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Quest Gea - Atto I

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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    La marcia attraverso i portali fu maestosa e silenziosa, accompagnata dai passi della corte del Nero che marciava a tempo in una musicalità perfetta e ordinata. L'elmo di Chernobog era calato sul suo volto, pallido e ferino, lo sguardo fisso davanti a sè pronto a ciò che l'aspettava una volta usciti dall'altra lato. L'Aralado guidava il Parlamento dalla prima fila seguita poco distante dai suoi secondi, anch'essi maschere neutrali di furia e vendetta, gli accordi e gli ordini erano stati impartiti prima ancora di iniziare il passo e ogni membro della Corte - dal più anziano e antico spirito al più giovene e fresco virgulto - sapeva con assoluta certezza quale sarebbe stato il suo compito una volta arrivati.

    Distruggere, Annientare.

    Qualcosa va storto, però, non sono dove avevano deciso di iniziare. Erano divisi come accordi ma percepiva alla lontana la presenza spirituale di Amaterasu e Oberon non così distante ma neanche troppo vicina. Il paesaggio era brullo e silenzioso, desertico e malaticcio, una sorta di brutta imitazione di uno scorcio delle sue terre con la sola differenza che i suoi domini erano brulicanti di vita in morte, mentre questa era semplicemente sterile e vuota. Oisin sguainò la spada nello stesso momento in cui la terra tremò, Uno si mosse ai lati della formazione pronto a ordinare il nugulo di Sluagh che dominava il Sidhe. Una moltitudine di creature assetate di sangue e morte non aspettava altro che il segnale per poter iniziare a sfogare la loro folle furia.

    Il fetore della corruzione sovrasta tutto tanto che la Fine ha difficoltà a concentrarsi su altro, l'odore che cercava e che li ha fatti catapultare in America non riesce più a percepirlo ma questo è un problema successivo. Inscatola il pensiero di dover riflettere sulla questione e si dedica al momento attuale, la foresta di liquami e fibre si innalza verso l'alto dalle spaccature del terreno formando una fitta fila di mani da cui fuoriescono corrotti minori. L'ira si affaccia sul suo petto, strisciandole addosso e stritolandole la gola, come hanno osato solo pensare di potersi confrontare con loro con questa miseria di carne?

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    Gli Sluagh si mossero, la Corte del Nero diede manforte alla potenza di fuoco che la Corte del Rosso aveva iniziato. Ronzii e bassi vibrati si unirono alle grida di battaglia e di dolore di chi veniva ferito ma non gli importava, prima ancora che il pensiero si fosse formato nella sua mente Chernobog stringeva il martello tra le dita. Scattò insieme a Pan dirigendosi verso il fulcro delle mani più potenti, e quando suo fratello si fermò la Fine fece altrettanto.

    Il martello dell'Araldo colpì con forza brutale il terreno, aumentando le spaccature già presenti e sfruttando la copertura sonora, per far sì che una moltitudine di lingue di oscurità sorgessero dal terreno a coprire la visuale e bloccare, eventualmente, modi di difesa. I filamenti e le lingue erano uno dei suoi modi preferiti di iniziare, ci si aspettava che le forme scelte dall'Araldo fossero lisce e fini a se stesse ma la sorpresa più affascinante erano quelle piccole dentellature zigrinate che solcavano ogni millimetro di costrutto oscuro. Avrebbero tentato di bloccare, dilaniare e stracciare quelle mani fibrose e corrotte ma, non solo, avrebbero dato il tempo all'Araldo di poter lanciar contro la sua lama di oscurità. Il cosmo si espanse, sfruttando le tenebre create, l'energia spirituale e mentale della Fine era più definita e si concentrò tra le sue mani sotto forma di una sfera nera che lanciò nel momento in cui le venature verdi cominciarono a solcarne la superficie come fulmini. Questo lancio avrebbe generato un singolo fendente nero, perfettamente mimetizzato nelle tenebre precedentemente create, allungandosi senza suono contro la parete nemica e scatenando il potere spirituale, mentale e cosmico se fosse andato a segno. Avrebbe portato il nulla, il dolore supremo e la Fine a quegli aborti che osavano pararsi lungo il loro cammino.




    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ top
    MENTALMENTE ¤ top
    STATUS DARIAN ¤ top

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Mi lancio contemporaneamente a Pan, lasciando che la corte faccia il resto coi minions perché è il loro compito. Inizio con un approfondimento delle spaccature del terreno ma per come dico io stavolta, facendo fuoriuscire oscurità densa sotto forme di lingue e legacci e nebbia [DIV+AD] mentre lancio la mia lama della muerte nera che cerca di tagliarli per lungo proprio in modo da fargli la bua [AF]


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    темные нити — Grazie al suo controllo millimetrico dell'oscurità, il Nero altera la struttura esterna delle tenebre o degli spiriti oscuri che sta controllando in quel momento. Dalla superficie delle tenebre, un numero incalcolabile di lunghi filamenti crescono a dismisura e l'Araldo assume il controllo degli stessi impregnandoli delle sue illusioni in modo da aumentare enormente il danno inflitto. Ciò può avvenire in svariati modi, tra i filamenti che si avvolgono attorno alla carne scoperta per lacerarla sfruttando lo slancio dei costrutti spettrali dell'oscurità principali, o tentanto di insinuarsi tra le placche delle armature o entrare dagli orli per ferire il corpo sotto di esso. Tuttavia lo scopo finale di questi filamenti non è di aumentare "banalmente" il danno inflitto, ma dissanguare e infliggere danno mentale. Questo è perché in verità i filamenti non sono lisci, ma zigrinati. In questo modo quando lacerano la carne essi trascinano letteralmente via una maggiore quantità di sangue, disperdendolo all'uscita con grandi spruzzi rossi. Questi filamenti accentuano il dolore delle ferite grazie alla natura maligna delle tenebre di cui si serve Chernobog. [danno fisico + mentale - illusioni]

    CITAZIONE
    конец — Il cosmo dell'Araldo si espande, generando una zona di tenebre satura di energia spirituale e mentale, molto più potente di quella che potrebbe essere una comune esplosione di energia pura. Essendo in grado di concentrarne l'intero immenso potere in una sfera nera tra le sue mani, dal diametro di una ventina di centimetri. Da essa partirà un singolo fendente nero che frontalmente è in tutto e per tutto una sottile linea nera, difficile da distinguere nelle eventuali tenebre con cui si circonda il Nero. Lateralmente è una vera e propria parete nera, che si allunga senza un suono verso l'avversario, per colpirlo con l'intero potere distruttivo spirituale, mentale e cosmico concentrato sul suo sottilissimo spessore. Questa tecnica porta il nulla, mirando a spazzare via ciò che che c'è, ma tutto ciò che sopravvive si trova a fare i conti con l'estremo dolore portato dall'oscurità. [ oscurità + danno mentale + danno spirituale]




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    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    IV




    Schieramento Sud
    Chernobog + Pan


    L'onda sonora falcia i corrotti più deboli, che esplodono in ammassi di carne deforme e cadono rovinosamente al suolo. Un istante prima di raggiungere le mani che partoriscono quegli abomini, tuttavia, l'attacco di Pan sembra incontrare un ostacolo invisibile. Invece di colpire ed esplodere, continua a propagarsi secondo vettori assurdi, accompagnato da un movimento ondulatorio del muro corrotto e iniziando a seguirne la linea in entrambe le direzioni. Subito dopo, l'oscurità di Chernobog investe in pieno la foresta di braccia e mani facendo a pezzi i costrutti più vicini. Prima che possa procedere oltre, un'esplosione di puro cosmo corrotto divora ogni cosa e l'onda d'urto divora tutto il campo di battaglia. Le mani giganti sembrano impazzire, tanto che iniziano a vibrare e oscillare. Dal terreno, dalle carni delle creature massacrate da voi e dal vostro esercito sorgono sottili strali di materia ribollente di vita che si uniscono in fasci ingarbugliati e convergono verso la parte più solida del muro.
    Con vostro sommo orrore, le mani gigantesche germogliano, si aprono in loro repliche più piccole in un'infinita ripetizione di mani che germogliano da dita che germogliano da mani che germogliano da dita, un ammasso di carne marcia fatto di forme in qualche modo familiari al concetto di antropomorfismo, che nel loro complesso hanno perso però qualsiasi funzione di base. Le nuove dita, i nuovi artigli si affusolano e si appuntiscono divenendo simili a lance lunghe diverse decine di metri.
    In un solo scatto vengono lanciate verso voi e i vostri uomini, una pioggia di proiettili oblunghi d'osso e carne.

    -

    Schieramento Nord
    Amaterasu + Oberon


    In un catastrofico smottamento, la prima fila di arti mostruosi viene divorata dalle fauci della terra, schiacciata dalla pressione, scomparendo nel sottosuolo. Le mani gigantesche che svettano sopra tutte le altre ondeggiano e si aggrappano, scavando solchi larghi come strade nella terra putrida. Resistono. Mantengono la formazione senza offrire alcuna breccia, anzi sembrano addirittura farsi più massicce e compatte. Mettono radici ancora più profonde che gettano una miriade di germogli, una fioritura di mani più piccole e tentacoli che fuoriescono dal suolo direttamente sotto i vostri piedi e quelli delle vostre truppe, trasformando il paesaggio in un pantano vivente il cui scopo è afferrare e stritolare qualsiasi cosa si muova al di sopra di esso.
    Ventagli di dita e articolazioni oblunghe, onde stranamente armoniche si propagano dai due lati del muro di membra risalendo verso di voi. Convogliano energia, una quantità spaventosa di energia. Quando le onde si ricongiungono davanti a voi, la terra appena rivoltata viene spazzata da un boato assordante. La cosa più sconvolgente, ancora più della potenza dell'esplosione sonora che sta per abbattersi su di voi, è avvertire all'interno della massa cosmica corrotta l'impronta di vostro fratello Pan.

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    Note Master:

    Sud: l'attacco di Pan distrugge i piccoletti, ma raggiunto il muro si divide in due e passa oltre, continuando lungo il muro come se qualcosa l'avesse deviato. L'attacco di Chernobog ha più fortuna e riesce a tranciare alcune delle mani evoca-corrotti. Il "muro" reagisce però con una bordata cosmica [AD] seguita da una pioggia di lance organiche a Energia Nera [AF]. La roba strana che fanno le mani del muro per spawnare le lance è tipo QUESTO.

    Nord: l'attacco combinato affossa parte dei nemici più deboli, ma le mani più grandi mettono radici che fanno spuntare manine e tentacoli dal terreno per afferrare tutto ciò che hanno a portata [AD] mentre il "muro" vi spedisce addosso l'attacco sonoro che Pan ha lanciato il turno prima [AF] a Energia Nera.

    Nel frattempo le sezioni di mani che non avete distrutto continuano a generare corrottini piccoli ma cattivi che attaccano voi e il resto dell'esercito cercando di accerchiarvi correndovi intorno o volandovi sopra.
    Vi accorgete che: 1) il muro di mani giganti si comporta in modo strano e a tratti sfarfalla; 2) non riuscite a coordinare con precisione eventuali spostamenti delle truppe, come se i vostri movimenti in orizzontale lungo la linea del muro siano alterati da qualcosa; 3) il nemico è chiaramente una massa di vita corrotta ENORME, forse quella singolarmente più grande mai vista almeno in dimensioni, ma ogni tanto percepite qualche interferenza di natura diversa (nel bouncer e nella stranezza dei vostri movimenti per esempio).

    Ci aggiorniamo tra una settimana, quindi giovedì 16.




    Edited by Him3ros - 9/6/2022, 14:12
     
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    La salva purificante aveva grattato via la superficie di quella ferita. Vide decine di esseri venir maciullati dalla forza delle vibrazioni della sua voce, ridotti a brandelli sanguinanti ancora gementi. Quell'energia viaggiò fino a scontrarsi contro le Mani Giganti, quelle alte quasi centinaia di metri. Vide la luce del suo colpo prima infrangersi su di esse come onde su uno scoglio, e disperdersi verso altre direzioni come schiuma, verso direzioni senza senso.
    Neanche il tempo di alzare un sopracciglio per la sorpresa, l'energia cosmica di Chernobog seguì la traiettoria che la sua aveva tracciato pochi attimi prima. La forza della Regina del Nero era incredibile, un insieme di colpi e di energie tanto fameliche da puntare direttamente verso quegli enormi Alberi-Mano, tanto potenti da riuscire riuscire a tranciarne alcuni di quelli che rigurgitavano mostri. Pan strinse i denti, osservando come le esplosioni dei suoi obici delineavano la linea di confine tra lui e qualsiasi mostruosità stesse muovendo quegli abomini. Quella linea sarebbe stata spazzata via al costo di tendini, ossa, carne e acciaio.

    Un'esplosione fu la prima risposta di quel Muro maligno. Una forza cosmica corrotta, marcia fino al midollo, un sussulto di energia tanto potente da contrastare la forza del Dio Nero. In quella scossa energetica, Pan riuscì ad intravedere una parte della vera natura di ciò che aveva davanti, o meglio una parte di essa, una creatura unita da un'unica volontà, capace di modificare la realtà stessa dello spazio. I suoi del re delle Bestie e quello del suo esercito non corrispondevano ne combaciavano ai movimenti che stavano attuando, ma era qualcosa che Pan aveva compreso nel momento esatto in cui aveva poggiato i piedi sul suolo americano. Quello era solo l'inizio.

