[Trama] Hel's Bells

Quest in difesa di Asgard

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    ATTO IV
    Hel's Bells

    Nulla sembrava davvero funzionare. Avevano scatenato contro quel mare di Corruzione una nuova Apocalisse fatta di cosmo e poteri straordinari, ma l’avanzata e l’organizzazione di quell’agglomerato di nemici non sembrava avere rivali. I Cavalieri votati alla sopravvivenza dell’umanità erano riusciti a distruggere gli avversari, a farli a pezzi, in modo così soverchiante che avrebbe demoralizzato qualsiasi normale esercito. E invece no, quell’insieme di esseri immondi sembrava non essersene nemmeno accorto, come se gli attacchi contro di loro fossero solo la brezza gelida che sferzava le terre di Asgard: fastidiosa, certo, ma non impossibile da sopportare.

    All’inizio è stato sicuramente divertente, ma adesso comincio ad annoiarmi.

    Bart adorava fracassare i corrotti a suon di poderosi cazzotti, ma il fatto di non vedere alcun risultato apprezzabile cominciava a dargli fastidio. Quell’esercito di abomini faceva sembrare i difensori di Asgard dei grandi eroi in grado di sbaragliare migliaia di nemici in un colpo solo, ma quella si stava rivelando sempre di più un’illusione. Il suo ultimo attacco, il Bull’s Heartquake, era un’altra tecnica del Toro in grado di cambiare i connotati dell’intero territorio, e insieme al Titan’s Nova avrebbe già dovuto annichilire o per lo meno rallentare l’avanzata nemica. Il cosmo dorato del Cavaliere della Seconda Casa era andato a unirsi a quello degli altri incredibili guerrieri, mostrando al mondo un’unione e una forza che pochissime altre volte si era vista. Tre caste avevano deciso di agire contro la Corruzione, creando quel faro di speranza per indicare la strada verso qualcosa di completamente nuovo. Ce l’avevano messa tutta e, in realtà, lo spettacolo non era affatto male, ma dovevano fare in modo che quel faro diventasse ancora più luminoso. I loro sforzi non bastavano, e dovevano cercare di cambiare strategia continuamente, affrontando l’adattabilità dei nemici con altrettanta flessibilità di pensiero e di azione.

    Amaterasu, Siegfried, dovremmo cercare di...

    Il gigante era ancora fermo nella sua posizione a braccia aperte e pugni serrati. Stava cercando di raggiungere i suoi alleati con la telepatia, quando qualcosa interruppe bruscamente le sue parole. Come in risposta alla loro ricerca cosmica e spirituale, qualcosa si era probabilmente sentito chiamato in causa ed era emerso da quel groviglio di abomini tanto brutti quanto anonimi. Qualcosa che andava oltre il normale concetto di esistenza che un essere umano potesse mai intendere, che sembrava essere stato partorito dall’orrore più impossibile che si possa immaginare.

    Oh oh, questo non me lo aspettavo.

    Quella risata del gigante era divertita, ma nascondeva una concentrazione senza precedenti. Finalmente aveva un obiettivo ben preciso, ben definito, e non vedeva l’ora di gettarsi a testa bassa contro quella cosa. Quella cosa non era altro che un mostro gigantesco, un immenso uccellaccio che richiamava vagamente un corvo scheletrico troppo cresciuto. Era più alto di Bart, incredibilmente molto più alto, ma sicuramente meno massiccio. Non che l’altezza fosse un problema, perché il Toro avrebbe abbattuto qualsiasi gigante, anche due, tre o dieci volte più grande di lui. Nessuno lo avrebbe fermato quando fosse riuscito ad agganciare quel volatile, che avrebbe avuto i momenti contanti nell’istante in cui...

    Argh!

    La testa di Bartolomeo cominciò a pulsare e dolere in modo quasi insopportabile, proprio quando il nuovo nemico aprì il becco per rilasciare un attacco subdolo e praticamente invisibile. Il gigante si portò entrambe le mani alle orecchie, ma non poteva fare molto per contrastare quel suono tanto impercettibile quanto devastante. O meglio, poteva certamente guardare in cagnesco l’avversario per promettergli lo stesso dolore e la stessa sofferenza, stringendo i denti ed espandendo il cosmo per rimanere lucido.

    Questa me la paghi.

    Bart digrignò i denti e flesse le gambe per fiondarsi prima di subito dall’uccellaccio, ma uno sguardo con la coda dell’occhio e la sua percezione cosmica lo fecero immediatamente desistere. Qualcosa stava accadendo a poca distanza da lui, e non sembrava nulla di buono.

    Dannazione!

    Il miasma dei corrotti morti e rigenerati più volte, si era andato a condensare in una sorta di bolla super concentrata che emanava un tremendo sentore di pericolo. Una forza che stava raggiungendo il punto di non ritorno, e che avrebbe sicuramente creato danni ingenti a lui stesso e a tutti gli alleati. Anche se il corvaccio rimaneva un obiettivo primario, la cosa più importante in quel momento era continuare a sopravvivere per poi vendicarsi del nemico volante.
    Non c’era nemmeno un istante da perdere.
    Ripresosi dallo stordimento, forse con qualche frazione di secondo in ritardo a causa della debilitazione progressiva e sempre presente, il Gran Sacerdote si mosse alla velocità della luce per creare una prima difesa contro l’imminente esplosione. Se si fosse ridestato anche un solo secondo dopo, non ci sarebbe stato più nulla da fare. Il gigante aveva già le gambe flesse per quel primo accenno di scatto, quindi fu più facile raggiungere il terreno con entrambe le mani. Le dita pregne di cosmo andarono ad agguantare letteralmente il suolo, sradicando un’enorme porzione di terra spessa una decina di metri e grande quanto due campi da calcio (sì, Bart era di origine italiana, quindi le unità di misura convertite in campi da calcio erano ammesse per rendere l’idea). La terra si andò a mischiare con il suo cosmo straordinario, creando un muro dalla resistenza inimmaginabile: il Great Wall.

    Grrraaarrr!

    Con uno sforzo titanico, Bartolomeo avrebbe spinto, spinto e spinto ancora. Quel muro si sarebbe inizialmente innalzato per poi piegarsi in avanti, creando una sorta di mezza cupola che aveva lo scopo di contrastare e contenere l’esplosione della bolla miasmatica.
    E la deflagrazione non tardò ad arrivare.
    Tutto tremò come scosso da un terremoto su larga scala, ed era come se facesse il verso a quanto scatenato poco prima da Bart. La violenza di quella che si rivelò un’oscurità gassosa si abbatté sulla difesa del gigante, facendola traballare al primo contatto. Stoicamente, però, quella resistette, perché i due opposti poteri sembravano equilibrarsi alla perfezione. Grazie alla forma e alla grandezza del muro, inoltre, il gas era quantomeno contenuto e i guerrieri alleati non sarebbero stati travolti direttamente da quell’attacco così improvviso e devastante. Le mani del Gran Sacerdote continuarono a sostenere e artigliare il Great Wall, che rese fiero il suo creatore, ma alla fine la struttura dovette cedere.

    Coff coff.

    Le due forze a confronto si erano praticamente annullate a vicenda, e le mura del Toro si disintegrarono in una pioggia di terra, roccia e detriti. Una lieve folata di gas trasportata dal vento di Asgard investì il gigante, che con qualche colpo di tosse e – soprattutto – grazie alla sua resistenza straordinaria non subì gravi conseguenze. Certo, quel continuo miasma debilitante cominciava a dargli fastidio, ma ci sarebbe voluto ben altro per fermarlo. Soprattutto in quel momento. Soprattutto quando il suo sguardo andò a posarsi nuovamente sul suo obiettivo iniziale.

    Ragazzi, concentratevi sulla cura dei nostri amici e cercate di rallentate questi abomini.
    Non credo che la battaglia finirà tanto presto, e dobbiamo resistere il più a lungo possibile.


    Mandò un messaggio telepatico alla sua guardia d’onore, molto diretto e stringato. Questi, immediatamente ligi al dovere, grazie alla loro luce, si sarebbero messi a curare i feriti, a rinvigorire i deboli e a terrorizzare il male a suon di sacri e luminosi esorcismi spirituali. L’obiettivo sarebbe stato quello di tenere alto il vigore e il morale degli alleati, cercando al contempo di infastidire o limitare in qualche modo il potere rigenerante di quei mostri che sembravano inarrestabili. C’erano già molti guerrieri impegnati all’attacco, e un vero e proprio supporto in quel momento era diventato fondamentale.

    Lasciate a me quell’uccellaccio, ci penso io.

    Quell’ultimo messaggio telepatico, invece, era rivolto a tutti e principalmente ai due più forti guerrieri che stavano combattendo con lui: Amaterasu e Siegfried. Era necessario agire con coscienza, e Bartolomeo voleva proprio gridare al mondo che si sarebbe gettato a capofitto contro il nuovo nemico. Tra tutti loro, era quello che poteva rischiare di più, viste le sue peculiarità, e poi aveva proprio voglia di sfondare quell’ammasso di ossa, piume e pelo a suon di ceffoni.

    Adesso sei mio.

    Una minaccia? No, una realtà. Erano passati davvero pochissimi istanti da quando si erano difesi dall’esplosione della bolla di miasma, e quel Toro scatenato di Bart aveva la necessità di combattere faccia a faccia contro il suo nemico. Caricò le gambe e spiccò un salto in linea retta, spostandosi come se fosse un razzo alla velocità della luce.
    I suoi amici e alleati non stettero a guardare, e percepì il cosmo di Amaterasu espandersi, preceduto da un avvertimento diretto solamente agli alleati: chiudere gli occhi. Bartolomeo si fidò, e chiuse gli occhi in volo quell’istante che bastava per ripararsi dal lampo di luce dell’Araldo, che avrebbe potuto disorientare l’uccellaccio e molti altri nemici.
    Anche Siegfried non si trattenne dal creare un assist, e si prodigò in una serie di terremoti in aria molto simili a quelli che lo stesso gigante aveva scatenato per devastare i corrotti poco prima – generando una sorta di competizione nell’animo di quel pazzo di Gran Sacerdote. Quello sarebbe stato un altro elemento di forte disturbo, anche per il mostro, che avrebbe potuto ritrovarsi del tutto destabilizzato.

    Grazie per l’aiuto... anche se i miei terremoti sono sicuramente i migliori!
    Oh oh oh.


    E, ovviamente, poteva mancare da parte di Bart quello strano umorismo misto alla furia della battaglia? Certo che no, e il gigante lasciò continuare quel suo slancio caricando di cosmo la spalla sinistra, coperta e supportata dallo spuntone della sua adorata e resistentissima Armatura. Il Toro avrebbe, quindi, cercato di colpire il corvo all’altezza dello stomaco – o, per lo meno, a metà della sua mastodontica altezza. L’obiettivo era danneggiarlo quel tanto che bastava da farlo ripiegare su se stesso come un libro che si chiude, e renderlo ancora più vulnerabile al vero attacco. Il Toro avrebbe, infatti, seguito quello che era diventato il suo personale drappo rosso per affondare nuovamente le sue corna in un affondo decisivo. Avrebbe seguito qualsiasi movimento o spostamento del nemico, caricando il pugno destro della sua forza, del suo cosmo e di un’insidiosissima elettricità statica. Un’elettricità che si sarebbe venuta a creare come un tuono pronto a colpire, e che era la conseguenza diretta della velocità e della potenza sprigionata dal suo Bull’s Hammer.

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    Prima che il colpo partisse, Bartolomeo percepì altri cosmi venire in suo aiuto, che riconobbe come due dei guerrieri che avevano accompagnato Amaterasu nella battaglia. Uno di loro sostenne l’affondo del Gran Sacerdote creando un costrutto a forma di tirapugni di cosmo e spuntoni minacciosi che andò a rafforzare la mano del gigante. L’altra, invece, cercò di travolgere l’uccellaccio con un attacco a base di un ghiaccio speciale, cercando di congelare e allo stesso tempo sottrarre energia vitale al nemico.

    Grazie anche a voi.

    Un nuovo ringraziamento che rimase, però, solo un pensiero, poiché il Toro era ormai pienamente concentrato su quel singolo, importante e devastante attacco. In quel momento, aveva sulle spalle la speranza di molti guerrieri, che gli avevano donato il loro aiuto riponendo grande fiducia in lui. Non avrebbe mai potuto deluderli, a qualunque costo.
    Il suo pugno destro partì inesorabile in direzione del petto avversario, con lo scopo di devastare quel suo corpo – che, almeno in apparenza, non sembrava troppo robusto – e cercare di limitare o impedire del tutto la sua possibile rigenerazione grazie all’elettricità statica unita a tutti gli altri insidiosi aiuti ricevuti.
    Chi lo poteva sapere? Magari l’effetto combinato del ghiaccio debilitante, dell’elettricità statica e di una forza fisica e cosmica soverchiante, avrebbe potuto danneggiare in modo così irreparabile il corvaccio da ridurlo all’inutilità in un unico decisivo affondo. Non era necessario far durare gli scontri più a lungo del necessario, e Bartolomeo era un maestro nel creare una pressione e una potenza tale da annichilire qualsiasi cosa in pochi istanti.
    Il mostro tutto ossa se la sarebbe vista brutta, proprio brutta, questo era poco ma sicuro. Prima o poi sarebbe caduto, parola di Bart.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Un bel po’ di cose a questo giro :asd: Mi predo il canto stonato del volatile, che mi stordisce un po’ (anche perché la debilitazione progressiva si fa sentire quel pizzico che basta per cominciare a dare fastidio senza essere eccessiva), ma cerco di recuperare i pochi istanti persi agendo senza pensarci due volte. Essendo il più vicino alla deflagrazione, appena mi accorgo del pericolo, mi muovo alla velocità della luce e sradico letteralmente un’enorme porzione di terreno mischiandolo con il mio cosmo straordinario, così da creare una sorta di muro ricurvo verso il basso (una sorta di mezza cupola) per contrastare l’esplosione e contenere l’espandersi del gas [Great Wall, Difesa]. Essendo l’attacco a energia suprema (con cosmo straordinario), la mia difesa regge, ma si disintegra alla fine di tutto, anche se è riuscita a limitare i danni esplosivi e gassosi. Chiedo alla mia guardia d’onore di curare i feriti con i loro poteri e di tentare qualche esorcismo spirituale sui corrotti, per vedere l’effetto che fa (magari rallenta/impedisce la loro rigenerazione?). Poi, senza nemmeno perdere un secondo, vado di melee e mi fiondo verso l’uccellaccio per accorciare la distanza prima di subito. Come mio [AD] arrivo dritto per dritto con una spallata supportata da Cloth a livello 8, più o meno all’altezza dello stomaco avversario, cercando di piegarlo in due (magari perforarlo un pochino?) e di aumentare la riuscita sfruttando il possibile stordimento generato dal lampo di luce di Amaterasu [AD per lui – concordato] e il terremoto in aria di Sieg [AD per lui, descritto nel suo post]. Poi, come un segugio che insegue la preda, non lo mollo nemmeno per un istante e – scombussolato come si spera sarà – gli sparo un pugnone con il Bull’s Hammer [AF]. Oltre che alla violenza inusitata di quel bel giovanotto di Bart, l’attacco avrà l’effetto secondario dell’elettricità statica e sarà supportato da un tirapugni puntuto di cosmo (AF del png Gashodokuro di Lyga – concordato). Lo scopo è cercare di danneggiare l’uccellaccio – si spera in modo critico – e provare anche a paralizzare quello che (si spera) rimarrà di lui, rallentando il più possibile qualsiasi tentativo di rigenerazione, unendosi all’effetto del ghiaccio con deprivazione vitale di Chikane [AF di quest’altro png di Lyga – concordato]. Obiettivo finale? Cercare di fracassare il volatile talmente tanto da fargli dimenticare di vivere :mke:


    Condizioni:
    Buone. La debilitazione progressiva si fa leggermente sentire, ma solo leggermente, eh :kuku:


    Tecniche:
    Great Wall:
    [Effetto Secondario: Terra]
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.
    In aggiunta, come possibile ulteriore rinforzo alla difesa, Bart potrà sfruttare la terra presente sul campo di battaglia. Spostando grandi quantità di terreno, dando fondo alla sua tremenda forza e infondendovi il suo cosmo, il gigante potrà creare una difesa estremamente resistente (cosmo straordinario + terra), potendo inoltre nascondere alla vista cosa si cela dietro al costrutto.

    Bull’s Hammer:
    [Effetto Secondario: Elettricità Statica]
    Tecnica che sfrutta la pura forza straordinaria del Toro, così vasta da rendere il corpo e i muscoli di Bartolomeo una vera e propria macchina da guerra.
    Mentre con la tecnica del Braccio Possente il Cavaliere concentra il suo cosmo negli arti e supporta i colpi diretti con la potenza fisica, con il Martello del Toro sfrutta al massimo la sua forza straordinaria in grado persino di generare danni da elettricità statica. Tale effetto secondario viene a crearsi grazie all'incredibile attrito di questo attacco con l'aria, così violento da caricarsi di elettricità.
    Ogni suo pugno, ogni suo calcio e in generale ogni colpo diretto sarà accompagnato da un’onda d’urto dall’incredibile potenza, con lo scopo di travolgere tutto proprio come un martello inarrestabile, nonché creare effetti elettrici di temporanea parali e stordimento delle parti colpite.
    Un semplice pugno può inaspettatamente diventare all’occorrenza sia un attacco diretto e sia un’onda d’urto, combinando entrambi gli effetti per creare un colpo in grado di mettere in difficoltà anche la migliore delle difese.
    Immaginate di essere un piccolo chiodo pronto ad essere colpito da un martello abnorme e inspiegabilmente attaccato ad una presa di corrente elettrica. Ecco, questa è esattamente la sensazione che si prova ad essere vittima del Bull’s Hammer.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - GUARDIA D'ONORE

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    La battaglia infuriava da una parte e dall'altra. Le mura di Asgard. Chi la difendeva.
    Bartolomeo del Toro. Amaterasu.
    La Corruzione e la sua forza che tutto soverchiava e a cui tutto si piegava in un piano oscuro.
    La spada di Amaterasu ronzava in mezzo alla battaglia mietendo vittime come la falce con le spighe di grano.
    Quel cosmo ribolliva, gli occhi erano fissi sui suoi nemici...

    «Perderai oggi. Stupreremo il tuo cadavere»


    «Sei Amaterasu O Mi Kami? Sei più un qualcosa che tra poco spazzeremo via»



    Si sentiva debole. Non era Lei. Non vi era più la risata? Vi erano parole nella sua testa che ronzavano come facendola perdere in oscuri e segreti sentieri. Come bruna di fronte ai suoi occhi.
    Sentì le dita fredde. Si portò con uno scatto nevrotico la mano al petto: Kusanagi c'era ancora, c'era ancora la mano e la spada. Il Taglio non era soffocato.
    Ma si sentiva impastato. Come se più si dibattesse più affondasse.
    Negli errori. Nella debolezza.
    La fragilità

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    Poggiò una mano al petto e non sentì il battito del proprio cuore(?).
    Si accorse che la sua respirazione non era altro che un gesto dovuto all'abitudine...non serviva...
    Stava abbandonando anche il proprio corpo fisico; lui che non era più un uomo, era


    UNA FORZA DELLA NATURA




    Si. Una forza della natura. Del Codice. Era uno scopo. Era una macchina creata per questo.

    216f025a6cc9c943fec992bda0d2b9a0Ognuno aveva un proprio compito.
    Chi comanda, chi obbedisce; chi spera, chi si arrende e chi combatte; chi viene sconfitto e
    chi ricorda; chi dimentica



    E il suo cosmo ruggì ancora. Respirò così intensamente che sembrò uragano. Amava respirare. Amava essere viva. Amava che i suoi piedi fossero nella terra, sentirla, affondare in essa. Ricordò lo scopo.
    Per stare di contro all'abominio e resistere. Portare il fuoco nell'Abisso. E divorarlo.
    E nel suono dell'oblio il fuoco si accese ancora. E ancora la spada venne impugnata. Nell'oblio l'Imperatrice non era ancora del tutta persa.
    Vedeva chiaro il suo obbiettivo.
    Fatto di una massa informe e caotica. La massima espressione dell'intelligenza diabolica di Ponto.
    Non era ancora il momento di spegnersi e abbandonarsi.
    Il piede sinistro affondò nel pantano di morte e budella del campo di battaglia. Spinse.
    Affondo.
    Taglio.

    Chikane combatteva sentendo dentro un sé un freddo che non faceva parte del suo essere. Come se la sua coscienza a poco a poco si affievolisse. Come un sonno che la cogliesse dopo una lunga giornata.
    Vide davanti a sé dei corrotti. Perché non riusciva a muoversi come voleva?
    Erano spaventosi...ma non erano tutti così? Perché arretrava? Cos'era questa sensazione viscida che le accarezzava, lercia, la schiena?
    Il pugno si abbatté davanti a lei. Schegge di terra la colpirono in volto; sangue schizzò da una pelle diafana e perfetta, mentre il corrotto avanzò digrignando fauci assassine, sbavando un qualcosa che corrodeva la terra stessa; artigli come lance.
    La caricò senza darle tempo di pensiero solo d'azione: il ghiaccio divenne muro, l'aria stessa divenne ghiaccio eppure non era come sempre.
    Lo sentiva. Lo capì anche quando quella spalla colossale le mozzò il fiato e le fece sputare sangue e rabbia.
    Il piede dell'abominio piegò lo sterno e la inchiodò a terra.
    Le sembrò di avere una portone di ferro che la schiacciasse. Vide il pugno chiudersi. La spalla caricare il braccio.
    Una molla tesa che poi venne lasciata andare.
    Impatto.
    Rumore di qualcosa che si spezzava.
    Ossa.
    Ma non di Chikane.

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    «GASHODOKURO!»



    Uno scudo di ossa si era frapposto tra il pugno e la figura esile di Chikane.
    Il potere di costruire di Gashodokuro stava proteggendola.
    Le ossa si piegavano, si spezzavano ma venivano subito sostituite da altre.
    Ed ora aumentavano come serpenti che si attorcigliavano su quel braccio, triturando, spezzando, tagliando; entravano nelle ferite diffondendosi in quel corpo facendo scempio di organi. Trituravano e macellavano.
    Un opera brutale per rendere quei pezzi inanimati. Per rendergli impossibile la rigenerazione.
    Due passi in avanti per prendere slancio e potenza.
    Il braccio destro si piegò all'indietro.
    La spada si allungò a mò di frusta. Schiocco.

    Lo scudo venne posto di fronte. Gli altri abomini scattarono in avanti trovando una resistenza fatta di ferrea volontà. Ossa che potevano piegarsi, potevano spezzarsi ma non avrebbero ceduto un millimetro perché c'era una sua compagna dietro di lui. E non si lasciava mai un compagno in pericolo.
    Una lezione che imparò sui campi di battaglia e che ancora ne portava il ricordo.

