[trama][mega quest Atlantide] High Hopes - Parte 3

Attacco a Sud

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    Protogenos of Death

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    Le orde del Caos vengono travolte dai vostri sforzi congiunti, ma decine e decine di demoni compaiono dal nulla rimpiazzando quelli appena abbattuti. Presto i Marine del Caos vengono quasi completamente sostituiti da creature aberranti, al comando di Ignatius.
    Il suo corpo muta e diviene sempre più grande e, con un gesto rapidissimo, pone entrambe le braccia innanzi a sé ed una coltre di oricalco oscuro si frappone tra lui e i vostri attacchi.
    Il rumore è assordante, così come terribile è l'impatto, tanto potente da spazzare vie e congelare tutto ciò che lo circonda.
    Tuttavia la barriera ha avuto l'effetto di assorbire completamente i vostri assalti, a spese dell'essenza dei demoni del caos.

    Notate che il suo potere è in qualche modo legato alla fonte che sta riversando sull'area tutta quella forza.

    Vi osserva uno ad uno e, sebbene non riuscite a scorgere i suoi occhi sotto l'elmo orripilante, potete percepire che sta fissando la vostra essenza.
    Vi sentite scrutati e sentite un profondissimo desiderio di porre fine a questo eterno dolore, a questa guerra senza fine. Vi sentite stanchi, improvvisamente il peso di tutte le vostre battaglie si fa quasi insopportabile.
    Il vostro corpo inizia a ribellarsi e ad urlare, come a chiedervi pietà e sollievo... un sollievo che ciò che si sta svegliando oltre quel pilastro di pietra nera può darvi...




    3Am36Fn




    Eccoci.
    Praticamente ogni forza del Caos che non sia il tizio viene spazzata via. Ad un certo punto la corruzione del Caos si fa fortissima e tutti venite toccati da essa.
    Immaginatela una potentissima tecnica di influenza mentale a suprema, quindi estremamente difficile da vincere.
    Mentre ciò avviene non riuscite a capire cosa sta per fare Ignatius, quindi dovete anche considerare questo pericolo.
    Sanya ha un certo tipo di plus vs il Caos grazie a Yorith e tutti potete anche cercare di unire le vostre forze per cercare di vincere la tentazione.
    Considerate però che non è che la vostra forza sommata si frappone alla tentazione, semplicemente da un plus ad ognuno di voi in qualche modo.

    Per chi arriva da Nord invece, la situazione è la seguente:
    Fuori dalla fortezza la situazione non è cambiata rispettoa prima, cioè c'è una battaglia navale tra le tre ammiraglie e tot navi del caos piccoline che cercano di fare muro per evitare che altra gente entri nella fortezza.
    Potete cercare di sfondare le difese e entrare anche voi o inserirvi nella battaglia navale per annientare le forze del Caos, o cercare di annientarle, e provare a tirare giù la fortezza se le cose dovessero mettersi male.
    A voi :zizi:






    Edited by Gorthaur - 16/1/2021, 21:48
     
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    High Hopes
    Parte 3

    1







    Avrebbe affermato il falso dicendo che l’intero equipaggio sulla nave, così come molti dei soldati nei mezzi di battaglia, non si fosse lasciato andare ad un grido di vittoria. Non era riconducibile ad un grido di gioia, quanto più a quello di uno sforzo prolungato per troppo tempo e lasciato finalmente andare – un’ammissione di sconfitta del nemico, quanto di sofferenza per le truppe stesse. Avevano perso diversi uomini, e una sostanziosa parte ancora portava le ferite dell’esposizione alle energie nemiche. Eppure lì, con Eaco – troppo affaticato dallo scontro, che adesso si era aggrappato alla superficie della nave – il Primarca di Scylla non poté fare a meno di battere con forza un pugno su una delle superfici di oricalco, imprecando e dannando le truppe del chaos che era cadute o fuggite. Davanti a loro, invece, si stagliava quello che sembrava essere un enorme portale – che lasciava intravedere un nuovo scenario di battaglia; probabilmente il sud e – più nello specifico – il luogo in cui la parte più sostanziosa dell’esercito atlantideo aveva ingaggiato battaglia con il resto delle forze di Nurgle. Raia, la situazione! Ce la fai ad andare avanti? Esclamò attraverso il comunicatore, preoccupato per le condizioni dell’amica. Si concentrò per un attimo in un estensivo riepilogo dei danni che anche la Almighty aveva riportato alla fine di quel movimento d’attacco. Era danneggiata in più punti, alcune divisioni delle bestie facevano ancora fatica a produrre droni d’attacco, ma avrebbe potuto sostenere un’altra traversata – specialmente per ricongiungersi con gli altri compagni. Concentrati com’erano stati nella propria battaglia, Oliver non si era nemmeno permesso il lusso di domandarsi più delle condizioni degli altri all’epicentro del chaos. Le sue, quelle del suo contingente e di Raia lo avevano già preoccupato abbastanza fino a quel punto.



    Soldati! La sua voce risuonò attraverso qualsiasi canale di comunicazione, sia mentale che fisico. Per un attimo ancora, si permise di appoggiarsi sul trono del posto di comando. La sua posizione non era dritta, attaccata allo schienale, ma piegata con i palmi sulle ginocchia, su sé stesso – come a riposarsi da un grande sforzo. Abbiamo perso molti uomini e donne di valore in questa battaglia. Sapeva cosa stava provando ognuno di loro, anche a metri e metri di distanza. Ma dobbiamo approfittare della stabilità del portale e raggiungere i nostri compagni. Daremo loro l’addio una volta tornati a casa, ora dobbiamo mettere la parola fine su questa storia! Li incitò ancora una volta. Avevano bisogno di lui, del loro re, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per dare loro qualcosa a cui aggrapparsi in quel momento. Sia Oliver che Raia lo avevano promesso, d’altronde, e stavano ritornando da vincitori. La nave scricchiolò sotto il peso dell’enorme spectre – che aveva esibito davanti a tutti le sue reali fattezze. Instaurò un canale di comunicazione mentale con lui, dopo aver dato ordine di preparare i motori per percorrere la distanza verso il portale il più velocemente possibile. 'Sono caduti dei soldati di valore sotto il tuo fuoco, e questo non posso – né voglio – dimenticarlo.' Si interruppe, serrando la sua espressione con durezza e stringendo una mano con forza. Non poteva guardarlo negli occhi, ma lo spectre avrebbe potuto immaginare la sua faccia. 'Ma senza il tuo intervento le cose sarebbero andate molto peggio, e per questo ti dico grazie, Eaco.' Una volta che gli fu comunicata la stabilità dei propulsori e la disponibilità a partire in quell’esatto momento, Oliver si alzò di nuovo in piedi – dirigendosi davanti a tutto.'Pronto a dare ancora un po’ la caccia al chaos con me?' E con uno scoppio di cosmo che fece vibrare l’aria sotto di loro, partirono verso la prossima battaglia.


    -




    Lo scenario che si presentò davanti ai suoi occhi – se possibile – fu peggiore della battaglia che avevano terminato poco prima. La scia di distruzione che entrambi gli schieramenti avevano portato si era riflessa in detriti e una vaga aura di cosmo che continuava a permeare – nei suoi effetti più dannosi, dati dall’espressione malata del chaos – tutta l’area attorno. Le ammiraglie degli altri Primarchi, ancora in volo, continuavano a lanciare offensive ed imbastire manovre di difesa assieme a parte dell’esercito. Con un sospiro di sollievo in mezzo a quello che di fatto era un inferno, Oliver poté constatare che nessuna ammiraglia era caduta – che le navi di Siren, Seadragon e Kraken erano ancora alte nel cielo e combattevano con la stessa tenacia con cui erano partite per quella missione in primo luogo. Tuttavia, ci fu una cosa che lo preoccupò subito – ovvero la percezione della presenza amica all’interno del luogo un po’ più lontano da loro, accompagnate da quella che sembrava l’emanazione più terrificante del chaos che avesse mai percepito fino a quel momento. Qualcosa stava succedendo lì, qualcosa di estremamente negativo, che necessitava il loro intervento. Mandò una comunicazione generale alle navi atlantidee che già combattevano in quel punto, si sarebbe portato in alto – con ancora Eaco ancorato al suo mezzo di trasporto – per procedere ad un’ulteriore tattica di sfondamento. Non poté non tenere conto, tuttavia, delle condizioni in cui vertevano entrambi gli alleati che aveva a disposizione – Anzu e Garuda. L’esposizione della vera forma del Giudice ad una quantità di cosmo negativo così alta aveva debilitato il suo fisico – per permettergli di attaccare ulteriormente, avrebbe dovuto usare qualcosa di efficace e distruttivo in modo da aprirgli la strada. 'Io farò sfondamento, approfittane, ti seguo a ruota.' Raia, invece, non poteva sopportare altri contatti diretti, anche un solo colpo in più – ben assestato – avrebbe messo in grave pericolo il suo trasporto, e lei dentro.



    Le comunicò telepaticamente di scendere non appena la via si fosse liberata, di non perdere altro tempo su quella nave, e di teletrasportarsi non appena ci fosse stata l’occasione. Fatto ciò, chiese a Benedict, nella sua nave, di dare man forte alle altre ammiraglie nel combattimento esterno, assicurando una stabilità al di fuori dell’ambiente in cui – a breve – si sarebbero calati. Con velocità, quindi, la Almighty spinse i propulsori al massimo della loro velocità verso l’alto, utilizzando i sistemi di rilevamento per localizzare con efficacia la fonte di cosmo più grande e negativa, quella che – con molta probabilità – stava venendo affrontata dal resto della squadra. Senza nemmeno delegare il compito a qualche soldato posto ai comandi delle diverse divisioni, Oliver armeggiò ancora una volta con il quadro, facendo scorrere cosmo e dita sulle funzioni atte a preparare il lancio più potente. Ecco cosa avrebbe fatto, avrebbe lanciato l’arma di Scylla più adatta ad una situazione del genere, l’orso, sfruttando le capacità che la nave avrebbe permesso lui di usare attraverso la linea di discendenza del Primarca.



