[Trama] Alla ricerca dei giganti

Quest filler per Asgard

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    Daimon
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    Alla ricerca dei giganti
    III - Strani Incontri Parte 2

    Cauto, il suo compagno decise di avanzare. Cercando di tranquillizzare gli uomini nel loro nuovo strano incontro. Di certo non si aspettavano loro, né tantomeno Anfitrione di trovare degli essere umani ai confini delle montagne. Mentre cercava di mediare, Azrael espanse il proprio cosmo in una bolla e fece ciò che doveva essere fatto. Tocco impercettibilmente le anime di quei morti, affidandogli al grande ciclo che potè continuare. Come suo compito. Strappandole dalla fine.
    Non fu macabro e plateale il gesto, come le tante leggende che erano state raccontate sul Daimon della morte. Ma la cerimonia fini immediatamente, con una preghiera portata in antico linguaggio arabo.

    Il ragazzo poi continuò a fissarli, anzi a fissare Azrael, avvampando sempre più i suoi occhi mentre egli avanzava; temeva che da un momento all'altro lo avrebbe attaccato.
    Dopo lo scontro avvenuto, chiunque avrebbe avuto le ragioni per essere diffidente.
    Ma prima che potesse farlo, l'uomo a terra gli mise una mano sulla spalla. E lo fermò.
    Questi si rialzò lentamente cominciando poi rispondere alle domande poste da Azrael, senza alcun timore. Da in fin di vita che era, tornando rinsavito e in forze: Le sue ferite si stavano rigenerando. I sensi acuti lo avevano percepito.

    I due si chiamavano Ennys e Jared, e si presentarono come abitanti della foresta.
    Come potevano esserci delle persone nelle foreste così isolate da Asgard?

    L'ingegno continuò a captare la loro "natura" anormale. Una strana energia, mescolata a qualche potere cosmico, a dirgli che c'era qualcosa di non ordinario in loro. Non dovevano essere umani, si trovavano in luoghi sacri dove nessuno metteva mai piede. Probabilmente erano qualcosa che stanziava e voleva rimanere nascosto, lì, ai limitari della civiltà.
    Ma per quale motivo?

    Così Anfitrione seguì la via diplomatica del compagno. Soppesò le parole da dover dire, capendo che forse senza volerlo avevan fatto una scoperta particolare, cercando di capire quanto potessero lui ed Azrael parlare. E fidarsi.
    Così portò la mano chiusa al petto, con un tonfo sordo, in segno di saluto come i tempi che furono tra guerrieri. Parlando.

    Il mio nome è Anfitrione, Ennys e Jared delle foreste.
    E veniamo dai luoghi che solo nel cielo vengono toccati.

    Siamo qui in perlustrazione. È accaduta una grande battaglia, poco tempo fa. Sembra che "qualcosa" si sia smosso ai confini delle montagne. Qualcosa che sta diventando pericoloso per l'equilibrio della terra.
    Dove si pensava non ci fosse nulla.


    Un lungo silenzio. Come se volesse dargli la possibilità di rispondere a quella affermazione sottile, per farsi rivelare chi fossero.

    Noi non siamo ostili. E non vogliamo fare nulla qui, in queste terre. Vogliamo solo sapere cosa sta accadendo nelle montagne, e perché siete stati attaccati da dei Corrotti.

    Qui non ci dovrebbero essere forma di vita... e i vostri poteri possono fare pensare molto...


    Si soffermò osservando le loro ferite, e fissando Ennys. Poi si girò verso le carcasse delle bestie e degli uomini.

    Se potrete rispondere e aiutarci, noi vi aiuteremo come meglio possiamo.

    Intanto vi aiuteremo a seppellire i vostri fratelli. Affinché come ha detto il mio compagno, non si trasformino in abomini che potrebbero mettere in pericolo noi tutti.

    E perché la vita, qualunque essa sia, deve essere sempre rispettata.


    SPOILER (click to view)
    FISICO Perfetto.
    MENTE Perplesso.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Indossata [Forma Umana]
    RIASSUNTO AZIONI
    Rispondo semplicemente alle domande chiedendo un aiuto reciproco. E cominciando ad aiutare con la sepoltura dei corpi.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE
    Ingegno di Anfitrione [Sensi Acuti]
    Plasmato in numerose battaglie e corti, nelle Ere e nella Storia, Anfitrione ha sviluppato una capacità sensoriale acuta, in grado di percepire al meglio la realtà cui si pone dinanzi. Che sia un nemico, una illusione, un ambiente ostico e velato, egli potrà ampliare i propri sensi, soprattuto il sesto, per poter fronteggiare varie situazioni. Potrà percepire/intuire la natura di un cosmo, una parola celata, uno sguardo, delle intenzioni altrui (only gdr). Ciò porterà ad avere una maniacale precisione e reattività nei propri colpi e movimenti, incredibilmente degni di un esperto e ingegnoso Re.



    Edited by Anfitrione - 19/7/2023, 22:55
     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI



    Capitolo 3 : Presagio di sventura



    D
    rago di perla stava cercando di leggere qualcosa dalla scrittura runica incisa su quell’albero, onestamente tutto ciò sperò vivamente che portasse a scoprire qualcosa perché ne aveva abbastanza di quella foresta, ma in quel momento non era comunque arrabbiato, anche perché non ci voleva molto ad alzare baracca e burattini e mollare quel posto. Certo forse non avrebbe trovato di nuovo la strada per andare all’ astronave , ma era sicuro che in qualche modo ce l’avrebbe fatta, e poi aveva capito che anche se era apparentemente isolato nella classica situazione che farebbe incazzare chiunque anche quello più esperto, bisognava mantenere la calma, anche se in cuor suo sperò di risolvere presto la situazione e che quell’ albero gli permettesse di parlare.
    La scrittura runica in ogni caso era stato il primo indizio che aveva fatto capire al gigante che l’albero avanti a lui effettivamente nascondeva qualcosa e la lettura era difficile per via dei ricordi annebbiati di Drago di Perla sul riconoscimento della scrittura, però sembrava che tutto iniziasse a prendere forma e dunque la scrittura stava iniziando a farlo capire.
    °Dunque vediamo un po’…ecco forse si inizia a vedere qualcosa° In verità non è che ancora drago di perla avesse capito, ma la scrittura iniziava a farsi almeno leggibile.
    Era evidente che allora l’albero si stava preparando a comunicare finalmente con il gigante, forse era la volta buona, ma in quel momento proprio mentre drago di perla si prestava a leggere accade qualcosa. I simboli runici iniziarono a brillare e la forte luce abbagliò per un attimo Drago di perla.
    “ Cosa diavolo?...” Drago di perla non capì cosa stesse succedendo , dopotutto era stato pure preso di sorpresa quindi non aveva potuto neppure reagire in maniera repentina e quando riaprì gli occhi si accorse comunque che la foresta e il resto del posto c’era ancora , ma era comunque successo una cosa poco gradevole.
    “O no non ditemi che…”
    Sì! Esatto guarda “caso” come se i guai e le rotture di balle non fossero già abbastanza, L’albero era sparito!
    “E che cazzo però! Proprio adesso che mi serviva doveva succedere?Dove diavolo è sparito?”
    Cioè adesso in una situazione simile dove il Fato era decisamente avverso peggio di quando si spera di vincere alla lotteria, non c’era di certo da biasimare Drago di perla se non gli veniva altro che bestemmiare di nuovo in draconiano, ma decise comunque di non perdere la calma e si armò di pazienza per vedere se trovava l’albero, magari era da qualche parte, impossibile fosse sparito era bello grande, ma niente. Il silenzio faceva da padrone in maniera un po’ inquietante.
    L’albero si era proprio volatilizzato come se qualcuno lo avesse fatto sparire e Drago di Perla non poteva farci nulla, ma adesso che aveva perso un probabile punto di riferimento che cosa sarebbe successo? Era veramente destinato a perdersi di nuovo in quel posto?No…cioè se si ricominciava tutto da capo avrebbe veramente perso le staffe e forse quella foresta si sarebbe trovata improvvisamente tutta sommersa e non si sarebbe sentito neppure responsabile, ma non accadde poiché il gigante fu attratto da qualcos’altro.
    “Un momento cosa sono questi rumori?” C’era qualcosa che si sentiva in lontananza, dei suoni strani, confusi, urla e ruggiti non definiti.
    Tutti rumori che facevano presagire una battaglia in corso, drago di perla ne aveva fatte fin troppe di battaglie per non riconoscerle.
    “C’è una battaglia in corso ne sono certo, non posso sbagliarmi.” Drago di perla non poteva sbagliarsi, ma non era possibile comunque esserne sicuri per questo stava proprio pensando di non agitarsi e quindi di accendere il suo cosmo e fare apparire l’Adamas, non era lì per combattere , ma solo per indagare e non voleva incombere in qualche casino e essere accusato magari di averlo fatto perché Asgard era meglio mantenersela buona e se Crono non aveva dato l’ordine di distruggerla c’era un motivo.
    Tuttavia se il fatto di non essere lì per combattere implicava comunque l’evenienza di doverlo fare, allora il gigante lo avrebbe fatto, ma non adesso prima doveva sapere cosa succedeva e inoltre anche la trasformazione in drago sarebbe stata l’ultima delle sue carte da giocare perché lì subentrava anche l’attivare “la modalità d’attacco” e perdere di lucidità e in quel momento gli serviva tutta.
    Sicché Drago di Perla mantenne il su attuale aspetto, ma volle iniziare a vedere se riusciva a raggiungere la fonte di quei rumori e che cosa avrebbe scoperto e sicuramente non gli sarebbe piaciuto come non gli piaceva nemmeno il colore del cielo, quel rosso cremisi era inquietante e un chiaro presagio di sventura per lo meno per le credenze del gigante e degli uomini di divina stirpe.
    “Il cielo è cremisi brutto segno.” Drago di Perla aveva proprio una brutta sensazione, ma di certo la cosa non lo avrebbe spaventato, e almeno adesso non sembrava più esserci modo di perdersi se si seguiva quella pista.





    QbxKRwo





    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:Buono
    Stato Psicologico: Buono
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4] ( per ora non indossata)
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:





    Azioni:









    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]


    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo III -

    L
    a situazione parve calmarsi per un attimo, un fugace attimo di pace. Poi il ragazzo sembrò esplodere di rabbia al sentir nominare la sepoltura "Eppure dovrebbe essere una prassi...Non capisco". Fortunatamente, l'uomo disteso al suolo proprio in quel momento iniziava a riprendere coscienza e con un gesto paterno, ma al contempo, autoritario sedava la lite sul nascere.

    «Perdonatemi non volevo essere scortese. Ma è necessario che venga loro concesso riposo, come dicevo poco fa: vogliamo essere d'aiuto»

    Anche Anfitrione aveva scelto la via della diplomazia e questo mi diede conforto a suo modo, ma mi concesse anche un momento per pensare a quanto stava succedendo, mentre il mio compagno spiegava a grandi linee perchè eravamo da quelle parti. Di tutta quella storia, infatti, diversi erano i punti oscuri che non mi quadravano, dicevano di vivere in quelle zone, di contro però, come giustamente faceva notare Anfitrione, non dovrebbe esserci traccia di umani lì.

    Poi, cosa era quella strana energia? Pareva cosmo, certo, ma allo stesso tempo mi sembrava, per qualche strana ragione, anche diversa, per dirla con una parola che mi frullava in testa dal primo momento: era una energia ancestrale. Ricacciai indietro quell'idea strampalata, quando l'uomo - che pareva risorgere dalle proprie ceneri data la velocità con cui si ripristinavano le sue condizioni fisiche - disse una cosa che mi riportò al presente.

    «Cosa intendi con "non c'è rischio che si trasformino"? »

    Aspettaco curioso la risposta, ma avevo, comunque, deciso che avrei dato una mano a scavare le fosse, mi dava modo di pensare, mentre il fisico compiva gesti automatici. Avevo ricevuto tante e diverse informazioni, notizie che continuavano a vorticare nella mia piccola testolina "Dei nomadi o comunque abitatori della foresta, attaccati da un gruppo di corrotti - forse un distaccamento del tronco centrale che si è mosso contro la capitale - e due sopravvivono. Uno quasi del tutto illeso, mentre l'altro pare in ripresa velocissima. Pensano inoltre, che i morti non possano cadere preda della Corruzione. Come mai?Chi sono questi soggetti?"