    «Grazie...»

    Le mani candide della Yuki Onna toccarono lo scudo che divenne ghiaccio. Qualsiasi cosa toccasse la congelava.
    E nel ghiaccio avrebbero trovato il loro destino.
    Una tomba chiusa con chiodi di ossa e una furia fredda.
    Una spalla d'osso appoggiata ad una spalla diafana e fredda.
    Insieme nella battaglia.

    I won't be coming home
    I won't be going anywhere
    I will guard this post forever



    Questa era la guerra. Puttana guerra. Non vi era eroismo o atti di prosa omerica. Non vi era nulla di tutto questo.
    Vi era cercare di sopravvivere. Di uccidere per non essere uccisi.
    Anche se in questo caos tentare di mantenere la lucidità non era facile. E come fare?
    La paura era una nenia che scavava, goccia a goccia, nelle volontà anche più dure. Quando ci si trovava di fronte alla morte senza poter scappare quali sarebbero stati i pensieri?
    Le urla.
    La testa spappolata di un elfo. I corpi fatti a pezzi. Budella per terra.
    Ancora un sussurro.
    Scappare. Perché continuare?
    Dubbi e paura. Freddo. L'angoscia e la disperazione.
    La corruzione non si fermerà mai.
    Questo è un dato.
    E se non si fermerà mai che possono fare loro?
    Semplici uomini contro le macchinazioni di un Dio Antico. Contro qualcosa che gli odiava con così tanta foga da aver reso tutto questo possibile, partorendo tale figlio bastardo solo per ucciderli tutti.
    Cosa potevano fare gli uomini contro un odio così scellerato, antico e profondo?

    RESISTERE E COMBATTERE



    Erano vivi e questo bastava. Per dare battaglia e morire per difendere il loro diritto ad essere.
    Amaterasu sputò un grumo di sangue e saliva, insieme ai dubbi e all'angoscia, per terra. Si pulì col dorso della mano la barba ormai madida di sudore, saliva e sangue.
    Non era contemplata la resa.
    La Corruzione non si fermava?
    Avrebbe trovato un muro che non arretrava di un millimetro.


    «Il Caos del Pandemonio La Tenebre Dello Spazio Illimitato»


    «Spazio inaudito vivo di musica e di movimento senza nessuna affinità con la Creazione»



    Inchiodarono Amaterasu tale parole. La nenia come una litania funebre che nasceva da chissà quale oscura profondità. Un canto malsano.
    Il canto sovrastò tutto, mentre misteriose correnti d'aria sembravano danzare nel pandemonio che era divenuta la sua anima.
    Striscia tra cadaveri e terra, striscia tra la disperazione cibandosene arrivando alle sue orecchie e al suo spirito.
    Un'orgia di suoni meccanici e indescrivibili che nessuno poteva descrivere e in quel momento il cielo sopra la battaglia si sciolse, lasciando cadere il suo sembiante per mostrarsi con il vero volto del terrore.
    Un corpo scheletrico di un qualcosa che era solo il sembiante di un uccello. Ali scheletriche, pelle marcia che sembrava coperta da una lunga pelliccia di lupo selvatico mista a informi piume di corvo. Il cranio sia osseo che chitinoso ricordava vagamente un becco di rapace gigantesco.
    La realtà aveva mostrato il suo volto. Lasciando andare i suoi artifici ecco che si mostrava di fronte alto, alto più di cinque metri, spalancò le ali, come un Re.
    E fu allora che le sue orecchie sanguinarono e il suo essere venne trascinato in un avviluppante vuoto.
    Quelle parole scavavano la carne, il sangue, l'anima fino ad arrivare a scarnire la sua più pura essenza. Arrivarono fino al Codice e il vuoto fu freddo e la sua anima gli sembrò strappata e gettata in posti al di là della sua concezione.


    No.
    Lo disse con il Codice dell'Inizio. L'esplosione del suo spirito e del suo cosmo tagliò lo scoramento e quella nenia di merda dalle sue orecchie, lasciandolo però confuso e stordito.
    Sangue colò dal naso per lo sforzo.
    Respirò selvaggiamente, mentre si ritrovò piegato su un ginocchio e il mondo sembrò capovolto.
    Ringhiò rabbia e orgoglio.
    Un'opprimente globo fatto di buio si aggregò vicino a Bartolomeo, agitandosi tra scariche di energia scarlatte.
    Rispondeva al richiamo come un amante lasciva e vogliosa.
    Energia tenuta a stento.
    Esplosione

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    «Bart!»




    Mai dietro. Sempre avanti.
    La prima protezione per i suoi compagni.
    Tirò su una mezza cupola fatta di terra e cosmo. Alta cinque metri.
    Per difendere lui e chi stava combattendo. Avrebbe assorbito quel colpo anche se il pensiero andò al Grande Sacerdote ma non avrebbe mai fatto in tempo.
    Doveva avere fiducia.
    Essere compagni significava avere fiducia prima di tutto. Non era solo combattere insieme. Era sapere che potevano contare gli uni sugli altri.
    Sentì il cosmo dei suoi compagni aiutarlo a sopportare quell'esplosione fatta di oscurità.
    Se ci fosse stato Nikolaus avrebbe detto che ricordava quella del gas nervino nella prima Guerra Mondiale.
    Asfissiare, avvelenare, bruciare i polmoni, gli occhi per poi passare con lanciafiamme e fucili chi si trascinava alla ricerca d'aria.
    Brutalità della guerra.
    Ma qui non avrebbero fatto la fine del Fronte Occidentale in Germania.
    La terra coprì la darian bianca cercando di schermarla il più possibile dall'esplosione ma quella era oscurità gassosa.
    Penetrava nelle fenditure. E non respirare in guerra significava morire. Nessuno sforzo di tale portata poteva essere fatto senza respirare.
    E non erano macchine che non necessitavano di respirare.
    Peccato.
    Questo lo doveva dire a sua madre. Ma qualche difetto era importante averlo. Rendeva la battaglia più interessante.
    La rendeva godibile.
    E il suo cosmo si espanse facendo capire perché era l'Imperatrice. Cosmo immenso. Non tanto quanto il celebrante e quello ancora più enorme di Bart.
    Eppure non volle essere da meno.
    Sentì gli altri aiutarlo per proteggere e proteggersi.
    Poi gli occhi lacrimarono. I polmoni bruciavano e si sentì soffocare.
    Bastarda Corruzione.
    Era come avere un macigno posato sul petto.
    Era sempre stato così difficile respirare?
    Sembrava aver dimenticato come fare...ancora più bastardi.
    La sua difesa si sgretolò in più punti, distrutta in altre ma tenne quel tanto che bastava per proteggersi e non morire.
    Certo i polmoni bruciavano ad ogni respiro, il dolore sembravano tenaglie arroventate che stringevano il suo corpo eppure era vivo.

    Era il momento di passare all'attacco.
    Da soli?
    Insieme.
    Erano lì anche per questo. Nessuno di loro era un isola solitaria in un mare agitato, ma uniti da un qualcosa che era proprio di ogni essere vivente.


    «Chiudete gli occhi!»

    Il pensiero corse ai suoi alleati. Luce fu Amaterasu. Nelle tenebre la figura dell'araldo divenne splendente. Aumentando d'intensità. Pulsando come una nova al suo massimo. Un flash.
    Abbagliante quanto vedere il sole allo zenit.
    La luce esplose per tentare di accecare i suoi nemici e favorire Bartolomeo e il Celebrante che finalmente era sceso in campo.
    Mentre gli Oni sollevarono porzioni di terreno per difendere le mura e avanzare. Erano a loro agio nella carneficina, nel dolore, nel sangue, si sentivano sempre più elettrizzati, sempre più furiosi.
    Il sangue era per loro un nettare. Il dolore una coppa da cui abbeverarsi.
    Non parlavano. Ridevano beandosi di morte e budella che calpestavano incuranti. Il loro nemico era la Corruzione. Non c'era ritirata. Solo avanzare.
    Ancora.
    E ancora.
    E ancora...

    Quei muri li tenevano su con il cosmo perché volevano avanzare. Due li tenevano in alto, gli altri due erano pronti a scatenare tutta la loro furia se fossero arrivati vicini.
    Dovevano arrivare a portata delle loro braccia per poter lanciare macigni enormi carichi di cosmo e rompere quei crani immondi.
    Al fuoco si risponde col fuoco. Sempre.
    Li avrebbero reso lo stesso dolore, la stessa tattica che stavano usando quei pezzi di sterco a forma di canidi.

    Un tirapugni d'osso con piccole trivelle sulle nocche. Un aria congelante attorno al Gran Sacerdote che portava il dolce e ferale abbraccio delle Yuki Onna. Perché il ghiaccio sa essere terribile. Bello e letale allo stesso tempo.
    Il freddo poteva togliere il dolce calore della vita a poco a poco. Mentre quei tirapugni avrebbero massimizzato la già straordinaria forza del Toro D'Oro.
    Gashodokuro e Chikane stavano aiutando Bartolomeo del Toro. Il nemico era temibile, invisibile aveva aspettato il momento giusto come un avvoltoio il morente che si trascinava nel deserto.
    Ogni pugno di Bart sarebbe stato ancora più terribile. Ancora più distruttivo.
    Dovevano triturare, distruggere, fare un macinato di sangue, carne, budella e orgoglio di quel bastardo. Rendere la sua carne inerte a imputridire sotto il sole di Amaterasu.


    E Amaterasu? Il suo apporto era stato solo un misero flash puerile?
    La spada dov'era? E dov'era Ōwatatsumi?
    La luce divenne ora il suo manto.
    Un manto che rendeva lui e il Re Drago invisibili come se la luce gli attraversasse, come se la loro ombra non potesse essere più su questo mondo.
    Si erano mossi lasciando a tutti loro la difesa delle mura e quel bastardo vestito da uccello troppo cresciuto.
    Vi erano altro che potevano fare.
    Lì erano di troppo.
    C'erano ancora dei nemici che indisturbati stavano facendo il loro lavoro e anche bene. Erano come un martello pneumatico che col tempo avrebbe aperto una breccia. Era chiaro il loro scopo. Attacchi non forti ma continui e mirati allo stesso punto. Un assedio in piena regola.
    Dovevano rompere l'assedio e la formazione. Per poterli divorare e distruggere.
    Certo Asgard non era un osso che si lasciasse divorare con semplicità. Erano duri e inamovibili come il ghiaccio perenne di quelle terre. Ma una spada in più, un paio d'artigli e di zanne facevano sempre comodo.
    Stava sul dorso del Dio Drago sfrecciando tra le correnti d'aria mentre la luce si piegava intorno a loro.
    Dovevano proteggere l'avanzata dell'esercito alato di Asgard.

    «Semo er comitato de bbenvenuto Amaterà?»

    «Apriamoli la strada! Tu occupati di quelli a destra.»

    «Sfragnamo 'ste quattro pippe. Appizzamose n'artro po' eppoi se li inculamo!»


    E fu guerra d'ira. Fu guerra nei cieli.
    Che Amaterasu e Ōwatatsumi lasciarono andare la loro ira e il loro potere sulla terribile flotta.
    Amaterasu fu come bianca fiamma e attorno a Ōwatatsumi si radunarono le potenze di Asgard.
    Il ruggito dell'uno corrispose il ronzio funereo di Kusanagi. Tempesta e Luce.
    Battaglia nell'aria.
    L'eletto della tempesta e l'Araldo cavalcarono il vento lasciando scatenare il loro codice.

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    BLOOD AND GLORY IN THE FIGHTING FIELDS
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    Globi di vento circondati del potere del fulmine saettarono contro la flotta. Crepitio di elettricità ed esplosioni di tempesta.
    Le correnti avrebbero risucchiato per triturare e spezzare mentre il fulmine avrebbe incenerito corpi e zanne.
    Come se la tempesta fosse arrivata a proteggere Asgard. Come se persino il vento e il cielo si rifiutassero di dare asilo a questi abomini.
    Il vento e il fulmine si allearono con Ōwatatsumi donandoli il loro potere, a cui il Dio Drago manipolò per far scatenare tutto il loro brutale potere.
    E il cielo si fece nero mentre il fulmine saettò nel cielo come squarci blu elettrici.
    Un ronzio ferale si mischiò a tutto questo.
    Nel cielo fendenti di pura luce, tagliarono l'orizzonte espandendosi e diramandosi in centinaia di altri per poi esplodere.
    Il cielo si accese di colori mentre Amaterasu scatenò il suo potere in un bombardamento fatto di luce e spirito.
    Amaterasu stava creando e distruggendo. I fendenti di Kusanagi erano raggi laser che si dividevano in decine di altri con l'intento di esplodere per farne mattanza e rompere la loro formazione e i loro attacchi o di attraversare quanti più corrotti.
    Distruggendo carne e spirito.
    Rendere quelle masse inerti.
    Rompere l'attacco e poi far intervenire le forze di Asgard.
    E vide il Drago meccanico...
    Sorrise...mentre le imprecazioni di Ōwatatsumi si sprecarono.
    Ma doveva guidare quelle forze per difendere Asgard.
    La sua luce esplose divenendo come il Sole. Perché li avrebbe guidati a spezzare quei bastardi. Voleva tagliarli...


    db49836fc4f9b2594c83076aeea649b4 Tutti insieme.
    Come un sol uomo.







    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.


    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Luce
    La barba si farà d'oro. I capelli sembreranno scie di comete luminose. Negli occhi il torii, brillerà di color vermiglio e sarà lucente come il Sole nello zenit.
    La sua Darian si farà di un bianco accecante, e la visione di Amaterasu farà chiudere gli occhi ai più per la violenza dell'esplosione di Luce della Dea del Sole.
    E intorno al suo corpo svetteranno, a mò di gioielli su una corona, quattro magatame fatte di pura luce e, tra le sue mani, si formerà lo Yata no Kagami; lo specchio sacro che tutto vede.
    Questa è la forma più pura e regale di Amaterasu stessa, che incarna la forza, la potenza della Luce stessa. Ed essendo Luce stessa ne ha il controllo in ogni sua parte, persino sui fotoni che formano la radiazione stessa della luce. Ed essendo luce può usarla in ogni modo possibile: può assorbirla in sé oscurando del tutto il campo della battaglia, o farla esplodere per accecare, può concretizzarla in raggi laser, usarla per concretizzare costrutti elementari quali armi e scudi.
    Può usare sia il fenomeno della diffrazione, che quella della rifrazione sia su se stessa rendendosi invisibile, che su oggetti qualsiasi.
    Questo rende i suoi attacchi particolarmente insidiosi potendo sia farli giungere da qualsiasi punto nello spazio, che farli curvare in modo innaturale, o renderli invisibili per attacchi precisi e letali aggirando, se fosse possibile, le difese degli avversari.
    Il controllo della luce stessa, l'essere pura luce, rende Amaterasu difficile da colpire, non avendo più un corpo naturale e che risponde alle leggi della natura. Questo si riflette anche nel modo in cui il corpo dell'Araldo stesso si comporta: essendo una vera e propria fonte di luce può creare giochi di luce e immagini, grazie al potere della riflessione e della rifrazione, che potranno essere usati come diversivi andando a creare veri e proprie attacchi che sembrano portati da più Amaterasu o ingannando gli occhi, per affondi precisi e letali superando le difese avversarie.
    Oppure la luce, infrangendosi e riflettendosi sul corpo stesso dell'Araldo, gli darà la possibilità di rendersi invisibili grazie al potere della luce che si riflette.
    I suoi colpi saranno più veloci e letali, persino più taglienti, con un gradiente distruttivo senza pari. Kusanagi stessa diventerà diversa assomigliando ad una spada con tre lame. La prima, centrale, più lunga delle altre due laterali.

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma soprattutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.


    Si iniziano ad avvertire i danni del miasma. Se prima erano solo accennati ora diventano marcati infatti le voci si fanno più inisistenti/la debolezza/il dubbio ecc come prima parte del post.
    Fase 1 Difesa: L'Attacco Debole entra e fa male per via di una differenza d'energia a cui oppongo spirito per tenermi in piedi e non andare con il cervello in down. Però l'attacco è forte e lascia Amaterasu intontito e confuso per lo sforzo.
    L'attacco forte lo si tanka di faccia perché non ha tempo per spostarsi. Forma mezze cupole di terra per proteggere sia lui che gli alleati. Si aggiungono anche la difesa dei npg per dare più forza alla difesa.
    Ma i danni passano acuendo il dolore delle ferite precedenti oltre a bruciare i polmoni e ad avere difficoltà respiratorie.

    FASE 2 Attacco
    Forma luce flash abbagliante sui nemici(limiti dati dall'energia) come ATTACCO DEBOLE.
    Per favorire Bartolomeo,Sieg e i loro attacchi.
    Gashodokuro grazie a costrutti forma dei tirapugni con piccole trivelle per massimizzare i danni portati dal Toro Scatenato, coadiuvato da Chikane e dal suo ghiaccio per poter tentare di ghiacciare le parti colpite, drenare energia ammorbidendolo ancora di più e favorire la mattanza der Toro Coatto.(ATTACCO FORTE PER ENTRAMBI)
    Gli Oni danno man forte davanti alle mura, aiutando il golem dove è possibile ma concentrandosi sulla difesa. sollevando porzioni di terreno con forza straordinaria per fermare l'attacco dei segugi infernali e offrire un ulteriore difesa. Per poi lanciarle contro gli stessi, se ci arrivano, cariche del loro cosmo e rispondere a bombardamento con bombardamento( ATTACCO FORTE)
    Amaterasu sfrutta la luce e insieme ad Ōwatatsumi scatta verso i nemici che attaccano dall'aria. manipolo la luce intorno a noi per renderci invisibili e tentare di non farci vedere.(DIVERSIVO)
    E qui scateno la guerra in puro stile Eärendil contro Ancalagon.

    Ōwatatsumi sfrutta vento e fulmine per creare dei globi che lancia contro la formazione nemica, a destra, che esplodono creando sbalzi nelle correnti d'aria, avendo come effetto risucchio. Mischiato a questo vi è il potere del fulmine per massimizzare i danni incenerendo qualsiasi cosa tocchino (ATTACCO FORTE)
    Amaterasu sfrutta la luce con spirito e si occupa della formazione a sinistra.
    I fendenti diventano il veicolo della luce, da cui si dipartono fasci laser concentrati altamente esplosivi e perforanti, per creare delle esplosioni, massimizzando i danni (ATTACCO FORTE). Non bada alla precisione più che altro a fare esplosioni in stile contraerea atta a colpire/rompere la formazione portando i drakkar volanti di asgard a portata dei nemici e ingaggiarli.
     
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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS

    V




    L'esercito volante è costretto a dividersi ulteriormente per non soccombere all'attacco. Piccoli gruppi di mostri alati sfrecciano tra le navi cercando di evitare i raggi, tuffandosi tra un mezzo e l'altro per tentare di sfruttare il fuoco amico tra nave e nave grazie alla loro agilità e a rapidissime vitate.
    Anche l'esercito di terra reagisce all'inusitata quantità di tecnologia nanica vomitata dai bastioni di difesa cambiando approccio e iniziando a scagliare pesanti macigni sulle mura e oltre le stesse.
    La Corruzione tuttavia può ben poco contro gli attacchi diretti provenienti da ogni direzione e un gran numero di esseri viene gravemente ferito o completamente distrutto in brevissimo tempo.

    In alto, il pugno del Toro colpisce con una forza inaudita. L'attacco combinato ha lasciato l'essere deforme privo di difese.
    Un suono assordante, metallico, riempie l'aria mentre il corpo del Corrotto si piega su sé stesso, le membra abbandonate in orride angolazioni.
    Sembra che stia agitando gli arti, quasi come se tentasse disperatamente di colpire il Grande Sacerdote con gli artigli falciformi... ma si spezza. L'intero corpo esplode in frammenti impalpabili, quasi trasparenti, che scompaiono totalmente divorati dalle emanazioni del vostro Cosmo che accompagnavano l'attacco del Cavaliere d'Oro.
    Nello stesso momento l'oscuro marasma corrotto, ormai espanso a macchia d'olio in seguito all'esplosione, diventa un'immensa distesa di nero che ricopre ogni cosa. Intorno a voi non vedete altro che buio, come se ogni fonte di luce si fosse spenta improvvisamente, mentre percepite un'immonda quantità di energia cosmica all'opera.
    Quindi, con la stessa rapidità con cui era scomparsa, la tenue luce del sole torna a brillare su Asgard.

    Del nemico non vi è traccia.

    Il sangue nero che impregnava il suolo, l'informe amalgama di energia, i Corrotti, vivi o morti che fossero, sono totalmente spariti dal campo di battaglia. Restano solo i segni della battaglia, i crateri, la neve sciolta, la terra rivoltata. Gli ultimi colpi sparati dalle navi e dalle mura esplodono nel nulla e poi tutto tace.
    Silenzio. Un lungo, lunghissimo silenzio carico di tensione.

    Il vento soffia gelido, incanalandosi nelle valli. Poco a poco porta con sé degli echi. Un ritmo costante, esasperato. Una disperata ripetizione della stessa identica nota metallica che diventa sempre più forte.
    I vostri sensi vengono nuovamente assaliti dall'essenza della Corruzione. Davanti a voi la fiumana di creature ibride torna a calare dai pendii scoscesi, correndo verso di voi. Verso la città.
    È uno spettacolo raccapricciante.
    Uno spettacolo che avete già visto.

    Arrivano.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Ah ma che succede? La battaglia si interrompe e ricomincia da capo esattamente come l'avete vista iniziare poco fa. Gli assetti dell'esercito corrotto sono gli stessi e anche i loro numeri sembrano essersi rimpolpati. In tutto e per tutto è come se dalla loro parte dello scontro fossimo alla situazione di 3 turni fa.
    Avete libertà di azione, pur considerando che siete sempre sotto attacco.
    Prossima puntata venerdì 24 febbraio.


     
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    Hel's Bells

    Il suo pugno affondò letteralmente nel corpo del nemico, penetrando ogni possibile difesa come un grissino nel tonno Rio Mare (sì, ok, altra similitudine molto italiana, ma vale sempre la scusa che Bart era di origine italiana). O forse si poteva dire come un coltello nel burro, ma era meglio lasciare i paragoni con le lame ad Amaterasu. In ogni caso, quell’inarrestabile affondo del Gran Sacerdote sembrava avere completamente devastato quel dannato corvaccio, che non era riuscito a frapporre nulla di efficace tra il Toro e la sua inesorabile fine.

    Gracilino questo uccellaccio.

    Lo stesso Bartolomeo si era stupito per quanto accaduto. O meglio, non si aspettava che finisse tutto così velocemente. Era certo che il Bull’s Hammer, supportato dai suoi compagni di battaglia, avrebbe potuto arrecare danni irreparabili, ma sembrava che la forza e l’impegno profusi in quell’attacco fossero davvero eccessivi rispetto alle capacità dell’avversario. Forse l’avevano tutti sopravvalutato, perché l’abominio era davvero immenso, ben più alto dello stesso Gran Sacerdote. Forse le apparenze avevano ingannato come mai era successo durante gli scontri con la Corruzione. In ogni caso, la velocità e l’efficacia con cui avevano letteralmente demolito quel mostro erano state incredibili.

