[Trama] Hel's Bells

Quest in difesa di Asgard

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    Stanchezza. Dolore. Sangue. Spossatezza. Tutto insieme.
    Non c'era parte del corpo che non facesse male, non c'era un singolo osso che non urlasse dal dolore. Non c'era tregua dalla battaglia; e anche se la volontà era forte il corpo era schifosamente e palesemente al limite.
    Poteva essere poco epico, poteva essere poco eroico ma era schifosamente vero.
    Non era più in grado di combattere. Se non fosse stato per Bartolomeo e Siegfried sarebbe già caduto a terra mangiando polvere e rabbia.
    Avrebbe voluto tagliarlo del tutto e porre fine ad una battaglia che ormai sembrava infinita, sapeva che non aveva né la forza, né più un corpo capace di sostenerlo in questo sforzo.
    Le costole bruciavano, respirare era difficoltoso e continuava a tenersi il fianco con il braccio sano. L'altro ormai era rotto e impossibile da alzare.
    Sentiva la presa farsi meno salda.
    Fuse l'elsa alla mano grazie alla Terra facendole diventare un blocco unico. Persino mettere a fuoco il suo avversario era diventato più difficile.
    Certo che avrebbe voluto l'energia per un pugno in più; per un altro fendente, per uno sgualembro, per infilzargli Kusanagi nel ventre rigirandola di stacco per far fuoriuscire merda e visceri.
    Ma anche tenere Kusanagi in posizione di guardia era faticoso: pesava tonnellate quasi.
    Ma doveva difendersi. Anche se le ginocchia ormai non reggevano più, anche se le gambe non avevano più forza, i muscoli bruciavano e aveva spasmi ovunque.
    La volontà era forte il corpo no. Un vero problema...un qualcosa che lo faceva incazzare perché arrendersi non era nella sua natura.
    Persino Draka non lo aveva mai fatto. Continuare ad avanzare. A camminare avanti. Con il dolore come compagno, la depressione come cibo, la disperazione come peso sulle spalle.
    Draka continuava a camminare non perché si sentiva un eroe, non perché lo fosse ma perché fermarsi non era possibile. Significava morire del tutto.
    Draka lo sapeva che se si fosse fermato non si sarebbe più alzato. Quindi camminava, quindi inciampava, ma si rialzava e non si fermava.
    Allora in piedi Amaterasu.
    Non poteva lasciarsi andare.
    Avevano dato il primo colpo ma non era stato sufficiente...per chi non riusciva a cogliere i dettagli.
    Quei glifi erano particolari. Lo aveva subito notato così come il numero.
    Tre.
    L'equilibrio di energie si sbilanciò e potenza combinata dei tre venne scagliata nei cieli sopra Asgard, facendo sfrigolare l'atmosfera.
    Amaterasu scattò verso terra, poggiando un ginocchio per prendere fiato anche se non sperava che tutto questo bastasse. Kusanagi piantata a terra mentre nel cielo qualcosa stava accadendo.
    Dal cielo la forza dei tre ridiscese.
    Il Sole di Amaterasu era stato inglobato da un serpente. Non da un serpente ma dalle fauci spalancate di un immenso serpente nero.
    Stava cercando di contenere la loro forza.
    Sferzate di un gelo più freddo dei venti del Nord stavano estinguendo il calore della fiamma dell'Araldo.
    Eppure troppo forte era quella potenza che fece esplodere quella serpe partorita da chissà quale mondo. Lo sguardo era sempre sollevato verso il cielo e l'esplosione che lo macchio di nero come pece. Schizzi che disegnavano scie caotiche, linee arcuate che stavano acquisendo velocità. I resti della creatura di oscurità stavano cadendo. Ma con una velocità improvvisa e maggiore di quella normale, trasformandosi in una pioggia di buio e ghiaccio.


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    L'esplosione lo colse impreparato.
    La terra si mosse sotto i piedi dell'Imperatrice come se fosse diventata parte di lei. Le gambe che non riuscivano più a sostenerla ora erano la terra di Asgard.
    Un onda fatta di terra e fango, con lei sopra che volteggiava tra esplosioni e detriti, destreggiandosi tra un esplosione e l'altra muovendosi zigzagando.
    Ne evitò una saettando subito a destra cercando di capire dove fosse quel bastardo. I suoi sensi erano al limite così come il suo cosmo, quindi fece fatica a capire dove fosse in tutto quel pandemonio.
    Ma sapeva che c'era.



    Asgard e i suoi uomini si mossero a difesa delle mura.
    Gli Oni sorridevano di contro a tale oscena potenza. Quella era una battaglia che li stava dando soddisfazione. Gonfiarono i muscoli sollevando pezzi di terra mentre gli altri due colpivano quei globi di oscurità e ghiaccio con i loro pugni. Non importava se questo significava triturarsi le mani o che pezzi della loro carne si staccassero dalle braccia, così come non importava del sangue che stavano versando.
    La furia della guerra era in loro. Macchine da combattimento che si sarebbero arrestate quando e se qualcosa non li avesse aperto il petto squarciando i loro cuori.
    Fino ad allora, finché vi fossero pezzi di carne e sangue su quei corpi avrebbero dato battaglia.
    Gashodokuro e Chikane crearono cupole di ghiaccio e ossa per poter dare protezione ai difensori sulle mura. Owatatsumi cercò, grazie a proiettili d'acqua compressa e al vento, di farle esplodere prima che arrivassero a terra o vicino alle mura di Asgard stessa.
    Asgard resisteva.
    Tutti lo stavano facendo.
    Mentre il celebrante, il Grande sacerdote e l'araldo di G.E.A davanti a loro, su quel campo di battaglia squassato da esplosioni e morte rimanevano a combattere non cedendo a fatica e al dolore.
    E se anche fossero allo stremo non dovevano farlo vedere.
    Erano una bandiera che sventolava su quel campo di battaglia sferzato dall'odio. Non dovevano cedere.
    Vi erano cuori che guardavano a quella bandiera affidandole le loro speranze e i loro sogni. Quella bandiera non stava facendoli sprofondare nella disperazione.
    E quindi avanti.
    Ancora.
    Verso l'ennesimo pericolo.
    Verso l'ennesimo colle da superare.
    Avanti. A sventolare in alto affinché tutti la potessero vedere.


    Vento. Morte. Puzza di bruciato. Il caos della Guerra Puttana. Morti. Pezzi di carne che volavano, sangue, le urla dei feriti, di chi cercava un riparo, di chi non cedeva alla paura.
    Mani rotte che sollevano i loro compagni.
    Una mano che reggeva un pezzo di ferro che era solo un oggetto per portare la morte.
    La terra si muoveva assecondando i movimenti di quella spada che era diretta estensione dell'Imperatrice.
    Quei tre erano ancora lì dove la guerra infuriava con più forza e l'ululato del vento portava con sé il puzzo della morte e sinistri presagi.
    Quel bastardo era ancora vivo.
    Una delle tre rune blasfeme sembrava scomparsa però, ma un'energia rossastra simile a quella che forma le altre due scorreva attraverso il corpo come un fiume in piena. Un corpo martoriato da ferite e bruciature. L'armatura era quasi distrutta del tutto eppure non cedette.
    Amaterasu lo osservò.

    « Che siano quei glifi la fonte del suo potere?»

    Un pensiero semplice. Troppo semplice. Ma perché non provarci?
    Il sudore scendeva copioso, mischiandosi al sangue, gocciolando per terra con un ticchettio che scandiva il momento in cui le spade si sarebbero incrociate di nuovo.
    L'energia che quel bastardo aveva era della Corruzione. Il puzzo era impossibile da nascondere. Quell'energia lo stava sostenendo allo stesso modo in cui Siegfried e Bart stavano facendo con quell'ammasso di carne e acciaio che era Amaterasu.

    « Io farò da esca. Voi distruggetelo del tutto.»


    L'energia si condensò lungo il braccio ferito del bastardo, la Corruzione alimentava tale oscenità portando quell'essere ad essere un avversario ancora più infido e pericoloso; rese traslucida la pelle biancastra mentre incanalava potere, odio e furia.
    Una tempesta di fulmini scarlatti.


    Mosse la spada l'Araldo e la Terra si formò a scudo e abbraccio intorno a loro.

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    HESITATION IS DEFEAT. THOUGHT IS SLOWER THAN THE EDGE OF A BLADE AND DOES NOT CUT HALF AS WELL




    Ricoprì anche il corpo dell'Araldo con un sovrastato di terra compatta e dura, mischiando il ferro nel terreno.
    La terra si formava da Amaterasu stesso e dalla terra del campo di battaglia. Aveva l'intera Asgard da cui poter attingere e lo fece senza pensiero alcuno.
    Tirò su mezze cupole che si sovrapponevano le une alle altre.

    Fu un bozzolo di terra che aveva come obbiettivo quello di scaricare la potenza del fulmine, facendolo scontrare con masse di terra che continuava a generare da se stesso o prelevando dalla terra stessa.
    In modo tale da rallentare la forza di penetrazione e quella distruttiva facendolo scontrare contro centinaia di sovrastati di terra che Siegfried e Bart resero ancora più resistenti con quei loro cosmi che sembravano stelle eruttive.
    I loro tre cosmi si unirono in un caleidoscopio di variazioni luminose e d'intensità. Il cosmo bianco ghiaccio di Siegfried si mescolò a quello dorato di Bartolomeo mentre quello arcobaleno di Amaterasu si fuse con entrambi divenendo sia l'uno che l'altro.
    L'urlo dei tre si mischiò a quello della terra e del fulmine in un pandemonio fragoroso dove le forze entrarono in contrasto collidendo con potenza feroce.
    Le masse di Terra volevano avviluppare la forza del Fulmine, mentre il Fulmine cercava di farsi strada tra di esse per poter afferrare le carni dei nemici.
    Dal corpo di Amaterasu si generarono decine e decine di braccia per sostenerlo nell'impresa della difesa.
    Alcune si conficcarono a terra spingendolo in avanti, altre nelle cupole davanti a lui per non cedere.
    Vide i fulmini passare e mordere la sua carne. Lo shock fu intenso.
    Fulmini bianchi nella sua mente e un dolore che tolse il fiato. Un dolore non fisico ma spirituale.
    Era come se il suo spirito fosse stato messo nudo e sferzato con scudisciate intrise di veleno, fruste che mordevano la carne della sua anima strappandone pezzi, in un piacere sessuale quasi.

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    Si sentì soffocare. Sangue sgorgava dalla sua bocca per lo sforzo. La sua mente veniva distrutta e ridotta a cumulo di polvere lasciata nel vuoto siderale.
    Ma il Codice continuava a bruciare in lei. Lo scopo.
    Sentiva ancora questo mondo.
    Il Crogiolo pulsò e con Lui il Tempio Sud tutto. La spada era stata sguainata per uno scopo e una guerra.
    Una guerra che non era finita.
    Lo scopo davanti a lui. La responsabilità alle sue spalle. Era un araldo non un essere umano. Poteva sopportare di più.
    Molto di più.
    Molto Molto Molto di più

    E alzò ancora Kusanagi resistendo spinse la destra in avanti. Ancora una volta indietro. E ancora si fece in avanti.
    Sentiva i suoi compagni aiutarlo nella difesa, sentiva la Guardia D'Onore del Toro D'Oro infonderli forza, sentiva i suoi fratelli supportarlo con il loro cosmo. Asgard tutta stava dando fondo a se stessa seguendo questa bandiera che garriva la freddo vento dell'odio.
    L'aria sfrigolò mentre la potenza del fulmine scemava. Polvere e detriti.
    Il respiro affannato. Tossì sangue. Una chiazza rossastra per terra.
    Ma la spada era ancora lì.
    Lo scopo non era sparito perché rimenava impresso nel Codice. Asgard respirava ancora. Il Mondo lo faceva ancora. Ogni cosa era ancora in piedi. Poteva sentirlo. Poteva sentire la Creazione.
    La Terra che si rompeva a centinaia di chilometri sotto di loro, masse di terra che si spostavano lente, i continenti, l'acqua che scorreva per gole segrete che un giorno avrebbero dato vita a fiumi nuovi, a nuove sorgenti e quello che era sarebbe stato nuovo. Figlio del precedente.
    L'aria si fece di nuovo elettrica mentre l'attacco venne portato.
    Amaterasu non aveva la forza di avvicinarsi ma non era solo sua questa battaglia. E l'Imperatrice si adattava al campo di battaglia imperando su di esso, facendolo suo.
    Non c'era uno schema. Non c'era una tecnica.
    Ricordatevi, non esiste una spada.

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    天照大神の千の手
    Tenterudaijin no sen no te - Le Mille Mani di Amaterasu




    Avrebbe formato, partendo da se stesso e dal terreno, come se fosse l'artista e l'oggetto da creare, una mezza cupola di terra formata da decine e decine di braccia. Ognuna con un arma diversa. Una katana, una spada, un Jian, un kampilan, un dao, un kilij. Una striscia, uno stocco, una scimitarra. Ogni mano portava tutte le armi da taglio che l'uomo aveva usato dal momento in cui scoprì il ferro e il taglio.
    Da sotto i suoi piedi, dalla schiena, da intorno a lui nacquero queste braccia.
    Mentre Kusanagi era riposta nel fodero.
    Gli occhi chiusi.

    G.E.A's glory is great, and you may know this by two paths, the sanctioned words, and the sanctioned action.
    The sanctioned words are YS ATN VARAMA PRESH. The meaning of these words is G.E.A and their attainment is Royalty.

    The sanctioned action is to Cut.


    To Cut means division by the blade of Want, that parer of potentials that excises infinities.



    Il suono di una lama estratta dal fodero. Acciaio che sfrega dolcemente contro legno laccato.
    E nello stesso istante tutte le braccia si mossero. Tutte le armi. Per abbattersi sul nemico.
    Kusanagi è un guizzo, come di una scintilla oblunga nella luna che filtra tra i fiori. Una lama curva, adepta all'atto del taglio. Ed è nello stesso istante in tre luoghi differenti, tre colpi contemporanei. Uno orizzontale al collo, per decapitare. Uno diretto all'arteria femorale destra, un'altro ancora all'addome da sinistra.
    La tecnica di Airone.
    E come allora avrebbe tagliato.
    Avrebbe tagliato questo mondo, se stesso finanche, ogni cosa fino a raggiungere Tutto.
    Il suo taglio sarebbe diventato tutto e avrebbe colpito.
    Mente, mano, corpo, anima sarebbero divenuti filo, lama, acciaio e manico e il suo essere sarebbe divenuto l'azione del taglio che avrebbe impresso se stesso nella Realtà e contro quella tecnica.
    Tagliare.
    Persino il destino.
    Persino Dio.


    Il mondo si stava facendo grigio sempre di più...


    Bart e Siegfried dovevano colpirlo adesso.
    Da lontano Ōwatatsumi creò una vera tempesta di fulmini, acqua e vento che lanciò verso il nemico per distrarlo da Amaterasu, dal Celebrante e dal Gran sacerdote.
    Mentre Chikane rinforzò l'elmo con un costrutto di ghiaccio, rendendo la testa del Gran Sacerdote un qualcosa che sembrava più un ariete da sfondamento e donandogli il suo ghiaccio per veicolare illusioni nella sua mente.
    Un illusione che gli avrebbe fatto vedere il suo corpo disintegrarsi ad ogni colpo del Toro; le sue ossa ridursi in polvere, la sua carne tritata.
    Gashadokuro ricoprì Siegfried con un ulteriore armatura in modo tale da massimizzare i suoi colpi, proteggerlo, e far diventare i suoi pugni trivelle con cui spappolare il cranio di quel bastardo.






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccia distrutte. Crepe sulla parte alta del pettorale
    Crepe sulla parte sinistra e destra del pettorale e sulle gambe.

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Affaticamento dato dal miasma(turno 3)
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.
    Braccio sinistro spezzato. Orecchie distrutte. Alcune costole spezzate.
    Feriti medio alte su buona parte del corpo.
    danno alto su mente e spirito che va ad aggravare la situazione data dal miasma precedente.


    TECNICHE UTILIZZATE:

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.


    Hiken - Tsubame Gaeshi - La spada che taglia una rondine ~ Questa tecnica era di Airone. O Meti. Un altra pretendente per far si che Amaterasu si svegliasse dal suo lungo sonno. Nel momento in cui Draka riesce finalmente a fare suo il taglio perfetto, nel momento in cui diventa simulacro e risveglia Amaterasu, questa tecnica la fa sua.
    L'Araldo della Creazione ringrazia i due a suo modo: lasciando il corpo di Draka, facendo sua la tecnica di Meti. In modo tale che entrambi continuassero ad essere nella Creazione che non ha mai fine.
    Questa tecnica si dice che sia in grado di abbattere una rondine a mezz'aria.
    Amaterasu, espande il suo cosmo fino al limite della sua energia, facendo fluire in essa la Forza della Creazione e dello Spirito. Si pone con la punta della spada verso l'alto e la lama rivolta all'indietro; la guardia, del tutto particolare, è effettuata con la mano destra che impugna al contrario. Una guardia che permette la famosa tecnica caratterizzata da una repentina variazione di direzione durante il taglio, in realtà doppio, come il rapido cambio di direzione di una rondine. Il primo colpo arriva all'avversario con una velocità travolgente, creando un arco circolare in orizzontale per circondarlo. Ma il secondo colpo verticale, leggermente più lento, ha lo scopo di bloccare la fuga dall'alto e il terzo colpo verticale per impedire di fuggire di lato, travolgendo completamente l'avversario.
    Tre tagli. Un unico fendente. Per non lasciare scampo alcuno.
    Questa è la tecnica con cui Amaterasu ha riaperto i suoi occhi in questo mondo. è la sua essenza.
    È una tecnica che Sfida Dio
    Un taglio per far sanguinare Dio.
    Un fendente. Molteplici.
    Perchè chi affermava e agiva diventava Dio.
    Chi non pensava alla sua azione ma la poneva in essere poteva far sanguinare un Dio.
    E questa tecnica è l'assoluto taglio di Amaterasu. Un taglio con la mente sgombra dai pensieri, col cuore limpido, agire e pensare che si fanno essenza. Un taglio che diventa che porta alla molteplicità. Un modo per riconoscere molteplici possibilità. Un singolo atto che è anche concluso; una spada infinita che dà vita e morte allo stesso tempo, rendendo trasparente la propria esistenza fino agli estremi, finché non rimane più nulla che il taglio.
    Questo è Tsubame Gaeshi di Amaterasu. Una spada che crea un futuro a cui nemmeno gli dei possono sfuggire.
    {Spirito + Cosmo Straordinario + Spada}

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.

    FASE DI DIFESA
    rimango ancora in forma gundam.
    Dall ATTACCO DEBOLE mi difendo, e con me i due baldi giovanotti, surfando direttamente sulla terra grazie alla Forma Terra. Una specie di silver surfer in salsa weebo e cerco di evitare le bombe che cadono a terra. I miei npg formano una cupola tra costrutti e ghiaccio(gashodokuro e Chikane) per difendere quante più persone possibili. Gli Oni tirano su blocchi di terra o li prendono loro a bordate grazie a Cosmo Starordinario E Forza.
    Owatatsumi invece grazie a proiettili d'acqua compresa cerca di farle esplodere prima che colpiscono le mura/Asgard.

    Dall ATTACCO FORTE sempre in forma terra genero da me stesso e richiamando la terra del campo di battaglia, centinaia di cupole che sovrappongo le une alle altre per resistere alla tempesta di fulmini e rinchiuderci a cupola. Generando altre appendici a forma di braccia mi sostengo e sostengo la difesa quanto più posso, grazie anche a bart e Sieg in modo tale da compattare la difesa, continuare a formare altri muri, altre braccia e cercare di fermare l'attacco. Così che la sua potenza ne venga mitigata e quello che passa non mi schianti Amaterasu.

    FASE D'ATTACCO
    prendendo in prestito l'idea di Hashirama Senju, e avendo un maggior allungo grazie alla forma Gundam elementale, con le decine di braccia che faccio generare da me stesso e dalla terra circostante, in più a quelle che non sono esplose dal colpo del bastardone, le armo con ogni spada esistente dall'era del bronzo ad oggi.
    ATTACCO FORTE è lo tsubame gaeshi insieme a tutte queste che impattano in contemporanea sul bastardone. E con questa mossa Amaterasu ormai è senza più energie davvero.
    L'attacco di Bart e Sieg avverrà dopo il mio colpo coadiuvato da Owatatsumi, Chikane e Gashodokuro che, il primo con una tempesta di fulmini vento e acqua cercherà di catturare la sua attenzione, l'una con ghiaccio aiutando bart corazzandoli con un sovrastrato di ghiaccio l'elmo, cercherà di veicolare un illusione mentale che veda il suo corpo distruggersi ad ogni colpo del toro; l'altro grazie ad un armatura di costrutti per potenziare i colpi di Sieg rendendo le sue braccia delle trivelle, cercheranno di rendere vita difficile al bastardone.
     
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    Hel's Bells
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    I tre guerrieri avevano dato fondo a tutte le loro energie, cercando di giocarsi il tutto per tutto. La scommessa di colpire a piena potenza avrebbe potuto portare i suoi frutti, se solo il colpo fosse andato pienamente a segno. Ma no, sarebbe stato troppo facile. L'avversario aveva tirato fuori dal nulla un suo nuovo subalterno, qualcosa che poteva essere paragonato al fratello minore di Jormungand in carne, ossa e spire, che senza batter ciglio aveva ingoiato il prodotto di quell'attacco che i tre uomini avevano costruito con tanta maestria.

    E altrettanto rapidamente ne era stato travolto.

    L'enorme rettile esplose, diventando una pioggia di buio e ghiaccio che si abbattè al suolo, e l'energia che si era liberata raggiunse il nero mostro causandogli danni a cui in condizioni normali non sarebbe sopravvissuto. E invece era ancora lì, con l'armatura devastata e un flusso di energia demoniaca che gli invadeva il corpo, nere rune brillavano di odio alle sue spalle. Nere, come la pelle da Drow che Siegfried aveva riconosciuto: questo confermava i suoi sospetti, avevano di fronte qualcuno che usava la magia e si alimentava con il male della Corruzione, per accrescere il proprio potere e "nutrire" in qualche modo le proprie creature, come era accaduto per quel serpente; ma il male, avido di troppo potere, alla fine, irrimediabilmente tende a torcersi contro sè stesso. Su quello contava il Celebrante, anche se ancora si stava chiedendo l'origine di quell'aiuto che poco prima i tre avevano ricevuto. Un pensiero andò al medaglione, ma il momento sembrava non essere ancora quello giusto.

    Cercò di comunicare con Varak mentalmente, Asgard era stata parzialmente intaccata ma le mura ancora reggevano.

    Alza gli schermi, generale. Ora che si è scoperto, non avrà il tempo di evocare un nuovo esercito... tira su tutte le difese a disposizione!

    Quasi gli sembrava di sentirlo borbottare, mentre colse con la coda dell'occhio la luce rossastra dei nuovi scudi che iniziavano ad avvolgere la città e che neutralizzavano ogni possibile impatto con i resti del serpente nero che precipitavano al suolo.

