetazione rigogliosa, che durò molte ore. La notte così divenne chiara, e i primi sintomi di luce cominciarono ad apparire. Questa volta le strade che incontrarono furono completamente selvagge, non battute. Perfino gli animali non le praticavano; sembrava che più si addentrassero e più i luoghi diventassero pesanti, timorosi, opprimenti per qualunque cosa vi mettesse piede. In una sensazione che invadeva l'aria.
    Anfitrione continuò a seguire Ennys incalzante, senza fermarsi, mentre rifletteva su dove stavano andando. L'eremita Deucalion era un cieco, e come molti senza vista aveva sensi e poteri molto sviluppati per percepire e vedere, come fece intendere lo stesso Ennys. Simile a molti oracoli o saggi di molte storie, essi sviluppavano o ricevevano in dono peculiarità uniche.
    Erano quasi sempre figure intelligenti, spesso schivi, che parlavano per enigmi o senza risposte concrete a prima vista.
    Quando si incontravano e la propria strada ne necessitava dispensavano consiglio, ma solo se volevano. D'altronde erano quasi sempre indipendenti, e spesso non rispondevano a nessuno se non ai loro credi e principi.
    Sapeva già cosa aspettarsi Anfitrione. Un lancio di dadi imprevedibile.

    Continuarono ancora il cammino, il sole si alzò in cielo quasi a toccarne il punto più alto. Il vecchio guerriero non riuscì più a capire dove fossero, se avevano proseguito verso nord o si erano spostati più ad Est delle grandi montagne.

    Quando finalmente videro la fine, essi sbucarono lasciando la strada e arrivarono ad un'alta rupe, dove ai suoi piedi vi era un'apertura con un uomo seduto: alto, longilineo, più esile di Ennys. Con una benda sugli occhi mostrava i sintomi di cecità stringendo nelle mani un lungo bastone. Deucalion.

    Con i Sensi Acuti percepì costui emettere un'aura intensa, esattamente quella che avevano percepito estendersi per tutto il viaggio. Molto pericolosa.

    Appena si appropinquarono a lui il tizio si girò, percependo la loro presenza. E mostrandosi con tono ostile.
    Non fu un buon inizio.
    Ennys sembrò reverenziale nei suoi confronti, e ne vide anche una certa paura come se sapesse di rimetterci la vita in quell'incontro. Quel popolo odiava proprio gli sconosciuti.

    Così l'ellenico rimase fermo. All'erta. Senza intromettersi nello scambio di battute tra Ennys e Deucalion, percependo il filo di tensione creatosi.

    Si limitò a fare un inchino, in segno di rispetto, anche se probabilmente non sarebbe stato percepito.
    Aspettando il momento buono per parlare.
    E non solo.

    SPOILER (click to view)
    FISICO Perfetto.
    MENTE All'erta.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Indossata [Forma Umana]
    RIASSUNTO AZIONI
    Descrivo l'arrivo e saluto con un inchino.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE

     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Chapter VII -



    Al sentire il nano sapere della sua presenza imprecò in cinese con un filo di voce. Pensava di essere stato abbastanza silenzioso nascosto dietro al muro, ma a quanto pareva l’attenzione che il nano rivolgeva all’esterno era molto più alta di quella che aveva messo nel cercare le sue cose: come aveva fatto a beccarlo nonostante avesse perso un’incudine grossa quanto il nano stesso sarebbe rimasto un mistero. Doveva aver sbagliato qualcosa nel suo approccio, forse nel non togliersi l’armatura e il nano aveva avvertito il suo, seppur ora flebile, cosmo. O forse le cose andavano male perché così dovevano andare, insomma l’attacco ad Asgard, il mistero energetico seguente, niente comunicazioni, il cadavere, il drago… quando mai le cose andavano per il verso giusto? Il Destino si divertiva a torturarli; tanto valeva ballare la sua macabra danza e mossa dopo mossa tentare di uscire dalla fanghiglia che voleva sommergerli ogni volta.
    Uscì allo scoperto in quanto fosse inutile continuare a nascondersi anche a causa di Junichi che subito andò a richiamarlo e spiegare il suo comportamento. Raggiunse il compagno affiancandolo appena un passo dietro e lanciò un rapido sguardo all’aiuto fornito dal nano, giusto per riconoscerne la presenza, ma li ignorò. Era possibile che quello fosse davvero un unguento curativo, ma perché doveva essere nei possedimenti di un nano, solo, sperduto in una cava mentre cercava un’incudine? Che poi a cosa gli serviva? Sarebbe stato estremamente difficile portala via da lì. Era così pericoloso il loro territorio da andare in giro con kit di primo soccorso? E il nano era davvero sperduto o era un razziatore? Un nano razziatore che parlava coi draghi facendo loro la ramanzina, a detta sua, una cosa che francamente trovava tanto divertente quanto surreale, ma non aveva voglia di impicciarsi nei fatti di quella terra, non al momento almeno. Non importava il nome del drago o chi fossero gli Skyrblis o perché il nano stesse depredando una città abbandonata; aveva una missione da compiere e quelle deviazioni forzate stavano già facendo perdere fin troppo tempo.