    La scossa di cosmo fu abbastanza forte da sollevare da terra la Palingenesi, e fu solo grazie alla sua sovrumana coordinazione che riuscì a non rotolare via come un sacco di stracci, permettendosi di rimettersi in piedi in meno di un secondo fu abbastanza da permettere quello che accadde dopo.
    Le enormi Mani reagirono agli attacchi in modo peculiare, le punte delle loro dita germogliarono come fossero veri e propri rami, iniziando un processo frattale estremamente disgustoso a vedersi. Le punte di quelle dita mutarono ancora una volta in giganteschi spilli di carne ed ossa. Uno scatto delle mani, ed una pioggia di morte si riversò sull'esercito della madre. Per un secondo, Pan tornò seduto in una sala dimenticata della sua corte, mentre discuteva di progetti segreti con alcuni dei suoi capi ricercatori. Avesse avuto più tempo, il re avrebbe sorriso all'ironia.
    Mentre le lance erano ancora in aria, dirette verso di lui, il pensiero della Palingenesi non era diretto verso se stesso, ma ai soldati dietro di lui. L'attacco era estremamente potente, abbastanza da spazzare via interi reggimenti, Una mente meno allenata avrebbe ordinato loro di ritirarsi, di raggiungere una distanza di sicurezza, di non morire sotto la salva di proiettili.
    Ma Pan dovette resistere a quell'istinto. Era in guerra, davanti ad una mostruosità tanto grande da risultare incomprensibile alla mente di alcuni, non poteva voltare le spalle, non poteva indietreggiare, non poteva deludere chi era li per morire per lui.

    Due delle lance enormi colpirono il Re delle Bestie, deflagrando in schegge d'osso e carne nell'impatto. La forza di quei colpi fu abbastanza da superare la resistenza inimmaginabile della Darian e quella del corpo del Martello di Gea, abbastanza da incrinargli tre costole sinistre e spaccargli quattro molari destri, ma Pan non diede neanche il tempo ai recettori del dolore di registrare le informazioni. Dal suo corpo si sprigionò una coltre di cosmo necrotico, energia che divorava carne e sangue. Ogni fibra del suo corpo si era indurita dallo sforzo spaventoso pronto ad essere rilasciato. Un urlo che fece tremare i pilastri del tempo rilasciò l'energia che copriva la forma di Pan, si sprigionò in svariati colpi energetici, decine, forse centinaia di veri e propri missili che partivano da un lanciarazzi vivente. Quei razzi caustici erano diretti verso le mani più grandi, precisamente verso “polsi” ed “avambracci”. La struttura di quelle mani era cambiata, c'era la possibilità la presenza di quei germogli avesse reso la struttura più pesante all'estremità superiore, ed una base danneggiata avrebbe potuto produrre effetti devastanti.




    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA NERA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - Tre costole incrinate e quattro molari polverizzati
    MENTALMENTE - AAA
    STATUS DARIAN - indossata

    RIASSUNTO AZIONI - ITANO CIRCUS BABYYYY1_3n360wt1i3cxq3vm539u4
    ABILITÀ -

    Loxosceles reclusa.

    Il ragno eremita marrone, come la maggior parte della famiglia Sicariidae, ha la particolarità di trasmettere una condizione patologica nota come Loxoscelismo, una patologia che provoca necrosi nei tessuti, condizione tanto rara da essere estremamente difficile da curare ed addirittura diagnosticare
    Il cosmo selvaggio di Pan può interfacciarsi con tale capacità, diventando un agente necrotico a bassa potenza, con la tipicità di non provocare dolore nella sua vittima, proprio come il morso del ragno eremita.

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    Perchè questa sensazione di estraneità non lo lasciava? Un sudario aveva addosso. Una cappa che rendeva le sue sensazioni grigie.

    La Corte di Mezzanotte si muoveva sul campo di battaglia lasciandosi dietro si sé cadaveri. I propri e dei nemici.
    Yoko Kurama aveva in bocca un pezzo di corrotto, mentre i suoi artigli affondavano nel petto di un altro lasciando striature nere, come petrolio, sulle sue braccia. La sua veste sfarzosa, così appariscente che lo rendeva riconoscibile nel mezzo della battaglia, era lacera, zozza, i colori smorti. Di tutto l'ego, l'orgoglio e la saccenza dello Yokai Nobile restavano solo quegli artigli che affondavano e le anime che venivano strappate, divorate per farlo ingrassare ancora di più.
    In quella accozzaglia di corpi e morte, Yoko Kurama ci sguazzava lasciando finalmente cadere quella maschera di algida freddezza per mostrarsi in quella bieca e turpe essenza che lo rendeva simile ad uno sciacallo.
    Le fiamme spirituali danzavano attorno a lui sfrigolando, urlando, mentre uccideva e divorava i corrotti. La lancia di Sapitalakamui impalò una fila di corrotti; da essa nacquero altre come fiori che sbocciassero dalla terra.
    Da una lancia ne nacquero una foresta di lance di terra che esplosero impalando file e file di corrotti, facendo bagnare quella terra di pezzi di carne e interiora fumanti che subito vennero spazzate dai venti di Shinatsuhiko.
    Il boato che seguì al movimento della spada si irradiò nell'aria circostante facendo esplodere le teste dei corrotti, e quello che non veniva distrutto dalla bordata sonica, veniva preso dal vento e fatto a pezzi.
    Pioggia rossa sui capelli dell'Eletto della Tempesta. Righe rosse inquietanti dove gli occhi blu cobalto sprizzavano energia ed odio.
    Ognuno degli Yokai Nobili combatteva seguendo se stesso e il proprio istinto. Guidando le armate della Corte di Mezzanotte per poter aprire un varco in questo essere corrotto che sbarrava la loro gloriosa avanzata.
    Combattevano eppure ruotavano ognuno di loro attorno al Sole di G.E.A.


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    Primi a scendere sul campo di battaglia e ultimi ad andarsene, primi a sanguinare e ultimi a morire




    Kusanagi si mosse. Perché la battaglia era appena iniziata e il suo filo non era ancora ricoperto del sangue dei nemici della Madre, né il suo filo era scheggiato, né la mano che la impugnava stanca.
    Il cosmo di Amaterasu era ruggente, come un Sole al massimo della sua forza vitale. Ruggiva e il vento accarezzò Kusanagi e allora fu come quando spazzò via le valli.
    Quel vento fu un muro tagliente per fermare l'avanzata di quelle mani bastarde. Non avrebbero toccato i suoi fratelli né chiunque altro fosse sotto il cielo di Amaterasu O Mi Kami. Eppure la cappa di dissonanza ancora non lasciava la sua mente. Come un ronzio di sottofondo che continuava. C'era qualcosa di strano.
    Un dettaglio diverso che non rendeva armonioso il tutto. Per un essere come Amaterasu questo sudario di grigi era ancora più pesante perché non riusciva a capire da dove venisse e come fare a tagliarlo.
    Ma c'era.
    Un velo che li rendeva ciechi alla verità. Ma prima o poi sarebbe arrivato il momento di tagliarlo.
    Ma quando ventagli di dita e articolazioni oblunghe, si propagarono dai due lati del muro di membra risalendo verso di loro, convogliando energia, una quantità spaventosa di energia. Quando le onde si ricongiunsero, la terra appena rivoltata venne spazzata da un boato assordante. La cosa più sconvolgente, ancora più della potenza dell'esplosione sonora, fu avvertire all'interno della massa cosmica corrotta l'impronta di suo fratello Pan.
    Non era una sensazione c'era davvero qualcosa che distorceva tempo e spazio.
    Ma fu in quel lasso di tempo che Amaterasu ridivenne Imperatrice.
    La terra divenne la sua armatura. Kusanagi montagna.
    L'Imperatrice una catena montuosa fatta di roccia e e terra. Alta. Troppo.
    Svettò sul campo di battaglia.


    34b5c887a9b7441496b25298ccfacd8d Il Mondo: una foglia appesa all’albero dell’universo.




    Kusanagi infilzò quella terra marcia e da essa nacquero decine e decine di muri. Coprivano il campo di battaglia in lunghezza come una muraglia. Amaterasu divenne il Muro della Realtà.
    Avrebbe deviato il colpo di suo fratello, creando decine di muri sovrapposti, formandoli a velocità quasi della luce, perché non avrebbe perso altri compagni. Perché il suo ruolo era difenderli. Perché Oberon e la sua corte, la Corte di Mezzanotte, Nikolaus, stavano dando tutto. Non sarebbero caduti oggi.
    Non per questo colpo da guitti. Non per vigliaccheria. P.A.N e Chernobog erano dall'altro lato. Li avrebbe raggiunti. Anche se avesse dovuto passare attraverso infinite vie e dimensioni.
    La sua spada avrebbe raggiunto tutti loro e tagliato il velo della non conoscenza e del dubbio. Un raggio di sole ad illuminarli.
    Le sue gambe si fusero con il terreno e il suo cosmo divampò al suo limite. Avrebbe reso quel colpo gestibile per i suoi compagni.
    E se doveva rimetterci un braccio nel mentre avrebbe pagato tale prezzo col sorriso.
    E quindi il Muro si frappose al colpo di suo fratello. E anche questo avrebbe messo sul piatto del conto salato che la Corruzione avrebbe pagato al Mondo e ai Figli di G.E.A. Un rivolo di sangue dalle orecchie. Un altro dal naso. Il colpo era forte. Le onde sonore spaccavano i suoi muri uno ad uno, cercando di rallentarne la folle corsa. Il suo corpo fu baluardu così come lo fu quello di Bartolomeo in Giappone.
    Ognuno a suo modo, il Gran sacerdote e l'Araldo dell'inizio, erano le rocce su cui si reggevano i loro compagni e come tale Amaterasu si comportò. Con l'orgoglio a fermare il colpo, con le ossa, con il sangue, con il suo braccio e Kusanagi.
    L'urlo ad accompagnare questa volontà.
    La spada oscillò. Impatto. Taglio. Il colpo a deviarsi e perdersi oltre.
    Grande era la forza di P.A.N e sorrise sotto la celata fatta di roccia e grezza terra. Eppure era ancora lì. Il Muro non si era spezzato.
    Il piede calpestò la terra con un boato. Perchè tempo per rifiatare non era possibile. La Corte di Mezzanotte in attesa. Oberon al suo fianco.

    «Insieme fratello!»

    Un terremoto a squassarla. Ad aprirla addirittura. Per favorire l'attacco di Oberon e delle loro corti. Poi l'oscillazione della spada. Movimenti leggiadri. Come se fossero pensieri tramutatesi in azioni.

    Nemmeno il Nulla si salva dal mio taglio. E non lo farete nemmeno voi.



    La Corruzione era un singolo individuo con una coscienza infinita. Era un ammasso ribollente di vita che si autodistruggeva e si autoriformava in un loop infinito che non portava a null'altro che alla non vita e non morte.
    Era un ammasso informe. Il Taglio di Amaterasu l'avrebbe riportato alla sua forma primigenia.

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    Le magatame spirituali che si formarono intorno a lui rutilavano energia. Avrebbe tagliato ogni cosa. Lo avrebbe annichilito dall'esistenza. Tagliato i legami spirituali della non vita lasciandola finalmente libera. Non un taglio ma decine di centinaia. Con quelle magatame che avrebbero percorso il muro in tutta la sua lunghezza, seguendone il contorno la forma, fino a distruggerlo del tutto. Come seghe circolari. a tagliare. Ad esplodere all'esterno e all'interno. a far esplodere e tagliare tutto quello che si frapponeva tra l'Imperatrice e il suo obbiettivo.
    Amaterasu era nella sua forma di Distruzione.
    E la Distruzione l'avrebbe portata a livello atomico, a livello spirituale, a livello della vita primigenia fino a che l'Ordine prestabilito dalla madre non si sarebbe riappropriato di queste terre.
    Di questa vita.




    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta

    STATUS FISICO: Tagli e abrasioni più o meno profonde su buona parte del corpo. Emicrania. Leggero ronzio nelle orecchie. un rivolo di sangue dal naso.


    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Terra





    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. Perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:
    Uso la forma terra per andare di colosso di 50 metri fatto interamente di roccia. Infilzo kusanagi e da essa faccio partire una colata di terra da cui formo decine e decine di muri sovrapposti. Lunghi qualche centinaiao di metri in modo da coprire tutti quanti o almeno una buona aprte delle nostre forze.
    L'intento è rallentarne l'offensiva e farle perdere energia e potenza e renderla gestibile per tutti. L'ultima botta la taglio direttamente disperdendola. Ne esco con lividi, esocriazioni, tagli più o meno profondi, una buona emicrania e un ronzio nelle orecchie ma pronto a fare a botte.
    Sfondo la terra smottandola ancora, alzandola, aprendola come se fosse pongo,per destabilizzare i nostri nemici [ATTACCO DEBOLE] e favorire l'entrata delle corti e di Oberon. Poi vado di full spirito.
    Formo magatame spirituali e lancio centinaia di fendenti con queste all'interno. In modo tale da triturare il bastardone su tutta la lunghezza tagliando i legami spirituali , triturandoli, facendoli esplodere. [ATTACCO FORTE]
     
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    i have no idea what i'm doing

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    III






    ... Pan?