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    Certo, se quella forza misteriosa forse intervenuta nuovamente non sarebbe stato male, ma non potevano contarci esplicitamente. Poi qualcosa cambiò improvvisamente.

    Una delle rune malefiche estinse la propria luce, l'energia cremisi si intensificò attorno al loro avversario, prima al corpo, poi alle braccia fino ad arrivare alle mani; infine esplose contro di loro.

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    Ma quelli non erano veri fulmini, erano qualcosa di peggio: attacchi volti ad indebolire il corpo, la mente e lo spirito. Siegfried d'impulso fece esplodere il proprio cosmo, pur sapendo che a poco sarebbe servito se non ad attenuarne l'effetto: le capacità della propria stella, il vero centro della forza del Drago a due teste, non era l'invulnerabilità decantata nella legenda. Era il cuore del guerriero, l'essere il vero baluardo del Nord che gli impediva di crollare anche dopo la morte, come il grande Beowulf che poteva dare fondo a tutta la sua potenza senza risentire della fatica fisica, rimanendo in piedi anche oltre la morte. Pur rimanendo dentro il costrutto di Amaterasu percepì il dolore, la stanchezza e il logoramento, che l'Araldo probabilmente sentiva in misura almeno dieci volte più grande rispetto a lui. Ma il suo alleato non si arrendeva, anche se sentiva venir meno le proprie forze.

    Percepì la sua volontà ferrea, l'idea dell'altro della creazione delle molteplici braccia per sostenerlo e di altre per attaccare, e di assistere i propri compagni. Siegfried sfiorò il bracciale con il suo pensiero, ed ecco che il gruppo di golem si portò come un solo corpo alle spalle del gigante di terra ed acciaio per aiutarlo a sostenersi e rimanere in piedi. Quasi all'unisono, una serie di raggi ustori si levò dalle mura dirette verso il drow: evidentemente Varak aveva deciso di non rimanere solo a difendersi, ma di dare una mano al proprio Celebrante, e così fecero anche i drakkar volanti. Di certo quegli attacchi non sarebbero stati particolarmente efficaci, ma una spina nel fianco rimane sempre una spina. In quel momento il Celebrante si sarebbe accontentato anche di una bastonata di Valmhur sulla testa dell'avversario, ma chissà dov'era finito lo spirito della spada. Come sempre sarebbe ricomparso nel momento meno opportuno, l'erba cattiva non muore mai.

    Ma un'altra sensazione si fece strada nella sua mente: Amaterasu era arrivato al proprio limite, e forse di lì a poco sarebbe crollato. Doveva attaccare adesso e far male a quel maledetto mostro, e mentre ancora una volta le stelle dell'Orsa Maggiore brillarono tutte insieme, percepì il pensiero di Bart. Sogghignò, all'idea di ciò che stava per accadere, ma sapeva anche che il proprio avversario aveva ancora due mosse letali, una per ogni runa. Aveva già idea di cosa fare, doveva solo resistere abbastanza per farlo.

    Come per il nemico, il cosmo avvolse il suo corpo, poi le braccia, infine le mani... che erano state infuse del potere terra, invocato dell'Araldo. I suoi pugni sarebbero stati anche perforanti, oltre ad essere dotati di una forza capace di far tremare la terra e l'aria. Sarebbero andati dritti contro il bersaglio, magari cercando di cogliere un varco per colpire una delle rune e chissà che il punto forte non fosse in realtà un punto debole.

    Poi ci avrebbe pensato Bartolomeo.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Comincia a risentire della stanchezza nonostante le abilità legate alla stella Alpha; fisicamente non è stato raggiunto da troppi attacchi, trovandosi "al sicuro" nel superAma. L'attacco spirituale è andato a segno, tuttavia il cosmo straordinario gli permette di limitare in qualche modo l'indebolimento.
    STATUS MENTALE - Gli attacchi psicologici e di indebolimento si fanno sentire anche sotto questo aspetto e diventano sempre più consistenti, ma ancora è lontano dal CEDERE AL NEMICO

    RIASSUNTO AZIONI - Well, come difesa c'è poco da fare dato che si tratta principalmente di qualcosa di mentale/spirituale quindi cerco di limitare al massimo i danni espandendo al massimo il mio cosmo sfruttando il potere di Duhbe. I golem vanno dietro al gundam per cercare di sostenerlo insieme a quanto descritto da Lyga, le difese che vengono attivate sono in pratica una serie di campi di forza multi-strato che sono ad ampio raggio d'azione contro le cosucce casuali tipo la pioggia di ghiaccio e buio. Quanto all'attacco, Asgard mi fornisce l'attacco debole anche con drakkar allo scopo di infastidire il tipo, mentre come attacco forte SPARO direttamente due barbapugni che sono boostati da Ama cercando di fare massimo danno possibile, sperando che il fastidio dato dagli Asgardiani mi permetta di prendere la mira direttamente contro una delle rune (magari gli esplodesse addosso, maledetto XD).

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Dragon's Twin Hammer: Concentrando il cosmo in una o entrambe le mani, il Cavaliere del Nord colpisce con l'immensa forza racchiusa nel suo pugno un punto qualsiasi del terreno o dell'aria intorno a sè, generando una spaventosa onda d'urto esplosiva che andrà a travolgere qualsiasi cosa si trovi all'interno del proprio raggio d'azione e senza dispersione di energia con l'aumentare della distanza percorsa (entro il raggio d'azione consentito dall'energia del Cavaliere). Nel caso di eventuali avversari presenti nella "scia di devastazione" rilasciata dal colpo, essi si ritroveranno a subire danni da impatto e da deflagrazione che saranno influenzati dal divario cosmico tra i due guerrieri; in caso di impatto diretto con il pugno del Cavaliere, i danni effettivi saranno chiaramente più consistenti a causa della generazione dell'onda d'urto direttamente nel corpo dell'avversario.



     
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    Il loro attacco combinato aveva travolto il nuovo nemico in modo quasi inesorabile, dopo essere riusciti a individuarlo nascosto dietro quella subdola illusione. Qualcuno aveva permesso loro di uscire da quell’incanto, e i tre Cavalieri non si erano fatti certo attendere. Nonostante la stanchezza e i danni accumulati in uno scontro che con il senno di poi era stato praticamente inutile, si erano immediatamente scagliati contro il (molto) probabile responsabile di quel loro incubo ad occhi aperti. Avevano letteralmente creato un sole in miniatura, un sole capace di avvolgere e annichilire ogni cosa grazie alle peculiarità distruttive di cui lo avevano dotato.

    Cadi, dannazione!

    E invece no, perché anche quel loro piccolo miracolo non era bastato per porre fine alla battaglia, a quell’invasione di Asgard tanto strana quanto all’apparenza inarrestabile. Quell’umanoide – perché in quel momento nessuno avrebbe scommesso sulla sua natura totalmente umana – aveva evocato qualcosa che sembrava uscito da qualche anfratto dell’inferno. Un serpente di ghiaccio apparve dal nulla, fiondandosi sulla loro sfera di fuoco, elettricità e cosmo come se fosse un boccone prelibato. La bestia lo ingoiò come se niente fosse, almeno inizialmente.

    Nemmeno nel mio peggiore incubo riuscirei a trovarmi in una situazione così incontrollabile.

    Un pensiero di frustrazione attraversò la mente di Bartolomeo, che assisteva alla scena ancora unito nel colosso creato da Amaterasu. Con il suo cosmo continuava ad alimentare quella loro gigantesca struttura, ma ogni secondo che passava lo rendeva sempre più furioso. Si sentiva quasi impotente in quella situazione, perché ogni cosa che facevano – anche la più eclatante – serviva a malapena per tenerli in vita. A ogni nuova azione c’era una risposta da parte del nemico ancora più efficace, nonostante avessero ormai capito a che gioco stavano giocando.
    E anche in quel momento, l’abominio strisciante appena evocato riuscì a salvare il suo evocatore, pagando però – e finalmente – un caro prezzo. La bestia esplose, ma ovviamente non in modo innocuo. I suoi resti, infatti, divennero una vera e propria pioggia esplosiva che si abbatté al suolo, cercando di travolgere anche le mura e l’esercito di Asgard che erano ormai danneggiati e in estremo pericolo di cedimento.

    Oh oh, Siegfried, Asgard non si arrende.
    Non mi aspettavo nulla di meno dal tuo popolo.


    Eh sì, perché nonostante le condizioni di stanchezza e paura in cui tutti versavano, l’esercito delle terre del nord strinse i denti e diede fondo a tutte le sue risorse per sopravvivere. Per vivere ancora un giorno in più. Mentre i tre Cavalieri si spostavano verso le mura, sostenendosi a vicenda con i loro immensi cosmi, tutti i guerrieri di Asgard si unirono ai loro compagni di Agartha e Atene per dimostrare come fossero una preda troppo grande e feroce per essere braccata così facilmente. Anche la Guardia d’Onore del Gran Sacerdote fece il suo dovere: una parte di loro creò muri di cosmo nei principali luoghi d’impatto, mentre gli altri diedero fondo alle loro doti curative per sostenere Amaterasu – che ormai era sull’orlo del cedimento fisico. Erano riusciti a contenere i danni, non restava altro che...

    Attenti, non è finita!

    Quando tutto sembra troppo semplice, c’è quasi sempre qualcosa che non va. E quel momento ne fu la prova, perché quella pioggia esplosiva era solamente la prima parte dell’attacco nemico. Spostando lo sguardo verso l’alto, infatti, qualcosa nell’aria cambiò improvvisamente, e una miriade di fulmini rossi si mosse verso di loro come qualcosa di vivo, come un predatore a caccia.

    Non so cosa sia, ma non mi piace.
    Non facciamoci raggiungere da quei fulmini.


    E, mentre parlava, il Gran Sacerdote espanse nuovamente il suo cosmo straordinario per spronare la difesa, alimentando l’Araldo insieme al Celebrante. Amaterasu non si fece attendere e divenne nuovamente un tutt’uno con la terra di Asgard, dando sfogo a tutta la sua furiosa fantasia per creare cupole e protezioni stratificate al fine di tenerli ben protetti da quella strana offensiva. Il potere di Bart era già abituato a fondersi con la nuda terra, e quel connubio funzionò ancora alla perfezione.
    O quasi.
    La stanchezza cominciava a farsi sentire per tutti, e i danni che avevano subito non potevano essere ignorati. Questo influì pesantemente sulla loro capacità difensiva e, purtroppo, qualche fulmine scarlatto penetrò il loro guscio protettivo e riuscì a lambire il loro corpo.

    Argh!

    E l’effetto fu immediato. Il Toro strinse i denti e chiuse gli occhi, devastato da un dolore che non era fisico ma che era altrettanto devastante, quasi intimo. Conosceva quella sensazione, perché era quel tipo di sofferenza invisibile all’esterno ma capace di dilaniare l’anima e la mente. Nonostante la sua resistenza straordinaria a tutti i tipi di attacco, da solo forse non sarebbe riuscito a resistere pienamente a quell’attacco, ma in quel momento riuscirono a dimostrare che l’unione fa davvero la forza.

    Rimanete con me, rimanete coscienti...

    Era poco più di un sussurro il suo, lo disse per i suoi due compagni ma forse soprattutto a se stesso. Strinse così forte i pugni da ferirsi i palmi con le dita, facendo sgorgare sangue vivo lungo le mani. I denti stridettero, mentre la sua anima gridava pietà. Avrebbero potuto lasciarsi andare all’oblio, sarebbe stato tutto così facile, ma avevano sulle loro spalle il destino di tutta Asgard e di centinaia, migliaia di persone che contavano su di loro.

    AAAAAH!

    Il cosmo continuò a divampare, salvandolo da una fine certa, e rimanendo come il faro nella notte che guida le navi a un porto sicuro. Riaprì gli occhi di scatto, con le palpebre che sembravano macigni, per poi costatare che erano in qualche modo sopravvissuti. La loro unione ancora una volta li aveva salvati.
    Ma a quale prezzo?
    Purtroppo non c’era tempo per riposare o leccarsi le ferite, perché dovevano sfruttare ogni istante possibile per cercare di terminare lo scontro prima che lo scontro terminasse loro. Bart percepì Amaterasu muoversi, quasi in risposta a quella sua stessa voglia e necessità di reagire prima di subito, ma fu immediatamente chiaro che qualcosa era cambiato. Quello scontro che ormai sembrava durare da sempre, aveva raggiunto un nuovo punto di svolta, che poteva essere a loro vantaggio oppure segnare la loro definitiva sconfitta.

    Ci siamo.

    Un pensiero, due sole parole, che racchiudevano il significato di quel momento così delicato, dove ogni passo falso poteva diventare anche l’ultimo.
    Il colosso di terra divenne una struttura di arti, così tanti da non riuscirne a tenere il conto. Tutta quella caotica violenza si scagliò sul nemico, cercando di travolgerlo in una fitta giungla di devastanti affondi. Amaterasu, però, era ormai ridotto allo stremo. Quel suo ultimo titanico sforzo gli aveva fatto raggiungere e forse anche superare i propri limiti. Nonostante avesse un cosmo meno ampio di quello del Celebrante e del Gran Sacerdote, non si era mai tirato indietro di fronte a nulla, mettendosi in prima linea con loro incurante del pericolo imminente. Se ci fosse stata una definizione di eroe, aggiornata a quell’esatto momento, Amaterasu sarebbe stato certamente citato come esempio rappresentativo. L’Araldo aveva chiesto troppo al suo corpo, e i suoi compagni di battaglia non potevano chiedergli ancora di più. La loro unione, seppur incredibile ed efficace, doveva terminare in quel momento, così da permettere al Cavaliere di Gea di rimanere almeno temporaneamente nelle retrovie.
    Il primo a supportare l’Araldo fu Siegfried, sicuramente spinto dalla necessità di proteggere la sua terra. La sua forza sovrumana si fece ancora volta sentire, come il ruggito di un leone che vuole difendere a tutti i costi il suo territorio. Una forza che andò a supportare l’attacco del colosso di terra, rendendo quegli affondi ancora più insidiosi e potenzialmente più efficaci.

    Grazie amici miei.
    Non sprecherò quest’occasione.


    Bartolomeo, dal canto suo, grazie ad Amaterasu non aveva subito ingenti danni fisici, ed era quindi il più indicato a correre maggiori rischi, viste le condizioni di tutti. A preoccuparlo maggiormente, però, era il difficoltoso fluire del cosmo. Il Toro di Atene era noto per la sua incrollabile forza e resistenza, ma quella lunga battaglia lo aveva incredibilmente prosciugato di molte delle sue energie. Il progressivo indebolimento che li aveva colpiti proprio al loro arrivo ad Asgard era stato subdolo e costante, e il continuo alimento al gigante di cosmo ed elementi – che loro tre avevano sostenuto insieme – aveva sicuramente contribuito a una perdita notevole di energie.
    Inoltre, i danni mentali e spirituali cominciavano a pesare sul bilancio complessivo e, quindi, seppur il fisico fosse ancora stoicamente forte, ciò non si poteva dire per la sua anima e per il suo pensiero. Faceva una fatica enorme a concentrarsi sullo scontro, perché la sua volontà e la sua lucidità erano state messe a dura prova. Nonostante la sua resistenza straordinaria, da qualche parte prima o poi avrebbe ceduto, che fosse sul piano materiale oppure no. Purtroppo, era solo questione di tempo. Tempo che non avevano, ma che non avrebbero fatto passare senza mettercela tutta per porre fine a quella follia.
    Il Gran Sacerdote sentiva gli arti estremamente pesanti, la testa era un macigno, come se il suo corpo non volesse più collaborare e preferisse lasciarsi cadere nell’oblio del riposo forzato.

    N-non adesso, non così.

    Bart non avrebbe mai ceduto il passo in quel momento, non di fronte alla forza d’animo e al sacrificio che tutti insieme stavano dimostrando. Strinse i denti, poi entrambi i pugni, aggrappandosi all’enorme struttura ormai precaria che era diventato Amaterasu. Il Toro sarebbe stato la ciliegina sulla torta di quel loro attacco combinato che, a differenza di prima, sarebbe avvenuto in tre istanti diversi, seppur molto ravvicinati. Stanco e confuso com’era, non avrebbe potuto imbastire una strategia troppo complessa, ma al Gran Sacerdote non servivano troppi pensieri per lasciare che la sua violenza parlasse al posto suo.
    Con un colpo di reni si staccò dal gigante di terra, rimanendo sospeso a mezz’aria per una frazione di secondo, come se si fosse fermato in una stasi fuori dal tempo e dallo spazio. Quello era l’istante prima di scatenare tutta la sua potenza, quel brevissimo lasso temporale durante il quale i suoi compagni di battaglia aggredirono con tutte le loro forze il nemico per cercare di creargli un varco utile.

    E adesso vieni qua.

    E dalle parole, passò ai fatti. Difficilmente durante uno scontro Bart diceva cose senza senso – beh, non considerando, ovviamente, le volte in cui ne prendeva così tante da scordarsi persino il suo nome – e quello che avvenne ne fu l’ennesima dimostrazione. Terminando quella stasi che sembrava imperturbabile, il Cavaliere d’Oro calciò l’aria con tutta la potenza che aveva nelle gambe, lanciandosi letteralmente come un proiettile dritto per dritto contro il nemico. Con un colpo di braccia aumentò ancora di più la sua velocità, raggiungendo la punta massima, per poi farle aderire al corpo per creare meno attrito possibile e aiutare l’aerodinamicità. Concentrò, poi, tutta la sua forza muscolare nel collo, rafforzandolo fino a raggiungere uno spessore e una solidità sovrumana. Il suo corpo sarebbe diventato come una lancia scagliata nel cielo, avvolta dal cosmo dorato, e l’elmo della sua resistentissima Armatura ne sarebbe diventato la sua punta. E con sua grande sorpresa, uno dei guerrieri di Amaterasu ricoprì la protezione della testa di un ulteriore strato di ghiaccio magico, aumentandone le capacità di offesa, resistenza e supporto.
    Il Toro di Atene aveva abbassato le corna per caricare un torero che voleva a tutti i costi abbattere, cercando di raggiungerlo tra petto e ventre, o in qualunque altra parte fosse riuscito a colpire. L’obiettivo era cercare di travolgere il nemico con una testata degna del più feroce e inarrestabile animale dell’Arena, sfruttando la tecnica Bull’s Headbutt, così da causare oltre ai danni da impatto, da cosmo (e da ghiaccio) anche danni interni difficilmente difendibili e in grado di oltrepassare le difese più tenaci.

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    Non fa male, non fa maleeeaaaAAAH!

    Una citazione che i giovanotti forse non avrebbero colto, ma che a Bartolomeo ricordava la sua gioventù piena di violenza, in cui poche cose lo estraniavano dall’orrenda realtà. E il cinema, la perfetta finzione dell’epoca, era una di quelle cose che gli permettevano di fuggire anche solo con il pensiero dalla sua orribile vita.
    Quello era un urlo carico di ferocia, confuso nella sua furia, ma era come un mantra che gli permetteva di non pensare al dolore, a quanto fosse stanco e a quanto volesse che tutto fosse finito. Non avrebbe mai mollato e, come il protagonista di quel film, avrebbe cercato di ribaltare le sorti di uno scontro che sembrava ormai volgere a favore dell’odiato antagonista. E chissà, forse quella volta sarebbe stato proprio il nostro eroe – sfavorito in partenza, perché è così che funziona – a “spiezzarlo in due” (letteralmente) contro ogni previsione.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Aiuto nella difesa con il mio cosmo straordinario, per continuare come sempre a sostenere il nostro povero Ama [Difesa]. Sfrutto l’espansione cosmica per non rimanerci secco dall’attacco mentale/spirituale, aggrappandomi alla forza dell’amicizia <3, anche se ci rimango un pochino offeso xD Poi, vedendo che il nostro caro Araldo è allo stremo, capiamo che c’è da cambiare un po’ strategia. Quindi Ama si fa crescere molte braccia per picchiare meglio, Sieg lo aiuta con le peculiarità della sua forza straordinaria, ed io mi lancio xD Mi stacco dal Gundam e cerco di sfruttare il possibile varco/distrazione/tentennamento creato dai miei amici per diventare un vero e proprio proiettile/lancia umana, optando per la tecnica Bull’s Headbutt [AF]. Rinforzo il collo all’inverosimile, mi ricopro di cosmo e punto le mie corna (Armatura di Grado 8) direttamente contro il nemico per uno slancio potenzialmente inarrestabile dritto per dritto (gli attacchi mentali/spirituali si fanno sentire sulla lucidità di pensiero, quindi la strategia punta alla massima efficacia senza troppi fronzoli). Aiutato anche da uno dei png di Ama che mi ricopre l’elmo di un ulteriore strato di ghiaccio magggggico, cerco di travolgere l’avversario per fracassarlo e fargli dimenticare di esistere, aggiungendo ai danni da impatto e da cosmo anche possibili danni interni derivanti dalla tecnica. Sembra semplice, no? Beh, io se fossi l’avversario non sottovaluterei la questione :mke: Un bell’urlo, citazione di Rocky IV, e passa la paura, sperando davvero a questo giro di fargli davvero molto molto male :kuku:


    Condizioni:
    Il cosmo comincia ad arrancare a causa del progressivo indebolimento e del dispendio energetico dopo così tanti turni di battaglia. Se fisicamente sono abbastanza ok, spirito e mente hanno subito brutti colpi e i pensieri cominciano a farsi confusi. Tutto in Bart sta gridando: “Aiuto, quando finisce?” ;_;


    Tecniche:
    Bull's Headbutt:
    [Effetto Secondario: Danni Interni]
    Qual è l'arma migliore di un Toro? Semplice: la testa e le corna.
    Rispecchiando la costellazione a cui appartiene, Bartolomeo predilige una particolare tecnica da sfoderare negli attacchi diretti. Sfruttando tutta la sua incredibile potenza fisica e cosmica sarà in grado di caricare l'intera testa di un'energia che pare incontrastabile, capace di abbattere ogni nemico incapace di opporvi adeguata difesa, scuotendolo sin nel profondo. I possenti muscoli della schiena e del collo si tenderanno allo spasmo, per poi lasciar partire una fulminea testata dagli effetti devastanti. Provate a pensare alla combinazione tra forza fisica e cosmica concentrate al massimo, nonché l'elmo cornuto di una resistentissima Gold Cloth. E non dimenticate l'effetto secondario: i danni interni (possibilità di ledere il cervello se viene interessata la testa, o gli organi interni adiacenti alla zona colpita). Capirete immediatamente quali effetti potrebbe portare un'offensiva di questo genere, specialmente se supportata dalle enormi mani del cavaliere che - all'occorrenza - cercheranno di tener fermo l'avversario quell'istante necessario per affondare in pieno il colpo.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - ALTRI

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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS

    IX




    Il corpo del nemico trema e si contorce sotto l'effetto del potere che lui stesso ha scatenato. Per quel folle attimo percepite la sua rabbia e il suo dolore quasi come se fosse vostro. E proprio in quel momento i vostri attacchi si schiantano su una barriera intessuta con ombre liquide. I colpi di spada di Amaterasu vi affondano come nella pece e arrestano la loro corsa prima di raggiungere il bersaglio, assottigliando però lo strato protettivo.
    La forza del Celebrante fa tremare l'oscurità, che inizia a piegarsi sotto la pressione dei colpi. Una delle due rune incandescenti rimaste si scompone e una spaventosa quantità di cosmo rinforza la difesa, riuscendo a contenere la violenta propagazione sismica.

