Heghemonìa - Reprise

Luke¬ (2°pg) → Gold Sagittarius

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    Oblio, di nuovo. Non per stanchezza tuttavia, stavolta fu semplicemente arrivare ad un limite di danno che neanche un corpo al massimo delle forze poteva sopportare, figurarsi uno ormai giunto al confine dell'esaurimento fisico. A dispetto delle mani che lo stavano sorreggendo, della luce che lo stava guidando nell'oscurità, non poteva fare di più: anche il dolore di artigli che lo perforavano da ogni direzione smise di essere così pungente, la stanchezza non così pungente, le sue membra così pesanti da essere impossibili da muovere. Si concesse di chiudere gli occhi e riposare, per un momento. Solo per un momento, si disse il ragazzo.

    Il Re si svegliò, e nessun dolore che aveva patito in precedenza poteva essere paragonabile a quello che stava provando ora. Non il suo cosmo fuori controllo, quella rabbia terrificante eco di una tempesta capace di divorare il mondo, bensì la consapevolezza di aver perso le due persone che più importavano nella sua vita. Un vuoto impossibile da riempire, due vite spezzate che non potevano più essere recuperate per via di un sacrificio eroico, ma non per questo meno doloroso; era perfetto, il Re, nel corpo e nella mente, ma in quegli istanti sarebbe probabilmente esploso di furia incontenibile se non fosse stato per la mano di Chirone.
    Non solo suo maestro, il suo migliore amico, un secondo padre e, a conti fatti, l'unica persona cara ad essergli rimasta. Chirone lo sapeva, nel corso della sua eterna esistenza aveva vissuto ben più lutti di lui, ma il dolore nel suo volto era una tragedia di per sé.
    Suo padre era morto, suo fratello, ben più saggio e potente di lui, era morto. Cosa poteva fare lui al confronto?

    Il sangue smise di scorrere, luci multicolore si abbatterono contro occhi ancora chiusi, consapevolezza di sé che andava e tornava, tante vite infrante contro un mare infinito. Il mare.

    Le visioni si mischiavano, presente e passato fusi in un turbinio di immagini la cui unica costante era il sangue: per la Dea, quanto sangue era sparso sulla spiaggia, resa rossa dalle vite perdute di tanti valorosi. Per cosa doveva combattere ora che la sua famiglia era morta?
    Semplicemente perché era la cosa giusta da fare, anche se il suo maestro non lo riteneva pronto a indossare quell'armatura e ad affrontare gli orrori della guerra, non poteva più restare immobile a guardare.
    L'unico motivo per rischiare la propria vita, per alzarsi davanti a un mondo folle e porre un freno ad ogni atrocità, per combattere per chi non poteva farlo e per difendere gli innocenti non poteva essere per folle determinazione di vendetta, o per infliggere più tragedie di quelle subite.
    Semplicemente perché

    Qualcuno deve lottare per la Speranza. E se non io, chi altro?

    Il ragazzo si levò in aria. Vento e fulmine lo sfiorarono e carezzarono, come se fosse un vecchio amico perso e ritrovato dopo molto tempo, la tempesta nel suo cosmo e proruppe, armonica e perfetta, soffiando tra dita ammantate d'oro.
    Vahid sentì un peso lungo tutto il corpo, eppure non fu opprimente. Era strano, fu come sentire una seconda pelle poggiata poco sopra la sua, un connubio di suoni come il trillo argenteo di molteplici campane ad ogni movimento degli arti; non aveva più dolore, non stava più soffrendo, era pieno di forza e potere. Quel ragazzo ricoperto d'oro brillò come un sole su un campo di battaglia martoriato, il bagliore dorato del suo cosmo si palesò quando, in un movimento così istintuale da essere fisiologico, spalancò un paio di maestose ali dorate.
    Non si era neanche reso conto di star volando, né di averlo fatto senza nemmeno esserne consapevole, il vento e l'armatura risposero insieme alla sua volontà come se entrambi fossero stati arti che non aveva saputo di avere prima di quel momento. Si sentiva rinato, il suo cosmo così poderoso da strabordare, in lui un senso di giustezza e completezza mai sperimentato prima di quel momento.
    Poi guardò in basso, e vide la battaglia che stava svolgendosi ancora e ricordò il suo scopo; stavolta non era più un'impresa impossibile, stavolta SAPEVA di poter fare la differenza.