    Il pensiero del giovane antico fu quasi immediato, avvertendo l’eco del Rosso provenire dal muro. Ma non solo... poteva avvertire la dietro, ribollente e profonda. Come osservare una fossa di cadaveri pieni di vermi ma ancora vivi, compressi e urlanti.

    Una sensazione che aveva avvertito ogni volta che aveva incontrato un corrotto, una oscena matassa di Lifestream che mischiava pezzi di vita senza nessuna logica, sfigurati nel senso e nell’anima stessa della Realtà. Solo che non aveva mai avvertito qualcosa di cosi grande.

    Neanche a Kiev.

    Quella falsa-foresta nascondeva qualcosa, qualcosa oltre la sua percezione ma che riusciva a capire come in parte aliena alla Corruzione stessa. Qualcosa che stava rubando il potere dei suoi fratelli, che stava alterando la Realtà in qualche modo ostacolando i loro movimenti.

    Dati su dati arrivavano da numerosi fonti, mentre eroicamente i suoi uomini continuavano a colpire e ferire i germogli e tentacoli che tentano di portarli nel sottosuolo e ghermirli. Molti muoiono, con il coltello fra i denti dando testate continuando a combattere fino alla fine, altri sono salvati dalle truppe aeree che comunque non possono fare più di tanto.



    Resistete - urlò mentalmente il sovrano - e capite la natura di questi fenomeni decifrando le alterazioni del Codice. Non temete per il nemico...



    Atterrando sul corpo di Amateratsu che cresceva in altezza, sulla sua spalla, si allontanò quanto più possibile dalla grinfie di quelle oscure mani, pronto a dirigere e dare forza all’assalto del Monarca degli Elementi.

    La sua percezione e energia mentale avvolsero quanto più possibile le montagne generate dalla Spada di G.e.a., l’essena traslucente della sua Fantasia abbracciò tale massa di roccia davanti all’attacco nemico ma soprattutto nelle retrovie come una doppia fila, mentre il palco cambiava il suo aspetto, per dare Speranza alle truppe nel ricordo atavico di antiche storie raccontate in ogni cultura e in ogni tempo sebbene con parole diverse.

    Avalon era la difesa del Re dei Sidhe, ma una difesa che non avrebbe potuto far niente contrò le urla del Re delle Belve... non da sola almeno.

    Dare equilibrio alla Creazione, dare corpo a una fragile per quanto immensa fantasia.



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    Saremo il Vostro Scudo



    Avalon avrebbe rafforzato quanto possibile nei suoi limiti di spazio e forza le mura di Amateratsu, principalmente nelle zone posteriori in modo tale da bloccare le onde sonore assorbite e indebolite dalla terra e difendere se stessi e le corti dall’energia sonica. Non era bastato, neanche con il fendente divino di Kusanagi.

    La forza della Furia era immensa, e anche quel poco che era sfuggito al potere congiunto di due Araldi sferzo un battaglione di sidhe e uomini, mentre le truppe della Foresta Senza Nome persero quota a causa dell’immenso rumore e il corpo stesso del Monarca delle Fate fu scosso nonostante l’armatura sacra del pianeta, riempiendolo di lividi e danni per il solo eco della poderosa vibrazione.

    Il ronzio lo fece quasi cadere dalle spalle del colosso di terra, mentre sangue colava dall’elmo, segno di numerosi capillari distrutti. Niente di irreparabile ma aveva avvertito il colpo.



    Ma era ancora lì.

    Ancora pronto a fare la sua parte.

    A ricoprire il suo ruolo.



    Aye aye Amateratsu~!




    Disse con un ghigno il ragazzo, muovendo le mani come se dirigesse una invisibile orchestra che solo lui poteva vedere e sentire.

    Scatto poi in avanti, dietro ai fendenti del fratello ma seguito da un’orda rabbiosa, caotica, viva di soldati di entrambi le corti ormai mischiati come una cosa sola. Non come la Corruzione, ma nella sua vera essenza di magnifica randomicità e passione e volontà di combattere.

    Urla, grida di incitamento, migliaia di occhi, orecchie, cuori che erano pronti a osservare uno spettacolo degno delle corti divine.


    Dalle sue ali, uno sciame di insetti mentali piovvà come una scia verso la terra smossa da Amateratsu. Come una foresta che crescava al suo passaggio, dal terreno sorsero centinaia di rovi telecinetici composti da roccia e psicoplasma che sarebbero partit in avanti tentando di aggrovigliarsi l a“muro” come piante rampicanti, stringendolo e impedendogli di muoversi per renderlo una facile preda degli attacchi dell’Araldo della Creazione... ma non era quello il loro unico scopo.

    Se le spine illusorie fossero riuscite a penetrare la carne della gigantesca corruzione, avrebbero cercato di “far fiorire” un magnifico bocciolo, inquinando il sistema nervoso della massiccia creatura nella sua interezza di immense quantità di percezioni sensoriali. La rugiada che si forma nelle mattine d'invero, i vemi che strisciano sotto i tronchi mangiando legno morto, gli uccelli che vivono nei rami mangiando i vermi, che cadono e muiono diventando humus e terra che fa crescere piante.

    Infiniti cicli di tali vite e tali sensazioni e percezioni in pochi secondi. Di un intera foresta.


    Che capisca cosa significa essere davvero la Vita che tentano di sopprimere nella loro eresia.








    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Darian Intatta, frastornato, buona parte dei capillari del corpo andati, abrasioni.

    - Riassunto: Intuisco che le cose vanno strane, quindi ordino a chi di dovere di fare i controlli necessari sul codice per capire che succede. Nel frattempo mi difendo dalle manine salendo su GianMateratsu e rinforzo le sue mura con Avalon (anche per evitare che ci cada qualcosa dietro). Prendo quello che devo facendomi male perché nonostante tutto anche il bouncer di Pan indebolito da doppio strato di mura fa male.

    Quando Amateratsu crea il passaggio, mi dirigo per un assalto insieme alle truppe e mentre lo faccio creo centinia di rovi con terra e piscoplasma mossi dalla mia telecinesi per tentare di ostacolare qualsiasi movimento che vogliono fare o tentare (AD) e nel frattempo tentare di mandargli in corto i nervi facendogli vivere tutte le sensazioni e percezioni che la Biomassa di una Foresta vive per anni in pochi secondi (AF)




     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.




    La barriera di mani sfarfalla per un nanosecondo prima di deviare - perché questo è ciò che fa - l'attacco di Pan. Diviso ma non ammortizzato via lungo tutto i perimetri laterali ma non è quello che mette sull'attenti l'Araldo, il glitch lo turba e non sembra che suo fratello se ne sia accorto impegnato com'era a gettarsi a capofitto contro qualcosa di sconosciuto e senza un minimo di strategia. Lo turba perché se quella cosa è un abominio corrotto (comprensivo di tante altre piccole blasfemie) allora non avrebbe dovuto avere quel comportamento, non avrebbe sfarfallato e non avrebbe rallentato i movimenti delle corti. I rapporti telepatici di Oisin ed Uno si sovrapposero, la furia della Corte Nera era speciale e falciava via ogni piccolo nemico sulla loro avanzata ma stavano diventando sempre più cattivi e gli Sluagh ebbero campo libero nel distruggere tutto ciò che potevano. Turbini d'acqua pressurizzata polverizzavano i minion a gruppi di due alla volta, i muri di viticci e vegetazione si richiudevano sui nemici come tombe dilaniando e strappando via arti e corpi corrotti, i rappresentati del Parlamento Nero si liberarono dei limiti infliggendo malattie e avvelenamenti che riducevano in poltiglia dall'interno. Ma, nonostante la sinfonia di morte, ebbe solo una frazione di secondo prima che l'onda d'urto corrotta si riabbattesse sui suoi ranghi. Doveva impedire che accadesse, la potenza avrebbe spazzato via metà della sua Corte e Chernobog non abbandonava il suo Parlamento.

    Mai.



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    Il cosmo della Fine si innalzò a copertura dei suoi, una barriera perfettamente geometrica fatta di oscurità gelida che ricoprì ogni essere che gli apparteneva e lo oscurò per proteggere ognuno di loro. Lo sforzo fu immane, i corrotti verreno sbalzati via dal loro stesso potere ma la Corte Nera ebbe il tempo di correre ai ripari, e l'Araldo - dal canto suo - venne spinto indietro con una forza tale da lasciare il solco sferico lungo il terreno. Non cadde, non si piegò quella spinta fu solo l'inizio della volontà di rovinare il nemico. Il muro di mani tremò e non ebbe il tempo, nè la voglia, di indagarsi al riguardo poiché l'unico obiettivo adesso era distruggere con una rinnova forza e furia quello che si trovava davanti a loro.

    Le lance di ossa e tessuti infilzano Pan, lo vede attraverso la sua oscurità incassare quei colpi che lo lasciarono in piedi in una parodia di esplosione, si chiese come ma il fratello era ancora in piedi. Un punto a suo favore, quanto meno dal punto di vista della forza bruta l'incarnazione del Rosso non era tanto deludente. Rinforzò ancora la difesa, proteggendo i suoi e mantendendo un controllo più saldo mentre avanzava scattando di nuovo verso il muro. Le lance si abbatterono contro la cupola perfetta e la incrinarono a tal punto da riuscire a passare e impattare in più punti della darian. L'impatto con le prime tre fu stordente, il petto le doleva dove era stata colpita e i colpi alla schiena la fecero barcollare e boccheggiare all'interno dell'elmo. Il dolore al braccio sinistro esplose all'altezza del gomito quando si parò nuovamente e per un glorioso secondo vide bianco dal dolore. Sputò sangue dentro la darian e sentì la saliva densa scorrere lungo il mento e scendere giù fino al petto.

    E sorrise.

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    Lo spazio sopra i due Araldi e il muro si squarciò, tanti piccoli vuoti geometrici insieme a degli strappi veri e propri, lasciarono subito posto allo stridio acuto e assordante, alle urla belluine e furenti della sua Orda Nera che si riversarono lungo la zona aerea del campo di battaglia. Milioni e milioni di spiriti si affacciarono dalla dimensione che era la loro casa e milioni e milioni di lance, frecce e filamente si sarebbero scagliate con forza massima contro il muro di mani sotto di essi. Il potere più puro e massimo della Fine sarebbe esploso nell'istante in cui i suoi spiriti avrebbe preso contatto con ogni parte del muro, il potere cosmico intriso di quello spirituale e mentale avrebbe dovuto annichilire quell'essere o quanto meno avrebbe rallentato lo sfarfallio. Senza contare la privazione cosmica che avrebbe lentamente dissipato con i suoi colpi da quella bestialità che si trovavano davanti.




    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusione petto, schiena. Gomito sx contuso e qualche costola incrinata.
    MENTALMENTE ¤ AAAAAAA
    STATUS DARIAN ¤ top

    RIASSUNTO AZIONI ¤ Difendo la mia corte con una difesa totalizzate a cupola nera [DIF - limite massimo per la viola], subisco l'AD delle lance e mi faccio male. Mi rialzo per aprire portali dalla dimensione spettrale e spirituale e bombardare a pieno regime sto muro con la mia bellissima specializzazione [AF].

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    L'Orda — L'Orda Nera, l'esercito personale del Dio Nero, viene schierata sul campo rendendo tangibili gli spiriti [vedi specializzazione abilità], che avvolti dall'oscurità più densa, inizierebbe un'avanzata tale da cercare di spazzare ogni cosa al loro passaggio creando a chiunque si trovi sulla loro strada (e non disponga delle difese adatte) dei danni di tipo spirituale, fisico e da tenebre. Le anime che servono il Dio Nero sono dunque tangibili, composte dell'oscurità più densa e portatrici di ogni dolore La Fine decida di armarle. Le urla belluline e i canti distorti di battaglia, annunciano il loro arrivo attraverso gli squarci dimensionali attorno al campo di battaglia che le sorelle Zorya presiedono (only gdr). Il terrore ancestrale dell'ignoto e di cosa si cela dietro di esso trova sfogo negli spiriti dei servi di G.E.A che invadono il campo di battaglia. [offensiva oscurità+spirito+specializzazione]

    CITAZIONE
    Herramentari — Il dono più grande che Gea ha fatto al suo personale sicario è l'abilità di manipolare lo spirito. In questo modo Chernobog utilizza la propria energia spirituale, manipolandola e solidificandola, dandole le forme che più lo aggradano (o che richiede la situazione) sia per difendersi che per attaccare, può quindi creare centinaia (numero variabile dalla decisione dell'Araldo) di spade, frecce, catene, lance ma anche scudi. Ovviamente nessuna di queste sue creazioni è pari a un'arma cosmica, ma gli effetti saranno simili a quelli dati da raggi cosmici dove se gli attacchi saranno portati a segno avranno come conseguenza anche la privazione dell'energia spirituale dell'avversario. [spirito specializz. - danno spirituale, privazione energia spirituale]




    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    Il muro freme. I vostri uomini continuano a ingaggiare le orde di esseri che escono da innumerevoli abissi pulsanti di carne, ma ben poco possono contro la forza che state a stento trattenendo. La miriade di lance ha colpito duramente tutti coloro che non siete riusciti a proteggere, inondando la terra di sangue.
    I vostri attacchi sono insidiosi e dalla potenza distruttiva fenomenale, ma in un primo momento sembra non essere comunque abbastanza.
    L'ammasso di materia corrotta si agita per tentare di gestire i danni, sacrificando parti meno preziose per difendere le mostruose mani giganti. Non sembra sforzarsi più di tanto per contrastarvi, però.