    Prima, però, si sarebbe dovuto occupare delle navi minori in volo, anche attorno al punto che aveva scelto per muovere l’azione e poi discendere. Rapidamente, le acque di Cariddi rotearono ancora una volta attorno alla sua ammiraglia, sempre più velocemente, per poi esplodere verso l’esterno in un movimento circolare – orbitando in maniera tale da tentare di togliere di mezzo le navi del chaos, allontanandole da quel punto o facendo perdere loro quota, indebolendole. Nello stesso momento in cui l’assalto iniziale fosse quasi terminato, Oliver avrebbe lasciato andare la quantità di cosmo e oricalco accumulato per formare l’animale più grande e potente – lanciandolo con una propulsione che avrebbe dato una forza ancora maggiore durante l’impatto con quello che sarebbe stato l’ultimo nemico, in basso. Quella volta, il messaggio fu rivolto ai guerrieri all'interno, che stavano portando avanti la battaglia. 'RINFORZI!' Il gigantesco drone-orso, carico della capacità di privare le energie a contatto, oltre che a creare gravi danni interni a qualsiasi cosa avesse incontrato il suo cammino, si sarebbe riversato verso il basso come un missile – tracciando una linea diretta verso il punto in cui i sistemi della nave avevano acquisito la mira. Avrebbe aperto e sfondato qualsiasi tetto o superficie ci fosse stata sotto di lui, garantendogli un’apertura per entrare. La velocità e la forza di impatto avrebbero avuto l’effetto di allontanare e consumare ciò che ancora permeava l’ambiente circostante, in modo da permettere ad Eaco di lanciarsi subito dopo, seguendo la scia dell’attacco che aveva lanciato.



    Subito comunicò le sue intenzioni all’Esarca, ancora una volta, incitandola con nuovo messaggio telepatico. ‘Hanno bisogno di noi, raggiungiamo i nostri compagni.' Senza aspettare un secondo di più, subito dopo, si diresse con un contingente dei suoi soldati verso i pod che avrebbero lanciato dopo la discesa dello spectre, in quel luogo. L’idea di affrontare qualcosa di così pericoloso gli provocò un brivido lungo tutta la spina dorsale, ma i suoi compagni erano laggiù, e nessun moto di paura lo avrebbe trattenuto con abbastanza forza da impedirgli di intervenire personalmente. Con la coda dell’occhio osservò il suo compagno tenno, Guardiano di Mechanus, avvicinarsi ad una delle capsule di lancio. Glielo aveva negato, nel modo più categorico. Diverse furono le obiezioni di Neumannus ma Oliver gli aveva ordinato di restare perché non avrebbe affidato a nessun altro la propria nave. Doveva rimanere lì per dare ulteriore supporto al Primarca di Seahorse, così come coordinare nel modo più efficiente i sistemi di attacco e difesa della sua stessa ammiraglia, che – con l’assenza di Oliver – avrebbe dovuto sfruttare il massimo delle capacità. Forse era stato troppo duro con lui, ma anche il tenno capiva la gravità della situazione – gli aiuti dovevano essere ben divisi tra le due parti, e il tempo non era dalla loro. Cuordimetallo attivò un piccolo pulsante sul lato, e tutti i pod vennero espulsi dietro, con velocità sempre maggiore. Sarebbe atterrato, proprio assieme alla squadra che aveva vinto a Nord, al loro fianco – scale indossata e in guardia per continuare il combattimento più importante, insieme.



    Eppure sarebbe stato così facile far terminare tutta la battaglia. Avevano già subito numerose perdite e ciò che avrebbe potuto terminare tutto si trovava proprio lì – oltre i rumori della guerra che stava andando avanti. Era inutile, perché avrebbero dovuto continuare a combattere qualcosa che sarebbe potuto terminare così facilmente? Il corpo di Oliver si sentì improvvisamente stanco, come la stanchezza di qualcuno che non riusciva più a continuare, nemmeno un singolo giorno – nemmeno un singolo respiro o movimento del proprio corpo. Voleva porre fine a tutto, voleva che le sofferenze dei suoi uomini, dei suoi compagni – le sue stesse sofferenze – sparissero completamente. Il peso di una consapevolezza tale lo avrebbe schiacciato, lo avrebbe messo a terra, e a terra avrebbe potuto riposare. Lasciarsi andare e convincere gli altri, che ancora stavano combattendo, a fare come lui. Perché combattevano? Perché dovevano continuare a prolungare quelle sofferenze? Non sarebbe stato meglio lasciar andare tutto e finalmente abbracciare ciò che stava accadendo, finalmente smettere di combattere per gli altri.


    Combattere per gli altri.




    Il flusso di coscienza lo portò ad un pensiero diverso, chiuso nella sofferenza di quel danno mentale che lo cullava, oltre che metterlo in estremo pericolo. Sentì gli sforzi di tutti aggiungersi ai suoi, sentì la bolla che il Dio Nero aveva creato assieme al Kraken, che si aggiunse alla reazione del proprio cosmo, che corse a tentare di porre qualsiasi difesa possibile a gran parte del suo cervello. Sentì il sangue e il sudore di tutti – gli sforzi sotto la pressione di un assalto che mirava a portarli allo stremo delle loro energie. Non avrebbe potuto permettere loro di farsi carico del suo peso, si sarebbe rialzato come sempre – stringendo i denti – percependo il sangue scorrere lungo il suo volto e bagnargli la pelle. Si sarebbe rimesso in piedi, anche con la mente che urlava di risparmiare altri sforzi simili, e sarebbe andato avanti assieme a tutti loro – perché era la cosa giusta da fare, perché era l’unico modo per salvare il mondo da quella piaga.



    hiaAmxR


    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Accusa stanchezza, nausea e pressione. Grave danno mentale attenuato dalle difese mentali organizzate.
    MENTALMENTE Ξ //
    STATUS SCALE Ξ Indossata - Ottimo

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Portandomi con la nave in alto, perpendicolarmente al punto in cui quelli della squadra Sud si trovano, utilizzo il big tornado per destabilizzare tutte le navi nemiche sulla traiettoria [ad] e sparo un orso a forza straordinaria+privazione cosmica+danni interni [af] per sfondare e colpire il nemico principale che gli altri stanno affrontando.

    Dopo aver aperto strada all'attacco di Eaco, mi lancio per raggiungere il resto del gruppo, lasciando Benedict a gestire fuori, e lasciando la mia ammiraglia a combattere con le altre.

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione [Orso, Forza Str.]
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Big Tornado ☼
    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante.


    Cold, the air and water flowing
    Hard, the land we call our home

    Prima composizione bestiale di Azae.
    Il pugno dell'orso. Attraverso la manipolazione del proprio cosmo, e della propria armatura, Oliver può trasformare parte della sua scale - dotandola di grandi guanti meccanici, o gambali più robusti - per colpire il nemico con maggiore forza; procurando all'obiettivo, se andato a segno, gravi danni interni. Se non manifestati sotto questi aspetti, i poteri dell'orso possono trasformare parte della scale, facendole assumere l'aspetto di un grosso martello. Rottura di ossa, emorragie, tutto a disposizione della conformazione contundente che la scale di Scylla può assumere. Quando viene utilizzato lo spirito dell’orso, inoltre, il colpo a distanza assumerà le fattezze della stessa bestia – dirigendosi in prossimità dell’avversario per tentare di colpirlo con i suoi possenti artigli, causandogli – in caso di riuscita – lo stesso tipo di danno che causerebbe un impatto fisico dell’arma cosmica. [Danno: Interno, Rottura di Ossa - Arma: Grossa, Contundente]

    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 7/3/2021, 14:43
     
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    ‡ High Hopes ‡Joint Task Force
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    Oh, quanta fame.

    Combattere, muoversi. Esistere, soltanto.

    Azioni che richiedevano per un demone divora mondi una quantità enorme e proibitiva di energia.
    Energia che avrebbe prima o poi dovuto reintrodurre nel suo organismo in qualche modo. Gli sarebbe tanto piaciuto sfondare il pannello laterale della nave di Oliver e divorarsi velocemente il primo mozzo o soldato che gli capitava a tiro, assieme a tutti quelli incordi per aiutare la prima vittima. Oh, quanto era affamato, e stanco.

    Le ali racchiuse attorno al magro corpo, alle costole sottolineate dalla pelle nera, lo aiutavano a radunare i pensieri, a rilassare anche per soli pochi secondi la mente.

    Gli occhi rimanevano attivi, come un’entità separata dal resto del corpo. Efficienti telecamere di sorveglianza che registravano qualsiasi dettaglio, colore, movimento.
    L’enorme portale che si aprì dopo il collasso dell’Ammiraglia non fu difficile da annotare.
    Oh, quanta fame.
    La voce di Oliver gli trapanò maleducatamente la stanca mente, blaterando lamentele che si sarebbe aspettato da uno studente del cosmo, da un giovane principiante, non un Primarca.
    Chiuse un attimo gli occhi, l’ammontare di informazioni che il suo cervello stava elaborando era troppo intenso per sopportarlo assieme alla voce e alle frecciatine di un atlantoideo viziato dalla bella vita.

    “Oliver, ringraziami ancora una volta e giuro che succhierò il midollo dalla tua spina dorsale come cocktail delle diciassette.”

    Si rialzò, inclinò il capo a destra, un sonoro schiocco d’ossa e legamenti accompagnò il movimento. Stessa cosa dall’altro lato.
    Distese le ali danneggiate, mancanti di parecchie piume e penne in varie regioni, ma ancora funzionanti.
    Aprì il becco, alzò il braccio e si mise un dito in gola. Un getto di fiamme sottilissimo andò a chiudere gli alveoli del polmone danneggiato, uccidendolo e sigillandolo dal resto dell’organismo. Successivamente le fiamme andarono a cauterizzare le varie emorragie del polmone che riversavano sangue prezioso all’interno della gabbia toracica. Così facendo aveva effettivamente dimezzato la sua capacità respiratoria, scongiurando però il sempre più presente rischio di svenimento in mezzo al campo di battaglia e, di conseguenza, la morte. O peggio.
    Con delicatezza riportò fuori la mano, gocciolante di sangue e saliva. Tossì un paio di volte, assestando soddisfatto la riuscita dell’operazione.

    “Io combatto fino alla morte. Dopo la morte combatto ancora, non è che la cosa mi fermerebbe in alcun modo. Apri le danze.”

    D’altronde, Eaco si trovava a casa.

    Tutt’intorno a lui una battaglia di proporzioni epocali si stava sviluppando nelle tattiche più brutali e violenti.
    Esplosioni e massacri si consumavano in una ragnatela di combattenti, guerrieri e barbari di ogni tipo, razza e origine.
    Sotto di lui, parecchie centinaia di metri sotto di lui, vari cosmo di varie origini rombavano fino all’ultima loro goccia. Anche il suo cosmo cominciò nuovamente ad espandersi.
    Dietro le larghe ali si formarono grossi motori ad aviogetto che cominciarono a rombare e sibilare acuti all’aumentare della potenza.
    Il turbine d’acqua e l’enorme orso biomeccanico di Oliver avevano aperto la strada per un bombardamento in picchiata troppo semplice per essere vero.

    Jqxt1hX
    New Order - Elegia



    Sentiva una fonte di cosmo malata e distorta assieme agli altri, più potente e pericolosa. Più interessante.
    Aveva capito quale fosse il suo obiettivo, dopo tutto emanava la stessa energia che il chaos aveva emanato fino a quel momento. Sembrava un gigantesco bersaglio colorato. Una preda allettante.
    Lasciò andare la presa dell’affilato artiglio dalla paratia della nave. Ispirò lentamente, assecondando il suo danneggiato sistema respiratorio e si lasciò andare, abbandonandosi alla gravità.
    Pochi decimi di secondo dopo, aspettando di uscire dal raggio della nave imperiale, avviò i post bruciatori, proiettandosi verso il terreno alla massima velocità raggiungibile.