    Finché una scia dorata non attraversa anche quell'ultima difesa e finalmente colpisce provocando una spaventosa onda d'urto.
    L'armatura di foggia elfica, per quanto resistente, non riesce a sopportare un simile livello di potenza, sbriciolandosi nell'urto. Una delle corna d'oro dell'elmo di Bartolomeo sfonda lo sterno dell'elfo oscuro, conficcandosi a fondo nel suo petto.

    Il tempo pare fermarsi nuovamente, ma è solo un'impressione. Nella frenesia della battaglia pochi secondi possono sembrare un'eternità. Sono secondi di silenzio e immobilità.
    Bart e l'elfo oscuro senza nome iniziano a cadere lentamente, mentre l'ultimo glifo si infrange. Solo allora l'elfo reagisce. Porta entrambe le mani alla base del corno e lo spinge più a fondo dentro il torace, facendo schizzare il sangue in ogni direzione. È nero. Ed è troppo, perfino per una ferita di quel genere.


    miei maestri, in onore vostro offro questo sacrificio


    N̸͋̂È̶̊L̶͋̍ N̸͌͐͒͘Ơ̶͆M̴̏͠E̶ Ḑ̷̙̟͍͗͂̾I̶ D̴́̆̽Ȓ̴̾̈̀͘͝A̴̾̑̽G̵͊̇̕͝͠M̸̎́̈́Ỏ̴͐͋̎́R̷̍̾̃̚͝

    ̷̬̦̗̑͊͘͠Ņ̸̹̝̌͒̍̋͝E̵̦̬̤̐͂L̵̀̂̕ Ǹ̷͚̬̖̫̲̳̄͛̍͋̐͆͋̚̚Ȍ̵̀̃̕͠M̷̠͖̑͆͂̔̋Ȇ̶͋̀͂͑̓̅̽ D̶̉̄̀̚I̶̛̞̋̒̀̈̐͐̍͝ G̶̐̃E̶͗̈́̚͝N̸̩̣̗̑̄Ĺ̴͑̈́Ở̷̲̎́̾̀͂̌̓̚N̴̒



    La pelle si squarcia. Il suo corpo esplode, si espande in ogni direzione, una bomba fatta di carne e di cosmo corrotto pronta a deflagrare per cancellarvi tutti e forse abbastanza potente per spianare qualsiasi difesa sia rimasta ad Asgard.

    Nello stesso momento, un suono acuto vibra nell'aria, seguito da un ruggito metallico...

    6vgdAlI



    Note Master:

    Il boss era fragilino, ma sta preparando l'attacco suicida finale. Molto semplicemente, si tratta del suo corpo che si espande rapidissimo (quasi a velocità della luce) per arrivare al punto critico ed esplodere portandosi via una considerevole porzione delle mura della città oltre alle vostre membra. Ovviamente, per come stanno le cose, il grosso della botta iniziale dovrebbe prenderselo Bart dato che gli sta appiccicato. Si tratta ovviamente di qualcosa che potete contrastare col semplice cosmo. L'attacco è a Suprema+, quindi lievemente più debole dei precedenti, ma considerate anche il fatto che è quasi esclusivamente energia corrotta, quindi fa un male cane.
    Non preoccupatevi per l'ultima frase, chi di dovere riceverà indicazioni :zizi:
    Fissiamo la scadenza per martedì 28.


     
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    ♦ post II ♦ HEL'S BELLS astra ♦ custode di megrez ♦ energia Blu


    Io sono Astra Megrez, dannazione, e da qui non passerà nessuno.

    Sì Astra, sappiamo bene come ti chiami, ma fai bene a ribadirlo nel caso in cui qualcuno non lo avesse ancora memorizzato. Quando la giovane Megrez cominciava a enunciare il suo nome per esteso, con una certa solennità incazzosa, significava che aveva davvero deciso di mettercela tutta. Nonostante il suo proverbiale portamento e la sua innata perfezione, quando Asgard chiedeva di sporcarsi le mani lei ne era pienamente fiera. Avrebbe fatto di tutto per il suo popolo, per il suo retaggio e per la sua Famiglia – di cui Gunther era l’unica persona ancora in vita – e un branco di corrotti che cercavano di penetrare nel regno della Dea cui si era legata non era certo un’eccezione a quel suo voto di sacrificio e devozione.
    Non ricordava da quanto tempo stavano combattendo, perché la furia della battaglia li aveva assorbiti completamente in un marasma di corpi, sangue e morte. Non era sola, perché forti e possenti guerrieri forgiati dai ghiacci eterni l’avevano accompagnata in quella missione pericolosa. Una missione da cui non erano certi di tornare vivi o tutti interi, ma cui nessuno si era sottratto. Aveva sentito un moto d’orgoglio per quegli uomini e quelle donne, perché si erano fidati di lei senza esitare un istante. Si erano lasciati trasportare in un luogo di perdizione, una dimensione spettrale che avrebbe fatto accapponare la pelle anche al combattente più coraggioso. Certo, si erano trovati storditi e spaesati per qualche istante, ma avevano poi seguito il Cavaliere di Delta Uma come se fosse la loro guida. In caso contrario, e lo sapevano molto bene, si sarebbero persi nell’Helheim se non avessero accompagnato Astra come un’ombra in quelle lande oscure, dove i morti dimoravano in un inferno tutto norreno.
    E poi ci fu battaglia.
    Non passò molto tempo da quando il contingente di Asgard arrivò ai confini del regno di Hel, individuando il punto esatto dove la Corruzione stava cercando di penetrare. La giovane Megrez aveva seguito la sua percezione cosmica, ma anche il puzzo spirituale di quegli abomini informi. Avevano mantenuto il loro aspetto inguardabile anche nell’aldilà, perché non si dica mai che i corrotti non sono davvero orribili. Sguainando e brandendo la Spada di Ametista, il Cavaliere di Delta Uma aveva incitato i suoi soldati ad avanzare inesorabili, mantenendosi però sul confine di Helheim per garantire loro una protezione maggiore. Astra, infatti, aveva un vantaggio strategico notevole nel regno della Dea, potendo sfruttare il suo potere spirituale alla massima potenza, generando attacchi e difese soverchianti.
    Il primo impatto fu tremendo, con asce, spade e scudi che si abbatterono contro l’orda dei nemici come una mandria di bufali che avanza incurante degli ostacoli. Avevano ringhiato, sbuffato e sputato parole irripetibili, gettandosi in una mischia iniziale confusa ma efficace. La stessa Astra aveva affondato la sua spada in diversi corpi, teste e toraci deformi, devastando e bruciando tutto ciò che incontrava. La sua resistente Armatura la proteggeva dalla maggior parte degli attacchi nemici, e se la cavò solamente con qualche fastidioso livido. L’effetto fu immediato, e gli abomini si ritirarono di qualche metro, probabilmente perché non si aspettavano che qualcuno li venisse a contrastare in quel luogo così nascosto e irraggiungibile. Evidentemente non avevano considerato la nostra cara Astra Megrez in quell’intricata equazione che li voleva vedere trionfanti e conquistatori di Asgard, perché quei loro grugni – se mai fosse stato davvero possibile – sembrarono alquanto sorpresi. Dopo quel primo affondo, non vi era stata alcuna perdita, solo qualche ferita subita dai suoi soldati, e a quel punto la ragazza aveva richiamato le truppe a raccolta.

    Soldati, con me.

    Aveva urlato ancora una volta, e i suoi compagni di battaglia eseguirono immediatamente quell’ordine. Si erano raggruppati attorno a lei, mentre la giovane Megrez raccoglieva tutta la forza del suo spirito. Avevano un vantaggio, e dovevano assolutamente sfruttarlo. Un flusso di potere strabordante mulinò tutt’intorno alla ragazza, facendo rabbrividire chiunque fosse presente nel suo raggio d’azione. Chiuse gli occhi per un istante, allargando le braccia per spostare il mantello e far arretrare i suoi soldati. Gli abomini stavano riacquistando sicurezza e vigore, e avanzarono nuovamente verso la bocca della tigre che li avrebbe sbranati. Astra spalancò gli occhi e spostò le mani in avanti, lasciando che tutta la sua energia spirituale si riversasse in un unico flusso inarrestabile verso l’orda di corrotti ignara che quel momento di stasi fosse l’inizio della loro fine.

    Ora!

    Durante uno scontro le parole che si pronunciano devono essere limitate, chiare e precise. Quello era il segreto per guidare un gruppo di guerrieri in modo efficiente ed efficace, e la rampolla dei Megrez lo sapeva bene. Quante volte aveva studiato con suo padre e Gunther strategie e stili di comando, e ora poteva finalmente metterli in pratica. Il suo spirito, reso estremamente potente dal fatto di trovarsi nella dimensione spettrale, travolse i nemici come uno tsunami inaspettato e inarrestabile. Molti vennero letteralmente fatti a pezzi, specialmente quelli nelle prime linee, mentre molti altri subirono gravi danni. A quel punto, i suoi compagni di battaglia si scagliarono come delle furie contro i corrotti indeboliti, facendo una strage senza precedenti.


    jpg

    No...



    Uno di loro, però, che si era allontanato troppo dal gruppo dei compagni d’arme, cadde in battaglia. Era la prima perdita che subivano, ed era anche la prima perdita che subiva Astra in qualità di capo di una missione. La giovane Megrez strinse i pugni per il dolore morale e per la frustrazione, non essendo riuscita a evitarlo nonostante tutte le accortezze.

    Non rischiate più del dovuto, e non avanzate più di quanto vi è stato ordinato. In questo luogo abbiamo un vantaggio, e dobbiamo sfruttarlo al meglio.

    Fece una breve pausa dopo la parola “ordinato”, per farla pesare come un macigno sul loro orgoglio di soldati. Stavano combattendo per difendere Asgard e anche una minima disobbedienza avrebbe potuto rivelarsi fatale – proprio com’era accaduto alla prima dolorosa perdita nel loro plotone.

    Non morite per la gloria, ma vivete per raccontarla.

    Un urlo di approvazione e determinazione si levò dai suoi guerrieri, rafforzando lo spirito combattivo del gruppo e cercando di mantenere mente e corpo lucidi e pronti a tutto. Gli abomini, rinvigoriti da quella prima ma parziale vittoria, continuarono a spingere per infrangere il loro contingente di difesa.
    Loro, però, resistettero.
    Resistettero con tutte le forze, creando un muro di scudi compatto e diligente, sbarrando completamente l’avanzata grazie anche all’Ametista della giovane Megrez. Nell’Helheim lei si sentiva come una Dea, capace di richiamare i suoi poteri in modo così naturale e potendosi sbizzarrire nel loro utilizzo. Creò una palizzata di minerale viola, che riuscì a incanalare, rallentare e danneggiare gli orribili avversari. I suoi soldati continuavano a spingere, colpire e trafiggere i nemici, un passo alla volta, generando una pressione fisica e psicologica costante e soverchiante.
    A ogni avanzamento, le fila della Corruzione si assottigliavano. Una donna di Asgard cadde – che Odino l’abbia in gloria – ma un altro soldato la sostituì prontamente. Erano arrivati a due caduti, che pesarono come macigni su un contingente ben fornito ma non molto numeroso. Strinsero i denti, si dimenticarono del tempo che passava, mentre Astra continuava a impartire ordini sostenendo il muro di scudi con il suo cosmo e la sua Ametista.

    Che Hel vi maledica, e vi rispedisca dall’inferno da cui siete usciti. Non entrerete a Helheim. Non finché io sarò qui.

    E fu proprio quello che accadde. Perché un’altra morte dopo – ed erano arrivati a tre – e molti passi in avanti sul confine del regno di Hel, riuscirono a decimare l’orda dei corrotti fino a ridurla ai minimi termini. Gli spietati guerrieri dei ghiacci eterni diedero il colpo di grazia agli abomini caduti ma ancora in vita, mentre la nostra cara Megrez scatenò la sua Teca Viola di Ametista per imprigionare in una tomba sempiterna il più grosso dei corrotti rimasto ancora in piedi – anche se lo fu ancora per pochissimo tempo dopo esser stato catturato dal minerale mortifero.


    jpg

    Anf, ce l’abbiamo fatta.



    E ce l’avevano davvero fatta, perché loro erano ancora vivi, mentre i nemici giacevano al suolo senza vita. Il regno di Hel avrebbe probabilmente bandito l’anima dei corrotti, oppure li avrebbe destinati a un oblio senza fine, ma poco importava. Avevano vinto, ed era tutto ciò che bastava sapere. Si voltò verso i suoi compagni di battaglia, fiera e orgogliosa della loro impresa, una missione su cui avrebbero creato canzoni epiche. E fu incredibilmente colpita nel ricevere lo stesso sguardo dai suoi guerrieri che, nonostante le perdite, le ferite e il sangue versato, erano fieri di essere lì, esattamente in quel momento, al suo fianco.
    Quel liberatorio sospiro di sollievo, quel momento di felice quiete dopo una battaglia vinta, però, durò letteralmente pochissimi istanti.
    Eh sì, perché immersi in quello scontro mortale che li aveva quasi travolti, e così lontani da Asgard, non avevano potuto percepire quel grido di aiuto che la loro terra natia stava cercando di far giungere in ogni dove. Un grido che nell’Helheim era arrivato troppo flebile perché si potesse sentire nel marasma dello scontro, ma che in quel momento, con quel silenzio, erano tutti riusciti a udire. Il flusso del cosmo era in tormento, e un’altissima concentrazione di potere si stava scatenando nelle terre dei ghiacci eterni. Non potevano sapere o capire esattamente dove, ma qualcosa non stava andando nel verso giusto.

    L’avete percepito anche voi? Dobbiamo tornare ad Asgard, subito.

    Annuirono tutti a quella domanda e, nonostante la stanchezza, si rimisero subito in formazione attorno al Cavaliere di Delta Uma pronti a uscire dal regno di Hel. Astra richiamò nuovamente il suo potere spirituale e avvolse tutto il contingente per ripercorrere a ritroso la strada che li aveva portati lì. Tutti avrebbero percepito nuovamente una sensazione di profondo disagio e inadeguatezza, perché l’Helheim li stava ricacciando indietro. In un batter di ciglia si ritrovarono nella radura da cui era partita la loro missione nell’inferno norreno, e non persero nemmeno un istante per recuperare i cavalli – meccanici e non – e partire al galoppo alle volte delle mura di Asgard. La puzza di Corruzione, morte e dolore si faceva sempre più forte a ogni passo, mentre un’ansia le attanagliava lo stomaco come una morsa implacabile. Stava succedendo qualcosa di grosso, qualcosa di veramente molto brutto.
    Alzando gli occhi, videro in lontananza una sorta di barriera energetica che si stava sgretolando, dissolvendosi pian piano come un fiore che appassisce. A un gesto con la mano della giovane Megrez, tutto il contingente di guerrieri spronò ulteriormente le loro cavalcature, così tanto che gli animali cominciarono a schiumare e il costrutto nanico sbuffò e sferragliò da ogni giuntura artificiale.
    E, infine, lo videro. Quello che doveva essere stato per molto tempo il campo di battaglia di una lotta senza quartiere si estendeva proprio di fronte ai loro occhi increduli. Rimasero completamente attoniti per un istante, in silenzio, perché non era possibile che fosse successo tutto quel pandemonio in loro assenza. La terra di Asgard era divelta, tanto da aver cambiato conformazione. I corpi morti dei corrotti erano sparsi in ogni dove, ma soprattutto lo scontro era ancora in corso.

    È come se ci avessero attirato nell’Helheim di proposito. Non abbiamo potuto combattere questa battaglia sin dal principio, ma questo non significa che rimarremo spettatori.

    Pronunciò quelle parole ad alta voce, facendosi sentire da tutti. Erano stanchi, feriti e al limite delle loro capacità fisiche e mentali. Tutti, nessuno escluso. La stessa Astra aveva il mantello a brandelli, pieno di sangue (principalmente non suo), e si reggeva sul cavallo solo grazie alla forza di volontà e alla dedizione che aveva per la sua terra natia. Continuarono al galoppo, per cercare di raggiungere il centro della battaglia, ma qualcosa fermò il loro passo.

    Tu?!

    Astra aveva visto la maestosa figura di un drago meccanico prima di focalizzarsi su quel fastidioso particolare, ma non avrebbe mai potuto non notare il dannato folletto – o qualunque cosa fosse davvero – che aveva incontrato per la prima volta quando ancora non era diventata Cavaliere. Quell’esserino l’aveva aggredita all’interno della biblioteca del Palazzo Reale, ma almeno era certa che fosse dalla loro parte. Il caro Dougar, il custode di quella biblioteca, aveva trattato quel cosino come parte integrante di Asgard, quindi non si aspettava grosse sorprese.

    STUPIDA! Vedi di salvare quegli STUPIDI cavalieri da quello STUPIDO elfo oscuro e i suoi STUPIDI corrotti.

    Oh, beh, come non detto. Era sempre bello venire aggrediti verbalmente senza nemmeno un saluto. Quelle parole fecero infiammare lo spirito della rampolla dei Megrez, poco abituata a essere trattata in quel modo. Il suo proverbiale colorito candido della pelle si fece un po’ più rosso all’altezza del viso e delle guance, mentre stava raccogliendo le ultime forze rimaste per rispondere a quelle parole e...

    Ahia, che male, dannazione! La mia testa e i miei capelli, maledetto... MMMH!

    Mugugnò isterica, perché quel dannato folletto – che riusciva sempre a farle perdere le staffe, incredibile ma vero – l’aveva appena colpita con un piccolo bastone dritta in testa, dopo aver zampettato e saltellato senza senso in ogni direzione. Astra scese immediatamente da cavallo, facendo segno ai soldati di non muoversi perché stavano già impugnando le armi per affrontare quella nuova “minaccia”. Lei sapeva che doveva necessariamente essere dalla loro parte, ma non capiva come l’atteggiamento del folletto potesse davvero aiutarla.

    Oh.

    E quando la giovane Megrez rimaneva di stucco, bloccata in quell’espressione di sorpresa per qualche istante, significava che era davvero colpita dagli eventi. In senso positivo, sia chiaro, ma per una manciata di secondi rimase davvero impietrita. La stanchezza e il dolore che provava fino a qualche istante prima sembravano essere stati accantonati – anche se non erano del tutto spariti – e il suo cosmo raggiunse vette mai toccate prima di allora. Gunther ne sarebbe stato fiero, ma era anche pienamente conscia che non fosse tutta farina del suo sacco. Quello sgorbietto l’aveva aiutata, in modo tutto suo, e adesso le parole confuse e piene di “stupidi” acquistavano tutto d’un tratto un senso compiuto. Lo guardò dall’alto al basso e – con un enorme sforzo di umiltà, sicuramente insolito per lei – lo ringraziò.

    Grazie, qualunque cosa mi abbiate fatto. Non vi deluderò. E non deluderò nessuno di voi, miei guerrieri, perché mi avete sostenuta sin qui.

    Rivolse un sorriso sincero ma molto tirato ai suoi soldati, e anche a quell’esserino inaspettatamente utile, per poi dirigere lo sguardo verso la battaglia che ancora imperversava alle porte della città. Non aveva idea di cosa fosse successo fino a quel momento, ma ciò che stava accadendo in diretta era purtroppo chiaro come il sole d’estate. I pochi indizi dati dal folletto con quelle sue parole deliranti, insieme alla realtà dei fatti, le diedero un quadro chiaro anche se mancante di alcuni dettagli. Il Celebrante di Odino stava combattendo insieme a un Cavaliere d’Oro e a qualcosa o qualcuno di estremamente enorme contro quello che sembrava proprio un Elfo Oscuro. Lo scontro stava per volgere al termine, ma non era chiaro chi fosse in vantaggio. Una cosa, però, era certa: Asgard era in grave pericolo.
    Uno sferragliare di scaglie e artigli attirò improvvisamente la sua attenzione, e il possente drago meccanico toccò la spalla di Astra con l’immenso muso. Il messaggio era privo di parole umane, ma molto chiaro e diretto: l’avrebbe portata dove c’era più bisogno. Senza perdere nemmeno un istante in più, la giovane Megrez saltò in groppa all’alato costrutto nanico, che prese immediatamente il volo per raggiungere il centro della battaglia. I suoi soldati – e forse persino il folletto – sembrarono muoversi di conseguenza, ma li perse di vista data l’altezza raggiunta e l’incredibile concentrazione sul suo prossimo obiettivo. Sperava si tenessero fuori dalla portata dello scontro, perché la questione era andata decisamente oltre la portata di quei suoi fedeli guerrieri.

    Non mi sarei mai aspettata tutto ciò. Avevo già intenzione di fregiarmi del titolo di salvatrice di Asgard, ma così sarà decisamente più facile.

    Quando si sentiva forte, in vantaggio, la cara Astra Megrez diventava spavalda. E in quel momento si sentiva più forte di quanto non lo fosse mai stata, e la mania di onnipotenza tipica della discendente di una famiglia così nobile si fece sentire in tutta la sua sfacciataggine. Volarono nella direzione dello scontro principale, e la ragazza si alzò in piedi sul drago per vedere meglio e farsi trovare pronta a tutto. Fu testimone di un attacco su larga scala da parte di un colosso di terra pieno di arti e armi, poi il Celebrante diede fondo a tutta la sua forza straordinaria e, infine, il Cavaliere d’Oro si lanciò come una lancia contro quello che doveva essere il famoso Elfo Oscuro citato dal folletto impertinente. L’incontro tra poteri fu devastante, tanto da far tremare la terra e l’aria tutt’intorno a loro. La forza sprigionata sembrava pari a quella di una divinità, ma era chiaro che il tutto non sarebbe potuto durare molto a lungo. Il nemico parve risentire di quell’affronto e sembrò spacciato, ma qualcosa sbaragliò le carte in tavola. L’avversario, infatti, non aveva ancora giocato un ultimo asso nella manica, che decise di mostrare proprio per cercare di porre fine all’esistenza di Asgard. L’energia oscura si accumulò in un unico punto, così densa da terrorizzare qualsiasi guerriero dotato di cosmo e in grado di percepire l’orrore e il pericolo insiti in quel semplice movimento. L’Elfo Oscuro era diventato lui stesso una bomba ed era ormai sull’orlo di esplodere, sacrificandosi per distruggere tutto e tutti.
    Astra Megrez doveva fare qualcosa. Subito. E lo fece.
    Richiamò gli Spiriti della Natura votati al vento per sostenerla, e si librò nell’aria saltando dal dorso del drago meccanico. Rimase sospesa, per poi richiamare il suo cosmo violaceo e la sua adorata Ametista. La nuova forza che la permeava la fece muovere a una velocità mai raggiunta prima, mentre il cosmo si andava a mischiare con il minerale e persino con il suo stesso spirito. Portò le braccia al petto, incrociandole come se si stesse abbracciando da sola, per poi spalancarle ed espandere tutto il suo potere attorno a lei. Le Catacombe di Ametista obbedirono al suo volere, e aggredirono il nemico da ogni direzione per cercare di racchiuderlo in una vera e propria tomba formata dal resistentissimo minerale viola, il tutto amalgamato con il potere spirituale della giovane Megrez.


    jpg

    Cavalieri. Non cedete il passo!