    Le mani si tendono smaniose verso i proiettili di energia di Pan, assorbendo gli impatti e iniziando a sciogliersi in pozze di melma putrida. Alcuni colpi vengono intercettati dall'ultima fila, oltre il vostro sguardo. Le ombre di Chernobog si schiantano alla base del muro e si insinuano tra le rotture e le discontinuità. I fendenti spirituali di Amaterasu si fanno strada tra le fibre nerastre, tranciando interi arti alla base e mutilandone altri. Alcune delle mani ancora integre afferrano i rovi creati da Oberon e li schiacciano tra le dita, conficcandosi i rovi in profondità nella carne corrotta.

    Sentite il vostro cosmo e quello dei vostri fratelli infuriare, opponendosi a quel concetto di vita tanto assurdo e sbagliato. Percepite le vostre energie che si fondono, sul punto di esplodere... e tutto cambia.
    Nello spazio davanti a voi qualcosa si incrina, come se vedeste una crepa attraversare uno specchio e poi osservaste lo specchio andare in frantumi a rallentatore. Un'interferenza ricolma ciascuno dei vostri sensi, anche se soltanto per un battito di ciglia, lasciandovi riconoscere una traccia totalmente opposta alla vostra, un marasma infinito di voci che si soffocano l'una con l'altra.
    Il muro di Corruzione si incurva su sé stesso e si chiude ad anello. O meglio, vi accorgete di non aver mai affrontato una muraglia, quanto piuttosto una fortezza. Vi trovate molto più vicini di quanto sembrasse fino a pochi secondi fa, tanto che le ali dei vostri schieramenti quasi si toccano tra loro. State circondando il nemico.

    In tutto ciò l'energia dei vostri colpi, ancora in qualche modo trattenuta al centro dell'amalgama di arti, viene inghiottita dalla terra. In una reazione a catena, tutta la massa si ripiega e si attorciglia, richiamando in una pioggia di membra, sangue e filamenti tutti i pezzi staccati nella battaglia, i corpi dei corrotti minori e perfino i cadaveri sfigurati degli uomini del Rosso impalati dalle lance. Pseudopodi e tentacoli si estroflettono dal centro dell'ammasso, catturando tutto il resto e trascinandolo nel nucleo, dove tutto si accumula, si concentra e si comprime in un immane bozzolo.

    Fino a esplodere.

    bUy7MTt


    Il bozzolo si apre in un fiore deforme, i cui singoli petali incandescenti sono composti dalle braccia e dalle mani, allungate a dismisura e assottigliate nella torsione. Una polvere rossastra si spande lentamente dal centro del fiore e rischia di inondare l'intera area. I più deboli tra vostri uomini vicini alla base del fiore - e alla massima concentrazione della sostanza - non fanno in tempo a muoversi e subito si ricoprono di orrende propaggini pulsanti che sbocciano in un tripudio di sangue e carne, facendoli a pezzi.

    6vgdAlI



    Note Master:

    In qualche modo la vostra energia congiunta ha fatto cortocircuito e ora il muro si è rivelato essere una specie di castello fatto di arti strani. L'effetto non era illusorio (Chernobog e Oberon possono confermarlo facilmente), ma molto più simile a una manipolazione dimensionale su vasta scala. Se ve lo chiedete, siete nel centro di Sacramento, la città è stata praticamente ridotta a un ground zero. Ma perché tutto il preambolo? Potete solo basarvi su una presenza ancora più sbagliata di quella corrotta nel momento in cui la roba dimensionale viene meno.
    Il risucchio iniziale potete considerarlo come AD. Il fiore che sboccia rilascia spore, tantissime spore che cercano di attaccarsi addosso a voi prima di espandersi a dismisura tipo tumori corrotti. Sono altamente corrosive (consideratele distruttive) e cercano di fottervi mente e spirito. Attacco ad area a Suprema.

    -AMATERASU: nello schifo spirituale senti qualcosa di strano che ti ricorda la guerra in Giappone.

    Ci aggiorniamo tra una settimana, quindi venerdì 24.




    Edited by Him3ros - 17/6/2022, 20:57
     
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    Sentiva caldo.
    Caldo umido intorno a lui, dentro la sua armatura, o emanato dal suo respiro pesante. Un caldo che incollava i capelli e rendeva il semplice respirare una vera e propria fatica. Quello era uno dei piccoli inconvenienti del''usare quantità incredibili di energia cosmica, la temperatura intorno al corpo sale gradualmente, mentre i sensi terreni sono ovattati dall'euforia della battaglia. Pan lasciò indietreggiare parte del suo elmo solo per potersi asciugare le gocce di sudore acido che gli piovevano negli occhi. Fu proprio in quel momento che vide qualcosa di strano. La vista di quella foresta di mani si sfocò, i contorni si diluirono, e davanti a lui giaceva una vera fortezza, un'orribile costruzione che emanava fiotti d'energia negativa tutto intorno. L'intero ambiente cambiò, la posizione delle forze armate sembrò mutare come fossero pedine su una serie di scacchiere, i suoi soldati e quelli delle altre Corti circondavano quel forte, un castello di puro male sotto assedio. Troppe domande senza risposta, troppo poco tempo per risolvere anche uno dei misteri di quella landa desolata, la stessa landa che iniziò a spaccarsi, a muoversi come il ventre di un animale moribondo, dove pezzi di mani giganti, cadaveri e carne putrescente erano come larve dirette verso un centro comune. Vide i suoi colori, i visi di alcuni dei suoi uomini venire inghiottiti da quell'ammasso rivoltante e senza mente, mosso da una volontà oscura come il buio dietro le stelle. L'araldo della forza in persona dovette aggrapparsi al terreno pur di non essere risucchiato, vista la sua vicinanza al nemico, ma non poteva giacere li, come un animale ferito. Doveva fare qualcosa, doveva agire da re, cercare di muovere il suo esercito nel modo più consono...

    Non ne ebbe il tempo.

    L'ammasso di carne, amni e liquami si avvolse su se stesso, poco prima di esplodere, o meglio, sbocciare. Un fiore rossastro, illuminato da un'energia maligna, cosparse l'area intorno. Ogni spora era portatrice di un orrore furibondo, che posandosi su qualsiasi cosa di organico, sbocciava in un tumori di carne, mentre la materia sotto di esse si corrodeva e liquefaceva.
    Il suo esercito venne colpito solo da una frazione di quel potere terribile, ma le urla, il dolore e la disperazione di chi venne colpito risonò con l'anima del Re delle Bestie. Ciò che aveva davanti gli ricordava la battaglia in Australia, il potere distruttivo dell'uomo di Atene, e sensi di deja-vu che era meglio non portare alla luce. La “guerra biologica” non era nuova all'esercito Rosso, le sue truppe d'élite avevano già messo in atto una strategia difensiva, ritirandosi e usando centinaia di migliaia di tonnellate di Bio-Napalm per difendersi dalle spore, ma era solo un rimandare l'inevitabile. C'era bisogno di qualcosa di più forte, più forte di un esercito, più forte di un miracolo.

    Il tempo di un respiro, e di un pensiero rivolto a suo Chernobog:

    Don't fuck up.

    Il corpo del Re delle bestie si illuminò, colonna di luce cosmica in un mare di oscurità. Corse con tutta la sua forza possibile verso il fiore gigante, la fonte di quel male sul mondo. Una vera e propria cometa diretta verso qualcosa che non riusciva neanche a comprendere, ne di cui si interessava farlo. Le spore cominciarono ad attecchire sulla sua carne, ed ad ogni germoglio tumorale, pan rispondeva con un fascio di cosmo concentrato che gli bruciava pelle e muscoli, riparati quasi istantaneamente da una rigenerazione repentina.
    A metà strada, la massa delle ferite cominciò ad accumularsi, segnando qualcosa che andava oltre alla carne. Un dolore acuto, incredibilmente grande cominciò ad impossessarsi di lui. La natura di quell'attacco andava oltre ciò che uno poteva vedere.
    Ma non gli importava.
    Gli vennero in mentre i suoi soldati, e quelli delle altre Corti: persone e creature che mai avrebbero neanche immaginato di pararsi di fronte a mostri di quella portata, soldati che erano li con solo quello che era possibile paragonare ad un bastone appuntito tra le mani, che avevano chiesto di essere li, di combattere per il loro diritto di esistere, per quello dei loro cari.

    Che senso aveva il possedere una forza tale da creare diamanti con le mani, se non era neanche in grado di essere all'altezza di chi era dietro le sue spalle?

    Corse ancora, doveva essere vicino, molto vicino a quel gigantesco fiore per poter fare quello che aveva in mente. La sua bocca si riempì di vomito e sangue, il suo occhio sinistro non si rigenerò del tutto, lasciando una superficie di pelle al suo posto, ma si fermò solo quando raggiunse il punto che si era prestabilito. E davanti a quella mostruosità, la Palingenesi conficcò letteralmente le mani nel terreno, espanse il suo cosmo fino al limite, e cominciò a sollevare e a tirare. Sentì il suo corpo provato spezzarsi e ricomporsi, un rumore atroce di ossa e muscoli lacerati proveniva da sotto la sua darian, mitigato dall'azione cosmica sempre presente, ma non si fermò. Avrebbe letteralmente modificato la struttura geologica di dove si trovava, avrebbe sollevato e rovesciato la stessa terra sulla quale poggiavano i suoi nemici, destabilizzando le radici di quel fiore maligno, schiacciandolo in un terremoto devastante che si sarebbe propagato per quasi un chilometro davanti all'Araldo.
    In quello sforzo titanico, Pan porse il suo sguardo verso il cielo ingrigito, e promise a se stesso che alla fine di quella giornata, avrebbe portato l'azzurro sopra la sua testa, al costo di morire dissanguato.



    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA NERA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - Tre costole incrinate e quattro molari polverizzati, veri e propri buchi nella pelle e nei muscoli causa tumori estirpati, danni ai tessuti dovuti allo sforzo in condizioni da ferito, svomitazzante
    MENTALMENTE - this one
    STATUS DARIAN - indossata

    RIASSUNTO AZIONI - Corro avvicinandomi al fiore avvolgendomi nel cosmo e nella rigenerazione per mitigare i danni, e quando sono abbastanza vicino metto le mani nel terreno e cerco di sollevare la terra davanti a me come se stessi rovesciando un tavolino, tipo così insomma dai
    ABILITÀ -

    Stella marina.

    La struttura cellulare di Pan diventa più flessibile, il suo processo di guarigione diventa un vero e proprio fattore rigenerante che gli permette di ricreare varie parti del corpo ferite o addirittura mancanti, tutto al prezzo di un dispendio cosmico direttamente legato alla gravità della rigenerazione attuata.

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    III






    La Percezione non è Alterata.
    La Percezione è Corretta.
    La Realtà è stata Compromessa.



    I dato delle varie divisioni fluivano nel suo cervello, appendendosi nel processo consecutivo della battaglia. La sua pozione, quella dei nemici e dei suoi alleati, lo spostamento del colossale Amateratsu, il continuo intercalarsi di miliardi di funzioni e variabili per far si che ogni cosa funzionasse secondo il suo comando.

    La Realtà è stata Compromessa, e in qualche modo tale compromissione è stata corretta dal loro sforzo congiunto. Come doveva essere, lo scopo per cui erano nati come conseguenza e tutti gli Errori del sistema.
    Le coordinate del dove e del quando ritornarono alla loro giusta pozione, la rottura di una figura geometrica impossibile mostra, non una muraglia, una fortezza di osceni arti, che si ergeva in quella che un tempo era chiamata Sacramento. E se la città era stata nominata come la sacra eucarestia, tale castello nascondeva qualcosa di completamente diverso.

    Lo stomaco si contorse mentre infiniti echi di voci erano vomitata su di lui e i suoi fratelli.

    Solo per pochi attimi, ma bastava.


    Un Polo Negativo di quello che erano, l’essenza opposta a ciò che doveva essere.


    Le dimensioni si riassestarono, mostrando quanto erano vicini, in una manovra a tenaglia per circondare questa mostruosità.
    Poi gli uomini iniziarono a muoversi. Ma non per attaccare.

    Anche le energie che permeavano il terreno circostante, membra, sangue e detriti. Tutto era risucchiato in una carnale e orrida a vedersi pulsazione che sembrava voler inghiottire il mondo intero. Esplosioni causate da soldati che mandavano in tilt e detonavano i loro armamenti mentre erano presi dai tentacoli prima di divenire cibo per quella cosa, sperando di fare un qualche danno o morire da creature viventi, rischiaravano l’aria.


    Gesti inutili, che però non erano privi di significato per Oberon.


    La sua mente si focalizzò, mentre premeva le suole della sua armatura sulla terra diventando un’ancora psichica per un’ulteriore barriera che si frappose fra lui e quante più corti poteva, mentre dava istruzioni anche alle restanti truppe di creare altre decine, centinaia di barriere simili con i poteri congiunti del popolo di G.E.A. E degli altri Araldi per resistere a tale trazione... e a quello che né seguirà. Non riuscì a tenere troppo la presa, il potere di quel bocciolo era troppo potente e letteralmente venne trascinato in avanti.

    Vicino, troppo vicino, insieme a un battaglione di reclute che non era riuscito a resistere nonostante le barriere, cosi tanto che poteva vedere come le contrazioni e le compressioni diventavano sempre più estreme, come un punto di puro scarlatto, fino a che...