    Nel soffio del vento vide i corrotti con chiarezza mai sperimentata prima, uno dopo l'altro, la loro malizia e profonda depravazione. Male, male allo stato puro; intollerabile, i suoi occhi non potevano più sopportare una vista così oscena, non avrebbe tollerato un secondo di più che i suoi compagni morissero.
    Le ali si mossero una volta, due, mentre il nemico rivelava l'orribile forma di spire fuse, unite insieme in un unica chimera di terribile malignità. Ecco come si facevano strada sottoterra, si trovò a pensare nel secondo in cui notò che l'attenzione dell'essere era puntata su di sé.
    Bene.
    Le mani si mossero nella posizione che aveva visto assumere ad Anna quando scoccava le sue frecce, la sinistra avanti con indice medio tesi verso il bersaglio e il pollice rivolto verso il basso, un qualcosa che lui aveva provato in circostanze differenti e aveva ricevuto solo delusione e la promessa di riprovarci. Adesso sapeva che ci sarebbe stato ben altro risultato. Gli sembrava quasi di possedere un quantitativo di cosmo illimitato, soverchiante, poteva richiamarne in quantità così massicce da lasciarlo esterrefatto per un singolo momento, quando i due fasci di luce che aveva orientato verso l'alto perforarono un cielo nero di dolore e tragedia. Non aveva tempo per stupirsi, il tempo per le domande sarebbe venuto dopo, non doveva pensare a nulla se non a seguire l'istinto e sterminare ognuna di quelle creature non solo per salvare i suoi compagni e dar loro il tempo di ritirarsi, ma per rimuovere il perenne vantaggio numerico di cui godeva la corruzione. Aveva fortunatamente modo di fare quello, ma prima doveva preparare meglio il terreno.
    L'aura dorata che l'avvolgeva danzò al ritmo della tempesta e al battito folle delle ali dorate, che risposero alla sua volontà; doveva raggiungere i corrotti immediatamente, era assolutamente imperativo sfoltire l'orda prima che l'esercito ne venisse sopraffatto. Di nuovo, quella seconda pelle udì il suo richiamo e, in un singolo attimo, si ritrovò nel fitto dei corrotti.
    Non si fermo, non ponderò cos'era successo o perché o come ci fosse riuscito, non importava, non adesso. La luce dorata si concretizzò attorno al suo corpo, prendendo la forma di una sfera di cosmo che orbitò lì, in quella singola posizione, prima che Vahid svanisse nuovamente, apparendo in un altro luogo del campo di battaglia e lasciandosi dietro una seconda sfera, alla quale seguì un altro spostamento con la stessa routine per una terza volta, una quarta, fino a che non ebbe percorso l'interezza del campo di battaglia nel tempo di un respiro, prima di ritrovarsi nuovamente in alto, sorretto dai flussi di vento.
    Era quasi bello, vedere un numero non precisato di luci dorate avvolta da elettricità rubino nel mezzo di quella massa di carne. Almeno, prima che le frecce calassero.
    Nel cielo notturno due frecce divennero cento, mille, tutte quelle che riusciva a supportare e creare con la sua rinnovata forza. Stelle cadenti che perforarono l'oscurità per dirigersi contro l'orda. Li vedeva, li vedeva tutti, i flussi di vento direzionarono ognuna di quelle infinite frecce verso il loro bersaglio, uno sforzo supportato da uno sguardo che perforava il velo delle dimensioni.