    «Vedi, mi spiace dirtelo, ma credo che questo rischio ci sia sempre. E questo è un altro dei motivi per cui siamo qui»

    La piccola spirale tracciata dall'uomo, che si era presentato come Ennys, completò il rito di sepoltura. Una celebrazione scarna ed essenziale, come ci si aspetterebbe dai fieri guerrieri nordici. Infatti, nonostante loro non fossero di Asgard, quella stessa fierezza era divampata sul volto del giovane poc'anzi quando per un attimo pensò di attaccarmi, il che non fece altro che gettare ulteriori ombre e dubbi su tutta la situazione.

    «Jared scusa se son sembrato offensivo, non era mia intenzione. Inoltre, il mio nome è Azrael, ma potete chiamarmi Ezra. Piacere di conoscervi»

    Battuta la terra con cura e ripetuta la benedizione detta poc'anzi mi alzai da terra, percuotendo delicatamente le vesti oramai ricoperte di neve e terra. Feci qualche passo indietro per riunirmi al gruppetto, aspettai che anche loro avessero finito le loro preghiere e tentai di poggiare una mano, con fare con una lieve emanazione cosmica tentai di alleviare gli animi e di calmare l'ira del ragazzo che pensavo non del tutto placata.

    «Ennys scusa, perchè non vivete in città con gli altri e soprattutto: ma come avete fatto contro quei corrotti?»

    Il cielo volgeva lento ma inesorabile verso il tramonto, i raggi del sole arrivavano con angolazioni tali da far riverberare tutta la neve di un rosso tendente all'arancione che rendeva la zona ancora più magica se possibile. Sfoggiai un sorriso gentile e affabile mentre mi rivolgevo al più anziano dei due, nonché quello che, a tutti gli effetti, pareva anche una sorta di superiore gerarchico.

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    «Inoltre, noi dovremmo trovare riparo per la notte, sapreste per caso indicarci un luogo sicuro in cui riposare?»

    Avremmo potuto certamente dormire all'addiaccio, ma speravo che in quel modo ci avrebbero condotto verso il loro accampamento o villaggio. O qualsiasi altra cosa fosse.

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Allerta;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI Tipico pomeriggio con Azrael: Chiacchierata mentre si scavano fosse.

    Ho usato Spirito per tentare di placare il giovine.

    NOTE



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
    All rights reserved




     
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI

    Nulla di normale

    IV

    ♦♦♦♦♦♦♦



    Korin & Junichi: La notte è scesa, vi siete disposti nella fenditura cercando di mimetizzare la vostra presenza. Sarebbe stato sufficiente? L'ultimo ruggito udito non sembrava poi così lontano, ma poi era sceso il silenzio. Forse il mostro era andato a dormire, o forse era a caccia; fosse stata una normale bestia feroce, probabilmente non ci sarebbero stati problemi... ma in Asgard possono esistere creature che sono ben lungi dall'essere paragonabili a quello che si può trovare in giro per il mondo, e forse chi tra i due guerrieri ha cercato di nascondere le tracce non ne ha tenuto conto. Mascherare la luce può aiutare, ma se in giro c'è odore di fumo, potrebbe esserci anche il fuoco. La terra tremò improvvisamente, come se qualcosa di molto pesante si fosse abbattuta giusto sull'ingresso del vostro rifugio, e il ruggito che segue immediatamente dopo non lascia dubbi: la creatura è praticamente davanti all'entrata della caverna, ma con la poca luce che c'è e la polvere e frammenti che si staccano dalla roccia non riuscite a distinguerla bene. Per un secondo vedete scaglie ed artigli, forse ali. E poi il fulmine.

    Daimon: I due rimasero a lungo in silenzio, almeno finchè non fu terminato il rito di sepoltura. Jared sembrava abbastanza spaesato e confuso, guardando Ennys come se si aspettasse delle indicazioni. Quest'ultimo aveva ascoltato tutte le domande, e sembrava stesse soppesando le parole da utilizzare. Sì, avete ragione. Qualcosa sta iniziando ad agitare l'armonia della nostra casa. Ci sono altri di noi sparsi per le grandi foreste, ma non abbiamo una fissa dimora. E per rispondere alle vostre incertezze... sappiamo bene come combattere e difenderci. I suoi occhi brillarono come quelli di Jared, ma le sfumature di colore virarono verso un rosso acceso, per poi ritornare normali. Lo avrete capito, noi non apparteniamo alle genti meridionali; siamo nati e cresciuti qui. Poi emise un basso fischio.

    Drago: Il guerriero iniziò a muoversi verso i rumori, cogliendo distintamente rumori metallici che in qualche modo gli erano familiari. Risalendo su un basso crinale, si trovò di fronte una scena totalmente inaspettata: davanti a lui, un po' più in basso, si estendeva un'area simile ad un teatro circolare come nell'antica Roma o in Grecia ne erano stati costruiti tanti, ma quello era un luogo di furia selvaggia. Sugli spalti c'erano creature deformi di ogni sorta, ma nulla che potesse somigliare in qualche modo alla Corruzione. Dentro il teatro, due guerrieri in armatura alti almeno tre metri ognuno stavano duellando con delle enormi spade. Sembrava che ci fosse una specie di torneo, o forse un duello, o chissà cos'altro: l'obiettivo dei combattenti però era palese, a giudicare dai loro movimenti: era un combattimento mortale.

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    Rieccoci. Per Korin e Junichi, non l'ho scritto esplicitamente nel post ma chiaramente il vostro ospite indesiderato è un DRAGO (cosa che mi sembra Guardian avesse ipotizzato nel suo post in fase di ragionamento) di cui per ora non riuscite a distinguere il colore. Di colpo un lampo vi illumina la mente sul cadavere: tracce di zanne, corpo tranciato a metà, nessun segno o impronta lì intorno... come se fosse stato trasportato in volo. A questo punto, da come avete descritto il rifugio, siete praticamente al suo interno e senza altra via di uscita se non quella da cui siete entrati e che ora è controllata dal drago che, avendo sensi molto più sviluppati di qualsiasi animale, ha percepito l'odore del fumo oltre all'energia insita nel cosmo di Junichi quando ha usato il trucco della rifrazione. I sigilli di Guardian non sono scattati perchè è arrivato in volo ed è atterrato "di peso" dove siete voi facendovi letteralmente tremare il terreno sotto i piedi. Dopodichè vi spara un fulmine nella grotta paragonabile ad Energia Blu+ che colpisce entrambi. In seguito a ciò, il terreno trema ancora e si apre una nuova fenditura che potrebbe consentirvi di fuggire sperando di cavarvi d'impaccio. L'alternativa è combattere cercando di uscire dalla posizione di svantaggio, a voi la scelta.

    Il team Daimon, una volta avuta la risposta breve e concisa di Ennys, dopo qualche attimo dal fischio comincia a sentire un nuovo rumore tra gli alberi, qualcosa che corre verso di voi e si avvicina rapidamente. Prima che possiate cogliere con esattezza la direzione, un lupo nero gigantesco (tipo il Fenrir di Thor Ragnarok, se avete presente) sbuca fuori dagli alberi alla vostra sinistra e si ferma vicino ad Ennys, per poi guardarvi in modo un pelino diffidente. Ennys lo tranquillizza e sia lui che Jared gli salgono in groppa. Siete liberi di porgere qualsiasi domanda sull'animale, Ennys vi spiegherà che la sua gente li alleva come cavalcature e li considera animali sacri, ragion per cui non li rischierebbero mai in combattimento. Hanno comunque l'intenzione di spostarsi ancora più a settentrione e, nell'eventualità di altri incontri indesiderati, di fare pulizie. Anche a voi una scelta, proseguire con loro o senza di loro.

    Invece per Drago di Perla abbiamo una situazione balorda: intanto si rende conto, da tutta una serie di stranezze nel paesaggio (alberi strani, natura del terreno ecc) che decisamente NON si trova più ad Asgard. Vedere tutti quei mostri dà la conferma al sospetto, molti di quelli li riconosce come orchi, altri non sono facilmente distinguibili. E quindi, la domanda nasce spontanea: cercherà di fare il vago e passare inosservato, oppure si avvicinerà all'arena? E in quest'ultimo caso... da spettatore, oppure da combattente? Hai larghissima scelta.

    Cari, stavolta avete più tempo: scadenza fino alla sera di giorno 8 luglio. Per ogni dubbio ovviamente chiedete possibilmente usando il topic. :zizi:

     
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    Alla ricerca dei giganti
    IV - Nulla di normale

    Scostando la terra, facendo posto per quei corpi deturpati, furono fatte le sepolture. Anche delle spirali furono incise sui tumuli, in riti funebri nordici. Ricordandogli molto il simbolo temporale dei cicli che vedeva spesso nei mondi.
    Un volta finito la preghiera, i due uomini rimasero in rigoroso silenzio. Con Jared che sembrò quasi spaesato.

    Sapeva che le loro parole gli aveva indispettiti in qualche modo. Ma la scelta più saggia era - per ora - di seguire la via della verità, rischiando una loro reazione.
    Per un momento ebbe anche l'impressione che avesse detto troppo sulla loro natura, che considerandoli nella cattiva prospettiva i due sarebbero diventati ostili.

    Ma non accadde.
    Ennys semplicemente dimostrò apertura, rispondendo alle loro domande, non esprimendo però che cosa fossero. Di certo non voleva compassione; lo poté leggere nei loro sguardi.
    Questi poi divennero fiamme adornati di rosso accesso, invocando tempra e forza di quel popolo che per la prima volta stava vedendo. Come i guerrieri del nord che conosceva, forte e leali, che mai si sarebbero arresi alle difficoltà. Il loro onore ne faceva da padrone, ed Anfitrione lo rispettava immensamente.

    Da quello che disse vivevano intorno le catene dello Yormunheimr, insieme ad altri loro simili che erano sparsi per le foreste. Come nomadi.
    Erano un intero popolo nascosto che viveva in quelle terre sacre, muovendosi, inconsapevoli forse dal popolo Asgardiano.

    L'uomo poi emise un fischio basso. Greve.
    Che lesto si mosse nell'aria amplificandosi invisibilmente nella foresta.
    La terra sobbalzò a tratti, con le fronde degli alberi che presero ad ondeggiare violentemente.
    I tronchi cominciarono a muoversi, scostandosi da qualcosa che stava arrivando velocemente; doveva essere molto grande.
    Prima che potesse capire cosa fosse, dalla sinistra fuoriuscì un enorme lupo nero - grande quanto 10 cavalli - che con un balzo si fermò di fianco ad Ennys, provocando grandi buchi nella neve. Guardandoli.

    Era un gigantesco lupo dalle fauci accuminate, e dal pelo lungo, glorioso come le leggende lo descrivevano.

    Non gli aveva mai visti nelle sue vite, le creature delle leggende nordiche. Erano antiche e sagge, celate ai più, il quale portavano poteri e anche cattivi presagi per quei popoli che li accudivano, considerandoli divini.

    Nel mito aveva affrontato molte bestie simili a loro. Dalle terre da dove era egli nato, il lupo in particolare rappresentava uno spirito guida benevolo, che indicava spesso la retta via per molti guerrieri.
    Egli lo guardò, ammirandone le forme e la possanza, pensando che forse poteva significare anche per loro una guida in quel giorno così strano.
    Poté sentire il lontano calore che emetteva il suo corpo, una sensazione molto piacevole e rilassante per l'animo. Ma non si mosse per avvicinarsi, sapendo che lo avrebbe attaccato al minimo movimento.

    Ennys lo tranquillizzo, spiegando quanto fossero sacri e di come gli usassero come cavalcature per i loro spostamenti. Allevandoli.
    Dovevano avere senza dubbio una certa importanza se certi animali erano al loro cospetto.
    Quindi chi erano veramente?

    Non li avevo mai visti.

    Fu l'unica cosa che disse Anfitrione osservandolo. Azrael di certo avrebbe dato adito alla sua curiosità rimanendo estasiato da tale visione; lascio a lui le domande, ormai comprendendo che tipo fosse.

    Alla fine i due uomini salirono sull'animale, mostrando l'intenzione di continuare a spostarsi ancora piu a settentrione. In perlustrazione. Per ripulire la zona da altri corrotti o intrusi che infestavano quelle terre. E forse per riavvicinarsi al loro accampamento.

    Invitandoli ad unirsi.