    I motori e le ali ad esse collegati rotearono ponendosi in inclinazione opposta l’una dall’altra.
    Così facendo il corpo del giudice cominciò a roteare come un proiettile, aumentando sempre più la propria velocità con un getto compresso di cosmo, fuoco e vento, come un missile aria-terra.
    All’interno dell’involucro roteante di piume e muscoli compattati un’alabarda cremisi, composta di cosmo e plasmata con cura dalle Indrajala incastonate nella sua surplice infernale.
    La velocità di rotazione dello Spectre raggiunse velocità simili a quelle della luce, apparendo a tratti come una stella luminosissima in rotta di collisione con la terra.

    Quando sentì l’influenza, no, il pesantissimo attacco mentale provenire dall’agente del chaos sotto di lui, spalancò le superfici alari rilasciando il proiettile rosso prima che il devastante attacco ne compromettesse le capacità di manovra.
    L’alabarda si avviò come un proiettile verso il nemico combattuto da tutti.
    A metà picchiata però, si sarebbe frammentata in milioni di proiettili frammentati, schegge di morte affilata ed esplosiva che avrebbero coperto la zona nemica come una pioggia di piombo capace di oscurare il sole intero.

    “NARAYANASTRA INBOUND”



    Disse intromettendosi violentemente e mentalmente a tutti i cavalieri impegnati nel combattimento.
    E fece solo in tempo a dire quelle due semplici parole, perché immediatamente una sensazione di assoluto oblio lo pervase da cima a fondo, andando a radicarsi nei meandri più nascosti del suo Io, risvegliando parti della sua mente, della sua essenza che aveva persino dimenticato di avere.
    Ogni battaglia, ogni sforzo, ogni sacrificio fatto fino a quel momento aveva appena perso ogni valore, venendo rimpiazzati dalla pura e semplice convinzione che niente, da quel momento in poi ogni sforzo intrapreso per salvaguardare la struttura della sua mente sarebbe stato erculeo e disperato.
    Il complicatissimo progetto che seguiva il suo cervello per calcolare eventi e situazioni venne smantellato brutalmente, riassemblato nel peggiore dei modi e nuovamente smantellato.


    Nel picco dell’emanazione cosmica il suo intero organismo urlò disperato al sistema nervoso di spegnersi il prima possibile, chiamando in causa un riavvio generale del sistema, e così fu.
    Come nei sistemi di recupero automatico dei cacciabombardieri in caso di svenimento del pilota, il subconscio del Giudice prese il controllo delle manovre aeree. Le ali si inclinarono aumentando la deportanza sotto di esse, portando il corpo inconscio del Magister Occidentis parallelo al terreno, ma sempre in balia della pesante gravità.
    Quando riaprì gli occhi le uniche cose di cui aveva l’assoluta certezza erano l’assoluto stato critico del suo sistema nervoso centrale, un solco nel terreno lasciato dal suo stesso martoriato corpo e le schiene di Primarchi e Araldi di Gea che avevano appena subito il suo stesso infame fato.

    Si ritenne fortunato, sapendo che le instaurate procedure di difesa mentale avviate automaticamente dal suo organismo dopo milioni di anni di ripetuti combattimenti gli avevano permesso di salvarsi da una fine certa o quantomeno uscirne meglio di chi non aveva accesso a certi meccanismi.
    Il resto del suo corpo, però, non era messo assolutamente meglio. Aprì poco il becco sporco di sangue e terriccio. Nemmeno un suono riuscì ad emanare.

    Non restava altro che impartire semplici comandi nervosi ai suoi muscoli e pregare che il suo cervelletto fosse ancora abbastanza intatto da mantenere l’equilibrio una volta che bicipiti e tricipiti delle gambe avessero smesso di lavorare per risollevare il suo peso morto. Puntò le ali nel terreno per mantenersi in equilibrio.

    Conscio, perfettamente, che la battaglia non sarebbe per niente finita lì, riavviò a fatica i motori che ricominciarono a scoppiettare e tossire prima di accogliere con non poca difficoltà il flusso di cosmo che faceva da carburante.
    Alzò lo sguardo, attendendo che il filtro rosso si dissipasse dalla sua visuale, preparandosi al secondo round.

    Con la coda dell'occhio notò un paio di hellfire colpire un nugolo di soldati del chaos poco lontano, subito dopo un A-10 Warthog passò scaricando la risma del suo iconico cannone sui rimasugli di una struttura nemica, smantellandola. L'AWACS aveva triangolato la posizione delle navi atlantoidee e di conseguenza la sua.

    Il cupo rumore delle turbine degli Abrams si faceva strada nel campo di battaglia, mentre le cannonate e le mitragliatrici aggiungevano ulteriori note al massacro che si sviluppava tutt'intorno a loro.

    Piccole squadre di fucilieri in equipaggiamento pre-armageddon ingaggiavano con ferocia e ignenuità i soldati del chaos che rispondevano con altrettanta violenza.

    Medici da combattimento lanciavano da parte il loro M4 impolverato per applicare tourniquet alla gamba mozzata fino alla coscia dei fanti atlantoidei buttandogli in bocca stecche di plastica da mordere per sopportare il dolore.

    Squadriglie di FA-18 e Apache ingaggiavano assieme ai caccia e alle navi atlantoidee per aumentare la potenza di fuoco complessiva.

    Lo stendardo del viola teschio alato su ogni mezzo e uniforme.



    Grimoire si era aggiunta alla festa.


    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis
    ENERGIAViola
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE ‡ Ustioni di terzo grado su tutto il corpo, polmone fuori uso ma cauterizzato, spossatezza diffusa
    MENTALMENTE ‡ Grave danno mentale e sistema nervoso danneggiato
    STATUS SURPLICE ‡ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI ‡ Picchiata e alabarda spazialeeeeee che si divide in una pioggia di mini proiettili esplosivi sopra Ignatius


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    Inutili furono i colpi che caddero contro il nemico poichè la barriera che alzò fu rapida e resistente. Fin troppo. Tutto quello che gli avevano riversato contro andò in fumo e l'ira avvolse il petto del Dio Nero. Gli spiriti e le corti degli Araldi continuarono a falciare via l'esercito corrotto mentre l'aiuto di Atlantide con le loro navi e i loro eserciti fu utile fino ad un certo punto.

    Così non sarebbe servio a niente, continuare in una pioggia di colpi per quanto combinati ma poco ben piazzati in fin dei conti allo scopo. Gli attacchi di Seadragon e del Kraken impressionarono positivamente Chernobog ma non servì, nonostante la creatura che Johanna gli mandò contro e l'arrivo - a sorpresa - persino di Garuda (riconosceva la marcatura cosmica del Giudice) quello si limitò ad osservarli. Sostituì il suo esercito marcente e continuò senza indugi la sua missione - qualsiasi essa fosse.

    °Non possiamo continuare così.°



    Un pensiero al fratello prima che il potere cosmico di Ignatius - questo aveva sentito pronunciare da Sanya del Kraken come nome del nemico - ristagnasse in un istante per osservare tutti coloro che si trovava davanti. Percepì il suo sguardo addosso, seppur non fosse in grado di vederlo attraverso l'elmo orribile che portava sul volto, e si sentì perduto. Col fiato corto e il dolore al petto, il sangue che colava dentro la sua darian si rese conto che niente aveva più senso. Combattere e morire, reincarnarsi e morire nuovamente, le lotte interminabili da millenni, da quando G.E.A lo aveva posto su questa Realtà con l'unico compito di soffrire non si era mai domandato il motivo. E se non fosse davvero necessario? E se tutto questo potesse trovare un compromesso, un soluzione dopotutto sembrava esserci. Il pilastro che difendeva Ignatius, adesso che lo osservava meglio, non era poi così crudele e infimo, poteva essere la soluzione.

    Un sollievo.



    emsiIld

    Le braccia caddero lungo i fianchi e in bocca il sapore ferroso del sangue lo disgustò come poche cose. Il dolore aumentò e sentì la sua mente incrinanrsi.

    akQS3PZ

    Era stanco...



    Improvvisamente i dolori delle battaglie precedenti ricaddero sulle sue spalle, sul suo essere e si trattenne dall'urlare. Tremò, strinse i pugni e lottò con se stesso per evitare di collassare sotto quel peso. Aveva appena ripreso potere sul Trono d'Ossa, riconquistato il Nero e per cosa? Per continuare a soffrire? Non era giusto.

    QUESTO NON È GIUSTO.



    La voce della Corte Nera ruggì nella sua anima. Si voltò per cercare lo sguardo di Pan e ringraziò di avere il volto coperto perché lo sguardo che aveva avrebbe fatto inorridire lo stesso fratello. Il suo dominio spirituale tremò, le Zorya apparvero al suo fianco - figure luminose, eteree e silenziose - con uno sguardo carico d'odio e, quando le ginocchia cedettero sotto l'attacco mentale di Ignatius, si pararono davanti Chernobog e PAN sopportando, in parte, il peso dell'ondata mentale. Il cosmo del Nero crepitò, avvolgendosi attorno con la barriera mentale e spirituale delle sorelle.

    IL TUO PARADIGMA È LA MORTE.



    Il terreno molle si piegò sotto il peso della darian, l'orda di spiriti e della sua corte rallentarono la loro avanzata distruttiva perché il loro Generale aveva permesso al dubbio di infiltrarsi nella sua mente. Le Zorya gridarono mute e sangue rosso vivo sgorgò dai loro occhi, dalle loro bocche e orecchie e dal loro naso. Fantasmi silenziosi pronti a cedere per ciò che era Necessario.

    L'ORDINE LA TUA MISSIONE.



    7CT3cIc

    Si rialzò tremando appena, aiutandosi col martello che aveva appena creato. Poi, scuotendosi - o provandoci almeno - inviò un messaggio telepatico sia alle primarche che a PAN, stringendo le dita sull'asta solida e sicura della sua arma.

    °KRAKEN. RINFORZA LA COPERTURA PER SEADRAGON E PAN. DOBBIAMO ABBATTERE LA SUA GUARDIA.