    nioULET



    Ogni freccia era pura energia cosmica insita dell'elettricità che aveva imparato a conoscere ed apprezzare, e della tempesta che lo stava sostenendo. L'interezza della sua estensione cosmica infusa in esse, nel momento in cui avrebbero impattato contro i loro bersagli le lame di vento si sarebbero espanse verso l'esterno, dilaniando quell'oceano di carne e ossa, con una sostanziosa porzione di essere mirata verso l'interezza del corpo del corrotto vermiforme che pareva essere l'arma più potente di quell'esercito.
    Non solo questo, nel momento in cui la sua offensiva sarebbe giunta a compimento le sfere di cosmo che aveva lasciato ovunque sul campo di battaglia sarebbero detonate, nel tentativo di avvolgere l'interezza del campo di battaglia nell'abbraccio di cosmo e fulmine, ghermendo ogni singolo istante di terra toccata dai loro piedi impuri.
    Sebbene non disponessero del massimo del suo potere offensivo, sperava fossero abbastanza da iniziare a sfoltire l'orda e aiutare nella ritirata del resto dell'esercito.
    La priorità restava sempre salvare il resto dei suoi compagni, dopo si sarebbe concentrato su quel disgustoso amalgamo di energia corrotta.



    CITAZIONE
    Energia: blu

    Stato fisico:

    Stato mentale:

    Stato Armatura: Sagitter (VII), Indossata, Integra

    Riassunto azioni: in amicizia e simpatia sparo un Infinity Break, ovviamente senza arco, [AF, Cosmo Straordinario + Elettricità + Vento] contro qualsiasi cosa corrotta nel mio campo di vista, ma qualche centinaio di frecce sul vermone ce le concentro pure. Quando le frecce sono ancora in volo mi teletrasporto all'impazzata lungo tutto il campo di battaglia lasciandomi dietro un sostanzioso numero di sfere di cosmo elettrificato che, nel momento in cui la tecnica colpisce, detonano tutte in sincrono [AD, Cosmo Straordinario + Elettricità]

    Abilità:
    CHIRON'S WISDOM
    la costellazione del Sagittario non rappresenta un centauro qualsiasi, bensì il più grande di loro, il sommo Chirone, maestro di eroi e tra le creature più sagge ad essere mai esistite. Egli mai ha smesso di prestare il suo saggio consiglio ai più grandi guerrieri ad aver calcato i campi di battaglia, perfino adesso il suo spirito vive nel dorato Cosmo del più devoto tra i Cavalieri di Atena, e in tale forma continua a istruirlo in arti provenienti da tempi perduti.
    Nessun ostacolo potrà oscurare la vista del Sagittario, nessuna distanza è troppo ampia per degli occhi che sono capaci di perforare persino il velo delle dimensioni alla ricerca del male; il Cavaliere sarà capace di focalizzare lo sguardo sul suo bersaglio ovunque esso si trovi con precisione assoluta, e raggiungerlo. Le ali dorate che egli porta gli conferiscono la straordinaria capacità di attraversare lo spazio e le dimensioni con il suo stesso corpo, teletrasportandosi tra di esse con assoluta maestria, cosa che gli garantisce [monouso a duello] la possibilità di effettuare un movimento capace di evitare completamente un attacco: egli potrà rilocare non solo sé stesso e suoi colpi, ma anche i suoi alleati. Dove molti imitano questa straordinaria abilità la perizia di Sagitter in essa è ineguagliata, i suoi spostamenti saranno molto più precisi e estremamente meno dispendiosi.
    Non è solo questo a renderlo temibile, tuttavia. Il Cosmo del Cavaliere è poderoso come pochi, faro di giustizia e rettitudine, guida di tutti coloro che posano lo sguardo su di lui: Sagitter è in grado di richiamare una quantità abnorme di energia, cosa che rende i suoi attacchi ancora più temibili e le sue difese muro invalicabile. Tutti i suoi attacchi cosmici saranno effettuati al massimo dell'efficienza possibile col minimo sforzo fisico, cosa che lo rende in grado di sostenere combattimenti prolungati senza battere ciglio mentre i suoi nemici faticheranno a contrastare l'incredibile quantità di potere sprigionato.
    Eppure non è la sua enorme maestria cosmica a fare del Cavaliere il terribile combattente che è, bensì le sue stesse parti costituenti: il suo corpo, il suo spirito e la sua mente. Tutte e tre sono state portate agli estremi limiti della loro estensione, rafforzate fino ad essere una fortezza impossibile da abbattere. La resistenza di Sagitter non conosce eguali, la sua tolleranza ad effetti debilitanti quali fatica e dolore è sublime, sforzi e danni che distruggerebbero un guerriero comune potranno essere stoicamente sopportati. Il Cavaliere è baluardo di Atena, i suoi occhi e il suo maglio, campione tra i suoi fratelli, guida e esempio per chiunque abbia a cuore la giustizia.
    Nessuno può abbatterlo.


