I'm tired, Boss

Dr. Stein x Rossa

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    MALAK AL-MAWT


    Nome: عزرائیل‎ Energia: Verde Gloria: Azrāʿīl [IV]

    Dr. Stein Test → Energia Rossa

    I'm tired, Boss

    - Capitolo VIII -

    P
    eccato. Mancava veramente poco, nessun sequel, nessun finale alternativo. I giochi di una volta erano immersivi, lo erano perchè avevi da sudare per vedere attraverso quei pochi pixel uno scenario completo che potesse effettivamente corrispondere con la narrativa del gioco; quando la bella ragazza arrivava e dichiarava "You are the best looking guy here", non erano necessari migliaia di pixel per sapere che aveva ragione. Sapevi che quella ragazza avrebbe portato problemi e che avrebbe innescato qualcosa che non poteva essere fermato, e che, forse, anche un cuore di pietra come quello del protagonista si sarebbe sciolto. Ma soprattutto bastava ricaricare la partita perchè la scritta GAME OVER sparisse. I giochi erano un'ottima via di fuga.

    «Abbiamo finito...peccato»

    Ma qui non è così, la Realtà era diversa, terribilmente diversa. La scritta non spariva, ricaricare la partita portava solo ad ulteriore dolore. Phanex aveva premuto "retry" con Colette troppo a lungo, ma ogni volta che iniziava un nuovo gioco, lei non era comunque in grado di andare avanti. Una vita falsata.

    Forse erano proprio questi pensieri, che mi trasportarono a lungo, che non mi fecero accorgere in un primo momento che tutto intorno a me era cambiato, la luce intermittente della TV gettava un alone soffice sulla stanza, mentre la coperta di plaid che avevo posata sulle gambe scivolava dolcemente a seguire Colette. Quel movimento mi destò dal torpore le sue parole giungevano come un eco, erano calme, sicure, come se volessero rassicurare me piuttosto che lei. Così il suo sorriso. "Far sciogliere il cuore alla morte, che ragazza formidabile che sei. Mi spiace che tu non lo possa vedere"

    «Penso che lui odi se stesso più di quanto odi gli altri, ha visto in te un facile biglietto di ingresso nella realtà, non come daimon, ma come essere vivente.»

    Mi alzai a mia volta, e la guardai con dolcezza, il suo viso era particolarmente carino in quel momento, forse perchè libero dalla presenza di Phanex, forse perchè in pace finalmente, non so. Ma era particolarmente armonioso e mi strappò un sorriso sincero e felice perchè sapevo che da lì in avanti niente e nessuno le avrebbe potuto fare del male. La sua agonia, la sua prigionia e il regno di terrore ed obnubilazione in cui era dovuta rimanere per tutto quel tempo era arrivato alla fine. Eppure...

    Il mio pensiero era egoistico, checché ne pensassi e per quanto potessi dire a quell'essere che stessi agendo per un'ideale piuttosto che per una spinta personale - ed era vero - non avevo calcolato che magari, lei amava vivere. Amava vivere veramente, non quella penosa e stropicciata copia che le aveva proposto la Fenice. Amava il sole, le giornate di nulla e la sua sedicente mediocrità le davano sui nervi ma la spronavano, aveva una vita davanti a sé che l'Armageddon le aveva strappato, che la Corruzione le aveva impedito di vivere come preferiva, sbagliando o buttandola magari, ma sua.

    Quella vita era finita molti anni addietro mentre un'altra era nata al suo posto, una non vita fatta di dolore. Ma nonostante quello, agli occhi di un mortale, il momento dell'ultimo addio era pur sempre qualcosa da rinviare, posporre e - quando possibile - evitare. Anche in quell'attimo prima del salto, quindi, Colette era titubante e giustamente umana, dopotutto se io avevo avuto dei ripensamenti, io che avevo un solo scopo ed un fine ultimo potevo provare dispiacere per lei. Come non poteva quella ragazza volere di più?