    Urlò con tutto il fiato che aveva in gola verso il Celebrante e i suoi alleati, mentre le Catacombe creavano strati su strati di Ametista e spirito per cercare di intrappolare l’Elfo Oscuro in una tomba che aveva lo scopo di contenere la sua esplosione e – chissà – magari rinchiuderlo in un’ultima e sempiterna sepoltura da esporre come trofeo al Palazzo Reale. Quella tecnica sarebbe potuta diventare come un carcere di massima sicurezza a diversi livelli, in cui la libertà di movimento e la luce naturale del sole avrebbero scarseggiato fino a sparire nel suo nucleo più interno, e dove le forze avversarie si sarebbero inesorabilmente spente fino a scomparire.
    Un intervento tempestivo, efficace ed elegante in pieno stile Megrez insomma, ma Astra aveva già capito che il suo potere da solo non avrebbe potuto salvare Asgard da quel pericolo mortale. Anche gli altri Cavalieri alleati sarebbero dovuti intervenire per assicurare una speranza per tutti, ed era certa che lo avrebbero fatto.
    Quella sì che sarebbe diventata una canzone ancora più epica da tramandare di generazione in generazione.

    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther °telepatia°
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO♦ Decisamente ammaccata, ma il boost a energia nera fa il suo dovere.
    STATUS MENTALE♦ Fate largo che arriva Astra Megrez!
    STATUS CLOTH♦ Intatta.
    RIASSUNTO AZIONI♦ Aiuto, ho fatto praticamente un’altra one post xD Allora, nella prima parte descrivo auto-conclusivamente lo scontro ai confini dell’Helheim, con un po’ di epicità nordica che condisce il tutto per rendere la battaglia comunque importante e significativa. Poi torno ad Asgard, mi dirigo verso il disastro che sta accadendo e incontro Valmhur (per fortuna o purtroppo, dipende dai punti di vista xD). La spada, in un modo tutto suo (concordato ad alto livello con Tyg, che poi si occuperà nel dettaglio di muoverla meglio a livello di interpretazione) mi da un boost a energia nera che mi ringalluzzisce non poco. Salto sul drago meccanico e volo verso il fulcro dello scontro, capendo cosa sta per accadere e facendo un’entrata in scena non indifferente :kuku: Quindi sfrutto gli Spiriti della Natura per balzare in aria e rimanere sospesa [Posizionamento] per poi scatenare le Catacombe di Ametista miste a spirito [AF, per intercettare la sua esplosione prima che sia troppo tardi, con una funzione primaria di contenimento e poi, chissà, magari ci imprigioniamo dentro pure il cattivone]. L’obiettivo è creare una quantità assurda i strati di minerale per racchiudere l’Elfo Oscuro e la sua esplosione in una prigione da cui potrebbe non uscirne più (prigione che, oltre a essere contenitiva, ha anche gli effetti di indebolimento combinati di Ametista e spirito). Ovviamente mi rendo perfettamente conto che il mio potere potrebbe non bastare, e quindi spero in un ulteriore aiuto da parte dei tre ragazzoni per scongiurare qualsiasi catastrofe. Vero ragazzi? :mke: Lascio la descrizione dettagliata delle conseguenze al prossimo turno, dopo aver considerato le azioni di Bart-Ama-Sieg e anche il conseguente post di Him.
    PS: come concordato con Him, da qui riparte la settimana di tempo per il giro Bart-Ama-Sieg, considerando che io altrimenti avrei dovuto postare due volte in un unico turno. Quindi abbiamo fino a domenica prossima per concludere il turno con i tre ragazzoni.
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.

    S p i r i t o
    Astra Megrez, ultima discendente della famiglia più nobile di Asgard, si aspettava di ottenere una meritata benedizione direttamente da Odino, il Re di tutti gli Dei norreni. Già si pregustava l’onore di essere nominata Campionessa della divinità più importante, forse dimenticandosi che tale onorificenza fosse già stata riservata al Celebrante delle terre dai ghiacci eterni.
    Il destino, beffardo o forse premonitore, decise diversamente per lei, legandola a doppio filo alla Dea della Morte: Hel. Ella era, effettivamente, la divinità che più si accostava ai Megrez, almeno come simbologia, perché la nobile casata di Asgard era da sempre stata associata in qualche modo alla Morte. Nel bene e nel male.
    Divenendo la Campionessa di Hel, Astra ricevette in cambio un prezioso dono e un prezzo da pagare. Il dono fu l’ottenimento di un’incredibile e nuova abilità: Spirito. Il prezzo da pagare fu un costante e irreversibile contatto con il Regno dei Morti, Helheim, che le regalò un’indesiderata consapevolezza sull’Inferno norreno e sulle sofferenze che in esso venivano perpetrate. L’unica cosa che le permise di mantenere la sanità mentale, fu il non percepire in alcun modo la presenza dei suoi genitori in quel luogo di perdizione, ottenendo la ragionevole certezza che fossero stati accolti nel Valhalla o a Fólkvangr, essendo morti combattendo valorosamente (seppur invano) contro la Corruzione.
    Tralasciando gli effetti psicologici di tale situazione, l’abilità Spirito andò a completare perfettamente le sue potenzialità difensive e offensive. Tramite questo potere, infatti, Astra è in grado di interagire con gli spiriti, nonché di creare e manipolare l’energia spirituale, utilizzandola a suo piacimento. Potrà, quindi, difendersi da minacce della medesima natura intangibile e, soprattutto, creare attacchi devastanti che potrebbero risultare non visibili o difficilmente contrastabili da avversari non dotati della medesima abilità.
    Chi viene colpito da questo insidioso potere, infatti, sentirà un dolore terribile sebbene sul corpo non si noterà alcun danno evidente. Come conseguenza, tale dolore indebolirà la volontà della vittima, il suo carattere e la sua determinazione. Venire sopraffatto da questi attacchi significa perdere completamente conoscenza, fino rischiare di morire e perdere il controllo sulla propria anima (only GdR).
    Tale abilità, estremamente versatile, permette anche di distaccare la propria anima dal corpo e operare tramite una proiezione astrale (espediente molto interessante, ma poco utile in combattimento), nonché di trasportare se stessi e gli altri nella dimensione spettrale o bandire sfortunate anime nella dimensione spirituale (vedi tecnica Helheim).
    Ultima caratteristica, e forse una delle più importanti, è che Spirito può agire da solo o essere combinato a piacimento con il cosmo, nonché con tutte le altre abilità e tecniche di Astra (vedi la dicitura “Spirito (opzionale)” nelle tecniche). L’esempio più calzante è la possibilità, tramite Spirito, di rendere l’Ametista non solo in grado di debilitare l’energia vitale (peculiarità già propria del minerale), ma anche di indebolire irrimediabilmente la volontà, il carattere e la determinazione della malcapitata vittima. Oltre al corpo, quindi, anche l’anima dell’avversario può essere danneggiata o intrappolata nell’Ametista, rendendo il minerale viola una delle armi più mortali e insidiose mai viste ad Asgard.


    TECNICHE
    ♦ Catacombe di Ametista ♦
    [Ametista + Spirito (opzionale)]
    Se la Teca Viola di Ametista è più congeniale per un bersaglio singolo, le Catacombe dal mortale colore violaceo ne costituiscono l’evoluzione ad area. Espandendo cosmo e Ametista nel terreno, Astra cercherà di rendere tutta l’area di effetto (o una sua parte) una vera e propria distesa sconfinata di potenziali tombe create dal suolo. In pratica, l’insidioso minerale emergerà dal terreno per cercare di imprigionare l’avversario o gli avversari, partendo presumibilmente dalle gambe, con lo scopo finale di bloccarne temporaneamente (o per sempre) i movimenti. È proprio come rimanere congelati nel ghiaccio che, inesorabile, aggredisce chi si perde tra le perenni nevi di Asgard. La differenza è che l’Ametista non solo è in grado d’imprigionare, ma può anche sottrarre preziosa energia vitale a ogni parte del corpo colpita.
    E poi chissà, magari qualche amichevole Spirito della Natura potrebbe generare una violenta sferzata di vento con l’obiettivo di bloccare a terra il nemico o, comunque, limitarne i movimenti, rendendo così molto difficile sottrarsi alla tecnica.

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    Hel's Bells
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    La stanchezza cominciava a farsi sentire ma anche il loro nemico, in apparenza indomabile, iniziava a dare segni di cedimento. Il loro ultimo attacco, che li aveva portati a separarsi, aveva messo a dura prova le difese dell'elfo oscuro: con il suo attacco lo aveva costretto ad utilizzare la sua seconda delle sue empie rune, permettendo a Bart di trovare una resistenza già indebolita. La carica del Gran Sacerdote andò a segno, squarciando il torace del nemico. Il tempo sembrò rallentare - non per opera del nemico o della Corruzione, stavolta - mentre i due precipitavano nel vuoto. Il mondo illusorio ormai aveva cessato di esistere, tutto sarebbe tornato alla normalità. A patto di sopravvivere, naturalmente. Ma il sangue versato dall'avversario sembrava troppo, rispetto a quello che un corpo poteva normalmente contenere... Siegfried ebbe l'ombra di un'intuizione, e vide l'ultima runa iniziare a sbiadire.

    Le sue paure rischiarono di tramutarsi in panico l'istante successivo: aveva udito un familiare rumore metallico. Il suo drago stava tornando alla base, e questo poteva essere il segno che con lui stava tornando qualcun altro...

    E qualcun altro in effetti c'era.

    Si voltò per vedere Astra Megrez, la custode di Delta, in groppa al suo costrutto nanico. Vide Valmhur, nella sua forma umanoide, incitare il drago ad muoversi in fretta a suon di bastonate sulla testa metallica. Una scena ridicola, che strappò comunque un sorriso al Celebrante che quasi d'istinto comprese un'altra cosa: la spada aveva donato il suo potere alla donna, che ancora di fatto non aveva mai parlato col suo superiore, ma aveva conosciuto Sigmund senza sapere che si trattasse della stessa persona.

    Brava, ragazza. Ben fatto.

    Quello spettacolo era piuttosto singolare, ma nel momento in cui la runa nera scomparve l'energia dell'elfo oscuro prese ad aumentare vertiginosamente e quello che ne seguì subito dopo poteva essere quanto di più eroico poteva essere ricordato nei libri di storia... o quanto di più ridicolo.

    :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur: :valmhur:



    Valmhur si era moltiplicato, e tutti i suoi cloni presero a eseguire piroette sul drago meccanico mentre Astra si lanciava nel campo di battaglia per evocare una muraglia di ametista a protezione della città. Bart rischiava di farsi seriamente male, essendo il più vicino al nemico, mentre Amaterasu era distante e rischiava di non farcela neanche ad alzarsi mentre osservava attonito quello che stava accadendo. I dodici folletti bianchi saltarono tutti insieme, piroettando e facendo salti mortali, per poi convergere dietro il drago meccanico mentre un'aura argentata si materializzava attorno ai loro piedi... e tutti e dodici rifilarono un calcione al fondoschiena dell'automa, che prese velocità e andò ad impattare direttamente nel terreno a pochi passi dall'Araldo del Sud.

    Il Celebrante si lanciò a tutta velocità verso la barriera eretta da Astra; la ragazza aveva ricevuto un maggior potere dalla spada, ma l'esplosione che sarebbe arrivata di lì ad un attimo, se fosse stata della stessa portata delle precedenti, l'avrebbe spazzata via come un muro di carta. Il suo cosmo ruggì ed esplose, evocato alla sua massima intensità direttamente dall'Orsa Maggiore e lo fece confluire direttamente nell'ametista, fondendo il suo cosmo con quello di Astra come aveva fatto in precedenza con gli altri due guerrieri. Udì - forse nella sua mente, forse no - ma lui stesso in seguito non avrebbe saputo dire se il nemico le avesse pronunciate, parole di supplica a Genlon e Dragmor, con il risultato che la sua determinazione ne fu più che raddoppiata. Quasi senza riflettere, urlò contro l'essere che stava pur di eliminarli aveva deciso di distruggersi.

    I TUOI PADRONI NON POSSONO AIUTARTI, MOSTRO!!! RAGGIUNGI GENLON, VEDRAI CHE ANCHE DRAGMOR NON TARDERA' AD ARRIVARE... NEL FRATTEMPO RISERVAGLI UN POSTO ALL'INFERNO!!!

    E ancora una volta fu luce, l'esplosione arrivò e andò ad impattare contro le difese Asgardiane. Siegfried percepì che la forza era leggermente inferiore ai precedenti attacchi, ma comunque superiore al suo cosmo. Non aveva importanza se lui avesse perso la vita, sarebbe stato sufficiente che l'attacco finale ne risultasse smorzato abbastanza da permettere alle mura di Asgard di rimanere in piedi. Il Celebrante stava cercando di sostenere il più possibile la difesa della guerriera, poi l'ametista esplose e lui fu scaraventato in aria. Ebbe solo l'impressione, prima che succedesse, di sentire una voce nota alle sue spalle pronunciare una sola parola.

    ...STUPIDO!!!

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Comincia a risentire della stanchezza nonostante le abilità legate alla stella Alpha; fisicamente non è stato raggiunto da troppi attacchi, trovandosi "al sicuro" nel superAma. L'attacco spirituale è andato a segno, tuttavia il cosmo straordinario gli permette di limitare in qualche modo l'indebolimento.
    STATUS MENTALE - Gli attacchi psicologici e di indebolimento si fanno sentire anche sotto questo aspetto e diventano sempre più consistenti, ma ancora è lontano dal CEDERE AL NEMICO

    RIASSUNTO AZIONI - Eccoci. Semplicemente descrivo quello avviene, e mentre Siegfried si rende conto che sta per verificarsi l'ennesima esplosione, decide di non andare troppo per il sottile e rinforzare l'ametista di Astra con il cosmo a tutta potenza. Il drago viene scagliato davanti ad Ama in modo tale che possa sfruttarlo come riparo dalla botta. A sentire nominare ANCORA quei due piantagrane di Genlon e Dragmor, Sieg si incavola e aumenta la propria determinazione a non darla vinta all'avversario. E alla fine Valmhur lo insulta, tanto per gradire.

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    TECNICHE


    Dragon's Twin Hammer: Concentrando il cosmo in una o entrambe le mani, il Cavaliere del Nord colpisce con l'immensa forza racchiusa nel suo pugno un punto qualsiasi del terreno o dell'aria intorno a sè, generando una spaventosa onda d'urto esplosiva che andrà a travolgere qualsiasi cosa si trovi all'interno del proprio raggio d'azione e senza dispersione di energia con l'aumentare della distanza percorsa (entro il raggio d'azione consentito dall'energia del Cavaliere). Nel caso di eventuali avversari presenti nella "scia di devastazione" rilasciata dal colpo, essi si ritroveranno a subire danni da impatto e da deflagrazione che saranno influenzati dal divario cosmico tra i due guerrieri; in caso di impatto diretto con il pugno del Cavaliere, i danni effettivi saranno chiaramente più consistenti a causa della generazione dell'onda d'urto direttamente nel corpo dell'avversario.



     
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    Andò a terra. Non sentiva più nulla. Il dolore, le ferite, il sangue, la stanchezza. Solo il suo cuore, debolmente, ancora batteva.
    La sua Royalty si sciolse; quella crisalide in cui si era avvolto per battere i nemici della terra ora lasciava intravedere il prezzo che aveva dovuto pagare e sopportare in onore dello Scopo.
    Cadde di forza sulle gambe, il mento al petto e gli occhi socchiusi.
    Era così difficile respirare.
    Poi vide il mondo al rovescio. Non sentì nemmeno la terra accoglierla.
    Vide gli eroi lanciare i loro attacchi, vide la vittoria a portata di mano e tanto bastava.
    Non serviva essere i protagonisti, non serviva essere imbattibili; serviva essere utili.
    Non era mai stata un eroina, né tanto meno cercava di esserlo.
    La spada era un oggetto. Lei la de sempre, dal momento della sua creazione lo era stata. Altre mani erano state migliore, altre mani sono migliori. Lo saranno.
    Non ora forse, non adesso, ma altre mani diverranno ancora più splendenti.

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    « Vengo da te...»



    Si; doveva andare.
    Adesso voleva solo dormire. Voleva andare. Ma cos'era quell'ombra enorme che vide davanti a sé?
    Era tutto cacofonia.
    Urla, sangue, budella,cosmi che si intrecciavano gli uni sugli altri. Cosmi che ribollivano accrescendo la loro forza ai livelli di universi che nascevano.

    Sarebbe stato uno spettacolo grandioso da vedere. Sarebbe stata una melodia unica su cui poter danzare. Un peccato.
    Ma sorrise ugualmente perché c'era speranza. Potevano vincere. Forse Bartolomeo avrebbe ugualmente portato avanti quest'utopia che stava divenendo realtà.
    Da un sussurro, da rugiada che si scioglieva al Sole, ecco che stavano costruendo un quid.
    Ancora non si poteva dire dove e come ma ora lo potevano dire senza doversi nascondere.
    Era possibile combattere uniti. Un Araldo lo aveva dimostrato. Ma sopratutto un uomo.
    Quegli uomini sulle mura, le razze di Asgard, il Celebrante ognuno di loro in egual modo aveva dimostrato questa Realtà. Cementata col sangue e la loro coscienza.
    Non c'era altro che fare che dirgli grazie.
    Peccato non poterlo fare di persona.
    Sentì la sua anima lasciare queste aule per altre.
    Era come passare da una porta che dava su altre stanze.
    A volte le aveva intraviste. A volte si era soffermato a pensare credendo di vedere, di scorgere, frammenti di un passato.
    Come una luna che si specchiava sull'acqua. Ma spaeva che i vivi e i morti non potevano avere contatti perché così era stato deciso, così la Legge e la Realtà mantenevano la loro sostanza e integrità.
    Ma oggi anche lei moriva.
    Lei faceva parte non più di questo mondo ma dell'altro.

    E si presentò da suo fratello ballando.
    Da una parte era anche felice. Perché' I perché rimanevano celati, come tesori, nel fondo della sua anima.
    Chissà...forse era il momento di lasciare andare la spada e di dare ad altri le responsabilità...il momento nella morte di poter riavere la sua scaglia più preziosa; perduta in un tempo ormai dimenticato.
    E quando fu davanti a Chernobog ballò. Portò la Creazione lì dove vi eral a Fine; il boato della melodia nel silenzio del ricordo.
    Il Re e l'Imperatrice di nuovo davanti.
    Il Martello fatto di spirito e oscurità ai piedi del Dio Nero. La Legge di un Giudice. L'arma del Boia.
    Lo vide sul suo trono e ridette di gusto.
    Inguaribile ottimista? Oppure era così che Amaterasu, anche morendo, rimaneva fedele a se stesso e allo scopo per cui era stato creato.
    Il silenzio della fine di contro al boato della Creazione e dell'Inizio. Di nuovo uniti.





    Quello che successe fu solo di Chernobog e Amaterasu.
    Il suo scopo non era stato adempiuto. La sua spada non era ancora da rinfoderare e posare sopra l'altare del sacrificio.
    Amaterasu tornava di forza e prepotentemente dal mondo della Fine.
    Perché non era ancora la sua di fine.
    Aveva ancora alcune pagine della sua storia da scrivere e riempire.


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    Strinse Kusanagi.
    Sembrò quasi sussurrargli qualcosa. Fu dolce però il ricordo. Dolce poter aver visto che stava bene.
    Fu anche doloroso sapere che non era il suo momento di porre la Fine.
    Intorno solo la distruzione più feroce.
    Un Drago fatto di ferro e ingranaggi. Sentì un sapore acre in bocca. Labbra secche.
    La gola bruciava. Non sentiva né corpo, né la sua mente. Solo quei cosmi che esplodevano espandendosi in ogni dove come a contenere qualcosa.
    E quel poco di cosmo che aveva fu usato per proteggere il drago e se stesso.
    Non sarebbe servito...ma non fare nulla era ancora peggio.
    E con quel poco di cosmo che ancora aveva lasciò defluirlo nella spada e intorno a lei per difendersi.






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccia distrutte. Crepe sulla parte alta del pettorale
    Crepe sulla parte sinistra e destra del pettorale e sulle gambe.

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Affaticamento dato dal miasma(turno 3)
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.
    Braccio sinistro spezzato. Orecchie distrutte. Alcune costole spezzate.
    Feriti medio alte su buona parte del corpo.
    danno alto su mente e spirito che va ad aggravare la situazione data dal miasma precedente.


    TECNICHE UTILIZZATE:

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.


    Hiken - Tsubame Gaeshi - La spada che taglia una rondine ~ Questa tecnica era di Airone. O Meti. Un altra pretendente per far si che Amaterasu si svegliasse dal suo lungo sonno. Nel momento in cui Draka riesce finalmente a fare suo il taglio perfetto, nel momento in cui diventa simulacro e risveglia Amaterasu, questa tecnica la fa sua.
    L'Araldo della Creazione ringrazia i due a suo modo: lasciando il corpo di Draka, facendo sua la tecnica di Meti. In modo tale che entrambi continuassero ad essere nella Creazione che non ha mai fine.
    Questa tecnica si dice che sia in grado di abbattere una rondine a mezz'aria.
    Amaterasu, espande il suo cosmo fino al limite della sua energia, facendo fluire in essa la Forza della Creazione e dello Spirito. Si pone con la punta della spada verso l'alto e la lama rivolta all'indietro; la guardia, del tutto particolare, è effettuata con la mano destra che impugna al contrario. Una guardia che permette la famosa tecnica caratterizzata da una repentina variazione di direzione durante il taglio, in realtà doppio, come il rapido cambio di direzione di una rondine. Il primo colpo arriva all'avversario con una velocità travolgente, creando un arco circolare in orizzontale per circondarlo. Ma il secondo colpo verticale, leggermente più lento, ha lo scopo di bloccare la fuga dall'alto e il terzo colpo verticale per impedire di fuggire di lato, travolgendo completamente l'avversario.
    Tre tagli. Un unico fendente. Per non lasciare scampo alcuno.
    Questa è la tecnica con cui Amaterasu ha riaperto i suoi occhi in questo mondo. è la sua essenza.
    È una tecnica che Sfida Dio
    Un taglio per far sanguinare Dio.
    Un fendente. Molteplici.
    Perchè chi affermava e agiva diventava Dio.
    Chi non pensava alla sua azione ma la poneva in essere poteva far sanguinare un Dio.
    E questa tecnica è l'assoluto taglio di Amaterasu. Un taglio con la mente sgombra dai pensieri, col cuore limpido, agire e pensare che si fanno essenza. Un taglio che diventa che porta alla molteplicità. Un modo per riconoscere molteplici possibilità. Un singolo atto che è anche concluso; una spada infinita che dà vita e morte allo stesso tempo, rendendo trasparente la propria esistenza fino agli estremi, finché non rimane più nulla che il taglio.
    Questo è Tsubame Gaeshi di Amaterasu. Una spada che crea un futuro a cui nemmeno gli dei possono sfuggire.
    {Spirito + Cosmo Straordinario + Spada}

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.