    E adesso cadi.

    Erano ancora sospesi a mezz’aria, quando il volatile si dimenò come in preda a spasmi incontrollabili. Cercò di artigliare l’aria con quei suoi arti scheletrici, come se volesse rispondere all’offensiva di Bart. Il gigante, però, non si scompose nemmeno per un istante – rimanendo pronto, comunque, a mollargli un ceffone a ogni evenienza – e lo fissò quasi con compassione. Forse era più delusione, se ci pensiamo bene, perché avrebbe voluto sfogare tutta la sua furia contro un nemico ben definito e reale, che poteva attaccare a testa bassa per eliminarlo dal piano dell’esistenza.
    E invece no, tutto era finito con un unico colpo, tutto era terminato nel tempo di un batter di ciglia.
    Bartolomeo alzò il sopracciglio sinistro assumendo un’espressione contrariata, e sbuffò insoddisfatto lasciandosi cadere al suolo. Colpì il terreno flettendo le gambe, ma la terra intorno a lui si disintegrò a causa di quella discesa pregna di cosmo dopo una dimostrazione di forza così incontenibile.

    Ma cosa...?

    In quella battaglia molte cose lo avevano colto di sorpresa, perché la Corruzione in quel luogo era davvero qualcosa d’inspiegabile. Persino l’unione delle forze di Amaterasu e dei suoi guerrieri, nonché dell’intero esercito di Asgard, non era riuscita a risolvere quell’intricato insieme di enigmi costituito dall’orda di corrotti che stavano combattendo.
    E ancora una volta, qualcosa di totalmente inspiegabile accadde dal nulla, cambiando nuovamente le carte in tavola.
    Il miasma oscuro che poco prima era esploso con intenti omicidi, in quel momento divenne improvvisamente una distesa impenetrabile di oscurità, che avvolse ogni cosa senza diritto di replica. Il Toro cercò di espandere il cosmo, schermandosi gli occhi con le mani, ma tutto si era fatto irreparabilmente buio.

    Espandete il cosmo, non perdete l’orientamento!

    Il Gran Sacerdote gridò quelle parole a squarciagola, cercando di raggiungere tutti in quell’oceano nero come la pece. Non era facile mantenere la calma in una situazione del genere, perché ogni senso umano sembrava soppresso per sempre. Inoltre, sembrava ormai palese che qualcosa di molto potente si stesse muovendo in quell’oscurità, perché era impossibile non notare una sorta di flusso cosmico nemico in movimento da qualche parte. Ma dove?

    Lo sentite anche voi?

    Questa volta optò per un messaggio telepatico, cercando di raggiungere Amaterasu e Siegfried. Era certo che anche loro avessero percepito qualcosa, ma non ci fu tempo per discuterne.
    Com’era arrivata, infatti, la tenebra si ritirò come se non fosse mai esistita.
    La luce del sole tornò a illuminare il bianco delle nevi di Asgard, generando un bagliore che ferì gli occhi dopo tutto quel buio. Bart spostò la mano destra all’altezza del volto per filtrare quell’inattesa luminosità, cercando di non farsi trovare impreparato per ogni evenienza. Paradossalmente, però, non ci fu alcun bisogno di preparasi a un nuovo imminente pericolo.
    Il ritorno di una luce naturale, infatti, portò allo scoperto la devastazione del campo di battaglia, segnato da cicatrici che avrebbero impiegato molto tempo a guarire. Il terreno era completamente distrutto, divelto e rimescolato più volte, a testimonianza di uno scontro tra migliaia di guerrieri dotati di poteri incredibili. Il silenzio che si era venuto a creare era davvero surreale, tanto da poter sentire un fischio nelle orecchie ormai abituate al suono assordante della battaglia.
    Tutto era scomparso, come se non fosse mai esistito. Come un sogno a occhi aperti da cui vi eravate tutti risvegliati all’improvviso.
    Il Toro sbatté gli occhi incredulo, quasi instupidito da ciò che era appena accaduto. Si guardò attorno per capire se fosse il solo a trovarsi in quella stasi priva di senso, ma anche gli altri guerrieri suoi alleati non sembravano aver capito più di quello che potevano vedere con gli occhi.
    La battaglia era davvero finita? Avevano vinto? Asgard non era più in pericolo? Forse...

    Non è possibile.

    E invece sì, caro Bart, era successo davvero. La battaglia non era davvero finita, non avevano vinto, e Asgard non era fuori pericolo. Ma che cosa era successo? Beh, semplicemente l’orda di corrotti non era sparita sotto i colpi dei prodi Cavalieri, certo che no, ma era rispuntata dal nulla più su nella valle. Come se non fosse successo niente, come se il sangue versato per difendersi dai corrotti fosse stato completamente inutile, come se i loro sforzi fossero stati totalmente vani.
    Il rumore dell’incessante marcia nemica era terribile e roboante più che mai, a dimostrazione che tutto sembrava essersi riavvolto nel passato. La Corruzione era tornata a essere soverchiante, come se il tempo avesse deciso di fare uno scherzo a tutti loro e si fosse contratto in modo totalmente innaturale.
    Il Gran Sacerdote strinse i denti e i pugni cercando di contenere una frustrazione ormai evidente. Lui avrebbe potuto continuare a prender a pugni quegli abomini ancora per molto tempo, ma non sarebbe servito a nulla, prima o poi sarebbe caduto in un sacrificio vano. Inoltre l’esercito di alleati non era al pieno delle forze come all’inizio dello scontro, e non sarebbe riuscito a resistere ancora per molto. Per di più, avevano ormai capito che continuare a distruggere quel mare di corrotti era una strategia che alla lunga risultava perdente, a maggior ragione da quando si erano dimostrati in grado di riavvolgere il tempo come se nulla fosse accaduto.

    Qualunque cosa sia successa, non ci voleva, ma non possiamo arrenderci.
    Cerchiamo di rallentare la loro avanzata, blocchiamoli il più a lungo possibile, e cerchiamo nuovamente di individuare la fonte del loro potere.


    Lanciò quel messaggio telepatico come una freccia dritta al bersaglio, cercando di raggiungere tutti. La loro nuova strategia era chiara e condivisa da tutti. Non avevano molte altre opzioni a portata di mano in quel momento critico ed estremamente delicato.

    Di nuovo insieme, di nuovo uniti!

    Era difficile tenere alto il morale dell’esercito in quella situazione disperata, ma sperava che vedere Bartolomeo, il Baluardo di Atena, affrontare nuovamente a viso aperto quell’orda di corrotti avrebbe potuto spronare tutti all’azione. Non potevano sfaldare la loro unione proprio in quel momento, a causa di un evento sicuramente terribile, e dovevano continuare ad agire come se fossero un solo guerriero. Con la paura di morire, quella era normale averla, ma altrettanto sicuri che i Cavalieri che li guidavano – Amaterasu, Siegfried e Bart – non sarebbero arretrati nemmeno di un passo.
    Il Gran Sacerdote, dal canto suo, avrebbe fatto immediatamente il suo dovere, cercando di dare il via a un nuovo giro di danze.
    In piedi, davanti alle mura di Asgard, il Toro avrebbe incrociato le braccia al petto, fissando l’avanzare degli abomini da sotto il suo elmo dorato. Avrebbe, poi, concentrato il suo potere nella gamba destra, sollevandola del terreno come se volesse schiacciare qualcosa di particolarmente grosso. Con un movimento fulmineo, avrebbe scagliato un pestone al suolo, tanto anonimo all’apparenza quanto devastante negli effetti. Quella sarebbe stata la semplice, diretta ma efficace dimostrazione della sua forza straordinaria, che avrebbe generato tremende onde d’urto nel terreno per creare terremoti in tutta l’area raggiungibile di fronte a lui.

    pFqn6bl

    L’obiettivo di quel colpo, però, non era quello di annichilire gli abomini ancora una volta, perché avevano capito che era del tutto inutile. Quelle scosse avrebbero avuto l’obiettivo principale di destabilizzare i nemici che si spostavano via terra, cercando di bloccare completamente la loro avanzata. Un terremoto di forte intensità, infatti, è in grado di mandare in tilt ogni senso di equilibrio e orientamento, riducendo all’inutilità chi cerca di fuggire o ripararsi scappando a gambe levate. Lo scopo era proprio di ricreare quello stordimento generale, puntando più sull’ostacolare l’incedere degli avversari che sull’arrecare danno.
    Ma non era finita, perché dovevano tenerli comunque il più distante possibile.
    Sbuffando per un principio di affaticamento – dannato e subdolo indebolimento progressivo causato dalla Corruzione – Bart avrebbe caricato le sue braccia di cosmo e colpito il terreno più vicino alle mura di Asgard, fuori dall’area di effetto del suo stesso terremoto. I colpi avrebbero avuto lo scopo di innalzare enormi porzioni di terreno, più irregolari rispetto al suo primo tentativo di difesa, ma sicuramente più spessi. Erano come montagne di terra e roccia in miniatura, alte decine di metri e con una pendenza tale da non poter essere superate se non scalandole in verticale con enorme fatica. Questi ammassi si sarebbero mescolati con il cosmo straordinario del Toro, seminando il campo di battaglia di ostacoli estremamente resistenti e difficili da abbattere o superare. Quello era un altro stratagemma per rallentare ogni avanzata via terra.
    Nel frattempo, ormai immersa nella lotta contro le tenebre e autonoma nei movimenti, la sua guardia d’onore – seguendo l’esempio di Amaterasu qualche istante prima – concentrò gli sforzi per creare abbaglianti flash di luce cercando di stordire ulteriormente qualsiasi abominio dotato di occhi. I suoi guerrieri fidati avevano immediatamente capito l’obiettivo della nuova strategia e non si erano lasciati travolgere dallo scoramento, supportando con anima e corpo il loro inarrestabile Gran Sacerdote.

    A voi il cielo, amici miei.

    Il gigante avrebbe lasciato ai suoi alleati il compito di rallentare i nemici volanti, perché dotati di abilità ben più congeniali allo scopo. E la reazione a quella sua prima e decisa risposta alla Corruzione non tardò ad arrivare, tanto che Amaterasu e il Celebrante di Odino non persero nemmeno un istante per unirsi alla battaglia. Il Cavaliere più forte di Asgard rinforzò quanto costruito da Bartolomeo sfruttando le incredibili risorse del suo esercito, per poi invitarli tutti a raggiungerlo sulle mura.

    Grazie dell’invito Siegfried, dammi un attimo e sono da te.

    Il gigante si girò verso le porte della città, così da individuare Siegfried anche con lo sguardo e salutarlo con un esagerato cenno della mano destra. Poi spiccò un poderoso balzo, e con un unico arco nel cielo riuscì a raggiungere il suo alleato. Atterrò con maggiore grazia per non danneggiare in alcun modo le mura, e si fece sfuggire un’espressione di iniziale – quanto inusuale per lui – stanchezza.

    Uff...

    Sbuffò senza nemmeno accorgersene, capendo che quel qualcosa che cercava di indebolirli dall’inizio della battaglia stava davvero cominciando a fare effetto anche su di lui. Una scoperta fastidiosa, ma non si sarebbe certo fermato per così poco.

    Dannazione, quale sarà l’origine di questa loro strana abilità?
    Ci dovrà pur essere qualcuno o qualcosa che gli permette di fare... quello che fanno.


    Non riusciva nemmeno a trovare le parole giuste per descrivere ciò che stavano combattendo, perché era qualcosa di davvero mai visto prima. Dovevano guadagnare istanti preziosi per cercare di svelare il segreto degli avversari, e l’espansione cosmica del Gran Sacerdote avrebbe fatto capire a tutti che una nuova ricerca a tappeto della fonte del potere nemica era iniziata.
    Avevano bisogno di scovare quel punto debole, quel punto focale, altrimenti la battaglia si sarebbe presto trasformata in uno stillicidio lento ma inesorabile. E loro, di certo, non si sarebbero mai arresi, nemmeno di fronte a un nemico all’apparenza indifferente alla morte. Avrebbero piuttosto atomizzato quell’orda di abomini finché la loro rigenerazione non fosse venuta meno.
    Ma era davvero possibile? Sarebbero a tutti i costi sopravvissuti per scoprirlo.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
    lhWsVkb

    Riassunto:
    Aaah, rewind?! Dannazione, che brutta sorpresa. Capiamo che è inutile farli a tocchetti piccoli piccoli, perché poi – puff – riappaiono come se niente fosse successo xD Quindi decidiamo di concentrarci sul bloccarli o rallentarli il più possibile, per cercare di scovare il loro trucco di magia. Bart scatena un terremoto con la pura forza straordinaria nell’area di fronte a lui [AF] con il principale scopo di rallentarli o bloccarli sul posto (il terremoto è potenzialmente una bruttissima gatta da pelare per chi si sposta via terra). Poi erige una serie di barriere (come se fossero montagne in miniatura) sfruttando la terra del posto – che smuove a suon di cazzotti – mischiata al suo cosmo straordinario a energia suprema [Difesa]. Il tutto, poi, verrà ulteriormente rinforzato dal caro Sieg e dall’esercito di Asgard. La mia guardia d’onore, nel frattempo, si dedica ai lampi di luce “Amaterasu-style” per cercare di stordire ulteriormente l’avanzata nemica. Infine – cominciando a essere affaticato a causa dell’indebolimento progressivo – accetto il consiglio del Celebrante e lo raggiungo sulle mura, facendo partire ancora una volta una ricerca cosmica per tentare di scovare la fonte dell’inghippo che permette all’orda di abomini di fregarsene dei nostri cazzotti :asd:

    PS: c’è un Easter egg nella gif che non mi sono sentito di togliere perché ho riso per mezz’ora quando l’ho notato xD


    Condizioni:
    Comincio ad essere stanco, eh, non ho più l'età xD


    Tecniche:
    Great Wall:
    [Effetto Secondario: Terra]
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.
    In aggiunta, come possibile ulteriore rinforzo alla difesa, Bart potrà sfruttare la terra presente sul campo di battaglia. Spostando grandi quantità di terreno, dando fondo alla sua tremenda forza e infondendovi il suo cosmo, il gigante potrà creare una difesa estremamente resistente (cosmo straordinario + terra), potendo inoltre nascondere alla vista cosa si cela dietro al costrutto.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

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    Il Celebrante sapeva che la potenza del Cavaliere del Toro era superiore a quella della creatura alata, ed era certo che con il suo contributo e quello dell'Araldo gli avrebbe fornito l'opportunità di piazzare un colpo vincente. Quello che non si aspettava era vedere il corrotto esplodere e disintegrarsi. Con tutto quello che accadde successivamente.

    Lui stesso, al suolo, aveva dato via ad una devastazione che avrebbe mietuto vittime tra centinaia di nemici, ma in quello stesso attimo la marea nera di corpi divenne uniforme come fosse stata un fiume di petrolio, da cui poi si diramò l'oscurità. Fu un attimo, percepì la domanda di Bart nella propria mente. Sì, c'era qualcosa di grosso ed era al lavoro. Una fonte di energia cosmica anormale attraversava le vallate come un vento di tempesta sferzante, poi tutto di colpo finì. Il campo di battaglia era sgombro. I golem si erano immobilizzati, non riuscendo a percepire alcuna presenza di nemici; le navi volanti erano rimaste sole e stavano già rinserrando le fila. Ebbe anche la sensazione di udire le imprecazioni di Varak che urlava ordini a destra e a manca dalle mura.

    Infine, i suoni della marcia nemica rimbombarono in aria per la seconda volta.

    Siegfried lanciò uno sguardo in lontananza: la marea nera stava tornando e sembrava essere appena giunta sul campo di battaglia. Percepiva di nuovo quel senso di disagio, il tempo che sembrava essersi riavvolto su se stesso come all'inizio della battaglia quando i suoi alleati erano inaspettatamente arrivati prima dell'attacco, ed i conti ancora non tornavano. Bart, dal canto suo, non sembrava voler rimanere con le mani in mano.

    Qualunque cosa sia successa, non ci voleva, ma non possiamo arrenderci. Cerchiamo di rallentare la loro avanzata, blocchiamoli il più a lungo possibile, e cerchiamo nuovamente di individuare la fonte del loro potere.

    Il sisma che ne seguì, iniziò a modificare il territorio formando trincee e fossati che avrebbero avuto lo scopo di rallentare la nuova avanzata. Siegfried decise di seguire l'esempio, iniziando a sua volta a portare un contributo nel rendere più impervio il percorso che l'esercito nemico si apprestava ad utilizzare, e poi riflettè un attimo. Sulla lunga distanza mirò ai fianchi delle gole che gli avversari avrebbero dovuto utilizzare, provocando delle frane che avrebbero dovuto ulteriormente ostacolare i loro avversari, e si chiese se avrebbero rivisto il corrotto alato e se ci sarebbero stati gli stessi attacchi e una nuova esplosione.

    Con un unico balzo ritornò sulle mura esterne, giusto in tempo per vedere Varak che iniziava a sbraitare contro i corrotti.

    Celebrante, che diavolo sta succedendo? Che gli dei se li portino nel profondo del Muspell per bruciarli tutti!!!

    Calmati, Varak. Il vero nemico è nascosto, dovevamo aspettarcelo... sarebbe stato troppo facile vincere contro un esercito di quelle dimensioni. Porta i golem davanti alle mura e per adesso annulliamo il magma, ma rimani pronto ad utilizzarlo nuovamente.

    Sospirò. Non sapeva bene come affrontare la cosa, ma sapeva che in quella situazione di stallo facevano solo il gioco dell'avversario. Dovevano stanare chi stava dietro a quel potere ed eliminarlo. Ma come? Si rivolse agli altri alleati.

    Miei amici, dobbiamo scovare chi si prende gioco di noi. Vi aspetto qui sulle mura esterne, la prossima ondata andrà comunque arginata ma non sarà sufficiente, soprattutto se possono ancora farci lo stesso scherzo e ricominciare la battaglia per la terza volta o anche di più. Il tempo non è a nostro favore, ma i nostri cuori uniti ci permetteranno di vivere ancora!

    Diede ulteriori disposizioni a Varak: stavolta avrebbero iniziato ad usare le armi pesanti direttamente dalla lunga distanza, con lo scopo di eliminare quanti più mostri e rallentare il più possibile il nemico, che comunque non aveva mai fatto troppo caso al pericolo di vita.

    Pochi istanti dopo, Bart atterrò sulle mura esterne, incrinando leggermente la pietra là dove era atterrato. Amaterasu comparve a sua volta, come portato dal vento. Il Celebrante guardò ancora l'orizzonte, poi si rivolse ai due alleati. Stava per aprire bocca, quando uno strano calore sulla schiena lo fermò e percepì una diminuzione della luminosità, come se di colpo una nuvola fosse passata davanti al sole. Una sensazione spiacevolmente familiare... una goccia di sudore scivolò giù dalla fronte del guerriero.

    Odino, ti prego... non adesso!

    Fu allora che tutti udirono la voce.

    ...LA GRANDEEEEEEE... E POTENTEEEEEE..... VAAALMHUUURRRR!!!!!!!



    I tre guerrieri avvertirono un dolore esattamente al centro della testa. Nonostante gli elmi, erano stati colpiti da una sonora bastonata che ovviamente non aveva provocato un danno sensibile ad alcuno di loro, ma che di certo li avrebbe potuti ferire profondamente nell'orgoglio. Bart sembrava essere tendenzialmente un bonaccione e magari si sarebbe potuto anche fare una risata, ma non conosceva abbastanza Amaterasu per poter affermare la stessa cosa. Tre esserini bianchi volteggiavano e saltellavano tutt'intorno a loro.

    :valmhur: :valmhur: :valmhur:



    STUPIDI!!! Siete degli STUPIDI!!! Avete intenzione di farvi eliminare da quegli STUPIDI corrotti? Ah, non avete nemmeno capito come hanno fatto a sparire? Certo, perchè siete degli STUPIDI! Per fortuna ci sono io, la grande e mirabile Valmhur, che è l'unica speranza per salvare degli STUPIDI come voi!!!

    Due di quegli esserini svanirono in uno sbuffo di fumo, mentre il terzo saltò sulle mura e sedendovici sopra con un ostentato fare aristocratico, tirando fuori dal nulla una tazzina fumante di quello che sarebbe potuto essere del tè e iniziando a sorseggiarlo.



    Siete talmente STUPIDI che non riuscite a vedere nemmeno quello c'è intorno a voi. Ho capito, devo pensarci io, siete troppo STUPIDI.

    Poi indicò Siegfried col suo bastone, la tazza nuovamente sparita.

    Soprattutto TU! STUPIDO!!!

    Anche il terzo omino si dissolse in una nube di fumo, la scena aveva del surreale. Siegfried si rese appena conto che Bart lo guardava, forse cercando di trattenere le risate. Siegfried fece spallucce, con espressione mortificata... poi udì un frastuono alle sue spalle. Non aveva il coraggio di guardare, ma alla fine vinse la curiosità.

    Fece appena in tempo a vedere il drago meccanico sollevarsi in cielo in direzione dei nemici con lo spirito della spada in groppa, per trovare il nemico invisibile che li minacciava. Il Celebrante pregò silenziosamente Odino che quel dannato pezzo di ferraglia non li facesse ammazzare tutti definitivamente.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - MA PORCA, DI QUELLA PORCA...

    RIASSUNTO AZIONI - Io detesto i loop. Quindi fondamentalmente prendo atto di quanto descritto dal master, invito gli altri sulle mura come concordato out game, e a tradimento dato che non abbiamo il benchè minimo indizio su chi cippalippa dobbiamo cercare, si sveglia Valmhur. Faccio presente che la bastonata in testa è innocua ma è autoconclusiva senza scampo. Valmhur insulta tutti come al solito, fa capire di sapere esattamente cosa sta succedendo manco fosse il qm in persona e poi si ruba il drago meccanico per andare in ricognizione.

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    TECNICHE


    Gungnir Sky Breaker: Utilizzando la sua immensa forza donatagli dalle stelle, il Cavaliere è letteralmente in grado di "afferrare" l'aria (di conseguenza potrebbe ottenere lo stesso effetto con il suolo o il mare) e agire come se stesse tirando via un lenzuolo che ricopre un mobile; chiaramente per poter eseguire la tecnica è necessaria una grande velocità di esecuzione. Ciò che avviene in seguito è in sostanza un terremoto che non si limiterà a squassare il suolo, ma anche il cielo e il mare rendendo molto difficile poter mantenere sia l'equilibrio che l'orientamento per chiunque si trovi entro il raggio d'azione della tecnica, che avrà come centro la posizione del Cavaliere stesso. I malcapitati, nel tentativo di mantenere una certa stabilità, potrebbero ritrovarsi ad essere dei facili bersagli per il seguente attacco diretto, che può avvenire in forma cosmica oppure fisica similmente al Dragon's Twin Hammer. I danni effettivi dipenderanno comunque dal divario cosmico tra gli avversari e dal tipo di attacco cosmico.