    [ Bloom ]




    Se non fosse tanto sbagliato, se non fosse contrario alla propria ragion d’essere in questo mondo, Oberon avrebbe potuto considerare quel fiore “bello”.

    Ma per quanto bello, poteva percepire l’orrore che ne seguiva. La massa informe di quei petali iniziò a secernere una nube rossastra, una polvere sottile e lenta ma che avanzava senza fermarsi verso di loro.
    La sua barriera e quella degli araldi rallentò il processo, di diffusione e in parte l’effetto... ma era troppo potente. Troppo soverchiante per il giovane monarca.

    Il polline si sparse, come un’onda rossa andando a posarsi su un ragazzo schierato di fiano a lui. Il tempo guardarsi negli occhi e le pupille castane del giovane erano spostate, contorte da un ammasso di carne putrefatta cosi come le altre parti della sua testa, e del corpo, mugugnando in un irriconoscibile “uccidetemi vi prego, Lord Oberon” prima di esplodere e macchiare di sangue e materia grigia la sua darian.


    Poi Oberon urlò.
    Non per l’orrore, ma per il dolore.

    Il dolore delle carni che venivano corrose da quel letale miasma che stava sciogliendo la sua darian, che premeva sui tumori che fiorivano sul suo corpo. Il dolore della sua mente sconvolta da infiniti incubi e pazzia, in pattern confusi che non riusciva a comprendere o misurare. Il dolore del suo spirito fratturato e torturato fin nella sua parte più intima, togliendogli la forza di volontà.

    Era chiaro che era vivo solo perché non era da solo e perché l'attacco non era diretto verso di lui, altrimenti sarebbe un cadavere li fra i tanti. Perché combattere? Perché non fiorire?


    Urlava contorcendosi sul terreno, ma resistendo grazie alla barriera che seppur ormai erosa aveva assorbito almeno parte di questa piaga. O sforzo congiunto di tutti aveva scongiurato la catastrofe probabilmente, ma poteva sentire uno dopo l’altro il cosmo dei suoi sudditi spegnersi.

    Urlare, spegnersi e fiorire in un dettame diverso dal dalle leggi del Verde.



    Era quello che avrebbe permesso di fare?

    Era quello che il Monarca delle Illusioni, il Mago dei Boschi, il Signore dei Sidhe era diventato?



    Una esplosione di energia psichica partì dalla sua pelle tranciando di netto le masse di carne, che iniziarono a perdere sangue che colava dai buchi e le fessure della sacra armature della madre, disperdendo in parte la nube attorno a lui che ormai scemava di potenza.

    Una esplosione che non si fermava, mentre avanzava di quota.

    Che non si fermava, ma avanzava, mutava, si andava a concentrare attorno al fiore mentre vedeva P.A.N. sconvolgere la terra non tramite Dominio come Amateratsu ma per semplice Forza.

    Una piante senza radici era vulnerabile, e portando avanti le sue mani, mimò come l’energia della sua mente, il suo Dominio sulla realtà fisica avrebbe cercato di stringersi attorno all’abominio per bloccare ogni sua mossa....


    E stritolarlo.









    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Darian bucata e incrinata, mente e spirito compromessi ma funzionanti, ferite dovute all'eliminazione di tumori sparsi sul corpo, perdita di sangue in atto.

    - Riassunto: Creo una barriera di pura energia mentale e psicocinetica per trattenere me stesso e le truppe dal risucchio (che subisco in parte per la differenza di energia, avvicinandomi troppo alla fonte) e proteggere da qualsiasi cosa esce fuori + danni mentali. [DIF]

    Le spore ovviamente entrano nonostante gli sforzi miei e degli altri e fanno casino. Io grazie alla darian e alla barriera subisco molto, ma non vado K.O. e lancio un assalto psicocinetico puro incazzato come una faina per tentare di bloccare il fiore, bloccando i suoi movimenti anche per facilitare gli altri (AD) e nel frattempo lo stritolo come un panno sporco [AF].





     
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    You're rigging the game. You're part of the system. It shows in the way. That you never listen when I speak. I'm not gonna wait. I've made my decision.



    Le urla della Corte Rossa coprirono quelle della sua Orda di spiriti e creature, vide perire miseramente molti degli uomini di PAN e non ebbe il tempo di rattristarsi. Se aveva deciso di sacrificare quasi la metà dei suoi per qualcosa che non capiva, per un attacco frontale in piena regola si rese conto - più che mai - che non era un suo compito proteggere le altre Corti. Una preghiera alla Madre per quelle anime, nulla di più. Quando il muro si chiuse su stesso, collassando e rivelando effettivamente la natura del glitch che aveva percepito, rivelando il fiore letale e blasfemo i suoi sensi impazzirono, una frazione di secondo e la sensazione di sopraffazione passò. Il suo paradigma vibrò, tirandosi e stringendosi attorno a quelle sensazioni, mentre cercava di agganciare la connessione nel Lifestream con i suoi due fratelli li vide, Amaterasu e Oberon, proprio di fianco alla loro posizione. Le frange più esterne dei loro eserciti schierate una di fianco all'altro e capì che l'illusione - no, non poteva più definirla così ma quando una versione specchio dimensionale - cadde e rivelò ciò nascondeva al suo interno.

    Sacramento si rivelò per quello che era: una città fantasma. Ridotta in cenere, solo pochi punti di riferimento gliela fecero identificare eppure le sembrava strano. La nube tossica e rossiccia manifestò i suoi effetti in pochi secondi, facendo letteralmente esplodere le avanguardie in un tripudio di carne e sangue tumorale. L'ira non scemò e aumentò a tal punto da lasciarsi quasi andare a testa bassa contro quella cosa.

    Quasi, appunto.

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    Piantò i piedi e ordinò il mantenimento di posizione della sua Corte, non avrebbero ceduto un solo passo a quella mostruosità e non avrebbe permesso altri spargimenti di sangue tra i suoi ranghi. L'urlo del suo esercito di morti tuonò ovunque e si pararano - seguendo il pensiero del Nero - davanti ai vivi mentre la corte indietreggiava per mettere più terreno tra loro e il centro del fiore e delle spore. I secondi erano già morti, avrebbero sofferto ma sarebbero ritornati al regno spirituale di cui era sovrano. Le prime linee ritornarono ai cristalli della sua dimensione, in uno sbuffo di carne e spirito e dolore ma non gli impedì di muoversi al riguardo.

    Vide Amaterasu e Oberon, l'Araldo dell'Equilibrio urlava di dolore e i Sidhe guerrieri insieme a lui. Alcuni caddero, li conosceva come guerrieri valenti ma non si lasciò distrarre. Il Parlamento Nero avrebbe dovuto scatenare tutto ciò di cui era capace, le venne in mente una strategia e stava per comunicarla quando il pensiero di Pan le colpì la testa. Vide bianco per una manciata di secondi, come osava? Lui era Chernobog, l'unico che aveva resistito alla prima ondata della Corruzione, lui era lì quando la Primigena era stata liberata mentre tutti dormivano e si disperavano. Dominò la rabbia con grande sforzo prima di ignorare nuovamente suo fratello e rivolgersi a chi era più vicino al raziocinio.

    °Che l'Inizio sia la sua Fine.°

    Le tenebre risalirono il campo di battaglia, già presenti dalle ombre e dai pezzi inerti di poco prima, andando a creare un turbine immenso che aveva l'obiettivo di allontanare le spore e cercarare di distruggerle con piccoli proiettili di oscurità. Era un diversivo dal piano effettivo che aveva in mente, Amaterasu l'aveva guardata e sapeva già come procedere. Le piaceva l'idea che per quanto i due Araldi fossero distanti, l'unione tra i due estremi crearessero un perfetto Equilibrio per la Vita. Scattò per raggiungerlo, sfruttando l'attacco di Pan come copertura e con un gesto mellifluo accompagnò il salto dell'Inizio verso l'alto mentre già stava diventando pura luce con la spada stretta tra le dita, la terra tremò e il potere oscuro del Nero andò ad aggiungersi a quello di Amaterasu. Una furia di oscurità, energia spirituale e mentale si avvolse attorno alla sorella, il flusso si sarebbe unito a quello generato dall'araldo dandogli la possibilità di poter aumentare l'attacco e, auspicabilmente, rallentare quell'abominio.

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    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusione petto, schiena. Gomito sx contuso e qualche costola incrinata,
    MENTALMENTE ¤ AAAAAAA
    STATUS DARIAN ¤ top

    RIASSUNTO AZIONI ¤ DIF+RIPOSIZIONAMENTO per le corti mettendo l'Orda davanti a tutti perché essendo già morti se muoiono le loro anime tornano a me :mke:. Poi passo a un AD con le tenebre che creano una specie di turbina per allontanare le spore che spara proiettilini di nero e avere poi aver la possibilità di fare un power up ad Amaterasu di potere spirituale, mentale e tenebre insieme e foderare la sua spada con tutto (specializzazione Fabbro Spettrale - che da anche privazione sprituale) come AF.


    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro Spettrale
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤
    CITAZIONE
    Herramentari — Il dono più grande che Gea ha fatto al suo personale sicario è l'abilità di manipolare lo spirito. In questo modo Chernobog utilizza la propria energia spirituale, manipolandola e solidificandola, dandole le forme che più lo aggradano (o che richiede la situazione) sia per difendersi che per attaccare, può quindi creare centinaia (numero variabile dalla decisione dell'Araldo) di spade, frecce, catene, lance ma anche scudi. Ovviamente nessuna di queste sue creazioni è pari a un'arma cosmica, ma gli effetti saranno simili a quelli dati da raggi cosmici dove se gli attacchi saranno portati a segno avranno come conseguenza anche la privazione dell'energia spirituale dell'avversario. [spirito specializz. - danno spirituale, privazione energia spirituale]




    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.


    Edited by D o r c a s - 25/6/2022, 16:03
     
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    Sensazione già conosciuta. La mente lo riportava in Giappone. A quella battaglia. All'abominio che poteva rinascere e che, per fortuna, un gruppo di pazzi con delle armature d'oro a ricoprirli il petto avevano arrestato ricacciandoli nelle tenebre. Eppure oggi risentiva quella sensazione.
    Un qualcosa di strano in quell'ammasso schifoso spirituale. Qualcosa che c'era.

    «State attenti tutti!
    C'è qualcosa di pericoloso. Qualcosa che mi ricorda la battaglia del Giappone.»


    La sua mente abbracciò la sua Corte ma anche i suoi fratelli. Il pericolo era incombente. I nemici nascosti eppure terribili. Ed ogni volta qualcosa cambiava in questa storia, mutava, i confini si sovrapponevano e la realtà diveniva illusione. Ed era questa la loro forza: nascondersi, celare, far intravedere e poi colpire con ancora più forza rendendoli come zattere naufragate in un mare in tempesta.
    Questa era la sensazione che attanagliava l'Araldo dell'Inizio. Lui che vedeva sempre la pagina bianca, linda, ancora prima che una storia potesse essere scritta, ancor prima che le strade si dipanavano da esse, lui che scorgeva nella nebbia la strada nascosta, oggi non ci riusciva.
    Nemmeno per i suoi occhi era possibile riuscire a discernere la realtà dall'illusione, vederne i contorni, scorgere la verità e tagliare il velo che avevano sugli occhi.
    Brancolavano in questa storia manovrati da chissà quali fili e lui non li vedeva, non riusciva a tagliarli, non riusciva a capire chi e cosa si annidasse, a quale mano questi fili si appigliavano come orrende radici.
    E quando la sua spada tagliò ancora una volta tutto si distrusse e i confini si mischiarono ancora e ancora e ancora.


    La verità davanti ai loro occhi si gretola.
    Quella nascosta si mostrò e Amaterasu strinse Kusanagi e il suo ronzio accarezzò l'animo della sua Corte che in risposta alzarono i loro cosmi congiungendosi al ronzio fatto di vento e rabbia di Kusanagi.
    La spada che taglia ogni cosa.
    E affrontarono ancora una volta l'Abisso e le sue macchinazioni. Lo fecero senza timore ma andandogli incontro con quella rabbia ancestrale che bruciava in loro come il Sole. E Amaterasu piantò la sua spada nel terreno. Tutta la Terra fu l'Araldo.
    Si piazzò davanti alla sua corte muovendosi rasentando quasi la velocità della luce e divenne una muraglia.
    Un bastione contro quella fortezza di letame.
    Due modi così diversi di essere.

    Fece da scoglio inamovibile per la sua corte. Proteggere. Combattere. Tagliare. Versare sangue ma continuando ad avanzare in quel liquame fatto di budella e merda, di incubi e disperazione, d'orrore e mostri ma continuando a farlo fino a che avesse avuto pezzi di carne attaccati allo scheletro, finché la sua anima fosse ancora come filo tagliente di spada.


