[trama][mega quest Atlantide] High Hopes - Parte 2

Attacco a Nord

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    Oliver Ramirez Ξ Primarca di Scylla (VI) Ξ Energia Blu

    High Hopes
    Parte 2

    5





    Schioccò la lingua in segno di disprezzo. La nave del nuovo arrivato sembrò distruggere con successo parte della flotta che avevano davanti, affiancandosi a quella del Primarca di Seahorse. L’ammiraglia, tra la sua Almighty e la Bird of Prey, subì parzialmente il loro attacco combinato – procedendo nella solita fuga e nel solito riposizionamento tattico. Alzò gli occhi al cielo per un breve secondo, prima di tornare ad armeggiare con i comandi e dare precisi ordini alla truppa che si trovava con lui, sul ponte di comando. Fu sul punto di comunicare a Raia la nuova strategia, quando sentì una pressione improvvisa – proprio come momenti prima. Il presentimento trovò conferma quando, nel voltarsi, osservò la sparizione delle navi minori, quelle ingaggiate da Ben ed Eaco, con conseguente formazione circolare attorno a loro. Strinse i denti, sapeva cosa sarebbe successo dopo.



    ‘Preparatevi, pronti a rispondere a dovere’





    Cominciò a sentire la spinta gravitazionale portarli all’interno di quella che sembrava una trappola dimensionale, dalla struttura simile a quella che avevano usato per chiudere le sue truppe, la prima volta. Fortunatamente, la sua nave e quella dell’altro primarca possedevano la stessa capacità di sopportare danni dell’ammiraglia, ma la sua preoccupazione si concentrò esclusivamente sui suoi soldati. Le loro navi avevano una potenza minore, così come la capacità di resistenza. Perfino la nave di Garuda avrebbe opposto la sua resistenza a quel colpo. Tuttaiva, a differenza della prima volta, quella trappola era mirata a lasciarli alla deriva, in un moto confuso che non li spingeva necessariamente in un unico centro – come un buco nero – tentando di schiacciarli. Questa volta era visibilmente più improvvisata, più scoordinata del previsto. A reperire questa debolezza ci fu una vampata di anticosmo, espressione tipica delle truppe del chaos, che avrebbe messo in difficoltà la capacità di resistenza del loro oricalco.



    No, non questa volta. Strinse i denti, concentrando il cosmo, che fluì naturalmente sui comandi della nave. Un rumore profondo, simile ad un rombo, esplose nell’aria circostante. Lo spazio nella sfera, già distorto, cominciò a piegarsi ulteriormente – generando un’iniziale esplosione d’acqua, che prese a roteare con velocità e sicurezza attorno a loro. Le navi, inizialmente disperse a causa del movimento innaturale, furono catturate nelle acque dell’immenso gorgo evocato da Oliver, che andò a dare loro un movimento ben preciso, combattendo e contrastando le spinte portate avanti dalla trappola. L’acqua attorno a loro aveva il compito di saturare parzialmente lo spazio, in modo da rendere impossibili movimenti offensivi nei loro confronti, così come ridurre la violenza di altri. In quel momento, mentre le sue forze andavano a proteggere gli altri da una fine certa, lanciò una nuova comunicazione alla Bird of Prey – che non sarebbe stata necessaria – Raia sapeva già cosa fare, in un momento del genere. Anche lei, come tutti gli altri, sapeva mostrare una capacità di adattamento a tecniche già rivolte contro di loro. Poteva cambiare l’effetto, ma la meccanica era sempre la stessa. Le avrebbe permesso, assieme alla difesa precedente, di ottenere equilibrio necessario a muoversi in modo tale da portare avanti un altro attacco. Un altro ancora, per togliere di mezzo le truppe di codardi e caduti al chaos.



    Prima di osservare la nave dell’amica muoversi velocemente, mandò un altro messaggio al ponte di comando su cui si trovava Benedict. Avrebbe mosso il gorgo in modo tale da nascondere il più possibile numero di navi dietro di loro – schermandole dall’onda di anticosmo e proteggendo i meno solidi. Il gorgo portò l’esercito al centro delle acque, stabilizzato dalle correnti controllate da Eaco. Oliver sentì l’energia negativa dirigersi verso di loro, e fu allora che decise di alzare un’ulteriore barriera protettiva. Un’innumerevole serie di gorghi – stavolta tenuti in posizione orizzontale – comparve attorno a loro. Il cosmo caricato all’interno delle stesse acque di Cariddi, dalla nave, brillò per un attimo, cambiando il loro colore da un azzurro quasi luminoso al verde dei fondali marini. Aveva impresso nella serie di grandi cerchi d’acqua la capacità di indebolire un attacco cosmico grazie alla privazione dell’energia. L’anticosmo, passando attraverso quella barriera di vortici, sarebbe uscito abbastanza indebolito da poter essere gestito con altri metodi di difesa. Attorno a loro si creò una vera e propria struttura d’acqua, composta da dimensioni variabili di Big Tornado, organizzati in angolazioni tali da gestire l’arrivo di quella parte d’attacco nemico. Diversi allarmi suonarono e l’elaborazione dei danni fu presa in carico dalle divisioni opportune – i cui soldati andarono ad analizzare. Non sarebbe bastato solo quello, ecco perché – appoggiandosi un secondo all’oricalco dietro di lui, ansimando per lo sforzo, raggiunse la mente di Eaco. Gli chiese di rinforzare la difesa che aveva appena creato, per proteggere l’intero battaglione, in modo da poter rispondere a tono e togliere di mezzo quella minaccia. D’altronde, si trovava nella loro stessa situazione. In quel momento, il Primarca avrebbe osservato Anzu fare la sua mossa, andando ad intervenire sulle navi che li stavano intrappolando grazie alla sua capacità di teletrasporto.



    Si resse, prima di dare l’ordine di salire verso l’alto. La potenza di fuoco – con l’arrivo di Eaco – si sarebbe rivelata anche più grande, e ne avrebbe approfittato per riversare sull’ammiraglia di Nurgle una pioggia tale da annichilire qualsiasi tipo di forza nemica. Sarebbero volati centinaia di droni-aquila, lasciati cadere come missili, dotati della sua capacità di poter colpire con una violenza tale da tranciare le navi a metà, oltre che perforare e causare danni ai sistemi interni – assieme alle truppe nemiche che si trovavano nei veicoli. I danni inflitti, poi, sarebbero stati aumentati e resi più pericolosi dalla sempre presente capacità di privare cosmo a contatto, in modo da rendere più deboli anche le eventuali difese.



    Osservò gli altri fare lo stesso, seguendo la sua stessa tattica, lasciando cadere e riversando sulle navi nemiche – scoordinate dalla loro precedente onda sonora – una carica disumana di colpi. Acqua, fulmini, suono – rumore della battaglia che aveva già scosso, fino a quel momento, l’ambiente circostante. Le navi, indebolite come dovevano essere dagli assalti delle abilità di Scylla, si sarebbero viste contro la potenza di fuoco congiunta di tutti loro, un assalto che non aveva altro scopo se non annichilire la forza opposta. Nessun altro trucco, niente più temporeggiamento – soltanto la più brutale espressione dei poteri, supportati dall’odio verso chi stava mettendo in pericolo la loro stabilità, verso chi non meritava di camminare quella terra o solcare quelle acque. Il cielo si illuminò ancora una volta, e le esplosioni si riversarono con un boato.




    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Accusa stanchezza, nausea e pressione dall'attacco precedente
    MENTALMENTE Ξ Determinato
    STATUS SCALE Ξ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Uso big big tornado per raccogliere le navi allo sbando e portarle al centro, dove poi le proteggo con un complicato sistema di specchi e tornadi che hanno privazione, indebolendo l'anticosmo che arriva. Dopo che Raia ha fatto il suo, cerchiamo di volare con tutta la flotta per bombardare il nemico dall'alto con aquila a forza strao+perforazione all'ammiraglia[af] aggiungendo ad ogni colpo la privazione cosmica [ad]

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione [Orso - Forza St.]
    Markup 'Strength' - Forza Straordinaria (Temporaneo)
    Markup 'Drain' - Privazione Cosmica (Temporaneo)
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Big Tornado ☼
    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante. Imparando a gestire questa nuova capacità, Oliver è stato in grado di sviluppare impieghi differenti - soprattutto se connessi al suo stile di combattimento e ai poteri concessi dalla scale


    This, the song of sons and daughters
    Hide, the heart of who we are.

    Terza composizione bestiale di Azae.
    Le ali dell'aquila. Attraverso il potere di questa particolare tecnica, Oliver potrà utilizzare una serie di lame, dotate di forme ricurve e aerodinamiche, per poter attaccare a distanza il nemico. Suddette armi avranno la particolare capacità di essere controllabili a distanza, potendo compiere movimenti - anche innaturali - se dettati dalla mente del Primarca. Di solito posizionate sulle braccia, possono anche spostate in corrispondenza delle gambe o, all'occorrenza, assumere la forma di due pugnali, di taglia media. Le ali dell’aquila, inoltre, possono avere lo stesso effetto – se trasmesse alla sua variante cosmica. Essa sarà controllabile, nella sua direzione, dalla mente del Primarca, venendo impiegata per le stesse strategie – con la stessa natura offensiva; alla stregua di un missile guidato. [Danno: Tagliente, Traiettoria guidata - Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante]


    And we all lift, and we're all adrift together
     
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    ‡ High Hopes ‡Last Voyage
    II

    L’impatto contro la nave fu tremendo. Prevedibilmente, la strutturalità dello scafo della Vivama, già pesantemente compromessa, venne immediatamente meno.
    La nave intera si piegò su sé stessa ad un angolo di 60°. La pancia della bestia, spezzatasi, cominciò a riversare uomini e risorse nell’infinito buio al di sotto delle nuvole.