    TYPHON'S WRATH
    quando Tifone, essere dalla potenza incalcolabile, diede l'assalto all'Olimpo solo Atena, tra tutti, si erse dinnanzi al suo cammino; essa fronteggiò la mostruosità senza timore alcuno, ferma nella convinzione di essere nel giusto, e il suo coraggio ispirò le altre divinità a interrompere la loro ignominiosa fuga e continuare a combattere. Di quella battaglia leggendaria è rimasta ad oggi solo un eco lontano nel tempo, eppure un frammento della furia del Re dei Giganti ancora esiste, ben oltre le costrizioni che lo bloccano nel suo eterno riposo, nel Cosmo del Sagittario; il potere di un'entità tanto aliena quanto suprema sarebbe stato strumentale nella vittoria contro divini pericoli che, periodicamente, si abbattono sul mondo.
    Con l'immenso rispetto che è dovuto a un'essere così immenso e sommo, il Cavaliere può richiamare in sé la forza del signore delle Tempeste Primordiali, permettendogli di controllare, unite o separatamente, sia il Vento che il Fulmine.
    La manipolazione delle correnti d'aria che Sagitter può adoperare è sublime, pochi sono suoi eguali: egli potrà generare veri e propri tornado, affilare il vento affinché sia sua lama, comprimere e pressurizzare l'aria in veri e propri proiettili, persino incrementare in maniera folle la sua mobilità, spostandosi assieme al vento come se stesse volando, aiutandosi in questo con le proprie ali ma comunque in maniera più grossolana e meno precisa rispetto ad un volo perfetto, o manovrare i suoi attacchi con ancora maggiore precisione controllandone la traiettoria in maniera perfetta con le proprie capacità di telecinesi elementale. Oltre a questo egli sarà capace di generare e rilasciare correnti di elettricità in qualsiasi forma dovesse essergli più necessaria al momento, tutto a voltaggi capaci di polverizzare chiunque dovesse esserne toccato, la maestria con cui questi flussi vengono controllati è millimetrica e capace di compiere evoluzioni telecinetiche che si estendono all'elettricità presente naturalmente nell'ambiente, controllata dal fulmine primevo di Tifone. Essere colpiti da suddetti flussi porterà gravi ferite da ustione, dovute alle temperature elevatissime dell'elettricità, che possono carbonizzare tessuti muscolari, organi e ossa; l'elemento può inoltre gravemente interferire con il naturale funzionamento corporeo, generando spasmi incontrollati, parestesie o paralisi localizzate nei punti colpiti direttamente. Fenomeni che non faranno altro che aggravarsi man mano che si viene esposti al Fulmine Primevo.
    L'unico limite che sussiste alla manipolazione di elementi così sinergetici è la fantasia del Cavaliere.


    SEVEN COLORED LIGHTS
    quale baluardo di Atena cade semplicemente perché morto, quando il male ancora imperversa? Non è un vero Saint quello che lascia qualcosa di intentato nell'eterna crociata contro il male.
    Richiamando il favore della Dea, il Cavaliere potrà agire anche se normalmente sarebbe incapacitato da ferite, fatica, o qualsiasi altra condizione debilitante. [Monouso Duello/Quest]


    ECHOES
    come ogni Cavaliere di sufficiente potere cosmico, Sagitter potrà inviare i propri pensieri nella mente altrui tramite il Cosmo.