    IO, INVECE, BANCHETTERO' CON LA SUA ANIMA.°



    Roteò il martello tra le dita prima di abbatterlo al suolo accompagnandolo con la potenza del suo cosmo. Il terreno si spaccò, seguendo una traiettoria fino al nemico, eruttando dalle faglie creatisi oscurità impregnata del suo potere spirituale più letale. Indirizzata contro di esso avrebbe dovuto colpire in pieno petto e volto Ignatius, simulando una bordata di oscurità, per bruciargli l'anima col potere di cui si serviva e, alla giusta portata, si sarebbe infiltrata all'interno del suo corpo. Era un marine del chaos ma avrebbe sofferto quando le creature spirituali nascoste all'interno della sua nebbia avrebbero cominciato a divorarlo dall'interno. Le creature create all'interno - se fosse riuscito ad infiltrarle - non avrebbero semplicemente morso ma avrebbero dilaniato, strappato e distrutto dall'interno, bruciandolo col contatto degli spiriti di cui si serviva. Il cosmo nemico era sconfinato ma nessuno poteva sottomettere un Araldo della Primìgena, figurarsi due.



    narrato ¤ parlato ¤ pensato ¤ °telepatia°
    NOME ¤ Chernabog - Audatia
    CASTA ¤ Araldi di G.E.A
    ENERGIA ¤ Viola
    DARIAN ¤ Chernobog [VII]

    FISICAMENTE ¤ contusioni parte superiore del corpo, alcune costole rotte, mente - dall'attacco psionico - compromessa, sanguinante
    MENTALMENTE ¤ l'attacco mentale l'ha messa male
    STATUS DARIAN ¤

    RIASSUNTO AZIONI ¤ creo una difesa rapida con le Zorya per me e pan che immagino sia vicino, dopo aver subito in pieno parte dell'attacco mentale nemico. mando messaggio telepatico per avvertire i tre a terra con me e creo una bordata di nebbia oscura ripiena di spirito che mando contro ignatius [DIV+AD] che quando arriverà vicino cercherà di infiltrarsi all'interno e divorarlo con questi nanocostrutti con la specializzazione di spirito [AF]

    n.b scusate ritardo c.c

    ABILITÀ ¤

    Le Tenebre
    «Gli Slavi, dicono, hanno un'usanza particolare: durante le feste, passano un calice tra di loro radunati in cerchio, non al fine di pregare, ma piuttosto per maledire nel nome degli dei, buoni e cattivi, per ogni buon affare pregando un dio buono, e per ogni cattivo affare maledendo un dio maligno. Questo dio del dolore nel loro linguaggio è chiamato Zherneboh, il che sta a significare dio nero.» Chernobog è l'incarnazione di tutto ciò che è oscuro, malevolo e terribile. Attraverso il Nero egli esercita il suo potere, facendo assumere svariate consistenze e stati fisici alle stesse, plasmandole in più di una forma.
    A seconda della sua volontà, ciò che per gli altri è semplicemente buio, può divenire la più terrificante e letale delle armi. L'ombra può manifestarsi in diversi stati fisici. Che sia una nube di fumo nero, una pozza di catrame o una spada di perfetta e oscura robustezza, sull'ombra non si riflette la luce, tutt'altro. L'ombra spegne la luce, e il Dio Nero è in grado di oscurare completamente la zona che rientra sotto il suo dominio. Nel suo buio, egli vede e può estendere i suoi sensi. Lo stesso non può dirsi per il suo avversario. Persino la luminosità intrinseca dei cosmi altrui non permetterà di vedere più in la di qualche metro. Anche le ombre degli avversari possono essere rivoltate contro di loro, creando di fatto dei collegamenti molto più rapidi, essendo in grado di manipolare l'oscurità presente in campo. Il tocco del Nero inoltre provocherà un dolore fisico superiore a qualsiasi altro attacco dello stesso tipo, la più piccola ferita causata dagli attacchi sferrati con questo elemento è capace di scatenare un dolore inconcepibile.


    Spiriti Vendicatori - Fabbro delle Tenebre
    Una delle abilità del Dio Nero è la possibilità di evocare le anime di quelle creature e degli Eletti periti in battaglia durante il corso dei secoli, che hanno lottato e sono cadute per difendere la Madre. La volontà dell'Araldo è tale da riuscire a guidare gli spiriti di ninfe, satiri, fauni, fate e creature del piccolo popolo, unendoli sotto l'unico vessillo nero della vendetta e del terrore non badando ai mezzi utilizzati ma al fine ultimo che attraverso di essi possa raggiungere. I danni inflitti da queste creature di puro spirito dilanierebbero l’anima di coloro che Chernobog colpirebbe, ricordando loro che non esiste la mera soddisfazione materiale ma anche la coesistenza con l’anima del creato e l'equilibrio dello stesso. Le stesse anime cadute potranno anche difendere Chernobog, facendogli scudo nel caso incontrasse combattenti versati nelle medesime arti. Chernobog inoltre, disponendo dell'abilità spirituale, è in grado di percepire la natura di chi si trova dinnanzi a lui insieme alle esperienze spirituali che lo stesso ha provato sulla sua pelle, riuscendo a percepire la tipologia di esperienza che ha affrontato. Unendo inoltre la sua abilità nel creare illusioni, è inoltre in grado di ricostruire la natura completa di un individuo partendo da una delle due percezioni.

    La specializzazione di Fabbro Spettrale, inoltre, permette di elaborare tecniche in grado di dar forma tangibile all'energia spirituale e agli spettri controllati. Chi viene toccato fisicamente da queste tecniche, oltre ai normali danni spirituali, riceverà danni fisici e verrà privato dell'energia vitale fin tanto che il contatto con tali costrutti permarrà. Questi spettri resi tangibili possono essere respinti fisicamente, anche bloccati, ma non danneggiati. Solo chi dispone dell'abilità Spirito o di poteri similari può sperare di infliggere loro danno e distruggerli. Con la sua specializzazione, il Nero, può creare sia armi spirituali e tangibili - come sopra specificato - ma anche creare dei costrutti semoventi e indipendenti con una basilare volontà, rendendoli in grado di essere autonomi sul campo di battaglia in cui si trovano. Di conseguenza maggiore sarà la consapevolezza cosmica del Dio Nero, maggiore saranno le dimensioni (infinitamente grandi o infinitamente piccole) e il numero delle anime che egli riuscirà a portare in campo.
    Egli è inoltre in grado (dall'energia blu) di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere Il Nero, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.


    Illusioni Mentali
    I poteri di Chernobog, sebbene siano volti a difendere la Madre Terra, sono nati dalla paura: delle tenebre, del buio, dell’ignoto. L’uomo teme massimamente ciò che non riesce a vedere, e spesso fa bene, perché nell'oscurità si celano orrori che sconvolgerebbero gli intelletti più allenati. Il Nero sfrutta le tenebre del suo cosmo per suggerire, far intravedere, o talvolta imporre queste aberrazioni, sfruttando la paura primordiale dell’uomo per tutto ciò che è oscuro. L'influenza di Chernobog si fa sentire non cambiando realmente il paesaggio, ma colpendo la mente stessa dell’avversario, facendole credere cose non vere, inducendo stati d’ansia, paura, dubbi, stati d’animo, dolore, e anche piacere smodato ed euforia. Queste alterazioni saranno veicolate dal tocco delle tenebre o accompagneranno gli spiriti, resi così più forti, ma potranno anche essere instillate da colpi puramente spirituali, che avranno effetto solo se colpiranno effettivamente l’avversario. Le illusioni potranno essere evitate da chi possiede simili abilità o da nemici molto superiori, talvolta anche avversari in parità di energia o inferiori potranno liberarsene a costo di grandi sforzi di volontà, che però andrebbe a ripercuotere il loro equilibrio psicofisico.


    Le Malattie {Apoteosi
    Niente e nessuno può esimersi dalla fine, per quanto a lungo possa resistere il ciclo di concluderà sempre. Il dominio di Chernobog sono le tenebre e gli incubi, l'Oscuro tra i Cinque. Egli detiene il potere di porre fine alle forme di vita attraverso la forza degli Spiriti del Decadimento. Servendosi delle sue abilità e avendo accesso alla Rete del Nero, è capace di scatenare gli aspetti più crudi e letali della Natura stessa. Un Veleno straordinariamente efficace nell'attaccare e far provare all'avversario la sensazione della Morte in Vita (e della morte stessa in taluni casi - only gdr) utilizzando quindi ogni aspetto del suo Paradigma. Ogni cosa è destinata a morire per poter dare il via alla creazione, in un ciclo continuo e perenne di nascita e morte. La differenza di potenza cosmica tra Chernobog e il suo avversario, in ogni caso, svolge un ruolo fondamentale nella diffusione del suo veleno.


    Telepatia
    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può di comunicare telepaticamente con le persone che la circondano.


    TECNICHE ¤



    oCWCKYg
    It must be that old evil spirit. So deep down in your ground. You may bury my body down by the highway side. You may bury my body down by the highway side.
     
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    High Hopes - Parte 3 - Attacco a Sud
    Mega Quest - Trama - Chapter 8

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    Australia


    L'amalgama delle emanazioni cosmiche presenti, riverberò nel devastato campo di battaglia.
    Un campo di battaglia dove, umani e non più tali, stavano combattendo spalla a spalla contro la presenza suppurante del Chaos.
    L'ordine e la rettitudine si scontravano con il caotico vortice dell'entropia e del nichilismo propri dei Poteri Perniciosi.

    L'impatto dei colpi risuonò contro una sostanza oscura, sinistra parodia del sacro Oricalco. il fuoco dei giusti arse con vigore, ma a farne le spese furono solo i demoni minori del dio caotico della putredine, consumati per alimentare la barriera oscura del guerriero arci traditore.
    Questa è la vera natura del Chaos, cangiante e mutevole, pronto a sacrificare i propri fedeli nel momento in cui un qualcosa possa cambiare le carte in tavola.

    Quando gli uomini dimenticano il proprio dovere non sono più tali, diventano meno di bestie. Non hanno più posto, nel il diritto di averlo, nel grembo dell'Umanità né nel cuore dell'Imperatore Dio.
    Che muoiano dimenticati.


    Ma una pressione inaudita minò le salde fondamenta mentali della Primarca che era bambina nel corpo di giovane donna.
    Un senso di vuoto, di nulla.
    la ovattata sensazione di galleggiare nel nulla. Il dolore delle ferite degli sforzi, dello stress dovuto alla battaglia, delle energie di un corpo che energie inizia a non averne più.
    Una porta per sfuggire a quel mondo di sofferenza continua, a quel mondo di guerra incessante.
    Così semplice sfuggire al destino di guerra e conquista, bastava solo varcare la soglia ed abbandonarsi all'abbraccio dell'oblio.

    Le spalle, sotto le piastre della Scale si fecero pesanti, gli occhi persero un poco della lucentezza, la posizione di guardia cedette un poco con le ginocchia che si piegarono verso l'interno.
    Dietro la celata dell'elmo, il volto della Sterminatrice di Dinastie stava perdendo colorito, le labbra si tingevano progressivamente di viola, mentre mantenere la mano in direzione dell'eretico si stava dimostrando impresa sempre più improba.

    Poteva finire tutto. Li ed in quel momento.