    Con gli ultimi stralci di cosmo, il clone della USS Missouri manteneva faticosamente quota.
    Altrettanto faticosamente Eaco manteneva la forma umana.
    Strinse i denti con tutte le sue forze, quasi a frantumarseli.
    Le tempeste di anticosmo imperversavano tutte intorno alla nave, mentre l’ammiraglia del Chaos si teletrasportava prevedibilmente per lidi più calmi, parecchie centinaia di metri lontano da loro.
    Lasciò il lavoro sporco alle sue vedette, i suoi incrociatori minori.

    Sentiva il chiacchiericcio degli interfoni atlantoidei, comunicazioni frammentarie piene di terrorizzato professionalismo.
    Si guardò le mani, appoggiate sulla plancia. Intorno a sé soldati e marinai cercavano invano di resistere alle intemperie causate dall’anticosmo, per descriverle elegantemente.
    Lo strato esterno della nave, di metallo infernale, venne totalmente a mancare.
    La Vivama si rivelò come un macabro scheletro meccanico di ingranaggi, motori e cannoni, quasi spezzata in due dal peso della battaglia.
    Eaco chiuse i pugni. Li chiuse forte. Un rivolo di sangue scarlatto cominciò a gocciolare dai palmi, martoriati anch’essi dalla precedente battaglia.

    “Enough.”

    Un suono basso e continuo, uno sfrigolare di una miccia, come dinamite accesa.
    Una larga aureola di cosmo rosso, sottile, elegante e macabra apparve attorno al cranio del Giudice.
    Le ali della surplice si ruppero, rivelando lunghe e belle penne nere. Più nere del nero più profondo.
    L’elmo scomparve, i lunghi capelli corvini divennero anch’essi parte del manto di una ripugnante quanto aggraziata creatura aviana.
    Quando la surplice scomparì del tutto, GARUDA apparve.
    La cittadella della Vivama esplose, rivelandolo in tutta la sua apertura alare.
    Nella parte più alta del becco, bianco come l’avorio, due piccole fessure piene di rosso rappresentavano gli occhi.
    La Vivama perse quota, piangendo e tossendo dai suoi motori malandati.

    “Un’ultima volta, per favore.”

    La grossa corazzata aumentò immediatamente i suoi giri. Nello sforzo, i motori due e quattro esplosero immediatamente.
    Uno e tre aumentarono gli ottani iniettati nei cilindri, cercando di recuperare quota.
    GARUDA sbatté le ali. Un tornado di vento devastante si porse immediatamente come avversario alle correnti di anticosmo del Chaos, dando qualche secondo di tregua alle navi atlantoidee.
    Oliver pensò in fretta, come richiesto da un leader.
    Sentì il proprio peso annullarsi, assieme a quello della martoriata nave. Ad un tratto si ritrovò posizionato al di sopra del gorgo, al di sopra delle navi satellite e dell’ammiraglia.

    Se non fosse riuscito a colpirla direttamente, le avrebbe colpite tutte indistintamente. Atlantoidee comprese.
    La Vivama fluttuava spazzata a parecchie decine di metri dietro GARUDA, sospeso in aria dalla sola vibrazione delle sue penne.
    La furia che lo attanagliava era talmente concentrata da sfalsare la sua forma ai nudi occhi di chi lo osservava, come un ologramma disturbato dalle interferenze della realtà.

    Chi osservava la vera forma del Giudice di Hades sapeva, quasi istintivamente, di essere giunto inevitabilmente alla fine della propria vita terrena.

    Era un istinto primordiale, geneticamente intrecciato nelle trame cellulari di tutti gli esseri viventi.
    Era un’alabarda di distruzione e un ambasciatore della morte più pura.
    La Vivama si alzò continuando a perdere liquami e carburante, come un frutto troppo maturo.
    In quell’orribile posizione contorta appariva come un’estensione deforme delle ali del suo padrone.
    Si alzò fino a bloccare il sole, fino a filtrare ogni raggio di luce, filtrandola di rosso, che tutto coprì al di sotto.
    Un buio scarlatto, disteso come una coperta su ogni cosa. Su ogni combattente, su ogni essere vivente e non.

    L’equipaggio della Vivama, ormai ben conscio del proprio destino, si ancorò al meglio delle proprie possibilità allo scafo rimasto. Quella era la fine per loro. Solo ancorandosi a un pezzo stesso del loro Giudice potevano in qualche modo sperare in una lontana salvezza.
    La Vivama vibrò, venature di cosmo rosso cominciarono a scuoterla ovunque, parti di attrezzatura si sganciarono scricchiolando, minacciando sempre di più la stabilità di quell’ultimo suo disperato volo.
    Le nuvole dipinte di rosso, come giovane sangue arterioso, premonivano la più grande delle distruzioni.
    GARUDA allargò le braccia, innalzando il capo verso il buio sopra di lui, verso l’oscurità da lui creata.
    I turbini di vento cessarono, il cielo si aprì.

    Jqxt1hX
    Mozart - Lacrimosa



    Sotto al Giudice, le sue prede. Attorno al Giudice, le navi Atlantoidee, ignare della situazione.
    “Oliver.” Si introdusse mentalmente, con violenza selvaggia, nei pensieri del Primarca.

    “Farai molte scelte difficili nella vita. Assicurati di una sola cosa, e guardami bene nel farlo, guarda cosa sono realmente.”

    La Vivama raccolse tutto il cosmo al suo interno verso il centro della struttura, inglobandolo in una sfera di pura energia. Venne poi trasferito tramite un sottile raggio al cuore di GARUDA, un raggio dallo spessore di un capello e dall’energia di un piccolo sole.
    Terminato il trasferimento, il secondo paio d’ali del Giudice, la sua Deep Purple, si frantumò, polverizzandosi al vento.

    “Non diventare mai come me.”

    L’aureola del demone cominciò a vibrare e inspessirsi, aumentando la luminosità sempre più.
    Una sfera dello stesso colore si formò davanti all’aureola. Una piccola sfera di cosmo iper compresso della grandezza di una biglia.

    “Perché non ne sopporteresti il peso.”

    La biglia scattò, perdendosi immediatamente nei riflessi rossastri di quella battaglia violenta.
    Un attimo di silenzio, in cui persino il vento di entrambe le fazioni parve fermarsi.
    Avrebbe voluto dire agli Atlantoidei di chiudere i boccaporti, di reggersi forte.
    Di pregare. Non avrebbe avuto molto senso in quel momento.

    Un flash accecante. Il millesimo di secondo dopo il fronte idrodinamico dell’esplosione, la prima parte dell’evento, avrebbe spinto la materia attorno a sé in tutte le direzioni con una violenza inaudita, come un pistone che spinge contro la materia circostante, comprimendola e trasferendo la propria energia sotto forma di un'onda d'urto sferica. Il solo blast dell’esplosione avrebbe frantumato la struttura di ogni mezzo nelle vicinanze se non propriamente schermato o protetto da simili eventualità.

    Subito dopo la deflagrazione sarebbe sopraggiunto l’irraggiamento termico da radiazione elettromagnetica, unendo l’utile fenomeno fisico del trasferimento energetico tramite calore, pura forza cinetica e catalizzazione delle radiazioni che, inevitabilmente, sarebbero andate a propagarsi nella zona, alterando la struttura cellulare di ogni creatura nelle vicinanze, fermo restando fosse sopravvissuta in qualche modo all’ondata di energia termica capace di polverizzare istantaneamente qualsiasi cosa nel raggio di svariate miglia.
    Le potenti correnti d’aria unite ai raggi gamma e alle particelle ionizzate viaggianti a velocità subluminali avrebbero cancellato completamente tramite il solo calore e conseguente bagliore ogni struttura o nemico che fosse sopravvissuto fino a quel momento ai precedenti effetti della deflagrazione.

    Una piccola stella era appena detonata nei cieli australiani. Un piccolo nugolo di Atlantoidei ebbe la grande sfortuna di trovarsi al di sopra di essa.

    Una grande armata del Chaos andò in contro, però, al terribile destino riservato a chi, volente o nolente, andasse in contro alla furia di un Giudice di Hades, il suo più genuino e onesto giudizio.





    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis
    ENERGIAViola
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE ‡ Buono, Vivama distrutta
    MENTALMENTE ‡ __
    STATUS SURPLICE ‡ Vera forma

    giphyRIASSUNTO AZIONI


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    HIGH HOPES - NORTH
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    Era un modo fatto di caos e follia, ma in qualche modo erano tutti a loro agio. Il Giudice si era inserito in quelle dinamiche come se non avesse fatto altro nella vita e, da come si muoveva, Raia ebbe la sensazione che quella non fosse la prima schermaglia che affrontava con l'esercito del caos in un lasso di tempo breve. I danni allo scafo erano recenti, troppo recenti perché non fossero visibili anche in quel turbine di pazzia che li circondava.
    Oliver decise di continuare a combattere e Raia eseguì. Non ci furono risposte, dubbi, esitazioni: Anzu era un soldato e al momento era al comando di Scylla. E un soldato eseguiva gli ordini. Si riposizionò nell'esatto istante in cui la batteria di cannoni della nave di Garuda si abbatté con furia inimmaginabile su una delle navi accessorie del nemico, riducendola a un cumulo di lamiere infette e cigolanti, galleggianti ancora per un momento nel vibrare.