    Non ho più nulla per potermi difendere quindi anche la forma robottone si scioglie.
    Il drago robotico mi protegge anche perchè Amaterasu non è più in condizione di fare nulla; ma ritornando cosciente, svegliato anche dalle forze in campo e dai cosmi che sono al loro massimo e al loro massimo sforzo, lascio fluire in kusanagi e nel drago un pò di cosmo per cercare di difendermi un minimo. ma spero più negli altri che ama è in fuorigioco totale.
    Mi scuso per il post un pò meh ma ho avuto una settimana di m...
     
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    E adesso tornatene da dove sei venuto!

    La voce di Bartolomeo rimbombò per tutta la vallata, tanta era la soddisfazione di aver finalmente ferito gravemente un avversario che poteva vedere e afferrare. Avevano passato tutto il tempo di quella battaglia a combattere contro nessuno in particolare, perché si erano accorti di essere caduti in una subdola ma potente illusione. Riuscire a percepire un nemico fisicamente, avere un obiettivo tangibile, l’avevano reso una furia concentrata solo sulla distruzione altrui.
    I tre Cavalieri avevano nuovamente combinato le loro forze, e il Toro dorato era stato la ciliegina sulla torta di quel loro ultimo, sofferto ma sentito slancio di dolore e cosmo. Amaterasu era andato probabilmente ben oltre i suoi limiti, mettendo in gioco la sua stessa vita, e anche il Celebrante aveva dato fondo a tutte le sue risorse insieme a quelle di Asgard per giocarsi al meglio quella partita mortale. Bart, dal canto suo, aveva agito come sempre: a testa bassa e senza mai risparmiarsi. Non faceva mai nessuna eccezione, e non si sarebbe certo tirato indietro in quella lotta all’ultimo sangue per la difesa degli amici e alleati del nord.
    Aveva, quindi, lasciato la sicurezza garantita dai suoi compagni di battaglia per scagliarsi da solo contro il loro reale nemico. Il Gran Sacerdote era sicuramente quello con più energie, e con più possibilità di resistere a uno scontro ravvicinato. Ed era partito senza esitazione, con lo scopo di porre fine a quello scontro con quell’ultimo affondo irresistibilmente travolgente.

    Vieni qua.

    Il corno della sua divina Armatura aveva penetrato le difese dell’Elfo Oscuro come un coltello nel burro, incontrando una resistenza alquanto blanda. Il gigante buono si sarebbe aspettato molto di più da quell’ultimo incontro con il nemico, ma la sua traiettoria dritta e travolgente aveva immediatamente colto nel segno. Il corpo dell’avversario fu letteralmente devastato dall’impatto, e Bart colse l’occasione dell’estrema vicinanza – finalmente! – per non lasciarsi scappare il suo agognato obiettivo. Mantenne i muscoli del collo tesi fino allo spasmo, cercando di muovere l’Elfo verso la presa delle sue possenti braccia dorate.

    Oh oh, questa non me l’aspettavo...

    Bart, dannazione, non c’è proprio nulla da ridere. Infatti, mentre il Toro cercava di abbrancare il suo odiato torero, un movimento dell’abominio lo spiazzò completamente. Non era solamente il Gran Sacerdote a volerlo chiudere nella sua morsa, ma anche l’altro sembrava quasi supplicare per mantenere il gigante accanto a se. Le mani del nemico andarono ad agguantare il corno dorato dell’Armatura, non permettendo al suo proprietario di muoversi liberamente. I due cominciarono a cadere immersi in un momento d’inspiegabile stasi, come se si muovessero a rallentatore durante la scena di un film.
    Ma non c’era tempo per contemplare lo scorrere lento di quei momenti, quando è la morte a bussare alla porta.
    Bartolomeo ringhiò a denti stretti, ma non per la rabbia, bensì per la frenesia di una battaglia che stava volgendo nella direzione che lui aveva sempre voluto. Certo, essere letteralmente a un passo di distanza da una bomba che stava per esplodere non è sicuramente il massimo, ma andate voi a capire i contorti pensieri di quel pazzo di Gran Sacerdote.

    GRRRAAARRR!

    E, quindi, ringhiò ancora. Ringhiò, ma con un sorriso ferino stampato sul volto, come un folle che corre incontro alla morte. Ma non dobbiamo sottovalutare il Custode della Seconda Casa, perché doveva ancora trovare qualcuno in grado di ridurlo alla completa inutilità. E quell’Elfo Oscuro non sarebbe stato il primo a rappresentare l’eccezione alla regola, almeno finché Bart avesse avuto fiato in corpo.
    Il gigante avrebbe spinto con tutta la sua forza straordinaria con entrambe le mani e le braccia dalla parte opposta a quella del corpo nemico, utilizzando lo stesso avversario come punto di appoggio per il suo movimento. I muscoli delle spalle e degli arti superiori si sarebbero tesi anch’essi allo spasmo, generando una pura potenza fisica che avrebbe potuto facilmente piegare qualsiasi materiale, anche il più resistente. Il corno della sua Armatura cominciò a smuoversi, mentre l’Elfo continuava a gonfiarsi di energia, pronto a esplodere.

    Spero non scoppierai come un palloncino appena smetto di infilzarti con le mie corna, vero?

    Avere la forza di fare battute di quel genere in un momento simile era un vero e proprio talento, questo gli andava riconosciuto. Incurante dell’imminente pericolo, però, il Gran Sacerdote continuò a spingere e spingere ancora, finché non riuscì a darsi uno slancio in aria con tutto il corpo in modo da permettergli di puntare anche gambe e piedi contro l’avversario. Sfruttando quell’ulteriore forza, il Toro riuscì finalmente a liberare le sue corna, lanciandosi all’indietro per guadagnare qualche metro prezioso di spazio tra lui e l’imminente deflagrazione.

    Ahia.

    Parlò ancora prima che succedesse, ma sapeva benissimo che cosa stava accadendo. E, infatti, accadde. Esatto, l’abominio esplose come un palloncino gonfiato oltre il suo limite massimo, generando una potenza travolgente e soverchiante. In quel primo istante, Bartolomeo riuscì a capire ben poco, ma la sua percezione cosmica gli suggerì che quell’ultimo attacco avversario non era molto distante dal suo stesso potere delle stelle. Era solo un passo più in là, ma non così irraggiungibile come prima. Il Toro cercò di muoversi immediatamente, ma la prima ondata lo investì in pieno. Cercò di posizionare gambe e braccia di fronte a lui, in posizione rannicchiata, così da ridurre al minimo la superficie d’impatto – anche se il Gran Sacerdote rimaneva comunque una figura enorme – e frapporre l’Armatura tra l’esplosione e la sua stessa carne.

    AAARGH!

    Questa volta era un vero grido di dolore, perché l’energia lo aveva raggiunto. La Cloth della Seconda Casa stridette, bersagliata da qualcosa che avrebbe potuto davvero danneggiarla. Un dolore acuto si propagò in ogni cellula del corpo di Bartolomeo, una sofferenza quasi insopportabile, che però durò solo un brevissimo istante.

    jpg

    Oh oh.

    Il nostro caro gigante buono aveva riso di nuovo? Sì, perché quello scontro non smetteva di sorprendere il suo instancabile spirito combattivo. Il Gran Sacerdote aveva già messo in conto di dover dar fondo a tutta la sua resistenza straordinaria per non lasciare prematuramente il mondo dei vivi, ma sembrava proprio che non ce ne fosse ancora bisogno. Percepì un cosmo sconosciuto, ma sicuramente amico, frapporsi tra lui e l’Elfo Oscuro, con l’evidente scopo di schermare tutto e tutti dall’esplosione mortale cui stavano assistendo. Uno strano minerale viola cominciò ad avvolgere il nemico come se volesse imprigionarlo per sempre in un costrutto stratificato e inviolabile. Immerso in quell’estrema concitazione e soverchiato dal rumore della deflagrazione, non riuscì a capire con i normali sensi da dove fosse arrivato quell’aiuto, ma era piacevolmente chiaro come il sole che fosse tanto tempestivo quanto a loro favore. Una vera manna dal cielo, insomma, che non poteva assolutamente essere sprecata.
    Quell’intervento così tempestivo, da solo, non sarebbe sicuramente stato risolutivo, ma permise a Bartolomeo di guadagnare quella frazione d’istante in più per supportare nuovamente la difesa di Asgard. Il suo corpo, sovraccaricato dalle ferite fisiche, spirituali e mentali, ribolliva letteralmente per la furia e la determinazione, mentre il potere delle stelle fluiva in ogni dove cercando di strabordare come un fiume in piena.

    jpg

    Spalancò braccia e gambe per fare attrito e fermarsi a mezz’aria, per poi richiamare il suo incredibile cosmo straordinario. Percepì Siegfried unirsi a quell’ultimo accorato tentativo di protezione, e sperò che Amaterasu si fosse riparato dietro di loro per non commettere un ultimo fatale atto di estremo eroismo. Sentì un barlume di vivido potere provenire dall’Araldo, ma lo percepì abbastanza lontano da non trovarsi vicino all’epicentro dell’esplosione – o almeno così sperava davvero.
    Dovevano vincere, quello era certamente il loro obiettivo principale, ma dovevano anche sopravvivere. Poter raccontare quella loro incredibile impresa era altrettanto importante, perché non sarebbe stata una vera vittoria se fossero rimasti irrimediabilmente decimati.
    Il cosmo del Toro si amalgamò a quello del minerale viola, cui si unì anche quello del Celebrante per creare una difesa mai vista prima di allora. Le proprietà di quella peculiare pietra supportata dallo straordinario e sconfinato potere delle stelle, crearono una protezione che probabilmente persino un Dio avrebbe faticato a superare.

    Ops...

    E la fatica lo colse, come se si fosse nascosta fino a un momento prima per poi rivelarsi tutta d’un tratto. “E finalmente!”, avrebbero potuto dire i suoi avversari se fossero ancora in vita. Lui non si fece assolutamente cogliere dal panico, e la accolse come se fosse una vecchia amica che veniva a trovarlo dopo molto tempo. Il dispendio di energie era stato letteralmente sovrumano, tanto da mettere in seria difficoltà anche l’inesauribile Baluardo di Atena. Quell’ultimo sforzo per sfuggire a una morte inevitabile e per infondere il suo potere ancora una volta in difesa si Asgard, erano stati la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Un vaso che non era ancora traboccato del tutto, ma che sicuramente stava ondeggiando, rischiando di cadere e rompersi.
    Così Bartolomeo cominciò a precipitare al suolo, cercando di raccogliere le ultime forze per rimanere cosciente e fare da testimone a quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Non poteva cedere proprio in quel momento, e mai lo avrebbe fatto, ma lo sforzo per non lasciarsi andare all’oblio fu così forte da renderlo persino inebriato da tutta quella violenza, sorridendo ancora una volta di fronte all’estremo pericolo. Un sorriso isterico mentre cadeva, ma pieno di orgoglio per i suoi amici Cavalieri e tutta Asgard che aveva combattuto con lui.
    Tutto ciò era qualcosa di davvero speciale.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Prima con le braccia e poi con le gambe, faccio forza sul corpo dell’Elfo Oscuro per allontanarmi quanto basta da lui e non rimanerci secco quando parte l’esplosione [Riposizionamento]. Mi becco la prima parte della deflagrazione perché sono troppo vicino, ma per fortuna arriva l’Ametista di Astra che mi da quell’istante in più per salvare capra e cavoli. Quindi, insieme a Sieg, infondiamo la difesa minerale con i nostri cosmi iiincredibbbili per fare una combo nera (Astra con boost) + nera (Sieg) + suprema (Bart) – che non è affatto male, eh, contro una Suprema che questa volta ha un solo “+” xD Quest’ultimo sforzo, comunque, mette a durissima prova la super resistenza/cosmo/forza di Bart, che comincia a sentire le batterie scaricarsi quasi completamente. Lascio la questione delle conseguenze dettagliate ancora in sospeso in attesa del post di Him, ma è chiaro che ce l’abbiamo messa tutta per far diventare il nostro caro Elfo Oscuro un bel soprammobile stile palla di neve da esporre al Palazzo Reale di Asgard :mke:


    Condizioni:
    Siamo messi molto male :asd:


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - ALTRI

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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS

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    L'ametista aggredisce la carne. Dietro alle mura tutti gli sguardi sono puntati al cielo, inondati di orrore alla vista di quello spettacolo rivoltante.
    Qualcuno urla, ma per lo più dilaga il silenzio. Un silenzio atterrito.
    Malgrado la loro tempra straordinaria, le donne e gli uomini del Nord non possono che osservare impotenti mentre una sciagura dopo l'altra si abbatte sulla loro casa. Quella non è più guerra. Non è una lotta per la sopravvivenza.
    In momenti come questo, così come avvenne in passato, il cuore di pochi deve farsi carico della paura e delle speranze di molti.

    I cristalli della giovane Megrez si tingono di riflessi mai visti, nutrendosi del cosmo dei compagni. Strato dopo strato l'ametista cresce e viene divorato in quella che ormai è una piccola luna di materiale organico abbastanza grande da proiettare un'ombra minacciosa su Asgard.
    Scariche di energia scarlatta corrono in tutte le direzioni, frantumando immense lastre di ametista, permettendo alla folle divisione cellulare di farsi spazio tra le scanalature della barriera, avvicinandosi sempre più al punto critico in cui tutto quel potere non potrà più essere contenuto dalla materia.

    Potete solo continuare a sperare. Dare fondo alle vostre forze. Resistere. Pregare, se ne avete la possibilità.
    Poi arriva quel momento, la realizzazione che secoli, millenni di sforzi e battaglie e sacrifici potrebbero essere vanificati in un solo istante.
    L'ametista resiste, ma non può fare in tempo a ricoprire l'interezza della massa corrotta. Il vostro potere combinato non riesce a star dietro a una natura che non conosce più alcuna regola, l'opera che ha aggirato perfino l'ordine impartito da Gea sulla Vita tutta.

    È come se il tempo si stesse fermando.
    Tutto rallenta, anche le folate di vento causate dalla rapidissima espansione massiva.
    La tensione trasforma quel fenomeno tanto insolito in una lunga agonia, quasi a permettervi di comprendere meglio la vostra fine.
    Oppure no? La sensazione che avvertite è straniante, ma netta, perfino mentre i vostri corpi tentano di sostenere lo sforzo.
    La Corruzione esplosa dal corpo dell'elfo si è fermata.

    Proprio mentre realizzate che non vi resta più nulla da dare per quella battaglia, le Catacombe di Ametista si richiudono sulla massa corrotta, sigillandola. Appena in tempo.
    Una luce accecante si diffonde dall'interno delle barriere cristalline e l'intera struttura collassa verso l'interno, implodendo fragorosamente.
    Davanti ai vostri occhi, l'ametista polverizzato cade lentamente verso il basso, disintegrandosi prima di raggiungere il suolo.
    Un altro corpo cade molto più velocemente. Si schianta poco lontano con un tonfo attutito.

    CluiiEH

    È ancora vivo, sempre che si possa parlare di "vita" nel suo caso. Quel poco che resta del corpo dell'elfo si sta rapidamente trasformando in cenere. In qualche modo è cosciente. Consapevole. Vi sente mentre vi avvicinate. Non può nemmeno guardarvi. Non ha più occhi... eppure un rantolo esce dalle sue labbra.

    ahhh

    ahhhh ahhhhhhhhh ahhhhhhhhhhh


    Il rantolo diventa una lenta risata di scherno. Le poche fibre muscolari rimaste si contraggono in modo spasmodico, spingendo l'aria fuori dalla gola. Uno sforzo che potrebbe uccidere chiunque, un atto consapevole perpetrato per puro disprezzo nonostante tutto.

    ahhh aaaaa-

    ave... avete

    perso


    Il corpo martoriato - o ciò che ne resta - si inarca. Perfino i capelli evaporano come filamenti di ghiaccio gettati nel fuoco.
    L'elfo senza nome, che da solo ha rivaleggiato contro il potere del Celebrante, del Grande Sacerdote e dell'Araldo della Creazione, non emette più suono. I suoi polmoni si sono sbriciolati. Il suo cuore è polvere. Un pensiero, affilato come una lama e sporco del veleno di Ponto attraversa la vostra mente, trafiggendola con fredda consapevolezza.

    io sono solo uno
    tra molti

    ASGARD CADRÀ



    6vgdAlI



    Note Master:

    Per quanto sembriate destinati a fallire, qualcosa vi permette di prevalere sull'energia corrotta e quindi sigillarla prima che esploda. Battaglia vinta, yeeeeee.

    Il vostro nemico, però, muore dandovi brutte notizie: non è finita proprio per nulla. Lui era uno di chissà quanti discepoli di Genlon e Dragmor. Probabilmente quel modo unico di impiegare l'energia corrotta tramite una versione perversa della magia runica viene proprio dagli insegnamenti dell'ex Celebrante (Sieg può raggiungere facilmente questa conclusione se si pone il problema).
    Inoltre, il fatto che l'attacco ad Asgard sia contemporaneo al rituale per forzare un accesso a Helheim è molto sospetto, perché probabilmente volevano distrarvi quel tanto che bastava per fare i loro comodi senza essere disturbati. Solo per fortuna nostra e sfortuna loro c'era Astra nei paraggi :zizi:

    Vi chiedo di concludere come desiderate, ma tenendo ben presente che Asgard (palese obiettivo della corruzione) al momento è sguarnita e necessita difensori capaci che aiutino i God Warriors.

    Per quest'ultima volta vi regalo un limite di postaggio di 2 settimane, dopodiché voi avrete finito ma arriverà il post conclusivo.


     
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    La muraglia di ametista si innalzò verso il cielo, traendo nutrimento dal cosmo del Celebrante. Fu un attimo, e l'impennata divenne ancora maggiore quando i riflessi dorati del cosmo del Gran Sacerdote arrivarono a permeare i cristalli viola... il muro poteva, DOVEVA reggere. Ma per quanto i tre cosmi uniti stessero ancora tenendo testa all'enorme esplosione corrotta, forse per la stanchezza, forse perchè i guerrieri non erano stati abbastanza veloci, per pochi istanti tutto sembrò comunque perduto: ma la fine non arrivava. Ad arrivare fu qualcos'altro, che in quel caleidoscopio di forze cosmiche sarebbe potuto risaltare in primo piano e che invece fece da sfondo. Già in precedenza Siegfried l'aveva sentita, era quella stessa influenza che aveva spezzato l'equilibrio e spazzato via il mostro alato, facendo rivelare l'elfo oscuro al di fuori della sua "bolla" temporale.

    L'ametista si espanse al punto da raggiungere il nemico e chiuderlo in una gabbia, come sarebbe stato per la leggendaria Teca Viola che in passato aveva fatto tante vittime, imprigionando la deformità che era divenuta il loro avversario e implodendo su se stessa, fermando ogni possibile distruzione. Poi iniziò a nevicare.

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    L'illusione durò pochi momenti, poi il cavaliere sollevò lo sguardo; non c'erano nuvole nel cielo di Nord, e quella che sembrava neve acquistò sfumature violacee quando la luce l'attraversava: era polvere di ametista, ciò che rimaneva delle catacombe che avevano bloccato la distruzione. La polvere cadeva lenta, ed ebbe lo stesso effetto della neve che scendeva pacata alla fine di una tempesta, lenire la sofferenza e placare i cuori di chi quella tempesta l'aveva attraversata. Poi qualcosa precipitò al suolo, e non era difficile immaginare di cosa si dovesse trattare. Una improvvisa sensazione di peso sulla schiena riscosse il Celebrante da quei pensieri: Valmhur era tornata nel suo fodero e FORSE per quel giorno i guai erano davvero terminati.

    L'uomo si avviò a passo lento verso il corpo caduto, finchè non vide ciò che ne restava. La massa inerte era poco più dell'ombra di un cadavere in decomposizione, che ancora sembrava volerli sbeffeggiare con quel rantolo che forse voleva essere una risata; invece la creatura cercava di emettere una sentenza.

    Ahhh aaaaa- ave... avete perso!!!

    Siegfried strinse il pugno, mentre la figura si riduceva in polvere davanti ai suoi occhi e a quelli dei suoi compagni, dai capelli fino al resto delle nere membra. Poi un'altra voce raggiunse la sua mente, forse l'ultimo bagliore di forza del mostro.

    Io sono solo uno tra molti. ASGARD CADRÀ.

    Poi fu tutto finito, mentre il Celebrante mormorava una risposta che non avrebbe mai raggiunto il nemico, ma che già sapeva essere presente nel cuore della sua gente.

    Non finchè ci sarà il suo popolo per impedirlo.

    Ci sarebbero state molte altre parole da pronunciare, ma quello era il momento di capire. Avevano ricevuto un aiuto dall'esterno, forse da qualcuno degli dèi. Odino, forse? Oppure era successo qualcos'altro, magari in uno dei mondi? Con la coda dell'occhio notò Astra che inchiodava ancora lo sguardo verso il punto in cui il mostro era ormai scomparso: forse la missione in cui era stata coinvolta aveva qualche retroscena he poteva spiegare tutto, e senza dubbio lei gliene avrebbe parlato, forse anche subito. Nel frattempo lui si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla sinistra.

    Ben fatto, giovane Astra. Probabilmente oggi, senza di te, Asgard sarebbe caduta. La tua famiglia e il tuo mentore sarebbero fieri di te.

    Una familiare vibrazione accompagnò una voce nella sua - e probabilmente anche in quella degli altri - mente.

    Ah! Senza di lei? Senza di ME, vorrai dire! Voi STUPIDI sapete solo causare guai, no riuscireste a difendervi nemmeno da uno STUPIDO moscerino! STUPIDI!!!

    Siegfried scosse la testa, sorridendo. L'universo sarebbe finito, prima o poi, e quella maledetta spada sarebbe stata lì ad assistere alla scena e ad insultare anche il vuoto cosmico che ne sarebbe derivato.

    Poi espresse ad alta voce il suo pensiero verso le ultime parole del nemico:

    Dunque è successo ancora. Avevo già visto qualcosa di simile al tempo dell'Armageddon: l'elfo oscuro Genlon aveva impiegato la propria magia oscura combinandola all'energia della Corruzione, ma fu in quella stessa battaglia che ne risultò distrutto, ne fui io stesso la causa... ma a quanto sembra è riuscito a lasciare la sua eredità, o c'era qualche altro drow abbastanza intelligente da riuscire lui stesso a ripetere l'impresa.

    Si sentiva sfinito, ma le gambe lo reggevano ancora. Inspirò a fondo.

    Ma a quanto pare, una parte del loro piano è venuta fuori: il loro obiettivo, per qualche ragione, siamo noi. Non permetterò che Asgard cada, non finchè sarò vivo.

    Stava già pensando che avrebbe dovuto riunirsi con i capiclan dei Nani e degli Elfi. E forse avrebbe dovuto informare anche quegli alleati che stavolta non erano intervenuti, per metterli in guardia: dopotutto anche Atlantide era tornata sui propri passi, ed era tornata ad essere una alleata del Nord. Quanto ai Cavalieri Neri, rimanevano sempre un'incognita; ma nonostante le distanze o le barriere, quel problema era di tutti i popoli di tutti i mondi, e forse Asgard era l'unico punto di raccordo: magari era proprio per quello, che erano diventati un bersaglio.