    « Korin, saint di Atene del triangolo boreale.» si presentò lapidario. Il suo sguardo non abbandonò mai la figura del nano se non per vedere se avesse recuperato altre cianfrusaglie da lì sotto. Non era troppo propenso a fidarsi di sconosciuti a prescindere e l’inibizione cosmica non faceva altro che enfatizzare la sua insicurezza rendendolo molto più suscettibile. Si sentiva impotente e la cosa lo frustrava: odiava non avere il controllo della situazione che già gli era sfuggita tra le dita nemmeno fosse fumo. « Sono stato inviato dal Grande Tempio da quando abbiamo sentito delle strane fluttuazioni energetiche provenire da questi territori che credevamo disabitati. Temevamo fosse un altro rituale della Corruzione, soprattutto dopo il loro tentativo fallito di prendere Asgard non molto tempo fa. Voi o il vostro popolo avete avvertito qualcosa di sospetto? Se sì, potreste indicarci la via? »

    Lanciò uno sguardo rapido al compagno giusto per sondare il mood dell’altro nei riguardi di quella, per lui seccante, situazione, ma sembrava che il figlio della natura non avesse poi così tanti problemi in quel posto ghiacciato e dimenticato persino dagli Dei Nordici che dovevano proteggerlo. « Se poi posso permettermi, nano, venendo qui abbiamo ritrovato un mezzo cadavere, forse umano, tranciato a metà e portato lì per via aerea possibilmente. Lo pensavo un rituale, ma se fosse davvero il drago il colpevole, come lo era con noi, credo che sarebbe ben lieto di averla per cena. »
    Altro che ramanzina. Mandare il nano a parlargli sarebbe stato come servirgli uno snack.


    Statistiche

    Stato Fisico: Bruciature da elettricità e una bella botta al dorso.

    Stato Mentale: Frustrato

    Stato Armatura: [V] Intatta e Indossata.

    Riassunto:
    Ignora tutto. Se devi aiutare, vai dritto al punto, nano.



     
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    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo VII -

    E
    nnys non parve del tutto felice della nostra scelta, una piccola suggestione forse, ma dalla quale non potei fare a meno di farmi suggestionare. Inoltre, guardandolo attentamente notavo qualcosa di differente dal solito, c'era un che di diverso e strano, come se la metamorfosi combattiva non fosse esaurita, era grosso; troppo grosso rispetto a quando lo avevamo visto poco prima nel bosco. "Forse le ferite ora sono del tutto sanate e questa è la sua vera forma"

    Ci separammo dagli altri per intraprendere il nostro cammino, a quanto pareva, inoltre, sia Ennys che Anfitrione andavano molto d'accordo, avevano questo loro tratto caratteriale che li contraddistingueva e li rendeva affini: il mutismo selettivo.

    «Spero che ne avremo occasione prima di arrivare in faccia al drago, non è una cosa che mi piace particolarmente affrontare un nemico - anche solo eventuale - senza conoscere nulla di lui.»

    Dopo poco persi il conto dei passi fatti e della direzione in cui eravamo diretti, quei boschi rappresentavano un vero e proprio dedalo di alberi, arbusti e percorsi poco battuti, senza la nostra guida saremmo stati giorni a girare in tondo senza neanche accorgercene probabilmente. Se aggiungiamo il fatto che dopo la corsa dietro i lupi non ho più fatto caso alla direzione ecco che il senso dell'orientamento era del tutto andato.

    Camminammo talmente a lungo che il sole aveva compiuto metà del proprio percorso nel cielo e più ci inoltravamo nel folto della vegetazione e più una strana sensazione di oppressione attanagliava il mio cuore e la mia mente. Non era una forza fisica che impediva di passare, quanto più una pressante sensazione di pericolo che mi impediva di pensare liberamente ad altro, rendendomi ancor più pensieroso per quanto stava accadendo.