    Gli strumenti cominciarono a sfrigolare e i rottami ancora vibravano. Lo spazio cominciò a distorcersi nuovamente intorno a loro, mandando in tilt le comunicazioni. Raia si era riposizionata a poca distanza dalla Almighty, stringendo i denti per il fastidio nel cercare di capire i danni inflitti all'ammiraglia nemica, almeno per un istante. Era riuscita a sottrarsi all'offensiva ancora una volta. Ma non dovevano arrendersi: Scylla aveva chiesto di continuare a combattere e così avrebbero fatto, fino alla fine.
    Il riposizionamento rapido fu la scelta giusta: la Bird of Prey non sarebbe stata in grado di resistere a quell'attacco, ma la presenza della Almighty e della Vivama e la loro difesa combinata permise allo scafo della piccola nave di non venire annientata sul posto. C'era ben poco che potesse fare tranne difendersi con ogni forza che aveva e anche così, attraverso le difese imposte dal Primarca e dal Giudice, le correnti strapparono via con facilità la copertura della nave, esponendo parte dei circuiti e compromettendone la stabilità di volo. Ma non aveva tempo per essere cauta.

    Doveva invece concentrarsi sulla minuscola apertura che le venne concessa in mezzo a quel turbine. La piccola nave venne di nuovo avvolta da fulmini, che si proiettarono in boato fuori dalla gabbia. Ma il tuono era appena cominciato e Raia ricomparve alle spalle di una delle navi più piccole. E poi a lato di un'altra e di un'altra ancora, sparendo e riapparendo come un fantasma nel cercare di attirare dentro alla distorsione negli spazi da lei create le navi che stavano componendo la gabbia: avrebbe cercato di traslarne il più possibile in un unico punto, posizionato al di sotto di quella che si sarebbe scatenata come un'offensiva devastante.

    Si sarebbe nuovamente riposizionata vicino a Scylla, attraversando l'interezza dell'offensiva di Garuda in senso contrario mentre essa si abbatteva...ma percorrendo un altro piano di esistenza nel caricare una nuova offensiva. L'onda d'urto si rimaterializzò alle spalle della Bird of Prey, riapparsa sul piano materiale, in due paia di enormi ali che si sparsero in fulmini: la traiettoria cambiò bruscamente, sparata velocità folle verso l'ammiraglia nel sublimare in suono puro, aggiungendosi all'immensa tormenta di colpi che stava piovendo sul nemico insieme all'esplosione atomica della Vivama.


    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
    rBDq8G4
    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | [Scafo] Gravi condizioni [Raia] Fatica estrema
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | Mi difendo insieme alle altre navi, approfittando del fatto che stanno facendo il grosso del lavoro per approfittare di una destabilizzazione. Mi teletrasporto fuori dalla Marvelous approfittando della mini destabilizzazione fatta da Ollie/Garuda e uso il teletrasporto in maniera offensiva per tentare di riposizionare [ad] quante più navi piccole possibili, spezzandone la formazione, per farle colpire dalla mega offensiva finale, a cui contribuisco con una smitragliata di raggi sonori [af].

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    Le navi minori della flotta del Caos, pur con fatica, vengono traslate nella zona bersaglio. Negli istanti che seguono vedete che i singoli mezzi tentano di riorganizzarsi per riassumere una linea di difesa.

    La Ulgony tenta di trattenere l'enorme scafo con forti vibrazioni che squassano la superficie con scoppi simili a onde sismiche. L'attacco inferto da Garuda tramite l'energia della Vivama giunge al centro della formazione improvvisata e rilascia la sua potenza, che rischia di travolgere ogni cosa al suo passaggio, forse perfino le navi atlantidee... ma dopo la prima deflagrazione, mentre l'onda d'urto ancora si espande, tutto scompare.


    Tuttavia, tutto ciò riesce a lasciare campo libero all'assalto combinato dell'Almighty e della Bird of Prey.
    Quando l'inferno di droni, lampi ed esplosioni si placa, le cinque navi rimanenti si sono disperse e l'ammiraglia è lievemente inclinata sul suo asse. Il ponte superiore porta i segni profondi dello scontro. Appena sotto la superficie squarciata, vedete un movimento brulicante e - in qualche strano modo - vivo.
    I vostri strumenti sembrano impazzire. Una colonna di energia sembra uscire dalla falla, agitandosi come un arto impazzito.

    Quella cosa inizia a sviluppare una forza attrattiva immane, ma questa volta non tenta di catturare i vostri mezzi. Accumula i resti metallici e organici delle due navi che avete distrutto, che sfrigolano per l'enorme pressione e collassano in quattro ammassi sferici.

    Le navi di supporto scattano nuovamente, riprendendo una traiettoria incerta attorno a voi, prima di sparare su tutta la vostra linea una nuova raffica di missili, le cui esplosioni sono in grado di sciogliere e deperire rapidamente qualunque cosa vi entri in contatto. Fuoco di sbarramento, su ampia scala.
    Nello stesso momento, gli ammassi creati dai relitti vengono sparati verso di voi, trasformati in giganteschi proiettili dalla forma appuntita e saturi di anticosmo.

    I quattro colpi sono mirati direttamente verso di voi: i bersagli sono i ponti di comando dell'Almighty, della Ulgony e della Bird of Prey, come anche Garuda e la sua Vivama.
    La velocità de colpi è così elevata da distorcere lo spazio, trascinando nella loro folle corsa nugoli di missili catturati sulla traiettoria.



    3Am36Fn




    Bene. L'ammiraglia si difende facendo sparire una buona parte dell'attacco atomico, ma ciò la lascia scoperta agli attacchi combinati di Oliver e Raia, che la danneggiano non poco. Restano 5 navi di supporto che partono all'assalto, sparandovi un casino di missili corrosivi [AD].
    Nel frattempo, dall'ammiraglia esce un sacco di energia caotica tipo braccio gigante, che raccoglie i pezzi delle navicelle distrutte e le tira direttamente addosso a voi caricandole di anticosmo, un proiettile ciascuno, trascinando anche i missili che beccano per caso sulla strada tra loro e voi [AF] a Nera.

    Ci rivediamo tra 7 giorni! A voi.


     
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    Parte 2

    6






    Per un momento tutto parve sospendersi, davanti a lui
    Sbatté le palpebre un paio di volte, ritornando alla realtà.


    La mano si era pericolosamente appoggiata sul comando che avrebbe dirottato i suoi attacchi verso Garuda. Alcuni dei suoi soldati erano stati catturati nell’attacco che lo spectre aveva generato per distruggere le navi nemiche. Aveva sentito l’orribile suono metallico distorcersi all’interno della cupola nera, esplodendo assieme all’attacco che si era abbattuto con un boato ed un’esplosione tale da illuminare il cielo per un breve momento. I denti si erano stretti in una morsa ancora più sofferente, e la mano era corsa a posizionarsi in modo tale da restituire quell’offensiva, da fargliela pagare per le vite che gli aveva sottratto. Eppure, nonostante ciò, la presa salda di Neumannus si era fatta largo sulla sua spalla – stringendola e riportandolo fuori da quell’attimo di rabbia verso Eaco, accentuata da quello che era capitato. L’ammiraglia aveva subito i suoi danni, così come lo avevano fatto quelle minori che gravitavano attorno. Il giudice di Hades, nel frattempo, aveva assunto le sue reali fattezze – l’espressione della natura della sua stella malefica. Fece un profondo respiro, per tentare di mitigare ciò che stava provando in quel momento, ritornando a dedicarsi alla battaglia. Non c’era tempo per poter dire addio a tutti, non potevano permettersi ritardi o temporeggiamenti. Era diventata una battaglia che necessitava di essere incalzata secondo per secondo, difendendo e rispondendo con velocità tale da renderla quasi confusionaria ad occhi esterni, meno che ai loro.



    La nuova risposta arrivò dalle navi minori, che non avevano perso tempo a lanciare un attacco più lineare – ancor più di quello precedente – composto da una serie di sbarramento missilistico. Avrebbero potuto facilmente intuire che un attacco del genere non si sarebbe limitato ad una semplice offensiva fisica; avrebbero unito a quei proiettili anche una componente di anticosmo, come prima, nel tentativo di corroderli. Ma la cosa bella delle battaglie del genere era che più a lungo si protraevano, meno fantasia trovavano gli altri nell’attaccarli – sarebbero diventati più diretti, meno subdoli o fantasiosi, e sarebbero incappati in una difesa più efficace, in una risposta più solida da parte degli atlantidei che – a differenza loro – avrebbero potuto continuare per un bel po’. Non era una questione di risorse o di forze, quanto più una questione di volontà; chi aveva qualcosa da proteggere – nonostante la situazione – aveva una forza sempre più grande. L’angolo della bocca di Oliver si alzò di un paio di millimetri, impercettibilmente. Lo sbarramento missilistico faceva soltanto da preludio a quelle che erano quattro grumi dimensionali – contenenti anticosmo e detriti di battaglia – sparati a ognuno di loro, Raia, Ben, lo spectre ed Oliver stesso. ‘Frontale, stanno finendo le idee.’ Il messaggio volò direttamente ad Anzu, osservando la nascita dell’offensiva nemica. Una nuova torsione nello spazio libero davanti a loro, e quattro immensi specchi d’acqua, dello stesso colore di prima, furono a creati. La tattica difensiva non era poi diversa da quella di una testuggine, grossi scudi vorticanti che indebolivano gli attacchi – rendendoli sopportabili e gestibili. Sentì l’onda d’urto derivata dall’impatto con la sua difensiva spingere l’intera struttura della nave indietro, il rombo dell’esplosione, il segnale di ricezione degli ulteriori danni. Non lo avrebbe perdonato, mai.