    LASCIARE TAGLIARE LA PELLE E TAGLIARE LA CARNE.
    LASCIARE TAGLIARE I MUSCOLI E TAGLIARE LE OSSA




    La via della spada. L'essenza più intima di quell'arma che prendeva il nome di Amaterasu O Mi Kami.
    La terra si fece attorno a quel colosso. Bozzolo fatto di spuntoni di nuda e cruda roccia, muri su muri, sovrapposti mentre le sue gambe divennero montagne, andando in profondità nella terra, divenendo terra stessa e la sua spada si fece muraglia e porto sicuro per chiunque fosse in pericolo. Ne creò a decine di quei muri sparsi sul campo di battaglia, alti trenta metri larghi cinquanta affinchè tutti potessero trovarvi ripari da quella tempesta bastarda.
    E lui?
    Lui l'affrontò di petto. Con quel sorriso a mò di squarcio sul volto.
    Il bozzolo si aprì in un fiore deforme, i cui singoli petali incandescenti sono composti dalle braccia e dalle mani, allungate a dismisura e assottigliate nella torsione. Una polvere rossastra si stava spandendo lentamente dal centro del fiore rischiando di inondare l'intera area.
    Un attacco che nascondeva il suo essere turpe.
    Qualsiasi mente fosse all'opera dietro tutto ciò amava fare male.
    Vide le corti muoversi, cercare riparo, chi aiutava un amico, chi lo difendeva e quella nube divenne il loro sudario.
    Si ricoprono di orrende propaggini pulsanti che sbocciano in un tripudio di sangue e carne, facendoli a pezzi.
    Urla mischiate all'agonia, chi cercava riparo, chi fuggiva, chi ne veniva preso esplodendo, dolore e sangue e sacramento ebbe la sua dose, ancora, del sangue dei Figli di G.E.A. Eppure la Corte di Mezzanotte non tremò anzi la sentì ruggire di rabbia.
    E lui? Lui sarebbe scappato? Ne sarebbe stato annientato?
    Avrebbe pagato il suo dazio. Il piede davanti accompagnando il movimento di Kusanagi.
    La sua forma Vento.
    Divenne tempesta e uragano. Kusanagi divenne la falciatrice d'erba. Ma non avrebbe falciato l'erba quest'oggi. Avrebbe spazzato le nubi, avrebbe spazzato il male, avrebbe ricacciato le nubi oscure che, plumbee e maligne, vorticavano sulla tomba che fu Sacramento in attesa dei cadaveri dei figli di G.E.A. Ma Amaterasu se doveva cadere, se la sua storia doveva finire qui di essere scritta sul libro della Vita avrebbe portato con sé quanti più nemici della Realtà possibile.
    E quindi dette sfogo alla sua rabbia.


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    Kusanagi no Tsurugi - Dai Konran Kamikaze



    Il Kamikaze. Amaterasu stava Esercitando l'autorità dell'Imperatrice attraverso Kusanagi stessa.
    Così come fece per proteggere il Giappone da quel figlio di cagna di Kublai Khan e di chi stava dietro di lui. Amaterasu ridivenne, come allora, il Vento Divino per scagliarsi contro i suoi nemici. E concentrò una quantità inimmaginabile di vento sulla lama. Gli occhi su quell'abominio che era bello e invitante come solo l'Orrore poteva essere. Lo guardò sbocciare, guardò la vita trasformarsi in una creazione aberrante mentre le corti combattevano e morivano, nascevano sui loro corpi, sbocciando tra sangue e budella, fiori bellissimi che non erano nient'altro che l'ennesimo sfregio alla Creazione.
    Il respiro.
    La lama muoversi in un fendente. Il corpo in tempesta.
    Liberare tutta questa forza, ricreando una tempesta con velocità del vento assurde. Per spazzare e proteggersi allo stesso tempo da questo attacco.
    Un vento che era protezione, il vento che scacciava le nubi plumbee facendo essere di nuovo liberi i raggi del Sole.
    Raggio che avrebbero accarezzato tutti loro dandoli ristoro e coraggio.
    Un vento per proteggere.
    Un vento di coraggio.
    Un vento di speranza.
    Un vento per abbattere e spazzare tutto e tutti.
    Fu Amaterasu quel vento che avrebbe dato a loro tutti la speranza in una nuova Alba. E cosa importava se il suo spirito fosse fiaccato.
    Cosa importava se quelle spore fiorirono sul suo corpo esplodendo bagnando la terra col sangue dell'araldo dell'inizio, quella nera terra?
    Cosa importava se la sua mente si annebbiò e vide lui?
    Lui che gli sorrideva sotto quel cielo plumbeo. Lui che sorrideva tenendosi un buco nel petto grondante sangue e una mano che non riuscì a prendere.
    Il gusto ferroso del sangue in bocca e il dolore lo riportarono nella Realtà, scacciando i pensieri anche se agrodolci. Le nubi nel cielo erano solo nubi, di lui non c'era traccia se non nel suo cuore e nel suo passato.
    Ma rimanevano ricordi.
    E non servivano adesso. Non oggi. Non in battaglia.
    Ma non sarebbe andata come quel giorno in cui fu solo una donna che teneva un cadavere tra le braccia. Non avrebbe più tenuto un cadavere tra le mani. Non avrebbe accarezzato un viso smorto, pallido, senza vita.
    E in quell'attimo fu Chernobog nel suo spirito.
    La Fine e l'Inizio furono, per un attimo lungo quanto un Era, vicini e sovrapposti.
    P.A.N stava dando onore al suo nome. Il Pugno di G.E.a rivoltò il campo di battaglia e allora lui perché stava in ginocchio?
    Perché tossiva sangue e aveva il fianco distrutto? Perché le sue costole erano esplose?
    Johanna. Iperione. Mefistofele. Audatia.
    Il Giappone.
    Minosse. Draka. Huitzilopochtli.
    Tutti loro lo avevano ridotto peggio di così. Eppure aveva sempre finito un combattimento in piedi...perchè Amaterasu O Mi kami non perdeva mai.
    Figuriamoci se avesse perso questa battaglia.
    Andrea, Bartolomeo e tutti i Gold Saint avrebbero riso di lui.
    Strinse la spada. E balzò nel cielo. La sua Forma Luce richiamò ogni fotone presente accumulandosi sul suo corpo e su Kusanagi stessa.

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    Fu uno spettacolo immane perché sembrò che il Sole fosse sceso tra di loro.
    Il suo cosmo ribollì da sembrare migliaia di Vulcani pronti ad eruttare. Tutto il suo corpo fremeva.
    Sentiva la forza e l'essenza di Chernobog scorrerli intorno, dentro di lui e l'Inizio divenne Fine.

    «Diamo Fine al tutto.
    E da esso nasca l'Inizio.»



    Amaterasu divenne un immane e terribile trivella di pura luce. Ogni fotone che avrebbe richiamato sarebbe stato usato per perforare quel bastardo. Perché avrebbe scoperchiato questa fogna arrivando fino al fondo per strozzare qualsiasi cosa si annidasse.

    P.A.N gli stava dando l'opportunità perfetta per tagliarlo da parte a parte.
    Avrebbero servito del sushi di Corruzione alla Madre questa sera.
    E si lanciò violentemente senza pensiero alcuno.
    Il pensiero e il taglio si fecero azione.
    La Luce e il Cosmo si mischiarono con lo spirito e le tenebre di suo fratello e quel potere fu terribile eppure lo accolse in lui e lo usò ringraziandolo.
    La Fine e l'Inizio.
    La Notte e il Giorno.
    Tesi e Antitesi.
    Eppure vicini. Opposti ma necessari entrambi.
    Due modi diversi.
    Che si fecero Uno.
    La Fine affinché l'Inizio potesse essere.
    Quella trivella di Luce portava tutto questo con sé.
    La sua Darian fu luce. Reattori di pura luce sulla schiena.
    Avrebbero lanciato Amaterasu ancora più a fondo. E cosa importava se nel farlo ci avesse rimesso la vita?
    Un braccio?
    Tutto il suo corpo e l'anima erano per G.E.A, per i suoi fratelli, per i figli di G.E.A, per gli uomini.
    E si lanciò a capofitto.


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    PER LA REALTÀ






    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Crepata su più punti. parabraccio frantumato.

    STATUS FISICO: Tagli e abrasioni più o meno profonde su buona parte del corpo. Emicrania. Leggero ronzio nelle orecchie. un rivolo di sangue dal naso.
    Ferita da esplosione sul fianco sinistro. Costole incrinate e/o rotte. Emorragia interna. Mente compromessa. Spirito compromesso.

    TECNICHE UTILIZZATE: Forma Luce
    Forma Vento

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE:

    La Forma Terra è scenica. La uso per resistere alla forza d'attrazione e al tempo stesso creare dei muri per fare da appiglio alle varie corti.
    uso la Forma Vento, rimango sempre un colosso di 50 metri, a mò di uragano per spazzare completamente le spore dal campo di battaglia. Amaterasu diventa l'Uragano Katrina ma in difesa ma per via della differenza energetica si prende alcune spore e quindi si fa male. Ma assai.
    Forma Luce e raccolgo tutti i fotoni presenti canalizzandoli su Kusanagi e intorno al corpo di amaterasu.
    Quindi divento una vera e propria trivella di luce, pompato da Chernobog e dai suoi poteri, e mi fiondo sul fiorellino per poter fare
    Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini e il guerriero e tagliarlo direttamente, facendolo esplodere e implodere al contempo grazie ai fotoni che rilascio all'interno del suo corpo e al pump di Chernobog
     
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    QUEST GEA

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    VI




    Le spore si muovono velocemente spinte dall'urto dell'esplosione. A causa della vostra formazione potete gestirne solo una parte. Coloro che non riuscite a proteggere, o almeno i più deboli tra loro, sono già ben oltre il punto di non ritorno. Sbocciano in forme assurde, a metà tra le radici di una mangrovia e i coralli del fondale marino o una sconosciuta flora appartenente a pianeti lontani. E avvizziscono, mentre tutta la loro energia vitale scorre attraverso il terreno e si riversa nel fiore, generando un bioma assurdo.

    NBNWnFx

    Ai vostri occhi gli attacchi appena lanciati sembrano non sortire alcun effetto.
    Il terreno si spacca e si solleva, lasciando intravedere l'orrendo groviglio di vita che si nasconde alla base del fiore, dove viscere grondanti di un denso liquido nero si agitano senza sosta, ma lo smottamento terrestre si infrange su quel punto fisso nello spazio, come un'onda contro uno scoglio. Lo stesso accade alle forze cinetiche, che raggiungono a malapena le estremità del costrutto prima di dissiparsi.
    Vi accorgete che le singole traiettorie e i vettori di movimento attorno alla base non sono coerenti tra loro. Il movimento erratico dei petali incandescenti viene appena turbato.
    La luce e l'oscurità si fondono in strali rabbiosi e pulsanti, arrivando a infrangersi sui petali esterni. Qui non incontrano resistenza e semplicemente passano oltre, senza interagire fisicamente con alcun corpo solido.
    È proprio in quel momento che venite assaliti un dolore quasi fisico, mentre le leggi della Realtà vengono meno.
    La vostra potenza viene rallentata, strappata e incanalata in un moto a spirale attorno alla corolla, al centro della quale riuscite a scorgere solo un intenso bagliore che in qualche modo non getta ombre nelle vicinanze. Il sistema rimane così in equilibrio per un attimo, in tutto e per tutto simile a un tornado di cosmo che mischia la vostra essenza alla marcescenza corrotta.

    Poi l'energia inizia a scemare. Il bilancio di forze si rompe. I vostri attacchi tornano a muoversi come avrebbero dovuto fin dal primo momento e si abbattono sull'ammasso organico. L'impatto fa tremare ogni cosa. Avete l'impressione che il collasso sia stato una sorta di ritorno di fiamma, qualcosa che non avrebbe dovuto verificarsi data la natura differente e indipendente dei vostri poteri. Un'implosione.

    Tutto scompare nel nulla, così come era comparso, lasciandosi alle spalle le fondamenta della città di Sacramento e la macabra foresta nata dai vostri caduti.
    Quando la polvere si posa finalmente sullo scenario che vi si para davanti, vi trovate sul margine di un immenso cratere scavato dall'impatto.
    Al suo centro, in un primo momento parzialmente celato da detriti e rocce, si trova un oggetto strano, alieno nella sua semplicità: una cupola dai colori cangianti, posta esattamente al di sotto del groviglio di membra che ancorava il fiore al suolo. Il solo atto di guardarla attentamente si rivela complesso tanto per la vostra mente quanto per i vostri sensi, come se non fosse fatta per essere osservata.
    Non sapete dire di cosa si tratti, né se la presenza così massiccia della Corruzione fosse in qualche modo dovuta a esso... o viceversa.

    Le truppe sono stanche, come e più di quanto lo siate voi, ma c'è ancora del lavoro da fare.
    Le ferite vanno curati, le energie vanno recuperate.

    Avete mosso soltanto il primissimo passo nella terra degli orrori.

    6vgdAlI



    Note Master:

    I vostri attacchi vengono deviati in maniera strana e tenuti a bada per pochi istanti, poi tutto collassa e il fiore viene completamente distrutto nell'impatto. La prima battaglia è finita. Non avvertite presenze corrotte nell'area e di fatto siete rimasti soli davanti a questa nuova cosa.
    L'oggetto è praticamente impossibile da scalfire, fatto di un materiale che non riuscite a identificare. La cupola emerge dal fondo del cratere di un paio di metri al centro, il diametro della sezione visibile al momento è di circa 100m. Non emana energia, ma è permeato da questa strana sensazione, come se fosse familiare ai vostri sensi e allo stesso tempo assolutamente opposto alla vostra natura.
    Ora avete per la prima volta la possibilità di organizzarvi sul campo, stabilire basi operative, innalzare difese, etc.
    Tutte le eventuali interazioni con la cupola lasciatele al condizionale. Se avete domande particolari o dubbi sulla fattibilità di qualcosa chiedete pure.