    Ed ecco, di nuovo, come nella missione in medio oriente. Il collegamento simpatetico unico e proprio del Primarca del Kraken con il mito tornò a scuotere la realtà stessa.
    L'aria immediatamente prospicente Sanya iniziò a gemere, lo spazio del terreno coperto dalla sua ombra sembrò come sanguinare.
    Il costrutto psionico che costituiva la sorella gemella, Aynas, comparve in un glitch esplosivo, mentre un ammasso di psioni liberi si raggrumò dalla quella che sembrava una ferita nella dimensione reale.

    Ed Aynas abbracciò Sanya, e Sanya abbracciò Aynas, e le due figure iniziarono a fondersi a livello molecolare. La forma fisica, o per meglio dire la proiezione psionica della forma fisica, che costituiva Aynas scivolò come inchiostro sulle piastre della Scale del Kraken mentre il cosmo della primarca subì un'improvvisa impennata, una dimostrazione di potere primevo, che avvolse l'intero campo di battaglia dei colori cangianti dell'aurora boreale mentre la temperatura crollò improvvisamente e strati di brina partirono dai piedi della giovane Artica irradiandosi a raggiera tutto intorno a lei, fino a toccare gli altri Atlantidei presenti, estendendosi anche sui seguaci di G.E.A.
    E chiunque venne toccato dalla brina arcana poté sentire un verso inarticolato che prese la forma di una voce gutturale nella propria mente. Una lingua dimentica da eoni, da ben prima del periodo del Mito, da molto prima della venuta degli dei Olimpici, degli Araldi di G.E.A., dei puerili Dei del Chaos.

    N̅̋Oͯͧͣͨ̅̾
    ́ͨ͌̋̈́̕N̏ͦ͏o̽ͥ́̊͆̓̌n̾̇ ͨö́̊ͥr̊͊ȃ̡̾
    ͧ̿Ňͣ̈́̑ͥ̈̓͜on҉ ̧͋qͣûͩȋ͋̒̑ͯ͋̕
    ͒͌͋͋



    Sangue colò dal naso e dalla lingua della giovane, che si morse fino a ferirsi.
    Lacrime le rigarono il volto ma non erano di dolore.

    Lei, stava per cedere al chaos. Lei stava per venire sconfitta da ciò che era nata e divenuta per combattere.
    Lacrime di vergogna le bagnrono le gote, che vennero sostituite da lacrime di odio e rabbia. I suoi occhi divennero sottili fessure verticali color dell'oro fuso. Gli scarichi della Scale esalarono fiotti su fiotti di vapore che si mischiò alla consistenza brumosa della sua emanazione cosmica caratteristica.
    La sua figura, nascosta dalla nebbia formatasi, assunse forme inumane, mentre le manifestazioni psioniche riverberavano tutto intorno, una tempesta psichica volta a combattere la presenza dell'eretico seguace di Nurgle; sembrò per un istante che gli arti inferiori della Primarca assumessero forma serpentina, mentre carnosi tentacoli occhiuti e zannuti presero a sferzare l'ambiente circostante.
    Ma ad uscire dalla dalla nebbia quantica fu la Stessa Sanya sebbene la presenza psionica latente mostrò una figura più antica.

    Era ora Mestore stesso, la figura del primo Primarca del Kraken, colui che strinse il Patto, a calcare, di nuovo dopo millenni, quelle lande.

    Ed ora come allora, con solo una manciata di ere a dividerli, era sempre e solo GUERRA.

    Anche se ora tu mi uccidessi, eretico, non sarebbe un problema. Il mio Cosmo diverrebbe un fuoco. Verrò presa dall'Imperatore e diverrò un tutt'uno con il Khala, sotto la sua Divina Luce. Attraverso la via dorata guiderò i fedeli donando loro forza, conoscenza, fede e possanza. Diverrò la loro forza, affinché te e la tua stirpe maledetta e condannata non sarete cancellati da qualsiasi sistema di esistenza.

    Lasciò passare qualche secondo prima di continuare.

    Sempre se sarai in grado di uccidermi. Feccia.

    Lo zelo di Sanya tornò a battere con incessante fervore, i circuiti della Scale arsero di rosso vivo mentre il suo cosmo s'innalzava sempre più, vasto e denso come solo il Kraken poteva essere.
    Ed ammantata delle forma psionica di Mestore, Sanya rilasciò il suo potere: una quantità non misurabile di acqua scaturì dai suoi piedi, guidata dalla sua volontà serpeggiò nel terreno, evitando chiunque stesse combattendo il suo stesso nemico, di qualunque natura il temporaneo alleato fosse.
    Il suo potere era diretto solamente all'ammasso di potere caotico che costituiva il traditore ed eretico.

    Lord Oliver... dopo gradirei una spiegazione.
    Comunicò gelida telepaticamente alla volta del Primarca appena giunto sul posto insieme ad un alquanto improbabile compagno di armi.

    Non appena l'acqua fosse riuscita a giungere a destinazione, ai piedi di Ignatius Grulgor, la volontà della giovane si sarebbe ancor più manifestata, creando solidi viticci e tentacoli di acqua che avrebbero tentato di cingere l'eretico nel loro abbraccio per poi solidificarsi in solido ghiaccio in cui avrebbe continuato a scorrere acqua e cosmo all'interno in modo da mantenerli forti e saldi mentre ondate psioniche di abbandono avrebbero cavalcato i tentacoli stessi bersagliando la mete di Grulgor per cercare di tenerlo impegnato e sfiancarlo il più possibile, su più fronti possibili.

    Per la Gloria dell'Imperatore.

    narrato | parlato | pensato | telepatia | parlato Aynas |parlato altri
    NOME Sanya Beršanskaja
    ENERGIA Blu
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Kraken - Grado [VI]
    FISICAMENTE Dolore diffuso, unghie esplose, Lingua lesionata senso di intorpidimento in fase di dissipazione a causa del dolore autoindotto - ulteriori ferite auto prodotte per contrastare il veleno.
    MENTALMENTE Furiosa, vicina al Berserk.
    STATUS SCALE Indossata - alcune incrinature all'addome - In Modalità da battaglia

    RIASSUNTO AZIONI
    Dopo un momento di abbandono e di cedimento, l'intervento di Yorith le permette di resistere, aiutando gli altri dello schieramento a resistere. Momento di orrore dovuto all'ira che monta per essere alla presenza del chaos, per aver quasi ceduto e per le memorie del Khala per la presenza di Diaprepe, Elagia di uno dei due o di entrambi.
    Rilascia ondate di acqua che evitano chiunque dello schieramento alleato, tentando di avvolgere Grulgor in un abbraccio di tentacoli e viticci in cui contninuerà a far scorrere cosmo, acqua e psioni all'interno per assaltargli anche la mente con ondate di oblio.
    Il tutto per tenerlo il più fermo possibile, tentando di sfiancarlo sul piano cosmico, fisico e mentale.

    ABILITÀ
    Gelide Acque degli Abissi
    Supremazia di Yorith (Cosmo Straordinario)
    La Mano Nera (Illusioni Mentali)
    Telepatia

    TECNICHE


    NOTE
    *


    YOU HAVE COMMITTED THE ULTIMATE HERESY. NOT ONLY HAVE YOU TURNED YOUR BACK ON THE EMPEROR AND STEPPED FROM HIS LIGHT, YOU HAVE PROFANED HIS NAME AND ALMOST DESTROYED EVERYTHING HE HAS STRIVEN TO BUILD. YOU HAVE PERVERTED AND TWISTED THE PATH HE HAS LAID FOR MANKIND TO TREAD. AS YOUR OWN DECREES HAVE STATED, THERE CAN BE NO MERCY FOR SUCH A CRIMINAL. I RENOUNCE YOUR LORDSHIP, YOU WALK IN THE DARKNESS AND CANNOT BE ALLOWED TO LIVE. YOUR SENTENCE HAS BEEN LONG OVERDUE AND NOW IT IS TIME ◄◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ ◄ FOR YOU TO DIE.

    Layout by ~S i x ter - un Infinito Grazie

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    CRIMSON DEFILER

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    O
    h sarebbe stato così facile lasciarsi andare, lasciare che quella cosa che aveva appena invaso la sua mente la conducesse per mano all'oblio. Alla fine che il suo corpo stanco e martoriato bramava con così tanta forza. E per parte del tragitto la mente di Johanna si lasciò accompagnare, scivolando via verso quel nulla che le era promesso. Era stanca, così tanto stanca. A differenza di tutti i presenti, Johanna stava combattendo letteralmente da giorni. Il suo corpo cadeva a pezzi, retto solamente dalla sua volontà indomita e dal suo cosmo. Oltre che una intricata struttura di corallo infiltrata nella sua carne. Ogni singolo istante, ogni respiro, ogni pulsazione del suo cuore stanco era un'agonia. Un'agonia che bramava ardentemente una fine. E tale fine le stava venendo promessa oltre quel valico, oltre quella creatura che avevano attaccato fino a quel momento. Sarebbe bastato arrendersi, camminare avanti, lasciare cadere il corallo che la copriva. Oh, sarebbe stato così tanto facile. Johanna era infinitamente stanca di tutto. Stanca di combattere, stanca di portare avanti una guerra che sembrava avere fine o vincitori.

    Così tanto facile...

    Johanna cadde in ginocchio con il capo chino, il peso dell'armatura e del corallo la stavano schiacciando. Non poteva farcela, non voleva farcela. Non ce la faceva più. Era stanca. Rimase lì per qualche istante, mentre l'ingiuria psionica devastava la sua mente. Rimase lì, ad attendere la fine. Poi qualcosa si fece strada nelle sue percezioni mentali. Una sottile intrusione, ma non ostile. Sentì l'influenza di Yorith e di altri che faticò a riconoscere scivolare nella sua mente, opponendosi anche solo per un istante all'influenza di Ignatius. Fu un attimo di distrazione. Un attimo che servì a ricordarle che non era da sola, che stava combattendo anche per tutti i presenti, per tutti quelli che la stavano aspettando ad Atlantide. Mosse il piede, cominciando a rialzarsi. Raccolse ogni stilla di forza e cosmo nel suo corpo per opporli al peso di quest'ultimo e tornare in piedi, fiera e nobile come si addice ad un primarca di Atlantide. Il suo cosmo riprese ad ardere alla massima potenza, facendo tremare la terra immediatamente vicina a lei. Numerosi soldati si erano lasciati andare, incapaci di opporsi a tale potere, ma Johanna era potente. Era l'unica lì dentro ad avvicinarsi in parti alla potenza del loro nemico, quindi l'effetto di quell'influenza mentale fu attenuato da un semplice e crudo fatto: Johanna era potente.

    Serrò quello che rimaneva della sua mandibola mentre il suo cosmo si incendiava ulteriormente. Sangue colò dalla sua bocca, naso e orecchie come conseguenza del massiccio danno neurale subito. Ma era in piedi, pronta. Solo in quel momento registrò la presenza dello spectre e di tutti i nuovi arrivi. Non era il momento di perdersi in tali pensieri, si sarebbe occupata di esso in seguito.