    Ma il momento era arrivato, per loro, di rispondere a modo – con una strategia più efficace – per non lasciare alle navi nemiche, che sembravano più scosse del previsto, attimo di respiro. 'E' questo il momento di colpire più forte, forza!' Il plasma all'interno del suo cuore prese a soffiare ancor più forte, la luce brillò con più intensità ripensando a ciò che il Giudice di Hades aveva fatto poco prima. Un piccolo display non molto lontano da lui prese ad elencare il nome di tutti i soldati caduti dopo quell'attacco, assieme al loro grado e una piccola immagine. Le lettere erano segnate in rosso, un colore che - nel loro ambiente - non indicava mai nulla di positivo. La sua Almighty stava cominciando a risentire dei danni, e ciò accese un'altra nota di preoccupazione in lui - aveva appena recuperato completamente le energie dallo scontro con il Leviatano, tanto tempo prima.



    Le sue mani si strinsero attorno ai comandi, gestendo ancora la fase di attacco. I soldati presenti sul ponte di comando gli comunicarono che l’energia era stata accumulata, finalmente, per portare avanti l’attacco con la nuova formazione resa disponibile dalle capacità della Almighty. ‘Come te? Eaco?’ Rispose a tono, questa volta, emulando l’irruenza della sua voce nella testa del giudice. ‘Senza rispetto per la vita? Senza un motivo per cui combattere se non il proprio tornaconto?’ L’aura azzurra di Oliver si fece più densa, per un attimo, ammassandosi attorno alla circonferenza della scale, fluendo sul pavimento e sulla grande conformazioni di comandi, pulsanti e leve. ‘Diventare qualcuno che non vuole altro se non raccogliere le anime delle persone? Di coloro che stanno combattendo per tentare di vivere in un mondo in ginocchio?' Una donna si avvicinò a lui, porgendogli i dati recanti l’accumulo e la disposizione di energia, nonché di mezzi, pronti al suo comando per il nuovo attacco. Specifiche celle della nave si aprirono e – dalle apposite divisioni – partirono un numero difficilmente quantificabile di droni aquila, che iniziarono a coprire una traiettoria ben specifica, con un movimento ben specifico. 'No, sta’ tranquillo, non sarò come te.’ Non sarebbe mai diventato come lui, le differenze tra Oliver ed Eaco erano troppe. Non poté fare a meno di pensare a tutti gli amici, tutte le persone che amava, e che a loro volta amavano lui. Cosa aveva, invece, l'altro? Il legame con tre fratelli, specchio distorto dell'affetto che avevano celebrato prima del patto con Hades? E poi, che altro? Niente, se non la promessa di un'esistenza eterna, una non vita che aveva ormai perso valore. Le aquile si divisero in tanti stormi di grosse dimensioni, e cominciarono – dirigendosi verso l’ammiraglia – a roteare con intensità crescente, dando forma a quelle che sembravano essere enormi trivelle.


    'Sarò diverso, sarò migliore.'

    giga-drill-breaker-gif-1

    - Advanced Synchronized Maneuver -
    [Skybreaker]




    Nel loro vorticare, forti folate di vento iniziarono a circondare le spirali di droni, aumentando la loro portata. Piccole celle si aprirono, sugli animali rilasciati da Scylla, e da esse cominciarono a sgorgare getti d’acqua pressurizzata, che circondarono tutto, aumentando la pericolosità delle trivelle animali e formando lo sfondamento iniziale, meno potente, ma capace di indebolire il passaggio per lasciare il posto alle aquile. Il contatto con simili proiettili avrebbe non solo danneggiato in modo grave la nave, ma avrebbe attratto – con il movimento rotatorio – le navi minori, nella traiettoria delineata. La forza motrice sarebbe stata tale da perforare pericolosamente, da parte a parte, qualsiasi cosa fosse entrata in contatto con l’attacco, subendo una susseguente privazione cosmica al passaggio. Essi, in più, seguendo la natura dell’aquila del Primarca, sarebbero stati guidati in modo tale da percorrere traiettorie non sempre lineari, ma curvando, raggiungendo zone diverse dell'ammiraglia, così da chiuderla in un assalto pluridirezionale.


    Avrebbe dato, poi, ordine all'esercito di riposizionarsi in file ordinate - aiutando e velocizzanto il loro spostamento attraverso il controllo sul vento, di cui poteva disporre attraverso la nave, per avvicinarle alle ammiraglie dei due Primarchi, facendo sì che nessun altro venisse catturato nel fuoco incrociato, risparmiando vite della sua gente. Stringendo i denti, faticando a controllare il dolore di perdite simili, si promise una cosa; avrebbe protetto tutti, li avrebbe riportati a casa sani e salvi, e si sarebbe schierato in prima linea per farlo, come sempre. Le parole di Johanna, sull'essere più cauto sulla sua vita, gli tornarono in mente - ma le ignorò. Non si sarebbe mai perdonato il tornare a casa con altri morti, non si sarebbe perdonato un minuto di più con nemici del genere in vita. Quella che desiderava, ancora, era la vittoria - e l'avrebbe ottenuta.



    Facciamo vedere loro che anche nelle difficoltà

    ATLANTIDE RESISTE



    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ parlato altri


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Accusa stanchezza, nausea e pressione dall'attacco precedente
    MENTALMENTE Ξ EACO WHAT DID U DO
    STATUS SCALE Ξ Indossata

    RIASSUNTO AZIONI Ξ Per la mia parte di difesa, una serie di scudi fatti da big tornado orizzontali con privazione cosmica e vento, hanno il compito di indebolire e dissipare la forza delle sfere, difendendo il difendibile.

    Attacco sparando un gigaliardo di aquile che roteano con vento e perforano, teleguidandole in modo da colpire in più punti l'ammiraglia, e non solo in linea retta [af]. Tutti i proiettili/aquila sono circondati da vortici d'acqua con privazione che esplode a contatto, indebolendo con privazione la zona da colpire con l'attacco principale [ad]

    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione [Orso - Forza St.]
    Markup 'Strength' - Forza Straordinaria (Temporaneo)
    Markup 'Drain' - Privazione Cosmica (Temporaneo)
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Big Tornado ☼
    Quando Azae riuscì a vincere il favore di Cariddi, al termine della sua avventura, la ninfa maledetta dagli dei decise di elargirgli la sua benedizione - dopo quella concessa da Scilla. La bestia al di sotto del mare avrebbe permesso al Nono Re di evocare le acque controllate da lei, al fine di rilasciare - sul campo di battaglia - il loro potere distruttivo. Grazie a questa possibilità, il Primarca di Scylla può generare e controllare l'elemento ad una potenza decisamente superiore al normale, con una facilità estrema. Le capacità di gestione della tecnica, in base all'abilità e alla forza dell'utilizzatore, possono variare in diversi modi - restando sempre connesse da un singolo filo conduttore: il vorticare incessante. Imparando a gestire questa nuova capacità, Oliver è stato in grado di sviluppare impieghi differenti - soprattutto se connessi al suo stile di combattimento e ai poteri concessi dalla scale


    This, the song of sons and daughters
    Hide, the heart of who we are.

    Terza composizione bestiale di Azae.
    Le ali dell'aquila. Attraverso il potere di questa particolare tecnica, Oliver potrà utilizzare una serie di lame, dotate di forme ricurve e aerodinamiche, per poter attaccare a distanza il nemico. Suddette armi avranno la particolare capacità di essere controllabili a distanza, potendo compiere movimenti - anche innaturali - se dettati dalla mente del Primarca. Di solito posizionate sulle braccia, possono anche spostate in corrispondenza delle gambe o, all'occorrenza, assumere la forma di due pugnali, di taglia media. Le ali dell’aquila, inoltre, possono avere lo stesso effetto – se trasmesse alla sua variante cosmica. Essa sarà controllabile, nella sua direzione, dalla mente del Primarca, venendo impiegata per le stesse strategie – con la stessa natura offensiva; alla stregua di un missile guidato. [Danno: Tagliente, Traiettoria guidata - Arma: Pugnale Ricurvo, Lama Perforante]


    And we all lift, and we're all adrift together
     
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    III

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    Robin Beanland - Into the Heart of Fire



    Non si sarebbe sicuramente dilungato nel descrivere al giovane Primarca tutta una vita di sacrifici mentali, fisici e spirituali. Non si sarebbe, ovviamente, sprecato nel descrivere a Oliver le pure gioie della mietitura. La cristallina e primordiale gioia del potersi abbandonare ai propri istinti più basilari, il tutto rimanendo comunque una creatura infinitamente migliore di qualsiasi umano mai nato.
    Essere uno Spectre e più precisamente un Giudice di Hades non poteva essere riassunto in pochi scambi verbali nel mezzo di una battaglia così impegnativa.
    Avrebbe recuperato il tempo perduto con molto piacere, più avanti.

    “Questa è la risposta che volevo.” Disse, criptico, al messicano.

    O meglio, era la risposta che si aspettava, parola per parola. Vivere così a lungo portava inevitabilmente a prevedere certi pattern comportamentali ripetuti tra soggetti dello stesso tipo. Oliver corrispondeva perfettamente ad uno degli archetipi immagazzinati nella mente del Re di Egina.
    La controffensiva nemica non si fece aspettare.
    Avvennero due cose assieme. Due cose che richiesero la stessa percentuale di attenzione e concentrazione.
    Le cinque navi satellite rimaste sganciarono una prevedibile batteria di missili a ricerca ripieni di cosmo corrosivo. Avrebbe dovuto schivarli senza ombra di dubbio.