    «Non so come possa essere half life 3, non penso che qualcuno lo abbia mai sviluppato sai? Cioè...non ho mai giocato neanche il due»

    Sorrisi tentando di smorzare la tensione, non volevo che il suo ultimo momento fosse un cumulo di rimpianti, doveva concederle un momento di felicità. Mi sentivo quasi obbligato, i suoi ultimi anni erano stati uno schifo e quanto meno ciò che le restava doveva essere almeno un pochino meglio. Vi era una leggenda, una volta si diceva che la morte apparisse agli uomini e le donne degne e di animo puro come il più bello tra gli angeli esistenti, ovviamente non avevo quella capacità, ma forse non era una condizione fisica, forse era il modo in cui veniva percepito il trapasso.

    «Le papaye fanno schifo fidati, meglio così...non è vero. Sinceramente non ne ho idea. Penseresti che uno come me dovrebbe essere preparato per questi momenti no? Beh si. Di solito è così, ma vedi è anche vero che non sempre fare la cosa giusta ti fa sentire meglio.»

    Il volto della ragazza si fece pallido, disincarnato; le energie la stavano abbandonando. Tentai di cingerla in vita in modo da sorreggerla e non farla cadere rimettendole a posto il ciuffo dietro l'orecchio.

    «Mi sarebbe piaciuto poter aiutarti in maniera diversa, mi sarebbe piaciuto che fosse nelle mie possibilità concederti di visitare quei luoghi, di mangiare quei frutti, mi sarebbe piaciuto incontrarti prima di tutto questo, ma purtroppo non sono l'agente adeguato per questo. Scusa Colette»

    La sua sola vita, chissà cosa si provava a morire? A sapere di essere un accidente nel mondo materiale ed avere una sola singola possibilità perchè tutto sia esattamente come hai sempre desiderato. Io non ne avevo idea. Ma non sapevo a mia volta cosa volesse essere totalmente liberi, agire all'interno della scacchiera dei Protogenoi non mi aveva mai pesato, era ciò per cui esistevo.

    Ecco, io esisto non vivo, vivere implica in qualche modo la morte, sono due facce della stessa medaglia. Esistere per sempre invece ti incardinava in un "concetto", e che fosse giusto o sbagliato in quel momento ero triste, ero triste di non poter concedere a Colette di più, non poter cambiare di posto con lei.

    «Non ti preoccupare, non mi muoverò di un solo passo.»

    Le sorrisi, l'incarnato della giovane era candido come non mai; vederla in quello stato ridotta a meno di un'ombra da quel Kakodaimon. In fondo sapevo che non potevo concederle altro che pace e quello avrei fatto.

    «Vedi Colette, non penso che la papaya sia così buona sai? E Barcellona, beh, non saprei neanche di quella , ora come ora non esiste più molto da vedere...Son pessimo in queste situazioni, lo so, è un paradosso.»

    Il battito scemava, il respiro si faceva lento, la testa ciondolò come dopo una lunga giornata, in cui la stanchezza iniziava a sopraggiungere, ma in TV c'era quel film che tanto ti piaceva e tanto avevi aspettato per vedere. Voleva resistere. Feci in modo di offrire la mia spalla come appoggio.



    Il tempo mortale stava correndo ineluttabilmente, il suo orologio faceva fatica a muovere gli ingranaggi per gli ultimi rintocchi di lancetta. Lo schermo diventa nero. Le gambe della giovane hanno un primo piccolo cedimento, la sollevai, volevo adagiarla nuovamente.

    «Riposa piccolina, non avere paura, ci sono io»

    png



    «Tu...tum»



    «...Tum...»



    «....»



    “O Lente Lente Currite Mortis Equi!”