    Scaglie del Drago: Siegfried assume una posizione di difesa totale. In questa posizione di guardia, il cavaliere può "parare" gli attacchi di natura fisica e di tipo cosmico, che grazie a questa difesa giungono al bersaglio con minore efficacia del normale per effetto del sangue del drago di cui Siegfried si è cosparso dopo averlo sconfitto.



     
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    Ad ogni fendente il respiro si faceva più affannato.
    Una guerra di logoramento.
    La peggiore.
    Lo sapeva fin dall'inizio che sarebbe stato così, ma anche sapendolo era dura lo stesso. Eppure sembrava che la vittoria fosse dalla loro. Sembrava che i loro sforzi congiunti avessero portato il vessillo della Vittoria a sventolare sulle mura di Asgard con orgoglio.
    Non fu facile ma fu insperato. Repentino.
    Lì dove un attimo prima la Corruzione si adattava, mutando, evolvendosi, ad un ritmo forsennato ora soccombevano cadendo e disperdendosi come nebbia ai primi raggi del Sole.
    Insperato infatti. Ma non si sarebbe fatto troppe domande. Avevano vinto? Era un bene.
    Le domande e le risposte, eventualmente, sarebbero arrivate dopo.
    Ma avevano vinto, vero? Andava bene così. Si sarebbe riposato, si sarebbe addormentato, avrebbe dormito tra le profonde acque gelide del nord, danzando tra flutti e ghiaccio, tra....


    6Tf2SQ8
    BUIO




    Il buio scese non solo sui suoi pensieri ma sull'intero campo di battaglia e con esso qualcosa esplose nascosto tra i suoi veli.
    L'oscuro marasma corrotto, dapprima come una pozzanghera, ed ora invece sembrava un mare, si era espanso a macchia d'olio in seguito all'esplosione. Un enorme distesa di nero.
    Ma si allargò ancora. E ancora. E ancora.
    Non impregnava più il campo di battaglia ma ogni dove. Colava come vernice lasciata a gocciolare su di una tela, coprendola irrimediabilmente.
    Poi quel cosmo.
    Potente.
    Un'immonda quantità di energia cosmica che stava concupiscendo qualcosa.
    E poi tutto fu come prima.
    Di nuovo la tenue luce del Sole, di nuovo Asgard, poteva vedere i suoi compagni, Bart e il Celebrante, poteva sentire il vento gelido sferzargli il viso.
    Respirò a fondo.
    Tutto era finito così. In un lungo, troppo lungo, attimo di silenzio. Ma Kusanagi non smetteva di ronzare, così come il suo istinto non smetteva di gridare alle sue orecchie.
    Era finita?
    No.
    Quel cosmo aveva fatto qualcosa. Un qualcosa che lo lasciò con un freddo, unico, maledetto, brivido dietro la schiena.
    Echi.
    E poi quella sensazione.
    Un ritmo costante che sembrava un ticchettio che mano a mano incalzava. Diventava sempre più forte che si fece trapano nella sua mente.
    Una maledetta nota metallica che ronzava in tutta l'essenza di Amaterasu, Araldo di Gea.
    Lo prese alle budella, torcendole con violenza, che dovette reprimere un conato di vomito.

    Arrivò con un colpo di maglio. Fece male.
    Fece male come all'inizio. Spezzò il fiato. Respirava a fatica e i suoi sensi vennero colmati da quell'orrenda sensazione.
    L'essenza putrida della Corruzione.


    Un fiume orrendo si stava riversando, come una fogna orma al suo massimo, dal fianco della montagna.
    Lo aveva già visto.
    Non c'erano più corpi a terra, non c'erano più budella, carne e quel sangue nero che ormai aveva fatto diventare il campo un acquitrino melmoso.
    La Corruzione non era sparita.
    Qualcosa aveva riavvolto il tempo.
    Aveva portato la battaglia al suo inizio. Sentì un fremito nel Dio Drago di Gea.
    Anche lui stava provando la sua stessa sensazione.

    «Se loro sono all'inizio...»

    Voleva dire che stavano al massimo della loro forza. Al massimo del loro potenziale, mentre Asgard già aveva accusato colpi pesanti.
    Un incontro di boxe ma con l'avversario che aveva mandato dentro uno fresco e senza aver preso per dieci round botte e pugni.
    Ecco.
    Stavano all'angolo. Con un avversario fresco e riposato mentre loro stavano già a corto di fiato.

    «Ma lo hanno fatto solo sulla Corruzione. In che modo?
    Se fossimo in una sacca temporale all'attivazione di questo potere anche noi dovevamo essere coinvolti. Invece stiamo con le spalle al muro.
    Se lo facessero una seconda volta non potremmo mai vincere.»


    Una constatazione fredda.
    Non che avesse paura ma ora sapeva che con un potere del genere dalla loro non avrebbero mai potuto vincere. Anche se...

    «Ci vuole un dispendio cosmico considerevole.»

    «Quarcuno è uscito dar suo buco. Potremmo tanarlo ora.»

    «Ma troveremo prima lui o la Corruzione sfonderà prima le nostre difese?»

    «Quindi non solo logoramento ma anche a nascondino dovemo giocà.
    È na lotta contro il tempo in tutti i sensi.»


    «Andiamo dagli altri, si stanno riorganizzando.
    Abbiamo qualche indizio in più. Ci facciamo poco ma forse è l'occasione giusta per colpire.»



    Perché quel cosmo si era palesato. Aveva fatto qualcosa. Aveva una traccia.
    Bartolomeo era già sulle mura insieme al Celebrante, le difese si stavano riorganizzando; Chikane alzò il braccio per salutare entrambi che stavano planando sui contrafforti.
    Aveva pensieri. Un mare in tempesta di pensieri.

    «Bart, Celebrante forse ...»

    Cosa doveva dire?
    Non se lo ricordò più visto che qualcosa lo colpì sonoramente in testa, lasciandolo ancora più confuso del solito.
    Tre esserini bianchi volteggiavano e saltellavano tutt'intorno a loro.
    Quei tre bastardoni avevano appena preso a bastonate Bartolomeo, Siegfried e Amaterasu che si teneva la testa.
    La botta era stata pesante.
    E pesante fu la risposta. Una spada contro una spada.
    Normale ci furono scintille.

    «Ti taglio!»

    Oltre ad una sonora fiumana di imprecazioni.
    Valmhur ora era di nuovo un unico essere, appollaiato sulle mura, apostrofandoli come degli inetti, mentre lei, tuttologa e sapiente, avrebbe di sicuro tolto tutti da questo mare di merda dove stavano annaspando.
    Un salvagente sarebbe stato gradito, certo, meno lo stupido che quella spada spuntata aveva sempre in bocca. Ma serviva pazienza ora. Respirare e soprassedere.
    Cosa in cui peccava abbondantemente. Pazienza e Amaterasu non comparivano mai insieme.
    Si odiavano a vicenda. L'Araldo era un tipo smanioso, un tipo che andava per le spicce, creava e distruggeva con una velocità impressionante, ora concentrandosi su una cosa, domani su di un altra.
    La vide alzarsi in volo su quel drago meccanico sperando che non si facesse ammazzare.
    Quello lo avrebbe fatto volentieri lui.

    «Promemoria per me...ammazzare quella sottospecie di spada alla prima occasione.
    Dannazione quanto fa male!
    Che stavo a dì? Dannazione! Ah si...»


    Dovette togliersi l'elmo e massaggiarsi la testa.

    «Prima che quella sottospecie di spada mi facesse comparire 'sto bernoccolo, qualcuno ha usato una grande quantità di cosmo. Forse ora potremmo scovarlo.
    Dio fa ancora male...»


    Picchiava però quella sottospecie di spiedo.

    «Quando siamo arrivati, sembrava come se fossimo nel posto giusto, al momento giusto.
    Alle coincidenze non credo proprio. Io e Bart che arriviamo proprio nel momento stesso, quasi in contemporanea, dell'attacco? Molto cinematografico ma questa non è l'Edda. Questa è la vita vera e non esiste Omero o l'epica.»


    Si rimise l'elmo.

    «Ma se qualcuno ha riavvolto il tempo una traccia l'avrà lasciata. Certe cose lasciano sempre qualcosa.
    Qualcosa che potremmo usare per scovarlo.
    Forse il fatto che scendevano così lenti, in formazione, che si adattano ad un ritmo così impressionante è dovuto a questo stesso potere. Certo lo hanno usato solo su di loro...non penserei mai ad una sacca temporale, sennò anche noi saremmo stati coinvolti. Forse...ma avranno usato qualcosa per essere così precisi...ma adesso non importa.
    Ah state attenti a quel sangue...non mi fido...»


    Troppe chiacchiere.
    Stavano arrivando.
    Doveva riprendere fiato. Era stanco. Molto più del previsto. Quello schifo era ancora in giro. Non era scomparso. Continuava a stillare energie mentali e fisiche rendendo ancora più difficile la difesa.
    Respirò più a fondo e il vento di Asgard si fece intorno a lui come tempesta.


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    颱遁, Taiton





    Piccoli vortici di vento, alti qualche decina di metri, sparsi sul campo di battaglia. Mulinelli di vento sul terreno. Il vento di Asgard si sarebbe fatto lama per quei bastardi.
    Sferzate di tempesta unite al freddo e al ghiaccio di Chikane.
    Cristalli di ghiaccio carichi di cosmo e illusioni. Potevano tagliare, potevano ghiacciare, ma il loro potere più subdolo sarebbe stato quello di confondere le menti dell'orda.
    Fargli credere che il nemico fosse a destra o a sinistra, fosse Amaterasu già in mezzo a loro roteando Kusanagi dispensando morte.
    Fargli credere che Bart stesse caricando a testa bassa.
    Quel vento era subdolo.
    Sbalzi improvvisi di pressione atmosferica, correnti d'aria che tagliavano la nuda roccia, il freddo, il ghiaccio. Una difesa che non sperava di poterli dare la vittoria, ma almeno il tempo necessario per espandere le sue sensazioni.
    Poggiò le mani a terra. Ancora respiri più intensi, più profondi, la sua concentrazione più intima.
    La forma terra dell'Araldo si mostrò ancora ma questa volta non per attacco o difesa. Amaterasu stava cercando di entrare in contatto, in simbiosi quasi, con la terra di Asgard.
    Le sue mani divennero colonne di roccia che penetrarono, come radici, nel sottosuolo, sempre più in profondità.
    Se quei bastardi toccavano terra lui li avrebbe sentiti. Se qualcuno si nascondeva la terra e la sua ombra toccava il suolo di Asgard allora lui poteva trovarlo.
    Quell'emanazione cosmica era fresca. L'aveva ancora chiara nella sua testa.
    Lo spirito si unì alla terra. Il suo cosmo si espanse mentre la sua royalty cercava di diventare tutt'uno con Asgard stessa.
    Come se Asgard potesse divenire i suoi occhi e le sue mani. Come se potesse toccare ogni cosa e vedere ovunque. Nelle caverne nascoste, lì dove fiumi sotterranei scavavano il loro corso segreto per zampillare da sorgenti nuovi e mai viste prima.
    Asgard sarebbe divenuta Amaterasu e viceversa.
    Uniti per cercare.
    E il suo respiro fu lento e controllato...






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Affaticamento dato dal miasma(turno 3)
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.


    TECNICHE UTILIZZATE: Vento "Se desiderate conoscere il divino, sentite il vento sul viso e il sole caldo sulla vostra mano"
    Il vento è di natura ribelle, capriccioso, selvaggio. Può essere una carezza o un tornado che spazza tutto e tutti. Imprevedibile come lo è Amaterasu.
    Ogni trasformazione elementale asseconda un lato del suo carattere, ogni elemento ne fonda la sua essenza e lei è in loro e viceversa.
    Il vento è quello che rende Amaterasu amico o combattente letale. Il vento è il più imprevedibile tra gli elementi...così come Amaterasu è il più imprevedibile tra gli araldi
    In questa trasformazione il suo aspetto sarà quasi trasparente, come se si potesse guardare attraverso. Persino i capelli, lunghi anche troppo, sembreranno delle correnti d'aria, e intorno al suo corpo vi saranno correnti d'aria più o meno forti.ogni sua parola sarà come il vento che soffia tra le fronde degli alberi, come carezza o come uragano in base alla situazione, e divenendo vento potrà controllarlo. Generare tornado, lame di vento, proiettili di aria compressa, esplosioni liberando aria compressa. Potrà anche simulare parzialmente il volo ed accelerare i propri movimenti.
    Il suo intero corpo potrà trasformarsi in un tornado,i suoi arti, potrà giocare con la pressione atmosferica o creare vuoti d'aria improvvisi.

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.


    Prendo nota del rewind bastardo.
    Prendo la botta in testa dello spadino anche XD
    Amaterasu in forma vento e combinando i poteri di ghiaccio e illusioni mentali di chikane crea varie tormente di neve, mulinelli sparsi sul campo di battaglia. In modo tale da rallentare, tagliare(ci mischia anche lo spirito) carne o ghiacciarla, fare da veicolo per le illusioni mentali e fargli credere che bart e amaterasu stiano già combattendo, o spostare le mura a destra o sinistra.
    [ATTACCO FORTE]

    Poi va in forma terra e cerca di diventare il terreno di scontro ampliando al massimo le sue sensazioni, sia cosmiche che spirituali. Se qualcuno si nasconde non visto ma ha i piedi ben saldi sulla terra amaterasu potrebbe sentirlo.
    E avendo appena usato il cosmo una traccia potrebbe averla lasciata che sia cosmica o spirituale.
    Quindi uso la terra per ampliare ancora di più tutto questo e uso l'esp spirituale al massimo del limite dato dall'energia scandagliando ovunque e sintonizzandomi su quella precisa matrice cosmica che ha fatto sto salto temporale all'indietro 'cci sua.
     
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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS

    VI




    L'orda prende velocità.
    La prima linea ricalca lo stesso schema, precedendo il resto della massa corrotta. Il loro movimento è agile e preciso, anzi sembra quasi che siano in grado di muoversi ancora meglio rispetto a prima. La loro avanzata è coperta dalle grida degli altri esseri. Sembra nutrirsene, come se quei versi mettessero loro le ali ai piedi. O alle zampe.
    Solo l'onda d'urto causata da Bartolomeo riesce a creare uno scompenso in quella corsa folle. La maggior parte degli esseri si polverizza, lasciandosi dietro volute di materia nera e filamentosa... salvo poi riformarsi a partire da quella stessa sostanza per continuare ad avanzare.
    Gli elementi mossi da Amaterasu sortiscono lo stesso effetto sulle creature, riuscendo a malapena a farle rallentare. Dopo essere stati distrutti e ricostruiti più e più volte, sono ormai quasi ai piedi delle mura.
    Conoscete ormai da troppo tempo le straordinarie capacità di quella primordiale forma di vita, ma questo è troppo. Non è una perversione della natura: è fuori da ogni possibile devianza biologica; è del tutto sovrannaturale.

    Contro qualunque aspettativa, l'avanguardia si ferma di colpo molto prima di raggiungere la fila di golem a difesa della cinta muraria, aprendosi in due ali. Anche il resto dell'esercito corrotto è immobile, ancora schierato in formazione e in posizione più arretrata.
    Nello stesso istante, ogni singolo essere vicino o lontano spalanca le fauci.
    L'aria trema, spinta dall'enorme pressione sonora sviluppata da un unico grido, l'unione di tutte le voci corrotte che urlano come una sola creatura. Il suono che udite è difficile da descrivere, come una sola nota prolungata in maniera indefinita, che riesce malgrado la semplicità a raccontare una storia di terrore e disperazione, che porta con sé il ricordo del fallimento e il peso dei vostri errori. La nota scivola e si arrampica noncurante della devastazione sul campo di battaglia e dalle barriere che avete interposto tra voi e loro per intrappolarvi in una melassa di immobilità e strapparvi ogni volontà di lottare.

    Nel cielo opaco il drago meccanico sembra agitarsi, mentre piccoli esserini insettoidi sciamano sul metallo che lo compone. Potete sentire un ultimo insulto gridato dall'esserino che lo guida, prima di vedere cavaliere e cavalcatura scomparire in picchiata dietro al crinale di una montagna.

    Il suono continua a crescere, concentrandosi in un'onda tanto potente da risultare visibile a occhio nudo. È un colpo che trattiene e comprime il potere di quella moltitudine amorfa per dirigerlo in un solo punto: le porte di Asgard.

    6vgdAlI



    Note Master:

    Abbastanza semplice a sto giro: AD musicale che tenta di fiaccarvi lo spirito (e quindi la volontà di menare); per reagire consideratelo pure come portato al vostro livello. Quindi il casino raggiunge il picco per sfondare le porte con una bordata sonica a Suprema++ ampia quanto le porte stesse.
    Il comportamento dei corrotti è leggermente diverso rispetto a poco fa e se possibile sembrano ancora più coordinati, come se il teatrino di prima servisse a conoscere meglio il nemico.
    Per Sieg: Valmhur e il drago vengono attaccati da alcuni corrottini volanti e si allontanano, risultando irraggiungibili, come se vi separasse qualcosa di insormontabile, tipo barriera molto potente.
    A livello di percezioni continuate a sentire la roba brutta di prima quando i corrotti attaccano. È cosmo corrotto e non fate certo fatica a riconoscerlo ed è diffuso praticamente ovunque, non ce n'è una vera e propria concentrazione (anche perché stanno sparando attacconi enormi che disperdono energia in ogni direzione).

    Ci aggiorniamo domenica 5!


     
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    VOID




    Respirava Amaterasu per cercare. Cosa?
    Nulla.
    Il Vuoto. Per quanto si affannasse quel cosmo che aveva sentito prima era nascosto in chissà quale buco di culo.
    E quindi non lo fece più. La pazienza era una virtù che mancava all'Araldo. L'unica grande pecca di un essere perfetto.
    Quindi avrebbe risolto questo Nodo Gordiano nell'unica maniera possibile e anche la più semplice


    TAGLIANDO




    Una risoluzione di un problema intricato in modo netto, semplice, rapido e deciso. Senza affannarsi alla ricerca di un quid che ancora era lontano dalla sua vista. Si stava troppo occupando di trovare il nemico quando ne aveva infiniti davanti.
    E in fondo se era una guerra di logoramento lo sarebbe stata anche per la Corruzione.
    Quante volte poteva essere attivato questo potere? Fino a che punto la Corruzione poteva adattarsi?
    Fino a che punto potevano spingersi?
    Attesa. Come chi si metteva a risolvere il Nodo Gordiano. La cultura dell'attesa. Di chi avesse risolto il Nodo come un Messia.
    Quindi era il caso di smetterla e di vedere fino a che punto potessero resistere.
    Avrebbe ceduto prima Amaterasu o la Corruzione?
    Asgard sarebbe stata soffocata e poi lasciata a morire?
    Perché non avrebbe ceduto. Non doveva e non voleva cedere.
    Una masnada nera che scendeva senza paura, solo odio scellerato.
    Un odio che si sarebbe riversato sulle mura di Asgard. Un odio che andava oltre le loro difese, oltre il vento, oltre la forza di Bartolomeo e Siegfried, della corte di Mezzanotte e della tecnologia dei nani.
    Andarono oltre tutto questo senza fermarsi. Uccisi più e più volte eppure eccoli ancora lì davanti ai loro occhi increduli. Ma il clangore di Kusanagi non era assopito. Nel vento il suo ronzio.
    Amaterasu era lì sulle mura. A guardare l'orrore negli occhi; orrore fatto di artigli e zanne, di oscurità e odio eppure era lì sulle mura.
    Due mani sull'elsa.
    Poi ecco lì sulla pelle il loro olezzo, nell'anima la loro oscenità. Il suo cosmo continuò a ruggire senza freni in un moto che non conosceva stasi alcuna. La celata dell'elmo lasciava solo intravedere occhi arcobaleno che sfidavano l'orda.
    Poi si fermarono. Non caricavano più a testa bassa, si erano fermati ancor prima di ingaggiare battaglia con i golem a difesa delle mura.
    Erano intelligenti. Erano un organismo corrotto che ragionava e aveva strategie e schemi che Amaterasu O Mi Kami non poteva prevedere; era come un bug continuo in uno schema caotico senza punto d'origine.
    L'aria tremò, spinta da un enorme pressione sonora sviluppata da un unico grido.
    L'unione malsana di tutte le voci corrotte che urlarono come una sola creatura. Un suono viscido. Un suono che portò con sé il veleno dell'Abisso, il freddo del nulla, la paura del Vuoto e di cose che strisciano non viste nella tenebra al di là del Sole.
    Artigli pronti a ghermire la Vita in ogni dove.
    Il peso di morti e sconfitte. Il peso di errori e di una caverna che non lasciava il suo ricordo.
    Di occhi fatti di puro odio e un agonia indescrivibile; di un anima lacerata e lasciata a marcire in una fogna.
    Sentì Kusanagi lontana e voci che sussurravano alle sue orecchie fallimenti e oscenità.
    Era ad Asgard per difenderla...ma come fare se non riusciva nemmeno a capire in che modo la Corruzione agisse.

    Aveva sbagliato...doveva essere così.
    Lui era fallace. La più grande Dea che risplende tra i cieli?
    Stronzate.
    Non era nulla di più che un pezzo di ferro, dalla lama smussata, senza più un filo per difendere la Vita.


    La vita è davvero conosciuta solo da quelli che soffrono, perdonano, sopportano le avversità e inciampano di sconfitta in sconfitta.




    E quante sconfitte aveva dovuto subire? Quante perdite?
    Kusanagi era nella sua mano, non la lasciava mai perché in un tempo ormai dimenticato non era riuscito ad afferrare quello che voleva. Non era riuscito a tenere la sua mano.
    Draka aveva dato la sua vita per farla riessere nella Realtà. Quante volte era stata ferita' Quante volte la caverna fu un posto per nascondersi da essa?
    Invincibile Amaterasu. Così passò alla leggenda. L'Araldo che non perdeva mai eppure troppe volte le sue mano afferrarono il vuoto e strinsero disperazione e merda.
    Eppure ancora oggi era lì. Sul Muro. Di fronte l'Abisso. Di fronte la disperazione, la sconfitta, la perdita di troppi ricordi e amici.
    Eppure il passato era ininfluente perché rimaneva silente come una lapide dentro i nostri cuori.
    Nel presente vi erano le basi per il futuro e per cambiare.
    I ricordi un modo per cambiare e migliorarsi.
    Ma perché ricordare i fallimenti? Perché ricordare le sconfitte? Perché battersi?
    Ad ogni sua sconfitta, da solo, avrebbe cercato di migliorarsi ancora e ancora e ancora.
    E poi perché scappare?
    Se lo avesse fatto non avrebbe più potuto guardare nessuno dall'alto in basso.
    Perché?