    Contemporaneamente, con un picco di energia facilmente rilevabile da tutti i presenti, l’ammiraglia in lontananza cominciò a mostrare le proprie vere forme. Era la giornata delle rivelazioni quella.
    Un enorme braccio di materiale organico e non crebbe dal lato della nave nemica. Ne guadagnò sicuramente in mobilità e capacità d’attacco, certo, ma così facendo perse anche buona parte della spessa corazza che apparentemente proteggeva interiora molto più morbide e allettanti per un attacco diretto.
    Atlantide cominciò immediatamente le proprie manovre difensive, loro potevano permettersi di stringere i denti il più possibile e subire il colpo.

    Eaco, sprovvisto di una nave, no.

    Spalancò le ali, controllando dalle sue incendiate fessure oculari la traiettoria nel nugolo di missili indirizzati verso di lui.
    Viaggiavano in gruppo, scattando ogni tanto da parte a parte ma seguendo comunque la formazione del branco.
    Attese, non poteva sprecare troppe energie, già espletate per una potenziale bomba H pochi secondi prima.
    A pochi metri dall’impatto spalancò le ali proiettandosi verso l’alto, guadagnando in pochi millesimi di secondo centinaia e centinaia di metri d’altezza.
    Una parte dei missili, confusi dalla perdita improvvisa di un bersaglio e del cambio repentino di direzione necessaria, capitombolò in aria ed esplose in una nuvola fetida.
    La rimanente parte riuscì a spostare i propri rudder di coda in tempo, seguendo sempre più rapidamente il Giudice in quell’ascesa selvaggia verso il nero sopra le nuvole.

    Cambiò l’inclinazione delle nere ali, mostrando penne più chiari a tratti intermittenti nel piumaggio.
    Esse cominciarono a illuminarsi, partendo quindi in direzioni casuali, mimando un sistema di flare anti inseguimento di un caccia.
    Funzionò. Interessati al movimento e al puro cosmo i missili seguirono le particelle di luce e energia del Giudice, causando una tempesta di esplosioni tutte intorno allo Spectre.

    Volle congratularsi con sé stesso, magari anche un commento di scherno sulla scialba offensiva nemica.
    Non ebbe tempo, però, di calcolare il grosso proiettile di detriti subito dietro il gruppo di missili.
    Fece in tempo a racchiudersi a guscio tra le sue immense ali, circondandosi di correnti tempestose.
    L’esplosione lo colpì con una violenza inaudita.
    Per eterni istanti gli parve di aver perso ogni senso.

    Quando vista e udito ritornarono, si meravigliò nel notare la totale assenza di input da quest’ultimo.
    Roteò gli occhi da parte a parte.

    Nero tutto intorno a lui, puntini bianchi ovunque. Un’enorme palla blu al di sotto.
    La carcassa di un satellite NASA lo scansò di pochi centimetri, continuando nella sua orbita ormai morta.
    Osservò sotto di lui il pianeta roteare rapido, costante. Una certezza in un mondo normale, una piacevole conferma da vedere di persona.

    Il dolore, lancinante, venne sottolineato dalla mancanza totale di qualsiasi suono. Un inferno corporeo senza vie di uscita. Aveva una bocca e non poteva nemmeno urlare. Il cosmo corrosivo cominciò a portarsi via intere scaglie della pelle di Garuda, esponendone la carne rossa e bollente. E più male gli facevano e più voleva farsene per provare sempre più a lungo quell’indescrivibile piacere che solo la più becera violenza poteva fornire.

    "La Vivama era solo un limite auto imposto. Ora non ho più motivo per trattenermi."

    Accelerava. Accelerava sempre più, sempre più vicino al rientro nell’atmosfera.
    La furia del suo cosmo si espanse avvolgendolo di un’aura rossa. L’aureola vibrò come il filo di un rasoio rovente.
    Sistemò la traiettoria e si inclinò raggruppando le ali rientrando tra le nuvole.

    Il rientro nell’atmosfera lo incendiò come un asteroide. Aveva già fatto il giro del mondo due volte.
    Quando il suo corpo si infiammò, dalle Indrajala nascoste nell’aureola vennero creati cinque grossi missili balistici di cosmo simili agli ICBM Satan, uno per ogni nave satellite. Nonostante l’aspetto, il loro scopo era ben diverso dalla totale distruzione.
    Alla velocità vicina a quella della luce si trovava ancora nei pressi del Madagascar quando riagganciò il cosmo nefasto della ammiraglia.
    I cinque Satan lo superarono rombando i loro reattori grossi come una torre.

    Avrebbe inizialmente indirizzato i cinque enormi e distraenti missili verso l’ammiraglia cercando di innescare una reazione, deviandoli poi all’ultimo verso le altre navi più piccole, un missile ognuna, seguendo la loro stessa tattica.
    Eaco si sarebbe avvolto delle nere Fiamme del Giudizio, affusolandosi all’interno delle proprie ali e divenendo il più aerodinamico e appuntito possibile.

    Si sarebbe scagliato verso la parte di carne esposta dell’ammiraglia, come un proiettile ad alta penetrazione di cosmo consumante, tentando quantomeno di applicare alla grande imbarcazione la Fiamma Divorante.
    Se questo attacco non fosse andato correttamente a segno il piano B sarebbe rimasto in mano ai Satan, totalmente innocui dal punto di vista puramente distruttivo del termine ma colmi di cosmo illusorio.

    I missili, che altro non erano che una rivisitazione moderna delle Twashtar Astra, avevano un solo preciso effetto.
    All’innocua detonazione, se effettivi, avrebbero convinto le navi satellite a riconoscere la propria ammiraglia come nemico dall’altissima priorità, inducendole quindi all’attacco repentino e con estremo pregiudizio.




    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis
    ENERGIAViola
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE ‡ Ustioni di terzo grado diffuse in tutto il corpo, stanchezza causata dall'alto consumo di cosmo
    MENTALMENTE ‡ >:c
    STATUS SURPLICE ‡ Indossata, vera forma

    RIASSUNTO AZIONI ‡ Il missilone di detriti mi scaglia in orbita, letteralmente.
    Sfrutto la rotazione terrestre per guadagnare velocità e coprendo un paio di volte il giro del mondo raggiungendo la velocità massima. Al rientro nell'atmosfera creo 5 missili intercontinentali più grossi e inquietanti possibile per indirizzarli prima verso l'ammiraglia, poi verso le 5 altre navi. All'esplosione, innocua, si attiverebbe un'illusione tipica delle Twashtar Astra, con lo scopo di rendere nemici i propri alleati. In questo caso l'ammiraglia. Eaco invece si lancia come un proiettile infuocato sulla parte esposta di carne dell'ammiraglia tentando quantomeno di applicare la Fiamma Divorante.


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    « No...no NO NO NO NO! »

    L'urlo di Raia venne coperto dall'esplosione, prima che l'ultima sillaba riempisse l'abitacolo quando la Bird of Prey si impennò bruscamente, con i fulmini che ancora andavano disperdendosi dalle ali dopo l'attacco. Raia schiantò i pugni sui comandi, schiumando di rabbia nel percepire i piccoli puntini luminosi svanire dai radar. La furia di Oliver era percepibile, era letteralmente una vibrazione invisibile nell'aria: alcune, poche, ma alcune navi Atlantidee erano state colte nell'offensiva di Garuda. Le meno veloci perché già danneggiate, ma con dentro uomini e donne che avrebbero ancora potuto combattere se la loro occasione non fosse stata spezzata.
    Atlantide era pragmatica. Capiva cosa volesse dire l'atroce necessità di sacrificare uomini pur di colpire un bersaglio e significava gloria e onore...ma non così.
    Non se significava perderli in mano a uno Spectre.

    Strinse le leve fino a farsi scricchiolare le articolazioni, ma il pensiero non se ne andava. Non aveva diritto. Espirò fumo nero e fulmini dai denti serrati; nella sua mente si succedettero tutte le strategie possibili che vedevano lo Spectre disintegrato insieme al resto della flotta. Avrebbero potuto fare la stessa fine, lei avrebbe potuto fare la stessa fine se non fosse stata attenta. Espirò ancora una volta.
    Poi alzò di nuovo gli occhi.
    Non era calma, non lo sarebbe più stata finché era vicino a quell'essere, ma poteva ancora combattere. E doveva farlo.

    | Frontale, stanno finendo le idee. |

    | Allora sta a noi finire loro. |

    I motori della Bird of Prey rombarono mentre i rotori cosmici si sovraccaricarono di scintille elettriche. Missili a ricerca. Garuda prese quota con i suoi, sfrecciando in verticale fra le nubi come un razzo. Quelli destinato a Oliver si schiantarono su una difesa d'acqua, mentre la Ulgony stava rallentando lo sbarramento con vibrazioni nel fare manovra evasiva.
    Gli allarmi gridavano in faccia a Raia nel localizzare i puntini di masse pulsanti in arrivo.

    I motori fecero un'ultima rotazione.

