The triviality of a sad human's play

Vampiro → Cielo di Saturno (W.o.A.)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Seeker of Knowledge

    Group
    Black Saint
    Posts
    2,481
    Location
    Brescia - Modena

    Status
    DEAD

    Vampiro → Cielo di Saturno

    The triviality of a sad human's play

    W.o.A.




    deep into the darkness where I hide
    the monsters are buried down deep inside
    you never know when they're satisfied
    buried down deep where the sun don't shine
    you're wasting away




    Dal diario del monaco Radu cel Bătrân, Vice Priore del Monastero di Snagov:



    3 ottobre 1521
    Perdonami, Padre. Ho fatto di tutto per non deluderti, per non peccare. Ho sbagliato, ho chiesto il tuo sacro perdono e ho accettato ogni tipo di sofferenza con la fede risoluta che una persona come me dovrebbe dimostrare in ogni occasione. Mi sono pentito e ho pregato. Mi sono inginocchiato e ho pregato ancora, chinando il capo con tutta l'umiltà di cui sono capace.
    Tuttavia il mio cuore è pieno di paura e dubbio, bocche fameliche che divorano la mia anima. Davvero mi stai mettendo alla prova in questo modo? Davvero non c'è altra via per mostrarti la mia devozione? Ti prego, Padre. Non costringermi a vivere con quest'ombra che grava sul mio spirito. Qualunque sia la ragione o il valore di questa prova, temo che mi farà cadere nel terrore più profondo. Ti supplico, concedimi la salvezza. Infliggimi mille pestilenze, concedimi la lebbra, graziami col nero della carne morta, ma non permettere a questi mostri di distruggere la mia mente con le loro trame malefiche.

    -

    5 ottobre 1521
    Ho chiesto perdono, il Priore mi ha garantito che la mia sincera contrizione smuoverebbe anche il più altero dei Santi Protettori. Ho acconsentito a tornare al mio giaciglio dopo due giorni e due notti di veglia disperata. Temo il momento in cui i miei occhi si chiuderanno, lasciando spazio a ombre ben più scure della notte d'autunno. Temo la solitudine, poiché queste visioni sembrano temere la presenza delle caritatevoli anime dei miei fratelli e non mi tormentano quando mi trovo con loro. Mi abbandono al sonno con una flebile speranza nel petto, ma nessuna preghiera può allontanare gli infausti presentimenti che mi affliggono.

    -

    6 ottobre 1521
    A nulla sono valse le confessioni e la fede. Gli incubi mi hanno vinto con una prepotenza violenta, trascinandomi in un pozzo oscuro di terribili immagini. Ero immobile, ancora consapevole del panno che stringevo tra le mani al di fuori dell'inconsapevolezza onirica, ma avevo già visto troppo perché la mia anima potesse reggere. La mano mi trema mentre cerco con tutto me stesso di non piombare nuovamente nell'orrore. Ho visto frammenti di un mondo lontano, diverso, più freddo. Una terra calpestata da mostri e non da uomini. Le mura del monastero erano ridotte in polvere e cenere. Scheletri di metallo all'orizzonte si levavano a insozzare il cielo. Carri di ferro arrugginito pieni strani meccanismi di resina e vetro e pigmenti crepati affollavano strade nere, come di pietra sciolta. Il Priore mi ha intimato di tacere, non appena ha sentito queste parole. Parla di peccato. Di una mente non abbastanza devota e piena di favole da paesani. Eppure io credo. Così come credette Giovanni davanti alla fine di ogni cosa.