    L'esercito di Asgard fortunatamente questa volta non ha subìto molte perdite, in termini di vite umane, e per questo devo ringraziare l'intervento del Gran Sacerdote e dell'Araldo del Sud. Tuttavia, quella di oggi è stata solo una battaglia: la guerra è ben lontana dall'essere vinta, e fino ad allora ce ne saranno altre. Le difese dovranno essere ricostituite il prima possibile, e che in futuro gli dèi siano dalla nostra parte.

    Già, gli dèi. Che cosa poteva aspettarsi da loro? Forse si sarebbero manifestati in futuro, combattendo apertamente come accadde nell'Armageddon. O forse no. In loro si poteva solo confidare e sperare, per il momento. Forse anche nelle divinità meno affiliate al bene, chissà... magari una delle risposte era proprio in ciò era accaduto in Helheim.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Comincia a risentire della stanchezza nonostante le abilità legate alla stella Alpha; fisicamente non è stato raggiunto da troppi attacchi, trovandosi "al sicuro" nel superAma. L'attacco spirituale è andato a segno, tuttavia il cosmo straordinario gli permette di limitare in qualche modo l'indebolimento.
    STATUS MENTALE - Gli attacchi psicologici e di indebolimento si fanno sentire anche sotto questo aspetto e diventano sempre più consistenti, ma abbiamo finito? Siete sicuri? Non è che riavvolgono di nuovo?

    RIASSUNTO AZIONI - No comment, pensieri e parole un po' a ruota libera. Il finale del post può sembrare un po' meh, ma il mio serve principalmente per dare un assist a quello che diranno gli altri.

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    ♦ post III ♦ HEL'S BELLS astra ♦ custode di megrez ♦ energia Blu


    Poteva percepirla come se fosse una vera e propria estensione del suo stesso corpo e del suo spirito. L’Ametista aveva raggiunto un livello di potere inimmaginabile, forse dimostrato solamente dall’antichissimo eroe druido che fu determinante nella sconfitta di Ymir. E non era stato solamente merito del supporto fornito dal folletto, che aveva reso Astra molto più potente durante le battute finali di quello scontro, ma anche dell’aiuto diretto fornito dal Celebrante e dal Cavaliere d’Oro. I loro incredibili cosmi si erano amalgamanti con il resistentissimo minerale viola, creando una prigione che sembrava davvero impossibile da scalfire. Ogni granello, ogni atomo di quella tecnica contenitiva era completamente votato al suo scopo ultimo, come se ne andasse della vita di tutti.
    E, in realtà, era proprio così.
    Inizialmente, infatti, il loro attacco combinato sembrava faticare a contrastare il potere soverchiante della Corruzione. Il loro avversario era intento a immolarsi per una causa che solo lui conosceva, ma che aveva come obiettivo l’annientamento di tutta Asgard. Lo scontro violento tra l’esplosione e l’Ametista stava sicuramente giungendo al termine, ma il finale era tutt’altro che scontato. Il limite di tutto e tutti fu sfiorato, poi raggiunto, e il fiume in piena dell’oscuro potere avversario stava per straripare per scrivere la parola fine sulle terre dai ghiacci eterni.

    No, non adesso. Ci siamo quasi, dannazione.

    Sembrava che tutto fosse appena al di là della loro portata. Non di molto, di un nonnulla, ma quanto bastava per non vincere la battaglia. Quelli che potevano essere gli ultimi istanti della loro vita parvero infiniti, fuori dallo spazio e dal tempo. Il momento prima stavano per essere sopraffatti, ma dopo nemmeno un batter di ciglia la situazione si era completamente ribaltata. Quel fiume in piena non riuscì a sfondare gli argini, come se la fonte stessa della sua furia si fosse improvvisamente spenta. L’Ametista resse il colpo e, anzi, riuscì a ricoprire completamente l’Elfo Oscuro. Le Catacombe, così abilmente supportate, avevano compiuto il loro dovere, riscrivendo il destino di Asgard con un finale inaspettato.

    Che Odino sia lodato.

    Quell’esclamazione le uscì dalle labbra in un modo totalmente spontaneo, quasi fosse un riflesso incondizionato. Non avrebbe mai potuto dirlo con certezza, ma qualcosa o qualcuno sembrava averli ulteriormente aiutati. Quel cambio repentino della sorte pareva qualcosa che andava oltre la loro comprensione, ma poco importava. Ce l’avevano fatta. Asgard era salva e almeno quella battaglia era vinta.
    La giovane Megrez tirò un profondo sospiro di sollievo, alzando e abbassando le spalle per tenere a bada la tensione e l’estrema stanchezza che stavano per sopraffarla. Abbassò le braccia lungo il corpo, sgonfiandosi come un palloncino cui è stata sottratta l’aria che lo rendeva stoicamente gonfio. Si guardò attorno per costatare ancora una volta la devastazione provocata da quello scontro, ma soprattutto per rallegrarsi di non aver perso tutto ciò che le era caro.

    Gunther...

    Scandagliò il campo di battaglia per percepire la presenza di Gunther, ma non lo sentiva nelle vicinanze. Ciò significava che era al sicuro e che probabilmente era stato assegnato alla cura dei feriti, viste le sue grandi doti in quel campo dimostrate anche nei confronti di Astra stessa. La ragazza non vedeva l’ora di ricongiungersi con lui, di abbracciarlo forte mentre gli raccontava tutto, anche per confrontarsi su ciò che era accaduto ad Asgard e nell’Helheim.
    Tempo al tempo, perché era arrivato il momento di fare la conta dei danni.
    Il Cavaliere di Delta Uma percepì la sua Ametista infrangersi come un fragile cristallo, liberando il corpo irriconoscibile dell’Elfo Oscuro ormai abbattuto che precipitò al suolo inerme. Con le ultime forze rimaste, Astra si avvicinò al punto dell’impatto, dove si stavano radunando anche gli altri guerrieri. Non riuscì a percepire che cosa il corrotto stesse dicendo con l’ultimo rantolo prima della morte, ma improvvisamente i loro pensieri vennero letteralmente penetrati da parole di minaccia.
    “Asgard cadrà” aveva detto quel maledetto, ma probabilmente non aveva ancora capito quanto erano coriacei, testardi e instancabili gli abitanti di quelle terre. Avevano superato di tutto in passato, e quella nuova minaccia sarebbe stata l’ennesimo fastidio in una vita già piena di sacrifici e sofferenze.
    Giunta in prossimità dei resti quasi completamente evaporati di quel dannato abominio, la giovane Megrez si ricompose come meglio poteva, anche se era pienamente conscia di essere reduce da ben due battaglie. Il suo mantello era sporco di sangue, strappato in più punti, mentre il suo volto era sporco a causa della foga degli scontri. Cercò di pulirsi come poteva, maledicendosi per come si sarebbe presentata di fronte a Cavalieri di quel calibro, si sistemò i capelli dietro le orecchie per dare una parvenza di ordine, e sperò che la sua scintillante e ancora intatta Armatura facesse il resto. Non era il ritratto della perfezione come suo solito, ma i suoi lineamenti, i suoi occhi e il suo innegabile portamento avrebbero fatto il resto. Assunse una posizione dritta, marziale, con un’economia di movimenti degna del miglior soldato. Si unì agli eroi di quel giorno, anche se sapeva di non poterne ancora fare parte a pieno titolo.

    Celebrante, Gran Sacerdote, Araldo del Sud. Quest’oggi dobbiamo a voi la salvezza di Asgard. È un onore per me aver condiviso la stessa battaglia che vi ha visto trionfare. Io sono Astra Megrez, al vostro servizio.

    Un inchino formale accompagnò quelle parole, sia per rispetto ma anche perché non poteva permettersi di sbagliare un solo movimento di fronte a loro.

    jpg

    Aveva scoperto solamente dalle parole del Celebrante di essere al cospetto nientemeno che del Gran Sacerdote di Atena e di uno dei più potenti Araldi di Gea. Il suo cuore aveva saltato un battito per l’emozione, perché non era da tutti assistere e prendere parte a qualcosa di così straordinario. E non era tutto, perché il rappresentate di Odino la premiò ulteriormente complimentandosi con lei di fronte agli altri, proprio in quel momento di solenne vittoria. La sua carnagione sempre pallida come la neve di Asgard si colorò un poco, e per la prima volta nella sua vita benedisse lo sporco che ancora le segnava il volto e che coprì quell’imbarazzo carico di orgoglio. Adorava i complimenti, ma quelli inaspettati riuscivano a volte a penetrare quella sua solita aria di glaciale perfezione.

    Vi ringrazio mio signore. Le vostre parole mi lusingano, ma il mio intervento è stato così efficace grazie soprattutto all’aiuto di Valmhur e al supporto di tutti voi. Da sola non sarei mai riuscita in quest’impresa.

    Anche se l’aveva sicuramente aiutata aumentando temporaneamente il potere del suo cosmo, Astra non poté fare a meno di guardare storto quell’irritante folletto che non accennava nemmeno per un istante a smetterla di chiamare sempre tutti “stupidi”.

    Dannato ma utile folletto...

    Era innegabile, però, che senza il suo supporto probabilmente non ce l’avrebbero mai fatta, ed era stata la scintilla della speranza che li aveva infine salvati. Il cosmo del Celebrante e del Gran Sacerdote, poi, era stato l’asso nella manica giocato al momento giusto, scombinando una partita a carte che sembrava ormai perduta.
    Ma bando ai complimenti, perché c’era ancora molto da condividere e da discutere.
    Non avrebbero certo potuto intavolare un incontro ufficiale, ma era necessario mettere a fattor comune tutto ciò che era accaduto. Non servivano molte parole, ma dovevano scoprire cosa ci fosse dietro quell’attacco senza precedenti alle terre dei ghiacci eterni.

    png

    Celebrante.


    La ragazza fissò il suo sguardo sul Cavaliere di Alpha Uma, così da cercare la sua piena attenzione su quello che stava per dire. Spostò per un momento il peso da una gamba all’altra, come se fosse nervosa, perché effettivamente quello che stava per dire non era certamente una buona notizia.

    Io sono di torno dall’Helheim, il Regno della Dea Hel. La Corruzione ha cercato di penetrare i confini di quel luogo, che si pensavano invalicabili. Almeno fino ad oggi. Il pericolo è scampato, ma abbiamo purtroppo subito qualche perdita. Il nemico è stato annientato, il Regno non è più in pericolo, ma è chiaro che fosse un attacco combinato.

    Quello era ciò che la spaventava di più. Era stato un attacco combinato, come se la Corruzione si stesse facendo sempre più astuta e in grado di carpire il momento esatto di debolezza per agire a colpo sicuro.

    Hanno distolto parte dell’attenzione di Asgard altrove, così da poter assaltare in massa le mura della città mentre noi eravamo impegnati su più fronti. Dobbiamo essere fieri di aver trionfato in entrambe le battaglie, anche se capisco dalle vostre parole che questa non è ancora una vittoria definitiva.

    Avevano tutti sentito ciò che aveva detto l’Elfo Oscuro prima di spirare, e le successive nefaste conferme da parte del Celebrante avevano solidificato quella brutta sensazione d’incompiuto. Avevano vinto le battaglie, ma la guerra era ancora lontana dalla sua conclusione.

    Sono sollevata nel vedere tutti voi sani e salvi, ma concordo che dobbiamo riprenderci, ricostruire e prepararci al peggio. Abbiamo appena visto come un attacco insidioso, ma sicuramente non al massimo del potenziale della Corruzione, abbia quasi piegato definitivamente le nostre ginocchia. Non possiamo permettere di farci trovare impreparati, dobbiamo fare di tutto per diventare una roccaforte inespugnabile.

    Asgard avrebbe dovuto rialzare la testa, anche meglio e più di prima. Alla giovane Megrez fremevano le mani da tanto avrebbe voluto fare tutto e subito, ma era pienamente conscia che non fosse così facile. Avevano certamente le risorse per sopravvivere, ma avrebbero dovuto cercare di andare oltre alla semplice difesa del territorio. Alzò il mento e raddrizzò la schiena, come per dimostrare anche con il corpo quello che stava per dire a parole.

    Il nemico dovrà avere paura di noi. Dovremo diventare così temibili da trasformarci da preda a predatore, e andare a stanarli.

    Si fermò un istante, sia per far depositare le sue parole così ardite, ma anche rendendosi conto di quanto stava dicendo. Lei non era il Celebrante di Odino, e non avrebbe mai voluto risultare anche solo lontanamente irrispettosa verso il suo superiore nonché rappresentante di tutta Asgard. Quindi, fece una breve pausa, chinò il capo come segno di un mezzo inchino, tranquillizzò il fervore del suo spirito e guardò nuovamente tutti i guerrieri presenti. Convinta, sicura, ma sicuramente pronta a fare il suo dovere – qualunque esso fosse – per il bene della sua terra natale.

    Perdonate l’azzardo delle mie parole, ma sono convinta che dobbiamo sfruttare al meglio questa nostra vittoria. Dobbiamo imparare da essa. Non solo per curare le nostre ferite, ma anche per diventare più forti. Asgard può e deve alzare la testa, magari insieme a chi, come noi, vuole debellare l’orribile piaga della Corruzione dalla faccia di questa terra.

    E brava la nostra Astra. Quando aveva una convinzione, la giovane Megrez non le mandava certo a dire. Guardò tutti i presenti per rimarcare ulteriormente le sue ultime parole, cercando di sfruttare la loro incredibile impresa per innescare qualcosa di ancora più straordinario. Non che stesse dicendo qualcosa di così nuovo e innovativo, specialmente in presenza di alcuni dei suoi interlocutori – qualcuno ha forse detto Gran Sacerdote e Araldo del Sud? – ma lo stava sicuramente facendo con fervore e determinazione. E non poteva certo sapere quali altre unioni e alleanze si erano verificate fuori dai territori del nord, perché le notizie faticavano a girare in quel periodo di terrore post apocalittico.
    Quindi, perché non rimarcare anche l’ovvio? Ogni tanto è molto utile farlo. “Repetita iuvant”, dicevano i latini.
    In quel momento il suo sangue nobile si stava facendo sentire fino all’ultima goccia, perché era l’orgoglio dei Megrez a parlare, un orgoglio che avrebbe voluto la loro Casata e tutta Asgard svettare sopra tutto e tutti. Non come tiranni, sia chiaro, ma come eroi. Doveva finire il tempo in cui le terre dai ghiacci eterni venivano considerate solamente qualcosa da guardare con distacco, da lontano. Dovevano tornare a essere rispettati dagli alleati e temuti dai propri nemici. E lo scossone che la Corruzione aveva appena dato loro poteva essere la scintilla per innescare quel cambiamento, con una ripresa tanto necessaria quanto travolgente. Astra sarebbe stata fiera di far parte di quel cambiamento, riportando in auge il nome della sua Casata e onorando il ricordo dei suoi genitori.
    Che Odino li potesse avere in gloria. Tutti loro.

    4qm52ko
    narratoparlato pensato gunther °telepatia°
    Megrez si nasce, non si diventa

    STATUS FISICO♦ Un bel po' ammaccata, ma sempre figa :kuku:
    STATUS MENTALE♦ Tiriamo fuori la testa dalla sabbia :addit: E se non si era ancora capito, lei è una Megrez, eh, ricordatevelo! xD
    STATUS CLOTH♦ Intatta.
    RIASSUNTO AZIONI♦ Mi prendo i meritati complimenti, descrivo brevemente cosa è accaduto nell’Helheim e poi esprimo il mio parere da fan numero uno dei Megrez e di Asgard. Non dimenticate che Astra farebbe di tutto per il suo nome e la sua terra (tutto.), quindi non vi stupite per la cazzimma nelle sue parole e per la sua glaciale volontà di alzare mento e testa sopra tutto e tutti. È una Megrez, cari miei, quindi attenti a come vi approcciate perché potrebbe mordere :kuku: E vi chiedo di scusare la mancanza della sua proverbiale super-perfezione dopo le due battaglie a cui ha partecipato, ma dovrete necessariamente ammettere che è figa comunque xD PS: buona Pasqua a tutti! ^^
    tiu8Ygs

    ABILITÀ
    A m e t i s t a
    I Megrez di Asgard hanno da sempre un legame indissolubile con l’Ametista, che dimora nella Foresta da loro custodita, vicino cui la villa nobiliare della famiglia era stata costruita. Questo quarzo, però, non è semplicemente uno dei minerali più utilizzati per fare i gioielli, ma ha origine dall’Eroe elfico Megrez che aiutò Odino nella lotta contro Ymir. Questo particolare tipo di Ametista, infatti, oltre alle naturali caratteristiche di durezza esponenzialmente potenziate dal cosmo di chi la crea, è in grado di risucchiare la vita di chi ne entra in contatto. Più è la forza con cui ci si oppone a essa e più velocemente l’energia vitale viene sottratta. L’Eroe Megrez, infatti, nei tempi del mito rallentò l’avanzata di Ymir creando dal nulla una foresta di questo incredibile materiale, riuscendo a indebolirlo a tal punto da permettere la riuscita del rituale che lo vincolò.
    Astra ha il dominio su questo elemento, potendolo creare e manipolare a piacimento. Questa abilità le permette di prodigarsi nei più disparati attacchi e nelle più fantasiose difese, utilizzando l’Ametista come fosse un naturale prolungamento del suo corpo. È, inoltre, in grado di creare costrutti grezzi come per esempio: lame, proiettili, lance, scudi, tentacoli.
    Tutti gli attacchi, le difese e le creazioni con questo materiale avranno una resistenza e una forza pari al cosmo stesso della ragazza, e saranno in grado di privare dell’energia vitale chiunque vi entri a contatto. Tale privazione ha come conseguenza l’indebolimento progressivo (più o meno veloce a seconda del divario energetico), sottraendo alla vittima questa energia per tutta la durata di uno scontro, portando infine allo svenimento o alla morte.
    Il Cavaliere di Delta UMA è anche in grado di richiamare e impugnare (nonché mantenere attiva per tutta la durata dello scontro) la Spada di Ametista, composta dallo stesso materiale di cui la guerriera è padrona. Quest’arma, però, ha un’ulteriore e incredibile caratteristica: il fuoco. Il temibile costrutto, infatti, si è caricato di generazione in generazione della forza vitale sottratta ai nemici e manifesta tutta la sua potenza ammantandosi di fiamma viva. Le caratteristiche di questo fuoco sono strettamente correlate al potere cosmico del Cavaliere, che può a piacimento richiamare o spegnere tali fiamme sull’arma, nonché generare fiammate dalla spada stessa.

    S p i r i t i . d e l l a . n a t u r a
    I Megrez, degni discendenti del druido elfico da cui la loro casata prende il nome, hanno custodito per generazioni la Foresta di Ametista, entrando in completa sintonia con gli Spiriti che in essa dimorano. Questo legame è diventato così profondo da permettere al Cavaliere di Delta UMA di sfruttare gli Spiriti stessi della Natura. Non solo all’interno di quella specifica Foresta, ma ovunque voglia. D’altro canto, infatti, senza nemmeno farci più caso, gli esseri umani vivono immersi nella natura. Certo, l’hanno modificata e plasmata, ma essa rimane costantemente tutt’intorno a loro.
    Astra è in grado di controllare queste forze, attingendo al loro sconfinato potere primordiale. Terra, aria, acqua, fuoco (e i loro corrispettivi sotto-elementi) già presenti nell’area di effetto della guerriera saranno a sua completa disposizione, potendo utilizzare o incrementare il loro potenziale offensivo e difensivo. In poche parole, qualsiasi elemento naturale presente nell’area d’influenza del Cavaliere potrà essere controllato e manipolato a suo favore, permettendo di creare attacchi, difese e diversivi insidiosi e imprevedibili.

    S p i r i t o
    Astra Megrez, ultima discendente della famiglia più nobile di Asgard, si aspettava di ottenere una meritata benedizione direttamente da Odino, il Re di tutti gli Dei norreni. Già si pregustava l’onore di essere nominata Campionessa della divinità più importante, forse dimenticandosi che tale onorificenza fosse già stata riservata al Celebrante delle terre dai ghiacci eterni.
    Il destino, beffardo o forse premonitore, decise diversamente per lei, legandola a doppio filo alla Dea della Morte: Hel. Ella era, effettivamente, la divinità che più si accostava ai Megrez, almeno come simbologia, perché la nobile casata di Asgard era da sempre stata associata in qualche modo alla Morte. Nel bene e nel male.
    Divenendo la Campionessa di Hel, Astra ricevette in cambio un prezioso dono e un prezzo da pagare. Il dono fu l’ottenimento di un’incredibile e nuova abilità: Spirito. Il prezzo da pagare fu un costante e irreversibile contatto con il Regno dei Morti, Helheim, che le regalò un’indesiderata consapevolezza sull’Inferno norreno e sulle sofferenze che in esso venivano perpetrate. L’unica cosa che le permise di mantenere la sanità mentale, fu il non percepire in alcun modo la presenza dei suoi genitori in quel luogo di perdizione, ottenendo la ragionevole certezza che fossero stati accolti nel Valhalla o a Fólkvangr, essendo morti combattendo valorosamente (seppur invano) contro la Corruzione.
    Tralasciando gli effetti psicologici di tale situazione, l’abilità Spirito andò a completare perfettamente le sue potenzialità difensive e offensive. Tramite questo potere, infatti, Astra è in grado di interagire con gli spiriti, nonché di creare e manipolare l’energia spirituale, utilizzandola a suo piacimento. Potrà, quindi, difendersi da minacce della medesima natura intangibile e, soprattutto, creare attacchi devastanti che potrebbero risultare non visibili o difficilmente contrastabili da avversari non dotati della medesima abilità.
    Chi viene colpito da questo insidioso potere, infatti, sentirà un dolore terribile sebbene sul corpo non si noterà alcun danno evidente. Come conseguenza, tale dolore indebolirà la volontà della vittima, il suo carattere e la sua determinazione. Venire sopraffatto da questi attacchi significa perdere completamente conoscenza, fino rischiare di morire e perdere il controllo sulla propria anima (only GdR).
    Tale abilità, estremamente versatile, permette anche di distaccare la propria anima dal corpo e operare tramite una proiezione astrale (espediente molto interessante, ma poco utile in combattimento), nonché di trasportare se stessi e gli altri nella dimensione spettrale o bandire sfortunate anime nella dimensione spirituale (vedi tecnica Helheim).
    Ultima caratteristica, e forse una delle più importanti, è che Spirito può agire da solo o essere combinato a piacimento con il cosmo, nonché con tutte le altre abilità e tecniche di Astra (vedi la dicitura “Spirito (opzionale)” nelle tecniche). L’esempio più calzante è la possibilità, tramite Spirito, di rendere l’Ametista non solo in grado di debilitare l’energia vitale (peculiarità già propria del minerale), ma anche di indebolire irrimediabilmente la volontà, il carattere e la determinazione della malcapitata vittima. Oltre al corpo, quindi, anche l’anima dell’avversario può essere danneggiata o intrappolata nell’Ametista, rendendo il minerale viola una delle armi più mortali e insidiose mai viste ad Asgard.