    « TRANQUILLI, VI RISPARMIO LA FATICA! »

    Raia andò direttamente incontro alla massa di missili. Non avrebbero potuto possedere una capacità di manovra istantanea come quella donata dai poteri di Anzu, che semplicemente all'ultimo secondo si traslò nello spazio sopra a uno di essi....per poi spostarsi direttamente perpendicolare a uno degli altri. Le due traiettorie si incrociarono e l'esplosione che ne conseguì fu accecante, travolgendone altri nella loro corsa. Successe di nuovo, stavolta vicino alla Ulgony, e poi vicino alla Almighty: i missili vennero spostati da un capo all'altro della battaglia, in un rapido susseguirsi di esplosioni in cui rimasero solo una manciata di bersagli sulla nave di Anzu.
    Ma Raia aveva già accelerato verso il basso, in una lancia discendente opposta a quella di Garuda.
    A pochi istanti dallo schianto fra le onde, sarebbero stati invece il resto dei missili a impattare sull'acqua, seguiti dallo sbarramento di fulmini che Raia fece piovere su di essi da dietro di loro.

    Si asciugò il sangue che colava dal naso, scrollando la testa per rimettere la visione a fuoco, seppur con fatica.
    Gli allarmi suonavano da così tanto tempo che la sua mente li aveva esclusi per un istante.
    Ed ebbe appena la frazione di secondo necessaria per guardare l'agglomerato di detriti in arrivo.

    Le piccole increspature d'acqua dello scudo creato da Oliver si riflessero per un istante nelle iridi dorate, dietro l'elmo e l'impatto arrivò.

    La Bird of Prey venne scaraventata a centinaia di metri di distanza dalla forza che lo scudo, infrangendosi non riuscì a trattenere, avvitando più e più volte su se stessa mentre il pilota dentro cercava di riprendersi. Le orecchie ronzavano e la visione erano macchie confuse, rossastre, in continuo movimento.
    Stava cadendo.
    Sì, stava cadendo.
    Diede un nuovo giro di gas come riflesso condizionato e non accadde nulla. Raia stava continuando la caduta libera verso l'oceano.
    Un altro ancora, stavolta con più panico mentre continuava a girare, girare, girare.
    Non vedeva altro che allarmi e cielo e mare confondersi.

    Jun! Sono arrivati i risultati del test attitudinale.
    C-Che dicono?
    Che probabilmente devi ripeterlo, perché non c'è un risultato preciso. Qua dice 'Esecutore' e 'medico' a parimerito fra le altre opzioni, e come terza...'chef'? Ok, questa è una sorpresa.
    Lo so...forse...forse dovrei decidere, ma non riesco a pensare che forse...forse potrei fare entrambe le cose? Esecutore e medico, intendo. Non...non esistono solo guerrieri sul campo di battaglia, no?
    No...certo che no. Quindi per me non devi rifarlo.
    Ma hai detto...?
    Hai già preso la tua decisione, no? Questo è un risultato. E io sono sicura che ce la farai.


    Gli occhi di Anzu ripresero fuoco e, con uno sforzo titanico, i motori della Bird of Prey si riattivarono, quasi scardinandosi dalle sedi danneggiate nel riprendere la rotazione necessaria a riattivare gli stabilizzatori. La piccola nave si avvitò e curvò pericolosamente sull'oceano agitato, riprendendo quota nel risalire.
    Solo in quel momento Raia riprese a respirare.

    Era allo stremo. Ma doveva compiere ancora un ultimo sforzo. E se necessario, un ultimo ancora. I radar erano danneggiati, ma non servivano per avvertire l'ondata cosmica in arrivo sotto forma di Garuda. Né per avvertire la Almighty ruggire nel caricare l'offensiva, mentre il Primarca chiamava ancora all'unione.

    E Anzu avrebbe risposto, ancora. Al turbine di aquile, si sarebbero unite le vibrazioni sonore create dalla Ulgony e da Anzu, mirate a creare l'iniziale paralisi necessaria allo sfondamento più completo da parte delle due offensive opposte.

    Un ultimo sforzo.

    narrato | « parlato » | pensato | × telepatia ×
    rBDq8G4
    NOME | Raia Droshar
    SCALE | Anzu [IV]
    ENERGIA | Blu
    STATUS FISICO | [Scafo] Gravissime condizioni [Raia] Udito danneggiato, allo stremo
    STATUS MENTALE | Ottimo
    STATUS SCALE | Indossata, intatta

    RIASSUNTO AZIONI | La mia parte di difesa insieme a Ollie è incasinare fortissimo i missili a ricerca "zappando" fra di loro. Questo però mi rende più vulnerabile al megaproiettile, che se non fosse per la difesa di Scylla mi avrebbe preso in pieno: sono ridotta uno schifo, ma vivo.
    Partecipo all'[af] descrivendo anche l'aggiunta di Seahorse nelle vibrazioni congiunte che vanno ad aggiungersi al POTERE DELLA SPIRALE!

    ///

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    Una scarica attraversa tutta la formazione. Analizzano i vostri attacchi. Li registrano.
    La risposta è tattica, pulita.
    L'ammiraglia danneggiata alza le sue difese, ma l'offensiva che deve affrontare è troppo complessa da assorbire con la sola fluttuazione spaziale. Le navi minori si dispongono a ventaglio, convogliando tutta la loro energia a prua e formando un'immane muraglia di anticosmo, una barriera che continua ad aumentare la sua potenza finché non riesce ad annichilire tutto ciò che avete lanciato.

    In pochi istanti non resta più niente né delle navi né dei droni-aquila. L'ammiraglia trasla di nuovo la sua posizione. Nello spostamento vedete fiammate nere divorare il ponte di tribordo, prima di estinguersi soppresse a loro volta dall'emanazione caotica.
    La forma della nave è sempre meno distinguibile nell'ammasso di materia organica e parti meccaniche, solcate da pulsazioni sempre più violente.

    Dalle profondità di quella visione oscena sembra provenire un urlo. Il suono è indefinibile e si fa strada verso di voi al pari di un'esplosione. È rumore bianco, un disturbo atto a riempire la vostra mente e i sensori dei mezzi con input inutili.
    L'arto deforme si contorce, dividendo la sua estremità in lunghe e sottili filamenti. Preme sullo spazio e lo squarcia, attraversandolo.

    Anche lo spazio attorno a voi si torce. Si scompensa. Compare un portale, poi un altro. Decine e centinaia di portali identici si aprono in posizioni casuali e altrettante centinaia di arti perfettamente uguali si proiettano verso ciascuno di voi, tentando di afferrarvi da ogni angolazione possibile con infiniti propaggini per stritolare e distruggere ogni cosa, bruciando di anticosmo.



    3Am36Fn




    Ottimo, avete costretto le navi minori a una manovra suicida per proteggere l'ammiraglia, che comunque viene danneggiata dalle fiamme di Garuda.
    Dopo essersi riposizionata, lancia un impulso mentale ad area, non immediatamente dannoso, che mira a offuscare i vostri sensi e la strumentazione della flotta. L'effetto è quello di un rumore particolarmente intenso, ma aspecifico.
    L'attacco vero e proprio sfrutta una sorta di ubiquità, cioè i tentacoli che vi afferrano sono in realtà lo stesso che esce da più portali, di fatto moltiplicandosi. I tentacoli che vi stritolano sono ovviamente conditi di roba distruttiva.
    Il tutto è sempre a energia nera, ma dall'output cosmico vi fa capire che si tratta probabilmente di una mossa disperata, dal consumo energetico folle, una sorta di ultima spiaggia.

    Vi ripropongo la terribile sfida dei 7 gg :fiore:
    A voi.


     
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    High Hopes
    Parte 2

    7



    Un attacco multidirezionale, la mossa disperata dell’ammiraglia per togliere l’intera flotta di mezzo. Ma l’intera flotta sarebbe rimasta unita come i soldati sul campo di battaglia, i quali scudi difendevano il compagno accanto dal collo al piede – lavorando non solo per la propria difesa, ma anche per quella accanto al commilitone. Così, i ranghi degli atlantidei si sarebbero serrati nella conformazione più compatta possibile. La nave del chaos aprì decine di portali attorno a loro, in una conformazione tale da coprire un’area abbastanza ampia da colpire avanti, dietro, destra e sinistra. I tentacoli erano, inoltre, coperti della stessa energia che aveva preso di mira i loro mezzi poco prima, attraverso gli attacchi fatti di cosmo e detriti. Oliver mosse velocemente gli occhi sulle condizioni della nave, così come sullo stato delle divisioni incaricate di rilasciare determinati droni, assieme alla gestione dei sistemi di difesa. Sentì l’oricalco attorno a lui scricchiolare in determinati punti – la sua nave, la sua Almighty, il gioiello della tecnologia e uno dei due tesori del Primarca di Scylla. Il letterale pilastro su cui si reggeva il suo regno, frutto dell’aiuto e della gestione non solo del suo possessore, ma di tutti gli uomini sul ponte di comando che lavoravano con zelo, con dedizione, per far fronte alla minaccia. Accarezzò la piattaforma sotto di lui, prima di lavorare velocemente sulla gestione sul quadro di comando. Non ironicamente, aveva avuto molta più familiarità con un attacco simile, la prima volta che aveva combattuto qualcosa, dopo aver risvegliato il cosmo. C’era una valida opzione per proteggere tutti loro da qualcosa del genere, e ancora una volta, le acque vennero in suo soccorso. Mosse uno dei comandi con forza, e l’intera struttura vibrò di nuovo, sferzando l’aria attorno a sé e alla flotta di cui aveva il comando.