    Anche quando sai di perdere devi batterti lo stesso. Perché l'importante non è vincere o perdere: È BATTERSI




    Ecco.
    Si.
    Battersi. Sempre. Ovunque. Con la rabbia che infiammava il suo cuore. La rabbia contro le sconfitte e le perdite. Contro questa merda.
    «Col cazzo che io possa perdere contro Voi che non avete mai preso in considerazione i sogni e le speranze altrui!»


    Il suo cosmo bruciò come un Sole nascente.


    We’re the first wave on the shore
    We’re the first ones to fall
    Yet soldiers have fallen before




    E quindi anche se la Corruzione fosse stata invincibile, anche se avesse trovato nel Nord del Mondo la morte e la sua tomba fossero state le Mura di Asgard, non doveva lasciarsi andare.
    Una spada come si forgia?
    La lama va colpita ripetutamente per eliminare le impurità in eccesso. Più l'acciaio è puro, più forte sarà la lama.

    Innalzati oltre ogni limite.
    Diventa più forte

    Delle difficoltà.
    Della paura.
    Della sconfitta.
    Della paura.



    DIVENTA TU STESSO LA SPADA




    E urlò con quella rabbia che solo i figli di Gea provavano quando contro avevano quell'abominio.
    Ma nell'urlo si mischiò anche una storia antica.
    Perché pochi affrontarono molti.
    Perché già una volta Asgard e i figli di Gea avevano combattuto assieme, mischiando il loro sangue, dando la loro carne per una libertà e una speranza.
    La stessa che brillava d'oro e fulgida sul corpo di Bartolomeo del Toro.
    E si lanciò dalle mura e la sua vera forma si mostrò.
    E la terra ricoprì il suo corpo e la sua darian come piastre sovrapposte, il suo corpo crebbe diventando un qualcosa alto 100 metri.
    La sua darian brillò, mentre quel corpo cresceva e diveniva così lontano da quello che era Amaterasu fino a quel momento. Un elmo spesso, la terra come piastre immense, come montagne che si univano le une sulle altre. Era assistere alla formazione di un continente quasi.
    Era poter vedere la terra e i suoi movimenti sul corpo di Amaterasu stesso.


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    Era una montagna fatta di terra e minerali e un enorme scudo alto 200 metri e largo quanto le porte di Asgard venne sbattuto con violenza per terra.
    Creato partendo da quella stessa di Asgard che ora proteggeva. Non per debito.
    Per volontà.
    Tentacoli di terra e cosmo presero sia Bartolomeo che Siegfried e il pensiero di Amaterasu raggiunse i loro spiriti.


    «Unitevi a me presto!
    Unite il vostro cosmo al mio e combattiamo fino alla fine e oltre. Io sono la spada voi lo scudo e la mano. »



    Bartolomeo voleva combattere insieme all'Araldo dell'Inizio?
    Ora poteva davvero farlo. Una comunione d'intenti, di volontà, di cosmo e spirito.
    Lo poterono sentire fin dentro la loro stessa carne e anima.
    Amaterasu li avrebbe accolti al centro del suo petto e insieme avrebbero dato guerra, dispensato morte, per proteggere quella stessa speranza, che in un epoca remota un uomo di Asgard e un figlio di Gea avevano protetto e passato a loro in un testamento fatto di volontà antiche.


    «Celebrante già una volta il coraggio del vostro popolo ha salvato il mondo. Il sangue versato quel giorno non viene dimenticato dal Tempio Sud.
    Né il Leone che ha ruggito contro il Sole Nero, né Urgall e il suo coraggio.
    Sono qui anche per questa volontà.
    Bartolomeo usa il mio corpo come se fosse uno scudo invalicabile.
    Voi due che siete la voce dei vostri Dei combattiamo come un sol uomo, come una sola entità e ricordiamo alla Corruzione e al Sole Nero che non cederemo di un millimetro!»



    Volevano le porte di Asgard.
    La Corruzione stava per effettuare un attacco atto a spezzare le difese, ad aprire una breccia che avrebbe portato tutto in rovina.
    Non potevaPOTEVANO permetterlo!
    Anche se questo significasse dare il suo sangue, offrire il suo spirito e la sua vita.
    Un Figlio Di Gea non arretra mai.
    Un figlio di Gea serve lo scopo. Protegge il pensiero di sua madre dagli orrori e dall'inganno.
    Amaterasu non era un Araldo. Era prima di tutto un figlio di Gea. Era stato pensato e creato da sua madre affinché l'inganno non perpetuasse la sua Creazione.
    Affinché l'Orrore non l'avesse vinta. Affinché la Vita avesse il suo posto dove potersi esprimere, dove poter essere libera e non costretta dai legacci dell'orgoglio, dalle pastoie dell'egoismo di nessuno.
    Un Araldo era l'arma per combattere tutto questo. Portando con sé il grido e la volontà di tutti i figli di Gea che nel silenzio erano morti adempiendo allo scopo che la madre aveva posto loro nella profondità dell'anima.
    Le loro vite erano pronte per essere cedute sull'altare del sacrificio e della protezione perché così Gea li aveva creati.
    Nessuna paura. Nessuna esitazione.
    Nell'Abisso e contro il male sempre un figlio di Gea ci sarebbe stato che avrebbe continuato a battersi per la Vita e il Codice.
    Le sue gambe divennero la terra di Asgard, il suo braccio sinistro si fuse con quello scudo di terra.
    Il suo corpo fu come una montagna dove brillavano due gemme sacre e imperiture.
    Le gemme che gli Dei avevano donato agli uomini per guidarli quando il pericolo fosse stato incombente.
    Ed ora brillavano, di luce spuria, brillavano l'uno per l'altra e per potenziare la forza di un Araldo che aveva continuato a perdere nel suo tragitto per diventare ineguagliabile sotto i cieli.

    Impatto.
    Le sue gambe si gonfiarono affondando come radici ancora più in profondità.
    Il braccio destro si alzò per dare ancora più forza e stabilità allo scudo. L'elmo celava il ghigno di sforzo che stava facendo, ma non gli occhi che continuavano ad avere un fuoco indicibile. Una volontà che non poteva essere arrestata.
    Non c'era esitazione. Non c'era paura.
    Il suo corpo divenne un muro per bloccare quell'urlo fatto di disperazione e di aberrazione.
    E fu di contro melodia. La melodia della Vita, la melodia di Asgard, dei suoi popoli, di chi la difendeva, di Amaterasu, Siegfried e di Bartolomeo del Toro.
    La melodia contro la Cacofonia Selvaggia.
    Continuare a formare Terra sullo scudo, come piastre sovrapposte, in modo da bloccare l'onda selvaggia e salvare le porte di Asgard.

    Resistere. Fare affidamento l'uno sull'altro. Fidarsi di chi era al proprio fianco.
    Anche mentre le sue gambe affondavano e il braccio sinistro venne spezzato per lo sforzo e l'urto.
    Anche con con le orecchie che esplodevano e lo shock mentale. Anche ora che quel corpo era ferito in ogni sua parte.
    Il sangue colò dal naso mentre andò in ginocchio quel gigante fatto di roccia e della stessa terra di Asgard.
    Ma vi era ancora forza a sufficienza per combattere.

    ASGARD!



    Quell'urlo non fu fatto con la voce ma con il pensiero e lo spirito, a raggiungere chi proteggeva le mura e la speranza non di un popolo ma di tutti noi.


    «Noi figli di Gea e voi già una volta abbiamo ricacciato il male nel nero gorgo che l'ha partorito.
    Quercia, Aquila e Leone hanno combattuto con voi dando tutto loro stessi.»


    Leone aveva ruggito il suo coraggio aiutando Urgall a contenere una minaccia oscura ma non dimenticata.
    Il Tempio Sud non dimenticava il sacrificio.


    «Siamo qui come allora.
    Ancora una volta uniti. Ancora una volta contro il male e la disperazione che incombono.»



    Il fuoco si manifestò questa volta.
    Draka e quel pugno, il loro ricordo, era inciso in profondità nella sua mente e nel suo cuore.
    Nutrisco Et Extinguo.
    Nutrire la fiamma della vita divorando quello malvagio che la voleva solo stuprare vedendola consumare e sparire.
    Quel fuoco ora ardeva. Il filo di Kusanagi fu fuoco e fiamme di un calore tremendo.

    «Ma non siamo soli. Vi è la speranza a ricoprire i nostri petti come oro. Come la luce della speranza che inonda il buio!»

    Si rialzò a fatica. Tossì sangue. Convulsioni ghermivano il suo corpo. Ma gli occhi erano puntati tutti in un unica direzione. Mai dietro sempre avanti, sempre verso il prossimo orizzonte.
    Verso un altra alba.
    Verso il domani.
    E Kusanagi ruggì fiamme e calore. Ma non fu più una spada a lama diritta, affilata su ambo i lati. Era diventata una Kriegsmesser. Una Coltella Da Guerra mentre la sua Forma Fuoco si mostrò in tutta la sua imperante potenza.
    Gli oni saltarono dalle mura piazzandosi accanto ai golem di difesa.
    Chikane e Gashodokuro erano con i nani e gli elfi. Ōwatatsumi fu con i Drakkar.
    Pronti tutti loro a combattere.
    Ancora una volta insieme.
    Come nel 850 D.C.

    «Mostriamoli i nostri cuori da guerrieri!»


    Amaterasu divenne la punta della spada di Asgard. Un mulinello fatto di fuoco e fiamme.

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    ELDFEST




    Mentre magatame spirituali danzavano in quei stessi vortici di pura fiamma.
    Fu un fendente da destra a sinistra che lasciò andare le fiamme come se fossero vortici di fuoco e di fiamme che crebbero di intensità e potenza con la volontà di travolgere quei bastardi. insieme alle magatame spirituali che danzavano in quegli stessi vortici con l'intento di tagliare lo spirito.
    Un fendente che poteva bruciare l'aria e l'ossigeno. Non solo tagliare e bruciare ma anche soffocare vi era nell'intento di Amaterasu.
    Di nuovo un secondo fendente nel senso contrario e i vortici di fiamma impattarono lasciandosi andare ad una vera e propria esplosione dove avrebbero rilasciato in maniera caotica e imprevedibile torrenti di fiamme e fuoco.
    Un inferno di fuoco.
    Una danza tra le fiamme.
    Per incenerire i corpi. Tagliarli. Bruciarli. Soffocarli nel calore e nelle fiamme.
    Nella Carne e nello spirito.






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Crepe profonde sulla parte alta della darian e sui parabraccia.

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Affaticamento dato dal miasma(turno 4)
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.
    Braccio sinistro spezzato. Ferite su buona parte del corpo. Orecchie distrutte. Alcune costole spezzate.


    TECNICHE UTILIZZATE: Fuoco "Nutrisco Et Extinguo"
    Ecco la forma preferita di Amaterasu. Questa è l'intima essenza dell'Araldo dell'Inizio. La sua missione. Il suo scopo nel disegno di G.E.A e il suo posto nella Realtà: alimentare il fuoco buono e spegnere quello cattivo. Nutrirsene. Divorarlo fino a cancellarlo del tutto. Proteggere la Fiamma della Vita e della Realtà. Da Salamandra di G.E.A a Byakko. È la forma che Amaterasu usa di più tra tutte, quella che è più legata alla Creazione e alla Distruzione e al suo astro per antonomasia: Il Sole.
    Perchè il fuoco può riscaldare ma può anche estinguere e ridurre in cenere il creato.
    Quando il fuoco arde, Amaterasu diventa una vera e propria fiamma. I suoi capelli sono lingue di fuoco violetto, persino la sua barba si accende di colori arancio, dal suo corpo si generano fiamme e i suoi occhi si fanno di mille colori diversi. Il suo corpo intero diventa una fiamma, persino il suo respiro è una vampata di calore e fuoco come se Zmaj fosse ancora libero di distruggere.
    Perché è proprio questa l'essenza della fiamma dell'araldo: creare e distruggere. Nutrirsi Una fiamma così potente che può incenerire qualsiasi cosa sia nel suo raggio d'azione. Persino i fendenti di spada diventano vere e proprie vampate di calore così intenso da poter ridurre in cenere tutto ciò che tagliano, incenerendolo all'istante. Il calore che può generare in questa forma è altissimo e il solo stare vicino ad Amaterasu, in questa forma, è pericoloso addirittura per i propri alleati. Questo perché il calore generato è talmente intenso che copre un estensione pari all'Energia.
    Può essere anche questo una difesa preliminare: visto che a distanza ravvicinata diventerebbe difficile anche solo combatterci contro.
    Un calore che si manifesta anche in folate così calde da far mancare il respiro, da rendere difficile movimenti banali per l'altissima temperatura che Amaterasu genera.
    In questa forma può giocare con le fiamme e il fuoco. Colonne di fuoco, globi esplosivi, getti di calore e quant'altro.
    Essendo che l'Araldo non controlla il fuoco ma lo è, anche la sua struttura fisica cambia e può far si che persino i suoi arti possano diventare trivelle di puro fuoco; può generare fruste di calore così intenso da bruciare e portare in necrosi le parti colpite. Anche Kusanagi risente del calore e le fiamme vorticano attorno al suo filo rendendola un arma con una potenza distruttiva inimmaginabile. In questa forma apparirà più lunga del normale, prendendo la forma di una Kriegsmesser.

    Forma Terra
    Terra "è la nostra crisalide"
    Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro.
    E su questa frase che si fonda Amaterasu e la sua forma che lo avvicina più al concetto di Creazione.
    Modellare la Terra come argilla. Essere lo Scultore di G.E.A e della sua Realtà. Essere intimo del pensiero del Dio Antico.
    In questa forma Amaterasu appare "normale". Nulla sembrerebbe cambiare nel suo aspetto; ma a ben osservare piccole crepe sul volto barbuto dell'araldo, così come la sua darian ci saranno. Venature color ocra.
    La Terra.
    E in questa forma è signore e padrone della terra stessa e di tutti i suoi attributi. Può far smottare la terra stessa come se fosse terremoto, creare frane e quant'altro. Persino creare faglie nel terreno per poter inghiottire più nemici. Può farla diventare sabbia e farle assumere mille forme per infinite forme di attacco. Può compattarla o disgregarla fino a controllare i minerali presenti sul suolo dello scontro.
    Ma essendo Terra, non controllandola ma essendone padrone ed essenza, può anche nascondersi in essa e creare cloni di sabbia e terra, così come avvertire, nel limite dato dall'Energia, se ci sono uno o più avversari intorno a lui.
    Può avvertire le vibrazioni nel sottosuolo e determinare non accuratamente, la posizione e il numero. Ma oltre a questo può diventare un tutt'uno con la Terra e nascondersi in essa, per poter effettuare attacchi repentini e imprevedibili in quanto l'intero terreno di scontro potrebbe essere Amaterasu. Che come uno scultore fa con l'argilla per creare opere sempre diverse, così gli attacchi, le forme, il modo in cui Amaterasu crea e danza con la Terra è imprevedibile e in costante mutamento.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.


    La botta sonora dell Ad mi fiacca ma trovo la risolutezza nello scopo per cui Amaterasu è stato creato avvedendomi che i bastardi stanno per cacciare la bordata finale.
    Sapendo di non poter resistere da solo chiamo a raccolta il buon celebrante e il Torero. Vera Forma e divento un gundam in forma terra alto 100 metri.
    Creo uno scudo più alto di me e largo abbastanza da coprire buona parte delle porte e mi ci piazzo dietro.
    Insieme a Sieg e Bartolomeo unendoci – come nel più puro spirito dei robottoni anni 70/80 giappo – per resistere alla bordata della Suprema ++.
    Quindi loro due sono dentro il gundam di terra e incanaliamo i nostri poteri per difendere le porte e non lasciarle distruggere.
    Ci metto dentro sia la terra che il cosmo straordinario per farla diventare bella compatta e più salda. Continuando a mettere dentro terra per resistere alla bordata sonica e non lasciarlo distruggere.

    Ne esco alquanto malconcio e quindi niente ATTACCO DEBOLE.
    Forma Fuoco e creo vortici di fiamme e fuoco sul filo di Kusanagi che al momento è a forma di una COLTELLA DA GUERRA e meno un fendente da destra a sinistra che rilascia per la sua lunghezza un torrente di fuoco e fiamme al cui interno vi sono magatame spirituali.
    Secondo fendente, con altro vortice di fuoco e magatame, che va ad impattare sul primo vortice creato per creare un pandemonio di fiamme e fuoco[ATTACCO FORTE]
    L'intento è sia di bruciare/incenerire, oltre che bruciare ossigeno in modo tale da avvelenarli anche, sia tagliare carne e spirito coprendo una buona parte dell'esercito corrotto.
    Porto un bel pandemonio di fiamme e calore nel freddo e gelido nord
    A sieg e bart il resto dell'attacco in combinata.
     
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    Le difese della città erano già attive, e già in lontananza avevano iniziato a lanciare una miriade di raggi di luce che avrebbero intercettato l'avanzata degli avversari già a lunga distanza, tuttavia l'avanguardia si fermò anticipatamente: il nemico serrò i ranghi, preparandosi senza dubbio ad una nuova offensiva. Siegfried seguiva con lo sguardo il drago meccanico con il suo irritante cavaliere sulla groppa, pensando che prima o poi quella spada li avrebbe fatti uccidere tutti.

    Spero almeno che riesca scoprire qualcosa che possa...

    Non terminò il pensiero, quando vide il drago sobbalzare improvvisamente in verticale come se qualcuno gli avesse tirato un macigno nel ventre. Il suo volo ora si stava destabilizzando, e Valmhur aveva preso a volteggiare e usare il proprio bastone come una mazza da golf.

    Ma che diavolo sta combinando?

    Senti ancora una volta Varak che imprecava dalle mura, poi li vide. Uno sciame di corrotti, tutti di dimensioni insignificanti, si muovevano attorno alla macchina e cercavano di aggredirla nelle giunture, per penetrare all'interno delle placche metalliche e distruggere l'eccentrico avversario che sembrava più intento ad esercitare a mandare quegli esseri al loro creatore a suon di bastonate. Nonostante tutto il drago aveva proseguito il suo volo superando le fila nemiche e andando verso le montagne, trasformando il suo veleggiare in una rovinosa picchiata. Il Celebrante sapeva che la spada sarebbe certo sopravvissuta, e il drago si sarebbe ricostruito da solo nella piena autonomia propria delle macchine naniche non appena ce ne fosse stata la possibilità, e conosceva bene la teatralità della spada nelle uscite di scena come nelle entrate.

    Stava per verificarsi qualche plateale esplosione che avrebbe magari fatto tremare la terra quindi nella sua testa si materializzò l'immagine che, ne era certo, avrebbe visto da lì a pochi istanti insieme ai suoi alleati e lasciando perplessi anche i corrotti.



    ...e invece no. Fu un attimo, e poco prima di arrivare sulla cima delle montagne, scomparvero entrambi dal suo campo visivo. Non vide nulla, non udì il benchè minimo rumore dell'impatto. E non udì Valmhur insultare nessun corrotto per quello che era appena accaduto. L'unica cosa che si sentiva era il rumore dei corrotti che continuavano ad asserragliarsi e il loro urlo iniziava a far sentire il proprio effetto indebolente anche sul Cavaliere, che stavolta era più vicino all'azione.

    Ma la mente dell'asgardiano stava lavorando febbrilmente, cercando di dare una interpretazione logica a quello che si era... anzi, che NON si era verificato alla scomparsa nella spada. Dopo un episodio come quello, la lama incantata lo avrebbe tormentato immediamente: non avrebbe perso un'occasione del genere per poterlo ulteriormente colpire col suo dannato bastone, ed invece non ricomparve. L'avevano forse catturata?

    ...impossibile. Me l'avrebbero rimandata indietro per disperazione. Ma allora cosa sta succedendo?

    Ma Siegfried non riusciva a concentrarsi, a causa del "canto" dei corrotti. La testa gli doleva, non pensava lucidamente, e gli avversari stavano per dare un nuovo grande assalto. Poi percepì l'esplosione del cosmo di Amaterasu, e in riflesso il suo cuore si infiammò all'udire la voce dell'araldo che gli richiamava alla memoria qualcosa che era successo nei millenni addietro, ma che nella sua anima avevano trovato dimora pochi anni addietro.

    La Quercia, l'Aquila ed il Leone. Urgall. Il viaggio dell'antico Siegfried verso l'Antartide, all'inseguimento delle forze del Sole Nero, per poi scoprire che l'allora Celebrante Dragmor altri non era che un traditore. La misura era colma.

    Il suo cosmo si incendiò e fu come un vulcano in piena eruzione.

    Dici bene, cavaliere. Siamo ancora una volta uniti contro le avversità, contro la stessa oscurità che cerca di travolgerci ora come allora. Ma noi... noi porteremo la luce!

    Percepì il risveglio della forza del Celebrante che avrebbe senza dubbio messo l'accento a quanto stava per avvenire: la loro riscossa.

    NOI NON SVANIREMO!!!

    QUelle stesse parole gli riportarono alla mente quanto accaduto a Valmhur, e per un momento credette di capire. Valmhur era scomparsa, e non riusciva a tornare. Svanita nel nulla. L'armata nemica si era rigenerata. Bart e Amaterasu che giungevano con tempi "sbagliati". Forse, tutto tornava... un'ombra di un ragionamento gli colpì l'inconscio.

    ...siamo tutti chiusi in una dimensione alternativa, prigionieri di qualcosa che somiglia ad una illusione. Quando ci siamo finiti dentro?

    Poi vide una cosa che di certo non si aspettava: quel gigantesco golem di metallo, che col suo enorme scudo raggiungeva dimensioni anche superiori alle porte della città. Sentiva la sua energia chiamarlo verso di sè, cercare di avvicinare il proprio potere a quello del Celebrante. Amaterasu voleva combattere INSIEME ai suoi alleati: Siegfried lo avrebbe accontentato. Si lanciò verso il braccio destro dell'enorme costrutto, e fu risucchiato dalla luce. Sentiva il proprio cosmo legato, connesso a quello degli altri due: sembrava che fossero un corpo solo, una mente sola e un solo spirito guerriero. Percepì le intenzioni di chi guidava quell'offensiva, e gli altri percepirono quello che FORSE aveva appena dedotto. Il suo cosmo ruggì ancora, e il suo potere permeò la creatura.

    Richiamò dalle stelle il potere del suo attacco e delle proprie difese: il gelido cosmo si accumulò, percorrendo il braccio del guerriero fino alla sua lama, infondendo il potere della Spada di Asgard. Richiamò lo spirito del drago, per sostenere con quella difesa che la leggenda definì come invincibile, per rafforzare le difese della creatura poco prima che l'attacco nemico giungesse al culmine. Poi fu solo luce nel buio.

    light-in-the-dark



    Sentì la forza. Sentì il calore. Sentì il dolore.