    Ci aggiorniamo tra una settimana, termine lunedì 4.


     
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    i have no idea what i'm doing

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    V






    Le aspettative di quello che sarebbe potuto succedere, in modo positivo o negativo che sia, semplicemente non seguiva una logica.

    La Realtà, i fenomeni di causa ed effetto che matematicamente seguivano un ordine ben preciso. Gli attacchi e i movimenti del fiore seguivano calcoli e logiche, se esistenti, che neanche Oberon che soprassedeva all’Equilibrio delle parti sapeva comprendere, causandogli dolorose fitte alla mente e al corpo solo nel tentativo di dare una forma a tutto ciò.

    La tempesta vorticosa disegna angoli impossibili, illuminando con luci sconosciute l’area circostante e risucchiando i loro poteri in un anello in uno stato dinamico stabile. Prigionieri di tale assurdità... e poi libere, andando a colpire il bersaglio in una implosione di pura distruzione.


    Il silenzio, sporcato debolmente da gemiti di dolore di soldati feriti poco gravemente e aventi ancora una bocca per emettere suoli, copre il campo di battaglia. La presenza di Corruzione sembrava svanita, così come le poche cose che erano rimaste a Sacramento.

    Desolazione, detriti di terra e massi, gli orrendi alberi fatti dai corpi morti o morenti del popolo di G.E.A. che si stava domandando una questione semplice ma di difficile risposta:


    “Abbiamo Vinto?”




    L’Araldo scosse la testa, mentre tamponava con la telecinesi la perdita di sangue delle sue ferite, muovendosi in maniera circospetta verso quella ground zero. Qualcosa non quadrava, la mente processava velocemente tutto quello che era successo, attenta a ogni indizio e cosa sospetta... non che ci fosse bisogno di grande attenzione.

    Fra quelle che sembravano resti delle radici del fiore scarlatto, frammenti di terreno, corpi e le fondamenta della vecchia città, Oberon e i suoi fratelli trovarono... qualcosa. Qualcosa che non si sarebbe aspettato di trovare lì, completamente aliena alla situazione.

    Non emanava cosmo, non sembrava avere alcuna impronta energetica rilevabile e il semplice guardarla faceva male alla testa. Ma sembrava completamente inerte e inoffensiva, almeno per il momento.



    Un momento di pausa che dovevano sfruttare. Notizie di perdite ingenti e feriti gravi nascondevano malamente l’apprensione dei suoi comandanti, e poteva immaginare che le altre corti non fossero messe in situazioni migliori.

    Atterrando ai bordi del cratere, le sue ferite iniziarono a emettere fiotti di sangue, ma non perse la calma e guardo dritto a un uomo che era corso in avanti, iniettandogli un coagulante per il primo intervento.


    Non pensate a me, maestro Lud... la priorità va ai feriti davvero gravi. Qui abbiamo... una situazione che non possiamo prendere sottogamba, e non posso permettermi neanche un secondo....


    L’uomo era abbastanza ordinario, coperto di sangue e con l’armatura rovinata dalla battaglia appena conclusa, sembrò non curarsi delle parole dell’Araldo, continuando la medicazione mentre con ordini secchi mandava una miriade di strane creature vegetali a trattare le ferite di chiunque. Nonostante l’aspetto inoffensivo, staccavano pezzi di carne corrotta e arti ormai in cancrena con una forza e una freddezza tale che sembra più una mattanza che un pronto intervento.


    Con tutto il dovuto rispetto, qualunque ferito è una priorità delle Radici di Nerthus. Può fare i suoi trucchetti mentali anche mentre la rattoppo... Ora stringa i denti, che farà un parecchio male.


    Il re dei sidhe sorrise alla arrogante insubordinazione del medico di campo e lasciò fare, mentre mentalmente mandava ordini e si coordinava con le forze in campo per l’immediato futuro.








    [...]





    L’araldo non era molto sicuro di quanto tempo era passato.


    Sebbene gli ospedali da campo messi rapidamente in piedi dalle varie squadre mediche capitanate dai seguaci del Verde non potevano paragonarsi alle strutture di Agharta, erano riusciti a sistemare i feriti in modo tale da poter combattere un’ulteriore battaglia, ma non volava di speranza.

    Tanti si erano riuniti nel Nero, e il Rosso della carne e del sangue era ancora debole nonostante tutto.



    Mentre camminava verso la sua meta accompagnato da Gun Ainm poteva sentire la sacra armatura scricchiolare, scalfita pesantemente dalla potenza nemica di poco fa. Doveva essere più attento, meno spericolato... non avrebbe retto a lungo senza.


    Come da voi ordinato, diversi layers di Cerchi delle Fate sono stati posti a protezione dei campi base che abbiamo istituito nei punti stabiliti con i vostri pari, cosi come labirinti illusori attorno all’area del cratere. Non possiamo promettere una completa schermatura mentale e percettiva, ma sicuramente un rallentamento in caso di attacco è quasi certo.

    Quel “quasi” non mi piace, anche se considerando la situazione non possiamo chiedere di meglio - disse sospirando al sidhe, per poi fermarsi proprio all’orlo - per i nostri Reality Anchor? Chiaro come il Sole d’Estate che qualunque cosa ci sia qui ha capacità di alterazione della realtà o comunque delle dimensioni. I momenti iniziali sono stati estremamente confusi e sembrava poter giocare con i nostri attacchi. Non voglio che si ripeta.


    Il coniglio sospirò - al momento non abbiamo eletti con un tale controllo del Codice, quindi non è possibile un blocco totale. Tuttavia, abbiamo posto sette prototipi di ancoraggio dimensionale nel perimetro di... quella cosa. La ostacolerà al meglio delle nostre capacità se tenterà una riscrittura macroscopica delle dimensioni, e anche in caso di rottura farà scattare tutti i nostri allarmi. Non saremo impreparati questa volta.


    Oberon sorrise, mentre con un cenno del capò si congedò e scese lentamente giù nel cratere fluttuano. Diverse truppe in armature protettive presiedevano l’area, mentre saggi studiavano quella cosa. Non sapeva se qualcuno dei suoi fratelli era lì in quel preciso momento, ma dopo quel momento iniziale non aveva avuto tempo di poter osservare e studiare questa cosa.


    Rabbrividì, anche se l’aria era calda.





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    Il primo ordine che ha dato non appena i feriti sono stati stabilizzati è stato quello di mandare squadre di esperti ricercatori, umani, sidhe e di qualunque altra specie che viveva nel Bosco Sacro, dotati di poteri e schermi di difesa mentali a studiare questa strana cupola. Sembrava che niente poteva scalfirla, o almeno nessun metodo usato al momento aveva avuto risultati evidenti.

    Ogni tipo di rilevamento è stato infruttuoso cosi come ogni scansione. Era indistruttibile almeno ai mezzi ordinari delle truppe, e non si riusciva a capire la sua natura.


    Due uomini e una sidhe scattarono sull’attenti appena il monarca si avvicinò. Sembravano provati, anche solo di stare in presenza dell’oggetto, anche solo di guardarlo per troppo tempo.
    Nessuna novità, comunque, da segnalare.



    Se fosse un mostro che vuole divorarci, o una sorgente di puro male... forse sarebbe meno rognoso, si ritrovò a pensare l’araldo, osservano i cangianti colori della superfice, sentendo un senso di profonda familiarità con essa ma anche di totale opposizione. Si sforzava di guardarla, di trovare una qualsiasi minima imperfezione o elemento rilevante, ben attento a tenere la sua mente schermata.

    Ciò non gli impediva quel senso di fatica nel voler osservare la struttura.



    La Corruzione della zona proveniva da questa cosa? Oppure la Corruzione si era unita in quest’unica immensa struttura? Oppure è qualcosa di diverso, qualcosa che volevano conquistare... o come Amateratsu aveva detto, era legato a ciò che aveva affrontato con i Cavalieri di Athena in Giappone?


    Me ne pentirò amaramente...


    Si disse, toccando la sfera e espandendo leggermente il suo cosmo, intersecando il suo Codice con l’ambiente. Che fosse opposto a loro era evidente, ma come? Era tale opposizione a impedire di capire cosa nascondesse?


    E se studiasse quindi quello che non fosse invece di quello che era?


    Non avrebbe tentato un reale contatto diretto con la cupola, né mentale né cosmico, ma avrebbe letto nella Realtà il suo negativo, la sagoma, l’ombra che lasciava.


    Allertò i suoi uomini di quel tentativo, pronto a staccarsi (o essere staccato a forza) nel caso di problemi o pericoli. Probabilmente sarebbe stato un buco nell’acqua, ma non poteva non fare niente.











    - PG: Oberon [Scheda]
    - Energia: Blu
    - Abilità: Illusioni Complete, Telecinesi
    - Stato: Darian bucata e incrinata, guarito e riposato.

    - Riassunto: Mi faccio curare dalle truppe mediche del Verde che fanno da supporto e rattoppano i feriti (se gli altri hanno truppe o png incaricati liberi di unirsi alle operazioni di cura).
    Nel mentre, organizzo la creazioni di basi insieme agli altri araldi è inserisco Cerchi di Fate (citati in una vecchia role) che coprono illusoriamente e mentalmente le nostre zone e aree di illusione attorno al perimetro della cupola per confondere lei o qualunque cosa voglia uscire. Nel frattemmpo faccio inserire anche "ancore di realtà" per ostacolare e confermare eventuali casini dimensionali come successo prima (sono prototipi e nessuno ha dimensioni fisiche, quindi sono più un allarme che una vera linea di difesa).

    Non capendoci niente del cupolone, ma non essendo abbastanza temerario da profare a scansionarlo direttamente per paura di Kaos molesto, provo a osservare come il codice agisce attorno a lui (tipo facendo un contorno, ma dei dati della realtà) per trovare qualche indizio.





     
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    Il boato.
    La distruzione.
    Poi il silenzio.
    Ma il braccio e la spada di Amaterasu avevano colto il dolore, la Realtà venir meno, la loro presa, salda e sicura sull'opera della Madre, era divenuta come una carezza leggera. Qualcosa li scivolava dalle mani. Eppure non doveva essere così. Ma fin dall'inizio c'era qualcosa che stonava in tutto questo.
    L'Ordine non aveva più regole, per lo meno non le solite con cui loro comandavano e proteggevano l'Architettura definita Realtà. La trama era stata quasi sovrapposta da qualcos'altro. Lo aveva visto sentito sul suo corpo, sul suo spirito.
    Lanciandosi in quel nugolo di terrore il suo corpo fu preda di un dolore sordido, nascosto, una presa di un qualcosa che ancora non si mostrava eppure c'era. L'Equilibrio per un attimo fu strappato.
    La loro potenza venir rallentata, strappata e incanalata in un moto a spirale attorno alla corolla, al centro della quale aveva scorto solo un intenso bagliore che in qualche modo non getta ombre nelle vicinanze. Il sistema era rimasto così in equilibrio per un attimo, in tutto e per tutto simile a un tornado di cosmo dove l'Araldi, la loro forza e la loro essenza si mischiò alla marcescenza corrotta.

    Poi l'energia iniziò a scemare. Il bilancio di forze si ruppe. Gli attacchi dei figli di G.E.A tornarono a muoversi come avrebbero dovuto fare fin dal primo momento e si abbatterono sull'ammasso organico. L'impatto fece tremare ogni cosa. Ma Amaterasu ebbe l'impressione in quel caos fattosi tempesta, che il collasso fosse dovuto ad una sorta di ritorno di fiamma, qualcosa che non avrebbe dovuto verificarsi data la natura differente e indipendente dei poteri degli araldi.
    Un'implosione.

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    «Perchè?»



    Una domanda. Mille risposte. Ma al momento non ne aveva nemmeno una.
    Chiuse gli occhi e si fece cullare dal silenzio. Su quella devastazione che fu Sacramento. La Corte di Mezzanotte aveva dato il suo contributo di sangue, di vite, di amici che non sarebbero tornati a casa, di fratelli e sorelle da piangere. Le loro anime le avrebbe colte la Madre, fino alla fine di Tutto quando, e fu più una speranza che un pensiero, si sarebbero tutti rincontrati.
    Fino ad allora Kusanagi avrebbe vegliato sulla loro memoria, temprata nel loro sangue, il filo affilato nel loro sacrificio. Non avrebbe dimenticato, il ronzio non accennava a diminuire.
    Era sia rabbia che pianto.
    Sia un grugnito che un singhiozzo.
    E quell'araldo selvaggio rimaneva seduto sul ciglio di quel cratere immane. La spada appoggiata su di una spalla ferita, la darian distrutta in più punti. Ferite e sangue.
    Ma riposarsi non era un opzione. Per una battaglia vinta un altra si stagliava all'orizzonte.
    Perché vi era una tempesta, un qualcosa che brontolava al di là di tempo e spazio non lasciando che dubbi e morte a mostrare la sua ieratica presenza. Come un pensiero.
    Come un qualcosa tra la nebbia.
    Eppure sapeva che qualcosa sarebbe arrivato. E si sarebbe abbattuto con tutta al forza necessarie per spazzarli via.
    E non avrebbe trovato un muro questa volta, ma solo una palizzata tenuta su con rabbia, orgoglio e volontà.
    Poco o nulla.
    Perché i corpi erano al limite, le ferite gravi, le perdite considerevoli. Dovevano prendere fiato adesso, ricostruire un muro il più velocemente possibile anche usando i cadaveri di chi ancora rantolava aggrappandosi a quella stessa vita che sentivano scemare tra dita che ormai non avevano più forza.
    L'incoscienza e poi il buio della dimenticanza.
    La morte.
    La Fine.
    Ma sarebbe nato l'Inizio?
    Questo era nelle mani di una manciata di figli di G.E.A e soprattutto nelle mani dei Quattro Araldi che ora guardano quello che si nascondeva ai loro occhi dall'inizio di questa battaglia.
    Si lisciò la barba madida di sudore e sangue.