    Le acque del Tornado abissale comparirono attorno a loro, ma non come le aveva create all’inizio, in una serie di conformazioni orizzontali. Bensì, due mostruosi coni d’acqua verticali comparvero per inghiottire completamente le forze atlantidee. Lo scopo era creare una colonna rotante, protettiva, con le forze disposte nella zona più larga, quella generata dall’incontro delle bocche dei due cicloni verticali. Subito, il verde e l’azzurro dei fondali marini, riflesso nell’elemento appena rilasciato, avvolse l’aria attorno a loro, utilizzando la capacità di dispersione cosmica e rotazione in modo da indebolire il cosmo estremamente negativo posseduto dal nemico, così come smorzare la forza d’attacco dei tentacoli. Bloccando alcuni, indebolendo altri e rallentandoli abbastanza da rendere l’impatto e i colpi seguenti sopportabili per le navi dei Primarchi, assieme a quelli del resto dei soldati. I suoi occhi si abbassarono, attraverso gli spazi atti a permettergli di vedere il campo da combattimento, fino a posarsi sulla Bird of Prey. Mosse i comandi ancora una volta, portandosi sopra di lei il tanto da nasconderla al numero di attacchi in entrata, quelli che riuscivano ad oltrepassare la barriera, facendole scudo con la Almighty. Non le avrebbe permesso di prendere altri danni, non nelle condizioni in cui il suo mezzo di trasporto verteva. Proprio come lei aveva fatto con lui, lui avrebbe coperto le sue spalle – era quello che facevano ogni volta, era quello che si erano promessi di fare sempre.





    Un rumore cupo, gutturale, il rombo degli immensi vortici a schermarli, lo sfrigolio del cosmo e le vampate di calore iniziarono a diffondersi attraverso l’ambiente circostante. Qualcosa si fece strada tra i suoi pensieri, pensando velocemente alle condizioni della nave. Era un rischio, una possibilità che avrebbe potuto avere diversi risultati negativi, così come una chance di essere la mossa vincente. Sentì gli organi nel suo corpo stringersi al pensiero di farlo ancora, così come sentì il suo respiro diventare pesante all’idea di portare la strategia al termine. Non avrebbe voluto chiedere così tanto a Raia, così come non avrebbe voluto chiedere così tanto alla sua nave, alle sue forze, a sé stesso. Eppure, non era arrivato lì giocando su un terreno sicuro, era arrivato lì cavalcando l’onda del costante pericolo, adattandosi alle situazioni, mettendosi in situazioni estremamente negative proprio per trovare la forza di superarle, diventando più forte di prima. Se fosse stato una persona con più autocontrollo, con più istinto di conservazione

    Non avrebbe fatto quello che stava per fare.

    Finiamola come l’abbiamo iniziata!



    Sfruttando gli ultimi secondi di nascondiglio dategli dalla manovra difensiva, Oliver diede ordine di impostare la massima velocità disponibile dai sistemi di movimento, partendo in avanti e lasciandosi dietro la sua flotta con un preciso ordine – quello di attaccare al suo comando. Partì così velocemente da colmare la distanza tra sé e l’ammiraglia in una manciata di secondi. Cosa avrebbe fatto? Si sarebbe scontrato fisicamente con la nave del chaos ormai malridotta, portandola con sé in un’esplosione che avrebbe terminato qualsiasi cosa. L’avrebbe lasciata andare con la parte frontale della Almighty come ultima immagine, prima dell’esplosione – avrebbe lasciato credere all’ammiraglia proprio questo. O forse no. La nave di Oliver, occultata contro qualsiasi forma percettiva con i suoi poteri illusori, si sarebbe portata dietro l’ammiraglia, chiudendola in una morsa fatta da due lati. Il primo, il suo, ed il secondo – la restante forza d’attacco atlantidea. I suoi ordini furono chiari, tenersi a debita distanza da qualsiasi tipo di ritorno di fiamma derivato da quell’offensiva. Affidò a Ben il compito di proteggere gli uomini e le donne vicino, mentre caricava la sua parte d’attacco.


    Questo è per ogni vita che mi avete tolto oggi.
    Sentirete il peso di ogni colpo, di ogni attacco
    E cadrete.



    Strinse i denti, percependo la quantità dei danni che la nave aveva sopportato. Una mano si strinse ancora all'appiglio di uno dei tanti comandi. Lo so, si diceva, rimpiangendo ogni singolo colpo sulla superficie di oricalco dorato che componeva il mezzo di trasporto. Lo so che fa male, ripeteva ancora come se la nave avesse avuto una sua anima, una sua coscienza. D'altronde, era grazie a lei, grazie a tutte le altre ammiraglie, che potevano affrontare nemici del genere. Ti chiedo un ultimo sforzo per me, per noi, per giungere in soccorso dei nostri compagni ancora, e ancora, e ancora. Era una piccola preghiera nei confronti della compagna più forte che aveva a disposizione, in quel momento. Nave di Scylla, nucleo del Pacifico Meridionale, centro delle loro vite.

    Gli uomini sul ponte di comando si unirono a lui, adottando la stessa espressione determinata e la stessa carica nei confronti del nemico. I comandi furono impartiti e diretti, dopo aver accumulato l’energia necessaria a rilasciare un altro assalto. Questa volta decise di sferrare l’espressione animale più potente a sua disposizione – si sarebbe riversata sul nemico una tempesta di colpi fatti dal lupo, con la sua capacità di chiudere e stringere il metallo delle navi nelle loro morse, perforandolo, assieme alla caratteristica della sua nave di disporre anche di poteri supplementari. I lupi, moltiplicati in una terribile moltitudine, si sarebbero abbattuti sul nemico con una forza superiore al normale, disumana, e ad ogni minimo contatto avrebbero ulteriormente indebolito l’obiettivo attraverso l’indebolimento cosmico, disperdendolo e rendendolo sempre più vulnerabile, non solo nella sua struttura, ma anche nelle possibili difese che avrebbe potuto adottare contro di loro. Avrebbe tartassato quel lato di ammiraglia, spingendola verso quello che sarebbe stato l’attacco dei suoi compagni di battaglia, tutti insieme.




    hiaAmxR

    narrato Ξ parlato Ξ pensato Ξ 'telepatia'


    CASTA Ξ Cavalieri Imperiali di Atlantide
    FISICAMENTE Ξ Accusa stanchezza, nausea e pressione dall'attacco precedente
    MENTALMENTE Ξ Stanco
    STATUS SCALE Ξ //
    NAVE Ξ Protezioni gravemente danneggiate, struttura indebolita dagli attacchi, divisione droni pericolosamente danneggiata, ammaccature generali, danni da pressione,

    RIASSUNTO AZIONI Ξ La mia parte di difesa consiste nella tattica beghelli a 360° chiudendoci in una colonna fatta da big tornado uniti insieme, che hanno il compito di indebolire il cosmo avversario con privazione e respingere/ammortizzare la forza dei colpi con la rotazione.

    Per la mia parte d'attacco, invece, mi sparo a tutta velocità occultato con ambientale - per portarmi dietro l'ammiraglia e chiuderla su due fronti insieme agli altri. Sparo una serie poco quantificabile di missili lupo con moltitudine, che dilaniano tutto quello che trovano al passaggio, colpendo a forza straordinaria e privando cosmo a contatto [af]. Oltre al danneggiamento c'è una progressiva spinta che la destabilizza per lasciarla scoperta nei confronti dell'attacco degli altri, sul fronte opposto [ad].

    EDIT: ho aggiunto le condizioni fisiche/mentali perché avevo usato lo scheletro scheda vuoto e non me ne sono accorto
    Strong, united, working 'till we fall

    ABILITÀ Ξ

    Reality Overwriting
    - Illusioni Ambientali
    Physical Reworking - Armi di Scilla
    Physical Reworking: One for All - Trasformazione [Lupo - Moltitudine]
    Markup 'Strength' - Forza Straordinaria (Temporaneo)
    Markup 'Drain' - Privazione Cosmica (Temporaneo)
    Voz de Ola - Telepatia


    TECNICHE Ξ

    Push, to keep the dark from coming
    Feel the weight of what we owe

    Seconda composizione bestiale di Azae.
    Gli artigli del lupo. Grazie alla benedizione di una di queste bestie, alcune parti della scale potranno assumere aspetti del tutto simili a quelli di doppie lame, o tenaglie, che avranno il compito di bloccare il nemico in una presa tale da provocare danni da perpetuo sanguinamento. Di solito posizionate sugli avambracci del Primarca, queste armi potranno assumere anche la forma di dieci grossi uncini meccanici, cinque per mano, nel tentativo di intrappolare il nemico tra i propri artigli. Il lupo può, inoltre, essere lanciato contro l’avversario – emanando il proprio cosmo, simile per natura all’arma a cui è ispirato, nel tentativo di afferrare con i suoi artigli, o le sue fauci, il nemico. Ciò causerà lo stesso tipo di impedimento e quantitativo d’offesa della sua controparte fisica. [Danno: Perforante, Sanguinamento - Arma: Tagliola]


    And we all lift, and we're all adrift together


    Edited by ~Rain~ - 19/12/2020, 12:26
     
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    IV

    L'impatto contro lo scafo dell'ammiraglia lo soddisfò. Ormai i combattimenti li valutava così. Vincere o perdere, concetti relativi senza peso.
    Quel combattimento lo soddisfava.
    Certo, gli atlantidei avrebbero potuto fare di più, avrebbero potuto metterci tutto sé stessi, come si fa in guerra. In guerra vera.
    Ad Eaco parevano giocare. Non li sentiva direttamente, ovvio. Li percepiva.
    Una sorta di riproduzione mentale basata su pattern ripetuti e probabilità ricorrenti.
    Sapeva bene che all'interno delle loro belle e colorate navi si nascondeva un cataclisma di ansie, terrori e paturnie. Cose da umani. Le capiva, forse no, forse pensava di capirle.
    Gli interessavano? Meno di zero. Lo imbarazzavano abbastanza. Gli umani in guerra si agitavano come formiche calpestate e la cosa lo irritava sempre parecchio.
    Non si sarebbe lamentato, non era un maleducato. Con Oliver, con il quale aveva un pochino più di confidenza rispetto agli altri beoti, si sarebbe aperto un po' di più, forse comunicando un leggero sdegno e fastidio sulla loro performance. Sempre se, ovviamente, ne fosse uscito vivo.