    Infine, aprì gli occhi.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Poi ve lo dico
    STATUS MENTALE - MA PORCA, DI QUELLA PORCA...

    RIASSUNTO AZIONI - Ordunque, mi dispiace per i fan del pezzo di ferraglia ma al momento il master ha decretato che deve stare fuori portata. Ma non dubitate, tornerà :asd: a parte questo, Sieg si rende conto che la sparizione della spada ha un significato in termini dimensionali. Si unisce al megagundam e usa il proprio cosmo per rafforzare difesa ed attacco con le corrispondenti tecniche (chiedo scusa se non sono riuscito a far coincidere il sincronismo tra azione di difesa ed azione d'attacco, ma è la prima volta che mi trovo in un Voltron dello Zodiaco). Non sapendo bene cosa accadrà dopo la mega onda d'urto, mi riservo di descrivere i danni subiti al prossimo post.

    tPf3jSg
    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Spada di Asgard: Colpo prerogativa della Cloth di Alpha UMA. Siegfried concentra il cosmo in un singolo dito e lo rilascia in forma di raggio luminoso in modo da disegnare con esso un perimetro attorno all'avversario. Tale perimetro esplode subito dopo, scaraventando l'avversario per aria. L'improvviso sbalzo verso l'alto spesso disorienta l'avversario, nel qual caso non riesce a muoversi in piena libertà (tuttavia questo effetto non è strettamente legato ad alcuna abilità del Cavaliere); in queste condizioni il nemico può subire ferite da cosmo e da taglio, queste ultime provocate dai frammenti di roccia esplosi in seguito alla prima deflagrazione. Il Cavaliere del Nord ha la possibilità effettuare lo stesso tipo di attacco concentrando non solo in uno, ma in più dita (anche tutte) andando quindi a coinvolgere un'area maggiore ed eventualmente frammentata in modo tale da cercare di disorientare l'avversario che dovrà dunque cercare di proteggersi da un attacco in arrivo da più direzioni.

    Scaglie del Drago: Siegfried assume una posizione di difesa totale. In questa posizione di guardia, il cavaliere può "parare" gli attacchi di natura fisica e di tipo cosmico, che grazie a questa difesa giungono al bersaglio con minore efficacia del normale per effetto del sangue del drago di cui Siegfried si è cosparso dopo averlo sconfitto.



     
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    Si erano tutti radunati sulle mura di Asgard, richiamati direttamente dal Celebrante di Odino in una posizione di difesa più vantaggiosa. Era sicuramente la decisione migliore, perché dovevano rimettere insieme i loro pensieri e cercare di dare una svolta a quella battaglia che sembrava senza fine, senza alcuna soluzione. Bart era stato il primo ad arrivare a fianco di Siegfried, ma ben presto si era unito anche Amaterasu, dopo aver protetto gli alleati e devastato i nemici.
    S’interrogarono sul da farsi, condividendo informazioni, idee e possibili soluzioni, ma era chiaro che avevano troppo poco tempo. Gli avversari avevano letteralmente sfidato le leggi del tempo, riavvolgendo le azioni, le ferite e la fatica come se nulla fosse successo. I difensori di Asgard, invece, non avevano avuto quel lusso. No, loro erano ancora stanchi, ammaccati e di fronte a qualcosa contro cui nulla sembrava funzionare. Avevano scatenato terremoti, smottamenti, trombe d’aria e qualsiasi altro elemento conosciuto, ma nulla si era rivelato davvero risolutivo. Il loro morale era ancora alto, grazie allo stoicismo dei loro tre condottieri, ma non potevano continuare in quel modo all’infinito. Avrebbero dovuto lottare contro la realtà stessa, cercando, ancora una volta, di andare oltre ai loro limiti.
    Si guardarono fra loro, intenti nell’elaborare qualcosa di nuovo, cercando di trovare qualche asso nella manica nascosto chissà dove. Avrebbero dovuto pensare fuori dagli schemi, provare a...

    Ouch!

    Qualcosa colpì Bartolomeo dritto in testa, in modo così forte e preciso da bypassare persino l’incredibile difesa della sua Cloth. Il Toro alzò immediatamente le braccia, pronto a difendersi di nuovo – se necessario – e ad attaccare alla velocità della luce. Il suo sguardo si fece subito indagatore, scandagliando tutto ciò che li circondava con una perizia e una furia precise e controllate. Non era possibile che non si fosse accorto di un attacco fisico così frontale. Non era possibile che il nemico fosse giunto fino a lì, superando tutte le difese di Asgard come se fosse banale neve al sole.
    E, fortunatamente, non fu quello il caso.
    Quando vide quello che stava realmente accadendo, insieme alle espressioni indescrivibili di Siegfried e Amaterasu, capì che non erano stati magicamente invasi dai nemici. No, erano “solamente” stati travolti dalla caustica esuberanza di un esserino tanto minuscolo quanto forte e imprevedibile. Il Gran Sacerdote non aveva mai visto nulla di simile, ma ormai non si stupiva più di nulla in quel pazzo mondo in cui vivevano. A fare la sua comparsa, infatti, fu una sorta di piccolo folletto dotato di bastone e cappello a cilindro, che aveva deciso di picchiare sulla testa i tre Cavalieri più forti presenti in quel momento. E ci era pure riuscito, indisturbato.

    Oh oh oh, ciao Valmhur, io sono Bart.
    Ma tu sei un folletto?


    E come avrebbe mai potuto prendere tutta quella situazione il nostro caro gigante? Vi aspettavate una furia senza precedenti contro colui che aveva violato la sacralità del Gran Sacerdote di Atene? Oh, certo che no. Il Toro era scoppiato a ridere così spontaneamente da non riuscire quasi a fermarsi. Aveva osservato le movenze del nuovo arrivato, pensando di vederci doppio – o, peggio, triplo – a causa della botta in testa. Poi era stato incantato da quel carattere irruente ma spassoso di Valmhur, che aveva avuto l’ardire di chiamarli tutti “stupidi”. E non solo aveva usato quel termine più e più volte, ma aveva dimostrato una convinzione inamovibile. Che fosse davvero così? Beh...

    In effetti, anche Elena mi da spesso dello stupido, quindi non posso darti torto.
    Oh oh oh.


    jpg

    Parlò di Elena come se tutti sapessero chi fosse, perché Bartolomeo si considerava sempre un tutt’uno con lei. La sua compagna di vita, però, gli dava dello stupido perché lui era sempre quello che si gettava a capofitto contro tutto e tutti, anche sfidando i pronostici più impossibili. Quella era la sua vera “stupidità”, che un giorno l’avrebbe sicuramente portato alla fine della sua vita. Ma non avrebbe mai e poi mai cambiato il suo essere per venir meno a quella che era diventata una vera e propria promessa a se stesso. Che gli dessero pure dello stupido, a lui davvero poco importava. Finché aveva fiato in corpo per proteggere la sua Famiglia e le persone che amava, avrebbe volentieri portato alto il nome degli “stupidi”.
    Valmhur, però, sembrava usare quel termine quasi fosse un intercalare. Forse pensava di essere l’unico intelligente tra i presenti, e lo sosteneva con grande forza. Quello scatenò un ulteriore moto d’ilarità in Bart, che non era ancora riuscito a smettere di ridere. Aveva quasi le lacrime agli occhi. Inoltre, vedendo con che precisa foga quel folletto stava facendo la stessa cosa con Siegfried e Amaterasu, il gigante associò a quello strano benvenuto un significato più rilevante di quello che in realtà era. Specialmente perché anche lo stesso Celebrante – la massima carica ad Asgard – aveva ricevuto lo stesso identico trattamento, quindi doveva necessariamente essere qualcosa di estremamente normale per loro.
    Era proprio strana quella gente dell’estremo nord. Erano davvero uomini e donne forgiati dai ghiacci eterni della loro terra, pronti a salutarsi a suon di vigorosi ceffoni e cazzotti senza opporre orgogliosamente nessuna difesa.

    Probabilmente è usanza di Asgard colpirsi a vicenda per salutarsi.
    Beh, chi sono io per venir meno a queste regole.
    Che non si dica che il Gran Sacerdote di Atene è anche un gran maleducato.


    Aspetta Bart, non è detto che... Fermo, forse...
    Ma ormai era troppo tardi. Bart caricò entrambe le mani allargando le braccia fino alla loro massima estensione, pronto a elargire a Valmhur e Siegfried il suo personale ceffone di benvenuto. Quando, però, vide la faccia spaurita e stranita del Celebrante, capì che probabilmente aveva frainteso e rimase con le sue enormi manone aperte a mezz’aria. Spalancò la bocca per la realizzazione, e abbassò lentamente le braccia, mettendosi una mano sotto il mento e una sul bicipite opposto per assumere una posa che era tutto fuorché naturale – anche se cercava con tutte le forze di esserlo.
    Ma, quindi, perché aveva ricevuto quel colpo? Oh, beh, poco importava, ne aveva visti di personaggi strani nella sua vita e quell’evento non avrebbe certo sconvolto ulteriormente la situazione disperata da cui stavano cercando di uscire. Anche perché non avevano molto tempo per perdersi in quel siparietto di normalità, sicuramente meritato ma sempre così troppo breve.

    Arrivano.

    Una sola parola, che faceva trasparire quel suo repentino cambiamento da gigante buono e spensierato a Cavaliere d’Oro pronto a tutto. Il Gran Sacerdote era così, capace di mutare il suo atteggiamento e il suo umore secondo la situazione, come il corso di un fiume che si adatta al tortuoso fluire verso il mare. Il potere che riuscivano a percepire da quell’orda era soverchiante, concentrato in molti punti e da nessuna parte. Non sembrava esserci una sorgente vera e propria, un responsabile unico insomma, ma erano proprio un agglomerato di Corruzione che agiva all’unisono come un esercito estremamente organizzato. A ogni loro passo sembravano sempre più precisi, subdoli e disciplinati, come se avessero studiato la varietà delle difese di Asgard e si fossero adattati di conseguenza.

    Argh!

    Il Toro cercò di rivolgersi ai suoi compagni di battaglia, ma qualcosa spense sul nascere ogni loro possibilità di coordinamento, seppur fugace. Un suono li raggiunse, un suono che era tutt’altro che gradevole li aggredì nell’intimo della loro anima, arrivando in luoghi dello spirito che dovevano essere lasciati immacolati. Un attacco che Bart odiava, indiretto e praticamente invisibile, in grado di superare le difese materiali come se niente fosse – non che avessero avuto la possibilità di difendersi da quel primo colpo. Il gigante strinse i denti, portandosi istintivamente le mani alle orecchie, anche se non sarebbe servito a nulla. Digrignò i denti dal dolore, dalla frustrazione e dalla rabbia di non poter agire come avrebbe voluto, cercando di contrastare un peso al petto che non riusciva a comprendere.

    Forse non avete ancora capito con chi avete a che fare.

    Gridò quelle parole al nulla, sovrastando il dolore e lo spossamento che cominciavano a farsi sentire. Guardò negli occhi Amaterasu e Siegfried, perché voleva essere certo che non cedessero allo sconforto. Non perché sottovalutasse il loro valore, mai l’avrebbe potuto nemmeno lontanamente pensare, ma perché voleva cercare di infondere in loro anche un solo piccolo barlume di sostegno e speranza.
    Non era finita, la battaglia era appena (ri)cominciata.
    La furia che bruciava nel suo petto e la resistenza straordinaria contro attacchi di ogni genere lo tennero in piedi, stoico e inamovibile, ma le ginocchia si flessero quasi impercettibilmente dimostrando il primo vero segno di iniziale cedimento del Cavaliere. Erano riusciti a fiaccarlo, incredibile, anche se era ben lontano dal suo limite. Era proprio vero: forse quella dannata Corruzione non aveva ancora capito con chi aveva a che fare. Non solo Bartolomeo, ma anche Amaterasu e Siegfried avrebbero combattuto dando fondo a tutte le loro risorse, senza risparmiarsi.

    Oh oh, questo sarà molto divertente!

    E proprio in risposta a quella sensazione, a quel pensiero di coraggio, Amaterasu fece qualcosa d’incredibile. Come per dimostrare che l’esercito di difesa era tutt’altro che spacciato, l’Araldo tirò fuori uno dei suoi assi nella manica e si trasformò... in un Amaterasu gigante. Sì, esatto, avete capito bene. Il ragazzo scese dalle mura per poi dare fondo al suo legame con la terra e diventare letteralmente un gigante alto come un palazzo e tanto grosso da oscurare la luce del sole.
    E non era nemmeno finita così.
    Il Cavaliere di Gea chiese a Bartolomeo e Siegfried di unirsi in quella forma mastodontica, così da rinforzare con i loro poteri la sua capacità di difesa e attacco.

    Con molto piacere, amici miei.
    Sarò il nostro scudo.


    Il Gran Sacerdote saltò incontro ai tentacoli di terra che lo trasportarono verso l’amico formato gigante, scegliendo di posizionarsi al centro del petto. Sarebbe stato il cuore di quella loro unione, il motore cosmico per raggiungere un potere mai visto prima. Bart espanse la sua forza fino ai limiti estremi, amalgamando il suo cosmo straordinario con quello di Amaterasu e con la sua terra, incrociando a “x” le braccia di fronte a sé per assumere una posizione di difesa – anche se all’interno di quella nuova forma dell’Araldo non ce n’era bisogno.
    Un attacco sonico terrificante e su larga scala si scatenò di fronte a loro, con una potenza tale da poter radere al suolo le porte di Asgard. Loro tre, uniti in una sola entità, si frapposero tra quella bordata e l’esercito della difesa, allo scopo di proteggere tutto e tutti. L’affondo fu devastante e andò a impattare contro l’enorme scudo rinforzato creato dall’Araldo.

    AAAH!

    Bartolomeo gridò per caricare se stesso e i suoi compagni, perché non avrebbero mai potuto cedere il passo. Il gigante che erano diventati arretrò sotto quella violenza, ma non si scostò nemmeno per un istante. La terra e il cosmo continuavano a pompare come il sangue nelle vene, contrastando l’attacco con una difesa stoica.
    Amaterasu, nonostante il loro supporto, fu il primo a subire quell’affondo e non ne uscì indenne. Le sue ginocchia si piegarono fino a sconquassare la terra sotto i suoi piedi, sanguinando copiosamente. Bartolomeo dal canto suo aveva speso molte energie, diventando una delle principali batterie di quella loro difesa, ma la protezione dell’amico gli aveva permesso di ridurre i danni materiali al minimo. Cominciava a respirare con affanno, lo spirito e la mente fiaccati, ma fisicamente era ancora pienamente funzionante.

    Grazie Amaterasu, adesso tocca a noi.

    Il ringraziamento era doveroso, perché era stato lui a volersi esporre in quel modo alla violenza della Corruzione. Bart non avrebbe mai potuto rifiutare quella sua richiesta così convinta e accorata, quindi il Gran Sacerdote aveva acconsentito senza protestare – anche perché non avevano nemmeno avuto il tempo di discutere. In quel momento, però, l’Araldo doveva essere ripagato per gli sforzi, e il Toro e il Celebrante avrebbero certamente fatto il loro dovere.
    Amaterasu non si risparmiò, e rimase comunque la struttura principale dell’attacco. Le fiamme divamparono dal suo enorme corpo, guidate dalla sua spada. Siegfried infuse il suo potere nell’arma del colosso, e Bart non si fece certo attendere. Allargò le braccia sciogliendo i muscoli, scrocchiò il collo prima a sinistra e poi a destra, e rivolse il suo sguardo al braccio armato dell’Araldo rimanendo a fare da motore cosmico al centro dell’abnorme petto.
    Infine, sbatté le mani.

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    Esatto, sbatté le mani in direzione della spada. Tutto qui? Un gesto così semplice per sostenere quel loro incredibile attacco? Oh, in quel movimento c’era molto di più di quello che si poteva notare a un primo sguardo. Il potere stesso del Toro – la sua capacità di generare onde d’urto devastanti in ogni dove – avrebbe infuso l’arma di Amaterasu della capacità di vibrare in modo innaturale. Ogni suo fendente, anche dalla distanza, e ogni suo tocco, avrebbero creato terremoti su larga scala allo scopo di distruggere, accartocciare e devastare ogni singolo millimetro di materia.
    Immaginatevi il fuoco di Gea, la Spada di Asgard e la forza straordinaria di Atene, uniti nello stesso attacco.

    Amaterasu, Siegfried.
    INSIEME!


    Qualcuno ha forse detto “insieme”? Sì, ok, quella era diventata la parola del momento, ma Bart non poteva fare a meno di ripeterla ogni volta che poteva. Stavano davvero dimostrando con fatti concreti un’unione d’intenti e di spirito che rappresentava un vero e proprio esempio per tutti. Un esempio per tutti coloro che dubitavano del loro ideale, per tutti coloro che non avrebbero mai lontanamente pensato che tutto quello fosse davvero possibile.

    PER ASGARD!

    Un ultimo grido per sostenere le loro azioni. Un ultimo grido capace di far tremare le gambe a qualunque nemico si fosse trovato sulla loro strada.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Siparietto iniziale con Valmhur, che mi sembrava doveroso xD Poi mi becco l’attacco debole in forma musicale e ne esco con la resistenza straordinaria e gridando al mondo “lei non sa chi sono io!” (forza di volontà unita alle mie abilità straordinarie, insomma). Mi unisco al Gundam-Amaterasu posizionandomi al centro del petto e cercando di fare un po’ da motore cosmico di tutto. Con il cosmo straordinario rinforzo la difesa, aiutando non poco per non passare a miglior vita contro quell’attacco a “Suprema++” (siamo una viola, una nera e una suprema uniti, quindi direi che ci sta resistere in qualche modo a questa bordata). Amaterasu, purtroppo, si prende il grosso dei danni materiali (essendo lui l’esterno e noi all’interno), ma noi continuiamo a sostenerlo per passare all’attacco. Ama va di fuoco e spada, Sieg lo sostiene con la Spada di Asgard ed io – con un deciso e significativo battito di mani – infondo nell’arma la devastante peculiarità della mia forza straordinaria: le onde d’urto in grado di creare terremoti in ogni dove, sia a contatto che a distanza.

    E adesso voglio proprio vedere come ne escono i mostriciattoli. Non venirci a dire che la Corruzione se ne frega e ricomincia da capo di nuovo, eh, che siamo un po’ malconci :addit: xD


    Condizioni:
    Fiaccato a livello fisico, cosmico e spirituale. Anche con la forza, il cosmo e la resistenza straordinari, si comincia a far fatica dopo tutti questi turni di combattimento e il progressivo indebolimento. Essendo all’interno della forma gigante di Amaterasu, però, il grosso del colpo fisico se l’è preso lui (seppur supportato dai nostri poteri), quindi a livello di danni materiali non sono affatto messo male.


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - GUARDIA D'ONORE

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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS

    VII




    Non sembra esserci tregua, per quelle terre gelide martoriate dalla guerra.
    La vostra forza, che squassa la landa con la furia di un uragano, non è certo inferiore a quella degli abomini. Tutto trema. Non si tratta del semplice contraccolpo. C'è qualcosa di più, di profondo e totalizzante. Tutta Asgard è scossa dallo stesso tremore, come se l'intera Realtà venisse scossa in quel punto.
    Presto il tremore si dissipa, lasciandosi però dietro la stessa impressione di errore, una sensazione che potete afferrare ma non riconoscere pienamente.

    L'esercito corrotto è quasi totalmente a pezzi. Per quanto sia servita la combinazione dei vostri poteri individuali per compiere una tale mattanza, vi rendete conto di come la resistenza sia stata minore rispetto a quella dimostrata dalla prima ondata.
    Capite però che non è finita: sublimando a una velocità sconvolgente, i corpi si scompongono nuovamente nella nebbia nera, un accumulo denso e vorticante attraversato da scariche di energia rossastra.
    Dalla massa brulicante, che avanza rapida verso di voi, sorge nuovamente il nemico, il corpo esile ricoperto di pelliccia e piume e gli artigli simili a falci sollevati verso il cielo. Avete appena il tempo di riconoscere il mostruoso rapace umanoide che il colpo del Toro aveva devastato e fatto a pezzi. Il becco spalancato emette una sola nota stridula e tutto intorno diventa di un bianco latteo, immerso in una luce calda.

    Verso di voi si tendono mani amiche.

    Le dita di Elena sfiorano il palmo di Bart. Il tocco è gentile, non c'è imposizione nella sua presenza. I bambini ridono mentre vi danzano attorno, circondati dai Cavalieri che difendono Atena. La vostra grande famiglia. Siete insieme e nulla può cancellare il vostro legame. Non più.

    Le mani degli altri Araldi si appoggiano sulla schiena di Amaterasu. Pan, Chernobog e Oberon sono lì per sostenere la sorella nella lotta. Ogni eletto è accorso per prestare la sua forza al Sole di Gea. Siete insieme e nulla può cancellare il vostro legame. Non più.

    I guerrieri del Nord impediscono a Siegfried di cadere nel vuoto, afferrandolo e tenendolo saldo. Sono tutti lì, gli amici e i compagni perduti che dal Valhalla si sono spinti a tornare ancora una volta sul campo di battaglia. Siete insieme e nulla può cancellare il vostro legame. Non più.


    Vi sentite attraversare da un cosmo gigantesco. I vostri sensi ne vengono sconvolti, eppure siete pronti a reagire. L'essere alato torna a infrangersi come vetro, svanendo nel nulla sotto la pressione dello stesso potere che vi ha riscossi dalla visione. Anche il cielo si spezza, mostrando quanto il sole sia davvero avanzato nel suo percorso. State combattendo da molto, molto più tempo di quanto possiate pensare.
    Il pericolo piomba su di voi come una piaga biblica. L'amalgama corrotto sciama saettando in tutte le direzioni per divorarvi sul posto, penetrando nelle fessure delle vostre armature o scavandosi una strada direttamente attraverso di esse per raggiungere la vostra carne.

    In alto, sopra le vostre teste, al di là della cortina illusoria appena caduta, una figura vi osserva. Sembra un umano, almeno a una tale distanza, protetto da una corazza scura dall'aspetto brutale e circondato da simboli incandescenti impressi nell'aria, simili a rune distorte.