    "Esseri che vivono isolati da tutto e da tutti con una geopolitica loro e strutturata a livello di tribù e di cui non si sa nulla, draghi millenari persi negli eoni del tempo e forse caduti vittima della Corruzione, strani - e bellissimi - lupi enormi, ho già detto draghi? Non capisco come tutto questo sia rimasto nascosto alle popolazioni limitrofe, come Asgard non ne sappia nulla, come noi ne sappiamo così poco"

    Aiutato anche dalla parlantina fluente dei miei compagni, ero oramai talmente immerso nei miei pensieri, che quasi non mi accorsi di essere giunto nei pressi di una grotta, che con un taglio netto si apriva ai piedi di una piccola rupe. D'innanzi ad essa un uomo seduto in una posizione che non avrei fatto fatica a definire meditativa; una benda gli copriva entrambi gli occhi ed un bastone nodoso di legno dal colore chiaro quasi tendende al bianco con poche, se non praticamente assenti, venature visibili. "Ora mi spiego quello che intendeva Ennys sulle capacità del vecchio, ad intuito direi che è affine alle mie. Ma magari è qualcosa di totalmente diverso. Stiamo a vedere"

    Il tono del vecchio nei confronti della loro guida era minaccioso ed indagatore, era palese che non era un tipo da far innervosire od inimicarsi, aveva percepito la nostra presenza probabilmente proprio perchè cosmo dotato anche lui, forse le mie teorie non erano così strampalate, dato che gli altri aveva quella specie di dono naturale e lui a quanto diceva Ennys aveva un collegamento con gli spiriti, magari era proprio come immaginavo. Tanto valeva provare. Feci un piccolo inchino e mi presentai.

    «Scusate il disturbo, venerabile Deucalion. Sono Azrāʿīl e sono qui per chiedere il vostro aiuto»

    A quel punto, se le mie ipotesi erano corrette avrebbe potuto scandagliare il mio spirito con la stessa facilità con cui io avevo accesso a quello altrui. "Beh spero che così capirai che non è il caso di fare gli irosi". Sorrisi rialzando la schiena.

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Allerta;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    NOTE

    Se mai le mie congetture sono giusto e se mai Deucalion dovesse provare a fare un ESP spirituale, Az non oppone alcuna resistenza, mostrando la sua natura (a.k.a. ha "accesso" alla scheda xD) e le sue buone intenzioni per risolvere la faccenda e dare una mano alla popolazione delle foreste.



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI



    Capitolo 6 : Nessuna scelta! Solo combattere!