    La sopravvivenza di Eaco era fuori discussione. Quella per lui era una bella sudata, molto interessante dal punto di vista tattico, ma niente da perderci la testa.
    Era senza nave sì, era esplosa in un cumulo di polvere, ma non era un tipo da vedere il lato negativo delle cose, anzi.
    Una nave distrutta presenta semplicemente la possibilità di crearne una migliore, più grossa, più letale, più lucida.
    Stava divagando. Aprì le ali, spezzò la forma. Il suo sinuoso corpo nero pece fluttuava senza sforzo in mezzo al cupo cielo. Cielo quasi cosciente della gravità della situazione.
    Il non riuscire a prendere sul serio nemmeno quello ricordò nuovamente al Magister Occidentis quanto effettivamente valutasse importanti certe cose escludendone altre.
    L’oggettivo e l’obiettivo erano relativi, l’unica cosa importante era l’opinione di Eaco, che poteva cambiare drasticamente nel giro di pochi secondil, spesso contraddicendosi.

    In quel momento cosa voleva fare? In quel momento voleva distruggere. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe distrutto.
    La vita, l’esistenza, è molto più gradevole una volta abbandonatisi ai propri istinti basici. Pensare spesso era fin troppo controproducente per raggiungere certi risultati.
    Pensare troppo portava agli estremismi, come Atlantide.
    L’ammiraglia sparì, prevedibilmente. Il marchio delle fiamme però fece effetto.
    Persino nella sua nuova posizione si potevano notare i lambi di fiamme nere che avvolgevano zone dello scafo.
    Il Giudice sentì chiaramente il proprio cosmo rinvigorirsi, la propria mente rasserenarsi. Tutto tornava chiaro e limpido. Poteva ricominciare da capo, o quasi.
    Spalancò le ali, sparì.

    Jqxt1hX
    Ennio Morricone - La Resa dei Conti



    I primi bracci di anticosmo semplicemente oltrepassarono la posizione in cui si trovava il Giudice pochi istanti prima.
    Il cosmo nemico lo accelerò anche se solo per un istante.
    Era vicino alla nave di Oliver quando, finalmente, il suo evidentemente martoriato corpo cominciò a ricordargli chiaramente che non era per nulla onnipotente.

    Il cosmo assorbito servì semplicemente a evitare un inevitabile collasso totale, a rimandare una certezza.
    Dal bianco becco tossì sangue aspro e scuro, perdendo immediatamente quota. Prima di capire in che modo flettere penne e piume si ritrovò schiantato sul ponte principale della nave dell’atlantoideo, inclinandola immediatamente di qualche grado dal non troppo elegante impatto.

    Una decina di braccia lo raggiunsero da uno dei suoi lati ciechi, impossibili da evitare.
    Un’esplosione di fiamme nero pece scaturì dalla sua schiena, dilaniandone una metà buona.
    La restante lo colpì con attenuata violenza, applicando nuovamente la maledizione decomponente alla sua stanca carne. In tutta risposta, il suo cosmo ruggì..

    Il suo occhio, quel punto rosso cremisi si accese sempre più, intenso nella sua energia, nel suo impegno ad odiare.
    Notò una delle tante telecamere avanzate che ricoprivano lo scafo della nave di Oliver. Lo stava sicuramente guardando, forse persino rideva.

    Rise anche lui, una risata roca e profonda, pesante. Come un organo in chiesa.
    Velocemente scaraventò un magro, nero e potente pugno al dispositivo, disintegrandolo.
    Nello stesso istante il colpo della nave atlantoidea partì, lo lesse come un libro aperto.
    Forte delle poche ma preziose forze rimaste, Eaco si rialzò concentrandosi sull’ammiraglia. Un turbine d’aria e fiamme cominciò a formarsi in cielo. L’avrebbe indirizzato verso la nave, cercando di avvolgerla completamente.
    A venti miglia di distanza, il Sentry AWACS Grimoire che aveva seguito lo scontro da lontano cominciò a chiudere cautamente i propri cerchi di osservazione, sicuro del cessato pericolo atomico.

    Gli ufficiali in carico a bordo del velivolo, in continuo contatto radio con le numerose truppe di terra Grimoire, ordinarono la preparazione delle manovre di recupero. Di lì a poco avrebbero dovuto raccogliere ciò che sarebbe rimasto del loro signore.
    Decine di mezzi corazzati e imbarcazioni leggere cominciarono a dispiegarsi al di sotto della battaglia, gli occhi in alto, gli indici sui grilletti, sudore freddo sulle fronti.

    La tentazione di caricare di artiglieria le navi atlantoidee era alta, ma lo era ancora di più il timore nell’ira del loro superiore e la sua regola primaria: mai interferire durante il suo svago.
    Bombardò mentalmente la nave di Oliver di messaggi telepatici, prima o poi l’avrebbero raggiunto, ovunque lui fosse.

    “Dì ai tuoi compagni di merende di scaricargli addosso tutto quello che hanno. Ora.”
    Allargò le braccia tentando di stringere il vortice sempre più.

    Attese l’impatto dell’attacco di Oliver e avviò il suo. Un enorme Garuda Flap, reso possibile solo dal potenziamento delle Fiamme del Giudizio. Un Flap orizzontale, scagliato e indirizzato dritto verso il resto della flotta dorata e i suoi cannoni.
    Oltre a ciò avrebbe aggiunto un’illusione per qualsivoglia entità singola o multipla abitasse quell’orribile imbarcazione. Quel turbine di fiamme sarebbe stato per essa lo scudo migliore del creato, una protezione dalla quale non sottrarsi per evitare di venire totalmente distrutti, un dono prezioso dal quale non separarsi per alcun motivo.


    Espirò, cadendo su un ginocchio. Si aggrappò a una protuberanza metallica della nave dorata, respirò profondamente, pronto al prossimo round.



    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Eaco, Magister Occidentis
    ENERGIAViola
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE ‡ Ustioni di terzo grado diffuse, emorragia interna, spossatezza pesante
    MENTALMENTE ‡ Doomguy
    STATUS SURPLICE ‡ Vera Forma

    RIASSUNTO AZIONI ‡ Eaco si scatafrascia sulla nave di Ollie e si unisce al suo intento di spingerla nel nido d'api con un garuda flap orizzontale tentando di convincere qualsivoglia cosa ci sia a comandare la nave che quel bel turbine di fiamme sia un bel giubbotto antiproiettile e non un ticket per l'inferno. sangue sputacchi tosse e morricone.


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    L'aria trema visibilmente anche a grandi distanze attorno all'ammiraglia.
    Vedete come istante dopo istante tenti disperatamente di far fronte alle vostre forze con ogni mezzo, impiegando ogni stilla di cosmo possibile. Continua a imprimere profonde variazioni spaziali che distorcono lo strato dimensionale contiguo, ma i colpi sparati dalla flotta atlantidea hanno ormai oltrepassato anche l'ultima linea di difesa.

    Da una parte vere e proprie bombe sismiche fanno strada a una tempesta concentrata, lampi e saette che trapassano le paratie senza pietà. Dall'altra, la forza combinata dell'Almighty e del Garuda Flap fa letteralmente esplodere i motori di poppa.
    La deflagrazione sventra una buona metà dell'immensa nave, in un'abbagliante colonna di fuoco, fiamme e fumo nero.


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    Un suono intermittente inizia a martellare l'area. Un messaggio si sovrappone alle vostre linee di comunicazione. Più che una voce unitaria sembrano decine e decine di voci diverse sovrapposte. Non distinguete il linguaggio, ma grazie alle vostre innumerevoli esperienze non è difficile capirne il senso: è un segnale di soccorso.

    Il nucleo di energia della nave, ormai praticamente esposto, inizia a pulsare seguendo il suono intermittente. Con quello che pare uno sforzo titanico, la realtà si lacera ancora una volta, divenendo una finestra su un'altra battaglia.
    Riconoscete i vostri compagni, l'altra metà della flotta inviata in quella missione.
    Seguendo il segnale, alcune delle navi più agili delle forze del Caos si dirigono verso di voi a tutta velocità.
    Non avete tuttavia alcun modo di predisporre le più banali difese. In un solo, irrimediabile attimo, il nucleo dell'ammiraglia collassa, implodendo. L'intera struttura della nave si accartoccia verso l'interno come una foglia secca attirando i mezzi giunti in supporto e - superato l'equilibrio di forze - rilascia tutta l'energia rimanente in una poderosa onda d'urto, che vi spinge inesorabilmente attraverso il varco dimensionale in via di chiusura.

    Avete vinto. Ma non avete ancora finito di combattere, per oggi.



    3Am36Fn




    Benissimo, ultimo atto dell'ammiraglia, dopo un discreto bim bum bam apre un varco sull'altra battaglia (quella che si sono lasciate alle spalle Johanna, Sanya e Adaeze, per intenderci), ma ormai è al limite e quindi esplode del tutto portandosi dietro anche diversi altri mezzi del caos e di fatto scagliandovi attraverso suddetto portale.
    In questa parte abbiamo finito, vi affido nuovamente alle sapienti mani di Gorth :zizi:
    Buon divertimento!


     
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