    Era ormai scesa la notte, le luci si erano quasi spente, le ricerche sarebbero durate chissà quanto in quel così vasto luogo al buio, finché non avessero raggiunto le pendici delle montagne. Affiancarsi ad una guida che conosceva e poteva indirizzarli in quei posti era un grosso vantaggio per la missione che si prospettava.
    Così Anfitrione accettò, annuendo con il capo, sicuro che anche Azrael stesse facendo lo stesso.

    Ci uniremo volentieri a voi, Ennys delle foreste, dovendo proseguire nella stessa direzione.
    Le nostre strade si uniranno finché potremo


    Poi si volse verso Azrael, creando una lunga lancia nelle proprie mani che fece spostare la neve sotto di lui. Con grande potere cosmico. Parlando come un generale.

    Da ora siamo ufficialmente in movimento. E allo scoperto.
    È quasi buio, mi sposterò in volo sopra la foresta, così da controllare meglio noi e il tragitto che ci spetta.

    Se dovessi notare qualcosa di strano, non mancherò di avvisarvi.


    Infine disse altre parole utilizzando il potere Telepatico, parlando solo alla mente del compagno. Comunicando il suo rimanere all'erta da chi ancora dubitava.

    Li abbiamo appena conosciuti, e non sappiamo se possiamo fidarci ciecamente di loro.
    Per non essere presi alla sprovvista, rimarrò all'erta.


    Flettè leggermente le gambe e partì sparato in cielo come tonfo, spezzando l'aria che gli fece d'attrito.
    Per cominciare a seguire il gruppo sopra le fronde degli alberi.

    Era una scelta ben precisa, quella del vecchio: Avrebbe potuto seguire senza intoppi la corsa del lupo ed avere massimo controllo sia da terra che in cielo, potendo scorgere qualsiasi cosa coi suoi sensi. Sia di pericoli e sia di eventuali trappole che i due potevano aver pensato di cacciarli. Facendo anche in modo di farsi scorgere da chi, avrebbe potuto osservare.

    SPOILER (click to view)
    FISICO Perfetto.
    MENTE Diffidente.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Indossata [Forma Umana]
    RIASSUNTO AZIONI
    Accetto la proposta ed utilizzo il Volo per spostarmi in aria per seguirli nella marcia, sopra gli alberi. Potendo controllare sia a distanza che a terra eventuali pericoli.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE
    Volo [Volo Perfetto]
    Le ali di un Daimon sono parte dell'Archè, parte integrante della vera forma potendosi manifestare e permanere in qualsiasi momento. Dopo la propria ascesa, esse si sono perfezionate da permettere il volo e la sospensione in aria a piacimento, con la capacità di muovere in ogni direzione usando la semplice volontà in movimenti rapidi e precisi. Inoltre, hanno la caratteristica di poter essere impiegate per lungo tempo senza fatica alcuna.



    Edited by Anfitrione - 19/7/2023, 22:54
     
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    Korin ♦ Agente della GRADO ♦ Finto Triangolo Boreale ♦ Energia Rossa

    Alla Ricerca dei Giganti
    - Chapter IV -



    «Un secondo risveglio…» meditò a voce più bassa cercando di interiorizzare un concetto forse troppo alieno per un umano come lui. La sensazione forse più vicina che aveva provato era stato proprio l’abbraccio di G.E.A., quell’influsso di potere che gli aveva temporaneamente aperto gli occhi immergendolo in un mondo ancora più grande di quanto già non fosse. O forse proprio la scoperta del cosmo, sebbene quello fu per lui un evento tanto improvviso quanto graduale. Era stato come vedere qualcosa per la prima volta con i suoi occhi dopo che gli era stato descritto per anni sotto forma di una singola ombra cinese sulla parete di una caverna.

    Le loro chiacchiere andarono sfumando, forse per la fame, forse per il crepitio del fuoco. Non c’era molto da dirsi o da fare. Non avevano commenti sulla loro avventura, sulla causa che li aveva condotti lì, né sembrava corretto insistere l’uno nella vita dell’altro. Per Korin quell’eletto non era altro che 8uno fra tanti, un’ennesima carne da macello come tutti i morti che aveva visto nell’esercito del re delle bestie. Le ultime parole che si dissero riguardarono i turni di guardia. Korin avrebbe voluto il primo, non si fidava ancora troppo del suo compagno, ma alla fine fu il destino, bastardo come sempre, a decidere per loro dando il primo round all’altro. Sbuffò appena contrariato, mai una volta che il fato gli sorridesse. Scelse un terreno senza troppe rocce appoggiò lo zaino a mo’ di cuscino e si girò sul fianco dando la schiena a Junichi e all’entrata. Normalmente sarebbe stato un errore dare le spalle ad un nemico, ma non si sarebbe addormentato in quella posizione. Sfruttò il mantello coprente per estrarre il comunicatore dallo zaino per tentare di spedire un rapido messaggio ai suoi colleghi ancora ad Agard: “Sto bene. Sono con un GEA. Territorio non disabitato. Cadavere umanoide. Ruggito di bestie sconosciute. No corrotti.” Premette invio insicuro sul fatto che quel messaggio potesse davvero raggiungerli. Poteva solo attendere e sperare. Non che potessero aiutarlo, ma magari si iniziava a fare più luce su quel territorio sconosciuto e tutte le informazioni che recapitava potevano essere di aiuto ad una eventuale squadra successiva. Nascose nuovamente l’oggetto, quindi si rigirò dalla parte opposta in modo da avere lo sguardo puntato verso il compagno e l’entrata, quindi chiuse gli occhi. Se c’era qualcosa che l’esercito gli aveva insegnato era come addormentarsi rapidamente in ogni luogo indipendentemente dalla spossatezza.

    Se c’era qualcosa che l’esercito gli aveva insegnato ancora meglio era di avere il sonno leggero e di come essere pronti e freschi al minimo pericolo. Anche nel suo sonno senza sogni non poté non avvertire il terremoto che scosse il terreno sia per il rumore delle rocce sia per l’acqua nello zaino che cominciò a ballare. Non sapeva bene quanto tempo fosse passato da quando si era coricato, ma riaprì gli occhi, giusto in tempo per avvertire un nuovo ruggito sconquassare l’aria. Era vicino stavolta, molto vicino, forse troppo. Vide appena qualcosa atterrare con un tonfo sordo proprio davanti all’entrata. Pericolo urlarono i suoi nervi facendolo scattare in piedi con un colpo di reni appena a tempo per vedere un respiro di tuono illuminare la caverna a giorno abbagliandolo prima che la luce si fece una scarica che paralizzò ogni suo nervo in una contrazione di dolore. La sola armatura, che mai si era tolto visto che nel sonno furono alcuni suoi sigilli ad alimentarla, parò parte del danno, ma bruciature non indifferenti cominciarono a crepitare per la sua pelle esposta, difese a stento da un sottile strato di cosmo che tentava di disperderne la carica elettrica. Aveva avuto risvegli bruschi, ma quello sarebbe rientrato sicuramente nella top cinque dei peggiori.

    Insistette bruciando sempre più cosmo cercando di ricoprire il suo corpo con una sottile pellicola ghiacciata che potesse alleviare le scottature mentre il cosmo blando cercava di respingere le saette che gli crepitavano addosso. Il suo sguardo intercettò a stento le ombre del G.E.A. ma riuscì a metterlo a fuoco solo appena il tuono smise di colpire e l’ombra tornò sovrana. Due contro uno, si poteva fare, giudicò prima che una nuova scossa tellurica gli fece temere per nuovi nemici provenienti dalle loro spalle. Voltò rapido la testa solo per vedere la parete crollare rivelando un anfratto che sembrava continuare più indietro. problemi sicuri o problemi probabili, valutò prima di urlare un « Indietro, via! » al G.E.A. Afferrò lo zaino, poteva solo pregare gli spiriti che nulla si fosse danneggiato irreparabilmente, mentre la sua mente ricercava i sigilli posti a difesa della caverna. Li aveva piazzati lui, sapeva esattamente dov’erano, ed erano ancora lì attivi e pulsanti. Un respiro e la sua mente si congiunse ai disegni, divenendo un tutt’uno con essi. Rimosse ogni limitazione, come se avesse tirato via la sicura da una bomba a mano. Li fece esplodere in sequenza dal più lontano al più vicino cercando di creare un’esplosione che avrebbe potuto attirare l’attenzione della bestia con il suo rumore e il disastro di neve e natura che stava sconvolgendo.

    Allungò quindi la mancina in direzione del drago mentre un serpente di cosmo iniziò a serpeggiargli sul braccio coperto dall’armatura. Quasi si mimetizzava con essa avendo scaglie dello stesso colore blu intenso. Man mano che serpeggiava avanzando il suo corpo si fece più definito da triangoli, quadrilateri, forme basilari sempre più rifinite, come un poligono unico che diviene sempre più complesso. La testa dell’animale saltò dall’indice esteso, nemmeno fosse un trampolino, lanciandosi verso il drago a zanne sguainate per tentare di infilare i suoi denti dentro la sua carne, non importava bene dove, bastava colpirlo, appigliarsi ad esso e fare in modo che il corpo longilineo cominciasse ad arrotolarsi attorno alla bestia draconica seguendo le sue forme e facendosi sempre più stretto attorno al suo corpo. Il serpente sempre più spesso e preciso, cercò di annodarsi contro il corpo del nemico e avrebbe stretto sempre più forte, come a voler tagliare la circolazione di un arto. Ma non era un arto quello che doveva temere. Era il la linfa vitale della bestia, il cosmo stesso, che quel drago orientale stava cercando di limitare. Cattivo drago occidentale contro un più pacifico drago orientale, sarebbe stato uno scontro leggendario se avesse avuto il tempo di assistervi, ma non lo aveva.

    Corse indietro verso la fenditura aperta nella caverna. Non sapevano fin dove li avrebbe portati, ma era sempre meglio del drago, no? Anche solo aspettare sotto un muro portante finché questi non si fosse stancato di loro non era una cattiva idea. « Stai bene? » Soffiò un respiro appena più profondo volgendo lo sguardo al G.E.A. cercando di assicurarsi delle sue condizioni. « Allontaniamoci un po’ e manteniamo un profilo basso. » Suggerì all’altro camminando a passo svelto, ma umano, più verso il fondo della grotta, ma non prima di tentare un ultimo artificio bloccando il passaggio dietro di loro con un muro glaciale che avrebbe impedito il passaggio al drago e li avrebbe parzialmente coperti da un nuovo tentativo di attacco.

    Non lo aveva visto bene, ma quello sembrava proprio un drago, non troppo diverso da quelli di Asgard, solo in carne ed ossa. Erano stati attaccati da un drago! Uno vero! Maledetto a lui e quando si tirava certe sfighe addosso. Nell’esercito gli avevano sempre detto che pensare al peggio aiutava ad essere più preparati in battaglia, ma diamine, ogni volta che pensava a qualcosa questa si realizzava, come se un dio esterno potesse leggere i suoi pensieri e usarli per prendersi gioco di lui. Ma un drago, diamine, ecco perché quelle terre erano “disabitate”! Possibile poi che fosse lui ed essersi cibato della donna? Aveva i mezzi per spostarla in volo e non lasciare tracce nella neve, ma era incredibile che non avessero trovato il sangue di lei caduto in giro. Perché abbandonare metà pasto, poi? Non era buono e ne stava cercando un altro? Era uno spreco di risorse per un territorio così inospitale.


    Statistiche

    Stato Fisico: Bruciature da elettricità.

    Stato Mentale: Scosso, no pun intended

    Stato Armatura: [V] Intatta e Indossata.

    Riassunto:
    Korin si sveglia di soprassalto per tankare al meglio delle sue possibilità l’attacco improvviso tramite del semplice cosmo gelido. Come [DIVERSIVO] faccio esplodere i sigilli posti a difesa della grotta che esplodono con l’equivalente di cosmo straordinario. Sperando che la distrazione funzioni lancio un sigillo di vincolo base [ATTACCO] contro il drago per indebolirlo cosmicamente e facilitarci la fuga verso l’interno della grotta. Per concludere l’azione tappo l’entrata creata dal drago con un muro di ghiaccio [DIVERSIVO 2], ovviamente dopo che sia io che Junichi siamo dall’altra parte.