    L
    a giornata del cazzo di quell’ oggi a quanto pare doveva chiudersi in “bellezza” ed ecco che quindi era arrivato il momento di “crepare” e starsene pure zitti, visto che quelli non avevano neanche avuto le palle di lasciare a drago di perla la decisione se usare o non usare il suo cosmo. Certo quella costrizione era tosta, ma il gigante di Crono senza neanche sembrare “forte a priori”, sapeva bene a cosa lo portavano le sue capacità in quel genere di cose, in ogni caso tra non molto le cose sarebbero divenute comunque molto serie.
    La domanda di drago di perla su Asgard a quanto pare aveva finalmente dato motivo di spiegargli cosa era successo e perché quei vermi si comportavano così. Bene, “detto fatto”, il motivo del perché il quel posto erano così, era semplicemente dovuto dal fatto che tutti lì combattevano sempre per sopravvivere quindi lui e quei due al momento erano dei semplici schiavi che avrebbero dovuto intrattenere il pubblico.
    “In parole povere che io lo volessi o meno la situazione non sarebbe cambiata e mi troverei qui a priori, perché questi qui vogliono il “loro spettacolo”!”
    Che dire, drago di perla aveva poco da riflettere ma un posto dove si combatteva per sopravvivere sarebbe stato il luogo ideale per il gigante di Crono e se non fosse stato imprigionato, magari ci avrebbe anche potuto piazzare “ una tenda”, ma in quel momento dopo quello che era successo, non aveva più una grande reputazione di quel posto e poi avevano attirato quei due con l'inganno, quindi non usavano solo la prepotenza per far combattere la gente.
    No non direi proprio. Diciamo solo che Drago di perla in quel momento, aveva solo una gran voglia di scatenare un’ ondata d’acqua e sommergere tutti quegli idioti, come in una “nuova Atlatide”, ma tanto anche se avesse avuto il potere delle acque ancestrali non avrebbe potuto affogarli tutti, però una buona parte sarebbe finita comunque all’ inferno, il posto in cui tutti loro sarebbero dovuti andare.
    Drago di perla fissò un angolo vuoto, con uno sguardo che non lasciava di certo presagire nulla di buono, mentre vedeva e sentiva che le gabbie stavano per essere portate nell’ arena.
    “Prima o poi farò in modo che questo posto si trasformi in una nuova Atlatide, mai sfidare l’ira degli Dei!”
    Dopo aver “illustrato” quanto era successo, l’Asgardiano parlò pure dell’ anello che era attorno ai loro colli, si in effetti ora Drago di perla lo poteva sentire bene che c’era qualcosa che gli legava forte il collo e toccandolo era proprio una specie di collare.
    “Tsk…temono così tanto il potere del cosmo che preferiscono eliminarci in maniera facile e sicura…” Drago di perla anche se non lo dava a vedere e non vi era tracce d’ira nel tono della sua voce , era incazzato: “Gli darò modo di pentirsene!” mentre diceva questo l’Asgardiano gli diede altre preziose informazioni. Che poi un momento … siamo sicuri che erano veramente “Asgardiani”? Drago di perla conosceva Astra , ma non le era sembrata uguale a quei due, cioè erano altre tre metri e superavano la statura umana di drago di perla di parecchio e in generale nessun umano mortale era così alto.
    “Non vorrei essere impertinente, ma siete sicuri di essere veramente Asgardiani voi due? Siete alti il doppio di me e di loro messi assieme, e non ditemi la solita classica balla salutista “che avete semplicemente fatto una dieta a base di proteine e tanta carne” per diventare così che non vi credo. Secondo me è un sortilegio o siete una razza particolare.”
    Infatti drago di perla aveva ragione e di “razza particolare” si parlava , e lo aveva anche detto lo stronzo in armatura che quelli erano merce “rara” , poi sentì la parola “Vrykul”, ecco forse aveva letto qualcosa a riguardo nell’ archivio centrale.
    “Vrykul?” Si in effetti c’era scritto che ad Asgard vivevano oltre agli umani, molte razze autoctone e i Vrykul erano conosciuti più che altro come i “Giganti” proprio per la loro stazza, quindi non erano solo stronzate o leggende: Ad Asgard c’erano i “Giganti”!
    Drago di perla non credeva proprio che ne avrebbe trovati due sul suo cammino. Peccato per la situazione di merda, perché magari il gigante di Crono avrebbe potuto pure “negoziare” con loro con la giusta parola, anche perchè pareva che forse c'e ne erano degli altri che cercavano quei due, ma in quel momento non poteva farlo e in ogni caso era ancora incazzato perché non gli sembrava ci fosse modo di togliere il collare.
    “Be questo collare se non ve lo siete tolto voi è un vero casino capire come levarlo, anche perché al minimo cenno di cosmo si attiva e fa parecchio male. Che seccatura, deve avere un apertura e una chiusura non proprio convenzionale.” Già per ora ancora il modo di togliere il collare sembrava non esserci, perché o bisognava avere una chiave per forza oppure era chiuso e aperto grazie a qualche incantesimo o sigillo e magari per aprire ci voleva un contro incantesimo “d’apertura”, fatto sta che lì era ancora punto e a capo.
    Drago di perla fu dunque portato all’arena da creature globlin che cavalcavano dei lupi davvero mostruosi che a momenti stavano per assaggiare le carni di drago di perla se non si fosse spostato, e gli rispose con un ringhio a sua volta.
    “Ehi? Stai a cuccia o mi mangio pure te! Cagnaccio!” Drago di perla alzò gli occhi lì in mezzo alla folla su una tribuna d’onore, c’era la puttana in armatura che per la cronaca finalmente aveva un nome, alle parole dei due giganti asgardiani: Goth Dart! Un bel nome da segnare sulla sua futura tomba, anche se una volta masticato e digerito difficilmente ne avrebbe potuto avere una , poi sul palco seduto su un trono c’era un'altra presenza che sembrava proprio schifare il gigante di Crono a pelle, quello era il padrone del tizio in armatura. Ecco rivelato finalmente dunque chi era quel Akragas, ovvero il campione tanto osannato dal tizio in armatura e non solo, ma anche dal resto della marmaglia.
    Drago di perla non ebbe nessun effetto allo sguardo di schifo di Akragas, tanto pure lui lo schifava a pelle sicché erano pari, ma di certo non era lì per fare la figura dello schiavo pronto al macello e basta, visto che poi era già stato prigioniero e sapeva quanto era più terribile il Tartaro di quello che stava vedendo adesso.
    Il gigante di Crono si alzò in piedi socchiudendo gli occhi : “Anche l'onore dell' arma di Crono non si spezzerà, comunque come ho detto prima questi vogliono il “ loro spettacolo” E non ci resta scelta… quindi … ” Drago di perla aprì gli occhi, mentre allargò le braccia e cercava di farsi vedere almeno un po’ “trionfante”, presentando il braccio destro alzato con il pugno chiuso, in quel caso come un vero gladiatore in arena in cerca di fama e gloria poi gridò a gran voce cercando di mascherare la tensione che aveva.
    “ Morituri te salutant!” Non rimaneva dunque altro da fare che aspettare di combattere, anche se qualcosa per togliere il collare ci doveva pure essere.