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    Note Master:

    Bene, forse si comincia a capire qualcosa. Avete attaccato con successo e distrutto nuovamente i corrotti, tutti quanti stavolta. Problema: la nebbia oscura è tornata più incazzata di prima e si avvicina, mentre il corvaccio/valravn di prima ne esce bello cattivo e in salute. La parte in corsivo è un'illusione completa generata da musica, che funge da diversivo per un attacco massiccio di TUTTA la nebbia nera che si rivela un agglomerato densissimo di esserini minuscoli ma molto affamati che fanno un male assurdo (potete considerarli alla stregua di costrutti delle dimensioni di granelli di sabbia con effetto secondario tipico di oscurità) sempre a Suprema ++.
    Tuttavia, l'illusione viene dissipata un attimo prima che sia troppo tardi da un potere ancora più grosso (tipo divina), ma che non fate in tempo a riconoscere tanto è rapida la sua azione. Questo intervento fa anche scoppiare di nuovo il valravn, rivelando anche la probabile vera fonte di cosmo corrotto che sta in perpendicolare sopra di voi.
    Sieg: puoi riconoscere l'armatura del nuovo arrivato come una versione perversa e modificata di quelle usate dagli elfi oscuri.

    Direi di fissarela scadenza per lunedì 13 (e mi scuso per il lieve ritardo, ma non ho avuto modo di postare prima).


     
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    Di nuovo l'esercito distrutto.
    Ancora.
    E ancora.
    Tremò Asgard. Tremò il braccio sano di Amaterasu mentre le fiamme divamparono ovunque e la puzza di bruciato si fece nauseante. Eppure anche questa volta la loro forza era riuscita a far breccia nelle difese.
    Ma la resistenza era stata minore rispetto a quella dimostrata dalla prima ondata.
    Pur nel dolore, pur avendo le vertigini la mente di Amaterasu era concentrata su di un unica domanda.
    Perchè?
    E poi questa sensazione che gli attanagliava le viscere e l'anima.
    Un errore.
    C'era qualcosa che non riusciva a comprendere. Non poteva spiegarlo, vi era solo la sensazione di errore. Di un qualcosa che stonava con tutto il resto.
    Era il suo codice a pulsare. Non la sua mente. Era la sua connessione al Codice del Life Stream a farglielo sentire, come di una nota di dissonanza bassa e atona al di sotto di una melodia perfetta.
    Ma cos'era?
    Errore...ma dove vi era questo errore? Afferrò questa sensazione ma riconoscerla?
    Sputò per terra un grumo di saliva e sangue, il braccio sinistro lo stava steccando con filamenti di terra ma pendeva senza forze al suo fianco.
    Il sangue colava dal naso e da un lato della sua bocca. Si pulì col dorso della mano. Le ferite sul suo corpo, il braccio spezzato, questa debolezza che continuava ad avvilupparlo e digrignò i denti.
    Non era finita.
    Perché ancora non avevano capito come poter arrestare questo processo. Come risolvere l'errore. Trovare il bug.
    Vide la Corruzione sublimare a quella velocità immane in quella stessa nebbia nera; un accumulo denso e vorticante attraversato da scariche di energia rossastra.
    La spada si mosse in una posizione di difesa.

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    Retsujitsu Kokyo Raging Sun



    Le fiamme divamparono dalla lama. Il suo corpo si fece fuoco e fiamma.
    Sembrava un sole che stesse bruciando di fronte alle mura di Asgard. Ogni respiro le fiamme divamparono, ad ogni espiro il calore aumentava. Pulsavano al ritmo del cuore dell'araldo che piantò i piedi a terra trovando la miglior posizione ed equilibrio.
    Bartolomeo continuava ad ardere il suo cosmo che sembrava argento liquido che scorreva dentro quel corpo.
    Siegfried e Bartolomeo con i loro cosmi continuavano a dare energia ad un corpo ormai al limite.
    E quegli occhi ora erano due Soli che continuavano a bruciare.
    Strinse l'elsa.
    La massa brulicante avanzò rapida. Da essa, come scoperchiando una tomba, sorse nuovamente il nemico, non dimentico eppure anche lui dalla morte tornava ancora a gracchiare.
    Il becco a bagnarsi nella loro disperazione. Artigliando i cuori.
    Il Corvo di nuovo fu davanti a loro.
    Mai più sembrò dire. Mai più sconfitto. Mai più abbattuto nel pantano.
    Dalla Tomba tornava e vestito di morte e nero spalancò il suo becco orripilante emettendo una sola nota stridula e tutto intorno diventò di un bianco latteo, immerso in una luce calda.



    Cadde in un bianco dove non vi era altro che serenità. Asgard era oltre. Vi era una guerra per la Realtà e la Creazione. Per salvare G.E.A e la sua Opera.
    La sua lama si muoveva da sola. Ma da sola non lo era. Kusanagi e Amaterasu erano insieme.
    Nella difficoltà più grande l'una era nell'altra.
    L'acciaio del sacrificio e di un passato non dimenticato, insieme ad un continuo crogiolo di creazione e cambiamento.
    Ma nessuno era un isola.
    Nessuno era mai da solo.
    I ricordi ci accompagnavano. Gli errori e i ricordi. Tutto si distruggeva e tutto si formava. Da ogni nostro passo. Da ogni nostro movimento.
    Amaterasu non era mai sola quando combatteva ma portava con sé il respiro di tanti.


    02cd0606fd3cef0398531554afc2704fNe sono degno?




    Le mani giunsero da quel mondo fatto di bianco latte. Sembrò cadere eppure la sostennero.
    Le nostre mani sono le tue mani.


    Le mani degli altri Araldi si appoggiano sulla schiena di Amaterasu. Pan, Chernobog e Oberon sono lì per sostenere la sorella nella lotta. Ogni eletto è accorso per prestare la sua forza al Sole di Gea. Siete insieme e nulla può cancellare il vostro legame. Non più.




    Avere loro accanto. Il pugno stretto di Pan, la stretta forte e imperiosa di Chernobog, il sorriso sornione di Oberon.
    Accanto a lei Draka e Charlie. Vi era la sua Corte che la prese tirandola su e facendosi lama e darian.
    Insieme.
    Se li portava sempre con sé. Nel profondo e al sicuro di un posto segreto del suo cuore. Loro erano tutti lì e chiuse le braccia al petto a proteggerli ancora.
    Non come una madre ma come una sorella che vegliava da lontano su di loro. Ogni loro sorriso era il suo, ogni loro lacrima la versò pure lei; fu partecipe delle loro vittorie e delle loro sconfitte. Amandoli come la cosa più preziosa che avesse in questo mondo.
    La magatama.
    La sua cosa più preziosa.
    Il sole brillava per loro.


    Qualcosa attraversò Amaterasu. Un fendente. Un qualcosa che tagliò tutto questo.
    I suoi occhi si riaprirono come se fossero stati attraversati da una scarica elettrica. Quel mondo crollò su se stesso accartocciandosi su se stesso per poi esplodere senza un suono alcuno.
    I sensi sono di nuovo di Amaterasu; sentì i piedi sulla terra di asgard, sentì il cosmo di Siegfried e Bart ardere di nuovo.
    Sentì Asgard e il Grande Tempio nel suo sangue e nelle sue carni.
    La guerra imperversava e Amaterasu tornò da spazi vuoti dove l'avevano gettata.
    La sua mente di nuovo vigile.
    Il Corvo si spezzò come l'illusione che aveva generato dal suo nero gracchiare.
    Quel qualcosa fendette la Realtà facendo scorgere la verità.
    Il Velo di Maya fu tranciato di netto e sotto di esso qualcosa si intravedeva.
    Il cielo si spezzò.
    Il Sole aveva corso nel Cielo ed era andato troppo oltre nonostante il tempo che era trascorso.
    Erano stati gettati in una gabbia. Ma il modo era ininfluente.
    Questa forza aveva dato una possibilità e il pericolo era in agguato.
    Incombeva su di loro come maremoto.
    Era uno sciame che stava crollando su di loro. Quell'amalgama era diventato una piaga biblica.
    Un agglomerato, no, uno sciame creato con l'unico scopo di divorarli.
    Ma Amaterasu splendeva nell'alto dei cieli.
    La Più Grande Dea che Risplende tra i Cieli.
    Ineguagliabile.
    Intoccabile.
    L'Imperatrice della Realtà guardò lo sciame nefasto e chiuse se stessa e i due cavalieri nello stesso abbraccio dell'illusione.


    Il Sole Splende per gli altri.
    Mai per se stesso.




    Combattere per gli altri. Generosità. La sua luce era per tutti. Il suo calore riscaldava il guerriero e il contadino.
    Indistintamente.
    Era un abbraccio che Amaterasu portava alla Creazione di sua madre. Ai suoi figli. All'Uomo.
    Respirò e Bartolomeo e Siegfried sentirono lo spirito dell'araldo accarezzare il loro.
    Un abbraccio fatto di cosmo e spirito.
    Proteggerli come fratelli.
    Come la cosa che aveva di più prezioso.
    Le sue due magatame che continuavano ad ardere nel suo corpo come gemme.
    Loro che erano la Voce degli Dei del Nord e di Athena, Amaterasu se li strinse vicino al proprio spirito.
    La loro vita.
    Il loro inizio.

    Aho Mitakuye Oyasin
    Tutto è in relazione




    Siegfried e Bartolomeo interconnessi ad Amaterasu.
    Le loro vite intrecciate con l'Araldo dell'Inizio. Perché lei era lì quando si formarono, quando la loro vita esplose nel Creato.
    Lei era lì. A vederli arrivare a vette inesplorate, a sentire la loro vita bruciare per creare qualcosa di nuovo e mai pensato prima.
    E ora quelle vite si intrecciavano l'una snelle altre.
    Amaterasu.
    Siegfried.
    Bartolomeo.
    Il respiro di tutti e tre si fece uno.

    Per divenire intoccabili.
    Come intoccabile lo era il Sole.
    Il loro respiro si fece Realtà e la Realtà si fece loro.
    Il nemico in alto. Finalmente spoglio di illusioni e menzogne.
    L'obbiettivo chiaro.
    Kusanagi ronzò.
    Amaterasu sarebbe comparso alle spalle del bastardo.



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    Sinuosa la spada tagliò l'aria. Il fuoco danzò come lingue di fiamme per attorcigliarsi attorno al nemico.
    Intorno al suo spazio.
    Vortici di fiamme che si attorcigliavano li uni sugli altri come in groviglio di serpi.
    Kusanagi non era più una spada ma un pennello di un artista. Colori arancio rossastri nello spazio.
    Le fiamme aggrovigliarsi le une sulle altre a formare un globo.
    Per rinchiuderlo in un piccolo Sole. In un qualcosa che poteva emanare un calore altissimo, in un qualcosa che poteva bruciare e incenerire qualsiasi cosa.
    Il suo spazio si sarebbe fatto calore. Il suo mondo fiamma.
    Ad ogni fendente di Amaterasu le lingue si fuoco si facevano sempre di più per poterlo intrappolare in questo globo, per dare forza e alimentarlo sempre di più; per poter divorare il fuoco malvagio.
    Per poterlo spezzare.
    Per poterlo chiudere in una morsa di fuoco e rabbia.
    Incenerire la carne.
    Bruciare l'ossigeno.
    Avvelenarlo.
    Nel corpo.
    Per poter incenerire financo la sua anima e spargerne i resti nello spazio siderale
    Come Un Sole.
    Per una nuova alba su Asgard.


    Enbu






    CITAZIONE
    ENERGIA: VIOLA

    STATUS DARIAN( LV VII): Crepe profonde sulla parte alta della darian e sui parabraccia.

    STATUS FISICO: Effetti dell'indebolimento(veleno) iniziano ad essere marcati.
    Affaticamento dato dal miasma(turno 5)
    Stordimento spirituale marcato come confusione mentale. Sangue dal naso.
    Effetti più marcati del dolore e difficoltà respiratorie.
    Braccio sinistro spezzato. Ferite su buona parte del corpo. Orecchie distrutte. Alcune costole spezzate.


    TECNICHE UTILIZZATE: Fuoco "Nutrisco Et Extinguo"
    Ecco la forma preferita di Amaterasu. Questa è l'intima essenza dell'Araldo dell'Inizio. La sua missione. Il suo scopo nel disegno di G.E.A e il suo posto nella Realtà: alimentare il fuoco buono e spegnere quello cattivo. Nutrirsene. Divorarlo fino a cancellarlo del tutto. Proteggere la Fiamma della Vita e della Realtà. Da Salamandra di G.E.A a Byakko. È la forma che Amaterasu usa di più tra tutte, quella che è più legata alla Creazione e alla Distruzione e al suo astro per antonomasia: Il Sole.
    Perchè il fuoco può riscaldare ma può anche estinguere e ridurre in cenere il creato.
    Quando il fuoco arde, Amaterasu diventa una vera e propria fiamma. I suoi capelli sono lingue di fuoco violetto, persino la sua barba si accende di colori arancio, dal suo corpo si generano fiamme e i suoi occhi si fanno di mille colori diversi. Il suo corpo intero diventa una fiamma, persino il suo respiro è una vampata di calore e fuoco come se Zmaj fosse ancora libero di distruggere.
    Perché è proprio questa l'essenza della fiamma dell'araldo: creare e distruggere. Nutrirsi Una fiamma così potente che può incenerire qualsiasi cosa sia nel suo raggio d'azione. Persino i fendenti di spada diventano vere e proprie vampate di calore così intenso da poter ridurre in cenere tutto ciò che tagliano, incenerendolo all'istante. Il calore che può generare in questa forma è altissimo e il solo stare vicino ad Amaterasu, in questa forma, è pericoloso addirittura per i propri alleati. Questo perché il calore generato è talmente intenso che copre un estensione pari all'Energia.
    Può essere anche questo una difesa preliminare: visto che a distanza ravvicinata diventerebbe difficile anche solo combatterci contro.
    Un calore che si manifesta anche in folate così calde da far mancare il respiro, da rendere difficile movimenti banali per l'altissima temperatura che Amaterasu genera.
    In questa forma può giocare con le fiamme e il fuoco. Colonne di fuoco, globi esplosivi, getti di calore e quant'altro.
    Essendo che l'Araldo non controlla il fuoco ma lo è, anche la sua struttura fisica cambia e può far si che persino i suoi arti possano diventare trivelle di puro fuoco; può generare fruste di calore così intenso da bruciare e portare in necrosi le parti colpite. Anche Kusanagi risente del calore e le fiamme vorticano attorno al suo filo rendendola un arma con una potenza distruttiva inimmaginabile. In questa forma apparirà più lunga del normale, prendendo la forma di una Kriegsmesser.

    Kyōka Suigetsu - Fiore allo specchio, Luna riflessa nell'acqua ~ L'illuminazione è come il riflesso della luna nell'acqua. La luna non si bagna né l'acqua si rompe. Sebbene la sua luce sia diffusa e grande, la luna si riflette anche in una pozzanghera di pochi centimetri. La luna tutta quanta e l'intero cielo si riflettono in una goccia di rugiada sull'erba.
    Questa tecnica riprende un vecchio proverbio cinese, dove entrambe sono cose che non possono essere toccate ma viste.
    Così è Amaterasu.
    La capacità di Amaterasu di controllare le dimensioni spettrali, sia col corpo fisico che con lo spirito, fa sì che lo stesso possa permettersi di attraversarle per poi riapparire in un punto qualsiasi del suo raggio d'azione. Se durante il combattimento, questo è assai rischioso per via del notevole affaticamento fisico e spirituale che esso comporta (è infatti usabile una volta per scontro), tutt'altro discorso si applica per il teletrasporto vero e proprio, dove L'Araldo della Creazione può apparire ovunque purché sia un luogo noto e senza blocchi relativi.
    {Teleport Spirituale}

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Chikane: ghiaccio, illusioni mentali, privazione vitale(yuki onna)
    Oni: forza straordinaria, cosmo straordinario, berserk
    Ōwatatsumi: fulmine, vento, acqua
    Gashodokuro: costrutti, resistenza straordinaria, suono
    Per completezza metto le abilità dei miei npg.

    Rimango sempre nella mia forma gundam.
    Ricorro al teleport spirituale prendendo anche bart e siegfried che sono dentro di me; quindi cerco di entrare in risonanza con i loro cosmi, la loro vita, per poterci teleportare lontano dall'attacco nemico comparendo alle spalle del nuovo.
    bart e Sieg continuano ad ardere i loro cosmi dentro amaterasu, quindi dando benzina non crolla ancora.
    Muovo la spada a generare torrenti di fiamme e fuoco che hanno lo scopo di avvolgersi nello spazio intorno al nemico e rinchiuderlo in un globo di fiamme e calore.
    Continuo a mandare fuoco e fiamme in modo tale da continuare ad alimentare questo piccolo sole, che ha lo scopo di chiuderlo in uno spazio circoscritto continuando a bruciare l'ossigeno, ad emettere fuco e fiamme alla massima potenza di una viola continuando a chiuderlo ancora di più fino ad incenerirlo del tutto.[ATTACCO FORTE]

    A sieg e bart il resto dell'attacco in combinata.
     
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    Li avevano devastati. Letteralmente. Li avevano distrutti come un uragano in grado di spazzare via ogni cosa, senza lasciare alcun diritto di replica. Quel triunvirato temporaneo ma estremamente compatto era finalmente riuscito nell’intento, accumulando le loro abilità in un unico e incredibile colpo. Atene con Agartha e Asgard, luoghi così lontani ma resi una cosa sola da quei tre guerrieri in grado di superare ogni ostacolo, ogni pregiudizio, per compiere qualcosa di mai visto prima di allora. La gigantesca figura che erano diventati, unendosi con i loro cosmi, era stata in grado di sbaragliare l’esercito dei corrotti una volta per tutte, riuscendo dove...

    Cosa?! Non è possibile.

    Ma ecco che, quando ancora una volta sembravano a un passo dalla vittoria, una nuova e sgradita sorpresa apparve di fronte ai loro occhi. Bart si mosse all’interno di quel gigante che era Amaterasu, percependo il disagio dei suoi compagni di battaglia. Gli abomini che avevano atomizzato non erano scomparsi nel nulla – magari lo avessero fatto – ma si stavano nuovamente trasformando in qualcos’altro. I guerrieri difensori avevano ormai capito che la Corruzione continuava ad adattarsi alle loro strategie, ma non potevano credere che ancora una volta ogni loro sforzo era stato vano. I nemici diventarono polvere o, meglio, nebbia nera, intensa e... viva. Una nebbia che prese a muoversi inesorabilmente verso il trittico Amaterasu, Siegfried e Bartolomeo, cercando di braccarli come se loro stessi fossero diventati una preda ormai all’angolo.
    E la realtà, purtroppo, non era molto distante dalla similitudine.
    Avevano sprecato molte energie, e molte altre erano state loro sottratte per il semplice fatto di trovarsi proprio lì, a combattere contro quell’orda che sembrava ignorare ogni legge della natura. Nonostante la loro forza e la loro determinazione, non potevano certo continuare a combattere contro qualcosa che non moriva, ma si adattava e non cedeva nemmeno un briciolo di terreno.

    Ancora quell’uccellaccio?

    E in mezzo a tutta quella follia, l’avversario che Bart aveva sconfitto non molto tempo prima, era tornato in vita come se niente fosse successo. Quel corvaccio aberrante era spuntato dalla massa corrotta per solcare nuovamente i cieli, quasi fosse una prova evidente che i loro sforzi – seppur sovrumani – non fossero proprio serviti a nulla. L’orrendo volatile aprì quel suo becco affilato per gracchiare qualcosa che solo lui poteva comprendere, ma che per il Toro suonava come una vera e propria sfida diretta.

    Lasciatelo di nuovo a me, ci penso io, e questa volta...

    Ma quelle parole e quelle azioni, rimasero sospese nel nulla. Il Gran Sacerdote stava per proporre di dividersi, così che lui potesse occuparsi dell’uccellaccio direttamente. Era ancora fisicamente in grado di muoversi in modo sufficiente – a differenza dell’amico Araldo – e aveva già sconfitto quel nemico una volta in modo decisamente schiacciante. Avrebbe potuto replicare quello scontro, annichilendo il volatile senza nemmeno lasciargli il tempo di gracchiare una seconda volta. Il primo stridulo urlo, però, era purtroppo bastato per far accadere qualcosa d’inspiegabile.

    png

    Bart?

    Una voce familiare, una voce di donna, gentile e calda. Sta chiamando il tuo nome per attirare la tua attenzione. Dove sei? Dove ti trovi?

    Bart!

    Ti giri verso quel suono, e la tua adorata Elena ti prende per mano e ti sorride in quel suo modo tutto speciale. Un sorriso radioso, comprensivo e materno. Un sorriso che ti ha fatto innamorare e che ti scalda il cuore e l’anima come se fosse la prima volta che lo vedi.
    Cosa t’importa dove ti trovi? Quello è tutto ciò che ti serve.
    Elena prende la tua manona tra le sue, più piccole, delicate e meno callose delle tue. Si avvicina a te con quel suo fare timido ma deciso, abbracciandoti come se fossi tornato da una missione pericolosa.

    Abbiamo vinto! Bart, hai vinto per tutti noi.
    Finalmente non dovremo più nasconderci, non dovremo più avere paura.


    Lei emana una radiosità contagiosa, dimostrando al mondo quanto è orgogliosa del suo Bartolomeo, e ringraziandoti perché finalmente tutto è davvero finito.
    Ma che cos’è finito? Che cosa avete vinto?
    Oh, poco importa, perché tu sei lì con lei, e lei è così felice di quel momento che non puoi soffermarti su domande o particolari inutili. Siete contenti, davvero contenti, e questo basta.

    Papààà!

    Oh, ma ci sono anche loro? I tuoi scatenati figlioli gridano e corrono ad abbracciarvi, perché non vedono l’ora di poter essere davvero una Famiglia unita e felice, senza dovervi ogni volta nascondere per non rischiare la vita. I loro volti sono la vera rappresentazione della felicità, espressione di una fanciullezza e di un’innocenza ancora intatta, a dispetto di tutti gli orrori che li avevano circondati fino a quel momento. Tu ed Elena avete fatto un ottimo lavoro a proteggerli da tutto e tutti, ed è finalmente arrivato il momento di far vivere loro quel futuro che tanto speravate. Perché se lo meritano, e perché in fondo sapete di meritarvelo anche voi.

    Gran Sacerdote, ce l’abbiamo fatta.
    Atene è salva, l’umanità intera potrà vedere una nuova alba.


    Ed eccoli lì i tuoi Cavalieri e tutti i soldati del Grande Tempio, radunati intorno a voi per completare la grande Famiglia di Atene. Una Famiglia che ha lottato con tutte le forze contro quella Corruzione che sembrava invincibile. C’è l’amico di sempre Rigel del Cancro, il giovane Alex dell’Unicorno, e persino il diffidente Korin, insieme a tutti i guerrieri della Grecia. Si sono ritrovati attorno a te e ai tuoi cari per festeggiare qualcosa che pensavate si potesse realizzare solamente nei vostri sogni. Non sembra nemmeno vero, è tutto troppo perfetto, ma la sensazione di pace che stai provando è qualcosa d’indescrivibile. Quanto ti piacerebbe vivere per sempre in quel preciso momento, dove tutto è al suo posto, dove...


    png

    No, no, NO!