     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Post IV -

    Per qualche strana ragione non riuscivo a togliermi dalla mente l'orrenda sensazione che un gigantesco predatore potesse attaccarci da un momento all'altro, magari sfruttando delle capacità a noi sconosciute per superare gli accorgimenti che avevamo disposto all'entrata della cavità naturale. Korin si era sistemato in un angolo del nostro rifugio di fortuna, l'armatura indosso per qualsiasi evenienza ed il suo zaino come cuscino, l'unica comodità che si era concesso per riuscire a prendere sonno.
    La notte sprofondò in un silenzio inquietante, come se le tenebre stessero attendendo il momento propizio per mostrare gli orrori che le abitavano. Mentre tenevo attiva la rifrazione luminosa notai, con la coda dell'occhio, un sassolino piatto che iniziò a tremolare leggermente, disturbando l'effetto illusorio che avevo allestito con cura. Impiegai fin troppo tempo a capire che quello era soltanto il preludio di un evento assai più catastrofico, che iniziò con la comparsa di un grande drago infuriato e pronto ad ucciderci con la sua magia primordiale. Il peso della creatura fu tale da far tremare la terra nel momento stesso in cui atterrò davanti alla fenditura, bloccandola completamente con la sua stazza così da renderci impossibile la fuga. Gridai per allertare Korin, ma dalle fauci della bestia sfuggì un fulmine che illuminò a giorno l'antro roccioso, più veloce e potente di qualsiasi cosa avessi mai sperimentato prima di allora, esclusi il cosmo ed i poteri degli araldi. Riuscii a malapena ad imbastire una difesa sfruttando il massimo picco di luminosità generato dal fulmine, ricoprendo la placca pettorale dell'armatura ed i bracciali con luce e tenebra che formarono un amalgama cosmico. L'elettrocuzione intensa mi causò spasmi violenti ed il braccio destro rimase semiparalizzato e bruciato dal gomito al polso. La perdita di controllo degli arti e la semplice visione di quella creatura colossale, risvegilarono i miei istinti più bassi e mi indussero a cercare con gli occhi, freneticamente, una via d'uscita, finché non vidi saettare una figura serpentiforme alle mie spalle.

    "Che...?"

    Korin stava utilizzando le proprie capacità per rispondere all'assalto del drago, attivando simultaneamente anche le protezioni che aveva posto all'entrata della grotta; per fortuna era riuscito a reagire in tempo nonostante stesse riposando. La violenza del fulmine, nel frattempo, aveva scavato a fondo nella parete rocciosa, rivelando un nuovo ambiente nel cuore della montagna visibile attraverso la fenditura originatasi grazie all'attacco del dragone. Forse potevamo ancora salvarci, ma era essenziale guadagnare tempo a sufficienza per permetterci di allontarnarci dalla creatura. Richiamai il cosmo ed evocai una serie di lance oscure in linea retta che, partendo dal suolo e seguendo un'inclinazione di quarantacinque gradi, mirarono al collo della bestia con le loro punte insidiose. Quella particolare disposizione offensiva unita agli sforzi di Korin, forse, avrebbe rallentato il drago quel tanto da consentirci la fuga. Arrancai raggiungendo la fenditura ed il cavaliere di Atena, poi il ghiaccio di quest'ultimo bloccò temporaneamente lo stretto varco roccioso oltre il quale avevamo trovato momentaneamente riparo.

    «Sto... sto bene... nulla di grave.»

    Sentivo a malapena il braccio e la pelle era praticamente carbonizzata, lasciando esposta la carne viva. Malfermo sulle gambe per lo shock elettrico, rivolsi una smorfia a Korin che voleva essere un sorriso, ma probabilmente esprimeva tutt'altro.

    «Si, cerchiamo di far perdere le nostre tracce il prima possibile.»

    Seguendo il suo esempio ridussi al minimo le emanazioni cosmiche ed avanzai verso il fondo della grotta, mentre tentavo di riordinare le idee su quello che era accaduto dal mio arrivo nella regione fino a quel momento. I segni sul cadavere che avevamo rinvenuto nella foresta, acquisivano un senso nell'ottica di un grande predatore capace di volare e sbranare le prede in pochi secondi. Il fatto che non avessimo trovato tracce di sangue lungo il tragitto verso la montagna, poteva essere imputato alla sfortuna oppure all'abitudine del drago di consumare le prede direttamente in volo.

    "Sono stato incosciente e sciocco. Mi sono precipitato qui senza pensare ai pericoli che avrei potuto incontrare una volta arrivato. Ho dato per scontata la presenza di un predatore, ma non ho rifletutto su un particolare fondamentale: non esiste solo la terra come zona privilegiata di caccia."

    Avevo travisato i segni della natura, agendo d'urgenza e d'impulso quando invece avrei dovuto procedere con più calma. La missione che mi aveva affidato Amaterasu era d'importanza vitale per il futuro dell'umanità, ed io rischiavo di mandare tutto all'aria per la smania di raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile.

    "Che mi serva da monito, insieme a questa maledetta ferita."

    Cercai di isolare il dolore, evitando di toccare od urtare il braccio destro inconsapevolmente. La priorità era sfuggire al drago, ma non appena avessimo avuto un attimo di respiro avrei dovuto trovare il modo di fasciare quell'orrenda bruciatura. Ad Agartha mi sarebbe bastato aspettare che il Lifestream accelerasse il processo di rigenerazione dei tessuti, ma lì ero solo, in balìa degli eventi e delle mie decisioni, giuste o errate che fossero.




    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Infreddolito, braccio destro bruciato dal fulmine e quasi completamente paralizzato; difficoltà motorie.
    STATUS PSICHICO: Spaventato dopo l'attacco del drago, concentrato dopo aver seguito Korin oltre l'anfratto.
    STATUS CLOTH: Indossata, bruciatura sui bracciali e sul petto.

    RIASSUNTO AZIONI: Rimango stupito dall'attacco del drago che, oltre ad essere più veloce dei miei tempi di reazione, mi coglie in parte impreparato. Sfrutto il picco di luminosità creato dal fulmine per difendermi in extremis, modellando la luce ed il cosmo in una sorta di patina che tanka parte del danno, mentre il resto lo prende la cloth ed il mio braccio destro [dif.] Supporto Korin con lance di tenebra in linea retta che si formano sul terreno, inclinate a 45° e con le punte rivolte verso il collo del drago [af.]. Seguo il mio compagno oltre la fenditura e proseguo con lui verso il fondo della stanza, rilasciando al minimo le emanazioni cosmiche. Prendo un bel po' di danno perché, effettivamente, mi sono beccato in faccia il fulmine dell'amicone prima che si propagasse in tutto l'antro, essendo rimasto io di guardia :asd:

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]


    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo IV -

    I
    l rito funebre durò poco come immaginavo e dallo sguardo del più giovane dei due era palese chi fosse al comando in quella loro spedizione. Passò poco prima che Ennys rispondesse ad alcune delle mie domande, ma in un modo che non chiarì del tutto i dubbi sorti poc'anzi. Erano nomadi abitanti delle foreste, certo, non ne avevo mai sentito parlare, ma la cosa non destò troppo stupore, dopotutto erano ancora tante le cose che non conoscevo; quando poi i suoi occhi si illuminarono delle tinte del fuoco, fu chiaro come si fossero difesi dai Corrotti.

    «Capisco. Beh avete fatto molta attenzione a non rivelare la vostra esistenza»

    Sorrisi dopo quella che voleva essere una battuta con cui mascherare la verità. Il mio compagno di avventura pareva tranquillo d'innanzi a loro e anche a me non davano motivo di pensare al peggio per ora. Il fischio basso ed acuto che seguì richiamò qualcosa dalle foreste, qualcosa di grande. Molto grande. Si spostava svelto verso di loro, al suo passaggio gli alberi si scuotevano rivelandone la presenza, mi misi in allerta anche se Anfitrione pareva piuttosto a suo agio.

    «Che diamine...?»

    Non avrei mai immaginato di trovarmi di fronte ad uno spettacolo simile. Un lupo di taglia enorme svettava sulla radura, il balzo con cui aveva coperto gli ultimi metri della sua corsa aveva smosso pesantemente la neve tutt'intorno a loro. Un cucciolone di circa quattro metri al garrese che al momento guardava in malo modo quelli che aveva classificato come estranei "Probabilmente è per l'odore...spero solo che non sia uguale all'odore di cena"

    «E così li allevate come cavalcature, i cavalli son passati di moda vedo.»

    Risi di cuore a quella battuta stupida, tentavo comunque di alleviare la tensione. Incontrare due sconosciuti, che tra le altre cose si spacciano per Angeli, appena dopo un combattimento è una pillola difficile da mandare giù, lo capivo. Perciò non me la sentivo di giudicare male la diffidenza del giovane.

    «Che animale è? Non ne ho mai incontrato uno prima d'ora. Assolutamente affascinante»

    Mi avvicinai con il rispetto che si porta ad una autorità verso il lupo, restando a distanza di sicurezza. Volevo fargli capire che non eravamo male intenzionati. Rivolsi così la mano tesa e bassa con il palmo rivolto verso l'alto, in modo che capisse le nostre buone intenzioni, avrei aspettato un pochino in questa posizione aspettando che provasse ad annusare per vedere la sua reazione; ma i due subito montarono con nonchalance in groppa alla bestia, avrei tanto voluto fare lo stesso, purtroppo però il suo sguardo mi aveva fatto capire che forse non era il caso per quella volta.

    Feci un paio di passi indietro senza dare le spalle al cagnolone e mi voltai verso Anfitrione. Il suo atteggiamento era cambiato, riuscivo a scorgere nel suo modo di fare le reminiscenze di quando era ancora il generale degli eserciti di Micene. Mi diede fiducia e decisi di seguire il suo piano.

    «Va benissimo, verremo con voi. Come dicevo prima, non abbiamo idea di come sarà la situazione durante la notte. Almeno con voi saremmo sicuri di non perderci e girare a vuoto»

    Misi una mano sulla spalla di Anfitrione come ad augurargli buona guardia e aggiunsi.

    «Presta attenzione, se dovessi notare qualcosa di strano avvisami e arriverò al tuo fianco»

    Mi incamminai così dietro i due stringendomi nei miei abiti, il freddo nonostante tutto si faceva sentire, seguendoli a stretto giro, mentre ci inoltravamo sempre più nel fitto della foresta.

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Allerta;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI Mi accodo al lupacchiotto e seguo i due nel fitto della foresta.

    NOTE



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI



    Capitolo 3 : L'arena!



    D
    rago di perla continuò a camminare e onestamente più andava avanti e più la situazione non lo convincieva , anche perchè era da quando aveva messo piede ad Asgard che si susseguivano quella serie , ormai troppo scontata che non faceva neppure più ridere , di sfortunati eventi. Prima il disorientamento che aveva portato il gigante a perdersi, poi la visione di quell' albero, e già lì avrebbe dovuto accorgersi che era strano vedere un albero con foglie vive in mezzo ad una steppa ghiacciata , invece no e adesso si ritrovava catapultato da qualche parte e non era neanche più ad Asgard.
    "Stupido pezzo di legno inutile." Si ok non era una bella mossa quella di dare la colpa all' albero, anche perchè se Drago di Perla era andato era perchè voleva delle risposte che tardavano ancora ad arrivare, però in che diavolo di casino si era messo? perchè si sentivano rumori sempre più vicini di battaglia?
    "Credo proprio che finirò in qualche casino."
    Onestamente Drago di perla era partito con l'intento di non mischiarsi in nessun combattimento che non gli fosse competente, ma se era proprio costretto, non è che si faceva problemi a far vedere cosa sapeva fare, anche perchè gli puzzava che in tutto ciò non ci fosse lo zampino della Corruzione, non è che tutto ciò era una schifosa trappola?
    Drago di perla non escludeva nulla e lo aveva fatto fin da quando aveva notato quel cielo così rosso.
    Il gigante avanzò, e i suoi passi alla fine lo portarono verso quella che in pratica era una sortadi vallata immersa nelle montagne circostanti e lì in qiel posto finalmente si riuscì a capire il perchè di quei rumori di battaglia.
    In pratica c'era un arena, tipo quelle che allestiva lui alla Torrre per addestare i retiliani di Alpha Centauri, ghermita di strane creature che però non erano corrotti, seppure dei mostri, ma riconducibili alle leggende e racconti popolari fantasy : Orchi! Che sembravano intenti a divertirsi parecchio a guardare un incontro all'ultimo sangue e potenzialmente mortale tra due colossi di circa tre metri dalle sembianze semi umane.
    "Guarda un pò" Drago di perla, conosceva le leggede e folkrore generale e aveva intuito le varie razze presenti, ma solo per quanto riguarda gli ochi mentre per i giganti di tre merti non ricordava molto, anche se aveva sentito di qualcosa di simile presente ad Asgard.
    "A quanto pare qui ci si diverte. Finalmente questa storia sta avendo un risvolto che mi piace" Già con tutta la sfortuna che aveva avuto quell'oggi, quella visione era l'unica cosa "bella" che una macchina da guerra come Drago di perla poteva desiderare. Drago di perla e il suo istinto guerriero di drago sapeva benche quanto gli sarebbe piaciuto essere lì in mezzo all' arena a godersi il tifo della folla e lo stridere delle armi mentre vita e morte si mescolavano in una danza mortale, ma se lo faceva , allo non avrebbe avuto più il privilegio "dell' anonimato" anche perchè aveva messo a zero il suo cosmo ( per ora in modo da non farsi riconoscere) e non era lì per dare spettacolo e far scoprire a tutti che Crono era arrivato laggiù. Drago di perla era lì per trovare informazioni sul cosmo Antico, non poteva avere distrazioni.
    A malinquere quindi Drago di perla optò per la scelta più ovvia da fare in questi casi, ovvero avvicinarsi all'arena solo per cercare informazioni sul posto in cui era per prima cosa, visto che non era più ad Asgard e magari vedere se c'era posto per entrarci e vedere comunque gli incontri in modo da poter avere anche ampio raggio per iniziare le sue indagini avendo a disposizione qualche orco o creatura in più a cui chiedere, indipendentemente se rispondevano o meno.
    Da questo punto di vista sembra tutto ok e facile, ma c'era una domanda da farsi: quegli esseri se avessero visto Drago di perla come si sarebbero comportati? Vedevono di buon occchio gli "stranieri"? Avrebbero fatto domande al gigante di Crono?
    Probabile, ma l'unico modo per scoprirlo era comunque avvicinarsi al posto, poi ci avrebbe pensato drago di perla a vedere di muovere la prossima mossa.