    QbxKRwo





    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:inibito e affaticato dal blocco cosmico
    Stato Psicologico: Buno , ma incazzato nero!
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4] ( per ora non indossata)
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:




    Azioni:









    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    L'ora dei racconti

    VIII

    ♦♦♦♦♦♦♦



    Korin & Junichi: Il nano ascoltò le parole di Junichi, mentre sembrava intento ad incidere qualcosa ai piedi dell'incudine. Palazzo del Crogiolo... ah, sei amico di Amaterasu? Bravo ragazzo, forse un po' impulsivo. Ho sentito che ha dato una bella mano al Celebrante durante l'ultimo assedio. Alle ultime affermazioni di Korin, inarcò un sopracciglio, commentando seraficamente con una risatina: Certo, sarà contrariato visto che per un colpo di sfortuna non è riuscito a mangiarsi voi due, vero? Come dicevo, lui ERA un tipo a posto. Che la Corruzione possa averlo trasformato completamente è da escludere, ma di certo c'è qualcosa che non va... sembra più o meno quello che successe ad Urzla prima che Siegfried tornasse ad Asgard e la riportasse alla ragione. Si fermò a riflettere. Dopotutto non sarebbe male risolvere il problema, ora che qui ho finito. Volete andare fuori, eh? D'accordo, vi accompagno. Ah, che sbadato... il mio nome è Borengar, al vostro servizio. Zaino in spalla, si avvia verso una delle gallerie vicine facendovi segno di seguirlo.

    Daimon: Deucalion attese, uno solo dei visitatori recò un saluto definendolo "venerabile". Che sciocchezze. L'altro scelse un silenzio più dignitoso, o forse perchè non sapeva cosa dire. Inspirò, tornando a rivolgersi ad Ennys. Mi porti due Daimon di poche parole ma che chiedono il mio aiuto, dovresti fare più attenzione alle persone con cui viaggi. Ennys rimase interdetto, guardando i due. Poi, riscuotendosi, si rivolse al padrone di casa. Ma stanno invadendo le foreste, Deucalion! Qualcosa si muove ad est, e forse c'entra Kellendros... lo sai che non possiamo arrivare a lui, la sua tana è... L'altro lo interruppe alzando un indice verso le labbra, neanche si alzò in piedi. E quindi avete bisogno di me per fare il lavoro che voi non siete in grado di svolgere, vero? Non avevo dubbi. La cosa non mi interessa, adesso andatevene. La missione di convincimento più ingloriosa della storia, fino a quel momento.

    Drago: Akragas ti guarda in modo neutro, nonostante il tuo plateale saluto. Una formica che si offre ad un leone, che scena singolare. Goth Dart dice che sei arrivato qui attraverso Asgard... è vero? Bada, hai una sola possibilità per rispondermi. Se non sarà la verità, i lupi neri avranno modo di saziarsi con il tuo corpo. Dalla nuova posizione, anche se sei ancora all'interno della gabbia, riesci a vedere meglio tutta l'arena e le creature che sono sugli spalti, tutte in silenzio da quando Akragas ha iniziato a parlare; non si muove neanche l'aria. Orchi, goblin, mostri indefinibili, mezzi rettili, creature avvolte in grossi mantelli, di taglia che varia da quella dei nani a superare quella dei Vrykul. Tutti in attesa della tua risposta.

    zBXLsaR


    Team Korin e Junichi: mentre andate, il nano vi spiega che quello è un'antico thaig dei nani, abbandonato molto tempo prima per chissà quale ragione e che ce ne sono altri sotto Asgard, dove risiedono attualmente i nani arrivati dopo l'Armageddon. Lì non c'è niente che abbia a che fare con la vostra inibizione cosmica, siete liberi di fare ipotesi in merito ma il sospetto che c'entri il drago è consistente. Attraversate e risalite molti cunicoli - senza il nano non sapete dove sareste andati a finire - fino ad arrivare a quella che sembra una parete di nuda roccia. Dopo un po' di smanettamenti, una porta si apre riportandovi sulla neve, fuori dalla foresta. Siete sul fianco di una montagna, adesso non rimane che mettersi a cercare di recuperare il cosmo. Oppure Balagos. O entrambe le cose. Vi ricordo che Borengar sta puntando il drago, quindi se decideste per altre strade lui non vi accompagnerà.

    Team Daimon: eh, Ennys ve l'aveva detto che rischiavate il fiasco. Però è anche vero che avete "scaricato" su di lui l'onere di spiegare a Deucalion COSA esattamente vi servisse o cosa vi ha spinto a chiedere il suo aiuto. Come ha detto in precedenza il vostro accompagnatore, "se SARETE abbastanza in gamba di convincerlo"... quindi che fate, provate a parlare voi due oppure si torna indietro?