    Narrato ⧰ «Parlato»«Parlato P.N.G.»"Pensato"

    NOME عزرائیل‎, - Azrāʿīl - Erza;

    CASTA Daimon - Agathodaimōn;

    ENERGIA Verde;

    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Profondamente triste, nonostante sia risoluto nel portare a termine il suo compito;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    NOTE

    Avrei voluto scrivere moooooolto di più ma con ogni frase in più mi pareva forzata, quindi ho preferito ridurre un pochino le varie fasi, lasciando trasparire la volontà di Azrael di seguire senza rimorso quello che fa e l'ambivalenza "affettiva" dello stesso nei confronti del genere umano.

    P.S. Spero che aver preso Colette in braccio in quel modo non sia troppo :fiore:


    ABILITÀ

    زمن [Zaman]
    Il tempo, che strana invenzione umana, lo scorrere del tempo era percepito da ogni creatura ma solo l'uomo se ne curava, Azrael vedeva il reticolo del tempo dal suo esterno e ne comprendeva la fallacia. Con questa sua cognizione il fu scriba e profeta è capace di piegare al suo volere i milioni di granelli che componevano la clessidra del mondo.

    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



    الشبح [Alshabah]
    Azrael quale angelo della morte è in forte contatto da sempre con il mondo spirituale che è aldilà di quello materiale.

    Spirito: Capace di attingere il potere grezzo dell'energia spirituale, Azrael lo utilizza per portare micidiali attacchi direttamente all'anima avversaria causando un tremendo dolore e uno sgomento tale da indebolire anche la tenacia del nemico, intaccandone la determinazione e la forza di volontà. In casi estremi può portare chi subisce questi colpi a perdere conoscenza e finanche la propria anima. Al contrario, però, il corpo non è intaccato da tali offensive che non lasciano segni esteriori sul nemico, rendendola una abilità infida da individuare ad un occhio esterno, non potendo distinguere con precisione cosa ha inflitto tanto dolore al nemico che ha subito la tecnica. Inoltre, è in grado anche di modellare tale energia per imbastire difese grezze a protezione del suo stesso spirito.


    TECNICHE




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    Il cuore si ferma e un battito di ali prende il suo posto.


    Guardi Phenex ora, non lo hai mai smesso di fissarlo mentre una parte del tuo essere era per la ragazza. Lo vedi ora senza un corpo o una gloria poiché esterno al suo ruolo letteralmente friggere nelle molecole di aria, vapor acqueo e ceramiche che si trovano attorno e sotto a lui. Ora non è rimasto poco più di una testa con piume che vengono sparse dal vento in moti non euclidei sparendo oltre i teli della realtà, con il suo unico occhio che ancora ti guarda ricolmo di folle terrore e la marcia perseveranza che lo contraddistingue.


    Voi siete angeli, siete daimon. Ma tu hai seguito il tuo ruolo, la parte che Colui che è ha deciso.

    Phanex è scappato senza neanche il coraggio di tradire, e ora non ha neanche il coraggio di lasciarsi andare e tornare da dove provenite.


    Mentre il suono delle ali di Colette si dirada ed è storia come tutti lo saranno, a te che sei un filo della Sorte, concludi questa facezia.












    - Angolo Master -


    Ora siamo nel mondo materiale, con quello che rimane di Phanex.

    Letteralmente è un colpo di grazia, ma anche qui voglio che lo esprimi al meglio con le tue abilità di daimon e con ciò che sei.

    Enjoy.

     
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    - Capitolo IX -

    L'
    ultimo afflato di vita che ancora risuonava in lei scomparve. Poteva finalmente riposare, una frase fatta atta ad alleviare il dolore per gli uomini, eppure funzionava ed era quanto mai calzante. Doveva riposare Colette, lontana da un persecutore che l'aveva sfruttata come un abito.

    «Meriteresti di essere lasciato così, in un ciclo eterno di rigenerazione, in cui il dolore diviene sempre più profondo ogni secondo che passa. Portandoti a pensare che la realtà stessa sia una finzione, un'allucinazione dovuta alla solitudine e al non comprendere cosa stia succedendo»

    Ripensai alla gaffe della ragazza, al suo essere in imbarazzo e solo adesso ne comprendevo il vero stato di alienazione rispetto a ciò che stava avvenendo, non era "pazza", non era strana. Era dolorante, triste e confusa, certo. Per colpa di quell'essere. Camminai, lentamente, facendo in modo che ogni singolo passo che ci separava sembrasse un abisso tra me e lui.