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    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:Buono
    Stato Psicologico: Buono
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4] ( per ora non indossata)
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:

    non mi sono ancora avvicinata all'arena, perchè non so se si poteva lasciato un pò vago , comunque drago di perla decide di continuare a tenere il profilo basso per ora senza alzare il suo cosmo.



    Azioni:









    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    Il sole, la luna e la verità

    V

    ♦♦♦♦♦♦♦



    Korin & Junichi: La crepa offre una facile via di fuga, ma che potrebbe condurvi chissà dove. I vostri attacchi sembrano in qualche modo sortire un effetto, non siete in grado di capire se la creatura sia stata ferita o meno; tuttavia il drago ha ancora il tempo di rispondere al vostro attacco prima che voi siate troppo lontani, nonostante le difese poste; immediatamente dopo che il muro è stato creato, intravedete un bagliore rossastro attraverso il ghiaccio, che poi esplode sbalzandovi indietro nel cunicolo di diversi metri. Forse il drago non vi seguirà, ma di certo non pare un'ottima idea rimanere in attesa di scoprirlo. Restava da capire dove quel tunnel avrebbe condotto i due guerrieri e cosa avrebbero fatto successivamente.

    Daimon: Ennys e Jared partono al galoppo sul lupo, in direzione nord. Anfitrione è in volo, Azrael li segue via terra senza troppe difficoltà. Durante la cavalcata, Ennys lancia di tanto in tanto altri fischi, ottenendo risposta da diverse direzioni. Dopo qualche minuto, uno dei fischi di risposta fa cambiare di colpo direzione al lupo che vira verso nordovest. Forse state per incontrare altri membri del loro popolo, e l'idea di scoprire qualcosa di più su quegli abitanti dei boschi vi piace. Ma come spesso accade, il detto "è troppo bello per essere vero" si conferma ancora una volta nella sua realtà. Rumori di lotta cominciano a sentirsi nell'aria. Insieme ad odore di sangue.

    Drago: Mantenere un profilo basso in mezzo a quella bolgia non sembrerebbe troppo difficile. Mentre Drago osserva ancora il combattimento, viene però sorpreso alle spalle da qualcuno che semplicemente gli parla. Niente male, come combattimento, vero? Peccato che di questi ne abbiamo solamente due... ma anche tu non sembri troppo male, tutto sommato. Il nuovo venuto è un cavaliere corazzato di tutto punto, che sembra più interessato al Gigante che alla lotta che sta avvenendo. Non ti ho mai visto, qui nel Kraal. Sei qui per il torneo, immagino... ma non vorrai dirmi che speri di vincere contro Akragas? Il boato della folla interrompe le parole del guerriero ed i pensieri di entrambi: i due combattenti si erano trafitti a vicenda, ed ora giacevano a terra. Buoni a scaldare la folla, ma niente di più. Spero tu sappia fare meglio di loro. I dubbi aumentano, la trama si complica.

    zBXLsaR


    Buona domenica. Le azioni di Korin e Junichi permettono al drago di contrattaccare ancora, stavolta col fuoco; voi non siete in grado di vederlo bene a causa del muro di ghiaccio e poca luce, ma la differenza di temperatura vi fa esplodere il muro in faccia, causandovi danni leggeri e sbalzandovi via. Mentre vi inoltrate nel tunnel (c'è qualche diramazione, ma l'impressione che avete è che una direzione valga l'altra) ad un certo punto vi rendete conto che NON state procedendo totalmente alla cieca, in qualche modo vi rendete conto che dalla zona più avanti arriva della luce. Il tunnel sbocca in una caverna più grande e che, nonostante lo stato di abbandono, sembra che in passato sia stata abitata da qualche civiltà; qua e là vedete resti di muri, abitazioni, piccoli veicoli di legno e qualcosa che somiglia vagamente ad una rotaia. Mentre vi chiedete se ci sia ancora qualcuno nascosto in quelle rovine, Korin si rende conto che le sue attrezzature elettroniche (se ne ha) sono state fritte dal fulmine del drago. E sorpresa sorpresa, non riuscite nemmeno a richiamare i poteri del vostro cosmo. Siete liberi di esplorare la zona a vostro piacimento, non incontrerete nessuno.

    Il team Daimon parte per la breve cavalcata con i due nuovi amici, e tutto si svolge in modo abbastanza tranquillo finchè non sentite qualcosa di strano in quell'ultimo fischio, cosa che immediatamente dopo fa cambiare direzione al lupo e lo fa accelerare. POco dopo iniziate a sentire urla di lotta e strani versi, fino a raggiungere il combattimento in atto una cinquantina di creature che riconoscete come corrotti alti circa due metri muniti di artigli, con teschi di animali a coprire le loro teste e quelli che sembrano rami spuntare dalle loro criniere, si stanno battendo contro un gruppetto di amici di Ennys che si battono corpo a corpo come dei leoni, usando a loro volta gli artigli che spuntano dalle loro mani. Ci sono anche un paio di lupi che non ha problemi a cercare di difendersi, ma il numero dei mostri è pericolosamente più alto. Offerta che non potete rifiutare: si battono come energie gialle, ma siete liberi di sterminarli in modo autoconclusivo e fare i fighi con Ennys e soci :asd:

    Drago di Perla FINALMENTE incontra qualcuno. Solo che adesso c'è una decisione da prendere: il cavaliere non sembra aver intenzione di menar le mani, anche se ha l'aria di essere un osso duro. Potrebbe comunque essere l'occasione per cercare di ricavare informazioni interessanti sul posto in cui si trova, che ha chiamato Kraal. Ma la decisione riguarda il ruolo di Drago di Perla: deciderà di seguire il copione fino in fondo e partecipare al torneo, oppure cercherà di tirarsene fuori? Lo scopriremo nel prossimo post :asd:

    Data l'assenza di Guardian, avete come scadenza fino alla sera di giorno 20 luglio. Per ogni dubbio, come al solito chiedete nel topic. Buon postaggio :zizi:

     
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    Alla Ricerca dei Giganti
    - Post V -

    Trascinarsi a fatica oltre quella fenditura stretta fu più difficile di quel che pensassi, ma in qualche modo ci riuscii. Il muro di ghiaccio di Korin resistette anche al nuovo assalto del drago, infuriato per la nostra reazione che, in un modo o nell'altro ci aveva tenuti in vita. Le fiamme della creatura furono talmente intense da causare un cambiamento repentino di temperatura, e generare un'esplosione che distrusse il muro e mi sbalzò alcuni metri più avanti nel tunnel. Rimasi a terra per qualche secondo, riprendendo fiato mentre sentivo la pella della schiena che iniziava a bruciare; una scottatura lieve andava ad aggiungersi alle ferite che mi ero già procurato.

    «Ci sono, ci sono... continuiamo a camminare e fermiamoci non appena smetteremo di sentire la presenza del drago. Devo fasciarmi il braccio.»

    Il tunnel che stavamo percorrendo, in realtà, si divideva in più diramazioni e, dopo ogni svolta, pareva spingersi in profondità, fino al cuore della montagna stessa. Solitamente riuscivo ad orientarmi bene nella natura, qualsiasi fosse il paesaggio di riferimento, ma in quella circostanza ogni direzione mi restituiva la medesima sensazione, lasciandomi incerto sul da farsi.

    "Più che tunnel formatisi dall'erosione naturale, sembrano gallerie scavate con cognizione di causa. L'altezza è la stessa in ogni punto e non ci sono impronte, né fori sulle pareti laterali che facciano pensare ad una colonia di insetti."

    Mi poggiai al muro dopo essermi tamponato più volte la fronte e feci segno a Korin, con la mano, di fermarsi a sua volta.

    «Per caso avresti dei bendaggi da darmi? La paralisi al braccio è quasi passata, ma la bruciatura non se ne andrà altrettanto velocemente. Credo che questo lunghissimo tunnel sia una galleria di collegamento e, se siamo fortunati, potremmo essere vicini ad un avaposto o addirittura un fortino di una delle prime popolazioni asgardiane.»

    Nella peggiore delle ipotesi, invece, eravamo finiti nella tana di creature pericolose ed intelligenti come il drago che, forse, eravamo riusciti a lasciarci alle spalle. Una luce, inizialmente fioca, divenne più intensa mano a mano che continuavamo a seguire la galleria, finché non sbucammo in una grande caverna, lavorata ed allestita per accogliere quella che, ad occhio, doveva essere una civilità molto antica. Resti di fortificazioni, mura, abitazioni e parti di infrastrutture assimilabili a binari, testimoniavano la presenza di un'intensa attività umanoide durante il periodo d'abitazione della grotta.

    "Con un po' di fortuna potremmo ripararci e fare il punto della situazione. Quelli sembrano dei veicoli di... legno?"

    Mi fermai vicino ad una casetta diroccata, osservando attentamente i dintorni alla ricerca di segni di vita recenti, ma non trovai nulla che potesse davvero rassicurarmi. Provai a richiamare il cosmo ma, inspiegabilmente, non ci riuscii; l'intera grotta sembrava averci isolato dal resto del mondo.

    «Riesci ad utilizzare il cosmo? È la prima volta che mi capita una cosa del genere. Qualcosa o qualcuno, anche se non so come, sta interferendo con la mia fonte energetica.»

    Mantenni la calma anche se la situazione non era delle migliori, e cercai una spiegazione razionale al fenomeno di inibizione cosmica. Forse l'intera grotta era protetta da rune o da un sistema di difesa che bloccava l'emissione e l'immagazzinamento delle'energia astrale, rendendo vulnerabili i possibili aggressori che si erano macchiati del crimine di aver sconfinato in territorio straniero. Toccai distrattamente una delle pareti rocciose collassate di una piccola abitazione, ferendomi al dito e macchiando con il sangue la dura pietra. Istintivamente ritrassi la mano, non tanto per il dolore quanto per la vaga sensazione di familiarità che si era destata in me semplicemente rimanendo in quel luogo. Ironicamente, eravamo intrappolati in un luogo che, per conformazione e genesi, presentava delle similitudini evidenti con la Caverna Celeste.

    «Ogni sporgenza potrebbe nascondere un nemico in agguato e, data la nostra condizione, non potremo esserne certi fino a quando non lo verificheremo di persona. A quel punto, però, cosa faremmo? Senza il cosmo possiamo contare solo sulle nostre forze.»