    Qualcosa si ruppe improvvisamente, sia in senso figurato e sia in senso letterale. La disperazione di Bart era evidente dalle sue parole e dalla sua espressione, perché stava vivendo davvero un sogno a occhi aperti. Peccato che quel sogno fosse tutta una finzione, e quando il Toro se ne rese conto, il suo cuore saltò un battito.

    Era tutta un’illusione...

    Inutile rimarcare l’ovvio, ma essersi improvvisamente risvegliato dal sonno probabilmente indotto da un’illusione alquanto potente, lo destabilizzò non poco. Ma soprattutto lo fece infuriare, perché era quasi riuscito a sfiorare il futuro che voleva creare per la propria Famiglia.
    Ma com’era riuscito a far crollare quell’inganno?
    Sicuramente non era stato merito suo, e per quanto ne poteva capire, nemmeno merito di Amaterasu o Siegfried. Avevano, infatti, percepito un potere soverchiante, persino più ampio rispetto a quello dello stesso Gran Sacerdote, e quell’anomalia nel flusso cosmico aveva distrutto l’illusione. Una distruzione che non era solo avvenuta nelle loro menti, ma che aveva letteralmente fatto a pezzi la “realtà” che li circondava.
    Ci sarebbe stato tempo per preoccuparsi di quella novità, finalmente (forse) positiva, ma in quel momento avevano altro di cui preoccuparsi.
    L’uccellaccio che solcava ancora i cieli andò improvvisamente in frantumi, così come il cielo stesso. Avevano vinto? Oh, certo che no, perché quello – purtroppo per loro – era solamente la prima parte della violenza che li stava per travolgere.

    Dannazione.

    Un’esclamazione lasciò le sue labbra come un riflesso incondizionato, a testimonianza dell’ennesima follia che li stava per braccare. Il miasma mortale che si era venuto a creare dai nemici abbattuti, infatti, li aveva praticamente raggiunti. Quella dannata illusione aveva fatto perdere loro degli istanti preziosi, che forse non sarebbero più riusciti a recuperare. A Bartolomeo, però, poco importava: chiunque fosse il responsabile, gliel’avrebbe fatta pagare. Aveva ingannato tutti loro, andando a toccare una parte intima e nascosta del loro animo. Le facce di Amaterasu e Siegfried confermavano chiaramente che anche loro avevano subito quell’orribile intrusione mentale, e non avrebbero mai e poi mai potuto lasciar perdere. Non così, non in quel momento.

    Amaterasu, Siegfried, ancora una volta.

    Il Toro espanse il cosmo, continuando ad alimentare il gigante che era diventato l’Araldo come se fosse il cuore pulsante di tutta la struttura. La sua straordinaria capacità di avere un flusso di energia praticamente stabile fino al suo (difficile) esaurimento, lo rendeva il motore migliore per permettere loro di non fermarsi proprio sul più bello e per raggiungere la meta, a tutti i costi.

    Finalmente abbiamo un obiettivo.
    Qualcuno a cui far saltare tutti i denti.


    Eh sì, perché il crollo di quell’illusione perpetua che li aveva tenuti imprigionati in un limbo senza senso, aveva rivelato quello che poteva essere il principale responsabile di tutta quella follia. Una figura umanoide, infatti, era apparsa nel cielo, ammantata da una corazza scura e inquietante. Sembrava una persona, almeno da lontano, ma non potevano esserne certi. Quello che era certo, però, era che appariva troppo coinvolto e colpevole perché fosse qualcuno o qualcosa che passasse di lì per caso. E, in quel momento, sembrava avere un bersaglio tatuato su tutto il corpo da tanto Bartolomeo voleva abbatterlo prima di subito.
    Non avevano molto tempo per pensare o reagire, ma i tre Cavalieri decisero di rimanere uniti. Perché era la cosa giusta da fare in base alle loro condizioni, e perché il Gran Sacerdote e il Celebrante dovevano continuare a sostenere Amaterasu. L’Araldo aveva subito troppi danni, e senza il costante flusso cosmico dei due amici, avrebbe potuto collassare sul posto. Avevano ancora qualche carta da giocare e il guerriero di Gea fugò immediatamente ogni dubbio in merito.

    Oh oh o-...

    La sua risata spontanea e sincera s’interruppe bruscamente, almeno in quell’istante, in quel posto. Il Toro aveva intuito cosa stesse per accadere, perché l’aveva sperimentato più volte anche se in forme diverse, e già pregustava cosa avrebbero potuto fare il momento successivo. Non andava matto per quel mezzo di trasporto, ma sapeva che poteva essere estremamente efficace. Quindi cosa accadde? Beh, semplice: Amaterasu li coinvolse in un teletrasporto collettivo, con l’obiettivo di ignorare quell’oscura nebbia che li stava per ghermire. Non avrebbero dovuto sprecare energie per difendersi da un attacco insidioso, e che era evidentemente diretto a loro tre. Avrebbero semplicemente fatto una metaforica pernacchia per poi – udite, udite – apparire alle spalle del loro nuovo obiettivo.

    E adesso te le facciamo ingoiare le tue illusioni.
    Una a una.


    E dopo quella minaccia così spontanea – forse un po’ troppo spontanea – il loro attacco a sorpresa avrebbe cercato di travolgere quel nuovo nemico. Amaterasu utilizzò ancora una volta il potere del fuoco attraverso la sua spada, generando un globo di fiamme che avrebbe cercato di avvolgere l’avversario in una prigione di fiamme, dove l’ossigeno sarebbe diventato una merce rara. Bart non perse nemmeno un istante, e caricò un pugno concentrando tutta la sua forza fisica in un unico affondo. I suoi muscoli si tesero fino allo spasmo e, pur rimanendo al centro del petto dell’Araldo, si sarebbe rivolto ancora una volta verso l’enorme spada. Il Toro avrebbe fatto partire un affondo alla massima velocità possibile, generando con la sola potenza muscolare un attrito in grado scatenare una crepitante e travolgente elettricità statica. Quello era il Bull’s Hammer, la stessa tecnica che poco prima aveva devastato l’uccellaccio.

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    Quella violenta elettricità si sarebbe unita alle fiamme del Cavaliere di Gea, rendendo la loro sfera offensiva un vero e proprio inferno elettrificato. Oltre ai danni da fuoco e alla mancanza di ossigeno, infatti, quella prigione sarebbe diventata un ambiente totalmente inospitale alla vita, sferzata da continue e mortali scariche elettriche.
    Ancora una volta avevano agito insieme. Ancora una volta i loro poteri si sarebbero uniti in un attacco senza precedenti. La loro forza e la loro determinazione avrebbero potuto superare qualsiasi ostacolo, e avrebbero dimostrato che nulla era impossibile.
    O, per lo meno, avrebbero cercato di far saltare qualche dente o fatto ingoiare qualche illusione a qualcuno nel tentativo di dimostrarlo.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Trip mentale (povero Bart ;_;), incavolamento non da poco (Bart odia le illusioni :addit:), teletrasporto grazie ad Amaterasu, e infine attacco combinato [AF]. Alla sfera di fiamme di Ama, ci aggiungo l’elettricità statica, per far diventare quella prigione qualcosa d’impossibile (si spera) da superare indenni.
    PS: i cambi al “tu” e del tempo verbale durante l’illusione sono voluti :asd:


    Condizioni:
    Fiaccato a livello fisico, cosmico e spirituale. Anche con la forza, il cosmo e la resistenza straordinari, si comincia a far fatica dopo tutti questi turni di combattimento e il progressivo indebolimento. Essendo all’interno della forma gigante di Amaterasu, però, il grosso dei colpi fisici se l’è preso lui (seppur supportato dai nostri poteri), quindi a livello di danni materiali non sono affatto messo male.


    Tecniche:
    Bull's Hammer:
    [Effetto Secondario: Elettricità Statica]
    Tecnica che sfrutta la pura forza straordinaria del Toro, così vasta da rendere il corpo e i muscoli di Bartolomeo una vera e propria macchina da guerra.
    Mentre con la tecnica del Braccio Possente il Cavaliere concentra il suo cosmo negli arti e supporta i colpi diretti con la potenza fisica, con il Martello del Toro sfrutta al massimo la sua forza straordinaria in grado persino di generare danni da elettricità statica. Tale effetto secondario viene a crearsi grazie all'incredibile attrito di questo attacco con l'aria, così violento da caricarsi di elettricità.
    Ogni suo pugno, ogni suo calcio e in generale ogni colpo diretto sarà accompagnato da un’onda d’urto dall’incredibile potenza, con lo scopo di travolgere tutto proprio come un martello inarrestabile, nonché creare effetti elettrici di temporanea parali e stordimento delle parti colpite.
    Un semplice pugno può inaspettatamente diventare all’occorrenza sia un attacco diretto e sia un’onda d’urto, combinando entrambi gli effetti per creare un colpo in grado di mettere in difficoltà anche la migliore delle difese.
    Immaginate di essere un piccolo chiodo pronto ad essere colpito da un martello abnorme e inspiegabilmente attaccato ad una presa di corrente elettrica. Ecco, questa è esattamente la sensazione che si prova ad essere vittima del Bull’s Hammer.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare a un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza e una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce e trasformarle, con il proprio cosmo straordinario, in devastanti strumenti di attacco o difesa? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli danni di natura fisica, mentale e spirituale senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di fortificare se stesso a tal punto da rendere massima la resistenza o del proprio corpo, o della propria mente o del proprio spirito, per resistere con estrema facilità a colpi del medesimo tipo e potenzialmente letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA - ALTRI

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    L'esplosione fu tremenda, forse quasi all'altezza dell'onda sonica usata dall'esercito nemico. I tre guerrieri avevano dato fondo alle loro forze, senza trattenersi e cercando di spazzare via quegli esseri immondi non solo da Asgard, ma dalla faccia della Terra stessa. Il Celebrante respirava a pieni polmoni, il sole doveva ancora raggiungere lo zenit... e non era possibile. Credeva di essere lì da ore, ed invece sembravano passati pochi minuti da quando l'esercito corrotto era stato avvistato per la prima volta.

    Poi, una nuova sensazione. Il dolore gli pervadeva le membra, anche solo voltare lo sguardo gli costava fatica. Un movimento catturò la sua attenzione tra i resti del nemico: erano i resti stessi a ribollire, a muoversi, a tornare ancora una volta da dove erano venuti. Come se provenisse dagli abissi della terra, il mostro alato si levò nuovamente verso il cielo stridendo come un'aquila che cercasse di eruttare metallo. Udì Bart infuriarsi e prepararsi a colpire nuovamente quello che era già stato il suo avversario, e che già una volta aveva completamente distrutto, poi la creatura si voltò verso di loro e lanciò ancora il suo verso, facendo tremare la terra: fu un attimo in cui rimase accecato dalla luce, poi il buio lo avvolse.

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    Ebbe la sensazione di cadere, di precipitare nel vuoto. Era dunque finita? Avevano perso la battaglia, e Asgard era infine caduta? Continuava a precipitare nel vuoto senza fine, finchè di colpo provò una sensazione di leggerezza. Credette di levitare, poi ebbe la sensazione di essere sostenuto da qualcuno.

    No, ragazzo, non è ancora finita.

    Il Celebrante aprì gli occhi nel riconoscere la voce che gli aveva parlato all'orecchio. Edgar era lì davanti a lui e non era solo. Camille, Yoshitsune, Michèl, Frederich, Violet. E anche Urgall. Tutti i guerrieri del passato erano lì, attorno a lui, ad Amaterasu e Bartolomeo... ma non erano i soli. Ora lui era in piedi, e sentì una mano sulla spalla.

    Credevi che gli amici ti avrebbero abbandonato?

    Restò senza parole nel voltarsi e trovarsi di fronte Daya della Vergine, e di fianco a lui, a braccia conserte, Lelouch che lo squadrava con la solita aria spavalda.

    Sto cominciando a pentirmi di aver lasciato Asgard nelle tue mani, fratello. Sei una calamita per catastrofi! Ma per fortuna è tutto finito, ci ha pensato il vecchio.

    Una luce dietro di loro brillò, il sorriso di una persona anziana che trascendeva la terra, il cielo, tutti i mondi. Perfino Gazka era tornato nel Nord, per terminare quella guerra una volta per tutte. Niente poteva fermare i guerrieri del Nord ed i loro alleati neanche la Corruzione. Poi qualcosa si ruppe, tutti i guerrieri si bloccarono come se fossero stati imprigionati nel ghiaccio.


    L'energia che per un momento era sembrata sgorgare da Gazka si spense, ma il cavaliere fu scosso da qualcosa di POTENTE. Sentì un nuovo cosmo, qualcosa di immenso, forse divino. Che fosse stato Odino ad intervenire? Il guerriero si riebbe immediatamente, si ritrovò di nuovo all'interno dell'entità dei tre guerrieri, e fece appena in tempo rendersi conto di cosa accadeva quando fu investito dalla luce che sembrava forse originarsi da qualche parte, molto lontano, dietro di lui.



    Il mostro alato sembrò istantaneamente liquefarsi, la sua illusione si era dissipata, e una marea nera simile ad uno sciame infinito sfrecciava furibondo verso di loro. Percepì lo spirito indomito dell'Araldo risvegliarsi e indirizzare la propria ira verso il cielo, e fu allora che il Celebrante capì che la sua intuizione era corretta: erano imprigionati in una bolla, ma l'energia che era intervenuta in loro soccorso aveva spezzato l'incanto e rivelato la prigione... e forse, il loro carceriere.

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    Il cielo sembrava spaccato, oltre lo squarcio vide due occhi simili a ceneri infuocate che puntavano su di loro; ma non era questo ad impressionare il Celebrante. Quell'essere aveva qualcosa di estremamente familiare. Subito gli tornò alla mente il Ragnarok, e poi l'Armageddon: Genlon, il peggiore dei Drow che si era alleato, o per meglio dire venduto, alla Corruzione e che era ormai stato spazzato via nel loro ultimo scontro. Non era certo lui quello che Siegfried vedeva, ma le fattezze della sua armatura glielo richiamavano alla mente. Che c'entrasse Lolth? Poteva anche essere, ma questo significava solo una cosa: oltre all'energia cosmica corrotta, il nemico si stava di nuovo servendo della magia oscura. La furia gli fece ribollire il sangue, il suo cosmo esplose in risonanza a quello dei compagni.

    Stavano per uscire da quella prigione, e lo avrebbero fatto in grande stile.

    Lo sapeva perchè condividevano il cuore e la mente, e quello che era di conoscenza per uno di loro lo era per tutti. Il Custode del Tempio del Sud li aveva teletrasportati alle spalle del nuovo venuto. dove il sole stava raggiungendo la linea del tramonto, dove il tempo - il tempo reale - stava ancora scorrendo.

    Poi vide le fiamme di Amaterasu circondare il nemico.

    Sentì la forza del Gran Sacerdote scatenare i fulmini e cercare di schiacciare l'avversario.

    Fu allora che sollevò le braccia davanti a sè, e scatenò la sua forza.

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    Gli occhi del drago puntarono il centro del globo infuocato. L'esplosione cosmica che ne sarebbe derivata, dall'interno di ciò che i suoi due compagni avevano creato, avrebbe avuto lo scopo di amplificarne gli effetti oltre a provocare danni direttamente all'avversario. Si erano mossi all'unisono e ognuno di loro sperava che quell'attacco potesse essere l'ultimo di quella battaglia, che la crisi avesse termine.

    Se fosse stato così, lo avrebbero scoperto a breve.

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    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Comincia a risentire della stanchezza nonostante le abilità legate alla stella Alpha; fisicamente non è stato raggiunto da troppi attacchi, trovandosi "al sicuro" nel superAma.
    STATUS MENTALE - Gli attacchi psicologici e di indebolimento si fanno sentire anche sotto questo aspetto, ma ancora è lontano dal CEDERE AL NEMICO

    RIASSUNTO AZIONI - Credo si capisca facilmente che abbiamo agito nello stesso modo. Attacco precedente a segno, ci becchiamo l'illusione dell'uccellaccio, poi il cosmo alleato ci concede l'occasione, teleport e per quanto mi riguarda Occhi del Drago dritti dritti nei denti, dopo aver riconosciuto una parvenza di Drowitudine nel nemico che viene puntualmente condivisa con gli altri.

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    ABILITA'

    CUORE DELL'EROE: Il custode di Duhbe è il favorito di Odino, sia in termini di fedeltà che come valore guerriero; si narra che uno degli antichi custodi dell'Armatura abbia sconfitto in battaglia il nano Fafnir che aveva preso le sembianze di un drago a due teste. A causa di questa vicinanza agli dei del Nord, la forza del guerriero è strettamente legata alla stella da lui rappresentata: essa gli dona una grande energia cosmica fornendogli una protezione continua, un'energia che pervade il suo corpo espandendosi attraverso il cuore, che rimane il fulcro di questo legame. Ne risulta che il corpo del guerriero è costantemente ricoperto da una barriera cosmica che lo protegge e che ha dato origine al mito dell'invulnerabilità del Cavaliere. La forza delle stelle è talmente intensa da permettere al guerriero di compiere imprese ai limiti dell'immaginabile, riuscendo ad esprimere la propria forza e tenere alta la propria difesa sempre al massimo delle proprie capacità, rendendo difficile un confronto verso qualsiasi avversario che normalmente dovrebbe essere allo stesso livello.

    FORZA STRAORDINARIA: Prerogativa del Cavaliere del Drago del Nord è quella di essere in possesso di una grande forza, con la quale si narra che sia stato per lui possibile decapitare con un sol colpo una delle teste di Fafnir. Similmente all'energia cosmica, anche la forza fisica del guerriero può raggiungere livelli sovrumani che in pochi altri Cavalieri sono in grado di compiere, anche nella stessa Asgard; inoltre con il tempo, il Cavaliere ha affinato questa sua forza riuscendo a controllarla e a focalizzarla con grande cura, rendendo le sue azioni molto più efficaci riuscendo quindi ad agire sulla materia solida generando veri e propri terremoti con molta più facilità rispetto a qualsiasi avversario - anche di pari livello - ma anche di riversare tali effetti sui materiali liquidi e addirittura gassosi.

    AGILITA' STRAORDINARIA: Le grandi capacità in combattimento del Cavaliere hanno permesso di forgiare il proprio corpo come un'arma, portandolo alla conoscenza delle capacità di ogni singolo muscolo anche in termini di coordinazione e movimento. La grande velocità che riesce a raggiungere gli consente di confondere il nemico in conseguenza di riuscire a ricreare delle immagini residue del proprio corpo che replicano i movimenti dell'originale. Non trattandosi di illusioni, i movimenti avvengono contemporaneamente e non è possibile una discrepanza tra quelli dell'originale e quelli delle copie.

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    TECNICHE


    Occhi del Drago: Colpo prerogativa della Cloth di Alpha UMA. Siegfried concentra il cosmo nelle braccia assumendo una posizione di guardia; subito dopo, lasciando sguarnite le difese per una brevissima frazione di secondo, scaglia due potenti sfere di energia dal diametro di un metro ciascuna che esplodono a contatto con l'avversario, provocandogli danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Quest in difesa di Asgard

    HEL'S BELLS

    VIII




    La massa nera colpisce con la potenza di un maglio gigantesco, spezzando il suolo. Non trovando resistenza alcuna si espande fino a scontrarsi con le difese magiche delle mura che arginano la marea nera, ma a un caro prezzo, venendone intaccate. Le porte scricchiolano sotto il peso di quel potere, resistendo solo grazie ai potenti incanti runici intessuti nella struttura.
    La figura sospesa, ora completamente esposta, richiama a sé l'oscurità granulosa proprio mentre ricomparite nel piano materiale. I glifi lucenti si condensano in tre simboli orrendi attorno al suo corpo, grandi come scudi e forse aventi la medesima funzione.

    Il vostro attacco brucia l'aria circostante, facendo sublimare in un istante la poca neve rimasta. Sembra davvero un piccolo sole attraversato da archi di plasma. In un tempo brevissimo, l'equilibrio di energie si sbilancia e la vostra potenza combinata viene scagliata nei cieli sopra Asgard, facendo sfrigolare l'atmosfera. Gli uomini troppo vicini vengono accecati dal fuoco vorticante e la loro pelle si fa secca, tanta è la potenza che viene scagliata verso il nemico.

    Se vi fosse possibile scorgerlo tra le fiamme, vedreste i segni incandescenti farsi più netti, proiettando una luce rossastra. Ciò che vedete, invece, sono le fauci spalancate di un immenso serpente nero.

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    Il calore lasciato dal vostro colpo si estingue rapidamente sotto sferzate di vento ghiacciato, molto più freddo di quelli che spazzano l'estremo Nord.
    Il rettile piomba verso terra dal cielo cercando di ingoiare il piccolo sole ed estinguerlo nel gelo delle sue carni. Per un momento sembra che sia questo il destino della fiamma di Amaterasu, ma prima che il serpente giunga a terra, le sue squame di pece si disgregano in un'esplosione apocalittica. La figura misteriosa ne viene investita in pieno.

    I resti della creatura di oscurità stanno cadendo. Prendono improvvisamente velocità, trasformandosi in una pioggia di buio e ghiaccio prima di raggiungere il suolo, dove esplodono come granate.
    Il nemico non ha ceduto. Una delle tre rune blasfeme sembra scomparsa, ma un'energia rossastra simile a quella che forma le altre due scorre attraverso il corpo della figura rivelando ingenti danni e bruciature sulla sua armatura. L'energia si condensa lungo il braccio ferito, rendendo traslucida la pelle biancastra.
    E si libera verso di voi, sotto forma di una tempesta di fulmini scarlatti.

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    Note Master:

    L'energia rossastra è quella tipica della corruzione. L'aspetto (almeno le parti visibili del nemico) sembra confermare la sua identità di elfo oscuro. Se qualcuno di voi ha esperienza con gli evocatori, può intuire che questo tipo stava usando l'energia corrotta per pompare di potere le sue creature e ora la usa per attaccarvi direttamente.
    Utilizza un serpente riempito di gelo e oscurità per mangiarsi il vostro attacco, ma non ci riesce del tutto. Il colpo assestato dalla vostra combo gli devasta buona parte della corazza (non essendo una corazza di origini divine come le vostre), ma è riuscito a difendersi abbastanza bene. Tramite il controllo dell'oscurità accelera la caduta dei pezzi della creatura che provocano una grandine di oscurità e ghiaccio [ad] per aprirsi la strada per il colpo grosso. Quindi usa uno dei tre grossi glifi/rune per spararvi una scarica di energia corrotta sotto forma di fulmini [AF]. Ovviamente non fa danno da elettricità, ma è un vettore fisico che vi scarica addosso danno mentale e spirituale. Colpo a Suprema ++.

    Fissiamo la scadenza per lunedì 20.

    Edit: modificata immagine (è irrilevante, ma ci azzecca di più) e specificata l'energia del colpo.




    Edited by Him3ros - 14/3/2023, 22:44
     
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