    Quattro passi.



    «Ma io non sono te, ti ho già detto che non agisco per fini egoistici. Mentre tu, guardati...Lei era debole, ti aveva creduto»

    Il contatto della Realtà sull'essenza di un Daimon non protetto dalla propria Gloria, sembrava di assistere alla reazione con cui i bambini vincevano i primi premi ai concorsi di scienza, portando a reazione il bicarbonato di sodio e l'aceto. "Non posso lasciarlo così a soffrire, non mi potrei più guardare allo specchio se lo facessi, ma soprattutto questo non mi distinguerebbe da lui", dovevo riportarlo nell'Axis Mundi. Doveva essere questo il suo destino. Nessuno però mi costringeva a farlo subito, nessuno mi costringeva a farlo in maniera indolore come avevo fatto per Colette. Lei era una vittima, un'anima a suo modo pura, lui no. Lui non solo era un Daimon di Erebo, ma era un traditore dei suoi simili.

    Tre passi ancora.



    «Ecco, ora che ci penso, se c'è una cosa che non riesco in nessun modo a farmi andare giù, è il tuo tradimento. Vedi qualsiasi azione compiuta da te in questo decennio di barbarie è iniziata con un atto di per sé terribile per qualsiasi Agathodaimon: hai tentato di sovvertire l'ordito del Fato. Rifiutando di compiere ciò che eri stato predestinato a fare»

    Iniziai a richiamare le energie attorno a me, cosa che lui in quella condizione non sembrava capace di fare, sembrava piuttosto di vedere la perenne formazione di un pulcino all'interno del suo uovo, o uno di quei piatti vietnamiti decisamente molto particolari e di moda prima dell'Armageddon. "L'Armageddon, chissà in quanti hanno seguito l'esempio di Phanex? Possibile vi siano altri disertori?"

    Due passi e tutto sarebbe finito.



    «Paura delle conseguenze di uno scontro con la Corruzione? Oppure hai solo colto l'occasione? Hai pensato che fosse infine giunto il tuo momento, finalmente libero di lasciare le schiere di Erebo non visto! Imbrigliato nella realtà per paura di dover tornare lì...»

    Stavo assaporando quei momenti, un capovolgimento del paradigma, quella era la tempesta prima della quiete. Perchè ci sarebbe stata, di lì a poco, una nuova e perdurante quiete. Ci stavo impiegando troppo? Il suo tempo su questo mondo non era mai iniziato quindi impossibile dire che fosse finito, poteva aspettare un pochino, aspettare un solo attimo, il tempo di

    Un altro ultimo passo.



    «Ma adesso cosa puoi fare? Non hai dove nasconderti ora che la tua copertura è stata svelata e la tua codardia messa alla berlina. Smascherato, in modo che tutti sappiano che Phanex, Daimon di Erebo, altri non è che un vigliacco, ipocrita e traditore. Ogni memoria della tua esistenza verrà spazzata via dalla realtà. Morirai, e nessuno ti piangerà.»

    Infine, giunsi davanti a lui, nessun passo ancora da compiere, avrei potuto schiacciarlo come un insetto, ma non era una vendetta. Andava compiuto un lavoro. Il cosmo brillò dei colori della perla e del sangue mentre si condensava in volute di fumo davanti le mie mani.

    the-untamed-mo-dao-zu-shi

    La stessa dolce carezza che prima aveva accompagnato Colette e le aveva fatto chiudere gli occhi, si era tramutata in un artiglio pronto a strappare ciò che rimaneva imbrigliato nelle maglie della realtà, i liquami di quell'essere che un tempo poteva fregiarsi di un titolo e di un ruolo.