    Ogni tentativo di risposta a quel dilemma mi portava soltanto ad un nuovo vicolo cieco, e la possibilità di fuggire attraverso la Porta d'Oro era preclusa. Sperai che Korin avesse un asso nella manica, altrimenti avremmo dovuto affidarci al caso, cercando un'uscita e pregando che il drago non ne fosse, a sua volta, a conoscenza. Una cosa era certa: morire nel cuore della montagna prima di aver portato a termine il mio compito, avrebbe rallentato enormemente il piano di Amaterasu ed assottigliato le nostre possibilità di vittoria contro la Corruzione.



    SYlzjMo
    narrato parlato "pensato" Parlato Altrui

    Junichiro Yamanazaki Rossa Ama-no-Iwato {IV}

    STATUS FISICO: Infreddolito, braccio destro bruciato dal fulmine con mobilità articolare ridotta; capacità motorie in lento recupero.
    STATUS PSICHICO: Concentrato.
    STATUS CLOTH: Indossata, bruciatura sui bracciali e sul petto.

    RIASSUNTO AZIONI: Arrivato alla grotta osservo la "città fantasma", mi chiedo se ci sia ancora qualcuno nei paraggi che possa attaccarci di sorpresa e mi confronto con Korin sul da farsi, pensando che l'impossibilità di richiamare il cosmo dipenda, probabilmente, da un qualche sistema di difesa installato in tempi non recenti.

    ABILITÀ:

    Il Ricordo dei suoi Occhi

    Quando entrò nella caverna capimmo che ogni cosa sarebbe stata diversa e che avremmo potuto finalmente vederla per quel che era. I passi delicati di Amaterasu non lasciavano alcuna traccia, ma l'acutezza dei suoi occhi ed il bagliore veemente che irradiavano avrebbero piegato anche un ateo a credere nell'operato di Gea. Di quel tempo ricordiamo assai poco ma la semplice presenza della dea ed il furore della sua luce ultraterrena raggiunsero le nostre orbite vuote e le riempirono dei colori accesi dell'estate, del mistero del movimento e della semplicità del mero esistere dei corpi immobili che abitano la Terra.

    In noi è rimasta la capacità di osservare le creature e la materia inanimata a partire dai punti in cui le particelle luminose colpiscono i loro involucri. Quando interagiamo con il Mondo della Luce attraverso il Codice riusciamo, in qualche modo, ad indirizzare i corpuscoli dei fasci luminosi e delle onde che lo compongono, addensandoli o disperdendoli, riflettendoli o diffondendoli con difficoltà essendo la padronanza di questo elemento ancora imperfetta e non del tutto risvegliata.


    ❖ ⟡ Controllo elementale della Luce ⟡ ❖


    Interagire con quello che gli umani chiamano quanto di luce rientra nelle nostre capacità, sebbene il controllo di cui possiamo disporre non sia sufficiente a sfruttarne tutte le potenzialità. Possiamo addensare i corpuscoli della luce creando delle forme solide semplici, grezze, che non richiedano una strutturazione complessa dell'elemento, come scudi per poterci difendere o armi grezze per attaccare i nostri nemici; anche generare dei raggi sottili dalle qualità perforanti rientra nelle nostre possibilità. In presenza di luoghi fortemente illuminati, riusciamo a sfruttare il fenomeno di rifrazione per rendere difficile la localizzazione della nostra posizione.

    Il Dolore del suo Abbandono

    Conoscemmo la gioia quando ella posò lo sguardo su di noi e ci disperammo quando fu costretta ad abbandonarci per un vile tranello escogitato dagli altri dei, timorosi che la potenza vivificatrice del Sole potessere essere perduta per sempre. Nelle ombre eravamo nati e nell'oscurità più profonda saremmo tornati, consapevoli che fuori da Ama no Iwato la bellezza regnava sovrana e tutti potevano goderne senza sacrificio alcuno. Ci ritirammo negli angoli più bui della nostra essenza, nelle crepe delle pareti che formavano il nostro inconscio, spaventati e senza una direzione precisa. Imparammo a comprendere il linguaggio dell'Ombra, a piegarlo al nostro bisogno di sicurezza, a rispondere con crudeltà alle ingiustizie che il Codice prevedeva per il bene superiore dell'armonia. Esplorammo il Mondo di Tenebra perchè soltanto con l'accettazione ci saremmo potuti finalmente risvegliare ed andare a cercarla.

    Apprendemmo una dura lezione quando, per la prima volta, negammo alla felicità e ad ogni sentimento positivo di entrare nel nostro cuore, almeno finché avessimo dovuto manipolare l'Oscurità che imponeva il prezzo della solitudine. Trasformammo le lacrime in una sostanza viscosa simile alla pece e gli ansimi della respirazione irregolare in nebbie dense e asfissianti, cumuli tenebrosi che celavano chiunque avesse saputo sfruttarli. Riuscimmo a rendere tangibile l'amarezza del fallimento plasmandola in forme rigide e decise, a volte simili a lance acuminate ed altre a pesanti catene chiodate. Tale era l'infelicità causata dall'abbandono di Amaterasu da spingerci ad invocare l'Oscurità su chiunque fosse stato così avaro da sottrarcela tenendola soltanto per sé. Crogiolarsi nel dolore era cosa assai semplice, ma controllarlo e conoscerlo al punto da generare la sua manifestazione concreta, l'Oscurità che avvolge ogni cosa, è questione assai delicata, tanto da compromettere la sanità del corpo e delle sue funzioni.


    ❖ ⟡ Controllo elementale dell'Ombra ⟡ ❖


    Possiamo modellare la tenebra, rendenderla solida e concreta quando si mischia con il nostro cosmo, tanto da provocare danni fisici ai nostri nemici, oppure nebulizzarla così da farle assumere la consistenza di un gas in grado di occultarci, anche se non completamente, o di soffocare le vittime designate. Il dolore provocato dal semplice contatto con l'oscurità è tale da essere considerato superiore a quello indotto da un potere dello stesso rango.


    TECNICHE:


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    Alla ricerca dei giganti
    V - Il sole, la luna e la verità

    Assecondando i flussi d'aria, Anfitrione sfrecciava in volo sopra la foresta. Facendo da vedetta.
    Nel cielo, penetrando con lo sguardo, osservando i lontani ghiacciai e le montagne sacre da cui era composta quella terra.
    Non era la prima volta che le vedeva, le terre del nord, un ammasso di catene montuose e ghiacciai sempiterni che caratterizzavano ormai le molte storie di Asgard.
    Le ricordava vagamente.
    Verso Nord poteva intravedere le più vicine catene dello Gladsheimr, con il picco più alto Hindskjalf dove sorgeva la maestosa Asgard con le sue mura.
    Volgendo a Ovest, invece, scorgeva le montagne del Prùdh, che scendevano giù fino all'Approdo Ghiacciato e ad un'altra grande zona boschiva denominata la Foresta Maledetta, canale di anime, che aveva già conosciuto in una delle sue vite.
    Mentre poi ad Est intravedeva parte dello Valaskjàlf, picchi di ghiacciai perenni dove nessuno aveva mai messo piede, sacri agli Aesir, proprio come lo Yormunheimr dinanzi a loro. Quest'ultimo si presentava davanti agli occhi senza più luce del giorno: cupo, massiccio, imponente, oscuro. La più grande catena montuosa del regno, il quale non era possibile vederne attraverso per quanto alto e infinito si propagava. Definendo quelle che erano chiamate "le Ossa di Odino".

    La marcia proseguiva senza ostacoli. Il cielo terso era calmo, con la luna e l'aria gelida che accarezzavano il volo senza problemi. Le fronde, nonostante fossero spesse, permettevano di percepire chiaramente gli spostamenti dei compagni sotto di egli.
    Rifletteva Anfitrione, su quell'incontro avvenuto e su cosa effettivamente avrebbe trovato un volta giunto all'obiettivo. Riusciva a comprendere che l'implicazione della corruzione, ancora radicata dopo la battaglia, era sicuramente causa di quella instabilità energetica nel flusso che stava avvenendo, ponendo la realtà in grosso svantaggio in quella guerra che non trovava fine. Di cui purtroppo non aveva visto né l'inizio né il motivo.

    Durante il viaggio fischi si intercorsero in molte direzioni, sia partendo dai tre sotto sia come comunicazioni tra vari gruppi sparsi negli alberi; segno che molti dei loro simili erano dislocati nella zona e viaggiavano in quei luoghi. La foresta si estendeva a perdita d'occhio ai suoi piedi, in un agglomerato denso impossibile da vedervi attraverso, dove si toccavano a malapena i confini. Sembrava che si tenessero in contatto in una specie di rudimentale mezzo di comunicazione, come stormo di animali.

    Un ultimo fischio sopraggiunse alla sua destra, questa volta più lungo e distante, diverso dai precedenti, che fece cambiare la strada. Il lupo virò la rotta di colpo, a malapena in tempo per accorgersene, aumentando il passo verso Nord-Ovest.

    Non era un buon segno. Qualcosa stava accadendo.

    La natura si tinse di sfumature preoccupanti. L'aria si riempì di un forte odore di sangue, in un mellifluo vorticare di brutti presagi che stavano arrivando. Mescolato a grida e clangori, questi si manifestarono prepotentemente in una violenta battaglia in atto poco più avanti. Aspra e dura, dentro la foresta, ricolma di corrotti e di quel popolo incontrato che lottava.

    Anche se probabilmentenon non ce n'era bisogno, il guerriero avvisò telepaticamente il suo compagno dell'accaduto, preparandosi a combattere.

    Strinse così la lancia, creando pieghe sul guantone d'arme della mano. Ruppe la velocità del suono, smuovendo l'aria in cerchi concentrici dietro di egli, in un grande sparo. E penetrò nella foresta. Nel cuore della battaglia.

    Lancia alzata, occhi di fuoco, gli alberi si spezzarono al suo vorticare passaggio fino a fondersi con la neve. Toccando quasi la luce.

    Il cosmo eruppe come un vulcano in piena, adornando la lancia che prese quasi vita propria, in una stella che scongusassò il cielo e la notte. E la foresta dello Yormunheimr.
    Fendenti cosmici caddero aprendo voragini nella terra e facendo volare alberi nel campo di battaglia, squartando quelle creature mefitiche che attaccavano.
    Centinaia di lance si ersero dal terreno, spesse e accuminate, che sgorgarono morte e sorte trafiggendo sotto i piedi i corroti, con altre che si chiusero come morsa ai loro lati. Senza che potessero capire cosa stesse accadendo, senza lasciargli scampo.

    Il primo cranio che si ruppe sotto le sue mani, quando arrivò a terra come un proiettile, fu completamente perforato dalla sua arma che lasciò il grido della creatura agonizzante ed inerme.
    Un uomo era piegato a terra, in difesa, ad occhi spalancati da questo che gli era addosso, sconvolto dall'apparizione improvvisa che stava vedendo. Con brandelli di carne che gli cadevano sulle membra.

    Anfitrione riposizionò i piedi indietro, sganciando l'arma e facendo cadere il corpo putrido, mentre espirava dalla maschera ed elmo dorati d'ottone, col glangore dell'armatura. Nel mantello a brandelli, con l'unico braccio scoperto portante l'arma di un destino antico.

    Spostati.

    Lo guardò come un automa, come se volesse capire se dovesse fare la stessa cosa con lui. Ma non lo fece.

    Tutt'intorno ebbe solo qualche istante per vedere la battaglia: una cinquantina di corrotti sbranavano e attaccavano un gruppo di quegli strani abitanti delle foreste, combattendo pavidi con artigli affilati insieme alle loro cavalcature metalupi.

    La corruzione era ovunque. Non avevano tempo.

    Un corrotto sopravvissuto all'assalto subito lo vide e lo attaccò con denti di teschio e artigli - o quello che rimase dopo che era stato dilaniato dai fendenti del cielo - ma egli lo schivò con una rotazione laterale semplice, per poi tagliarlo a metà in un fendente mortale.
    Un altro sbucò all'improvviso da dietro, per agguantarlo e stringerlo in una presa mortale, ma prima di rendersene contro si estinse nelle fauci di un metalupo lì vicino.
    La battaglia era densa. Imperversava senza sosta e brutalmente. Erano tutti vicinissimi.