    Drago di Perla: Quindi sei in gabbia, da solo e circondato da bestiacce al centro dell'arena. Akragas ti ha rivolto una domanda precisa, a te raccontare cosa è successo fino a quel momento. Ti avverto (vedendo il tipo che è Drago), ogni volta che ti rivolgerai in modo irrispettoso, lui alza semplicemente la mano e ti riparte il dolore del collare, ogni volta sempre più forte e sempre più vicino a farti perdere i sensi. Alla fine del tuo racconto (se non svieni prima), Goth Dart comincia a scendere verso di te senza dire una parola, come se obbedisse ad un implicito ordine.

    Scadenza: sera di giorno 12 agosto, come al solito chiedete nel topic se avete dubbi. Buon postaggio :zizi:

     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Post VIII -

    Sorrisi alle parole del nano, rincuorato dal fatto che conoscesse o, quantomeno, avesse sentito parlare di Amaterasu e la considerasse una guerriera dal buon cuore.

    «Grazie per le vostre parole. La battaglia ad Asgard è stata una delle più difficili che l'Imperatrice abbia dovuto affrontare, ma le ha permesso di aiutare i suoi vecchi amici del nord, combattendo al loro fianco fino alla fine. Non c'è onore più grande, per un generale, di sfruttare tutte le proprie capacità per prevalere sul campo di battaglia. Per quanto possibile, cercherò anch'io di essere d'aiuto.»

    In quel momento, in realtà, sarei stato d'aiuto come un fiammifero al Polo Nord, ma l'importante era rendere note le mie intenzioni. Il suono grave del metallo che scavava su altro metallo si diffuse per la città abbandonata, mentre il nano incideva alcune rune nella sezione bassa dell'incudine; era evidente che non avesse intenzione di dirci nulla al riguardo. Nominò Urzla e la utilizzò come termine di paragone per spiegare quello che, con tutta probabilità, era accaduto anche a Balagos, così pensai che si trattasse di un altro drago colto da un profondo mutamento del carattere.

    «Urzla era... è un drago? Perdonate l'ignoranza, ma è la prima volta che vedo o sento parlare di queste creature. Vi seguiremo fino all'uscita e poi prenderemo una decisione sul da farsi.»

    Gettai un'occhiata a Korin, cercando di capire dalle sue espressioni cosa intendesse fare una volta usciti dalla montagna. La sua diffidenza, in altre circostanze, sarebbe stata utile e ben più che giustificata, ma in una situazione come la nostra avrebbe potuto portarci ad una morte spiacevole e questo, purtroppo, non potevo ancora permettermelo.

    "Il compito che mi è stato affidato non deve in alcun modo essere ostacolato, che si tratti di mostri, Corruzione o semplice incertezza umana. Vorrei essere sicuro di quello che Borengar ci sta dicendo, Korin, chiedergli tante e altre informazioni, ma la nostra condizione non ce lo permette. Senza il cosmo siamo indifesi ed abbiamo bisogno di qualcuno che possa proteggerci ed aiutarci a raggiungere i nostri scopi. Spero che tu non decida di andare per la tua strada."

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    «Vogliamo andare, Korin?»



    Glielo chiesi gentilmente, cercando di rendere manifesta la mia volontà di seguire il nano ed iniziai a camminare per tenere il passo con lui. Durante tutto il tragitto rimasi in silenzio, ascoltando quello che Borengar ebbe da dire, dalla storia dell'insediamento abbandonato agli altri rifugi utilizzati dai suoi fratelli. Il fenomeno dell'inibizione cosmica che ci aveva colpiti, però, non sembrava dipendere da alcun tipo di dispositivo di difesa legato al thaig o alla montagna in generale, quindi l'unica ipotesi plausibile, al momento, era strettamente connessa al drago.

    "Se Balagos è capace di sopprimere i nostri poteri, la situazione è più grave del previsto."

    I cunicoli si alternarono uno dopo l'altro, stringendosi ed allargandosi senza soluzione di continuità, ma Borengar sapeva il fatto suo e procedeva senza esitazione, finché non arrivammo di fronte ad una parete di roccia che aveva tutta l'aria di essere un vicolo cieco. Tastando con le mani dure e callose alcune sezioni del muro naturale, il nano riuscì a sbloccare un passaggio che io e Korin non saremmo mai riusciti a trovare, e la sagoma di una piccola porta di sicurezza si spalancò verso l'esterno. Il freddo pungente che ci eravamo lasciati alle spalle qualche ora prima, tornò a pizzicarmi la pelle e la neve soffice formava un unico strato bianco che si perdeva tra gli alberi della foresta. Finalmente avevamo raggiunto l'esterno.
    Le intenzioni di Borengar erano chiare e a noi non restava che scegliere il da farsi. Inspirai lentamente l'aria pura che spazzava la cima della montagna e si faceva più leggera una volta incontrate le pendici, poi chiusi gli occhi e li riaprii incontrando lo sguardo del mio compagno prima di rivogermi a Borengar.