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    «Per un attimo la Realtà è venuta meno. Così come la nostra forza...quell'implosione...che non era ancora al suo massimo potenziale?»



    Stava parlando da solo. Pensieri dati al vento con cui poter riuscire a vedere tra le trame di dubbio che stavano di fronte a lui.
    Il fianco faceva male nonostante le cure ricevute, il braccio formicolava ancora, la sua mente ancora non era lucida. Gli girò per un attimo la testa.
    Non era ancora in perfetta forma, nonostante le ferite stessero guarendo grazie alle sapienti mani del Parlamento del Verde.
    I feriti meno gravi venivano curati, quelli troppo gravi messi in apposite incubatrici, per tenere i parametri stabili e trasportarli in un luogo più consono ad operare.
    Lui era stato l'ultimo a ricevere cure.
    Prima i soldati. Era un suo dovere. Perché avevano versato sangue per lui e un Imperatrice non si lascia mai curare per prima quando ha un debito verso coloro che, donando la vita alla causa di G.E.A e della Realtà, avevano permesso questa vittoria?

    «Mi scusi Amaterasu, ma ha detto per caso qualcosa?»

    Uno dei membri del Verde. Le mani davanti, mentre le ferite si chiudevano, il sangue coagulava e mente e spirito ritrovavano sollievo e quiete.
    Anche Amaterasu aveva bisogno di guarire da quelle ferite terribili che il suo corpo stava sopportando.
    Non le prime.
    Sicuramente non le ultime che il suo corpo doveva sopportare.

    «No tranquilla. Era un mio pensiero. Parlo da solo. Abitudini di noi vecchi rincoglioniti.»

    Si sentiva meglio. L'ombra dietro di lui.

    «Amaterasu sama.»

    «Menreiki.»

    «Ordini?»

    «Manda Gashadokuro e il clan Odokuro al perimetro di Sacramento. Che creassero un muro con i loro poteri. Niente deve entrare o u s c i r e. »

    Anche se non sarebbe bastato. Perché se e ancora se fosse stato come in Giappone e non fossero riusciti a contenere o a sconfiggere questa minaccia, non ci sarebbe stato muro o potere in grado di fermare l'abominio che attendeva in questo posto dimenticato da tutti.

    «Tu e il tuo clan cercate di congiungervi con le forze di Amacunu. Che proteggano questo posto.
    Fate piazza pulita di qualsiasi cosa fosse ancora viva. Avete libertà d'azione.»


    «La situazione è così critica? Da far spostare Amacunu per sorreggere le nostre forze?»

    Si alzò a fatica.

    «Lo avrai sentito pure te. Quella sensazione l'abbiamo già avvertita in Giappone. E sai bene cosa si annidasse e cosa abbiamo dovuto combattere.
    Avverti anche la Fondazione Grado.»


    «Può anche non essere la stessa cosa. Non abbiamo prove sia uguale al Giappone. Ma è vero che quella sensazione mi ha procurato lo stesso brivido di allora.
    Avvertiremo la Fondazione e proteggeremo le vostre spalle Amaterasu. »


    Le maschere di Menreiki vorticarono attorno a lui. Una con un sorriso malevolo diventò la sua faccia.
    Di un automa maledetto e malvagio.
    Shi no butai bijutsuka, Lo scenografo della morte.

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    «Qualsiasi cosa sarà usata come pennello e colore per la mia arte e glorificare la Madre e la sua opera»




    Non rispose ma un cenno d'assenso bastò.
    Ora doveva pensare ai feriti, a rinforzare le difese a creare squadre di sorveglianza. A recintare fisicamente e spiritualmente questo posto.
    A creare un sistema di difesa capace di contenere la minaccia quel tanto che bastava affinché le caste si preparassero se la sua spada si fosse spezzata.
    Il clan dei Nekomata restava vicino con Yoko Kurama era già sul posto dove quel monolite alieno campeggiava.
    Avevano bisogno di saperne di più anche se non faceva parte di questa realtà. Ne era sicuro.
    Ma non con la ragione ma più per istinto. Più con la sua esistenza.
    Quella cupola dai colori cangianti, posta esattamente al di sotto del groviglio di membra che ancorava il fiore al suolo, sembrava la radice di tutto questo che una sua emanazione. Il solo atto di guardarla attentamente si rivela complesso tanto per la mente quanto per i sensi, come se non fosse fatta per essere osservata.

    «Yoko novità?»

    «Quella cosa puzza di morte.»

    Sputò per terra lo Yokai Nobile. Nemmeno le anime che vorticavano intorno a lui sembravano rallegralo. Gli artigli erano ancora in mostra, le zanne digrignavano le une sulle altre, tutto l'essere di Yoko Kurama tremava.
    Quella cosa lo spaventava.
    e poche cose terrorizzavano il Re del clan dei nekomata.
    I Segugi Infernali delle anime erranti.
    Cacciatori. Sciamani. Necromanti.
    Eppure tremava il loro Re.
    La puzza di terrore era pari alla sua agitazione.

    «Al momento posiamo solo disporre difese, curare i feriti, creare campi per far riposare le truppe. Heng'è ha già usato i suoi poteri per creare sacche dimensionali sul perimetro affinché sia più difficile aggirarci.
    Useremo il loro stesso modus operandi.»


    «Ma resta quella cosa. Come una bomba inesplosa.»

    «É quello che cercavamo. Oberon vedo che ha già iniziato a voler capire con che cosa abbiamo a che fare.»

    Si mosse per poter avvicinarsi a suo fratello.
    Oberon poteva andare più in profondità dello sguardo di Amaterasu. Non era più addentro al Codice. Lui poteva vederlo nella sua interezza.

    «Iniziate a fare una raccolta dati su tutto quello che succederà da ora in avanti. Sia spiritualmente che a livello della Vita.
    Se quella cosa fa parte della Realtà noi della Corte di Mezzanotte lo sapremmo prima e potremmo capire in che modo funziona. E se non fa parte potremmo capire con che cosa abbiamo a che fare.
    Oberon sta cercando di vedere. Noi cerchiamo di capire in che modo, sempre se ha un modo, di interagire con il Life Stream.»


    Amaterasu stava già accarezzando Kusanagi. E il suo sguardo si posò su quella cosa. Suo fratello stava facendo qualcosa, forse era il momento per addentrarsi ancora di più nell'Orrore.
    Kusanagi era pronta. Amaterasu non perse di vista suo fratello.
    Era pericoloso ma l'Orrore doveva essere visto perchè così erano solo perduti in un mare sconosciuto.

     
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    Lo ritrovarono quattro minuti dopo, in ginocchio sul terreno, le mani poggiate malamente sulle gambe. Il sangue aveva finito di sgorgare da sotto l'armatura, lasciando sopra di essa un orribile color marrone che andava a mescolarsi con quello del fango e della sporcizia. Era praticamente davanti ad un cratere, uno strapiombo di centinaia di metri, creato dalle sue stesse mani, e dopo quel burrone, oltre le macerie di una città-fortezza, qualcosa stava sovrastando l'orizzonte. Una struttura innaturale in ogni senso era li, quasi a guardarlo con aria beffarda, incurante della distruzione causata poco prima. Il respiro della Palingenesi sibilava tra le fessure del suo elmo, i suoi occhi fissi davanti alla prossima preda, simboli di un predatore che aveva scelto la sua preda. L'odio che permeava il tempo stesso, dalle ere del passato agli eoni del futuro, era concentrato in quegli occhi che brillavano di una luce sovrannaturale.
    Dei passi si avvicinarono da dietro di lui, ma fu solo quando il suo sottoposto lo chiamò che se ne accorse. Si voltò di scatto con tale velocità da far trasalire l'anziano che lo aveva chiamato. I suoi occhi viaggiarono sulla figura del soldato, un uomo avanti con l'età, capelli brizzolati, pelle estremamente scura, occhiali protettivi e arma in spalla. L'odio che aveva nello sguardo si sciolse come ghiaccio al sole quando vide il polso fasciato dell'uomo, una fasciatura fresca e insanguinata al posto di una mano.
    Pan puntellò le gambe per rimettersi in piedi. Le braccia ancora troppo danneggiate lasciarono cadere minuscoli frammenti di Darian dalla loro superficie, che si polverizzarono al vento. Vide l'uomo dall'alto in basso, e si rese conto di non sapere cosa dirgli. Avrebbe potuto dirgli che gli dispiaceva del male che aveva subito, che era orgoglioso di avere persone del genere al suo fianco, che avrebbe sistemato tutto, in un modo o nell'altro, ma non ci riuscì, le parole sembravano uno scherno a tutto quello che stava succedendo. Con un cenno del capo intimò all'uomo di seguirlo, mentre si incamminava verso dei veicoli parcheggiati li vicino.




    Era Nella sua tenda medica personale.
    Collegato alle macchine di monitoraggio, stava consumando il suo pasto del giorno, un piatto di farinata composta da proteine semplici, accompagnato da una flebo. Ogni sostanza nutritiva veniva accuratamente usata dal suo organismo per rigenerare i tessuti danneggiati, un'azione svolta con lentezza, per evitare di sovraccaricare il corpo di stress.
    Dopo essere stato recuperato dalla sua squadra, aveva dato ordine di creare stazioni di monitoraggio, controllo, e possibilmente di fuoco di supporto, tutte sparse nella zona appena riconquistata. Il porto di emergenza creato nelle isole ad ovest della costa californiana si erano già prodigati per lo spiegamento di un'intera flotta di superportaerei cariche di mezzi da spiegare in volo. Centinaia di migliaia di tonnellate di diplomazia cariche di armi al bionapalm, pronte a suturare qualsiasi pus sarebbe uscito da quel campo di battaglia. La sua flotta si ritrovò il lavoro molto più facilitato rispetto al previsto, grazie alle azioni di alcuni degli altri Araldi, azioni che non voleva neanche comprendere, ma che in qualche modo era grato che fossero state messe in atto.

    Pan era da solo, in quella tenda mossa leggermente da occasionali sbuffi di vento. Guardò il suo piatto, ricordando quando era solito mangiare cibo normale per riprendersi, abitudine persa a causa del fatto che si vergognava di farsi vedere dai suoi soldati mentre mangiava qualcosa di cucinato. Gli sembrava una mancanza di rispetto a chi andava avanti a MRE, quindi aveva optato per quella roba che aveva davanti.

    Si stava riprendendo, quando il suo comunicatore suonò.
    Parte del suo orecchio destro venne coperto dal suo elmo, ed il canale di collegamento si aprì.

    Pronto?

    Denny!

    Oh, ciao Claudia.

    Se ciao un cazzo Denny, come te senti? Tutto bene? So qui vicino er' Canada e ìl sorcio m'ha detto che stavi per morì, li mo-

    Claudia io sto bene, ci sono stati solo problemi mentre eravamo in California.

    E mo' dici così? Che t'è successo Denny?

    A me niente...ma sono praticamente in guerra, quindi... Pan sospirò, pensando a come il suo “lavoro” richiedesse il gettarsi in trappole mortali e scontri a fuoco.

    Denny...

    Il treno dei pensieri si interruppe.

    Si?

    Claudia ci mise qualche secondo a rispondere.


    Non è colpa tua.

    Cos-

    Non è colpa tua, hai capito?



    si.


    Bene. E nun t'azzardà a tornà a casa freddo eh.

    Sua sorella gli attaccò la telefonata in faccia senza neanche saturare. Pan sospirò, passandosi una mano sugli occhi. Si staccò la flebo e lasciò parte del suo cibo sul tavolino, uscendo dalla tenda.
    L'aria stantia, i rumori di mezzi corazzati, il vociare tutto intorno, tutto sovrastato da quella struttura all'orizzonte, quel fulcro di potere spuntato fuori dalla fortezza di qualche ora prima.
    La darian ricoprì il suo corpo, mostrando ancora i segni della distruzione di poco prima, e Pan si incamminò verso il suo obbiettivo, quella cupola malefica, già avvicinata da uno dei suoi fratelli.

    When the night has come
    And the land is dark
    And the moon is the only light we'll see
    No I won't be afraid...



    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA NERA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - Rigenerato dopo esserci rifocillato, stanco
    MENTALMENTE - depresso
    STATUS DARIAN - indossata, enormi crepe sparse su avambracci e dorsali

    RIASSUNTO AZIONI -
    ABILITÀ -

    Stella marina.

    La struttura cellulare di Pan diventa più flessibile, il suo processo di guarigione diventa un vero e proprio fattore rigenerante che gli permette di ricreare varie parti del corpo ferite o addirittura mancanti, tutto al prezzo di un dispendio cosmico direttamente legato alla gravità della rigenerazione attuata.

    TECNICHE - ///
    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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