    E Anfitrione cominciò a farsi largo.
    Spezzando ossa e crani, ricoprendosi di liquido corrotto che sgorgava a fiumi, gli abomini venivano annientati uno ad uno sotto urla incessanti.
    La lancia zampillò senza sosta come nelle origini, nel passato del guerriero che affrontava creature e ogni sorta di ostacolo, tagliando e perforando. Macchiandosi della sorte di porre fine alla deturpazione vitale.

    Per quanti ne fossero e si gettassero per strappargli, perforargli il torace e ferirlo mortalmente, nessuno riusciva a scalfirlo sotto la sua Gloria e l'immane velocità con cui combatteva.
    Si gettavano per azzannarlo con le fauci da teschio al collo, che egli spezzò in mille pezzi dopo che fumi sconguassanti emergevano da dentro le loro interiora. Cadendo nella neve. Evaporandola.

    Ancora un altro arrivò invece cercando di spezzargli il braccio, per potergli conficcare uno spuntone accuminato dritto in volto. Nel classico movimento d'azione dei corrotti.
    Ma senza fatica egli lo prese con la mano da agguantargli entrambi gli arti, spezzandoli e frantumandoli nella presa salda da ellenico che era, per assaporare la flebilità del destino che gli aveva forgiati.

    Inutile essere.

    La lancia perforava con naturalezza, muovendosi a zig-zag nei corpi che penetrava fino a maciullarli senza nemmeno uscirne. Li gettò in aria insieme ad altri che si erano avvicinati, nell'impeto della lotta, con un colpo di reni.

    Alcuni caddero dietro di sé, forse dove poteva esserci Azrael, unitosi anche lui allo scontro. Gliene avrebbe lanciati un paio giusto per fargli uccidere un volo, al demone che era il portatore di morte; si sarebbe di certo divertito.

    Ma non si fermò, si gettò ancora di più nella bolgia dove non si distinguevano più corpi o nemici. Dove si intravedevano solo artigli e urla di morte.
    Lupi saltavano e azzannavano strappando teschi e arti a forma di ramo di quegli esseri composti. Denti e fauci si macchiavano dell'essenza putrida mentre Anfitrione avanzava come in guerra.
    Sinistra, destra, dritto, centro. Terra. L'impeto non si fermò.
    Una veloce patina di cosmo si espanse ed esplose all'improvviso dal suo corpo, di colore blu decorato di stelle, rallentando qualsiasi cosa avesse intorno. E scagliò le sue lance. La sua lancia che percosse uno ad uno quelle creature che dovevano essere epurate. Che non sarebbero mai dovute esistere, come gli sgorbi dei minori e titani.

    Infine conficcò nel terreno l'arma con tutta la forza della forma umana, illuminando in un raggio sempiterno le tenebre che erano scese, rendendole di luce per tutta Asgard in un solo singolo istante.

    E gridando le squarciò, dando le spalle ad un altro uomo che cavalcava, a farsi largo reciprocamente in quella massa di due metri che li sovrastava d'altezza. Ma non di forza.

    Un colpo secco, ancora, ancora e ancora, senza minima sbavatura, alzando la saliva da sotto l'elmo, e l'ultima testa cadde.

    Poi Silenzio.

    Quando finalmente tutto finì, i vapori del sangue si estinsero mostrando i sopravvissuti. Le urla e la polvere smisero, e il vecchio si lasciò sedere su uno dei corrotti squarciati, gettando l'arma a terra. Senza fatica, osservando la fine della battaglia che li aveva visti vincitori. Con grossa veemenza.

    Di fianco, un metalupo era intento a sbranare uno di quei teschi con forza. Nonostante avesse già vinto. Cercando di guardarlo in qualche modo, neanche volesse incutergli timore.

    Non te lo consiglio.

    Fu l'unica cosa che gli disse.

    SPOILER (click to view)
    FISICO Perfetto. Illeso.
    MENTE Concentrato e preciso nel combattimento.
    STATUS GLORY Grado [IV] - Indossata [Forma Umana]
    RIASSUNTO AZIONI
    Botte.
    Anfitrione [X] ✦ Daimon della Sorte ✦ Energia Blu
    ABILITÀ E TECNICHE
    Lance [Armi Cosmiche]
    Nell'ardore del coraggio, affrontando grandi imprese, battaglie e bestie, la leggenda narra che questa sua virtù da grande guerriero sia traslata sulla sua essenza, donandogli il potere di materializzare e usufruire di un'arma: la lancia. Avendone pieno controllo nell'uso, le userà principalmente per fini offensivi, difensivi e strategici. E crendone di vario genere, potrà anche incanalarne i suoi poteri quali il Tempo. A seconda del numero queste inficeranno sul suo dispendio energetico, potendo colpire a contatto con capacità di taglio e perforazione simili ad un costrutto. Mentre, trasferendo in esse il cosmo, potrà avere la possibilità di scagliare fendenti e affondi cosmici con gli stessi attributi, ma con danno paragonabile ad armi Infuse, Proprie ed Improprie.

    Volo [Volo Perfetto]
    Le ali di un Daimon sono parte dell'Archè, parte integrante della vera forma potendosi manifestare e permanere in qualsiasi momento. Dopo la propria ascesa, esse si sono perfezionate da permettere il volo e la sospensione in aria a piacimento, con la capacità di muovere in ogni direzione usando la semplice volontà in movimenti rapidi e precisi. Inoltre, hanno la caratteristica di poter essere impiegate per lungo tempo senza fatica alcuna.



    Edited by Anfitrione - 19/7/2023, 22:52
     
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    Korin ♦ Agente della GRADO ♦ Finto Triangolo Boreale ♦ Energia Rossa

    Alla Ricerca dei Giganti
    - Chapter V -



    Il freddo era il suo dominio, il gelo molto facile da controllare in un posto come Asgard. Era come quando al mare si compatta la sabbia bagnata in una sorta di castello, il materiale era già sul luogo, bastava che lui ci mettesse la propria inventiva e manualità. Era facile, dispendioso tanto quanto lo era respirare: era nel suo elemento e, per quanto molto freddo per un uomo, si sentiva a suo agio.

    Il gelo si fece però meno freddo a seguito di un bagliore rossastro alle proprie spalle. Era un cambio di temperatura che non poteva passare inosservato: stava succedendo qualcosa. Un attimo dopo il muro che aveva eretto esplose in mille schegge ghiacciate. L'impatto fu relativamente violento, ma fortunatamente erano già abbastanza lontani da risentire appena del colpo. L'esplosione gli fece perdere l'equilibrio, spendendolo diversi metri più avanti, rotolando fino a finire faccia a terra. Senti le schegge brucianti conficcarglisi addosso appena prima di sciogliersi in scottante acqua.
    La maggior parte del colpo doveva essere stata attutita dal muro di ghiaccio, che aveva fatto un lavoro egregio nel limitare i danni assieme al sigillo di vincolo lanciato sulla bestia. Era una cosa positiva, forse l’unica. Imprecò in un soffio appena prima di alzare lo sguardo verso il compagno. Era più indietro di lui, quindi potenzialmente si era preso una batosta appena più forte, ma sembrava tutto sommato ok. Potevano, anzi dovevano continuare ad avanzare per allontanarsi da lì.
    Si tirò in piedi, digrignando appena i denti per il dolore delle scosse anche ancora strisciava sottopelle in qualche leggero spasmo, ascoltando quasi indirettamente le parole dell’altro che andavano esprimendo il suo stesso pensiero riguardante tutta quella situazione. Annuì appena appoggiandosi alla parete sia per sostegno e guida nel cammino che avevano davanti che come misera difesa contro un possibile nuovo attacco del drago.

    La cava era strana, artificiale quasi. O in passato per quelle vie scorreva un grande fiume o tutte quelle diramazioni sembravano create da una mano umana, o peggio. Per conformazione gli ricordò il formicaio anomalo in cui era stato, solo non c’erano statue di guardia lungo il cammino e, si sperava, non c’era un mostro alla fine del percorso. Anche in quell’occasione c’era un G.E.A. o così gli era parso di capire, che l’aveva tirato fuori. Era stato tutto molto impreciso, sfuocato, e lui era troppo debole per ricordarsi molto di quell’evento. In quell’occasione aveva la scelta di tornare indietro e l’aveva compiuta solo quando era troppo tardi, tutto per via della sua curiosità e del suo voler fare un buon lavoro per la GRADO. Ora non aveva il lusso di quella scelta. Da una parte c’era una galleria sconosciuta, dall’altra una bestia pronta a divorarli entrambi.

    Notò con la coda dell’occhio Junichi fargli cenno di fermarsi. Forse era stanco, forse troppo ferito per continuare per quanto sembrava stesse relativamente apposto. Forse era la sua educazione marziale a trascinarlo avanti anche a costo di portarsi le proprie budella in mano, ma clemente si fermò per assistere il compagno. « Fammi controllare. » Rispose alla richiesta di medicazioni tirandosi lo zaino davanti e ravanando al suo interno. Sentì del bruciore e delle scintille sulla mano che ravanava all’interno dello zaino e si accorse, sporgendosi meglio per guardare, che il colpo del drago doveva aver fritto l’attrezzatura. Tanto vale che vado in missione senza niente se ogni volta va a finire così. Pensò fortemente stizzito trovando finalmente un rotolo di bende nascoste in un compartimento apposito. Come il resto dello zaino erano un po’ rovinate, ma erano l’unica cosa che avevano per tentare di arginare i danni. Le porse all’altro proponendosi di aiutarlo ad indossarle in caso di necessità.

    « Se fosse abitata perché nasconderla dietro una roccia? E’ franato tutto e sono rimasti intrappolati? » Arricchì l’interpretazione dell’altro, che seguiva vagamente la sua visione, in maniera molto più tranquilla. In effetti quella cava poteva essere la casa uno dei tanti popoli di Asgard, ma così a nord in terre credute disabitate? Beh se vivevano sotto terra lontano da tutti, senza mai uscire in superficie aveva senso che quelle terre erano credute disabitate. La sua visione però l’aveva condotto a valutare l’aspetto più negativo di quell’esperienza paragonandola al suo passato e alla ciclicità degli avvenimenti, soprattutto quelli negativi. Non aveva preso troppo in considerazione chi poteva aver fatto tutti quegli scavi. Erano amici, nemici? Enormi vermi? Formiche anomale? « Spero tu abbia ragione guardiano di… di cosa hai detto che sei l’eletto? » Aggiunse tagliando un discorso per virare parzialmente su altro. Già che erano lì, valeva la pena capire di più sul compagno. Stavano allontanandosi sempre più da problemi sicuri, il drago, andando in pasto a problemi probabili che potevano essere peggiori, come non esserci affatto. Era tutto un gioco di probabilità in quella caverna oscura, o meglio, non così oscura. Aveva notato come il suo compagno di scampagnata avesse poteri di controllo sulla luce e sull’ombra, ma non sembrava li stesse attivamente usando per guidarli nella caverna. Era proprio il posto che tutto sommato non era così buio, il che poteva voler dire che vi erano luci da qualche parte oltre i condotti, o che si trovavano davvero in una caverna anomala.
    Altra anomalia che non poté non notare era la sua armatura: si era fatta pesante, trasportabile, certo, ma non era leggera come sempre. Qualcosa era cambiato in lei, o meglio in lui. La sua fiamma cosmica sembrava farsi più fioca, lontana o debole, o forse velata da un inesistente sigillo.

    Alla fine giunsero in uno spazio più ampio, anch’esso magistralmente lavorato artificialmente, ma dove la mano umana, o di qualunque altra specie fosse, si poteva notare in modo più marcato. Si potevano riconoscere costruzioni nella roccia simili a case e veicoli semplici di legno, non troppo diversi da quelli dei minatori. In un certo senso sembrava di vedere una Petra in miniatura, abbandonata a sé stessa. In quella cittadina non c’era anima viva, né per le strade né tantomeno vedeva figure muoversi per le non-finestre delle pseudo abitazioni. Non vi erano testi da poter leggere o interpretare per capire chi o cosa vivesse in quella zona, ma sembrava relativamente ben tenuta, quindi non poteva essere stata abbandonata in modo violento. Da quanto fosse disabitata però era troppo arduo da definire.