    «Se volete verrò con voi dal drago, mastro nano, ma senza il cosmo riuscirò a fare ben poco. Qualsiasi consiglio al riguardo è ben accetto. Spero che Korin voglia rimanere con noi, perché è un buon cavaliere ed è grazie a lui se siamo ancora vivi dopo l'incontro con Balagos.»

    Sfiorai uno degli orecchini di perla istintivamente, attendendo che il mio compagno prendesse la propria decisione.



    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Perfetto grazie all'unguento del nano, infreddolito dalla temperatura gelida dell'esterno.
    STATUS PSICHICO: Concentrato e speranzoso.
    STATUS CLOTH: Indossata, bruciatura sui bracciali e sul petto.

    RIASSUNTO AZIONI: Seguo Borengar fino all'esterno e paleso la mia volontà di seguirlo, sperando che anche Korin accetti, perché ormai mi sono affezionato :zizi:

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Chapter VIII -



    Una dote importante per la Fondazione in qualunque missione essa si trovasse era capire ciò che c’era e percepire ciò che non c’era; in quel caso la domanda che Korin aveva posto era passata completamente inosservata o forse appositamente ignorata dal nano. Stava nascondendo qualcosa o semplicemente si era perso nei suoi vaneggiamenti sul drago, nemmeno fosse la cosa più importante del mondo?
    Non sapeva molto dei draghi, di certo non di quelli asgardiani, ma perché era così importante che un nano, apparentemente qualunque, andasse a parlare con un drago? Non erano creature prettamente malvagie per ogni cultura che non fosse asiatica? A cosa poteva servire imitare il celebrante di Odino in una missione autoimpostasi che poteva tranquillamente portarli a morte certa? Balagos, ammesso che quello fosse davvero il nome del drago, se li sarebbe divorati in un sol boccone tutti e tre, ci aveva già provato e gli erano sfuggiti per miracolo grazie ai loro poteri. Ora non li avevano più, con il loro cosmo sopito erano semplici umani contro una belva feroce. Non percepiva energia cosmica dal nano, quindi non era un risvegliato, o semplicemente era estremamente bravo a nasconderla. Nel primo caso non avevano scampo. Nel secondo avevano una minima possibilità di essere dei brevissimi diversivi mentre lui faceva effettivamente due chiacchiere con la bestia. In qualunque caso non la vedeva come una situazione vincibile.

    Il suo pugno si strinse per rabbia mentre cercava di condensare all’interno anche un piccolo globo di cosmo, ma l’energia non scorreva, non si condensava, non si raggrumava in nulla. Era come fumo, sfuggiva alla sua presa, una candela flebile che bruciava e basta. Stava consumando le poche energie che aveva e non stava ottenendo niente se non ancora più rabbia.
    Era quasi ironico: aveva sognato per lungo tempo di poter sigillare il proprio cosmo, di tornare alla vita da semplice umano e ora che qualcuno aveva esaudito il suo desiderio rivoleva i suoi poteri. Ne aveva bisogno. Senza era nudo, sperduto in mezzo all’oceano su di una zattera di legno. Niente remi, niente vele. Era in balia completa della corrente, senza modi per pescare, senza un riparo dal sole, senz’acqua da bere. Era un morto vivente, uno che non può fare altro che aspettare che la cupa signora si degnasse di venirlo a prendere.
    Se fosse stato al sicuro tra le mura della Fondazione, o anche solo al Grande Tempio, sarebbe stato molto più a suo agio, ma non lì in mezzo al nulla, in una terra non-disabitata, tra corruzione e bestie fameliche. Era un modo stupido di morire, un posto estremamente triste.

    Soffiò un sorriso ironico alle parole di Junichi riguardo ad Amaterasu. Non concordava con la sua visione della guerra. Vincere era l’obiettivo, l’onore arrivava dal modo in cui lo si raggiungeva. Perdere meno uomini possibile per esempio, farsi scudo per loro, non lanciarsi a peso morto contro un mostro grosso trenta volte te, o anche solo partire in guerra portandosi dietro il proprio esercito era molto più onorevole di andare da soli verso morte certa. Non proferì però parola a riguardo preferendo tenersi per sé quei commenti aspri che già gli avevano fatto incrinare i rapporti con la propria casta, figurarsi con le altre.