    «הכל מוכן»


    "Questo è anche per te".

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    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALETriste per Colette, ma decisamente arrabbiato con il Daimon;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    Ho voluto giocare su una leggenda che circola su Azrael secondo la quale concede una morte dolorosa o meno a seconda di come si è agito in vita e mostrandosi mostruoso o bellissimo secondo la stessa divisione.

    Perciò Colette nel turno prima ha avuto una morte dolce ed indolore, mentre Phanex ha beccato quella "no buona" :yeye:

    NOTE

    In Ebraico: "Tutto è compiuto"



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    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



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    Il demone grida, ma nessun suono raggiunge le tue orecchie. Solo spirito e vibrazioni angeliche che si richiudono in un dolore eterno su se stessi prima di implodere nelle pieghe del creato e tornare da dove viene.

    Un momento di debolezza, un piano di sfuggita, qualcosa che in eoni di esistenza probabilmente verrà dimenticato se deciderà di ritornare con un nuovo volto nella storia.

    Ma ciò non è importante. Un attimo nell’eternità, dove hai seguito il tuo dovere come in passato cosi come nel futuro.





    La Luna tramonta mentre un vento fresco ti accarezza la faccia. Non avverti più niente di sbagliato in questo luogo. La Corruzione c’è, ma forse non ti ha percepito o forse si tiene alla larga.

    Tutto normale, missione compiuta.



    Puoi tornare anche tu, con il peso di una lunga giornata su questo piccolo atomo di materia.


    Ma non ti senti stanco. Sei pronto per un'altra partita.

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    CITAZIONE
    -Nota del Master-

    Direi che possiamo finirla qui, spero ti sei divertito.

    Puoi fare un ultimo post conclusivo, ci si vede alla prossima.
     
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    - Epilogo -

    E
    ra finita. Quella lunga partita con, e per la vita, era giunta al suo termine naturale; quel duo così eterogeno di personaggi, entrambi estremamente infelici del modo in cui si era svolta la loro esistenza, si era ritrovato in un co-op inaspettato. La casa stava tornando alla normalità mentre Phanex veniva relegato all'imperfetto dell'essere. O meglio, non era effettivamente così, sarebbe semplicemente tornato nel Pandaemonium. Dal mio punto di vista, forse, era più gradevole la morte piuttosto che un'eternità costretto a strisciare sul fondo dei Tormenti. In ogni caso, a veder sparire quell'essere dalla mia vista, mi sentivo in linea con il mio scopo ed il mio Io, quella piccola avventura mi aveva segnato in un modo più o meno profondo, sia nel bene che nel male.

    Avevo eseguito il mio compito, nonostante avessi provato un profondo dispiacere per la ragazza, sapevo che era giusto e che solo io potevo fare qualcosa per aiutarla, nell'unico modo in cui mi era concesso agire.

    Avevo eseguito il mio compito, nonostante avessi provato un profondo odio per il demone, sapevo che dovevo e che solo io dovevo fare qualcosa per debellarlo, nell'unico modo in cui era necessario agire.

    Diedi un'ultima occhiata intorno a me, lo schermo sul quale stava giocando Colette emetteva una melodia epica e malinconica al tempo stesso, mi presi un attimo per ricordarmi di lei ed imprimere quel momento nella mia memoria. Non volevo andasse perso, era stata una situazione strana, sbagliata eppure lei era meravigliosa. Il cursore sullo schermo indicava un'opzione "nuovo gioco +"; sorrisi allo strano senso dell'umorismo che può avere il fato a volte. Spensi tutto, niente nuovi salvataggi per lei.

    ff06a4ad8d614f53c68dca3c1c3f6fdf

    Scendevo le scale con animo sereno, più di quanto non lo fosse stato da molto tempo a quella parte. Ripensai a tutto quello che era avvenuto e quello che mi aveva condotto fino a lei, a quel salvataggio, era stato un periodo decisamente movimentato; dalla Nigeria all'Artide e poi fino in Giappone per tornare in Spagna, ed infine lì in Canada. E quello di Colette fu la prima vera richiesta di aiuto giunta alle mie orecchie, in cui io ero effettivamente io il destinatario e non mi ero trovato lì per caso, o perché un piccoletto vestito da Saint mi aveva mandato fuori strada.