    L’altro parlò ancora, ma prima che potesse sentire tutto il discorso Korin gli intimò di abbassare la voce, che quasi rimbombava per la cava. Era meglio non farsi sentire, soprattutto dopo quanto aveva già vissuto. Il messaggio dell’altro riguardava il cosmo: anche lui aveva qualche problema a connettersi alla propria energia interiore. Korin si sforzò di condensare la forza stellare in un piccolo globo sul suo palmo. Avvertì come un formicolio, l’energia c’era ancora, ma non riusciva a focalizzarla o plasmarla, in maniera non dissimile dai suoi primissimi tentativi di usarla. Anche le sue percezioni su di essa sembravano limitate. C’era davvero qualcosa in quella cava che li stava indebolendo fortemente, forse un sigillo, forse altro. « No. » rispose infastidito. In quelle condizioni erano più in pericolo che mai, anche con le loro cloth a fargli un minimo da scudo. Gli era stato detto prima di partire che il Vero Nord aveva magie antiche a proteggerlo, o che le cose potevano funzionare diversamente come nelle anomalie che la GRADO studiava. La caverna doveva probabilmente rientrare in una di queste due categorie. In entrambi i casi non sarebbe stato male studiare il tutto: se tornavano indietro interi avrebbe avuto molte cose da riferire e chissà, magari la sua abilità di sigillare il cosmo ne sarebbe uscita migliorata da quell’esperienza.

    « Stiamo vicini, guardiamoci le spalle a vicenda. » Parlò nuovamente in tono serio, quasi un ordine sussurrato all’altro. Non glielo stava davvero intimando, né sentiva di avere l’esperienza necessaria per guidare una missione esplorativa, visti anche i precedenti con la regina Artica, ma aveva bisogno che l’altro collaborasse con lui e, soprattutto, che la sua mente rimanesse concentrata senza impanicarsi. « Passiamo per vie secondarie, spalle al muro così non possono prenderci da dietro. E prega gli spiriti. » L’ultima fu una frase più per se stesso che per il G.E.A. In un mondo senza cosmo, infatti, affidarsi agli antenati e agli eroi del passato era l’unico modo per passare indenni situazioni di pericolo, che i loro antenati dovevano aver già vissuto; erano esperti, li avrebbero guidati alla salvezza.


    Statistiche

    Stato Fisico: Bruciature da elettricità e una bella botta al dorso.

    Stato Mentale: Focused

    Stato Armatura: [V] Intatta e Indossata.

    Riassunto: Avanziamo nella città.



     
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    Alla Ricerca dei Giganti

    - Capitolo V -

    L
    a marcia, fu spedita, molto spedita; a dirla tutta, troppo spedita. Il lupo correva con agilità e perizia evitando gli ostacoli che la natura selvaggia dei luoghi interponeva al suo passaggio. Nonostante tutto riuscivo a stare dietro al trio in scioltezza. Era affascinante quell'animale, avrei dovuto saperne di più. Dovevo ammettere che anche tutto il resto lo era, quegli uomini vivevano al di fuori della società asgardiana, muovendosi ad una velocità spaventosa tra le foreste inesplorate che per loro erano casa, "Inoltre, il loro sistema di comunicazione a distanza è interessante, ricorda i tamburi di guerra con cui si muovevano le truppe".

    Per i primi minuti i fischi parevano essere più segnali atti ad indicare la presenza di compagni che veri e propri aggiornamenti, una sorta di radar che dice "fin qui tutto bene...fin qui tutto bene". Forse andava troppo bene.

    Il trillo che interruppe la cavalcata notturna del nostro nuovo gruppetto, pareva tutt'altro che rassicurante, il lupo si volse di scatto verso il fitto della vegetazione, per sentieri che solo lui riusciva a fiutare, accelerando il passo per giungere ad una meta che si faceva sempre più vicina e con esso il forte odore di morte e sangue, seguito subito dal messaggio di avviso di Anfitrione.

    Giunti nei pressi di una radura capii immediatamente il motivo di quella fretta, una marea di corrotti si stava scontrando con degli uomini, probabilmente i compagni di Ennys e Jared, data la presenza di altri lupi simili a quello cavalcato dalla coppia.

    «State indietro, siete ancora feriti, andrò io a dare una mano»

    Tentai di far capire alla coppia che non era il caso di immischiarsi, avevano già combattuto per oggi ed spingersi ancora oltre non era la cosa più saggia per loro al momento.

    Il passo si fece pesante, imprimendo con forza l'orma del piede nella neve, dopodiché vi fu solo il doppio "bang sonico"; meno di un secondo prima, infatti, lo stesso suono aveva riempito la vallata da parte di Anfitrione. Dovevamo chiudere quella situazione il prima possibile, per evitare perdite eccessive.

    Nel mentre che correvo richiamai il mio cosmo in modo da creare un rivestimento temporale che mi avvolgeva gli arti. Corsi verso il gruppo di corrotti che stava aggredendo il lupo a me più vicino, tentando di circondarlo. Lunghi artigli ossei fuoriuscivano dalle mani deformi di quegli esseri, fortunatamente mi davano le spalle, impegnati com'erano ad aggirare il bestione; scattai andando al massimo della velocità consentitami entrando a pugno chiuso tra le scapole del primo corrotto a tiro.

    Il suono secco delle ossa che cedevano sotto il peso del colpo lasciava presagire che non erano così una grave minaccia dopotutto. Vidi con la coda dell'occhio il mio compagno di casta fare scempio di diversi nemici, non aveva bisogno del mio aiuto.

    Prima di poter dare tempo al mostro di fare alcunché inondò con lo spirito il nemico che cadeva sotto la spinta data dall'impatto ed aiutandolo a cadere al suolo. Finendo lo slancio poggiai con forza il piede a terra, pestando lì dove andava a trovarsi il cranio del corrotto, frantumandone l'esoscheletro che rivestiva la testa stessa.

    Usando quel punto come perno, girai di circa novanta gradi alla mia destra portando nella rotazione del busto il gancio sinistro, nel momento stesso in cui iniziò il movimento distribuii nuovamente il cosmo nel bacino e nella spalla, per aumentare il momento angolare e di conseguenza l'impatto stesso contro la mascella cheratinosa del corrotto, mentre un fiotto di icore rosso scuro mi macchiava le vesti ed il volto.

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    La sorda armonia della battaglia non era che una danza in cui muovere anime e corpi, energie che si scontravano. In una situazione di normalità, millenni prima, mi sarei tenuto da parte, nello scontro tra uomini non si inseriscono gli Angeli di Ananke, era materiale per altri Daimon. Ma in quel periodo storico quelli non erano uomini, non ero sicuro neanche che i miei alleati fossero umani.

    Impattai sul teschio successivo e su quello dopo ancora, mentre tessuto connettivo formatosi a mo' di artigli tentava di infiltrarsi attraverso la sua carne. Ignorando che la Gloria stesse proteggendo il mio corpo, che tutto era che quello di un uomo.

    Liberato il lupo dall'accerchiamento vidi la luce di Anfitrione rischiarare a giorno la foresta e poi vi fu la pace. Tentai di capire in che condizioni si trovasse il cucciolone troppo cresciuto, cercai di vedere se vi fossero ferite o qualche problema quanto meno a livello fisico.

    «Tutto bene?»

    Mentre con lo sguardo sondavo il resto del campo di battaglia, tentando di vedere se Jared ed Ennys fossero anche sani e salvi.

    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Allerta;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    NOTE



    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE



    pngBut in the space between the heavens
    And the corner of some foreign field
    I had a dream
    I had a dream

    Credits layout a Dr. Stein
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    ALLA RICERCA DEI GIGANTI



    Capitolo 4 : Il torneo.



    I
    l richiamo dell'arena era davvero molto allettante, non sarebbe stato facile per Drago di perla avere un basso profilo però tutto sommato quando era arrivato, era riuscito comunque ad entrare senza problemi, quindi significava che allora li erano forse abituati a vedere gli stranieri. Del resto a pensarci bene un luogo come un arena non sarebbe stato abbastanza pieno se si limitava l' ingresso solo a quelli del luogo, che ancora il gigante non aveva inquadrato.
    Una volta all'interno il gigante di Crono non doveva far altro che cercare qualcuno per iniziare a chiedere le sue informazioni, ma si rese conto che tutti erano abbastanza impegnati a fare baldoria e a tifare per il combattimento in corso che tra l'altro non era affatto male e rapi pure il Drago che per un attimo si era dimenticato della sua ricerca, tanto a questo punto aveva tempo per farla.
    "Dai su fateci divertire! Ci siamo rompendo qui!" Drago di perla spero che ciò che stava vedendo ne valesse la pena, poi fu avvicinato da qualcuno, che sembrava ad occhio e croce uno un po'più importante , visto la nera e solenne armatura degna di un vero signore della guerra, un cavaliere d'altri tempi chissà se faceva parte di qualche casta del posto? Eppure per ora Drago di perla non aveva avvertito cosmo.
    Il misterioso cavaliere elogió il combattimento dicendo che di quei guerrieri ne avevano solo due, quindi erano esseri rari ecco perché la folla e Drago di perla sentivano quel certo brivido, peccato.
    "Merce rara dunque, peccato la loro stazza sembrava veramente adatta per le arene o per un esercito, anche se in più di mille anni d'esistenza ho visto cose molto più grandi." Poi alla battuta su di lui i gigante di Crono fece spallucce : "Si forse, ma in genere credo di essere nella media.".Beh per quanto un drago di ottanta metri lo fosse,anche se era nulla la sua stazza rispetto ad alcuni daimon visti nelle ere indietro che poi non sapeva se in quel torneo accettassero draghi multidimesionali antichi,forse si.
    L'argomentazione sembrava poi continuare e il cavaliere si accorse che Drago di perla non era di quelle parti nominado il nome del luogo: Kraal.
    Drago di perla aveva dunque ricevuto la sua prima informazione fondamentale, il nome di quel luogo non ricordava di averla mai sentito e forse non era neppure segnato all'interno dell'archivio della Torre Nera.
    °Kraal, questo nell'archivio del computer centrale non c'è, davvero strano eppure ha tutta la mappatura del multiverso° il gigante si ritrovó a pensare allora a tutto ciò che era accaduto fin ora.
    Dunque il computer centrale gli aveva segnalato del cosmo antico ad Asgard poi aveva incontrato quell'albero con le rune e si era ritrovato in un posto diverso, quindi in parole povere l'albero era un passaggio che forse proteggeva l'entrata in quel mondo, e magari quel posto era così nascosto che magari neppure ad Asgard lo conoscevano e di conseguenza non era indicato neppure dalla Torre Nera.
    "Allora è vero non sono più ad Asgard." Il gigante seguí il resto del discorso che in pratica andó a finire che il cavaliere credeva che il gigante fosse venuto per iscriversi al torneo del posto facendo riferimento al loro noto campione: Akragas ecco forse perché lì non erano tanto stupiti di vedere stranieri. Beh Drago di perla non era lì per quello però in fondo non sarebbe stato così male fermarsi e dare un po' di spettacolo e far vedere a tutti quei strani esseri come si combatteva a livelli alti, no come quei due colossi che stavano combattendo ora che si erano ammazzati a vicenda.
    Drago di perla non fu proprio soddisfatto dell'esito e non lo era neppure il misterioso cavaliere.
    "Già due puttanelle senza spina dorsale." Il gigante scosse la testa amareggiato, poi si rivolse ancora al cavaliere che sembrava molto informato sul posto.
    "In verità non ero venuto per iscrivermi al torneo, speravo di riuscire a rintracciare il cosmo antico che aveva segnalato il mio computer di bordo, ma non ne sento traccia qui perciò, a meno che non ci sia modo di tornare ad Asgard proprio ora urgente, direi che non ci sarebbe poi niente di male ad offrire uno spettacolo migliore di questo. Anche se non so se un vecchiaccio come me sia ancora all' altezza per certe cose. Dove ci si iscrive?Ho voglia di sgranchirmi le mie vecchie scaglie"
    Bene Drago di perla sapeva che non sarebbe stato a lungo fuori dai guai, ma magari se combatteva e mostrava il suo cosmo se era vero che da qualche parte c'era la presenza del vecchio Iperione magari avrebbe potuto trovarla più facilmente, certo partecipare ad un torneo in terra straniera non sapeva se era una buona idea e tra l'altro almeno avrebbe potuto chiedere che guadagno c'era, ma lo avrebbe scoperto e in ogni caso la gloria è la fama erano più che sufficenti, dopotutto poteva diventare il nuovo campione di Kraal e avrebbe lasciato il segno anche in quel mondo.





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    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:Buono
    Stato Psicologico: Buono
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4] ( per ora non indossata)
    Stato: Intatto
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:




    Azioni:









    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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