    Tecniche:

    INFINITY BREAK
    impugnando l'Arco di Giustizia, il Cavaliere potrà focalizzare in esso il suo Cosmo e, una volta teso, scoccare lucenti frecce. Ogni fascio di così creato conterrà l'interezza del potere di Sagitter: tutta l'estensione cosmica che egli è in grado di generare, concentrata dall'Arco in forma di frecce, ognuna settantacinque centimetri di lunghezza, la cui struttura è composta interamente da Cosmo allo stato puro, percorso da una potentissima corrente elettrica. All'interno di ogni singola freccia si trova un una zona di Vento iperpressurizzato e compresso in uno spazio ridottissimo, roteando in modo da dare al singolo proiettile il massimo potenziale cinetico possibile e controllarne la traiettoria senza errore.
    Se dovessero entrare in contatto, sia che le frecce riescano o meno a penetrare il loro bersaglio, la componente elettrica farà in modo di tentare scaricarsi nel nemico e dunque di sottoporlo a tutti gli effetti nocivi del contatto diretto con un voltaggio irreale. Non solo questo, tuttavia: nel momento in cui toccheranno il proprio bersaglio, l'aria pressurizzata all'interno della freccia, che prima poteva sembrare un semplice modo per direzionare la freccia e aumentarne il potere, potrà espandersi verso l'esterno a discrezione del Cavaliere, spezzando il guscio cosmico che la contiene, e rilasciando un piccolo uragano di lame di vento capaci di tagliare e squartare la carne con facilità. E, se il singolo proiettile dovesse aver perforato il corpo del nemico, tutti questi danni avverranno al suo interno, incrementandone la pericolosità in maniera esponenziale.
    Il numero delle frecce generate da questa tecnica è a discrezione del Cavaliere, può essere una singola freccia dall'immenso potere perforante o una pioggia di morte in grado di oscurare il cielo.
    E' possibile usare questa tecnica anche senza impugnare l'Arco di Giustizia, rinunciando ovviamente alla componente di Arma Cosmica che esso provvede.
     
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    Heghemonìa - Reprise

    IX




    Il cosmo rabbioso della tempesta, la pura potenza degli elementi fluisce liberamente attraverso il tuo corpo riversandosi attraverso il campo di battaglia. Non c'è corrotto che possa ignorare i tuoi colpi. Le carni perforate dai proiettili, dilaniate dal vento affilato e bruciate da archi elettrici di inaudita violenza riempiono il fianco del monte di sangue nero e viscoso come pece.

    Solo il colossale serpente sembra dimostrarsi impervio ai tuoi proiettili.
    Gli strali dorati si infrangono sulle sue scaglie vibranti e l'energia liberata danza sulla loro superficie senza scalfirle davvero.
    Gli squarci irregolari su ciò che dovrebbe essere la testa si aprono appena, mostrando una superficie piena di denti. Sta assaggiando l'aria.

    WXuanay

    Le spire scattano in maniera innaturale. Per un attimo sembra quasi che voglia fuggire, ma la sua ingombrante massa non fa altro che spostarsi alle spalle dell'orda che comanda, facendo tremare la terra al solo passaggio, andando a fronteggiare te e lo schieramento ateniese alle tue spalle.

    Nello stesso istante i corrotti mutilati, guidati da una sola mente, generano uno spettacolo atroce. L'intera massa di vita si estroflette verso l'alto, verso di te. Gli arti si allungano e si assottigliano divenendo simili a pseudopodi. Filamenti simili a capelli si levano in aria. Perfino i vasi sanguigni si sfilano dalle loro sedi e schioccano come fruste. Una potenza biologica senza paragoni, esibita al solo scopo di catturarti e trattenerti sul posto.

    Un suono cavernoso echeggia dalle profondità delle viscere del serpente. Il suono aumenta e rimbomba aumentando sempre più la frequenza. Gli squarci dentati si spalancano, dividendo la testa del mostro in diverse sezioni irregolari, sempre più illuminate da una luce rossastra. Il cosmo fetido emanato da quella cosa è soverchiante e sta per riversarsi con tutta la sua potenza su di te... e su coloro che tanto hai penato per proteggere.

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    Note Master:

    Partiamo con un turno di fight molto semplice: i corrottini trasformano gli arti in tentacoli, fili, appendici oblunghe che tentano di catturarti da tutte le direzioni [ad]. Il serpentone si muove RAPIDISSIMO per porsi in linea con te e l'esercito e usa iperraggio [AF] a Nera.




    Edited by Him3ros - 11/7/2022, 14:29
     
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