    Il portone di casa era ancora divelto come giustamente l'avevo lasciato, lo stormo di corrotti sembrava aver perso qualsiasi interesse per il palazzo ora che non vi era più quell'errore nel sistema, girai lo sguardo e notai il vecchio negozietto in cui si era rifornita la ragazza, diedi uno sguardo alla vetrina incuriosito, davanti a tutto svettavano pile e pile di quel caffè orrendo che mi aveva servito. "Penso che mi porterò dietro quel retrogusto per i prossimi cento anni", girai distrattamente lo sguardo, come rapito da qualcosa, "Che mi prenda un colpo se quelle non sono...". Pacchi e pacchi di sigarette, il negozio ne aveva ancora! Scavalcai un paio di scaffali in metallo e ne presi una stecca intera, rosse e morbide, le migliori. Ne accesi una, me la meritavo. Forse.

    «Si credo che un po' di tempo a casa non sia una cattiva idea e poi chissà, magari Colette è stata presa tra le schiere di Ananke»

    Risi di cuore, ma capii una cosa: avevo decisamente bisogno di riposo, dovevo tornare a casa per un po', lo scontro in Russia ed il coleottero gigante si facevano ancora sentire sul piano fisico e tutta questa faccenda non aiutava la mia salute mentale. Sbuffai una pesante nuvola di fumo denso. Decisi in quel momento, guardando il grande cartollone del tabacchi, che avevo bisogno di una pipa "Chissà dove potre trovarne una, devo andare a cercare...". Ma prima un po' di relax.

    png



    Fu con questo animo mi decisi quindi a tornare verso i luoghi a me cari dell'Axis Mundi, tra le strade dorate dell'Empireo.

    La situazione era stranamente agitata per quei luoghi, una voce ed un sussurro volava veloce di bocca in bocca per tutto il piano: Un uomo vestito di nero capace di piegare al suo volere il potere del Caos.

    «Pare che abbia già creato grane ad un figlio di Ananke»

    A quanto pare il riposo, anche per questa volta, era da rimandare a data da destinarsi...

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    GLORIA Gloria Di Azrael [IV];


    STATUS FISICO Ottimo;

    STATUS MENTALE Misto tra felicità e malinconia;

    STATUS GLORIA intatta e non mostrata;

    RIASSUNTO AZIONI

    L'ultimo parte è per dare un aggancio al Fight Test niente di che, mi piace collegare le mie giocate :yeye:

    NOTE

    Grazie Master :fiore: la quest è stata veramente bellissima


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    Tempo: Divenuto abile nel manipolare il tessuto temporale a proprio piacimento l'angelo è in grado di rallentare, velocizzare e finanche porre in uno stato di quiescenza il tempo all'interno della sua area di influenza. L'angelo con il suo potere può controllare il tempo con particolare capacità finchè si tratta di oggetti inanimati, è in grado di porre in uno stato di calma gli eventi naturali che accadono attorno a sè entro il suo raggio di controllo, come rallentare lo scorrere dei fiumi nei propri letti, far cadere massi e detriti in modo accelerato o frenarne l'impatto. Però, anche a causa del breve periodo trascorso dal suo risveglio fa ancora fatica a interferire in modo controllato e pieno con i corpi di altri esseri viventi, potendo influenzare solo marginalmente e per macro aree i corpi altrui (es. accelerazione o rallentamento degli arti, ma non il decorso del sangue al loro interno), riuscendo però a interagire con il flusso temporale del suo, accelerandolo e rallentandolo a suo piacimento, al fine di reagire con più prontezza agli attacchi nemici aumentando la velocità dei suoi attacchi o delle sue difese.



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