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    Amaterasu era inutile in questo momento di massimo sforzo, di massimo pericolo. Ma aveva dato tutto. E forse anche qualcosa in più. Non poteva che essere preda degli eventi.
    Attendere e sperare.
    Entrambe legate ad un futuro.
    E in esso vi dimorava l'angoscia.
    L’attesa si faceva corpo nello sguardo, dove si stratificavano il timore, l’angoscia, la speranza e talvolta tragicamente il silenzio, perché lo sguardo che attende chiede, con tutto se stesso, di rintracciare nello sguardo dell’altro a cui si rivolge una risposta alla sua attesa.
    Amaterasu guardava i suoi compagni combattere, versare sangue continuando a sperare in loro.
    Continuando a guardarli e a credere nelle loro capacità pur avendo contro un nemico che sembrava invincibile. Ma non poteva far altro che assistere e sperare.
    Come apertura al possibile scardinando l'impossibile.
    Come adesso. Come in questa battaglia. Sperava e tentava di rialzarsi perché voleva combattere ma non sempre la volontà basta. Non sempre tutto è come lo progettavamo; a volte bisognava soltanto lasciarsi spingere dalla corrente e accettare la burrasca come il mare calmo.
    Ma invece di rimanere fermo, a guardare, in attesa di chissà quale miracolo, anche adesso tentava di dare qualcosa; di fare qualcosa.
    Essere nelle Mani Di Dio non era mai stata una possibilità da prendere in considerazione. Da quando aveva aperto i suoi occhi combattè seguendo se stessa e il suo pensiero.
    Imprevedibile e libera non voleva dipendere da nessuno, non voleva piegarsi a niente anche alla sconfitta. Ecco perché sperava.
    Unica cosa che poteva fare. Il suo corpo non era più in grado di farla combattere e allora lasciò che la sua anima stesse con Bartolomeo. Accanto al Grande Sacerdote.
    Attendere e sperare. Ma non in maniera passiva ma attiva.
    Nelle loro mani vi era anche l a spada di Amaterasu, nei loro cuori la preghiera più intima di un Araldo che anche distrutto, anche a terra, anche adesso che tutto collideva e collassava non perdeva speranza in un futuro più radioso.
    L’apertura del possibile, a nuovi cieli rischiarati da un alba che nemmeno lui aveva mai pensato di creare.
    E sebbene l'angoscia fosse un veleno sordido come le spire di un serpente, che avvolgeva quel possibile stritolando e con esso la speranza, non smise di crederci. Non smise di stringere Kusanagi e credere in tutti loro.
    Lo aveva fatto fin dal principio.
    Credere nel cuore indomabile di chi sfida la corrente del karma risalendone la corrente avversa e pericolosa, riscrivendo un possibile dall'impossibile.

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    «NON CEDETE!»
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    Con l'anima e quel poco di mente che ancora aveva urlò. Urlò con la volontà e la sua vita. Non cedere anche di fronte alla sconfitta che cavalcava verso di loro infermabile come mandria impazzita?


    NO




    Sputò sangue, si distrusse la gamba, continuò a muovere, a sforzare quel corpo che non riusciva più ad essere null'altro che un involucro di carne e sangue. Vomitò sangue. Il dolore fu una fitta che lo rispedì a terra nel suo stesso sangue, nella polvere e nel puzzo di morte. Ad ingoiare fiele ed orgoglio.
    Non voleva morire così. Non voleva cedere.
    Non voleva presentarsi davanti a suo fratello senza aver dato tutto.
    e pianse nella merda e nel sangue lacrime che sapevano di odio e frustrazione. Di angoscia e di disperazione.

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    L'angoscia di una natura che non ha regole; l'opera che ha aggirato perfino l'ordine impartito da Gea sulla Vita tutta. Anche su di loro.
    Imperava e schiacciava l'Ordine con la sua oscena blasfemia.
    L'Ametista tentava di chiudere e sigillare la Corruzione, Bartolomeo e il celebrante continuare a tentare di fermarla, Asgard continuava a rimanere ferma nella sua freddezza. Gli Eletti di Gea erano sulle mura a combattere ancora.
    Anche adesso che sapevano che non potevano vincere. Eppure non cedevano. Perché erano vivi. Perché facevano parte di questo mondo e non volevano arrendersi finché avevano ancora energie da spendere.
    Pronti al sacrificio.
    Pronti a morire. Pronti a vivere e dare tutto perché ancora il maglio della Fine era caduto su di loro.
    Una sensazione passò a fil di lama tra i loro sensi e le loro vite; è straniante, ma netta, perfino ora mentre tentavano di sostenere lo sforzo a mò di novelli Atlante.
    La Corruzione esplosa dal corpo dell'elfo si era fermata.
    Ed ora l'Ametista inglobava l'elfo, rinchiudendolo in una bara per sempre.
    Ma era davvero una vittoria?
    Cos'era stata quella sensazione che aveva attraversato Amaterasu e tutti loro? La stessa che aveva avvertito più volte durante i momenti più terribili di questa battaglia?
    A chi doveva andare questa vittoria? Di chi la mano che aveva preso le loro conducendoli verso la speranza e il futuro?
    Asgard era salva.
    Bastava questo?
    Si.
    Ma non era davvero una vittoria. Ancora una volta avevano risposto all'attacco difendendosi ma non avanzando, senza portare null'altro.
    Avevano difeso Asgard, avevano difeso il Nord.
    Oggi.
    Ma domani?
    Fino a quando potevano resistere da questi attacchi e da nemici sempre più insidiosi e forti? Fino a quando avrebbe avuto la forza di farlo?
    Asgard era stata difesa...
    ...ma per Amaterasu fu una sconfitta. Al pari di Sacramento.


    Ma avevano vinto. Per il momento andava bene. Come la storia di quel tizio che si lanciò da un grattacielo; ad ogni piano che faceva diceva che andava bene. Per ora.
    E per ora avrebbe ripreso fiato.
    O almeno provarci.
    Mani sentì su di sé. Mani lo rigirarono di peso. Ombre.
    Poi qualcosa sulle labbra. Fresca. Brusio di voci.
    Distinte ora.
    Così come il mondo.
    Stava bevendo e più beveva e più il mondo ora sembrava nitido. Più beveva e più la sua anima si ritemprava. La lordura nella sua mente veniva lavata via, libero di pensare ancora, di sentire il mondo, di non essere schiavo di un corpo e di una mente esausti.
    Il suo spirito si ritemprava ed ora poteva guardare. Osservare. Finalmente con i suoi occhi e non con quel velo di pazzia e orrore che gli aveva ottenebrati fin dal primo momento.


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    Eppure non riusciva a rallegrarsi di una vittoria.
    Le mani della Yokai Nobili lo risollevarono da terra.
    Gli spiriti elementali dell'acqua vorticavano intorno a loro. La loro acqua era un canto e nelle loro acque i lontani echi della musica della Creazione. Una musica di gioia.
    Gioia di Vivere che come danza fece vorticare i loro spiriti lavandoli da stanchezza, paura, angoscia e dolore.
    Ognuno di loro aveva sofferto. Gli Oni si reggevano li uni con gli altri, chi con braccia rotte, chi con costole fratturate; Chikane e le sue ferite erano ghiaccio tagliente che si aprivano su quella pelle perfetta; Gashadokuro e Owatatsumi avevano più ferite che pelle ormai.
    Eppure gli spiriti dell'acqua vorticavano intorno a loro con le loro forme senza forma, curandoli e lavandoli e Amaterasu sentì la forza di nuovo nella sua mano e Kusanagi e il suo sussurro nella sua mente.
    Il Crogiolo aveva mandato le sacre acque di Agartha e del Mondo a curarli. Aveva richimato gli spiriti di fonti conosciute e sconosciute per dare pace e serenità ad animi che avevano retto un peso simile.
    Assetati dopo tale sforzo, venivano dissetati e le loro anime rinfrancate. Il Crogiolo era legato ad Amaterasu; l'uno nell'altro e nel momento in cui la battaglia fu terminata la Via Dorata si aprì: api ronzarono attorno a loro mentre gli spiriti dell'acqua arrivarono a curare l'Imperatrice e chiunque avesse sofferto.

    Guardò uno ad un uno chi aveva combattuto: Asgardiani e gli Yokai Nobili.
    L'inchino di un Imperatrice verso chi aveva dato coraggio e sangue per difendere, per l'ennessima volta, la Creazione di G.E.A.



    Una luce accecante si diffuse dall'interno delle barriere cristalline e l'intera struttura collassò verso l'interno, implodendo fragorosamente.
    L'ametista polverizzata cadde lentamente verso il basso, disintegrandosi prima di raggiungere il suolo.
    Qualcos'altro, invece, cadde più velocemente impattando fragorosamente al suolo.
    Un qualcosa...il corpo di quel bastardo.
    Si avvicinò a quello che ormai stava diventando polvere.
    Ma furono d'acciaio e marmoree, di contro, le sue parole.


    io sono solo uno
    tra molti

    ASGARD CADRÀ




    Owatatsumi sputò per terra a quelle parole.

    « è iniziata ormai. Tra poco sarà guerra non più per Asgard o qualcos'altro ma per la Creazione tutta.»

    Non aveva ancora rinfoderato la spada. Come se non si fidasse. Come se il pericolo potesse giungere, ratto come un serpente, da chissà quali anfratti.
    Ma fu vittoria e fu pace.
    Ma per quanto?

    « Oh beh godiamoci il presente.»

    Solo quello potevano fare perché il futuro era colmo di nubi temporalesche.

    « Ah! Quindi abbiamo avuto anche il tuo aiuto. Per fortuna che sei arrivata giusto in tempo.»

    Astra di Megrez.
    Sorprese. Amava le sorprese. Non quando la sorpresa portava una lama celata tra le sue carni ma per fortuna Astra non era una lama.
    Uno spirito elementale porse all'Imperatrice la sua proverbiale fiasca di sakè.
    Era una sua abitudine ormai farlo. Bere sempre dopo una battaglia. Purificava lo spirito e la lama dalla lordura della guerra e da pensieri oscuri. Levigavano la volontà e rendeva il momento più importante. Sopratutto si beveva per chi non c'era più, per il sangue versato, per una nuova alba e per crescere ancora e acuire la propria volontà.
    Bere era come per una lama essere affilata sulla pietra.
    E ascoltò Astra. Il suo discorso. Le sue parole.

    Il nemico dovrà avere paura di noi. Dovremo diventare così temibili da trasformarci da preda a predatore, e andare a stanarli.

    E fu a queste parole che Amaterasu sorrise. Il Byakko di Gea sembrò quasi ruggire. E si guardò con il Gran sacerdote.
    Occhi come specchi.
    L'uno vedeva l'altro uguale.
    Insieme nell'intento. Insieme nella guerra. Insieme fino alla gola di Ponto.

    «Oh oh, vuoi dirlo prima tu? »

    « Bevi ragazzone ti sento con la gola asciutta eh?!»

    E poi guardò Astra e il Celebrante.. secco movimento, veloce e preciso. Kusanagi venne rinfoderata ma qualcos'altro fu sguainato.
    L'utopia di Bartolomeo del Toro e di Amaterasu. Che diveniva mattone dopo mattone qualcosa di vivo e reale.
    Cementato col sangue e la volontà di non cedere un metro, mai più, alla Corruzione.

    « Hai detto rendere Asgard una roccaforte?
    Si...hai ragione...ma io voglio fare di più. Io e Bart vogliamo fare di più. »


    Molto ma molto di più.

    « Rendere questo mondo, la Creazione di mia madre, una roccaforte contro chiunque l'attacchi. Contro chiunque attacchi la Vita che in essa ha trovato rifugio.»


    Un concetto molto semplice.

    « Ognuno di noi è una radice di uno stesso albero. Questa Realtà. Ognuno di voi è tanto importante quanto l'altro. Asgard deve essere una roccaforte. Si...ma come il Grande Tempio, come Atlantide e l'Isola della Regina Nera. Ma da soli sono solo roccaforti in un mare di Corruzione. Accerchiate da nemici che vanno oltre la nostra immaginazione.
    Questo qui è stato il primo. Ma chiunque ci abbia aiutati durante questa battaglia forse ci è riuscito grazie ai nostri sforzi congiunti.
    Se l'’Helheim non è caduto è grazie a te, Astra, ma se Asgard fosse caduta la tua vittoria sarebbe stata vana. Dall'unione di tutti noi, e con un po' di fortuna, abbiamo resistito.
    Ma è questa la chiave. Uniti possiamo fare di più. Il Grande Tempio non deve essere una roccaforte ma una radice collegata ad un'altra, ad Asgard, così come Asgard sia legata ad Atlantide e di conseguenza all'isola dei Black Saint.
    Roccaforti davvero.
    Muri su muri, l'uno davanti all'altro per proteggere questo Mondo che in fondo, senza nessuno di noi, non varrebbe molto.»



    Prese da terra una piccola manciata che strofinò sulle sue dita.


    « Uniti possiamo essere molto più forti e chissà anche qualcos'altro.
    Chi ha combattuto oggi mischiando il suo sangue al vostro resterà qui. Le parole sono vento, le azioni sono marmo. »


    Gli Yokai Nobili erano pronti a questa ennesima sfida. Perché il loro scopo era proteggere questo Mondo, nato dalla mente di Gea.
    Proteggere la creazione da ogni nemico, interno od esterno. Proteggere la Vita affinchè vi fosse speranza e un futuro. Affinchè tutto non fosse divorato dal Nulla dalle macchinazioni di Ponto e dei suoi misteriosi alleati.


    « Ho ripagato il mio debito di quel giorno Celebrante. Ma oggi voglio combattere ancora con e per Asgard. Oggi non è un debito a muovermi ma la volontà di preservarla.
    Voi avete difeso il Tempio Sud, io difenderò Asgard fino alla fine. Siamo qui per questo.
    Noi figli di Gea siamo nati per questo scopo e combatteremo ancora con voi mischiando il nostro sangue in guerra.
    Che dalle parole si passi ai fatti, vero ragazzone? Il Tempio Sud e la Corte Di Mezzanotte combatterannoinsieme a voi.
    Insieme siamo più forti si è visto. E combattendo insieme possiamo difenderci, aiutarci e attaccare più velocemente senza più essere roccaforti solitarie.
    Aiutarci. Mettere in condivisione quello che sappiamo. Attaccare tutti insieme. Anche perchè domani può essere che sia il Grande Tempio ad aver bisogno di aiuto.»


    Radici di uno stesso albero.
    Uniti per quella stessa Vita che scorreva in ognuno di loro; note di quella melodia che fece essere tutto questo.
    Guardò Bartolomeo sorridendogli.

    « Questo mondo è nostro e non sarà Ponto, gli Dei Del caos o chi per loro a dettare legge sotto il Cielo di mia madre. Non finché io esisto. Non finché ci siete voi a combattere ancora.»

    Guardò sia il Celebrante che Astra con quegli occhi arcobaleno fatti da tonalità di colore mai visti prima.

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    « Quindi? Volete riprendervi questo Mondo insieme a noi?»






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Parabraccia distrutte. Crepe sulla parte alta del pettorale
    Crepe sulla parte sinistra e destra del pettorale e sulle gambe.

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Affaticamento dato dal miasma(turno 3)
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.
    Braccio sinistro spezzato. Orecchie distrutte. Alcune costole spezzate.
    Feriti medio alte su buona parte del corpo.
    danno alto su mente e spirito che va ad aggravare la situazione data dal miasma precedente.


    TECNICHE UTILIZZATE:

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.


    Hiken - Tsubame Gaeshi - La spada che taglia una rondine ~ Questa tecnica era di Airone. O Meti. Un altra pretendente per far si che Amaterasu si svegliasse dal suo lungo sonno. Nel momento in cui Draka riesce finalmente a fare suo il taglio perfetto, nel momento in cui diventa simulacro e risveglia Amaterasu, questa tecnica la fa sua.
    L'Araldo della Creazione ringrazia i due a suo modo: lasciando il corpo di Draka, facendo sua la tecnica di Meti. In modo tale che entrambi continuassero ad essere nella Creazione che non ha mai fine.
    Questa tecnica si dice che sia in grado di abbattere una rondine a mezz'aria.
    Amaterasu, espande il suo cosmo fino al limite della sua energia, facendo fluire in essa la Forza della Creazione e dello Spirito. Si pone con la punta della spada verso l'alto e la lama rivolta all'indietro; la guardia, del tutto particolare, è effettuata con la mano destra che impugna al contrario. Una guardia che permette la famosa tecnica caratterizzata da una repentina variazione di direzione durante il taglio, in realtà doppio, come il rapido cambio di direzione di una rondine. Il primo colpo arriva all'avversario con una velocità travolgente, creando un arco circolare in orizzontale per circondarlo. Ma il secondo colpo verticale, leggermente più lento, ha lo scopo di bloccare la fuga dall'alto e il terzo colpo verticale per impedire di fuggire di lato, travolgendo completamente l'avversario.
    Tre tagli. Un unico fendente. Per non lasciare scampo alcuno.
    Questa è la tecnica con cui Amaterasu ha riaperto i suoi occhi in questo mondo. è la sua essenza.
    È una tecnica che Sfida Dio
    Un taglio per far sanguinare Dio.
    Un fendente. Molteplici.
    Perchè chi affermava e agiva diventava Dio.
    Chi non pensava alla sua azione ma la poneva in essere poteva far sanguinare un Dio.
    E questa tecnica è l'assoluto taglio di Amaterasu. Un taglio con la mente sgombra dai pensieri, col cuore limpido, agire e pensare che si fanno essenza. Un taglio che diventa che porta alla molteplicità. Un modo per riconoscere molteplici possibilità. Un singolo atto che è anche concluso; una spada infinita che dà vita e morte allo stesso tempo, rendendo trasparente la propria esistenza fino agli estremi, finché non rimane più nulla che il taglio.
    Questo è Tsubame Gaeshi di Amaterasu. Una spada che crea un futuro a cui nemmeno gli dei possono sfuggire.
    {Spirito + Cosmo Straordinario + Spada}

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.

    Nulla di nuovo da riferire XD
    Il Crogiolo manda le truppe mediche: spiriti elementali d'acqua per curare le ferite di Amaterasu, visto che stava più nel regno di Chernobog che in questa realtà, e degli Yokai Nobili.
    Ristorando un minimo sia mente, spirito e corpo per permettere ad amaterasu di ristabilirsi un minimo e di potersi alzare.
    Certamente ci vorrà del tempo per riprendersi del tutto ma almeno è ancora vivo.
    Quindi ecco che sentite le parole di astra lancia la sua idea di una nuova e grandissima alleanza che coinvolga tutti, militarmente ma soprattutto come scambio di informazioni per poter atatccare7difendere e scoprire altro su questi nemici.


    Edited by Lyga - 15/4/2023, 22:01
     
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    Quegli istanti sembrarono congelati nel tempo, come se ogni secondo durasse un’infinità. Bart stava cadendo, ormai completamente fiaccato da quella battaglia per la difesa di Asgard. Il suo corpo lo sentiva leggero nell’aria, come se non avesse peso o come se fosse immerso in un oceano sconfinato. Sbatté gli occhi per rimanere cosciente, perché in realtà non sapeva ancora che esito avrebbe avuto quello scontro senza quartiere. Il terreno si faceva sempre più vicino, e impattare violentemente contro di esso era ormai cosa certa, ma ciò che non era ancora certo era lo sforzo richiesto dopo quella caduta. Avrebbe potuto lasciarsi andare al meritato riposo della vittoria, oppure avrebbe dovuto spronare il suo stesso corpo ad andare oltre ogni risorsa fisica, mentale e spirituale.

    Anche tu hai un limite, eh?

    Quelle parole avevano il sapore del miele sulle sue labbra, perché furono pronunciate quando il destino di quella battaglia fu finalmente più chiaro a tutti. Bartolomeo sgranò gli occhi e sorrise, mantenendo la stessa espressione anche mentre si scontrava con il suolo con un tonfo che fece tremare la terra tutt’intorno a lui. Il Toro sembrava un folle, perché continuava a sorridere nonostante il dolore provocato, nonostante la sua schiena avesse impattato contro la nuda terra con una violenza inaudita.
    Ma cosa aveva scatenato quella reazione?
    Beh, mentre la gravità lo stava richiamando dopo quel suo ultimo e sovrumano sforzo, il Gran Sacerdote riuscì a vedere e percepire che il minerale viola comparso dal nulla, unito al suo cosmo e a quello del Celebrante, era riuscito finalmente nell’intento. L’Elfo Oscuro era stato imprigionato in una tomba impenetrabile, in grado di...

    Ok, come non detto.

    Dalla sua posizione supina aveva alzato lo sguardo per seguire il destino del nemico, che sembrava ormai completamente bloccato dal loro attacco. Invece, come se fosse all’interno di una cristalleria, l’avversario riuscì a distruggere la sua prigione. I denti e pugni di Bart si strinsero in risposta a quella nuova minaccia, ma la necessità di continuare la battaglia durò il breve istante di un battito delle sue stanche ciglia. Il minerale viola venne distrutto da un’ennesima esplosione incontrollata, ma fu ciò che avvenne dopo a mettere definitivamente la parola fine allo scontro. La prigione aveva ceduto, ma il corrotto precipitò al suolo, proprio come aveva fatto il Toro poco prima e, quando si schiantò, apparve subito completamente devastato e sconfitto oltre ogni dubbio. Il corpo dell’Elfo era annerito, irriconoscibile e si stava lentamente disgregando mischiandosi alle candide nevi di Asgard. Bartolomeo raccolse tutta la forza di volontà rimasta e si puntellò sui gomiti per mettersi seduto, poi sbuffò un lamento sommesso a causa delle ferite, e si rialzò in piedi. La schiena rimase ancora un po’ curva mentre i primi passi lo avvicinavano al luogo in cui giaceva l’avversario, ma pian piano riacquistò la sua monumentale andatura per raggiungere quello che era diventato il fulcro delle loro attenzioni.

    Ma stai un po’ zitto, Agard non cadrà.
    Sarete voi a cadere, uno per uno, finché della Corruzione non resterà nemmeno il ricordo.


    Hey, calmo Bart, cosa è successo per farti sbottare in quel modo? Solitamente il gigante era sempre molto pacato, ma in quel momento era anche l’adrenalina della battaglia a parlare per lui. L’Elfo, infatti, nonostante fosse sconfitto e prossimo alla morte, ebbe l’ardire di minacciare i guerrieri che lo avevano affrontato, così come la stessa Asgard. “Avete perso” e “Asgard cadrà” aveva detto, per poi spegnersi definitivamente. E, ovviamente, il nostro fumantino Bartolomeo non aveva esitato a esprimere a gran voce la sua disapprovazione, zittendo quelle ultime parole del nemico come se fossero frasi inutili.
    Frasi che, in realtà, non erano poi così inutili dopo aver ascoltato anche le parole del Celebrante.
    Sì, perché sia Siegfried e sia Amaterasu si erano riuniti attorno al loro bottino di guerra, e il Rappresentate di Odino aveva purtroppo chiarito che la minaccia non fosse poi così campata per aria. Quell’essere aveva richiamato nefasti ricordi del passato per la terra dai ghiacci eterni, che ora si sarebbe potuta trovare impreparata di fronte a quello che li stava aspettando.