    La voce di Johanna raggiunse tutti i comunicatori delle altre scale, oltre a proiettarsi nelle menti di tutta la zona.

    A tutte le navi e tutti i mezzi, ritirata immediata alla massima velocità. Allontanatevi il più possibile, attivate tutti gli scudi e preparatevi all'impatto - Immediatamente tutte le navi atlantidee cominciarono manovre evasive, allontanandosi dalla fortezza e dallo spazio aereo, mantenendo l'ingaggio e anzi rendendolo più serrato in modo da rendere più difficile alle navi del caos residue di allontanarsi. La Schpeltor si mosse immediatamente, attivando il warp e trascinando con sé quante più navi possibili senza discutere gli ordini di Johanna. Se aveva aggiunto la frase "preparatevi all'impatto" voleva dire che c'era una dannatissima buona ragione per farlo.

    La sua singola parola successiva raggiunse la mente di tutti i guerrieri presenti. Una parola che Johanna non aveva mai proferito fin da quando era diventata primarca. - Exterminatus. - Disse, secca. Rapida, una singola parola che preannunciava distruzione e che portava morte. Il cosmo di Seadragon si avvolse attorno al suo corpo proiettandosi nel terreno accanto a lei. Non stava convocando nessuna nave, nessuno ai comandi dei mezzi udì quella parola. Nessuno si mosse a puntare armi di distruzione sulla fortezza.

    Johanna non aveva bisogno di nessuno per compiere exterminatus



    Con un sinistro scricchiolare corallo scarlatto si innalzò dal pavimento della fortezza attorcigliandosi su se stesso e prendendo rapidamente forma. Una colonna scarlatta sospesa per aria da tentacoli dello stesso materiale, dal diametro di una decina di metri e dall'altezza sempre maggiore. Una forma perfetta, attraversata da un solco che si arrampicava su di esso a spirale fino al suo termine. L'aria fu attraversata da tutti gli attacchi dei suoi compagni di battaglia, e Johanna approfittò di ciò per architettare il suo assalto.

    La parte inferiore della colonna si plasmò in una punta e il solco terminò su di essa. I tentacoli raddrizzarono completamente l'immenso costrutto, mettendolo perfettamente perpendicolare al terreno. Sotto di esso l'acqua generata da Johanna cominciò a roteare su se stessa, formando un gorgo grande abbastanza per permetterne l'ingresso. La colonna venne calata in tale ingresso, dove venne progressivamente spinta. Direttamente sopra il termine della colonna i tentacoli si erano estesi, formando un nuovo circolo in cui l'acqua formò un secondo gorgo. Pochi istanti dopo la scomparsa della colonna nel primo gorgo, la punta di essa comparve dal secondo. Da esso riprese semplicemente a calare scorrendo per finire nuovamente nel primo. Nell'attraversare le acque primordiali, il solco si era riempito di acqua.

    La colonna cominciò a roteare su se stessa come un enorme trivella da estrazione finendo nuovamente inglobata nel portale. Poi spuntò nuovamente dal secondo e il processo si ripeté più veloce a causa del peso del costrutto e della forza di gravità. Johanna puntò le mani avanti, verso Ignatius. Il suo cosmo si estese al massimo il corpo della primarca cominciò a vibrare e sentì parti di carne sfaldarsi a causa dello sforzo. Altro corallo cominciò a sostituire ciò che stava perdendo per l'ennesima volta. E di nuovo, ancora e ancora. Sempre più veloce. Sempre più energia cinetica accumulata da quel costrutto. Johanna cominciò a spingere attivamente l'oggetto nei portali, accelerando sempre di più la caduta libera di quell'immenso blocco di corallo fino a fargli raggiungere velocità terminale. L'intera struttura di corallo che stava sorreggendo tale processo cominciò a vibrare pericolosamente e frammenti volarono in ogni direzione. Altri tentacoli comparvero a dare supporto mentre l'intera colonna nel suo continuo e infinito precipitare si era trasformato in un unico torrente di luce rossa permeato dal cosmo di Johanna fino nei suoi limiti strutturali. Luce rossa pesante migliaia di tonnellate.
    Puntò la mano verso il nemico. Sopra di loro, a migliaia di chilometri di altezza il cosmo di Johanna si addensò, formando una nuova struttura di corallo. Il frastuono proveniente dalle azioni di Johanna era assordante, il pilastro stava ruggendo come il più tremendo dei mostri degli abissi e l'aria stessa aveva cominciato a deformarsi attorno ad essa, venendo trascinata in un uragano verticale che non faceva altro che aggiungere inerzia ad esso.

    Il cosmo di Johanna si era esteso verso l'alto, a chilometri e chilometri di altezza, dove cominciò ad addensarsi e corallo cominciò ad estendersi e ramificarsi in una nuova struttura scarlatta, sovraccarica di cosmo al punto da tingere il cielo inquinato di tinte dorate che proiettarono la loro luce su ogni cosa. Tentacoli in quella struttura di bassa orbita si attorcigliarono creando un anello rivolto verso terra. Acqua cominciò a vorticare in esso, formando un nuovo gorgo.
    Il corpo di Johanna si tese completamente, il suo cosmo si era proiettato verso il cielo, e contemporaneamente raggiunse tutti gli esseri umani presenti, gli araldi e lo spectre. - Reggetevi. -Il corallo si ramificò ai loro piedi, innalzandosi e formando barriere solide che inglobarono tutti i presenti dopo che i loro attacchi furono sferrati. Incluse in ciò anche lo spectre e le sue truppe, sarebbero servite in seguito almeno per il momento. Alla base di tali camere di corallo si formarono altrettanti gorghi che risucchiarono tutti nella dimensione delle acque primordiali. Non potevano sopravvivere naturalmente in essa, per questo prima di risucchiare tutti attraverso i numerosi triangoli dorati li aveva protetti con una barriera di corallo. Johanna alterò in un istante il canale dimensionale, chiudendo uno dei due portali e dando nuovo sbocco al sistema mediante il nuovo gorgo in cielo. La primarca sparì a sua volta in un portale all'ultimo istante.

    [ ATLAS KATASTROPHE]
    O' beautiful planet, i bring you death





    La colonna, il proiettile, precipitò sulla fortezza, su Ignatius e sul pilastro, con tanta velocità da essere un'unica scia di luce rossa, generando più forza di impatto di qualunque ordigno nucleare mai creato nei tempi moderni dall'umanità e rivaleggiando le armi distruttrici di continenti utilizzate durante la guerra tra Atlantide e Lemuria. Impatto che avrebbe poi scaricato tutto il cosmo di Johanna nel terreno generando un effetto simile al vetrificare l'intera area, ma costituito dal diffondersi e ramificarsi completo della piaga dei sentient, trasformando quello scorcio di Australia e tutto ciò che lo circondava in una selva di punte rosse disposte attorno al cratere, inclinate verso l'esterno dall'onda d'urto come se stessero fuggendo dall'orrore bellico generato da Johanna.

    Terminato il propagarsi dell'onda d'urto numerosi portali si spalancarono nuovamente liberando le "capsule di salvataggio che aveva creato", riportando tutti i suoi, compagni, alleati e improbabili alleati alla battaglia.

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    narrato parlato pensato °telepatia°

    NOME Johanna Derham
    ENERGIA Nera
    CASTA Cavalieri Imperiali di Poseidone
    SCALE Seadragon [VIII]
    FISICAMENTE vari lividi sotto la scale, forse qualche corrosione superficiale in zone dove la scale è meno protettiva. Perforazione all'altezza del rene destro e principio di paralisi estremamente dolorosa al lato sinistro del corpo.
    MENTALMENTE danno neurale esteso
    STATUS SCALE danni superficiali

    RIASSUNTO AZIONI droppo un orbital strike sul nemico, e sposto tutti nella mia dimensione del triangolo dorato per non farvi morire, siete protetti da una barriera di corallo così non affogate :zizi: le navi nostre le ho fatte allontanare tutte

    ABILITÀ
    ● PENDRAGON ●
    Il corpo di Johanna è percorso da innumerevoli e intricati circuiti di corallo e orialco atlantideo che fanno parte integrante della sua carne e delle sue ossa. Questo sistema permette una migliore diffusione e controllo del cosmo di Seadragon nel corpo di Johanna, che diventa capace di sopportare una quantità di energia maggiore rispetto ai normali cavalieri. Johanna ottiene così una maggiore massa cosmica da utilizzare durante i combattimenti, per attacchi, difese o per supportare la propria capacità rigenerativa. A parità di potenza Johanna compie meno sforzo nel controllare il proprio cosmo, e a parità di sforzo può di conseguenza evocarne una quantità maggiore che si traduce in attacchi e difese più potenti del normale. Quando il cosmo di Johanna arde alla massima potenza questi circuiti si caricano di così tanta energia da essere visibili attraverso la sua pelle.


    ● SEA OF QUANTA ●
    Alla ricerca di potere in nome del Dio imperatore, il primo re di Atlantide si giunse al cospetto di Tiamat e Apsu. I due immensi draghi di Khaos sono i guardiani e allo stesso tempo costituiscono le acque che scorrono tra le pieghe del multiverso. Il mare primordiale di acque dai riflessi dorati che fa da interstizio all'intera realtà e che fa da divisione a tutta la creazione. Le preghiere di Atlante vennero ascoltate e i due draghi gli concessero di provare il proprio valore affrontando loro figlio: Syphon, un drago il cui corpo era costituito da uno strano materiale corallino e dalle stesse acque primordiali desiderate da Atlante. Atlante si mostrò degno e ottenne la benedizione della progenie di Tiamat e Apsu. Tale immenso potere è stato tramandato a Johanna. La sua volontà ed il suo ruggito sono in grado di scuotere questo infinito sentiero di acque primordiali, che si innalzano e si prostrano al suo comando. Mediante il proprio immenso cosmo Johanna è in grado di generare indefinite quantità di acqua primordiale, che in tutto e per tutto si comporta e reagisce al cosmo come il liquido più puro, privo di contaminazioni. Gli utilizzi di questa materia dimensionale sono limitati solo dalla fantasia di Johanna, e qualunque massa d'acqua ordinaria entri in contatto con il cosmo di Johanna se essa lo desideri si muterà immediatamente in altre acque primordiali per accrescere la potenza distruttiva di Johanna.
    Data la natura extradimensionale di queste acque, Johanna è in grado di sfruttarne le proprietà per piegare il tempo e lo spazio al suo volere. Generando gorghi di acqua primordiale, Johanna può creare portali per l'oceano primordiale al di fuori dell'universo, un luogo di acque eternamente in tumulto che è in verità l'intera esistenza dei due draghi primordiali. Johanna può sfruttare questi portali in vari modi per spostare se stessa o i propri attacchi, oppure per risucchiare l'avversario e imprigionarlo. Se si osservano attentamente queste acque, sembra quasi di cogliere sprazzi di luoghi alieni e lontani tra le sue onde.