    « Un Taigh sarebbe? » chiese rompendo solo allora il silenzio. Taigh era la città sotterranea o quell’infinito dedalo di cunicoli? « Puoi dirci cosa avrebbe fatto il celebrante? » Non era attivissimo nella discussione mentre viaggiavano verso il fuori, o così aveva promesso il nano, ma cercava di estrapolare più informazioni possibili. Borengar aveva una parlantina affabile, ma non riusciva a fidarsi di lui. Gli stava dicendo il vero sull’inibizione cosmica? Li stava davvero portando in superficie? Perché era così pronto ad aiutare due estranei? Cosa ci faceva in una città, un taigh, disabitato? Perché aveva cercato l’incudine e poi l’aveva lasciata lì? Perché era così sicuro di voler andare a parlare con un drago? « Come mai vivete sottoterra? È per la corruzione? Venendo in questi luoghi non abbiamo visto animali, è normale? Com’è la società nanica? Siete in molti qua sotto? Ci sono altre razze? Come mai cercavi la forgia? » Ponendo i quesiti cercava altresì di osservare il percorso con attenzione, di spiare verso le uscite che non prendevano per vedere cosa ci fosse dalle altre parti, anche a costo di rimanere leggermente indietro al gruppo, mentre al contempo cercava di segnare mentalmente il percorso fatto. Destra, basso, seconda a sinistra, terza a sinistra, alto, medio-alto. Era un nodo estremamente intricato di vie non troppo diverse da un formicaio, da quel formicaio. E a quel pensiero nuovamente lo assaliva l’ira, l’impotenza, l’inutilità. « Quanti Draghi ci sono da queste parti? »


    Non seppe per quanto tempo vagarono tra i corridoi semi naturali, potevano essere minuti come ore, ma alla fine il nano li condusse a quello che sembrava un vicolo cieco: era una trappola quindi? Il suo primo istinto fu di voltarsi a fronteggiare il possibile nemico che si sarebbero trovati alle spalle, ma non vi era nessuno. Il nano invece prese a battere sulla parete di roccia, tastando spunzoni e incavi apparentemente a caso, fino a quando la parete si mosse. Doveva essere la stessa cosa che era successa a loro con il drago, solo che Balagos aveva forzato i meccanismi segreti con la sua fiammata elettrica. Tutte le uscite del Taigh erano protette a quel modo? Un paio di passi più tardi ed ecco la superficie, fredda, gelata, con neve e alberi. Dove erano usciti? Sembravano sul fianco della montagna, esattamente come quando erano partiti. L’avevano semplicemente attraversata da un punto ad un altro? Avevano attraversato più montagne? Guardò verso il cielo cercando di individuare la stella polare, quindi il nord e per opposizione anche il sud, verso dove avrebbe dovuto trovarsi Asgard. Nonostante l’altezza era impossibile vedere anche solo vagamente le luci della città. Aveva una vaga idea della direzione da prendere per tornare indietro, cosa che sarebbe stata molto sensata visto che non aveva più attrezzatura né niente per poter comunicare con gli alleati. D’altra parte però quel viaggio di ritorno poteva essere lungo settimane, un mese forse, senza il cosmo a supportarlo. Se poi non c’erano animali da cacciare cosa avrebbe mangiato per tutto quel tempo? E se avesse incontrato un corrotto, o anche solo un lupo o un orso? Andare da soli sembrava la scelta peggiore possibile, ma anche rimanere con Junichi e il nano non era altrettanto saggio. Da un lato c’era una morte certa, dall’altro una probabile. Quale fosse la certa e quale la probabile però era in discussione.

    Il nano aveva detto che l’inibizione cosmica non dipendeva dal Taigh, ed in effetti ora che ne erano lontani avrebbe dovuto scemare, ma non stava succedendo. Poteva essere quindi parte dei poteri del drago che li aveva attaccati o del nano che era ancora in loro compagnia. Se fosse stato parte di un piano convoluto del nano avrebbe avuto senso che l’avesse trovato con così tanta facilità nonostante si stesse nascondendo, era già preda del suo potere. Al contrario, se fosse stato il potere del drago, come avevano fatto, in due, a non accorgersi del fatto che il loro cosmo stesse scemando? Ci vivevano con il cosmo, lo usavano tutti i giorni, dannazione!

    Andare con il nano verso il drago non avrebbe risolto l’incognita del colpevole, mentre lo avrebbe potuto fare l’allontanarsi dal nano andando per conto proprio. Se però l’avesse fatto e avesse incontrato problemi non avrebbe avuto scampo.
    Per quanto gli pesava, la cosa più sensata al momento era rimanere con il gruppo. Tre uomini fanno una tigre, dopotutto. « Risparmiami i complimenti eletto. » Sospirò, quasi deluso. « Non siamo ancora al sicuro. »


    Statistiche

    Stato Fisico: Bruciature da elettricità e una bella botta al dorso.

    Stato Mentale: Frustrato

    Stato Armatura: [V] Intatta e Indossata.

    Riassunto:
    E andiamo con il nano, che te devo dì?



     
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