    -

    9 ottobre 1521
    Ho visto lo squarcio, in quel mondo di un futuro lontano, una croce fiammeggiante con un cuore nero. Ali articolate, il sembiante dei servi di Satana coronati di gloria infernale. Eserciti di esseri deformi, la pelle colorata come l'iride e le squame dei pesci. Sacrifici. Vittime di un mostro assetato. Il cielo ferito come una finestra su un mondo di stelle vicine e immensi pianeti e anelli di polvere. La ferita stillava Male. Nero e carminio, rubini e pece. La forma di una chiave tra lunghi artigli. Non dovrei scrivere tali parole. Mi è fatta proibizione di riportare le mie visioni con tale precisione. Il Priore ha minacciato di rinchiudermi nella mia cella se avessi osato profferire parola a tal riguardo. Tuttavia nemmeno posso ignorare i palesi avvertimenti che il mio infausto dono mi dispensa, insieme alle tremende sofferenze che ne derivano. Chiedo perdono ai miei fratelli, qui e ora, poiché dovrò sognare di nuovo, un'altra volta, per comprendere. Per il bene di tutti. E ogni sogno mi porta sempre più vicino al pericolo di perdermi. Sento già su di me il tanfo della morte, il sapore del mio stesso sangue che cola tra le labbra e gocciola sulla mia veste come se desiderasse di propria sponte di abbandonare il suo contenitore.




    Dalla lettera di Suor Agatha al Priore Mircea Cercel:



    Sua Eccellenza,
    vi scrivo con mano tremante per darvi quest'infausta notizia. Ormai tre albe fa abbiamo trovato un monaco del suo monastero privo di sensi sul sentiero fangoso che circonda la pineta. Era avvolto in un grezzo panno bruciato e null'altro. Io stessa ho dovuto coprire la sua vergogna col mio mantello, per proteggere gli occhi delle novizie, già atterrite dall'infausto incontro. Il corpo era scosso da forti tremiti, emaciato, pieno di lividi freschi, ancora rossastri e altri ancora, più vecchi, già violacei e verdastri. Il volto era sfigurato da profonde ferite. Con l'aiuto del figlio del mugnaio l'abbiamo portato al villaggio, per non rischiare di farlo cadere sul ripido sentiero del convento o, ancora peggio, di spalancare le nostre porte a un folle abbandonato dalla grazia di Dio Onnipotente. Ho deciso comunque di rimanere e prestare le prime cure. Non ho trovato alcuna ferita oltre ai tagli sul viso che, Dio mi protegga, avevano scorticato la carne tanto in profondità da ledere le palpebre e gli occhi. Le unghie delle mani erano spezzate e consunte, lorde di sangue rappreso. Nostro Signore abbia pietà di un atto tanto orrendo contro la sua opera. Una volta ripulita la sporcizia e rimosso il sangue, sono riuscita a vedere oltre la maschera di dolore che, in un primo momento, mi aveva impedito di riconoscere il mio stesso cugino da parte di padre. Scrivo a Voi nella speranza che sappiate dirmi cosa possa aver sconvolto tanto il cuore gentile di Radu, che ho amato come un fratello. La notte appena trascorsa l'ha sfiancato. Urla di agonia hanno svegliato il villaggio e vaneggiamenti di eserciti infernali e chiavi nere e altre blasfemie hanno avvelenato le orecchie di tutti i presenti. Egli giace immobile da diverse ore, un solo filo di fiato trattiene il suo spirito. Ormai l'ora è tarda e non temo più per la sua vita, ma per la salvezza della sua anima immortale. Rimango ormai sola, a piangere l'ultimo parente che mi rimane.
    Prego per voi, il vostro monastero e la comunità tutta affinché non si abbia a ripetere una simile tragedia.




    6vgdAlI



    Note Master:

    Eccoci qui. Ho optato per qualcosa di estremamente specifico, che può essere un'idea di arrivo o di partenza, in modo da lasciarti libero di spaziare quanto desideri. Vorrei che ti ispirassi a quanto scritto/ascoltato rispettando ovviamente la condizione della mietitura. Lascio a te il collegamento e le motivazioni che spingono il personaggio a desiderare il dominio del Cielo. L'ottenimento della Chiave Nera potrà avvenire nel tuo post, ma dovrai considerare anche il duello. Have fun!


     
    Top
    .
0 replies since 9/10/2021, 17:42   72 views
  Share  
.