    ● THE SENTIENT ●
    La carne del drago Syphon era costituita da due materiali provenienti da oltre l'universo. Uno è le acque primordiali e l'altro, più particolare e infido, è il corallo del dominio. Nonostante il nome, il corallo del dominio è una massa composta da un numero virtualmente infinito di micro organismi, capaci di produrre uno scheletro calcareo da utilizzare come struttura solida. Questi microorganismi, il cui nome collettivo è "The Sentient", sono generati direttamente dal cosmo di Johanna e sono in perfetta simbiosi con il suo corpo. Agendo come estensione della volontà del primarca, il corallo del dominio può plasmare la sua struttura solida liberamente, componendo così una sostanza solida allo stesso tempo incredibilmente solida e versatile. Nelle sue manifestazioni più semplici, il corallo del dominio può crescere come il suo analogo naturale, in forme ramificate ma lievemente più aguzze e crudeli. Bisogna essere abbastanza vicini per poter capire di cosa si tratti veramente, e allora è di solito troppo tardi. Può essere usato per foggiare una infinità di attacchi, o essere plasmato in armi di ogni tipo. Il nome di questo organismo viene dalla sua capacità peculiare. Il corallo del dominio è difatti in grado di invadere praticamente qualunque materiale diffondendosi e proliferando in esso. Questo ha varie applicazioni pratiche. Nel caso tale infestazione avvenga su oggetti e materiali inanimati, Johanna diventa in grado di controllarli utilizzandoli come substrato per il corallo, per poterli rimodellare in costrutti e golem sotto il suo controllo diretto. Questa infestazione avviene anche nel caso degli esseri viventi. Il corallo del dominio è in grado di ancorarsi ai corpi e alle cloth degli avversari, cercando costantemente di infiltrarsi tra le scanalature di quest'ultime ad ogni contatto. Questo per entrare in contatto con la pelle e con le ferite esposte dell'avversario. Una volta raggiunto il suo obiettivo, il corallo comincerà a scavare nella carne della vittima infiltrandosi in essa e ramificandosi costantemente, processo accresciuto ed accelerato ad ogni contatto con nuovi microorganismi portati da successivi attacchi. Oltre a trovarsi sempre più appesantito dato il continuo accumularsi di corallo sul suo corpo, un organismo esposto al corallo del dominio deve fare fronte ad una minaccia ben peggiore. I microorganismi del corallo del dominio sono in grado di interfacciarsi con le terminazioni nervose sulla pelle e nella carne della vittima, nutrendosi dei suoi impulsi nervosi e interferendo con essi in maniera costante e crescente.
    Questo fenomeno priverà gradualmente la vittima del controllo del proprio corpo, e dopo una eccessiva infestazione, dei propri pensieri. Come un veleno senziente che si nutre di volontà, il corallo del dominio nel suo diffondersi in un organismo gli renderà sempre più difficile muoversi in modo coordinato a causa della continua interferenza di impulsi nervosi generati dai microorganismi, che ad un certo punto arrivano a causare spasmi involontari. Dopo un po', diventa difficile anche concentrarsi, pensare in modo coerente, o compiere azioni che sfruttano poteri psionici. Una infestazione completa del sistema nervoso centrale porta all'annullamento irreversibile della volontà e dell'io della vittima. La completa assimilazione nella volontà di Seadragon.
    Essendo il corallo una estensione della volontà di Johanna, essa può agire direttamente sul tipo di interferenza provocata dal suo corallo, come forzare specifici movimenti oppure sovraccaricare lo stimolo per generare dolore atroce e bruciante. Maggiore è l'infestazione, più intenso e difficile da contrastare è questo effetto.
    Il corallo del dominio, in virtù della simbiosi che ha con Johanna, è in grado di mutare in cellule ibride in grado di replicare i tessuti del suo corpo. A conti fatti, il corallo è in grado di rigenerare costantemente il corpo di Johanna, anche nel caso di danni appena subiti, diminuendo perciò il dolore che essi provocano. Questo le conferisce una maggiore sopportazione di ogni tipo di danno fisico. Se necessario, Johanna Può ardere il proprio cosmo per accelerare l'azione del corallo e curare in pochi istanti una grave ferita non immediatamente letale, o una somma di danni minori che raggiunge tale entità, con un consumo energetico appropriato.

    Bonus a energia Nera: Godflesh protocol
    Il corpo di Johanna non è più umano.
    La simbiosi tra Johanna ed il corallo è diventata pressoché assoluta. Johanna è il corallo ed il corallo è Johanna. Il suo controllo su di esso è diventato così preciso da avere perfetta coscienza di dove ogni singolo microorganismo nella sua area d'azione, ed è in grado di muoverli nello spazio come se disponesse dell'abilità telecinesi. Che sia a centinaia di metri di distanza o nel corpo dell'avversario, non c'è differenza. L'unione di tale simbiosi e di una precisione così assoluta le permette di generare o diffondere il corallo del dominio nel proprio corpo senza effetti collaterali, mentre quelli che possono essere considerati danni autoinflitti per la normale fisiologia umana vengono rigenerati rapidamente. Questo apre le possibilità ad azioni impensabili, come irrigidire temporaneamente tessuti molli e organi interni, oltre che assorbire ossigeno disciolto nell'acqua grazie al corallo diffuso nei polmoni. Persino il corallo stesso beneficia di questo aumento di precisione e simbiosi, al punto che la sua normale fisiologia si è alterata. La struttura solida del corallo non è più semplice roccia solida, ma emula l'orientamento e la disposizione delle cellule ossee di un corpo umano. Tale somiglianza non è solo estetica, ma anche funzionale, con tanto di canalicoli capillarizzati atti a trasportare microorganismi in modo da alimentare e rinnovare costantemente il corallo. A conti fatti, se sufficientemente danneggiato, il corallo primordiale sanguina. Ma tale evento è ora incredibilmente difficile da osservare, dato che la combinazione di precisione, simbiosi e una nuova struttura che mima la vita complessa del pianeta, il corallo del dominio oltre a diventare notevolmente più pesante acquisisce la proprietà robustezza straordinaria. Infine, data la nuova precisione e complessità, il corallo del dominio è in grado di utilizzare la sola acqua primordiale come substrato per generare costrutti.
    Questa è la vera forma del corallo di Syphon, ed è distinguibile da ogni altro materiale analogo grazie alle bioluminescenze cangianti che scorrono sulla sua superficie, come vene luminose.


    TECNICHE

    ● GOLDEN TRIANGLE ●
    La massima espressione del potere dimensionale di Seadragon è il triangolo dorato. Alla base di questa terrificante tecnica vi è un gorgo generato da una quantità di energia tale che la sua stessa forma viene deviata dalle strane geometrie che animano il mare primordiale, trasformandosi in un flusso triangolare di energia dorata. Questo gorgo è una voragine sulla dimensione controllata da Johanna e genera la propria influenza sulla realtà mediante una attrazione mostruosa, potenziata dal cosmo straordinario di Seadragon, non dissimile da quella di un corpo celeste. Questa è attrazione è perciò in grado di sradicare dalla realtà ogni cosa davanti a sé e inghiottirla nell'oceano primordiale che si cela dietro il suo splendore. L'oceano primordiale è una infinita massa di acque primordiali dove luce e buio non esistono, c'è solo l'aliena manifestazione di due entità liquide che esistono come interstizio tra gli universi. Il triangolo dorato è una via d'accesso per il corpo di Tiamat e Apsu, dove la loro stessa esistenza è nociva e distruttiva per ogni entità che non abbia il loro benestare. Le correnti di acqua primordiale affogano, distruggono, lacerano, mordono e pervertono la mente annullando concezioni di tempo e di spazio ponendo menti limitate dall'universo di fronte ad istanti stiracchiati come ere geologiche e ossimori incomprensibili. L'oceano primordiale è semplicemente troppo alieno per permettere l'esistenza di chiunque al suo interno, se non di Johanna o di chi abbia il suo permesso. Persino gli altri viaggiatori non hanno accesso a questo oceano, trattandosi due entità primordiali eternamente intrecciate e in flusso continuo. Se necessario, Johanna può sfruttare due o più versioni minori del triangolo dorato per spostarsi sul campo di battaglia. Se spalancato sott'acqua, il triangolo d'oro da subito origine ad un gorgo di proporzione e potenza apocalittica, aggiungendo il peso dell'acqua roteante alla sua attrazione. Invece se fatto sulla superficie del liquido, il portale si sposterà con esso.
    Nel caso Johanna lo reputasse opportuno, può creare una complessa impalcatura corallina attorno all'apertura del triangolo dorato, in modo da dare un percorso solido su cui il vortice può scorrere. In questo modo, data l'estrema robustezza del corallo data dal protocollo della carne divina, combinato con la potenza superiore del cosmo di Johanna, rende fare collassare il portale se non impossibile estremamente difficile e dispendioso. Una impalcatura ramificata può anche essere utilizzata per forzare il potere del triangolo dorato in triangoli di minore dimensione.
    Dato che il portale risucchia ogni cosa sul campo di battaglia, nel caso corallo del dominio già presente venisse risucchiato, esso viene immediatamente frantumato dalle correnti dimensionali e disperso all'interno del triangolo dorato, e - nel caso l'avversario fosse stato risucchiato dal portale - dando inizio all'infestazione nel corpo nemico o facendo progredire quella già in corso.
    In un normale duello, la vittima di questo portale viene scagliato fuori poco tempo dopo, ma data la natura distorta dell'oceano primordiale, per essa sarà trascorso un tempo indefinibile.



     
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    Le ossa che gli uscivano dalla carne, il sangue che colava sul terreno, il respiro sempre più pesante. Il semplice muovere le dita era un sforzo immenso. Avrebbe voluto guardarsi intorno, far volare lo sguardo verso le varie fonti energetiche che lo circondavano, Atlantide e Spectre. Avrebbe voluto guardare con più calma quel paradosso svolgersi davanti ai suoi occhi, ma non poteva, non c'era tempo, non aveva più tempo.
    Intorno a lui, la Corte degli spiriti si stava mostrando al mondo, spiriti assassini carichi di odio, pronti per il Giorno dell'Odio. Un picco energetico davanti a lui, in direzione della cuspide del male che aveva davanti. Chernobog lo aveva capito, aveva predetto in qualche arcano modo cosa stava per accadere, ed aveva sguinzagliato i suoi poteri mistici nella sua direzione. Una briciola di panico si diffuse nel suo animo, no, non a lui, non a Pan, proteggi qualcun altro, proteggi chiunque, io posso resistere, io posso farcela.
    Nessuna di quelle parole lasciò la sua mente, l'oblio lo aveva già avvolto.