    Siegfried, abbiamo fatto quello che era giusto, ci siamo aiutati a vicenda.
    E sono certo che anche tu avresti fatto lo stesso.


    Guardò il Celebrante con il suo solito sorriso sincero e spiazzante, cercando di infondere la sua proverbiale positività anche in un momento così difficile. Nel frattempo, la sua Guardia d’Onore si era avvicinata a loro in decoroso silenzio e, mantenendo una distanza di rispetto per non interrompere nulla, diedero fondo alle loro energie curative per cercare di dare sollievo a tutti i presenti.

    Quindi cosa aspettiamo a vincere anche la guerra?

    Nonostante il sangue e le ferite che lo ricoprivano dalla testa ai piedi, il gigante volle spronare ancora una volta all’azione, partendo con quella prima domanda semplice ma carica di significato. Proprio in quell’istante, però, una sconosciuta apparve tra loro. Si presentò come Astra Megrez, ed era la guerriera che aveva aiutato in quell’ultimo disperato ma determinante tentativo di salvare Asgard.

    Ah, quindi quella roccia viola non era mia?
    Ed io che pensavo che Atena mi avesse donato un nuovo potere.
    Oh oh oh.


    Avere la forza di ridere ancora in quel modo dopo tutto quello che era successo era incredibile, ma la sua ferrea volontà di non cedere allo sconforto era sicuramente da apprezzare. Era importante includere tutti i presenti in quella vittoria sofferta ma così importante.

    Ciao Astra, io sono Bart.

    Nonostante l’estrema formalità di lei, il Gran Sacerdote si presentò nel modo più diretto e spontaneo possibile. Bando all’etichetta, e le rivolse un sorriso a trentadue denti macchiato qua e là di sangue.

    E grazie figliola, sei arrivata proprio giusto in tempo.
    Se non fosse stato per te, l’esplosione di quel dannato corrotto avrebbe avuto ben altre conseguenze.


    Ed era vero. Era stato grazie al suo potere che erano riusciti a sopravvivere, contenendo un’esplosione che avrebbe potuto radere al suolo l’intera vallata. E non era stata nemmeno l’unica cosa che aveva fatto, no, perché la guerriera era appena arrivava da chissà quale posto – che però sembrò incredibilmente importante per il Celebrante e per tutta Asgard – in cui aveva sostenuto e vinto un’altra battaglia. Il cosmo di lei sembrava il più limitato rispetto ai tre Cavalieri che avevano affrontato l’Elfo, e questo le faceva ancora più onore per la dedizione a il coraggio dimostrati.
    Ma le parole di Astra non terminarono ai saluti, perché dimostrò un carattere diretto e deciso – oltre che sempre estremamente formale – continuando il discorso iniziato da Siegfried. Lei avrebbe voluto rendere la sua terra natale qualcosa di diverso rispetto a quanto erano riusciti a fare fino ad allora. Avrebbe voluto poter decidere del loro futuro, diventando più forti innanzitutto grazie a loro stessi e poi, magari, grazie anche all’aiuto e al supporto reciproco.
    Fu incredibile costatare come quello cui stavano naturalmente giungendo, era proprio ciò che Bart e Amaterasu sognavano da tempo. Ed era così bello vedere il modo spontaneo in cui quell’idea prendeva forma, senza particolari obblighi o influenze. Il Gran Sacerdote guardò Amaterasu come un bambino che ha in mano la palla e sa che tra poco si giocherà al campetto con gli amici, e gli rivolse l’invito migliore che potesse mai immaginare per lui.

    Oh oh, vuoi dirlo prima tu?

    Perché sapeva che l’Araldo aveva i suoi stessi pensieri, anche in quel momento, anche dopo essersi sfiorati con lo sguardo per una sola frazione di secondo. Non erano necessarie parole per capirsi, perché ormai il futuro che volevano raggiungere era marchiato nel loro animo in modo indelebile.

    Grazie figliolo, molto volentieri.
    Spero solo che sia abbastanza forte da risollevarmi dopo questa battaglia.


    Bartolomeo accettò l’offerta di Amaterasu di bere quello che lui stesso stava sorseggiando, anche se il gigante non aveva ancora capito che fosse l’alcolico sakè.

    Oooh, lo è!

    Dopo un primo sorso, capì immediatamente che quella gradazione alcolica avrebbe avuto l’effetto sperato, dopo tutto il sangue perso e l’enorme fatica che stava inesorabilmente corrodendo la resistenza del Toro. In quella condizione di felice ma lucida ebbrezza, il Gran Sacerdote ascoltò le parole di Amaterasu, così sentite e condivise che sembravano essere uscite dalle sue stesse labbra.
    Sorseggiò ancora un po’ di sakè, prima di restituirlo a chi glielo aveva offerto e poi continuare quello che l’Araldo aveva abilmente iniziato. Era arrivato il momento di agire, dopo tutto quel tempo e tutti i loro timori per un esito tutt’altro che scontato. Continuando a sfoggiare il suo sorriso genuino e sincero, il gigante scoccò uno sguardo d’intesa al Cavaliere di Gea per poi allargare le braccia come se volesse abbracciare tutti i presenti.

    Dalle parole ai fatti, è proprio vero amico mio, è finalmente giunto il momento.
    Quante volte ce lo siamo detti, quante volte lo abbiamo sognato.
    Questo sarà il nostro primo passo concreto verso qualcosa di mai visto prima.


    Quanto era vero, dannazione. E quando un sogno si sta per realizzare, non ci sono parole per descrivere la sensazione di felicità e appagamento che ne deriva. Erano sempre stati a un passo dal trasformare le parole in fatti, ma era stato sempre più difficile del previsto. In quel momento, però, erano a un passo, e sarebbe stato l’inizio di qualcosa di grandioso.
    Riabbassò le braccia e si fece più serio, sempre sorridente, ma con un’espressione concentrata e attenta, per dare importanza a quanto stava per dire.

    Da soli potremmo non essere abbastanza, ma insieme potremmo davvero compiere il miracolo.

    Prese spunto dalle considerazioni di Astra per rimarcare qualcosa che tutti sapevano, alleati o meno, ma che a volte qualcuno non riusciva ad ammettere apertamente. Al diavolo l’inutile orgoglio che porta inesorabilmente a una fine orribile, contro qualcosa che non si può combattere solo con le proprie forze.

    Io e Amaterasu stiamo inseguendo da tempo quella che in molti considererebbero un’utopia.
    Un’utopia che vede tutti uniti contro la Corruzione, oltre qualsiasi pregiudizio.
    Indipendentemente dalla Casta, indipendentemente dal credo, indipendentemente da tutto ciò che ci ha da sempre allontanato.


    Quante volte lo aveva detto, e quante persone. Era un qualcosa di tanto ovvio quanto difficile da scardinare dall’animo di molti. Un passo alla volta, però, era sicuro che ce l’avrebbero fatta.

    Combattiamo insieme, andando oltre qualsiasi cosa ci tenesse divisi in passato.
    Combattiamo per liberare questa nostra terra e per rendere la vita di nuovo degna di essere vissuta.
    Riconquistiamo un futuro per tutti noi e per chi verrà dopo di noi.


    Una breve pausa per far sedimentare il concetto, mettendo l’accento sulla parola “insieme” che aveva da sempre caratterizzato il loro sogno ad occhi aperti.

    Non solo a parole, ma con azioni concrete, alla luce del sole.
    Dobbiamo mandare un messaggio forte e deciso sia ai nostri nemici, ma soprattutto ai nostri amici.


    Eh sì, perché a volte gli amici erano ancora più difficili da coinvolgere rispetto a combattere contro i nemici. Gli amici devono essere tuoi alleati, e se non riescono a staccarsi dal passato, diventano nemici di loro stessi. Asgard era da sempre stata legata al Grande Tempio, ma non bisogna mai dare niente e nessuno per scontato, almeno come segno di estremo rispetto verso chi può e vuole sostenerti.
    E di certo Bartolomeo e Amaterasu non volevano ergersi a unici detentori della verità e della salvezza, mai e poi mai, ma avrebbero tanto voluto che tutti potessero capire le potenzialità della loro idea. Sconfiggere dogmi radicati in millenni di lotte e scontri tra Caste, nonché faide personali più recenti, era tutt’altro che facile.

    Riprendiamoci questo Mondo insieme, pezzo dopo pezzo.
    Cominciamo da qui, creando la prima vera e stabile rete di contatto tra noi.
    Atene e Agartha potrebbero costituire degli avamposti ad Asgard, e Asgard potrebbe fare lo stesso con noi.
    Potremmo lasciare un contingente dei nostri guerrieri per supportare la ricostruzione e rinforzare le difese.
    Così saremo costantemente in comunicazione gli uni con gli altri e immediatamente pronti a rispondere al prossimo attacco.


    Ed ecco il carico da novanta. Non solo alleanze fatte di parole o scritte su pezzi di carta custoditi in un cassetto impolverato e chiuso a chiave, ma azioni concrete per supportarsi a vicenda. Azioni concrete per diventare pian piano una cosa sola, sempre più grande e più forte, così da far tremare persino la Corruzione stessa. E non solo per combattere un male comune, ma anche per superare ogni divisione e creare qualcosa che avrebbe potuto garantire la pace del Mondo intero per le generazioni a venire. Un piano a lungo termine, insomma, che però richiedeva il supporto di tutti.

    E non siamo soli.
    Io e Amaterasu abbiamo già incontrato alcuni rappresentati di quasi tutte le altre Caste.
    È sempre difficile portare tutti allo stesso tavolo, ma la Corruzione ha cambiato qualcosa in tutti noi.
    È davvero il momento giusto per fare quel passo che nessuno ha mai osato fare.


    Ancora una pausa, perché le parole per descrivere quel loro sogno dovevano essere comprese in ogni loro sfumatura. Bartolomeo guardò dapprima Amaterasu, dimostrandogli una felicità e una convinzione incontenibili per quello che stavano facendo. Si voltò, poi, verso Siegfried e Astra, per capire quale fosse la loro reazione a tutto ciò. Sarebbe stata una novità? Qualcosa cui non avevano mai pensato? Oppure sarebbe stata la naturale evoluzione del loro legame di alleanza che durava nel tempo?

    jpg

    Siegfried, Astra, siete con noi?
    Volete unirvi a questa banda di folli per riprenderci finalmente e una volta per tute il nostro Mondo?
    Insieme.


    Rimarcò ancora una volta la parola “insieme”, perché potevano e dovevano essere sullo stesso piano. Nessun capo, nessun despota, nessuna imposizione. Doveva essere tutto volontario, sentito e accettato al cento per cento. Solo così la loro unione sarebbe durata a lungo, forse per un tempo mai nemmeno pensato fino ad allora.

    Abbiamo sempre bisogno di pazzi come noi.
    Oh oh oh.


    A volte la genialità viene associata alla pazzia, alla follia, specialmente quando non viene compresa o va oltre le ideologie della società di quel momento storico. Non è da tutti capirne il vero significato per tempo, ma quando succede, è davvero possibile cambiare il Mondo.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Qualcuno ha detto avamposti? :mke: Ed ecco a voi Bart il sognatore, che vuole finalmente rendere realtà la sua utopia. "Chiamatemi pazzo e ne sarò felice" :kuku:


    Condizioni:
    Siamo sempre messi male :asd:


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - ALTRI

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    Hel's Bells
    XI
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    Il Celebrante ascoltò il racconto di Astra: Helheim era sicuro, ma quell'attacco si era rivelato una sorta di diversivo. Dividi et impera, certo... la Corruzione voleva separare le forze di Asgard per poi colpire con maggior violenza l'obiettivo, senza prevedere l'aiuto che il Nord ha poi ricevuto. Atene ed Agartha avevano risposto, e prima o poi si sarebbero fatti avanti anche gli altri. Il nemico era sconfitto e la battaglia vinta, ma la guerra era ancora in pieno svolgimento: potevano godersi solo un attimo di respiro o poco più, presto sarebbero stati chiamati tutti a combattere. Tutti. Insieme.

    Insieme...

    Era la parola che avevano usato sia Bart che Amaterasu, nel manifestare le loro intenzioni per il futuro. Instaurare degli avamposti ad Asgard, ma non solo: creare una fitta rete fra le tre forze, in modo tale che ognuno potesse accorrere in aiuto degli altri. Le genti del Nord sarebbero state presenti ad Atene, e di rinforzo - forse ai templi, forse altrove - in aiuto agli Araldi. Lo stesso avrebbero fatto gli altri popoli per Asgard e tra di loro. Il Celebrante ricambiò gli sguardi dei suoi compagni con la stessa determinazione che permetteva a tutti loro di reggersi ancora in piedi.

    Sì, insieme. Insieme combatteremo, insieme ci riprenderemo il nostro mondo. Insieme sbatteremo questo nemico fuori dal cosmo, se sarà necessario. E nessuno, nessuno di noi si tirerà mai indietro: io parlo a nome del mio popolo, ma vedo nei vostri occhi che anche per voi è lo stesso. Sì, nessuno di noi smetterà di combattere prima dell'ultimo respiro, che sia ad Asgard, ad Atene, nelle profondità dei mari o più in alto dei cieli. Ci saranno anche altri che dovranno rispondere alla nostra chiamata... è ora che anche l'alleanza stretta con Atlantide e la tregua con i Cavalieri Neri tornino a prendere significato.

    Poi si rivolse al Cavaliere del Toro, accennando un sorriso quasi di sfida.

    Parli di follia, Gran Sacerdote? Bene, ti dirò una cosa. Da molto tempo ho preso una decisione, decisione che prima di oggi non avevo mai potuto neanche pensare di mettere in pratica. Può darsi che ora, grazie a voi, riesca nel mio proposito.

    Mosse istintivamente il braccio destro, come a voler sciogliere i muscoli della spalla per accentuare le parole che sarebbero seguite.

    Ebbene, ho difeso Asgard con tutte le mie forze in tutti questi anni, e con l'aiuto di molti che adesso non ci sono più. Ma è ora che qualcosa cambi, in questo stallo infinito che favorisce solo il nostro nemico e che comunque è stato conquistato con grande fatica: non mi basta più tenere al sicuro questa Terra dal nemico.

    Lo sguardò passò negli occhi di Astra, poi di Amaterasu, e infine di nuovo in quelli di Bart.

    Io questo nemico voglio distruggerlo, e in nome di Odino e di tutti gli altri dei, vivrò abbastanza a lungo da vedere questa distruzione con i miei occhi.

    La decisione era stata presa da tutti. La tempesta si avvicinava, ma per una volta sembrava che gli esseri viventi non l'avrebbero subìta... ne sarebbero stati parte.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Comincia a risentire della stanchezza nonostante le abilità legate alla stella Alpha; fisicamente non è stato raggiunto da troppi attacchi, trovandosi "al sicuro" nel superAma. L'attacco spirituale è andato a segno, tuttavia il cosmo straordinario gli permette di limitare in qualche modo l'indebolimento.
    STATUS MENTALE - Gli attacchi psicologici e di indebolimento si fanno sentire anche sotto questo aspetto e diventano sempre più consistenti, ma abbiamo finito? Siete sicuri? Non è che riavvolgono di nuovo?

    RIASSUNTO AZIONI - Post di risposta richiesto dalle circostanze, l'alleanza è definita.

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

    tPf3jSg
    TECNICHE


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    La Torre di Mnar svettava immane dinanzi a lui, mentre si avvicinava cercando di contenere la gioia sadica che lo pervadeva. Il Nemico si era mosso, sferrando la sua offensiva, e aveva deciso di colpire Asgard ed Hel. Se fosse riuscito a trionfare, tutto sarebbe stato perduto. E stava trionfando, questo era fin troppo chiaro: gli umani che stavano combattendo quella battaglia così tremendamente importante, non erano in grado di vincere, preso, questione di pochi istanti, la Corruzione avrebbe spazzato via tutti loro e perfino la loro terra, condannando tutto quanto.

    "Umani, sempre la solita delusione! Guardali come annaspano, guardali come stanno per collassare sotto il potere del Nemico! È proprio vero che quando si vuole un lavoro fatto bene, bisogna contattare i professionisti."

    I suoi padroni erano stati chiari, quando lo avevano convocato: doveva cambiare il corso degli eventi, facendo in modo che la Corruzione venisse sconfitta, e allo stesso tempo fare in modo che loro, gli Spectre, ponessero un altro passo davanti a tutti, poicé tutti erano loro nemici, a prescindere dalla situazione. Cambiare il destino, quanto amava quelle parole! Oh si, avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere per scombinare ancora una volta le carte in tavola, facendole volare in ogni direzione. L'unico problema, era la sua debolezza: Kairos era ancora troppo debole per un piano come quello, per quel motivo gli era stato concesso un privilegio più unico che raro: potersi nutrire direttamente alla fonte dell'energia che alimentava il Canvas. Potersi nutrire direttamente alla Torre di Mnar.

    "Oh, come vorrei che fossero qui i miei cari Giudici a godersi la scena!"

    Aprì le braccia, reclinando il capo e chiamando a sé l'energia delle anima dalla Torre, anime che si riversarono su di lui, travolgendolo con una quantità tale di potere da farlo urlare di dolore ed estasi, costringendo il suo corpo a passare nella sua vera forma, nel tentativo di contenere quella forza che minacciava di farlo letteralmente esplodere. Cercò di assorbire più potere possibile, ne avrebbe avuto bisogno per ciò che doveva fare: la sua missione era importante, ma estremamente dispendiosa, e non poteva certo uscire di casa senza le risorse necessarie a compierla! Il flusso di energia si interruppe all'improvviso, e Kairos cadde con un ginocchio a terra, ansimando, la pelle scura tesa e piena di crepe luminose da cui fuoriusciva vapore oscuro e intossicante, le corna asimmetriche che raspavano il terreno: non si aspettava un contraccolpo del genere, né si aspettava di sentirsi così tremendamente bene!

    "Quanta... Energia..."

    Ansimò raspando il terreno mentre si sollevava.

    "Dovrebbe bastare per guadagnare Tempo. E non solo."

    Rise sguaiatamente mentre un portale si aprì attorno a lui, teletrasportandolo fuori dal Canvas verso la sua destinazione.

    -------------------------------------------------------------

    Il campo di battaglia era un macello inimmacinabile, le condizioni dei "buoni" erano disastrose, patetiche a livelli inenarrabili: stavano combattendo alcuni dei guerrieri più forti delle caste, eppure sembravano sporchi mocciosi dinanzi all'aberrazione caotica che stavano tentando di contenere. Dei, ma era possibile che fossero sempre così pateticamente ammirevoli?!?! Rise con la sua voce gutturale, l'oscenità chiamata Mefistofele, mentre stringeva i pugni per contenere l'energia che lo pervadeva e osservava il campo di battaglia da molto molto lontano, anche se non così tanto da non poter intervenire tempestivamente; il potere di cui era impregnato, e che ormai non riusciva più a contenere in quel corpo così limitato, scalpitava per scatenarsi: Kairos fu ben lieto di assecondare questo bisogno. Aveva pensato velocemente a come agire, e la sua mente poliedrica aveva realizzato fin da subito che sarebbe esploso innescando da solo qualsiasi tecnica complessa, con tutta quell'energia ingestibile dentro di lui. Tuttavia, il concetto di solitudine con lui era assolutamente relativo. Giunse le mani, come in preghiera, e il suo cosmo si fece tenebra e si fece spazio, creando 4 portali in 4 zone ben precise attorno alla battaglia che ormai stava degenerando verso il finale peggiore possibile, e da essi fuoriuscirono masse di tenebra che presero la forma dello specter, imitandone la posa a mani giunte: in ognuna di essere, era equamente ripartito il cosmo demoniaco di Mefistofele, e insieme a lui formavano un pentacolo di magia antica e ineguagliabile. Così sarebbe stato possibile agire, così lui avrebbe fatto trionfare quei miserabili sacchi di carne e sangue. Così lui sarebbe stato il vero Eroe di quella giornata campale.

    "Così ricopro la mia nuda perfidia con espressioni a me estranee, rubate ai sacri testi, e sembro un santo quando faccio la parte del Diavolo!"

    Le quattro copie alzarono le braccia, stendendo i palmi verso l'aberrazione che combatteva contro la morsa dell'ametista e stava anche per vincerla, mentre Kairos stese il braccio sinistro: da tanto, troppo tempo non gestiva una simile quantità di potere, e l'idea di stare per scatenarlo tutto in una volta gli provocava un piacere sconfinato, anche se non nel modo distuttivo con cui avrebbe tanto voluto dare il buongiorno ai difensori di Asgard, e che invece nemmeno si sarebbero accorte del suo intervento: in mezzo al chaos scatenato dalla Corruzione, anche un potere come quello sarebbe passato inosservato, e loro avrebbero potuto godersi, finalmente, di vivere l'Attimo.

    "Die Zeit ist immer Herr! Die Uhr steht still, sie schweigt wie Mitternacht! Der Zeiger fällt!"

    [ATTIMO SUPREMO - THE WORLD]



    Dalle punte del pentacolo tracciato dai Kairos, il cosmo esplose silenziosamente avvolgendo il corrotto, creando una bolla temporale di stasi, invisibile, la stasi suprema che domina il Mondo. Le copie svanirono lentamente, mano a mano che l'energia le abbandonava per il blocco del tempo che avrebbe permesso agli eroi di vincere, anzi, di credere di aver vinto da soli, con le loro sole forze e il favore dei loro deboli dei. Quanto siete stolti, umani, avrebbe voluto gridare Kairos, mentre le energie abbandonavano il suo corpo da due direzioni: dalla mano sinistra, verso il corrotto, ma dalla mano destra, puntata nella direzione opposta, verso i boschi davanti alla città di Asgard. Rideva silenziosamente, mentre l'energia fluiva da lui, poiché sapeva di compiere una seconda grande opera. La trama della realtà si lacerò, laddove il cosmo dello Spectre la colpì, e scavò tra le dimensioni un percorso che doveva collegare due punti infinitamente lontani,invisibile e nascosto a chiunque a parte lui e i suoi Maestri. Poiché la sua vera missione, oltre a prendere tempo, era il dover lasciare ad Asgard un piccolo dono di addio, un modo per restare sempre in contatto con il Canvas e la sua gente. Un varco nascosto, una porta di servizio da cui passare inosservati. Un giorno non molto lontano, per chi guardava le cose dal suo punto di vista, sarebbe tornato utile, specialmente agli Spectre. Quando la bolla di stasi venne terminata, la teca di cristallo riuscí ad avvolgere completamente l'immonda creatura corrotta, ponendo finalmente fine allo scontro. Insieme ad essa, venne terminato anche il varco, lasciando lo spectre così esausto da non poter nemmeno mantenere la sua vera forma. Mentre regrediva a quella umana, sudato e stremato, riuscí a bisbigliare solamente poche parole.

    "Es ist vollbracht."

    Un portale si aprì dietro di lui, e lo spectre vi si lasciò cadere, esausto. Si, tutto era davvero compiuto, ora.


    t2enVHT
    narrato - parlato - pensato - telepatia
    NOME » Kairos
    ENERGIA » Blu
    CASTA » Spectre di Hades
    SURPLICE » Mephistophelès
    STATUS FISICO » //
    STATUS MENTALE » //

    NOTE » //

    ABILITÀ » //
    TECNICHE » //


    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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