    Il corpo di Pan cadde in avanti nella terra morbida.
    Il suo corpo era percorso da spasmi dolorosi, come fulmini che gli friggevano la spina dorsale. I suoi occhi andarono fuori asse, si ingrigirono, e divennero quasi ciechi. Ogni suo senso era ovattato da quel cocktail melenso di dolore e attraente pace che l'oblio gli stava offrendo. Dare un taglio a tutto, finirla una volta e per sempre, niente più esistenza carica di dolore, la cancellazione dei sensi, il Nirvana.
    Il suo corpo rimase sospeso tra lo spazio ed il tempo, mentre un utero di pietra rossa e acqua primordiale lo avvolgeva. Nulla aveva importanza, nulla era importante...

    In piedi.

    Chiuso nel suo mondo di dolore e nebbia, circondato da voci e rumori ovattati, l'araldo cominciò a sentire qualcosa. Qualcosa di limpido, qualcosa di definito in una terra di ombre opache.

    In piedi!

    Una voce. La sua voce.
    No, non la voce della Palingenesi, ma la voce di Dennis. Una voce che come una scintilla fece divampare le braci del suo cervello. Ci era già passato, il dolore, la promessa di una fine facile e senza sofferenza, nulla di tutto quello era nuovo per lui. Un bambino che piangeva, seduto con le ginocchia al petto, coperto di sangue e ferite, che aveva dentro di se il dolore di milioni di mondi. Cosa aveva detto a quel bambino? Quali erano le parole che era riuscito a sussurragli, mentre l'intera esistenza lo stava torturando in ogni angolo del suo essere?

    Fear not.

    I am here...

    I am here...



    Era li, era con loro, non li avrebbe lasciati andare, non li avrebbe abbandonati.



    Il suo corpo tornò steso sulla terra, ora brulla ed a tratti vetrificata. Non aveva idea di cosa fosse successo, non gli importava, non era importante, l'energia del mostro del Caos era ancora li, come un tumore maligno. I pugni di Pan si strinsero, e dal suo corpo steso cominciò a gorgogliare fuori un'enorme ondata di energia cosmica, tanto potente da spaccare la terra, tanto vasta da creare una colonna luminosa alta centinaia di metri. Ogni cellula del suo cervello si mise in moto, sopperendo a quelle danneggiate. Un processo di rigenerazione ad altissima potenza si stava propagando nel corpo dell'Araldo, un processo che riscaldò l'aria intorno a lui a temperature elevatissime. Le ossa ritornarono in asse, le fibre muscolari si riallacciarono, le capacità cerebrali tornate a livelli che gli permettevano di rimanere in piedi. Pan si rialzò puntellando il piede destro per terra, vomitando sangue e altri liquami da bocca, naso e occhi. Respirare era difficile, ma Pan era in piedi davanti al mostro, ora reso quasi un gigante dai poteri blasfemi di cui si cibava.
    Ed era soltanto l'inizio...
    Il suo organismo accentuò l'utilizzo di cosmo, il suo corpo divenne così carico da portare la sua pelle ad arrossarsi, spaccarsi e bruciare. Il sistema di rigenerazione stava lavorando a pieno regime ed in tandem con la straordinaria possanza fisica dell'Araldo solo per evitargli di esplodere in un universo di luce. La sua stessa Darian si stava riempiendo di sottilissime crepe sparse in vari punti, ma a lui non importava, a Dennis non importava. L'unica cosa che aveva senso per lui in quel preciso momento era trasmettere un messaggio alle mostruosità davanti, sopra ed accanto a lui, un messaggio che si sarebbe propagato oltre il buio dietro le stelle, un messaggio per chi in quel momento era anche soltanto in grado di coglierlo:

    We hold the line.


    Si mise in posizione di attacco, una posizione basilare, semplicissima, la posizione di uno scattista al blocco di partenza, una posizione che Pan aveva perfezionato e modellato sul suo corpo grazie allo sforzo congiunto di milioni di vite, una posizione perfezionata in nove miliardi di anni.
    Il cosmo rombava e ruggiva come il motore titanico di una nave, i suoi occhi ancora feriti erano ancora in grado di puntare il suo obbiettivo.

    E partì, correndo come mai aveva fatto prima.

    Un passo.
    La terra sotto di lui si piegò come un lenzuolo. Svariati apparati del suo organismo stavano lavorando al centodieci per cento solo per non collassare, solo per continuare ad esistere.

    Due passi.
    Sentiva le sue ossa creparsi e ripararsi ogni millisecondo, ma non si sarebbe fermato. Non avrebbe permesso che quel male di continuare ad infettare il suo mondo ferito, non avrebbe permesso ai demoni da oltre l'oscurità di spegnere la luce delle vite che aveva dietro di se, perché lui era li per loro, perché li avrebbe salvati tutti.

    Tre passi.
    Era quasi arrivato, ma il corpo era al limite. Tutta quell'energia concentrata in un contenitore così stretto stava cominciando a corroderlo come acido bollente. Le crepe nella Darian divennero più profondo, i suoi polmoni erano al limite del collasso, il suo respiro era fuoco e veleno, ma non poteva fermarsi.

    Quattro passi.
    Vicino. Estremamente vicino.
    Chiuse li pugno destro, mentre l'energia cosmica che lo stava sia tenendo in vita che uccidendo si diresse verso il suo arto. Nessuna strategia intricata, nessuna tecnica ricercata, un pugno dato con tutto quello che il suo corpo materiale era in grado di dare, dritto al cuore del Marine. Il colpo più potente che era in grado di scatenare, la sua arma finale.

    Cinque passi.
    Il su pugno era caricato con tutta la curvatura possibile dalle sue spalle. La respirazione era troppo dolorosa, per quell'ultimo attimo Dennis decise di trattenere il respiro, mentre un mondo di luce gli divorava la carne del braccio destro. Quel braccio era diventato un vero e proprio ordigno pronto ad esplodere, Quasi ogni traccia di pelle era scomparsa fino sotto la spalla, bruciata dall'energia di milioni di mondi. Si, sarebbe esploso con tutta la rabbia e la potenza che dimoravano nell'Araldo, lacerandogli la carne e le ossa nell'eventuale deflagrazione, un sacrificio che sarebbe stato felice di accettare, mille e mille altre volte ancora.
    Il colpo fendette l'aria, e Pan si preparò all'impatto.

    Su4sahH

    B.F.G | ENERGIA VIOLA | PAN [VII]
    FISICAMENTE - Ossa, muscoli e pelle in continuo danneggiamento causa consumo di cosmoMENTALMENTE - orribili danni neurali
    STATUS DARIAN - indossata, crepe sulla superficie

    RIASSUNTO AZIONI - Vado in ASSOLUTO overdrive rigenerativo che mi tiene in piedi ma che sottopone il mio corpo ad un enorme stress solo per uscire da uno stato vegetativo, carico il pugno destro con ogni singolo grammo di cosmo possibile al momento per colpire Ignazio in pieno petto con inaudita violenza carica di giusto pregiudizio
    ABILITÀ -

    TECNICHE -
    1:

    Stella marina.

    La struttura cellulare di Pan diventa più flessibile, il suo processo di guarigione diventa un vero e proprio fattore rigenerante che gli permette di ricreare varie parti del corpo ferite o addirittura mancanti, tutto al prezzo di un dispendio cosmico direttamente legato alla gravità della rigenerazione attuata.


    NARRATO | PARLATO | PENSATO | °TELEPATIA°
    GEA IS A SYSTEMS ARCHITECT AND THE MULTIVERSE IS AN INFINITELY RECURSIVE ARCHITECTURAL SIMULATOR
     
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    L'ambiente che vi accoglie è completamente stravolto, non vi è alcuna traccia che possa ricordare ciò che era un tempo.
    La fortezza, le colline, gli accenni di foresta, più nulla.
    Vi è in lontananza del vapore acqueo che sale dove la terra incenerita incontra il mare.

    Solo una cosa è rimasta in quel mare di cenere...

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    Liberato dallo strato superficiale di ossidiana, il pilastro risplende di luce bluastra, mentre l'energia caotica sembra rientrata... come se ora qualcuno ne avesse il pieno controllo.

    Coperta all'essenza del pilastro, l'emanazione cosmica di Ignatius si abbassa dopo aver reagito all'attacco di P.A.N. e le sue numerose ferite iniziano a rimarginarsi.
    Fa qualche passo di lato, come a lasciar spazio all'oggetto, ponendosi comunque in posizione di combattimento.

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    Non la sentite? Si sta risvegliando, ciò che ha donato a me può donarlo anche a voi

    Mentre parla sentite la sua voce rauca gorgogliare, mentre del sangue esce dagli angoli della sua bocca ed il pallore della sua pelle si fa cadaverico. Eppure potete percepire la sua energia vitale intatta, così come la sua emanazione caotica.

    Poi, il pilastro inizia a sgretolarsi, divenendo polvere e fumo come mai fosse esistito e lasciandovi intravvedere al suo posto una figura assai minuta, una bambina bardata di paramenti blasfemi.
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    Il corpo è leggermente deforme, con una testa troppo grande ed il corpo che - ad uno sguardo attento - sembra crescere ogni istante. Sotto la pelle diafana potete notare gli organi muoversi e mutarsi.
    Il suo sguardo si fissa sul Primarca del Kraken e su Chernobog, a cui sorride.

    Che bello vedervi di nuovo, spero il tempo e le incarnazioni vi abbiamo mostrato come la Realtà sia un vano costrutto destinato a cedere alle sue naturali pulsioni. L'interrompere le nostre navi dirette a Nord non ha fatto altro che rallentare la decadenza... cui nessuno può porre reale ostacolo. Dalle guerre tra Urano e Phanes, prospero in ogni frammento di Realtà che si decompone...

    Il Dio del Caos si muove fluttuando pochi centimetri dal suolo. Si osserva le mani, come a saggiare il grado di rinascita ed una smorfia fa capire quanto sia distante dal risultato desiderato.

    Poi il cielo si frantuma improvvisamente e oltre le crepe potete vedere le sterminate ed orribili distese della Dimensione Oscura, verso cui si stendono le braccia di colei che un tempo fu l'Esarca di Ningyo.
    L'energia del Caos viene richiamata da Nurgle ed il suo corpo inizia lentamente, ma inesorabilmente, a crescere.

    Ignatius, occupati di loro mentre completo il rituale.

    Subito l'Esarca Caduto scatta in avanti, brandendo la mazza e schiantandola al suolo a pochi metri da voi, alzando un terremoto di terra, detriti ed Anticosmo, in una sorta di maremoto di pura distruzione.




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    Eccoci.
    Nurgle si risveglia parzialmente. Chernobog e Kars hanno i flashback del vietnam :zizi: chi è connesso al khala percepisce Kars, PAN percepisce il Caos, Garuda percepisce un bersaglio.

    Ignatius vi spara una sorta di botta a Forza Straordinaria+Anticosmo a cono. L'attacco è ad energia nera.

    Nurgle/Elagia è a suprema, se volete potete cercare di attaccarla.

    Se vi dividete i bersagli ditemelo che vi apro poi due topic nuovi per non far casino :zizi:




     
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